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Primo Piano
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
La fase 3 PRESIDENTI Luca Zaia e Massimiliano Fedriga ieri all’inaugurazione del nuovo stabilimento dell’azienda di botti Garbellotto a Sacile
L’EMERGENZA dal nostro inviato
SACILE (PORDENONE) Luca Zaia e Massimiliano Fedriga si incontrano alle porte di Sacile, qui dove il Veneto diventa Friuli Venezia Giulia. L’occasione è data dall’inaugurazione della Garbellotto, storica azienda delle botti che dopo un secolo lascia Conegliano e sfida l’emergenza sanitaria con i suoi strascichi economici, aprendo uno stabilimento che punta a coniugare l’antica manualità e le nuove tecnologie (“Intelligenza artigianale”). Inevitabile il palleggio sull’impresa che passa dalla regione in cerca di autonomia a quella con lo statuto speciale: «Avrà sempre il cuore veneto», rivendica l’uno; «Ma con l’anima friulana», rilancia l’altro. Sono solo battute, la sfida vera è tutta un’altra e vede i due governatori decisamente alleati, sul fronte della guerra al Coronavirus che arriva dall’estero. «Serve uno Schengen sanitario, con libero transito delle merci ma controlli rigorosi sulle persone», dice Zaia. Fedriga rincara: «Bisogna schierare l’esercito lungo i nostri confini».
VICINI DI CASA I presidenti delle due Regioni partono dai numeri, che in senso assoluto sono fortunatamente modesti, ma in termini relativi hanno una particolarità: dall’inizio dell’estate, sul totale dei nuovi casi di contagio rilevati, la quota importata è pari al 55% in Veneto e all’80% in Friuli Venezia Giulia. «È inaccettabile che un territorio che ha lavorato bene si debba portare in casa di nuovo il virus per l’incuria di Paesi che non hanno adottato un piano di sanità pubblica», attacca Zaia. «Non dico di sospendere il trattato sulla circolazione europea, ma è necessaria una maggiore severità, altrimenti gli sforzi italiani risultano vani», concorda Fedriga. Quest’ultimo amministra un’area che geograficamente è la prima ad essere esposta al problema, in un intreccio fra rischi sanitari e flussi migratori, come va ripetendo da giorni: «Purtroppo non abbiamo la competenza nel controllo dei confini per bloccare gli immigrati irregolari che arri-
I DUE GOVERNATORI LEGHISTI APRONO AL RECOVERY FUND: «È UN’OPPORTUNITÀ MA LE REGIONI SIANO COINVOLTE»
(foto FELICE DE SENA / NUOVETECNICHE)
Balcani, l’asse del Nordest «Esercito lungo il confine» Sono importati il 55% dei nuovi contagi in Veneto `Zaia: «Serve uno Schengen sanitario, merci libere e l’80% in Friuli Venezia Giulia. «Ora più controlli» ma test rapido». Fedriga: «Riammissioni in Slovenia»
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vano in Friuli Venezia Giulia, ma non possiamo essere noi a pagare le conseguenze dei mancati controlli». E il Veneto non si chiama fuori dalla questione: «I problemi dei vicini di casa sono i nostri, e viceversa, fra le nostre due regioni l’osmosi è totale dal punto di vista culturale, sociale ed economico».
LE FORZE Di qui la necessità, secondo Fedriga, di mandare i militari lungo i 200 chilometri della demarcazione ad Est, attraversata negli ultimi dieci giorni da un intenso traffico di migranti provenienti da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri-Lanka, tanto che il vicegovernatore Riccardo Riccardi ha già formalizzato stato di pre-allerta. Impensabile, è il ragionamento del Friuli Venezia Giulia, che la Regione possa contare solo sulle proprie forze, come invece sta ac-
cadendo all’ex caserma Cavarzerani di Udine, centro di accoglienza per i richiedenti asilo dichiarato zona rossa dopo che tre ospiti sono risultati positivi, dov’è stata inviata la Protezione Civile a supporto delle forze dell’ordine. La blindatura del confine orientale potrebbe così rafforzare l’iniziati-
va annunciata dal Governo a Fedriga: «Ne ho parlato con il ministero dell’Interno, ora parte un nuovo progetto per favorire le riammissioni in Slovenia. Ma al tempo stesso si deve essere severi con chi rientra e non rispetta la quarantena». Su questo la sintonia con Zaia è
totale: «Vedo una certa insofferenza nel rispetto delle regole, a cominciare dall’isolamento fiduciario. Anche se la situazione è sotto controllo, dal punto di vista della gestione ospedaliera, non possiamo permetterci di ridare spazio al virus: chi arriva deve essere sottoposto subito al-
MINISTRO Roberto Speranza, esponente di Liberi e Uguali, è il titolare della Salute nel governo Conte II
ROMA Chi arriverà in Italia dalla Romania e dalla Bulgaria dovrà rispettare un periodo di isolamento di 14 giorni. Lo ha deciso il ministro della Salute, Roberto Speranza, che dopo avere incontrato Luigi Di Maio (Esteri) ha firmato un’ordinanza e spiegato: «Questa misura è già vigente per tutti i Paesi extra Eu ed extra Schengen. Il virus non è sconfitto e continua a circolare. Per questo occorre ancora prudenza e attenzione». Ma a preoccupare è tutto lo scenario europeo: in Francia ieri la Direzione Generale della Salute di Parigi, ha avvertito che si sta «tornando a livelli paragonabili a quelli della fine del perio-
do del confinamento», con un netto aumento di casi (1.130 in 24 ore). Anche la Spagna è vicina a quota 1.000 giornalieri. Il caso Romania e Bulgaria però ha una valenza particolare per l’alto numero di persone di questi Paesi che lavorano in Italia, anche come badanti a contatto con i più fragili. Romania e Bulgaria fanno parte dell’Unione europea (ma non rientrano nel trattato di Schengen), dunque i controlli alle frontiere sono complessi.
DIMENSIONI C’è inoltre un problema di numeri: secondo l’Istat in Italia risiedono 1,2 milioni romeni e 60mila bulgari (esclusi ovviamente gli irregolari). Ma c’è un al-
I FONDI Stuzzicati da Bruno Vespa, i due leghisti parlano anche del contestato Recovery Fund: «È fondamentale che non si perda l’opportunità dei finanziamenti comunitari – concede Zaia – visto che si tratta di 209 miliardi: non sono pochi. Ma bisogna anche spiegare ai cittadini che c’è pure l’altro lato della medaglia, cioè l’obbligo di fare le riforme, per esempio quella delle pensioni». «In modo collaborativo – aggiunge Fedriga – spero che nella gestione vengano coinvolte anche le Regioni. Come si è visto nell’emergenza sanitaria, le battaglie si vincono facendo squadra». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA
Troppi contagi in arrivo dall’estero: stretta su Romania e Bulgaria IL CASO
la misurazione della temperatura, al test rapido e, in caso di positività, alla quarantena».
tro nodo: una percentuale molto alta lavora come badante o colf, dunque se torna dalla Romania e deve restare in quarantena in teoria dovrebbe farlo nell’indirizzo dove risiede che spesso è la casa della persona a cui presta assistenza. Questo comporta come il rischio il contagio di soggetti fragili, anziani o persone non autosufficienti. Andrea Zini, vicepre-
QUARANTENA PER CHI PROVIENE DAI DUE PAESI E PER CHI CI È STATO NELLE ULTIME DUE SETTIMANE
sidente di Assindatcolf, mercoledì scorso ha inviato una lettera al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e degli Affari regionali, in cui spiega: «Solleviamo il problema del rientro in Italia dei lavoratori domestici stranieri, anche appartenenti ai Paesi Ue, per i quali non esistono restrizioni sanitarie, affinché venga affrontato organicamente sia a livello nazionale che a quello regionale, con l’esplicito obiettivo di tutelare le categorie più vulnerabili della società, come anziani, disabili e alati, e contenere il diffondersi del contagio da Sars-CoV-2». Zini, citando l’esempio del Veneto, chiede per questi lavoratori - colf, badanti, baby sitter - «l’obbligatorietà e la gratuità del tampone rino-faringeo per la
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ricerca di Sars-CoV-2: l’unica misura in grado di tutelare le persone fragili». Come sarebbe accettata una campagna di test di massa dalla comunità romena? Spiega la giornalista Anca A. Mihai, corrispondente da Roma dell’agenzia di stampa romena Mediafax: «In realtà la soluzione dei test o dei tamponi sarebbe molto più gradita da chi torna dalla Romania rispetto alla quarantena obbligatoria. Sarebbe anche una tutela della propria salute. Resta però il problema di tante che lavorano come badanti e colf, ma non sono in regola».
CIFRE La notizia dell’ordinanza che obbliga alla quarantena tutti co-
loro che tornano da Romania e Bulgaria ieri ha suscitato molta incertezza nelle due comunità. In particolare, molti romeni che vivono e lavorano in Italia (impegnanti non solo nel settore dell’assistenza alle persone ma ad esempio anche nell’edilizia) avevano programmato di tornare nel proprio paese di origine in coincidenza con le ferie di agosto. Ma in molti ora stanno cambiando i loro piani di fronte all’obbligo, al ritorno, di restare isolati (e dunque senza la possibilità di lavorare) quando torneranno in Italia. Le notizie che giungono da Bucarest non sono incoraggianti: elle ultime 24 ore in Romania 1.119 nuovi contagi da coronavirus, 301 i pazienti in terapia intensiva, 2.150 i deceduti. A Bucarest, in particolare i posti letto stanno terminando. Pensare che tra febbraio e marzo, quando in Italia la situazione era drammatica, circa 40mila cittadini romeni che vivevano nel nostro paese, preoccupati, decisero di tornare a casa. Mauro Evangelisti © RIPRODUZIONE RISERVATA
BELLUNO
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elezioni regionali
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italia viva
La proposta di Sbrollini Pronta la squadra Pd con Fontana capolista Zona economica speciale due donne e due esterni per tutta la provincia Parte la corsa dei Dem bellunesi per tornare a Venezia la scelta dei nomi dopo la consultazione virtuale dei circoli
Al centro Monica Lotto con alcuni esponenti del Pd bellunese
Irene Aliprandi / BELLUNO
È pronta la lista del Partito Democratico bellunese per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Il Covid non ha fermato le consultazioni nei circoli che hanno continuato il confronto virtualmente fino alla sintesi tracciata dalla direzione provinciale con la scelta dei cinque nomi da proporre agli elettori. Il capolista è Edi Fontana, 60 anni, quadro aziendale, vicesindaco di Limana ed ex consigliere provinciale. Seguono: Maria Teresa De Bortoli, 59 anni, insegnante di scuola dell’infanzia, consi-
gliera comunale a Pedavena, dopo due mandati da sindaco (2009-2019), presidente dell’Istituto Carenzoni Monego di Feltre ed ex consigliera provinciale. Fabio Candeago, 65 anni, pensionato, ex Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria del Cadore. Cristina De Donà, 55 anni, insegnante di scuola secondaria, fortemente impegnata nel volontariato. Infine Adis Zatta, 39 anni, assessore a Feltre, componente del direttivo Anci Veneto e presidente del Consiglio di Bacino Dolomiti. Sia Candeago che Zatta non sono iscritti al Pd e l’as-
sessore feltrino in passato è stato coordinatore locale del movimento di Pizzarotti, “Italia in Comune”. «La candidatura di Zatta», spiega Monica Lotto, segretaria provinciale del Pd, «arriva dai circoli del feltrino. Ha maturato grande esperienza amministrativa e ha competenze su temi non banali, che possono incoraggiare visioni diverse e originali. Candeago si occupa di sanità, un tema che vogliamo porre in modo costruttivo. Abbiamo deciso di captare persone anche al di fuori del partito, partendo dal fatto che non volevamo una lista chiusa, ma aperta a mondi che collaborano con noi da sempre, con i quali abbiamo condiviso un percorso e che ci guardano con rispetto. Detto questo si tratta di una lista del Pd e la campagna elettorale sarà concentrata sul partito». E a proposito di campagna elettorale, quella del 2020 imporrà uno sforzo di fantasia per superare l’ostacolo Covid. «Sarà una campagna elettorale diversa e difficile, anche per questo serve qualcuno che si occupi del partito continuando a lavorare sulla sua crescita», prosegue Monica Lotto, chiarendo così il motivo della sua scelta di non candidarsi. «Queste elezioni sono un’occasione per il Pd per seminare e sedimentare, spiegando le nostre idee, i temi e le proposte anche in prospettiva. Ce la giochiamo, in un contesto non semplice, com’è quello veneto, cogliendo le opportunità. L’obiettivo è quello di eleggere un consigliere di cui in questi anni si è sentita molto la mancanza nel bellunese. Vedo già una bella collaborazione tra i candidati: solo con una squadra unita si può portare a casa il risultato». —
La candidata di Renzi corre con il Partito socialista e con Civica per il Veneto «Siamo l’alternativa ai vecchi schieramenti» BELLUNO
La campagna elettorale per le regionali di fine ottobre entra nel vivo con la prima visita in città di un candidato alla presidenza del Veneto. In questo caso, una candidata: Daniela Sbrollini, 48 anni, vicentina e senatrice di Italia Viva, con una storia politica già rilevante alle spalle. Il partito di Matteo Renzi in Veneto ha scelto di misurare le proprie forze senza cercare l’alleanza con il Pd, ma stringendo un accordo con il Partito Socialista e con Civica per il Veneto per la formazione di liste unitarie. La candidatura di Sbrollini sarà il banco di prova per Italia Viva che anche a Belluno sta costruendo un proprio radicamento e punta a far emergere alcune proposte per il territorio. «La più importante, per la provincia di Belluno, è la creazione di una “zona economica speciale”, a tassazione differenziata con sconti fiscali progressivi», spiega Gaetano Rizzo del coordinamento provinciale. Mondiali di sci e Olimpiadi rappresentano una grande opportunità per il territorio bellunese, secondo Iv, ma in una visione più ampia che comprende anche il lavoro, i servizi ai cittadini e l’ambiente. «A 60 giorni dal voto», spiega Sbrollini, «abbiamo riunito una squadra motivata e piena di idee. Stiamo lavorando insieme a un progetto che non si chiuderà con le elezioni regionali. La nostra passione vuole realizzarsi in un laboratorio politico di cultura riformista, alternativo a due schieramenti che da 25 anni sono sulla scena, uno destinato a vincere e l’altro a restare opposizione». In mezzo, però, c’è parecchio spazio: «Spazio per costruire una proposta politica che può rompere gli schemi»,
La candidata di Italia Viva con il suo staff e Gaetano Rizzo
osserva la candidata Iv, «visto che gli altri, finora, non hanno dato prospettive concrete. Cinque anni fa un milione di veneti non votò perché non c’erano alternative. Noi oggi siamo l’alternativa, vogliamo parlare a tutti senza distinzione di colore politico, com’è giusto che faccia chi si candida a guidare una Regione. Il Veneto non ha problemi insormontabili, ma noi vogliamo renderlo migliore, più bello ed efficiente». Sbrollini sottolinea alcune mancanze storiche dei suoi avversari, ma promette che le polemiche saranno marginali. «L’autonomia è rimasta una parola da sbandierare, eppure ha contenuti e genera responsabilità. Ed è proprio per evitare l’assunzione di responsabilità che l’autonomia non si è ancora concretizzata, nonostante la Lega abbia governato a lungo con diversi ministri, Zaia compreso. Oggi più che mai il Veneto ha bisogno di una guida autorevole, capace di lavorare con tutti, dalle imprese che sono quelle che hanno fatto grande questa regione, agli enti locali». Sbrollini ieri ha incontrato il sindaco di Belluno e il presidente della Provincia proprio per confrontarsi sui temi più rilevanti del territorio e assicura grande attenzione e dialogo costante con gli enti locali. La riapertura delle scuole
Daniela Sbrollini
con un piano di riorganizzazione dei plessi è la priorità per Iv e non manca la critica alla Regione Veneto che a differenza di altre non ha ancora messo risorse per il riavvio della scuola e non si è assunta la responsabilità di riaprire gli asili nido. Ad accompagnare Sbrollini a Belluno c’erano anche gli esponenti socialisti: il segretario regionale Riccardo Mortandello, l’ex presidente della Provincia Daniela Larese Filon, l’ex senatore Giovanni Crema e Giorgio Azzalini che hanno sottolineato l’impegno verso l’ambiente, i servizi alla popolazione e un nuovo impulso per il prolungamento della ferrovia. Ma anche l’impegno verso la terza via, quella dei responsabili che guardano alla tutela del “bene” futuro. — I.A.
BELLUNO
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Le analisi di Legambiente la noVità
Copernicus: ora l’Arpav utilizza pure il satellite ALPAGO
sindaco di Alpago, Umbero Soccal, che ha sottolineato l’importanza anche del lavoro delle varie associazioni locali nella cura e l’attenzione «nel proteggere la risorsa naturalistica rappresentata dal lago di Santa Croce e da tutta la conca dell’Alpago». La preoccupazione per la presenza di microplastiche nelle acque dei fiumi e dei laghi (in quello alpagoto sono stati rilevati 55.160 pezzettini di plastica per km quadrato), fa capo a una materia non ancora normata e priva di statistiche per cui l’assessore veneto all’ambiente Gianpaolo Bottacin ha richiamato l’opportunità «di una legge regionale che non investa la competenza statale e su cui in consiglio a Venezia esistono un interesse e una sensibilità trasversale». Anche secondo Legambiente «consolidare alleanze trasversali per la lotta alle microplastiche è la prossima sfida». E Luca Marchesi, direttore generale dell’Arpav, ha sottolineato la proficua collaborazione tra l’ente regionale per l’ambiente e l’associazione ambientalista «sempre impegnata a stimolare il livello di attenzione e di verifica dell’attività istituzionale alzando il livello dell’asticella». —
Satelliti ottici per monitorare lo stato di salute di tre laghi bellunesi. Un’attività da svolgersi nell’ambito del progetto Copernicus, il cui obiettivo è razionalizzare l'utilizzo delle innumerevoli informazioni che vengono raccolte dai satelliti messi in orbita dall'Agenzia Spaziale Europea al fine di utilizzare solo i dati di miglior qualità e più aggiornati. Copernicus si fonda su quattro pilastri: la componente spaziale (satelliti e associate infrastrutture a terra), misure in situ (misure aeree e terrestri), armonizzazione e standardizzazione dei dati e servizi per gli utenti. L’Arpav sta iniziando a testare questo tipo di attività in modo sperimentale su alcune zone pilota tra cui il lago di Santa Croce, il lago del Corlo e quello di Alleghe. Lo scopo è quello di sfruttare le potenzialità del monitoraggio ambientale da remoto attraverso le ultime tecnologie satellitari rese disponibili dal programma intitolato al fisico polacco. I dati da ricavare e analizzare riguardano la trasparenza, clorofilla e solidi sospesi nelle acque, rilevati dall’occhio dei satelliti (sia ad alta che a media risoluzione) Sentinel-2 e Sentinel-3 del programma spaziale europeo. Le zone pilota scelte hanno infatti delle peculiarità in termini di trasporto solido, come per esempio nel lago di Alleghe, dovuto alla componente torbida del torrente Cordevole o del torrente Tesa nel lago di Santa Croce o di fioriture algali come nel lago del Corlo. I risultati, dopo un’attenta calibrazione e validazione, potranno essere utilizzati per integrarsi al monitoraggio ambientale svolto sul campo. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E.F.
