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VICENZA
Corriere del Veneto Sabato 27 Giugno 2020
Clausola antifascista, protesta in piazza «Torneremo ancora» Due manifestazioni antifasciste in poco meno di una settimana a Vicenza. E non saranno le uniche, annunciano i partecipanti, se il Comune non ripristinerà la clausola antifascista nel regolamento. Erano in poco meno di 300, ieri dalle 18, i cittadini arrivati in piazza dei Signori per la manifestazione-presidio «Il dovere della memoria. L’antifascismo è un istinto», annunciata in questura dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) con la partecipazione del «Comitato Vicentino Antifascista», che raccoglie non solo sindacati e partiti, ma anche Legambiente, Fornaci Rosse, Bocciodromo, Quaderni Vicentini, Pax Christi Vicenza, Movimento Nonviolento. Un’occasione, quella di ieri, tra le bandiere con diverse sigle che sventolavano, di dare voce a figli e nipoti di partigiani vicentini, «per attestare la netta contrarietà all’abolizione della clausola antifascista che rappre-
senta un vero e proprio sfregio della medaglia d’oro ottenuta da Vicenza per il ruolo avuto nella Resistenza al nazifascismo». Per Danilo Andriollo, presidente provinciale Anpi, «è grave e sbagliata la decisione di abolire quella clausola che deve tornare, Vicenza, democratica e antifascista, non lo può sopportare. Torneremo a manifestare se non verrà ripristinata, troveremo forme e tempi». Secondo Gigi Poletto, vicepresidente provinciale Anpi, «è stata una decisione anticostituzionale, in quanto la costituzione non è afascista, poi c’è la sottile volontà di riabilitare il fascismo». Tra i presenti anche la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini: «La città non può subire questa ferita enorme, è uno schiaffo, con l’assessore che si è vantato di aver abolito la clausola - dichiara Sbrollini, che ha presentato una mozione in Senato - Vicenza non merita questa amministrazione, il sindaco è sotto scacco della destra più
ACCERTAMENTI IN CORSO
Cade il macchinario dipendente grave ARZIGNANO Il macchinario da
becera, siamo delusi prima di tutto da cittadini». Per l’ex capogruppo del Partito democratico Giacomo Possamai «questa scelta ha fatto meritare a Vicenza i titoli dei princi-
Digos
Corteo del Bocciodromo i denunciati sono due VICENZA Intanto i poliziotti della Digos hanno denunciato per inosservanza delle prescrizioni del questore i due promotori e organizzatori della manifestazione di giovedì scorso, indetta dal Bocciodromo. Doveva essere statica, limitata a piazza Castello, ma si è trasformata in un corteo, vietato anche dal decreto ministeriale anticovid. Motivo per cui scatteranno anche sanzioni. Il sindaco Francesco Rucco poi ha formalizzato denuncia alla polizia locale per la bandiera appesa al terrazzino di Palazzo Trissino che potrebbe configurare una violazione di domicilio. Denuncia che confluirà nell’indagine della Digos. (b.c.)
pali giornali, la nostra battaglia va avanti finchè non verrà ripristina la clausola che chiede il rispetto della Costituzione e se non è questa sarà la prossima giunta. Vicenza non è una città estremista, è antifascista, i vicentini sono antifascisti». Per oltre un’ora, terminato il momento musicale, si sono intervallati al microfono figli e nipoti di partigiani: «Una generazione che ha avuto diretta conoscenza dei protagonisti» si è presentato così il segretario Anpi Val Leogra, Antonio Angelina. Aggiungendo: «Fiero di essere figlio di partigiano», del capo pattuglia di Valli del Pasubio Renato di cui ha condiviso il ricordo. Così come ha fatto con la partigiana Gemma Filippi, leggendo lo scritto della nipote Sonia. «Che i loro sacrifici non siano stati inutili, la storia non va riscritta. Faremo ripristinare la clausola perché questo passato non ritorni» Benedetta Centin
La vicenda ● Il Comune di Vicenza ha tolto dal suo regolamento la cosiddetta «clausola antifascista» per ottenere gli spazi pubblici a fini non commerciali Introdotta dalla Giunta Variati (centrosinistra) la clausola è stata ora cambiata in un ripudio di ogni totalitarismo e regime. Di ieri l’ennesima manifestazione di protesta in piazza (foto Parisotto)
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Marano Vicentino
Sportello donna Barretta, il Comune ha scelto il logo: un profilo in un cuore nero MARANO Il profilo di una donna incastonato dentro un cuore nero. Questo il logo dello sportello donna di Marano Vicentino che porta il nome di Anna Filomena Barretta, la cassiera e mamma uccisa dall’ex marito nel novembre di due anni fa. Il lavoro è stato realizzato dalla studentessa Giulia Fabris, premiata l’altra sera dal sindaco Marco Guzzonato e dall’assessore ai servizi alla persona e alla famiglia Paola Sbalchiero. Il Comune, assieme all’istituto comprensivo maranese, aveva indetto un concorso per la creazione del logo con l’obiettivo di creare una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze. Un centinaio i progetti grafici pervenuti dagli alunni di terza media. Tutti saranno esposti in una mostra. «Consapevoli che la violenza sulle donne non si sconfigge solo con leggi e norme - dichiara l’assessore Sbalchiero - crediamo sia indispensabile lavorare a un’educazione indirizzata soprattutto ai giovani, uomini e donne del futuro». Cerimonia Il sindaco Marco Guzzonato premia Giulia Fabris, autrice del logo per lo Sportello donna «Anna Filomena Barretta»
Botte e spintoni al figlio della compagna un operaio condannato a nove mesi L’uomo respinge le accuse. A far avviare l’indagine sono state le insegnanti Schiaffi sul volto, spintoni, testa sbattuta contro il pavimento, ma anche lividi provocati su tutto il corpo. I.V., 41enne di Valdagno, era finito a processo accusato di maltrattamenti al figlio di sette anni della compagna che poi ha sposato, ma il giudice Antonella Toniolo ha riqualificato il reato in lesioni, condannandolo a nove mesi di reclusione e al pagamento di 20mila euro di danni al minorenne (a costituirsi parte civile per lui il curatore speciale, l’avvocato Anna Zanini, difeso dalla collega Anna Sambugaro). «È un bambino difficile, con problemi comportamentali, soltanto in un’occasione ho perso la pazienza e gli ho dato uno schiaffo, non c’è stata alcuna volontà di maltrattarlo, di far-
VALDAGNO
gli del male, solo di aiutarlo» è stata la difesa del valdagnese, operaio in conceria. Una versione che corrisponde anche a quella della mamma del bimbo e compagna del 41enne. La donna infatti non ha mai accusato l’uomo di aver maltrattato il primogenito. La denuncia che ha innescato l’inchiesta del pubblico ministero Angelo Parisi non è infatti partita dalla donna ma dalle insegnanti di scuola che avevano notato ecchimosi sul viso e sul fianco dell’alunno e che per questo lo hanno tenuto controllato per un periodo. Docenti che nell’aula di tribunale hanno confermato che il piccolo aveva seri problemi comportamentali, poi anche certificati. Un bambino spesso difficile da gestire, capace anche di gesti inconsul-
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LE ALTRE NOTIZIE
All’ombra della Basilica poco meno di 300 partecipanti Andriollo (Anpi): «Cancellarla è uno sfregio alla città» VICENZA
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Sentenza L’operaio ha colpito il piccolo di 7 anni
ti. Ma non per questo da aggredire. Per la procura, che aveva chiesto la condanna a due anni e tre mesi, il patrigno, tra ottobre 2016 e aprile 2017, avrebbe tenuto «reiterate condotte di aggressione verbale e fisica» verso il bambino «redarguendolo sistematicamente». Si sarebbe accanito sul piccolo «percuotendolo abitualmente con schiaffi al volto, spintonandolo, facendogli sbattere la testa sul pavimento», riporta il capo di imputazione. Con una violenza «tale da cagionargli, in più occasioni, lividi sul volto e sul busto». Accuse che appunto l’uomo, difeso dagli avvocati Raffaella Di Paolo e Manuela Ventura, ha sempre respinto con forza. Per il giudice, che ha riconosciuto le lesioni, l’uomo potrà beneficiare della sospensione condizionale della pena solo quando pagherà i 20mila euro di risarcimento. Dovrà farlo entro un anno dal passaggio in giudicato della sentenza, liquidando inoltre anche le spese di costituzione e difesa nel processo. B.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
conceria gli sarebbe franato in parte sul braccio, riportando gravi traumi e fratture. È stato portato con urgenza in ospedale a Vicenza con un codice rosso l’albanese B.C., 50enne di Montecchio Maggiore che ieri mattina si è infortunato durante il lavoro, alla Bolcato Stefano Group srl si Arzignano che tratta macchine per conceria e ricambi. Dopo l’allarme lanciato al Suem 118 sono intervenuti anche i carabinieri e i tecnici dello Spisal a cui spetterà fare chiarezza sull’incidente, per stabilire dinamiche e responsabilità. Per capire come sia stato possibile che il macchinario finisse sull’arto dell’operaio interinale. Il quale, date le condizioni, è stato trasferito al San Bortolo e non nel vicino ospedale. Sono in corso accertamenti medici per stabilire la gravità delle fratture. (b.c.) © RIPRODU ZIONE RISERVATA
CARABINIERI
Tre furti in casa in pochi giorni VICENZA Finito il lockdown tornano in azione anche i topi di appartamento. Sono tornati in attività senza scrupolo pure in pieno giorno, quando i padroni di casa sono fuori. È accaduto nei giorni scorsi in due abitazioni: in via Palladio a Creazzo sono spariti contanti e uno smartphone, in via Segan ad Arzignano sono stati rubati gioielli in oro per un valore di duemila euro. Un altro colpo è stato messo a segno giovedì in un’abitazione di via San Marco a Cornedo Vicentino. Stando alla denuncia presentata in caserma dal proprietario i ladri, dopo essere riusciti a forzare uno dei serramenti, gli hanno rubato diversi gioielli per un valore complessivo di diecimila euro circa. Su tutti questi furti in casa stanno indagando i carabinieri della compagnia di Valdagno. (b.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRODOTTO A MONTICELLO
«Rischio Salmonella» ritirato un salame MONTICELLO Richiamato dal
mercato perché pericoloso per presenza di Salmonella. È la motivazione con cui un salame è stato ritirato dagli scaffali dei supermercati un lotto di salame nostrano dolce e con aglio a marchio Mariga Giuseppe & C. sas, prodotto in via dell’Industria a Monticello Conte Otto. L’avviso di richiamo è stato pubblicato ieri dal ministero della Salute. Il prodotto interessato è il lotto 170/2020, distribuito in singole unità da 700 grammi. Secondo quanto riferito dal ministero nel sito, il richiamo è stato reso necessario per «rischio microbiologico», quindi positività alla Salmonella. A scopo precauzionale il ministero raccomanda ai clienti di non consumare il salame del lotto segnalato e consegnarlo al rivenditore oppure farlo avere al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione dell’Usl locale. (b.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato 27 Giugno 2020 Corriere del Veneto
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Primo piano L’emergenza sanitaria
LA NUOVA ORDINANZA
Resiste l’obbligo di mascherina, mezzi sanificati alla fine di ogni corsa. Aperti anche ippodromi e saune
Autobus e treni a capienza piena Via libera a calcetto, sagre e cortei Mascherine su bus e treni I controllori faranno le multe Sarà consentita l’occupazione di bus, treni e vaporetti al 100% dei posti omologati, dunque inclusi quelli in piedi. Questo in deroga alla regola del distanziamento interpersonale di 1 metro ma fermo restando l’obbligo di utilizzare la mascherina. Le multe, per chi non rispetterà l’obbligo, potranno essere elevate dai controllori
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Finestrini aperti per l’aria e niente borse e zaini sui sedili Tra gli altri obblighi, igienizzarsi le mani, utilizzare entrate e uscite differenziate, non occupare i posti a sedere con borse, pacchi o ingombri vari, sanificare i mezzi «almeno ad ogni fine corsa andata/ritorno». Se non piove, i finestrini vanno tenuti aperti, così da favorire il ricircolo dell’aria
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Stesse prescrizioni anche per taxi, Ncc, pullman da turismo Le stesse regole previste per bus, treni e vaporetti dovranno essere applicati anche a taxi, noleggio con conducente, autobus a fini turistici, inclusi i servizi atipici e il noleggio con/senza conducente. Nel caso il viaggio sconfini in altre Regioni, varranno le regole previste dal Veneto
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De Berti L’offerta di treni e bus è al 95% di quella pre lockdown mentre la domanda è ferma al 25%. Difficile far stare in piedi i bilanci così
Negozi e parrucchieri riaprono negli ospedali Possono riaprire gli esercizi all’interno degli ospedali, a condizione che ci sia la misurazione della temperatura e sia obbligatorio per il cliente l’uso della mascherina. Quest’ultimo dovrà essere dotato di un sistema di identificativo che lo differenzi dai pazienti bisognosi di cure
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Il presidente Luca Zaia ha firmato ieri una nuova ordinanza (già pubblicata sul Bollettino della Regione e in vigore da oggi al 10 luglio) che allenta le misure restrittive anti-covid su bus, treni, vaporetti, taxi, ncc e pullman gran turismo, autorizza lo sport «di contatto» e di squadra (dal calcio al calcetto, dal basket al rugby), le processioni religiose e i cortei, riapre gli ippodromi e i negozi all’interno degli ospedali, consente a bar, circoli e club di tornare a comprare i giornali da mettere a disposizioni dei clienti e degli iscritti. È la ventiseiesima ordinanza firmata da Zaia da quando è iniziata l’emergenza coronavirus. «Una delle più toste» chiosa il governatore, che smentisce di aver accelerato sul trasporto pubblico, cancellando l’annunciata conferenza stampa dedicata alla cultura al fianco dell’assessore Cristiano Corazzari, perché «bruciato sul tempo» dal collega emiliano Stefano Bonaccini: «Noi non copiamo nessuno e non c’è alcuna gara. Fermo restando che su molti settori siamo intervenuti in anticipo su tutti gli altri, la nostra ordinanza è diversa da quella dell’Emilia Romagna. Allarga le maglie molto di più». Il provvedimento, infatti, consente l’occupazione di bus, treni e vaporetti al 100%, calcolato non sui soli posti a sedere, ma sul totale dei posti omolo-
VENEZIA
Le nuove regole
La sfida di Michela Nicolussi Moro
Più copie di giornale all’interno di bar e circoli Negli esercizi commerciali, di ristorazione e di servizi nonché nei circoli ricreativi è consentita la messa a disposizione di quotidiani a favore dell’utenza per l’uso comune possibilmente in più copie. Resta invece vietato il gioco delle carte, ritenuto pericoloso per la trasmissione del virus
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Calcio, calcetto, basket e rugby Si può ricominciare con cautela L’accesso alla sede dell’attività sportiva potrà avvenire solo in assenza di segni e sintomi per un periodo precedente l’attività pari almeno a 3 giorni. All’accesso dovrà essere rilevata la temperatura corporea: in caso di temperatura > 37.5 °C non sarà consentito l’accesso. È richiesto il registro delle presenze per 14 giorni
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Saune a 90°e ippodromi ok Mascherina alla processione E’ consentita l’apertura delle saune purché tra gli 80° ed i 90°. Possono riaprire gli ippodromi con le regole già previste per spettacoli aperti al pubblico, ristorazione e sale scommesse. E’ ammesso lo svolgimento delle processioni religiose e dei cortei rievocativi e tradizionali, con obbligo per i partecipanti e gli spettatori di rispettare il distanziamento o di usare le mascherine
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VENEZIA Non cade nel vuoto l’appello lanciato al mondo scientifico dal governatore Luca Zaia, che accanto a previsioni e proclami chiede indicazioni «pratiche», da poter trasformare subito in scelte operative. «Capisco molto bene il presidente e il suo sfogo, io in mezzo agli scienziati ci vivo dalla mattina alla sera e quando devo prendere delle decisioni mi trovo attorniato dai consigli di chi non ha la stessa incombenza ma esprime comunque valutazioni dettate dalla cultura e spesso opposte tra loro». A parlare è il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Padova, chirurgo e già direttore di Dipartimento. «Zaia ha ragione, ma nessuno ha la verità in tasca e con il Covid-19 ci siamo trovati davanti a una situazione totalmente nuova, scaraventati a bordo di una macchina costruita in corsa e ancora da finire lanciata a 300 all’ora — prosegue Merigliano —. Ognuno ha le proprie
gati, inclusi quelli in piedi, che specie sui mezzi che si muovono in città sono molto più numerosi. Questo in deroga alla regola del distanziamento interpersonale di 1 metro ma fermo restando l’obbligo di utilizzare la mascherina («Sempre,
Sì giornali, no carte Bar e circoli potranno mettere a disposizione i giornali, resta il divieto di giocare a carte
da quando si sale a quando di scende» chiosa Zaia), di igienizzarsi le mani, di utilizzare entrate e uscite differenziate, di non occupare i posti a sedere con borse, pacchi o ingombri vari, di sanificare i mezzi «almeno ad ogni fine corsa andata/ritor-
GliscienziatirispondonoaZaia: «Abbiamobisognoditempo» NaturepubblicalostudiosuVo’ evidenze, ma la scienza per produrre dati certi ha bisogno del suo tempo. Faccio un esempio: quanti studi sperimentali di farmaci sono in corso al mondo per contrastare questo coronavirus? Non si contano. Eppure l’unico farmaco approvato ufficialmente per la cura del Covid-19 dall’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali, ndr) è uno solo, il Remdesivir. E ciò avviene a quattro mesi dal suo primo utilizzo, perché c’è voluto tempo per avviare analisi serie e continuative». Del meccanismo descritto sono vittime gli scienziati stessi e le Università. Per esempio la Scuola di Medicina di Padova deve riaprire ma seguendo le linee guida formulate dal Comitato tecnico scientifico il 18 maggio, quando la situazione era molto diversa dall’attuale. «Risultato: possiamo andare in treno o in pullman senza distanza sociale, ma nelle enormi aule a nostra disposizione siamo costretti a imporre due metri di
❞ Merigliano Capisco bene il governatore in mezzo agli scienziati ci vivo, ma siamo di fronte a una malattia sconosciuta
