RASSEGNA STAMPA DEL 3 MAGGIO 2020

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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Domenica 3 Maggio 2020

seriti nelle altre ordinanze. «Il Veneto è pronto a riaprire tutto, se il Comitato tecnico scientifico nazionale ci autorizza — avverte Zaia —. Con le altre Regioni stiamo facendo gioco di squadra: la stragrande maggioranza delle ordinanze firmate dai governatori di ogni colore politico interpreta le norme sulla base dei quesiti posti dai cittadini. Quella di domani sarà una grande prova del 9: se ci sarà una re-infezione, rischiamo di dover richiudere ciò che riapre e di far morire definitivamente le attività in attesa di ripartenza». Sul tavolo degli avvocati anche la questione di sagre, fiere e Luna park («tra i settori più in difficoltà, spero possano tornare dopo il 18 maggio»), e la richiesta avanzata dalla delegazione di parrucchieri ed estetisti ricevuti nei giorni scorsi dall’assessore a Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, di poter aprire almeno uno o due giorni la settimana per vendere i loro prodotti. Infine, il nodo dell’accudimento dei bambini, ora che i genitori tornano in azienda o in fabbrica. «Siamo pronti a creare un grande network con gli asili privati, disposti a riaprire, i centri estivi e i Grest — chiude il governatore — ma ci vuole il via libera del Comitato tecnico scientifico nazionale. Stiamo sollecitando il governo in tal senso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

centralismo che in tempi di crisi globali sta emergendo come altrettanto comprensibile rivendicazione di potere e poteri sia dal punto di vista sanitario che economico. Salviamo un assunto. Nel quadro dell’architettura istituzionale nazionale la forma di governo autonoma e federata dev’essere un caposaldo, dato che è prevista dalla Costituzione. Il problema è il quanto e il come armonizzare (oggi ma anche domani) i poteri regionali con quello statale di fronte alla più grande pandemia sociale ed economica della storia contemporanea. Un esempio. Fin dai primi giorni del Grande Contagio il

IL GOVERNO

Variati Controllati oltre 500 mila veneti, poche le sanzioni ma è una favola pensare che ormai sia passata

Il «rubinetto» con cui le Regioni apriranno di più o, al contrario, dovranno tornare a chiudere come e più di prima, rispetto alle aperture nazionali della Fase 2 che partono domani, sarà l’«algoritmo» messo in campo dal ministero della Salute per rispondere alle insistenti richieste di riconoscere le differenze territoriali in materia di contagio da Covid-19. Un «rubinetto» che sarà eventualmente aperto solo con l’ok di una cabina di regia ad hoc composta da un rappresentante delle Regioni (e dovrebbe essere il governatore emiliano Stefano Bonaccini), l’Istituto superiore di sanità e il ministero della Salute che valuterà i dati dei 7 giorni precedenti. Il decreto firmato da Roberto Speranza, in via di pubblicazione in queste ore sulla Gazzetta ufficiale, specifica paletti e possibilità: sarà un algoritmo che tiene conto della capacità di ogni regione di tenere a bada il virus. In sintesi, a pesare, oltre ai numeri di contagi e ricoveri, saranno soprattutto i letti di terapia intensiva effettivamente disponibili. «Il» numero, poi, da cui si parte è ovviamente R0, l’indice di trasmissione. Per vacanze e spostamenti tra Regioni dovrà scendere a 0,2, vale a dire che un positivo contagerà 0,2 persone. Ieri in Veneto R0 era 0,53, esattamente come la Lombardia, ma più basso, ad esempio, dell'Emilia-Romagna. Ragionamenti tutt’altro che accademici alla vigilia del fatidico 4 maggio, data del piano nazionale di riaperture previsto dal Dpcm del 26 apri-

re è stato messo a nudo dall’urgenza di istituire le zone rosse di Emilia, Veneto e Lombardia, quest’ultima ancora alle prese con il caso della Val Seriana. Un territorio riempito di morti ma rimasto aperto per troppo tempo rispetto al Lodigiano subito provvidenzialmente isolato - con uno scaricabarile fra Governo e Regione per il momento confinato nella polemica politica ma destinato ad entrare nelle aule dei tribunali. Come resta il confronto fra Lombardia e Veneto, entrambe terre leghiste ma dove la figura del governatore Luca Zaia è emersa, rispetto a quella del collega Fontana, come esempio di leaderismo rassicurante e vincente, al pari di quella del presidente

le. «A meno di una ripresa generalizzata del contagio spiega il sottosegretario dell’Interno, Achille Variati - il governo vuole passare a un’articolazione regionale. Per il Veneto, quindi, non possiamo che auspicare aperture ulteriori in tempi più brevi rispetto alla cornice nazionale». In attesa che questo quadro si definisca, il Veneto, però, va per la sua strada e annuncia per oggi una nuova ordinanza. «Zaia dovrebbe smetterla con queste continue fughe in avanti. È il momento di essere tutti dalla stessa parte - ammonisce Andrea Martella, sottosegretario a Palazzo Chigi quanto alla cabina di regia con le Regioni, la prima valutazione verrà fatta già alla fine della prossima settimana ma l’algoritmo sarà vincolante». Martella aggiunge, qualche anticipazione sulle novità in materia di semplificazione per le riaperture: «possiamo pensarle non tanto sulla base di un’autorizzazione quanto di una condivisione di responsabilità, in alcuni casi con un’autocertificazione». Un altro tema sul tappeto sono i trasporti pubblici. Su questo fronte il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta assicura: «i fondi promessi non sono in discussione ma andranno in un decreto successivo». Intanto, l’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, spiega «in collaborazione con Trenitalia, Sistemi Territoriali e Infrastrutture Venete abbiamo lavorato, e lavoreremo anche in queste ore, per rendere il più agevole possibile la fruizione dei ser-

d’altra sponda politica (centrosinistra) Stefano Bonaccini. Ma anche qui, al di là dei meriti di Zaia, possiamo dire che Veneto e Lombardia partono uguali? No, perché le sole province di Milano, Bergamo e Brescia sommano quasi la popolazione dell’intero Veneto, la cui metropoli diffusa fatta spesso di paesi e campanili è inconfrontabile con la densità della metropoli lombarda. Più solido il raffronto con i modelli sanitari: quello del Veneto (ma anche di Emilia e Trentino Alto Adige) improntato al pubblico: quello lombardo, ereditato da Formigoni, più contiguo al privato e propenso a guardare le eccellenze ospedaliere e meno il territorio. Che ne sarà, dopo

Il punto

● Al via da domani la Fase due con riaperture generalizzate di larga parte delle attività produttive ma per anticipare ulteriori aperture, dal commercio ai servizi alla persona, ci si baserà su un algoritmo di sostenibilità

lo tsunami del coronavirus, della Sanità delle Regioni, presidio primario dell’autonomia finora regolamentata e teoricamente da «ridiscutere» ai tavoli nazionali interrotti dal contagio? Sempre che l’autonomia voluta da Zaia e Bonaccini (al netto della differenza dei modelli) torni ad essere elemento di confronto. Il virus si mangerà anche le gambe del tavolo? E come finiranno gli altri tavoli, quelli delle Province speciali di Trentino e Alto Adige, molto più radicate nel dettato Costituzionale e nei Patti che di continuo normano la gestione di regole e tributi?

VE

Al via una cabina di regia Iss, ministero e Regioni per autorizzare gli anticipi. Cassa prorogata di 9 settimane, il nodo trasporti

Aperture regionali un algoritmo deciderà se e come si può procedere VENEZIA

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vizi ferroviari per le persone che, da lunedì, torneranno al lavoro. Saranno attivi il 53% dei convogli sulla base della probabile affluenza», convogli già attrezzati sui posti utilizzabili e con indicazioni sui percorsi di ingresso e di uscita. Fabbriche e laboratori riaprono domani ma Baretta annuncia la proroga di altre 9 settimane per la cassa integrazione anche in deroga. «Sarà un test importante vedere l’accesso ad attività riaperte spiega Baretta - dipenderà ad esempio dalle commesse». In Veneto sono state 252 mila le domande per il bonus autonomi per 151 milioni, l’8% della richiesta nazionale. «Al 30 aprile - dice Baretta - sono arrivate per la cassa in deroga 36325 domande di aziende per 118 mila lavoratori. Di queste 29 mila attraverso il canale regionale e 17 mila attraverso l’Inps, un doppio binario che dobbiamo modificare e che ha causato i ritardi nell’erogazione». A queste cifre si aggiungono i dati della cassa ordinaria: 34185 domande. «Il 4 maggio tornano operativi in sicurezza altri 149 mila addetti dell’artigianato veneto e 60 mila aziende. Restano le ferite di 14 mila aziende e 30 mila addetti (benessere, restauro e ristoranti) ancora al palo e l’incertezza su lavoro e mercati» sintetizza Agostino Bonomo, Confartigianato. Il calcolo viene ritoccato all’insù da Cna c h e co n te g g i a i l r i to r n o all'operatività di quasi 81 mila imprese dei settori edilizia e manifatturiero. Tutti si dichiarano pronte a riaperture regionali anticipate. Così fa il gruppo dei Giovani Imprenditori di Confindustria che su Facebook lancia un video messaggio «il paradigma va invertito: la ripartenza è un bene comune». «A patto che il contagio resti sotto controllo, è una favola che sia finita» dice Variati fornendo gli ultimi dati sui controlli: un veneto su dieci è stato controllato. Ma sugli oltre 500 mila controlli le sanzioni penali di violazione della quarantena sono state solo 50. E anche nella settimana del 25 aprile le multe sono state «solo» 1995. Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA

In tutto questo sta infine il rapporto tra politica e scienza. Una scienza suonata come un pugile all’esordio del Covid 19 ma unico ancoraggio, anche nelle sue divisioni, per le decisioni di chi governa. L’importante è che per la politica la scienza non diventi l’alibi per abdicare a favore esclusivo dei virologi, scambiati per nuovi «Principi». Noi cittadini, invece, assieme al contagio abbiamo prodotto una cosa straordinaria: una grande dose di civismo collettivo. Molto del quale in ossequio alle regole ma in parte legato, soprattutto nei territori dove il civismo da molto è sospeso, ad una grande paura di morire. Alessandro Russello alessandro.russello@rcs.it © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Matteo Sorio

De Angelis e quelle «Pillole in musica» su Facebook Il suo antivirus, Enrico De Angelis, l’ha sviluppato grazie agli amici. «Ero un po’ giù, inattivo, e mi hanno stimolato a pubblicare documenti musicali legati in qualche modo al momento storico». Così, su Facebook, ecco le «Pillole antivirus in musica», perle inedite dall’archivio del giornalista veronese, storico della canzone d’autore e già anima del Club Tenco, un bagaglio di 30 mila dischi e quei reperti rari di eventi dedicati ai grandi autori. Quali «pillole» ha scelto, De Angelis? «Tra le tante un video di Guccini che, ospite al Nuovo di Verona, propone “L’osteria dei poeti”, brano che parla dell’assenza. Poi Vecchioni che canta “Teatro”, in omaggio al mondo dello spettacolo oggi devastato. Enrico Oppure De De Angelis André in “Un medico”, in omaggio ai nostri dottori in prima linea». Canzoni che possono «parlarci». «Sì. Penso a Gino Paoli, “Il cielo in una stanza”, perché siamo reclusi ma il nostro “cielo in una stanza”, appunto, possiamo trovarlo». La gente come ha reagito? «C’è tanta fame di rapporto. Ma anche di conoscenza: col download non si leggono più i libretti dei dischi dov’è scritto chi ha suonato, registrato, prodotto e quando. Con Vanessa Tagliabue Yorke, cantante straordinaria, abbiamo fatto una diretta sui poeti cantati da Endrigo: dal vivo avere tra 50 e 100 persone è un bellissimo risultato, lì erano connesse un migliaio». E il festival di Be Quiet trasferitosi online? «L’animatore di quest’associazione napoletana, che divulga la canzone di qualità e artisti non ancora famosi, è un bravo cantautore, Giovanni Block. Mi ha chiesto di collaborare. Ogni sera si collega un cantautore da casa e propone alcune canzoni». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

DOMENICA 3 MAGGIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

L’allarme globale: il fronte sanitario

Tornano al lavoro 1,2 milioni di veneti Contagi mai così bassi, Sos case riposo Zaia: «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, oggi una nuova ordinanza per mettere ordine. Nessun conflitto con Conte» guardia: l’autonomia dei territori è sacra e proprio per questo nel mio Veneto ho imposto l’uso delle mascherina sempre e ovunque: certo, chi passeggia da solo in campagna la può tenere in tasca e indossarla appena incontra una persona», dice il governatore.

Albino Salmaso /VENEZIA

Si riparte. La prigionia da lockdown sta per finire. Dopo 56 giorni. Inizia la fase 2, quella della convivenza con il virus dei pippistrelli importato dalla Cina nell’era della globalizzazione selvaggia. Il Veneto preme sull’acceleratore e chiede al ministro Speranza un corridoio “Codiv-free” grazie all’R0 più basso d’Italia. Ieri appena 16 nuovi casi su 7.422 persone positive, lo 0,21 per cento. La soglia minima perfetta che consentirà lo spostamento tra le regioni. L’R0 si abbassa allo 0,087% se confrontato con i 18.260 pazienti con il tampone positivo. Non è così invece per le case di riposo: tra contagi e tassi di mortalità i parametri sono decisamente superiori a quelli fissati nell’algoritmo dagli esperti di Speranza.

