RASSEGNA STAMPA DEL 13 GIUGNO 2020

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Sabato 13 Giugno 2020 Corriere del Veneto

VE

Primo piano L’emergenza sanitaria

LA REGIONE

Investimento da 2,3 milioni. Focus sull’Italia ma attenzione all’estero. Disco, Zaia prepara l’ordinanza

Influencer, attori e un brand veneto Turismo: il piano «social» per il rilancio di Marco Bonet

I nuovi servizi attivati

In spiaggia solo con l’app E Trenitalia potenzia le corse per la montagna VENEZIA Comincia la stagione turistica sul

litorale veneto e, per effetto dell’emergenza Covid-19, andare al mare diventa un’esperienza quasi «esclusiva» ma anche tecnologica: numero chiuso in spiaggia libera, dove il posto al sole si prenota (senza spendere un euro) dallo smartphone per evitare il sovraffollamento e tracciare le presenze nel caso di nuovi focolai virali. Ieri è stato lanciato il sistema di prenotazione di Bibione, l’ultima località a presentarlo e la prima a renderlo attivo: già dal pomeriggio sono partite le registrazioni sul sito comunale www.bibi1app.it per assicurarsi un posto numerato in una delle spiagge libere organizzate. Ce ne sono circa 1.800, per 8 mila persone: nei 25 metri quadrati di spazio ci stanno quattro persone. Diversi sono riservati a chi porta il proprio cane. Si può prenotare solo per il giorno stesso, o al massimo per quello successivo, non più di uno spazio (ad eccezione per le famiglie sopra i quattro componenti, che ne potranno avere due). Basta registrare i dati dei presenti, con la possibilità di modificarli «in corsa». Previste pattuglie straordinarie delle forze dell’ordine per controllare le ricevute di prenotazione, ma anche gazebo con steward per aiutare le persone anziane a districarsi nel sito Internet. A Jesolo parte oggi l’app che per assicurarsi un fazzoletto di sabbia libera in cui piantare l’ombrellone. Si chiama «JBeach»: presentata a metà maggio, gestirà il migliaio di posti a distanza di sicurezza distribuiti tra i 34 stabilimenti balneari del Comune. Dovranno usarla tutti, turisti, pendolari e residenti: la propria piazzola numerata - ampia 16 metri quadrati, per quattro persone - si può «bloccare» anche sul sito www.jbeach.app, sempre dalle 12 di ogni giorno fino ad esaurimento posti, per godere del mare il giorno seguente. In caso di controlli fa fede la ricevuta con il numero di documento o codice fiscale. Dal 20 giugno ingressi contingentati anche a Cavallino-Treporti. Ma solo per i pendolari. L’ordinanza emessa dal Comune tutela l’accesso libero di vari utenti, dai residenti ai loro ospiti, da chi lavora nel territorio del Comune agli avventori dei locali sulla spiaggia, fino a chi alloggia in alberghi e B&B. «Tollerato» chi vive a Venezia e isole, purché arrivi in battello. La prenotazione dell’accesso a mare, senza posti numerati, avverrà attraverso un sito dedicato, che sarà attivato nei prossimi giorni, ma anche sull’app «Live.Love.Buy Cavallino Treporti». Intanto Trenitalia si prepara a facilitare l’arrivo dei turisti, con nuovi orari e servizi. Dall’11 luglio a fine agosto chi arriva a Mestre in treno potrà raggiungere Jesolo in bus con un unico biglietto, che comprende anche il trasporto urbano di Jesolo. Nuove tratte anche per gli amanti della montagna: per tutta l’estate, da lunedì a sabato, collegamenti diretti da Vicenza e Padova per Calalzo, con coincidenza in bus per Cortina inclusa. Nei festivi l’offerta prevede mezzi attrezzati per chi viaggia con la bici. Bus da e per Cortina anche dalla stazione di Conegliano. «Trenobici» in circolazione tra Venezia e Mantova per raggiungere le piste ciclabili del Veronese, come la Peschiera-Mantova o quella tra Villafranca e Valeggio sul Mincio. Pierfrancesco Carcassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

❞ Caner Non solo comunicazione, sono previsti anche bandi per finanziare progetti d’impresa, digitalizzare il business, ammodernare le strutture

VENEZIA Un piano di comunicazione da 2,3 milioni di euro, «cifra mai stanziata prima» assicura l’assessore Federico Caner, per rilanciare il turismo del Veneto. Puntando su giornali e tivù, ma anche - come aveva chiesto il presidente Luca Zaia - sui social network e gli influencer. L’obiettivo è risollevare la prima industria della nostra regione dalla crisi in cui è sprofondata a causa dell’emergenza Covid: «Il turismo vale per noi 18 miliardi di fatturato spiega Zaia - siamo la prima regione turistica d’Italia. Ma il settore è uscito massacrato dall’epidemia, si sono persi 35 mila posti di lavoro». Le strutture alberghiere ed extra alberghiere oggi sono operative per metà: fondamentale per la risalita sarà la completa riapertura delle frontiere e il ritorno dei «tedeschi», ossia i vacanzieri provenienti da Germania e Austria: «Su 70 milioni di presenze l’anno - fa di conto Caner - 50 milioni sono stranieri e, di questi, i due/terzi sono di lingua tedesca. Poi ci sono i Paesi di prossimità dell’Est Europa, come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia. Gli olandesi, gli inglesi». Secondo un sondaggio commissionato dalla Regione, l’80% dei veneti, quest’anno, trascorrerà le ferie in Veneto: «Una buona notizia chiosa l’assessore - ma è evidente che non basterà a colmare il gap con i mancati arrivi dal resto d’Europa». Per questo, a differenza di altre Regioni che molto stanno investendo sul mercato

Il personaggio di Alessandro Macciò

domestico, il Veneto non vuole mollare la presa sui mercati internazionali, puntando ovviamente su quelli tradizionali, che possono raggiungere il nostro territorio in macchina, perché con gli aeroporti chiusi e difficile sperare in frotte di turisti in arrivo dagli Stati Uniti («Attualmente su Venezia vola Klm dall’Olanda e AirFrance dalla Francia, stop»). Le fabbriche aperte ad agosto, come auspicato dagli industriali, non sembrano un problema: «C’è tanta gente che ha voglia di far vacanza, perché comunque ha lavorato anche nei giorni del lockdown: pensiamo al personale della sanità, alle imprese dei servizi essenziali, ai supermercati. E poi ci sono i pensionati, che non hanno registrato cali di reddito e in molti casi hanno capacità di spesa importanti». Nell’attesa che Zaia presenti la campagna ideata insieme ai colleghi di Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia a sostegno delle spiagge dell’Alto Adriatico (pare si ricorrerà a veneti famosi come testimonial), la Regione ha dunque predisposto il suo piano di comunicazione, ideato dall’agenzia milanese Moving come fosse il lancio di un prodotto commerciale e basato su una grande «V» che nel tempo, nelle intenzioni di Caner, dovrebbe diventare riconoscibile a livello internazionale «un po’ come il “baffo” della Nike». «V» come Veneto, «the land of Venice» ma anche come Venezia, Verona, Vicenza, TreViso, RoVigo, «Belluno non ce l’ha ma sono già al lavoro sul brand “the mountain of Venice”». Perché è chiaro che lontano da qui

l’elemento di richiamo più forte è la città lagunare. Si farà ricorso alle immagini iconiche del territorio, dall’Arena di Verona alle ville palladiane, dalle colline del Prosecco ai fenicotteri in Polesine, tutte marchiate col bollino rosso «safe area»: «Vogliamo rassicurare i turisti sull’eccellenza del nostro sistema sanitario - spiega Caner - abbiamo preferito evitare “Covid free” perché nominare il virus avrebbe significato tirarci la zappa sui piedi». Un ruolo chiave lo avrà anche il sito, rinnovato, Veneto.eu, che la Regione vorrebbe iniziare ad usare anche co-

me piattaforma per la prenotazione delle camere, «sfruttando le difficoltà di Booking.com» (ma vanno superate le molte resistenze degli operatori del settore). L’online, accanto ai media tradizionali, è d’altronde la grande novità del piano messo a punto da Palazzo Balbi: «Le fiere stanno perdendo forza. Stampa e televisione restano fondamentali ma abbiamo deciso di investire 350 mila euro sui social network, rivolgendoci agli influencer: quelli sopra i 250 mila follower ma anche quelli tra 20 e 100 mila fortemente targettizzati, ad esempio sul food o sul

Ombrelloni col droplet Le spiagge venete si sono riorganizzate in base alle nuove linee guida, che prevedono distanziamenti contro il contagio

Crisanti, decalogo per la scuola «Ricambi d’aria, no plexiglas e test sierologici agli studenti» Il prof e il caso della badante moldava: campanello d’allarme

Tanti accorgimenti, niente stravolgimenti. È questa la ricetta di Andrea Crisanti per riaprire scuole e centri estivi in sicurezza: ieri il direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, meglio noto come l’uomo dei tamponi a tappeto che hanno arginato la pandemia in Veneto, ha confermato che ci sono «tutti i presupposti» per far tornare in aula gli studenti, ha spiegato come fare per ridurre i rischi al minimo e ha lanciato l’idea di una nuova campagna di test sierologici nelle classi per comprendere i meccanismi del contagio nel mondo della PADOVA

scuola. Crisanti ha affrontato il tema nel corso di un incontro con insegnanti e dirigenti scolastici organizzato da Stefania Moschetti, consigliera comunale con delega al progetto Città sane dell’Oms. Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova e candidato governatore del centrosinistra, ha chiesto se la scienza produrrà nuovi dati per disegnare meglio la ripartenza delle scuole: «Siamo disponibili a fare degli studi per capire come è avvenuta la diffusione del virus nella comunità scolastica - ha risposto Crisanti -. Sarebbe interessante fare dei campionamenti sierologici a varie fasce d’età per corroborare le

A Vo’ Euganeo Il professor Andrea Crisanti ieri pomeriggio a Vo’

nostre affermazioni». Crisanti si riferisce allo studio sulla popolazione di Vo’ Euganeo, che ha coinvolto anche 487 studenti: tutti negativi sia i

257 bambini da 1 a 10 anni che i 230 ragazzini-ragazzi da 11 a 18 anni, tranne due che però hanno subito sviluppato gli anticorpi. La differenza principale è che «gli adolescenti possono usare le mascherine e rispettare il distanziamento, mentre nelle scuole materne e negli asili nido questo non è possibile. Come si fa a mettere un bimbo in un cerchio? Bisogna essere realistici. E i bambini sotto un anno di età non vanno ammessi a scuola perché si possono ammalare». Il vero problema sono gli adulti: «Per proteggere gli insegnanti, le mascherine sono sufficienti - assicura Crisanti -. Gli operatori scolastici che


PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Sabato 13 Giugno 2020

35 80 50 mila

I posti di lavoro persi nel settore del turismo a causa dell’emergenza Covid

per cento

La percentuale dei veneti che intende trascorrere le vacanze in Veneto

milioni

Le presenze turistiche degli stranieri in Veneto, prima regione turistica d’Italia

bike o sulla vela, e sul coinvolgimento degli utenti con concorsi e premi». Gli influencer, tra i quali Caner ha citato solo Valentina Ferragni, sorella della più nota Chiara, non saranno pagati: verranno offerte loro delle «esperienze emozionali» (la cena ad alta quota, la notte nella camera-botte, una veleggiata al largo di Venezia) oppure dei tour tra le eccellenze venete da riportare poi in mappe digitali da condividere con i loro follower. Una strategia che si vorrebbe estendere in prossimità della Mostra del Cinema anche ad alcune star del cinema, come Jude Law o John Malkovich, che già hanno frequentato la nostra regione per i loro film. «Oltre al piano di comunicazione - prosegue Caner - ci saranno i bandi per aiutare le imprese, con un budget complessivo di 15 milioni di euro. Niente soldi a fondo perduto: il primo bando sarà dedicato al cofinanziamento fino all’80% di progetti dei consorzi di promozione, delle Ati, delle reti d’impresa; scorreremo il bando per il rinnovo delle strutture, già finanziato con 6 milioni subito esauriti; un terzo bando riguarderà l’innovazione e la digitalizzazione». Collegata al turismo sarà anche la prossima ordinanza in via di scrittura da parte di Zaia, dedicata a discoteche, spettacoli, teatri, sagre, manifestazioni, cinema, casinò, attività spesso complementari alle giornate trascorse al mare, in montagna o nelle città d’arte. «Sfrutteremo tutte le deroghe concesse dal governo - annuncia Zaia - pensiamo sia un bel segnale di ripartenza». In particolare, per l’Arena di Verona e la Mostra del Cinema di Venezia «l’idea è di garantire un posto occupato e uno no dove ci sono sedute, mantenendo il metro di distanza per gli spettacoli all’aperto». Questo, nell’anfiteatro romano, porterebbe la capienza dagli attuali mille a ben 7 mila posti, ben oltre le aspettative della fondazione lirica e del Comune, che sembrano già soddisfatti dell’ampliamento a 3 mila posti concesso dal ministro della Cultura Dario Franceschini © RIPRODUZIONE RISERVATA

OLIMPIADI 2026

5 VE

Trovato l’accordo sul riparto del fondi

Da Longarone a Cortina Il governo stanzia 325 milioni per i Giochi La vicenda

● Ieri si è tenuto al ministero dei Trasporti (in foto la ministra Paola De Micheli del Pd) un incontro sulle opere per i Giochi 2026 ● Il budget complessivo è di 1 miliardo, al Veneto spettano 325 milioni per realizzare, tra le altre opere, la circonvallazi one di Longarone, quella di Cortina, il collegament o tra l’uscita della A27 Belluno con la Strada Regionale Agordina

VENEZIA La circonvallazione di Longarone, quella di Cortina, il collegamento tra l’uscita della A27 Belluno con la Strada Regionale Agordina, il potenziamento ferroviario nell’anello basso delle Dolomiti, il restyling e l’ammodernamento delle stazioni ferroviarie di Feltre, Sedico, Belluno e Longarone e, infine, la circonvallazione Sud di Verona, visto che la città dell’Arena sarà la sede della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Sono queste le opere venete inserite nel programma stilato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in vista dei Giochi invernali del 2026 a Milano e Cortina. Se n’è parlato ieri, a Roma, nel corso di un incontro tra la ministra Paola De Micheli, la Regione Lombardia, la Regione Veneto (presente l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti), la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano. Si tratta di opere stradali e ferroviarie del valore complessivo di un miliardo di euro (325 milioni quello delle sole opere venete) finanziate nella Legge di Bilancio 2020. Durante l’incontro, si legge in una nota diffusa al termine dal ministero, De Micheli ha illustrato il percorso per passare alla fase realizzativa degli interventi e ricordato la loro importanza strategica per migliorare l’accessibilità, i collegamenti e la dotazione infrastrutturale dei territori coinvolti dall’Olimpiade, nel segno della piena sostenibilità ambientale. «C’è stato un accordo - ha affermato la ministra - su un primo

Imbuto Auto in coda a Longarone, punto nero della viabilità bellunese

elenco delle opere ed entro l’estate definiremo il relativo cronoprogramma, al termine degli ultimi approfondimenti con le Regioni e le province autonome. A breve inoltre si costituirà la nuova società pubblica incaricata della realizzazione delle infrastrutture». Sarà partecipata per il 70% dal ministero dell’Economia e dal ministero dei trasporti (con due quote del 35%); per il 20% dalla Lombardia e dal Veneto (con due quote del 10%); e per il 10% dalle province di Trento e di Bolzano (con due quote del 5%). «Siamo fiduciosi che il governo accoglierà le nostre proposte - dice l’assessore De Berti -. Il tema dell’incontro era la definizione dei criteri di ripartizione di queste risorse. Ci sono due opere da cui non si può prescindere, la variante di Cortina e la variante di Longarone su cui vi è stata piena condivisione. Come Regione Veneto abbiamo posto l’accento sulla

necessità di procedere immediatamente con l’avvio dell’iter di progettazione di queste due opere strategiche per le nostre Dolomiti». Conferma il deputato dem Roger De Menech, che sta seguendo da vicino il dossier: «È tutto pronto da diverse settimane, purtroppo le Regioni non si erano ancora accordate sul riparto delle risorse. Ora speriamo di partire velocemente con la progettazione e la realizzazione di infrastrutture che, lo ricordo, abbiamo pensato a beneficio dei territori sul lungo periodo, non solo in funzione della manifestazione». Soddisfatto il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’Incà: «Questi 325 milioni sono la conferma che il governo ha sempre creduto in questo appuntamento e nelle potenzialità di un bellissimo territorio. Sono convinto che le Olimpiadi rappresenteranno un’occasione unica per il rilancio del Bellunese da un punto di vista sia infrastrutturale sia turistico. Una enorme opportunità per tutto il tessuto produttivo». Plaudono anche gli sfidanti di Zaia alle prossime elezioni Arturo Lorenzoni (centrosinistra) e Enrico Cappelletti (M5S). «È una buona notizia anche per le imprese e i lavoratori del settore costruzioni la cui sopravvivenza è stata messa a rischio dal lockdown» sottolinea Lorenzoni. «Si realizzano opere necessarie ma si dà anche un concreto contributo alla ripartenza» ribadisce Cappelletti. Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è insediata giovedì non si sentono bene o hanno parenti malati devono comunicarlo e restare a casa. Inoltre i presidi devono conoscere i luoghi di residenza del personale e vietare l’accesso a chi proviene da un focolaio anche se sta bene». Il decalogo è presto fatto: «Bisogna sorvegliare il personale, vietare l’ingresso dei bambini con la febbre per evitare situazioni di panico e incoraggiare le vaccinazioni antinfluenzali. Inoltre, se un bimbo ha un aumento della temperatura mentre si trova a scuola, bisogna pensare a una stanza dove tenerlo per non lasciarlo a contatto con gli altri bimbi. Io farei un tutorial per insegnanti e genitori, così saranno tutti consapevoli delle misure adottate». Sui plexiglas tra i banchi la bocciatura è netta: «La sicurezza nelle aule dipende anche dal numero dei ricambi d’aria, farne cinque all’ora riduce la carica microbica del 90%. Le barriere sono sconsigliate proprio perché ostacolano la circolazione dell’aria. La compartimentazione fisica degli spazi

è inutile e controproducente». Nel pomeriggio Crisanti è tornato a Vo’ per un brindisi: la Cantina Colli Euganei infatti produrrà due vini, Serprino Spumante Doc e Rosso Doc, devolvendo un euro per ogni bottiglia venduta all’Università di Padova e dieci centesimi al Comune di Vo’. Crisanti ha ricordato l’immagine di un padre che ha portato il figlio di sette anni a fare il prelievo del sangue e gli ha detto: «Fallo per l’Italia», indicando la comunità di Vo’ come «grande esempio di senso civico e fiducia nelle istituzioni e nella scienza». Per quanto riguarda il presunto calo dei tamponi denunciato dalla Fondazione Gimbe, Crisanti ha replicato che «i tamponi vengono fatti su richiesta degli ospedali e della sanità territoriale, e se i casi non ci sono non si possono fare a vanvera». E la badante moldava risultata positiva? «Dimostra che siamo più preparati, ma è anche un campanello d’allarme». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ufficio scolastico, Palumbo di nuovo direttrice «La vera grande sfida è la riapertura a settembre»

Il ritorno Carmela Palumbo

VENEZIA Emergenza covid, esami di Maturità alle porte e il nodo della riapertura a settembre, «la vera grande sfida». Da giovedì Carmela Palumbo è la nuova direttrice dell’ufficio scolastico regionale: per lei, che aveva già coperto la carica da luglio 2004 a fine 2010 per poi scendere al ministero a Roma come Direttore generale degli ordinamenti scolastici e Capo dipartimento, si tratta quindi di un ritorno che avviene in un momento delicato. «Sono felicissima di tornare – spiega – come prima cosa ho incontrato i dirigenti del mio ufficio e degli ambiti territoriali per fare il punto sui temi in ballo». Il primo riguarda la Maturità che inizia il 17 giugno con le complicazioni dettate dall’emergenza. «Il problema dei presidenti di commissione (ne mancava circa il 30 per cento solo venti giorni fa) è rientrato – precisa però la direttrice – tutte le 937 commissioni hanno il loro presidente. Le scuole hanno poi in cassa i 2,1 milioni previsti dal decreto rilancio per rifornirsi dei dispositivi di protezione e per le sanificazioni». Che significa che ogni scuola ha dai 5 ai 10 mila euro a seconda della dimensione. Insomma, si è pronti per la

Maturità che quest’anno sarà però particolare: ci sarà un unico orale in presenza che sostituirà le classiche prove. «Purtroppo gli studenti non vedono i professori in presenza da febbraio – aggiunge Palumbo – li ritroveranno di colpo agli esami e questo provoca stress. Forse sarebbe stato preferibile prevedere almeno per le classi terminali queste ultime due settimane in presenza per ritrovare il clima». La grande partita è però il rientro a settembre. «Al momento ci sono le disposizioni sanitarie del Comitato tecnico scientifico (distanze, uso del gel igienizzante) – conclude – bisogna vedere se c’è una possibilità di adattamento con la Regione: ne parlerò con l’assessore Donazzan. Ciò che manca sono però le linee guida di carattere didattico: bisognerà forse fare le cose un po’ in autonomia per dare alla svelta indicazioni alle scuole su come organizzare la didattica alla luce delle condizioni sanitarie. Se serviranno per esempio nuovi spazi o interventi di edilizia leggera non ci si può muovere all’ultimo». Matteo Riberto

