PIANCAVALLO Dolomiti Friulane
magazine
PIANCAVALLO magazine Periodico di informazione, approfondimento e cultura - Inverno 2015-16
Š Jay Beyer, 2015 Patagonia Inc.
Piazzale XX Settembre n° 21 Pordenone Piancavallo tel. 0434 520524
Editrice: Associazione “La Voce”, Viale Trieste, 15 33170 Pordenone Tel. 0434 240000 Fax 0434 208445 info@lacitta.pordenone.it www.lacitta.pordenone.it Direttore Responsabile: Flavio Mariuzzo HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO: Lucia Bassan, Alvise Berti, Clelia Delponte, Sandro Del Pup, Mauro Fracas, Giulio Ferretti, Piergiorgio Grizzo, Federico Stelé, Mario Tomadini, Sabina Tomat, Ferdi Terrazzani, Margherita Venturelli, Michela Zin PROGETTO GRAFICO: Francesca Salvalajo FOTO: Ferdi Terrazzani, Mario Tomadini, Archivio Piancavallo Magazine Archivio fotografico Pordenone with love IMPIANTI STAMPA: Visual Studio Pordenone STAMPA: Tipografia Sartor Pordenone
Provincia di Pordenone
In copertina: Sorrisi sulla neve a Piancavallo (foto Terrazzani)
Foto Ferdi Terrazzani
PIANCAVALLO magazine Periodico di informazione, approfondimento e cultura n.19 Supplemento n.1 al n.80 La Città (ottobre 2015)
SOMMARIO SOMMARIO 5.
Editoriale
6.
PromoTurismoFvg, gestione e promozione parlano la stessa lingua
9.
Natale, magiche atmosfere a due tornanti dalla pianura
13.
La sfida del turismo accessibile
17.
Imparare a sciare da piccoli, da giovani e da grandi
22.
Pontrandolfo un uomo solo al comando… del Polo Sud
24.
Neve sempre più sicura
26.
INTERSKI 2015, la Scuola Italiana di Sci è sempre un’eccellenza
29.
Se in pista gli sciatori si rincorrono allora è Skicross!
32.
Melody on Ice, tutto il calore del ghiaccio
35.
Avvistato uno squalo a Piancavallo!
36.
Dilaga la passione per gli SCI
41.
Sport, natura e intrattenimento. Una montagna che si fa amare
46.
Un frizzante Fantalibro. Storia di un marchio vincente
49.
Piancavallo total dog
52.
Valcellina, un set con suggestioni da Oscar
55.
I fantasmi di pietra, tutta Erto in un’app
59.
Lo Sci Club Aviano compie 50 anni
64.
La disordinata libreria di un gigante
67.
Da Campone a Palcoda camminando sulle acque del Chiarzò
71.
Vito d’Asio e Clauzetto, le perle della Val d’Arzino
76.
Uomini di spirito
79.
L’economista e l’artista
82.
Dardago fior di zafferano, la pedemontana scopre l’oro rosso
84.
Testimonianze sommerse
89.
Programma Piancavallo Inverno 2015/16
EDITORIALE
Un territorio ricco di fascino e di sorprese Lo sapevate che nella pedemontana pordenonese si produce un ottimo gin? E che nella frazione di Dardago si coltiva lo zafferano? Chi sospettava poi che l’abitato di Erto e le aspre gole della Valcellina fossero un set cinematografico sempre più quotato? O che a Piancavallo, sull’assolata terrazza della Genzianella, si potesse degustare nientemeno che lo squalo! Tutto questo, e molto altro, raccontiamo in questo nuovo numero invernale di Piancavallo Magazine, che presenta novità fin dalla testata. Abbiamo, infatti, voluto aggiungere al nome della nostra località turistica di punta anche quello del comprensorio delle Dolomiti Friulane, che ormai rappresenta il perimetro e l’orizzonte di questa rivista. Da anni la nostra attenzione è rivolta al territorio montano e pedemontano che va dall’Alto Livenza a Pinzano al Tagliamento, ovvero dal confine con la provincia di Treviso al confine con la provincia di Udine. Si tratta di un ambito variegato, spesso poco conosciuto, e quindi con molte cose da dire e molte storie da raccontare. Noi ne troviamo sempre di nuove e ogni volta ci vediamo costretti a selezionare le più interessanti cercando di non far torti a nessuno. Ma ci avanza sempre molto materiale e questo testimonia la ricchezza di un paesaggio che non finisce mai di sorprendere, noi per primi. Per l’Associazione La Voce, editrice di questo giornale, promuovere la terra che amiamo e di cui siamo figli è diventata una missione irrinunciabile. Non ci attardiamo ad interrogarci sul perché debba essere un sodalizio culturale senza scopo di lucro ad assolvere un compito che forse spetterebbe ad altri enti e istituzioni. Noi andiamo avanti perché ci crediamo e perché siamo fermamente convinti della qualità che riusciamo ad esprimere in ogni numero. E ci accontentiamo del piccolo sostegno che riceviamo dagli stessi enti e istituzioni, nelle cui mani mettiamo, in un’ottica di servizio reso alla nostra comunità, uno strumento di comunicazione formidabile. Sarebbe bello e gratificante se almeno ci fosse da parte di tutti la piena consapevolezza di questo. Sarebbe già tanto. Buone feste a tutti. Flavio Mariuzzo