IL MANIFATTURIERO RIAPRE

Un milione e 200 mila lavoratori domani tornano quindi in fabbrica e in ufficio, con l’incubo Covid che ha stravolto lo stile di vita e cancellato 50 mila posti di lavoro. Conterà molto la mascherina e il rapporto di fiducia tra le persone: la distanza di due metri è la garanzia minima per evitare il contagio, anche sui bus, i treni e il metrò. Difficile evitare i con-

Braccio di ferro con il ministro Speranza sull’algoritmo e i tamponi in Veneto

FASE 2. GRANDE CAUTELA

Se il Veneto guarda alla fase 2 con ottimismo, in Lombardia, Emilia Romagna e anche a Trento la sorveglianza sanitaria sarà decisamente più elevata perché i parametri epidemiologici rientrano ancora nella fascia “arancione”. A Roma quindi hanno scelto strategie diversificate: dal 4 al 18 maggio la ripresa del manifatturiero sarà il vero test per capire se la pandemia è rientrata, o se invece c’è il rischio di una risalita dei contagi, com’è già avvenuto in Germania, Cina, Singapore e Corea. «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, ovviamente nel pieno rispetto del Dpcm del governo Conte, ma oggi presenterò una nuova ordinanza per stabilire i criteri di comportamento in Veneto e rinfrescare la memoria a chi fa confusione con i provvedimenti» insiste Luca Zaia nel suo tg web delle 12.30. «Ma è fondamentale non abbassare la

Il controllo della temperatura: il termoscanner sarà in funzione nelle aziende, oltre che negli ospedali

lo scenario elettorale

Rispunta l’ipotesi del voto in luglio per le Regioni Martedì l’ audizione in commissione alla Camera Se a Roma soffiano venti di crisi sulla maggioranza che regge il governo Conte, a Venezia Luca Zaia pensa solo a vincere la sua battaglia: votare a luglio. E forse un motivo c’è. Perché le grandi manovre vedono palazzo Chigi sotto assedio a giugno, con l’offensiva di Renzi che punta a un governo di solidarietà nazionale. Con tutti i partiti che collaborano. Anche la Lega? Pare di sì. Salvini e la Meloni non ne vogliono sentir parlare, ma Forza Italia sta lavorando a questa ipotesi con Gianni Letta in cabina di regia. E Zaia sarebbe il leader emergente cui affidare il salvataggio del paese in un momento drammatico. Zaia, non Salvini. Ma il governatore ha fiutato il pericolo e proprio per questo vuole essere riconfermato alla guida del Veneto in tempi rapidissimi. Ipotesi credibile? «Penso ancora che si possa correg-

gere il decreto presentato dal Governo sulla data delle elezioni. Con serenità, con spirito di collaborazione quantomeno tenendo aperta anche un’altra possibilità che è quella estiva» ha detto il presidente del Veneto. Finita la parte sanitaria, ieri ha annunciato di voler sostenere questa linea nell’audizione «che abbiamo in Commissione alla Camera il 5 maggio, alle 10.20. Voglio ricordare che fin dal primo giorno - ha osservato- i governatori hanno chiesto che comunque ci sia questa finestra del voto a luglio e non solo da settembre. Certo, c’è bisogno della autorizzazione nella fase operativa del ministero della Salute che dovrò fornire il suo parare vincolate». E Salvini sarà d’accordo? Lui dice che è meglio l’autunno: «No, anche lui è d’accordo su luglio», conclude Zaia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il trasporto dei passeggeri

Domani viaggia il doppio dei treni ma non ancora le Frecce Rosse VENEZIA

Secondo quanto ha scritto ieri su Facebook il senatore veneziano del Partito democratico Andrea Ferrazzi, la settimana prossima, sia sulla direttrice Venezia-Padova-Vicenza –Milano e sia sull’asse Venezia-Padova-Roma Termini, dovrebbe essere riattivata almeno una Freccia Rossa a testa, sia in direzione sud che verso ovest.

Sempre nel medesimo comunicato, Ferrazzi sostiene di aver avuto una lunga telefonata con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli sul problema dei collegamenti che interessa il Nordest. Quest’ultima si sarebbe impegnata a far ripristinare da TrenItalia sia una Freccia per Roma che un’altra per Milano. «È inaccettabile che il nordest del nostro Paese non abbia neanche un collegamen-

to di Alta Velocità al giorno né con Milano e né con Roma, visto che domani si aprirà la Fase 2 del programma del governo» ha scritto il senatore veneziano. Sino ad ieri sera, nel nuovo elenco delle 12 Frecce (prima erano solo 8) che andranno a potenziare l’asse Torino-Milano– Roma-Napoli, le nuove Frecce per il Veneto orientale non c’erano ancora, ma probabilmente saranno messe

in orario nel corso della settimana. Per il ripristino dei collegamenti veloci da e per Vicenza, Padova, Venezia, Udine e Trieste è intervenuta anche l’Orsa regionale del Veneto, il sindacato di base che ha tantissimi iscritti tra i macchinisti ed i capitreno. Il segretario Ezio Ordigoni ha invitato TrenItalia a «ripristinare immediatamente» i collegamenti AV non solo per Roma e Milano, ma anche quello per Bologna, Foggia, Bari e Lecce che, prima del Coronavirus, partiva da Padova alle 7. 23. Ordigoni ha scritto che è totalmente sbagliato tenere il Veneto orientale isolato quando produce il 10% del Pil nazionale. Solo Verona è

tatti per i pendolari. Chi non può permettersi l’auto, lo scooter o la bicicletta deve solo pretendere che le corse siano rafforzate con i bis nelle ore di punta. Mai più stipati come le sardine, con il fiato sul collo. A Venezia scatterà la sperimentazione dei vaporetti su «prenotazione», grazie all’app “ufirst” per i viaggiatori. Occhio al telefonino. LE SCUOLE E GI ASILI

Le scuole sono chiuse fino a settembre, con l’obiettivo di riaprire gli asili per consentire ai genitori di tornare al lavoro perché le mamme fanno i miracoli tutti i giorni ma il lockdown rischia di segregarle in casa per sei mesi. «Le proposte per aprire gli asili e le materne le abbiamo messe per iscritto dieci giorni fa e siamo in attesa della risposta del mi-

collegata con Roma con una Freccia che parte da Bolzano. Intanto, a livello regionale, sia la Regione che TrenItalia Veneto confermano il robusto potenziamento dei treni locali previsto a partire da domani. I regionali, sia veloci che ad andamento lento,

Ma il senatore Ferrazzi annuncia l’imminente ripresa dei collegamenti con Milano e Roma passeranno da 120 a 320. Ossia si passerà dal 25 al 54% del traffico pre-pandemia. Il potenziamento avverrà su tutte le linee. In particolare

nistro della Famiglia, Bonetti. Tutto è nelle mani del Comitato tecnico scientifico. Il protocollo è firmato, manca il via libera da Roma: speriamo decina in fretta», spiega Zaia. L’ALGORITMO DI SPERANZA

Dopo la rivolta delle 13 regioni di centrodestra, che hanno firmato una lettera di durissime critiche al premier Conte, il dialogo con Roma rischia di incagliarsi sull’algoritmo di Speranza. La commissione di esperti ha messo a punto una griglia con 21 parametri divisi in tre categorie: il monitoraggio dei sintomatici; gli indici di efficienza di gestione dei tamponi e dei contatti; la tenuta dei servizi sanitari. Se il Veneto è al top in Italia nel rapporto tra terapie intensive occupate da Covid e posti disponibili (110 pazienti su 835 letti), più incognite riserva il punto 3.5 sui focolai di nuova trasmissione. Qui entrano in gioco le case di riposo, con un tasso di contagio elevato, il cui sbocco spesso è la morte dei nonni. L’età media si aggira sugli 82 anni. IL RECORD DEI TAMPONI

Sui tamponi si va verso un braccio di ferro: il Veneto è a quota 340 mila, quasi l’8% della popolazione con particolare attenzione al personale della sanità, controllato periodicamente. Nel Sud il tampone è aleatorio, forse perché i tassi di mortalità restano molto bassi in rapporto ai contagi. Il Veneto si prepara quindi a ripartire, dopo aver vinto la sfida dell’efficienza con le “sorelle” della Padania e per uscire dalla gabbia dei medici, Zaia si lascia andare a una battuta: vogliamo andare al mare, ma non nei plexigass. Lasciateci fare un tuffo in acqua, senza doccia e gel. Il sale fa bene sulla pelle. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sulla Venezia-Padova-Verona; Venezia-Treviso-Udine; Venezia-Castelfranco-Bassano; Padova-Montebelluna; Venezia-Padova-Rovigo– Bologna; Venezia-Portogruaro. Così tanti treni in rapporto all’emergenza sanitaria in corso perché domani inizia la Fase 2 e tantissimi veneti torneranno a lavorare. Naturalmente i treni viaggeranno con la capienza ridotta al 40% e sia i ferrovieri che i passeggeri dovranno essere muniti sia di mascherina che di guanti. Ci si potrà sedere solo sui posti contrassegnati come disponibili ed è fortemente incoraggiata la prenotazione dei posti, ove possibile. — FELICE PADUANO © RIPRODUZIONE RISERVATA Copia di promopress


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DOMENICA 3 MAGGIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

L’allarme globale: il fronte sanitario

Tornano al lavoro 1,2 milioni di veneti Contagi mai così bassi, Sos case riposo Zaia: «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, oggi una nuova ordinanza per mettere ordine. Nessun conflitto con Conte» guardia: l’autonomia dei territori è sacra e proprio per questo nel mio Veneto ho imposto l’uso delle mascherina sempre e ovunque: certo, chi passeggia da solo in campagna la può tenere in tasca e indossarla appena incontra una persona», dice il governatore.

Albino Salmaso /VENEZIA

Si riparte. La prigionia da lockdown sta per finire. Dopo 56 giorni. Inizia la fase 2, quella della convivenza con il virus dei pippistrelli importato dalla Cina nell’era della globalizzazione selvaggia. Il Veneto preme sull’acceleratore e chiede al ministro Speranza un corridoio “Codiv-free” grazie all’R0 più basso d’Italia. Ieri appena 16 nuovi casi su 7.422 persone positive, lo 0,21 per cento. La soglia minima perfetta che consentirà lo spostamento tra le regioni. L’R0 si abbassa allo 0,087% se confrontato con i 18.260 pazienti con il tampone positivo. Non è così invece per le case di riposo: tra contagi e tassi di mortalità i parametri sono decisamente superiori a quelli fissati nell’algoritmo dagli esperti di Speranza.

IL MANIFATTURIERO RIAPRE

Un milione e 200 mila lavoratori domani tornano quindi in fabbrica e in ufficio, con l’incubo Covid che ha stravolto lo stile di vita e cancellato 50 mila posti di lavoro. Conterà molto la mascherina e il rapporto di fiducia tra le persone: la distanza di due metri è la garanzia minima per evitare il contagio, anche sui bus, i treni e il metrò. Difficile evitare i con-

Braccio di ferro con il ministro Speranza sull’algoritmo e i tamponi in Veneto

FASE 2. GRANDE CAUTELA

Se il Veneto guarda alla fase 2 con ottimismo, in Lombardia, Emilia Romagna e anche a Trento la sorveglianza sanitaria sarà decisamente più elevata perché i parametri epidemiologici rientrano ancora nella fascia “arancione”. A Roma quindi hanno scelto strategie diversificate: dal 4 al 18 maggio la ripresa del manifatturiero sarà il vero test per capire se la pandemia è rientrata, o se invece c’è il rischio di una risalita dei contagi, com’è già avvenuto in Germania, Cina, Singapore e Corea. «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, ovviamente nel pieno rispetto del Dpcm del governo Conte, ma oggi presenterò una nuova ordinanza per stabilire i criteri di comportamento in Veneto e rinfrescare la memoria a chi fa confusione con i provvedimenti» insiste Luca Zaia nel suo tg web delle 12.30. «Ma è fondamentale non abbassare la

Il controllo della temperatura: il termoscanner sarà in funzione nelle aziende, oltre che negli ospedali

lo scenario elettorale

Rispunta l’ipotesi del voto in luglio per le Regioni Martedì l’ audizione in commissione alla Camera Se a Roma soffiano venti di crisi sulla maggioranza che regge il governo Conte, a Venezia Luca Zaia pensa solo a vincere la sua battaglia: votare a luglio. E forse un motivo c’è. Perché le grandi manovre vedono palazzo Chigi sotto assedio a giugno, con l’offensiva di Renzi che punta a un governo di solidarietà nazionale. Con tutti i partiti che collaborano. Anche la Lega? Pare di sì. Salvini e la Meloni non ne vogliono sentir parlare, ma Forza Italia sta lavorando a questa ipotesi con Gianni Letta in cabina di regia. E Zaia sarebbe il leader emergente cui affidare il salvataggio del paese in un momento drammatico. Zaia, non Salvini. Ma il governatore ha fiutato il pericolo e proprio per questo vuole essere riconfermato alla guida del Veneto in tempi rapidissimi. Ipotesi credibile? «Penso ancora che si possa correg-

gere il decreto presentato dal Governo sulla data delle elezioni. Con serenità, con spirito di collaborazione quantomeno tenendo aperta anche un’altra possibilità che è quella estiva» ha detto il presidente del Veneto. Finita la parte sanitaria, ieri ha annunciato di voler sostenere questa linea nell’audizione «che abbiamo in Commissione alla Camera il 5 maggio, alle 10.20. Voglio ricordare che fin dal primo giorno - ha osservato- i governatori hanno chiesto che comunque ci sia questa finestra del voto a luglio e non solo da settembre. Certo, c’è bisogno della autorizzazione nella fase operativa del ministero della Salute che dovrò fornire il suo parare vincolate». E Salvini sarà d’accordo? Lui dice che è meglio l’autunno: «No, anche lui è d’accordo su luglio», conclude Zaia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il trasporto dei passeggeri

Domani viaggia il doppio dei treni ma non ancora le Frecce Rosse VENEZIA

Secondo quanto ha scritto ieri su Facebook il senatore veneziano del Partito democratico Andrea Ferrazzi, la settimana prossima, sia sulla direttrice Venezia-Padova-Vicenza –Milano e sia sull’asse Venezia-Padova-Roma Termini, dovrebbe essere riattivata almeno una Freccia Rossa a testa, sia in direzione sud che verso ovest.

Sempre nel medesimo comunicato, Ferrazzi sostiene di aver avuto una lunga telefonata con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli sul problema dei collegamenti che interessa il Nordest. Quest’ultima si sarebbe impegnata a far ripristinare da TrenItalia sia una Freccia per Roma che un’altra per Milano. «È inaccettabile che il nordest del nostro Paese non abbia neanche un collegamen-

to di Alta Velocità al giorno né con Milano e né con Roma, visto che domani si aprirà la Fase 2 del programma del governo» ha scritto il senatore veneziano. Sino ad ieri sera, nel nuovo elenco delle 12 Frecce (prima erano solo 8) che andranno a potenziare l’asse Torino-Milano– Roma-Napoli, le nuove Frecce per il Veneto orientale non c’erano ancora, ma probabilmente saranno messe

in orario nel corso della settimana. Per il ripristino dei collegamenti veloci da e per Vicenza, Padova, Venezia, Udine e Trieste è intervenuta anche l’Orsa regionale del Veneto, il sindacato di base che ha tantissimi iscritti tra i macchinisti ed i capitreno. Il segretario Ezio Ordigoni ha invitato TrenItalia a «ripristinare immediatamente» i collegamenti AV non solo per Roma e Milano, ma anche quello per Bologna, Foggia, Bari e Lecce che, prima del Coronavirus, partiva da Padova alle 7. 23. Ordigoni ha scritto che è totalmente sbagliato tenere il Veneto orientale isolato quando produce il 10% del Pil nazionale. Solo Verona è

tatti per i pendolari. Chi non può permettersi l’auto, lo scooter o la bicicletta deve solo pretendere che le corse siano rafforzate con i bis nelle ore di punta. Mai più stipati come le sardine, con il fiato sul collo. A Venezia scatterà la sperimentazione dei vaporetti su «prenotazione», grazie all’app “ufirst” per i viaggiatori. Occhio al telefonino. LE SCUOLE E GI ASILI

Le scuole sono chiuse fino a settembre, con l’obiettivo di riaprire gli asili per consentire ai genitori di tornare al lavoro perché le mamme fanno i miracoli tutti i giorni ma il lockdown rischia di segregarle in casa per sei mesi. «Le proposte per aprire gli asili e le materne le abbiamo messe per iscritto dieci giorni fa e siamo in attesa della risposta del mi-

collegata con Roma con una Freccia che parte da Bolzano. Intanto, a livello regionale, sia la Regione che TrenItalia Veneto confermano il robusto potenziamento dei treni locali previsto a partire da domani. I regionali, sia veloci che ad andamento lento,