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REGIONE

SABATO 13 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Il testo scritto dal governatore sul tavolo del negoziato per il voto in Veneto, Marche, Liguria, Campania, Puglia e Toscana

Elezioni: Zaia impone un patto sull’autonomia al centrodestra di Salvini, Berlusconi e Meloni LO SCENARIO Albino Salmaso

A

utonomia: è questa la parola chiave nel patto tra Salvini, Berlusconi e Meloni che stanno trattando per siglare l’intesa sulle sei regioni chiamate al voto a settembre. Il copyright è di Luca Zaia che ha scritto il testo base su delega di Salvini, per posare la pietra miliare con cui il centrodestra pensa di tornare a Palazzo Chigi. Impresa difficile. Perché il governo Conte ha rinsaldato l’alleanza con l’emergenza Covid e anche se i sondaggi danno in netto vantaggio Lega, FI e FdI, non sarà facile sfrattare il premier. L’unico leader che può oscurare la scena al “Professore” si chiama Luca Zaia, che ha però giurato fedeltà al suo Veneto. Un solo cruccio inquieta il Doge Serenissimo: non poter votare a luglio e dare in diretta sul tg web i risultati del suo trionfo, annunciato come un plebiscito. I sondaggi gli attestano un gradimento del 75 per cento grazie alla gestione perfetta dell’emergen-

A 9,90

Da sinistra Attilio Fontana, Matteo Salvini e Luca Zaia

za Covid. Un feeling che si è offuscato solo durante la polemica con il professor Crisanti sull’operazione dei tamponi di massa, ma il trionfo non è mai stato in discussione. Il “disastro” Lombardia ha invece mandato a picco le quotazioni di Attilio Fontana e quindi nella Lega si sta preparando il simbolico passaggio di consegne sulla leadership:

il Veneto diventa la regione leader, il modello da replicare in tutta la Penisola. Non solo nel Carroccio ma nel centrodestra, così riottoso a dialogare con il governo sugli Stati Generali dell’economia, mentre i presidenti delle venti regioni esercitano un perfetto gioco di squadra con Palazzo Chigi, grazie alla mediazione del ministro Boccia. La libertà di ma-

+ IL PREZZO DEL QUOTIDIANO

novra sulle ordinanze che “correggono” i Dpcm Conte è la prova della perfetta intesa istituzionale, con Bonaccini in cabina di regia. I sondaggi dicono che Zaia può vincere con il 70% e la sua lista da sola vale il 40%, con Forza Italia e FdI residuali, ma Berlusconi e Meloni hanno ribadito che la squadra si deve presentare unita in tutte e sei le regioni. In Liguria si punta alla riconferma di Toti, anche se non sarà una passeggiata. In Puglia, Fitto è convinto di battere Emiliano mentre in Campania l’emergenza Covid sta dando una grande mano a De Luca. Qui Forza Italia dovrebbe fare mezzo passo indietro e candidare un civico gradito anche a Salvini, che esprimerà il candidato presidente in Toscana mentre nelle Marche l’accordo prevede che sia Fratelli d’Italia a tentare l’assalto alla poltrona del Pd. Cosa unisce questo voto? L’eterna sfida del federalismo. Con la riforma dell’autonomia differenziata, cavallo di battaglia di Zaia che dopo il referendum di tre anni fa ha vinto la sfida con il centralismo romano proprio sulla gestione della

pandemia Covid. Fontana invece ne esce ridimensionato e il “modello Lombardia” per il momento finisce in soffitta, in attesa di tempi migliori e magari dopo aver rivisto il rapporto tra pubblico e privato nella sanità. Il testo base sull’autonomia vergato da Zaia si snoda in 23 capitoli, che sono le 23 materie previste dalla Costituzione, da tre anni al centro del negoziato con Roma. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna vogliono tagliare il traguardo entro l’anno, ma la “legge quadro” scritta da Boccia arriverà in consiglio dei ministri appena calerà il sipario sull’emergenza Covid. Se ne riparla ad ottobre. Ecco perché Luca Zaia pretende fin da oggi che il patto del centrodestra sulle regioni alle urne, abbia una sola pietra miliare: l’autonomia. La “madre di tutte le battaglie”. Il patto firmato da Salvini, Berlusconi e Meloni diventerà quindi la chiave di lettura per la formazione delle nuove giunte regionali. Fratelli d’Italia, così legata all’idea di unità nazionale, sarà pronta al grande passo? — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il leader di azione

Calenda su Twitter «Non ci presenteremo alle elezioni regionali» Carlo Calenda rompe gli indugi e con un messaggio sibillino a mezzo social network annuncia la rinuncia alla corsa elettorale per il governo del Veneto del suo movimento politico. «Non ci presenteremo. Tra Zaia e Lorenzoni il primo è decisamente un ottimo amministratore, ma non possiamo appoggiare uno che risponde a Salvini». Ha scritto su Twitter il leader di Azione, rispondendo sulla partecipazione del suo movimento alle prossime regionali in Veneto.

edilizia

Il candidato Lorenzoni «La proposta Calzavara è solo consumo di suolo» «Altro che Veneto cantiere veloce, qui è l’ennesimo intervento a gamba tesa che scavalca gli amministratori locali e produce ancora consumo di suolo». Il candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni va all’attacco della proposta Calzavara sulle semplificazioni in edilizia per il post-Covid. Una proposta di legge in discussione a Palazzo Ferro-Fini, tra le contestazioni l’aumento del 10% di cubatura a tutti per ricavare spazi nelle case per il telelavoro.


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REGIONE

SABATO 13 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: la ripartenza

Il brand Venezia per tornare a sognare Veneto a caccia di 70 milioni di turisti L’assessore Caner presenta il piano straordinario con gli influencer del web e le star dello sport come Federica Pellegrini re Caner fa scorrere le immagini degli otto siti Unesco veneti e delle location che regalano immagini da favola. Ci sono i fenicotteri del delta del Po, con il parco naturale della laguna di porto Caleri tra Rosolina e Albarella salvati dal turismo di massa, un ecosistema che fa a gara con la celeberrima Camargue della Provenza. Mancano solo i campi di lavanda e le tele di Van Gogh.

Albino Salmaso / VENEZIA

Settanta milioni di turisti da riportare in Veneto, per rimettere in piedi un brand che vale 18 miliardi di Pil con 55 mila addetti, 35 mila dei quali rischiano il posto di lavoro. Luca Zaia e Federico Caner si affidano ai “mostri sacri” dello sport come Federica Pellegrini e Alessandro Del Piero e poi agli influencer star del web per lanciare il progetto “Veneto, the land of Venice”, una scommessa da vincere con 2,3 milioni di euro da spendere sui mass media italiani e internazionali. Chissà se anche Tom Cruise darà una mano: vuole girare un film d’azione sul Canal Grande e la giunta ve-

I FENICOTTERID DEL DELTA DEL PO

«Abbiamo scelto lo slogan “Veneto: the land of Venice” sicuri di parlare al cuore dei 50 milioni di turisti stranieri che ogni anno vistano le nostre spiagge, montagne e città d’arte. Gli altri 20 milioni

Caccia ai grandi attori da Tom Cruise a John Malkovich come testimonial

Oltre 2,3 milioni per la campagna di comunicazione e altri 15 di fondi Ue alle imprese

neta intende scritturarlo per l’operazione rilancio. Dipende dal cachet. La generosità è sempre gradita, of course. E perché non rispolverare Sean Connery e Roger Moore, gli insuperabili James Bond che tra Venezia e Murano hanno regalato pellicole in dimenticabili prima di cedere lo scettro a Daniel Craig in Casino Royale?

sono italiani che potranno fare affidamento anche sul bonus vacanze previsto dal governo. Il ministro Franceschini ha scelto una formula pasticciata ma noi siano convinti di farcela: il 50 per cento degli operatori ha già acceso il motore, le prenotazione dall’estero stanno arrivando. Del resto, cosa c’è di più bello al mondo delle Tre Cime di Lavaredo? Il Veneto ha deciso di puntare sui mass media italiani ed esteri e poi sui social, con gli influencer arruolati come testimonial. Saranno loro a visitare gli alberghi, i ristoranti e le spiagge per poi elaborare le classifiche e interagire con i loro followers. La loro capacità di storytelling nel creare nuovi contenuti sarà decisiva. E’ una scommessa unica sul piano internazio-

Le immagini delle località venete e sotto l’assessore al Turismo Federico Caner

gabbiani. Basta passeggiare tra le calli per scoprire l’amarcord della Venezia affollata come uno stadio, con il melting pot franco-tedesco che sovrastava il dialetto veneto nei campielli. Mentre sul litorale c’è profonda nostalgia della canicola estiva in riva al mare con il tutto esaurito da Bibione a Rosolina. Sul video della Protezione civile a Marghera, l’assesso-

LE STAR DEL CINEMA

Nella lista delle star entrano di diritto anche Jude Law e John Malkovich protagonisti del “NewPope” di Sorrentino e le nomination si faranno a settembre, con la mostra del cinema a Venezia. La voglia di rilancio c’è tutta, perché dopo il Carnevale di febbraio in piazza San Marco ci sono soli i colombi e i

Il presidente della Regione sfida i limiti imposti dal Dpcm del governo Conte Spettacoli all’aperto: un posto occupato e uno vuoto e il metro di distanza

Arena e Mostra del cinema al Lido «Con le deroghe 3 mila spettatori» VENEZIA

Ma chi l’ha detto che gli spettacoli all’aperto si possono organizzare solo con mille spettatori, mentre nelle sale del cinema ci si deve fermare a 200? Luca Zaia non ci sta. E rivendica la sua autonomia da governatore. «La legge mi consente di firmare delle deroghe e

quindi penso di utilizzarle per gli spettacoli all’Arena di Verona e per la mostra del Cinema di Venezia a settembre», spiega Zaia. Che poi ammette di non poter far tornare il pubblico sugli stadi, anche se il distanziamento sociale sin può praticare senza alcun problema perché le tribune sono quasi sempre deserte. L’Arena di

Verona può ospitare fino a 15 mila persone, che scendono a 12.500 con il palco centrale ma le direttive del governo sono impietose: al massimo mille spettatori per i concerti, un disastro. Per la lirica e la musica leggera. Un passo alla volta. Zaia vuole arrivare almeno a 3 mila. «Adesso che c’è il nuovo Dpcm del governo Conte, stia-

mo preparando la nuova ordinanza: un’ordinanza complicata, perché vogliamo mettere nero su bianco le date e le soluzioni per discoteche, cinema, teatri, spettacoli all'aperto, fiere, sagre, sale gioco e casinò. Per l’Arena di Verona e la Mostra del Cinema di Venezia «L'idea è quella di garantire un posto occupato e uno no, ove ci sono sedute, mantenendo il metro di distanza per gli spettacoli all'aperto. Non possiamo impedire a chi arriva dall’estero di non assistere alla proiezione dei film». Quanto al tema delle discoteche, Zaia ha spiegato che «il Dpcm dà alle regioni la possibilità di precedere anticipazioni. Stiamo valutando il tutto per mettere in condizioni questo reparto, come quello delle sa-

L’ARENA DI VERONA VUOLLE RIAPRIRE I BATTENTI CON LA STAGION E DEI CONCERTI

Zaia: «Pronta una ordinanza complicata Metteremo nero su bianco le date e le soluzioni per cinema discoteche e teatri»

nale, che ci consente di dialogare con un segmento di pubblico molto particolare ed esigente. Tra gli influencer arruolati c’è anche la sorella di Chiara Ferragni, ma il dialogo sul web si farà con le mappe digitali e i percorsi tematici». La lista è infinita: Bassano con il ponte di Palladio; le colline del Prosecco con il marchio Unesco; i casoni di Caorle e Bibione, le spiagge di Cavallino regalano vacanze a due passi da casa, in piena sintonia con le aspettative delle famiglie. L’80 per cento dei veneti interpellati ha detto che resterà in Italia e sceglierà le spiagge adriatiche e le Dolomiti. E poi abbiamo le città d’arte, con l’immenso patrimonio dei musei di Venezia, Verona e Padova, ma se dal 15 giugno il turismo si rimette in moto con i voli internazionali il bilancio può tornare largamente positivo», ha spiegato l’assessore al Turismo. LAVORARE D’AGOSTO

Sarà possibile conciliare le vacanze con le fabbriche aperte anche d’agosto per scongiurare il crollo del Pil? Federico Caner è ottimista. In 5 anni ha creato una cabina di regia che sa dialogare con i grandi tour operator internazionali con un occhio di riguardo a Germania e Austria. La sfida da vincere è tutt’altro che semplice ma oltre ai 2,3 milioni di euro per la campagna di comunicazione affidata alla Moving di Milano, ci sono altri 15 milioni ricavati dai fondi Ue da destinare alle imprese. La ricetta per rialzare la testa è sempre la stessa: coraggio, fantasia e qualità dell’offerta. Agli alberghi arriveranno quasi 4 milioni: basteranno per brindare all’estate? — © RIPRODUZIONE RISERVATA

gre, per ripartire» ha concluso. Ultima questione: la zona rossa. «Vo’ Euganeo è stata chiusa insieme ai comuni del Lodigiano: non è stata la prima, ma in contemporanea, e con la firma del ministro Speranza. Sulle attività della Procura di Bergamo su Alzano e Nembro non ho nulla da dire, in questa fase audiranno le persone informate sui fatti, che non sono condannati. Cito poi il professor Cassese, che ha chiarito che la Costituzione è chiara: in caso di pandemia, entra in campo il Governo. E lo stato di emergenza è stato proclamato il 31 gennaio. Mi fermo qui: c'è di mezzo la magistratura, che farà il suo mestiere e poi si vedrà», ha concluso Zaia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


ATTUALITÀ

SABATO 13 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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La nuova fase L’8 marzo il dietrofront degli Interni ai trecento agenti e militari già pronti a isolare Bergamo Prima i sopralluoghi agli incroci di Alzano e Nembro. Il 7 sera la fuga in treno da Milano per il sud

Il Viminale bloccò la zona rossa la domenica prima del lockdown IL RETROSCENA

LE datE cHiaVE

Monica Serra

è perfino una bozza del questore di Bergamo ora chiusa in un cassetto. In quelle pagine, scritte in fretta in attesa di un ordine pronto ad arrivare, si dispongono agli accessi della Val Seriana i trecento uomini che, nella notte del 5 marzo, dormono nel Continental di Osio di Sotto e nel Palace Hotel di Verdellino. Sono pronti, all’alba del 6 marzo, a trasformare

C’

3 marzo Dopo i primi dati anomali sull’epidemia nel Bergamasco, specie ad Alzano e Nembro, il Comitato tecnico scientifico (Cts) dà parere favorevole per istituire una zona rossa.

5 marzo Due giorni dopo il parere del Comitato tecnico scientifico, il questore realizza una bozza in cui dispone i rinforzi mandati da Roma e li organizza negli accessi alla Val Seriana.

Primi a opporsi i sindaci del territorio Contrari soprattutto gli industriali quella manciata di chilometri tra Alzano Lombardo e Nembro, dove il virus ha fatto strage, nella seconda zona rossa della Lombardia. Dopo 48 ore concitate, di chiamate, incontri e sopralluoghi, all’alba dell’8 marzo, alla prefettura di Bergamo arriva l’ordine di bloccare tutto. E quei trecento uomini vengono rispediti indietro. A comunicare «che l’esigenza di rinforzo di personale impiegato nell’area di Bergamo è terminata» è il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale. E, anche di questo, ha dovuto riferire ieri ai pm, nel corso degli ascolti a Palazzo Chigi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Quell’ordine poteva arrivare solamente da Roma. Per questo motivo il governo, più che la Regione, pur con le stesse prerogative, per i magistrati poteva ordinare l’istituzione della zona

6 marzo Nella notte tra il 5 e il 6 marzo finisco di arrivare i militari di rinforzo a Bergamo. Tutto è pronto per la costituzione di una nuova zona rossa in Italia per contenere il contagio.

Il ministro dell’Interno Lamorgese con il premier Giuseppe Conte

rossa in quel momento. Tutti erano in attesa, a Bergamo e in Lombardia. Tanto che, agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, è finito anche un breve scambio di messaggi tra un comandante dell’Arma e l’allora dg della Sanità lombarda Luigi Cajazzo. Erano momenti complicati. Sull’asse Roma-Milano, lo scambio era continuo, non solo sul piano politico. Della possibilità di istituire la zona rossa in Val Seriana si inizia a parlare a fine febbraio. I primi a opporsi so-

no i sindaci del territorio, salvo poi ritrattare le loro posizioni. Sono contrari soprattutto gli industriali. Ci sono due piani da bilanciare: economico e salute pubblica. La sera del 3 marzo, a Roma, il Comitato tecnico scientifico, «ricevuti i dati relativi ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro», e «sentito per via telefonica l’assessore Gallera e il dg Cajazzo», si legge nello stralcio del verbale della riunione che si è tenuta al Dipartimento della protezione civile, «propone di adottare le opportune misure re-

vanni XXIII di Bergamo, afferma che c’è un focolaio all’ospedale di Alzano. Ma i giorni passano. Perché? «Bisognava prendere una decisione. Ne abbiamo parlato in videochiamata con il governatore Fontana. Ci disse: “Ho interpellato i miei esperti, tocca al governo istituire la zona rossa“. In Emilia Romagna, nel Lazio e in Campania sono state istituite però zone rosse per decisione regionale. Fontana quindi aveva la facoltà di chiudere». Ha chiamato il governo? «Chiamavo Roma. E da Roma rispondevano: tra poco si chiude, fra qualche ora si chiude, forse domani. Neanche loro sapevano. Insomma: la decisione di istituire la zona rossa poteva essere pre-

sa sia dalla regione sia dal governo. Non credo sarà facile accertare le responsabilità». Cosa ha significato quel tempo perso? «In quel momento anche un giorno contava. Poteva fare la differenza. Però tutti ci concentriamo sulla mancata zona rossa, molto meno su quei due mesi o forse tre in cui il virus era già fra noi. C’era la coda di pazienti con la polmonite. Il governo aveva istituito la prima task force il 22 gennaio. Mi stupisce che questo aspetto venga poco indagato». Ma allora quante persone hanno avuto davvero il Covid a Bergamo? «Noi stimiamo fra il il 35 e il 45% della popolazione. Per saperlo con certezza ho cerca-

7 marzo A tarda sera, in una conferenza stampa, viene annunciato dal premier Conte il Dpcm che estende il lockdown a tutta la Lombardia e ad altre 14 province della penisola.