distanza tra uno studente e l’altro — rivela il presidente —. E intanto si parla di riaprire le discoteche, sempre in base a linee guida concordate con gli scienziati. Forse si sta chiedendo troppo alla scienza, dalla quale si pretendono soluzioni che garantiscano anche la non punibilità penale o il mancato danno erariale. Nessuno pensa che dobbiamo affrontare una patologia della quale fino a quattro mesi fa non si sapeva nulla. Allora le soluzioni concrete che chiedono gli amministratori della cosa pubblica arriveranno se si lasciano i tempi necessari alla ricerca per giungere a risultati e dati convalidati. Insomma — sottolinea Merigliano — lasciateci lavorare e vi daremo le certezze richieste». Il problema è che nel frattempo le decisioni, per il bene della collettività, vanno comunque prese, e pur senza certezze definitive gli scienziati parlano. «Sì, ma si basano ancora su dati preliminari,
che possono cambiare da un momento all’altro — chiude Merigliano — del resto la scienza si nutre del dubbio, è la molla che la fa progredire». Una certezza è però arrivata in queste ore all’Università di Padova, con la lettera di Nature, la più prestigiosa rivista scientifica al mondo, che annuncia la futura pubblicazione dello studio sulla popolazione di Vo’ Euganeo condotto dall’équipe del professor Andrea Crisanti, supportata dalla Scuola di Medicina e da un finanziamento regionale di 150mila euro. Ottenute le integrazioni richieste dai «valutatori» indipendenti che l’hanno esaminata, la ricerca, che era stata mandata a Nature lo scorso 8 aprile, un dato sicuro l’ha formulato: anche i soggetti asintomatici trasmettono il coronavirus Covid-19. Ed proprio è uno dei temi che ha spaccato la comunità scientifica. Lo studio padovano sarà pubblicato il prossimo mese. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Sabato 27 Giugno 2020
LA SCUOLA no». Se non piove, i finestrini vanno tenuti aperti, così da favorire il ricircolo dell’aria. Sono previste le solite multe per la violazione delle norme Covid, a vigilare saranno i controllori. «La programmazione di bus e vaporetti tocca agli enti locali di governo - spiega l’assessore alla Mobilità Elisa De Berti - per quel che riguarda il trasporto ferroviario, di nostra competenza, con alcune eccezioni sulle linee Venezia-Trieste, Bologna-Brennero e Calalzo-Ponte nelle Alpi, il 95% delle corse è stato ripristinato. Purtroppo Trenitalia, come le altre aziende di trasporto, è in difficoltà per il drastico calo dell’utenza, che tra la fine della scuola, la mancata ripresa dell’università
e lo smart working si è ridotta al 25% di quella pre-lockdown. Ne consegue che molti operatori stanno facendo i conti, perché se non c’è la domanda, riattivare il servizio rimettendo in moto i mezzi e richiamando il personale dalla cassa integrazione potrebbe incrinare ancor di più i bilanci già in crisi - conclude De Berti -. Lo Stato ha messo sul piatto un finanziamento complessivo di 500 milioni. Al Veneto arriverà il 10%, dunque 50 milioni. Di questi, la metà verrà utilizzata per rimborsare gli abbonamenti che non si sono potuti utilizzare a marzo e aprile, con uno sconto di pari importo sull’abbonamento annuale, quando lo si andrà a rinnovare». Dice Zaia che «siamo ormai in piena convivenza con il virus» ed è per questo che oltre ai mezzi pubblici ieri è arrivato il via libera pure a taxi, Ncc, pullman turistici (con le stesse regole; se il pullman viene utilizzato per un viaggio fuori regione, Zaia assicura che «vale l’ordinanza veneta»), agli sport di contatto e di squadra («Qui ci rimettiamo al buon senso delle persone: non presentatevi al campo se avete febbre, tosse o altri sintomi»; e in ogni caso va tenuto per 14 giorni il registro delle presenze), alle attività economiche negli ospedali (edicole, parrucchieri, articoli sanitari), alle saune (purché sia mantenuta una temperatura tra 80 e 90°), alla «messa a disposizione di quotidiani in esercizi commerciali e circoli ricreativi» (ma il gioco delle carte resta vietato), alle processioni religiose e manifestazioni con spostamento (come i cortei storici, sempre con mascherina e distanziamento di un metro), agli ippodromi e alla formazione «in presenza» dei lavoratori dipendenti. Marco Bonet
di Matteo Riberto
Due i punti fermi: la scuola inizierà il 14 settembre e la distanza tra gli alunni dovrà essere di un metro. Non un metro tra banco e banco, ma tra le bocche degli studenti. Particolare non da poco, perché in questo modo si recupererà spazio con un maggior numero di alunni che potrà stare contemporaneamente nella stessa aula; cosa che alleggerirà (solo in parte) la disperata caccia di spazi da parte di presidi ed enti locali. Ma sulle modalità della didattica aleggia ancora incertezza. Il ministero dell’Istruzione ha infatti demandato le decisioni alle singole Regioni e in Veneto si ipotizzano soluzioni diversificate tarate sulle esigenze delle singole scuole, che in alcuni casi sperimenteranno metodologie innovative. Per esempio una parte della classe che segue una materia e l’altra impegnata in una diversa. Non solo, le scuole dotate di meno spazi dovrebbero poter usufruire anche di spazi esterni all’istituto, come VENEZIA
Ma resta irrisolto il nodo degli istituti paritari
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Donazzan Il piano presentato all’inizio era irricevibile, le Regioni lo hanno riscritto. Positive le novità che sono state introdotte
Intesasullelineeguidadaseguiredal14settembre «Mamancheranno900docentie1200operatoriAta» Dopo un iter lungo e travagliato, segnato dalle proteste dei docenti, degli studenti, delle famiglie e dalle tensioni all’interno della stessa maggioranza Pd-M5s, ieri le Regioni e il governo hanno trovato l’intesa per la ripresa della scuola, il 14 settembre (solo la Campania ha espresso perplessità, per via dell’accavallarsi con la scadenza elettorale). Il Veneto ha dato il suo via libera, perché sono state accolte alcune delle istanze avanzate da Palazzo Balbi (su tutte, la rinuncia alla mascherina per gli studenti e la riduzione dello spazio tra i banchi) anche se restano aperte questioni di non poco conto, come la carenza di docenti e personale Ata e i fondi per le paritarie, realtà importantissima sul nostro territorio (un primo segnale è atteso nella conversione del decreto Rilancio). «L’attenzione resta massima e il confronto con il ministro Azzolina proseguirà anche nelle prossime settimane - commenta l’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin - ma nel complesso VENEZIA
sono soddisfatta perché è passata la nostra linea: niente mascherine in classe per bambini e ragazzi, che a nostro avviso sarebbe un messaggio sbagliato, a meno che a due settimane dalla ripresa delle lezioni il Comitato tecnico scientifico nazionale non ci dica che, alla luce dell’andamento dei contagi, si rende nuovamente indispensabile indossare i dispositivi di protezione. Positivo anche il fatto che il metro di distanza sia da bambino a bambino (e non da banco a banco, ndr.), il che dovrebbe semplificare l’allestimento delle classi. Abbiamo quindi chiesto flessibilità per quel che riguarda la fascia 0-6 anni, ossia nidi e materne, e di avere certezza in tempi brevi delle risorse a nostra disposizione per organizzare il nuovo anno scolastico». Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, rassicura su Twitter: «Ci sarà 1 miliardo di euro in più per rendere le scuole più sicure, igienizzate ma anche innovative e tecnologicamente avanzate. Perché istruzione e formazione sono fonda-
Studenti a un metro di distanza Palumbo: «Caccia agli spazi, si pensa a teatri e biblioteche» teatri e biblioteche. Ieri, infatti, si è svolta la Conferenza unificata Stato-Regioni che ha riformulato le linee guida ministeriali per il riavvio della scuola a settembre, stabilendo appunto la distanza di un metro tra alunni. Sulle modalità di riavvio della didattica, però, le indicazioni sono estremamente generali. «C’è una cornice a livello nazionale — spiega Carmela Palumbo, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale — ma il quadro dovremo disegnarlo a livello di ogni singola regione». Il ministero ha proposto un ventaglio di possibilità (didattica a turnazione con metà scuola in presenza la mattina e metà il pomeriggio o ingressi scaglionati con orario delle lezioni ridotto, solo per citarne due), lasciando alle Regioni l’onere di risolvere la matassa. Ma come si ripartirà in Veneto? «Contiamo di farlo sapere alle famiglie entro la prossima settimana», dice Palumbo. Il primo nodo riguarda gli spazi: il distanziamento
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In classe banchi più vicini e niente mascherine Passa la linea del Veneto
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La strategia
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❞ Palumbo Bisogna aumentare il numero dei bidelli, visto il costante lavoro di pulizia necessario. I docenti? Vedremo
di un metro aiuta ma non risolve la questione delle aule. «Abbiamo già acquisito l’anagrafe dell’edilizia scolastica della Regione — aggiunge Palumbo — stiamo analizzando la metratura e l’assetto del nostro patrimonio di aule, che sono quasi 30 mila, per stabilire la capienza delle classi. Vogliamo anche fornire ai dirigenti scolastici dei layout, degli esempi di costituzione delle classi». La questione degli spazi è infatti prioritaria e strettamente legata alle metodologie scolastiche con cui si ripartirà. «Stiamo lavorando sulle metodologie didattiche più confacenti alla necessità di tenere tutti a scuola ma, in alcuni casi, non tutti in aula contemporaneamente», sintetizza Palumbo, che prevede la possibilità di metodologie didattiche diverse tra scuole a seconda delle esigenze degli istituti. Se un plesso ha ampi spazi è più facile che prosegua con la didattica «tradizionale», se un altro ne ha pochi
si prevederanno didattiche innovative. «Anche le scuole più grandi potrebbero sperimentare modalità innovative — precisa Palumbo —. Tra le ipotesi c’è quella di svolgere la didattica in piccoli gruppi, sfruttando anche gli spazi più esigui delle scuole: una parte di classe potrebbe seguire una lezione e una parte un’altra, rimanendo tutti nello stesso edificio ma non contemporaneamente nella stessa aula. Se poi non ci fossero proprio spazi, si potrebbero sfruttare biblioteche o teatri». Richiederebbe un potenziamento dell’organico? «Serve un potenziamento generalizzato dei collaboratori scolastici, visto il lavoro di pulizia e igienizzazione necessario — conclude Palumbo —, Il potenziamento dei docenti invece sarà valutato rispetto alle singole esigenze: potrà servire se i problemi di spazio sono insormontabili e ci sarà la necessità di sdoppiare le classi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
I punti ● Le linee guida non prevedono l’uso delle mascherine in classe. Ma stabiliscono che l’obbligo possa essere introdotto se, a due settimane dalla ripresa delle lezioni (e dunque a fine agosto) il comitato tecnico scientifico dirà che è indispensabile per contenere i contagi ● La distanza di un metro non è più calcolata da banco a banco ma da testa a testa. Questo consentirà di disporre di più spazio in classe ed eviterà a molte scuole di dover ricorrere a costosi cantieri edilizi ● Sono previsti test e screening a sorpresa per studenti e professori. Resta fermo il divieto assoluto di presentarsi a scuola nel caso in cui vi siano i sintomi del virus (febbre, tosse) ● Le scuole dovranno, in autonomia, modulare le lezioni nel corso della giornata (orari di entrata e uscita) e nell’arco della settimana (sabato) così da limitare gli assembramenti
mentali nelle politiche del governo». E si complimenta con la collega Azzolina (di cui le forze di opposizione chiedono da tempo le dimissioni): «Grande lavoro». Nelle 54 pagine del provvedimento si parla di screening e test a campione per i professori e gli studenti, di software per le simulazioni degli allestimenti delle classi, di turni e orari scaglionati, delle lezioni a distanza come soluzione da adottare solo nei casi in cui qualsiasi altra ipotesi sia inapplicabile, di «medici di riferimento» della scuola, di una «diversa modulazione settimanale», ossia della possibilità (non l’obbligo) di fissare le lezioni anche al sabato. «Dopo tre giorni di serrato confronto, al quale peraltro il ministro Azzolina si è sottratta arrivando al tavolo solo giovedì sera su istanza del ministro degli Affari regionali Boccia, il piano è stato completamente riscritto dalle Regioni commenta l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan quello presentato dal governo era irricevibile. Il documento approvato rappresenta un buon risultato relativamente al tema delle distanze, all’uso della mascherina e alla gestione degli spazi. Ma resta forte la preoccupazione per la carenza di organico: a settembre mancheranno 900 docenti e 1.200 operatori Ata. Posti che non potremo certo coprire con i concorsi decisi da questa maggioranza, che chissà quando saranno conclusi, e che potrebbero invece essere velocemente coperti immettendo in ruolo i duemila docenti precari da anni presenti nelle nostre graduatorie. A questo punto la nostra preoccupazione è che gli errori di programmazione e il farraginoso meccanismo nazionale messo in piedi dal ministero per l’assegnazione dei docenti facciano arrivare i docenti definitivi in classe non prima di novembre» conclude Donazzan. Ma Azzolina pare tranquilla: «Con i fondi a disposizione possiamo assumere fino a 50 mila persone, tra personale docente e non docente con contratto determinato». Il ministero continuerà a verificare con il Viminale e gli enti locali per verificare se sia possibile usare locali diversi dalle scuole per le elezioni del 20 settembre («Personalmente più gli studenti sono a scuola più sono contenta») mentre le Regioni insistono sull’attivazione di un tavolo di confronto per la gestione del trasporto scolastico. Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato 27 Giugno 2020 Corriere del Veneto
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Venezia&Mestre
NUMERI UTILI CentroStorico MalmoccoAlberoni Pellestrina
venezia@corriereveneto.it
«Terza opportunità per fare la cosa giusta», «cinguetta» il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino, che affida a Twitter i suoi strali contro Fabrizio Giri e Maria Rosaria Campitelli, accusati di «giochini di palazzo dal fiato cortissimo». Ieri la seduta del comitato di gestione, convocata dopo il voto contrario del 18 giugno dei due rappresentanti di Città metropolitana e Regione Veneto sul bilancio 2019, è stata invalidata per mancanza del quorum: Giri e Campitelli si erano già dichiarati «indisponibili» a presenziare, contestando che sia l’or-
0412385648 0412385668 0412385653
Burano MuraroS.Erasmo CavallinoTreporti Ca’Savio
0412385659 0412385661 0412385678
MestreeMarghera FavaroVeneto MarconQuarto d’Altino
0412385631 0412385639 0412385642
FARMACIE Sabbadin Morelli Pellestrina
0415269048 0415224196 3355396721
S.Albano SanNicolò Piva Ai2Delfinid'oro
041730048 0415269048 0415417766 0415348930
VENEZIA
La Via del Mare Il sì del Cipe
Destini incrociati Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli dovrà decidere se commissariare il presidente del Porto Pino Musolino
Porto,ultimoappellodiMusolino mai«ribelli»prontianonvotare
Piano vecchio e investitori i dubbi del Pd sul progetto
Il presidente fissa il comitato per il 30, termine per il bilancio: fate la cosa giusta dine del giorno che la documentazione allegata fossero uguali a quelli della seduta in cui avevano votato no. E Musolino, dopo aver atteso i canonici venti minuti da regolamento, ha dovuto prendere atto che non si erano presentati e ha dichiarato non valida la seduta, subito dopo rilanciando con un’ultima chance per il 30 giugno alle ore 10. Una data non casuale, come riportato nella convocazione. «Tenuto conto che, come indicato nella circolare Mit dell’1 aprile 2020, il termine per l’adozione del rendiconto relativo all’esercizio 2019 è stato differito al 30 giugno 2020», è scritto. Una settimana fa Musolino aveva spiegato che quel termine non è perentorio, però evidentemente preferisce portare a casa il risultato nei tempi indicati. Anche perché una cosa pare ormai certa e cioè che Giri e Campitelli non intendono fare passi indietro: il 30, dunque, o non si presenteranno o voteranno ancora contro. Incerto è ciò che succederà a quel punto. La prassi vorrebbe che, senza bilancio
La vicenda ● Lo scorso 18 giugno i due esponenti degli enti locali nel comitato di gestione dell’Autorità portuale hanno votato «no» al bilancio 2019 ● Il presidente Pino Musolino aveva convocato il comitato di nuovo ieri, ma non c’è stato il quorum. La prossima seduta sarà il 30 giugno
approvato, scatti il commissariamento dell’ente. Musolino si fa forte di una dichiarazione del sottosegretario alle Infrastrutture Salvatore Margiotta, che ha escluso questa ipotesi, e ieri in un’intervista ha detto che quell’obiettivo era l’«unico vero goal» – sottintendendo che qualcuno volesse «farlo fuori» – e «mi pare che sia stato evitato». Ma il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli per ora è rimasta zitta, salvo comunicare giovedì sera di aver avviato una verifica sulla vicenda da parte della Direzione generale di vigilanza sui porti, che dovrà valutare i motivi addotti dai due membri del comitato di gestione. Giri e Campitelli hanno spiegato fin dal primo giorno che il loro «no» al bilancio riguarda il riequilibrio del piano economico finanziario del terminal di Fusina, a loro dire un «regalo» a Mantovani, l’ex impresa del Mose e socio di maggioranza di Ro.Port.Mos., gestore dello scalo traghetti. Musolino difende strenuamente quell’accordo, che ha
A sbalzo sulla laguna
I 170 metri più critici finita la pista ciclabile VENEZIA Sono 170 metri, ma sono i più critici di tutto il ponte della Libertà, adesso si potranno fare in bicicletta. Inaugurato ieri mattina dagli assessori Francesca Zaccariotto e Renato Boraso l’ultimo tratto della passerella ciclabile a sbalzo verso piazzale Roma, parte del progetto da 1,5 milioni finanziati dal fondo Pon Metro per il collegamento con San Giuliano e via Torino. (gi. co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
attribuito ai privati un contributo di 9 milioni di euro e 10 anni in più di concessione, ma anche riequilibrato i rischi in caso di mancati traffici, ottenendo l’avvallo di Dipe, Avvocatura dello Stato e quattro consulenti. I due «ribelli» però contestano che tutti questi pareri siano arrivati dopo il 27 luglio 2018, quando venne firmato l’accordo preliminare con Ro.Port.Mos., che portò all’erogazione di due milioni, senza informare il comitato, riunitosi al mattino: Musolino aveva infatti parlato della trattativa, ma dal verbale non emerge una parola sulla firma del pomeriggio. Giri e Campitelli avevano chiesto di valutare la rescissione, sostenendo che non ci fosse un rischio di contenzioso, perché anche il concessionario era inadempiente, non avendo completato l’opera e non avendo pagato i canoni per anni, ricordando che tra fine 2016 e il 2017 la stessa Autorità avesse più volte messo in dubbio che il riequilibrio fosse dovuto. Alberto Zorzi © RIPRODUZIONE RISERVATA