Ma il senatore Ferrazzi annuncia l’imminente ripresa dei collegamenti con Milano e Roma passeranno da 120 a 320. Ossia si passerà dal 25 al 54% del traffico pre-pandemia. Il potenziamento avverrà su tutte le linee. In particolare

nistro della Famiglia, Bonetti. Tutto è nelle mani del Comitato tecnico scientifico. Il protocollo è firmato, manca il via libera da Roma: speriamo decina in fretta», spiega Zaia. L’ALGORITMO DI SPERANZA

Dopo la rivolta delle 13 regioni di centrodestra, che hanno firmato una lettera di durissime critiche al premier Conte, il dialogo con Roma rischia di incagliarsi sull’algoritmo di Speranza. La commissione di esperti ha messo a punto una griglia con 21 parametri divisi in tre categorie: il monitoraggio dei sintomatici; gli indici di efficienza di gestione dei tamponi e dei contatti; la tenuta dei servizi sanitari. Se il Veneto è al top in Italia nel rapporto tra terapie intensive occupate da Covid e posti disponibili (110 pazienti su 835 letti), più incognite riserva il punto 3.5 sui focolai di nuova trasmissione. Qui entrano in gioco le case di riposo, con un tasso di contagio elevato, il cui sbocco spesso è la morte dei nonni. L’età media si aggira sugli 82 anni. IL RECORD DEI TAMPONI

Sui tamponi si va verso un braccio di ferro: il Veneto è a quota 340 mila, quasi l’8% della popolazione con particolare attenzione al personale della sanità, controllato periodicamente. Nel Sud il tampone è aleatorio, forse perché i tassi di mortalità restano molto bassi in rapporto ai contagi. Il Veneto si prepara quindi a ripartire, dopo aver vinto la sfida dell’efficienza con le “sorelle” della Padania e per uscire dalla gabbia dei medici, Zaia si lascia andare a una battuta: vogliamo andare al mare, ma non nei plexigass. Lasciateci fare un tuffo in acqua, senza doccia e gel. Il sale fa bene sulla pelle. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sulla Venezia-Padova-Verona; Venezia-Treviso-Udine; Venezia-Castelfranco-Bassano; Padova-Montebelluna; Venezia-Padova-Rovigo– Bologna; Venezia-Portogruaro. Così tanti treni in rapporto all’emergenza sanitaria in corso perché domani inizia la Fase 2 e tantissimi veneti torneranno a lavorare. Naturalmente i treni viaggeranno con la capienza ridotta al 40% e sia i ferrovieri che i passeggeri dovranno essere muniti sia di mascherina che di guanti. Ci si potrà sedere solo sui posti contrassegnati come disponibili ed è fortemente incoraggiata la prenotazione dei posti, ove possibile. — FELICE PADUANO © RIPRODUZIONE RISERVATA Copia di promopress


VII

Primo Piano

Domenica 3 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Il virus, le proteste

I commercianti in piazza: «Sindaci, ecco le nostre chiavi» Il malcontento di negozianti e artigiani `Gesto simbolico verso le amministrazioni dilaga dal Miranese alla Riviera del Brenta I Comuni preparano iniziative di sostegno `

LA MOBILITAZIONE MIRANO-DOLO Hanno bar, profu-

merie, pasticcerie, negozi di scarpe, di abbigliamento o di articoli sportivi e attività di estetica ma non possono alzare le serrande né fare uno scontrino da due mesi. Così il 1. maggio, festa del lavoro, si sono ritrovati alla stessa ora davanti alle porte dei loro negozi e hanno fatto tintinnare le chiavi. In alcuni casi poi le hanno simbolicamente raccolte per consegnarle ai loro sindaci. Nei sette comuni del Miranese i protagonisti venerdì mattina sono stati i commercianti. In circa 500 hanno deciso di far arrivare la loro voce al Governo. E la Confcommercio del Miranese ha promosso il flash-mob di mezzogiorno, chiedendo di scattare video e foto che sono stati raccolti per un collage che sarà pubblicato nelle prossime ore e inviato a Roma. Il tintinnio si è udito in tutti i centri ma la manifestazione si è diffusa anche lungo le stradine e i quartieri di periferia. E i sindaci, ciascuno nel proprio comune, non hanno fatto mancare il loro supporto, partecipando alla manifestazione in solidarietà nei confronti dei commercianti che chiedono di poter riaprire.

protestato davanti ai negozi, si sono poi aggiunti anche alcuni esponenti del commercio ambulante, altra categoria che sta soffrendo in questo periodo di limitazioni. In ogni comune la protesta ha poi preso forme diverse. A Spinea alle 12 i commercianti si sono riuniti davanti al municipio, con le chiavi in mano e i cartelli con lo slogan “vogliamo lavorare” e “non possiamo più aspettare”. A Mirano, sempre al grido di “non ci possiamo indebitare”, hanno raccolto le chiavi

appoggiandole simbolicamente davanti al municipio. In piazza Martiri sono arrivati per esprimere la loro vicinanza il deputato Lega Sergio Vallotto e il consigliere regionale Alberto Semenzato. Accanto ai manifestanti di Scorzè, oltre alla sindaca, anche il consigliere regionale Gabriele Michieletto. Ha espresso il supporto alla protesta, con una lettera, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato. La manifestazione ha tenuto

banco anche in Riviera del Brenta. A Dolo hanno aderito all’iniziativa una trentina di gestori di bar, pasticcerie, gelaterie, estetiste, parrucchieri, negozi d’abbigliamento, di scarpe, fiorerie, giornalai, agenzie immobiliari, erboristerie: erano rappresentate un po’ tutte le professionalità, uniti nel chiedere la possibilità di lavorare. «Cinquanta giorni di chiusura forzata – lamenta Umberto Cogno della fioreria omonima – e continuano a posticipare le aperture delle nostre attività, decidendo anche in maniera illogica, discriminando alcune categorie più di altre». Ma affitti, utenze, tasse, dipendenti da pagare e famiglie da mantenere non si possono fermare. La situazione è sempre più drammatica: «Serviva una manifestazione che ci rendesse visibili e sperare che lo Stato ascolti il nostro grido di disperazione». Una manifestazione silenziosa, pacifica,

OMAGGIO L’installazione comparsa ieri sera in piazza Ferretto

«LA SITUAZIONE È DRAMMATICA DOPO 50 GIORNI DI CHIUSURA FORZATA AFFITTI E UTENZE NON SI FERMANO» IL SINDACO DI DOLO STA PREPARANDO UNA MANOVRA PER AGEVOLARE CHI HA SOSPESO L’ATTIVITÀ»

FESTA DIMEZZATA A Mirano, per citarne uno, la profumeria Silvy avrebbe festeggiato proprio venerdì i 40 anni di attività. La titolare, Silvana Muffato, è stata premiata con una pianta: «Mi sarebbe piaciuto festeggiare in un altro modo, con il negozio aperto e gli amici di sempre». Ai 500 che hanno SERRANDA ABBASSATE La protesta dei commercianti riuniti il 1. maggio davanti ai municipi di Salzano e Scorzè

NEL CAPOLUOGO

Nuove iniziative Ristoratori e operatori turistici in marcia

MESTRE Gli spazi simbolici di Ve-

nezia domani diventeranno teatro di numerose proteste da parte di imprenditori sulla gestione della crisi. Alla stazione, alle 10 del mattino, ci sarà un flash-mob di imprenditori, commercianti, artigiani e associazioni di categoria. Piazza San Marco invece ospiterà imprenditori, ristoratori e operatori del turismo come gli operanti dell’extra alberghiero, che lamentano di non esser stati considerati: «Si sono completamente dimenticati di noi - dichiara Eliana Avenali, tesoriere dell’Abbav - sia come apertura, ma anche come sostegno all’impresa». Sempre alle 10 il cordone di persone si sposterà lentamente verso Rialto, dove gli aderenti all’iniziativa, che avverrà senza fischietti e in forma pacifica, creeranno una catena umana che a distanza di sicurezza giungerà a riva del Vin attraverso il ponte di Rialto. La catena umana coinvolgerà anche i commercianti del Lido:

Oggi e domani altre manifestazioni a Venezia, le partite Iva a San Donà una protesta pacifica e silenziosa che faccia sentire idealmente la voce di quelle attività che, ormai allo stremo, chiedono di aprire prima del 1. giugno, data oggi prevista dalla “fase 2”. Il corteo che attraverserà, in modo pacifico e silenzioso, il Ponte di Rialto arriverà davanti all’ingresso di Ca’ Farsetti, con l’obiettivo, nemmeno troppo velato, di incassare la solidarietà del sindaco Brugnaro e delle varie istituzioni cittadine. I manifestanti chiederanno, tra l’altro, la cancellazione dei tributi come Tari, Tasi e Cosap, da marzo fino alla fine del 2020, rivedere le restrizioni Covid 19, come distanze, plexiglas e sani-

ficazioni costanti. La manifestazione ha già incassato la solidarietà da parte dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Andrea Bassi, Stefano Casali, Elena Donazzan, Joe Formaggio e Massimo Giorgetti. I politici hanno annunciato che alle 14 saranno in piazza

CATENA UMANA IN CENTRO STORICO IN PIAZZA FERRETTO UN’INSTALLAZIONE A CHI HA LAVORATO NELL’EMERGENZA

San Marco. Ma il candidato sindaco Giovanni Andrea Martini ha chiesto a prefetto e sindaco di inibirne l’accesso: «La piazza non è per eventi politici». In centro storico convergeranno anche i commercianti di Mestre, dove ieri sera intanto è andata in scena un’iniziativa simbolica. Se nel mondo c’è Banksy, a Mestre è la creatività dell’acconciatore Lucart a produrre opere che compaiono all’improvviso in giro per la città. Nei pressi della fontana in piazza Ferretto un mezzo busto di donna, con l’epidermide evocante il leone di San Marco, vestito con fogli di giornale, le mani incatenate sopra la testa

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in segno di preghiera. «Dedico questa installazione - dice l’artista - a chi si sta occupando davvero dell’emergenza, come il governatore Zaia, le cui parole infondono energia ed entusiasmo per ripartire, l’assessore Venturini, la presidente Damiano, e Roberto Tonissi (Associazione Amici della laguna e del porto), che ha distribuito le mascherine. Grazie a loro i piccoli imprenditori conservano ancora quel minimo di fiducia nel futuro. L’opera s’intitola “La voce”, per i veneti nati con le maniche già arrotolate e pronti a lavorare ancora con grande forza di volontà». A San Donà infine è prevista

ciascuno col proprio cartello in mano: “Lavorando in sicurezza si può aprire”, “zero tasse per tutto il 2020”, “contributi a fondo perduto”.

GLI ENTI LOCALI Se lo Stato sembra lontano, così per fortuna non è per quanto riguarda le amministrazioni locali, impegnate da più di due mesi a fronteggiare l’emergenza. «L’amministrazione è vicina ai commercianti, che tengono vivo il paese e rappresentano un punto di riferimento di relazione e fattore sociale – sottolinea il sindaco di Dolo, Alberto Polo, che assieme al vicesindaco e assessore al Bilancio Gianluigi Naletto, sta mettendo a punto «una manovra sulla fiscalità locale che va nella direzione di dare proposte concrete alle attività produttive. In particolare per chi ha avuto la sospensione, aiuti agli affitti, triangolando con le proprietà, andremo ad agire sulla quota variabile della Tarip per le attività produttive per tutti coloro che ne faranno richiesta e ritengono di aver subito un danno». Conclude il coordinatore di Confcommercio Riviera del Brenta, Alessandro Biasiolo: «Servono regole chiare e certe per poterle rispettare, misure concrete che aiutino davvero, liquidità necessaria in questo momento, contributi sotto forma di sgravi fiscali immediati». Melody Fusaro Sara Zanferrari © RIPRODUZIONE RISERVATA

oggi una nuova protesta delle partite Iva che, dopo la manifestazione di martedì scorso, hanno scelto di ripresentarsi in piazza, sfidando anche qualche divieto. Gli organizzatori spiegano che «si manifesta in modo spontaneo, si tratta di una passeggiata in centro da parte di esponenti di varie attività; come la volta scorsa ognuno agirà in piena autonomia e in modo pacifico. Saranno rispettate tutte le misure di sicurezza. Ci preme sottolineare che protestiamo per tornare a lavorare prima possibile, senza alcun risvolto politico». Il video della precedente manifestazione è circolato sui social che si occupano della città, registrando oltre 16mila visualizzazioni in pochi giorni. Una critica alla precedente contestazione è stata espressa dal gruppo delle “Sardine” del Basso Piave che giudicano «sconsiderato scendere in piazza e organizzare manifestazioni in questo frangente». (Hanno collaborato Luca Bagnoli, Tomaso Borzomì, Davide De Bortoli e Lorenzo Mayer)


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Primo Piano Gli indicatori

1 2 3 3

I casi positivi e i ricoveri Le singole Regioni dovranno fornire il numero dei casi sintomatici notificati per mese; i ricoveri in ospedale; il numero di casi con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva.

Dai sintomi alla diagnosi Dovranno essere resi noti i dati dei tamponi positivi escludendo tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti. E inoltre il tempo tra la data di inizio sintomi e la data di diagnosi.

Nuovi focolai e i calcoli Rt Alla cabina di regia dovranno arrivare il numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni, l’Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata, il numero di nuovi focolai.

I posti letto in rianimazione Dovrà essere fornito il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e il tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica sempre per pazienti Covid-19.

LA PIATTAFORMA VENEZIA Solo un ingegnere poteva pensare a un sistema telematico di biosorveglianza, capace di tenere sotto controllo i dati del contagio, ricostruire le relazioni delle persone positive e monitorare l’andamento dell’epidemia sul territorio. Difatti a porre la necessità di tradurre l’emergenza sanitaria in modelli matematici di previsione e prevenzione, fin dalla drammatica sera del 21 febbraio, è stato Gianpaolo Bottacin, assessore veneto alla Protezione Civile: «Sapere prima quello che ci aspetta, pur ovviamente con dei margini di incertezza, è fondamentale per pianificare le azioni da mettere in campo, com’era successo anche con Vaia». Ecco allora che Engineering, colosso della digitalizzazione che conta 12.000 professionisti in 65 sedi nel mondo, ha sviluppato per la Regione e per Azienda Zero il “cervellone” Eng-DE4Bios: «Siamo partiti il giorno dopo Vo’ con un gruppetto di sei-sette analisti, ma poi le esigenze di complessità e velocità della crisi hanno richiesto un’implementazione della piattaforma tale da poterla ora dav-

Domenica 3 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Ripartenza, ecco i criteri: infetti, tamponi e servizi I sottosegretari veneti Baretta, Martella `Le aperture decise Regione per Regione e Variati fanno il punto: «Ora stiamo uniti» in base ai rischi: decisivi i sistemi sanitari `

IL DECRETO VENEZIA È più facile contagiarsi in Veneto, dove lo scorso 21 febbraio c’è stato il primo morto da coronavirus e poi sono stati aperti ospedali dedicati Covid, raddoppiati i posti in terapia intensiva, avviato una campagna di tamponi per cercare i positivi asintomatici, o in Puglia? In Lombardia o in Lazio? Due sono gli indicatori: R0 (R con zero) e Rt (R con t). R0 dà la misura della capacità del virus di diffondersi in assenza di misure di contenimento, mentre Rt indica il numero medio di infezioni prodotte da ciascun individuo infetto in un sistema ambientale dopo che sono state applicate le misure di contenimento dell’epidemia. Ebbene, secondo una stima della Fondazione Bruno Kessler su dati aggiornati al 27 aprile, il tasso medio di contagiosità più alto è in Molise, dove un positivo infetta 0,84 persone e in Puglia (0,78). Il più basso in Umbria: 0,19. Veneto e Lombardia sono entrambe a 0,53, meno del Lazio (0,62) e anche della Sicilia (0,64). L’Rt è uno dei parametri che saranno valutati per le riaperture differenziate nelle Regioni. I criteri sono dettagliati nel decreto del ministro della Salute, Roberto Speranza, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. È il provvedimento che fissa l’algoritmo perché le singole Regioni possano riaprire a partire dal 18 maggio altre attività economiche e produttive e che considera vari indicatori, ad esempio il numero dei contagi, il tasso di occupazio-

TRASMISSIONE DEL VIRUS INDICI A SORPRESA PIÙ ALTI AL SUD CHE IN VENETO E LOMBARDIA IL TOP IN MOLISE IL MINIMO IN UMBRIA

L’indice di contagio REGIONE

RT MEDIO

Abruzzo Basilicata Bolzano Calabria Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trento Umbria Valle d’Aosta Veneto

0,55 0,35 0,61 0,52 0,72 0,61 0,62 0,53 0,65 0,84 0,75 0,78 0,66 0,64 0,64 0,42 0.19 0,52 0,53

ne dei posti letto totali, l’eventuale sovraccarico dei servizi sanitari, la presenza di nuovi focolai. E, appunto, l’Rt: nel momento in cui il tasso medio di contagiosità dovesse essere uguale o superare il valore di 1, scatterebbe l’allerta.