8 marzo Arriva l’ordine per gli uomini mandati a Bergamo come rinforzi di abbandonare la città. Il Dpcm annunciato da Conte la sera prima è pubblicato alle 13 in Gazzetta Ufficiale.

to risorse dai privati per poter fare un test a tutti i miei concittadini. Lo screening partirà lunedì. Il tampone entro 6 giorni. Se non lo fa la Regione ci organizziamo da soli». Quanti sono i morti? «A Bergamo dal primo marzo a fine maggio sono morte 670 persone in più della media dei 10 anni precedenti. In tutta la provincia: 6 mila in più. Quindi, le vittime del Covid qui sono più del doppio di quelle comunicate dalla Regione Lombardia. È allucinante». Perché? «Credo solo per inadeguatezza organizzativa. Anche se a volte sospetto ci sia qualcosa di più, visto che quando abbiamo sollevato il tema dei dati, loro hanno oscurato le

strittive già adottate nei Comuni della zona rossa (lodigiana, OES) anche in questi due Comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione anche nelle aree contigue». Come Bergamo, dove il virus ha fatto centinaia di vittime. La posizione dei tecnici è chiara: la Val Seriana ha un «R0 sicuramente superiore a 1» e va chiusa. La macchina si attiva immediatamente. E mentre gli scambi e i contatti tra Palazzo Lombardia e Palazzo Chigi sono costanti, il 4 marzo, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale ordina alla prefettura di Bergamo di organizzarsi che stanno arrivando i rinforzi. Mentre i contingenti di carabinieri, polizia ed esercito sono pronti a partire, iniziano gli incontri in questura per predisporre uomini e turni a ogni varco della Val Seriana. E il questore prepara anche una bozza di ordinanza che non firmerà mai. La mattina dopo iniziano i sopralluoghi di carabinieri del comando provinciale e agenti di polizia. È tutto pronto. Quasi trecento uomini sono nei due alberghi che aspettano disposizioni.

patto con i produttori

Vaccino europeo Via libera dell’Unione Paolo Russo / ROMA

fonti». Sarebbe stato opportuno commissariare la Lombardia? «Quando se ne è parlato, io ho ritenuto che non fosse una buona idea. Eravamo nel pieno disastro. Quella decisione avrebbe destabilizzato il poco che si stava facendo. Ma adesso, con la situazione più gestibile, fare autocritica è necessario. Il cambio del direttore generale della sanità lombarda mi sembra un segnale eloquente». Cosa è mancato? «Il Veneto ha risolto comprando macchinari, producendo reagenti. Ecco: che la Lombardia non abbia trovato soluzioni è abbastanza sconcertante». —

Sul Piano europeo per finanziare il vaccino anti-Covid c’è l’accordo tra i ministri della salute europei, mentre l’alleanza a quattro, Italia, Germania, Francia e Olanda ha già in tasca il contratto con la multinazionale britannica AstraZeneca, che entro l’anno permetterà di vaccinare tutti gli over 65, più sanitari e forze dell’ordine. Sempre che ovviamente la sperimentazione dia il risultato sperato. Due strategie parallele ma non in conflitto, perché i ministri Ue della Salute in video conferenza hanno deciso di utilizzare i 2,4 miliardi rimasti nell’Emergency Support Instrument, come ha confermato la commissaria alla Salute Stella Kyriakides, per puntare su almeno sei cavalli potenzialmente vincenti, finanziandone la ricerca. Ma anche con una opzione di acquisto dei potenziali vaccini a prezzi calmierati e in quantitativi commisurati alla popolazione dei singoli Stati europei. «Lavorando a stretto contatto con gli Stati membri, e sulla base di chiari criteri - ha aggiunto Kyriakides - selezioneremo le società con le quali entrare in negoziato. Lavorare insieme aumenterà le nostre chance di avere un vaccino sicuro ed efficace, nella quantità necessaria e il più presto possibile». E per questo, ha annunciato «lanceremo un bando aperto a tutti gli sviluppatori che hanno strutture produttive in Europa». Anche se l’Ue guarda al di là dei propri confini, perché condividendo con le imprese il rischio di investimenti elevatissimi, sia per la ricerca che per la produzione anticipata di qualcosa che ancora non c’è, si punta a rendere accessibile il vaccino anche ai Paesi che non hanno sufficiente forza contrattuale per spuntare prezzi compatibili con i propri bilanci. Il Piano europeo punta poi a semplificare sia le procedure per autorizzare i vaccini che contengono Ogm, saltando il secondo passaggio dell’autorizzazione nazionale dopo quella europea ed eliminando «momentaneamente», specifica il documento Ue, la valutazione del rischio ambientale. Ma al vertice si è trovata la quadra anche per finanziare con 9,4 miliardi nel settennato 2021-27 il programma “Eu4Healt” di acquisto di apparecchiature ed equipaggiamenti medici per le emergenze sanitarie. L’Alleanza a quattro fortemente voluta dal ministro Roberto Speranza va invece dritta all’acquisto del candidato vaccino attualmente più promettente, quello in fase già avanzata di sperimentazione nei laboratori di AstraZeneca e dell’Università di Oxford. Anche se una trattativa è in fase avanzata anche con l’americana Johnson&Johnson, un altro candidato dato per vincente. —

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LA CHIUSURA DELLA LOMBARDIA

La sera del 7 marzo trapela la notizia del Dpcm che chiuderà l’intera Lombardia. All’alba del mattino dopo «l’esigenza di rinforzo è terminata» e quei trecento uomini possono tornare indietro. Alle 13 il Dpcm viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale: l’intera Lombardia è «zona protetta». A questure e prefetture del territorio il ministro Lamorgese invia una direttiva: «Ferma restando la piena autonomia nelle materie di competenza regionale, va rilevata l’esigenza che in ogni caso, e soprattutto in questo delicato momento, non vi siano sovrapposizioni di direttive aventi incidenza in materia di ordine e sicurezza pubblica, che rimangono di esclusiva competenza statale e che vengono adottate esclusivamente dell’Autorità nazionale e provinciali di pubblica sicurezza». La decisione ormai è presa. Non c’è più nulla da fare. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

SABATO 13 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il fronte sanitario Vaccinazioni, la Regione Veneto ha acquistato 1,306 milioni di dosi A Padova somministrazione nei patronati, c’è il via libera del vescovo

LO SCENARIO Silvia Quaranta

D

opo i tamponi a tappeto, il Veneto punta sui vaccini a tappeto: la Regione ha già acquistato 1 milione e 306mila dosi, che saranno somministrate a partire da settembre con l’obiettivo di coprire l'80% della popolazione con più di sessant’anni. Un’operazione che richiederà personale e spazi adeguati: tanto che il segretario regionale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, ha già chiesto – e ottenuto – dal vescovo di Padova la possibilità di utilizzare i patronati come ambulatori. Un modello che intende proporre per tutta la regione. La campagna vaccinale che ha in serbo il governatore Luca Zaia è forse la più imponente che si ricordi: lo scorso anno erano state acquistate circa 865mila dosi di vaccino, ma ne sono state utilizzate solo 790mila, coprendo circa il 55% degli ultrasessantenni e appena il 30% del personale sanitario. Quest’anno arriveranno circa 500 mila dosi in più, e la speranza è che non ne avanzi nemmeno una. Per quanto riguarda over 60 e personale sanitario l’obiettivo prefissato è quello di arrivare all’80% di copertura, e nelle case di riposo c’è un traguardo ancora più ambizioso: 90% di vaccinati. A queste categorie vanno aggiunte le persone a rischio: pazienti con patologie importanti come cardiopatici

3.851

+6

50

296

3.505

88

0

1

3

84

Treviso

2.666

+1

177

319

2.170

92

Venezia

2.674

0

89

295

2.290

118

Verona

5.109

+1

185

570

4.354

268

Vicenza

2.855

-1

100

334

2.421

116

Belluno

1.179

0

63

111

1.005

73

Rovigo

443

0

9

34

400

45

Domicilio fuori Veneto

315

+1

113

15

187

Assegnazione in corso

27

0

26

0

1

19.207

+8

813

CASI SARS-CoV-2 POSITIVI Raggruppamenti sulla base del domicilio del soggetto positivo SARS-CoV-2

Padova (escluso domiciliati Vo') Cluster domiciliati Comune di Vò

TOTALE REGIONE VENETO

CASI RICOVERATI IN OSPEDALI PER ACUTI TOTALE RICOVERATI POSITIVI

Il 95% della popolazione italiana non ha mai contratto il coronavirus: un dato che può apparire rassicurante, ma dall’altra ci dice che in caso di ritorno

Casi Deceduti Negativizzati attualmente in ospedale virologici positivi + extraospedale

Pazienti positivi in AREA NON CRITICA

Pazienti positivi in TERAPIA INTENSIVA

45 (-7)

0 (=)

TOTALE RICOVERATI NEGATIVIZZATI

232

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TOTALE RICOVERATI (POSITIVI + NEGATIVIZZATI)

277

13

111

1.977 16.417

Dimessi dal--21.2

--3.491

823

decessi dal ---21.2

--1.411 (+3)

Una bimba viene vaccinata. I più piccoli tra i destinatari del piano

e diabetici. Gli esperti, poi, raccomandano la vaccinazione anche per i bambini: la fornitura di vaccini a loro dedicati è quasi raddoppiata. «Se è vero che il vaccino antinfluenzale non ci salva dal covid» spiega Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg «può facilitare di molto la diagnosi. Inoltre l'influenza stagionale non è da sottovalutare perché miete ogni anno centinaia di vittime». Un ulteriore suggerimento è quello di coniugare il vaccino contro l’influenza con quello antipneumococcico: «quest’infezione porta alla polmonite interstiziale, che è anche la complicazione più comune del coronavirus» spiega Crisarà «quindi è un’utile protezione in più e diventa un ulteriore ed importante strumento di discrimine al fine della diagno-

si». Vaccinazioni precoci e di massa, tuttavia, aprono anche ad alcune problematiche. «Se iniziamo a vaccinare i pazienti a settembre e non a novembre» dice infatti Crisarà «dovremmo porci il problema del richiamo, perché il vaccino copre per circa tre mesi. Non è che poi l’effetto cessi in maniera immediata, ma i picchi sono due, a natale e a febbraio-marzo. Con il vaccino precoce rischiamo di perdere la copertura per il secondo picco». Un secondo ostacolo è dato dagli spazi ristretti degli ambulatori: «Nel mio» spiega il medico «facevamo un mese di aperture straordinarie. Ma abbiamo già una soluzione: a Padova ho chiesto al Vescovo di concederci gli spazi dei patronati, e ha già espresso parere positivo». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

verona

Mascherine troppo care sequestro della Finanza VERONA

La Guardia di finanza di Verona ha sequestrato 11.750 mascherine di tipo chirurgico poste in vendita da una farmacia della Valpolicella a un prezzo doppio rispetto a quello stabilito dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. L'intervento è stato effettuato dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria scaligero al termine di uno dei controlli compiuti in questi giorni sull'inte-

del virus siamo ancora molto esposti. L’indagine è stata curata dal professor Giorgio Palù (past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia a Padova) sulla base dei dati raccolti dalle Regioni e delle stime ottenute con test sierologici ad alta sensibilità. Quel che emerge è che solo il 5% della popolazione ha già contratto l'infezione da SarsCov2, dunque il restante 95%

è ancora suscettibile al virus. Le statistiche, inoltre, suggeriscono che l’epidemia si è scatenata con forza solo in aree circoscritte: i tassi di immunità al virus, infatti, sono maggiori in provincia di Bergamo e in altre aree della Lombardia, dove l'infezione è circolata di più. L’allerta, quindi, dovrà essere tanto più alta in vista di un eventuale ritorno di fiamma nei mesi invernali. E questo non vale solo per l’Italia: studi

Mascherina chirurgica

ro territorio provinciale per verificare la corretta commercializzazione dei dispositivi di protezione individuale. Al momento dell'accesso nella farmacia, i finanzieri hanno notato, all'interno di un espositore, numerose confezioni di mascherine di tipo chirurgico, da 50 pezzi ciascuna, poste in vendita al prezzo unitario di 1,20 euro(Iva inclusa), mentre l'ordinanza del Commissario straordinario per l'emergenza sanitaria impone che il prezzo finale di vendita al consumo di queste mascherine non può essere superiore, per ciascuna unità, a 0,50 euro al netto dell'Iva (0,61 euro Iva inclusa). Tutti i prodotti sono stati sottoposti a sequestro. La posizione del titolare è stata rimessa al vaglio della Procura di Verona.—

simili sono stati effettuati in tutta Europa e secondo quanto riportato ieri dall’Ecdc (agenzia Ue per le malattie infettive) la percentuale di test sierologici positivi è del 5% anche in Spagna, poco superiore (6%) in Belgio e dell’8,5% in Gran Bretagna, il paese che registra la proporzione di test sierologici positivi più alta. Nel Nord Europa, invece, i valori trovati sono più bassi: ad esempio l'Olanda, in una analisi sui donatori di sangue, ha trovato che appena il 2% del campione presentava gli anticorpi contro il Covid19. Sulla baste di questi dati l’Ecdc ritiene altamente improbabile che sia possibile raggiungere l’immunità di gregge entro l’inverno. —

Palù: il 95% degli italiani non colpito dall’epidemia

PADOVA

Soggetti in Isolamento Domiciliare (Dato del 01.06 Ore 20.00)

∆ Totale casi positivi

lo studioso

Il professore dell’università di Padova: la gran parte della popolazione nazionale ancora vulnerabile, dato comune ad altri Paesi europei

dati cumulativi

TOTALE CASI con tampone positivo dato cumulativo

CROMASIA

La maxi campagna contro l’influenza l’obiettivo è coprire l’80% degli over 60

REPORT DEL 12.06 ORE 17

SILVIA QUARANTA

Il professor Giorgio Palù

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PROVINCIA

SABATO 13 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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san pietro di cadore

pieve di cadore

Post Vaia, 11 milioni di lavori per la sicurezza di Presenaio

Gli esami del sangue solo con prenotazione al Giovanni Paolo II

Dopo gli interventi già ultimati con urgenza subito dopo l’alluvione di fine 2018 ora la Regione ha avviato opere di difesa idraulica in più punti lungo il Piave

Due immagini degli interventi della Regione Veneto a San Pietro di Cadore

Irene Aliprandi / SAN PIETRO

Lavori post Vaia per ben 11 milioni di euro a Santo Pietro di Cadore. Ad illustrare gli interventi è l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin: «Si tratta di un lavoro imponente, da oltre 11 milioni di euro complessivi, che stiamo portando avanti in Comelico, nello specifico a San Pietro di Cadore, una delle zone più duramente colpite dalla tempesta Vaia. Presso l’abitato di Presenaio già nelle prime ore successive agli eventi alluvionali dell’autun-

L’assessore Bottacin «La progettazione si basa su una analisi a fondo mobile»

«Serve a valutare le zone soggette ad esondazione e gli effetti della piena»

no 2018 avevamo attivato, tramite il Genio Civile, una somma urgenza per mettere in sicurezza alcune abitazioni minacciate dal crollo di un tratto di muro d’argine in sinistra idrografica del fiume Piave. I lavori si erano presentati da subito particolarmente impegnativi, data la necessità di

non pregiudicare la stabilità degli edifici sovrastanti l’argine che, per un certo periodo, erano anche stati precauzionalmente evacuati». Questa prima fase di lavori relativi alla ricostruzione del tratto d’argine, costata 1.550.000 euro, è stata già ultimata e collaudata. Per prose-

fondò il rifugio in val gares

È scomparso Enzo Deola lutto a Canale d’Agordo CANALE D’AGORDO

Marito e padre esemplare, grande lavoratore e impegnato nel mondo del volontariato come nei drammatici giorni del Vajont. Canale d’Agordo piange la scomparsa dell’uomo dalla lunga barba bianca, Enzo Deola, il fondatore del rifugio Capanna Cima Comelle, in Val di Gares. Radio più ne ricorda la figura con affetto, e per ren-

Enzo Deola

dere omaggio a Deola ieri è stata riproposta un’intervista che la radio custodisce con cura e con affetto nei suoi preziosi archivi. È stata realizzata domenica 14 dicembre 2014 da Luisa Alchini, per il programma “El Darlin”. Un incontro per rivivere la storia di Enzo Deola, della sua sposa Maria Luisa Adami e dei suoi figli, Ilio, Patrizio e Barbara. È stata ritrasmessa ieri alle 16, e ha permesso a quanti hanno conosciuto Enzo Deola di ricordarne la sua attività, e a quanti non lo conoscevano di apprezzarne l’importante ruolo svolto per la comunità. I funerali sono stati celebrati ieri. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

guire nella completa messa in sicurezza del tratto del fiume che attraversa il Comune di San Pietro sono stati programmati ulteriori lavori. È già in corso di progettazione un intervento dell’importo complessivo di 3.850.000 euro che riguarda la sistemazione di opere di difesa idraulica nel tratto del Piave compreso tra la confluenza del torrente Cordevole di Visdende e il ponte di Presenaio, lungo la sponda sinistra. «La progettazione», prosegue Bottacin, «si basa su una analisi idraulica bidimensionale e a fondo mobile che consente di valutare sia le zone soggette ad eventuale esondazione, sia gli effetti della forza della piena in termini di erosione del fondo e di deposito dei sedimenti. Lo studio, che abbiamo acquisito a seguito dell’evento alluvionale e che si estende fino a Santo Stefano di Cadore, ha permesso inoltre di evidenziare le zone a maggior rischio, dandoci una prima indicazione sugli interventi da attuare. A tale riguardo abbiamo altresì programmato un ulteriore intervento, dell’importo complessivo di 4.500.000 euro e per il quale abbiamo previsto il finanziamento già nel corso del 2020, che riguarda alcune opere di difesa idraulica del fiume Piave da Presenaio fino alla confluenza del torrente Padola, nel cui ambito sono comprese le opere per la messa in sicurezza anche della sponda destra del fiume a monte del ponte di Presenaio. Sempre a San Pietro entro luglio partiremo anche con la sistemazione dei danni occorsi nel corso della piena di novembre 2019 alla briglia della confluenza con il Cordevole di Visdende. Per questo ulteriore intervento, del valore di un milione di euro, salvo imprevisti e condizioni climatiche permettendo i lavori dovrebbero essere completati entro l’autunno». —

L’ospedale di Pieve di Cadore PIEVE DI CADORE

Centro prelievi di Pieve su prenotazione. Presto svelato l'arcano che nelle scorse ore aveva animato la protesta cadorina attorno ad una possibile chiusura del laboratorio analisi dell’ospedale Giovanni Paolo II. Niente di tutto ciò ma, più semplicemente, un cambio di programma in merito alla fruibilità del servizio, peraltro ampiamente pubblicizzato nei giorni scorsi della stessa azienda sanitaria. Il centro prelievi di Pieve è dunque vivo e vegeto, oltre che operativo. Con una novità rispetto al periodo pre Covid 19: la prenotazione obbligatoria. Dal primo giugno è stato istituito un nuovo modus operandi per accedere al laboratorio analisi. Un iter che prevede la prenotazione on line sul sito www.aulss1.veneto.it o, in alternativa, con una telefonata al Cup le cui linee però in questi giorni si presentano intasate. «Non c'è stata alcuna soppressione per quanto riguarda il centro prelievi di Pieve», confermano dalla segreteria del direttore generale Adriano Rasi Caldogno, «si è provveduto a rimodulare l'accesso al laboratorio analisi attenendosi scrupolosamente alle nuove normative vigenti in materia di Covid 19. Per questo motivo è stata istituita la prenotazione obbligatoria, al fine di garantire un numero di accessi gestibile e nel

contempo evitare affollamenti in sala d’attesa come avveniva quotidianamente nel periodo pre Covid 19». «Se qualcuno si presenta liberamente all’accettazione dell’ospedale di Pieve chiedendo di sostenere un esame del sangue», continua, «riceverà una risposta negativa, ma ciò non significa che il servizio è stato soppresso. Basterà prenotare preventivamente l’esame per sostenerlo regolarmente, tanto a Pieve quanto in altri ospedali del territorio». Stessa trafila anche per quanto riguarda i donatori di sangue: anch’essi, per accedere al centro trasfusionale, sede del prelievo, dovranno richiedere preventivamente un appuntamento, on line oppure telefonico. «Nel caso dei donatori di sangue la situazione cambia leggermente nella forma ma non nella sostanza», proseguono dalla segreteria della direzione generale della Uls 1. «Nel periodo di coronavirus le donazioni di sangue sono state temporaneamente bloccate per necessità. Col ritorno graduale alla normalità verranno ripristinati anche gli appuntamenti per le donazioni, a Pieve come in altri ospedali del territorio». A proposito di analisi del sangue, l’unico punto dove è ancora possibile accedere liberamente e dunque senza la prenotazione preventiva è il distretto di Santo Stefano. — GIANLUCA DE ROSA

turismo

A Cortina le vacanze per le famiglie La Regina inserita in un sito dedicato CORTINA

Vacanze a Cortina a prova di famiglia. Il portale turistico Vrbo (piattaforma di origini statunitensi punto di riferimento per le case vacanza proposte dal gruppo Expedia) ha inserito la perla delle Dolomiti tra le sei migliori destinazioni family friendly d’Italia. Il sondaggio coinvolge oltre 500 famiglie e vede Cortina confrontarsi con Bardo-

necchia (Piemonte), Bormio (Lombardia), Canazei (Trentino), Courmayeur (Valle d’Aosta) e Roccaraso (Abruzzo). Per essere inserita nella speciale lista family friendly, Cortina ha ottenuto il consenso delle famiglie italiane che l’hanno promossa a pieni voti su alcuni parametri ritenuti fondamentali per una vacanza soddisfacente e che vanno dalla sicurezza alle proposte ricettiva e ricreativa. Al centro dell’attenzione

anche la presenza in loco di servizi sanitari e ristorazione per tutte le tasche. Per quanto riguarda le vacanze estive del post coronavirus, i clienti del portale Vrbo spingono per sport ed attività all’aria aperta. A proposito di Cortina, particolarmente apprezzate alcune attività di carattere escursionistico come la via dei dinosauri, il museo della Grande Guerra e il parco avventura adrenalin center. – DIERRE


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Primo Piano

Sabato 13 Giugno 2020 www.gazzettino.it

La sanità e gli studenti

Ragazzi a scuola? Crisanti: sì, meno rischi La ricetta del virologo per l’avvio dell’anno scolastico a settembre `«I divisori in plexiglas? Non servono: impediscono il ricambio «I bambini difficilmente si infettano, i docenti usino le mascherine» d’aria. Meglio aprire le finestre, pulire le aule e gli spazi comuni» `

L’INCONTRO PADOVA «Se aprono gli stadi e le discoteche, non vedo perché debbano rimanere chiuse le scuole. In tutti i casi, i divisori in plexiglas non servono, meglio aprire le finestre e far circolare l’aria». A dirlo è stato ieri mattina il direttore di Microbiologia e Virologia dell’ateneo padovano Andrea Crisanti che, in municipio a Padova, ha incontrato i rappresentanti del mondo della scuola e dell’associazionismo per fare il punto sui rischi di contagio (soprattutto tra i bambini) legati all’imminente inizio dei centri estivi e in vista della riapertura delle scuole a settembre. In sala giunta, ad ascoltare il virologo c’erano anche il vicesindaco Arturo Lorenzoni (candidato presidente alle prossime regionali per il centrosinistra), l’assessore alla Scuola Cristina Piva e quello ai Servizi anagrafici Francesca Benciolini. «Le mie considerazioni sono solo il punto di vista di uno scienziato, non sono linee guida da seguire. Non mi permetterei mai» ha messo subito le mani in avanti Crisanti che, poi, non ha nascosto un certo ottimismo sulla ripartenza a settembre delle scuole. «Per me ci sono tutti presupposti per partire in sicurezza – ha spiegato lo scienziato - Nonostante i bambini da 1 a 10 anni

L’iniziativa di Vo’: per ogni bottiglia acquistata 1 euro all’Università di Padova

Il prof testimonial dei vini dei colli: le vendite finanzieranno la ricerca Vo’ brinda alla rinascita. E lo fa con i vini della solidarietà: il Serprino e il rosso dei Colli Euganei finanzieranno la ricerca dell’Università di Padova, oltre a rilanciare l’economia del piccolo centro padovano. Testimonial d’eccezione nel passaggio da primo focolaio di Covid-19 (insieme a Codogno) a Comune virtuoso che riparte, è il virologo Andrea Crisanti, ideatore degli studi che hanno reso Vo’ un caso scientifico di interesse internazionale. Sulle etichette dei due vini scelti come protagonisti della ripartenza campeggia il nuovo marchio Vo’. Per ogni

non siano a rischio zero, questi si ammalano molto, molto, molto meno frequentemente e gravemente rispetto agli adulti. Di conseguenza, se consentiamo di andare allo stadio o di riaprire le discoteche, non vedo perché tenere chiuse le scuole a settembre. Avrebbe veramente poco sen-

bottiglia venduta (4,95 euro) un euro sarà donato all’ateneo patavino per contribuire alla ricerca sul coronavirus, di cui si sta occupando l’équipe del professor Crisanti. Dieci centesimi andranno invece al Comune euganeo come sostegno alla ripresa economica. Ieri le bottiglie vendute avevano già superato quota 15.6000. L’iniziativa, e a cui hanno aderito le catene della grande distribuzione, nasce dalla collaborazione tra le istituzioni e la Cantina dei Colli Euganei, che raggruppa circa 600 viticoltori. Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA

so».