5
STRATEGIE
PromoTurismoFvg, gestione e promozione parlano la stessa lingua
La nuova agenzia regionale, che unisce le competenze di Promotur e Turismo Fvg, sarà operativa da gennaio 2016. Sarà un unicum a livello nazionale che si farà carico della promozione del territorio regionale e della gestione degli impianti montani e delle strutture balneari testo di CLELIA DELPONTE foto di FERDI TERRAZZANI
C
on il primo gennaio 2016 daremo addio alle due agenzie regionali Promotur (dedicata alla gestione degli impianti di risalita) e Turismo Fvg (votata alla promozione turistica dell’intero territorio regionale) per dare il benvenuto ufficiale al nuovo ente PromoTurismoFvg, come ha voluto la specifica legge regionale con l’obiettivo di eliminare dei doppioni, ottimizzare le risorse e razionalizzare i costi. Tecnicamente sarà Promotur a incorporare Turismo Fvg, assumendo poi la nuova denominazione. L’intento è di dare un taglio più turistico alla gestione degli impianti della montagna: rimane all’interno di PromoTurismoFVG
una struttura che si occupa della parte puramente tecnica, mentre la promozione turistica dei territori legata alla pratica dello sci e alla fruizione estiva dei comprensori montani viene completamente assunta dalle strutture dell’Agenzia che curano il prodotto montagna e la promozione delle imprese turistiche. La promozione si focalizzerà sia sulla montagna invernale, dove la gestione degli impianti è alla base dell’intera offerta turistica, sia su quella estiva con una maggiore differenziazione delle esigenze dei diversi poli. L’organizzazione aziendale verrà dunque ridisegnata sulla base di questi obiettivi di focalizzazione turistica tenendo
Il vicepresidente della Regione FVG e assessore al Turismo, Sergio Bolzonello
6
Foto Ferdi Terrazzani
conto delle caratteristiche peculiari dell’agenzia, che a livello nazionale si presenta come un unicum, avendo in carico la gestione diretta dei servizi, compresa appunto la gestione degli impianti della montagna e la partecipazione nelle società di gestione dell’offerta marina di Lignano e a grado. Ciò significa che la promozione turistica si affianca alla gestione diretta delle strutture e degli impianti, che hanno dunque proprietà e gestione pubblica. La nuova agenzia proseguirà sul solco nella linea tracciata in questi anni, altro tratto distintivo, che la vede in prima linea non solo nell’organizzazione e nella pubblicità, ma anche nel rapporto con gli operatori del mercato turistico regionale. Uno dei suoi strumenti principali di intervento del mercato turistico è costituito dai club di prodotto, che rappresentano le filiere delle imprese del turismo organizzate sulle principali esperienze di vacanza desiderate dai clienti del turismo, così come identificati nel Piano strategico per il turismo 201418 approvato dalla Giunta regionale. Considerando che compito dell’Agenzia è quello di creare tutte le premesse per la definizione di una destinazione turistica attrattiva per
la regione, ma che poi, la vendita del prodotto turistico è compito degli operatori. Dal primo gennaio dunque ci sarà una maggiore integrazione di tutte le attività e il potenziamento di alcuni settori, tra cui proprio quello della montagna, il tutto finalizzato a individuare i mercati di riferimento da cui attrarre nelle mete turistiche regionali nuovi clienti, mentre le attività operative punteranno a ridurre i costi e migliorare sempre più i servizi erogati attraverso le attività d’impresa. I paesi target individuati dai piani strategici sono l’Austria, la Germania, i paesi dell’Est, Croazia, Slovenia, Cechia, Ungheria, Polonia. Anche la Russia costituisce un ottimo potenziale, anche se al momento gravemente influenzata dalla negativa contingenza economica che affligge quel Paese. Interessanti sono anche le possibili evoluzioni del gemellaggio in atto con il Giappone come è avvenuto per il monte Zoncolan e il monte Fuji nell’ambito del ciclismo mondiale. E chissà se dalle delegazioni Expo in visita in regione (brasiliane, angolane, cinesi) arriverà ancora qualche utile riscontro per il turismo regionale.