Il lago di Santa Croce sulla riva verso Farra dove sono stati fatti i monitoraggi
Promosse dalla “Goletta” le acque di Santa Croce Studiate le microplastiche che sono presenti nel bacino, 55.160 pezzetti per ogni chilometro quadrato: un problema da tenere sotto stretto controllo Ezio Franceschini / ALPAGO
La Goletta dei Laghi di Legambiente promuove le acque del lago di Santa Croce. Le analisi, svolte dai tecnici dell’associazione ambientalista in tre diverse zone del bacino, hanno rilevato una buona qualità dell’acqua sottoposta alle analisi microbiologiche, con parametri che risultano entro i limiti di legge. «La missione di Goletta dei Laghi resta però sempre quella di non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e rilevare le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri», ha spiegato Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto: «Anche se costretti a rivedere l’attività associativa in questi mesi di emergenza, continuiamo a mantenere alta l’attenzio-
ne verso gli scarichi non depurati e inquinanti (Enterococchi intestinali, Escherichia coli), la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi». Nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia, la 15esima edizione di Goletta dei Laghi «quest’anno sta vivendo di una formula inedita all'insegna della partecipazione attiva dei cittadini, con più spazio a citizen science e territorialità», ha chiarito l’associazione, intervenuta ieri con Arpav alla presentazione dei risultati del monitoraggio al camping Sarathei a Farra. I punti monitorati dal tecni-
co Elena Camporese (l'ultimo il 20 luglio) sono tutti nel Comune di Alpago, in località Farra. Sono aree in cui è prevista la balneazione, dove non sembra ci siano criticità particolari dovute a scarichi non depurati, e valutate come “eccellenti” sul Portale delle Acque. Il monitoraggio di Legambiente, ha chiarito l’associazione, «non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al maggior rischio presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta». Soddisfazione da parte del
gli altri
Buone le condizioni anche di Misurina, Alleghe e Auronzo ALPAGO
Tutti in buona salute i laghi bellunesi. È quanto certifica Arpav in seguito ai controlli effettuati sulla balneabilità dei laghi del Veneto (in tutto 78 tratti costieri lacustri) dal 15 maggio al 15 settembre dello scorso anno. Confermata sul lago di Santa Croce l’eccellenza nelle località Poiatte, Sarathei e Santa Croce, alle quali nel 2015
si è aggiunta Baia delle Sirene, sotto il Fadalto. Positivi sono risultati anche i controlli effettuati finora nella stagione in corso. Per quanto riguarda gli altri laghi bellunesi, definito eccellente quello di Centro Cadore, tranne nel tratto Vallesella Casette a Domegge, temporaneamente chiuso e monitorato in base all’ultima classificazione (2016 2019). Tra i bacini naturali,
le indagini dell’Arpav riguardano anche il lago di Alleghe e quello di Misurina (entrambi promossi). Tra i bacini artificiali sono monitorati il lago del Mis (Sospirolo), il lago del Corlo (Arsiè) e il lago di Santa Caterina, in Comune di Auronzo. I campioni per il controllo della qualità sono effettuati da Arpav in corrispondenza del punto massimo di profondità del bacino, a diverse quo-
ALCUNI DEI PROTAGONISTI PRESENTI AL CAMPEGGIO SARATHEI SUL LAGO DI S. CROCE
I punti monitorati sono tutti sulle rive di Farra, dove c’è la balneazione. Non ci sono scarichi non depurati te lungo la colonna d’acqua. Viene inoltre eseguito un campione integrato all’interno della zona eufotica (dove si concentra la luce solare), sufficiente a permettere la fotosintesi, per la determinazione della clorofilla e del plancton. I campionamenti sono effettuati sei volte nel corso dell’anno, tra cui uno nel periodo di massimo rimescolamento e un altro nel periodo di massima stratificazione delle acque. Tre i principali parametri presi in considerazione: inquinanti specifici, stato ecologico, stato chimico. Ricapitolando, la classificazione dei laghi bellunesi emessa da Arpav attribuisce “buono” in tutti e tre i parametri al lago di Santa Croce, al lago di Mi-
surina, al lago di Alleghe e a quello di Santa Caterina. Lo stato ecologico risulta invece sufficiente per il lago di Centro Cadore, il lago del Mis e quello del Corlo. Riguardo gli inquinanti specifici, questi risultano quasi assenti invece nei laghi del Mis, Misurina e Santa Caterina.
Sotto controllo il bacino del Centro Cadore nel tratto Vallesella - Domegge Anna Favero, direttrice di Arpav Belluno, ha quindi confermato nell’incontro di ieri a Farra che i laghi bellunesi sono generalmente sotto tut-
ti gli aspetti in salute “sia per la balneabilità che per la qualità delle loro acque”. La classificazione dei corpi idrici viene elaborata sui dati di un sessennio di monitoraggi ed è attualmente in corso di elaborazione la classificazione riferita a quello 2014-2019. Gli ultimi campionamenti per il monitoraggio della balneabilità sono stati effettuati il 20 e il 21 luglio. I prossimi campioni sono previsti a metà agosto e nei primi dieci giorni di settembre. I risultati delle analisi sono pubblicati in tempo reale nel sito dell’Arpav e sul Portale delle Acque (www.portaleacque.salute.gov.it). — E.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA
25-LUG-2020 Estratto da pag. 5
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
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REGIONE
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verSo le eleZioni reGionali
Partito dei Veneti già all’attacco «Zaia ha tradito il referendum» Presentati i principali candidati della lista che mira al malcontento in casa Lega Ci sono Chiavegato e Callegari, Fragomeni, Szmuski e il rugbista Menapace Carlo Romeo VENEZIA
È iniziato l’avvicinamento alle elezioni regionali anche per il Partito dei Veneti, la lista nata dall’unione di diversi gruppi autonomisti (tra cui Grande Nord e Indipendenza Veneta) che sosterrà la candidatura a presidente di Antonio Guadagnini. Il consigliere regionale uscente – nel 2015 appoggiava Zaia – correrà nella circoscrizione di Vicenza e punta a consolidare il nuovo partito territoriale, sul modello dell’Svp altoatesino. Ieri, tra leoni di San Marco e lo slogan «Uniti per l’autogoverno», Guadagnini ha presentato i candidati del PdV al consiglio regionale, non lesinando qualche frecciatina a Zaia. Tra le liste spiccano alcuni nomi noti, su tutti Alessio Morosin (nel 2015 raccolse il 2,5% con Indipendenza Veneta) e l’ex deputato Corrado Callegari, che correranno entrambi nel Veneziano. «Siamo pronti al confronto duro con Roma»,
Antonio Guadagnini con alcuni candidati alla presentazione Partito dei Veneti
afferma Callegari, non esitando ad arrivare al nocciolo della questione: «La chiave di tutto sono gli schei». Ma la cifra più citata non sono i milioni di tasse “estirpati” dalle tasche dei veneti, quanto i 2,3 milioni di votanti al referendum sull’autonomia di 3 anni fa. «Sono passati mille giorni e la Lega ha ottenuto zero risultati», ri-
corda Guadagnini, «Zaia aveva un mandato popolare che ha disatteso: un fallimento conclamato». È proprio a quegli elettori che guarda il PdV per strappare consensi alla Lega tra i venetisti delusi. Si evince anche dalle parole di Nicola Fragomeni, sindaco di Santa Maria di Sala nel Veneziano e figura civica
PORCILE
non iscritto al partito: «Ogni cittadino del mio Comune versa 2.300 euro annui allo Stato, che ne restituisce solo 76». Candidato anche un altro primo cittadino, Riccardo Szumski di Santa Lucia di Piave (Treviso): «Zaia ha gestito in modo terroristico la pandemia» esordisce il sindaco-medico «Ci vuole meno teatro e più incisi-
vità, nella sanità stop alla spinta verso il privato». A Treviso correrà anche l’imprenditrice Sonia Simioni, mentre per Vicenza il nome è Bortolino “Bobo” Sartore, ex consigliere provinciale appartenente a Progetto Veneto, che nel 2015 appoggiò il centrosinistra. Capolista a Verona, invece, sarà Lucio Chiavegato, imprenditore noto per essere stato tra i fondatori del movimento dei Forconi. Infine Padova, dove si presenta una “strana coppia” formata da Antonio Zanchin, commerciante in pensione ma tuttora in attività, e dall’ex rugbista Piergiorgio Menapace, storico pilone e capitano del Petrarca. Zanchin promette di battersi per i diritti dei malati, non nasconde le ambizioni indipendentiste ed esprime solidarietà ai venetisti condannati per il “Tanko 2.0”: «Hanno solo giocato con la fantasia, loro condannati mentre restano fuori ladri, spacciatori e prostitute». Menapace, invece, oggi fa il dirigente sportivo e nel Partito dei Veneti vede una squadra affamata e vincente: «Bazzico gli ambienti autonomisti dal 2012, oggi c’è una coesione senza precedenti». Tra i punti del programma, oltre a “liberarsi” da Roma (non escluso un secondo referendum), l’azzeramento del bollo auto e i libri gratuiti per tutti gli studenti delle scuole dell’obbligo. L’obiettivo minimo? Superare il 3% dello sbarramento, entrando in consiglio per «pungolare la Lega sulle cose concrete», promette Guadagnini. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA
il bilancio della maturitÀ
Appena 34 studenti e 103 insegnanti. Ecco la platea degli esaminati ed esaminatori “a distanza”, durante gli ultimi esami di maturità. Esami, lo ricordiamo, in presenza. Eliminate le due prove scritte, i ragazzi si sono giocati il tutto e per tutto all’esame orale, tornando finalmente a scuola, dopo l’ultimo quadrimestre affrontato quasi interamente nella forma della didattica a distanza. Nonostante la previsione di un esame in presenza, tuttavia, residuava la possibilità, suffragata da motivi di salute, di richiedere di essere interrogati (o di interrogare) attraverso lo schermo di un computer. Possibilità sfruttata da pochi; in ogni caso – complice l’età più avanzata, a volte accompagnata da al-
Esame da casa solo per 34 ragazzi ma 103 i docenti “non in presenza” cuni problemi di salute –, nella maggior parte dei casi, dagli insegnanti. E così sono stati 103 i docenti che hanno chiesto (e ottenuto) di porre le domande utilizzando Zoom, G-Suite o Skype. Con un esame, quindi, affrontato dal salotto di casa e trasmesso in diretta sul banco dell’aula scolastica, di fronte allo sguardo attento degli altri insegnanti, tutti con il volto coperto da una mascherina. Questa modalità è stata
L’iniziativa in memoria dei fratelli Cervi
La Pastasciutta antifascista oggi si fotografa e si posta L’EVENTO
a pastasciutta antifascista non si ferma neppure di fronte al Coronavirus. Anche quest’anno, infatti, lo Spi Cgil del Veneto propone l’iniziativa dedicata alla caduta del regime il 25 luglio 1943 e alla grande spaghettata offerta a Campegine (Reggio Emilia) dai fratelli Cervi alla cittadinanza. Al contrario degli
L
Il logo dell’iniziativa
Un’allieva alla maturità
adottata dal 9,48 per cento delle commissioni, pur se la maggior parte delle volte da parte di un unico insegnante all’interno del gruppo “giudicante” . E ancora meno sono stati i ragazzi che hanno deciso di ricorrere all’esame a distanza: appena 34 in tutta la regione. Di questi, nove rispettivamente nel Padovano e nel Veneziano, sette nel Trevigiano e nel Veronese, uno nel Bellunese e nel Vicentino e nessuno nel Rodigino. E, parlando
anni passati, però, la cerimonia sarà virtuale, ma gli ideali figli della Resistenza coinvolgeranno comunque migliaia di persone, soprattutto pensionati, in tutta la regione. Protagonista dell’iniziativa sarà sempre la pastasciutta servita in una grande tavolata virtuale. Oggi i cittadini potranno postare la foto del loro piatto tramite l’hashtag #pastaliberatutti e #pastachallenge taggando l’istituto Cervi (@istitutocervi). In questo modo si replicheranno sul web le grandi iniziative che lo Spi Cgil del Veneto organizza ogni anno con il coinvolgimento di tante persone per ricordare la Liberazione, avvenuta in realtà venti mesi dopo la “pastasciuttata” e do-
po quel drammatico 28 dicembre 1943 in cui i fratelli Cervi furono torturati e poi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia. «Per noi questo è un appuntamento irrinunciabile» spiega Elena Di Gregorio, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto «e siamo orgogliosi di riproporla anche in questo difficilissimo anno, seppur in forma virtuale. Per noi i valori dell’antifascismo sono più attuali che mai soprattutto in una regione in cui troppe persone legate alle istituzioni dimenticano l’importanza della resistenza e della lotta contro un regime che ha portato l’Italia alla rovina. Più foto verranno postate e più forte sarà il nostro messaggio». —
di ragazzi, la percentuale è stata ancora più bassa, dato che questa modalità di esami così inediti è stata adottata da appena il 3,3 per cento delle classi. Anche in questo caso, quasi sempre da un solo studente per ciascun gruppo. Facendo però la proporzione con l’intera platea di giovani che ha affrontato gli esami – 35.584 in tutta la regione –, la percentuale è infinitesimale, vale a dire “1 a 1.046” . — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA
commercio
Pochi giorni all’avvio dei saldi
Confermato il 1° agosto per l’avvio dei saldi VENEZIA
«Non abbiamo previsto alcuna anticipazione della data di avvio dei saldi. Dopo aver sentito la volontà delle categorie economiche e degli imprenditori ho deciso di non anticipare tale data e di lasciarla al primo agosto come annunciato a suo tempo. Questo perché ritengo che sia un mio preciso dovere ascoltare il territorio e farmi portavoce delle esigenze e delle istanze di chi lavora quotidianamente a contatto con la gente». Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, spiega che la Regione del Veneto conferma l’avvio dei saldi dal 1° agosto come fissato a suo tempo nella fase successiva alla pandemia da Covid-19, in accordo con gli operatori. La precisione – osserva la Regione – risulta necessaria dopo il dibattito emerso nei giorni scorsi a livello nazionale nel quale la Regione Campania aveva chiesto la possibilità di anticipare la data all’inizio di luglio, come di norma. «Abbiamo ricevuto comunicazione da Confesercenti Veneto, Confcommercio Veneto – Federazione Moda Italia e Federdistribuzione che confermano di essere favorevoli all’avvio dei saldi il 1° agosto» precisa l’assessore «Volontà che la Regione conferma». —
anci veneto
«Surreale il dibattito sui banchi a scuola» TREVISO
«È davvero incredibile come il dibattito sulla riapertura delle scuole a settembre si stia riducendo a una discussione sui banchi. I problemi per i sindaci sono altri e vanno delle risorse per gli interventi sulle aule, il trasporto pubblico e le difficoltà che ci segnalano i presidi e i dirigenti scolastici ogni giorno» lo dice il presidente di Anci Veneto, Mario Conte «È un dibatti-
to surreale e che non mette al centro i problemi reali. Per noi la priorità è far tornare i ragazzi a scuola e in totale sicurezza sotto ogni punto di vista. I sindaci aspettano risposte chiare e in tempi brevi. Siamo a fianco dei presidi, dei dirigenti e degli insegnanti che stanno affrontando una situazione complicatissima in mezzo ad un guazzabuglio di regole e non possiamo che ringraziarli per quello che stanno facendo». —
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Nordest
PINO MUSOLINO «Vengono a cadere, oltre ogni ragionevole dubbio, tutte le contrarietà e osservazioni sollevate dai componenti di Città Metropolitana e Regione»
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
«Porto Venezia, regolare il bilancio» Il ministero dei Trasporti si schiera con il presidente Musolino `Ma i rappresentanti di Regione e Città di Venezia non sono e dà il via libera al rendiconto 2019. «Per noi nessuna criticità» intezionati a votarlo. Lo stallo continua. Ipotesi commissario
`
IL CASO MESTRE Il ministero dei Trasporti (Mit) ha dato ragione al presidente del Porto di Venezia riconoscendo la regolarità del bilancio consuntivo che Pino Musolino aveva tentato di far approvare dal Comitato di gestione il 18 giugno scorso, riprovandoci invano il 26 e il 30 giugno: la prima volta il rappresentante della Città Metropolitana di Venezia Fabrizio Giri e Maria Rosaria Campitelli per la Regione avevano votato contro chiedendo di cancellare 7 milioni appostati a bilancio per la modifica del Piano economico finanziario (Pef) che regge il Terminal di Fusina, il porto per i traghetti realizzato e gestito da Venice Ro.Port.Mos, società controllata da Mantovani; le due volte successive Giri e Campitelli non si sono presentati. La palla torna, così, a Venezia dove il presidente dell’Autorità portuale dell’Adriatico settentrionale, Musolino, ha già annunciato che riconvocherà a breve il Comitato di gestione per riprovare ad approvare il rendiconto consuntivo 2019, dato che «vengono a cadere, oltre ogni ragionevole dubbio, tutte le contrarietà ed osservazioni sollevate dai due componenti di Città Metropolitana e Regione». E se i rappresentanti di Regione e Venezia voteranno ancora contro o non si presenteranno? Ieri nessuno ha voluto commentare ufficialmente ma pare certo che alla prossima convocazione, col voto o con l’assenza, ci sarà un’altra bocciatura. Si rischia, dunque, uno stallo che paralizzerà l’attività amministrativa del Porto e che nemmeno la legge, a quanto pare, sarà in grado di sbloccare. Nella sua rela-
VENEZIA Il terminal dei traghetti di Fusina al centro dello scontro tra Autorità portuale e i rappresentanti di Regione e Città Metropolitana
zione al capo di gabinetto del Mit il direttore generale del dipartimento per la “Vigilanza sulle Autorità Portuali” spiega, infatti, che la revoca per mancanza di approvazione dei bilanci entro il termine indicato dalla legge è una previsione che nasce dalla volontà di abolire i ritardi nell’approvazione che si verificavano in passato; inoltre va valutato come si è arrivati alla bocciatura e, nel caso di Venezia, per il Mit il bilancio consuntivo 2019 è positivo, in regola dal punto di vista finanziario, amministrativo ed economico e fotografa quanto il Comitato di gestione aveva già approvato nel corso dell’anno in sede di bilancio di previsione. Non ci sono, insomma, motiva-
zioni che permettano al Mit di affermare che quel bilancio contestato dai due Enti ha delle criticità, ma rimandando al Comitato di gestione l’onere di approvarlo, si rischia di prorogare lo stallo.
NESSUNA CRITICITÁ Tre, allora, pare siano le strade che si potrebbero aprire nel caso di nuova bocciatura: un commissariamento con lo stesso Musolino nominato commissario, un commissario esterno, o l’intervento della Procura della Repubblica cui si sono rivolti Giri e Campitelli: e in proposito, al lavoro per verificare i documenti inviati ci sarebbe la stessa squadra che aveva indagato sullo scandalo Mose.
Il protrarsi dello stallo, in ogni caso, è proprio la preoccupazione espressa nei giorni scorsi dagli operatori portuali impegnati nello sforzo immane di rilanciare le attività commerciali, industriali e crocieristiche. Su questo punto si è espresso anche il senatore veneziano del Pd Andrea Ferrazzi: «Auspico che si trovi velocemen-
IL DOCUMENTO É AL VAGLIO DELLA PROCURA DI VENEZIA. AL LAVORO I MAGISTRATI CHE HANNO INDAGATO SUL CASO MOSE
L’intervento
Benetton, non bastano una sola storia e una sola verità Maria Cristina Piovesana* segue dalla prima pagina
(...) per restituirci la verità e per indicare le eventuali responsabilità penali che, giova ricordarlo, sono sempre personali. Ho deciso di intervenire pubblicamente adesso, dopo gli accordi intervenuti, per soffermarmi su due precise questioni. La prima, si riferisce a un precedente molto grave perché ha alterato le libere dinamiche del mercato pregiudicando in maniera gravissima la credibilità del nostro Paese. Mi riferisco alla personalizzazione di uno scontro - motivato soprattutto da cinico calcolo politico - che ha finito col penalizzare tutti gli azionisti di una grande società italiana quotata in Borsa, nessuno escluso: dai fondi sovrani ai fondi pensione, dagli investitori finanziari alle decine di migliaia di risparmiatori che avevano puntato su un titolo “sicuro”. Un vero e proprio disprezzo del mercato. Il secondo, più propriamente
personale, ha un antefatto. Tempo addietro ho avuto modo di vedere la registrazione di una conferenza Ted del 2009 la cui protagonista era la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Questa memorabile lezione, diventata recentemente un libro pubblicato da Einaudi con il titolo “Il pericolo di un’unica storia”, mette in guardia dal rischio che corriamo ogni volta che semplifichiamo le cose guardando la realtà attraverso un unico punto di vista. Da quella conferenza ho appreso una verità che da allora mi accompagna ogni giorno: i punti di vista, nella vita, dovrebbero essere sempre tanti quanti sono i colori in natura. Sono nata nel trevigiano e ho un’età sufficiente per ricordare i primi negozi aperti dai fratelli Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo Benetton. Botteghe, speciali nella loro originalità, nelle quali si respirava l’aria di un Paese in trasformazione che lasciava il bianco e il nero delle convenzioni per af-
facciarsi, dopo il boom economico, ai tanti colori della vita e della speranza. Maglioni la cui unica pubblicità si trovava sulla rivista Linus, allora una delle voci più innovative dell’editoria nazionale. Poi vennero i jeans, la lunga collaborazione con architetti, come Afra e Tobia Scarpa, che ha prodotto un nuovo linguaggio per interpretare gli edifici industriali o per reinterpretare il classicismo delle ville venete, come villa Minelli, villa Loredan-Gasparini e villa Pastega-Manera. Trent’anni fa, l’intuizione della dimensione globale del mercato e della comunicazione dalla quale nacque l’impegno in Formula Uno, con la scoperta di un talento come Michael Schumacher. Ricordo l’ammirazione con cui mio padre mi parlava dello stabilimento Benetton di Castrette e soprattutto del magazzino robotizzato che negli anni Ottanta rappresentava una novità mondiale. E poi Fabrica, il luogo della comunicazione.