PRECAUZIONI A scuola però, non ci vanno solamente i bambini. I loro insegnanti, molto spesso, superano abbondantemente i 50 anni. Una circostanza che, in teoria, potrebbe rappresentare un fattore di ri-

schio non trascurabile. Anche su questo il professore si è dimostrato piuttosto ottimista. «Dal momento che i bambini, molto difficilmente, si infettano e si ammalano, è altrettanto raro che possano trasmettere il virus – ha rassicurato lo scienziato - Chiaramente il personale docente deve usare

I contagi tornano ad aumentare E in Veneto altri undici decessi IL BOLLETTINO VENEZIA Otto nuovi casi di contagio in Veneto per un totale, dall’inizio dell’epidemia, di 19.207. E sono aumentate anche le vittime: nelle ultime ventiquattr’ore ci sono stati 11 morti, di cui 3 in ospedale (Azienda ospedaliera di Padova, Mestre, Villafranca) e gli altri nelle case di riposo, per un totale di 1.977. Diminuiscono, invece, i ricoverati in riamimazione (ora sono 13, uno in meno rispetto a giovedì), nessuno dei quali positivo al Covid. Da segnalare, in Veneto, la polemica sui vaccini antinfluenzali: «In una settimana “spariti” tre milioni di dosi», ha detto il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd), ricordando che «la scorsa settimana l’assessore Lanzarin annunciava la prenotazione di 4,5 milioni di dosi di vaccino, mentre oggi leggiamo che la Regione Veneto ha chiuso anticipatamente la gara “prima in Italia” aggiudicandosene 1,36 milioni, ampliabili fino a 1,567. Se la matematica non è un’opinione, ne mancano circa tre milioni: che fine hanno fatto? Ma l’importante è che questi vaccini siano utilizzati e che quindi parta presto la campagna di sensibilizzazione,

MODIFICHE PER I TRASPORTI: GLI AEREI ADESSO SI POSSONO RIEMPIRE COMPLETAMENTE MA OGNI QUATTRO ORE SI CAMBIA LA MASCHERINA

anche se la soluzione migliore sarebbe l’introduzione dell’obbligo per le categorie a rischio: over 60, bambini, operatori sociosanitari».

Cgil, Cisl e Uil

FRIULI VENEZIA GIULIA Nuovi contagi anche in Friuli Venezia Giulia: in tutto sono 3.290, 3 in più di giovedì. Nessun paziente però ricoverato in terapia intensiva e, fortunatamente, ieri nessun decesso (il totale dei morti nella regionale resta fermo a 342).

ITALIA

«Premio agli addetti delle case di riposo»

Il nuovo Dpcm pubblicato giovedì in Gazzetta Ufficiale prevede delle novità sul fronte dei trasporti. Ad esempio, gli aerei ora si possono riempire completamente nel caso in cui l’aria a bordo sia rinnovata ogni tre minuti. Ma se il volo dura più di quattro ore, i viaggiatori dovranno cambiare la mascherina. Mascherina, poi, obbligatoria all’ingresso e nella permanenza nei luoghi di accesso al sistema di stazioni ferroviarie, autostazioni, fermate bus e all’interno dei mezzi. (al.va.)

VENEZIA «Basta fare finta di nulla, la Regione convochi le parti per aprire la discussione sul riconoscimento economico del personale delle case di riposo che si sono trovati a fronteggiare il Covid-19». Fp Cgil, Cisl Fp e Fisascat, Uil Fpl e Uiltucs tornano a chiedere di estendere anche agli addetti delle Rsa il premio elargito ai dipendenti del Servizio sanitario regionale. I sindacati si dicono consapevoli del fatto che, «a differenza della sanità pubblica, la premialità in questi settori chiama alla responsabilità anche i gestori pubblici e privati», tuttavia richiamano comunque la Regione alla necessità di promuovere un confronto in tal senso. «Ai vertici regionali che quotidianamente insistono sul fatto che i risultati ottenuti si fondano sul “lavoro della squadra” e non dei singoli protagonisti – concludono le sigle sindacali – ricordiamo che quella squadra è fatta da persone in carne e ossa».

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E sale ancora il dato giornaliero dei contagi da coronavirus in tutta Italia, con un incremento di 393 casi rispetto a giovedì, quando si era registrata una crescita di 379. Il numero dei casi totali è arrivato a 236.305. Nelle ultime 24 ore le vittime sono state 56, in aumento rispetto alle 53 di giovedì. In Lombardia nell’ultima giornata se ne sono registrate 31 mentre l’altroieri erano state 25. Il numero totale delle vittime in Italia sale dunque a 34.223.

LE NOVITÀ

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qualche misura di protezione, in primis le mascherine». Crisanti, però, ha sottolineato come, per far tornare bambini e ragazzi a scuola, serva più di qualche accortezza: «Chiaramente la sicurezza in aula aumenta con i ricambi d’aria, ma questo vale non solo per il Coronavirus. Vanno ri-

valutati dei concetti di buon senso, quelli che c’erano già quando andavo io a scuola. È giusto ribadire che alcune buone pratiche hanno efficacia anche contro altre malattie: arieggiare il più possibile, pulire a fondo sempre e costantemente aule, bagni e tutti gli spazi comuni. Bisogna fare molta attenzione anche alle maniglie e a tutto ciò che viene toccato. Quando parliamo dei più piccoli, è decisivo perché, si sa, è molto difficile evitare determinati comportamenti. Diciamo che è quasi impossibile». Così come negli uffici aperti al pubblico e nelle aziende che hanno già riaperto, anche per la scuola qualcuno prefigura l’installazione di barriere di plexiglas per evitare i rischi di contagio. Una prospettiva che non convince per nulla il virologo: «Soluzioni di questo tipo impediscono il ricambio d’aria, il contrario di quanto invece indica la comunità scientifica». Il mondo della scuola, per il professore potrebbe rivelarsi, infine, anche un’occasione di ricerca: «Con l’inizio delle scuole siamo disponibili a fare degli studi per capire come sia avvenuta la diffusione del virus nella comunità scolastica in passato. Sarebbe interessante fare dei campionamenti sierologici a varie fasce d’età per corroborare le nostre affermazioni». Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Fase 2, la città e la provincia LA CERIMONIA VO’ «Due cose sappiamo fare bene a Vo’: il vino e sconfiggere il virus». Parola di sindaco. Due capacità che si intrecciano in un progetto di rinascita all’insegna della solidarietà: i vini prodotti dalla Cantina dei Colli Euganei e marchiati “Vo’” finanzieranno la ricerca dell’Università di Padova contro il Covid-19 e aiuteranno le imprese e le attività locali. Testimonial d’eccezione di questo progetto è il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Università di Padova, nonchè ideatore di due importanti studi epidemiologici che hanno reso Vo’ un caso scientifico di interesse internazionale. Proprio la notorietà del centro collinare dovuta sia alla pandemia, sia al profondo senso civico di cui hanno dato prova i suoi abitanti, è diventato un’occasione di rilancio. Se nelle settimane immediatamente successive a quel 21 febbraio in cui tutto è iniziato, Vo’ veniva considerato un posto da evitare e da cui qualcuno aveva addirittura respinto le forniture di vino, adesso che il paese ha sconfitto il virus, acquistare una bottiglia è un modo per aiutare la scienza.

INTESA Dall’intesa tra la Cantina dei Colli Euganei, il Comune e il Parco Colli è nato quindi il marchio Vo’, che valorizza due eccellenze del territorio: il Serprino Spumante doc e il Rosso doc Colli Euganei. Per ogni bottiglia venduta, al prezzo di 4,95 euro in collaborazione con la grande distribuzione, un euro verrà donato all’Università di Padova per contribuire alla ricerca sul Covid-19. Dieci centesimi andranno invece al Comune di Vo’, come sostegno alla ripresa del paese che prima del lockdown nazionale aveva affrontato due settimane di chiusura totale. Ieri le bottiglie consegnate ai supermercati avevano già superato quota 15.600. Il progetto è stato illustrato ieri pomeriggio nella sede della Cantina dei Colli Euganei in un incontro in cui sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico. «L’iniziativa prende avvio dai giorni nefasti della quarantena quando Vo’ era zona rossa (la prima d’Italia insieme a Codogno, ndr) – ha spiegato Lorenzo Bertin, presidente della Cantina, che conta circa 600 produttori e tra marzo e maggio ha registrato un calo del 35 per cento di fatturato – Il paese si è dimostrato un esempio per tutta Italia quindi abbiamo pensato di fare qualcosa per tutti, finanziando la ricerca. Non potevamo che scegliere il vino, il prodotto che ci caratterizza».

BRINDISI Il virologo Andrea Crisanti (al centro) ieri nella sede della Cantina dei Colli Euganei. Sotto, la piazza di Vo’ con il mercato riaperto

Il vino e la ricerca: Crisanti ringrazia Vo’ Sulle bottiglie nate dalle vigne dei colli, il marchio del Comune che ha sfidato con i suoi abitanti il virus: parte del ricavato delle vendite andrà all’Università `

«Per sconfiggere il virus abbiamo usato lo stesso metodo che i nostri produttori usano per fare il vino: serietà e professionalità» ha dichiarato il sindaco Giuliano Martini, ricordando il grande impegno profuso da tutti: istituzioni, sanità e Università, cittadinanza. A sottolineare il grande senso civico dei vadensi ci ha pensato il professor Crisanti: «Sono rimasto molto colpito dall’adesione con cui i cittadini hanno partecipato ai vari studi. Se c’è un’immagine di Vo’ che mi porto dentro è

questa: un bambino di circa 7-8 anni un po’ impaurito dal prelievo a cui il papà ha detto: “Fallo per l’Italia”».

VOLONTARI Anche il professor Stefano Merigliano, direttore della Scuola di Medicina ha indirizzato parole di ringraziamento per la cittadinanza, oltre che per i circa 350 volontari tra medici e infermieri impegnati nei vari giri di tamponi. A breve l’autorevole rivista scientifica Nature pubblicherà i primi risultati della ricerca del professor Crisanti. «L’isolamento delle persone infette, anche di quelle asintomatiche, ci ha permesso un risparmio di sofferenza e di vite umane – ha sottolineato il virologo, ricordando che il virus circolava in paese già a fine gennaio – I risultati di Vo’ hanno ispirato la politica sanitaria regionale». Sul fatto cChe a Vo’ sia stata

TESTIMONIAL DEL PROGETTO IL VIROLOGO IDEATORE DEI TEST CHE HANNO TRASFORMATO IL PAESE IN UN LABORATORIO

Fare cultura da casa in estate: la proposta di “Fantalica” ASSOCIAZIONI PADOVA Un mese di workshop per accrescere le proprie abilità artistiche tra storia dell’arte, scrittura, comunicazione, disegno e cinema. È questa la proposta dei workshop d’arte on-line organizzati dall’associazione culturale Fantalica di Padova, per il periodo compreso tra il 16 giugno e il 17 luglio prossimi. «Dal 27 maggio sono state riaperte ai soci le porte della sede di via Gradenigo, con tante attività e laboratori dal vivo –ricorda in una nota l’associazione culturale Fantalica- ma nel frattempo continuano anche le proposte formative attraverso la piattaforma Zoom, in particolare i workshop artistici

on-line». «Questo rappresenta l’occasione giusta - prosegue Fantalica - per tutti coloro che durante l’estate, comodamente da casa o dai luoghi di villeggiatura, vogliano vivere delle esperienze di approfondimento nell’ambito della propria passione artistica». Ogni workshop si svilupperà in cicli di 4 o 5 incontri on-line in orario serale e infrasettimanale, affrontando argomenti specifici. «I formatori saranno artisti e attori, che da anni collaborano con Fantalica, i quali, in occasione di questo progetto, hanno organizzato alcune attività specifiche per le piattaforme web»precisano gli organizzatori. Si parte martedì prossimo 16 giugno, con due seminari onli-

ne dedicati al public-speaking e all’arte contemporanea: “Introduzione al public speaking” con l’esperto di comunicazione Giovanni Garavello e “Tempus fugit. Atelier di arte postale” con l’artista Anna Piratti. Il 17 giugno sarà la volta dei webinar dedicati alla dizione e alla scrittura creativa: “Dal respiro alla parola. Tecniche pratiche di vocalità” con l’attore Riccardo Michelutti e “Impara-

UNA SERIE DI SEMINARI ON LINE SU TEMI CHE VANNO DALL’ARTE CONTEMPORANEA ALLA DIZIONE CREATIVA FINO AL DISEGNO

OPPORTUNITÀ La sede cittadina di Fantalica, con murale di Tony Gallo

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re l’horror dal Re” con la scrittrice Laura Liberale. Giovedì 18 giugno partiranno i due seminari dedicati alla recitazione per il cinema e alla storia dell’arte: “Il primo piano e l’emotività del volto” con l’attrice Camilla Carniello, e il ciclo di incontri di storia dell’arte a Padova ”Tiziano e le confraternite cittadine”, con gli storici Giuseppe Cilione e Loredana Pavanello. Al via dal 19 giugno un seminario di disegno dal titolo “Giochi di luce”, dedicato a scoprire la tecnica della lumeggiatura, con l’artista Clarissa Lionello. (Programma dettagliato degli incontri e prenotazioni al link: https://www.fantalica.com/project/art-webinar-seminari-online/). Isabella Scalabrin


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«Tracce di positività» su 3 ospiti negativizzati della “Sereni Orizzonti”

I numeri dell’epidemia GUARITI

3.939

3.589

(+6)

(+5)

CONTAGI TOTALI

Nella struttura di Bovolenta tutti gli anziani erano guariti La direzione ha subito informato i parenti «ma nessun allarme» `

IL CASO DECESSI

51 300

(-3)

(+5) ATTUALMENTE POSITIVI

IN ISOLAMENTO DOMICILIARE

111 (-9)

L’Ego-Hub scritta una pagina di storia nella gestione dell’emergenza non ci sono dubbi, come ha evidenziato il prorettore dell’Università di Padova Antonio Parbonetti: «Abbiamo capito quanto sia importante avere una competenza diffusa e investire sulla formazione. Ci fa piacere che Vo’ abbia scelto di ripartire proprio con la ricerca». L’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan ha ricordato che «i nostri produttori non si sono mai fermati. Ora bisogna puntare sul rilancio». Che per Vo’ significa diventare un punto di riferimento per la produzione di vino, secondo il presidente della Provincia Fabio Bui. Un vino solidale e amico della scienza. Maria Elena Pattaro

LO SCIENZIATO: «RICORDO UN PAPÀ CHE DISSE AL FIGLIO DI 8 ANNI PRIMA DELPRELIEVO: “FALLO PER L’ITALIA”»

Fratelli d’Italia

«Discoteche in crisi, va tolta l’Imu» Due le proposte, per regolamentare la movida cittadina, che avanza Silvia Carpanese, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia: «“Da lunedì prossimo riapriranno cinema, teatri e discoteche. Queste ultime dovranno riorganizzare gli spazi per consentire il distanziamento di 2 metri tra le persone, oltre ad assolvere l’obbligo di disinfettare tavoli e arredo dopo ogni singolo utilizzo - afferma Carpanese - Il vero problema è però quello della gestione e del controllo della movida. Onde evitare, come è accaduto recentemente nelle piazze padovane, assembramenti senza controllo, elevato consumo di alcol e spesso di stupefacenti, sarebbe più opportuno dare spazio ai locali dotati di giardini estivi che

permettano il distanziamento agevole dei frequentatori. E che, soprattutto che possano garantire la presenza, di personale addetto ai controlli in numero sufficiente». «Abbiamo incontrato Andrea Cavinato - sottolinea poi Carpanese - il presidente dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento, che raggruppa nel padovano un centinaio di attività del settore che si dibattono in una grave crisi . Il Governo non ha stanziato alcun contributo per il comparto, dimenticando la categoria. Le discoteche in questi mesi di chiusura totale hanno visto azzerati i loro introiti e la riapertura si presenta difficile: a questo punto l’amministrazione potrebbe ridurre loro il pagamento dell’Imu che tanto incide sulle spese». L.M.