La giunta stanzia 200 mila euro
Canestri, campi, reti Ca’ Farsetti rifà il look agli impianti sportivi della terraferma Addio canestri rotti e arrugginiti, tabelloni frantumati, cancelli e recinzioni ammalorate e pavimentazioni danneggiate nei 25 campi sportivi e da gioco pubblici nei parchi della terraferma. La giunta su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto ha stanziato 200 mila euro per sistemare tutte le piastre polivalenti della terraferma, rovinate dalle intemperie e dall’uso. La gara per affidare i lavori partirà a breve, si lavorerà in estate ed entro ottobre saranno consegnati. Insomma in tempo per chi ha in mente di trascorrere
MESTRE
un autunno di sport e gioco all’aria aperta prima dell’arrivo del freddo dell’inverno. Si interverrà sulle sei pavimentazioni dei campi di Favaro Veneto, su otto campi a Mestre, tre nell’area di Chirignago- Zelarino e altri otto a Marghera. Per prima cosa saranno pulite le superfici, poi si procederà a stuccare lì dove serve, sistemando le pavimentazioni sintetiche o in calcestruzzo rovinate. Saranno utilizzate resine acriliche per uniformare le superfici che lo necessitano, mentre i manti sintetici ammalorati saranno sostituiti. L’interven-
I lavori Sono 25 le aree: da Favaro a Marghera. Investiti 3,5 milioni per l’edilizia sportiva
to prevede poi la realizzazione delle segnature delle strisce per campi da basket o pallavolo, ma anche il restauro dei canestri tra verniciatura dei tralicci e sostituzione di quelli più danneggiati. Si interverrà anche sugli elementi di contorno come le tavole in legno battipiede o ma anche sui cancelli di accesso dei campi e sulle piastre provviste di recinzione. La competenza per le manutenzioni prima era in capo al Verde pubblico anche attraverso le Municipalità, l’assessore Zaccariotto ha voluto il passaggio della competenza al settore Lavori pubbli-
Al parco Il cantiere per la realizzazione della copertura del campo di pattinaggio al parco Albanese
ci per permettere un intervento di manutenzione diffuso. «Come amministrazione abbiamo già investito 3,5 milioni nell’edilizia sportiva, ora interveniamo sulle strutture dei parchi — interviene Zaccariotto — offriamo un pacchetto a trecentosessanta gradi per permettere a tutti di fare sport, alle strutture utilizzate dalle associazioni e ora a quelle liberamente fruibili da tutti». Tra gli interventi più importanti già finanziati con i 3,5 milioni di euro c’è la sistemazione della pista di atletica di San Giuliano, la copertura della pista di pattinaggio del parco Albanese (dove i lavori sono in corso in questi giorni), la copertura della piastra del Montessori. Ora con questo nuovo intervento tocca ai campi da gioco all’aperto rifarsi il make up. E. Lor. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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elle intenzioni sarà la strada che risolverà il problema delle code per arrivare a Jesolo. Ma le perplessità non mancano, in particolare rispetto alle modalità di realizzazione. La «Via del Mare», il collegamento tra il casello di Meolo e le spiagge ha ricevuto giovedì l’ok del Cipe) che ha approvato lo schema di convenzione relativo al project financing. Ma il piano non convince tutti, a partire dal senatore dem Andrea Ferrazzi che chiede di rivalutare le forme di finanziamento. L’opera ha una storia lunga: il progetto risale a 13 anni fa ma a causa di vicissitudini burocratiche e lo stop dovuto alle inchieste legate al Mose, tutto si è bloccato per anni, fino a giovedì. Ora si è quindi pronti a ripartire facendo la gara per individuare l’aggiudicatario del project che realizzerà e gestirà l’opera. «L’ok del Cipe era di fatto dovuto – spiega il Ferrazzi – il progetto non è nazionale ma regionale e si fonda quindi sulle leggi regionali». I dubbi, oltre sulla necessità di prevedere collegamenti che defluiscano il traffico una volta usciti dalla Via del Mare («Stiamo già studiando il miglioramento della viabilità di uscita» ha assicurato il governatore Zaia) riguardano le modalità di realizzazione dell’opera. «Sta alla Regione dimostrare la sostenibilità di un progetto datato 13 anni — sottolineano la vice capogruppo del Pd Francesca Zottis, il consigliere Bruno Pigozzo e il senatore dem — non sia una nuova Pedemontana». Proprio la vetustà del project solleva le perplessità maggiori. «Non è detto che le ditte allora proponenti siano ancora disponibili e per lo stesso prezzo, anzi pare di no — precisa Ferrazzi — va poi valutato se il project è la formula più conveniente: ho dato disponibilità alla presidente della conferenza dei sindaci per fare un tavolo con anche il governo e valutare le diverse ipotesi tra cui un finanziamento diretto (della Regione) o ragionare con Anas e chiedere un finanziamento». M. Ri.
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BELLUNO
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Le Pro loco bellunesi alle prese con il post Covid
Poche sagre: sarà l’estate dei piccoli eventi Il presidente provinciale Unpli Davide Praloran: «Ognuno può organizzarsi, ma sono troppe le norme da rispettare» Federico Brancaleone BELLUNO
C’è chi resiste e chi si ferma. Nulla vieta alle Pro loco bellunesi di proporre il proprio calendario di eventi, ma certo è che l’attenzione alle norme igieniche e sanitarie legate all’emergenza Coronavirus deve essere messa in primo piano. Eventi ridotti nel numero di spettatori, enograstronomia sì ma con le dovute attenzioni: i paletti sono tanti e tra i volontari, per quanto animati da buon cuore, c’è chi non se la sente.
Fa un po’ di chiarezza sulla situazione attuale il presidente provinciale Unpli, Davide Praloran: «A seguito dei vari meeting online delle ultime settimane con l’assessore regionale al turismo Federico Caner, in cui si sono raccolte le necessità e le esigenze della Pro loco, confido che nelle prossime settimane riusciremo ad avere delle linee guida precise su come proseguire le attività, siano esse fiere, mercatini, eventi, sagre o tornei sportivi», spiega. «Questi incontri sono nati proprio con l’obiettivo concreto di costruire insieme un ma-
nuale semplice, con istruzioni precise e trasparenti, che non possano dare adito ad interpretazioni. Per il momento, in questo tempo di attesa, ogni Pro loco è libera di decidere come muoversi; a livello provinciale possiamo solo dare una guida e sensibilizzare al rispetto delle normative. Ad oggi abbiamo chiarito quali sono i criteri da rispettare per le manifestazioni di luglio, agosto e inizio settembre. Per quelle autunnali dobbiamo pazientare un attimo per poi valutare il da farsi a inizio agosto, quando sarà indetta una nuova riunione». Alcune Pro loco si stanno già muovendo per piccole iniziative: non il grande evento ma piuttosto serate di cinema o teatro. Eventi pubblici, all’aperto e con spettatori seduti. «Ricordiamo, infatti, che nel rispetto delle prescrizioni non è ammesso il ballo alle feste ma sono consentiti solo intrattenimenti musicali con pubblico seduto», continua Praloran, «e in spazi dove è possibile garantire il distanziamento di un metro. È ancora in fase di valutazione il limite massimo di persone presenti per evento all’aperto – si parla di mille persone circa – in ogni caso questa è la linea indicativa da seguire, mentre per spazi chiusi il numero massimo è di duecento persone». «Sono consentiti anche eventi enogastronomici, pur con le dovute limitazioni nel numero di persone, distanziamento e rispetto delle norme igienico-sanitarie», aggiunge, «dunque le Pro loco sono li-
La sagra di Melere quest’anno non si svolgerà
Feltrino
Festa del fagiolo: la decisione entro il 10 luglio Il Consorzio lamonese prende ancora un po’ di tempo La Sagra della zucca di Caorera va verso l’annullamento «Così non ci sono le condizioni» LAMON
C’è ancora grande incertezza sullo svolgimento della Festa del fagiolo. Dopo la videoconferenza dell’assessore regionale al turismo Caner con le Pro loco bellunesi e trevigiane per fare il punto della situazione sulle linee guida per l’organizzazione delle sagre, il sodalizio di Lamon prende ancora un po’ di tempo per concordare una decisione insieme al Comune e al consorzio di tutela del fagiolo Igp in merito al tradizionale appuntamento di settembre “A tavola nel feltrino”. «Avremo un incontro entro il 10 luglio e lì prenderemo
una decisione», dice il presidente della Pro loco Ruben Faoro. «Sicuramente non sarà l’evento dell’anno scorso, perché siamo in ritardo di programmazione, sponsor non ce ne sono e con il limite a mille persone per gli eventi l’area della fiera dovrebbe comunque essere più piccola. Non possiamo permetterci di allestire un’area espositiva grande. Se ci sarà la volontà di fare qualcosa, dovremo discuterne con il Comune e il consorzio di tutela». «Fisseremo questo incontro e vedremo cosa fare», spiega Ruben Faoro. «Bisogna vedere se vale la pena proporre una festa con lo stesso nome: anche se facciamo una manifestazione più piccola rispetto agli altri anni, il nome è comunque di richiamo e il rischio è di farsi trovare impreparati di fronte a un grande afflusso di persone, che con il li-
sospirolo
«Troppa responsabilità» Al Pra’ de la Melia non ci sarà la campestre SOSPIROLO
La festa campestre si prende una pausa. Lo ha deciso il direttivo della Pro loco Monti del Sole che, nonostante gli spazi a disposizione a Pra’ de la Melia, non se la sente comunque di proporre la tradizionale manifestazione di fine luglio-inizio agosto che coniuga gastronomia, ballo e attività ricreative da ormai
diversi anni. «Abbiamo riflettuto a lungo sul provare o meno a proporre la festa campestre, che molti attendono con trepidazione, ma alla fine abbiamo deciso di prenderci una pausa», commenta il presidente Enzo Caviola. «Crediamo, infatti, che come ente dobbiamo per prima cosa garantire la sicurezza di volontari ed ospiti e, pur nel rispetto del-
I fagioli di Lamon
mite non si possono far entrare». C’è da valutare la situazione anche con le associazioni che collaborano con la Pro loco per l’allestimento degli stand gastronomici: «Solitamente facevano migliaia di pasti al giorno, mentre sono titubanti di fronte a tutte le misure da adottare per la somministrazione degli alimenti». Dall’altopiano al Basso Feltrino, va verso l’annullamen-
to la sagra della zucca di Caorera di ottobre. «Con le direttive che ci sono, non ne me la sento di fare sagre. Vedremo le prossime disposizioni a luglio, ma così non ci sono le condizioni», afferma il presidente della Pro loco Walter Zanella. Prima c’è la festa della Madonna del Piave: «Proveremo a fare la parte religiosa per mantenere la tradizione». –
le normative, non ci siamo sentiti di assumerci questa grande responsabilità». «Riteniamo inoltre che l’obiettivo della festa sia proprio quello di creare aggregazione e momenti di relax e spensieratezza, cosa effettivamente non possibile con le corrette disposizioni ora in vigore», prosegue, «dovendo fra l’altro rinunciare al ballo che è uno degli elementi base della nostra festa». Non per questo l’attività del sodalizio sospirolese si ferma. I volontari, anzi, sono già attivi, sempre al Pra’ de la Melia, con un altro progetto che coinvolge i più giovani in collaborazione con Comune e parrocchia. L’iniziativa comprende anima-
zione e attività didattica e coinvolge i partecipanti che vengono suddivisi in piccoli gruppi, costantemente seguiti da figure responsabili, e sempre nel rispetto dei requisiti di sicurezza e igiene. Inoltre continua l’impegno della Pro loco sul fronte culturale con la promozione del nuovo bando del concorso letterario “Sospirolo tra leggende e misteri”, che terminerà a ottobre, per il quale si vorrebbero coinvolgere soprattutto i ragazzi. Si pensa inoltre di proporre, nel periodo estivo, alcune serate di tipo divulgativo, come presentazione di libri o racconti di viaggio, per offrire momenti di intrattenimento in sicurezza alla cittadinanza. —
RAFFAELE SCOTTINI
bere di garantire anche le sagre, se possono rispettare questi requisiti». Sicuramente non sarà un’estate facile: qualche sodalizio non ha gli spazi abbastanza ampi, alcuni volontari non se la sentono di assumersi tali responsabilità e c’è il timore anche di un pubblico non propenso a partecipare ad eventi aggregativi. Alcune Pro loco sono tuttavia operative: la Zumellese già il 27 giugno collabora a una serata di cena, musica e letture al Palazzo delle Contesse, promossa dalla locale associazione dei Borghi; Fonzaso il 5 luglio organizza il raduno d’auto e moto d’epoca. Prosegue fino al 28 giugno l’iniziativa del “Campanot” della Pieve Castionese, con la consegna a domicilio di piatti preparati dai ristoratori locali. Altre rinunciano invece al grande evento estivo (Trichiana con Melere e Sospirolo con la campestre, solo per citare due esempi) mentre la maggior parte si sposta sul fronte culturale o sportivo con l’organizzazione di piccoli eventi più facilmente gestibili. Infine, le incombenze burocratiche: «Ricordiamo gli obblighi per gli adempimenti assembleari: il consiglio provinciale dell’Unpli Belluno si terrà a inizio luglio, quelli delle singole Pro loco hanno scadenza entro metà luglio, per i Consorzi di Pro loco fine luglio mentre entro il mese di agosto si terrà l’assemblea provinciale», riepiloga il presidente. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
cesiomaggiore
Salta San Rocco a Pez «È saggio fermarsi ora» CESIOMAGGIORE
Si arrende anche San Rocco. Niente sagra paesana a Pez ad agosto, a dispetto di quanto avviene da oltre 40 anni. L’emergenza sanitaria e le rigide normative sulle manifestazioni di questo tipo hanno consigliato agli organizzatori un passo indietro, in linea con quanto deciso in gran parte della provincia, e non solo. Al massimo si terrà la messa domenica 16 agosto, sempre nel rispetto del distanziamento sociale. Appuntamento invece al 2021 con le diverse manifestazioni sportive, le serate gastronomiche e gli intrattenimenti musicali dedicati ad ogni età. «Avrete notato», segnala la parrocchia che si occupa della gestione della sagra assieme a un gran numero di volontari, «come nei mesi scorsi non sia stato montato il capannone e siano stati annullati alcuni importanti avvenimenti per la vita parrocchiale e paesana: la
celebrazione della Cresima, il raduno del battaglione Val Cismon e la festa dell’asilo di Cesiomaggiore. La difficoltà di ottemperare alle gravose e d’altro canto opportune norme per la sicurezza sanitaria, la considerazione relativa alla situazione economica difficile che non poche persone stanno affrontando e la responsabilità di non giocare con la salute delle persone hanno condotto a questa decisione, che è la più consona nella situazione in evoluzione e tutt’altro che sicura nella quale ci troviamo». Nel pensiero del parroco, don Claudio Centa, un plauso va ai volontari. «Negli anni scorsi hanno affrontato con grinta ed entusiasmo varie difficoltà pur di realizzare questo appuntamento, ma è saggezza riconoscere quando è il momento di fermarsi; la speranza e il proposito è di riprendere le attività con la determinazione di sempre». — DAPO
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REGIONE
SABATO 27 GIUGNO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Coronavirus: il fronte sanitario
Treni e bus tornano al 100% dei posti Si viaggia con la mascherina e il gel Zaia autorizza anche le processioni religiose e gli sport di contatto. Palù: in Veneto contagi molto bassi e tracciamenti sicuri
La santa alleanza tra il Veneto di Zaia e l’Emilia Romagna di Bonaccini infrange l’ultimo muro del lockdown antiCovid: sugli autobus, treni regionali, metrò di Padova e Mestre, pullman e vaporetti Actv a Venezia salta il droplet a scacchiera e si torna al 100 per cento della capienza omologata. Tutti a bordo, con la mascherina che copre bene naso e bocca durante il viaggio e prima di timbrare il biglietto ci si “sanifica” le mani con il gel. Pulizia assoluta. Poi ci si siede, senza allungare le gambe sui sedili vuoti altrimenti scatta la multa da 400 a mille euro. Non è stato facile tagliare il traguardo della liberalizzazione dei trasporti perché i governatori si sono divisi, con la Campania che ha puntato i piedi travolta dagli incubi del nuovo focolaio di Mondragone. Anche la Lombardia è molto prudente: le linee del metrò di Milano, mai bloccate, da fine maggio hanno ripreso a girare con il 40-50% dei passeggeri e i posti a scacchiera sono una garanzia che Fontana e Sala non intendono mettere in discussione. L’Emilia ha addirittura bruciato il Veneto sui tempi: Bonaccini ha emanato l’ordinanza giovedì,
L’Emilia Romagna anticipa di un giorno palazzo Balbi Titubanti altre Regioni Zaia ieri pomeriggio ma il presidente del Veneto è stato più coraggioso perché ha autorizzato anche i passeggeri in piedi. Cosa significa? La risposta l’ha data l’assessore Elisa De Berti: «I treni regionali Rock hanno 700 posti a sedere e 500 in piedi, quindi a settembre quando riapriranno le scuole, potremo contare su un servizio completo ed efficiente, non dimezzato. Trenitalia ha garantito il 95 per cento delle corse pre-Covid ma i vagoni girano vuoti: solo nel weekend del 2 giugno c’è stato l’assalto a Venezia e sono stati aggiunti 29 treni. Mancano i turisti che si spostano sull’asse Milano-Verona-Venezia», ha detto la De Berti. L’unico problema sugli interregionali riguarda i collegamenti fra Verona e Milano, perché in Lombardia vige la regola dei posti a scacchiera che in Veneto è stata abolita: a decidere sarà il capotreno ma fino a settembre tutto dovrebbe filare liscio. La lista delle liberalizzazioni è infinita: dai trasporti alle processioni, dal “palio dei mussi” delle sagre paesane al-
le sfide dei cavalieri delle città murate: Luca Zaia ha tolto ogni divieto per regalare un’estate di feste, nel rispetto delle tradizioni religiose e folcloristiche. La processione del Santo, il 13 giugno si è celebrata con la benedizione dall’elicottero nel tour virtuale che ha segnato una pagina di storia della devozione ai tempi della pandemia Covid. Ma non si ripeterà più. A Monte Berico, l’8 settembre a Vicenza, si rispetterà la tradizione: tutti a piedi.