I controlli

IL MONITO «Il decreto ora è ufficiale, ma prima di essere firmato è stato mandato alle Regioni», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Andrea Martella che ieri, con i colleghi veneti Achille Variati e Pier Paolo Baretta, ha fatto il punto sui provvedimenti governativi. Tra questi la “cabina di regia” che metterà assieme il ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e un rappresentante delle Regioni per valutare i dati che saranno raccolti dalla prossima settimana. Di qui il monito del sottosegretario Martella: «È il momento di essere tutti dalla stessa parte, come ha detto Papa Francesco: essere

447.691 persone controllate

15.217 sanzionati per aver violato le norme sulla quarantena

7.163 denunciati per inosservanza delle norme e altri reati

Tornano i treni

299.783 attività controllate

252 titolari di esercizi sanzionati

149 commercianti denunciati

Venezia, due frecce per Roma e Milano Tornano anche a Nordest i collegamenti con l’alta velocità di Trenitalia. L’annuncio viene dal senatore Andrea Ferrazzi (Pd), dopo che in un primo tempo il potenziamento dei collegamenti a lunga percorrenza era stata previsto da domani solo sulla direttrice

Napoli-Milano: «Il ministro Paola De Micheli mi ha assicurato - dice il parlamentare veneziano - che verrà emanata la nuova disposizione che consentirà, come inizio, un andata e ritorno giornaliero da Venezia a Roma e da Venezia a Milano».

62 chiusure imposte dall’autorità Controlli effettuati dalle forze dell’ordine in Veneto nel periodo dal 10 marzo al 28 aprile

POLITICA E INFORMATICA

ASSESSORE Gianpaolo Bottacin

BOTTACIN: «COME CON VAIA I MODELLI DI PREVENZIONE SONO FONDAMENTALI PER PIANIFICARE LE AZIONI SUL CAMPO»

Ormai è nota la filosofia del “modello Veneto”, basato sulle “tre T”: testare (i casi), tracciare (i contatti) e trattare (i malati), Quello che finora non era stato svelato è il funzionamento del braccio informatico su cui si sono innervate le decisioni politiche. «Per esempio il piano sanitario – spiega Bottacin – con il quasi raddoppio dei letti di Terapia Intensiva, l’attivazione di quasi tremila posti letto in più e il ripristino di cinque ospedali dismessi, per garantire in anticipo la capacità di fronteggiare il picco che si stava prospettando. Ma anche la valutazione sull’effetto delle misure di restrizione e quarantena, ben sapendo che ogni positivo isolato è un fronte in meno nell’espansione del contagio. Per fare tutto questo serve una mole enorme di dati».

IL SERVIZIO Ecco allora il servizio che ha permesso di integrare, armonizzare e sincronizzare informazioni provenienti da fonti diverse e in formati differenti, dandone una vetrina unica e aggiornata per le varie categorie. Così i medici di base e del lavoro hanno una vista dei loro assistiti che hanno effettuato i tamponi, con il risultato e una rapida geolocalizzazione sulla mappa. Le task-force della Regione e delle aziende sanitarie visualizzano, rispettivamente nell’intero Veneto e nei singoli territori di competenza, i dati aggregati sugli esiti dei test molecolari e sierologici svolti, con possibili estrapolazioni per Comune e per Ulss, ma anche l’analisi sul contesto demografico della popolazione esaminata o infetta, le curve di evoluzione dell’epidemia, la mappa navigabile con la georeferenziazione dei casi positivi aggregati per incidenza territoriale. «Dati già in capo a Regione e Ulss per motivi di cura», specificano da Engineering, garantendo che la

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I NUMERI Tra i dati forniti ieri dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, quelli sulle indennità ai lavoratori autonomi e ai professionisti: in Veneto 252mila domande già erogate per 151 milioni, circa l’8% del totale nazionale. «Manca una parte di erogazione perché ci sono stati formali errori nelle domande». Per quanto riguarda la Cig in deroga, in Veneto al 30 aprile ci sono state 36.125 richieste di aziende per 118mila lavoratori: «La Regione ne ha decretate 29mila e l’Inps ne ha autorizzate 17mila. Inutile negare i ritardi, ma si stanno riducendo. Certo è che il sistema doppio - Regione e Inps - si sovrappone e allunga ai tempi. Stiamo studiando un cambiamento di questo sistema, ma ovviamente ma va fatto assieme alle Regioni». Il prossimo decreto, ha detto Baretta, coprirà la Cig per altre 9 settimane. Buone notizie, infine, sul fronte dei controlli: «Complessivamente - ha detto il sottosegretario all’Interno, Achille Variati alla data del 28 aprile sono stati controllati quasi 500mila veneti, di cui 59.050 nella settimana del 25 aprile: solo 1.995 i nuovi sanzionati». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dati, curve, previsioni e mappe: così funziona il “cervellone” anti-contagi vero considerare centrale nella gestione della fase 2», spiega Arianna Cocchiglia, direttore Healthcare innovation and partnership della multinazionale.

uniti per il bene del popolo perché l’unità è superiore del conflitto». Ossia: basta con le ordinanze regionali che travalicano i decreti nazionali. E visto che alla mezzanotte di oggi scadrà l’ordinanza del Veneto e il governatore Luca Zaia ha già anticipato che quel provvedimento verrà prorogato, Martella ha ammonito: «Al presidente Zaia dico che è pericoloso continuare a dare linfa a questo conflitto istituzionale, crea disorientamento ai cittadini e non fa neanche un favore alle imprese. Nessuno farebbe le vacanze qui in Veneto se mancasse la garanzia di non contagiarsi». Quanto al decreto sui “criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario”, Martella ha spiegato che in base all’algoritmo - calcolato tenendo conto di vari elementi, dai contagi ai tamponi ai raccordi tra il sistema sanitario territoriale e il sistema ospedaliero - verrà classificato il rischio Regione per Regione: «Sarà la cabina di regia a verificare cosa fare nella Fase 2. Le date potranno essere anticipate se l’algoritmo darà un rischio meno elevato. Il principio è: più contagi meno aperture».

privacy viene rispettata attraverso livelli differenziati di accesso: il medico di famiglia può conoscere nome e cognome del proprio paziente positivo, il tecnico regionale sa solo che c’è un caso. «Tutto ciò – afferma Lorenzo Gubian, direttore informatico del servizio sanitario regionale – ci ha permesso di mettere in atto azioni preventive per governare il sistema di emergenza, evitando ulteriori infezioni, contenendo il numero di persone che muoiono e soprattutto salvando vite umane».

LA RIAPERTURA Con la riapertura che scatterà gradualmente da domani, la piat-

IL SISTEMA SVILUPPATO DA ENGINEERING CONSENTE DI TENERE SOTTO CONTROLLO I NUMERI E INTERVENIRE IN MANIERA MIRATA

taforma servirà però sempre più ad andare al di là della raccolta dati, potenziando le funzioni finora utilizzate per controllare la diffusione del virus nel territorio e per ricostruire la trama epidemiologica dei contatti. «Nella fase 1 – sottolinea Cocchiglia – è stato fondamentale tenere sotto controllo l’insorgenza dei focolai, sia in cluster riconosciuti come le case di riposo, sia in ambienti privati come i condomìni. Con la ripresa delle attività produttive, diventa cruciale la sorveglianza sanitaria sui lavoratori, per intervenire con isolamenti mirati senza mettere di nuovo in lockdown tutto il Veneto. La piattaforma permette appunto di monitorare in maniera capillare e in tempo reale l’intero territorio, arrivando anche a nuclei specifici di singole aziende e famiglie». Un’avanguardia veneta a cui ora molti guardano con interesse, annuncia Paolo Pandozy, amministratore delegato di Engineering: «Eng-DE4Bios ha dimostrato una flessibilità e velocità di implementazione tale che sono molti in Europa e Oltreoceano i Paesi che stanno valutandone l’applicazione». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Domenica 3 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Fase 2 a Nordest IL PUNTO VENEZIA Il sabato del villaggio. Strade trafficate, uomini e donne con la mascherina e i guanti ma pur sempre a spasso, come se la paura dei contagi, dei ricoveri, dei pazienti attaccati a un tubo in terapia intensiva appartenessero a un passato lontanissimo. Nell’arco di ventiquattr’ore il Veneto ha registrato altri trentaquattro morti, ma è come se non si avesse più paura. «C’è molta gente in giro», ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, invitando tutti alla cautela: «Ci prepariamo a un 4 maggio che sarà una apertura importante, in Veneto riguarderà un milione e 200 mila persone. È fondamentale non abbassare la guardia». Di più: «Quella di lunedì sarà anche una grande prova del 9. Perché se abbiamo una re-infezione rischiamo di far chiudere quello che è aperto e di far morire definitivamente chi non ha mai aperto».

IL MONITO «La mascherina - ha detto Zaia - è fondamentale anche all’aperto, se si incrociano altre persone, così come il distanziamento sociale, o il divieto ad entrare nei negozi se non si porta la mascherina sul volto. C’è molta gente in giro, è innegabile». L’antivigilia dell’applicazione del Dpcm che riaprirà buona parte delle imprese e che consentirà ai cittadini di muoversi non solo per andare al lavoro, in farmacia o a fare la spesa, ma anche per trovare i propri congiunti, il governatore del Veneto è parso cauto: si è detto al fianco di commercianti e artigiani che hanno manifestato in piazza nella giornata del Primo Maggio («Abbiamo sopportato manifestazioni che hanno devastato le città, quella degli imprenditori è stata una protesta civile, educata, nel rispetto delle regole, di gente che protesta solo perché vuole lavo-

Zaia: «Molta gente in giro Lunedì è una prova del 9» L’invito alla prudenza alla vigilia della riapertura `Il governatore: «Un’altra ordinanza, sarà in linea Al lavoro oltre un milione di veneti: «Siamo pronti» con il nuovo Dpcm. Gioco di squadra tra Regioni» `

rare»), ma non ha spinto per eliminare il lockdown. «Quando dico che il Veneto è pronto a riaprire, fatto salvo il parere della comunità scientifica, voglio dire che se il comitato vuole tentare un’apertura, oggi, domani noi ci siamo. Il che non vuol dire che sto promuovendo cose che non si possono fare, ma semplicemente che la rete sanitaria veneta è pronta ad affrontare tutto». Più avanti potranno esserci aperture differenziate Regione per Regione, ma Zaia non ha dato l’impressione di voler rompere con Roma: «Con le altre Regioni si sta facendo un gioco di squadra. Mi sembra di

capire che la stragrande maggioranza, se non la quasi totalità delle ordinanze che sono state fatte da governatori di tutti i colori politici, vanno nella direzione di interpretare delle norme che ne hanno bisogno». L’algoritmo con i vari indicatori? Anche su questo tema il governatore del Veneto non ha attaccato il Governo, puntualizzando però che i veri indicatori, a suo dire, sono i ricoveri e i posti letto occupati nelle terapie intensive.

LA PROROGA Oggi Zaia presenterà la proroga della propria ordinanza regionale, in scadenza alla

mezzanotte. Una proroga, ha puntualizzato, che sarà «ovviamente in linea con il Dpcm e con alcuni aggiustamenti che vogliono portare più chiarezza rispetto ai quesiti che vengono fatti. È fondamentale dire ai veneti di non abbassare la guardia: la sfida ora passa dai clinici al popolo. È un aspetto relegato a noi». Il Veneto è però più avanti di altre Regioni nella Fase 2, avendo già consentito dal 27 aprile l’attività sportiva e le passeggiate senza limitazioni, pur con l’uso di mascherina, nell’ambito comunale, l’acquisto di cibo per asporto e lo spostamento anche fuori del comune ai proprietari di seconde

case per ragioni di manutenzione o sicurezza. Il banco di prova di domani, con molti più pendolari, riguarderà anche i trasporti. «Sarà attivato 53% dei convogli ferroviari, una percentuale non casuale, ma legata a approfondite valutazioni fatte sulla probabile affluenza di utenti», ha detto l’assessore regionale Elisa De Berti. Da domani cambieranno le regole anche negli ospedali: in tutti i nosocomi sarà obbligatorio il tampone sia per chi si ricovera, sia per chi deve programmare un intervento chirurgico. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

I TRASPORTI BANCO DI PROVA L’ASSESSORE DE BERTI: IN FUNZIONE PER I PENDOLARI IL 53% DEI TRENI

«Voto a luglio» Audizione alla Camera «Penso ancora che si possa correggere il decreto presentato dal Governo sulla data delle elezioni. Con serenità, con spirito di collaborazione quantomeno tenendo aperta anche un’altra possibilità che è quella estiva». Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, annunciando che ribadirà questa linea nell’audizione «che abbiamo in Commissione alla Camera il 5 maggio, alle 10.20». «Voglio ricordare che fin dal primo giorno - ha osservato - i governatori hanno chiesto che comunque ci sia questa “finestra”, poi autorizzata nella fase operativa da un parere del ministero della Salute». Il governatore ha inoltre condiviso l’occupazione dell’aula della Camera da parte della Lega: «La Lega ha fatto bene. Tutti si sono poi posti la questione, si sono accorti che esiste un Parlamento. L’azione della Lega ha dato modo di sentire anche tutte le “campane”, perché dopo aver visto questa protesta, si sono ascoltate le opinioni dei vari leader e si sono fatti un’idea. È stata una bella promozione, anche civica». ` VENEZIA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA RELIGIONE VENEZIA I termoscanner frontali non ci sono, i termoscanner frontali non servono più. Ieri sera la Cei, Conferenza episcopale italiana, ha comunicato a tutti i vescovi che da domani è possibile celebrare i funerali in chiesa senza che sia più necessario misurare all’entrata la temperatura corporea delle persone, ammesse comunque fino a un numero massimo di 15. Nell’impossibilità di dotare le parrocchie degli strumenti digitali che, richiestissimi, non si trovano sul mercato, il governo ha tolto il loro utilizzo dalle condizioni perentorie poste giovedì scorso per la partecipazione alla celebrazione. E nel frattempo sono state gettate le basi tra vescovi e governo per un’intesa sulle messe. Un accordo di massima «che consentirà, nelle prossime settimane, sulla base dell’evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione con il popolo», ha annunciato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti: già per l’Ascensione o per la Pentecoste, cioè o il 24 o il 31 maggio.