BOVOLENTA Di nuovo ospiti positivi alla Sereni Orizzonti, la casa di riposo di Bovolenta gestita dalla società friulana, dopo una nuova tamponatura dei degenti disposta dal Dipartimento di prevenzione dell’ Ulss 6 Euganea. Si tratta di tre anziani, che precedentemente erano negativi, risultati invece positivi al tampone di giovedì. La direzione della struttura assistenziale ha prontamente informato i parenti degli ospiti, rassicurandoli infatti sulle buone condizioni dei congiunti, che sono tutti asintomatici. Nessun allarme da parte delle autorità sanitarie, né della direzione della Sereni Orizzonti, anche in considerazione del fatto che i tre ospiti godono di buona salute complessivamente e sono ovviamente stati isolati dagli altri. A quanto si apprende si tratterebbe di tre casi, peraltro non infrequenti, di ripositivizzazione al Coronavirus: ciò significa che, pur avendo avuto in precedenza coronavirus, seguita poi da due tamponi negativi effettuati dopo la guarigione clinica, sono state riscontrate tracce di Rna virale nelle mucose, in quantità tale da non poter affermare che si tratti di una ricaduta della malattia. Una quindicina di giorni fa era arrivata la buona notizia che la Sereni Orizzonti era divenuta Covid free e tutti i 58 ospiti presenti, tranne uno solo ospedalizzato, si erano negativizzati. Era stata effettuata una doppia tamponatura che aveva dato esito favorevole, atteso anche dai parenti dei degenti, che come in tutte le strutture, non possono vedere i propri congiunti da oltre due mesi. Il ritorno alla normalità, dopo otto decessi e sopratutto un’alta percentuale di ospiti positivi (oltre l’80% nel periodo di maggiore presenza della malattia), aveva suggerito di effettuare una stretta nella gestione del personale. Su base volontaria per 15 giorni, infatti, nel mese di aprile infermieri, operatori socio-sanitari, addetti alle pulizie, sono rimasti dentro la struttura senza mai uscire, allo scopo appunto

Cuamm: riprendono i viaggi africani `Il primo medico

a partire: «Soprattutto ora è giusto aiutare» IL CALENDARIO PADOVA (F.C.) Si riparte. Riprendono le partenze per l’Africa degli operatori di Cuamm, dopo che il lockdown degli ultimi mesi ha bloccato i collegamenti tra Europa e Africa, pur non arrestando i progetti dell’organizzazione negli otto Paesi in cui è presente. Tra i primi a partire, lunedì prossimo, Andrea Sandrini, veronese di 32 anni, che andrà in Sud Sudan a lavorare come amministratore dei progetti

dell’area di Yirol. Non è la prima volta in Africa per Andrea Sandrini, che ha già vissuto in Mozambico e che a metà novembre era partito sempre con Medici con l’Africa Cuamm per l’Angola, come racconta. «A metà febbraio ero rientrato in Italia per seguire delle pratiche per il visto angolano, sarei dovuto ripartire in poco tempo, ma la pandemia mi ha bloccato a Verona. Come i colleghi della sede di Padova, anche io ho lavorato in smart working in questi mesi. Mentre ero qui, Cuamm mi ha proposto di spostarmi in Sud Sudan e ho accettato volentieri. Il Sud Sudan è un Paese estremamente fragile, con un sistema sanitario praticamente inesistente. Ho sempre sperato di andare lì a dare il mio contributo In Sud Sudan e in altri Pae-

si africani i casi di coronavirus stanno aumentando proprio in questi giorni, ma il virus è l’ultimo di una lunga lista di problemi. Per questo penso sia importante partire e continuare ad essere solidali». L’interesse per l’Africa si è sempre respirato in casa di Andrea Sandrini, che è legato a Cuamm anche da una storia famigliare: «Sono i miei genitori ad avermi fatto conoscere Medici con l’Africa Cuamm, perché mio padre è chirurgo e prima che nascessi è stato due anni in Uganda con mia madre. Lui operava e lei, che è una maestra, collaborava alla gestione dei progetti, ma guidava anche l’ambulanza quando necessario. La passione per il mondo della cooperazione viene proprio dai miei genitori».

di contenere l’espandersi del Covid-19 ed effettivamente da una situazione difficile, si è riusciti a regolarizzare lo stato di salute degli ospiti della struttura. Con la normalizzazione, un paio di settimane fa, anche le attività di animazione e di riabilitazione sono riprese regolarmente e nel breve termine, dovrebbero essere consentite an-

I TAMPONI SUI DEGENTI SONO STATI DISPOSTI DAL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELL’ULSS EUGANEA

che le prime visite dei parenti degli anziani. La notizia dei tre casi di ospiti nei quali sarebbero state rilevate tracce di positività al virus ha suscitato qualche preoccupazione tra i parenti, ma come già accaduto in altri casi, si spera che, un successivo tampone, possa invece dare esito favorevole, anche per la mancanza di sintomatologia dei tre anziani. Casi di persone risultate positive, ma che in realtà non avevano contratto la malattia si sono già verificati. Sulle residenze sanitarie dell’ Ulss 6 Euganea, l’attenzione resta comunque massima, allo scopo di individuare sul nascere possibili focolai di Coronavirus, impedendo così la diffusione della malattia. Nicola Benvenuti

VERIFICHE Una veduta esterna della casa di riposo di Bovolenta

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Via VIII Febbraio 1848, n. 2 Padova - Tel. 049/8273225 - Fax 049/8273229

AVVISO DI GARA Oggetto dell’appalto: Gara telematica a procedura aperta per la conclusione di un Accordo Quadro triennale con un unico operatore economico per l’affidamento di lavori su impianti tecnologi SOA OG11 su edifici dell’Università degli Studi di Padova. C.I.G.: 83246896AE. Criterio di aggiudicazione: minor prezzo ai sensi dell’art. 36, comma 9 bis del D. Lgs. n. 50/2016 e s.m.i., inteso come maggior ribasso percentuale offerto sulle voci dei listini prezzi a base di gara. Il Bando integrale, inviato in GURI il giorno 29/05/2020, è disponibile sul sito internet di questo Ateneo: https://apex.cca.unipd.it/pls/apex/f?p=394:10. Responsabile Unico del Procedimento: ing. Federico Beccaro. Le offerte, conformi al Bando, dovranno pervenire entro le ore 15:00 del giorno 01/07/2020. Padova, 03/06/2020 Il Dirigente dell’Area Edilizia e Sicurezza - arch. Giuseppe Olivi

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA Via VIII Febbraio 1848, n. 2 (PD)

ESITO DI GARA Denominazione conferita all’appalto: Gara telematica a procedura aperta per la conclusione di un Accordo Quadro quadriennale con un unico operatore economico per l’affidamento di interventi di manutenzioni SOA OG10 finalizzati all’aggiornamento tecnologico delle reti elettriche di media tensione dell’Università degli Studi di Padova. C.I.G.: 8151127AC8. Tipo di procedura – criterio di aggiudicazione: Aperta – Criterio di aggiudicazione: minor prezzo, ai sensi dell’art. 36 comma 9 bis del D. Lgs. 50/2016, espresso come massimo ribasso sui listini prezzo posti a base di gara. Denominazione e sede legale dell’aggiudicatario: Stacchio Impianti s.r.l. di Pollenza (Mc), P.IVA 01145980437. Data stipula del contratto: 11/05/2020. R.U.P.: Ing. Federico Beccaro. L’Avviso integrale, inviato per la pubblicazione in GURI in data 25/05/2020, è disponibile sul sito internet: https://apex.cca.unipd.it/pls/apex/f?p=394:10 Padova, 26/05/2020 Il Dirigente dell’Area Edilizia e Sicurezza - Arch. Giuseppe Olivi

VALIGIE PRONTE Il dottor Andrea Sandrini, di medici per l’Africa

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Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze

Milano

Tel. 02757091

Napoli

Tel. 0812473111 Fax 0812473220

Fax 027570242

Roma

Tel. 06377081

Fax 0637724830


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Le ricadute a cinque cerchi

Opere olimpiche: cura da 325 milioni per il sistema viario Il riparto del fondo da 1 miliardo deciso `Prioritarie sono le varianti di Cortina ieri al Ministero con Regioni e Province e Longarone. Con “l’avanzo” il resto `

IL VERTICE BELLUNO I Mondiali di sci 2021 di Cortina hanno portato in dote 400 milioni di euro, destinati all’infrastrutturazione della provincia, mentre le Olimpiadi 2026 Milano-Cortina, è stato annunciato ieri, ne portano altri 325, già finanziati dalla legge di Bilancio 2020. Se poi aggiungiamo i circa 300 milioni destinati all’elettrificazione in atto delle linee ferroviarie bellunesi, allora la quota supera il miliardo. Cifre mai viste da queste parti e che oggi consentono di potenziare le vie di comunicazione, ovvero la gamba da cui zoppica il sistema-Belluno. Il riparto del fondo da 1 miliardo destinato ai Giochi Olimpici è stato deciso ieri al Ministero delle Infrastrutture tra Regioni e Province autonome che ospiteranno l’evento, ovvero Lombardia, Veneto, Trento e Bolzano. Al Veneto spetteranno 325 milioni e Belluno assorbirà la quota maggiore con le priorità assolute della circonvallazione di Longarone, ovvero un bypass che dalla A27 di Pian di Vedoia superi l’intero abitato e soprattutto l’innesto con la strada per la Val di Zoldo, e quella di Cortina che andrà a completare il primo stralcio (da Zuel all’area del vecchio mercato) per allacciarsi alla statale 51 che sale a Dobbiaco. Dalla quo-

ALLEATI Il ministro Federico D’Incà e il deputato Roger De Menech

L’asse rotaia Restyling per le stazioni ferroviarie di Belluno, Feltre, Sedico e Longarone Nel pacchetto olimpico ci sono anche opere minori, ma non meno importanti nel quadro non solo di un potenziamento dei trasporti, ma anche di svecchiamento. È previsto infatti il restyling delle stazioni ferroviarie di Feltre, Belluno, Sedico e Longarone, mentre sono già in atto i lavori per quelle di Ponte nelle Alpi e di Calalzo di Cadore. La prima rappresenta lo snodo del sistema ferroviario provinciale, mentre la seconda

rappresenta non tanto il punto in cui muore la ferrovia, ma piuttosto dove cominciano le Dolomiti Unesco. L’intento è di reperire i fondi necessari all’interno del pacchetto da 325 milioni, tenendo presente che due grandi priorità saranno le circonvallazione di Cortina e Longarone. Nel frattempo procede l’elettrificazione della Ponte-Conegliano: sarà pronta per la primavera 2021. (lm)

ta veneto-bellunese andrà scalata però una parte per la circonvallazione di Verona, sede della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Ieri si è deciso inoltre la costituzione della società pubblica “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa” alla quale è affidato il compito di realizzare concretamente le opere. «È tutto pronto da diverse settimane - afferma il relatore della legge olimpica Roger De Menech -, purtroppo le Regioni non si erano ancora accordate sul riparto delle risorse. Ora speriamo di partire velocemente con la progettazione». Queste le opere previste: circonvallazioni di Longarone e di Cortina d’Ampezzo; il collegamento dall’uscita della A27 con la strada regionale Agordina; il potenziamento ferroviario nell’anello basso delle Dolomiti; il restyling e ammodernamento delle stazioni ferroviarie di Feltre, Sedico, Belluno e Longarone. «Le due grandi priorità saranno le circonvallazioni spiega De Menech -, opere che assorbiranno sicuramente la

ROGER DE MENECH: «IL COLLEGAMENTO A27 - AGORDINO ALTRO NON SARÀ CHE UN MIGLIORAMENTO DELL’ESISTENTE»

PIAN DI VEDOIA Arriva l’agognata circonvallazione di Longarone

parte più consistente del fondo. Con quanto ci resterà, ma anche con risparmi sulle opere finanziate per i Mondiali 2021 e con eventuali finanziamenti che la Regione vorrà mettere, o ancora l’Anas ed Rfi, andremo a completare il programma. Chiaro che per quanto riguarda il collegamento A27 con l’Agordina 203 altro non si sarà che un miglioramento della viabilità esistente». A eseguire le opere sarà la costituenda società partecipata per il 70 per cento dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (con due quote del 35 per cento); per il 20 per cento dalla Lombardia e dal Veneto (con

due quote del 10 per cento); e per il 10 per cento dalle province autonome di Trento e di Bolzano (con due quote del 5 per cento). Il capitale sociale è di 1 milione di euro, di cui 700.000 a carico, a metà, del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. «Dopo questo passaggio conclude De Menech -, non ci sono ostacoli per mettere in atto il piano. Ora è necessario coinvolgere gli enti e le imprese locali, ma siamo certi che la Regione non mancherà in questo caso, per fare delle Olimpiadi un’occasione di crescita e sviluppo collettivo a cui partecipano tutti i soggetti del territorio». Lauredana Marsiglia

L’EVENTO Dopo 70 anni Cortina tornerà ad ospitare i Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026

ficio dei territori sul lungo periodo, non solo in funzione della manifestazione. «Le scorse settimane è salito a Cortina lo staff dell’urbanistica della Regione Veneto, con Elisa De Berti assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti: c’è davvero un netto allineamento fra Cortina e Venezia, la Regione recepisce le nostre esigenze, così come ha fatto il ministero delle Infrastrutture: ce lo aveva assicurato il ministro D’Incà». Marco Dibona

«Soddisfatto per il finanziamento che risolverà il traffico in centro» Federico D’Incà – aggiunge il sindaco Ghedina – ed ho molto apprezzato l’allineamento che c’è stato fra le esigenze del nostro comune, la posizione della Regione Veneto, l’intervento del governo nazionale».

CORTINA D’AMPEZZO «Per noi è molto soddisfacente che la nuova circonvallazione al centro di Cortina sia una delle priorità, fra le opere finanziate dal ministero delle Infrastrutture, da realizzare nel Veneto, e soprattutto in provincia di Belluno, per i Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026».

TEMPI BREVI

UNA NUOVA SOCIETÀ Il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina ha accolto con estremo favore la notizia che il governo nazionale dà 325 milioni di euro al Veneto, con la costituzione della società pubblica “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa”, cui è affidato il compito di realizzare concretamente le opere necessarie per lo svolgimento del grande evento sportivo.

CONFRONTO CON D’INCÀ «I giorni scorsi ho avuto modo di confrontarmi con il ministro

IL SINDACO Gianpietro Ghedina «C’è allineamento tra Comune, Regione e Governo»

L’INFRASTRUTTURA TAGLIERÀ TUTTO IL CENTRO CORTINESE PER ALLACCIARSI ALLA STATALE 51 VERSO LA PUSTERIA

«Noi siamo molto soddisfatti che si intervenga concretamente per sostenere la circonvallazione di Cortina - prosegue il primo cittadino -. Intendo il completamento dell’opera. Per il primo stralcio, già progettato e finanziato, confidiamo che l’inizio dei lavori avvenga in breve tempo. Riguarda l’ingresso da sud, lungo l’asse della statale 51 di Alemagna. Ma noi ora guardiamo al secondo stralcio, dal centro del paese verso nord, in direzione di Dobbiaco, della Val Pusteria. Quell’opera rappresenterà la soluzione a molte problematiche della viabilità nella nostra valle. Tutto ciò senza dimenticare lo stralcio a sud, con la variante alla 51 di Alemagna per l’attraver-

samento dell’abitato di Zuel».

CIRCOLAZIONE FLUIDA Ghedina guarda anche alle altre priorità indicate nella provincia di Belluno: la circonvallazione di Longarone e il collegamento tra l’uscita dell’autostrada A 27 a Pian di Vedoia con la regionale Agordina. «Di certo la variante di Longarone è un’opera alla quale dedichiamo tutto il nostro interesse. Sarà fondamentale per una maggiore fluidità del traffico sulla montagna bellunese, riguarderà Cortina, così come il Cadore e Zoldo, per raggiungere queste località e per rientrare verso la pianura, verso le città».

SUBITO I PROGETTI Il primo cittadino ampezzano rimarca la stretta collaborazione che c’è stata, e continua ad esserci, con gli altri interlocutori, a Venezia e a Roma. L’obiettivo è ora partire velocemente con la progettazione e la realizzazione di infrastrutture, pensate a bene-

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IL PRIMO STRALCIO DELLA VARIANTE È GIÀ CANTIERATO E FINANZIATO CON I FONDI LEGATI AI MONDIALI 2021


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La Fase 2 a Nordest LE SCELTE VENEZIA La Mostra del cinema di Venezia si farà e sarà la Regione del Veneto a fare in modo che il più antico festival del mondo, oltre che uno dei più prestigiosi, non si riduca - citazione del governatore Luca Zaia - a «un cineforum fatto in casa». E siccome la Mostra va programmata per tempo e, soprattutto, va data la possibilità ai cinefili e agli appassionati di prenotarsi i biglietti, la Regione conta non solo di dare subito le indicazioni e le linee guida, ma soprattutto di derogare alle disposizioni nazionali: «Con 200 persone al chiuso e 1000 all’aperto, che Mostra può essere? Sarebbe un cineforum fatto in casa!», ha detto Zaia annunciando le deroghe al Dpcm del premier Conte. Deroghe che, seguendo il criterio pensato dal Veneto di «un posto sì e uno no», si tradurranno in un aumento dei numeri rispetto a quelli che avrebbe consentito il Governo centrale. Certo, ci sarà comunque una riduzione rispetto all’anno scorso: dai consueti 6.500 posti la Mostra del cinema potrà assicurarne circa 2.850, ma non ci sarà più il limite dei 200 posti in sala. Mentre l’Arena di Verona, che a seconda di come viene posizionato il palco oscillava tra i 13.500 e i 15.500 posti, potrà averne ben più dei 3mila ipotizzati dal Comune scaligero e soprat-

OGGI LA NUOVA ORDINANZA PER DISCOTECHE, FIERE, SAGRE, SALE DA GIOCO E PER IL CASINÒ

Zaia: più spettatori in Arena e per la Mostra del cinema Con le deroghe consentite dal Dpcm il governatore `«Via il limite di 200 posti, il festival non può essere è deciso ad ampliare la capienza per gli spettacoli un cineforum fatto in casa». In sala niente mascherine `

tutto più dei 1.000 previsti da Roma. Ma c’è anche una novità introdotta dal nuovo Dpcm di Conte: rispetto alle linee guida predisposte dalle Regioni che imponevano la mascherina all’interno dei cinema, l’allegato 9 del nuovo decreto la elimina: “Tutti gli spettatori devono indossare la mascherina dall’ingresso fino al raggiungimento del posto e comunque ogni qualvolta ci si allontani dallo stesso, incluso il momento del deflusso”. Quindi, non mentre si guarda il film.

IL DECRETO Un passo indietro. Venerdì 11 giugno in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che all’articolo 1, comma 1, lettera m) detta le regole per “gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”. La regola è che devono esserci “posti a sedere preassegnati e distanziati” e che “sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un me-

Sul lungomare

Medici e infermieri tra le stelle di Jesolo `La spiaggia di Jesolo renderà

omaggio agli operatori sanitari in prima linea negli ospedali e nelle case di riposo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, intitolando loro un tratto del Lungomare delle Stelle, che già porta nomi di celebrità come Andrea Bocelli, Sophia Loren, Alberto Sordi, Alessandro Del Piero. Per la prima volta dalla dall’avvio dell’ iniziativa, nel 2001, Jesolo renderà omaggio non a un vip ma a una categoria di persone meritevoli. «Jesolo - dice il sindaco Valerio Zoggia - forse più di altri dispone di un evento che può dare il giusto merito e la giusta enfasi all’importanza del lavoro che ogni giorno, anche senza l’emergenza Covid-19, il personale sanitario svolge per la nostra salute».

tro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi”. Dopodiché il Dpcm conferma la capienza dei posti già definita nelle precedenti linee guida: massimo 1000 spettatori per spettacoli all’aperto (quindi l’Arena di Verona) e di 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi (i cinema). Lo stesso Dpcm di Conte prevede però la “scappatoia”: “Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire una diversa data di ripresa delle attività, nonché un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi”. Trattasi di deroghe. Di cui il governatore Luca Zaia intende appunto avvalersi. Prima di tutto per l’Arena di Verona. E poi per la Mostra del cinema. Del resto, è stato proprio il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini a rassicurare, venerdì sera, i vertici politici di Verona, dal sindaco Federico Sboarina ai parlamentari, sulle possibilità di derogare ai limiti

della capienza.

LE ANTICIPAZIONI Ma in ballo ci sono anche le aperture delle altre attività. Ad esempio: le discoteche dovrebbero riaprire il 15 luglio, a meno che la Regione non anticipi la data. Lo farà? «Stiamo valutando tutto ha detto Zaia - Le riaperture le faremo con gradualità, stiamo preparando la nuova ordinanza dove metteremo nero su bianco le date e le soluzioni per discoteche, cinema, teatri, spettacoli all’aperto, fiere, sagre, sale gioco, casinò. Stiamo mettendo in fila una miriade di attività sospese, disponendo eventuali deroghe». Per Arena di Verona e Mostra del cinema, «l’idea è quella di garantire un posto occupato e uno no, ove ci sono sedute, mantenendo il metro di distanza per gli spettacoli all’aperto. Voglio che l’Arena possa tornare alla normalità o quasi. E anche per la Mostra del Cinema seguiremo questa strada, perché il festival non può diventare un cineforum fatto in casa». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE IMMAGINI Fenicotteri rosa nel Delta del Po. La nuova campagna con la “V” prevede immagini da tutto il Veneto

IL PIANO VENEZIA Flussi e riflussi. Esattamente quindici anni fa e, guarda caso, proprio di questi giorni era il 16 giugno 2005 - al Gran Teatro La Fenice, davanti a una platea di giornalisti internazionali, Luca Zaia all’epoca assessore al Turismo nella giunta di Giancarlo Galan, presentò - come raccontarono le cronache di quell’evento - la «più colossale campagna promozionale che la Regione Veneto abbia mai fatto della sua più importante industria»: era un piano da 15 milioni di euro di investimento in tre anni per portare l’immagine del Veneto in 70 Paesi di tutto il mondo, a occuparsene era Fabrica che aveva vinto la gara e il tratto distintivo era una lettera: V come Veneto, V come vacanza, V come vittoria. E infatti, immortalati dal fotografo inglese Martin Parr, c’erano ridenti turisti che sollevavano le dita nel gesto reso celebre da Winston Churchill. Quindici anni dopo, ma con l’agenzia milanese Moving e non più Fabrica, ecco che torna la V di Veneto. È cambiato lo slogan (non più “Veneto: tra la terra e il cielo” ma “Veneto. The land of Venice”), sono calate le risorse (2,3 milioni, che però di questi tempi sono una cifra considerevole), sono cambiati gli strumenti. Perché la Regione, per tentare di riavere i 70 milioni di presenze turistiche dell’epoca pre-Covid affiancherà alla pubblicità tradizionale su giornali e tv, non solo un “bombardamento” sui social, ma si avvarrà anche degli influencer, cioè quelle persone che sui social network godono di particolare popolarità e sono appunto in grado di “influenzare” i propri amici. Convincendoli magari - perché è questo lo scopo - a fare le vacanze in Veneto.