Neve e intrattenimento, le due anime della Piancavallo invernale ed estiva
7
costruiamo e progettiamo case: • A BASSO CONSUMO ENERGETICO • COMFORT ELEVATO • RAPIDITÀ DI ESECUZIONE • PREZZO CERTO Z.I. CORDENONS (PN) Via Musil, 41 - Tel.0434.537308-9 info@cozzarinlegnami.com - www.cozzarinlegnami.com
SOTTO LA LENTE
Natale, magiche atmosfere
a due tornanti dalla pianura testo di MAURO FRACAS foto di FERDI TERRAZZANI
La pedemontana pordenonese è disseminata di borghi in cui il tempo scorre ancora lento e si vive un Natale diverso, dai presepi di Poffabro agli alberi natalizi di Andreis, dalla “cattedrale” della sorgente del Gorgazzo alla fiaccolata lungolago di Barcis
C’
erano Natali, un tempo, dove ci si trovava in 20 a tavola, con un tagliere di polenta e un solo gallo, che non bastava mai per tutti eppure ci si saziava lo stesso, e il muschio lo si coglieva insieme, per non farne mai mancare al presepio posto all’angolo dentro in chiesa. Ma il tempo corre, e si sa, non si volta mai indietro, per cui le cose cambiano. Se la liturgia dei regali ha attenuato l’intimità del Natale domestico, stiamo assistendo ad una riscoperta dei legami comunitari, che favoriscono il fiorire di iniziative volte a interpretare l’evento della Natività a seconda delle identità locali.
9
10
Il viaggio tra il Natale delle Dolomiti Friulane può iniziare con Poffabro, sede dal 13 dicembre 2015 al 16 gennaio 2016 di “Presepe tra i presepi”. Si tratta di una tra le prime e sicuramente tra le più note rassegne presepiali della zona. In questa occasione, infatti, il fascino senza tempo di quello che dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) è stato definito “uno dei 30 borghi più belli d’Italia” e che nei paesi di lingua tedesca è conosciuto come “Dorf der Krippen” (Paese dei presepi) si arricchisce di una moltitudine di presepi, realizzati con i materiali più diversi e posizionati in ogni anfratto ritenuto degno di ospitare la Natività. Complementare a questa iniziativa è “Ad Andreis nevica... la fantasia”, giunta alla 6^ edizione, dove protagonista è l’altro grande simbolo dell’Avvento, ossia l’albero di Natale, che, con la sua chioma sempre verde, richiama la vita che non muore. Per catturare lo spirito del Natale e l’interesse dei visitatori verranno allestiti una sessantina di alberi di Natale, che orneranno gli angoli più suggestivi e le caratteristiche logge di pietra di questa località. Ogni albero è realizzato a mano in ogni sua parte, utilizzando materiali tradizionali e di riciclo, a sottolineare quell’armonia tra ambiente naturale ed ambiente umano che è iscritta nell’iden-
tità più profonda del paese. Tra le rassegne natalizie, particolare menzione merita “Magia di un Borgo Antico”, che si svolge a Polcenigo, nel corso della quale le finestre del paese ospiteranno oltre 100 presepi, che addobberanno un paese già impreziosito dalle vestigia di palazzi che un tempo appartenevano al patriziato veneziano. La notte di Natale poi nelle acque policrome del vicino Gorgazzo, il Centro Pordenonese Sommozzatori arricchisce da quasi quarant’anni la Messa di Natale di valenze uniche. Infatti, l’evento liturgico sarà accompagnato da una serie di coreografie, realizzate da sommozzatori, che trasformeranno la conca della sorgente in una sorta di cattedrale a cielo aperto. Un altro singolare connubio tra natura e Natale lo offre Barcis, dove, dopo la Messa di Natale (ore 21.00), si terrà una fiaccolata fino al lungolago dove i bambini daranno luogo ad una rappresentazione vivente della Natività. La liturgia della natività sarà preceduta (ore 19.00) da “Il giro del SLA… go”, una marcia non competitiva attorno al lago volta a raccogliere fondi per la lotta alla Sla. C’è chi il Natale lo cerca lontano, ma a volte il Natale più bello dista solo due tornanti, in borghi e paesi dove il tempo scorre piano.
