14-GIU-2020 Estratto da pag. 3
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 3
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 19
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 5
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 5
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 1
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 8
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 8
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 12
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3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 5
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 5
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
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3043
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12-GIU-2020 Estratto da pag. 26
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12-GIU-2020 Estratto da pag. 26
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12-GIU-2020 Estratto da pag. 26
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 11
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 11
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 1
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10-GIU-2020 Estratto da pag. 23
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10-GIU-2020 Estratto da pag. 23
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10-GIU-2020 Estratto da pag. 23
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 2
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 8
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 8
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3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 25
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 25
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 15
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 15
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 30
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 30
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3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 13
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3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 13
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 6
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3043
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 6
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 4
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 7
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 7
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 2
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 2
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 5
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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14-GIU-2020 Estratto da pag. 1
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MIN INTERNO
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Domenica 14 Giugno 2020 Corriere del Veneto
VE
Primo Piano L’emergenza sanitaria
NUOVA ORDINANZA
Sport di contatto il 25 giugno ma si tratta con Roma «Quarantena in hotel» se i turisti si contagiano
La Regione gioca d’anticipo e apre tutto via libera a disco, fiere, sagre e Casinò di Martina Zambon Il Veneto gioca d’anticipo ancora una volta. Stavolta, però, con quella che potrebbe essere fra le ultime ordinanze regionali, si guadagna quasi un mese rispetto alle ultime riaperture inquadrate dal Dpcm dell’11 giugno, non una o due settimane. Dovesse battezzarla, il governatore Luca Zaia, la chiamerebbe «Ordinanza apri-tutto». Le date da segnare in agenda sono il 15, il 19 e il 25 giugno. L’allungo più ardito riguarda Congressi e grandi eventi fieristici, le discoteche e il Casinò di Venezia. Per tutti si torna in affari il 19 giugno, venerdì. Il Dpcm, invece, per queste attività, fissa il 14 luglio. Uno strappo veneto? No alla luce della linea perseguita da Zaia di non farsi impugnare nulla da Roma. Del resto la possibilità per le Regioni di anticipare alcune date è prevista dallo stesso Dpcm che recita: «Le regioni, in relazione all’andamento epidemiologico nei loro territori, possono stabilire una diversa data di ripresa delle attività, nonché il numero di spettatori». L’inciso compare al punto che parla di locali e sale da ballo, anche all’aperto. In Veneto, invece, da venerdì ballare si potrà ma solo all’aperto e soltanto con la modalità del «ballo solitario». Restano banditi i lenti (ammesso che si usi ancora), salsa e merengue, il tango, il liscio e, in generale, i balli di coppia. L’annuncio, nel corso di quello che è ormai l’appuntamento fisso della conferenza stampa del governatore, è stato accolto in modi anche diametralmente opposti. C’è chi plaude all’efficienza veneta. È il caso dei gestori dei locali da ballo. Per tutti parla Franco Polato, presidente provinciale di Silb-Confcommercio (il sindacato dei gestori delle discoteche): «Come inizio mi pare buono: è la strada per la liberalizzazione totale ma si poteva fare sicuramente prima. Siamo stati i primi a chiudere e non ci sono mai state misure di sostegno per noi dal governo. Accogliamo, comunque, questa ordinanza del presidente Zaia, nella speranza che presto si arrivi ad una normalizzazione dell’attività del divertimento». Ma c’è anche chi si chiede se l’affastellarsi di Dpcm e ordinanze regionali non ingeneri più confusione che altro. Questo il contenuto di molti commenti social alle «dirette del presidente». Fatto sta che il calendario delle «ultime riaperture» è fitto. Domani, come in tutta Italia, riaprono i battenti cinema, teatri, circhi, spettacoli viaggianti,arene, spettacoli lirici, sinfonici e musicali. «Il principio individuato - spiega il governatore - è semplice. Dove ci sono sedute identifiVENEZIA
Cosa cambia nella nuova ordinanza
Si torna al cinema, a teatro e pure al circo: posti dimezzati
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Da domani riaprono cinema, teatri, spettacoli circensi, anche viaggianti, spettacoli musicali anche lirici e sinfonici e arene all’aperto. Nei cinema e nei teatri si potrà togliere la mascherina durante lo spettacolo ma si dovrà metterla per entrare in sala e uscire. La capienza viene, di fatto, dimezzata con l’obbligo di occupare una seduta sì e una no. In mancanza di sedute vale il distanziamento di un metro
In pista per ballare (all’aperto) niente da fare per i balli a due
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I veneti non dovranno attendere il 14 luglio per tornare in pista (come prevede l’indicazione del Dpcm) ma potranno decidere di andare a ballare già da venerdì 19 giugno. La nuova ordinanza regionale, però, prevede che si possa danzare solo in spazi aperti e vieta, invece, i balli a due di ogni genere. Le linee guida prevedono due metri di distanziamento fuori dalla pista e uno mentre si balla (da soli)
cabili, si procede con l’alternanza di un posto occupato e un posto vuoto. Dove invece non ci sono le sedute, vale il metro di distanza, facile». Al cinema o a teatro, una volta seduti, non sarà necessario tenere la mascherina che va indossata all’entrata e all’uscita. Tutte le sale dovranno essere poi sanificate a ogni turno di spettacolo. Fra gli annunci più attesi, ma qui passiamo al 19 giugno, c’è la riapertura di sagre e fiere. Qui le prescrizioni, individuate come per ogni altro settore, dal corposo volumetto di quasi 50 pagine di linee guida concordato dalla Conferenza delle Regioni e vidimato da Roma, prevedono l’uso della mascherina e il distanziamento di un metro oltre alle norme di igienizzazione. Fra le novità della nuova or-
L’iniziativa in tv
Bonaccini, Zaia e Fedriga invitano i turisti tedeschi VENEZIA La cosa era nell’aria. Ora i tre governatori «adriatici», Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) e Luca Zaia (Veneto) tra due settimane terranno una conferenza stampa congiunta sulle tv di lingua tedesca con lo scopo di attrarre sulle coste adriatiche turisti provenienti dai Paesi germanici. «Fra 15 giorni - ha detto Bonaccini - con i miei colleghi promuoveremo questa parte dell’Alto Adriatico che è fatta di spiagge bellissime e ombrelloni, con una possibilità di accoglienza in sicurezza. Germania, Austria e Svizzera continuano ad essere un nostro mercato di riferimento © RIPRODUZIONE RISERVATA straordinario».
dinanza c’è il passaggio dall’obbligo alla raccomandazione per la rilevazione della temperatura. «Non escludo ci possano essere altri allentamenti se tutto va come deve andare» spiega Zaia. Tornando all’elenco delle serrande che si rialzano, ci si imbatte in sale slot, sale giochi e sale bingo dal 19 così come il Casinò di Venezia che, un unicum, si è autoprodotto le linee guida (ovviamente vagliate e approvate). L’ultimo braccio di ferro con Roma riguarda tutti gli sport di contatto, dal calcetto al rugby, fino alla pallavolo «al momento - spiega Zaia - abbiamo fissato il 25 giugno ma confidiamo di poter anticipare dopo l’interlocuzione con il ministero della Salute». L’ordinanza conferma le misure adottate per le riaperture di maggio ma include anche
Sagre e fiere «igienizzate» Tutti distanziati anche a tavola
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Scalpitava il popolo delle mille sagre estive, da venerdì 19 potranno riaprire i battenti tendoni e spazi all’aperto. Per tutti, però, vige l’obbligo della mascherina anche se all’aperto «in considerazione - si legge nelle linee guida delle Regioni del contesto». La parte delle prescrizioni forse più difficile da attuare sarà il distanziamento di un metro obbligatorio fra le sedute ai tavoli
Sale da gioco, Casinò, slot e bingo diventano operativi
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Il Dpcm dell’11 giugno prevede che tutte le attività inerenti il gioco d’azzardo possano riaprire a patto che i dati epidemiologici del territorio lo consentano. Nelle linee guida si legge che il gestore è tenuto a monitorare i flussi d’accesso per garantire il metro di distanziamento. Con Sanremo e Saint Vincent, anche il Casinò di Venezia riapre mentre continua a rimanere chiuso Campione d’Italia
Se i turisti si ammalano «quarantena in hotel»
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La nuova ordinanza prevede che, in caso di contagio, i turisti provenienti da fuori regione e stranieri (quasi il 70% del totale) vengano presi in carico dal sistema sanitario regionale senza costi aggiuntivi per il paziente. Nel caso il contagio non porti a particolari necessità di cura, la quarantena sarà garantita all’interno di uno degli hotel con cui la Regione si è già convenzionata un paio di mesi fa a questo scopo
Sul filo del rasoio Il presidente Luca Zaia ha rivendicato in questi mesi: «Il governo non ci ha mai impugnato una norma regionale»
Polemiche a Jesolo
Assalto alle spiagge senza prenotazione «Mai vista tanta gente» JESOLO Sono stati tanti, tantissimi, «a migliaia», a sentire lo stesso sindaco di Jesolo. E, inevitabilmente, con la massa di bagnanti è arrivata anche una coda di problemi e di polemiche. Ieri, sulle spiagge venete, ogni metro quadro di sabbia libera era preso d’assalto, al punto che presto hanno iniziato a circolare online le immagini degli «assembramenti» sul bagnasciuga; nello stesso
momento, nelle pagine degli app store, infuriavano le recensioni negative contro l’applicazione dedicata alla prenotazione del posto: in effetti ieri l’app non funzionava perché la sua attivazione è prevista - da sempre - per oggi. «Da domani (oggi per chi legge NdR) la situazione sarà più controllata - assicura il sindaco Valerio Zoggia - L’app sarà in funzione, ci saranno tutte le forze dell’ordine in spiaggia,
aumenteranno anche i controlli dei consorzi. Siamo stati sorpresi dalle presenze di questo sabato: meno famiglie e più ragazzi». Le previsioni meteo sfavorevoli per oggi hanno sicuramente finito col concentrare gli arrivi nella giornata di ieri, eppure questo non può giustificare certe leggerezze: «Noi non facciamo servizi mirati, dobbiamo anche combattere tutti i soliti problemi dell’arenile, e quest’anno siamo sotto organico per via del lockdown che non ci ha permesso di completare le procedure spiega il comandante dei vigili jesolani, Claudio Vanin - Quello che lascia senza parole è la mancanza di maturità di certi bagnanti: i massaggiatori abusivi riescono ancora a convincere i loro clienti.
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Domenica 14 Giugno 2020
alcune modifiche non irrilevanti. I servizi per l’infanzia zero-17 anni vedono cambiare il rapporto fra educatori e bambini e anche qui la misurazione della temperatura diventa «raccomandata» così come l’uso della mascherina obbligatorio solo se manca il distanziamento. I dettagli delle linee guida delle Regioni scendono in dettagli minimi, ad esempio per chi suona uno strumento a fiato, per gli ottoni, ad esempio, la saliva è inevitabile. E poi, ancora, si distingue fra piscine condominiali in cui si può nuotare e quelle più piccole su cui le norme si allentano. Un punto a parte dell’ordinanza riguarda i turisti stranieri (che sono il 66,7% dei turisti in Veneto) ma anche i turisti che arrivano da fuori regione. «Non succederà, premette Zaia - ma se succedesse i turisti risultati positivi al Coronavirus in Veneto dovranno essere presi in carico dai servizi d’igiene e prevenzione delle Ulss competenti nel territorio del loro alloggio e stare in isolamento per 14 giorni negli alberghi convenzionati. Spero che non si verifichi mai ma in sostanza si tratterà di una quarantena in vacanza». Eventuali costi a carico del servizio sanitario saranno coperti dalla Regione. «È anche un fatto di accoglienza» conclude il governatore. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Toccano tutti con le stesse mani, senza lavarsi, come è possibile che la gente sia d’accordo?». Gli affollamenti restano un problema, gli ombrelloni dei consorzi non del tutto operativi si trasformano in spiaggia libera: «Tutti sono aperti e controllano - assicura Alessandro Berton, presidente di Unionmare - ma abbiamo avuto solo due settimane per allestire l’arenile e qualcuno è in ritardo». Il turismo insomma prova a ripartire,a Caorle il sindaco Luciano Striuli ha voluto ringraziare il ministro alla Sanità austriaco, Rudolf Anschober, che nei giorni scorsi ha annunciato la riapertura delle frontiere con l’Italia dal 16 giugno, raccomandando proprio Caorle: «Le sue parole sono
IL GOVERNO
Il ministro Federico D’Incà, unico veneto agli Stati Generali, punge Zaia: «Sì a Tav e banda larga»
«Meno ordinanze, fanno confusione Appalti, si cambia»
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D’Incà C’è una rivoluzione in corso, la pandemia ci ha insegnato molto, anche a rafforzare le produzioni vicine
Ministro D’Incà, primo giorno di Stati Generali dell’Economia, lei è stato l’unico veneto presente, com’è andata? «Molto bene davvero. Mi ha impressionato cogliere la profonda gratitudine delle più alte istituzioni europee per l’Italia. La credibilità sul piano internazionale del nostro governo è molto alta. Abbiamo un grande retaggio e per questo dobbiamo avere grandi ambizioni. Si è percepito un cambio di passo sostanziale nella Ue: è finita l’era dell’austerity e si stanno facendo grandi passi avanti per muoverci come un sol uomo sul fronte della sostenibilità, della green economy, dell’innovazione e del digitale. L’obiettivo è fare della Ue un luogo di solidarietà con un mercato comune e, cosa che interesserà il Veneto, un cambio di passo anche sulla concorrenza interna». Che sollecitazioni ha avuto dalle categorie economiche venete? «Inedite, devo dire. Molti mi hanno parlato di capitale umano e formazione costante del cittadino. Certo, poi, c’è una grandissima attenzione sul turismo da rilanciare ma il miliardo e 400 milioni del Patto per l’export serve anche a promuovere tutto il made in Italy, turismo incluso. La parola chiave è integrazione. I 325 milioni stanziati per le infrastrutture in vista dei Giochi olimpici resteranno al territorio. Sport, turismo, infrastrutture vanno a braccetto». Restando sulle attività produttive classiche invece? «Il Covid ci ha insegnato molto. Ad esempio che filiere di approvvigionamento lunghe con l’Oriente possono es-
state un importante riconoscimento per noi e per tutti gli operatori». In realtà non tutti hanno aspettato la riapertura: a Bibione i primi turisti che parlavano tedesco si sono visti già ieri, non ci sarebbero controlli in entrata in Italia, solo in uscita, spiegano: «Qui ci sentiamo a casa, seguendo le regole non abbiamo problemi». E, sempre a Bibione, ieri il vicegovernatore Gianluca Forcolin e l’assessore al Turismo Federico Caner hanno inaugurato la stagione con un brindisi e un taglio del nastro: «Il modello sanitario veneto ha dato un segnale importante ha detto Forcolin - ora dobbiamo trasferirlo nell’economia e nel turismo, in particolare». Giacomo Costa © RIPRODUZIONE RISERVATA
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sere un vulnus. Non a caso fra le linee strategiche europee c’è il rafforzamento delle produzioni più vicine. Questo governo ha intenzione di puntare molto anche sul reshoring. Poi c’è il piano di rilancio sulle infrastrutture». Ecco per avere i finanziamenti servono i progetti, su cosa punterebbe? In Veneto c’è chi parla di quarta corsia in A4... «Sul piatto ci sono 120 miliardi di investimenti infrastrutturali da qui a 10 anni e pensiamo a treni veloci in tutta Italia». Parliamo di Alta velocità? Tema che ha diviso il M5s... «Mettiamola così, quando arriveremo a completare la linea dell’Alta velocità in Veneto intersecata con quella del Tunnel di Base del Brennero penseremo eventualmente ad altro. Ora dobbiamo puntare sul ferro. Una volta capito quanto traffico merci e passeggeri si drenerà dalle autostrade potremo ragionare di quali altre opere vanno costruite. Anche perché il tema è più ampio di così». Cioè? «L’emergenza sanitaria, lo ribadisco, ci ha insegnato molto. Anche perché lo smart working, tutto da esplorare, non sarà più residuale e questo significa meno gente per strada, meno inquinamento, una più alta qualità di vita. C’è una rivoluzione in corso. Sa quale sarà la vera infrastruttura su cui investire? La banda larga in ogni singola casa. Altro tema su cui la Ue spinge. Perché dal dramma di questi mesi emerge una grande opportunità: cerchiamo di ragionare di futuro». Che altro chiedono gli im-
Il punto
● Il bellunese Federico D’Incà (in foto) ha partecipato ieri alla giornata inaugurale degli Stati Generali dell’Economia ● Presenti i vertici delle istituzioni europee, categorie, sindacati e governo
prenditori? «Semplificazione. Ed è l’oggetto del decreto che sarà pronto entro luglio. Ciò che serve all’impresa è che, fatti salvi tutti i controlli anti corruzione del caso, gli appalti siano fatti più velocemente. Le priorità per la ripresa in una regione caratterizzata dall’export come la nostra è avere più cassa ma anche gli ammortizzatori. Non a caso da lunedì avremo un decreto legge che permette di completare il pacchetto di cig, le ultime 4 settimane, già in estate senza attendere settembre. I punti per il rilancio vero e proprio, oltre ai prestiti, sono un piano per l’export, la formazione dei manager che operano sull’estero, accordi di e-commerce, digitalizzazione delle fiere e promozione integrata con una grande rete di professionisti creativi per il made in Italy. Noi non avremo il petrolio ma abbiamo le idee. Per coltivarle l’altro grande fronte su cui investire è la scuola che proponiamo di riaprire il 14 settembre». I governatori parteciperanno con una delegazione agli Stati Generali, come valuta questo «fronte trasversale»? «Hanno dato il loro contributo, chi più chi meno. Alcuni, fra cui Luca Zaia hanno peccato di protagonismo. Francamente, la Conferenza delle Regioni a tratti è stata una Babele. Abbiamo imparato a coordinarci meglio fra Stato e Regioni aiutandoci reciprocamente ma, ribadisco, qualche protagonismo di troppo c’è stato». Il Veneto esce però da questo periodo come «primo della classe» anche per le ordinanze, l’ultima di sabato, che anticipano alcune aperture... «L’anticipo è previsto dall’ultimo Dpcm, per carità, ma al governatore dico qualche polemica di meno e un atteggiamento più costruttivo. Se ci sono problemi col governo si può anche alzare il telefono e chiamare il premier Conte, non necessariamente se ne parla nella conferenza stampa quotidiana perché la politica non è solo comunicazione. Per altro, con l’affastellarsi di ordinanze che anticipano magari di una sola settimana non si fa altro che generare caos nei cittadini che hanno bisogno di chiarezza». M.Za.