Maria Cristina Piovesana
La Fondazione Benetton, il luogo del pensiero. Per arrivare, infine, all’impegno per lo sport interpretato sia attraverso il progetto industriale Sport System, sia a livello agonistico, attraverso diversi team vincenti, sia, infine, con gli innovativi impianti per la pratica sportiva. Questa sintetica biografia sarebbe più che sufficiente per collocare Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo Benetton tra le più grandi dinastie imprenditoriali espresse dall’Italia del secondo dopoguerra. Invece, come in una fiaba di Gianni Rodari, la lo-
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te una soluzione e si attivi la necessaria collaborazione interistituzionale tra Porto, Regione e Comune approvando il bilancio». La consigliere regionale Erika Baldin (M5S): «Grande soddisfazione per la decisione del Ministero. Attendiamo la prossima mossa della coppia Zaia-Brugnaro, ora che il loro “no” tecnico è stato smentito». Entrando nei dettagli del contenzioso tra Regione e Città Metropolitana da un lato, e Porto dall’altro, il Mit spiega che le somme contestate da Giri e Campitelli erano già appostate nel Bilancio 2018 ormai consolidato perché approvato dal Comitato il 29 aprile 2019 (e confermato dal Mit e dal ministero dell’Economia), e ro storia si raddoppia componendo una nuova e ancor più impressionante biografia industriale e finanziaria. Con la regia dei Benetton gli Autogrill si trasformano, in pochi anni, in uno dei più competitivi attori della ristorazione presente su entrambe le sponde atlantiche. Inseguendo un’innovativa visione della mobilità, le autostrade, le grandi stazioni ferroviarie e gli aeroporti italiani sono protagonisti di un grande progetto industriale da cui nasce Atlantia che, con una presenza in oltre 20 paesi, diventa, in meno di due decenni, leader globale nel settore delle infrastrutture di trasporto autostradali e aeroportuali. Una delle poche multinazionali italiane che prima dell’arrivo dei Benetton non esisteva neppure nella fantasia degli investitori. Autentico spirito innovativo, duro lavoro, riservatezza e una capacità rara di creare valore per sé, per gli azionisti e per la propria comunità, accompagnati dall’impegno sociale, queste sono le cifre distintive di una straordinaria avventura imprenditoriale che in mezzo secolo ha portato quattro fratelli trevigiani partiti dal nulla a scalare le graduatorie mondiali stilate ogni anno da riviste come Fortune e Forbes. La consapevolezza di ciò mi spinge, come trevigiana e come presidente di Assindustria Ve-
poco importa se quella volta venne approvato solo a maggioranza perché il rappresentante della Città Metropolitana si era astenuto. Quel che conta, sempre secondo il Mit, è che i residui passivi non possono essere cancellati (come hanno chiesto lo scorso 18 giugno i due rappresentanti di Regione e Città Metropolitana) a meno che non vengano meno i presupposti giuridici al loro mantenimento: e nel caso in questione esiste l’accordo di revisione del Pef per Fusina, riportato nell’atto aggiuntivo alla concessione delle banchine il 20 gennaio 2020, e «la sua cancellazione produrrebbe l’immediato formarsi di un debito fuori bilancio per l’Adspmas» e quindi, aggiungono i vertici del Porto, «l’avverarsi di un illecito amministrativo e contabile estremamente grave». La Direzione generale per la Vigilanza lascia, però, in sospeso il giudizio: avendo convocato il presidente Musolino per chiedergli l’intera documentazione sulla vicenda, e avendo ricevuto una enorme mole di materiale, si riserva di esprimere il proprio avviso anche se, nel frattempo, ha evidenziato «l’unanime espressione di pareri positivi da parte di Dipe, Avvocatura distrettuale di Venezia e professionisti interpellati dal Porto». Tutti hanno convenuto sulla necessità di procedere con la revisione del Pef del Terminal di Fusina «per scongiurare un maggiore danno economico per lo stesso che nasceva dallo squilibrio, in termini di gestione del rischio, presente nella convenzione del 2010»; uno squilibrio tutto a favore del concessionario (la società guidata da Mantovani) e a discapito del Porto. Elisio Trevisan © RIPRODUZIONE RISERVATA
netocentro, ad assumere una posizione che non vuole lasciare spazio a fraintendimenti: nessuno può cancellare questa irripetibile vicenda umana e imprenditoriale descrivendo la famiglia Benetton come qualche cosa che non è mai stata. Sono personalmente convinta che la “rapace avidità” vada ricercata nella pochezza culturale, nell’invidia sociale e nella miseria politica di quanti da anni usano sciaguratamente il nome Benetton per ottenere un facile consenso. Ha ragione, una volta di più, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, quando parla di un sentimento antindustriale radicato nella politica e in una parte non irrilevante della società italiana. Noi non possiamo accettare un’unica storia per raccontare i Benetton, così come le migliaia di uomini e donne che ogni giorno rischiano in proprio, creano lavoro e distribuiscono ricchezza. Una sola presunta verità, fondata sul pregiudizio, non potrà mai bastare per raccontare il valore rappresentato da un’intera umanità laboriosa. Assindustria Venetocentro esiste anche e soprattutto per questo: dare voce e visibilità alle migliaia di storie imprenditoriali che hanno fatto grande la nostra terra e la sua comunità. *Presidente Assindustria Venetocentro
II
Primo Piano
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
Coronavirus, i nuovi casi
I geometri ora sono “antivirus” La diffusione del contagio prosegue: 13 ammalati in 24 ore `Il Collegio professionale ha deciso di formare una squadra alto rischio all’interno dei luoghi di lavoro e di aggregazione di 27 esperti. Obiettivo: aiutare le scuole a rispettare le norme `
I NUMERI PADOVA La diffusione del conta-
gio nel padovano non si ferma, tredici nuovi casi di coronavirus sono stati individuati ieri dall’Ulss 6 Euganea. È quanto riporta l’ultimo bollettino emesso dalla Regione Veneto.
I DATI Nelle ultime 24 ore sono entrati in quarantena, perché venuti a contatto con positivi, ben 78 padovani. In questo momento si trovano in isolamento domiciliare 489 persone. I positivi al tampone sono 227 (+12) mentre i negativizzati virologici sono arrivati a quota 3.631 (+1). Continua il monitoraggio dei focolai nati nelle ultime settimane in provincia di Padova da parte del dipartimento di Prevenzione e sanità pubblica. Nelle scorse ore sono stati scovati altri quattro casi di positività nella comunità camerunense. Complessivamente sono stati individuati 31 contagi legati alla commemorazione funebre, celebrata lo scorso 4 luglio al parco Fenice per dare l’ultimo saluto ad un connazionale morto in Africa a febbraio. All’evento c’erano 200 persone, con tanto di banchetto per bere e mangiare. Un altro allarme è scattato venerdì scorso al Maap di corso Stati Uniti, dove il titolare del bar è risultato positivo al Covid dopo aver mostrato febbre e difficoltà respiratorie. La direzione del mercato ortofrutticolo, in collaborazione con l’Ulss 6, ha sin da subito messo in atto tutte le misure di prevenzione per contenere il contagio. Sono stati eseguiti tamponi a tappeto a centinaia di facchini e dipendenti, che hanno dato esito positivo in undici casi. Salgono a tre i casi secondari: familiari e
contatti stretti dei lavoratori del Maap. Rimane stabile a 31 il numero di dipendenti positivi del centro logistico Sda di Limena. Un’altra azienda padovana travolta dal coronavirus è la Clesp, ditta che distribuisce libri da oltre 35 anni. Anche in questo caso il contagio è stato congelato e rimane invariato il numero di positivi: undici dipendenti e sette casi secondari. Salgono a due i casi di coronavirus all’università di Padova. Tra ieri e giovedì si sono sottoposti volontariamente al tampone circa 200 dipendenti, mancano ancora gli ultimi risultati ma pare che il contagio all’interno di Palazzo Storione sia stato limitato.
Il primo caso di positività risale a mercoledì scorso, quando una dipendente con febbre ha scoperto di essere stata infettata.
L’INIZIATIVA Sempre più spesso il rischio contagio si nasconde all’interno dei luoghi di lavoro e nei mo-
IL PRESIDENTE BROTTO: «ABBIAMO VOLUTO VELOCIZZARE IL RUOLO SOCIALE DI CHI SVOLGE IL NOSTRO MESTIERE»
menti di socialità e ora il Collegio dei geometri di Padova lancia l’iniziativa per rendere sicure le scuole del territorio. Un team formato da 27 esperti geometri avrà il compito di rendere sicuri gli istituti scolastici, garantendo sostegno ai dirigenti nell’applicazione delle norme anti-Covid. Si è svolto nei giorni scorsi il workshop “Emergenza anti-contagio da Covid-19 e ambiente scolastico” organizzato dal Collegio Geo-
metri e Geometri Laureati di Padova. L’iniziativa ha formato i professionisti a dialogare con scuole e amministrazioni in vista della ripresa scolastica in aula di settembre. Tra i temi fondamentali, le direttive nazionali e regionali in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e nella scuola e le testimonianze dei dirigenti scolastici. «Fra le finalità di una sessione formativa per noi inedita
nella formulazione e nella trattazione degli argomenti – spiega il segretario del Collegio Giovanni Brotto – abbiamo considerato con grande attenzione una necessità: l’orientamento e il corretto approccio al problema, affinché il professionista potesse acquisire la possibilità di gestire con la giusta mentalità i correttivi da introdurre. Rimodulare i flussi degli studenti, adeguare gli ambienti e modificare gli orari, sono solo alcune
mari e 7 secondari. Alla Sda, invece, i lavoratori che sono risultati positivi al tampone hanno raggiunto quota 31. Passando, poi, al Maap si contano 11 casi primari e 3 secondari. Tra i partecipanti al “funerale camerunense”, infine, sono risultate positive al Covid 31 persone. A quanto pare una delle contagiate alla cerimonia funebre lavorerebbe all’Ira, e avrebbe contagiato, ormai la settimana scorsa, un’ospite che, però, per il momento risulta asintomatica. Sale, dunque, il numero dei positivi registrati all’interno dei 4 cluster padovani ovvero la Clesp srl di via Del Progresso, la Sda di Limena (dove è presente la cooperativa Novagroup), il
Maap e il gruppo di cittadini camerunesi che, lo scorso 4 luglio, ha partecipato ad una cerimonia funebre al parco Fenice. Nello specifico i nuovi casi riguardano 4 cittadini originari del Camerun. Un contagio, ma secondario, si è registrato, invece, al Maap. Per contagiato secondario, s’intende una persona che non fa direttamente parte del cluster, ma che è entrata in contato con chi ne è parte integrante. «Il nuovo caso non ci è stato comunicato – ha spiegato ieri il presidente del Mercato agro alimentare Maurizio Saia - anche se non ci risulta, ne prendiamo atto». Alberto Rodighiero
NELL’EMERGENZA Il primario del Pronto Soccorso Cianci, il Direttore Flor e il prefetto Renato Franceschelli
«Non dobbiamo abbassare la guarda, mascherina anche all’esterno se serve» LA SITUAZIONE PADOVA Cinque nuovi casi riconducibili ai soli focolai padovani e il Prefetto lancia il suo grido d’allarme: «Purtroppo in troppi si affidano a un ottimismo che non ha riscontro nella realtà». Tra casi primari e secondari, ieri alle 11 i 4 cluster padovani registravano 94 positivi al virus. Numeri che preoccupano il Prefetto Renato Franceschelli. «Da un lato il lavoro preziosissimo ed encomiabile dell’Ulss ci rassicura perché, da questo punto di vista, siamo in ottime mani – ha spiegato ieri il Prefetto – dall’altro, però, a preoccupare sono i comportamenti
individuali. Tanto nei luoghi di lavoro, quanto negli altri ambiti». «Purtroppo, troppe persone, animate da un ottimismo che non trova giustificazioni nella realtà – ha aggiunto – si stanno lasciando andare a dei comportamenti che non sono appropriati e questo è molto rischio-
L’ALLARME DEL PREFETTO FRANCESCHELLI: «TROPPI SI LASCIANO ANDARE A COMPORTAMENTI MOLTO A RISCHIO»
so. I numeri ci dicono che dobbiamo fare ancora tanta attenzione. Pensiamo per esempio alla mascherina. Anche se non è obbligatorio indossarla all’aperto, va portata almeno in tasca. Anche se non si è al chiuso, in determinate circostanze è molto importante indossarla. Per questo serve che tutti abbiamo un atteggiamento responsabile. E’ nell’interesse di tutti. Non possiamo permetterci di tornare indietro».Il messaggio di Franceschelli è chiaro: tutti devono fare la loro parte e abbassare la guardia proprio adesso rischia di essere un errore che si paga a prezzo carissimo. Per quanto riguarda i focolai padovani, ieri alla Clesp si contavano 11 casi pri-
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III
Primo Piano
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
«La seconda ondata del Covid? Noi medici ora siamo pronti» `I primari delle terapie intensive di Schiavonia Il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera: «Non siamo sotto stress come è successo a marzo» e Padova: «Ormai abbiamo acquisito esperienza» `
LA SANITÀ
A SETTEMBRE Il ritorno a scuola è ancora in discussione come le norme per contrastare il contagio da virus tra i banchi. L’ordine dei geometri ha formato 27 esperti in questo campo
delle sfide alla base di un cambiamento complesso, in cui il nostro apporto non poteva limitarsi allo svolgimento di una pratica urbanistica. Abbiamo voluto valorizzare il ruolo sociale della nostra professione». All’incontro è intervenuta con un videomessaggio anche l’assessore all’Istruzione della Regione Elena Donazzan. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA La sanità padovana si prepara a prevenire la seconda ondata di contagi, il piano punta alla pronta disponibilità di letti Covid in reparti e terapie intensive. «Il Coronavirus ci ha obbligato a creare degli spazi dedicati all’assistenza dei pazienti positivi – dichiara il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera, Daniele Donato -. Ora non siamo sotto stress come tre mesi fa, i ricoverati sono meno di venti, ma siamo pronti a fronteggiare una recrudescenza del contagio nel caso in cui si presentasse. La Regione Veneto ha delineato un piano preciso. L’Azienda ospedaliera è stata individuata come capofila Hub per l’emergenza Covid, sono già stati identificati i posti letto da attivare a seconda della necessità. Centrale il ruolo del reparto di Malattie infettive, che è passato da 29 a 58 posti letto e quello della Rianimazione centrale, attrezzata per i pazienti Covid». In ospedale l’attenzione rimane alta, gli accessi sono contingentati e viene controllata la temperatura corporea ad ogni visitatore e paziente. «Dobbiamo capire che il virus non è sparito – aggiunge Donato -, l’utilizzo della mascherina, l’igiene delle mani e il distanziamento sociale servono a limitarne la diffusione». In prima linea è il reparto di rianimazione, che nelle settimane più critiche è stato completamente isolato e dedicato ai contagiati da Covid-19. «Sulla base delle indicazioni regionali siamo la rianimazione predisposta ad accogliere i pazienti Covid - sottolinea il Ivo Tiberio, direttore della Terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera -. Abbiamo box a pressione negativa, non c’è ristagno dell’aria che può contenere particelle infettive. Il nostro reparto strutturalmente
LE SQUADRE Sopra la terapia intensiva dell’Aop di TìIvo Tiberio, sotto quella di Schiavonia di Baratto
IL DG SCIBETTA: «ABBIAMO IMPARATO MOLTISSIMO E RIORGANIZZATO GLI OSPEDALI DELL’ULSS6, RADDOPPIANDO I POSTI LETTO IN RIANIMAZIONE» «DOBBIAMO CONTINUARE A COMPORTARCI CON CRITERIO, LA RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE DIVENTA ANCHE COLLETTIVA»
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può accogliere una coorte di positivi, riusciamo a isolare fino a sette pazienti nei box. Oggi vediamo piccoli focolai, non siamo davanti a una situazione epidemica come a marzo, ma è bene tenere alto il livello vigilanza». Ha cambiato pelle durante l’emergenza Coronavirus anche l’ospedale di Schiavonia. «Noi siamo già pronti ad un raddoppio di posti letto, da dodici a trenta – sottolinea Fabio Baratto, primario di Anestesia e Terapia intensiva dell’ospedale di Schiavonia - le attrezzature sono al loro posto. In questo momento non abbiamo più pazienti positivi, l’ultimo negativizzato è stato dimesso l’altro giorno. Durante l’epidemia abbiamo chiuso le sale operatorie e abbiamo dedicato
la terapia intensiva, l’unità coronarica e la recovery room ai pazienti Covid, avevamo 50 posti letto totali. Nel picco abbiamo assistito 32 pazienti, fortunatamente siamo rimasti sotto la soglia massima. In caso di necessità oggi avremmo quattro posti letto attivabili in pronta disponibilità. Abbiamo una certa esperienza, abbiamo trattato più di 50 pazienti, all’inizio eravamo travolti dall’emergenza ma ora quest’ondata ci troverebbe pronti». Lo conferma anche il direttore generale dell’Ulss 6, Domenico Scibetta. «L’unica cosa sicura è che se mai ci sarà un ritorno della pandemia, e mi auguro di no, non ci coglierà di certo impreparati. Da questa esperienza abbiamo imparato moltissimo, dal punto di vista professionale ma anche da quello umano e sociale. Abbiamo affinato la capacità di agire nell’incertezza, con tempestività e giocando spesso d’anticipo – fa sapere Scibetta -. Se devo pensare alle prime importantissime decisioni, in quelle ore concitate in cui tutto è cominciato, scelte di una strategia che poi le evidenze hanno dimostrato essere vincente, direi che sono state decisioni controcorrente e anticipatorie. In poco tempo abbiamo riorganizzato gli ospedali dell’Ulss 6 Euganea, raddoppiando i posti letto in rianimazione, creando le terapie sub-intensive e attivando quella potente macchina di sanità pubblica territoriale che ha impedito agli ospedali di essere travolti». Lo sguardo della sanità, ora, è rivolto al futuro. «Abbiamo imparato che, a volte, affidarsi al sesto senso e all’intuito può essere salvifico – conclude Scibetta -. Ma anche che la responsabilità individuale diventa responsabilità collettiva. L’ultima astuzia del diavolo è far credere di non esistere, un po’ come fa ora questo virus: ecco, noi non ci caschiamo, e continuiamo a comportarci di conseguenza». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
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«La seconda ondata del Covid? Noi medici ora siamo pronti» `I primari delle terapie intensive di Schiavonia Il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera: «Non siamo sotto stress come è successo a marzo» e Padova: «Ormai abbiamo acquisito esperienza» `
LA SANITÀ
A SETTEMBRE Il ritorno a scuola è ancora in discussione come le norme per contrastare il contagio da virus tra i banchi. L’ordine dei geometri ha formato 27 esperti in questo campo
delle sfide alla base di un cambiamento complesso, in cui il nostro apporto non poteva limitarsi allo svolgimento di una pratica urbanistica. Abbiamo voluto valorizzare il ruolo sociale della nostra professione». All’incontro è intervenuta con un videomessaggio anche l’assessore all’Istruzione della Regione Elena Donazzan. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
PADOVA La sanità padovana si prepara a prevenire la seconda ondata di contagi, il piano punta alla pronta disponibilità di letti Covid in reparti e terapie intensive. «Il Coronavirus ci ha obbligato a creare degli spazi dedicati all’assistenza dei pazienti positivi – dichiara il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera, Daniele Donato -. Ora non siamo sotto stress come tre mesi fa, i ricoverati sono meno di venti, ma siamo pronti a fronteggiare una recrudescenza del contagio nel caso in cui si presentasse. La Regione Veneto ha delineato un piano preciso. L’Azienda ospedaliera è stata individuata come capofila Hub per l’emergenza Covid, sono già stati identificati i posti letto da attivare a seconda della necessità. Centrale il ruolo del reparto di Malattie infettive, che è passato da 29 a 58 posti letto e quello della Rianimazione centrale, attrezzata per i pazienti Covid». In ospedale l’attenzione rimane alta, gli accessi sono contingentati e viene controllata la temperatura corporea ad ogni visitatore e paziente. «Dobbiamo capire che il virus non è sparito – aggiunge Donato -, l’utilizzo della mascherina, l’igiene delle mani e il distanziamento sociale servono a limitarne la diffusione». In prima linea è il reparto di rianimazione, che nelle settimane più critiche è stato completamente isolato e dedicato ai contagiati da Covid-19. «Sulla base delle indicazioni regionali siamo la rianimazione predisposta ad accogliere i pazienti Covid - sottolinea il Ivo Tiberio, direttore della Terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera -. Abbiamo box a pressione negativa, non c’è ristagno dell’aria che può contenere particelle infettive. Il nostro reparto strutturalmente
LE SQUADRE Sopra la terapia intensiva dell’Aop di TìIvo Tiberio, sotto quella di Schiavonia di Baratto
IL DG SCIBETTA: «ABBIAMO IMPARATO MOLTISSIMO E RIORGANIZZATO GLI OSPEDALI DELL’ULSS6, RADDOPPIANDO I POSTI LETTO IN RIANIMAZIONE» «DOBBIAMO CONTINUARE A COMPORTARCI CON CRITERIO, LA RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE DIVENTA ANCHE COLLETTIVA»
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può accogliere una coorte di positivi, riusciamo a isolare fino a sette pazienti nei box. Oggi vediamo piccoli focolai, non siamo davanti a una situazione epidemica come a marzo, ma è bene tenere alto il livello vigilanza». Ha cambiato pelle durante l’emergenza Coronavirus anche l’ospedale di Schiavonia. «Noi siamo già pronti ad un raddoppio di posti letto, da dodici a trenta – sottolinea Fabio Baratto, primario di Anestesia e Terapia intensiva dell’ospedale di Schiavonia - le attrezzature sono al loro posto. In questo momento non abbiamo più pazienti positivi, l’ultimo negativizzato è stato dimesso l’altro giorno. Durante l’epidemia abbiamo chiuso le sale operatorie e abbiamo dedicato
la terapia intensiva, l’unità coronarica e la recovery room ai pazienti Covid, avevamo 50 posti letto totali. Nel picco abbiamo assistito 32 pazienti, fortunatamente siamo rimasti sotto la soglia massima. In caso di necessità oggi avremmo quattro posti letto attivabili in pronta disponibilità. Abbiamo una certa esperienza, abbiamo trattato più di 50 pazienti, all’inizio eravamo travolti dall’emergenza ma ora quest’ondata ci troverebbe pronti». Lo conferma anche il direttore generale dell’Ulss 6, Domenico Scibetta. «L’unica cosa sicura è che se mai ci sarà un ritorno della pandemia, e mi auguro di no, non ci coglierà di certo impreparati. Da questa esperienza abbiamo imparato moltissimo, dal punto di vista professionale ma anche da quello umano e sociale. Abbiamo affinato la capacità di agire nell’incertezza, con tempestività e giocando spesso d’anticipo – fa sapere Scibetta -. Se devo pensare alle prime importantissime decisioni, in quelle ore concitate in cui tutto è cominciato, scelte di una strategia che poi le evidenze hanno dimostrato essere vincente, direi che sono state decisioni controcorrente e anticipatorie. In poco tempo abbiamo riorganizzato gli ospedali dell’Ulss 6 Euganea, raddoppiando i posti letto in rianimazione, creando le terapie sub-intensive e attivando quella potente macchina di sanità pubblica territoriale che ha impedito agli ospedali di essere travolti». Lo sguardo della sanità, ora, è rivolto al futuro. «Abbiamo imparato che, a volte, affidarsi al sesto senso e all’intuito può essere salvifico – conclude Scibetta -. Ma anche che la responsabilità individuale diventa responsabilità collettiva. L’ultima astuzia del diavolo è far credere di non esistere, un po’ come fa ora questo virus: ecco, noi non ci caschiamo, e continuiamo a comportarci di conseguenza». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Jesolo Noventa
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
In spiaggia turismo e lavoro inclusivi Presentato il progetto sociale voluto da Ulss4, Regione `Soggetti con disabilità opereranno come animatori e Comuni che ha rischiato di saltare per la pandemia o addetti ai tavoli in alcuni fra alberghi e villaggi
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JESOLO “A tutti i ragazzi che hanno beneficiato di questo progetto e che hanno contribuito a farlo crescere, voglio dire che sono fiero di voi. Siate bravi, forti e coraggiosi, perché, quando gli altri vedranno il mondo attraverso di voi, lo vedranno più bello e colorato”. Le parole sono di Vincent del Bosque: il ct della Nazionale spagnola campione del mondo 2010 che ha voluto mandare un videomessaggio ai ragazzi con disabilità che da ieri hanno iniziato il nuovo percorso nell’ambito del progetto di turismo sociale ed inclusivo nelle spiagge venete. Progetto che, causa emergenza sanitaria, rischiava di saltare, ma che tutti i soggetti coinvolti (Ulss4, Regione, Comuni e realtà private) hanno voluto per dare continuità agli effetti benefici ottenuti nella passata edizione. La presentazione, ieri all’hotel Gallia, ha avuto anche una parentesi legata al Covid-19, in particolare a quanto accaduto alla sede della Croce rossa (con i 43 positivi). Il sindaco Valerio Zoggia, ricordando che negli ul-
VIDEOMESSAGGIO DEL CT DELLA NAZIONALE SPAGNOLA CAMPIONE DEL MONDO 2010: «FIERO DEI RAGAZZI CHE PARTECIPANO A QUESTO PROGRAMMA»
timi due giorni sono stati effettuati i tamponi agli altri ospiti, ha ribadito la volontà, sollecitata dai capigruppo di tutti gli schieramenti, di inviare a Prefetto e Ministero, la richiesta di chiusura del centro. «La sensazione - ha rilevato – è che all’interno non si faccia quello che si dovrebbe». Il direttore generale dell’Ulss4, Carlo Bramezza, ha confermato che sono in corso altri tamponi e che la situazione viene seguita dalle autorità. L’assessore alla sanità della Regione, Manuela Lanzarin, ha ribadito che “La situazione è seguita con grada attenzione, saremo vigili”.