Turismo, dopo 15 anni torna la V di Veneto Ma ora i protagonisti sono gli influencer GLI OBIETTIVI «È un piano innovativo - ha detto l’assessore al Turismo Federico Caner illustrando la nuova campagna nel consueto punto stampa dall’Unità di crisi della Protezione civile a Marghera che punta sul pragmatismo, facendo conoscere l’intero territo-

«IL BOLLINO ROSSO GARANTIRÀ LA SICUREZZA DEI VISITATORI» Federico Caner

Verso le elezioni

rio che in molti non immaginano ci sia alle spalle di Venezia». Tra gli aspetti più in vista, il tema della sicurezza: le suggestive foto del territorio che supporteranno la campagna riporteranno un dunque né un candidato bollino rosso con la scritta “safe governatore di Azione e area”. «Vogliamo comunicare neppure la lista all’interno di un ambiente sicuro, ricordando una coalizione, nonostante che abbiamo messo in campo Arturo Lorenzoni nel tutti i protocolli per la sicurezcentrosinistra avesse za». Il Piano mira a lanciare anmantenuto la porta aperta. che il nuovo portale regionale Intanto nel partito di Matteo www.veneto.eu e c’è anche un Renzi, Italia Viva, c’è pressing progetto per la commercializzasulla veronese Orietta Salemi zione diretta delle camere d’alperché accetti la candidatura a bergo. La promozione si impronpresidente in una corsa terà su cinque percorsi (Arte e solitaria. (al.va.) cultura, Food and wine, Summer friends, Relax, Active). «Abbia© RIPRODUZIONE RISERVATA

Calenda: «Regionali, noi non ci saremo» VENEZIA Prima ancora di sapere quando si voterà, dalla competizione regionale veneta sparisce Azione, la formazione politica dell’ex ministro Carlo Calenda, eurodeputato eletto nel Pd, da cui è poi fuoriuscito. «Non ci presenteremo. Tra Zaia e Lorenzoni il primo è decisamente un ottimo amministratore, ma non possiamo appoggiare uno che risponde a Salvini», ha scritto Calenda su Twitter. Non ci sarà

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Così Verona riapre al bel canto: 11 serate L’EVENTO VERONA Da Mozart a Wagner, da Verdi a Puccini, per arrivare a due serate con Placido Domingo a fine agosto. Si chiama “Nel cuore della musica” il Festival d’estate 2020 in programma all’Arena dopo che la Fondazione lirica è stata costretta a rinviare al 2021 l’Arena di Verona Opera Festival. Il calendario - 11 serate senza repliche - si aprirà il 25 luglio con un omaggio agli artisti italiani, con 31 cantanti coinvolti. «Lo considero un atto dovuto a difesa del nostro patrimonio che è fatto prima di tutto di persone, della loro dedizione, dello studio continuo per la più alta qualità» ha osservato la sovrintendente Cecilia Gasdia. Un evento reso possibile dalla nuova ordinanza annunciata dal governatore Luca Zaia: «Il limite assoluto di 1000 persone non ha senso, va calcolato sulla base della grandezza degli spazi. Credo che nel rispetto delle regole sanitarie e di distanziamento sociale, si possa arrivare a 3000/3500 spettatori», ha detto il sindaco Federico Sboarina.

mo già acquisito alcuni spazi - ha precisato l’assessore - entro una settimana partiremo con la campagna sulla stampa locale, nazionale ed estera, mentre quella social partirà subito». «Questa campagna molto accattivante ha commentato Zaia - aiuterà un comparto massacrato dal coronavirus. E ricordiamo che parliamo della prima industria del Veneto, con 18 miliardi di fatturato, che ha visto messi in discussione 35.000 posti di lavoro». In cantiere anche nuovi bandi con i fondi europei per 15 milioni di euro.

FRONTIERE E a proposito di turismo straniero, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha annunciato che da stamattina «riaprirà il confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, anticipando così di 48 ore quanto era già stato stabilito a livello nazionale». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


6 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 13 Giugno 2020

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IlVenetoelalottaalvirus

L’AUMENTO IERIDELNUMERO DI“NEGATIVIZZATI” ALVIRUS

Ieriun altro picco di13.134tamponi: positivolo 0,06%

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ORASONOAQUOTA16.417. PIÙDIUNOSUQUATTRO (4354)ÈVERONESE,SEGUONO 3589PADOVANI,2421 VICENTINIE2290VENEZIANI

ÈIL TOTALEADESSODEI MALATI POSITIVIANCORA RICOVERATI

ILCONTONEIREPARTIMEDICI (LATERAPIAINTENSIVANON HAPIÙPERSONEINFETTE)È SCESODIALTRE20PERSONE ENTRATECOME“COVID”

L’ORDINANZAINCANTIERE. Ilgovernatore haannunciato unprovvedimento perstabiliredate ecapienzediverse rispettoa quellefissatedal governonell’ultimo dpcm

Spettacoli e discoteche: «Darò più deroghe» Zaia:«Unpostooccupatoeunono Morti:1977 èilcriteriochevogliamoapplicare ancheperlaMostradelcinema Altri8infetti Possoanticipareanchelesagre» e11vittime: Lo spazio di manovra c’è e Luca Zaia ha intenzione di utilizzarlo per far uscire dal guado il comparto degli spettacoli. Il nuovo dpcm, firmato giovedì sera dal premier Conte, affida a Regioni e Province autonome la possibilità di stabilire date diverse per le riaperture, nonché un diverso numero di spettatori in relazione all’andamento della curva epidemiologica. E poiché in Veneto il coronavirus ha allentato la presa, il governatore prova ad anticipare la ripartenza di discoteche e sagre, sospese fino al 14 luglio dal provvedimento governativo, e a rivedere in chiave più soft le limitazioni sulla capienza per gli spettacoli. È in arrivo una nuova ordinanza - Zaia non esita a definirla «complicata» - che mira a «mettere nero su bianco le date e le soluzioni per discoteche, cinema, teatri, spettacoli all’aperto, fiere, sagre, sale gioco e casinò». Con due macro-deroghe già annunciate: quella che rivedrà al rialzo il numero massimo di spettatori all’Arena di Verona e un’altra analoga per la Mostra internazionale del cinema di Venezia. REGOLE FATTE IN CASA. «In

queste ore - ha dichiarato ieri il numero uno della Regione, durante il consueto punto stampa sugli aggiornamenti legati al Covid-19 - stiamo mettendo in fila una miriade di attività sospese, disponendo eventuali deroghe». Se da un lato, il provvedimento del governo ha spostato più in là le lancette della riapertura di tante attività - come le sale da ballo - e fissato ingressi contingentati (200 spettatori al chiuso e mille all’aperto, gli stessi indicati anche nelle linee guida della Conferenza delle Regioni) per teatri, cinema e, in generale, tutti gli spettacoli, dall’altro ha dato alle Regioni la possibilità di decidere su questi temi in autonomia. Un’opportunità che Zaia intende cogliere, per dare una risposta a tanti operatori del settore, fiaccati dalla crisi innescata dal coronavirus. Lo ha già fatto, come ha ricordato lui stesso, «con piscine, palestre, centri estivi e asili nido». E la formula sarà replicata a breve, anche se per i dettagli è necessario attendere le prossime ore. Intanto, la rotta è già tracciata. Con due realtà d’eccellenza del mondo degli spettacoli e della cultura a fare da “testimonial”: innanzitutto

Ildecretofirmato dalpremierConte dàlapossibilità alleRegioni didecidere inautonomia

l’Arena di Verona, dove il governatore ha intenzione di superare il limite dei mille spettatori, applicando il metodo che vede «un posto occupato e uno no». E poi c’è la Mostra del cinema di Venezia, uno dei più importanti eventi al mondo dedicati all’arte cinematografica, ogni anno polo di attrazione di decine di migliaia di appassionati e turisti. «Stiamo lavorando - ha annunciato Zaia - affinché la ricaduta di questa filosofia di “un posto con presenza fisica e uno vuoto” arrivi anche nei cinema e, in particolare, alla Mostra di Venezia, così diamo la possibilità agli organizzatori di programmare per settembre». La kermesse richiama «visitatori da tutto il mondo che è giusto possano già trovare i posti on-line». «UN’IMPRESA». Su questi pre-

supposti poggia l’ordinanza che il governatore firmerà a breve, non senza un complesso lavoro di analisi e confronto con il Dipartimento di prevenzione. «Detta così, sembra semplice, ma è un’impresa - ha sottolineato il presidente -. Ci assumiamo le responsabilità, con i dati che abbiamo lo possiamo fare, è un grande segnale. Che Mostra del cinema sarebbe con al massimo 200 spettatori al chiuso e mille all’aperto? Piuttosto un cineforum». MONDODELLANOTTE. Non so-

lo capienze, ma anche tempi. E quelli “contestati” dalla Regione riguardano, in particolare, le riaperture di discoteche e sagre. «Il dpcm dà alle Regioni la possibilità di prevedere anticipazioni. Stiamo valutando il tutto per mettere nelle condizioni di ripartire il reparto delle sale da ballo. Senza dimenticare le sagre, dietro alle quali, oltre a una grande componente di volontariato, c’è un’economia. Il tema delle riaperture lo stiamo affrontando con gradualità, codificando nell’ordinanza date e linee guida», ha concluso Zaia. RIVOLTA DEI MIGRANTI. An-

che la protesta dei richiedenti asilo nella caserma Serena di Casier (Treviso), scatenata da un caso di positività al Covid-19 (ieri un secondo contagio), è entrata tra gli argomenti del giorno. «Quando si viene in Veneto, bisogna rispettare le regole», ha detto Zaia condannando il “sequestro” degli operatori della cooperativa da parte dei migranti. E sulla gestione della quarantena negli spazi della caserma, ha aggiunto: «Abbiamo sempre criticato questi assembramenti in tempi non sospetti, adesso viene fuori il problema». Infine, un’ultima battuta sulle elezioni: «Ci dicano quando vogliono farle. Se per il 20, mi regolo. Se non fissano, la finestra disponibile finisce il 15 dicembre». • © RIPRODUZIONERISERVATA

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seivicentine edueveronesi L’illusione è durata ancora una volta solo mezza giornata: ieri mattina il bollettino sull’epidemia diffuso dalla Regione indicava “zero nuovi contagi”, ma quello del pomeriggio ha registrato altri 8 nuovi casi di persone infette da Covid tra Padova, Treviso e Rovigo: è solo lo 0,04% in più rispetto al totale che ora è di 19.207, ma significa che non bisogna abbassare la guardia. LA BADANTE. E la guardia

sanitaria resta alta, come indicava ieri ad esempio il prof. Andrea Crisanti rispetto al famoso caso di una badante moldava rientrata in Italia in pullmino e risultata positiva: «È un esempio di come adesso siamo molto più preparati di tre mesi fa. La badante è stata intercettata, ha fatto il tampone, sono stati identificati tutti i contatti. È un esempio virtuoso ma anche un campanello d’allarme, perché dimostra che le persone infette possono emergere in qualsiasi momento. La donna aveva anche un carico virale molto elevato, quindi non è vero che il virus è sparito».

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GRANDE PIANO. Svelato il progetto di promozione “safe area” per ripartire oltre la concorrenza

«Rilanciamoilturismoveneto puntando su web e influencer» Campagnada 2,3milionidieuro. Previstiancheaiutiperle attività

pericolo rimane: circa il 95% della popolazione italiana non ha contratto l’infezione da SarsCov2, ed è dunque ancora suscettibile al virus. È quanto emerge dallo studio in pubblicazione del virologo dell’università di Padova, Giorgio Palù, sulla base dei dati raccolti dalle Regioni e dalle stime ottenute con test sierologici ad alta sensibilità. Emerge inoltre che i tassi di immunità al virus sono invece maggiori in provincia di Bergamo (lì si è al 57%) e in altre aree della Lombardia, dove l’infezione è circolata di più. ANCORAVITTIME. Ieri è sta-

CONTENUTI E DESTINATARI.

to un brutto giorno anche per la pagina nera delle vittime da virus: il Veneto piange altri 10 lutti, di cui tre in ospedale tra Mestre, Padova e Villafranca Veronese. Le altre vittime come noto sono quelle registrate nelle case di riposo, e il dato di ieri confrontato con quello dell’altra sera dice che ci sono stati sei decessi in più di vicentini, portando il totale a 334, e uno scaligero (per cui Verona piange altri due morti e sale a 570 lutti). Dati positivi di ieri: -20 ricoverati Covid negli ospedali, -95 persone “attualmente positive” e -50 in isolamento. • P.E.

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Una grande “V” e il brand “The land of Venice” per una campagna che, oltre ai canali tradizionali, punterà sui digitali fino a scoccare la freccia più ambiziosa del proprio arco: gli influencer, chiamati a raccontare il Veneto a eserciti di follower affezionati; obiettivo: convincerli, grazie al potere della notorietà, a scegliere le bellezze della regione come destinazione del prossimo viaggio. Sono alcuni dei cardini del poderoso piano di rilancio del turismo che ieri mattina l’assessore regionale Federico Caner ha illustrato dalla sede della protezione civile di Marghera, durante il punto stampa di Zaia. Un pacchetto articolato, del valore di 2,3 milioni di euro («mai avuti tanti soldi solo per la comunicazione»), che il titolare del turismo a palazzo Balbi ha definito «innovativo» e «più simile alla campagna di una grande azienda internazionale, che a quella di un ente pubblico».

IL 95% È INFETTABILE. E il

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L’EGO-HUB

Laura Pilastro

L'intricata discesa del numero di nuovi contagi nella nostra regione

Uno strumento con il quale promuovere tutti i siti e i prodotti di maggiore interesse turistico del Veneto, valorizzandone le specificità, a partire dal ruolo centrale che nell’immaginario dei visitatori ricopre Venezia. È così che la giunta guidata da Luca Zaia intende dare uno scossone all’industria turistica, la pri-

L’immaginesimbolodellacampagnadi promozione turistica

ma nel Veneto con 18 miliardi di fatturato, messa in ginocchio dalla pandemia (35 mila i posti persi nel comparto). Il piano, che ha già mosso i primi passi, guarda dritto ai mercati più vicini, almeno per il momento: «Il domestico, quello di lingua tedesca, per noi fondamentale, ma anche l’Europa dell’est. Fare una campagna negli Stati Uniti in questo momento, significherebbe buttare i soldi», informa Caner che tratteggia così il progetto: «Punta sulla velocità e sul pragmatismo, facendo conoscere l’intero territorio regionale che in molti non immaginano ci sia alle spalle di Venezia». Un messaggio che vuole infondere anche sicurezza. «Le suggestive foto del territorio che supporteranno la campagna riporteranno un bollino “safe area” - ha sottolineato

Cisiamo ispiratialmodello marketing delleaziende internazionali

FEDERICOCANER ASSESSORE REGIONALE AL TURISMO

l’assessore -. Vogliamo comunicare un ambiente sicuro, ricordando che abbiamo messo in campo tutti i protocolli per la sicurezza». Non solo: la campagna ha l’obiettivo di dare linfa al nuovo portale regionale www.veneto.eu, arricchendolo con la possibilità, per le strutture ricettive, di commercializzare le camere d’albergo. E ancora: «La promozione si svilupperà su cinque percorsi, “arte e cultura”, “food and wine”, “summer friends”, “relax e active”. Abbiamo già acquisito alcuni spazi - ha precisato - e penso che entro una settimana partiremo con la campagna sulla stampa locale, nazionale ed estera, mentre quella social (su Facebook, Instagram, Youtube) partirà subito». I PERSONAGGI SOCIAL. Ma il

piatto forte saranno loro, gli influencer, i nuovi idoli dell’era digitale, ai quali sarà affidato «il più grande piano di storytelling internazionale», come recita una delle slide di presentazione della campagna di promozione. «Saranno chiamati, gratis, a vivere delle esperienze nel territorio e poi a produrre contenu-

ti per renderle replicabili da veneti e turisti, magari attraverso delle mappe digitali», ha spiegato Caner, che ha nominato più volte la sorella di Chiara Ferragni, forse tra i papabili da ingaggiare per la missione. «Abbiamo previsto l’intervento di top influencer che hanno oltre 250 mila follower, ma anche di chi conta su un numero minore di seguaci ma ha target molto precisi, nello sport o nel food, ad esempio. Sarà possibile, inoltre, coinvolgere tutti i veneti attraverso dei concorsi ad hoc», ha aggiunto l’assessore che poi ha fatto il punto sulle prossime tappe: «Faremo formazione alle ogd, ai consorzi di promozione, alle reti di impresa. Le realtà del territorio saranno attivate in modo sinergico a 360 gradi». Ma non c’è solo il maxi piano a restituire fiducia al comparto: «A disposizione, anche fondi europei a favore di reti di impresa, consorzi di promozione e ati. Poi scorreremo il bando per le attività ricettive che hanno rinnovato le proprie strutture e aiuteremo chi ha sostenuto spese di digitalizzazione in seguito al Covid-19. In generale, ci sono 15 milioni di euro da suddividere in base alle esigenze», ha specificato Caner, che ha anche annunciato la riapertura, da ottobre, dell’aeroporto di Treviso, («anche prima se ci sarà movimento di turisti»). Anche Zaia, motore del piano, crede nelle sue potenzialità rigeneratrici: «Aiuterà un comparto massacrato come nessun altro dal coronavirus». E chissà, «un giorno quella “V” potrà diventare un simbolo identificativo, come è quello della Nike», ha profetizzato Caner. • L.P. © RIPRODUZIONERISERVATA


TERME COLLI

SABATO 13 GIUGNO 2020 IL MATTINO

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l’economia post virus nel paese simbolo ed ex zona rossa

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Nelle foto 1 e 2 alcuni momenti della presentazione dei vini della Cantina Colli Euganei di Vo’ e, nella foto3, da sinistra: Lorenzo Bertin presidente della Cantina dei Colli Euganei, Giuseppe Pan assessore regionale all'agricoltura, Andrea Crisanti virologo, Giulliano Martini sindaco di Vò, Antonio Parbonetti vice rettore dell'Università di Padova (FOTOSERVIZIO ZANGIROLAMI)

Il marchio della ripartenza sui vini di Vo’ Dalla Regione 1,2 milioni a 170 aziende La Cantina Colli Euganei ha già prodotto 15mila bottiglie: parte del ricavato andrà alla ricerca anti Covid e al Comune Gianni Biasetto / VO’

Due tra i vini di bandiera dei Colli Euganei, il Serprino versione spumante e il Rosso Colli nato da un uvaggio di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, aiuteranno la ripartenza di Vo’ e contribuiranno alla ricerca scientifica sul Covid 19. La ripartenza di Vo’, non solo il progetto quindi, verrà bagnato da 1,2 milioni di euro a fondo perduto che la Regione verserà alle 170 aziende agricole di Vo’ (7mila euro a testa) ex zona rossa. Il progetto, presentato ieri nella sede della Cantina Colli Euganei (550 soci, quasi 100mila quintali di uva), prevede un nuovo marchio Vo’ presente su tutte le etichette delle bottiglie. All’incontro di ieri, oltre

al presidente e al direttore della Cantina, Lorenzo Bertin e Alessio Equisetto, erano presenti il sindaco di Vo’, Giuliano Martini, l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, il direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, Andrea Crisanti, e il pro rettore del Bo, Antonio Albonetti.

Vo’, che ha una lunga tradizione agricola, vuole ripartire, iniziando dalla sua forte identità», ha detto il sindaco.

IL PROGETTO

Per ogni bottiglia di vino della Cantina Colli Euganei venduta al prezzo di 4, 95 euro, in collaborazione e con la partecipazione dei supermercati aderenti all’iniziativa, 1 euro sarà donato all’Università per la ricerca scientifica sul virus e 10 centesimi andranno al comune di Vo’. Sul mercato sono già state messe 15mila bottiglie. «Oggi

gorghizzolo di due carrare

Nuova statuetta mariana Oggi la benedizione DUE CARRARE

La statuetta della Madonna di Fatima è tornata nel capitello di S. Antonio, nella frazione di Gorghizzolo. Non si tratta, però, dell’immagine misteriosamente sparita un paio di settimane, episodio sul quale indagano i carabinieri della stazione di Battaglia Terme. La nuova immagine è stata donata da un abitante del borgo e sarà benedetta oggi, in occasione della

Il virologo Crisanti: «A gennaio il virus ha infettato 63 persone residenti in paese»

La statuetta nel capitello

VINO E VIRUS

«Sappiamo fare bene due cose: il vino e, grazie all’equipe del professor Andrea Crisanti e alla Regione Veneto, sconfiggere il virus tanto che da diverse settimane non abbiamo più un contagio. Entrambe le facciamo con passione, impegno, serietà e professionalità». La buona notizia ai viticoltori di

ricorrenza del Santo quando come ogni anno il capitello viene imbandierato a festa e il parroco di Santo Stefano celebra la messa. Intanto rimane un giallo la sparizione dell’originale che era stata donata una ventina d’anni fa da un abitante di Gorghizzolo al ritorno da un pellegrinaggio votivo alla basilica della Madonna di Fatima. Subito dopo il furto avvenuto in pieno lockdown, sul vetro che protegge il capitello era stato mezzo un cartello con la scritta “Sappiamo chi sei riportala!”. Un invito caduto nel vuoto. La statuetta originale dal modesto valore, aveva per i fedeli della frazione di Due Carrare un grande significato affettivo.–– G.B.