Il virologo padovano «Possiamo contare su una app molto più efficiente di Immuni» Non è finita. L’unico cruccio del presidente è non aver autorizzato il gioco delle carte nelle osterie mentre i quotidiani tornano ad essere letti e sfogliati nei bar come rito collettivo di informazione e dibattito. Meglio se in duplice o triplice copia per ridurre ulteriormente il rischio del contagio da mano a mano. L’altra novità riguarda gli sport di contatto. Solo il calcio ha ripreso a porte chiuse: ora anche rugby, volley, basket e pallanuoto tornano all’agonismo, con le direttive nazionali del ministro Spadafora. Perché il Veneto ha anticipato il governo Conte? Lo strumento giuridico si trova nell’articolo 1, comma 16 deldecreto legge 33-2020 che consente alle regioni di adottare “misure ampliative” ricorda l’avvocato Botteon. Ma la risposta scientifica l’ha data Giorgio Palù, past president della Società Europea di Virologia: «In Veneto ci sono pochi casi, l’indice Rt è molto basso pari a 0,59 e la possibilità di tracciare i contatti è estesa, a livello di singolo condominio, con una app più efficiente di Immuni» sottolinea il prof emerito dell’ateneo di Padova. «Se si tiene conto di tali fattori le riaperture sono giustificate, perché in caso di focolai è possibile circoscriverli velocemente» con il tampone. Palù scherza sulla riapertura alle processioni decisa da Zaia. «Sono stati i veneziani, che hanno inventato la quarantena, a capire che le processioni portavano la peste, e le hanno sostituite con gli ex voto. Quindi in Veneto se ne intendono. Se hanno preso questa decisione sarà stata ponderata» conclude. Ma il vero “santo” che ha fatto il miracolo di tracciare il Covid si chiama Andrea Crisanti. Chissà se Zaia lo inviterà per brindare al tampone numero 1 milione e siglare la pax scientifica? — © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE NUOVE REGOLE TRASPORTO PUBBLICO si viaggia al 100% dei posti complessivi omologati, compresi i passeggeri in piedi. Obbligo di mascherina a bordo, distanza di un metro e gel sulle mani, il provvedimento vale per I treni regionali
TRASPORTO PUBBLICO NON DI LINEA Si viaggia al 100% posti omologati con la mascherina e obbligo di occupare un solo sedile
I tram di Padova e Venezia
Gli autobus urbani e i pullman extraurbani
Taxi
Autonoleggio
GLI SPORT DI CONTATTO RIPRENDONO Dopo il calcio, dal 26 giugno possono riprendere gli sport di contatto: rugby, pallacanestro, volley, pallanuoto, pugilato. Si adottano le linee guida del ministero dello Sport e le direttive di ogni singola federazione. Va conservato il registro degli atleti e del personale tecnici per almeno 14 giorni dopo ogni allenamento e gara. Va rafforzato il ricambio totale dell’aria per le palestre e gli impianti dove si praticano sport di squadra
PROCESSIONI RELIGIOSE E MANIFESTAZIONI FOLK possono riprendere le manifestazioni religiose e di rievocazione delle tradizioni, come i pali delle città murate (Feltre, Montagnana etc) e gli Scacchi di Marostica
Autobus a fini turistici
GIORNALI, SETTIMANALI E RIVISTE possono tornare nei bar per essere consultati dal pubblico (meglio se in duplice o triplice copia per frazionare il rischio contatto)
SAUNE aprono al pubblico con una temperatura tra 80 e 90 gradi C
IPPODROMI le attività ippiche tornano alla loro normale attività NEGOZI E BAR ALL’INTERNO DEGLI OSPEDALI possono riprendere la loro attività
intesa fra de berti e ministero
Da Roma un assegno da 41 milioni destinato ai pullman ecologici VENEZIA
La giunta regionale ha assegnato 41 milioni di euro all’acquisto dei nuovi autobus: i soldi arrivano dal ministero dell’Ambiente.«Con questo provvedimento avviamo un consistente programma di investimenti» spiega l’assessore ai Trasporti, Elisa De Berti «per rendere più efficiente il parco veicolare su gomma».
I vaporetti di Venezia e le motonavi della costa adriatica e del lago di Garda
Elisa De Berti
LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI I dipendenti pubblici e privati possono svolgere i corsi di formazione e sicurezza Ecm, nel rispetto dell’ordinanza 59 del 13 giugno 2020
Il 75 per cento del riparto è destinato ai bus extraurbani che presentano un’anzianità media superiore di due anni rispetto a quello urbano. Si parte da un contributo fisso di base di 200 mila euro a ogni servizio minimo, destinando il 90 per cento della somma rimanente in base alle percorrenze chilometriche e il 10 per cento in base agli acquisti in autofinanziamento effettuati tra maggio 2017 e dicembre 2019 dalle aziende. Il piano di investimento prevede che l’entità del contributo sia maggiore per l’acquisto dei mezzi meno inquinanti, come quelli elettrici e a idrogeno. E ad ogni mezzo acquistato deve corrispondere la dismissione di un autobus vecchio. In caso di rotta-
CROMASIA
Albino Salmaso / VENEZIA
mazione di un veicolo Euro 0, al corrispondente nuovo autobus sarà applicato un contributo del 95%. «La Regione, dopo aver presentato un progetto di investimento» precisa De Berti, « stipulerà entro il 23 agosto un accordo con il ministero dell’Ambiente per la disciplina del finanziamento. Le aziende dovranno presentare un progetto di investimento entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bur della delibera, per consentire alla Regione di predisporre a sua volta il progetto di investimento. Saranno poi le aziende a stipulare entro settembre 2021 i contratti di fornitura dei bus che saranno immatricolati entro dicembre 2022». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
XVII
San Donà
SARÀ INDICATA IN PARTICOLARE PER IL CAMBIO DI RESIDENZA E L’UTILIZZO DI SERVIZI SANITARI
di Piave
I TEMPI Fase pilota fino a dicembre del 2020 poi verrà avviata una sperimentazione fino a luglio del prossimo anno
Sabato 27 Giugno 2020 www.gazzettino.it
mestrecronaca@gazzettino.it
Burocrazia più facile con un clic Il vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin `Sarà possibile accedere velocemente ad alcuni ha presentato la nuova applicazione “ViviVeneto” uffici della pubblica amministrazione via internet `
SAN DONÀ
SAN DONÀ «Una nuova App renderà più semplice l’accessibilità via web ai servizi delle pubbliche amministrazioni: in particolare per cambiare residenza e utilizzare i servizi socio-sanitari delle Ulss». È la promessa fatta dal vicepresidente della Regione Gianluca Forcolin in occasione della presentazione delle palestre digitali, avvenuta nei giorni scorsi al laboratorio digitale Crunchlab di San Donà. Si tratta della App “ViviVeneto”, progettata dalla direzione Ict (Informatica) e Agenda digitale della Regione. Si applicherà, ad esempio, al cambio di residenza. Di regola è necessario inoltrare la pratica al Comune, ma può presentarsi anche la necessità di scegliere un nuovo medico di medicina generale o un pediatra, e se la nuova casa si trova in una zona a traffico limitato, servirà comunicare anche la targa dell’auto. Siamo quindi di fronte a uffici pubblici diversi che spesso presuppongono altrettante pratiche e documenti.
SEMPLIFICAZIONE «ViviVeneto semplifica la vita al cittadino – ha spiegato Forcolin – poiché si fa carico di coordinare tutti i servizi delle diverse pubbliche amministrazioni. Rispetto alle tradizionali applicazioni web la novità non riguarda solo il canale (smartphone o tablet), ma soprattutto la modalità di utilizzo attraverso una serie di percorsi digitali. Ora tramite il portale dell’Ulss è già possibile prenotare una visita o scaricare i referti ma si tratta di ampliare questo tipo di offerta, comprendendo la possibilità di cambiare medico, produrre e scaricare il libretto sanitario, ma ancora segnalare il cambio di residenza al Comune, ottenere il contrassegno europeo per disabili, o il pass per le
SAN DONA’ Presentata la nuova app che snellirà anche le pratiche burocratiche per i cittadini
ztl». La prima verifica con una fase pilota si svolgerà fino al dicembre 2020, poi sarà avviata una sperimentazione in collaborazione con il Comune di Venezia (comprese tutte le municipalità) che durerà fino a luglio del 2021, per poi essere estesa anche a Comuni e Ulss del Veneto orientale.
AREE IN SOFFERENZA «La digitalizzazione del nostro territorio presenta delle
UN’OPPORTUNITÀ PER COMUNI E ULSS CHE POSSONO OFFRIRE AGLI UTENTI UNA SORTA DI SPORTELLO DIGITALE STANDARD E INTEGRATO
situazioni di eccellenza, ma anche delle aree in sofferenza - ha precisato il vice di Zaia - i Comuni più piccoli di regola sono più in difficoltà. E talvolta i servizi del singolo ente non sono in grado di “dialogare” con quelli degli altri. “ViviVeneto” abbatte le barriere perché permette di superare i confini della singola amministrazione, concentrando l’iter su percorsi di vita e sui reali bisogni del cittadino. Sarà semplice da usare perché non sarà necessario conoscere la complessa articolazione degli uffici e delle pratiche. Inoltre sarà un’opportunità per i Comuni e le Ulss che possono offrire agli utenti uno “sportello digitale” standard integrato con le altre pubbliche amministrazioni». Davide De Bortoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le risorse dell’app
Così si cambierà il medico di base I primi servizi disponibili con “ViviVeneto” sono cinque: il “cambio di residenza” permette di inoltrare l’istanza al proprio Comune che, compiute le verifiche previste per legge, potrà dare corso o meno all’istanza. Altro servizio consente di ottenere il contrassegno europeo disabili (pass blu) di cui può essere chiesto il rilascio, il rinnovo ed il duplicato del pass, sempre inoltrando la richiesta al proprio Comune. Legato a quest’ultimo è il servizio “Ztl network” che consente al cittadino in possesso del pass blu di inserire, modificare e
cancellare le targhe delle auto usate per accedere alle zone ztl dei Comuni veneti, senza incorrere in sanzioni. Il percorso “cambio medico di medicina generale o pediatra” permette di scegliere i professionisti della propria Ulss, in base al numero massimo di pazienti assistiti da parte di ciascuno. Infine il servizio di “produzione e download del libretto sanitario” permette al cittadino di ottenere un nuovo libretto sanitario online e scaricarlo per poterlo stampare. D.Deb. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Restauro finito, si inaugura il ponte di Boccafossa eseguito i lavori per il lockdown da coronavirus. Pur mantenendo l’originaria ghiera centrale, questa resterà bloccata, non in grado quindi di aprire il ponte al transito dei natanti, facendo perdere così una caratteristica fondamentale dell’opera d’arte ai tempi in cui sul canale Brian, importante ramo della Litoranea Veneta, transitavano i barconi diretti allo Zuccherificio
TORRE DI MOSTO Vengono inaugurat,i questa mattina, alle ore 10, i lavori di restauro del ponte di Boccafossa sul canale Brian. Seguirà, al termine, alle ore 11.30, presso il Museo del Paesaggio, l’inaugurazione della nuova mostra “Fabula - Viaggio in Oriente”. Con l’inaugurazione del restauro dello storico ponte, costruito nel 1926 dal Genio Civile e subito trasferito nella proprietà del Comune, arriva finalmente a conclusione un intervento rallentato prima dalle prescrizioni della Soprintendenza e poi dall’improvviso abbandono del cantiere della maestranze dell’impresa Den Sam di Torre Le Nocelle (Avelllino) che ha
“Sentiamoci in salute” all’oratorio Don Bosco
TORRE DI MOSTO Si inaugura il restaurato ponte di Boccafossa
FU COSTRUITO NEL 1926 DAL GENIO CIVILE ARRIVA FINALMENTE A CONCLUSIONE UN INTERVENTO RALLENTATO DALLE PRESCRIZIONI
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Eridania di Ceggia e alle caserme di Motta di Livenza. “Per certi versi - sostiene l’assessore ai lavori pubblici Tiziano Pasquon - il vincolo posto dalla Sovrintendenza ci ha agevolato in quanto per un ponte nuovo avremmo dovuto spendere almeno mezzo milione di euro, così ce la siamo cavata con 275 mila euro (di cui 140 mila di finanziamento regionale). Il progetto di recupero ha previsto di cambiare tutta la parte in ferro e rinforzare fondazioni e testate in cemento armato, mantenendo i parapetti originali restaurati. La portata è di circa 30 tonnellate, in grado quindi di sopportare il transito di qualsiasi macchina agricola”. Maurizio Marcon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Riprende “Sentiamoci in salute” la campagna di prevenzione totalmente gratuita promossa dai volontari di Croce rossa. L’appuntamento è fissato per oggi, sabato 27 giugno dalle 8.30 alle 12, all’oratorio Don Bosco di San Donà. All’ingresso (entrata dal cancello di via Don Bosco) a ciascuno sarà assegnato un biglietto numerato con l’orario preciso di entrata per potersi sottoporre ai controlli sanitari, per evitare il formarsi di code. In base alle norme sull’emergenza, inoltre, la Croce rossa ricorda alla cittadinanza di presentarsi con la mascherina. Saranno compiuti controlli relativi a: temperatura, saturazione dell’ossigeno, colesterolo, glicemia, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, e dell’udito, quest’ultimo a cura dei tecnici di Maico. Negli ultimi mesi, durante l’emergenza, sono state numerose le donazioni e gesti di solidarietà compiuti da privati e associazione al favore del comitato sandonatese. Tra questi nei giorni scorsi si è svolta la cerimonia di consegna, posticipata a causa dell’emergenza sanitaria, di derrate alimentari acquistate grazie al contributo (4mila euro) dei soci dal club Rotary di San Donà e distribuite alle famiglie in difficoltà del territorio. Altra raccolta di fondi è stata promossa dall’associazione Marmellotti che ha fornito la spesa destinata alla mensa solidale, altra realtà gestita dalla Croce rossa locale. Per l’occasione, inoltre, la cottura del cibo è stata compiuta nelle cucine messe a disposizione dal Rugby San Donà, a cura dei componenti dell’associazione “Cucina disagiata” che ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’enogastronomia con particolare attenzione agli aspetti della cultura, del sociale e della sostenibilità. I volontari del soccorso, inoltre, ricordano che si può destinare il 5 per mille dell’Irpef all’associazione Cri comitato di San Donà di Piave. Per destinarlo bastano due semplici operazioni: firmare nel riquadro “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni riconosciute” e riportare nell’apposito spazio il codice fiscale: 93047270272. (d.deb.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
OGGI RIPRENDE LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE GRATUITA CON I VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA
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Primo Piano
Sabato 27 Giugno 2020 www.gazzettino.it
Coronavirus, gli effetti LA SANITÀ ROVIGO Un piano regionale da oltre 100 milioni, grazie alla quota dei 3 miliardi e 250 milioni previsti dal Governo per la Sanità con il cosiddetto “Decreto Rilancio” del 19 maggio, per cercare di rendere strutturale quello che nel momento di “alta marea” epidemica è stato fatto con provvedimenti emergenziali. Una riorganizzazione sanitaria sulla base dell’esperienza vissuta e nel caso di “nuove ondate”, che tocca ovviamente anche il Polesine.