sabilità (come animatori o addetti ai tavoli) saranno: l’hotel residenza Santo Stefano di Bibione, il Villaggio San Paolo di Cavallino-Treporti, l’hotel Gallia e il Villaggio Marzotto di Jesolo e il centro diurno La Clessidra di Fossalta di Portogruaro. «Eravamo già pronti con nuove idee - ha detto ancora Bramezza - poi l’emergenza ci ha un po’ frenati; di sicuro il prossimo anno ritorneremo con i fasti del 2019, nel frattempo abbiamo potuto garantire la continuità del progetto, perchè l’inclusività fa parte del nostro modo di agire». L’assessore Lanzarin ha aggiunto che, tra le nuove iniziative (ormai per il prossimo anno), vi sarà quella di allargare il progetto anche alla montagna. Fabrizio Cibin
LE STRUTTURE PARTNER Tornando al progetto inclusivo, le strutture partner, dove saranno impiegati soggetti con di-
INSERIMENTO SOCIALE I promotori dell’iniziativa.
possibile e in sicurezza per cittadini e ospiti». Non è il primo locale che viene punito per situazioni simili. Un paio di settimane fa gli agenti della Polizia locale avevano sanzionato e fatto chiudere per dieci giorni un locale della zona di piazza Mazzini nel quale erano state evidenziate anche altre carenze. I controlli continueranno con cadenza quotidiana. Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cento persone davanti al locale: multa e chiusura temporanea situazione, gli agenti hanno fatto allontanare la gente e hanno emesso una sanzione di 400 euro al titolare dell’attività, come previsto dalle disposizioni dei Dpcm attualmente in vigore, provvedendo inoltre alla chiusura temporanea dello stesso locale fino alle 8 di ieri mattina. «Riscontriamo ancora – commenta il sindaco Valerio Zoggia - alcune situazione di mancato rispetto delle norme per il contenimento del
Covid-19 che, per quanto ridimensionato, non è scomparso. Per questo l’Amministrazione comunale con i propri agenti continuerà i controlli previsti. Auspico davvero che ci sia una maggiore presa di coscienza e di responsabilità, tenendo sempre bene a mente cosa ha significato, anche per la nostra città, dover restare fermi per mesi. Dobbiamo fare in modo che il resto della stagione possa svolgersi nel miglior modo
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NOVENTA Dopo il lockdown, nell’ottica di un potenziamento dei servizi alla clientela, il Noventa Designer Outlet ha dato il via nei giorni scorsi alla possibilità di ordinare e acquistare da casa, rivolgendosi ai singoli negozi del centro per verificare la disponibilità e l’assortimento del prodotto che interessa. Sono molti i brand che prendono parte all’iniziativa, tra questi Moschino, Furla, Coccinelle, Frette, Valentino, Dolce & Gabbana e altri che sono indicati nella pagina web del Designer Outlet. Sul sito dell’outlet, alla pagina “Shopping da casa” sono presenti i riferimenti di ciascuna boutique che aderisce all’iniziativa, con l’indicazione di telefono, whatsapp e indirizzo mail che i clienti possono utilizzare per contattare i negoziu. Sarà lo staff a fornire informazioni sulla disponibilità dei prodotti, i tempi e le modalità di spedizione. «Questa iniziativa rappresenta un nuovo tassello del miglioramento del rapporto col cliente - sottolinea Clara Petrone, responsabile marketing - È fondamentale, in un periodo come quello che stiamo attraversando, fornire ai nostri clienti tutti gli strumenti validi per accedere in sicurezza all’offerta dei nostri punti vendita». Intanto, nell’attesa dei saldi, in partenza dall’1 agosto, all’outlet sono iniziate le promozioni d’estate. (E. Fur.)
Jesolo
Violate le norme anti-assembramento, locale sanzionato e chiuso per una sera. E’ accaduto venerdì scorso, in un’attività di via Bafile, a poca distanza da piazza Brescia. L’accertamento degli agenti della Polizia locale è scattato dopo una segnalazione. La pattuglia ha accertato il mancato rispetto delle misure per prevenire gli assembramenti, con la presenza di circa un centinaio di persone. Di fronte a quella
All’Outlet lanciato lo “shopping da casa”
XVIII
Conegliano
Sabato 25 Luglio 2020 www.gazzettino.it
L’INAUGURAZIONE A sinistra la pantere dell’Imoco con Piero Garbellotto. Sopra il taglio del nastro. Sotto Luca Zaia, Piero Garbellotto e Bruno Vespa (NuoveTecniche/DE SENA)
L’INAUGURAZIONE Inaugurazione bagnata, attività fortunata. Questo l’auspicio che arriva dalla cerimonia ufficiale dell’inaugurazione, a Cornadella di Sacile (Pordenone), del nuovo stabilimento della G&P Garbellotto Spa, che produce botti, tini, barrique, silos per le cantine di tutto il mondo, ma anche un brevetto di mini casa arredata in legno e metallo, la “Garbellotta”. Per realizzare il nuovo sito produttivo, ribattezzato “Intelligenza artigianale”, la Garbellotto ha acquistato 70mila metri quadrati di terreno. Ne occupa attualmente 50mila, dei quali 15mila coperti. Per la costruzione dello stabilimento sono state coinvolte oltre 100 aziende venete e friulane. Il trasferimento è stato rallentato dall’emergenza sanitaria da Covid-19, ma l’azienda non si è voluta fermare, per proiettare nel futuro l’arte del bottaio.
Il nuovo stabilimento di Garbellotto «Qui il centro mondiale delle botti» Inaugurato ieri il nuovo stabilimento a Sacile Festa con la presenza delle pantere dell’Imoco
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che abbiamo avviato da qualche anno e che ci da l’opportunità di offrire al mercato un prodotto nuovo, altamente qualitativo».
FABBRICA ROBOTICA La Garbellotto, gestita dall’ottava generazione della famiglia, nel nuovo stabilimento va ad unire la tradizione alla tecnologia avanzata, con tre linee robotizzate, che alleggeriscono il lavoro dei bottai e lo rendono più sicuro e preciso. Grazie alla pluriennale collaborazione con l’Università di Udine, poi, la Garbellotto ha sviluppato diversi
UN LUNGO PERCORSO «La nostra azienda, fondata nel 1775 da Giuseppe Garbellotto, nasce con un piccolo stabilimento a San Fior - ha spiegato Piero Garbellotto, chief executive officer dell’azienda - ed è stata anche fornitrice della Casa d’Austria, dopo la sua completa distruzione, durante la Grande Guerra, si è trasferita a Conegliano, dove siamo rimasti fino all’anno scorso. Oggi abbiamo deciso di investire in un futuro sempre più tecnologico e, per fare questo, abbiamo scelto di spostarci. Siamo arrivati così nel comune di Sacile, acquistando un’area che è confacente alle nostre esigenze e, in poco più di un anno, siamo riusciti a portare a termine la costruzione di questo nuovo stabilimento, che oggi inauguriamo». Uno spostamento che ha richiesto pochi anni per essere realizzato, «durante i quali - ha sottolineato Garbellotto - le varie amministrazioni pubbliche, da quella regionale del Friuli Venezia Giulia a quella comunale di Sacile, ci hanno sempre supportato, capendo le nostre esigenze e riuscendo sempre a sciogliere intoppi e procedure burocratiche, a volte complicati. Noi realizziamo un prodotto la cui invenzione risale alla notte dei tempi ma questo stabilimento, che abbiamo chiamato “Intelligenza artificiale”, ci consentirà di proseguire il processo di innovazione
La produzione unisce l’artigianato alle tecnologie ottanta i dipendenti impegnati nelle lavorazioni
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IN 245 ANNI DI STORIA HA FORNITO ANCHE LA CASA D’AUSTRIA E IL MAGGIORE PRODUTTORE DI VINI INVECCHIATI AL MONDO
brevetti. «Ora con l’innovazione Botti & Barriques Nir, spiegano alla Garbellotto, si riesce a garantire l’aroma alle botti, un brevetto che si basa sul principio della “radiografia” alle doghe, legname che poi viene suddiviso nelle categorie aromatiche, quali struttura, spezie, dolce ed equilibrio. Con il brevetto Dts (Digital toasting system) la tostatura viene garantita grazie a dei sensori collegati ad un tablet. Rispetto alla tostatura tradizionale, con quella digitale si riescono ad eliminare le variabili aromatiche sgradevoli, provocate dagli sbalzi di temperatura del focolare».
L’ULTIMA INVENZIONE «L’ultima invenzione in ordine di tempo, nell’anno in corso rivelano - è il “tino 4.0” che garantisce il controllo della fermentazione tramite un applicazione gestibile dagli strumenti hardware a disposizione».
«Per realizzare le nostri botti si utilizza principalmente il rovere, il re dei legni - proseguono - che arriva dalle foreste francesi (Allier, Never etc.) e dalla Slavonia, dove l’azienda possiede una segheria per il taglio e la pre-selezione del legno a chilometro zero».
I NUMERI Questi alcuni numeri dell’azienda che dicono tutto sulla sua solidità e tradizione: 245 anni di storia, 8 generazioni che la conducono, per 70 mila metri quadrati di area produttiva, di questi 50 mila sono utilizzati dallo stabilimento e 15 mila sono quelli coperti, 80 sono i dipendenti impiegati nelle lavorazioni, 100 mila gli ettolitri di bottame prodotto, per un fatturato annuo di 20 milioni di euro, con i prodotti esportati in tutto il mondo”. Francesco Scarabellotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
Zaia: «Il cuore dell’azienda resta in Veneto» LA CERIMONIA È un vero e proprio “parterre de Roi” quello che ha dato il benvenuto al nuovo stabilimento Garbellotto, a Cornadella. Era naturalmente presente il sindaco di Conegliano, Fabio Chies. «La Garbellotto è un’azienda, ma soprattutto una famiglia - ha detto - che ha dato e fatto molto per la mia città. Ha radici solide, una tradizione importante e come ha fatto per Conegliano, anche per Sacile sono sicuro potrà rappresentare un’importante risorsa. A loro chiedo semplicemente di non dimenticarci e di continuare a supportarci». Non è voluto mancare il presidente della Regione Veneto, Luca Za-
ia, che ha evidenziato il lavoro svolto da tutte le maestranze che sono intervenute in questo progetto «che - ha detto - sono il volano di tutte le aziende come la Garbellotto: un valore aggiunto che porta risultati e impegno. Anche se oggi la Garbellotto non è più veneta - ha concluso sono sicuro che il cuore rimarrà sempre veneto». «Se il cuore è veneto, gli ha fatto eco il collega friulano Massimiliano Fedriga, l’anima dell’azienda ora è friulana. Operazioni come questa richiedono imprenditori che credono e vogliono scommettere nel futuro, - ha proseguito, - ma sono anche necessarie capacità d’impresa e qualità del prodotto, caratteristiche che servono per dare quel
quid in più necessario a far sì che queste realtà superino gli ostacoli del mercato. Ma oltre tutto questo, - ha concluso, - servono amministrazioni che sappiano stare al fianco di questi imprenditori, semplificando le procedure, eliminando ostacoli e problemi». A fare gli onori di casa c’era il sindaco di Sacile, Carlo Spagnol, il quale ha sottolineato il percorso che amministrazione comunale e azienda hanno tracciato assieme affinché si creassero le condizioni per consentire il trasferimento della Garbellotto da Conegliano a Sacile. «L’azienda ha visto le potenzialità di quest’area, che le garantiscono di immaginare un futuro di sviluppo. Una scelta coraggiosa, ma si-
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IL LEGAME Luca Zaia e dietro di lui il sindaco Fabio Chies
curamente vincente. Un percorso iniziato quando era sindaco Roberto Ceraolo, con i primi contatti e l’esposizione del progetto, poi è arrivata la collaborazione della Regione Friuli Venezia Giulia e urbanisticamente sono state create le condizioni per portare a Sacile questa azienda. Oggi - ha concluso Spagnol - siamo qui per ringraziare tutti quelli che hanno creduto in questo progetto». È seguita la tavola rotonda presieduta dal giornalista Bruno Vespa. Decisamente coreografico dopo il pranzo il momento del taglio della torta che ha visto le giocatrici campionesse del mondo dell’Imoco Volley circondare la madre dei fratelli Garbellotto © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
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Sabato 25 Luglio 2020
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ILSOSTEGNO DAROMA. Altresomme inarrivo peri mancati introiti dellatassa disoggiorno
Ilvirus“buca”ilbilancio Dalgoverno24milioni periComuniinginocchio
I soldi ai Comuni e alle Comunità Montane
Lafettapiù grossa saràgirata alcapoluogo(5,1) ealla Provincia(4,9) Variati:«Glientilocali sonostati massacratida questa pandemia» Stavolta il bonifico partito da Roma è consistente e per i comuni vicentini e ammonta a 23,8 milioni di euro. Con il capoluogo che ovviamente fa la parte del leone e di milioni ne porta a casa 5,1. Quattrini che arriveranno nelle casse comunali nelle prossime ore e che di questi tempi, funestati dagli effetti del coronavirus, fanno assai comodo a palazzo Trissino. Dopo una prima parte di soldi versata a maggio, nel caso di Vicenza 2 milioni, quelli che adesso da Roma arrivano agli enti locali per coprire le minori entrate di Imu, Tari e addizionale Irpef, non sono briciole e per le amministrazioni comunali, ma anche per quelle provinciali – sono 4, 9 i milioni destinati a Palazzo Nievo – sono una boccata d’ossigeno fondamentale per non finire gambe all’aria. E non perché i Comuni abbiano scialacquato, ma perché il Covid ha assestato un colpo potente ai bilanci comunali. Lo sintetizza bene il sottosegretario all’Interno con delega agli enti locali Achille Variati, che ha seguito questa partita in prima persona: «Gli enti locali sono stati massacrati nei propri bilanci dagli effetti della pandemia, perdendo diverse tipologie di entrate. Da qui la necessità di un aiuto concreto, per evitare che il virus causi altre drammatiche ferite alle comunità. Vogliamo dare un segnale vero di attenzione agli enti locali». Detto in altre parole: le previsioni contabili dei comuni sono saltate perché le entrate hanno un grande segno meno davanti. Certo, ci sono anche delle
spese che si sono ridotte, come quelle connesse alla chiusura delle scuole, ma dall’altra parte le amministrazioni si ritrovano a dover gestire le difficoltà crescenti di buona fetta della popolazione. E a Variati, che è stato sindaco fino a due anni fa, la cosa non sfugge affatto: «Dai Comuni dipende l’80 per cento dei servizi fondamentali dati ai cittadini. Ne siamo perfettamente consapevoli ed è per questo, con l’obiettivo di permettere agli enti locali di garantire questi servizi, che si è deciso di metterli al centro delle attenzioni del governo. E così, dopo la somma erogata a maggio, che in Veneto ha portato 83 milioni, adesso si è dato il la alla fetta più grossa di finanziamenti: «Per la nostra regione sono 194 milioni di euro per i Comuni e 33 milioni per le amministrazioni provinciali». Quattrini che in questo momento servono, eccome. «È la conferma – dice il sindaco Francesco Rucco – di quanto
Losforzofatto, assicurail sottosegretario all’Interno, verràconfermato ancheperil2021 IlsindacoRucco: «Decideremoin autonomiacome usarli,vistochele minoranzehanno lasciatol’aula»
info: tel. 0424 524214 tutto il programma su:
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avevo annunciato in consiglio comunale ed è una buona notizia per Vicenza». Anche se, spiegano da palazzo Trissino, su una parte di quei soldi non si potrà fare affidamento. Il motivo? Il governo ha stimato minori entrate per 3 milioni, ma in realtà le stime del Comune dicono che sono di 1,4 milioni inferiori rispetto al calcolo statale. Per questo, prosegue il sindaco, «nel prossimo assestamento di bilancio sarà necessario riallineare la cifra stimata dal governo rispetto all’effettivo mancato introito». Ma «quello che ci conforta è che potremo confermare i 2 milioni e 220 mila euro del fondo di solidarietà e garantire gli interventi agevolativi su Imu e Tari per 1 milione e 350 mila euro». Poi Rucco tira le somme e dice che a conti fatti «resteranno a disposizione 1,6 milioni. È comunque una cifra interessante che andremo a utilizzare a seconda delle necessità. Ricordando – è la stoccata di Rucco – che decideremo in autonomia visto che le minoranze si sono chiamate fuori abbandonando l’aula al momento del voto sull’assestamento di bilancio». Ma, anticipa Variati, questi quattrini non sono il “saldo” definitivo visto che altri finanziamenti sono all’orizzonte. Il parlamento, infatti, voterà a breve uno scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro e dentro ci saranno «ulteriori 2 miliardi per i Comuni». Per cosa? Per andare a coprire il mancato introito della tassa di soggiorno. Non è finita. «Lo sforzo fatto sinora serve per affrontare il 2020, ma – assicura Variati – analogo sforzo verrà fatto per il 2021». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Lecifre
5,1 IMILIONI DESTINATI ALCOMUNE DIVICENZA
Vaalcapoluogolafettapiù consistentedei soldi destinatidalgoverno. Quantoalle altrecittà venetecapoluogodi provincia,Venezia riceverà 43,8milionidi euro, Verona neavrà 16,6,Padova 9,5 Treviso4,Belluno1,3, Rovigo2.
194 IMILIONI DIEURO AICOMUNI DELVENETO
AicomunidelVeneziano andranno59,6 milionidi euro;aibellunesi nesono destinati8,8;ai padovani 24,4; 7,6 milioni andranno ai Comunidella provinciadi Rovigo;26,2 quelliriservati alterritoriotrevigiano;ai comuniveronesi, infine, andranno38,6 milioni.
2,5 IMILIARDI ANNUNCIATI PERTUTTAITALIA
Lesomme stanziatesi aggiungonoa quellegià erogateafine maggio:900 milioniper iComuni e150 perle Province, chein Venetoerano stati83 milioni.Portando iltotale a 3,5miliardi dieuro. Alle amministrazioniprovinciali delVeneto sonodestinati 33,2milionidi euro.