Il confronto

CONEGLIANO La protesta silenziosa delle partite Iva nel giorno della festa dei lavoratori (foto NUOVE TECNICHE)

I funerali possono celebrarsi in chiesa Intesa Cei-governo: messe a fine mese IL CONFRONTO

MONSIGNOR Adriano Tessarollo

Il tutto dopo che nel pomeriggio a palazzo Chigi è andato in scena un confronto tra la segreteria generale della Cei e il governo, presenti i componenti del Comitato tecnico scientifico, con la prima che ha spiegato che c’era “l’oggettiva complessità per le parrocchie” di dotarsi del termoscanner. Situazione che ieri in mattinata aveva spinto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia a comunicare ai sacerdoti di rinunciare alle esequie, ancorché ristrette ai congiunti, e di continuare con la modalità in uso negli ultimi due mesi, ossia la semplice benedizione in cimi-

tero della bara al momento della sepoltura o prima della cremazione. Dal canto suo, il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, si era sfogato: «Ci hanno gabbato. Abbiano il coraggio di dire alla gente che i morti se li portino in cimitero! Non infingimenti! Proibite e basta. Ho comunicato ai preti di fare come si è fatto in questi due mesi: cioè al cimitero. Toccherà al custode vigilare su chi, quanti e quali sono le condizioni di chi entra». In tarda serata il cambio di rotta. «Il confronto ha fatto sì che venisse accolta la richiesta di superare la relativa indicazione», si legge nel comunicato diffuso

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dal segretario della Cei monsignor Stefano Russo. Ora sono consentite «le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino ad un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando le

SPARISCE L’OBBLIGO DI MISURARE LA FEBBRE CON IL TERMOSCANNER INTESA CEI-GOVERNO: LITURGIA CON I FEDELI IL 24 O IL 31 MAGGIO

protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro» (resta da capire cosa voglia dire “all’esterno”: anche sul sagrato o nel patronato della chiesa parrocchiale?). E ancora: spetta adesso ai parroci sensibilizzare «i fedeli a porre la massima responsabilità per non esporre se stessi e altri ad eventuali contagi», facendo «l’esplicita richiesta di rimanere a casa a quanti presentano una temperatura corporea oltre i 37,5°, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alla celebrazioni esequiali in presenza di sintomi influenzali o quando vi sia stato contatto con persone positive a Sars-Cov-2 nei giorni precedenti». Per quanto riguarda la distribuzione dell’Eucarestia «il ministro innanzitutto si disinfetti accuratamente le mani con disinfettante alcolico, indossi la mascherina, distribuisca la Comunione evitando che i fedeli si muovano dal posto, si disinfetti nuovamente le mani col disinfettante alcolico, tolga la mascherina e proceda alla purificazione dei vasi sacri». Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA


8 Primo Piano

IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 3 Maggio 2020

L’emergenzadellavoro

Iflashmob sostenutida alcunisindaci eassessori

Uno striscione e alcuni slogan. La presenza di alcuni rappresentanti dell’associazione“Vicenzaaivicentini”allamanifestazionediprotesta deicommerciantia CampoMarzononèpassatainosservataedèstata annotata dagli investigatori della Digos. La questura sta valutando seprendere provvedimentinei confrontidi chi hamanifestato.

GLIACCERTAMENTI

Vicenzaaivicentini Striscionealsit in

SILENZIO E FRUSTRAZIONE. Non sono gli habitué delle manifestazioni ma non si sono fermati neanche all’alt del prefetto

Laprotesta di 300commerciantidelcentronel giorno dellafestadellavoro, per unlavoro che, dopoillungo stop,rischia dinon essercipiù. COLORFOTO ARTIGIANA

Laprotesta dei 300negozianti ACampo Marzo sfilalarabbia Larichieste:«Fateciaprireononapriremopiù».Ilsindaco:«Voglioessereallorofianco» Roberta Labruna

Il primo maggio della frustrazione e della sfida alle istituzioni. A Campo Marzo sfilano 300 commercianti che sfogano i timori accumulati in due mesi di chiusura decretata dal presidente del consiglio. Non sono gli habitué della manifestazioni, ma ieri l’altro non si sono fermati neanche di fronte all’alt del prefetto, rappresentante del governo. E lo stesso hanno fatto il sindaco Francesco Rucco e alcuni assessori. «Fateci aprire o firmate la nostra condanna a morte», è il messaggio dei commercianti. Di solito stanno nei loro negozi a lavorare, due giorni fa hanno deciso di protestare perché da quasi due mesi il lavoro è sparito. Con tutte le conseguenze del caso. Si sono posizionati ai due lati di viale Dalmazia, rigorosamente a distanza gli uni dagli altri, tutti con la mascherina, tutti con dei cartelli

in mano ad indicare il nome della propria attività. Ci sono negozianti, gestori di bar e ristornati, albergatori, parrucchieri ed estetisti. Sono i titolari di tutte quella attività chiuse da quel dì e che saranno le ultime a riaprire, chi dal 18 maggio e chi da inizio giungo. Nessuno slogan, niente comizi, solo dei battiti di mano a rompere il silenzio. Con l’unica nota stonata arrivata dal gruppetto di Vicenza ai Vicentini, giunto per conto proprio e lontano dai commercianti, dove spicca la voce di uno degli attivisti che regge lo striscione e urla insulti pesanti. Si immagina verso il governo. Ma i toni della manifestazione non sono affatto questi. Anche se di amarezza ce n’è tanta e preoccupazione ancor di più. «Siamo chiusi da cinquanta giorni e l’amara verità – dice la presidente delle botteghe storiche Giuliana Pavan – è che molti di noi non riapriranno più». Troppo grande il dan-

no economico, troppo pochi gli aiuti. «Siamo stati lasciati soli: la cassa integrazione a molti non è ancora arrivata, i soldi escono ma non entrano e non c’è un piano per la riapertura. Lo Stato non ci dà risposte. E per fortuna a Roma hanno le commissioni di esperti. Ma esperti di che?». La sensazione è che si navighi a vista. Lo dice chiaro Alberto Quaresimin dell’Angolo Palladio: «Viviamo nell’incertezza, non sappiamo quando e come potremmo ricominciare a lavorare. Ci vuole un piano per ripartire quanto prima: siamo chiusi da quasi due mesi, non incassiamo, paghiamo gli affitti, i dipendenti, ci sono le scadenze fiscali. E quando riapriremo ci ritroveremo con spese triplicate e clienti dimezzati: così non si può andare avanti». Cambia l’attività, ma non il succo del discorso. «La cassa integrazione l’ho anticipata io e non ho ancora visto i soldi, manco i 600 euro. In com-

penso – spiega Elena Moretto del negozio Amelia – ci sono gli affitti da pagare e la merce in ferma magazzino. E quello che non abbiamo venduto in queste settimane non lo recuperiamo più. Noi siamo pronti a garantire tutte le norme igienico-sanitarie, perché non ci fanno lavorare? Tutti aprono tranne noi, evidentemente siamo considerati lavoratori di serie B». Ad ascoltare i racconti che scandiscono la mattinata c’è anche il sindaco Rucco: «Ho voluto esserci per portare a questi lavoratori la mia solidarietà, sono al loro fianco e sostengo la loro richiesta di riaprire, garantendo la sicurezza». Ed è un’istanza che unisce tutti i sindaci dei capoluoghi veneti. Con Rucco che annuncia: «Abbiamo scritto insieme una lettera al premier Conte chiedendogli un incontro». Sempre a Conte ha scritto una trentina di assessori alle attività produttive di altrettante città italiane

e tra loro Silvio Giovne, anche lui in prima fila. Si vedono anche gli assessori Matteo Celebron e Valeria Porelli. E c’è l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan. Insomma, anche se la prefettura aveva fatto sapere che questa manifestazione in tempi di lockdown era del tutto “fuorilegge”, passibile di sanzione amministrativa e penale, i rappresentanti istituzionali non si sono tirati indietro. «Se questura o prefettura vogliono procedere, segnalino noi. E speriamo che tutte le istituzioni presenti si assumano questa responsabilità», dicono a chiare lettere Giovine e Donazzan. «Queste persone, che sono state dimenticate dal governo, hanno bisogno di sentire che almeno i rappresentai locali sono con loro: hanno tutte le ragioni e noi siamo dalla loro parte». Intanto, c’è un drone che sorvola l’area e le forze dell’ordine che vigilano. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Un’installazionediMarco Chiuratoin piazzaa Marostica. CECCON

Ilsindaco Rucco congli assessori Giovinee Celebron. COLORFOTO

IL CASO. Il questore Messineo sottolinea quello che per lui è ora l’aspetto più importante in attesa di prendere decisioni

«Nessunproblemadiordinepubblico» Ipotesimulteperchihaprotestato Variati:«Noncrearealtretensioni» Valentino Gonzato

E ora, che fare? Meglio chiudere un occhio per non esacerbare ancora di più gli animi oppure far scattare multe e denunce? È la domanda che si stanno ponendo i vertici di questura e prefettura dopo la protesta contro il lockdown organizzata a Campo Marzo dai commercianti. Nonostante l’invito a rimanere a casa del prefetto Pietro Signoriello, circa 300 ne-

gozianti (tra loro anche alcuni membri dell’associazione “Vicenza ai vicentini”) si sono schierati, indossando mascherine e guanti e rispettando le distanze di sicurezza, per chiedere di poter rialzare le saracinesche. La Digos è comunque al lavoro per identificare tutti i presenti e stilare una relazione. «Non ci sono state situazioni con riflessi sull’ordine pubblico e questa è la cosa più importante», ha affermato il questore Antonino Mes-

Laprotesta deicommercianticontroillockdown. COLORFOTO ARTIGIANA

sineo senza aggiungere altro. Anche il prefetto ha preferito non fare alcun commento. A margine di una videoconferenza con i giornalisti ha invece parlato il sottosegretario Achille Variati: «Faccio presente che i responsabili delle forze dell’ordine hanno piena libertà, ma l’orientamento è quello di non creare ulteriori tensioni. C’è però il rischio che si possa creare un precedente. Le preoccupazioni e le sofferenze non si risolvono con le dimostrazioni né con le attestazioni di rabbia e nervosismo, ma con il dialogo: le prefetture sono a disposizione per raccogliere e passare direttamente al governo ri-

chieste, aspettative e lamentele». Variati ha inoltre sottolineato che «le manifestazioni sono un fatto assolutamente democratico ed è sempre stato possibile manifestare, ma è nell’interesse di tutti non diffondere il virus». Durante l’incontro in videoconferenza con i giornalisti l’ex sindaco del capoluogo ha fatto il punto sui controlli effettuati dalle forze dell’ordine per far rispettare le normative anti coronavirus. «Al 28 aprile, in Veneto sono stati controllati più di 500 mila cittadini - ha detto Variati -. Nell’ultima settimana sono stati 59.050 e ci sono stati solo 1.995 nuovi sanzionati. Il numero delle sanzioni è percentualmente calato, significa che i cittadini hanno sostanzialmente rispettato le regole anche nella settima-

na con il week end del 25 aprile». Il trend vicentino rispetta quello regionale. Fino a due settimane fa era stato multato per aver violato il coprifuoco il 7 per cento delle persone controllate, mentre ora la media è scesa al 6,6 per cento. Dall’inizio del lockdown al 28 aprile tra città e provincia sono stati sottoposti ad accertamento 32.874 vicentini e sono scattate 2.177 multe. Trentadue persone sono state invece denunciate per falsa attestazione a pubblico ufficiale e una per aver violato la quarantena dopo essere stata trovata positiva al Covid-19. Ancora più bassa, infine, la percentuale di esercizi commerciali multati dopo il controllo: ha ricevuto una sanzione soltanto lo 0,9 per cento. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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PRIMO PIANO

DOMENICA 3 MAGGIO 2020 IL MATTINO

L’allarme globale: il fronte sanitario

Tornano al lavoro 1,2 milioni di veneti Contagi mai così bassi, Sos case riposo Zaia: «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, oggi una nuova ordinanza per mettere ordine. Nessun conflitto con Conte» guardia: l’autonomia dei territori è sacra e proprio per questo nel mio Veneto ho imposto l’uso delle mascherina sempre e ovunque: certo, chi passeggia da solo in campagna la può tenere in tasca e indossarla appena incontra una persona», dice il governatore.

Albino Salmaso /VENEZIA

Si riparte. La prigionia da lockdown sta per finire. Dopo 56 giorni. Inizia la fase 2, quella della convivenza con il virus dei pippistrelli importato dalla Cina nell’era della globalizzazione selvaggia. Il Veneto preme sull’acceleratore e chiede al ministro Speranza un corridoio “Codiv-free” grazie all’R0 più basso d’Italia. Ieri appena 16 nuovi casi su 7.422 persone positive, lo 0,21 per cento. La soglia minima perfetta che consentirà lo spostamento tra le regioni. L’R0 si abbassa allo 0,087% se confrontato con i 18.260 pazienti con il tampone positivo. Non è così invece per le case di riposo: tra contagi e tassi di mortalità i parametri sono decisamente superiori a quelli fissati nell’algoritmo dagli esperti di Speranza.