11
PROGETTI
La sfida del turismo accessibile Luca Penna: “In Europa vi sono più di 50 milioni di persone con disabilità e oltre 140 milioni di anziani. Lavorare sull’accessibilità significa dare delle opportunità in più a queste persone ma anche alle famiglie con bambini piccoli o a chi attua scelte alimentari particolari
testo di CLELIA DELPONTE foto di FERDI TERRAZZANI
Le
politiche di promo commercializzazione turistica della provincia di Pordenone ora hanno una regia unica che mette a sistema le professionalità di Azienda Speciale ConCentro, Consorzio Pordenone Turismo, Montagna Leader e Associazione Sviluppo e Territorio. Enti che già collaboravano assieme, ma che nel nuovo disegno di governance dovranno sviluppare un programma di interventi unico e sinergico. “Il 30 marzo scorso la Cabina di regia – spiega Luca Penna - ha presentato il Piano operativo per il turismo della provincia di Pordenone 2015-2016, ispirato dal Piano strategico regionale per il turismo 2014-2018, che declina le priorità di intervento di promozione turistica per il nostro territorio”. Quali sono gli obiettivi? “L’attenzione è puntata su temi del turismo sostenibile, culturale, accessibile e urbano e sul rafforzamento dei contenuti promozionali digitali turistici. Le priorità sono infatti individuate nel cicloturismo, nel turismo enogastronomico e dei mestieri, nella valorizzazione dei siti Unesco e dei borghi autentici, nel turismo collegato agli eventi
13
culturali, nello sviluppo del turismo accessibile per tutti (famiglie, anziani, diversamente abili, ecc.) e del turismo urbano. Priorità che costituiscono un mix attaorno al quale creare prodotti turistici basati sui fattori di attrazione più forti del nostro territorio per coinvolgere diverse tipologie di turisti”. Quali saranno i canali per promuoverli? “Soprattutto il web e i canali commerciali turistici dei tour operator specializzati. Internet ormai condiziona il 95% delle scelte dei viaggiatori. Per questo abbiamo unificato le piattaforme di gestione dei siti web di pordenone with love, dolomiti friulane e del consorzio pordenone turismo che ora condividono un unico database completo degli eventi provinciali, dei punti di interesse turistico e delle strutture ricettive. Negli scorsi mesi sono stati anche pubblicati i due nuovi siti internet www.pordenonewithlove.it e www. dolomitifriulane.com basati sulle tecnologie responsive, adatte quindi ad ogni dispositivo pc, smartphone o tablet. Si sta intervenendo anche sulla presenza online delle strutture alberghiere (hotel, agriturismo, B&B, ecc.) al fine di migliorare il loro utilizzo della rete e dei social network del web attraverso un’assistenza e formazione gratuita. Secondo un’analisi di ConCentro su 201 strutture alberghiere provinciali solo il 67% ha un proprio sito web e un ancor più ridotto 31% sfrutta i social network, come facebook, per promuoversi. Sul fronte on line Azienda Speciale ConCentro, sempre nell’ambito del coordinamento della Cabina di regia, ha presentato un nuovo video con immagini inedite e prospettive mozzafiato della provincia, pubblicato sul sito pordenone with love, che può essere adottato da qualsiasi Ente e struttura sui siti web come presentazione del nostro territorio”. 14
Perché lavorare sull’accessibilità? “In Europa vi sono più di 50 milioni di persone con disabilità e oltre 140 milioni di anziani. Più della metà di queste persone ha viaggiato per turismo negli ultimi 12 mesi per un totale stimato di oltre 780 milioni di pernottamenti e un valore - come ha ricordato Roberto Vitali, Presidente di Village4All, una delle maggiori organizzazioni europee che si occupano di turismo accessibile e partner di ConCentro - di oltre 800 miliardi di euro. Quindi lavorare sull’accessibilità significa dare delle opportunità in più a persone che hanno limitazioni fisiche o sensoriali e collocarsi in una nuova fascia di mercato. Il programma del 2016 vuole creare una offerta a rete di servizi ricettivi, commerciali e turistici certificati per soddisfare i fabbisogni dei turisti con diverse necessità. Ma l’accessibilità riguarda anche famiglie con bambini piccoli o scelte alimentari (intolleranze, allergie, cucine vegane, bio, ecc.). In questo contesto, la Camera di Commercio assieme al Comune di Pordenone ha elaborato, nell’ambito del progetto PISUS, un programma ambizioso per migliorare l’accessibilità del centro storico di Pordenone per farlo diventare destinazione commerciale e turistica accogliente per queste tipologie di persone. Il programma prevede eliminazione delle barriere architettoniche, aumento della segnaletica ma anche, e soprattutto, il coinvolgimento degli esercizi ricettivi e commerciali. L’obiettivo è quello di far entrare Pordenone (e il suo territorio) fra le destinazioni dei circuiti di promozione del turismo accessibile e quindi attrarre una quota di questa fetta di mercato in espansione. Un programma supportato anche da un adeguato calendario di seminari formativi gratuiti”.