L’EGO-HUB
Roberta Labruna
Saldo
Alonte Altavilla Vicentina Altissimo Arcugnano Arsiero Arzignano Asiago Asigliano Veneto Barbarano Mossano Bassano Del Grappa Bolzano Vicentino Breganze Brendola Bressanvido Brogliano Caldogno Caltrano Calvene Camisano Vicentino Campiglia dei Berici Carrè Cartigliano Cassola Castegnero Castelgomberto Chiampo Chiuppano Cogollo del Cengio Colceresa Cornedo Vicentino Costabissara Creazzo Crespadoro Dueville Enego Fara Vicentino Foza Gallio Gambellara Gambugliano Grisignano di Zocco Grumolo delle Abbadesse Isola Vicentina Laghi Lastebasse Longare Lonigo Lugo di Vicenza Lusiana Conco Malo Marano Vicentino Marostica Montebello Vicentino Montecchio Maggiore Montecchio Precalcino Monte di Malo Montegalda Montegaldella Monteviale Monticello Conte Otto Montorso Vicentino Mussolente
39.408 271.180 26.363 105.520 100.621 550.155 397.741 16.297 126.594 1.541.984 201.857 251.352 121.396 50.579 59.240 229.074 39.645 21.040 184.568 47.025 64.231 100.014 386.425 84.610 110.685 257.961 43.731 43.254 86.311 226.292 153.454 386.682 27.139 304.851 95.242 60.916 48.162 207.719 61.677 10.453 73.955 104.630 202.424 4.361 11.986 82.268 416.512 73.750 111.353 376.153 196.554 402.581 100.233 391.334 90.076 51.846 57.881 35.112 42.960 218.818 40.879 160.510
Totale 55.662 392.104 43.621 187.006 144.498 931.353 542.572 20.703 186.525 2.161.090 280.311 344.801 193.030 77.831 94.600 318.068 61.817 33.573 300.073 65.878 99.630 125.285 518.813 102.531 176.051 415.109 66.682 76.551 139.433 354.047 245.418 510.825 46.570 420.014 140.074 90.961 72.692 319.647 101.253 18.671 117.415 158.882 273.870 7.705 18.203 125.131 613.820 108.209 198.461 562.716 314.085 584.112 183.605 693.602 125.572 87.037 95.071 51.569 70.955 297.345 72.105 226.638
Ente Nanto Nogarole Vicentino Nove Noventa Vicentina Orgiano Pedemonte Pianezze Piovene Rocchette Pojana Maggiore Posina Pove del Grappa Pozzoleone Quinto Vicentino Recoaro Terme Roana Romano d’Ezzelino Rosà Rossano Veneto Rotzo Salcedo Sandrigo San Pietro Mussolino Santorso San Vito di Leguzzano Sarcedo Sarego Schiavon Schio Solagna Sossano Sovizzo Tezze sul Brenta Thiene Tonezza del Cimone Torrebelvicino Torri di Quartesolo Trissino Val Liona Valbrenta Valdagno Valdastico Valli del Pasubio Velo d’Astico Vicenza Villaga Villaverla Zanè Zermeghedo Zovencedo Zugliano U.C. Caldogno - Costabissara - Isola Vicentina Unione dei Comuni del Basso Vicentino Unione Montana Valbrenta Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni Unione Montana Alto Astico Unione Montana Astico Unione Montana Marosticense Unione dei Comuni Terre del Retrone Comunità Montana Agno-Chiampo
domenica 26 luglio ore 21.20 Bassano - Teatro al Castello “Tito Gobbi”
martedì 28 luglio ore 21.20 Bassano - Teatro al Castello “Tito Gobbi”
MARIO PERROTTA Un Bès - Antonio Ligabue
GRAN GALA’ CLASSICO Di quell’amor ch’è palpito
produzione Teatro dell’Argine Mario Perrotta porta in scena la igura umana e artistica del pittore Antonio Ligabue. A partire dalla richiesta di Un bès, un bacio, tanto implorato, lo spettacolo indaga la solitudine e lo stare ai margini di un artista del novecento italiano. Vincitore del Premio Hystrio 2014 come spettacolo dell’anno e Premio UBU come miglior attore.
a cura di Massimiliano Volpini con Luciana Savignano/Alessio Carbone Un’antologia di brani dai grandi classici dedicati all’amore, con una selezione, a cura del coreografo Massimiliano Volpini, in grado di unire diversi linguaggi della danza classica alla dimensione più quotidiana delle relazioni umane.
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Ente
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IL GIORNALE DI VICENZA
Sabato 25 Luglio 2020
MESTRE.SequestratilavorinelparcoS.Giuliano
VENETO
I carabinieri forestali di Mestre hanno sequestrato un’area del Parco di San Giuliano, sullagrondalagunarediVenezia,sullaqualesarebberoincorsolavorisenzalenecessarieautorizzazionipaesaggisticheperopereaserviziodellegrandimanifestazioni.
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
LAFINANZIARIA REGIONALE. Interventi anchedi equity:è laprimaintesa delgenere in Italia
REGIONE. Damartedì
Salvataggioimprese indebitate:pattopubblico
Bonusa ditte cheassumono giovani Viaalbando
“VenetoSviluppo” affiancheràAmco che gestisce icrediti incagliati delleexVbe BpViper5.300 ditte:cacciaai casida recuperare Piero Erle
Missione “salvataggio d’impresa incagliata”. È questa la nuova avventura che nasce da un’alleanza inedita, la prima creata in Italia che farà di sicuro da apripista anche a livello nazionale. Da una parte la Amco, la società del Ministero delle finanze che ha ereditato la parte peggiore della vicenda delle ex banche venete Vb e BpVi, e cioè tutti quei crediti in sofferenza o incagliati che banca Intesa non ha voluto prendersi in gestione nel salvataggio tre anni fa dei clienti e dei dipendenti dei due istituti. Dall’altra “Ve-
neto sviluppo”, la finanziaria della Regione a cui la giunta Zaia ha affidato il compito di sostenere le aziende venete nella lunga traversata della crisi del 2008 e adesso nella ancor peggiore fase del post-Covid. Un’alleanza inattesa, ma che vede collaborare tra loro due operatori finanziari di proprietà a maggioranza pubblica e che ha già fatto una prova su strada: il rilancio della “Maschio Gaspardo”, nota azienda padovana di macchine agricole che a suo tempo toccò il cuore di tutti i veneti per la decisione del titolare di togliersi la vita e invece già da mesi vive una fase di rilancio.
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Conosciamo lerealtàattivequi epunteremosubito adaziendecapofila difiliereproduttive GIANMARCORUSSO DIRETTORE“VENETOSVILUPPO”
ILPATTO. La società Amco, co-
me detto, si trova a gestire numeri imponenti come eredità dei disastri bancari: in Veneto, fa sapere una nota, gestisce 2,1 miliardi di incagli, i cosiddetti utp unlikely to pay ereditati da Veneto banca e Popolare di Vicenza, che corrispondono a circa 5300 imprese indebitate e in difficoltà a restituire i soldi ottenuti a suo tempo. Non solo: Amco adesso eredità fardelli pesanti anche da Popolare di Bari e da Mps Monte dei Paschi, e quindi vedrà salire il suo monte “utp” a qualcosa come 7,1 miliardi. È chiaro che il suo problema è che in situazioni del genere tendi ad affrontare la situazione con la scure e senza sottilizzare troppo, vista la massa di imprese da cui devi recuperare soldi. Ma proprio l’essere proprietà pubblica impone ad Amco di cercare di fare il possibile per non uccidere chi ancora potrebbe farcela a uscire dal tunnel. E chi meglio di “Veneto sviluppo” può
PISTEDA SCI. Icantieri peri Mondiali 2021
NIENTE RISTORI, SOLO INVESTIMENTI. «Sia chiaro, non
abbiamo possibilità di far fronte a numeri larghi e non ci mettiamo certo a pagare debiti di aziende verso Amco», chiarisce Gianmarco Russo direttore di Veneto Sviluppo. «Con Amco abbiamo sperimentato il reciproco operare, e abbiamo capito che se ci mettiamo insieme a lavorare su casi anche complicati, possiamo combinare qualcosa di buono. Non è una joint-venture e non affronterà tutti i casi, ma procederà per interventi selettivi. Primo, guarderemo agli incagli, gli utp, e non le sofferenze, perché cerchiamo casi che si possano recuperare. Tra gli incagli, guarderemo ad aziende specifiche di cui magari noi conosciamo bene la storia e la realtà e che ma-
MarinaNatale(Amco)
FabrizioSpagna(Ven.Sviluppo)
gari sono alla guida di filiere e hanno impatto sull’economia regionale: laddove saltassero determinerebbero ripercussioni notevoli, anche per l’indotto, e allora insieme con Amco possiamo affrontare la sfida di piani di risanamento e fare belle esperienze di rimodulazione di piani di rientro dell’impresa, come è accaduto con Maschio Gaspardo». Pare di capire, insomma, che ci sia già una lista di imprese nche medio-grandi di cui per prime ci si prenderà cura, «ma come finanziaria della Regione siamo aperti a tutti».
semplici consulenze che permettano di tracciare un rilancio su cui Amco scommetta per un rientro dei suoi crediti. «Lavorando con Amco osserva il presidente Fabrizio Spagna - ci sarà inoltre la possibilità di studiare le modalità migliori per favorire progetti mirati al rafforzamento patrimoniale delle imprese, facilitando anche processi di aggregazione, ristrutturazione e sviluppo». «La partnership con Veneto Sviluppo - dice Marina Natale, ad di Amco (gestisce 56 mila casi) - supporterà molti processi di riequilibrio della situazione finanziaria di aziende del territorio veneto, grazie anche a erogazioni di nuova finanza ove funzionali a tale obiettivo». •
PARTNERSHIP. Veneto Svilup-
po potrà entrare come equity a sostegno delle imprese scelte, ma anche con interventi di semi-equity o addirittura
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LE PROSPETTIVE DEL RECOVERY FUND. Il Pd: riflettori su industrie, trasporti, fonti energetiche
Caie altri:«No ailavori nell’areadi Cortina»
Un’immaginedeicantieri
l’accesso ai comprensori: il Club alpino italiano tutto spiega una nota - manifesta la propria forte contrarietà per quanto sta avvenendo nel
comprensorio ampezzano. Una contrarietà che riguarda, in particolare, i collegamenti Passo Falzarego-Arabba e Cortina-Alleghe, progetti già previsti nel Piano Neve Regionale del 2013 e stralciati poiché la Commissione di Valutazione ambientale strategica dell’epoca l’aveva ritenuta “una pressione ambientale tale da raggiungere livelli di insostenibilità”». La prevista marcia non c’è stata per indicazione delle autorità ma «basta fare un giro sui luoghi dei cantieri, tra Gilardon, Col Fiere, Rumerlo e Cinque Torri, per realizzare amaramente come l’aspetto ambientale sia lasciato in secondo piano». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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«Una manifestazione in memoria di quell’ambiente naturale ampezzano sacrificato dai lavori cosiddetti “sostenibili” per Mondiali di sci 2021 e Giochi olimpici 2026». Così hanno presentato domenica scorsa la manifestazione organizzata a Cortina da comitati locali, associazioni ambientaliste e dal Cai, oltre a Italia Nostra sezione di Belluno. «Realizzazione di nuovi impianti di risalita e piste da sci, allargamento di quelle esistenti, costruzione di strade e parcheggi per facilitare
aiutare a fare una diagnosi più approfondita per le imprese venete che si sono trovate incagliate nella grande rete raccogli-debitori?
In Veneto le imprese che assumono giovani lavoratrici e lavoratori potranno beneficiare di un “bonus occupazionale” fino a 6 mila euro. Lo prevede l’incentivo straordinario disposto dalla Regione, su proposta dell’assessore al lavoro Elena Donazzan, per ridurre l’impatto post-Covid. Da martedì potranno presentare domanda online nel sito della Regione le Pmi venete, che tra il 1° febbraio e il 31 ottobre avranno stipulato nuovi rapporti di lavoro full time o che li avranno confermati, trasformando un contratto a termine in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato full time, con giovani under 35. «I giovani e in particolare le giovani donne, sono i più colpiti dalla crisi», evidenzia Donazzan: «L’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro ha calcolato che un giovane su sei dall’inizio della pandemia ha perso il posto e, tra coloro che hanno mantenuto il rapporto lavoro, si registra un calo medio del 23% delle ore lavorate. Preoccupa in particolare il calo dell’occupazione giovanile femminile: a perdere il lavoro in questa crisi sono 54 donne su 100 under 35 (uomini: -48%). •
APERTO IL NUOVO IMPIANTO
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«IlVenetosigiocainseimesi 5miliardi:servonoeco-progetti» Fracasso:«Leindicazionidei fondi Uesonochiare: greeneconomy» Una valanga di soldi che potrebbe arrivare in Veneto, ma bisogna fare presto e soprattutto bisogna presentare i progetti che vanno nella direzione giusta. È questo il messaggio di Stefano Fracasso, capogruppo in Regione per il Pd. L’occasione storica, spiega, arriva dal “Recovery Fund” che l’Europa ha concordato e che dovrà varare: «Oltre 200 miliardi di euro sono pronti per prendere la strada che da Bruxelles arriva all’Italia, secondo l’accordo raggiunto dai governi pochi giorni fa. Per l’Italia si tratta di 81 miliardi di contributi a fondo perduto e di 128 in prestito. Dai tempi del piano Marshall, che risollevò l’Italia dopo la distruzione della seconda guerra mondiale, non si vedeva uno sforzo finanziario di tale portata». ZEROEMISSIONI. Ma attenzio-
Montecchio MaggioRe str. aRzignanese altavilla str. Regionale, 11
ne: «Poche righe delle 68 pagine che compongono il documento finale del Consiglio europeo - spiega Fracasso - dovrebbero mettere tutti in allerta: “Il 70% delle sovvenzioni erogate dal dispositivo deve essere impegnato negli anni 2021 e 2022”. Significa dopodomani. E “un obiettivo climatico generale del 30% si applicherà all’importo totale
Latramviaelettrica di Padova
della spesa”, con la finalità di giungere alla “neutralità climatica dell’Unione Europea” al 2050. Tradotto: zero emissioni di Co2». «In mancanza ancora dei criteri di riparto a livello italiano - spiega l’esponente Pd - si può fare qualche ipotesi “spannometrica” sulla ricaduta in Veneto delle due frasette appena riportate. Normalmente il Veneto ha una quota di accesso ai fondi nazionali (sanitario, trasporti e altro) intorno al 9%. Limitandoci ai contributi a fondo perduto, 81 miliardi, potremmo aspettarci per il Veneto una quota di circa 7 miliardi, salvo riserve per pro-
getti strategici nazionali». ACCELERARE. Di questi 7 mi-
liardi «il 70% andrà impegnato nei prossimi due anni: significa avere idee chiare e progetti pronti nei prossimi sei mesi. Sei mesi, non sei anni, per scrivere il “Next Veneto” e impegnare 4.9 miliardi di euro. Rispetto a mirabolanti attese di utilizzare questi fondi per tagli di tasse - avverte Fracasso - meglio attenersi a quanto già scritto nero su bianco sulle possibili destinazioni. L’Unione europea mira a “una ripresa sostenibile e resiliente, capace di creare posti di lavoro e riparare i
danni causati dalla pandemia….sostenendo nel contempo le priorità verdi e digitali”. E quel 30% per la “neutralità climatica” (riduzione emissioni di Co2) «può valere intorno a 2 miliardi da finalizzare per un Veneto che intraprenda con coraggio e lungimiranza la strada della transizione energetica, della decarbonizzazione. Mobilità, efficienza energetica del patrimonio edilizio e produzione da fonti rinnovabili sono i tre titoli della decarbonizzazione, come già declinati nel Green New Deal della presidente Ursula von der Leyen. Interi comparti della manifattura veneta sono “impigliati” nelle filiere legate ai settori più esposti all’economia a zero Co2. Il Veneto è una miniera di imprese che hanno già un piede nell’economia post Co2, vere eccellenze della “green economy”. Altrettanto si può dire per gli enti locali, soprattutto i Comuni, e per le utility, soprattutto quelle del trasporto pubblico, che saranno chiamati ad essere protagonisti del Next Veneto. Ci vogliono idee chiare, progetti concreti e una politica che faccia finalmente la regia. Non c’è tempo da perdere». • © RIPRODUZIONERISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA
Sabato 25 Luglio 2020
MESTRE.SequestratilavorinelparcoS.Giuliano
VENETO
I carabinieri forestali di Mestre hanno sequestrato un’area del Parco di San Giuliano, sullagrondalagunarediVenezia,sullaqualesarebberoincorsolavorisenzalenecessarieautorizzazionipaesaggisticheperopereaserviziodellegrandimanifestazioni.
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
LAFINANZIARIA REGIONALE. Interventi anchedi equity:è laprimaintesa delgenere in Italia
REGIONE. Damartedì
Salvataggioimprese indebitate:pattopubblico
Bonusa ditte cheassumono giovani Viaalbando
“VenetoSviluppo” affiancheràAmco che gestisce icrediti incagliati delleexVbe BpViper5.300 ditte:cacciaai casida recuperare Piero Erle
Missione “salvataggio d’impresa incagliata”. È questa la nuova avventura che nasce da un’alleanza inedita, la prima creata in Italia che farà di sicuro da apripista anche a livello nazionale. Da una parte la Amco, la società del Ministero delle finanze che ha ereditato la parte peggiore della vicenda delle ex banche venete Vb e BpVi, e cioè tutti quei crediti in sofferenza o incagliati che banca Intesa non ha voluto prendersi in gestione nel salvataggio tre anni fa dei clienti e dei dipendenti dei due istituti. Dall’altra “Ve-
neto sviluppo”, la finanziaria della Regione a cui la giunta Zaia ha affidato il compito di sostenere le aziende venete nella lunga traversata della crisi del 2008 e adesso nella ancor peggiore fase del post-Covid. Un’alleanza inattesa, ma che vede collaborare tra loro due operatori finanziari di proprietà a maggioranza pubblica e che ha già fatto una prova su strada: il rilancio della “Maschio Gaspardo”, nota azienda padovana di macchine agricole che a suo tempo toccò il cuore di tutti i veneti per la decisione del titolare di togliersi la vita e invece già da mesi vive una fase di rilancio.
“
Conosciamo lerealtàattivequi epunteremosubito adaziendecapofila difiliereproduttive GIANMARCORUSSO DIRETTORE“VENETOSVILUPPO”
ILPATTO. La società Amco, co-
me detto, si trova a gestire numeri imponenti come eredità dei disastri bancari: in Veneto, fa sapere una nota, gestisce 2,1 miliardi di incagli, i cosiddetti utp unlikely to pay ereditati da Veneto banca e Popolare di Vicenza, che corrispondono a circa 5300 imprese indebitate e in difficoltà a restituire i soldi ottenuti a suo tempo. Non solo: Amco adesso eredità fardelli pesanti anche da Popolare di Bari e da Mps Monte dei Paschi, e quindi vedrà salire il suo monte “utp” a qualcosa come 7,1 miliardi. È chiaro che il suo problema è che in situazioni del genere tendi ad affrontare la situazione con la scure e senza sottilizzare troppo, vista la massa di imprese da cui devi recuperare soldi. Ma proprio l’essere proprietà pubblica impone ad Amco di cercare di fare il possibile per non uccidere chi ancora potrebbe farcela a uscire dal tunnel. E chi meglio di “Veneto sviluppo” può
PISTEDA SCI. Icantieri peri Mondiali 2021
NIENTE RISTORI, SOLO INVESTIMENTI. «Sia chiaro, non
abbiamo possibilità di far fronte a numeri larghi e non ci mettiamo certo a pagare debiti di aziende verso Amco», chiarisce Gianmarco Russo direttore di Veneto Sviluppo. «Con Amco abbiamo sperimentato il reciproco operare, e abbiamo capito che se ci mettiamo insieme a lavorare su casi anche complicati, possiamo combinare qualcosa di buono. Non è una joint-venture e non affronterà tutti i casi, ma procederà per interventi selettivi. Primo, guarderemo agli incagli, gli utp, e non le sofferenze, perché cerchiamo casi che si possano recuperare. Tra gli incagli, guarderemo ad aziende specifiche di cui magari noi conosciamo bene la storia e la realtà e che ma-
MarinaNatale(Amco)
FabrizioSpagna(Ven.Sviluppo)
gari sono alla guida di filiere e hanno impatto sull’economia regionale: laddove saltassero determinerebbero ripercussioni notevoli, anche per l’indotto, e allora insieme con Amco possiamo affrontare la sfida di piani di risanamento e fare belle esperienze di rimodulazione di piani di rientro dell’impresa, come è accaduto con Maschio Gaspardo». Pare di capire, insomma, che ci sia già una lista di imprese nche medio-grandi di cui per prime ci si prenderà cura, «ma come finanziaria della Regione siamo aperti a tutti».
semplici consulenze che permettano di tracciare un rilancio su cui Amco scommetta per un rientro dei suoi crediti. «Lavorando con Amco osserva il presidente Fabrizio Spagna - ci sarà inoltre la possibilità di studiare le modalità migliori per favorire progetti mirati al rafforzamento patrimoniale delle imprese, facilitando anche processi di aggregazione, ristrutturazione e sviluppo». «La partnership con Veneto Sviluppo - dice Marina Natale, ad di Amco (gestisce 56 mila casi) - supporterà molti processi di riequilibrio della situazione finanziaria di aziende del territorio veneto, grazie anche a erogazioni di nuova finanza ove funzionali a tale obiettivo». •
PARTNERSHIP. Veneto Svilup-
po potrà entrare come equity a sostegno delle imprese scelte, ma anche con interventi di semi-equity o addirittura
© RIPRODUZIONERISERVATA
LE PROSPETTIVE DEL RECOVERY FUND. Il Pd: riflettori su industrie, trasporti, fonti energetiche
Caie altri:«No ailavori nell’areadi Cortina»
Un’immaginedeicantieri
l’accesso ai comprensori: il Club alpino italiano tutto spiega una nota - manifesta la propria forte contrarietà per quanto sta avvenendo nel
comprensorio ampezzano. Una contrarietà che riguarda, in particolare, i collegamenti Passo Falzarego-Arabba e Cortina-Alleghe, progetti già previsti nel Piano Neve Regionale del 2013 e stralciati poiché la Commissione di Valutazione ambientale strategica dell’epoca l’aveva ritenuta “una pressione ambientale tale da raggiungere livelli di insostenibilità”». La prevista marcia non c’è stata per indicazione delle autorità ma «basta fare un giro sui luoghi dei cantieri, tra Gilardon, Col Fiere, Rumerlo e Cinque Torri, per realizzare amaramente come l’aspetto ambientale sia lasciato in secondo piano». • © RIPRODUZIONERISERVATA
SF_08450
«Una manifestazione in memoria di quell’ambiente naturale ampezzano sacrificato dai lavori cosiddetti “sostenibili” per Mondiali di sci 2021 e Giochi olimpici 2026». Così hanno presentato domenica scorsa la manifestazione organizzata a Cortina da comitati locali, associazioni ambientaliste e dal Cai, oltre a Italia Nostra sezione di Belluno. «Realizzazione di nuovi impianti di risalita e piste da sci, allargamento di quelle esistenti, costruzione di strade e parcheggi per facilitare
aiutare a fare una diagnosi più approfondita per le imprese venete che si sono trovate incagliate nella grande rete raccogli-debitori?