IL MANIFATTURIERO RIAPRE

Un milione e 200 mila lavoratori domani tornano quindi in fabbrica e in ufficio, con l’incubo Covid che ha stravolto lo stile di vita e cancellato 50 mila posti di lavoro. Conterà molto la mascherina e il rapporto di fiducia tra le persone: la distanza di due metri è la garanzia minima per evitare il contagio, anche sui bus, i treni e il metrò. Difficile evitare i con-

Braccio di ferro con il ministro Speranza sull’algoritmo e i tamponi in Veneto

FASE 2. GRANDE CAUTELA

Se il Veneto guarda alla fase 2 con ottimismo, in Lombardia, Emilia Romagna e anche a Trento la sorveglianza sanitaria sarà decisamente più elevata perché i parametri epidemiologici rientrano ancora nella fascia “arancione”. A Roma quindi hanno scelto strategie diversificate: dal 4 al 18 maggio la ripresa del manifatturiero sarà il vero test per capire se la pandemia è rientrata, o se invece c’è il rischio di una risalita dei contagi, com’è già avvenuto in Germania, Cina, Singapore e Corea. «Siamo pronti a riaprire tutte le attività, ovviamente nel pieno rispetto del Dpcm del governo Conte, ma oggi presenterò una nuova ordinanza per stabilire i criteri di comportamento in Veneto e rinfrescare la memoria a chi fa confusione con i provvedimenti» insiste Luca Zaia nel suo tg web delle 12.30. «Ma è fondamentale non abbassare la

Il controllo della temperatura: il termoscanner sarà in funzione nelle aziende, oltre che negli ospedali

lo scenario elettorale

Rispunta l’ipotesi del voto in luglio per le Regioni Martedì l’ audizione in commissione alla Camera Se a Roma soffiano venti di crisi sulla maggioranza che regge il governo Conte, a Venezia Luca Zaia pensa solo a vincere la sua battaglia: votare a luglio. E forse un motivo c’è. Perché le grandi manovre vedono palazzo Chigi sotto assedio a giugno, con l’offensiva di Renzi che punta a un governo di solidarietà nazionale. Con tutti i partiti che collaborano. Anche la Lega? Pare di sì. Salvini e la Meloni non ne vogliono sentir parlare, ma Forza Italia sta lavorando a questa ipotesi con Gianni Letta in cabina di regia. E Zaia sarebbe il leader emergente cui affidare il salvataggio del paese in un momento drammatico. Zaia, non Salvini. Ma il governatore ha fiutato il pericolo e proprio per questo vuole essere riconfermato alla guida del Veneto in tempi rapidissimi. Ipotesi credibile? «Penso ancora che si possa correg-

gere il decreto presentato dal Governo sulla data delle elezioni. Con serenità, con spirito di collaborazione quantomeno tenendo aperta anche un’altra possibilità che è quella estiva» ha detto il presidente del Veneto. Finita la parte sanitaria, ieri ha annunciato di voler sostenere questa linea nell’audizione «che abbiamo in Commissione alla Camera il 5 maggio, alle 10.20. Voglio ricordare che fin dal primo giorno - ha osservato- i governatori hanno chiesto che comunque ci sia questa finestra del voto a luglio e non solo da settembre. Certo, c’è bisogno della autorizzazione nella fase operativa del ministero della Salute che dovrò fornire il suo parare vincolate». E Salvini sarà d’accordo? Lui dice che è meglio l’autunno: «No, anche lui è d’accordo su luglio», conclude Zaia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il trasporto dei passeggeri

Domani viaggia il doppio dei treni ma non ancora le Frecce Rosse VENEZIA

Secondo quanto ha scritto ieri su Facebook il senatore veneziano del Partito democratico Andrea Ferrazzi, la settimana prossima, sia sulla direttrice Venezia-Padova-Vicenza –Milano e sia sull’asse Venezia-Padova-Roma Termini, dovrebbe essere riattivata almeno una Freccia Rossa a testa, sia in direzione sud che verso ovest.

Sempre nel medesimo comunicato, Ferrazzi sostiene di aver avuto una lunga telefonata con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli sul problema dei collegamenti che interessa il Nordest. Quest’ultima si sarebbe impegnata a far ripristinare da TrenItalia sia una Freccia per Roma che un’altra per Milano. «È inaccettabile che il nordest del nostro Paese non abbia neanche un collegamen-

to di Alta Velocità al giorno né con Milano e né con Roma, visto che domani si aprirà la Fase 2 del programma del governo» ha scritto il senatore veneziano. Sino ad ieri sera, nel nuovo elenco delle 12 Frecce (prima erano solo 8) che andranno a potenziare l’asse Torino-Milano– Roma-Napoli, le nuove Frecce per il Veneto orientale non c’erano ancora, ma probabilmente saranno messe

in orario nel corso della settimana. Per il ripristino dei collegamenti veloci da e per Vicenza, Padova, Venezia, Udine e Trieste è intervenuta anche l’Orsa regionale del Veneto, il sindacato di base che ha tantissimi iscritti tra i macchinisti ed i capitreno. Il segretario Ezio Ordigoni ha invitato TrenItalia a «ripristinare immediatamente» i collegamenti AV non solo per Roma e Milano, ma anche quello per Bologna, Foggia, Bari e Lecce che, prima del Coronavirus, partiva da Padova alle 7. 23. Ordigoni ha scritto che è totalmente sbagliato tenere il Veneto orientale isolato quando produce il 10% del Pil nazionale. Solo Verona è

tatti per i pendolari. Chi non può permettersi l’auto, lo scooter o la bicicletta deve solo pretendere che le corse siano rafforzate con i bis nelle ore di punta. Mai più stipati come le sardine, con il fiato sul collo. A Venezia scatterà la sperimentazione dei vaporetti su «prenotazione», grazie all’app “ufirst” per i viaggiatori. Occhio al telefonino. LE SCUOLE E GI ASILI

Le scuole sono chiuse fino a settembre, con l’obiettivo di riaprire gli asili per consentire ai genitori di tornare al lavoro perché le mamme fanno i miracoli tutti i giorni ma il lockdown rischia di segregarle in casa per sei mesi. «Le proposte per aprire gli asili e le materne le abbiamo messe per iscritto dieci giorni fa e siamo in attesa della risposta del mi-

collegata con Roma con una Freccia che parte da Bolzano. Intanto, a livello regionale, sia la Regione che TrenItalia Veneto confermano il robusto potenziamento dei treni locali previsto a partire da domani. I regionali, sia veloci che ad andamento lento,

Ma il senatore Ferrazzi annuncia l’imminente ripresa dei collegamenti con Milano e Roma passeranno da 120 a 320. Ossia si passerà dal 25 al 54% del traffico pre-pandemia. Il potenziamento avverrà su tutte le linee. In particolare

nistro della Famiglia, Bonetti. Tutto è nelle mani del Comitato tecnico scientifico. Il protocollo è firmato, manca il via libera da Roma: speriamo decina in fretta», spiega Zaia. L’ALGORITMO DI SPERANZA

Dopo la rivolta delle 13 regioni di centrodestra, che hanno firmato una lettera di durissime critiche al premier Conte, il dialogo con Roma rischia di incagliarsi sull’algoritmo di Speranza. La commissione di esperti ha messo a punto una griglia con 21 parametri divisi in tre categorie: il monitoraggio dei sintomatici; gli indici di efficienza di gestione dei tamponi e dei contatti; la tenuta dei servizi sanitari. Se il Veneto è al top in Italia nel rapporto tra terapie intensive occupate da Covid e posti disponibili (110 pazienti su 835 letti), più incognite riserva il punto 3.5 sui focolai di nuova trasmissione. Qui entrano in gioco le case di riposo, con un tasso di contagio elevato, il cui sbocco spesso è la morte dei nonni. L’età media si aggira sugli 82 anni. IL RECORD DEI TAMPONI

Sui tamponi si va verso un braccio di ferro: il Veneto è a quota 340 mila, quasi l’8% della popolazione con particolare attenzione al personale della sanità, controllato periodicamente. Nel Sud il tampone è aleatorio, forse perché i tassi di mortalità restano molto bassi in rapporto ai contagi. Il Veneto si prepara quindi a ripartire, dopo aver vinto la sfida dell’efficienza con le “sorelle” della Padania e per uscire dalla gabbia dei medici, Zaia si lascia andare a una battuta: vogliamo andare al mare, ma non nei plexigass. Lasciateci fare un tuffo in acqua, senza doccia e gel. Il sale fa bene sulla pelle. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

sulla Venezia-Padova-Verona; Venezia-Treviso-Udine; Venezia-Castelfranco-Bassano; Padova-Montebelluna; Venezia-Padova-Rovigo– Bologna; Venezia-Portogruaro. Così tanti treni in rapporto all’emergenza sanitaria in corso perché domani inizia la Fase 2 e tantissimi veneti torneranno a lavorare. Naturalmente i treni viaggeranno con la capienza ridotta al 40% e sia i ferrovieri che i passeggeri dovranno essere muniti sia di mascherina che di guanti. Ci si potrà sedere solo sui posti contrassegnati come disponibili ed è fortemente incoraggiata la prenotazione dei posti, ove possibile. — FELICE PADUANO © RIPRODUZIONE RISERVATA Copia di promopress


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PRIMO PIANO

DOMENICA 3 MAGGIO 2020 LA NUOVA

L’allarme globale: il fronte sanitario Un meccanismo matematico complesso elaborerà le informazioni sull’andamento del contagio e stabilirà le ulteriori aperture o il ripristino dei divieti. Martella: «Serve massima responsabilità»

Mille parametri da rispettare per non tornare al “tutto chiuso” L’ALGORITMO

È

un algoritmo a gestire le riaperture, differenziate per Regioni. Ieri la complessa macchina è stata messa, nero su bianco, in un decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale dal Ministero della Salute che stabilisce una nuova cabina di regia, tra Ministero, Istituto superiore di sanità e Regioni, con il portavoce Bonacini, presidente dell’Emilia Romagna. Provvedimento condiviso con le Regioni, precisa subito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il veneziano Andrea Martella, che significa, dice, «basta fughe in avanti della Regione, ma una valutazione responsabile che porterà a dire che meno contagi e ricoveri significano più aperture ma in caso di aumenti, si torna alle chiusure». Il presidente del Veneto Luca Zaia commenta che si tratta di calcoli complicati, «da ingegneri», dice da Marghera, «mentre ai cittadini basta sapere che se una casa è fatta bene perché senza crepe e infiltrazioni, così se teniamo bassi ricoveri e accessi alle terapie intensive, significa che la gente sta bene. E noi siamo pronti a partire». Facile a dirsi, ma leggendo il decreto del Ministero della Salute si evidenzia come la macchina dei conteggi sarà tutt’altro che semplice. L’algoritmo di impatto e quello di valutazione comporranno il verdetto sulle riaperture su scala settimanale. Le Regioni, dati sanitari alla mano, devono fornire tanti indicatori, sostanzialmente di tre tipi: capacità di monitoraggio del Covid-19; capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti; stabilità di trasmissione e tenuta dei servizi sanitari. Nella valutazione entrano i casi sintomatici mensili; i dati dei ricoveri; gli accessi in terapia intensi-

Veneto, dove, come ha ricordato ieri Zaia, si vede troppa gente in giro, parte da un indice di contagiosità, il famoso “R0”, ricorda Martella, dello 0,53 che «è un dato medio basso». La Puglia ha un valore di 0,70. E come ripete da settimane l’Istituto superiore di sanità occorre tenere sotto l’1 questo dato, avvicinandolo sempre di più alla soglia zero. Da domani, si parte con la Fase due e oltre 4 milioni di persone che tornano al lavoro. In Veneto, ricorda Achille Variati (Interni) si tratta di 400 mila persone di nuovo al lavoro, con il 77% delle aziende e l’84% degli occupati. «Questo è il portato, tutt’altro che modesto, della Fase 2 nazionale. Da metà mese, grazie al lavoro di affinamento territoriale che stiamo facendo, avremo una riapertura differenziata e dinamica, che premierà le realtà in grado di riaprire in sicurezza», precisa. «Credo sia anche la rispo-

va; i dati sulle residenze sanitarie assistite; il numero di tamponi positivi; il tempo tra inizio sintomi e la diagnosi di Coronavirus; il tempo di emersione dei casi posti in isolamento; il numero di personale dedicato alle attività di screening e laboratorio; i casi di infezione su base regionale con screening epidemiologico, per citarne solo alcuni. In questa fase di transizione, dice il decreto, va garantito il mantenimento dei nuovi casi «stabile ovvero un numero limitato di casi» ma anche la riduzione dei casi che riguar-

dano ospedali cluster, Rsa, altre strutture assistenziali e case di riposo. I conteggi dei casi e dei ricoveri sui 5 giorni, i casi di malati sotto i 50 anni e il dato dei focolai nelle case per anziani, servono a fornire l’idea di un impatto a basso o ad alto rischio. Per ogni indicatore ci sono soglie che non occorre superare, pena il ritorno a forme di lockdown. «Da qui l’appello ad agire con massima responsabilità», avvisa Martella nella conferenza stampa settimanale con i sottosegretari Pier Paolo Baretta e Achille Variati. Il

Già erogati 252 mila bonus a professionisti e partite Iva MESTRE

sta migliore alle comprensibili preoccupazioni che molto operatori economici hanno manifestato, e alla richiesta dei territori di poter adattare alla propria situazione specifica le linee guida nazionali». Variati precisa di ritenere comprensibili le proteste di piccoli artigiani e commercianti, che hanno riempito le piazze venete, ma di non comprendere chi usa queste proteste per polemica politica. «Non vogliamo tenere chiuse attività e persone inutilmente, né vogliamo aspettare gli “zero contagi”: sarebbe irragionevole. Ma non facciamo neanche l’errore opposto, invocato da molti in questi giorni, e cioè riaprire tutto e subito: con una platea di 100 mila casi attivi, come abbiamo, sarebbe un disastro per il nostro Paese, e gli esperti lo hanno chiaramente calcolato». Dal Veneto il leghista Zaia invita alla responsabilità del “popolo” nel tutelarsi dal contagio. Della serie “Spetta a noi tutelarci”. Ma le riaperture, diversificate a seconda delle Regioni, le decidono sempre i dati sanitari, al tavolo Governo-Regioni. —

Al 23 aprile, in Veneto sono stati erogati 252 mila bonus per professionisti e partite Iva per un importo di oltre 151 milioni di euro, il 7,95% del totale nazionale. Le domande di Cig ordinaria presentate in Veneto sono oltre 34 mila, di cui 29 mila già lavorate da Inps. Oltre 4 mila domande da Venezia, quasi 6 mila da Padova, oltre 8 mila da Treviso e poco più di 1.200 domande da Belluno. La percentuale più alta di richieste arriva dalla provincia di Treviso, con il 23% delle domande sul totale. Le domande di Cig in deroga sono circa 36 mila, per 118 mila lavoratori coinvolti. Di queste domande, 29 mila decretate dalla Regione e 17 mila lavorate dall’Inps (dati al 30 aprile) a conferma, dice il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che servono nuove forme di snellimento delle pratiche. La percentuale più alta di richieste arriva da Venezia, con il 23% delle domande sul totale. Ancora il sottosegretario all’Interno Achille Variati ha fornito i nuovi dati sui controlli eseguiti al 28 aprile. In Veneto quasi 500 mila persone controllate con quasi 22 mila sanzioni e denunce da inizio emergenza. Su quasi 300 mila attività controllate, 401 le sanzioni. Dati, conferma Variati, del comportamento rispettoso della maggioranza dei veneti. Confermate dai sottosegretari veneti, le misure del CuraItalia e prossimo il reddito di emergenza, sono in arrivo 10 miliardi per contributi a fondo perduto a Pmi, 10 miliardi per pagamento crediti commerciali agli enti locali, 3,4 miliardi di finanziamento extra ai Comuni. In arrivo anche forme di aiuto per gli affitti commerciali. —

MITIA CHIARIN

M.CH.