Vo’ che per primi hanno subìto le conseguenze, sopratutto economiche, della pandemia, l’ha comunicata l’assessore Giuseppe Pan: «Alle circa 170 aziende che operano nel settore dell’agricoltura di quella che nel pieno dell’emergenza è stata classificata “zona rossa”, la Regione ha deciso di assegnare un contributo pro capite a fondo perduto di 7mila euro», ha detto l’assessore. «Si tratta di fondi (1,2 milioni circa) del Piano di sviluppo rurale. Saranno poi stanziati 300mila euro per il Consorzio di bonifica per far arrivare l’acqua nella zona collinare per irrigare i vigneti». ANDREA CRISANTI

«Quando dal Dipartimento mi hanno chiamato al cellulare

Galzignano Degrado erbacce alte nel centro del paese Fitta è fitta, ma definirla lussureggiante è esagerato. La vegetazione che ricopre un’area privata situata a ridosso della via centrale del paese e confinante con l’ex supermercato chiuso da tempo, preoccupa i residenti che la vedono avanzare a ritmo sostenuto. È un paradiso di insetti e probabilmente popolato da famiglie di roditori . I residenti hanno scattato fotografie per chiedere un intervento di sfalcio e pulizia magari effettuato dai proprietari, ma le segnalazioni non hanno finora sortito l’effetto sperato.

per informarmi di quanto stava succedendo a Vo’ mi trovano in volo verso l’Australia», ha rivelato il professore. «Sono atterrato e sono subito ripartito per tornare in Italia. Di concerto con la Regione abbiamo fatto le cose giuste. La gente di Vo’ ha dimostrato un grande senso civico nel dare massima fiducia alla scienza. Ricordo un episodio che mi ha colpito durante il terzo screening: un papà ha accompagnato a fare il test il figlioletto di 7 anni. Al momento di sottoporsi al prelievo gli ha detto “fallo per l’Italia”. Devo ringraziare Vo’ anche perché molti privati hanno devoluto soldi all’Università per la ricerca contro il Covid. Il virus si ripresenterà in autunno? La vera domanda è se siamo preparati ad affronta-

re una nuova fase dell’epidemia: credo di sì, guardo al futuro con ottimismo». I primi risultati dello studio epidemiologico, condotto dall’equipe di Crisanti eseguito a Vo’, a breve saranno pubblicati su Nature. «È quasi certo che una foto del paese, sarà pubblicata in copertina», ha anticipato il virologo. «Non ci sono più tamponi positivi, ma la vera novità arriva dai test anti-corpali: 63 persone con tampone negativo hanno presentato anticorpi, quindi è probabile che questi cittadini siano stati infettati tra la terza e quarta settimana di gennaio». Per approfondire tale aspetto, queste persone saranno convocate per un colloquio per capire dove abbiano intercettato il virus. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

SABATO 13 GIUGNO 2020 LA NUOVA

la sperimentazione bio

Vespe samurai, al via l’attacco per fermare la cimice asiatica A metà della settimana fra Padova e Verona i primi lanci dei piccoli imenotteri contro l’insetto killer che ha fatto danni per 160 milioni nei raccolti di frutta

La Confartigianato berica e il gigante cinese realizzano una vetrina per il mercato globale

Sfida e-commerce: gli artigiani vicentini alleati di Alibaba L’ACCORDO

Un frutteto devastato dalla cimice asiatica VENEZIA

Ormai tutto è pronto per sferrare l’attacco alla cimice asiatica. Il primo atto della lotta biologica contro l’insetto alieno che da alcuni anni ha invaso la pianura padana provocando danni ingenti alle coltivazioni, oltre che disagio per la popolazione, l’ormai imminente lancio della vespa samurai nei frutteti veneti. Verso la metà della settimana prossima saranno liberati i micro imenotteri, della grandezza massima di un paio di millimetri, in grado di parassitare le uova delle

cimici e, si spera, di mettere un freno la proliferazione della cimice nelle nostre campagne. L’ultimo e atteso via libera è arrivato tre giorni fa con la firma, da parte del direttore generale del ministero dell’Ambiente, del decreto che autorizza il Veneto, insieme a Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, al rilascio in campo aperto della vespa samurai. La Regione ha già messo a punto il piano e individuato i primi tre siti nei quali eseguire i lanci con il Servizio Fitosanitario Regionale e l’Università di Padova la setti-

l’indagine istat

La spritz-mania è veneta Oltre 1,9 milioni di habitué del cocktail PADOVA

In Veneto quello dell'aperitivo è un rito ineliminabile. E ora lo certifica anche l'Istat, con un'indagine dalla quale emerge che la nostra è la seconda regione italiana in cui, in termini percentuali, si bevono più aperitivi alcolici. A fare "meglio" è solo il Trentino-Alto Adige. Volendo "dare i numeri", a partire da una

popolazione composta da poco più di 4,4 milioni di abitanti, sono oltre 1,9 milioni gli "habitué" dello spritz e del Prosecco, pari al 43.85% del totale. Percentuale che segue di oltre un punto quella che si registra in Trentino-Alto Adige, dove l'aperitivo è consumato dal 45.24% della popolazione. Mentre la media nazionale è ancora lontana, ferma al 37.37%.

ospedale di verona

Chiuso il punto nascita per un batterio letale A causa di un allarme batterio-killer all'Ospedale della donna e del bambino di Verona, il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera, Francesco Cobello, ha annunciato la chiusura del punto nascite. La decisione segue il caso di una bambina nata prematura ad aprile 2019 e poi morta a novembre per un'infezione da batterio che le aveva colpito il cervello. —

Una differenza che, neanche a dirlo, diventa sottilissima, persino sorridendo ai dati nazionali, se si parla di aperitivi analcolici, che vengono consumati abitualmente dal 48.4% dei veneti e dal 48.5% degli italiani. Ma non solo spritz e Prosecco come aperitivo, perché ai veneti piace bere alcolici anche fuori dai pasti. A farlo almeno una volta a settimana è il 38.8% della popolazione, una percentuale decisamente maggiore rispetto a quella nazionale, che si ferma al 30.6. Eppure non si tratta di un record per la nostra regione, che a questa voce è superata da Valle D'Aosta, Trentino e Friuli. Non è eccezionale il consumo dei liquori, che sono bevu-

mana prossima, due in provincia di Padova e uno in provincia di Verona. In una azienda agricola dell’alta padovana le vespe samurai saranno liberate in una coltivazione di kiwi, nella bassa padovana invece è stato scelto un campo di pere, mentre nel veronese un uliveto. E’ questo il periodo più propizio per sferrare l’attacco perché le cimici stanno deponendo le uova, fino a 3-400 per esemplare, dando il via ad una moltiplicazione esponenziale che si spera possa essere arginata dalla micro vespa samurai. Le prove sperimentali finora hanno dato esito positivo. Dopo questi primi lanci il rilascio di alcune decine di migliaia di esemplari di vespa samurai proseguirà su altri 103 siti in Veneto, “corridoi biologici” o aree limitrofe ai frutti, che andranno a coprire circa 380 mila ettari delle coltivazioni più colpite. E’ questo il cuore del piano triennale di contrasto messo a punto dall’assessorato regionale all’agricoltura. «Nei tre anni la disponibilità finanziaria è di 4,5 milioni di euro» spiega l’assessore Giuseppe Pan «attraverso cinque azioni che per ora valgono complessivamente 3 milioni di euro: oltre alla ricerca e sperimentazione con l’Università di Padova, dipartimento Dafne, e alla lotta biologica con gli insetti antagonisti, l’azione più complessa e articolata è la costituzione di un network di prevenzione fitosanitaria, una rete regionale permanente fra centri di formazione, tecnici e produttori». Gli agricoltori intanto chiedono di far presto, perché, come rileva una stima di Coldiretti Veneto, i danni superano i 160 milioni di euro: quasi 60 per le mele, danneggiate per oltre metà della produzione, 35 per le pere colpite per l’80 per cento, 20 per le pesche e nettarine (danneggiate al 60%), 23 per i kiwi (40% di perdite). —

na vetrina con la gamma prodotti da proporre ai buyer, distributori, negozi e liberi professionisti di tutto il mondo. È la possibilità offerta da Alibaba.com allemicroimprese venete a valle di un accordo con la Confartigianato di Vicenza. «L’obiettivo è favorire l’e-commerce btob, cioè tra operatori di business, aprendo le porte dei mercati internazionali alle produzioni locali», spiega Luca Curtarelli, responsabile dello Sviluppo di Alibaba.com in Italia, che ricorda come la Penisola sia il primo Paese nel quale il gigante cinese istituisce un team locale. «La nostra piattaforma presenta oltre 5.900 categorie merceologiche e ben 170 mila referenze, con circa 300 mila preventivi al giorno», aggiunge. «Le aziende possono caricare i loro prodotti ed esporli alla comunità globale

U

di buyer, con questi ultimi che possono approfondire l’interesse come farebbero presso lo stand di un evento fieristico». La scelta di Confartigianato Vicenza, l'unica selezionata per un accordo di questo tipo nell'intero Nordest, è legata all’eccellenza raggiunta dal suo Digital Innovation Hub, come ricorda il responsabile Matteo Pisanu. «Alcuni di noi sono stati formati dalla stessa Alibaba per poter fornire la migliore assistenza possibile alle aziende». Rivendica l’importanza dell’accordo anche Cristian Veller, presidente della Categoria Ict di Confartigianato Vicenza e Veneto. «Dalla crisi dapprima sanitaria e oggi economica emerge un dato: una accelerazione clamorosa verso la digitalizzazione. Molte nostre imprese sono tuttavia ancora impreparate, ecco perché risulta necessario spingere affinché non si perda l’occasione di agire tempestivamente per far trovare nuovi sbocchi».— LUIGI DELL’OLIO

NICOLA STIEVANO © RIPRODUZIONE RISERVATA

ti solo dal 28,9% della popolazione. Nonostante le percentuali registrate in Trentino e Valle D'Aosta si discostino di appena uno o due punti percentuale. Mentre la media nazionale, come prevedibile, è decisamente più bassa, fermandosi ad appena il 26%. E poi piacciono ancor meno gli amari, consumati con una certa regolarità da appena il 28% della popolazione regionale. Un dato veneto inferiore alla media nazionale? C'è, ma è quello degli astemi. Nella nostra regione sono 1.3 milioni, pari al 30% della popolazione. Percentuale comunque di tutto rispetto, ma che sale al 33 se si considera tutto il Paese. — LAURA BERLINGHIERI

pubblicato il decreto

Maltempo, stato di crisi per i 39 comuni colpiti VENEZIA

E’ stato pubblicato ieri nel bollettino ufficiale della Regione il decreto con cui il presidente Luca Zaia dichiara lo stato di crisi per le eccezionali avversità atmosferiche avvenute lo scorso 2 giugno. Intense precipitazioni, vento forte, grandinate che hanno causato danni nei territori provinciali di Belluno, Padova, Treviso, Verona, Vicenza e della Cit-

tà Metropolitana di Venezia. Gli avvenimenti hanno portato ad allagamenti e a numerosi blackout elettrici. Si tratta di ben 39 Comuni, che grazie al provvedimento regionale avranno la possibilità di accedere a particolari risorse per attivare interventi urgenti, sia in termini di Protezione civile che di acquisto di attrezzi e mezzi. N.C.


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.PRIMO PIANO

... Sabato 13 Giugno 2020

La Voce

ECONOMIA Il presidente di Ance, Paolo Ghiotti: “In Polesine persi 80 milioni di euro in pochi mesi”

“Burocrazia, danno milionario” “Il rischio è che i tanti miliardi stanziati per le infrastrutture finiscano col rimanere promesse vuote” “Nel Polesine l’edilizia ha perso 80 milioni in pochi mesi”, lo dichiara il presidente Ance paolo Ghiotti tuonando contro la burocrazia che affossa il settore. “I 120 miliardi stanziati dal governo per le infrastrutture sono sicuramente un segnale positivo che non possiamo non accogliere con soddisfazione e speranza, ma purtroppo la nostra preoccupazione è che la pioggia di risorse promesse non arrivi a terra a causa della burocrazia lasciando le imprese edili al loro destino. Nella filiera degli aiuti e degli incentivi si parte sempre dallo stanziamento delle risorse e mai dal vero problema che attanaglia il sistema: le procedure e gli adempimenti. L’imperativo categorico è, quindi, eliminare la burocrazia”. Così il presidente di Ance Veneto, Paolo Ghiotti, commenta l’annuncio dei 120 miliardi che il governo per gli investimenti in infrastrutture. “Per massimizzare l’impatto dei 120 miliardi spiega Ghiotti - è necessario che questi siano finalizzati non solo alle grandi opere che, purtroppo, richiedono tempi a volte biblici perché non sempre si può adottare il ‘modello Genova’ che accelera note-

Paolo Ghiotti

La burocrazia frena opere e cantieri

volmente i tempi. È necessario pensare alle piccole opere che hanno un effetto immediato e ricadute economiche in tempi brevi che è quello che serve in questa fase. Serve una visione di sistema e un crono programma serio e che sia rispettato”. “Senza un intervento shock sulla burocrazia il rischio è che si ripeta quanto successo con il bonus 110% che è corredato da 269 nor-

n “Occorre pensare anche a interventi piccoli con effetto immediato e ricadute in tempi brevi” me per la sua applicazione o il finanziamento di 25mila euro che richiede 28 documenti da compilare. Si tratta di lacci e macigni

sulle misure che potrebbero dare un reale impulso non solo all’edilizia, ma all’intero sistema economico regionale”.

“La burocrazia, però, rischia di far rimanere queste risorse virtuali e questo significa per le imprese non avere ossigeno in una fase delicata come quella che stiamo attraversando. Vi è poi un ulteriore aspetto legato alle procedure che è l’allungamento dei tempi che fa arrivare in alcuni a scadenza gli incentivi per questo chiediamo che venga prorogato il super bonus del 110% fino al 2023 con le

coperture adeguate”. “La parola burocrazia significa potere delle scrivanie ed è lì che rischiano di rimanere gli stanziamenti e incentivi del governo. Si tratta di un vulnus irrisolto - conclude Ghiotti - su cui bisogna intervenire in via prioritaria e solo in questo modo le risorse si possono trasformare in cantieri e sviluppo per il territorio”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

INPS Il direttore veneto precisa i dati e replica al direttore della Cna

Pagata la cassa a 15mila polesani 15mila lavoratori polesani hanno ottenuto il pagamento del trattamento economico della cassa integrazione in deroga. Lo precisa l’Inps veneto. Il direttore regionale dell’Inps, Antonio Pone, inoltre, replica a Matteo Rettore, direttore di Cna Rovigo che aveva segnalato come molti lavoratori siano ancora in attesa di ricevere i primi soldi degli ammortizzatori sociali”. “Se il riferimento - dice il direttore dell’Inps è ai lavoratori di imprese artigiane ancora in attesa di pagamento di una prestazione, il direttore di una associazione di categoria dell’artigianato come Cna non può non sa-

pere che tali lavoratori non attendono la prestazione da Inps, ma dall’ente bilaterale. L’Inps non ha alcuna competenza in materia. Le risposte, che giustamente i lavoratori devono avere, vanno chieste non ad Inps ma ad Ebav, che eroga la prestazione del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato”. In realtà Rettore si era limitato ad osservare che in alcuni casi i ritardi erano imputabili ad errori materiali nella compilazione delle domande, senza addossare colpe all’Inps, cui invece aveva riconosciuto di aver evaso moltissime domande. Aveva poi spiegato che ogni ritardo per il reddito di un lavoratore è un dramma.

Tuttavia il direttore dell’Inps sottolinea che “nelle dichiarazioni, non si fa alcun riferimento al vero soggetto erogatore della prestazione, che è Ebav e si induce una artificiale confusione. L’INPS, in Veneto ha completato i pagamenti diretti di cassa integrazione in deroga ancora il 31 maggio. Autorizzazioni e pagamenti di Cigo e Fis sono in correntezza. Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza sono stati oggetto di pagamenti diretti per cassa integrazione (ordinaria, in deroga, Fis) in Veneto 224 mila lavoratori, in provincia di Rovigo oltre 15mila. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ECONOMIA L’iniziativa In Situ, per le disoccupate oltre i 50 anni di età. Obiettivo: creare imprese sociali

“Un progetto per le donne più colpite dalla crisi” I giovani e le donne over 50 a bassa qualifica o disoccupate da tempo sono le categorie più colpite dall’attuale crisi socioeconomica. Guarda a loro, in particolare alle donne disoccupate con più di 50 anni, il progetto transnazionale In-situ che coinvolge sei regioni europee di altrettanti stati membri: Italia, Austria, Croazia, Germania, Polonia e Slovenia. Per l’Italia è il Veneto la regione che ha aderito a questa iniziativa di innovazione sociale, finanziata con oltre 2 milioni di euro su scala europea (in gran parte fondi Fesr), di cui 155.120 di quota regionale. L’obiettivo, per il Veneto, è riuscire a creare una ventina di imprese sociali e una corsia preferenziale per il reinserimento lavorativo delle donne.

In partnership con Enaip, la Regione del Veneto creerà a Verona un Social innovation hubs dove le persone svantaggiate potranno trovare formazione e professionalità a supporto delle proprie idee e attività imprenditoriali. In questo mese sono iniziati gli incontri di formazione per gli operatori; in autunno partiranno i corsi semestrali per disoccupati per promuovere l’avvio di attività di impresa. Per ogni percorso sarà scelta una proposta di impresa sociale che verrà presentata durante l’evento conclusivo del progetto, in programma nel 2022 a Vienna, regione capofila del progetto. “Il progetto In-situ, nato prima dell’emergenza Covid 19 ma quanto mai attuale in questa fase di difficile riparten-

za - dichiara l’assessore al lavoro Elena Donazzan - risponde all’esigenza di superare risposte di tipo assistenzialistico o emergenziali e di promuovere, invece, un approccio attivo al mercato del lavoro. Formazione, scambi intergenerazionali, collaborazione con gli enti del terzo settore, istituzioni locali, e servizi di accompagnamento e supporto allo sviluppo di idee imprenditoriali sono la chiave di volta per immaginare e creare modelli di business sociale. Molte donne hanno talenti, volontà, e creatività per superare condizioni di fragilità e di svantaggio: è doveroso, quindi, dare loro gli strumenti per allearsi, aggiornare le proprie competenze e recuperare spirito imprenditoriale”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca 19

L'ARENA

Sabato 13 Giugno 2020

ALLAGAMENTI. L’Amministrazione comunaleha tenutoun incontroin municipio coni tecnicidel settore strade,i presidenti delle ottocircoscrizioni eAcque Veronesi

Maltempo, Verona ora conta i danni Come fatto dopo la tempesta Vaia: al commissario regionale saranno inviatelerichiestedi risarcimenti IspezionesuPalazzoBarbieri Enrico Giardini

Verona fa la conta dei danni del maltempo, dopo i nubifragi di sabato sera e di lunedì scorsi. I quali hanno provocato allagamenti in varie parti della città e in particolare a Veronetta, a Porta Borsari, a Porta Vescovo, al Porto San Pancrazio, a sud, su Palazzo Barbieri. L’Amministrazione comunale ha tenuto un incontro in municipio, nella sala Gozzi - con i tecnici del settore strade, i presidenti e i tecnici delle otto circoscrizioni, oltre ad Acque Veronesi - per fotografare l’entità dei danni, anche alla luce delle richieste di risarcimento da presentare alla Regione. Nei giorni scorsi era stato il sindaco Federico Sboarina, visto che il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo i nubifragi ha chiesto lo “stato di crisi” per le province di Verona e di Treviso particolarmente colpite, a invitare i veronesi a tenere le fatture degli interventi di manutenzione alle loro case e immobili. Ciò in vista della dichiarazione dello “stato di emergenza” da parte del Governo, sulla base della richiesta della Regione. Ciò consentirebbe di far pervenire soldi per risarcire i singoli cittadini. «Ora ci stiamo muovendo invece come settore pubblico per fotografare la situazione

Verifichiamo intuttiiquartieri qualiinterventi fareequantisoldi servono MARCOPADOVANI ASSESSOREALLESTRADE

esistente, in tutti i quartieri, entrando nel dettaglio. Per capire quali sono stati i problemi maggiori e quali interventi sarà necessario svolgere e quanti soldi serviranno per realizzarli», dice l’assessore comunale alle strade, ai giardini e al decentramento, cioè alle circoscrizioni, Marco Padovani, «e poi invieremo tutte le nostre richieste al commissario veneto per il post tempesta Vaia, Nicola Dell’Acqua, in previsione della richiesta di risarcimenti». L’assessore Padovani ricorda, oltre a Veronetta e a Porta Borsari, gli allagamenti nel sottopasso della tangenziale T4-T9, in via Chioda, tra Golosine e Zai, e in via colonnello Galliano. «A breve, coinvolgendo le circoscrizioni, riusciremo a quantificare i danni e poi a procedere con gli interventi necessari». Intanto, è cominciata l’ispezione aerea di Palazzo Barbieri, per verificare i danni causati dal nubifragio di sabato scorso e mettere in sicurezza le eventuali parti a rischio. Le forti piogge, infatti, avevano fatto cadere alcuni frammenti delle colonne e dei capitelli sulla facciata monumentale, che guarda piazza Bra. Si è sbriciolato in più punti il tufo. Già nel corso della notte del 6 giugno erano intervenuti i Vigili del Fuoco, e domenica mattina l’area sottostante era stata transennata e inibita al pubblico per garantire l’incolumità delle persone. Sulla piattaforma anche il sindaco Federico Sboarina e l’assessore ai Lavori pubblici Luca Zanotto. Insieme ai tecnici sono saliti lungo la facciata per vedere di persona le parti più ammalorate. I tecnici hanno poi continuato il lavoro per il distacco mirato degli elementi pericolanti, che verranno conservati e successivamente riposizionati assicurandone la stabilità I lavori proseguiranno anche oggi, poi dovrà essere predisposto un progetto di restauro dell’intera parte monumentale. Da una prima stima, per l’intero palazzo, risulterebbe che riparare i danni serva circa mezzo milione. •