In Veneto le imprese che assumono giovani lavoratrici e lavoratori potranno beneficiare di un “bonus occupazionale” fino a 6 mila euro. Lo prevede l’incentivo straordinario disposto dalla Regione, su proposta dell’assessore al lavoro Elena Donazzan, per ridurre l’impatto post-Covid. Da martedì potranno presentare domanda online nel sito della Regione le Pmi venete, che tra il 1° febbraio e il 31 ottobre avranno stipulato nuovi rapporti di lavoro full time o che li avranno confermati, trasformando un contratto a termine in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato full time, con giovani under 35. «I giovani e in particolare le giovani donne, sono i più colpiti dalla crisi», evidenzia Donazzan: «L’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro ha calcolato che un giovane su sei dall’inizio della pandemia ha perso il posto e, tra coloro che hanno mantenuto il rapporto lavoro, si registra un calo medio del 23% delle ore lavorate. Preoccupa in particolare il calo dell’occupazione giovanile femminile: a perdere il lavoro in questa crisi sono 54 donne su 100 under 35 (uomini: -48%). •
APERTO IL NUOVO IMPIANTO
str. beRtesina, 80 vicenza
«IlVenetosigiocainseimesi 5miliardi:servonoeco-progetti» Fracasso:«Leindicazionidei fondi Uesonochiare: greeneconomy» Una valanga di soldi che potrebbe arrivare in Veneto, ma bisogna fare presto e soprattutto bisogna presentare i progetti che vanno nella direzione giusta. È questo il messaggio di Stefano Fracasso, capogruppo in Regione per il Pd. L’occasione storica, spiega, arriva dal “Recovery Fund” che l’Europa ha concordato e che dovrà varare: «Oltre 200 miliardi di euro sono pronti per prendere la strada che da Bruxelles arriva all’Italia, secondo l’accordo raggiunto dai governi pochi giorni fa. Per l’Italia si tratta di 81 miliardi di contributi a fondo perduto e di 128 in prestito. Dai tempi del piano Marshall, che risollevò l’Italia dopo la distruzione della seconda guerra mondiale, non si vedeva uno sforzo finanziario di tale portata». ZEROEMISSIONI. Ma attenzio-
Montecchio MaggioRe str. aRzignanese altavilla str. Regionale, 11
ne: «Poche righe delle 68 pagine che compongono il documento finale del Consiglio europeo - spiega Fracasso - dovrebbero mettere tutti in allerta: “Il 70% delle sovvenzioni erogate dal dispositivo deve essere impegnato negli anni 2021 e 2022”. Significa dopodomani. E “un obiettivo climatico generale del 30% si applicherà all’importo totale
Latramviaelettrica di Padova
della spesa”, con la finalità di giungere alla “neutralità climatica dell’Unione Europea” al 2050. Tradotto: zero emissioni di Co2». «In mancanza ancora dei criteri di riparto a livello italiano - spiega l’esponente Pd - si può fare qualche ipotesi “spannometrica” sulla ricaduta in Veneto delle due frasette appena riportate. Normalmente il Veneto ha una quota di accesso ai fondi nazionali (sanitario, trasporti e altro) intorno al 9%. Limitandoci ai contributi a fondo perduto, 81 miliardi, potremmo aspettarci per il Veneto una quota di circa 7 miliardi, salvo riserve per pro-
getti strategici nazionali». ACCELERARE. Di questi 7 mi-
liardi «il 70% andrà impegnato nei prossimi due anni: significa avere idee chiare e progetti pronti nei prossimi sei mesi. Sei mesi, non sei anni, per scrivere il “Next Veneto” e impegnare 4.9 miliardi di euro. Rispetto a mirabolanti attese di utilizzare questi fondi per tagli di tasse - avverte Fracasso - meglio attenersi a quanto già scritto nero su bianco sulle possibili destinazioni. L’Unione europea mira a “una ripresa sostenibile e resiliente, capace di creare posti di lavoro e riparare i
danni causati dalla pandemia….sostenendo nel contempo le priorità verdi e digitali”. E quel 30% per la “neutralità climatica” (riduzione emissioni di Co2) «può valere intorno a 2 miliardi da finalizzare per un Veneto che intraprenda con coraggio e lungimiranza la strada della transizione energetica, della decarbonizzazione. Mobilità, efficienza energetica del patrimonio edilizio e produzione da fonti rinnovabili sono i tre titoli della decarbonizzazione, come già declinati nel Green New Deal della presidente Ursula von der Leyen. Interi comparti della manifattura veneta sono “impigliati” nelle filiere legate ai settori più esposti all’economia a zero Co2. Il Veneto è una miniera di imprese che hanno già un piede nell’economia post Co2, vere eccellenze della “green economy”. Altrettanto si può dire per gli enti locali, soprattutto i Comuni, e per le utility, soprattutto quelle del trasporto pubblico, che saranno chiamati ad essere protagonisti del Next Veneto. Ci vogliono idee chiare, progetti concreti e una politica che faccia finalmente la regia. Non c’è tempo da perdere». • © RIPRODUZIONERISERVATA
PADOVA
SABATO 25 LUGLIO 2020 IL MATTINO
Ater stanzia 450mila euro per riqualificare l’ex immobile occupato dell’Arcella. Progetto in collaborazione con Down Dadi
Dallo sgombero alla missione sociale Alloggi per ragazzi down a Casetta Berta zione Down Dadi e sarà finalizzato a evidenziare tutti gli aspetti significativi e sostanziali per permettere a questi ospiti speciali di poter esprimere nel migliore dei modi le proprie necessità abitative. «Saranno realizzati due o tre alloggi per un totale di otto, massimo dieci, posti letto, con la previsione anche di una zona civica attrezzata condivisa che permetterà anche lo svolgimento di eventuali attività comuni», ha spiegato Zaramella. Un’iniziativa colta con entusiasmo dall’associazione Down Dadi: «La collaborazione, già attiva, permetterà di favorire ai nostri ragazzi un corretto inserimento nella comunità padovana senza tralasciare le specifiche esigenze e le eventuali criticità», ha dichiarato Patrizia Tolot, presidente dell’associazione. «Sono particolarmente fiero ed esprimo tutta la mia condivisione al progetto illustrato che, peraltro immette nella disponibilità il patrimonio immobiliare presente, patrimonio che, in un recente passato è stato anche oggetto di occupazione abusiva» ha ag-
IL CASO Alice Ferretti
I
n origine era un centro per anziani poi, dopo essere rimasto vuoto e inutilizzato per diverso tempo, l’immobile è stato occupato ed è diventata la “Casetta del Popolo”. Dopo lo sgombero, che tante polemiche ha suscitato, ora è noto anche il futuro: diventerà un residenza per persone con la sindrome di down. Ad annunciare la nuova destinazione di Casetta Berta, lo stabile al civico 5 di via Cardinal Callegari, all’Arcella, è il padrone di casa: l’Ater, e nello specifico il suo presidente, l’avvocato Gianluca Zaramella. «L’Ater ha di recente stanziato circa 450mila euro per l’integrale riqualificazione della Casetta Berta. Gli uffici aziendali hanno già provveduto a redigere un primo progetto di fattibilità dell’opera che prevede la realizzazione di residenzialità per soggetti down». Il progetto verrà curato in diretta sinergia con l’associa-
Un momento dello sgombero di Casetta Berta
proVincia
RetEventi va in scena La nuova edizione punta sulla cultura sostenibile Parte anche quest’anno RetEventi Cultura, la manifestazione che aggrega vari eventi coordinati dalle amministrazioni provinciali del Veneto allo scopo di valorizzare i prodotti culturali del territorio. Il tema della nuova edizione è la “cultura sostenibile”. «Ripartiamo dalla cultura – ha commentato il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui – con un’iniziativa che ha al centro la collaborazione tra diverse realtà. Fare rete in questo momento è fondamen-
tale. Voglio ringraziare tutti i comuni che stanno aderendo al progetto, la Regione Veneto e la Fondazione Cariparo, che sta dando un contributo prezioso per tante delle nostre attività culturali». Fondazione Cariparo contribuisce al progetto con un investimento di 50mila euro. «Vogliamo supportare un settore duramente colpito dalla crisi Covid – ha dichiarato il presidente della fondazione Gilberto Muraro – un settore che è capace di trasmettere
Si è spento il ristoratore e nonno vigile
Addio a Pasquale Gobbi inventore del Gatto Rosso IL RICORDO
R
istoratore, “intrattenitore” e nonno vigile. Pasquale Gobbi se n’è andato ieri con la sua carica di vita e voglia di scherzare. Aveva 78 anni ed era noto in città per aver gestito per decenni assieme alla moglie Clara il Gatto Rosso, storico ristorante-pizzeria di via Pignoria. Quando una quarantina di anni fa aveva
Pasquale e Clara al Gatto Rosso
senso di coesione sociale e di rinascita». Il calendario è ancora in via di definizione: finora 33 comuni hanno aderito alla manifestazione. «Le iniziative saranno più di cento, sparse nel territorio» ha spiegato Elisa Venturini, consigliera provinciale con delega alla cultura. «Siamo contenti di fare la nostra parte per alimentare un’offerta culturale che è anche economica e di lavoro». Tra i primi eventi confermati, che si protrarranno per tutto l’autunno, questa sera a Vigonza nel parco del Castello dei Da Peraga andrà in scena il Teatro dei curiosi, mentre a fine agosto il chiostro dell’Abbazia Carceri ospiterà la rassegna del Teatro Insieme; sempre a Vigonza, il 29 e 30 agosto avrà luogo il festival del turismo responsabile. — R.RAF.
aperto il locale a Sant’Osvaldo, in città le pizzerie erano poche e il Gatto Rosso si era distinto per gli “eventi collaterali”, dal cabaret al baby sitting per far giocare i bimbi mentre i genitori cenavano. Nel 2008 era andato in pensione per dedicarsi alla famiglia: oltre alla moglie, le figlie Michela mamma di Anita, Solidea e Cecilia - e Katia, mamma di Veronica e compagna di Federico: «Ma non riusciva a stare fermo» ricorda Michela ex fotografa del Mattino e moglie del caporedattore Maurizio Caiaffa «quindi si era messo a fare il nonno vigile davanti alla scuola Nievo di Voltabarozzo. Sapeva farsi volere bene». I funerali dovrebbero tenersi lunedì alle 15.30 nella chiesa di Voltabarozzo. —
giunto infine Fabrizio Boron, presidente della Quinta Commissione Sanità – Sociale della Regione Veneto. Casetta Berta, intitolata all’attivista honduregna per l’ambiente e i diritti sociali Berta Caceres, era stata occupata il primo maggio 2019 dagli attivisti di Potere al Popolo che l’avevano resa uno snodo sociale del quartiere con lo sportello salute, lo sportello psicologico, quello sulla casa e sul lavoro, il doposcuola, i corsi di italiano, di yoga e altre arti, i cineforum, i pranzi popolari, i concerti e diverse altre attività. Il 12 settembre del 2019, essendo lo stabile di proprietà dell’Ater e occupato abusivamente, è stato sgomberato. Porte e finestre sono state murate e così è cessata ogni attività. Oggi Casetta Berta grazie a questo nuovo progetto, sempre rivolto al sociale, rivede un futuro. La progettazione di quella che sarà una nuova residenza per persone down sarà terminata prima del prossimo inverno e i lavori saranno realizzati completamente nel corso del prossimo anno. —
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cazzaro (ance)
«Casa, il mercato dà segnali incoraggianti» «In questi giorni ho letto alcuni report che parlano di un andamento negativo per il mercato immobiliare padovano. Come Ance, siamo stati tra i primi a denunciare le difficoltà del comparto durante il periodo del lockdown. Allo stesso modo, ci sembra corretto in questa fase far presente che tra giugno e luglio la situazione del comparto residenziale è tornata vivace». Lo sottolinea Mauro Cazzaro, presidente di Ance Padova. «Il mercato reale – come registrano molte delle nostre aziende - è in fermento, in particolare quello dei nuovi alloggi. C’è un grande interesse da parte dei clienti e le richieste riguardano soprattutto l’esigenza, legata al recente isolamento sanitario, di un miglioramento qualitativo delle condizioni abitative da parte delle famiglie. Al contempo, anche le misure varate dal governo in merito alle detrazioni per l’ecobonus del 110% (applicabile anche alle seconde case e prorogato al 2022) hanno recentemente contribuito a creare un nuovo clima di attenzione e di propensione a lavori di riqualificazione. Solitamente i dati degli osservatori si basano – per comprensibili motivi – sui rogiti registrati. Questo crea però uno sfasamento temporale».
nel suo alloggio al portello
Trovato morto Lorenzo Redivo è stato attivista del Gramigna Da giorni non lo vedevano in giro, né i suoi amici, né i vicini, peraltro insospettiti dal fatto che avesse lasciato la porta di casa accostata, non chiusa del tutto. Ma Lorenzo Redivo non era uno da abitudini regolari, poteva essersi cacciato in un guaio o semplicemente essere in casa. Ma ieri, quando un vicino insospettito da quella porta sempre un po’ aperta e dal cane che abbaiava ha dato l’allarme, i carabinieri hanno deciso di entrare nel suo appartamento Ater di via Coletti. E l’hanno trovato morto. Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso e anche la data. La salma è stata portata all’obitorio. A un primo esame medico, si ipotizza che il decesso possa essere avvenuto tra mercoledì e giovedì, sicuramente per cause naturali. Aveva 62 anni, Lorenzo Redivo. Buona parte dei quali passati a battersi per i suoi ideali antimperialisti e al fianco dei più deboli, ma con sconfinamenti nell’illegalità più conclamata. Triestino di nascita, si è fatto adottare da Padova. E in città si è avvicinato presto al centro sociale Gramigna. Il suo esordio sulle cronache locali, però, risale al 2006 quando si batte per una piazzetta tra le vie Marzolo e Santa Maria in Conio. Le forze dell’ordine cominciano a tenerlo sott’occhio, anche perché è uno di quelli che lascia scritte con lo spray contro il si-
La palazzina Ater di via Coletti dove abitava Lorenzo Redivo
Lorenzo Redivo aveva 62 anni
stema sui muri del tribunale e vicino al memoriale dell’11 Settembre. Due anni dopo, nel 2008, è protagonista di un triplo tentativo di scippo in via
San Biagio: lo bloccano i passanti, viene arrestato e condannato a quattro anni e mezzo. Finisce in carcere. E quando esce lo attende una nuova vicenda giudiziaria. Nel 2016 è uno degli arrestati nell’ambito di un’indagine su una rete per l’occupazione di case. A Redivo, e ad altri, si contesta di aver occupato otto appartamenti e bloccato una quarantina di sfratti. Finisce ai domiciliari, poi il Tribunale del riesame cancella il provvedimento restrittivo. La vicenda va avanti, con il passo lento della giustizia, fino alla richiesta di rinvio a giudizio. Redivo non ne vedrà la fine, lui che in questa storia almeno era sicuro di stare dalla parte dei giusti. —
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SABATO 25 LUGLIO 2020 LA NUOVA
VENEZIA
E mail cronaca.ve@nuovavenezia.it Venezia Castello, 5653 Centralino 041/24.03.111 Fax 041/52.11.07 Abbonamenti 800.420.330 Pubblicità 041/396.981
lo Scontro
Caos Porto, il ministro dà l’ok al bilancio Musolino resterà in sella in ogni caso Se anche adesso Regione e Città metropolitana continuassero a votare no, il commissario potrebbe essere sempre lui Enrico Tantucci
Nella battaglia con Città metropolitana e Regione per il controllo del Porto di Venezia, il ministero delle Infrastrutture dà ragione al presidente dell’Autorità portuale, Pino Musolino. Attestando la correttezza del bilancio consuntivo 2019 bocciato dai rappresentanti di Luigi Brugnaro e Luca Zaia e la legittimità degli atti da lui compiuti. E invitandolo a convocare nuovamente il Comitato per l’approvazione del bilancio. A questo punto se Maria Rosaria Campitelli per la Regione e Fabrizio Giri per la Città metropolitana – che hanno appena presentato un esposto per danno erariale alla Corte dei Conti contro Musolino – votassero nuovamente no, in aperto contrasto con il Ministero, si aprirebbe sì la strada per il commissariamento del Porto. Ma il commissario nominato dal ministro potrebbe allora essere, in coerenza con la riconosciuta correttezza del suo operato, lo stesso Musolino, con poteri anche maggiori di quelli attuali per i suoi ultimi otto mesi di mandato. In ogni caso, l’ “agguato” a Musolino sembra ormai fallito. L’Autorità portuale annuncia entro pochi giorni la riconvocazione del il Comitato di gestione per approvare il consuntivo 2019, sulla base delle indicazioni ricevute dal capo di Gabinetto del ministero delle Infrastrutture che, in una nota formale inviata all’Ente, riconosce la regolarità del bilancio consuntivo già presentato per l’approvazione nella seduta del 18 giugno scorso del Comitato di gestio-
Un’immagine dell’area industriale di Porto Marghera e, nella foto a destra, il presidente del Porto, Pino Musolino, con il ministro alle Infrastrutture, Paola De Micheli
ne, a conclusione della ispezione tecnico-amministrativa eseguita dalla direzione generale “Vigilanza sulle Autorità portuali” del Ministero. Nella valutazione, spiega una nota del Porto, il direttore generale ha riconosciuto che la norma di legge, che prevede il commissariamento dell’ente in caso di mancata approvazione dei bilanci entro i termini previsti, va letta alla luce della correttezza del documento contabile. La Direzione generale ha riconosciuto che il bilancio consuntivo dell’Autorità portuale non presenta alcuna criticità ed è assolutamente regolare sotto il profilo economico, finanziario e amministrativo.
la caUSa del contendere
I dubbi sul piano Fusina Il project Mantovani e il fuoco di Brugnaro I due rappresentanti del Comitato di gestione Fabrizio Giri (Comune) e Maria Rosaria Campitelli (Regione) non hanno ripetutamente votato il documento di bilancio proposto dal presidente Pino Musolino. Passato il termine del 30 giugno la legge sui porti, prevede espressamente che il ministro dichiari «decaduto» il presidente in carica e mandi
un commissario. Ma l’istruttoria deve appunto accertare se siano state commesse irregolarità o se il bilancio sia perfettamente in regola come ha dichiarato a più riprese lo stesso Musolino. Di parere opposto a Giri e Campitelli, che hanno prodotto documenti in cui definiscono illegittima la proroga di dieci anni della concessione del project financing e così
Inoltre il direttore generale ha rilevato come le dichiarazioni di voto contrario espresse dai rappresentanti della Regione Veneto e della Città metropolitana di Venezia faces-
Comitato di gestione riconvocato. Campitelli e Giri hanno scritto alla Corte dei Conti sero riferimento a somme appostate in bilancio nel 2018, ormai consolidato a seguito dell’approvazione del rendiconto contabile da parte del Comitato di gestione del 29 aprile 2019, approvato poi
il finanziamento di 9 milioni destinati alla medesima società, la Venice Ro.Port.Mos del gruppo Mantovani, azionista del Consorzio Venezia Nuova e del Mose. Un braccio di ferro che dura da almeno due anni. Da quel 27 luglio del 2018, quando l’accordo venne firmato «a insaputa» dei consiglieri, secondo la loro ricostruzione. «Il presidente della Regione Luca Zaia», commenta il senatore veneziano del Pd, Andrea Ferrazzi, «ha sempre dichiarato che il parere contrario del suo rappresentante all’approvazione del bilancio consuntivo 2019 del Porto di Venezia non aveva ragioni politiche, ma esclusivamente tecniche.
dal ministero delle Infrastrutture e anche dal ministero dell’Economia, e non ancora utilizzate dall’ente divenendo, perciò, residuo passivo vincolato alla revisione del Piano economico finanziario (Pef) tra Porto e Venice Ro.Port.Mos spa. La cancellazione di tali poste, come richiesto dai rappresentanti di Città metropolitana e Regione, avrebbe prodotto l’immediato formarsi di un “debito fuori bilancio” per l’ente e quindi l’avverarsi di un illecito amministrativo e contabile estremamente grave. Sul Pef di Fusina, la Direzione generale ricorda poi i pareri favorevoli raccolti dall’Ente ed espressi dal Dipe (ufficio alle
Ora che l’indagine del Ministero delle Infrastrutture ha attestato invece la legittimità del documento contabile e degli atti del presidente Musolino, immagino che le opposizioni di carattere tecnico alla sua approvazione non abbiano più ragione di essere». Giri e Campitelli hanno appena depositato un esposto alla Procura della Corte dei Conti in cui ipotizzano un «danno erariale» per la vicenda della modifica della concessione sull’area dei Traghetti a Fusina. Nello stesso momento hanno informato il ministero delle Infrastrutture, il direttore generale Mauro Coletta e il Capo di Gabinetto del ministro Paola De Micheli Alberto Stancanelli. —
dirette dipendenze della presidenza del Consiglio), Avvocatura distrettuale dello Stato e professionisti sulla necessità di agire esattamente come operato dall’Autorità di sistema portuale, per «scongiurare un maggiore danno economico che nasceva, in termini di gestione del rischio, presente nell’atto sottoscritto nel 2010 dall’allora Presidente in favore del concessionario e a discapito dell’Ente portuale». Vengono pertanto a cadere – secondo il Porto – tutte le contrarietà sollevate dai due componenti di Città metropolitana e Regione, del comitato di gestione. Vedremo se sarà così. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
la ScHeda
Ecco chi c’è nel Comitato di gestione Il Comitato del Porto è composto dal Presidente dell’Autorità stessa Pino Musolino (che lo presiede), dal Direttore Marittimo del Veneto pro tempore Piero Pellizzari, dal Comandante del Porto di Chioggia pro tempore Giuseppe Chiarelli, da Fabrizio Giri (per la Città Metropolitana) e da Maria Rosaria Anna Campitelli (per la Regione).