Come a Ferragosto Sabato di sole e sul litorale sono arrivati migliaia di ragazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lorenzoni presenta il logo «A breve ci sarà il programma» PADOVA (si.mo.)Un mondo al cui interno c’è la sagoma del Veneto, bianca su uno sfondo verde e contornata di arancione. Ecco il logo presentato ieri all’ombra dell’osservatorio astronomico padovano Specola del movimento «Il Veneto che vogliamo», formazione civica riunitasi attorno alla figura del docente del Bo e vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, che correrà alle prossime regionali. «Vogliamo rimettere la nostra Regione al centro in tutti i sensi – spiega Lorenzoni – Dobbiamo tornare ad essere protagonisti a livello internazionale dell’economia, della cultura e del terzo settore. Ambiente, sanità pubblica, innovazione per le imprese e solidarietà saranno le parole chiave del nostro programma». Un programma che sarà presentato a breve, assicura Lorenzoni che non sembra Simbolo Il logo elettorale intimorito dall’avversa rio, il governatore Luca Zaia, a capo della Regione da anni e che, in questo momento, gode di una grande esposizione mediatica, con le conferenze quotidiane sull’evolversi della pandemia da coronavirus. «Non so se questa scelta lo premierà alle urne – dice Lorenzoni – Personalmente, ho un modo diverso di pormi. Credo conti di più la sostanza delle idee piuttosto che mostrare i disegni dei bambini in diretta Facebook». Ma c’è una cosa che ancora si attende dal candidato arancione: le sue dimissioni da vicesindaco. La promessa era che rinunciasse all’incarico non appena fosse iniziata la campagna elettorale. A questo punto siamo ben oltre. Quindi? «Prima voglio conoscere la data delle elezioni». E nonostante Lorenzoni neghi che ci sia qualche mal di pancia all’interno della giunta padovana che impedisce di scegliere il successore («Stiamo ragionando per far sì che il percorso iniziato tre anni fa proceda senza sussulti ma l’accordo non manca») qualche dubbio resta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica 14 Giugno 2020 Corriere del Veneto
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Venezia&Mestre venezia@corriereveneto.it
Alle Zattere Cittadini e associazioni alle Zattere contro l’inceneritore di Fusina, le grandi navi e il progetto degli ex gasometri. Hanno steso uno striscione di 300 metri (Foto Vision)
● Lo studio
Senzataxi siriforma mezzometro difondale
VENEZIA Cinquanta centimetri in tre mesi, tanto si è interrato il canale di Tessera durante il lockdown, quando cioé le eliche dei taxi e dei lancioni che lo solcano ogni giorno sono rimaste silenziose, evitando di smuovere fanghi e detriti. È quanto ha rilevato la consulta della laguna media, coordinata dall’ingegner Giovanni Cecconi, partendo dal polo nautico di San Giuliano e andando a verificare come la quarantena abbia inciso sul canal Salso, sul canale di Campalto, sulle stesse banchine di San Giuliano oltre al canale di Tessera. Armati di asta idrometrica e con i dovuti calcoli per riportare i dati al netto di marea e mediomare, gli esperti della consulta hanno accertato come proprio il canale di Tessera abbia subito trasformazioni profonde in appena tre mesi di traffico sospeso: nei cinquecento metri terminali del canale lungo quattro chilometri si sono riformati ben cinquanta centimetri di fondale, con picchi di ottanta; moltiplicando per l’intera lunghezza del canale e per la sua larghezza di circa 16 metri si arriva a stimare un totale di 42 mila tonnellate di sedimenti, circa 15 mila per ogni mese di lockdown. Per la consulta si tratta della prova definitiva di quanto taxi e lancioni turistici incidano sull’ecosistema lagunare, creando correnti nuove e dannose, che sparpagliano un’enorme mole di fango proprio nelle zone di ristagno di San Giuliano, modificando così i percorsi di ricambio dell’acqua. Ad aggravare ulteriormente la situazione, gli archi chiusi che trasformano il ponte della Libertà in una lunga diga. La soluzione? Riprendere i dragaggi, spostare in via definitiva i sedimenti e, magari unendoli alle tonnellate di gusci di ostriche recuperati proprio sotto al ponte, innescare due habitat a barena, longitudinali e protette dal moto ondoso. Nella zona protetta, poi, si ipotizza la circolazione di piccole barche da diporto, a vela e a remi, che potrebbero accedere all’Osellino con uno scavalco di argine a fune non appena la foce verrà regolata dallo sbarramento. (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Migliaia di mani per uno striscione «Venezia rinasce senza speculazioni» Dalle grandi navi agli ex gasometri, a Fusina: ieri in corteo gran parte dei comitati cittadini VENEZIA Si sono ritrovati alle Zattere, lungo la riva che vede il passaggio delle grandi Navi e in una metà strada «ideale» tra le paratoie del Mose e l’impianto di Fusina che deve essere potenziato. Sono i tre simboli che hanno spinto quasi 1500 persone a partecipare alla manifestazione lanciata dal Comitato No Grandi Navi con Fridays For Future Venezia, Quartieri in Movimento, l’Assemblea permanente contro il pericolo chimico a Marghera, Opzione Zero, Rete Stop 5G, il Comitato dell’area ex gasometri di San
Zattere Il manifesto lungo 300 metri è stato srotolato lungo tutta la riva
Francesco della Vigna e il Comitato contro il nuovo pontile alle Fondamente nove solo per citarne alcune. Un lungo serpentone per tornare a manifestare contro la monocultura turistica che ha portato a uno sviluppo selvaggio degli affitti turistici a discapito della residenzialità e a scelte sempre in chiave di sviluppo turistico, a partire dalle Grandi Navi. l messaggio dei manifestanti, che chiedono che l’epidemia possa essere un’opportunità per una rinascita di Venezia, era riassunto dal lunghissimo striscione (ben 300 metri)
lungo la riva. «Venezia rinasce se tutte e tutti insieme ci battiamo contro la speculazione e per costruire un modello di città. Venezia fu-turistica contro la monocoltura turistica, per la residenzialità, l’istruzione, l’ambiente il lavoro e i diritti» recitava lo striscione che è stato poi trasportato fino alla Salute dove il serpentone ha concluso il corteo. «Le Grandi Navi non devono passare – ha sottolineato Tommaso Cacciari, No Grandi Navi – ci viene sempre detto che verranno spostate ma la verità è che le navi fino 40 mila tonnellate
C’è il nulla osta dell’ex Magistrato alle Acque al rilascio della concessione, l’autorizzazione Paesaggistica dal Settore Autorizzazioni ambientali del Comune, il parere favorevole della Soprintendenza di Venezia, il permesso a costruire della Direzione sviluppo Territorio con il via libera della Polizia municipale (per la viabilità) e del Servizio Trasporti e traffico acqueo. Un anno (il 2018) per ottenere il permesso a costruire del nuovo pontile per i lancioni a Fondamenta Nuove che deve essere pronto entro il 2021, pena la decadenza dell’autorizzazione. «Il fatto più grave è disarmante non è tanto la costruzione del pontile in sé, bensì la mancanza della benché minima traccia di un’analisi sulla gestione dei flussi turistici e del traffico acqueo, zero assoluto», commenta il consigliere comunale e deputato del Partito deVENEZIA
mocratico Nicola Pellicani dopo aver fatto l’accesso agli atti. Novantadue pagine, fitte di pareri (spesso che si ripetono), disegni e relazioni tecniche dei progettisti e degli uffici. «Solo una raffica di pareri di enti e uffici senza che nessuno si ponesse la domanda: ma che ricadute avrà un pontile per lancioni a due passi dall’ospedale Civile che a regime, passata la crisi, sbarcherà decine di turisti ogni mezz’ora?», si chiede Pellicani. In
continueranno a passare per il canale della Giudecca, quelle da 40 a 90 mila attraverso il Vittorio Emanuele arriveranno in Marittima, e quelle oltre i 90 andranno a Marghera. Anziché ridurre qui si sta progettando un aumento dei traffici». Il dito, ovviamente, è puntato contro l’amministrazione comunale e contro alcuni progetti che stanno facendo discutere la città, come l’albergo all’ex gasometro (non ancora autorizzato dal Comune) o il pontile per lancioni turistici a ridosso dell’ospedale Civile. «Da qui si vede l’ecomostro che voglio-
Nuova spiaggia agli Alberoni
Il pontile a Fondamente nove
Sette pareri favorevoli Pellicani: «Ma senza lo studio sulle ricadute»
Navi Cacciari: «Si fanno progetti per potenziare i traffici non per ridurli»
effetti lo studio non c’è, anche se c’è da dire che due anni fa quando la giunta Brugnaro ha introdotto il calendario dei bollini per far fronte all’assalto dei turisti, ha previsto nei giorni particolarmente difficili (bollini neri) lo spostamento dei lancioni granturismo a Fondamenta Nuove per cercare di diversificare i flussi e ridurre l’affollamento di piazza San Marco. «Ma non si vedranno lancioni a due piani, ma solo quelli a uno, con al massimo una cinquantina di passeggeri, e comunque non prima del 2021», ha precisato Stefano Citton socio della cooperativa Ducale che ha chiesto l’autorizzazione, dopo il flash mob contro il nuovo pontile. Una manifestazione che aveva spinto la Ducale a ventilare al possibilità (se autorizzati) di collegare le Fondamenta Nuove con il Lido o con San Giuliano venendo incontro alle esigenze dei veneziani. Anche perché le carte sono tutte in regola e il tempo del permesso a costruire sta scadendo. Sarà comunque la concessione a disciplinare le modalità d’uso del nuovo pontile. ( f. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Esposto in procura contro le autorizzazioni «Cartografia sbagliata» Il permesso a costruire sarebbe basato su una cartografia errata. Ne sono convinti Caal, Italia Nostra, Wwf, Venezia Cambia, Estuario Nostro, Lipu, Municipalità del Lido che venerdì hanno presentato un esposto in Procura, al Noe e al gruppo forestali dei carabinieri contro il nuovo stabilimento Aquarius che sta nascendo agli Alberoni. L’accusa è quella di danno ambientale con richiesta di intervento urgente delle autorità per bloccare il cantiere, ma anche quella di rischio di danno erariale in seguito a eventuali sanzioni Ue per aver violato l’area tutelata. Dice Salvatore Lihard del Caal: «Continueremo la mobilitazione finché non verrà tolto l’ultimo palo di Aquarius. Comune e speculatori sono complici nella distruzione dell’oasi». Marco Zanetti di Venezia Cambia ed estensore dell’esposto spiega: «Ci sono VENEZIA
molte criticità nel rilascio dei permessi, abbiamo fatto un accesso agli atti ma ancora non abbiamo avuto risposte. Il Comune non ha fatto studi adeguati sull’area e ha dato ugualmente l’ok alla nuova costruzione». Sotto accusa il piano degli arenili che riattiva vecchie concessioni balneari e che si basa su una mappa del 2013 di Veneto Agricoltura in cui l’area non figura più habitat di interesse, diversamente da una documentazio-
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Domenica 14 Giugno 2020
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
La ripresa no realizzare a Fusina – aggiunge Sofia Demasi di Fridays For Future Venezia riferendosi al progetto di ampliamento dell’impianto di smaltimento rifiuti di Veritas – è un progetto che riporterebbe indietro la città di decenni. Noi chiediamo che Venezia sia riconosciuta come capitale della giustizia climatica e che si punti su uno sviluppo sostenibile». Tra i manifestanti in molti parlano
del Mose, della mancanza di politiche di sostegno alla residenzialità e anche di 5G. Ma le contraddizioni di una città delicata sono molte. «Ho una casa che affitto airbnb – spiega Sara mentre sfila in corteo – la dò ai turisti perché posso fare affitti brevi e così posso tenerla a disposizione di mia figlia se tornasse dall’estero. Mi piacerebbe affittarla a studenti ma dovrebbe esserci una garanzia o un’assicurazione in caso di danni». Alla manifestazione di ieri, che ha visto in prima linea comitati, associazioni e cittadini, hanno aderito anche liste civiche e rappresentati di partiti. C’era Tutta la Città Insieme di Andrea Martini (presente alla manifestazione), Un’altra città è possibile ma anche il M5Stelle con la consigliera regionale Erika Baldin, e con le consigliere comunali Sara Visman e Elena La Rocca, la capogruppo del Pd Monica Sambo e Gian Angelo Bellati. Matteo Riberto © RIPRODUZIONE RISERVATA
ne del 2006, l’Atlante della Laguna. Secondi gli ambientalis t i C a ’ Fa r s e t t i p r i m a d i rilasciare permessi avrebbe dovuto fare una verifica con il supporto di esperti. Dice Leonardo Filesi, docente di botanica allo Iuav: «Sono dune uniche perché fanno parte della costa mediterranea ma sono inserite in una regione climatica diversa, il risultato è che si è creato un habitat con specie uniche». Paolo Perlasca presidente Wwf Venezia lo definisce un «giardino botanico a cielo aperto». E scatta così l’allarme per la sopravvivenza del fratino che nidifica tra le dune. «Con il nuovo stabilimento si perde il 50 per cento dell’habitat di riproduzione — avverte Federico Antinori di Italia Nostra — per la specie è la mazzata finale». Intanto ha superato le 6 mila firme la petizione lanciata online per proteggere l’oasi. Dissensi cartografici anche nel progetto dell’ex ospedale al mare: Antonori, Filesi e Antonio Borgo contestano i progettisti che hanno presentato come degradata l’area a nord, sarebbe invece di pregio naturalistico. (e. lor.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VENEZIA Macchine fotografiche, zaini rigonfi, qualche mascherina calata sul viso: Palazzo Ducale riapre le porte alle dieci di mattina ed è subito coda. C’è chi ha la prenotazione in mano (oltre mille registrate in soli cinque giorni), chi approfitta della biglietteria, chi è veneziano e sperava di non trovarsi in una fila che ha raggiunto i trecento metri. E invece, ieri Venezia si è svegliata con una folla turisti, italiani ma anche stranieri, con il traffico di chi arrivava in centro storico bloccato fin dalla tarda mattinata, parcheggi pieni e vaporetti di ritorno dal Lido affollati scatenando qualche protesta. Sarà perché, come ha esordito Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, «se palazzo Ducale è aperto, è aperta Venezia». A visitarlo anche una trentina di operatori degli ospedali Civile e dell’Angelo, omaggiati di un tour ad hoc in segno di riconoscimento e riconoscenza per il loro impegno nell’emergenza coronavirus. Per ora sarà aperto al pubblico solo nei weekend (10-18) fino al 26 luglio, con prenotazione consigliata, e durante la settimana per gruppi di massimo dieci persone con guida autorizzata e con prenotazione di cinque giorni d’anticipo. Il Museo del Vetro di Murano e del Merletto a Burano sono aperti con le stesse modalità gratis, mentre al Ducale il biglietto è ridotto a 13 euro e sempre gratuito per i residenti (considerando che non è ancora possibile la visita al Correr, al museo Ar-
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Belli Le prenotazioni saranno incentivate. Correr aperto da luglio
cheologico e alle sale monumentali della Marciana prima comprese nell’ingresso). «Le prenotazioni saranno incentivate, la città dovrebbe essere prenotabile. Auspichiamo di aprire il museo Correr il primo di luglio e di estendere l’apertura del Ducale a tutta la settimana — commenta Belli —. Per Ca’ Pesaro bisognerà aspettare metà settembre e per il Fortuny, con il riallestimento di Pier Luigi Pizzi, ottobre». Dal 22 giugno, però, partiranno le attività Muve, già prenotabili online, per adulti e famiglie e ci saranno ingressi, sempre in esclusiva con guide autorizzate possibi-
li durante tutta la settimana, anche in musei chiusi come Ca’ Rezzonico, Casa Goldoni, Palazzo Mocenigo e al Museo di Storia Naturale. «Plessi si farà il 2 settembre, prima con le installazioni sulle finestre del Correr e a distanza di una ventina di giorni a Ca’ Pesaro — aggiunge la direttrice della Fondazione riferendosi alla mostra «Fabrizio Plessi. L’età dell’Oro» per gli ottant’anni dell’artista — Opera è stata cancellata, mentre Carpaccio è slittata al 10 luglio del prossimo anno». Nel frattempo per entrare a Palazzo Ducale bisogna seguire un percorso obbligato, con accessi contin-
L’allarme Valigia abbandonata vicino al ponte di Rialto fatta brillare
Cinema, Furlan riaccende i proiettori sale dimezzate e biglietti a 5,5 euro
Ieri i primi vernissage di tre mostre. Domani Toniolo e Goldoni all’aperto Il via libera ufficiale è arrivato ieri: da lunedì cinema e teatri possono riaprire le porte al pubblico. Gianantonio Furlan, l’uomo dei cinema di Mestre e Silea, ha tutto pronto per accenderà subito i proiettori delle sue sale. La regola dice che dovrà esserci una poltrona libera tra uno spettatore e l’altro.«Abbiamo un software che esclude i posti non vendibili – spiega – e dobbiamo stimolare la gente a tornare in sala: il biglietto costerà 5 euro e mezzo per tutti i film nei primi 15 giorni. Ci saranno quelli usciti solo in streaming durante l’emergenza sanitaria. Ma anche i grandi successi della Disney e dei supereroi Marvel, oltre ai film usciti tra dicembre e febbraio. Dal 15 luglio arriveranno i nuovi prodotti americani». Gli impianti di condizionamento sono stati messi in sicurezza contro eventuali contagi: «Li abbiamo riprogrammati perché immettano solo
VENEZIA
Le altre sale Il Dante riapre il 18, il Rossini è in programma il 25 giugno
aria esterna». Giovedì 18 giugno riapre anche il cinema Dante con sala sanificata e distanze di sicurezza, dal giorno dopo parte la programmazione del Circuito cinema comunale, mentre a Venezia bisognerà aspettare il 25 giugno perché riapra almeno il Rossini. Oltre agli schermi, lunedì si riaccendono le luci dei palcoscenici: non nei teatri ma all’aperto. A inaugurare il ritorno degli eventi a Venezia saranno Carlo e Giorgio: per il loro spettacolo di lunedì sera in campo San Polo, alle 18.30, sono arrivate 2000 mail di prenotazione a fronte di 500 posti disponibili. Ci saranno accessi contingentati, con orario di arrivo nella mail di prenotazione, obbligo di mascherina e misurazione temperatura. Allo spettacolo si assisterà in piedi: nel campo i posti per il pubblico saranno segnalati da bolloni per terra. Se piove, niente paura: l’even-
to si sdoppierà in due turni (18.30 e 21) ciascuno con 200 posti. Sempre negli spazi della città, dal 15 giugno fino al 6 luglio il settore Cultura del Comune di Venezia, in collaborazione con Arteven Circuito Teatrale del Veneto, orga-
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ComunaleAllaStazione 041929439 0415951158 Zambello 0415233400 DellaVecchia
gentati, misurazione della temperatura, gel e l’obbligo di mascherina. «Abbiamo presentato al cda 100 pagine sulla sicurezza, che viene prima di tutto — spiega Mariacristina Gribaudi, presidente Muve —. Ca’ Pesaro e il Fortuny li riapriremo, abbiamo due grandi sponsor a finanziarli. La cassa integrazione? Mi è pianto il cuore ma è stato necessario». Ma su orari e aperture ridotte sono insorte le sigle sindacali, che hanno trovato appoggio nel Pd. «Il sindaco prima chiede di riaprire tutto e poi è il primo che non attiva i n m o d o serio l’offerta culturale della città — accusa la capogruppo pd in Consiglio Monica Sambo — Serve aprire tutti i musei nei tempi il più rapidi possibile». Ieri l’afflusso dei turisti è stato continuo, l’utorimessa comunale e il garage San Marco sono stati esauriti dall’ora di pranzo a sera, grazie anche alle tariffe agevolate. Avm ha inserito un’ottantine di corse aggiuntive rispetto all’orario feriale anche se di sera non sono mancati i momenti di tensione al Lido. Un momento di tensione nel pomeriggio, a causa dell’allarme innescato da una valigia abbandonata vicino al Ponte di Rialto che ha costretto al blocco dei vaporetti. Il bagaglio è stato fatto brillare dagli artificieri della Polizia ed è tornata la normalità. Camilla Gargioni © RIPRODUZIONE RISERVATA
nizza sette spettacoli per la rassegna «Io sono Teatro... tra la gente»: a Mestre in piazzetta Malipiero, fuori dal Teatro Toniolo, e nel cortile interno di Villa Erizzo, sede della bibilioteca Vez; a Venezia nel parco del Teatrino Groggia. Si comincia domani sera con la prima nazionale di «Pojana e i suoi fratelli» di Andrea Pennacchi, con doppio spettacolo alle 19 e alle 21.30 in piazzetta Malipiero. Spettacoli gratuiti, ma ad accesso limitato: mascherina di rigore e distanziamento tra i posti a sedere, (sanificati prima dell’accesso del pubblico), oltre agli ormai consueti dispenser di detergenti e soluzioni disinfettanti. Il mondo dell’arte contemporanea non è rimasto a guardare. E ieri sono ricominciate le vernici per le mostre, ben tre: «Share Happiness – omaggio a Frankenstein», con selezioni di gallerie veneziane, italiane e internazionali negli spazi della Galleria Alberta Pane in calle dei Guardiani; nel giardino dell’ex birrificio della Giudecca, la doppia inaugurazione delle mostre «Assembramenti» e «Pesi massimi» organizzate dalla Galleria Michela Rizzo e dallo Spazio Punch. Piefrancesco Carcassi © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA E MESTRE
Corriere del Veneto Domenica 14 Giugno 2020
Mascherine,gel,pannelli ilCasinòriaprevenerdì Gettonipulitiogni15minuti Misuratore facciale all’entrata. Venezia chiusa, lavori a Mestre
MESTRE Il verde aprirà la strada
alle puntate ai tavoli. Altrimenti dietrofront e ritorno a casa, perché la temperatura è superiore a 37 e mezzo. Ca’ Noghera è pronta ad aprire, adesso c’è anche la data, messa nero su bianco nell’ordinanza firmata ieri dal governatore Luca Zaia: venerdì 19 giugno. «Noi eravamo pronti ad aprire anche domani, comunque dobbiamo ringraziare il presidente del Veneto, non certo il governo, che ha scaricato tutto sulle Regioni», dice polemicamente l’assessore al Bilancio Michele Zuin. All’ingresso ci sarà il misuratore facciale della temperatura (discriminante per poter giocare), all’interno rigoroso l’uso della mascherina (che dovrà essere cambiata ogni quattro ore), distanze di sicurezza e igienizzazione. Croupier e addetti alle slot avranno anche la visiera (ulteriore protezione) e i gettoni saranno sanificati ogni quindici minuti. Il Casinò sta lavorando da settimane per farsi trovare pronto all’appuntamento: percorsi obbligati in sala, si entra da una parte e si esce dall’altra, pannelli di plexiglass per dividere le slot machine, ma anche i giocatori ai tavoli. Non potranno essere più di cinque (solo i congiunti potranno stare a distanza rav-
vicinata), dove solitamente arrivano a raggiungere anche i quindici giocatori. Si giocherà in modo diverso, più ordinato, ma si riprenderà a puntare, spiegano dalla casa da gioco che nei primi cinque mesi e mezzo dell’anno, tra acqua alta e lockdown, ha già perso trenta milioni di euro. Non rientreranno comunque tutti i lavoratori (la cassa integrazione almeno per qualche settimana rimarrà a rotazione) perché sarà aperta solo la sede di Ca’ Noghera (tutta la settimana e non solo nei weekend come era stato previsto inizialmente con l’apertura anticipata all’inizio di
Conto alla rovescia Tutto pronto a Ca’ Noghera per la riapertura delle sale. Barriere di plexiglas per dividere i giocatori. Sono ancora in corso invece i lavori esterni. (foto Errebi)
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Presentate le candidature giugno), in attesa che a Venezia tornino i turisti negli alberghi e l’aeroporto riprenda a funzionare con una certa regolarità. Solo a quel punto (probabilmente a luglio) amministrazione e società decideranno di aprire Ca’ Vendramin Calergi, dove nelle prossime settimane verranno introdotte le misure indispensabile per poter far riprendere le puntate. L’azienda assicura massima cura all’igienizzazione, i servizi saranno puliti dopo ogni utilizzo da parte del cliente, così come i gettoni, il gel sarà presente in tutte le sale, i giocatori saranno invitati a farne uso e a tenere comportamenti adeguati. All’esterno e all’interno i lavori di restyling non sono ancora finiti, il lockdown ha rallentato inevitabilmente il cantiere, ma entro la fine dell’estate Ca’ Noghera potrà brindare al new look grazie a un nuovo fronte di entrata, lo scalone e la terrazza sul tetto. «Grazie al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ad Angelo Borrelli capo della Protezione Civile e a Luca Zaia per il decreto di apertura per il Casinò di Venezia. Si apre Ca’ Noghera venerdì prossimo, siete tutti invitati», twitta in serata il sindaco Luigi Brugnaro. Rien ne va plus. F. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fondazione Venezia una sfida a due per la presidenza: Bugliesi e Costa
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essun terzo nome arrivato all’ultimo minuto, la presidenza della Fondazione di Venezia si giocherà tra Paolo Costa e Michele Bugliesi. Venerdì sera hanno presentato le rispettive proposte di candidatura corredate da curricula e programmi, con una robusta parte dedicata alle idee per dare slancio al museo M9 di Mestre. Entrambi accademici a Ca’ Foscari, in comune hanno l’aver ricoperto l’incarico di rettore dell’università veneziana e l’incarico in consiglio Generale di Fondazione. Tra i due si profila un testa a testa, con otto consiglieri inclini a scegliere uno e altri sei decisi a sostenere l’altro, posizionamento fermo da settima-ne. Il presi-dente si sceglie a maggio-ranza ma la vittoria di un soffio è il segnale di un organismo spaccato, ecco perché si era Rettore BugliesiEx rettore Costa diffusa l’idea che sarebbe arrivata una terza candidatura per sparigliare e far ripartire la conta dei 14 voti. Gli occhi erano puntati su un altro consigliere, Francesco Borga, ex direttore generale di Confindustria. Il nuovo presidente sarà designato venerdì dopo l’approvazione del bilancio. Michele Bugliesi, rettore uscente di Ca’ Foscari, ha compiuto da poco 58 anni; è ordinario di Informati-ca, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Economia del Turismo ed è stato corteggiato da civiche e centrosinistra come candidato sindaco. Paolo Costa compirà 77 anni il mese prossimo, è stato ministro dei Lavori Pubblici, sindaco di Venezia dal 2000 al 2005, europarlamentare, presidente del Porto. (mo.zi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Verso le elezioni regionali
Il tridente di Zaia con Lega e lista sindaci Consiglieri uscenti ricandidati con i simboli di partenza. Domani Salvini torna in Veneto e i suoi colonnelli passano all’attacco
Filippo Tosatto / VENEZIA
Non ci è ancora dato di conoscere la data del voto regionale, ostaggio com’è di miopi manovre romane trasversali a tutte le forze politiche; sappiamo invece che il favorito della vigilia, Luca Zaia, lo affronterà con un tridente composto da Lega, lista del presidente e “cartello” dei sindaci. L’ha annunciato lui stesso ai fedeli consiglieri, convocati a distanza per apprendere ulteriori criteri riguardanti le candidature. I 22 uscenti, è la linea tracciata, saranno ripresentati al gran completo in considerazione «dell’impegno e della compattezza» espressi dal gruppo nella legislatura: ciascuno - ecco la regola - correrà sotto il simbolo che ne ha consentito l’elezione cinque anni fa, leghista o zaiano che sia. La circostanza non è banale: nelle intenzioni almeno, previene sul nascere la prevedibile corsa alla lista presidenziale, accreditata di un boom di consensi senza precedenti alla luce
dell’indice di gradimento del governatore (schizzato al 75% dopo l’emergenza Covid) e al parallelo affievolirsi dei consensi attribuiti dai sondaggi al partito di Matteo Salvini.