Variati: «Capisco le proteste, non chi le cavalca. Riaprire tutto è irragionevole»

Un prelievo finalizzato al test immunologico: analisi fondamentali per gestire l’evoluzione del contagio

baretta fornisce i dati

Andrea Martella

l’analisi dell’infn

L’indice del contagio a 0,3 «Così il Veneto batte tutti»

IL PARAMETRO R0 5.00

R , media mobile a 4 giorni th

4.50 4.00 3.50

L’Istituto di fisica nucleare organizza uno studio statistico La media italiana è di 0,61 ma nel periodo di picco a marzo si sono raggiunte punte di 17,25 PADOVA

L’indice R0, quello che indica il contenimento del contagio, è migliore in Veneto rispetto a tutte le altre regioni d’Italia. È il risultato dello

studio realizzato dal progetto “CovidStat” dell’Infn, l’istituto nazionale di fisica nucleare, mobilitato per la pandemia. Calcolato utilizzando i dati della Protezione civile e aggiornato a ieri, l’indice R0 del Veneto è attualmente a 0,3. In pratica servono 10 persone per contagiarne 3: quando l’indice è sotto l’1 infatti vuol dire che ogni malato contagia meno di una persona e quin-

di l’epidemia è destinata ad estinguersi. Nel periodo peggiore, lo scorso 12 marzo, l’indice in Veneto ha toccato punte estreme, fino a 17,25. Ad oggi, sempre secondo l’Infn, l’indice di riproduzione in Italia è a 0,61. Ad essere ancora sopra il livello 1 sono Lombardia, Liguria e Piemonte. L’indice è calcolato con una media mobile a quattro giorni. —

3.00 2.50 2.00 1.50 1.00 0.50 0.00

20-MAR

25-MAR

Italia Liguria

30-MAR

4-APR

Veneto Resto Nord

9-APR

14-APR

Lombardia Centro

19-APR

Piemonte Sud

24-APR

29-APR

Emilia


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.ROVIGO

... Domenica 3 Maggio 2020

La Voce

Produzione e rivendite di pane non hanno mai chiuso in queste settimane

Il lavoro non si ferma

Fornai, sempre in prima linea La riscoperta di rosette e filoni: così è cambiata la “pausa pranzo” in centro

ROVIGO - Tra chi non ha mai smesso di lavorare, in queste lunghe settimane di quarantena, ci sono i fornai e le rivendite di pane. Negozi che hanno continuato, tutte le mattina, ad alzare la serranda per offrire ai rodigini il più elementare tra gli alimenti, quello che sulla tavola davvero non deve mai mancare. E così, i forni - pur osservando ovviamente le nuove misure di sicurezza - hanno continuato a lavorare come sempre: i fornai sono andati al lavoro tutte le notti, per far trovare rosette e zoccoletti caldi all’alba, da vendere direttamente o da distribuire nelle rivendite delle città. Qui, dietro al banco, un piccolo esercito tra fornai e relativi dipendenti a continuato a vendere i filoni ogni mattina, senza mai smettere. E anche l’afflusso di clientela non è calato, rispetto al normale. Anzi: complice la chiusura di molti negozi, bar, ristoranti e quant’altro, il pane è stata - per alcuni - una piacevole riscoperta. Soprattutto nel centro città dove i molti lavoratori degli uffici che non hanno chiuso per l’emergenza, rimasti “orfani” di tavole calde, paninoteche e pizzerie, si sono riversati proprio sulle rivendite di pane, per ingannare la fame e superare indenni la pausa pranzo. Ora, con la riapertura parziale voluta da Zaia - e ancora di più da domani con la fase 2 - il numero di clienti è ulteriormente aumentato, e ieri mattina fuori da qualche esercizio si erano formate persino piccole code, con i clienti comunque sempre attenti a mantenere le distanze previste. “Nelle prime settimane di emergenza non c’era molta gente in giro - conferma Simonetta, dal suo osservatorio privilegiato di vicolo Maddale-

In alto, da sinistra: Simonetta Rossi della rivendita di vicolo Maddalena; Antonella di Solo Specialità; Margherita Brghetto nel suo forno

Il panificio Menegato di via Fiume

Le dipendenti dietro al banco della rivendita di pane di Virginio Lunardi

na, proprio al centro tra le due piazze principali della città, piazza Vittorio e piazza Garibaldi mentre nella seconda metà di aprile ho notato un aumento del numero di persone, non soltanto nel locale ma anche all’esterno, per le strade e nelle piazze”. Un piccolo segno di ripresa. E una speranza per i giorni a venire. In cui i fornai, come sempre, saranno al loro posto pronti a rifocillare i rodigini. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Con la mascherina In attesa davanti al forno di Rubiero

Il panificio Menegato

COMMERCIO La richiesta dell’assessore regionale al governo

“Fateci riaprire i mercati”

Solo alimentari Ieri mattina in Commenda il tradizionale mercato

L’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato ha inviato una nuova lettera al ministro dell’economia Stefano Patuanelli, chiedendo di fare uno sforzo per ascoltare le istanze del mondo produttivo, in particolare quelle del commercio ambulante, e di garantire misure che permettano la ripresa in sicurezza delle attività per evitare un vero e proprio tracollo economico. “Per quanto riguarda il settore del commercio ambulante - spiega Marcato, che si fa portavoce delle catego-

rie economiche maggiormente colpite - al quale è attualmente precluso dalle disposizioni governative vigenti l’esercizio dell’attività di vendita di prodotti non alimentari nei mercati, le richieste di sostegno vertono anche sulla sospensione del pagamento dei tributi locali connessi all’occupazione del suolo pubblico”. Di qui la richiesta al ministro dello sviluppo economico di intervenire in un settore particolarmente sofferente, in attesa di disposizioni nazionali ben prima dell’emergenza Covid-19. “Sono pertanto a chiederle di attiva-

re i provvedimenti adeguati a tutelare le richieste di questa categoria che invoca una ripresa dell’esercizio nel pieno rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, prima delle date di riapertura annunciate scrive, infine, Roberto Marcato rammento che si è in attesa di una nuova normativa statale, che disciplini il rinnovo delle concessioni per l’esercizio dell’attività di commercio su aree pubbliche, la cui scadenza, come noto, è prevista per il 31 dicembre”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


L'ARENA

Domenica 3 Maggio 2020

IlVenetoeilcoronavirus

Conoltre 20 milatamponi in piùscoperti 245contagiati

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57

LA“SERRATA”HARIDOTTOAL 50%LAPOTENZIALITÀCHEUN “POSITIVO”INFETTIUNALTRO CITTADINO.MACONLAFASE2 ILVALOREPUÒRISALIRE

PERIL VENETOÈ L’ATTUALE VALORE DITRASMISSIONEDELCONTAGIO

IMILIONI DIEURO DONATIFINORA ALLAREGIONEPERL’EMERGENZA

Primo Piano 7 ZAIAIERIHARINGRAZIATO ICIRCA37MILADONATORIEIN PARTICOLAREILGRUPPO BENETTON:HADONATO10 MILACAMICI(PER1MILIONE¤)

LAREGIONE PREPARA LANUOVA MOSSA. Ilgovernatore assicura:nientecontrapposizionialdecreto governativo. «Prorogheròlamia ordinanzacon aggiustamenti»

Mascherina sempre addosso, pure all’aperto Piero Erle

«È innegabile che ci sia molta gente in giro, nei percorsi ciclo-pedonali e nelle vie e piazze. È naturale: ci prepariamo alla “fase 2” di domani, quando in Veneto torneranno a muoversi 1,2 milioni di persone. Io lo ripeto: non bisogna abbassare la guardia, il virus c’è ancora». I dati per il Veneto in effetti non vanno male, anche rispetto alle “pagelle” che Stato e Regioni hanno messo a punto per vedere se passeremo l’esame di 14 giorni della maggiore riapertura. I ricoverati per Covid19 in terapia intensiva sono il 31% del totale, i ricoverati negli altri reparti sono ormai ben sotto quota mille, i nuovi positivi salgono solo del +0,6% da due giorni. Ma è anche vero che la “curva dell’epidemia” va giù molto lentamente, e le nuove riaperture potrebbero purtroppo far risalire i dati. Ecco perché occorrono ancora regole frena-virus. LA NUOVA ORDINANZA. La

presenterà oggi, la sua nuova ordinanza in vigore da domani assieme al decreto governativo, il governatore veneto Luca Zaia. «Sarà una proroga di quelle che ho fatto - ha spiegato ieri - con qualche aggiustamento e cercando di rispondere alle “domande frequenti” (Faq) dei cittadini». E avvisa che non ci saranno sfide allo Stato, ma si resterà il più possibile in linea con il Dpcm: «Dopo l’interlocuzione che abbiamo avuto con il ministro Francesco Boccia, si può considerare la nostra nuova ordinanza come la dimostrazione che siamo sempre rispettosi della filosofia di mettere in sicurezza la salute dei cittadini». Niente contrapposizioni con Roma. Il 1° maggio, rispondendo ai giornalisti, Zaia era sbottato: «Volete sapere qual è un punto di frizione? Tenetevi forte:

la vendita o meno di piante e fiori, e articoli per bimbi, nei mercati all’aperto. Se la contestazione è questa, siamo a buon punto». MASCHERINE. «Per noi che ri-

vendichiamo l’autonomia, questo è il momento di dimostrare che con la nostra responsabilità individuale siamo in grado di decidere di proteggere la nostra salute e quella degli altri» rimarca Zaia. E l’anticipazione sull’ordinanza la dà sul tema a lui più caro: l’uso delle mascherine anche all’aperto, cosa non imposta dal decreto del Governo. «La mascherina aiuta a mantenere in salute noi e le altre persone. Quindi domani con l’ordinanza chiariremo che è fondamentale che quando si incrociano le persone anche all’aperto la mascherina sia indossata. Certo, se sono in una pista in mezzo ai campi, è vero che non ha senso metterla su, ma appena incrocio una persona devo riuscire a metterla in posizione coprendo naso e bocca. Perché se quella persona è un contagioso senza sintomi lascia in aria un aerosol che non vedi ma rischia di infettarti, e quando ti infilano il tubo della rianimazione in bocca cambia il mondo. Guardate che ci sono infezioni di persone gravi in ospedale che sono inspiegabili: vivono da sole, non frequentano luoghi affollati... Però fanno passeggiate lungo piste pedonali, e allora l’unica spiegazione è che abbiano incontrato una persona infetta: l’aerosol di goccioline che emettiamo nell’aria con il fiato è pericolosissimo». «Il decreto statale conclude - dice di utilizzare la mascherina quando non c’è distanziamento tra persone, quindi è buona norma è che uno giri con la mascherina e se incrocia un altro se la deve tirare su. E senza nessun bisogno di app nel telefonino che “suonino”». • © RIPRODUZIONERISERVATA

superato quota1.500

Tanti tamponi, ma niente boom di contagi scoperti. È un altro aspetto della buona evoluzione che l’epidemia da Covid19 sta vivendo in Veneto in questo suo ingresso nel mese di maggio che dovrà segnare una svolta operativa. La percentuale di nuovi infetti rispetti ai tamponi quotidiani (vedi grafico) sta piano piano dando segnali di riduzione. È un buon dato che si mette assieme a quello del calo di persone ricoverate nei reparti per non gravissimi degli ospedali veneti: ora sono 945, con un calo di 45 persone negli ultimi due giorni. Anche in terapia intensiva le cifre calano. Lentamente però: in due giorni si è scesi di 6 persone (a 108), e si è ancora sopra quota 100. Calano nettamente gli “attuali positivi” - ora sono 7422, cioè circa 770 in meno di due giorni fa - e in “negativizzati” viaggiano ormai verso quota 10 mila (ora sono 9330, cioè quasi mille in più di due giorni fa), ma appare sempre più evidente che mentre province come Rovigo, Padova e Venezia stanno guadagnando terreno verso la fine emergenza, per altre come Verona e Vicenza il cammino è ancora intricato, anche se tende sempre a leggeri miglioramento. E resta sempre la pagina nera delle vittime che colpiscono il Veneto: adesso hanno superato quota 1500, con una crescita di 58 lutti in due giorni (in tutto 1508). Verona è prima con 425 persone che hanno perso la vita, seguita da Treviso a 268 e Padova a 251, mentre Vicenza è a 221 e Venezia a 218. • P.E.

Veneto, i nuovi infetti dal virus scoperti rispetto al numero di tamponi fatti Tamponi effettuati

Percentuale casi positivi (%)

15.000

9

13.232 12.173 10.000

6.508 5.000

7.621 6.799 7.254 6.170 5.378

11.571

10.607

10.212

9.705 7.574

10.532 9.474

8.209 9.244

8.468

8.205 7.466

7.530

10.081 9.384

8.821

6

9.438 8.519

8.191

7.259

5.801 3

4.635

5.013

3.666* 0

L’EGO-HUB

Zaia:«Ilprincipioèchesesièsoli Ieri+22 sipuòanchetenerlaabbassata, maappenasiincontraunaltro Inostrimorti bisognatirarlasopranasoebocca» orahanno

7,2 6,4 5,7 5,3 5,2 6,7 4,6

1 2 M G

3 V

4 S

5 D

5

6,3 5,3 3,4 4,1 3,7 3,1 2,6 4,4 3,1

3

2,8 3,8 3,8 3,5 1,3 3,9 1,6 0,8 2,9 1,5 1,2 1,1

1

1,4

0

6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 1 2 L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S D L M M G V S Aprile Maggio

*Si era rotta una macchina

STRATEGIA. Costano250milaeurol’una:«Siarriveràa50milatestalgiorno»

«Altre super-macchine perl’esametamponi» Zaia:«Oltrea Padovache ce l’haeVerona chela prende vogliamoacquistarleper Vicenza,TrevisoeVenezia» Quattro macchine in più, per la super-analisi dei tamponi, come quella già in funzione all’Azienda ospedaliera di Padova e indicata alla Regione a suo tempo dal virologo Andrea Crisanti: un investimento da 250 mila euro l’una circa. È questo, ha annunciato il governatore Luca Zaia, il piano con cui la Regione conta di arrivare a settembre, prima della possibile nuova ondata del coronavirus, con una potenzialità di oltre 30 mila tamponi al giorno rispetto ai picchi di 12-13 mila di adesso. «È stato deciso - spiega Zaia - di acquistare altre tre macchine oltre a quella già esistente a Padova e a quella che si sta comprando Verona. Sono le famose macchine americane che oggi ab-

LaRegione vuole portarea 5 lesuper-macchineper tamponi

biamo solo noi e consentono di fare circa 9 mila tamponi al giorno: se riusciamo ad acquistarle, ne saranno dotati gli hub provinciali di Treviso, Vicenza e Venezia. Potremmo arrivare anche a 50 mila tamponi al giorno. Ma le Ulss dovranno anche formare molti più operatori. Questo finché non arriveranno test più rapidi e più veloci». Rispetto alla “pagella” che il Governo vuole dare alle singole Regioni sulla quantità di

contagi che viene via via scoperta, Zaia precisa che «occorre guardare alla “qualità” dei tamponi: noi li facciamo mirati, nel senso che ogni 10 giorni testiamo tutti i medici sovraesposti, e poi ogni 20 giorni a giro continuo tutto il personale sanitario, più quello delle Rsa, i soccorritori, i volontari, Croce rossa e verde, forze dell’ordine, i contatti dei “positivi”, e da adesso chiunque si presenta per i ricoveri negli ospedali».