NUOVE ASSUNZIONI Già nella fase emergenziale è stata autorizzata l’assunzione 133 operatori: 5 medici, 3 biologi, 65 infermieri, 38 Oss, 12 tecnici di laboratorio e 10 assistenti di laboratorio. Una quota consistente, che risente delle carenze degli organici già presenti prima dell’emergenza, se si considera che in totale tutte le Ulss del Veneto hanno chiesto 1.677 operatori in più. Ma dalle necessità alle disponibilità c’è un netto scarto, tanto che il dato aggiornato al primo giugno indica che, alla fine, il personale assunto dall’Ulss Polesana è stato meno della metà di quanto necessario, a conferma di come il Polesine professionalmente non sia particolarmente appetito, motivo per cui anche in passato molti bandi sono andati pressoché deserti: 60 i contratti firmati, 4 a tempo indeterminato, 28 a tempo determinato, 18 rapporti di lavoro con personale liberoprofessionista o co.co.co, 4 pensionati richiamati al lavoro e un dipendente “trattenuto” nonostante la richiesta già fatta di pensionamento. In tutta la regione gli assunti sono stati 1.153.
REPARTI POTENZIATI Il Decreto Rilancio prevede il potenziamento delle Terapie Intensive, determinando una dotazione pari a 0,14 posti letto ogni mille abitanti. In Veneto, a conti fatti, servono 294 medici, 786 infermieri e 294 operatori socio-sanitari, per una spesa di circa 56 milioni di euro l’anno. Il dato il rafforzamento delle tre Terapie intensive degli ospedali di Adria Rovigo e Trecenta, secondo il piano regionale, prevede 24 medici, 48 infermieri, 24 Oss e una spesa di oltre 4 milioni. Parte di questo fabbisogno è stato soddisfatto in fase emergenziale, facendo ricorso prevalentemente a contratti a tempo parziale o a incarichi di lavoro autonomo.
LE STRUTTURE Nel piano si parla poi anche delle modifiche strutturali, edili e impiantistiche, agli ospedali per creare percorsi e aree separate, nonché nuove dotazioni adeguate per fronteggiare l’emergen-
RIORGANIZZAZIONE Le tende per il triage esterno all’ospedale rimarranno. A destra, il direttore dell’Ulss Compostella, sotto alcuni infermieri
Ulss, piano anti-Covid da oltre sette milioni Più personale, interventi strutturali ai tre ospedali, servizi domiciliari e potenziamento della medicina territoriale: 133 le assunzioni richieste `
za: per l’ospedale di Rovigo il costo stimato è di 1 milione, mentre per Trecenta, già polo Covid, dove verrà mantenuta l’apposita area, 3,6 milioni. Per la realizzazione dei prefabbricati da adibire a pre-triage per i tre pronto soccorso di Adria, Rovigo e Trecenta, poi, altri 1,2 milioni, comprensivi anche di una nuova Tac per il San Luca. Ma non ci sono solo gli ospedali. Nel piano si considera anche il potenziamento della rete territoriale ed il necessario conseguente adeguamento della dotazione di quelli che vengono
definiti “infermieri di famiglia”, una figura nuova che rientra nelle progettualità di domiciliarità e di deospedalizzazione, soprattutto dei pazienti cronici: in Veneto si stima un fabbisogno pari a circa 441 unità, per una spesa aggiuntiva di 13,6 milioni. In Polesine a fronte di 18 infermieri che già operano in sinergia con i medici di medicina generale, la necessità è di altri 15 infermieri, con un aumento di spesa pari a 465mila euro. C’è poi anche il capitolo del fabbisogno di personale per il potenziamento dei trasporti dedicati ai trasferimento secondari per i pazienti Covid-19, per le dimissioni protette e per i trasporti intraospedalieri e per pazienti non affetti da Covid-19. In questo caso, per il Polesine si tratta di 5 medici, 6 infermieri e 6 autisti barellieri, per un aumento di spesa di 750mila euro. Francesco Campi
NASCE LA FIGURA DELL’INFERMIERE “DI FAMIGLIA” PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE
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Campi da calcetto: caos prenotazioni, ma ora si parte SPORT DI SQUADRA ROVIGO Giovedì pomeriggio era tutto pronto: la borsa, le scarpe nuove da sfoggiare con gli amici, la maglia tarocca dei grandi club, il pallone che sarebbe tornato a rotolare dopo quattro mesi di quarantena in cantina. Ma a decretare, a sorpresa, il triplice fischio finale ci aveva pensato il Comitato tecnico scientifico. Niente partitelle di calcetto, nuovo stop per gli sport di contatto e il Coronavirus sgonfia il pallone. Ma l’attesa è rimandata per poche ore. Ieri, infatti, dal Governatore Luca Zaia è arrivato il via libera, in Veneto, alla ripresa agli sport di contatto. Scatta la nuova corsa alle prenotazioni, anche se regna ancora il caos.
CAOS PRENOTAZIONI Al Tre Martiri il telefono giovedì continuava a squillare: «Avevamo l’agenda piena da giovedì a domenica, sedici prenotazioni: ora stiamo ricontattando amici e compagnie per comunicare che tutte le partite slitteranno. Alcune persone hanno protestato con noi - aggiungono -, ma non abbiamo colpe, purtroppo le regole rimangono poco chiare». Al Don Bosco di viale Marconi era tutto pianificato da giorni, le luci si stavano per riaccendere: «Quindici gruppi avevano prenotato il campo da giovedì a domenica, alla sera. Abbiamo a disposizione un campo coperto: è un peccato, tanti amici avevano voglia di ritrovarsi assieme». Giorgio Lavezzo è il responsabile dell’Area sportiva Gs Duomo, che si trova in vicolo Menotti: «I soci del circolo era-
no disponibili a prenotare il campo per l’intera estate, avevamo già diverse richieste. La gente ha voglia di fare due corse in compagnia, noi abbiamo due campi da calcio a cinque e uno da calciotto. I percorsi di entrata e uscita sono già differenziati, perché tutti i giorni fino alle 18 ospitiamo l’animazione ragazzi». Tra i gruppi più longevi di Rovigo, che tramanda la passione per il calcio dai “senatori” ai più giovani, c’è il “Sabato Boaro”. Il ritrovo è fissato da anni al campo parrocchiale di Boara Polesine, a due passi dalla chiesa. Dopo un periodo di stop forzato, le adesioni giovedì pomeriggio alla prima e storica partitella post Coronavirus erano state massicce. Il Comitato tecnico scientifico ha messo in fuorigioco anche gli eterni ragazzi del “Sabato Boaro”. In zona Ce-
sarini, ieri Zaia ha salvato le partitelle di calcetto: ricomincia il giro delle telefonate, è possibile tornare in campo, già dalle prossime ore. Tra i padri fondatori del “Sabato Boaro” spiccano gli inossidabili Francesco (puntuale in campo dal 1991), Valerio, Sandro, Alessandro, Giorgio. «Il gruppo si è formato da oltre vent’anni racconta Andy - con le prime partite al Manicomio di Granzette e poi in Tassina, sono rimasti alcuni senatori, Mario era l’ultimo guerriero, ha giocato fino a 67 anni, poi c’è Francesco che ha quasi 60 anni. Negli anni abbiamo esteso la passione ai più giovani». Perché il calcio unisce tutte le generazioni. E a Boara tra pochi giorni si tornerà a fare gol, contro il virus. A.Garb. APPASSIONATI Una foto d’archivio del “Sabato boaro”
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XVI
Monselice
IL GOVERNATORE «Non è colpa di nessuno se questi operatori si sono ritrovati a lavorare nell’epicentro, ma ora potranno tornare alla normalità»
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Sabato 27 Giugno 2020 www.gazzettino.it
padova@gazzettino.it
Via libera di Zaia ai negozi dell’ospedale di Schiavonia Dopo mesi di chiusura a causa del Covid `Dal bar alla fioreria: si pensa all’entrata possono riaprire le 6 attività commerciali alternativa per dividere utenti da pazienti
«Antiche mura, restauro urgente: servono 5 milioni» `Il Ministero dopo
l’interrogazione del senatore De Poli
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MONSELICE È la notizia che i commercianti attivi all’interno dell’ospedale di Schiavonia aspettavano da settimane. Finalmente i loro negozi possono tornare ad accogliere anche i clienti esterni. Che per le sei attività della cittadella commerciale del Madre Teresa rappresentano la fetta più consistente di introiti. Prima dell’emergenza Covid-19, infatti, ben l’80 per cento della loro clientela non rientrava né tra i pazienti né tra il personale ospedaliero. Un bacino di utenza che le restrizioni imposte alle strutture sanitarie e in particolare al Covid Hospital di Schiavonia avevano azzerato.
LA STRUTTURA La spaziosa hall dell’ospedale di Monselice ospita un bar, il negozio profilo Parrucchieri di Barbara Zanin, la fioreria di Erica Mutta, l’agenzia Cam Viaggi, l’edicola Zerbetto e la sanitaria Dolese. Sei attività commerciali rimaste per mesi con le casse vuote: prima per il prolungato lockdown, poi per le severe limitazioni alla clientela. Le linee guida, ora superate, stabilivano infatti che queste attività potessero accogliere soltanto medici, infermieri o utenti che si trovavano in ospedale per una prestazione sanitaria. Adesso non è più così: la nuova ordinanza firmata ieri dal governatore del Veneto Luca Zaia permette alle attività commerciali presenti nelle strutture sanitarie di tornare ad accogliere anche clienti extra. «Abbiamo dovuto chiudere tutto e l’ho fatto con un’ordinanza in un periodo nel quale il virus si tagliava con il coltello in aria – ha affermato il presidente annunciando il provvedimento nella consueta conferenza stampa –. Adesso ci rendiamo conto
SCHIAVONIA Il Covid ha sconvolto le attività interne all’ospedale: 4 titolari di negozi a Schiavonia
che non è colpa di questi operatori se si sono ritrovati in un ospedale quindi riapriamo tutto, ovviamente con le solite regole».
I LIMITI Misurazione della temperatura, utilizzo della mascherina durante l’intera permanenza negli ambienti dell’ospedale e un “distintivo” che permetta di distinguere i clienti esterni da chi in-
MASCHERINA E MISURAZIONE DELLA TEMPERATURA PER POTER ENTRARE IN TUTTE LE ZONE DELLA STRUTTURA
vece frequenta l’ospedale per motivi sanitari. Sono questi gli obblighi a cui dovrà attenersi la cittadella commerciale di Schiavonia. Chi era abituato ad andare anche tra le corsie, come per esempio la parrucchiera, potrà farlo previa valutazione e accordo con la direzione sanitaria sulla base di un protocollo specifico e in ogni caso dovrà rispettare le linee di indirizzo regionali previste per i visitatori. Un altro aspetto da concordare con la direzione sanitaria riguarda la creazione di un varco indipendente e separato per l’accesso di clienti extra ospedale. Schiavonia tornerà quindi ad essere anche un luogo di incontro e di socialità, anche se per il futuro la Regione ha intenzione di fare scelte diverse, progettando strutture «severamente ospe-
daliere» per usare le parole di Zaia. Nelle ultime settimane i negozianti avevano più volte sollecitato una risposta da parte della regione, inviando pec e addirittura recandosi di persona negli uffici vista la drammatica situazione, che in qualche caso si è tradotta in un taglio del personale: il salone di parrucchiera, su nove dipendenti (condivisi con un latro negozio a Ospedaletto Euganeo) ha dovuto lasciarne a casa quattro. L’agenzia viaggi non ha nemmeno riaperto perché non ne valeva la pena, il bar arriva a malapena a 60 scontrini al giorno e gli incassi della fioreria rasentano lo zero mentre a sostegno dell’edicola era stata addirittura lanciata una raccolta fondi su Facebook. Maria Elena Pattaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
MONTAGNANA Il restauro non si può più rimandare perché il pericolo di crolli è concreto, ma il governo non ha ancora stanziato i 5 milioni necessari. Lo stato di salute della cinta muraria di Montagnana non è per nulla rassicurante. Il gioiello dell’XI secolo pesantemente danneggiato dal violento nubifragio del 2 agosto del 2019, ha bisogno di un intervento, soprattutto nel tratto nord e nel tratto est. A portare il tema all’attenzione dell’esecutivo è stato il senatore Udc Antonio De Poli, che lo scorso gennaio ha presentato un’interrogazione al Ministro per i Beni e le attività culturali, dal momento che il complesso difensivo appartiene al demanio, con l’eccezione di Castel San Zeno, venduto al Comune negli anni Trenta insieme all’adiacente Porta Padova e al Vallo, e del complesso di Castel degli Alberi, ceduto all’ente locale nel 2019. La risposta del ministero è arrivata giovedì: «Solo un intervento generalizzato – si legge nel documento – sull’intero tratto nord e sui settori minori est e ovest e una campagna di manutenzione sul tratto sud, restaurato nel 2004-2008, può scongiurare l’imminenza di possibili danni per crolli che, anche se limitati, possono ave-
re conseguenze drammatiche per le abitazioni addossate alle mura o ai passanti o ancora al pubblico delle numerose manifestazioni che si svolgono nel Vallo, primo fra tutti il Palio dei Dieci Comuni». La tempesta dello scorso agosto, con raffiche di vento a 130 chilometri orari, aveva fatto cadere una ventina di merli nel tratto est-ovest, due dei quali sul rivellino di Porta Padova, rimasta chiusa al traffico per una settimana. Il vento aveva decapitato anche alcune merlature della torre nord, che si erano schiantate sul tetto di un’abitazione. Le cause dei crolli, a detta del Ministero vanno cercate da un lato nell’intrinseca fragilità delle murature, dall’altro nell’assenza di sistematici interventi di restauro negli ultimi decenni che hanno quindi lasciato le mura in balìa dell’erosione degli agenti atmosferici. «La Soprintendenza – si legge nella risposta – ritiene che non sia più procrastinabile un intervento di restauro del tratto fortificato nei tratti nord ed est, intervento stimato in una somma non inferiore ai 5 milioni di euro». Una cifra che il governo cercherà di acquisire, consapevole dei benefici economici apportati dal recupero di questo patrimonio storico-artistico, che si auspica possa avvenire anche grazie al mecenatismo previsto con l’Art Bonus. «Siamo fermi a una dichiarazione di intenti. In termini concreti, zero fatti» – commenta il senatore De Poli, profondamente deluso dalla risposta del governo. M. E. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UN DISASTRO I pezzi di antiche mura abbatutti l’estate scorsa dalla furia della tempesta a Montagnana
Un’altra perizia psichiatrica sul ballerino Milo Ruba due archi, scoperto CASALE DI SCODOSIA Un secondo tribunale sarà chiamato a valutare la capacità di intendere e di volere di Andrea Franzon, il ballerino noto come Andy Milo, più volte alla ribalta delle cronache per le estorsioni consumate negli ambienti gay. La decisione è stata assunta dal giudice monocratico di Ferrara Giulia Caucci, che deve processare Franzon per stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagna. É stata accolta la richiesta del legale del ballerino, l’avvocato Alessandro Zanotto. Ci vorrà una perizia per valutare anche se Milo è capace di stare in giudizio, cioè di affrontare coscientemente un processo. L’episodio è quello che nel
settembre scorso gli era costato l’arresto da parte dei carabinieri, a seguito delle botte rifilate alla ex. La donna venne trovata dai militari dell’Arma con ferite alla testa e alle braccia. Fu lei stessa a chiamarli dopo la violenta lite con il ballerino. Salvo poi ripensarci, sette giorni dopo, quando la quarantenne decise di ritirare la querela. Ormai il procedimento era stato avviato e non era possibile chiuderlo, neanche ritirando la querela. All’ultima udienza avrebbe dovuto testimoniare proprio la ex, ma il legale ha presentato la richiesta di perizia psichiatrica. Zanotto ha spiegato che in tribunale a Venezia è in corso una procedura identica. Per questa ragione ha chiesto la sospensione del processo in attesa dell’esito
BALLERINO Andrea Franzon, in arte Andy Milo
di quell’accertamento, o in subordine che Franzon venisse sottoposto a un accertamento peritale simile. Il giudice ha optato per questa seconda strada. L’incarico sarà affidato al perito Luciano Pinotti all’udienza in calendario a metà luglio. Milo, originario di Casale di Scodosia, finì agli arresti domiciliari. Dopo dieci giorni, in seguito al ritiro della querela da parte della ex fidanzata, ottenne l’alleggerimento della misura, con il divieto di avvicinamento alla donna . La loro relazione era iniziata quattro anni prima di quella burrascosa notte e proseguita – secondo quanto raccontato dalla donna ai carabinieri – tra alti e bassi in uno stato di sudditanza psicologica. Luca Ingegneri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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da un vicino: minore nei guai ESTE Sgattaiola nella notte con due archi sottobraccio, sperando che nessuno si accorga che li ha appena rubati dall’impianto sportivo. Invece il vicino lo pizzica: a quel punto il ragazzino usa le due armi a mo’ di bastone, aggredendo sia il residente, sia i carabinieri. Teatro dell’insolita vicenda è il quartiere Salute di Este, dove giovedì notte N. A., minorenne, ha rubato due archi rudimentali dall’impianto sportivo Augusteo. La sua presenza, per quanto furtiva, non è passata inosservata a un 28enne che abita proprio a ridosso del campo. Insospettito dai ru-
mori, che provenivano proprio dal cortile, il giovane è uscito di casa a controllare. Trovandosi faccia a faccia con un giovanissimo Robin Hood. Il minorenne, capendo di essere stato scoperto, ha cercato di guadagnarsi la fuga minacciando il 28enne e aggredendolo con i due archi rubati. La vittima è riuscita a chiamare il 112 e pochi minuti dopo sul posto sono intervenuti i carabinieri. Il ragazzino si è scagliato contro di loro, spingendo con forza il capo equipaggio. Per il minorenne, già pregiudicato e ora affidato alla madre, è scattata la denuncia per furto, percosse, minaccia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. M. E. P.