destra - Fratelli d’Italia, Forza Italia - che, se pure di malavoglia, saranno infine imbarcati in ossequio alle alleanze stipulate ai tavoli nazionali. La legge elettorale, a riguardo, prevede due premi di maggioranza: il 55% dei cinquanta seggi alla coalizione vincente con una percentuale inferiore al 40% dei voti e il 60% a chi raccolga dal 40 al 60 per cento di consensi; oltre tale soglia, la ripartizione diventa proporzionale e quindi ancor più premiante, un’eventualità giudicata «non irrealistica» dagli osservatori.
IL GOVERNATORE PARLA AL GRUPPO
Qualche perplessità investe invece la lista degli amministratori locali. Numerose le richieste giunte dal territorio, indispensabile la fissazione di parametri che evitino una scia di dimissioni ed elezioni anticipate nei comuni, so-
La coalizione punta a superare il 60% di voti per evitare che il peso degli alleati sia decisivo
IL DIRETTORIO E LA MISSIONE DI BITONCI
Leghisti: il segretario Matteo Salvini con Luca Zaia e Lorenzo Fontana
prattutto laddove siano in ballo i sindaci al primo mandato. Né si possono escludere bocciature clamorose (la corsa a Palazzo Ferro-Fini è scandita dalle preferenze personali non dalla nomina
dall’alto riservata ai parlamentari), a riguardo però esiste un salvagente: lo statuto della Regione prevede che i dieci assessori rassegnino le dimissioni dall’aula al momento dell’incarico, circo-
stanza che consentirà il ripescaggio di altrettanti esclusi. Prospettive? Zaia e i suoi luogotenenti puntano alla maggioranza assoluta di eletti leghisti, così da spuntare gli artigli ai partner di centro-
Ma chi compilerà le liste? L’ultima parola spetterebbe al direttorio guidato dal commissario Lorenzo Fontana e composto da Zaia, Roberto “bulldog” Marcato, Nicola Finco ed Erika Stefani; il condizionale corre all’incognita rappresentata dal veterano Massimo Bitonci, “custode” del simbolo Lega-Salvini premier per esplicita volontà del Matteo in felpa. È improbabi-
le che il deputato di Cittadella si rassegni al ruolo di comparsa. In proposito anzi i fedelissimi zaiani lo dipingono come la punta di diamante di un disegno dettato dai vertici di Via Bellerio: arginare lo strapotere di Zaia; condizionare la futura composizione del gruppone in Regione; rilanciare l’ala di stretta osservanza salviniana. Un compito che lo vedrebbe agire in stretta sinergia con parlamentari quali Andrea Ostellari (neocommissario dell’Emilia Romagna), Dimitri Coin, Franco Manzato e ancor più con i Giovani Padani che trovano in Alberto Stefani il punto di riferimento. Nessun attacco diretto (c’è da dirlo?) ma, giurano i rivali, un’intensa attività dietro le quinte. Tant’è. Domani e martedì, conclusa la quarantena, Matteo Salvini farà nuovamente capolino a queste latitudini, saltabeccando tra Verona e Vicenza. Chissà quali tête-à-tête prevede la sua agenda. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Marin, deputato di Forza Italia, sottoscrive la proposta del governatore del Veneto «Il referendum del 2017 si è celebrato grazie a una legge presentata dal nostro partito»
«L’autonomia non si tocca mai la sanità gestita da Roma» L’INTERVISTA Albino Salmaso
O
norevole Marco Marin, il centrodestra fatica a trovare l’intesa sulle candidature delle sei regioni chiamate al voto a fine settembre. E il presidente Zaia ha inserito il “lodo” dell’autonomia: lei che ne pensa? «Che Zaia ha ragione. Noi siamo a fianco del presidente del Veneto, il patto di governo della nuova legislatura si deve certamente costruire sull’autonomia differenziata. Stiamo ancora aspettando che la legge quadro del ministro Boccia arrivi in Parlamento. Purtroppo la memoria è corta e i meriti raramente sono riconosciuti ai veri protagonisti». Chi la memoria corta? «Non bisogna mai dimenticare un fatto: se il 22 ottobre 2017 il Veneto ha votato il referendum sull’autonomia è perché Forza Italia ha presentato in consiglio regionale la legge che ha consentito al presidente Zaia di convocare le urne. Senza la nostra proposta quel plebiscito con 2,3 mi-
lioni di sì non ci sarebbe mai stato. L’esame sul federalismo lo abbiamo superato con 30 e lode». Zaia però pretende che Berlusconi, Meloni e Salvini firmino quell’intesa sull’autonomia. Forse non si fida? «Penso che i tre leader nazionali sapranno trovare l’intesa sul valore strategico dell’autonomia per stroncare il ritorno al centralismo del gover-
no Conte». Nel suo ultimo intervento alla Camera, lei ha messo sotto accusa la ministra Azzolina per “l’assoluta mancanza di linee guida con cui riaprire le scuole a settembre”. Ha cambiato idea? «Affatto. Navigano senza rotta, non c’è ancora la data del rientro in classe. E la kermesse degli Stati Generali del premier Conte conferma la vo-
lontà di un ritorno al centralismo e allo statalismo nelle scelte strategiche in economia. Il governo delle 4 sinistre vuole riportare a Roma il controllo della sanità e togliere le competenze alle regioni. Andrea Orlando l’ha detto chiaro e tondo e i ministri del M5S sono pronti a dare una mano al vicesegretario Pd. C’è una sola cosa da fare in tempi rapidi: adottare il mo-
Marco Marin, deputato di Forza Italia
dello sanitario veneto ed estenderlo a tutte le regioni perché si è dimostrato il migliore in Europa. Dobbiamo dire tutti grazie ai nostri medici, alla grande scuola universitaria padovana e alla rete dell’assistenza domiciliare». Perché il centrodestra ha disertato gli Stati Generali? Berlusconi aveva aperto la porta del dialogo che la Me-
«Decisivo il ruolo di Berlusconi e Tajani nel Ppe per i fondi assegnati dall’Ue» loni ha invece chiuso a doppia mandata, come mai? «Si tratta di una inutile passerella mediatica, Forza Italia ha presentato una raffica di emendamenti al decreto Rilancio che il governo ha ignorato. Noi ci auguriamo che il premier Conte dedichi lo stesso impegno al dibattito in Parlamento per fare sintesi e passare delle parole ai fatti concreti. La cassa integrazione
non l’ha vista nessuno, il Veneto è stato tagliato fuori dai fondi per le zone rosse e dopo Vo’ ci sono le province di Padova, Treviso e Venezia che attendono il ristoro. Il Veneto è ripartito grazie all’impegno straordinario degli imprenditori che fanno miracoli anche con il lockdown. Le risorse stanziate da Conte sono bloccate dalla burocrazia: gli 85 miliardi rischiano di non essere mai spesi». E sui 172 miliardi assegnati dall’Ue che ne pensa Forza Italia? Salvini e la Meloni non ne vogliono sentir parlare. Discorso analogo sui 36 miliardi del Mes. «Un passo alla volta. Sul Mes sarà decisivo il voto del Parlamento, anche i 5 Stelle sono contrari. Se l’Europa ci ha dato una mano è grazie all’ottimo rapporto costruito da Berlusconi e Tajani con il Ppe, prima con la Merkel e ora con la Von der Leyen. Forza Italia ha sempre messo gli interessi del nostro Paese al primo posto: ora c’è da sperare che i soldi escano in tempi rapidi dalle casse di Bruxelles». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DOMENICA 14 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Verso le elezioni regionali
Il tridente di Zaia con Lega e lista sindaci Consiglieri uscenti ricandidati con i simboli di partenza. Domani Salvini torna in Veneto e i suoi colonnelli passano all’attacco
Filippo Tosatto / VENEZIA
Non ci è ancora dato di conoscere la data del voto regionale, ostaggio com’è di miopi manovre romane trasversali a tutte le forze politiche; sappiamo invece che il favorito della vigilia, Luca Zaia, lo affronterà con un tridente composto da Lega, lista del presidente e “cartello” dei sindaci. L’ha annunciato lui stesso ai fedeli consiglieri, convocati a distanza per apprendere ulteriori criteri riguardanti le candidature. I 22 uscenti, è la linea tracciata, saranno ripresentati al gran completo in considerazione «dell’impegno e della compattezza» espressi dal gruppo nella legislatura: ciascuno - ecco la regola - correrà sotto il simbolo che ne ha consentito l’elezione cinque anni fa, leghista o zaiano che sia. La circostanza non è banale: nelle intenzioni almeno, previene sul nascere la prevedibile corsa alla lista presidenziale, accreditata di un boom di consensi senza precedenti alla luce
dell’indice di gradimento del governatore (schizzato al 75% dopo l’emergenza Covid) e al parallelo affievolirsi dei consensi attribuiti dai sondaggi al partito di Matteo Salvini.
destra - Fratelli d’Italia, Forza Italia - che, se pure di malavoglia, saranno infine imbarcati in ossequio alle alleanze stipulate ai tavoli nazionali. La legge elettorale, a riguardo, prevede due premi di maggioranza: il 55% dei cinquanta seggi alla coalizione vincente con una percentuale inferiore al 40% dei voti e il 60% a chi raccolga dal 40 al 60 per cento di consensi; oltre tale soglia, la ripartizione diventa proporzionale e quindi ancor più premiante, un’eventualità giudicata «non irrealistica» dagli osservatori.
IL GOVERNATORE PARLA AL GRUPPO
Qualche perplessità investe invece la lista degli amministratori locali. Numerose le richieste giunte dal territorio, indispensabile la fissazione di parametri che evitino una scia di dimissioni ed elezioni anticipate nei comuni, so-
La coalizione punta a superare il 60% di voti per evitare che il peso degli alleati sia decisivo
IL DIRETTORIO E LA MISSIONE DI BITONCI
Leghisti: il segretario Matteo Salvini con Luca Zaia e Lorenzo Fontana
prattutto laddove siano in ballo i sindaci al primo mandato. Né si possono escludere bocciature clamorose (la corsa a Palazzo Ferro-Fini è scandita dalle preferenze personali non dalla nomina
dall’alto riservata ai parlamentari), a riguardo però esiste un salvagente: lo statuto della Regione prevede che i dieci assessori rassegnino le dimissioni dall’aula al momento dell’incarico, circo-
stanza che consentirà il ripescaggio di altrettanti esclusi. Prospettive? Zaia e i suoi luogotenenti puntano alla maggioranza assoluta di eletti leghisti, così da spuntare gli artigli ai partner di centro-
Ma chi compilerà le liste? L’ultima parola spetterebbe al direttorio guidato dal commissario Lorenzo Fontana e composto da Zaia, Roberto “bulldog” Marcato, Nicola Finco ed Erika Stefani; il condizionale corre all’incognita rappresentata dal veterano Massimo Bitonci, “custode” del simbolo Lega-Salvini premier per esplicita volontà del Matteo in felpa. È improbabi-
le che il deputato di Cittadella si rassegni al ruolo di comparsa. In proposito anzi i fedelissimi zaiani lo dipingono come la punta di diamante di un disegno dettato dai vertici di Via Bellerio: arginare lo strapotere di Zaia; condizionare la futura composizione del gruppone in Regione; rilanciare l’ala di stretta osservanza salviniana. Un compito che lo vedrebbe agire in stretta sinergia con parlamentari quali Andrea Ostellari (neocommissario dell’Emilia Romagna), Dimitri Coin, Franco Manzato e ancor più con i Giovani Padani che trovano in Alberto Stefani il punto di riferimento. Nessun attacco diretto (c’è da dirlo?) ma, giurano i rivali, un’intensa attività dietro le quinte. Tant’è. Domani e martedì, conclusa la quarantena, Matteo Salvini farà nuovamente capolino a queste latitudini, saltabeccando tra Verona e Vicenza. Chissà quali tête-à-tête prevede la sua agenda. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Marin, deputato di Forza Italia, sottoscrive la proposta del governatore del Veneto «Il referendum del 2017 si è celebrato grazie a una legge presentata dal nostro partito»
«L’autonomia non si tocca mai la sanità gestita da Roma» L’INTERVISTA Albino Salmaso
O
norevole Marco Marin, il centrodestra fatica a trovare l’intesa sulle candidature delle sei regioni chiamate al voto a fine settembre. E il presidente Zaia ha inserito il “lodo” dell’autonomia: lei che ne pensa? «Che Zaia ha ragione. Noi siamo a fianco del presidente del Veneto, il patto di governo della nuova legislatura si deve certamente costruire sull’autonomia differenziata. Stiamo ancora aspettando che la legge quadro del ministro Boccia arrivi in Parlamento. Purtroppo la memoria è corta e i meriti raramente sono riconosciuti ai veri protagonisti». Chi la memoria corta? «Non bisogna mai dimenticare un fatto: se il 22 ottobre 2017 il Veneto ha votato il referendum sull’autonomia è perché Forza Italia ha presentato in consiglio regionale la legge che ha consentito al presidente Zaia di convocare le urne. Senza la nostra proposta quel plebiscito con 2,3 mi-
lioni di sì non ci sarebbe mai stato. L’esame sul federalismo lo abbiamo superato con 30 e lode». Zaia però pretende che Berlusconi, Meloni e Salvini firmino quell’intesa sull’autonomia. Forse non si fida? «Penso che i tre leader nazionali sapranno trovare l’intesa sul valore strategico dell’autonomia per stroncare il ritorno al centralismo del gover-
no Conte». Nel suo ultimo intervento alla Camera, lei ha messo sotto accusa la ministra Azzolina per “l’assoluta mancanza di linee guida con cui riaprire le scuole a settembre”. Ha cambiato idea? «Affatto. Navigano senza rotta, non c’è ancora la data del rientro in classe. E la kermesse degli Stati Generali del premier Conte conferma la vo-
lontà di un ritorno al centralismo e allo statalismo nelle scelte strategiche in economia. Il governo delle 4 sinistre vuole riportare a Roma il controllo della sanità e togliere le competenze alle regioni. Andrea Orlando l’ha detto chiaro e tondo e i ministri del M5S sono pronti a dare una mano al vicesegretario Pd. C’è una sola cosa da fare in tempi rapidi: adottare il mo-
Marco Marin, deputato di Forza Italia
dello sanitario veneto ed estenderlo a tutte le regioni perché si è dimostrato il migliore in Europa. Dobbiamo dire tutti grazie ai nostri medici, alla grande scuola universitaria padovana e alla rete dell’assistenza domiciliare». Perché il centrodestra ha disertato gli Stati Generali? Berlusconi aveva aperto la porta del dialogo che la Me-
«Decisivo il ruolo di Berlusconi e Tajani nel Ppe per i fondi assegnati dall’Ue» loni ha invece chiuso a doppia mandata, come mai? «Si tratta di una inutile passerella mediatica, Forza Italia ha presentato una raffica di emendamenti al decreto Rilancio che il governo ha ignorato. Noi ci auguriamo che il premier Conte dedichi lo stesso impegno al dibattito in Parlamento per fare sintesi e passare delle parole ai fatti concreti. La cassa integrazione
non l’ha vista nessuno, il Veneto è stato tagliato fuori dai fondi per le zone rosse e dopo Vo’ ci sono le province di Padova, Treviso e Venezia che attendono il ristoro. Il Veneto è ripartito grazie all’impegno straordinario degli imprenditori che fanno miracoli anche con il lockdown. Le risorse stanziate da Conte sono bloccate dalla burocrazia: gli 85 miliardi rischiano di non essere mai spesi». E sui 172 miliardi assegnati dall’Ue che ne pensa Forza Italia? Salvini e la Meloni non ne vogliono sentir parlare. Discorso analogo sui 36 miliardi del Mes. «Un passo alla volta. Sul Mes sarà decisivo il voto del Parlamento, anche i 5 Stelle sono contrari. Se l’Europa ci ha dato una mano è grazie all’ottimo rapporto costruito da Berlusconi e Tajani con il Ppe, prima con la Merkel e ora con la Von der Leyen. Forza Italia ha sempre messo gli interessi del nostro Paese al primo posto: ora c’è da sperare che i soldi escano in tempi rapidi dalle casse di Bruxelles». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
l’orario estivo di trenitalia
Da oggi è più facile raggiungere sia Bolzano che Reggio Calabria Istituita una Freccia Argento da Venezia al sud senza cambi che parte alle 12,26 Il collegamento diretto con l’Alto Adige sarà invece attivo solo nel fine settimana to e Bolzano, senza cambiare più a Verona Porta Nuova. Una Freccia Rossa solo estiva e che viaggia unicamente il sabato e la domenica, che parte da Bolzano alle 15.23 e arriva a Santa Lucia alle 18.12. TrenItalia ripristina altre Frecce Rosse sia per Bolo-
Felice Paduano / VENEZIA
Oggi entra in vigore il nuovo orario estivo delle Ferrovie dello Stato. La novità è rappresentata dalla partenza, per la prima volta, di una Freccia Argento che collega direttamente Venezia e Padova alla Calabria senza cambi a Bologna, Roma o Napoli. Parte da Venezia Santa Lucia alle 12.26 e da Padova alle 12.56 con fermate a Ferrara, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Roma Tiburtina, Roma Termini, Napoli Afragola, Salerno, Paola, Lametia Terme, Rosarno, Villa San Giovanni, Reggio di Calabria. È un treno che era molto atteso sia dai numerosi calabresi che vivono nel Veneto centrorientale che dai tanti veneti che amano trascorrere le vacanze in Calabria. Oggi inizia a circolare anche un nuovo treno che collega direttamente Venezia e Padova con Trento, Rovere-
Aumentano anche le altre Frecce e i treni regionali in circolazione feriale gna, Roma, Napoli Centrale che per Verona, Brescia e Milano. Attualmente le Frecce per Roma sono 12 (6 più 6 a/r) e 10 per Milano (5 più 5), di cui una diretta a Torino, che riparte da Padova alle 8.46 e arriva a Porta Susa alle 11.45. Rimane l’obbligo di viaggiare indossando la mascherina e i guanti, che saranno
Un treno ad alta velocità in stazione a Mestre
studio della cgia di mestre
consegnati dal capotreno a ciascun viaggiatore in un kit da viaggio che contiene anche una copertura del poggiatesta monouso e una bottiglietta di acqua minerale. Non più in plastica, ma in lattina per la scelta ecologica per il riciclaggio compiuta da TreniItalia quattro mesi fa. Da oggi cambia anche il numero dei treni regionali. Specialmente di quelli che vengono utilizzati dai lavoratori pendolari e che quindi circolano dal lunedì al venerdì. Il programma, elaborato da TrenItalia in stretta collaborazione con la Regione Veneto, prevede il raggiungimento di quota 83% dei treni che circolavano prima dello scoppio della pandemia. I regionali non saranno ripristinati tutti per l’intera estate, perché sia le scuole che le Università sono ancora chiuse. L’ istituzione del treno diretto per la Calabria è stata commentata positivamente anche dal direttore del dipartimento di Angiologia di Padova. «È una Freccia che tutti noi calabresi del Veneto aspettavamo da tempo» osserva Giampiero Avruscio «Sono convinto che, sia d’inverno ma ancora di più in estate, sarà sempre piena. A questo punto si può pranzare a Padova e cenare a Paola o a Cosenza o a Lametia, persino a Reggio. Lo prenderanno volentieri anche i siciliani di Messina, visto che arriverà a Villa San Giovanni alle 21.20». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
confartigianato traccia un parallelo con il 2008
Regione e Usl venete L’export pre-Covid vale 62 mld pagano le fatture Bonomo: sostenere la ripresa prima della scadenza CROMASIA
12 ANNI DI EXPORT MANIFATTURIERO MADE IN VENETO: DALLA CRISI LEHMAN BROTHERS AL PRE COVID-19 VENEZIA