L’incontrotra Lega,Save eArena

«Catullo,avantiinsieme coniprogettidisviluppo perilnostroterritorio»

Ilsindaco Sboarina e l’assessoreai lavori pubbliciZanottosulla piattaformaper l’ispezione almunicipio

Ilterminal degliarrivi all’aeroportoCatullo

BILANCIO. Mantovanelli:«Impegnoamigliorare semprepiùlaqualità»

AerportoCatullo:avantiin squadraper farlo crescere. «Siala SocietàSave chei parlamentarihanno sottolineatol’obiettivocomune dicontinuarea potenziareil Catullo,infrastruttura cruciale peril territorio eperla rinascita deiflussituristici,con il propositodicoinvolgereanche altreforzepoliticheinincontri daprogrammareabreve termine».Èla posizione di Save,chegestisce gli aeroporti diVeneziaediTreviso, detentricedel41,% della Catullo(peril 47%dei soci pubbliciriuniti inAerogest) che gestiscegli scalidi Verona-Villafrancaeil D’Annunziodi Brescia-Montichiari.Ciò dopo l’incontroavutoieri con parlamentaridiVerona della Lega- i deputatiPaolo Paternoster,VaniaValbusa, VitoComencini,il consigliere regionaleAlessandro Montagnolieil commissario provincialee assessoreNicolò Zavarise-epoi diTrentino, BresciaeMantova,chelo avevanorichiesto.Al confronto,nellasalastampa delCatullo, eranopresenti il presidentedellaCatulloPaolo Arena,l’amministratore delegatodellaSocietà Michele CazzantieMonicaScarpa,ad delGruppoSave,presieduto da EnricoMarchi. «L’incontroè statoparticolarmente proficuo peri temi trattatiel’interesse dimostratodai parlamentari perla ripresa dell’attività a seguitodellacrisi per la pandemiadaCovis-19 eper le

AcqueVeronesi record risultatoda2,4milioni Gliutilisaranno investitiin opere.Nel 2019interventi per43milioni,dato triplicato negli ultimi 3 anni Emergendo da un maltempo alluvionale con pochi precedenti in questo periodo, i soci di Acque Veronesi approvano - per consultazione scritta causa covid - il bilancio 2019. È un anno dei record quello concluso, sia in termini di risultato netto, che è pari a 2,4 milioni contro il milione dell’anno precedente, sia per la mole di investimenti realizzati: 43 milioni di opere nel territorio dei 77 Comuni nei quali l’azienda distribuisce “l’oro blu”; dato più che triplicato negli ultimi tre anni. L’utile di esercizio servirà a finanziare nuovi investimenti nell’esercizio successivo: l’azienda non distribuisce utili ai soci, come da statuto. «A nome dell’intero cda ringrazio tutto il personale dell’azienda per l’impegno, anche a fronte delle modifiche organizzative introdotte, ed esprimo grande soddisfazione per i risultati raggiunti» dice il presidente di Ac-

Ilpresidente Mantovanelli

que Veronesi, Roberto Mantovanelli. «Risultati che non si misurano solo in numeri, ma anche e soprattutto in disponibilità e attenzione verso il territorio e gli utenti» spiega, specificando che gli investimenti complessivi previsti nel piano quadriennale 20/23 ammontano a oltre 180 milioni con un dato pro-capite annuo per abitante residente di 56,5 euro; risultato mai raggiunto prima. «La nostra attenzione è focalizzata sul continuo miglioramento della qualità dell’ac-

qua: sia controllando sempre più quella che esce dai rubinetti delle famiglie, sia proseguendo lo sviluppo dei processi di depurazione, fondamentali per tutelare l’ambiente» dice Mantovanelli. «Tra i cantieri più significativi del 2019 ci sono la dorsale Belfiore-Lonigo per l’impatto sociale dell’opera che porterà acqua pulita nella zona rossa, cantiere in corso e gestito dal commissario Nicola Dell’Acqua, e al nuovo depuratore di Isola della Scala, prossimo all’inaugurazione, per le innovazioni tecnologiche». «Un risultato frutto della sinergia con i Comuni» aggiunge il consigliere Mirko Corrà. «Trend in crescita a vantaggio del territorio anche grazie al lavoro fatto con i sindaci». L’altro componente del cda, Paola Briani, sottolinea l’importanza dell’attuazione anche a Verona del piano di sicurezza dell’acqua: «Un piano applicato recependo le direttive europee per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano, con particolare riferimento agli inquinanti emergenti». •

L’ALLARMECASSA. Ilconsigliere conBozza eMeloni.«Pococoraggio»

RETROSCENA. Cambi di assessori e di deleghe

Aiuti post virus, Tosi attacca Toffali:«Spendiamotutto» Uso dei soldi post Covid-19: Tosi attacca, l’Amministrazione contrattacca. «Tanti Comuni, la Regione Veneto e perfino il modesto governo Conte hanno fatto qualcosa per aiutare il mondo economico e del sociale a rialzarsi. Il grande assente è Sboarina, che con 35 milioni liquidi di avanzo di bilancio 2019, più i 5 milioni già stanziati dallo Stato e altri cinque in arrivo, non ha tagliato un tributo o una tassa comunale». A dirlo Flavio Tosi, con i consiglieri

della Lista Alberto Bozza e di Fare! Verona Paolo Meloni. Tosi ricorda che «Sboarina si è limitato a dilazionare, rateizzare. A Bologna invece è stata ridotta la Tari dal 25 al 50%», precisa. «Sboarina nulla: Amia e Agsm non hanno ridotto tasse e utenze, Agec non ha ridotto gli affitti, cosa che invece hanno fatto i privati come gesto di buona volontà nei confronti degli esercenti». Conseguenze? «Il rischio è di trovarsi a fine anno commercianti ed eser-

centi che chiudono le attività e il Comune che si ritrova un avanzo di bilancio ancora più corposo». Bozza rimarca anche «la mancanza di dialogo per venire incontro al mondo del sociale, e penso alle associazioni di volontariato, come gli alpini per gli affitti alle baite, a Verona un polmone significativo: per loro nessuno sgravio e nessun sostegno. E poi c’è la questione degli impianti natatori comunali, sui quali non è stata pensata, in condivisione con i gestori,

prospettivefuture dicrescita delloscalo»,spiegainunanota Save.La Societàdigestione ha evidenziatocome «la programmazionedeivoli siain fasediprogressivorecupero.A metàgiugnoèinfatti prevista la ripartenzadi VoloteaeAir Dolomiti,acui seguirà quelladi Wizzair,Transavia eRyanair». Ileghisti veronesi, già intervenuti sultema,hanno chiestoun «netto cambiodimarcia,ancor piùdopoi danniprodottidai blocchi», perché «ilCatulloèfondamentaleper l’economiadel territorio, duramentepiegata dall’emergenzaCovid-19,edè strategicoper ilfuturo anchein chiaveOlimpiadi 2026.Quindi prendiamoattodelladisponibilità deiverticidelCatullo aldialogo, dimostratoanchenell’incontro da noirichiesto. La Legatuttavia non smetteràdisollecitare nuovi e rapidipassi avantineiprogettidi sviluppo».La Lega chiede coinvolgimentosul piano della nuovaaerostazione Romeoe ricordadiaver «presentato in Parlamentoemendamenti adhoc aldecreto rilancio,tra cui unoper chiedererisorse(60milioni peril 2020e31per il 2021)per la realizzazionediuncollegamento ferroviariotra l’aeroportoe la stazionediVerona Porta Nuova». Arena,condivisii contenuti con Save,aggiunge chela riunione«è stataproficua. Siamo stati insiemepiù ditreore, approfondendotematichee l’opportunitàditornare a dialogare.Se si lavorainsquadra siacceleranoi processie superanoincomprensioni creando ricchezzaper ilterritorio». E.G.

Ilconsigliere FlavioTosi

una tariffa d’ingresso agevolata per aiutare le tante famiglie vittime della crisi». Meloni solleva il tema delle tante richieste di bar e ristoranti negate dall’Amministrazione sui plateatici. «L’Amministrazione dovrebbe avere più coraggio, semplificare l’iter di concessione dei plateatici ed evitare di nascondersi dietro a pretesti buro-

cratici». Sul tema replica l’assessore alle finanze Francesca Toffali, che ironizza: «Perdonateli, perché non sanno quello che dicono...I 35 milioni di avanzo disponibile di amministrazione non sono sufficienti per coprire le mancate entrate del 2020, anche aggiunti ai 15 milioni risparmiati da noi e tenendo conto del fatto che i 5,2 milioni attribuitici dal Governo per il post Covid-19 non sono stati liquidati, ancora. Quindi», precisa l’assessore Toffali, «non ci teniamo nulla, in cassa, e utilizziamo tutto quanto abbiamo, il che non basta a equilibrare il nostro bilancio. E ricordo che l’ultima stima dei danni per le nostre casse è di 56 milioni». • E.G.

Giunta ed enti, rimpasto enuoviingressivicini Grande fermento a Palazzo Barbieri. Si profila un rimpasto della Giunta del sindaco Federico Sbarina. Con il manuale Cencelli alla mano - anche per gli enti e tra l’altro sono in scadenza Amt, Solori e Veronamercato, candidature per i cda entro il 2 3 - l’operazione sembra imminente. E riguarderebbe almeno tre assessori, in bilico, e che rientrerebbero in una revisione di deleghe. Tra chi potrebbe lasciare la Giunta ci sarebbero l’assessore al patrimonio Edi Maria Neri (ex Verona Pulita, ora Lega), quella alla cul-

tura e turismo Francesca Briani (ex Verona Domani) nomi che già circolavano, ma potrebbe essere della partita anche Ilaria Segala, all’urbanistica ed edilizia privata, di Battiti. In possibile ingresso al loro posto vengono dati Elena Ballini, dirigente di Ater e già presidente della circoscrizione Centro storico, ex An, quindi Anna Leso, di Forza Italia ma consigliera del Gruppo misto, già assessore e vicepresidente di Agsm, e Marco Zandomeneghi, capogruppo di Verona Domani in Consiglio. • E.G.


ATTUALITÀ

SABATO 13 GIUGNO 2020 MESSAGGERO VENETO

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La nuova fase L’8 marzo il dietrofront degli Interni ai trecento agenti e militari già pronti a isolare Bergamo Prima i sopralluoghi agli incroci di Alzano e Nembro. Il 7 sera la fuga in treno da Milano per il sud

Il Viminale bloccò la zona rossa la domenica prima del lockdown IL RETROSCENA

LE datE cHiaVE

Monica Serra

è perfino una bozza del questore di Bergamo ora chiusa in un cassetto. In quelle pagine, scritte in fretta in attesa di un ordine pronto ad arrivare, si dispongono agli accessi della Val Seriana i trecento uomini che, nella notte del 5 marzo, dormono nel Continental di Osio di Sotto e nel Palace Hotel di Verdellino. Sono pronti, all’alba del 6 marzo, a trasformare

C’

3 marzo Dopo i primi dati anomali sull’epidemia nel Bergamasco, specie ad Alzano e Nembro, il Comitato tecnico scientifico (Cts) dà parere favorevole per istituire una zona rossa.

5 marzo Due giorni dopo il parere del Comitato tecnico scientifico, il questore realizza una bozza in cui dispone i rinforzi mandati da Roma e li organizza negli accessi alla Val Seriana.

Primi a opporsi i sindaci del territorio Contrari soprattutto gli industriali quella manciata di chilometri tra Alzano Lombardo e Nembro, dove il virus ha fatto strage, nella seconda zona rossa della Lombardia. Dopo 48 ore concitate, di chiamate, incontri e sopralluoghi, all’alba dell’8 marzo, alla prefettura di Bergamo arriva l’ordine di bloccare tutto. E quei trecento uomini vengono rispediti indietro. A comunicare «che l’esigenza di rinforzo di personale impiegato nell’area di Bergamo è terminata» è il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale. E, anche di questo, ha dovuto riferire ieri ai pm, nel corso degli ascolti a Palazzo Chigi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Quell’ordine poteva arrivare solamente da Roma. Per questo motivo il governo, più che la Regione, pur con le stesse prerogative, per i magistrati poteva ordinare l’istituzione della zona

6 marzo Nella notte tra il 5 e il 6 marzo finisco di arrivare i militari di rinforzo a Bergamo. Tutto è pronto per la costituzione di una nuova zona rossa in Italia per contenere il contagio.

Il ministro dell’Interno Lamorgese con il premier Giuseppe Conte

rossa in quel momento. Tutti erano in attesa, a Bergamo e in Lombardia. Tanto che, agli atti dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, è finito anche un breve scambio di messaggi tra un comandante dell’Arma e l’allora dg della Sanità lombarda Luigi Cajazzo. Erano momenti complicati. Sull’asse Roma-Milano, lo scambio era continuo, non solo sul piano politico. Della possibilità di istituire la zona rossa in Val Seriana si inizia a parlare a fine febbraio. I primi a opporsi so-

no i sindaci del territorio, salvo poi ritrattare le loro posizioni. Sono contrari soprattutto gli industriali. Ci sono due piani da bilanciare: economico e salute pubblica. La sera del 3 marzo, a Roma, il Comitato tecnico scientifico, «ricevuti i dati relativi ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro», e «sentito per via telefonica l’assessore Gallera e il dg Cajazzo», si legge nello stralcio del verbale della riunione che si è tenuta al Dipartimento della protezione civile, «propone di adottare le opportune misure re-

vanni XXIII di Bergamo, afferma che c’è un focolaio all’ospedale di Alzano. Ma i giorni passano. Perché? «Bisognava prendere una decisione. Ne abbiamo parlato in videochiamata con il governatore Fontana. Ci disse: “Ho interpellato i miei esperti, tocca al governo istituire la zona rossa“. In Emilia Romagna, nel Lazio e in Campania sono state istituite però zone rosse per decisione regionale. Fontana quindi aveva la facoltà di chiudere». Ha chiamato il governo? «Chiamavo Roma. E da Roma rispondevano: tra poco si chiude, fra qualche ora si chiude, forse domani. Neanche loro sapevano. Insomma: la decisione di istituire la zona rossa poteva essere pre-

sa sia dalla regione sia dal governo. Non credo sarà facile accertare le responsabilità». Cosa ha significato quel tempo perso? «In quel momento anche un giorno contava. Poteva fare la differenza. Però tutti ci concentriamo sulla mancata zona rossa, molto meno su quei due mesi o forse tre in cui il virus era già fra noi. C’era la coda di pazienti con la polmonite. Il governo aveva istituito la prima task force il 22 gennaio. Mi stupisce che questo aspetto venga poco indagato». Ma allora quante persone hanno avuto davvero il Covid a Bergamo? «Noi stimiamo fra il il 35 e il 45% della popolazione. Per saperlo con certezza ho cerca-

7 marzo A tarda sera, in una conferenza stampa, viene annunciato dal premier Conte il Dpcm che estende il lockdown a tutta la Lombardia e ad altre 14 province della penisola.

8 marzo Arriva l’ordine per gli uomini mandati a Bergamo come rinforzi di abbandonare la città. Il Dpcm annunciato da Conte la sera prima è pubblicato alle 13 in Gazzetta Ufficiale.

to risorse dai privati per poter fare un test a tutti i miei concittadini. Lo screening partirà lunedì. Il tampone entro 6 giorni. Se non lo fa la Regione ci organizziamo da soli». Quanti sono i morti? «A Bergamo dal primo marzo a fine maggio sono morte 670 persone in più della media dei 10 anni precedenti. In tutta la provincia: 6 mila in più. Quindi, le vittime del Covid qui sono più del doppio di quelle comunicate dalla Regione Lombardia. È allucinante». Perché? «Credo solo per inadeguatezza organizzativa. Anche se a volte sospetto ci sia qualcosa di più, visto che quando abbiamo sollevato il tema dei dati, loro hanno oscurato le

strittive già adottate nei Comuni della zona rossa (lodigiana, OES) anche in questi due Comuni, al fine di limitare la diffusione dell’infezione anche nelle aree contigue». Come Bergamo, dove il virus ha fatto centinaia di vittime. La posizione dei tecnici è chiara: la Val Seriana ha un «R0 sicuramente superiore a 1» e va chiusa. La macchina si attiva immediatamente. E mentre gli scambi e i contatti tra Palazzo Lombardia e Palazzo Chigi sono costanti, il 4 marzo, il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale ordina alla prefettura di Bergamo di organizzarsi che stanno arrivando i rinforzi. Mentre i contingenti di carabinieri, polizia ed esercito sono pronti a partire, iniziano gli incontri in questura per predisporre uomini e turni a ogni varco della Val Seriana. E il questore prepara anche una bozza di ordinanza che non firmerà mai. La mattina dopo iniziano i sopralluoghi di carabinieri del comando provinciale e agenti di polizia. È tutto pronto. Quasi trecento uomini sono nei due alberghi che aspettano disposizioni.

patto con i produttori

Vaccino europeo Via libera dell’Unione Paolo Russo / ROMA

fonti». Sarebbe stato opportuno commissariare la Lombardia? «Quando se ne è parlato, io ho ritenuto che non fosse una buona idea. Eravamo nel pieno disastro. Quella decisione avrebbe destabilizzato il poco che si stava facendo. Ma adesso, con la situazione più gestibile, fare autocritica è necessario. Il cambio del direttore generale della sanità lombarda mi sembra un segnale eloquente». Cosa è mancato? «Il Veneto ha risolto comprando macchinari, producendo reagenti. Ecco: che la Lombardia non abbia trovato soluzioni è abbastanza sconcertante». —

Sul Piano europeo per finanziare il vaccino anti-Covid c’è l’accordo tra i ministri della salute europei, mentre l’alleanza a quattro, Italia, Germania, Francia e Olanda ha già in tasca il contratto con la multinazionale britannica AstraZeneca, che entro l’anno permetterà di vaccinare tutti gli over 65, più sanitari e forze dell’ordine. Sempre che ovviamente la sperimentazione dia il risultato sperato. Due strategie parallele ma non in conflitto, perché i ministri Ue della Salute in video conferenza hanno deciso di utilizzare i 2,4 miliardi rimasti nell’Emergency Support Instrument, come ha confermato la commissaria alla Salute Stella Kyriakides, per puntare su almeno sei cavalli potenzialmente vincenti, finanziandone la ricerca. Ma anche con una opzione di acquisto dei potenziali vaccini a prezzi calmierati e in quantitativi commisurati alla popolazione dei singoli Stati europei. «Lavorando a stretto contatto con gli Stati membri, e sulla base di chiari criteri - ha aggiunto Kyriakides - selezioneremo le società con le quali entrare in negoziato. Lavorare insieme aumenterà le nostre chance di avere un vaccino sicuro ed efficace, nella quantità necessaria e il più presto possibile». E per questo, ha annunciato «lanceremo un bando aperto a tutti gli sviluppatori che hanno strutture produttive in Europa». Anche se l’Ue guarda al di là dei propri confini, perché condividendo con le imprese il rischio di investimenti elevatissimi, sia per la ricerca che per la produzione anticipata di qualcosa che ancora non c’è, si punta a rendere accessibile il vaccino anche ai Paesi che non hanno sufficiente forza contrattuale per spuntare prezzi compatibili con i propri bilanci. Il Piano europeo punta poi a semplificare sia le procedure per autorizzare i vaccini che contengono Ogm, saltando il secondo passaggio dell’autorizzazione nazionale dopo quella europea ed eliminando «momentaneamente», specifica il documento Ue, la valutazione del rischio ambientale. Ma al vertice si è trovata la quadra anche per finanziare con 9,4 miliardi nel settennato 2021-27 il programma “Eu4Healt” di acquisto di apparecchiature ed equipaggiamenti medici per le emergenze sanitarie. L’Alleanza a quattro fortemente voluta dal ministro Roberto Speranza va invece dritta all’acquisto del candidato vaccino attualmente più promettente, quello in fase già avanzata di sperimentazione nei laboratori di AstraZeneca e dell’Università di Oxford. Anche se una trattativa è in fase avanzata anche con l’americana Johnson&Johnson, un altro candidato dato per vincente. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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LA CHIUSURA DELLA LOMBARDIA

La sera del 7 marzo trapela la notizia del Dpcm che chiuderà l’intera Lombardia. All’alba del mattino dopo «l’esigenza di rinforzo è terminata» e quei trecento uomini possono tornare indietro. Alle 13 il Dpcm viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale: l’intera Lombardia è «zona protetta». A questure e prefetture del territorio il ministro Lamorgese invia una direttiva: «Ferma restando la piena autonomia nelle materie di competenza regionale, va rilevata l’esigenza che in ogni caso, e soprattutto in questo delicato momento, non vi siano sovrapposizioni di direttive aventi incidenza in materia di ordine e sicurezza pubblica, che rimangono di esclusiva competenza statale e che vengono adottate esclusivamente dell’Autorità nazionale e provinciali di pubblica sicurezza». La decisione ormai è presa. Non c’è più nulla da fare. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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