48 Sport
IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 27 Giugno 2020
ALTRISPORT
Losfogodel campione europeosupergallo
PUGILATO. Dalla mezzanottepassatasonoconsentiti anchegli sportdi squadrarispettandolemisure diprevenzione
Rigoldi,unpugnodirettoaRoma MadalVenetoarrivailvialibera Ilpugile vicentinosiera rivolto alministrodello sportSpadafora «Fateci riprendere con il contatto» L’ordinanzaregionalelo consente Sara Marangon
Luca ringrazia Luca e corre a cercare il paradenti. Parliamo di due Luca diversi: il primo è il pugile Rigoldi, campione europeo dei pesi supergallo; il secondo, Zaia, è il presidente della Regione che ha dato il via libera agli sport di contatto nel Veneto, sfruttando la possibilità concessa dal dpcm del governo. E quindi dalla mezzanotte appena passata anche il boxeur vicentino potrà tornare a “menare” gli sparring partner, dopo mesi di corsette, addominali e sacco, tanto sacco. Poco da dire, i pugni veri gli mancavano. Anche perché alle porte, forse in autunno, c’è una nuova difesa della cintura continentale. E bisogna arrivarci preparati. Proprio alla vigilia dell’ordinanza regionale, il campione vicentino aveva affidato ai social il suo sfogo. Prima anco-
ra aveva esternato tutta la sua frustrazione dovuta alla situazione post Covid-19 con cui devono convivere i pugili professionisti italiani in una mail rivolta al ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora. “Siamo pedine insignificanti, usate solo quando fa comodo a qualcuno per farsi bello. Vite sportive sacrificate nel nome di un tricolore rappresentato da persone che non meritano il loro ruolo. Lo sportivo professionista viene considerato tale solo se lo sport che pratica risulta mediaticamente interessante. Allora alle mamme che portano i loro figli in palestra dico: mi piace donare la mia vita, il mio tempo e la mia esperienza nella speranza che un giorno le cose cambino”. Rigoldi si è sentito preso in giro dopo che la ripartenza degli sport di contatto era stata posticipata (a livello nazionale): «Una situazione imba-
Ilsinistro di Luca Rigoldinel matchdi Schiocon Yegorov. FOTOCISCATO
razzante, abbiamo bisogno di riprendere a lavorare: siamo professionisti, non amatori. Possibile che non siano capaci di trovare il modo di fare allenare due pugili in palestra?». Questa domanda il campione di Villaverla, allenato dal maestro Gino Freo, l’ha rivolta anche al ministro Spadafora in una mail rimasta finora senza risposta. “Sono un atleta professionista, campione europeo che per ben due volte ha difeso il titolo. Purtroppo sono un pugile, e dico purtroppo perché la nostra categoria non viene mai considerata una categoria professionale nonostante i titoli raggiunti - ha scritto Rigoldi al ministro -. Mi sono speso tanto in questo ultimo periodo: mi è stato richiesto di partecipare a diverse iniziative da parte della Federazione pugilistica italiana, da parte della mia regione e di tante istituzioni e associazioni benefiche, ho fatto tutto questo volentieri. Purtroppo ora devo scriverle perché stiamo assistendo a puro razzismo sportivo. Com’è possibile che sport di squadra di contatto possano riprendere e sport individuali di contatto no?”. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Pillole
BASKET
Lachiamata inserieB sicomplica perBassano
PALLAVOLOSUPERLEGA LOSCLEDENSEMERLO PROMOSSOALLAKIOENE
Labellanotizia èarrivatanel giornodelsuo compleanno: PietroMerlo giocheràla prossima stagioneinSuperlegacon la KioenePadova.Cresciuto aSchio incasaAvolleyil 21enne figlio d’arte,ruolo schiacciatore, sièpoi trasferitoalla PallavoloPadova nellegiovanili, debuttando nella massimaserienel2008. AN.VIL.
PALLAVOLOA2
ILREGISTA CECCATO FIRMACONBERGAMO
Nuovaesperienza inA2per GiovanniCeccato, 21enne palleggiatorebassanese. Protagonistanell’ultimastagione aBrescia, il registadi un metro e 93che incarriera hagià vintocon Piacenzauna CoppaItaliadi A2, hafirmatoora con Bergamo sempreinA2. V.P.
Le certezze che parevano granitiche a marzo ora lo sono molto meno. Bassano che in piena emergenza Covid aveva avanzato la propria candidatura per la serie B nazionale, visto il fuggi fuggi generale e l’annunciato disimpegno di diversi club in area lombardo e piemontese, potrebbe vedere allontanarsi l’approdo in cadetteria. Infatti, quasi cento giorni dopo quella candidatura che, viste le premesse, pareva scontata, il quadro è mutato e tanti club stanno tornando sui loro passi scegliendo non solo di continuare in B, ma di potenziare persino il proprio budget. Intanto Agrigento e Imola hanno rinunciato alla serie A2 chiedendo di essere riposizionate in B, mentre i toscani di Chiusi e gli emiliani del Fiorenzuola, al comando della C Gold paiono certe del passaggio in B. Poi, in lizza per il ripescaggio ci sono Ragusa, Bassano e i laziali del Ferentino con un passato di A2 una manciata di anni fa. Va detto però che Ragusa sta trattando i diritti della B dei marchigiani di Porto Sant’Elpidio, un’operazione che se andasse in porto semplificherebbe il percorso dell’Orange. A fine luglio chiudono le iscrizioni, mentre il 10 agosto arriveranno i verdetti definitivi. • V.P.
Vale 1 Punto
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il mio votovaa:
C A F Indirizzo
CONSEGNA O I C IS D E P S , R ITA G L IA B B L IC AT O U P I A R E V O R T CHE IL TA G L IA N D O T ID IA N O O U Q O U T L E D S U L L E PA G IN E P R E F E R ITA IA R E T A L E G A U A T P E R V O TA R E L
M I S Cap
Via Enrico Fermi, 205 - 36100 Vicenza
AR_06221
Gelateria
22 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA Sabato 27 Giugno 2020
AZIENDASANITARIA. Approvatoil consuntivo2019dell’Ulss 8che riconquistailsegno positivo dopo annicaratterizzati dal profondorosso
La sanità berica vale quasi un miliardo L’utilediesercizio èdi1,3milioni altri 9,5 messi da parte per i nuovi impegnativiinvestimentiprevisti Pesal’incognitadeicostiCovid Franco Pepe
Un Pil sanitario di 989 milioni di euro. «Siamo ormai prossimi a tagliare il traguardo del miliardo», dice il dg Giovanni Pavesi. Una meta che fa storia. E un utile di esercizio sul fatturato del 2019 di 1,3 milioni, il più consistente del mandato per un’azienda “risanata” (è stata una delle due nel Veneto a non aver avuto bisogno nel 2019 di un “Mes” regionale per integrare le quote arrivate da Venezia con il trasferimento originario) che ha avuto il merito negli ultimi anni, pur nel sotto-finanziamento statale e con le sole risorse del riparto, di riconquistare il segno positivo dopo che in passato sullo scenario economico aveva dominato il profondo rosso. E poi, dopo i 10 milioni accantonati nel 2018, un tesoretto venuto
Fondamentali sarannogli11 milionipromessi daRomacome fondiextra dopolapandemia
buono per le spese straordinarie affrontate nei mesi drammatici della pandemia, altri 9,5 milioni messi da parte – spiega il direttore amministrativo Tiziano Zenere come riserva da utilizzare per i nuovi, impegnativi investimenti che avanzano. Ed è un prezioso auto-finanziamento che consentirà di avviare anche quest’anno in autonomia operazioni strutturali. Il bilancio 2019 – presentato ieri nell’aula magna del polo universitario del San Bortolo - ruota attorno a questi macro-dati favorevoli anche se sul futuro, sui conti del 2020, pesa, e non poco, l’incognita dei costi, imprevisti, esorbitanti quanto indispensabili, richiesti dalla difesa anti-coronavirus. In altre parole l’Ulss 8 naviga con il vento a favore grazie a una gestione virtuosa che non ha lesinato in visione, progetti e qualità senza però perdere di vista l’equilibrio finanziario. Potrebbe però trovarsi presto - come l’intera compagnia delle Ulss venete e molte Asl italiane - in territorio negativo se non arrivassero da Roma i promessi fondi extra (100 milioni per il Veneto, 11 per Vicenza, «e noi ci facciamo conto» sottolinea Pavesi) per sostenere le Re-
Organici
Personale aumentato di187unità «Purin anniincui il sistema era sottofinanziatoeoberatoda vincoli–diceil direttore amministrativoTiziano Zenere –siamoriusciti nonsolo a manteneregli organicisanitari mainalcuni casia potenziarli. E questoèmotivodi soddisfazione».Nel 2019 6.140dipendenti, +140, ma l’incrementoèdi187 se si consideranoi medici assunti concontratto dilibera professioneper far frontealle difficoltàdireperirealcune figure.Nel dettaglio924 medici(+47), 2.574fra infermieried ostetriche(+79), 1055Oss(+42),548 amministrativi(-65).L’impegno èpuresul territorio:12.784 pazienticurati dai team dell’assistenzadomiciliare e 180.635accessi; 6.868utenti seguitinei consultorifamiliari e quasi50milaprestazioni; 2.239disabili incarico.E c’èil lavoro,nonsecondario, della prevenzione:97 milavaccini, 92milascreening oncologici e 8.400test nellacampagna Pfas.Lievita il costodeiservizi residenzialiesemi-residenziali peranziani edisabili (52 milioni +1%,e14,8milioni +6%), ancheper l’aumentoapplicate dallestrutture. F.P. © RIPRODUZIONERISERVATA
Lapresentazione delbilancioconsuntivo dell’annoscorso dell’Ulss8 Berica
gioni stremate dall’emergenza pandemica in un «anno ballerino e complicato» in cui l’obiettivo principale resta, anche nei prossimi mesi, quello di resistere al virus invisibile ora in sonnolenza ma di cui, anche se nessuno è in possesso di arte divinatoria, si teme in autunno un risveglio. «In questi anni – dice il dg - abbiamo fatto il massimo, ma ora c’è preoccupazione per la vicenda Covid. C’è stata una fase di spesa da “liberi tutti” che potrebbe presentare il conto nel 2021 e nel 2022. Siamo passati dall’anoressia dei finanziamenti statali, in un contesto difficile cui il Veneto ha saputo garantire i Lea, a un momento di maggiore flessibilità finanziaria, ma non so cosa potrà succedere in prospet-
L’INTERVENTO
Principio diincendio fermato sulnascere
Pompieriin azionesulle prese
La giusta dose di timore, ma danni contenuti e soprattutto nessun ferito ieri sera in un locale di viale Margherita, il Burger Breack, specializzato nel servizio di asporto di hamburger. L’allarme è scattato poco prima delle 20 quando la polizia di Stato ha allertato i vigili del fuoco dopo che, dalle prese elettriche collocate dietro il bancone è, uscito all’improvviso del fumo. Il rapido intervento dei pompieri, arrivati dalla centrale di Vicenza, che hanno agito spegnendo il principio di incendio con un estintore, ha permesso di limitare il danno e di evitare che potessero esserci conseguenze per le persone. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco si sono concluse con l’aerazione dei locali. • © RIPRODUZIONERISERVATA
tiva». Ed ecco le cifre che compendiano il 2019. Investimenti per 21,1 milioni di euro, +2,3 milioni rispetto ai 18,8 del 2018, dei quali 13 dalle proprie casse e 2 da donazioni soprattutto dalla Fondazione San Bortolo. La fetta maggiore è per il rinnovo delle tecnologie sanitarie (9,5 milioni). A seguire, edilizia (5,8 milioni); arredi interni (2,6 milioni); informatica (2,6 milioni). Nel capitolo costi spesa più pesante (315,8 milioni, il 32,7% dell’intero tetto) per le prestazioni sanitarie. A ruota l’onere per il personale (280,2 milioni, il 29% e +4,3 milioni sul 2018 anche per effetto del nuovo contratto nazionale del comparto). Nei farmaci netto l’incremento (+5,5 milioni) della spesa ospedaliera (73,4 mi-
lioni) su cui incidono le costosissime molecole di nuova generazione, ma cala (-0,5 milioni) la spesa territoriale (49,9 milioni) grazie a prescrizioni più appropriate. Spicca l’aumento di interventi chirurgici: 43. 367, quasi 3 mila in più, il 7,3%, in 12 mesi. Leggera flessione di visite ed esami ambulatoriali, 1 milione 130 mila, -3%. E stabili i ricoveri: 50.925 pazienti, +0,2%. Grosso balzo degli accessi in pronto soccorso: oltre 175 mila, quasi 6 mila codici in più, ogni giorno 500 persone negli ambulatori dei 5 ospedali dell’Ulss che assicurano il servizio di urgenza. Nota di efficienza aziendale: i fornitori si pagano in 40 giorni. Meno dei 60 previsti dalla Regione. • © RIPRODUZIONERISERVATA
ARCIGAY
Unapanchina arcobaleno in dono stasera alComune Stasera dalle 21 alle 24 si svolgerà in piazza dei Signori una manifestazione patrocinata dal Comune e organizzata dall’associazione Arcigayper ricordare i moti di Stonewall del 27 giugno 1969 con la rivolta della comunità Lgbt e il cinquantesimo anniversario del primo gay pride a New York. Il presidente Thomas Tedesco ha annunciato al vicesindaco Matteo Tosetto e Caterina Soprana, consigliere comunale delegato ai diritti civili e umani, che durante il meeting verrà consegnata all’amministrazione una panchina con i sei colori arcobaleno da posizionare in un punto della città che verrà deciso nei prossimi giorni. La panchina rappresenta un simbolo in memoria di Harvey Milk, il primo politico statunitense a battersi per i diritti civili della comunità gay. «Vogliamo ringraziare Arcigay Vicenza per questo dono – afferma il vicesindaco Tosetto – ulteriore testimonianza di vicinanza alla città dopo che negli ultimi mesi ha contribuito ad aiutare famiglie e persone in difficoltà non solo per l’emergenza alimentare ma anche per tutta l’attività svolta assieme ai servizi sociali». «Credo che il diritto a essere se stessi - dichiara il consigliere Soprana – e a sentirsi felici nell’essere riconosciuti per quello che si è, sia uno dei diritti civili fondamentali». • © RIPRODUZIONERISERVATA
Cronaca del Veneto
21 • 26 giugno 2020
INAUGURAZIONE NEL’ULSS DOLOMITI
RILANCIO
All’ospedale di Feltre arriva il nuovo gruppo operatorio
Stefanel, il processo di vendita
Per l’intera piastra un investimento complessivo di 40 milioni
Il nuovo gruppo operatorio all’ospedale di Feltre
Portare il suo personale ringraziamento a tutto il personale dell’Ulss 1 Dolomiti per l’efficienza e l’impegno dimostrati durante l’emergenza Covid19, inaugurare due reparti di punta come la nuova Rianimazione e il nuovo Gruppo Operatorio, rendere omaggio alla memoria del dottor Michele de Boni, amato e stimato gastroenterologo al cui appassionato lavoro si deve la qualifica dell’Ospedale di Feltre a Centro di Riferimento regionale per la gastroenterologia oncologica. Sono questi i tre obbiettivi con i quali, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, accompagnato dall’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin, dal direttore generale Adriano Rasi Caldogno e da numerose autorità civili, militari e religiose, è salito al Santa Maria del Prato di Feltre, per
un’intensa ora tra incontri con medici e infermieri nella sala convegni, e un attento sopralluogo alle nuove strutture, “che portano – ha detto – questo ospedale nel top della rete ospedaliera regionale e che dimostrano tutta l’attenzione della Regione per la sanità di montagna”, preceduto dalla cerimonia di inaugurazione e dalla scopertura di una stele in memoria del dottor de Boni. L’intera piastra dell’Ospedale è stata realizzata con un investimento complessivo di 40,8 milioni di euro. Per la nuova rianimazione sono stati spesi 3.601.000 euro, più 449 mila per le apparecchiatura. Il nuovo Gruppo Operatorio, composto da sette sale, è costato 6.163.000 euro, più 1.742 mila di apparecchiature. Il Governatore ha voluto ancora una volta sfatare la diceria secondo la quale la Regione
Veneto starebbe “svendendo” la sanità ai privati. “Insistono a dirlo – ha detto – certi premi Nobel che quel premio non l’hanno mai visto neanche in foto. E’ invece vero che il peso del privato è una delle percentuali più basse d’Italia e che, nell’emergenza Covid, solo il 5% dei letti necessari sono venuti dal privato. La gestione e la plancia di comando dell’emergenza, in Veneto, è stata tutta pubblica. Zaia ha anche espresso la convinzione che le nuove dotazioni del Santa Maria del Prato saranno molto utili per rafforzare l’attrattività della struttura da fuori regione, che, nel 2019, ha registrato un attivo di 1.361.000 euro. Il presidio di Feltre è anche riferimento extraregionale per l’assistenza ai residenti nella comunità di valle del Primiero.