Il 2020 si apre con una buona notizia per le aziende che hanno rapporti con la Regione Veneto e gli enti locali. Gli ultimi dati disponibili (primo trimestre 2020 e media 2019) ci dicono che Usl, Comuni capoluogo, sette Province e la Regione del Veneto sono “virtuosissime”. La conferma arriva dalla Cgia di Mestre che monitora 25 realtà: nel 2019 nessuno ha pagato i propri fornitori dopo la scadenza. Numeri positivi pure nel 2020. Nel primo trimestre di quest’anno, unica eccezione tra i soggetti esaminati, è il Comune di Treviso che ha onorato i propri debiti dopo la scadenza imposta per contratto, con un ritardo lievissimo: 1,33 giorni. Tra le città capoluogo “miglior pagatrice” a inizio 2020 è stata Venezia che salda le fatture in media 11,18 giorni prima della scadenza, poi Belluno (9,46 giorni), Vicenza (9), Padova (6,09) , Rovigo (3,4), mentre il dato di Verona non è disponibile. Ricordiamo che le fatture commerciali “dovrebbero” essere pagate entro 30 giorni dall’emissione, quelle della sanità entro 60 giorni. Buona pagatrice anche la Regione del Veneto, che sal-
da 23,43 giorni prima della scadenza. «Un settore particolarmente penalizzato è quello delle grandi opere dove i pagamenti si allungano di molto, mentre nei piccoli Comuni si paga con più ritardo» spiega Paolo Zabeo, coordinatore Ufficio Studi della Cgia di Mestre. «Altro fattore preoccupante, nonostante lo Stato abbia imposto la fatturazione elettronica, è che non c’è un dato pubblico e certo su quanto ammonti il debito dello Stato con le imprese italiane». Per quanto riguarda la sanità regionale la più celere è l’Azienda Zero (-40,30 giorni), Ulss 6 Euganea (-32,89) Ulss 7 Pedemontana (-28,07), Ulss 2 Marca Trevigiana (-25,06), Ulss 3 Serenissima (-24,12), Ulss 4 Veneto Orientale (-22,47), Ulss 1 Dolomiti (-22,28), Ulss 9 Scaligera (-21,69), Ulss 5 Polesana (-21,20) e Ulss 8 Berica (-19,38 giorni). Tra le province il dato migliore lo registra Treviso (paga in media 24,05 giorni prima della scadenza), Rovigo (-21,30), Verona (-19,84), Padova (-14,54 ), Città metropolitana Venezia (-14,33), Belluno (-5,94) e Vicenza (-4,39) — N.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Anni 2008 – 2019/Valori in milioni di euro 62.573,4 59.845,5 61.859,0 55.984,4 56.708,5 51.235,7 48.657,2
53.203,3
48.888,7 49.746,1 44.242,2
38.131,5 2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat
VENEZIA
Il primo trimestre del manifatturiero veneto si chiude “solo” con mezzo miliardo di euro di esportazioni in meno (a 14,66 miliardi) rispetto a 12 mesi fa. Ma gli occhi e le preoccupazioni sono già rivolti ai prossimi trimestri e a capire come reagirà l’economia veneta. Se guardiamo a quanto è successo post 2008 le imprese venete sembrano però avere tutte le carte in regole per riuscire a risollevarsi anche questa volta. «Questi primi segnali di rallentamento» spiega Agostino Bonomo, presidente Confartigiana-
to Imprese Veneto «colgono solo l’inizio degli effetti della pandemia. Il crollo si vedrà nei dati relativi al secondo trimestre 2020». Ma Bonomo invita a guardare quello che è successo dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008 e a «cogliere alcuni spunti interessanti per progettare le sfide future per il Veneto». Allora il 2008 si chiuse molto bene per la vendita delle merci manifatturiere venete nel mondo, con oltre 48,5 miliardi, nel 2009 si assistette al crollo del 21,6% (a poco più di 38 miliardi). Ci vollero due anni alle aziende venete per recupe-
rare quanto perduto e iniziare, dal 2011, una rincorsa che ci ha portato nel 2019 a toccare quota 62,5 miliardi (+28,6% rispetto al 2008 e +64,1% rispetto al 2009). «In questi 12 anni la moda, l’arredo, l’alimentare, la meccanica e le apparecchiature elettroniche, la chimica e i prodotti farmaceutici sono cresciuti tutti, anche se con alcune differenze» precisa Bonomo «La richiesta di made in Veneto dal mondo è aumentata per tutti, con alcune eccellenze». Ed è il caso di alimentari e bevande, “peso” quasi raddoppiato in 12 anni sul totale ex-
cassa depositi e prestiti
Pronti 12 miliardi per i debiti pubblici scaduti a fine 2019 Scatta domani l’iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti per anticipare alla Pubblica amministrazione liquidità straordinaria per accelerare il pagamento dei debiti commerciali e sanitari scaduti lo scorso 31 dicembre 2019. In questo modo sarà possibile offrire un sostegno concreto alla Pubblica amministrazione, generando un impatto positivo per il tessuto economico e le comunità locali. A beneficiare saranno le imprese e gli altri creditori della Pubblica amministrazione, che potranno così ottenere un significativo importo di risorse, pari a 12 miliardi di euro messi a disposizione dal Mef, così suddivisi: 8 miliardi per il pagamento di debiti commerciali degli Enti locali, delle Regioni e delle Province Autonome e i restanti 4 miliardi per i debiti del Servizio Sanitario Nazionale. Fino al 7 luglio gli Enti Locali, le Regioni e le Province autonome potranno richiedere i prestiti a Cdp ad un tasso fisso dell’1,22%, rimborsabile entro un massimo di 30 anni. Le Amministrazioni avranno l’obbligo di pagare tempestivamente le imprese fornitrici e gli altri creditori.
port, passato dal 6% al 10%, i prodotti farmaceutici anch’essi quasi raddoppiati come importanza cresciuti dallo 0,7% all’1,3% e la chimica gomma plastica cresciuta dal 6,3% al 7,3%. Tra chi ha perso, in termini di quota regionale, troviamo il manifatturiero tradizionale: la Moda, scesa dal 18,7% al 17,1%, le apparecchiature elettroniche dal 10,5 al 9,5% e i metalli e minerali calati dal 15,8% al 13%. Per i prossimi mesi, guardando ai Paesi di destinazione del nostro export, si trovano molte conferme delle attese e qualche positiva sorpresa: la tenuta della Germania (+1% rispetto allo stesso periodo del 2019), nostro più importante sbocco (vale il 14,1% dell’export manifatturiero regionale), e la crescita degli Stati Uniti +8,7% (entrati in lockdown un mese dopo l’Europa). Calano invece Spagna –16,8%, Francia –6,8%, Inghilterra –15,8% e Cina –17%. «Possiamo affermare con ragionevole certezza» prosegue Bonomo «che il nostro sistema manifatturiero, fortemente specializzato e orientato a una qualità “on demand”, è attrezzato per affrontare anche questa nuova scalata. L’Europa è il nostro principale partner, ma è l’intero continente ad essere stato coinvolto dal lockdown e dunque l’impatto sarà generale». Per agevolare la ripartenza delle piccole imprese, Confartigianato chiede al governo maggiore attenzione sull’internazionalizzazione attraverso comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, sistema fieristico, commercio digitale e finanza agevolata. — NICOLA BRILLO © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica 14 Giugno 2020 www.gazzettino.it
Congressi In sala barriere o distanze da rispettare a venerdì 19 giugno in Veneto potrà riprendere l’attività congressistica. Nelle sale convegno dovrà essere garantita l’occupazione dei posti a sedere in modo da favorire il distanziamento minimo di almeno 1 metro o anche meno ma allora con barriere fisiche adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. Andrà garantita una distanza di sicurezza anche al tavolo dei relatori in modo che possano intervenire senza l’uso della mascherina.
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Sport Possibili contatti Tornano basket calcetto e volley al 25 giugno in Veneto è consentito lo sport di contatto - calcetto, ma anche basket, pallavolo, pallanuoto, beachvolley sulle spiagge - ma la data potrà essere anticipata in caso di raggiungimento dell’intesa con il ministero della Salute. Dovrà infatti essere accertata la compatibilità di queste attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei rispettivi territori.
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Piscine Se non si nuota cade il limite dei 7 metri i sono piscine e piscine. Quelle dove non è possibile la pratica natatoria sono escluse dal rispetto delle linee guida, in particolare per quanto riguarda la densità di affollamento in vasca: solo se si nuota deve essere garantito un indice di 7 metri quadri di superficie di acqua a persona. La modifica è stata introdotta dall’ordinanza firmata dal governatore della Regione Veneto e in vigore dalla mezzanotte di oggi.
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Case di riposo “chiuse” Zaia: bisogna intervenire le famiglie sono disperate «Preoccupati dai messaggi che ci arrivano dai parenti degli ospiti» Palazzo Balbi sta valutando di alleggerire la responsabilità dei gestori `
LA FOTO CHOC I volti e i nomi dei 34 ospiti defunti della casa di riposo di Merlara (Padova)
IL CASO VENEZIA Hanno lavorato per settimane, fitti incontri di lavoro tra la Regione del Veneto e le associazioni di categoria. Alla fine, ancora lo scorso mese, hanno partorito le tanto attese linee guida per la riapertura delle case di riposo che significa accogliere nuovi ospiti, ma anche consentire ai parenti di far visita ai propri cari ricoverati in queste strutture. Solo che, nonostante i protocolli, non è cambiato niente: le case di riposo sono di fatto chiuse. Il motivo? Troppo alto il ri-
schio che nelle strutture entri - di nuovo o per la prima volta - il virus. Troppa la preoccupazione di dover far fronte a improvvisi focolai. Così, nonostante il via libera della Regione dello scorso 26 maggio, non è cambiato niente. «Siamo inquietati dai messaggi che arrivano dalle famiglie», ha detto il presidente della Regione Luca Zaia. Che ha annunciato una nuova ordinanza tale da alleggerire le responsabilità dei gestori di Ipab, Rsa, centri per disabili e per malati psichiatrici. «Faremo un’ordinanza che sarà di fatto un piano di sanità pubblica in modo che i gestori siano più
L’intervista/ 1 Il gestore di discoteche
Jesolo senza ballo «Il Muretto non può aprire a tutti i costi» utte chiuse, almeno per il momento. Dal Vanilla Club al Muretto. L’unico spiraglio è per il King’s, visto che i gestori stanno valutando la possibilità di riprendere l’attività. Estate 2020 senza discoteche a Jesolo. Gli unici a riaprire, ma nella formula discobar, solo servizio ristorante e dopocena, sono il Gasoline, la Capannina Beach e lo Hierbas, mentre per luglio potrebbe accogliere i primi ospiti anche il Marina Club. La spiaggia più glamour del Veneto rischia di perdere una parte importante della propria offerta turistica: il mondo della notte mobilita almeno 30mila giovani ogni fine settimana per un fatturato da 50 milioni di euro e più a stagione. Ad esserne convinto è Tito Pinton, storico gestore del Muretto, ma anche del “Musica” a Riccione e pronto a gestire, da gennaio 2021, un club a New York con Giuseppe Cipriani.
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Davvero l’estate 2020 trascorrerà senza Il Muretto? «Purtroppo sì, manca la necessaria chiarezza per riaprire. Nell’ordinanza della Regione c’è scritto che i balli possono avvenire solo all’esterno: il perimetro del nostro locale è aperto tre lati su
quattro e il tetto è composto da un tendone nella parte centrale. Come dobbiamo considerarci? Per noi siamo all’aperto, per qualche rappresentante delle forze dell’ordine al chiuso e di certo non possiamo aspettare di essere sanzionati per ricevere la conferma. È vero che abbiamo un giardino esterno, gli spazi però non ci permettono fare quello che sappiamo fare». Sarà un’estate quantomeno insolita… «L’ordinanza impone di ballare in pista a due metri di distanza, l’uso delle mascherine e altre limitazioni. La discoteca è aggregazione. Il Muretto non può aprire a tutti i costi e diventare una brutta copia di quello che è sempre stato». Con i balli all’aperto si possono
«SERVE CHIAREZZA, LAVOREREMO IN EMILIA ROMAGNA» Tito Pinton
organizzare almeno le feste sulla spiaggia? «Bella domanda, ma nessuno ad oggi ci ha dato una risposta. Io posso ipotizzare di sì, magari riducendo il numero dei partecipanti e mantenendo la regola del distanziamento. Nessuno però ci ha detto nulla, anche se i nostri eventi sulla spiaggia sono una risorsa per tutta la città». Nessuna chiamata dal Comune? «Nessuna, eppure l’assessore al Commercio si è attivato per aumentare i plateatici di bar e ristoranti. Per noi le discoteche niente. Creiamo presenze, occupazione e indotto, ciò nonostante veniamo considerati solo un problema». Crede ancora in Jesolo? «Certo, altrimenti non mi arrabbierei, devo molto a questo città e voglio continuare a lavorarci, però di devono essere le condizioni». Quest’anno aprirà il “Musica” a Riccione… «Stiamo investendo 3 milioni di euro, l’amministrazione comunale di Riccione ci ha convocato anche nei giorni scorsi per spronarci ad aprire». In Veneto ora è arrivata l’ordinanza di Zaia… «In Emilia Romagna è arrivata in anticipo. Per riaprire serve programmazione, tempo e chiarezza. Condizioni che oggi mancano». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA
tranquilli - ha detto Zaia - Sia chiaro però che l’ordinanza la firmerò io, la responsabilità viene trasferita alla Regione».
LE PROTESTE C’erano altre soluzioni? A quanto pare no, anche perché le case di riposo son strutture autonome e nessuno, neanche la Regione, può imporre di aprire le porte, pur con tutte le precauzioni del caso. Solo che le famiglie non ce la fanno più. «Le famiglie ha ammesso Zaia - hanno tutte le ragioni del mondo. Ci riferiscono di anziani e disabili ricoverati che soffrono, e in alcuni casi re-
grediscono, perché si sentono abbandonati dal momento che le visite sono sospese da mesi». «La tematica è complicata e delicata - ha aggiunto l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin - Sono interessati disabili, minori, anziani autosufficienti e non autosufficienti, malati psichiatrici. Stiamo lavorando a un nuovo provvedimento che valga per tutti questi settori, con poche regole ma chiare sulle visite dei familiari, sulle autorizzazioni a uscire dalle strutture nei fine settimana, sui nuovi ingressi. Riceviamo centinaia di messaggi e mail anche molto duri da parte delle famiglie. Ma il fatto è che i gestori sono molto preoccupati». La soluzione potrebbe essere quella di attenuare se non togliere del tutto le responsabilità in capo ai gestori. «Anche le altre Regioni, come la Toscana e l’Emilia Romagna, si stanno muovendo nella nostra stessa direzione», ha detto il governatore Zaia.
LE REAZIONI Sulla questione sono intervenuti anche alcuni consiglieri regionali. «Se la Regione avesse impegnato verso i centri di occupazione diurna e l’assistenza alle persone con disabilità, la stessa attenzione che sta dimostrando nei confronti dei locali da ballo, probabilmente centinaia di famiglie venete sarebbero uscite da settimane da un vergognoso lockdown senza fine, a cui invece li costringe l’inerzia della burocrazia sociosanitaria veneta», ha detto Cristina Guarda (Veneto 2020). Secondo Stefano Valdegamberi (Gruppo misto, Tzimbar Earde), invece, la responsabilità è di Roma: «Gli anziani, i disabili, i malati psichiatrici, anche dalle ultime direttive sul coronavirus del Governo sono destinati alla totale reclusione, peggio dei carcerati. La Regione cerchi di mitigare il più possibile queste disposizioni statali per non far morire di crepacuore queste persone, che soffrono e si sentono abbandonate dai loro cari». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervista/2 Il presidente delle Pro loco
«Timori per le sagre, prenotazioni e ingressi a numero chiuso» ilanciare dislocando. Sarà questa la strategia delle Pro loco nell’organizzare sagre e manifestazioni per i prossimi mesi. Dopo la conferma giunta ieri con l’approvazione della nuova ordinanza regionale a firma Zaia che dal 19 giugno conferma il via libera, ora è necessario attivarsi e fare i conti con i dettami imposti dagli strascichi dell’allerta sanitaria. Ne parla il presidente regionale del comitato Unpli Veneto e del comitato trevigiano, Giovanni Follador.
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Che aria si respira dopo la conferma della ripresa dalla settimana prossima? «Cerchiamo di infondere positività e di incentivare l’avvio delle sagre. Sarei però un bugiardo se dicessi che non c’è preoccupazione nel settore. Negli ultimi anni siamo riusciti a far avere a tutti i gruppi organizzatori di eventi una copertura assicurativa sulla responsabilità civile, ma i timori non mancano. Per la responsabilità stessa che l’organizzazione richiede, dalle norme da rispettare all’importanza di mantenere lo spirito delle sagre senza snaturarlo».
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È pensabile una sagra, simbolo per antonomasia dell’aggregazione, con le misure di sicurezza? «In questi mesi si era proposto di allestirle con sole consumazioni per asporto, ma avrebbe significato perdere la loro stessa natura. Il via libera è una conferma importante dopo lunghe incertezze perché ci permette di cominciare a pensare in concreto. Tuttavia una riorganizzazione profonda». Quale volto avranno le sagre? «Il loro aspetto non sarà quello tradizionale. Fermo restando il fatto che molte manifestazioni rischiano comunque di essere annullate. Quelle che vorranno aprire dovranno attener-
«MOLTI EVENTI A RISCHIO ANNULLAMENTO CON LE NUOVE REGOLE» Giovanni Follador
si alle regole appena dettate dalla Regione, che saranno valide fino al 10 luglio. Cartelli informativi, disinfettanti sempre a disposizione, mascherine e distanze di un metro per i non conviventi saranno obbligatori. Vi è poi una lunga serie di norme facoltative, dalla misurazione della temperatura all’uso dei divisori fino agli ingressi contingentati e, per pranzi e cene, le regole valide per il settore ristorativo. Dobbiamo pensare a ingressi a numero chiuso e favorire le prenotazioni per assicurare il rispetto dei distanziamenti». Insomma, ci sarà un modo nuovo di considerare un classico dell’estate. «Dobbiamo metterci in un’ottica di evento diffuso: non più manifestazioni concentrate in un solo luogo, ma eventi a tema e sparsi sul territorio che coinvolgano anche il comparto turistico, con alberghi, ristoranti, locali per un rilancio comune. Accadrà nei 29 Comuni delle colline del prosecco dove si sta allestendo il recupero della “Primavera del prosecco”». Quali saranno le prossime mosse? «Martedì incontreremo l’assessore regionale al turismo Caner che illustrerà le nuove disposizioni e il piano da poco approvato. Non mancheremo di proporre degli stimoli». Serena De Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Domenica 14 Giugno 2020 www.gazzettino.it
Le nuove misure per la ripartenza Spettacoli In platea si occupa un posto su 2 er cinema, teatri, circhi, teatri tenda, arene e spettacoli in genere, anche viaggianti, produzione lirica, sinfonica, orchestrale, teatrale, coreutica, spettacoli musicali - la cui apertura è già da domani - spariscono i limiti degli spettatori: non più 200 posti al chiuso e 1.000 all’aperto, ma un numero massimo in base alla capienza. Il principio è una sedia sì e una sedia no. Oppure, su spalti o gradinate, almeno 1 metro.