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PRIMO PIANO
SABATO 25 LUGLIO 2020 LA NUOVA
Coronavirus: il rischio sanitario
Salite a 695 le persone attualmente malate Nel Padovano l’incremento maggiore. Zaia annuncia per la settimana prossima il Piano di sanità pubblica autunnale
Laura Berlinghieri VENEZIA
È un aumento che non conosce battute di arresto. Sono 28 i nuovi contagi registrati in Veneto nell’arco delle 24 ore, fino al totale di 695 positività. Cifre che si accompagnano tristemente alla notizia del decesso di una persona domiciliata al di fuori dei confini regionali, 2.064ª “croce” dall’inizio della pandemia. L’andamento del contagio è a macchia di leopardo, in questi giorni si sta facendo sentire soprattutto tra Padova e la sua provincia, con 13 nuove positività. E, nello stesso territorio, è verticale poi l’aumento dei soggetti in isolamento domiciliare: 78 in più rispetto al giorno prima. Ben oltre la metà delle nuove quarantene, che sono 139 in tutta la regione, fino al totale di 2.563 persone che non possono uscire di casa. Ed è importante la crescita dei numeri anche nella Marca, con 40 persone in più costrette a isolamento domiciliare. Mentre la crescita delle positività, nel
Trevigiano, è piuttosto attenuata: appena due i nuovi tamponi positivi nelle 24 ore. Proseguendo tra le province, si contano 5 nuove positività nel Veneziano e nel Vicentino, 2 nel Veronese e nel Rodigino. Aumenta di un’unità il numero di contagiati ricoverati in area non critica, che passano dalle 31 di giovedì alle 32 di ieri. Sono sempre due, invece, i pazienti in terapia intensiva. Parlando degli ospedalizzati per Covid, ma già negativi al tampone, le cifre sono ben più alte: rispetti-
Il ministro D’Incà «Al Veneto 3,2 milioni destinati alle strutture dedicate ai disabili» Mascherine consegnate a una struttura per disabili, assegnati al Veneto 3,2 milioni per queste dotazioni
vamente 84 e 5. In tutto questo, scende anche in Veneto l’Rt. Il “celebre” tasso di contagiosità che la settimana scorsa, con la cifra “record” italiana di 1,61, aveva allarmato tutto il Paese. Ora sia-
mo ancora sopra il “limite” di 1 e il numero rimane sempre il più alto d’Italia, ma si tratta di un 1,18 decisamente più rassicurante. Nonostante la buona notizia, non arretra il governato-
re Zaia, che ieri ha annunciato la presentazione, per la settimana prossima, di un nuovo Piano di sanità pubblica. «Il sistema sanitario del Veneto ha dimostrato di saper affrontare con piglio la partita
del Coronavirus, altrimenti anche qui sarebbe stata devastazione» dice il presidente veneto «La prossima settimana presenteremo il nuovo Piano di Sanità pubblica e schiereremo l’artiglieria pesante
perché ci prepariamo a tutto. Ma abbiamo ragionevoli motivazioni per pensare che la partita non si ripeterà come prima». Rimanendo nell’alveo dei nuovi provvedimenti, è notizia di ieri lo stanziamento di 3,2 milioni di euro per le strutture semi residenziali per disabili in Veneto, in risposta all’emergenza degli ultimi mesi. Cifra che si inserisce all’interno dei 40 milioni, a livello nazionale, previsti nell’ultimo Dpcm. «L’obiettivo è favorire l’adozione di dispositivi di protezione individuale o nuove modalità organizzative per prevenire il rischio di contagio nelle strutture» spiega Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento. «Le risorse serviranno a sostenere i centri che, con l’emergenza, hanno affrontato spese per sistemi di protezione di personale e utenti; saranno erogati agli enti o alle pubbliche amministrazioni che li gestiscono». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il primo morto in Europa per il virus cinese, il primo ospedale chiuso e riconvertito al Covid la nascita del modello Veneto dei tamponi che ha fatto scuola e dato gloria alla Regione
Il caso Vo’ diventa un libro con il ritmo della cronaca LA RECENSIONE FRANCESCO JORI
a anonimo borgo di campagna a luogo-chiave della geografia del Covid. Fino a venerdì 21 febbraio, Vo’ era un paesino del Padovano di poco più di tremila anime, noto fuori dai confini provinciali per una sola singolare caratteristica: essere il comune italiano dal nome più corto, assieme alla ligure Ne e alla piemontese Re. A proiettarlo sulla ribalta nazionale, e non solo, è stato l’esplodere del coronavirus, con la prima vittima italiana anzi europea, Adriano Trevisan, e con l’esperimento dell’impiego su vasta scala dei tamponi, che ne ha fatto un esempio virtuoso mondiale di contrasto alla pandemia. Se lo merita tutto, quindi, il libro che gli dedica Nicola Cesaro, giornalista del “Mattino di Padova” ( “La storia del coronavirus nei Colli Euganei”; Typimedia editore, 151 pagine, 12,90 euro), con una puntuale ricostruzione cronistica che consente di rivivere i frenetici giorni di un’autentica guerra tuttora in atto. E un vero e
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proprio inviato di guerra si rivela l’autore, a pieno titolo: fatti e personaggi li racconta non da dietro una scrivania, ma avendoli incrociati nel suo lavoro quotidiano in prima linea. Proprio come in un conflitto, ne emergono luoghi-simbolo, a partire dall’ospedale di Schiavonia inaugurato appena sei anni fa (434 posti-letto, 165 milioni investiti) e riconvertito interamente in funzione anti-Covid fin dal pomeriggio di quel 21 febbraio: assolvendo a una meri-
e con il senso civico dei suoi abitanti che hanno accettato di fare da cavie alla ricerca scientifica. Al punto da meritare il riconoscimento del capo dello Stato Mattarella, che a settembre all’apertura dell’anno scolastico andrà a portare loro il ringraziamento di tutti gli italiani. Il libro aiuta a rivivere i giorni del virus con uno stile asciutto ed essenziale, scevro da ogni retorica, proponendo Vo’ come il simbolo di una scienza che può sconfiggere il virus (riconosci-
Dalla zona rossa all’omaggio al paese da parte del presidente della Repubblica
Accanto alla storia degli eventi, le mille storie delle persone che li hanno vissuti
toria azione di contrasto del virus, ma al tempo stesso creando situazioni di pesante disagio ai quasi 200 mila abitanti della Bassa padovana, visto che è l’unico dell’intera area. Luci ed ombre, quindi: le luci di medici e personale sanitario impegnati in prima linea senza risparmiarsi, le ombre di meschinità politico-burocratiche come quella di aver multato i
mento conferito dall’autorevole quotidiano inglese “Times”), pur dovendo lottare non solo contro i meccanismi della malattia ma pure contro una sorta di Covid burocratico: esemplare in tal senso la vicenda di Andrea Crisanti, il medico cui va riconosciuto il merito di aver indicato per primo la via giusta, ma pubblicamente cazziato all’inizio dai vertici del-
La copertina del libro, in alto uno dei posti di blocco della zona rossa
sindaci dell’intera area (e lo stesso Cesaro lì in funzione di diligente cronista) per aver “osato” andare ad esprimere il disagio dei loro citta-
dini. Ma il luogo-simbolo per eccellenza è ovviamente Vo’, pioniere nella sperimentazione del lockdown: con in testa il suo sindaco Giulio Martini,
la sanità veneta per non aver assegnato il primato alle circolari anziché alla cura. Lo stesso Crisanti che poi, portato per settimane sugli scudi, ora viene di fatto accantonato da un establishment cui la sua meritata fama comincia a fare ombra. Accanto a queste vicende, il racconto di Cesaro ripercorre le tante aspre e dolorose battaglie di questa guerra: la solitudine dei malati, specie anziani; il dramma dei familiari tagliati fuori anche di fronte alla morte; la guerra dei posti-letto e le ricadute sul sistema sanitario; l’impatto devastante sull’economia di una regione tra le più dinamiche d’Italia; il vero e proprio bombardamento di circolari di una burocrazia contro la quale pare non esistere vaccino possibile… Con il risultato che quella di Cesaro non è solo una cronaca pur piena di spunti da rivisitare, ma anche un monito, a futura memoria, di quanto fragile sia un sistema che si credeva a prova di bomba. E che invece, anche quando il virus sarà sconfitto, si ritroverà devastato e in macerie. Proprio come dopo una sanguinosa guerra. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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QUARTIER DEL PIAVE - CONEGLIANO
SABATO 25 LUGLIO 2020 LA TRIBUNA
GUia di valdoBBiadene
la GUida
Madre e figlia legate e pestate in casa I rapinatori nella rete dei carabinieri
Farra turistica nella nuova pubblicazione di Tabacco
Alcuni mesi fa l’aggressione ad opera di una gang travisata e armata. Le indagini sono ad una svolta VALDOBBIADENE
Una rapina violenta in casa l’antivigilia di Natale, con madre e figlia legate e picchiate da una gang armata, l’episodio che non viene riferito ai media per non intralciare le indagini, e finalmente, sette mesi dopo, il cerchio che si sta per chiudere. Si sono incanalate sui binari giusti le indagini portate avanti dai carabinieri di Vittorio Veneto per stanare la banda che, nella tarda serata del 23 dicembre scorso, fece irruzione in casa di due donne residenti a Guia di Valdobbiadene - madre e figlia rispettivamente di 53 e 32 anni al fine di rapinarle. LE INDAGINI
Le indagini hanno portato a individuare alcuni soggetti, già sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti per una serie di altri episodi malavitosi, che si muoverebbero tra l'area del Basso
I carabinieri di Vittorio Veneto stanno stringendo il cerchio sui sospettati di una rapina a Guia
Bellunese ed il Montello. Va detto comunque che, ad oggi, non è stata notificata ancora alcuna denuncia, ma le indagini in corso da oltre sei mesi e che proseguono senza sosta, sembrano aver stretto il cerchio attorno ai possibili responsabili. Ma ricordiamo i fatti. Era
l'antivigilia di Natale dello scorso anno, quando nella casa a Guia di Valdobbiadene in cui abitano la 53enne operatrice socio sanitaria assieme alla figlia e studentessa di 32 anni, alcuni malintenzionati con il volto coperto, forzando l’ingresso con un piede di porco, han-
no fatto irruzione nell'abitazione delle due donne. Attimi di vero e proprio terrore. L’AGGRESSSIONE
I banditi, dopo aver legato madre e figlia, che sono state anche picchiate, hanno preso di mira la cassaforte riuscendo ad appropriarsi
FARRA DI SOLIGO
RICCARDO MAZZERO
L’amministrazione comunale di Farra, in collaborazione con la storica casa editrice Tabacco, ha realizzato una nuova carta escursionistica e turistica del Comune di Farra di Soligo: la prima dell’era Unesco. In vista di un notevole afflusso di presenze conseguente al riconoscimento a Patrimonio dell'Umanità delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, l’amministrazione di Farra di Soligo già lo scorso inverno, aveva avviato il progetto che ha visto la realizzazione di questo prezioso strumento. Il progetto è stato seguito con enorme dedizione dagli uffici Turismo e Lavori Pubblici con il supporto gruppi Alpini locali e delle associazioni escursionistiche. La nuova cartina è nata da un estratto della carta 068 già prodotta da Tabacco e su questo si sono dapprima rappresentati i tracciati storici già tabellati in precedenti lavori, a cui sono stati aggiunti i due percorsi didattici appena finanziati dal Gal Altamarca. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
R.M.
di quanto c'era all'interno: denaro e alcuni preziosi per un bottino da poche migliaia di euro. Raggiunto il loro scopo, i banditi se ne erano andati lasciando nelle due donne qualche livido e il ricordo di un drammatico episodio, che probabilmente le accompagnerà per il resto delle loro vite. Scattata la denuncia, da allora i carabinieri di Vittorio Veneto, sulla base delle informazioni e delle testimonianze raccolte nell’immediatezza e di successivi riscontri, sono impegnati in delicata operazione d'indagine per dare un volto a questi rapinatori con l'auspicio di vederli quanto prima dietro le sbarre. Un brutto episodio di cui all’epoca non si era diffusa notizia, ma che certamente ha segnato la vita delle due vittime che chiedono giustizia. E l’inchiesta avviata sta portando a dei risultati concreti. —
l’inchiesta
taGlio del nastro allo staBilimento di cornadella
Muore cinque mesi dopo il tamponamento Scattano accertamenti
Zaia e Fedriga battezzano la Garbellotto «Il cuore dell’azienda resta a Conegliano»
Marco Filippi / CONEGLIANO
Muore a cinque mesi e mezzo di distanza da un incidente stradale in cui era rimasto ferito gravemente. Ed ora, sulla morte di R.R., 87 anni di Conegliano, sono in corso gli accertamenti della polizia Stradale, delegati dal pubblico ministero di turno Anna Andreatta, per stabilire se il decesso sia riconducibile all’incidente. L’anziano, infatti, dopo aver trascorso un periodo in terapia intensiva sembrava essersi ristabilito, ma a oltre cinque mesi dal sinistro, il pensionato è all’improvviso deceduto. L’incidente stradale è avvenuto il 5 febbraio scorso sulla statale 51 a Conegliano. Quel giorno quattro macchine rimasero coinvolte in un tamponamento. Tra esse anche quella dell’anziano. L’incidente, banale nella dinamica, registrò una serie di feriti tra i quali anche l’anziano coneglianese che, poco dopo il suo ricovero all’ospedale di Conegliano, fu ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Le condizioni, pian piano, iniziarono a migliorare e l’87enne lasciò poi la rianimazione per un altro reparto. Nelle ultime ore, il de-
Il luogo dell’incidente
Alcune immagini della cerimonia inaugurale dello stabilimento svoltasi ieri mattina, presenti anche il presidente Luca Zaia e Bruno Vespa
cesso che ha costretto il pubblico ministero Anna Andreatta ad aprire un fascicolo e delegare gli agenti della polizia Stradale di Treviso a svolgere ulteriori accertamenti per stabilire se in qualche maniera, a distanza di oltre cinque mesi dal fatto, vi sia un nesso di causa tra l’incidente e la morte dell’anziano coneglianese. Se ciò fosse dimostrato, l’ipotesi di accusa nei confronti di chi provocò l’incidente sarebbe quella di omicidio stradale. Al vaglio anche la possibilità di un’eventuale autopsia sul corpo dell’anziano. —
CONEGLIANO
«Siamo in Friuli, ma il nostro cuore è veneto» ha confermato Piero Garbellotto, anche a nome dei fratelli Pieremilio e Piergregorio, all’inaugurazione del nuovo stabilimento a Cornadella di Sacile. Ma Luca Zaia, presidente del Veneto, ha voluto esserci per ipotecare la ‘veneticità’ della ‘regina delle botti’. E il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, non ha voluto mancare, neppure lui, per alcune raccomandazioni, rivolte sia alla famiglia Garbellotto che alla famiglia Maschio. «L’Imoco resterà a Conegliano. Se siete orgogliosi della vostra storia, rimanete in cit-
tà con quanto di meglio avete». La risposta è stata affermativa, rassicurante. «I Garbellotto mi hanno garantito – confida il sindaco – che la loro storia proseguirà con Conegliano». «Il cuore sarà vostro» ha replicato il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, al collega Zaia, che si era pubblicamente garantito la fedeltà veneta della famiglia. La G.&P. Garbellotto spa, leader mondiale nella produzione di botti, barriques e tini, è stata fondata ancora nel lontano 1775 da Giuseppe Garbellotto. Il trasferimento degli impianti produttivi a Sacile (70 mila metri quadri, 15 mila di stabilimento, solo 15 mesi per
costruirli) è stato dettato esclusivamente da motivi logistici. Il nuovo impianto unisce, infatti, la tradizione alla tecnologia avanzata: tre linee robotizzate che alleggeriscono il lavoro dei bottai e lo rendono più sicuro e preciso. «In questi due secoli – ha ricordato Zaia - l’azienda ha fornito con soddisfazione cantine in tutto il mondo, producendo 100.000 hl all’anno di bottame per un fatturato annuale di 20 milioni e aggiudicandosi ben due guinness mondiali per le botti più grandi del mondo. Si chiude una parentesi e inizia una nuova avventura per i fratelli Garbellotto, spinti dalla determinazione, capa-
cità, voglia di lavorare ed efficienza che in questi due secoli hanno sempre contraddistinto l’azienda. Il dna veneto non mente». Davanti ad una platea di 600 invitati, con Bruno Vespa a disquisire di vini, Zaia ha duettato con il suo collega Fedriga, ricordando quanto Pietro Garbellotto, il padre degli attuali fratelli, fosse un cultore convinto della storia e della lingua di Venezia. Fu tra i primi a sbandierare il leone di San Marco. «Ma noi abbiamo l’Aquila» ha obiettato Fedriga. E Zaia, di rimando, ha chiesto alla platea: «Si è mai vista un’aquila azzannare un leone?». — FRANCESCO DAL MAS
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.ROVIGO
... Sabato 25 Luglio 2020
La Voce
FORZA ITALIA Elezioni: il direttivo azzurro approva le candidature
Barison a Villadose, Laruccia a Venezia Marco Randolo
Candidato sindaco Pierpaolo Barison
ROVIGO - Tre uomini e due donne per Venezia, e Pierpaolo Barison in corsa per Villadose. E’ lo schema che esce dal direttivo di Forza Italia, andato in scena l’altra sera. E se sulla lista per le Regionali il partito azzurro tiene ancora le carte coperte, annunciando che i nomi saranno svelati soltanto la prossima settimana; per l’unico Comune polesano al voto è praticamente ufficiale l’accordo sul nome del consigliere comunale (e per due volte sindaco della vicina San Martino di Venezze) Pierpaolo Barison. Ma il piatto forte, ovviamente, resta la rosa da proporre per Venezia. Da questo punto di vi-
sta, il lavoro del gruppo azzurro è stato certosino. Preoccupazione maggiore, cercare di evitare qualunque profilo sia stato accostato a Fratelli d’Italia, partito alleato ma di fatto rivale di Fi in questa corsa. Dunque, avanti soltanto con candidati di provata fede azzurra. Sulle due donne (quasi) nessun dubbio: dovrebbe trattarsi di Layla Marangoni di Taglio di Po, e Luigia Modonesi, già sindaco di Fiesso Umbertiano. Più complicato lo scacchiere nella metà maschile del cielo azzurro: Ivan Dall’Ara, presidente della Provincia e sindaco di Ceregnano “a scadenza” nella prossima primavera dovrebbe essere quasi certo della candidatura; mentre un altro posto dovrebbe essere appannaggio del movimento giovanile
del partito. Per la quinta piazza, diversi nomi (anche di peso) ma nessuna certezza, anche se in pole position ci dovrebbe essere il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia. Meno patemi d’animo per quanto riguarda la candidatura a sindaco di Villadose. Per raccogliere l’eredità lasciata da Gino Alessio, sindaco per dieci anni, il centrodestra unito punterà su Pierpaolo Barison, con alle spalle importanti esperienze amministrative e già componente della maggioranza che sostiene Alessio. Niente corsa, dunque, per gli assessori uscenti, Ilaria Paparella e Vittorio Novo che pure aveva annunciato per primo la propria intenzione di presentarsi alle elezioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONALI Lo dice un sondaggio sull’operato dei governatori: in Italia nessuno come lui
Per Luca Zaia gradimento al 77% Dato importante in chiave elettorale: il presidente uscente può sognare una supermaggioranza ROVIGO - Il gradimento di Luca Zaia vola al 77%, e il presidente del Veneto può sognare un “plebiscito” in vista delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. A dirlo è l’ultimo sondaggio politico, realizzato da Winpoll per Scenari politici e pubblicato mercoledì. L’istituto ha rilevato il giudizio dei cittadini delle dieci regioni più popolose dell’Italia, in riferimento all’operato dei propri governatori. E Zaia è di gran lunga il presidente di Regione più amato dai propri concittadini. All’altro estremo della classifica c’è invece Jole Santelli, da poco eletta presidente della Calabria. Nel dettaglio, alla domanda sul come viene giudicato l’operato del presidente della Regione, il 35% dei veneti intervistati si ritiene molto soddisfatto del suo operato, il 42% abbastanza soddisfatto, il 17% poco soddisfatto e solo il 6% per nulla soddisfatto. Per Zaia, però, quel 77% di gradimento (che gli consente di superare il campano De Luca, al 71% e l’emiliano Bonaccini, al 64%) è anche un termometro in chiave elettorale. Chiaro: stiamo parlando di gradimento, non di intenzioni di voto, e dun-
POLITICA La presentazione
Paragone lancia Italexit arruolato il grillino Maniezzo
Gianluigi Paragone con Mattia Maniezzo Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia que bisogna distinguere le due cose. Ma insomma, un’indicazione così netta è difficile da ignorare. In cuor suo, del resto, Zaia non ha mai dubitato della riconferma. Anzi: l’obiettivo del governatore uscente, in vista del voto, è un altro. Ovvero quello di superare il 60% dei voti, per guadagnare una “supermaggioranza” a palazzo Ferro-Fini. Per effetto della legge elettorale, in-
fatti, la coalizione che vince le elezioni porta a casa un premio di maggioranza pari al 60% dei seggi del consiglio. Ma se i voti superano questa quota, allora il calcolo diventa proporzionale. Il che vuol dire che - a spanne -per ogni 2% in più, sopra al 60%, la maggioranza a sostegno del governatore guadagna un seggio. Un ipotetico 70% frutterebbe dunque - per esem-
plificare - cinque posti in più per la maggioranza in consiglio regionale, rispetto al mandato attuale. E dunque cinque posti in meno a disposizione per l’opposizione. Insomma, Zaia punta ad una super maggioranza, che darebbe - tra l’altro - più chance di elezione a chi correrà, nelle varie province, da candidato consigliere.