E’ ad un punto di svolta per il territorio la vertenza su Stefanel, storico marchio identitario per il manifatturiero veneto che ha il proprio polo a Ponte Si è incontrato il tavolo ministeriale convocato dal Mise al quale hanno partecipato l’Unità regionale di crisi aziendali, coordinata da Mattia Losego che rappresentava anche l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, il commissario straordinario Raffaele Cappiello e i rappresentanti sindacali: al centro della convocazione l’aggiornamento sulla procedura di amministrazione straordinaria del gruppo della moda che conta circa 250 dipendenti tra la ‘casa-madre’ di Ponte di Piave (circa 80 dipendenti) e la rete retail nel territorio nazionale A luglio inizierà il processo di vendita dell’azienda, con la raccolta delle manifestazioni di interesse non vincolanti; seguiranno le richieste di accesso da parte dei potenziali acquirenti ai dati sensibili dell’azienda (la cosiddetta ‘data room’), fase che si concluderà con la raccolta delle manifestazioni di interesse vincolanti e con la cessione aziendale prevista entro settembre.
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Elena Donazzan
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VENEZIA
SABATO 27 GIUGNO 2020 LA NUOVA
Cerimonia parsimoniosa per il sollevamento delle paratoie. Ecco i partecipanti alle “inaugurazioni” precedenti
Diktat del Ministero sull’evento del 10 luglio «Mose senza buffet, solo acqua minerale» LA FESTA Alberto Vitucci
olo acqua minerale». Il Ministero corre ai ripari. E per evitare nuove polemiche chiede al provveditorato e al Consorzio Venezia Nuova di annullare il buffet previsto il 10 luglio, il giorno della prova generale del Mose nell’isola artificiale di Sant’Erasmo. Più che un test la giornata sta diventando una cerimonia di pre inaugurazione. Il sollevamento in contemporanea delle 78 paratoie di Lido, Malamocco e Chioggia, potrebbero far pensare che i lavori siano finiti. Criticità e problemi restano, e il collaudo definitivo è previsto per il 31 dicembre. Ma governo e commissaria del Mose vogliono mostrare al mondo che qualcosa si è fatto per impedire una nuova alluvione come quella del 12 novembre 2019. Il Mose, assicurano, potrà alzarsi in caso di emergenza. Intanto si predispone la
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giornata. Spesa prevista circa 45 mila euro, per l’affitto di imbarcazioni, il noleggio di tendoni e di transenne (costo 17 mila euro). Incarico che sarà affidato alla cooperativa Il Cerchio presieduta da Giorgio Mainoldi, ingegnere del Consorzio in pensione e oggi consulente della commissaria Spitz. Non è la prima cerimonia organizzata per inaugurare o mostrare lo stato dell’arte dei lavori del Mose. Sotto il governo di Giovanni Mazzacurati, si facevano le cose i grande stile. Per la prima pietra del 2003 si spese più di mezzo milione di euro. Numerose le autorità venute a benedire la grande opera. Ministri e dirigenti di alto livello a cui non sempre l’inaugurazione ha portato fortuna. Così il 3 novembre del 1988 (32 anni fa) la prima passerella per inaugurare il Modello Sperimentale Elettromeccanico (Mose) appena fotografato davanti a San Marco. Ecco il vicepresidente del Consiglio di allora, il socialista Gianni De Michelis, ma anche il presidente della Regione Carlo Bernini, i ministri Carlo Fracanzani e Enrico Fer-
garage san marco
Esposto di Scarpa alla Soprintendenza «Cisterna a rischio» Nuovo Garage San Marco, arriva un esposto al Segretariato regionale dei Beni Culturali e al soprintendente veneziano Emanuela Carpani, dopo che è stato tolto il vincolo alla Torre piezometrica di inizio secolo che verrà abbattuta per fare posato alla nuova autorimessa. Ma l’esposto, inviato dal consigliere comunale del Gruppo Misto Renzo Scarpa riguarda un altro bene vincolato dell’area il “cisternone” napoleonico di Veritas, ancora in funzione, che
risulta però parzialmente lesionato. Nell’esposto Scarpa ricorda come la grande cisterna semi interrata e ha la funzione di invaso di accumulo indispensabile a garantire il rifornimento idrico alla Città di Venezia. È stata realizzata e messa in funzione tra il 1880 e il 1885 e rappresenta dunque una testimonianza di archeologia civile. Il consigliere ricorda però che, la sua struttura è lesionata e presenta svariate fessurazioni che
Silvio Berlusconi alla posa della prima pietra del Mose nel 2003
ne hanno minato la tenuta, con conseguente perdita della impermeabilità, con il rischio di infiltrazioni esterne e conseguente inquinamento, in attesa che Veritas realizzi la nuova centrale idrica all’Isola del Tronchetto annunciata da anni ma mai entrata in funzione. Nel frattempo, si cerca di fronteggiare mediante interventi di sigillatura interna e il mantenimento di un livello idrico interno alla cisterna sempre superiore al livello della marea esterna, di modo che la pressione interna al manufatto impedisca all’acqua salata di entrare. Purtroppo, il dislivello interno/esterno crea le condizioni per una continua fuoriuscita di acqua potabile. «Ora se questa è la situazione già in essere - scrive Scarpa agli uffici periferici dei Beni Culturali - ci si deve chiede-
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re quali possono essere gli effetti di una realizzazione edificatoria come quella ipotizzata per l’ampliamento del Garage San Marco seppure nell’ultima versione arretrata e alleggerita che ha ottenuto il parere favorevole dei Comitati tecnico - scientifici del Ministero. La preoccupazione cresce a dismisura quando si scopre che le fondamenta del nuovo edificio verranno realizzate a soli circa sei metri da quello che, viene definito “Acquedotto napoleonico” e che verrà anche abbassata la quota della strada che contorna la cisterna. e come i fatti suesposti non siano stati oggetto di alcuna valutazione strutturale, progettuale, idrica». Di qui, secondo Scarpa, i rischi su cui richiama l’attenzione della Soprintendenza. — E.T.
Jacopo Colombi infortunato sarà assente
Via alle regate del 2020 ma il Palio resta incerto LA STAGIONE
iparte la stagione remiera con le regate dei giovanissimi di San Giovanni e Paolo. Domani pomeriggio alle 18.15 la sfida su gondole a un remo. Il vincitore parteciperà di diritto alla sfida dei campioni su gondole a Murano, domenica 5 luglio. Due batterie eliminatorie per la qualificazione, con la convo-
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ri. Il 14 maggio 2003 (17 anni fa) la posa della prima pietra, con il premier Berlusconi e i ministri Pietro Lunardi e Altero Matteoli, il sindaco Paolo Costa, il presidente della Regione Giancarlo Galan. Tutti o quasi (ad eccezione di Costa) sono finiti sotto inchiesta. L’8 giugno del 2010 è Luca Zaia, leghista ed ex ministro dell’Agricoltura, a guidare la visita in cantiere a Treporti. Il 12 ottobre il ministro Maurizio Lupi, che tornerà il 22 marzo 2014 aanche a Chioggia. Si dimetterà pochi mesi dopo. Infine Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture del Pd, il 23 luglio 2015. E adesso, il 10 luglio è annunciata la ministra Paola De Micheli. Ci sono anche i ministri che non sono venuti a inaugurare, e hanno preferito evitare le passerelle. Come Antonio Di Pietro, peraltro fra i protagonisti del “sì” al Mose durante il governo di Romano Prodi. Corrado Passera, ministro nel governo Monti, e Danilo Toninelli del Movimento Cinquestelle. Una “festa” che adesso si sta organizzando nei dettagli. Ci saranno giornalisti, cineoperatori, autorità. Ma anche dirigenti e presidenti del passato che hanno contribuito ad avviare i lavori della grande opera. Finita sotto inchiesta per corruzione, ritardata e ammalorata per via di lavori mal fatti durante la concessione unica. E della mancata manutenzione negli ultimi anni. —
cazione per martedì pomeriggio a Malamocco. Solo 14 i campioni iscritti. Nella prima batteria Riccardo Caenazzo, Alvise D’Este, Tobia Barina Silvestri, Metteo Zaniol, Andrea Ortica, Roberto Busetto, Andrea Bertoldini. Nella seconda Cristiano Vianello, Fabio Zangrando, Nicolò Trabuio, Renato Busetto, Guliano Pagan, Sebastiano Della Toffola, Rudi Vignotto. Martedì a Malamocco eliminatorie anche per le
i danni di novembre
Contributi per l’acqua alta erogati altri due milioni Erogati altri 2 milioni di euro circa di contributi a cittadini e imprese per i danni subìti con l’acqua alta eccezionale del novembre scorso. Il commissario delegato all'emergenza per l'acqua alta nonché sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro ha firmato il nuovo decreto. Ad ad oggi sono arrivati fondi a 1.901 soggetti per un totale complessivo di oltre 10 milioni di euro». Con la firma di questo decreto – scrive in una nota Brugnaro - liquidiamo un settimo pacchetto di risarcimenti che arrive-
donne che rientrano in stagione a Murano. Ecco allora nel primo gruppo Silvia Bon, Camilla Conte, Mary Jane Caporal, Elena Almansi, Francesca Costantini, Luigina Davanzo, Luisella Schiavon, nel secondo Viola Ghigi, Marta Bortolozzo, Giuseppina Busetto, Nausicaa Cimarosto, Elisabetta Nordio, Magda Tagliapietra, Elisa Costantini. Stagione che punta alla Regata Storica di settembre, dove ci sarà il problema di limitare le presenze del pubblico per via del Covid. Sfide che partono senza due protagonisti come i fratelli Colombi. Jacopo, reduce da un infortunio alla spalla per una caduta in bicicletta, potrà riprendere gli allenamenti solo da metà luglio.
ranno direttamente a 163 privati e a 190 tra attività economiche, produttive, sociali e di culto che hanno visto definirsi positivamente la loro rendicontazione. Il tutto per un totale di 1.991.993,61 euro divisi in 449.467,33 per il primo blocco e 1.542.529,28 per il secondo. Importi che si sommano ai quasi 8,1 milioni di euro già erogati nelle sei precedenti ordinanze». Interessati 964 privati, per un totale di quasi 2,2 milioni di euro, e 937 attività per 7,9 milioni. —
Mattia ha deciso di concentrarsi sulla Storica Stagione in ritardo, incertezza diffusa. Ma la voga riparte. Resta ancora il punto interrogativo sul Palio dei galeoni. La Regata delle antiche Repubbliche Marinare si dovrebbe disputare ad Amalfi il 13 settembre. Nelle prossime ore il sindaco di Amalfi darà la comunicazione ufficiale. Ma gli atleti dell’equipaggio veneziano non sono ancora usciti in allenamento da febbraio. La barca è a Malamocco, e dal Comune non sono arrivate indicazioni. Se ci dovesse essere il via libera sulla data, occorrerà affrettare i tempi. — A.V.
REGIONE
SABATO 27 GIUGNO 2020 LA TRIBUNA
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Coronavirus, atto d’accusa Medico esperto per sessanta giorni ha atteso invano la chiamate dalle Usl di Treviso e Bassano «Temeva, caro Zaia, che la mia militanza nel Pd offuscasse i suoi meriti nella lotta al virus?»
In piena pandemia Covid la Regione ha rifiutato per mesi il mio contributo LETTERA APERTA
aro presidente Zaia, le scrivo questa lettera aperta perché desidero chiederle delle spiegazioni in merito al mio mancato coinvolgimento in Veneto per la lotta al Covid-19. La premessa è che sono un medico di 51 anni specialista in Igiene con un Cv piuttosto articolato che trova anche on line. In passato ho lavorato tre anni al dipartimento Malattie infettive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra e quattro anni in Africa con il Cuamm-Medici con l’Africa (Ong con sede a Padova). Durante quei sette anni mi sono occupato anche di epidemie (colera, meningite, malaria). Da 13 anni sono rientrato in Italia e faccio il consulente e il formatore libero professionista sui temi di epidemiologia, organizzazione e qualità dei servizi sanitari.
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LE LETTERE E IL BANDO
Vengo al dunque. Una settimana dopo l’esplosione dell’epidemia Covid mi ero reso disponibile a collaborare, anche gratuitamente, scrivendo direttamente al direttore generale di Treviso. Nessuna risposta. Ho anche compilato una domanda di reclutamento dell’Ulss2 di ricerca generica di specialisti (pre-covid) ma non è successo nulla. Due settimane dopo, a inizio di marzo l’Azienda Zero ha emanato un bando di reclutamento urgente di medici specialisti liberi professionisti dedicato all’emergenza Covid e ho inviato la mia adesione (la Specialità in Igiene era tra quelle richieste). Era necessario indicare tre preferenze di Ulss e io ho scelto Treviso, Padova e Bassano. DUE SETTIMANE DI SILENZIO
Dopo un paio di settimane sono stato contattato dal Servizio del personale di Treviso che mi ha chiesto se fossi ancora libero e se potessi iniziare subito. Ho risposto di sì e ho immediatamente inviato la documentazione richiesta. Dopo qualche giorno vengo messo in contatto con il direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica il quale mi dice che è molto contento di potersi avvalere della mia professionalità ed esperienza e condividiamo gli ambiti nei quali avrei potuto collaborare in funzione dell’emergenza. Poi il silenzio. Dopo una settimana chiamo il Servizio personale e mi dicono che sono in attesa della firma del Dg per emanare il contratto. Aspetto un’altra settimana ma ancora nulla e allora
to che sarei stato utile, che le mie competenze e la mia esperienza sarebbe stata preziosa. Se dopo qualche settimana dalla mia adesione al bando dell’Azienda Zero non avessi sentito nulla, mi sarei reso subito disponibile per altre Regioni. Dispiaciuto ma niente di più. PRESO IN GIRO
Invece sono stato pesantemente preso in giro, mi sono stati rubati due mesi in cui avrei potuto dare in mio contributo a chi certamente sarebbe stato felice di riceverlo. E invece nemmeno c’è stata la decenza di inviarmi una mail o farmi una telefonata per dirmi che si era cambiato idea, che potevo ritenermi libero ma evidentemente i due Dg erano nella scomoda posizione di non poter dare spiegazioni. Meglio lasciarmelo capire da solo per “sfinimento”. Allora le chiedo delle spiegazioni, Presidente, perché io un sospetto ce l’ho. Io non solo non sono allineato al suo partito ma addirittura faccio parte del Pd. Sono Consigliere comunale di minoranza a Castelfranco. E sono coordinatore del Gruppo di lavoro regionale su Sanità e Sociale del Pd. Non è che il blocco dei miei contratti da parte dei due Dg sono avvenuti perché mi sono battuto a livello comunale per la difesa della parte generalista dell’ospedale di Castelfranco, per impedire che venisse ceduta allo Iov? Oppure perché come gruppo Sanità e Sociale del Pd veneto (da me coordinato) abbiamo “osato” criticare alcune scelte Sue della sua maggioranza leghista contenute nel nuovo Piano Sanitario Regionale e nelle Schede ospedaliere? Io non posso sapere i motivi per i quali i Dg di Treviso e Bassano si sono rifiutati di firmare il mio contratto. Anche qui nuIl presidente della Regione Luca Zaia in una delle sue quotidiane conferenze stampa in diretta fb e, sopra, il dottor Claudio Beltramello tro più di qualche dubbio e per come sono andate le cose è indichiamo direttamente il direttoda una prospettiva nuova di sponibile in altre Regioni del scutibile che sul mio nome è arre del Personale, il quale mi di- Il Servizio personale una persona con la tua espe- Nord Italia e dopo quattro (4! ) rivato “uno stop dall’alto”. ce che attende ancora conferrienza sicuramente ci sarà mol- giorni mi sono trovato con un me dal direttore dell’Igiene di Treviso mi ha to utile». contratto firmato e dopo sei UN POSTO SOLO PER GLI AMICI Pubblica. Chiamo quest’ulti- chiesto se ero libero e giorni ho iniziato a collaborare Ecco, caro presidente Zaia, le mo il quale dice che lui ha già potevo iniziare subito L’IMBARAZZO DEI DIRIGENTI con una Asl di un’altra Regio- chiedo se va orgoglioso anche dato tutte le conferme e che “le Invece, anche qui dopo una set- ne. Per quanto possa valere per di questo pezzo di Veneto che carte” sono in Direzione Genetimana non sento nulla. Chia- Lei, la Direzione Strategica di Lei ha costruito: un posto buorale. Colgo che anche lui è sormo il Servizio del personale e questa ASL extra-veneto mi ha no solo per gli amici. preso e che questo palleggia- Dopo un lungo silenzio chiedo se sono tempi tecnici e detto di essere rimasta molto Ha deciso che le professionamento e questi tempi lunghi mi rispondono di no, che di soli- stupita che una professionalità lità e le competenze di chi è di non sono normali. Dopo un’al- vengo a sapere to questi contratti per l’emer- come la mia fosse ancora “libe- un altro colore politico possotra settimana di silenzio mi che il Dg Benazzi ha genza Covid sono deliberati in ra” dopo più di due mesi dall’ini- no, anzi devono, essere cestinamuovo per altre vie e vengo a bloccato la pratica pochi giorni. Richiamo il diret- zio dell’emergenza. E quindi da te? Recentemente un articolo sapere che il Dg Francesco Betore del Sisp il quale, sorpreso, un mese e mezzo sto lavorando di una importante rivista Italianazzi ha bloccato la cosa. Rimi dice che è strano perché è fuori Veneto, da un lato conten- na, in merito alle vicende della chiamo il direttore del Personacerto che anche il direttore sani- to di poter dare una mano Sanità di questi mesi ha parlato le e gli dico che sarebbe alme- Il direttore del Sisp mi tario aveva dato l’assenso. Man- dall’altro con grande dispiace- del Veneto come della “Corea no corretto informarmi che cava solo la firma del Dg, il com- re perché “forse dico una cosa del Nord-Est”. È veramente non mi vogliono più, almeno dice che è strano: missario dr. Simoni. Passa che farà incazzare qualcuno” questo che vuole? Spero di sbaper rendermi disponibile per il direttore sanitario un’altra settimana e nulla. Ri- ma non sono solo i leghisti ad gliarmi e che al contrario Lei altri. «Ma io non ho ricevuto aveva dato il suo ok chiamo il Servizio del persona- amare i Veneti… possa dimostrare la sua ostentaun no dal direttore» si è giustifile che mi dice che finché non ta forza smettendo di interfericato. torna una risposta dalla Dire- CHI SE NE IMPORTA? re politicamente nelle scelte zione generale, affermativa o Sono certo che in questo mo- della Sanità: le recenti vicende PRATICA INSABBIATA negativa che sia, non possono mento Lei, Presidente, starà riguardanti il prof. Crisanti e il Disponibile in altre Della serie la mia pratica è stadirmi nulla. Richiamo più volte pensando: «Chi se ne importa, dr. Flor dimostrano che i disallita “insabbiata” e quindi nessu- regioni del Nord, dopo il Direttore del Sisp che smette il Veneto se l’è cavata bene an- neamenti proprio non le piacno si prende la responsabilità quattro giorni avevo di rispondermi, immagino per che senza il dr. Beltramello». ciono. di dirmi un no, di scrivermi un un contratto firmato l’imbarazzo di non potermi daEd infatti io non avrei scritto Ma se un professionista della «Scusi, ci siamo sbagliati non re spiegazioni. Dopo un’altra questa lettera se tutte le Ulss si salute è competente e utile per abbiamo più bisogno di Lei si risettimana vengo a sapere da al- fossero comportate come quel- il Sistema sanitario veneto non tenga libero». E così capisco di tre fonti interne che anche in la Euganea (la terza prescelta dovrebbe avere alcuna imporaver buttato via quasi un mequesto caso la pratica è stata nel bando), che mai mi ha chia- tanza il credo politico. se. Il problema è che siamo nel po aver compilato le “solite” bloccata. Né la conferma del mato. Sarebbe stato legittimo. Se la censura è arrivata fino a pieno dell’epidemia... carte vengo messo in contatto contatto né un chiaro e traspaIl problema lo hanno genera- me, lo considero un complicon il responsabile del Servi- rente no. Quindi non sarebbe to le Ulss di Treviso e Bassano mento perché di fatto mi avrebREPLICA A BASSANO zio di Igiene e Sanità Pubblica mai arrivata alcuna risposta. Ri- che mi hanno contattato, mi be riconosciuto il potere di diSorpreso ed arrabbiato, ri-con- dell’Ulss Pedemontana. An- sultato: un altro mese è stato hanno chiesto se ero libero ur- sturbare il suo sistema di potetatto dunque a inizio aprile che con lui ho un piacevole col- “rubato” a me e agli ammalati gentemente, mi hanno detto di re o di offuscare i suoi meriti l’Ulss di Bassano che nel mese loquio tecnico e si mostra mol- di coronavirus. non accettare altri incarichi qualora avessi dato il mio positiantecedente mi aveva cercato to felice di poter contare sul mentre il contratto sarebbe sta- vo contributo in Veneto per l’ema io mi ero dato per “occupa- mio aiuto: «Siamo stati così FUORI REGIONE, CHIAMATO SUBITO to perfezionato. Ulss dove i di- mergenza Covid. — to”. Chiedo se hanno ancora bi- tanto presi dall’emergenza Avendo capito l’andazzo per rettori del Servizio di Igiene e CLAUDIO BELTRAMELLO sogno. Mi rispondono di sì. Do- che uno sguardo generale e me in Veneto mi sono dato di- Sanità Pubblica mi hanno det. MEDICO
Primo Piano 9
L'ARENA
Sabato 27 Giugno 2020
IlVenetoelalottaalvirus
Crisanti:piùrischi perl’autunno
Firmatauna ordinanzacon tantenovità pratiche
Anche in Italia, come in Cina e Germania,siprofila unoscenariofatto di piccoli focolai e mini zone rosse: larapiditàneitamponieneltracciamento dei contatti è la strada giu-
sta per evitare brutte sorprese in autunno. Lo spiega Andrea Crisanti,direttorediMicrobiologiaeVirologiadell’UniversitàdiPadova.«L’Italia non è immune. Se vogliamo
passareindenni,bisognastaremolto vigili in autunno. Come all’inizio della pandemia, questo virus è in grado di diffondersi e di trasmettersisenzacreare casi gravi».