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Discoteche Si balla solo all’aperto e non in coppia a venerdì 19 giugno in Veneto potranno riaprire le discoteche. I gestori dovranno garantire almeno 1 metro tra gli utenti e almeno 2 metri tra gli utenti che accedono alla pista da ballo. Occhio: si potrà ballare solo all’esterno e da soli. I balli di coppia - salsa, tango - non sono ancora consentiti. Obbligatoria la mascherina al chiuso e all’esterno tutte le volte che non è possibile rispettare la distanza interpersonale di 1 metro.
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Azzardo Casinò e bingo pulizie almeno ogni ora ale slot, sale giochi, sale bingo e sale scommesse in Veneto potranno riaprire da venerdì 19 giugno. Periodicamente (almeno ogni ora), è necessario assicurare pulizia e disinfezione delle superfici dei giochi a contatto con le mani (pulsantiere, maniglie, ecc). Vietati i giochi a uso collettivo in cui non sia possibile il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro.
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Discoteche, sport, casinò: il Veneto gioca d’anticipo Nuova ordinanza, ecco le prossime aperture: `I turisti contagiati curati a spese delle Ulss da domani al cinema, da venerdì ok alle sagre Regioni adriatiche alleate: obiettivo i tedeschi `
LE NOVITÀ VENEZIA Con quasi un mese di anticipo rispetto ai tempi fissati da Roma, il Veneto riapre tutto l’apribile, dalle discoteche al Casinò di Venezia. Da domani potranno riprendere i cinema, da venerdì 19 giugno le discoteche (ma con balli singoli, ben distanziati, e solo all’aperto) così come i congressi e le sale gioco, da giovedì 25 anche le cosiddette attività sportive con contatto, come il calcetto o la pallavolo in spiaggia. E i turisti che dall’estero vorranno venire a passare qui le vacanze, potranno stare tranquilli: se mai dovessero ammalarsi di coronavirus, saranno presi in carico dalla Regione e anche la quarantena la faranno gratis in uno degli alberghi convenzionati. Pubblicata ieri pomeriggio sul Bollettino Ufficiale della Regione, la nuova ordinanza del presidente Luca Zaia entrerà in vigore alla mezzanotte di oggi e cesserà i suoi effetti il 20 luglio. La mascherina sarà ancora obbligatoria nei luoghi chiusi ma anche all’aperto se c’è pericolo di assembramento. Dovremo tenerla per tutta l’estate? «Deciderà il Governo, noi come Regione possiamo semmai dare disposizioni più restrittive, come quando abbiamo chiuso i supermercati la domenica o introdotto i 200 me-
tri per le passeggiate intorno a casa in pieno lockdown - ha detto il governatore Luca Zaia - Spetta al Governo centrale, in base all’evoluzione epidemiologica, confermare i dispositivi di protezione individuale, ridurli o addirittura eliminarli». Ma se i dati dei ricoveri, dei morti, dei contagi - continueranno a calare, va da sé, ha detto Zaia, che si andrà «nella direzione di allentare tutto».
TRE PARTI Le novità dell’ordinanza - dal cinema alle sale gioco - sono riassunte nelle schede pubblicate in queste pagine. Il provvedimento è diviso in tre parti. La prima conferma le linee guida per le at-
tività già aperte, come i ristoranti e i parrucchieri. La seconda elenca le date di aperture delle attività che finora sono rimaste chiuse: da lunedì 15 giugno i cinema e gli spettacoli; da venerdì 19 giugno sagre, fiere, congressi, sale gioco e bingo, discoteche, casinò di Venezia; dal 25 giugno (ma la data potrà essere anticipata se si troverà l’intesa con il ministero della Salute) le attività sportive di contatto. Per ogni attività l’ordinanza allega le linee guida da rispettare. I primi commenti sono stati positivi: «È la strada per la liberalizzazione totale», ha detto Franco Polato, presidente provinciale di Silb-Confcommercio, il sindacato dei gestori delle discoteche.
I CORRETTIVI
Le date 15 giugno Da domani riaprono i cinema
19 giugno Tornano discoteche e casinò
25 giugno Possibili gli sport “di contatto”
Venezia In piazza San Marco tornano i turisti
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IL FOCUS VENEZIA Riaprire le porte, spegnere le luci: il cinema prova a ripartire. La speranza è che davvero scatti la voglia del grande schermo dopo mesi di piattaforme e film on demand nel salotto di casa, a meno che questa abitudine non abbia definitivamente compromesso il rapporto con la sala e accelerato un processo di fruizione casalinga, già in atto da tempo. Il settore è molto preoccupato: il protocollo per riportare la gente al cinema, inizialmente insostenibile, ora è adeguato a restrizioni più accettabili e si potrà vedere il film anche senza mascherina. La data fissata per la riapertura è il 15, ma qualcuno non si sente ancora pronto, altri temono che l’estate non aiuterà e quindi preferiscono restare chiusi. Altri, invece, grazie a ordinanze regionali, come in Friuli Venezia-Giulia, hanno di fatto già riaperto da venerdì.
Le prime code per Palazzo Ducale Folla di turisti a Venezia per la riapertura dei grandi musei, su tutti Palazzo Ducale, che ha visto un piccolo assalto di visitatori. Oltre un migliaio le prenotazioni per visitarlo e alle biglietterie almeno 300 metri di coda e lunghi tempi di attesa. E traffico bloccato su Mestre perché fin dalla tarda mattinata sono andati esauriti tutti i parcheggi della città storica.
LA MAPPA A NORDEST La mappa del Nordest è abbastanza diseguale. Ad aprire subito, in Veneto, non saranno in molti (Img a Mestre, il Verdi a Vittorio Veneto, l’Italia a Belluno, il Don Bosco a San Donà, l’Arena Fiume a Verona, il Corso a Treviso); poi dal prossimo weekend la lista si allungherà, ma non a Venezia per esempio, dove probabilmente si riaprirà parzialmente dal 25. Per Gianantonio Furlan, proprietario dell’Img e della quasi totalità delle sale mestrine, è giusto sondare subi-
SPETTATORI Molti altri Paesi hanno già riaperto i cinema. Ecco una platea a Bangkok (Thailandia)
to la disponibilità degli spettatori: «Il quadro mi sembra accettabile. Sono piuttosto ottimista, ma capisco che ci vorrà del tempo perché si ritorni ai vecchi numeri, quindi non mi aspetto certo a metà giugno una risposta forte, anche se credo che la voglia di tornare al cinema non manchi». Anche per la direttrice
La terza parte dell’ordinanza introduce delle modifiche per alcune attività già funzionanti. Tra queste ci sono i servizi per l’infanzia da 0 a 17 anni: «La misurazione della temperatura non è più obbligatoria ma solo raccomandata - ha spiegato l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin - Inoltre i rapporti tra bambini e operatori (per i più piccoli era stato fissato il rapporto 1 a 5) non sono più fissi, ma consigliati. Infine, la mascherina è obbligatoria solo se non è possibile garantire il distanziamento sociale». L’aspetto forse più innovativo dell’ordinanza firmata ieri da Zaia riguarda la presa in carico di turisti che dovessero risultare positivi. «Non capiterà - ha detto Zaia - ma nel caso non è che possiamo presentare il conto a chi si contagia e deve fare qui la quarantena». Faranno dunque la quarantena a spese della Regione negli alberghi già individuati settimane fa. Intanto il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha annunciato che tra due settimane terrà una conferenza stampa congiunta con i presidenti di Veneto e Friuli sulle televisioni di lingua tedesca con lo scopo di attrarre in Italia turisti provenienti dai Paesi germanici. Alda Vanzan
Buio in sala per pochi I gestori rimandano i film a settembre
dell’Edera di Treviso, cinema d’essai di lunga tradizione familiare, è giunto il momento di riaprire, anche se qui non prima del 20 giugno. Dice Giuliana Fantoni, da poco presidente della Fice (la federazione dei cinema d’essai) del Triveneto: «Io sono fiduciosa sul ritorno del pubblico, noi abbiamo il nostro consolidato e fedele. Certo queste aperture
hanno un significato sperimentale, non lo nascondo. Ma credo che gli affezionati spettatori non ci abbandoneranno». Per Alberto Fassina, direttore del MultiAstra di Padova, che riapre il 18, è un momento importante: «Dovevamo dare un segnale, anche se le aspettative sono giudiziosamente ridotte. I timori ci sono, ma insomma veni-
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PROGRAMMAZIONE CON IL CONTAGOCCE IL FRIULI APRIPISTA VENETO ANCORA IN FASE SPERIMENTALE «MA SIAMO OTTIMISTI»
re al cinema non è diverso che andare in pizzeria. Bisogna tornare a vivere. Per settembre sono ottimista, ora mi attendo una risposta più rarefatta». Enrico Ladisa, programmatore delll’Odeon di Vicenza, punta sulle arene: «Non abbiamo una tradizione estiva nelle sale interne, quindi partiremo con l’arena estiva l’1 luglio. Noi abbiano fino a oggi sperimentato una nostra proposta on demand, con 35 film e oltre 600 visioni da casa. Ci aspettiamo comunque un buon ritorno in sala».
L’ANTICIPO DEL FRIULI Chi ha già aperto, in Friuli, ha la situazione più chiara. Sabrina Baracetti, una delle due menti del Far East Film Festival e del Visionario di Udine, spiega: «I primi dati, una quarantina di spettatori nella prima giornata sono confortanti. Abbiamo creato una sala con divisori e curato una ozonizzazione della sala importante. Poi da metà luglio apriremo anche l’Arena all’aperto. C’è ottimismo». Buone risposte anche dal Cinemazero di Pordenone, come informa il coordinatore delle sale Riccardo Costantini: «Abbiamo avuto una sessantina di presenze all’avvio, davvero confortante, tenendo conto che era anche una bella giornata. Molti hanno mostrato soddisfazione per l’apertura, visto che la mancanza del cinema si è fatta sentire, come ci hanno detto. Diciamo che per ora è andata meglio di quanto pensavamo». Adriano De Grandis © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 14 Giugno 2020
LaRegioneelalottaalvirus Ieri8.300tamponi in più: èrisultatopositivolo 0,14%
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ILNUMERODEGLI”ATTUALMENTE POSITIVI” SCENDE SOTTO QUOTA 800
ADESSOÈTREVISOINTESTA CON177CASI:HASUPERATO VERONACHEÈSCESAA169. POIVENEZIAA91EVICENZAA 85MENTREPADOVAÈA53
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TORNAA SALIREDOPO TREGIORNIIL NUMERO DI PERSONE IN ISOLAMENTO
ILTOTALEADESSOÈGIUNTO A831PERSONE,MENTREIL NUMERODEINEGATIVIZZATI ALCORONAVIRUSÈSALITOA QUOTA16.466(IERI+49)
EMANATALANUOVAORDINANZADIZAIA. Rimanesospesosolol’accordoconilGovernoperigiochidisquadra:almomentoladatadisbloccoèfissatapergiovedì25giugno
IlVenetoanticipa:riapretuttodavenerdì19 Dadomanisì afilmeconcerti:la Contagi:+12 capienza per gli spettacoli diventa “unpostosì eunono”.Epoiilvia Interapia asagre,discoteche,congressi intensiva «Sostanzialmente apriamo tutto». L’aveva fatto capire chiaro, il governatore Luca Zaia, che avrebbe sfruttato quel comma del nuovo decreto del Governo che consente alle Regioni di «stabilire una data diversa per la ripresa delle attività» e anche «un numero massimo di spettatori» per eventi. E così ieri il governatore, assistito da Franco Botteon capo dell’avvocatura regionale e dagli assessori Manuela Lanzarin e Gianpaolo Bottacin, ha varato la nuova ordinanza che è valida fino al 10 luglio, quando si spera che l’emergenza sia davvero giunta al “zero contagi e ricoveri”. «Abbiamo soppesato ogni settore, prorogando per 21 di questi le linee guida, aprendo nuove attività e modificando alcune “regole” di attività che sono già aperte». SPETTATORI: CAPIENZA AL 50%. Già da domani ripren-
dono film e spettacoli, vale a dire cinema, teatri, concerti, circhi, arene, produzioni liriche e sinfoniche. E il passaggio fondamentale «che risolve un problema enorme è quello sul numero massimo di spettatori»: per Arena, Fenice, Mostra del cinema, teatro Olimpico e così via varrà la regola “un posto sì e uno no”, per cui la capienza diventa quella del 50% con distanze anche inferiori al metro. Laddove però non ci sono posti numerati, dovrà essere applicato il limite di una distanza di un metro tra uno spettatore e l’altro, il che fa pensare che si cercherà comunque di “numerare” gli spazi per poter così ridurre il calo dei posti disponibili rispetto a quelli per cui la struttura è autorizzata. In generale per tutti questi spettacoli vale poi una sorta di “regola d’oro” che stiamo vivendo da qualche tempo e che regola anche l’accesso a ristoranti, bar e altre
strutture: a parte distanziamenti e igienizzazione delle mani, si indossa la mascherina quando si arriva per assistere allo spettacolo, quando ci si muove per andare al bagno e quando si all’uscita, però quando si è seduti fermi al proprio posto la mascherina può anche essere calata. PER TUTTO IL RESTO VIA LIBERA DA VENERDÌ. La rivoluzio-
ne però arriverà tra cinque giorni: venerdì 19. Potranno aprire le sagre (che sono proprio all’inizio della stagione clou); le fiere e i grandi eventi fieristici; i congressi; le sale slot, sale giochi e sale bingo; le discoteche e i locali per l’intrattenimento soprattutto notturno, anche se in questo caso il ballo sarà possibile solo in zone all’aria aperta, a differenza delle vendita di bevande e altri servizi. Per il Casinò di Venezia, poi, la Regione dà il via libera con l’indicazione di seguire le regole di prevenzione sanitaria concordate in “auto-produzione” tra i gestori e il personale, anche per la protezione dei clienti. Resta invece da stabilire quello che accadrà per chi vuole giocare a calcio, basket, volley, rugby e così via: le “attività sportive con contatto” potranno ricominciare dal 25 giugno, come stabilito adesso a livello di normativa nazionale, a meno che non si raggiunga in anticipo un accordo sulle linee guida con il Ministero della salute: «Non escludiamo di riuscire ad anticipare», osserva Zaia. TURISTI STRANIERI. L’ultima
novità voluta da Zaia è che la Regione si farà carico con le Ulss di turisti stranieri (sono la stragrande maggioranza del totale) che eventualmente risultino positivi al virus: la quarantena la faranno in vacanza, ma negli alberghi con cui la Regione ha già siglato due mesi fa un’apposita convenzione. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Regole generali. Dove c'è manifestazione affollata, obbligo di indossare la mascherina; la si può togliere solo una volta seduti al proprio posto (cinema, spettacoli e altro), igienizzare spazi e locali ogni volta dopo un "evento"
tornauncaso ripositivizzato Non ci sono numeri di allerta: il trend è sempre di calo, soprattutto per quello che riguarda i ricoveri da Covid-19 negli ospedali dove adesso sono scese a 284 le persone che erano state accolte come “malati da virus”, anche se a oggi quelle che sono ancora positive sono scese a 41, mentre i dimessi sono 3498. Ma certo fa alzare l’attenzione sia il fatto che ieri è tornato a farsi registrare un caso di positivo al virus in terapia intensiva - è una “ripositivizzazione” a Schiavonia - sia l’aumento delle persone in isolamento, che sono risalite da 823 a 831 ed è la seconda volta in tre giorni che si inverte il trend. A questo si aggiunge il fatto che, ben lungi dal toccare la tanto attesa quota “zero contagi”, i nuovi positivi scoperti dai tamponi ieri sono saliti di 12 unità: coinvolte le province di Venezia, Padova, Verona e Belluno, oltre a due non residenti in Veneto. È il +0,06% rispetto alla massa di contagi totali che ora è a 19.219 (ed è lo 0,12% degli oltre 8 mila tamponi analizzati ieri in regione). Da registrare invece per fortuna un solo decesso nelle ultime 24 ore, avvenuto in una casa di riposo del Trevigiano. Il Veneto adesso piange in tutto 1978 persone portate via dall’epidemia. Note positive, la discesa sotto quota 800 dei casi di veneti “attualmente positivi”: adesso sono 775. E in parallelo è salito a quota 16.466 (ieri +49) il numero di persone che erano malate si sono “negativizzate” al Covid-19. •
Film e spettacoli. Da domani via libera a cinema, teatri, spettacoli, concerti, lirica: per gli spettatori dovrà essere garantita l'alternanza di un posto pieno e uno vuoto Sagre, fiere e congressi. Via libera da venerdì 19. Servono cartelli di informazione sulle misure adottate anche in lingua straniera, percorsi ordinati per i visitatori, obbligo di mascherine e di igienizzazione delle mani o di guanti prima di "toccare" oggetti esposti. No a impianti di condizionamento con solo ricircolo di aria interna
L’EGO-HUB
Piero Erle
Il via libera finale per spettacoli, fiere, sagre, sale gioco e balli all'aperto
Sale giochi, slot, bingo, Casinò. Evitare assembramenti. Oltre alle regole generali, è necessario assicurare disinfezione delle superfici dei giochi a contatto con le mani (pulsantiere, maniglie). Per il Casinò di Venezia valgono le regole concordate tra azienda e lavoratori
Pertemperatura,limitidei gruppie cibo
Discoteche e locali simili. Va garantito almeno 1 metro tra gli utenti, e il numero massimo di persone in pista da ballo dev'essere tale da garantire in teoria almeno 2 metri tra gli utenti che vi accedono (ma non sono obbligati poi a restare a due metri tra di loro). Il ballo però è consentito solo in zone all'aperto. No al consumo di bevande al banco Attività sportive di contatto. Per i giochi di squadra lo sblocco è rinviato al 25 giugno, salvo accordi con il Ministero della salute che anticipino i tempi Funivie e cabinovie. Va tenuta la distanza di un metro tra persone in ogni fase prima della partenza e all'arrivo. I gestori sono invitati a far 'girare' tutti i veicoli disponibili e alla velocità massima per evitare assembramenti tra chi attende di salire. Obbligo di mascherina e di areazione Turisti stranieri. Nel caso che uno di loro risulti positivo al virus, sarà il servizio sanitario veneto a farsene carico imponendo la quarantena in uno degli alberghi convenzionati con la Regione a questo scopo già da un paio di mesi
OrarioestivoTrenitalia: anche nuove Frecce
Centriperibimbi:arrivano Treniperimontieilmare regolemenorestrittive conl’abbinataperlebici «Ancheperi servizi per l’infanziacisono dellenovità», annuncial’assessoreManuela Lanzarin.I centriestivi per i bimbieragazzidazeroa 17 anniinfatti rientrano inquella partedell’ordinanzadel presidenteZaiacon ladicitura “Disposizionispeciali regionali” cheindical’introduzionedi alcunenovitàrispetto allelinee guidaemanate inprecedenza peril Veneto. Per icentri per l’infanzia,sintetizzal’assessore asanità esociale, insostanzale novitàsono3: la misurazione dellatemperatura(non soloai bimbimaancheai genitoriche liaccompagnano) «non èpiù obbligatoriamasolo “consigliata”,comedel resto è statoindicato alle lineeguida nazionalidel Ministero.Inpiù c’èunanuova diciturache indicacheilrapporto tra operatoreenumero dibimbi(1 a5per i piccoli finoa 5anni, 1a 7per quellida6a 11anni e1a 10per quellipiù grandi)non sonoèpiù fissatocome obbligatoriomasolo consigliatoeraccomandato:è
ManuelaLanzarin eLuca Zaia un’aperturamigliorativa».Terzo, l’usodellamascherina(peri bimbi dai6 anniinsu)èobbligatoriosolo seèpossibile garantire distanziamento,ma nonad esempioquando i bimbisono sedutiognunoal suo posto.Edè anchepossibile far portarecibo dacasa(panino,bevandao altro), masoloper il consumo delsingolo bambinochelo porta.C’èpoi un vialiberapiù largoall’ingresso degliinformatori scientifici nelle strutturedelleUlss,a un utilizzo meno“vincolato” per le piscinedi condominiocheservono per il relaxenon peril nuoto, einparte perle funivie. Pertuttociò chenon èregolatosi fa riferimentoalle lineeguidaper attivitàsimili. P.E.