Zaia ringrazia per i disegni inviati Lucrezia Russo da Pove del Grappa e Christian Cariolato da Cornedo Vicentino, e chiede pubblicamente scusa per lo scivolone del direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Padova, Daniele Donato, che aveva accusato gli specializzandi di aver contribuito a diffondere il virus: «Capita che sfugga una frase non voluta, non l’ho detta io ma il buon rapporto va ripristinato con le scuse. Gli specializzandi sono una colonna portante». E ringrazia le forze dell’ordine ma anche chiede “buon senso” nel comminare multe da 400 euro. «Siamo preoccupati - aggiunge - per i bimbi: una rete di strutture per loro si può allestire, ma serve il via libera dell’autorità sanitaria». Ed è in arrivo una app per far comunicare l’Ulss e chi è in isolamento a casa. E le attività ancora chiuse come parrucchieri, ristoranti-bar, turismo? «Se i dati vanno bene spero si possa aprirli prima del 1° giugno. Certo, con le immagini dei progetti di box in plexiglass sulle nostre spiagge ci siamo fatti male sulla stampa internazionale». • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

CONFARTIGIANATOVENETO. Bonomo:«Cambiareschema: liberodi girarechi siprotegge emaxi-aiuti perleimprese»

Artigiani,ora attive9 aziende sudieci Dadomaniallavoro in300mila maresta ilbuio sugliacconciatori Da domani con la “fase 2” riapertura per attività di commercio all’ingrosso, manifatturiero e costruzioni - le imprese artigiane venete coinvolte saranno 58.712, «raddoppiando di colpo - segnala Confartigianato Veneto - la platea di quelle aperte: diventano oltre 112 mila, l’89,1% del totale. Anche gli addetti che tornano al lavoro si moltiplicano passando da 150.500 a 299.851, pari al il 91,6% del totale dell’artigianato vene-

to». Ma «restano molte ferite aperte - rimarca il presidente Agostino Bonomo - a partire dalle nostre 14 mila aziende artigiane venete e i loro 30 mila addetti (benessere, restauro, ristoratori) ancora ingiustificatamente al palo. E resta incertezza su lavoro e mercati. È chiaro che l’emergenza va affrontata con tempestività, ma serve avere anche uno sguardo lungo, decidendo azioni che riconnettano quello che dobbiamo fare

oggi sul piano sanitario con quello che possiamo fare per costruire una nuova fase di crescita per Veneto e Italia». È dannoso «giocare a chi grida più forte per rivendicare diritti particolari». Meglio comporre insieme tutti gli interessi legittimi, «fermo restando il principio che chi è vittima dei danni maggiori per l’interesse superiore della salute pubblica - dovrà avere i risarcimenti maggiori, in una logica di solidarietà nazionale». Per questo anche Bonomo si schiera a favore di «una fase 2 intelligente che non riduca di nulla l’attenzione prioritaria sulla protezio-

ne della salute, ma che inauguri nuove logiche di gestione del rischio», visto che con il virus occorre convivere. E quindi stop alla logica dei singoli codici Ateco autorizzati per «cedere il passo alla possibilità di riprendere a lavorare per tutti quelli pronti a farlo in sicurezza, rispettando il protocollo del 24 aprile». Inoltre autorizzare il lavoro per 60 mila artigiani e 150 mila addetti oggi fermi (circa la metà del totale: nel Vicentino ad esempio si muoveranno 21.173 imprese artigiane su 23.766, cioè l’89,1%, ma resteranno chiuse 2289 imprese di acconciatori ed

estetica) «significa autorizzare anche i loro clienti a muoversi ed avere relazioni». Per gli stessi cittadini quindi bisogna passare dal “io sto a casa” a “io esco con mascherina e protezione per le mani, rispettando le distanze, prendendo appuntamento, limitando l’uso dei bus”. C’è un altro punto chiave: «Dovremo ricorrere al debito per aiutare gli italiani che hanno avuto un danno economico (oltre al dramma dei decessi) senza precedenti. Questo debito, verso chiunque venga contratto, fosse anche nel lungo termine, dovrà essere restituito. E questo rende

IlVeneto torna semprepiù allavoro FOTOGIANCARLOCECCON

indispensabile progettare una nuova fase espansiva che ricrei la ricchezza che questa crisi ha distrutto e distruggerà nei prossimi mesi». Nel mondo si affaccerà via via un miliardo di nuovi consumatori: è un mercato da conquistare e il “Made in Italy” può farcela. Ma servirà tempo per re-

cuperare i vecchi ritmi di attività e di scambi commerciali: «Dobbiamo assicurare a chi lavora il massimo sostegno finanziario, fiscale, creditizio, formativo, di servizio, per affrontare il tempo che sarà necessario per ripristinare condizioni di normalità». • © RIPRODUZIONERISERVATA


XIII

Provincia

Domenica 3 Maggio 2020 www.gazzettino.it

Piazzale a nuovo? «Occasione d’oro per l’intera area» `Il gestore dello

sportello multiservizi favorevole al progetto CORTINA

PASCOLI Anche in Val Visdende le Regole amministrano numerosi terreni, quest’anno le assemblee sono state rinviate a data da destinarsi

Il progetto di recupero e valorizzazione del piazzale della vecchia stazione ferroviaria di Cortina è una opportunità da cogliere. Ne è certo Alessandro Constantini, che oggi gestisce uno sportello multiservizi proprio lungo viale Marconi, di fronte al centenario edificio della stazione. Con la sua famiglia, il padre Evaldo, gli zii, ha vissuto decenni di gestione del chiosco dell’edicola, al centro di quel piazzale.

L’OCCASIONE

Regole: rinviate le assemblee Mai successo in 70 anni che le assise `Bilanci e progetti restano in sospeso, dei capifamiglia non si potessero tenere nè è stata fissata alcuna data alternativa `

COMELICO Le Regole senza assemblee. Non era mai accaduto negli ultimi 70 anni, dopo la ricostituzione delle millenarie comunioni famigliari avvenuta nel 1948, dopo quasi 150 anni di quiescenza a seguito il decreto di Napoleone del 1806 che passava i beni regolieri ai nuovi Comuni, che le assemblee dei regolieri non venissero convocate nel periodo primaverile, come da antichissima tradizione.

LA DEMOCRAZIA La “fabula”, o “universitas”, cioè l’adunanza di tutti i capifamiglia per deliberare sulle questioni inerenti la vita sociale e l’organizzazione dell’attività agricola, pastorale e boschiva della collettività paesana, è stata da sempre la maggiore espressione della democrazia popolare. È compito delle assemblee eleggere gli organismi dirigenti, capiregola o marighi, amministratori e guardie, un tempo anche gli addetti ai pascoli di montagna. Senza il parere e la deliberazione della maggioranza assembleare le amministrazioni non hanno potere autonomo. Ma il Coronavirus è riuscito anche a sov-

vertire la millenaria tradizione regoliera di convocare l’assemblea in primavera per decidere le attività degli enti e l’approvazione dei bilanci di previsione. Non si possono convocare assemblee, nemmeno all’aperto, come si faceva nei secoli passati sotto il tiglio nei porticati delle chiese, dove riposavano le spoglie degli avi, nè sarebbe pensabile distanziare i regolieri a sedie alternate in sale di riunione quasi ovunque troppo piccole per il numero di rappresentanti delle famiglie paesane. Le Regole del Comelico sono 16, e in tutto il Cadore fino ad Ampezzo, con la comunanza delle 11 Regole, ma anche in Agordino, in Val di Zoldo, in Alpago, queste istituzioni antiche sono state riconosciute dallo Stato e dalla Regione Veneto come enti di diritto privato, con statuti o laudi che ne normano la vita interna.

LE RESTRIZIONI DOVUTE AL RISCHIO DI CONTAGIO CONGELANO ANCHE LE ANTICHE FORME DI DEMOCRAZIA DELLE COMUNITÀ DI MONTAGNA

L’ORGANO SOVRANO E tutti gli statuti stabiliscono che l’organo sovrano per le deliberazioni riguardanti l’attività regoliera è l’assemblea dei capifamiglia. Così, senza possibilità di riunire le assemblee, anche all’interno delle Regole è stata bloccata la democrazia diretta, come per i cittadini di tanti Stati del mondo è stata limitata la libertà personale a causa della pandemia del Covid19. Quasi tutti i capiregola o marighi delle varie Regole della provincia di Belluno hanno fatto perveni-

re ai soci delle comunioni famigliari la lettera in cui si comunica che, a causa delle limitazioni ai raduni e agli assembramenti, e per l’obbligo della distanza sociale, le assemblee ordinarie previste nei mesi primaverili sono rinviate a data da destinarsi. Una scelta necessaria, che mette in risalto come questa situazione incida anche su tradizioni millenarie, come le espressioni di democrazia paesana che si esprime nelle assemblee dei capifamiglia. Lucio Eicher Clere

«Non si può perdere questo treno – commenta Constantini – ed è un illuso chi pensa che possano esserci altre possibilità, altri investitori, prima delle Olimpiadi invernali 2026. Questa iniziativa assicura la sistemazione di tutta l’area senza alcun esborso per la cittadinanza di Cortina». Il piano, presentato dai tecnici di Pool Engineering, prevede la sistemazione degli immobili esistenti, anche di quelli in stato di abbandono dal 1964, quando fu chiusa la storica Ferrovia delle Dolomiti. Ci sarà la costruzione di altri fabbricati, ad uso residenziale e commerciale. Proprio questo aspetto ha sollevato critiche e timori, in paese. «Io, al contrario, credo che sia una opportunità da sfruttare – obietta Constantini – e posso assicurare che vivo ed ho vissuto questo piazzale come pochi altri, a Cortina. E come me la pensano altri imprenditori, che ope-

rano qui nel viale. Stiamo tutti aspettando un intervento risolutivo in quest’area degradata; lo attendiamo da almeno trent’anni, dalla permuta con il demanio dello stato, che trasferì il piazzale al comune». Sulle attività commerciali aggiunge: «Quando ci sarà il bando per assegnare quegli spazi, sarà il momento del confronto reale tra settore del commercio e amministrazione pubblica. Ma quello sarà il secondo passo, che non sarà compito di Pool Engineering, lo studio che ha elaborato il progetto. Non bisogna aver paura che ci sia una speculazione edilizia fine a se stessa. Da tutta l’operazione ci sarà un indiscutibile beneficio pubblico. Ci sarà anche un tornaconto per gli imprenditori privati, ma altrimenti perché dovrebbero farlo? Chiunque potrà essere interessato ad entrare in un luogo in cui si concentreranno servizi al turista. Io stesso potrò farlo. Ci saranno sportelli, ma anche semplicemente vendita di prodotti alimentari, oggi così richiesti in quest’area. La stessa avvocatura dello stato, nel lungo iter di questo progetto, conferma il beneficio pubblico dell’operazione. Che ci pensino bene le categorie economiche, non si perdano in discussioni, di fronte a un’operazione utile per lo sviluppo di Cortina». Marco Dibona

CONSTANTINI INVITA LE CATEGORIE OSTILI AL PIANO A CONSIDERARE I VANTAGGI SOTTO IL PROFILO DELLO SVILUPPO DELL’EX STAZIONE

Unione montana Valle del Boite

Assistenza, rinnovato l’incarico L’Unione Montana della Valle del Boite ha rinnovato l’appalto alla cooperativa “Le valli” di Longarone per il servizio di assistenza domiciliare per i comuni di San Vito, Borca, Vodo, Valle e Cibiana. A pesare sulla decisione il radicamento costante nel territorio e il legame organico con la comunità locale. L’importo per l’esecuzione del rinnovo dell’appalto viene fissato in 19,44 euro quale prezzo orario base per il servizio di assistenza

domiciliare della figura professionale addetto all’assistenza; in 21,90 euro quale prezzo orario base della figura professionale di assistente sociale e 24,73 euro quale prezzo orario della figura di fisiocinesiterapista. Viene riconosciuto inoltre un rimborso chilometrico per l’utilizzo dei propri mezzi di trasporto pari ad un quinto del costo al litro del carburante per il totale dei chilometri percorsi. G.B.

L’OPPORTUNITà Alessandro Constatini gestisce uno sportello multiservizi nei locali dell’ex stazione lungo viale Marconi

Mai più frane su Peaio: pronto il sistema d’allarme Pedaggi delle 3 Cime a rischio VODO DI CADORE Finiti i lavori, fatto il collaudo, martedì sarà consegnato al Comune il sistema di monitoraggio ed allarme, costato 240 mila euro, sul torrente Rudan, a Peaio di Vodo di Cadore. L’obiettivo è mitigare il rischio in particolare per l’abitato sono diversi gli interventi che la Regione ha realizzato e continuano a programmare lungo il tratto terminale del corso d’acqua, il più importante è la grande briglia filtrante a monte dell’abitato che è stata già in qualche occasione provvidenziale nel trattenere gran parte del materiale detritico. La zona è da tempo al centro di importanti lavori dopo i fenomeni che hanno evidenziato tutta la

pericolosità del contesto dove, con i temporali estivi il pericolo si amplifica. «Questo sistema, attivato sulla base di un progetto redatto con Arpav -spiega l’assessore Bottacin-, è stato collaudato con esito positivo e può adesso essere attivato a supporto delle attività di protezione civile del comune relativamente alle colate detritiche provenienti dal Monte Antelao lungo il canalone del rio Rudan». È costituito da due distinte stazioni, di sensori in grado di monitorare le precipitazioni intense che innescano il fenomeno di dissesto e l’avanzamento verso l’area abitata della colata detritica innescata lungo il corso d’acqua. Una prima stazione, per monitorare le precipitazioni intense, è stata posizionata a 2.140 metri di quota,

IL SEMAFORO collegato con i sensori in quota per bloccare le auto

nella zona di alimentazione delle colate detritiche ed è costituita principalmente da due pluviometri. Una seconda è invece posizionata in corrispondenza della briglia filtrante, alla quota di 905 metri, oltre che nell’abitato di Peaio, comprende sensori in grado di segnalare il passaggio della colata costituiti da cavi a strappo. Sono stati predisposti un impianto d’illuminazione dotato di 3 fari a led, i software di raccolta dati, elaborazione del segnale di allarme e gestione del sistema, oltre che gli impianti semaforici sulle viabilità comunale, i cartelli informativi e l’impianto di diffusione del segnale di allarme (sirene, lampeggianti e sistema di invio della messaggistica di allertamento). Giuditta Bolzonello

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«Bilancio tutto da riscrivere» AURONZO “Esprimo il mio profondo disappunto nel leggere le osservazioni, pubblicate sulla pagina facebook, del gruppo di minoranza, che dall’inizio dell’emergenza non si è mai fatto vedere o sentire, nemmeno telefonicamente con la sottoscritta, con la Giunta o con gli uffici municipali, a differenza di alcuni Comuni dove invece la minoranza ha dato il suo fattivo contributo e collaborato con proposte attuabili”: così la sindaca di Auronzo di Cadore, Tatiana Pais Becher, in una nota risponde ad un intervento della minoranza dei giorni scorsi sul social. Corposo è

l’elenco delle iniziative intraprese in questo periodo di difficile emergenza sanitaria con la prima cittadina in prima linea e con la sua costante presenza in municipio coadiuvata dal vicesindaco e dagli assessori. E non è che in Auronzo colino latte e miele: “Purtroppo il bilancio dell’anno in corso potrebbe subire una riduzione notevole, considerata l’incertezza del gettito dei parcheggi delle Tre Cime di Lavaredo”. Ciò nonostante sono state intraprese azioni di sostegno sia nel sociale, sia per il settore economico. Per il futuro: “Procediamo cautamente assieme ad altri Comuni che presentano le nostre caratteristiche”. G.G.


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