NUOVEREGOLE. Il governatore, dopo aver posto il tema e incassato l’okdai Dipartimenti di prevenzioneregionali, fa da apripistaa livello nazionale: «Gli altri seguiranno»
Treniebus,viailimiti.Maconlamascherina Chinonrispettaleregolerischia Bollettino unasanzioneda400a1.000euro Edaoggisipuòtornareagiocare Duemorti a calcio e a leggere il giornale al bar in24ore INVIATA A VENEZIA
«Abbiamo aspettato fino all’ultimo per riuscire a trovare una linea comune con tutte le Regioni. Alla fine non è stato possibile. Allora facciamo noi da apripista e diamo il via libera». Il governatore Luca Zaia, ieri all’unità di crisi di Marghera, ha firmato la nuova ordinanza in epoca Covid-19 - esattamente la numero 26 che resterà in vigore fino al 10 luglio - per togliere ogni limite di distanziamento nei trasporti. «In treno, bus, vaporetto tornano le capienze da omologazione sia da seduti che in piedi. Quindi niente più sedili alternati. Niente distanziamento obbligatorio. Ma attenzione: si sale con la mascherina che copre naso e bocca e ci si disinfetta le mani. E la si toglie solo quando si scende». Multe da 400 a mille euro a chi non rispetta le regole. È dato mandato al personale di bordo di vigilare. Questa scelta, peraltro annunciata nei giorni scorsi, è stata fortemente voluta da Zaia. «Il Veneto - ricorda - ha fatto da capofila in questa discussione a livello nazionale. Ed è una scelta approvata e condivisa dai Dipartimenti di prevenzione di tutte le Regioni». Cioè è blindata dal punto di vista sanitario. Poi, la politica ha fatto prendere strade diverse. Ma per Zaia non c’erano alternative perché «in linea con quanto accade nel resto dell’Europa» e perché, soprattutto, si tratta di buon senso: «Se due estranei possono stare in macchina insieme, perché non in treno?». Insomma, un libera tutti che permette di tornare alle capienze in epoca pre-emergenza. Del resto, pensare di raddoppiare i mezzi per far fronte al numero dei pendolari e degli studenti era impensabile. Non tutti, però, hanno fatCONTROCORRENTE.
to questa scelta. «L’Emilia Romagna, per esempio, ha tolto i distanziamenti solo per i posti a sedere e non per quelli in piedi», precisa. CALCIO E NON SOLO, SI TORNA A GIOCARE. L’altro fronte che
apre Zaia riguarda gli sport di contatto. Si doveva partire giovedì, ma a livello nazionale è arrivato lo stop. E da allora si sta discutendo. Il Veneto, però, tira dritto e, forte di un esplicito mandato nel Dpcm (cioè la Regione legalmente può farlo), dà il via libera: da oggi si torna in campo facendo riferimento alle linee guida valide per gli altri sport. GIORNALINEIBAR. Altra novi-
tà. Da oggi i quotidiani potranno tornare ad essere letti mentre si beve il caffè al bar o si aspetta il turno dal dentista o dall’estetista. «Gli editori della carta stampata hanno fatto un grande sacrificio in questi mesi di ristrettezze. Ora si torna alla normalità: più copie ci sono a disposizione, dal punto di vista sanitario, meglio è», precisa. PROCESSIONIRELIGIOSE. I cor-
tei rievocativi, le manifestazioni con spostamento, comprese le processioni religiose, da oggi sono ammesse. Vale la regola del distanziamento di un metro. ATTIVITÀ COMMERCIALI NEGLI OSPEDALI E FORMAZIONE.
Sempre da oggi possono riaprire i negozi negli ospedali. E ancora. La formazione dei dipendenti, del pubblico e del privato, può tornare a essere svolta in presenza. IPPODROMOESAUNE. Da oggi
anche negli ippodromi si torna a regime: si possono tenere gare, spettacoli e anche le aste dei cavalli. Novità anche per i centri termali. Via libera alla sauna. Resta ancora chiuso invece il bagno turco • .
Inisolamento finisconoin11 Lentamente cala il numero dei pazienti ricoverati per coronavirus negli ospedali del Veneto. Nel giro di 24 ore sono stati dimessi 5 pazienti dalle aree non critiche arrivando a quota 185 di cui 17 positivi, gli altri tutti già negativizzati al tampone. Nelle terapie intensive, invece, è tutto invariato: sempre 11 pazienti, sempre un solo positivo. Purtroppo cresce il numero delle vittime. Due nuovi decessi in un giorno fanno salire il conto totale da inizio emergenza a quota 2007, di cui 1427 in ospedale (le vittime arrivano una dall’ospedale di Villafranca l’altra da una struttura extraospedaliera, una casa di riposo). Ieri mattina i tamponi eseguiti erano a quota 917.370 da inizio emergenza. I nuovi casi positivi a ieri sera erano 2 facendo salire il conto totale da febbraio a 19.263, mentre quelli attualmente positivi sono 481 (- 48 in un giorno). Risultano invece in isolamento fiduciario 738 veneti di cui la parte da leone la fanno i veronesi con 236 persone. Segue Treviso (142), Venezia (133), Rovigo (74), Belluno (60), Vicenza (50) e Padova (43). Proprio perché continuano ad essere presenti nuovi casi di contagio, il governatore del Veneto, Luca Zaia, raccomanda l’uso della mascherina e il mantenimento delle distanze sociali. Oggi, per la prima volta dal 22 febbraio, il governatore non terrà il punto stampa dall’unità di crisi della protezione civile a Marghera. Appuntamento a lunedì.
© RIPRODUZIONERISERVATA
Trasporto pubblico locale su ferro, gomma e acqua.
contattto. Sport di contatto.
Stop ai distanziamenti. Si viaggia occupando tutti i posti seduti e in piedi. C'è l'obbligo della mascherina e della disinfezione delle mani. A chi trasgredisce multe da 400 a 1.000 euro. Vale anche per taxi, noleggio con conducente, autobus a fini turistici.
Si può tornare a giocare. Si deve fare riferimento alle regole che valgono per gli altri sport: dall'entrata nei locali (misurazione febbre, registro), alle distanze (1 metro quando non si fa attività fisica, 2 metri quando si è in attività fisica tranne nella disciplina dove c'è il contatto) alla gestione degli spogliatoi (indumenti e borse negli armadietti).
Giornali nei bar e in altri esercizi commerciali. I quotidiani possono tornare a essere messi a disposizione per l'uso comune. Vale anche per i circoli ricreativi. manifestazioni Processioni religiose reliigiose e ma anifestazioni con spostamento. Sono consentiti i cortei con obbligo per partecipanti e spettatori di rispettare il distanziamento di 1 metro o uso delle mascherine in caso di impossibilità. Saune. Si apre.
Attività commerciali o di servizio alla persone nelle aree ospedaliere. Possono riprendere secondo le linee guida delle attività commerciali, ma prevedendo un varco separato e un sistema identificativo del cliente che lo differenzi da chi frequenta la struttura per motivi sanitari. Ippodromi. Si torna alle gare e agli spettacoli.
Formazione lavoratori dipendenti. Autorizzata l'attività in presenza e vale per il privato e per il pubblico.
L’EGO-HUB
Cristina Giacomuzzo
L'ordinanza numero 26 per il coronavirus firmata da Zaia
TRASPORTI. L’assessore De Berti:«I treni regionalia regime per il95%»
Rimborsoabbonamenti Eccocomesidevefare «Asettembre sipagherà menoper il rinnovo,cioèsi andrannoa scalare imesi dibloccoper Covid -19»
usando la mascherina, si può tornare a ragionare», dichiara l’assessore regionale ai trasporti, la veronese Elisa De Berti.
Oltre un mese fa, il governatore, Luca Zaia, aveva messo nero su bianco il suo obiettivo: riportare la capienza dei mezzi del trasporto pubblico al 100%. Con una lettera, inviata a tutti i presidenti di Regione, aveva posto il tema. E ieri è arrivata la firma sull’ordinanza che spiana i problemi soprattutto in prospettiva, pensando a un settembre con gli studenti a scuola e i pendolari al lavoro. «Se si continuava a seguire la regola del droplet, cioè del distanziamento, in autunno sarebbe esploso tutto. Le prospettive erano due: o si avrebbero dovuto raddoppiare i mezzi e chi li ha? - o mettere in campo i privati a supporto del pubblico - e chi li paga? Azzerando il distanziamento, ma
RIMBORSI ABBONAMENTI. E
non è il solo nodo che è stato sciolto. «Dopo numerosi incontri - spiega - stiamo definendo i criteri per il rimborso degli abbonamenti del trasporto pubblico per i mesi di blocco. Si sono valutate numerose ipotesi. Alla fine, si è optato per quella meno complessa dal punto di vista burocratico. E cioè a settembre, quando i genitori andranno a rinnovare l’abbonamento per i figli, non pagheranno le mensilità che non avevano usufruito per colpa del coronavirus. In questo modo si toglie di mezzo l’85% dell’istruttoria. Arrivare a una scelta così, che può sembrare banale, in realtà non è stato immediato». Da una stima effettuata si parla di oltre 25 milioni di
ElisaDeBerticonLuca Zaia
euro in rimborsi per gli abbonamenti. SI VIAGGIA A REGIME. De Ber-
ti, poi, fa il quadro delle corse dei treni di competenza regionale: «Siamo praticamente tornati a regime. Sono state ripristinate al 95%. Manca all’appello, per esempio, la Calalzo - Ponte nelle Alpi,
ma solo per mancanza di utenza. È questo semmai il trend in questo periodo: i viaggiatori sono pochi perché non ci sono turisti e molti lavorano ancora da casa». NUOVIBUSINARRIVO. De Ber-
ti ieri ha portato in giunta la delibera del riparto da 41 milioni di euro di risorse statali per il rinnovo dei parchi automobilistici adibiti al trasporto pubblico locale, assegnate al Veneto con decreto del ministero dell’Ambiente. «Con questo provvedimento avviamo un programma di investimenti per modernizzare e rendere più efficiente il parco veicolare su gomma». Il 75% del riparto è destinato all’ambito extraurbano che conta due terzi dei veicoli dell’intera flotta e il cui parco autobus presenta un’anzianità media superiore di due anni rispetto a quello urbano. Le aziende di trasporto dovranno presentare un progetto di investimento, stipulare entro settembre 2021 il contratto di fornitura degli autobus che dovranno essere immatricolati entro dicembre 2022. L’erogazione dei contributi avverrà nel 2023. • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
ILPROBLEMATICOAVVIO DELLELEZIONI. L’assessoreDonazzan:«Impossibile aprireprima: sifa delmale alturismo»
«Pianoscuola,mancano 900 docenti» «Preoccupatiperl’iniziod’anno Servonoanchealtri1.200 bidelli» Dopo una «estenuante» trattativa - come la definisce l’assessore all’istruzione della Regione, la vicentina Elena Donazzan - che ha portato praticamente ad un nuovo piano scuola, le novità per il Veneto sono queste. Uno. Si tornerà in classe il 14 settembre. «Non ci siamo ancora confrontati con il presidente Luca Zaia - ammette Donazzan - ma, come lui stesso ha dichiarato nei giorni scorsi, aprire prima farebbe soffrire
il turismo. Farlo dopo vorrebbe dire lasciare per troppo tempo i ragazzi lontano dalla scuola. Per le decisioni ufficiali non è ancora tempo, ma pare non ci siano alternative». Due. Sulla mascherina non l’ha vinta la linea del governo. Si deciderà a ridosso del via, ma, in pratica, in classe al momento è scongiurato l’obbligo di doverla indossare. Tre. Ora si potrà definire sul territorio, provincia per provincia, il piano dei tra-
sporti. Quarto. Mancano all’appello almeno 900 docenti e 1200 posti di personale Ata. Donazzan ripercorre queste ultime convulse giornate: «Martedì sera è stato reso noto il documento del governo. Inattuabile. Mercoledì mattina mi sono confrontata anche con chi fa l’insegnante: il sindaco di Rossano, Morena Martini, e la vicepresidente della Provincia di Vicenza, Maria Cristina Franco. Anche per loro era irricevibile. Non si poteva far ricadere sui presidi e sugli enti locali il problema dell’organizzazione degli spazi e dei trasporti.
Questo è quello che abbiamo detto come Veneto, insieme alle altre Regioni, al pomeriggio, all’incontro con il governo. Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non si era neppure presentata. Alla volta di giovedì altro vertice, stavolta con il referente agli Affari regionali, Francesco Boccia, e Azzolina presente. Ma niente. Nella notte e fino a questo pomeriggio (ieri, ndr) abbiamo lavorato per trovare una quadra. Il piano per la scuola è stato completamente riscritto dalle Regioni. Adesso il documento approvato rappresenta, per il Veneto, un buon risultato relativa-
mente al tema delle distanze, all’uso della mascherina e alla gestione degli spazi. Ma resta la preoccupazione per la carenza di organico». Non solo. «C’è la questione dei seggi elettorali: per me vanno allestiti fuori dalle scuole - dice -. Poi ho chiesto chiarezza sull’organico e sulla continuità didattica, in particolare quella degli insegnanti di sostegno. Stando al farraginoso meccanismo nazionale di assegnazione dei docenti rischiamo di vedere gli insegnanti definitivi in classe non prima di novembre. Così non va». • CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA
Uninsegnanteinun Paese stranieroalezione conla mascherina