«Un’estateinviaggiotra mare, montagnaecittà d’arte»: così Trenitaliapresenta le novitàin vigoredaoggi colnuovo orario. Peril Venetospicca ilritorno del“Trenobusdelle Dolomiti”, collegamentodirettoda Vicenza/Padovaa Calalzonei giornifestivi con unMinuetto cheha14posti bici:il biglietto valeancheper il serviziobus (concarrelloper bici) Calalzo-Cortinaeritorno.C’è poiil nuovo “VeronaTrenoBici”, nuovotreno Rockcon 18 posti bicifra Venezia eMantovaa serviziodellepiste ciclabili scaligeredellaciclopista Peschiera-Mantova(con scontopoi per l’acquistoal ParcoSigurtà). Altranovità, il servizio“Cortinalink”: 9 collegamentibusdal lunedì al sabatofra CalalzoeCortina, conun ununicobiglietto che faràviaggiare dauna qualsiasi stazioneferroviariafino a Cortina.Saràanche istituitoun serviziobusdedicato ai passeggeriTrenitalia dalla stazionediConegliano a CortinaCentroeTofane. E
Untrenobusperle Dolomiti riprendeanche ilVerona Link, unicobigliettoper il serviziodi trasportocombinatotreno(finoa VeronaPorta Nuova) ebusAtv perCastelD’Azzano, Verona Fiera, OspedaliBorgo RomaeBorgo Trento.Unaccordo traAtvo e Trenitaliapermette dall’11 luglio aipasseggeri deitreni,con un unicobiglietto,diusufruiredelbus daMestrefino alle spiaggediLido diJesoloedeltrasportojesolano. Infineoggi riparte ilFrecciarossa Bolzano– Milanocon fermataa Verona,Bolzano–Ancona eil Venezia–Bolzanocon fermatea Mestre,Padova, Vicenza, Verona. Infinec’èla novitàdel FrecciargentodaVeneziaSanta Luciaa Reggio Calabria.
36 Bassano MUSEOHEMINGWAY
Visitaguidata evideointervista
IL GIORNALE DI VICENZA
Domenica 14 Giugno 2020
Èin programma oggi alle 16al Museo Hemingway e della Grande Guerra una visita guidata dalla ricercatrice Martina Mastandrea su "La letteratura di Ernest Hemingway e i suoi rapporti con l'Italia". Alle 17 sulla pagina facebook del museo la videointervista a JohnHemingway, nipotedelloscrittore"Ernest, mio nonno".
MUNICIPIO
Domani Commissione Affariistituzionali
Torna a riunirsi in presenza domani alle 18 in sala del Consiglio la commissioneconsiliareAffariistituzionali.Icittadinipotrannoseguire sul canale youtube del Comune l’incontro che avrà come principalepunto all’ordinedel giorno lemodifiche del regolamentosul funzionamento delconsigliocomunale.
L’IMPRESA. Andrea Muraro,26 anni, diPozzoleone, campioneitalianodi ultracycling,ha festeggiatolafinedelle restrizioniinsieme aun amicocon saccoapelo eviveri
Ilgiro delVeneto intregiorni inbicicletta Oltre 1110 chilometri con 13 mila metri di dislivello Dai passi dolomitici a una Venezia deserta al Garda all’Altopiano.«Omaggio emessaggiodisperanza» Davide Moro
Ha pedalato lungo tutto il perimetro del Veneto in sella alla sua bicicletta. Per respirare finalmente quella libertà che il lockdown ha tolto per dei lunghissimi mesi. E per lanciare un messaggio di gioia e speranza a tutti i veneti in occasione della ripartenza, «perché abbiamo affrontato l’emergenza Covid-19 con grande forza e ce la siamo cavata molto meglio di altre realtà». L’impresa è del campione italiano di ultracycling Andrea Muraro, 26 anni, di Pozzoleone, che si divide tra il lavoro alla Decathlon di Bassano e la bicicletta: dopo quattro anni passati a correre con i dilettanti, infatti, si è innamorato del ciclismo estremo, fatto di gare sulle lunghissime distanze, i cui allenamenti richiedono tempo e dedizione. Il 30 maggio Muraro, accompagnato dall’amico trevigiano Valter Saccon, è partito per questo insolito giro del Veneto lungo le strade di con-
fine. Ha pedalato per tre giorni, fino alla sera del primo giugno, percorrendo 1116 chilometri, con 13 km di dislivello, incontrando prima la neve sulle Dolomiti, poi i panorami mozzafiato sulla costa veneta e un’incredibile Venezia deserta. Insomma, un’esperienza durissima, quasi massacrante, dal punto di vista atletico, ma fantastica per le sensazioni che ha permesso di vivere. «L’ultracycling non ha mezze misure - spiega Muraro -: le gare vanno dai 400 ai 1500 e più chilometri e vince chi arriva primo al traguardo. Ovviamente ciascuno deve dosare al meglio energia, pause ristoro e dormite ed essenziale è l’aspetto mentale. Io sono campione italiano della cate-
«Unospettacolo Incertiluoghi lanatura sistava impadronendo delterritorio»
goria “senza supporto”, titolo che ho vinto l’anno scorso alla “Ultracycling Dolomitica”, da Treviso a tutti i passi dolomitici, con 30 ore e mezza di gara lungo 680 km e 20 km di dislivello, bellissima ma impegnativa». Dal rimanere praticamente bloccato a casa durante la prima fase della quarantena, al potersi allenare senza oltrepassare i confini di Pozzoleone, via via l’allentamento delle misure di sicurezza ha permesso al campione di risalire in sella alla sua bici per rimettersi in forma. Fino all’originale idea di percorrere il perimetro del Veneto, concedendosi le lunghe distanze previste dal suo sport ma rispettando sempre le limitazioni impartite dal governatore Luca Zaia. «Siamo partiti da Fener, al confine tra Belluno e Treviso, con le nostre bici e tre borse ciascuno con dentro sacco a pelo, viveri e vestiti - continua Muraro -. Nella prima tappa abbiamo fatto i passi dolomitici con arrivo a Portogruaro: bellissimi i panorami, il paesaggio e anche co-
AndreaMuraroin uno deirarimomentidi riposo duranteilsuogiro delVeneto inbicicletta
AlPasso Staulanza conl’amico ValterSaccon(in primo piano)
me la natura si stava impadronendo del territorio dopo mesi senza turismo. Abbiamo visto vicino alla strada anche molti più animali del solito. Sulle Tre Cime di Lavaredo ci siamo beccati la neve: eravamo infreddoliti e fradici, così ci siamo fermati a dormire a casa di una famiglia. La seconda tappa è stata invece pianeggiante ma faticosa a causa del vento: siamo passati lungo tutta la costa veneta, con fermata a Venezia, e poi via fino al confine con l'Emilia-Romagna e arrivo a Peschiera del Garda. Vedere la città lagunare praticamente
deserta è stato uno spettacolo surreale. La terza tappa ci ha portati a vedere il lago di Garda, la Lessinia, quindi a seguire sempre il confine fino ad attraversare poi l'Altopiano di Asiago, con discesa a Enego e prosecuzione per Feltre e infine l’arrivo a Fener. Abbiamo percorso il perimetro del Veneto in maniera quasi perfetta, come si può vedere dalla traccia del gps». Ai due atleti questo viaggio ha dato tanto. «Dopo molto tempo trascorso a casa o a fare allenamenti limitati - conclude Andrea Muraro -, è stato bellissimo poter vedere il nostro Veneto, con i suoi colori e i suoi panorami, e nel contempo poter pedalare come mi piace». Un’esperienza che vuole essere un messaggio e, perché no, anche un’opportunità originale di fare turismo. «Abbiamo voluto rendere omaggio ai luoghi più belli del Veneto - conclude il ciclista di Pozzoleone - e dare un messaggio di speranza ai veneti. Ma ciò che abbiamo fatto potrebbe essere anche una bellissima occasione per fare turismo: una bicicletta, pochi bagagli, un itinerario magari spalmato su più giorni o meno impegnativo, ed ecco che si possono visitare le meraviglie della nostra regione: lo consiglio davvero!». • © RIPRODUZIONERISERVATA
SPECIALE
Fare impresa dopo il virus GIOVEDÌ 18 GIUGNO
L‘emergenza coronavirus ha reso ancora più evidente di prima l’importanza per le imprese di puntare sulla trasformazione digitale e sulle nuove tecnologie per tornare competitive sui mercati. Per comprendere le opportunità che la quarta rivoluzione industriale offre nello scenario economico e produttivo del “dopo Covid”, lo speciale Industria 4.0 proporrà interviste con esperti del settore e rappresentanti delle categorie economiche vicentine, per raccogliere punti di vista e chiavi di lettura su come la manifattura possa valorizzare in pieno la sua forza anche con il supporto della tecnologia digitale.
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con Il Giornale di Vicenza un inserto di 20 pagine
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REGIONE
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 IL MATTINO
l’orario estivo di trenitalia
Da oggi è più facile raggiungere sia Bolzano che Reggio Calabria Istituita una Freccia Argento da Venezia al sud senza cambi che parte alle 12,26 Il collegamento diretto con l’Alto Adige sarà invece attivo solo nel fine settimana to e Bolzano, senza cambiare più a Verona Porta Nuova. Una Freccia Rossa solo estiva e che viaggia unicamente il sabato e la domenica, che parte da Bolzano alle 15.23 e arriva a Santa Lucia alle 18.12. TrenItalia ripristina altre Frecce Rosse sia per Bolo-
Felice Paduano / VENEZIA
Oggi entra in vigore il nuovo orario estivo delle Ferrovie dello Stato. La novità è rappresentata dalla partenza, per la prima volta, di una Freccia Argento che collega direttamente Venezia e Padova alla Calabria senza cambi a Bologna, Roma o Napoli. Parte da Venezia Santa Lucia alle 12.26 e da Padova alle 12.56 con fermate a Ferrara, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Roma Tiburtina, Roma Termini, Napoli Afragola, Salerno, Paola, Lametia Terme, Rosarno, Villa San Giovanni, Reggio di Calabria. È un treno che era molto atteso sia dai numerosi calabresi che vivono nel Veneto centrorientale che dai tanti veneti che amano trascorrere le vacanze in Calabria. Oggi inizia a circolare anche un nuovo treno che collega direttamente Venezia e Padova con Trento, Rovere-
Aumentano anche le altre Frecce e i treni regionali in circolazione feriale gna, Roma, Napoli Centrale che per Verona, Brescia e Milano. Attualmente le Frecce per Roma sono 12 (6 più 6 a/r) e 10 per Milano (5 più 5), di cui una diretta a Torino, che riparte da Padova alle 8.46 e arriva a Porta Susa alle 11.45. Rimane l’obbligo di viaggiare indossando la mascherina e i guanti, che saranno
Un treno ad alta velocità in stazione a Mestre
studio della cgia di mestre
consegnati dal capotreno a ciascun viaggiatore in un kit da viaggio che contiene anche una copertura del poggiatesta monouso e una bottiglietta di acqua minerale. Non più in plastica, ma in lattina per la scelta ecologica per il riciclaggio compiuta da TreniItalia quattro mesi fa. Da oggi cambia anche il numero dei treni regionali. Specialmente di quelli che vengono utilizzati dai lavoratori pendolari e che quindi circolano dal lunedì al venerdì. Il programma, elaborato da TrenItalia in stretta collaborazione con la Regione Veneto, prevede il raggiungimento di quota 83% dei treni che circolavano prima dello scoppio della pandemia. I regionali non saranno ripristinati tutti per l’intera estate, perché sia le scuole che le Università sono ancora chiuse. L’ istituzione del treno diretto per la Calabria è stata commentata positivamente anche dal direttore del dipartimento di Angiologia di Padova. «È una Freccia che tutti noi calabresi del Veneto aspettavamo da tempo» osserva Giampiero Avruscio «Sono convinto che, sia d’inverno ma ancora di più in estate, sarà sempre piena. A questo punto si può pranzare a Padova e cenare a Paola o a Cosenza o a Lametia, persino a Reggio. Lo prenderanno volentieri anche i siciliani di Messina, visto che arriverà a Villa San Giovanni alle 21.20». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
confartigianato traccia un parallelo con il 2008
Regione e Usl venete L’export pre-Covid vale 62 mld pagano le fatture Bonomo: sostenere la ripresa prima della scadenza CROMASIA
12 ANNI DI EXPORT MANIFATTURIERO MADE IN VENETO: DALLA CRISI LEHMAN BROTHERS AL PRE COVID-19 VENEZIA
Il 2020 si apre con una buona notizia per le aziende che hanno rapporti con la Regione Veneto e gli enti locali. Gli ultimi dati disponibili (primo trimestre 2020 e media 2019) ci dicono che Usl, Comuni capoluogo, sette Province e la Regione del Veneto sono “virtuosissime”. La conferma arriva dalla Cgia di Mestre che monitora 25 realtà: nel 2019 nessuno ha pagato i propri fornitori dopo la scadenza. Numeri positivi pure nel 2020. Nel primo trimestre di quest’anno, unica eccezione tra i soggetti esaminati, è il Comune di Treviso che ha onorato i propri debiti dopo la scadenza imposta per contratto, con un ritardo lievissimo: 1,33 giorni. Tra le città capoluogo “miglior pagatrice” a inizio 2020 è stata Venezia che salda le fatture in media 11,18 giorni prima della scadenza, poi Belluno (9,46 giorni), Vicenza (9), Padova (6,09) , Rovigo (3,4), mentre il dato di Verona non è disponibile. Ricordiamo che le fatture commerciali “dovrebbero” essere pagate entro 30 giorni dall’emissione, quelle della sanità entro 60 giorni. Buona pagatrice anche la Regione del Veneto, che sal-
da 23,43 giorni prima della scadenza. «Un settore particolarmente penalizzato è quello delle grandi opere dove i pagamenti si allungano di molto, mentre nei piccoli Comuni si paga con più ritardo» spiega Paolo Zabeo, coordinatore Ufficio Studi della Cgia di Mestre. «Altro fattore preoccupante, nonostante lo Stato abbia imposto la fatturazione elettronica, è che non c’è un dato pubblico e certo su quanto ammonti il debito dello Stato con le imprese italiane». Per quanto riguarda la sanità regionale la più celere è l’Azienda Zero (-40,30 giorni), Ulss 6 Euganea (-32,89) Ulss 7 Pedemontana (-28,07), Ulss 2 Marca Trevigiana (-25,06), Ulss 3 Serenissima (-24,12), Ulss 4 Veneto Orientale (-22,47), Ulss 1 Dolomiti (-22,28), Ulss 9 Scaligera (-21,69), Ulss 5 Polesana (-21,20) e Ulss 8 Berica (-19,38 giorni). Tra le province il dato migliore lo registra Treviso (paga in media 24,05 giorni prima della scadenza), Rovigo (-21,30), Verona (-19,84), Padova (-14,54 ), Città metropolitana Venezia (-14,33), Belluno (-5,94) e Vicenza (-4,39) — N.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Anni 2008 – 2019/Valori in milioni di euro 62.573,4 59.845,5 61.859,0 55.984,4 56.708,5 51.235,7 48.657,2
53.203,3
48.888,7 49.746,1 44.242,2
38.131,5 2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat
VENEZIA
Il primo trimestre del manifatturiero veneto si chiude “solo” con mezzo miliardo di euro di esportazioni in meno (a 14,66 miliardi) rispetto a 12 mesi fa. Ma gli occhi e le preoccupazioni sono già rivolti ai prossimi trimestri e a capire come reagirà l’economia veneta. Se guardiamo a quanto è successo post 2008 le imprese venete sembrano però avere tutte le carte in regole per riuscire a risollevarsi anche questa volta. «Questi primi segnali di rallentamento» spiega Agostino Bonomo, presidente Confartigiana-
to Imprese Veneto «colgono solo l’inizio degli effetti della pandemia. Il crollo si vedrà nei dati relativi al secondo trimestre 2020». Ma Bonomo invita a guardare quello che è successo dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008 e a «cogliere alcuni spunti interessanti per progettare le sfide future per il Veneto». Allora il 2008 si chiuse molto bene per la vendita delle merci manifatturiere venete nel mondo, con oltre 48,5 miliardi, nel 2009 si assistette al crollo del 21,6% (a poco più di 38 miliardi). Ci vollero due anni alle aziende venete per recupe-
rare quanto perduto e iniziare, dal 2011, una rincorsa che ci ha portato nel 2019 a toccare quota 62,5 miliardi (+28,6% rispetto al 2008 e +64,1% rispetto al 2009). «In questi 12 anni la moda, l’arredo, l’alimentare, la meccanica e le apparecchiature elettroniche, la chimica e i prodotti farmaceutici sono cresciuti tutti, anche se con alcune differenze» precisa Bonomo «La richiesta di made in Veneto dal mondo è aumentata per tutti, con alcune eccellenze». Ed è il caso di alimentari e bevande, “peso” quasi raddoppiato in 12 anni sul totale ex-
cassa depositi e prestiti
Pronti 12 miliardi per i debiti pubblici scaduti a fine 2019 Scatta domani l’iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti per anticipare alla Pubblica amministrazione liquidità straordinaria per accelerare il pagamento dei debiti commerciali e sanitari scaduti lo scorso 31 dicembre 2019. In questo modo sarà possibile offrire un sostegno concreto alla Pubblica amministrazione, generando un impatto positivo per il tessuto economico e le comunità locali. A beneficiare saranno le imprese e gli altri creditori della Pubblica amministrazione, che potranno così ottenere un significativo importo di risorse, pari a 12 miliardi di euro messi a disposizione dal Mef, così suddivisi: 8 miliardi per il pagamento di debiti commerciali degli Enti locali, delle Regioni e delle Province Autonome e i restanti 4 miliardi per i debiti del Servizio Sanitario Nazionale. Fino al 7 luglio gli Enti Locali, le Regioni e le Province autonome potranno richiedere i prestiti a Cdp ad un tasso fisso dell’1,22%, rimborsabile entro un massimo di 30 anni. Le Amministrazioni avranno l’obbligo di pagare tempestivamente le imprese fornitrici e gli altri creditori.
port, passato dal 6% al 10%, i prodotti farmaceutici anch’essi quasi raddoppiati come importanza cresciuti dallo 0,7% all’1,3% e la chimica gomma plastica cresciuta dal 6,3% al 7,3%. Tra chi ha perso, in termini di quota regionale, troviamo il manifatturiero tradizionale: la Moda, scesa dal 18,7% al 17,1%, le apparecchiature elettroniche dal 10,5 al 9,5% e i metalli e minerali calati dal 15,8% al 13%. Per i prossimi mesi, guardando ai Paesi di destinazione del nostro export, si trovano molte conferme delle attese e qualche positiva sorpresa: la tenuta della Germania (+1% rispetto allo stesso periodo del 2019), nostro più importante sbocco (vale il 14,1% dell’export manifatturiero regionale), e la crescita degli Stati Uniti +8,7% (entrati in lockdown un mese dopo l’Europa). Calano invece Spagna –16,8%, Francia –6,8%, Inghilterra –15,8% e Cina –17%. «Possiamo affermare con ragionevole certezza» prosegue Bonomo «che il nostro sistema manifatturiero, fortemente specializzato e orientato a una qualità “on demand”, è attrezzato per affrontare anche questa nuova scalata. L’Europa è il nostro principale partner, ma è l’intero continente ad essere stato coinvolto dal lockdown e dunque l’impatto sarà generale». Per agevolare la ripartenza delle piccole imprese, Confartigianato chiede al governo maggiore attenzione sull’internazionalizzazione attraverso comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, sistema fieristico, commercio digitale e finanza agevolata. — NICOLA BRILLO © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 IL MATTINO
la crisi del post covid
Hotel chiusi e addette alle pulizie a casa La protesta ieri mattina in città delle 160 lavoratrici di una coop rimaste senza lavoro. E senza cassa integrazione Cristina Genesin
Lavoravano ogni giorno almeno un paio d’ore in più rispetto all’orario stabilito, hanno raccontato, senza mettere in tasca un euro di straordinario. Festività pagate? Appena il 10 percento in più rispetto alla paga oraria quotidiana e, se le feste erano una di seguito all’altra (tipo, Pasqua e Pasquetta), la seconda figurava giorno feriale. Quanto ai riposi, d’estate non se ne parlava per due o tre mesi di fila, oppure erano preannunciati (o cancellati a seconda delle necessità) la sera precedente. Durante l’orario di lavoro, inderogabile la tabella di marcia: 20 minuti a camera e se, per fare bene impiegavi più tempo visto che stanza e bagno da riordinare erano magari di più grandi dello standard e magari sporchi, affari loro. Tradotto: almeno 23 camere da pulire tutti i santi giorni, e in fretta. Una vita difficile ma andava bene anche quella, pur di portare a casa ogni mese lo stipendio. Ora quasi tutti gli alberghi sono chiusi a causa dell’epidemia. E 160 lavoratrici della coop Ecolux (in parte cedute alla coop Gardenia) si sono ritrovate sulla strada. Senza lavoro e senza cassa integrazione. Ieri, festa di Sant’Antonio, la protesta davanti a uno degli hotel dove lavoravano (il Galileo in via Tommaseo) accanto al segretario del sindacato Sls (Sindacato lavoro Società) Vittorio Rosa. In un cartello la scritta: «Sant’Antonio aiutaci tu, la crisi la vogliono far pagare tutta a noi». Ora il “santo patrono” cui si rivolgono è il governatore del Veneto Luca Zaia: «Chiediamo al governatore Zaia di intervenire: lavoriamo da anni in questo Paese dove stiamo crescendo i nostri figli e dove paghiamo le tasse. Vorremmo essere trattate con rispetto come lavoratrici. E chiediamo di essere tutelate» parla, per tutte, Anna
Malgorzata Dmitrzak, origine polacca e da anni dipendente di Ecolux. LE PROTAGONISTE
Racconta Annamaria Farcas, una signora romena in Italia dal 2002: «Lavoro in coop da 15 anni, ho una famiglia e 2 figli da crescere. Da tre mesi non prendo un soldo. Il 5 maggio mi hanno proposto di firmare un contratto con un’altra coop, se non avessi accettato sarei rimasta a casa... Così è stato». Continua combattiva Anna Dmitrzak: «Sono rimasta per strada da un giorno all’altro. Risposte? Vaghe. Sono una mamma single, ho bisogno di lavorare. Siamo sempre state disponibili: le domeniche, Natale e Pasqua, settimane di turni senza riposo specie d’estate; spedite a fare le pulizie, nello stesso giorno, in più alberghi lontani. Ora, tutte a casa».