ROVIGO - Italexit è nata ieri, ma ha già un consigliere comunale. E’ stato Mattia Maniezzo, eletto a palazzo Nodari sotto le insegne del M5s, a tenere a battesimo il nuovo soggetto politico anti-europeista lanciato da Gianluigi Paragone, a sua volta ex senatore grillino. E’ stato proprio Maniezzo, infatti, ad introdurre Paragone e a dialogare con lui, al tavolo della Gran Guardia dove ieri pomeriggio è stato lanciato il nuovo partito. Poi, alla sera, Paragone ha tenuto un comizio in piazzetta Annonaria. Obiettivo del partito, “mescolare le carte sul piano nazionale e traghettare l’Italia fuori dall’Unione Europea per ritornare alla completa sovranità monetaria”. Dunque, addio alla Ue e all’euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PARTITI Il segretario mette l’incarico “a disposizione” ma resta in sella
Pd, Traniello fa un passo di lato
Il segretario dem Giuseppe Traniello Gradassi
ROVIGO - Giuseppe Traniello Gradassi fa un passo di lato. Si “mette a disposizione” del Partito democratico, di cui è stato fin qui segretario provinciale, ma non lascia la carica in attesa che l’assemblea provinciale decida la road map che porterà alla nomina del suo successore. Un passaggio di consegne che lo stesso Traniello auspica possa avvenire soltanto dopo il 21 settembre, ovvero a elezioni regionali concluse. Ma sotto, intanto, c’è chi scalpita. E se Traniello predica di guidare “un partito finalmente unito” le tensioni sotterranee in casa Pd non si sono mai sopite. A soffia-
re sul fuoco, a quanto pare, Angelo Zanellato, che vorrebbe occupare l’ufficio di Traniello, magari il prima possibile. Intanto, il pallino del gioco resta nelle mani di Nello Chendi, presidente dell’assemblea provinciale del Pd. Sarà lui a convocare la nuova assemblea. Anzi: tecnicamente la stessa, visto che quella di lunedì sera (continuata nonostante mancasse il numero legale) non è stata dichiarata conclusa ma “lasciata aperta” in attesa degli eventi, secondo una formula che più politicante non si può. Di certo, al momento, c’è soltanto che Traniello ha messo il suo incarico “a di-
sposizione” restando però in sella. Un passo di lato, appunto, che fa seguito alla recente nomina a presidente di Asm spa, la municipalizzata del Comune di Rovigo. “Il doppio incarico - sottolinea lui stesso non è vietato dal nostro regolamento, ma io stesso ho sempre favorito la linea dell’incarico singolo”. Una scelta, la sua, apprezzata dall’assemblea: “Ho riscosso l’applauso - rivela - e incassato una manifestazione di fiducia nel mio operato”. Ma ora la battaglia per la successione è aperta. Ma. Ran. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Economia 9
L'ARENA
Sabato 25 Luglio 2020
ENTIECONOMICI. Operazioneeffettuata conSace tramiteGaranzia Italia,strumentodefinitodal DecretoLiquidità
ASSICURAZIONI. Il17agosto l’udienza
Finanziamentoda 10 milioni diBanca Intesaa Veronafiere
Cattolica:«Infondate richiestediannullare l’aumentodicapitale» SociétéGénérale:«Unicaopzione èlatrasformazioneinspa»
Danese:«Sostegnostrategico alla fiera, strumento delle aziende aserviziodelle realtàterritoriali» Attesaperl’aumentodicapitale In attesa dell’aumento di capitale da 30 milioni di euro sul quale i soci dovranno decidere cosa fare entro venerdì 31, Veronafiere sfrutta gli strumenti messi a disposizione del governo per continuare la sua attività internazionale, dando fiato alla cassa anche quel che serve a mantenere l’operatività di base con un finanziamento di 10 milioni di euro da Intesa SanPaolo. ISOCIDELLASPA. Tra i princi-
pali soci della spa come si vede nel sito veronafiere.it, il Comune di Verona ha il 39,666% del capitale, Cariverona il 24,19%, la Camera di commercio il 13,045%, Cattolica Assicurazioni il 7,108%, Banco Bpm il 7,042%. Con quote inferiori sono presenti nel capitale anche Veneto Agricoltura 5,404%, Regione Veneto 0,162%, Banca Veronese 0,75%, Provincia di Verona 1,408%, Immobiliare Magazzini 0,189% srl. Intesa San Paolo ha una quota dell’1,081%. La notizia dell’operazione è arrivata ieri mattina con due note distinte ma coincidenti
da Veronafiere e da Intesa Sanpaolo dopo un incontro avvenuto nella sede della spa tra Maurizio Danese e Giovanni Mantovani, presidente e dg della spa, e Renzo Simonato, direttore regionale per il Triveneto e Paolo Bada, direttore Area Imprese Verona di Intesa Sanpaolo. EMERGENZA. «Il Gruppo Ve-
ronafiere con Veronafiere spa», si legge nelle note, «primo organizzatore diretto di fiere in Italia e tra i primi in Europa, proprietario del quartiere espositivo di Verona, di società in Sud America e Asia, di brand quali Vinitaly, Marmomac, Samoter, Fieragricola e Fieracavalli e della società Veronafiere Servizi specializzata in allestimenti, per fare fronte all’emergenza Covid-19 che ha colpito tutto il sistema fieristico mondiale, ha valutato opportuno ricorrere a tutti gli strumenti disponibili ad oggi per proseguire il proprio sviluppo internazionale e fare fronte alla propria attività core. In tale ottica», afferma la nota, «ha sottoscritto con Intesa San-
MaurizioDanese, Renzo Simonato,GiovanniMantovani e PaoloBada amarginedell’incontro in fiera
paolo un finanziamento di 10 milioni, garantito in tempi brevi da Sace (società per azioni del Gruppo Cassa depositi e prestiti, specializzata nell’assicurazione del credito), tramite Garanzia Italia, strumento del Decreto Liquidità destinato al sostegno delle imprese italiane».
vato a 50 miliardi le risorse in termini di credito messe a disposizione, sospeso le rate dei finanziamenti e aderito all’anticipo della Cassa integrazione in deroga. Intesa precisa anche di essere operativa su tutte le soluzioni previste dal Decreto Liquidità, fornendo supporto alle imprese piccole, medie e grandi.
DOVEANDRANNOISOLDI. A co-
sa serviranno i 10 milioni è ancora la nota a precisarlo: «Il finanziamento, come previsto dal Decreto, è finalizzato a sostenere il costo del personale, finanziare gli investimenti e sostenere il circolante». La parte del comunicato che riguarda Intesa Sanpaolo, precisa che la banca dall’inizio dell’emergenza, ha messo misure concrete di supporto alle imprese: dopo aver ele-
COMMENTI. «Le fiere sono
strumento di politica industriale al servizio dell’economia reale», dichiara nel documento Maurizio Danese, presidente di Veronafiere. Le rassegne internazionali sono la leva della promozione e dell’export del 75% delle pmi manifatturiere italiane, con un ritorno di uno a 10 sugli investimenti per chi partecipa. Da esse passa il 50%
ALIMENTARE. L’aziendaleadertra i costruttori dicontrolli numerici
DIGITALIZZAZIONE
Innovazione,laSipro sceltadallaRegione
ProgettoUP2 peraiutare l’evoluzione delleaziende
Studioditecnologieperlacernitaautomatica:piano da5,6milionieagevolazioniper3,4dal Veneto
Cultura, tecnologia e digitalizzazione a servizio delle imprese in un’ottica di sviluppo sostenibile. Ruota attorno a questo obiettivo UP2, formula di strumenti innovativi per rigenerare il patrimonio delle aziende lanciato dalla società Asht*Art Consultancy di Verona, in collaborazione con Quantum Leap IP e Develon Group. Il progetto rientra negli scopi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. «Attraverso UP2 intendiamo sostenere le imprese durante un percorso metodologico e strutturato in campo tecnologico, culturale e digitale» sostiene Giulia Pordd, ad e fondatrice di Asht*art Consultancy, costituita nel 2017. La società, evidenzia Pordd «opera nel campo delle strategie di impresa e nel cultural management, facendo leva sul talento professionale dei giovani e in particolare delle donne. In virtù di un accordo con il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona» precisa Pordd «stiamo sviluppando un progetto di etica applicata per sostenere le imprese sulla base della specificità della singola organizzazione». • M.U
Un accordo di programma con la Regione per il finanziamento agevolato di un progetto di innovazione aziendale made in Verona. Lo ha sottoscritto Sipro di viale del Lavoro, leader italiana tra i costruttori di controlli numerici. L’impresa veronese è capofila in una partnership di aziende. Il piano finanziario dell’azione proposta prevede un costo di 5,6 milioni e riceverà agevolazioni per 3,4 milioni. Nel dettaglio, a Sipro andranno 1,6 milioni di euro, 968mila dei quali di contributo Mise (ministero delle Sviluppo economico) e 81mila come quota di competenza regionale. Il progetto, denominato «Tesoro» è finalizzato allo studio e sviluppo di tecnologie avanzate per il «sorting (cernita) automatico nei processi di produzione alimentare». Si-
Ilprogetto «Tesoro» èfinalizzatoallo studioesviluppo ditecnologie avanzate
pro produce circa 4mila controlli numerici l’anno e ha scelto di investire nell’ambito agroalimentare per la manipolazione e selezione di prodotti. I sistemi avanzati nel campo della visione iperspettrale (attraverso l’utilizzo di telecamere 3D e di sensoristica ad hoc) unitamente alle soluzioni algoritmiche con particolare riferimento all’intelligenza artificiale fungeranno da «vista» per i robot che svolgeranno la manipolazione e selezione di produzioni alimentari. SOLUZIONI DI AUTOMAZIONE.
La sfida è industrializzare e inserire soluzioni di automazione per gestire la variabilità della materia prima e semilavorati. Questo progetto è uno dei quattro destinatari di finanziamenti agevolati regionali, per i quali la Giunta ha appena approvato altrettanti accordi di programma di innovazione aziendale che valgono oltre 40 milioni. «Le aziende individuate potranno accedere quindi alle risorse del Fondo crescita sostenibile, che prevede un contributo da parte del Mise e un fi-
nanziamento da parte della Regione, che farà leva su Veneto Sviluppo», spiega l’assessore regionale a Sviluppo economico ed energia, Roberto Marcato. VOGLIA DI RILANCIO. «I pro-
getti testimoniano la voglia di rilancio dell’economia veneta, dopo la pandemia. La tipologia di intervento è stata inserita fra le misure del piano economico “Ora, Veneto!”, predisposto per la ripartenza dopo il Covid-19», prosegue. Gli altri tre progetti riguardano la creazione di un «Dispositivo medico di stimolazione biofisica per la rigenerazione della cartilagine articolare», attuato da una partnership tra Igea spa (capofila) e i partner Sinesy srl di Oderzo (Treviso), università di Ferrara, istituti ortopedici Galeazzi e Rizzoli; «Innovazione del processo produttivo del sito di Marghera di Fincantieri spa»; «Sviluppo di una gamma di componenti ed apparecchi refrigerati per la moderna distribuzione alimentare a basso consumo energetico e ridotto impatto ambientale», presentato da Epta spa di Limana (Belluno). • Va.Za.
dell’export delle nostre pmi e generano ogni anno un giro d’affari di oltre 60 miliardi. Il rilancio dell’economia può essere efficace solo attraverso azioni congiunte di sistema. L’accordo con Intesa Sanpaolo, socio di Veronafiere spa, ha lo scopo di sostenere un’attività strategica per la ripartenza di imprese e territori». «Veronafiere ha un ruolo di motore per lo sviluppo delle nostre aziende che possono così farsi conoscere all’estero», dichiara Simonato nella nota, «La nostra Banca è stata la prima a sottoscrivere il protocollo di collaborazione con Sace per sostenere finanziariamente le imprese danneggiate dall’emergenza Covid-19, dando loro un sostegno concreto e immediato». • gda
BorsaMerci diVerona
Cattolica fa sapere che è stata notificata alla società «da parte di 34 soci (lo 0,18% del totale), che dichiarano un possesso di 54.418 azioni complessive (lo 0,03% del totale), la richiesta al Tribunale delle Imprese di Venezia dell’annullamento della delibera dell’assemblea straordinaria tenutasi il 27 giugno concernente la delega al cda dell’aumento di capitale fino a 500 milioni di euro con limitazione del diritto di opzione», come spiega il gruppo in una nota. Il giudice designato dal Tribunale ha convocato le parti per l’udienza del 17 agosto. «La società ha subito sottoposto l’atto ai propri difensori, Mario Cera, Matteo Rescigno e Matteo De Poli, per le opportune difese», prosegue la società, «ritenendo del tutto infondate e temerarie le richieste dei soci attori, che peraltro rappresentano una quota assai poco rilevante in termini sia di azioni che rispetto alla ampia base sociale». La società conferma anche che la delibera impugnata da tali soci è stata autorizzata dall’Ivass e regolarmente iscritta nel Registro Imprese. E in una nota Société Générale conferma il giudizio «hold» sui titoli Cattolica.
Gli analisti della banca francese «non vedono implicazioni significative da questa notizia». Spiegano che «azioni di questo tipo da parte di piccoli gruppi di soci non sono totalmente inattese, considerando la grande trasformazione che Cattolica sta portando avanti» che «comunque, è l'unica opzione che Cattolica ha», concludono. Intanto Fisac Cgil Verona ritiene «siano necessarie chiarezza e garanzie sulla natura e sulle prospettive dell’operazione. La trasformazione in spa», dice un comunicato, «indispensabile nel caso non si riesca ad effettuare l’aumento di capitale per altre vie, non dovrà in alcun modo determinare pregiudizio per i livelli occupazionali e gli aspetti professionali delle lavoratrici e dei lavoratori. Cattolica vanta una storica e radicata presenza sul territorio che deve essere mantenuta». «Il presidente Bedoni», prosegue Cgil, «ha più volte fatto riferimento ad un “accordo quadro” tra Cattolica e Generali che definisce l’impatto dell’operazione su compagnia e territorio. Chiediamo che tale accordo venga reso pubblico affinché le organizzazioni sindacali possano valutare le prospettive». •
BOLLETTINO AGROMETEOROLOGICO LUNEDÌ
LISTINO PREZZI DEL 24/07/20
PROD. AVICUNICOLI VIVI
(al Kg.)
Polli: 0,99 - 1,01. Galline: pesanti 0,17 - 0,21; rosse 0,12 0,16; livornesi 0,04 - 0,06. Oche: n.q. - n.q. Anitre mute: 2,15 - 2,20. Faraone: d'allevamento tradizionale 1,90 - 1,95. Tacchini: 1,21 - 1,23. Tacchine: mini da kg. 3,5/4,2 n.q. - n.q.; medie da kg. 4,5/5,5 n.q. - n.q. Capponi: d'allevamento tradizionale n.q. - n.q. Galletti: Golden tipo Comet 2,65 - 2,70; Tipo Livornese 2,85 - 2,90. Uova: fresche cat. "A" (100 pezzi) provenienti da allevamenti in gabbia arricchita: XL grandissime da 73 gr. e più 13,60 - 13,60; L grandi da 63 a 72 gr. 11,50 11,50; M medie da 53 a 62 gr. 10,20 10,20; S piccole meno di 53 gr. 8,40 8,40; fresche cat. "A" (100 pezzi) provenienti da allevamenti a terra: XL grandissime da 73 gr. e più 16,60 - 16,60; L grandi da 63 a 72 gr. 14,50 - 14,50; M medie da 53 a 62 gr. 13,40 - 13,40; S piccole meno di 53 gr. 10,60 - 10,60.
PROD. AVIC. MACELLATI
(al Kg.)
Polli: tradizionali 2,20 - 2,30; a busto rosticceria gr. 1.000; gr. 1.100; gr. 1.200 2,35 - 2,45; a busto 2,20 - 2,30. Galli: Golden Comet tradizionali 3,75 3,85; Livornesi tradizionali 4,60 - 4,70. Galline: tradizionali leggere 1,35 - 1,45; a busto pesanti 1,35 - 1,45; leggere 1,35 - 1,45. Faraone: tradizionali 3,15 - 3,25. Tacchini: a busto 2,00 - 2,10. Anitre: femmine: tradizionali 3,85 3,95; a busto 4,75 - 4,85. Parti di pollo: petti con forcella 5,00 5,10; cosciotti 1,95 - 2,05; ali non separate 1,65 - 1,75. Parti di tacchino: femmine: fesa 5,00 5,10; cosce 1,95 - 2,05; ali 1,35 - 1,45. Maschi: fesa 5,00 - 5,10; cosce 1,85 1,95; ali 1,35 - 1,45. Conigli: macellati freschi nazionali 3,40 - 3,50.
PREVISIONE PER OGGI Tempo stabile e soleggiato con rasserenamenti nella notte e cielo sereno o poco nuvoloso già dal mattino; qualche cumulo pomeridiano sui rilievi
PRECIPITAZIONI
Assenti salvo qualche breve piovasco/rovescio pomeridiano sulle Dolomiti e Prealpi centro orientali
TEMPERATURE Minime in diminuzione, massime in aumento anche sensibile
LA TENDENZA DOMANI In prevalenza soleggiato ma con presenza di nubi in transito al mattino e fino alle ore centrali; moderata instabilità pomeridiana sui rilievi.
PRECIPITAZIONI Possibili rovesci / temporali sui rilievi, specie sulle Dolomiti
LUNEDÌ In prevalenza stabile e soleggiato con modesta nuvolosità cumuliforme sulle zone montane, dove sarà possibile qualche locale piovasco o rovescio
SETTORE FRUTTICOLO MELO Continua con regolarità la fase primi di agosto.Maculatura bruna: di accrescimento dei frutti. Si prevede dove presente continua ad aumentare l’incidenza. Intervenire l’inizio raccolta delle varietà più con prodotti multisito – rame od altri precoci di Gala verso la prima – abbinati a prodotti specifici. settimana di agosto, considerata Importante la tempestività nel anche la buona colorazione già raggiunta. La Ticchiolatura in generale ripristinare la copertura in caso di dilavamento da piogge. Si conferma è quasi assente; interventi con fungicidi possono essere giustificati l’efficacia degli interventi di riduzione solo in casi di presenza della malattia dell’inoculo e di sanificazione, in e di previsioni di prolungate piogge e particolare attraverso la rottura del cotico erboso, l’eliminazione bagnature. Sono ancora possibili catture di Carpocapsa, il cui secondo selettiva delle infestanti graminacee, o l’uso di prodotti specifici. Fuoco volo è iniziato verso il 22–25/06. Siamo in fase di ovodeposizione e di batterico: dove si sono riscontrati nascite larvali. Interventi con larvicidi sintomi e c’è ancora presenza di vanno effettuati dove ci sono catture, seconde fioriture va effettuato un c’è una storica elevata presenza o si accurato controllo e operazioni di pulizia tempestive. Psylla: in osservano danni da nuove nascite. Nelle altre situazioni non è necessario generale assente o con presenza intervenire; se del caso va monitorata limitata. Dove si osserva melata intervenire con lavaggi a base di la situazione, mediante il controllo visivo sui frutti. Si inizia a notare anche bicarbonato di potassio o saponi. qualche presenza di Cydia molesta, con attacchi sui germogli erbacei. Continuare gli interventi con calcio su Golden e altre varietà tardive. Non si segnalano al momento attacchi di Ragnetto rosso: si osserva una buona presenza di fitoseidi.PERO In fase di raccolta la varietà Santa Maria. La raccolta della William è prevista ai