La protesta delle lavoratrici davanti all’hotel Galileo; a sinistra Vittorio Rosa del sindacato Sls e Annamaria Farcas, una delle dipendenti
IL SINDACATO
«Mercoledì avremo un in-
L’appello rivolto al governatore Zaia: «Chiediamo a tutela e anche rispetto» contro a Verona» spiega il segretario di Sls Vittorio Rosa, «Tutti solidali, a parole, anche gli albergatori. Ma perché non hanno assunto queste lavoratrici? Il fatto è che appaltare l’attività di pulizie è più conveniente». Le lavoratrici sulla carta sono socie, in realtà hanno tutele pari a zero. «Al di là delle condizioni di lavoro durissime» avverte Rosa, «Ecolux ha applicato un subcontratto firmato dal sindacato autonomo Ugl che prevede un pagamento a cottimo, un tot a camera pulita. E senza la previsione di alcun ammortizzatore sociale». In caso di crisi, nessuna cassa integrazione: tutte a casa e zero soldi. —
VUOI PROVARE UN APPARECCHIO ACUSTICO RESTANDO COMODAMENTE A CASA TUA?
Suono chiaro e preciso
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Qualità Svizzera il presidente di federalberghi
«Siamo solidali con loro collaboratrici di fiducia» «Tra queste donne ci sono persone che lavorano con noi da 12 anni: per noi perdere una collaboratrice di fiducia, significa perdere una risorsa importante» spiega Emanuele Boaretto presente alla manifestazione dice «nella duplice veste di manager-titolare dell’hotel Galileo ma anche di presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto. Gli alberghi danno in appalto il riassetto-pulizie a
società che sono in difficoltà. Il motivo? La loro attività non rientra nel codice ateco che identifica l’attività di impresa riconducibile al comparto alberghiero e, di conseguenza, non possono usufruire degli ammortizzatori sociali». Gran parte degli hotel sono chiusi dal primo giorno del lockdown. «Non ci sono prenotazioni» conferma il titolare del Galileo, apertura prevista a settembre. —
Connettività diretta a smartphone e tablet Prova 100% GRATUITA
L’utilizzo del prodotto di prova è funzionale alla valutazione della protesi acustica; Il dispositivo in uso non è il prodotto definitivo ma un prodotto utilizzabile dal paziente per il periodo di prova; Il ciclo di vita del dispositivo è di alcune settimane, in relazione ad un numero limitato di cicli di funzionamento; Al termine del periodo di funzionamento l’apparecchio emette segnalazioni sonore di avviso, fino allo spegnimento definitivo.
SIAMO PRESENTI NELLE PROVINCE DI
PADOVA | TREVISO | VICENZA
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MESTRE
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 LA NUOVA
dopo la denuncia alla corte dei conti
«Conflitto di interessi ai Pili» L’esposto riapre la polemica Per le opposizioni in consiglio comunale le modifiche alle mappe catastali dell’area di proprietà del sindaco Brugnaro devono essere chiarite al più presto Gianni Favarato
Come c’era da aspettarsi, in città arrivano le prime allarmate reazioni con richiesta di discussione in consiglio comunale– che chiamano in causa direttamente il sindaco, Luigi Brugnaro – all’indomani della notizia della presentazione di un esposto alla Procura della Corte dei Conti, presentato dall’architetto Alberto Bernstein, per «le strane modifiche catastali» che permettono alla proprietà dell’area dei Pili di valorizzarla, includendo una fetta di terreno imbonito che della mappa catastale allegata al rogito – firmato nel 2006 da Porta di Venezia spa e dalla società Patrimionio dello Stato (Demanio) che fa capo al ministero dell’Economia. I quaranta ettari dell’area dei Pili, acquistati nel 2006 dalla società Porta di Venezia spa, che fa capo al sindaco Luigi Brugnaro e ancora imbottiti di rifiuti radiottivi, non sono stati ancora messi in sicurezza, nonostante i solleciti del ministero dell’Ambiente e le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. In compenso, due anni fa, sono stati modificati i dati catastali che finiscono per valorizzare l’area, per la quale la proprietà aveva messo a punto un progetto, mai realizzato, che prevedeva una darsena da diporto all’inizio del Ponte della Libertà, il nuovo palazzetto dello sport – che tanto sta a cuore al sindaco Brugnaro, che è anche il patron della Umana Reyer Basket – da 5 mila posti. «Ho appreso con grande sorpresa la notizia dell’esposto alla Corte dei Conti sull’area dei
Il progetto per l’area di Pili di Luciano Parenti con al centro il palasport
Il Gruppo Misto «Ora la magistratura deve assicurare le doverose verifiche» Pili di proprietà del sindaco» dice il deputato del Pd Nicola Pellicani «Bisogna fare al più presto chiarezza sulle procedure seguite, con la massima trasparenza. È nell’interesse di tutti far piena luce su un’area strategica per la città». Per il deputato e consigliere comunale del Pd «sarebbe davvero grave se 12 anni dopo l’acquisto dei terreni che all’epoca avrebbe dovuto acquisire l’am-
ministrazione comunale, sono stati modificati i dati catastali per valorizzare l’area a favore di Brugnaro». «Il sindaco» aggiunge Pellicani contestando le dichiarazioni di Brugnaro che ha sempre respinto le accuse di una “conflitto di interesse” «dovrebbe venire in Consiglio o in commissione a chiarire la situazione quanto prima senza nascondersi dietro un blind trust che, invece, ci vede benissimo». Sulla questione intervengono, con una nota stampa, anche i consiglieri del Gruppo Misto, Ottavio Serena e Renzo Scarpa, che hanno più volte sollevato il problema dei “conflitti di interesse” del sindaco di Venezia. «La notizia della
Il Pd: «Ha detto che metterà nel programma elettorale la costruzione del Palasport» presentazione dell’esposto sui Pili stimola un sacco di interrogativi» scrivono i due consiglieri «Bene ha fatto il cittadino a segnalarli alla Corte dei Conti per le doverose verifiche e accertamenti sulla correttezza degli atti e sulla tutela degli interessi pubblici. C’è da chiedersi chi abbia svolto questa azione considerato che, secondo quanto si legge, siamo in piena reggenza del blind trust». «Op-
pure – aggiungono – se dipenda da questa situazione il fatto che la zona non abbia avuto utilizzo e sviluppo nei 5 anni di mandato da sindaco del suo proprietario e non da quel “sacrificio” che è sembrato di leggere nelle sue dichiarazioni». «Alla luce di questo esposto» concludono Scarpa e Serena «suona strana la coincidenza con le dichiarazioni pubbliche, portate proprio nel 2019, sul fatto che nei prossimi anni si possa procedere con l’utilizzo dell’area». Il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Monica Sambo, auspica «un interessamento anche da parte delle istituzioni nazionali per chiarire la correttezza delle azioni dei soggetti pubblici chiamati in causa dall’esposto presentato alla Corte dei Conti». «La vicenda del conflitto di interessi del sindaco in merito ai Pili è ormai evidente da anni» sottolinea Monica Sambo «Dopo aver dichiarato nel 2015 che non avrebbe fatto niente sui suoi terreni durante il mandato da sindaco, Brugnaro qualche mese fa ha cambiato idea, dichiarando di inserire nel suo programma elettorale la costruzione del Palasport ai Pili, confermando in modo netto ed esplicito l'enorme conflitto parlando addirittura di “inimmaginabili cubature" ai Pili». «Dal 2016» aggiunge «abbiamo richiesto con varie interrogazioni al sindaco di presentarsi in consiglio comunale per chiarire la situazione circa i suoi terreni e il suo conflitto di interessi, confronto che ci è stato sempre negato anche quando ha abbandonando il consiglio dopo aver recitato il suo monologo a seguito del quale ha lasciato nel suo scranno la coppa della Reyer». «In realtà» conclude la capogruppo del Pd «abbiamo visto come Brugnaro continua ad operare su questi terreni in barba al blind trust. Solo qualche settimana fa abbiamo denunciato la realizzazione di parcheggi, utilizzati anche da Avm per le navette dirette a Venezia di Actv ,ai Pili senza richiesta delle autorizzazioni alla competente Autorità Portuale con conseguente segnalazione in Procura da parte della stessa». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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l’interrogazione
Blind trust Nessuna risposta in Consiglio Il “blind trust” è una forma di affidamento fiduciario (cieco) a terzi della gestione del patrimonio e delle aziende di un imprenditore che ricopre un carico istituzionale, come quello, in questo caso, del sindaco Brugnaro che all’indomani della sua elezione aveva affidato allo Studio Withers dell’avvocato statunitense, Ivan A. Sacks, l’amministrazione fiduciaria delle sue numerose aziende. Ma fin dall’inizio il “blind trust” di Brugnaro è stato criticato da più parti – compresi avvocati ed esperti in materia – per il fatto che non assicurare una totale separazione tra la proprietà (lui) e chi l’amministra. Il consigliere comunale del Gruppo Misto ed ex generale dei carabinieri, Ottavio Serena, nel luglio dell’anno scorso aveva presentato un’interrogazione – rimasta senza risposta – in cui chiedeva al sidnaco Brugnaro: «di approfondire in un’apposita Commissione i contenuti del blind trust, considerato che, fino ad ora, si può venire a conoscenza della questione, solo in alcuni limitati passaggi, tramite i mass media». «In particolare, di chiarire chi ricopra la figura di titolare effettivo, così come previsto dalle leggi – aggiungevaSerena – e se intenda ancora perseguire l’obiettivo della costruzione del Palasport ai Pili o ritenga se sia superato a seguito delle predette decisioni della Federbasket. Oppure se continua a rimanere in attesa che il trust si occupi del progetto, come da lui stesso dichiarato ai mass media, dicendo, a proposito del progetto del Palasport ai Pili: “ deve presentarlo il trust, spero che lo facciano”». —
malcontenta
Una nuova rotatoria tra via delle Valli e via della Chimica L’Autorità di sistema portuale ha affidato allo Studio Martini la progettazione dell’opera viaria Un decreto anche per verificare le strutture del ponte strallato
Sono passati 12 anni e l’Accordo di Programma per il Vallone Moranzani – che doveva ospitare i fanghi più contaminati scavati dai canali navigabili e risarcire il territorio con un nuovo mega parco e una serie di interventi sulla viabilità locale – ormai è stato messo, di fatto, in un cassetto restando, così in gran parte inattuato. La viabilità resta uno dei nodi centrali da affronta-
re e per questo l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale sta «analizzando e rivedendo anche la viabilità, sia stradale che ferroviaria, dell’area Malcontenta-Fusina, valutando l’impatto che l’intervento del “Nodo Malcontenta” ha avuto sotto tale aspetto tenendo presente i programmi di sviluppo futuri». A questo scopo l’Autorità di Sistema Portuale ha chiesto un’offerta a tre studi di ingegneria per la redazione di un «progetto di fattibilità tecnico-economica e del successivo progetto esecutivo (compreso coordinamento per la sicurezza in fase
di progettazione) per la realizzazione di una nuova rotatoria in località Malcontenta-Venezia, a completamento della viabilità esistente nel tratto tra via delle Valli e via della Chimica, omettendo la progettazione definitiva in quanto il progetto esecutivo dovrà contenere tutti gli elementi previsti per il livello omesso, salvaguardando la qualità della progettazione». L’amministrazione dell’ente portuale ha quindi autorizzato l’impegno di spesa di complessivi 25.896 o per affidare il servizio tecnico di progettazione di una nuova rotatoria a Malcontenta-Venezia
Il viadotto “Malcontenta” realizzato nel 2015, primo passo della nuova viabilità
allo Studio Martini Ingegneria srl che ha la sede a Mogliano Veneto. Nell’abito delle infrastrutture di Porto Marghera, l’Autorità di Sistem Portuale di Venezia e Chioggia ha inoltre emesso un decreto per l’affidamento delle verifiche «dello stato di fatto delle
strutture del ponte Strallato sul canale industriale Ovest. Nei mesi di agosto e settembre del 2019 erano già stati autorizzati i servizi tecnici di caratterizzazione dinamica locale e valutazione della sollecitazione degli stralli e di progettazione di un sistema
strutturale per l'ispezione interna del ponte. Per l’esecuzione di tali prestazioni son ostati necessari una serie di interventi per permettere l’accesso all’interno delle strutture o il raggiungimento in quota di componenti strutturali del ponte. —
JESOLO - CAORLE - BIBIONE
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 LA NUOVA
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stranieri in spiaggia
jesolo
Arrivano i primi austriaci Martin: «Jesolo è casa loro»
È nato il manuale “Secure Clean Hotel”
Gli oltre cento alberghi aperti su 340 sono quasi tutti pieni ma solo nei fine settimana. Maschio, presidente Aja: «Siamo lontani dai numeri della stagione»
JESOLO
to Maschio, ha suggerito di non lasciarsi prendere dai facili entusiasmi. «Gli hotel», spiega, «si riempiono nel fine settimana e in ogni caso siamo lontani dai numeri “normali” di questa stagione. Perplessità invece sulla prenotazione in spiaggia tramite app con le prime critiche. «Se l’applicazione web e mobile è obbligatoria», dice il consulente informatico Roberto Scano, «deve essere utilizzabile da chiunque, indipendentemente dalle disabilità. In questo caso, purtroppo, siamo in presenza di un sito web “vestito” come app, ossia l’app ha la sola funzionalità di rappresentare il sito web www. jbeach. app. Pertanto, i problemi di accessibilità riscontrati sono i medesimi. Inoltre si nota che il sito web è un contenitore di prenotazioni non limitato a Jesolo. Si nota pure dall’applicazione dove non compare alcun logo di Jesolo, ma il logo del portale di raccolta prenotazioni per tutta Italia. Le persone non vedenti utilizzano personal computer e smartphone con l’aiuto di una sintesi vocale che legge le informazioni presenti sullo schermo, fornendo indicazioni anche sulle possibili azioni e oggetti presenti nella pagina, se ben sviluppati». —
Un manuale per aiutare l’albergatore e i collaboratori a lavorare in assoluta sicurezza, nel rispetto di tutte le norme dettate dai protocolli governativi per affrontare la cosiddetta “Fase 3”. È nato “Secure Clean Hotel”, il manuale operativo realizzato, per conto di Aja. A elaborarlo un team di professionisti della Teamwork, con il sostegno di Fidimpresa e Gianfranco Galesso & Parners. «In questi giorni», ha spiegato il presidente Aja, Alberto Maschio, «i nostri associati hanno sempre chiesto, molto semplicemente, la certezza delle regole da rispettare e noi abbiamo voluto aiutare a conoscerle ed approfondirle, per poi metterle in pratica». È in sostanza un manuale di istruzioni per fare un po’d’ordine tra le norme a volte poco comprensibili. “Un manuale per tutti i soci, affinché ci fosse una linea comune da seguire, elevando così la qualità dei servizi offerti, standardizzata per tutto il comparto alberghiero”, ha aggiunto Maschio, “per offrire consigli e strumenti necessari alle nuove esigenze di pulizia e sicurezza e per aiutare le strutture ricettive ad applicare gli standard corretti e a mantenere la fiducia degli ospiti». Ci sono suggerimenti che ciascuna realtà valuta e adatta alle proprie caratteristiche. Dalle regole da rispettare per la prevenzione e la sicurezza per i collaboratori ai prodotti da utilizzare, alla sanificazione di spazi, ambienti e singoli oggetti, come, ad esempio, i cuscini nelle camere. —
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G.CA.
Giovanni Cagnassi / JESOLO
Spiaggia di nuovo piena e a Jesolo sono arrivati finalmente anche gli austriaci. Erano gli ultimi ospiti stranieri attesi sul litorale dopo che i tedeschi erano già arrivati con una certa tranquillità nelle settimane scorse. Hanno fatto capolino ai confini di Tarvisio e del Brennero, certi che restando qualche giorno al lido, al loro ritorno a casa non dovranno più affrontare la quarantena. Così il Corpus Domini ha chiuso in bellezza le festività tedesche finora saltate per Pentecoste e Ascensione. Tanta gente anche nell’ultimo giorno senza la prenotazione obbligatoria in spiaggia che inizia da oggi. Per la verità anche ieri molti avevano già prenotato e iniziato a prendere confidenza l’App “Jbeach”, con qualche problema. Sulla spiaggia tanti pendolari che si sono riversati alle estremità del lido e poi sui pontili, nonostante sia vietato. Da oggi scatteranno i controlli. Poche mascherine, del resto non più obbligatorie se non in caso di assembramenti, nei pubblici esercizi o locali e negozi. Jesolo è tornata a vivere atmosfere estive, con alberghi quasi del tutto pieni. Sono già oltre un centinaio quelli aperti sui 340 complessivi. Ci sono Almar, Croce di Malta, Villa Sorriso e Adlon, Vidi Miramare e Delfino, Rivamare e molti altri. In quest’ultimo hotel del lido, Renato Martin ha dato il personale benvenuto alle giovani bellezza austriache di Kufstein. I proteiformi turisti austriaci hanno raggiunto Jesolo in
Renato Martin
Claudia Kammerlander e Julia Schneeberger nella piscina dell’hotel Rivamare
tanti modi, anche dalla Svizzera oppure sfidando i controlli alle frontiere. Adesso pare possano venire tranquillamente, senza più lo spettro della quarantena al ritorno. Le austriache dell’hotel Rivamare sono arrivate l’11 giugno dall’Austria e partiranno nei prossimi giorni. Sono Claudia Kammerlander e Ju-
lia Schneeberger. Vengono a Jesolo da una decina di anni sempre all’hotel Rivamare della famiglia Martin, tutte amiche. Avevano prenotato quattro camere ancora a gennaio/febbraio, poi disdetto per il virus. «Nei giorni scorsi due di loro hanno voluto venire a trovarci lo stesso», dice Martin, ex sindaco di Jesolo,
FOTO TOMMASELLA
«e sfidare le restrizioni imposte dall’Austria che pare siano più elastiche. Sono felici di essere qui a casa e hanno già confermato di ritornare il prossimo anno con tutte le amiche. Ci sono stati anche clienti tedeschi durante la settimana. Tutti hanno dimostrato tranquillità e serenità». Il presidente dell’Aja, Alber-
bibione
Bagnanti anche da Vienna «Facile passare il confine noi amiamo l’Italia» BIBIONE
Stagione al via, a Bibione ecco austriaci e tedeschi per il week-end di Corpus Domini. Dopo i timidi arrivi dei giorni scorsi, la località balneare ha accolto una prima ondata di ospiti stranieri che hanno cominciato a riempire hotel e appartamenti. Il mercato interno, attualmente, è quello che domina. Ma le auto con targa differente rispetto a quella italiana, sulla regionale per Bibione, hanno portato allegria e speranza. Per gli austriaci la voglia di mare sembra essere più forte della chiusura dei confini. Se le frontie-
re con l’Italia riapriranno solo il prossimo 16 giugno, nella località balneare sono già molti i turisti arrivati per la prima vacanza. Semplice, secondo gli ospiti austriaci, valicare il confine: viaggiando verso l’Italia si passa a 80 chilometri orari e senza controlli. «Siamo felici di essere tornati», dicono i primi arrivati, «e seguire le regole non dà problemi, anzi ci fa sentire al sicuro. Bibione è la nostra spiaggia e arrivare è stato emozionante». E sulla pagina ufficiale Fabebook di bibione. com un turista tedesco scrive: «Spero che gli italiani ci perdonino per l’apertura
tardiva da parte del nostro governo, ma noi amiamo l’Italia, stiamo arrivando presto e non vediamo davvero l’ora». Ieri, al chiosco Area Zenith, Unionmare Veneto ha aperto ufficialmente la stagione estiva, alla presenza di Regione, Comune e categorie. «La costa veneta», ha esordito il presidente di Unionmare, Alessandro Berton, «finalmente è pronta. Tutte le strutture sono aperte e speriamo di vedere subito i turisti, compresi quelli di lingua tedesca, che già hanno iniziato a farsi vedere in giro per le spiagge. Siamo presenti con i servizi di sempre, ma con una atten-
Il taglio del nastro al chiosco Area Zenith, Unionmare Veneto, della stagione estiva di Bibione
zione in più». La riapertura dei confini è il passo in avanti decisivo. «Il nostro modello sanitario», ha detto il vice presidente del Veneto, Gianluca Forcolin, «ha dato un segnale importante: ora dobbiamo trasferirlo nell’economia e nel comparto turistico. L’a-
pertura dei confini anche dell’Austria? È una notizia importante. Lo avevamo detto più volte che non potevamo mettere gli operatori nelle condizioni di lavorare, se poi non potevano avere la “materia prima”, ovvero l’ospite». Al brindisi vi erano anche il vi-
cesindaco di Bibione, Gianni Carrer, il consigliere regionale Francesco Calzavara, Giuliana Basso del Consorzio Bibione Live e Mauro Filippi per l’Ulss4. La promozione sarà l’asso nella manica per il rilancio del comparto. — ALESSIO CONFORTI
VITTORIO VENETO
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 LA TRIBUNA
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la grande viabilità
fregona
Dalle Olimpiadi i soldi per la bretella che darà respiro a S. Giacomo di Veglia
Stop alle code alle grotte del Caglieron L’ordinanza
Nel “pacchetto” di 325 milioni per Milano-Cortina 2026 anche i cinque milioni per Vittorio Veneto L’A27 sarà prolungata, nuovi interventi verso Agordino e Val Zoldana. S. Augusta: ancora trattative dei vittoriesi». L’Anas, per evitare lo stop in fondo a Via Carso, dalla parte opposta del campus scolastico, aveva messo in conto che alla prima rotonda gli automobilisti in uscita dal traforo svoltassero a destra e all’altezza dell’antica Pieve di Sant’Andrea girassero a sinistra in modo da salire sull’attuale circonvallazione d Vittorio Veneto. Per il sindaco la “circumnavigazione” è troppo lunga, porta il traffico in una parte delicata della città e rischia di provocare problemi al monumento più storico di Vittorio Veneto, appunto l’antica chiesa. Miatto ha anzi annunciato che vieterà la svolta a destra alla rotonda di via Carso, obbligando dunque gli automezzi a scendere verso l’incrocio con la centralissima via Vittorio Emanuele. Il sindaco si dice fiducioso, sulla base delle ultime telefonate con l’Anas.
VITTORIO VENETO
Nei 325 milioni previsti dalla Legge Olimpica per Milano-Cortina 2026, sono previsti anche i 5 milioni per la sospirata circonvallazione di San Giacomo, assediato da oltre 20 mila autoveicoli al giorno. «Ho ricevuto conferma di questo investimento», dice il sindaco Antonio Miatto, «sia dall’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, sia dai dirigenti Anas, che non finirò mai di ringraziare per l’attenzione che riservano alla città». PROLUNGAMENTO A27
Per i giochi invernali sono previste opere infrastrutturali a Cortina e a Longarone, tra l’altro con il prolungamento per 5 chilometri dell’A27 e interventi di riqualificazione della viabilità sia verso l’Agordino sia in direzione della Val Zoldana. LA CIRCONVALLAZIONE
Il Comune di Vittorio veneto è riuscito a strappare una manciata di milioni per la bretella verticale tra via Pinto e la zona industriale di San Giacomo e Scomigo. La futura statale 51 Alemagna, pertanto, all’altezza della rotonda del Menarè entrerà nel viale delle grandi industrie e proseguirà per la nuova variante fino alla bretella orizzontale della Bassa Ceneda, per poi svoltare a destra verso la rotatoria dell’Emisfero, dove proseguirà per via Marinotti. L’INCONTRO
Mercoledì il sindaco Miatto sarà a Venezia per incontrarsi con i nuovi dirigenti Anas in modo da predisporre quanto
I TEMPI
Traffico sostenuto a San Giacomo di Veglia, la nuova bretella dovrebbe deviare l’Alemagna
servirà per la progettazione della nuova arteria. Un cantiere che l’Anas troverà agevolato dalla rotonda che il Comune anticiperà su via Pinto, all’incrocio con via Bressana, ritenuto uno dei più pericolosi della città. L’impianto costerà poco meno di 500 mila euro e sarà realizzato attraverso la compartecipazione finanziaria della Provincia (che ha la titolarità della strada Pinto) e del Comune. «Rispetto al primo progetto, che prevedeva
una rotatoria di contenute dimensioni, abbiamo optato per una soluzione che possa adattarsi ad una statale». SANT’AUGUSTA
L’appuntamento di mercoledì, però, è ritenuto decisivo dal sindaco anche per sciogliere tutti i nodi del traforo di Santa Augusta. Traforo che è pronto, potrebbe già essere aperto, solo se venissero realizzati gli ultimi 200 metri di collegamento con via Carso e la relati-
va rotatoria. Anas ha fissato a fine luglio l’apertura della variante attesa da oltre 30 anni. «Vorrei essere certo di trovare a Venezia la soluzione dell’impasse, ossia la disponibilità di Anas a realizzare una rotatoria all’incrocio tra via Carso, via Vittorio Emanuele II e via Dalmazia, in modo da liberare via Carso dallo stop», precisa il sindaco. «So che Anas sta adoperandosi in questa direzione e mi auguro che, ancora una volta, dia ascolto alle esigenze
In ballo c’è pure la rotatoria tra via de Nadai e via del Cansiglio, verso cui si convergerebbe il traffico in arrivo (o diretto) dalla nuova circonvallazione di san Giacomo. Quanto ai tempi di apertura del traforo, terminato ancora l’anno scorso, Miatto si augura che possa essere mantenuto l’impegno di fine luglio. «Manca un mese e mezzo, il tempo è ristretto, ma», conclude, «l’Anas ha la capacità di perfezionare l’opera entro la data prestabilita. Data di cui il Comune è in attesa perché ha progetti per sperimentare la pedonalizzazione di Serravalle». – © RIPRODUZIONE RISERVATA
Abbattuti 87 pioppi cipressini: «Ma perché?» «Sono sicuro che se Andrea Zanzotto fosse ancora vivo, passeggiando per via Rive di Anzano, commenterebbe con le sue stesse parole: “Una volta avevo orrore dei campi di sterminio, oggi provo lo stesso orrore per lo sterminio dei campi”». Alessandro de Bastiani, editore e consigliere comunale, s’è fatto una passeggiata lungo la stradina che da Anzano conduce al Borgo di Breda, dal comune di Cappella a quello di Fregona. Un percorso suggestivo tra ulivi e vigneti sul versante delle colline che guardano Vittorio Veneto, per un tratto alberato con una lunga fila di pioppi cipressini che costeggiano la stradina creando un’atmosfera da cartolina. «Siamo nella “commitment zone” del patrimonio Unesco. Una zona che dovrebbe essere
particolarmente tutelata. Arrivato sulla sommità della salita, la spaventosa sorpresa: tutto raso al suolo, 87 piante abbattute, in piccolo la stessa desolazione che abbiamo già vissuto con Vaia», commenta De Bastiani, che ci ha anche fornito le foto. «Solo una quindicina di piante sono state graziate il resto è desolazione. Dopo il primo momento di sgomento ti chiedi perché», prosegue, «a chi dessero fastidio quelle piante che, oltre ad abbellire il paesaggio, con le loro radici rafforzavano la strada in una zona dove le frane sono problema frequente. Il consigliere comunale di Vittorio Veneto ha chiesto spiegazioni e in Comune di Cappella Maggiore ha avutouna risposta: «Tutto regolare». Le foto, però, lasciano aperti degli interrogativi. — F.D.M.
La collina alberata, com’era fino a poco tempo fa. A destra la stessa collina oggi. Siamo fra Anzano e Fregona
Il sindaco Chies stoppa gli ingorghi alle Grotte del Caglieron. Firmata venerdì l’ordinanza che vieta ai bus di percorrere la Provinciale 151 da Piai fino a Breda. In caso di parcheggi esauriti, off limits anche per gli altri veicoli. La decisione è stata presa dopo gli imbottigliamenti del 2 giugno. Le nuove disposizioni saranno in vigore da giugno a settembre, nei giorni festivi e nelle domeniche. «Per questione di ordine pubblico», spiega il sindaco Chies «di incolumità, di sicurezza stradale e di viabilità sono stati necessari questi provvedimenti. Bloccheremo l’accesso della strada in caso di parcheggi pieni al Caglieron, dirottando i turisti nei park vicino al municipio, alle scuole e al centro sportivo». Sugli intasamenti delle settimane scorse si era scagliata l’opposizione. Il consigliere Matteo De Luca che aveva accusato l’amministrazione di aver sottovalutato il problema. Negli ultimi due weekend i maxi ingorghi avevano bloccato la circolazione delle auto verso Sonego e Ciser, con code fino al centro del paese. — FRANCESCA GALLO
vittorio veneto
Incidente nel tunnel del Baldo Ferito 30enne VITTORIO VENETO
FRANCESCO DAL MAS
confine tra anzano e fregona: la denuncia di de bastiani
CAPPELLA MAGGIORE
FREGONA
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Incidente stradale con una persona ferita, ieri mattina poco dopo le dieci, lungo la carreggiata sud dell’autostrada A27. Il sinistro si è verificato poco prima dell’uscita dalla galleria del Monte Baldo, prima del casello di Vittorio Veneto Sud. Per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale dell’A27, intervenuta sul posto per i rilievi il trentenne di VIttorio Veneto ha perso improvvisamente il controllo della sua Fiat 500 nuovo modello, e ha sbandato lateralmente in entrambe le direzioni, per poi venire urtata anche da un tir condotto da un camionista trentino. L’incidente potrebbe esser stato favorito da una piccola distrazione. L’uomo ha riportato ferite di media gravità ed è stata portato in ambulanza all’ospedale di VIttorio Veneto. Come spesso accade quando si verificano incidenti in quel tratto di strada ci sono anche stati piccoli disagi al traffico. —
14 Cronaca
L'ARENA
Domenica 14 Giugno 2020
LEREGOLE PERGLISPETTACOLI. Ledisposizioni delpresidentedella Regionesfruttanolapossibilitàdi derogaconcessa dalGoverno sullimite dei mille spettatori
Arena, via libera di Zaia: 7mila posti Su una capienza totale di 15mila, col distanziamento senecalcolalametà.Sboarina:«Finediunincubo, sarebbestataunapenalizzazionesenzamotivo»
Unarappresentazione diAida in Arena Enrico Giardini
Non più massimo mille, ma sicuramente tremila e forse anche settemila spettatori. Via libera della Regione allo “sblocca Arena”, da domani. E anche allo “sblocca fiere”, oltre che discoteche e locali, da venerdì. Il presidente della Regione Luca Zaia ha emanato infatti l’ordinanza 59 in base alla quale, tra l’altro, dopo la chiusura nel periodo dell’emergenza Covid-19, da domani possono riaprire i battenti in Veneto cinema e teatri, circhi e spettacoli viaggianti, arene e spettacoli lirici e sinfonici, al chiuso e all’aperto, in conformità alle linee guida regionali. Nel testo si dice, quanto al numero massimo di spettatori, che questo viene stabilito in relazione alla capienza della struttura, tenendo uno spazio libero tra le sedute fisse, o comunque la distanza di un metro. In pratica: laddove ci sono sedie, si occupa un po-
sto sì e un posto no. Mentre laddove ci sono soltanto gradinate - come sarà l’Arena di quest’estate, con la speciale rassegna lirica “Nel cuore della musica” con il palco centrale - serve un metro di distanza. Considerando che nell’Arena con il palco centrale non ci sarà la platea, ma si potrà utilizzare l’intera gradinata (che con il palco consueto, invece, è per un terzo non utilizzabile), i posti sui gradoni saranno 15mila (mentre sono di solito 13.500 in totale, tra gradinate e platea). Quindi, pur con tutte le distanze da mantenere, i posti occupabili saranno senz’altro almeno tremila, come hanno chiesto per un mese il Comune e la Fondazione Arena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. E non certo solo mille come stabilito dal Dpcm, per gli spettacoli all’aperto, e 200 per quelli al chiuso. Va ricordato che la svolta, dopo la mobilitazione del sindaco e presidente della Fondazione lirica Arena Federi-
co Sboarina, è avvenuta quando, grazie alla mediazione con il Governo e con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, nella conferenza Stato-Regioni si è stabilito che il Dpcm mantiene il numero massimo di mille spettatori, all’aperto, ma è stata lasciata alle Regioni la facoltà di eventualmente aumentare il numero. Ciò tenendo conto delle particolare situazione epidemiologica nei vari territori e delle caratteristiche dei singoli siti e contenitori di spettacoli. Ed è quanto ha disposto la Regione Veneto con l’ordinanza di ieri. «Abbiamo così risolto anche il problema del numero di posti dell’Arena, del Teatro La Fenice di Venezia e del Lido di Venezia in vista della Biennale del Cinema», spiega il presidente Zaia, illustrando l’ordinanza. Lo stesso Zaia, in previsione del provvedimento, ha ipotizzato settemila posti, per l’Arena di quest’estate, quindi circa metà della potenziale capienza. Sul fronte veronese Sboarina, che aveva coinvolto tra gli altri i parlamentari veronesi per arrivare all’obiettivo, tira un enorme sospiro di sollievo. «Ringrazio il presidente Zaia perché con la sua ordinanza ha messo la parola fine a un incubo, che avrebbe penalizzato l’Arena senza motivo», dice. «Il nostro è un teatro speciale, da tutti i punti di vista. Le misure di sicurezza sono rispettate anche con l’aumento dei posti. L’ordinanza regionale è lo strumento fondamentale perché senza stabilire un numero secco ci dà le prescrizioni utili per un giusto utilizzo». Ora che cosa succederà? «Con la Fondazione Arena vedremo nei prossimi giorni quale sarà il numero di posti da mettere in vendita già la settimana prossima. Ottima notizia anche quella della riaperture delle fiere, da venerdì 19. Finalmente un dato certo su cui lavorare per la ripartenza della nostra Fiera, un volano fondamentale, come l’Arena, per la ripartenza della nostra economia dopo l’emergenza Covid». •
Inumeri
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IL25 LUGLIODEBUTTA «NEL CUORE DELLA MUSICA»
Tornalaliricain Arenacon «Nelcuoredellamusica».Si debuttail25 lugliocon«Il cuoreitalianodella musica»,unomaggio all’arte eagliartisti italiani:da FrancescoMeli aFabio Armiliato,daBarbara FrittoliaEleonoraBuratto, daLeoNucciaKatia Ricciarelli per un totale di 31 artistisoloitaliani.
15.000 Il19 giugno potrannoriaprire lefiere,una boccatad’ossigeno perilsettore
Domanil’insertospeciale
IPOSTI INARENA SULLESOLE GRADINATE
Normalmente,con la platea econ le gradinatein parte nonusate acausadel palco tradizionale,ipostisono 13.500.Peròquest’estate conil palcocentrale nonci saràlaplatea, mentre le gradinatesarannotutte libereperglispettatori. Quindi,con ledistanze di sicurezza,iposti asedere sarannodiverse migliaia.
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GIUGNOLA RIAPERTURA DIFIERE E DISCOTECHE
L’ordinanzadel presidente dellaRegione Luca Zaia prevedetra l’altroda venerdì19lariapertura di fiere,quindi anchedi quella diVerona, eanche disagre, congressied eventi fieristici,sale slot,sale giochi,salebingo, discotechee locali assimilabilieanche del Casinòdi Venezia.
© RIPRODUZIONERISERVATA
LarinascitadellaFase3 Guidaallanuova...vita Tradecretieordinanze Simone Antolini Menomascherine,più sorrisi. Vicini,ma con cautela.Ateatro, alcinema. Epurea ballare. Ma soloall’aperto.Dopolo stop,la paura,il lockdown,l’ansianera, ilvirus intutte le sue sfaccettature,arrivala Fase3. Chesatantodi rinascita,dopo uninizio insalita,elo stallo dentrouna“bolla dipaura“. Domaniilnostro giornale vi offriràun insertospeciale dedicatoal mondo cheriparte. Conun occhiodiriguardo, naturalmente,a quantoèstato decisoinVeneto. Perché, in meritoa decretiministeriali ed ordinanze,nonvale il concetto del“tuttomondo epaese“.Anzi, laripartenza èdettatada regolediverse. Ela differenza, comeaccade datempo,la fala curvadel contagio. Difatto,si èripartiti. Epare cheancheil mondo dell’entertainementedella nottepossa averefinalmenteil suopiccolo spazio.Sitornaa
Tuttoprontoperla Fase3 teatro.S’alzerannotanti sipari. Separatidadistanze socialiche dimezzanola capienzadi contenitoridi arteedivertimento. Dagustare, a debitadistanza, senzai dispositivi diprotezione. Lamovidaètornata datempo.Il turismo,a modosuo (anche qui conregole chevariano dazona a zona)cercadiripartire, dopoi primisbuffiiniziali. Vi racconteremodicomecambia
l’approccioallaspiaggia, alle onde, allavacanza. Diper sè,già una conquista,dopomesi buitrascorsi traquattro pareti. Lamobilitàresta distretta attualità.Inauto le famiglie possonotogliersi le mascherine. Traamicisi puòfinalmente riempire(inVeneto) ilveicolo. Ma occhioa nonsgarrare: servela mascherina.Altrimentisi rischianomultesalatissime. Ristorazionecon il metrosociale. Lavorocon mascherine, sanificazione,aerazioni controllatedeilocalidi lavoro.E poi,c’èlo sport. Cheriparte.Piano. Mariparte.Le piscine, daqualche tempo,hannoriempitole vasche. Nonèancora comeprimail lockdown.Maèsicuramente megliodiun mese fa.Distanze liquidedarispettare.Ma le vasche,concautela, siriempiono. Sivainpalestra, a sudarein sicurezza. Iltempo delcalcio, purequello, è tornatoa bussare allaportadi italianieveronesi. Riparte laserie A,purela serie B.Viraccontiamo anchediquesto. IlVerona sogna l’Europa.Ma nonlo dice.Il Chievo vuole,invece,strappare unpass perla serieA. Si parlerà,grazie al cielo,meno ditamponiepiù di calciogiocato.Sperando non arrivinonuovi positivial virus. Gli stadi,almenoquelli italiani, restanoperil momentovuoti. Si ripartecon il portechiuse. Manon èdettofiniscacosì. E diquesti tempi,le novitàsono all’ordinedel giorno.
AMARCORD. A Palazzo Barbieri si sta valutando di organizzare incontri con il ring al centro. E il soprintendente dà l’okay
Eritornala boxe dentrol’anfiteatro Rando:«Ho avutorichieste peri campionati mondiali» Tinè:«Ricorda i gladiatori quindifarò un’eccezione» Ritorno al futuro. In Arena potrebbe tornare la boxe. Come tanto tempo fa, quando il grande anfiteatro romano, ellittico, ospitava all’interno incontri sul ring. Quando? È presto per dirlo. Ma in concomitanza con le nuove regole per contenere il numero di spettatori dentro l’Arena per gli spettacoli speciali “Nel cuore della musica” - in quest’estate post emergenza Co-
vid-19 senza stagione lirica, rinviata al 2021 - a Palazzo Barbieri si sta valutando la possibilità di organizzare eventi pugilistici all’interno dell’Arena. Di proprietà del Comune, che deve gestirla, l’Arena è ovviamente sottoposta ai vincoli archeologici. Da parte della Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio, c’è però una buona apertura. «Ho ricevuto dall’assessore allo sport la richiesta per un’eventuale incontro pugilistico in Arena e, considerando la natura del monumento, in cui nell’epoca romana veniva-
no organizzati i giochi dei gliadiatori, credo che la boxe, che richiama in qualche modo le lotte dei gladiatori, sia compatibile con l’Arena», ci dice il soprintendente Vincenzo Tinè. Il quale aggiunge: «In questo momento particolare post emergenza Covid credo che una manifestazione mondiale, come degli incontri di pugilato, sarebbe una grande attrazione e potrebbe rilanciare l’Arena e Verona. Per questo, autorizzando la boxe in Arena, farei un’eccezione alla regola secondo la quale gli eventi sportivi nell’anfiteatro romano
non si possono organizzare». L’assessore comunale allo sport Filippo Rando dice di essere stato «contattato da organizzatori di incontri di pugilato di campionato mondiale ed europeo, i quali mi hanno chiesto la possibilità di svolgerli dentro l’Arena, per rilanciare gli eventi a livello internazionale, sulle televisioni. Mi sono quindi rivolto al soprintendente Tinè», prosegue Rando, «per sapere se è possibile questo tipo di eventi all’interno dell’anfiteatro e il dottor Tinè mi ha risposto che il pugilato è possibile, perché in qualche modo ripropo-
ne gli antichi spettacoli dei gladiatori e quindi è compatibile». Ma ora che cosa farà il Comune? «Dovremo strutturare la pratica e chiedere poi un parere formale, oltre che al soprintendente, al conservatore dell’Arena», conclude l’assessore Rando. Nei giorni scorsi l’Amministrazione - come L’Arena ha riferito - con il sindaco Federico Sboarina che ha ricevuto una richiesta in questo senso dalla Lega Volley, ha detto di essere al lavoro anche per far disputare in Arena, per fine estate, una partita di Supercoppa di Volley. • E.G.
Arena,4 maggio 1913: incontrodi boxefraGarassini e MacVea