PIZZERIA-RISTORANTE 0434 655613
NOLEGGIO SCI 0434 655024
BAITA-RISTORANTE 0434 1851536
GRILL-SNACKBAR 0434 655080
PARCO ACROBATICO 345 0155436 ARTICOLI SPORTIVI 0434 520524
PARAFARMACIA 0434 655252
TAVERNA-RISTORANTE 0434 655400
HOTEL *** S 0434 655579
CASA PER FERIE 0434 655383
TECNICA
Imparare a sciare da piccoli, da giovani e da grandi
Foto Ferdi Terrazzani
Si può imparare a sciare ad ogni età, salute permettendo. Da piccoli è più naturale, da grandi ha qualche vantaggio nascosto. Vediamo i perché
di SANDRO DEL PUP
L’
apprendimento delle tecniche sportive avviene in modo diverso in base all’età. Molto dipende dal “vissuto motorio” e altrettanto dipende dal “contesto didattico” e metodologico che viene attuato. Nei bambini più piccoli, tutto viene vissuto con una forte valenza affettiva. Il bambino un po’ più grande userà invece le esperienze motoriesportive che già conosce, con una specie di “effetto transfert” attuato in modo ludico. Anche l’adolescente userà le esperienze motorie precedenti, ma lo farà con più razionalità, dovendo fare i conti con un corpo che cambia. L’adulto userà più il cervello che il corpo, puntando su un uso razionale delle proprie capacità motorie, sapendo di non potersi permettere troppi errori.
17
Ma ciò che può influire molto sulla qualità degli apprendimenti è l’ambiente didattico (creato dal maestro/allenatore), il quale dovrà essere fortemente personalizzato, come un vestito cucito su misura. IL BAMBINO Si dice sempre che il bambino impara giocando. Si e no. Ciò che un adulto considera gioco, per un bambino è un affare serio e non dev’essere mai minimizzato. Per i più piccoli – diciamo fino ai 5 anni ca - il nuovo ambiente (montagna, neve, freddo, abbigliamento, attrezzi, persone nuove, ecc…) è un frullato di nuove esperienze che si accavallano contemporaneamente. Gestire questa tempesta di nuove percezioni è causa di stress al quale il bambino reagisce di norma con coraggio. Ma costa fatica e così il contesto didattico (leggi Maestra/o) richiede comprensione affettiva, vi cariando la temporanea assenza di mamma e papà. L’ambiente di apprendimento deve mettere il bambino a proprio agio, affinché si dedichi con serenità all’acquisizione degli equilibri di base, utili alla futura tecnica. Il bambino un po’ più grande – fino a 10-11 anni, o comunque fino a poco prima della pubertà – ha una spiccata propensione per l’apprendimento motorio (eccezioni a parte). I metodi imitativi, propri della prima infanzia, lasciano il posto ad un apprendimento per “prove ed errori”, ma fino ad un certo punto, perché in pista ed in montagna i rischi connessi agli errori vanno limitati. Ma le capacità coordinative a questa età sono nel momento di maggiore sviluppo ed ogni contesto è buono per imparare nuovi movimenti. E’ la cosiddetta “età d’oro” per l’apprendimento motorio e non è un caso che verso gli 11-12 anni la tecnica e lo stile possono raggiungere livelli altissimi. L’ambiente didattico creato dai Maestri deve quindi essere sempre all’insegna del “passo avanti” per acquisire nuovi schemi motori, senza
18
incorrere nell’errore di un eccessivo perfezionismo, che rischierebbe di creare schemi motori “fissi”, “automatici”, profondamente radicati nel sistema nervoso, difficilmente rimodulabili in futuro, quando l’adolescenza cambierà tutto. L’ADOLESCENTE Dalla pubertà in poi gli apprendimenti motori devono fare i contri con un corpo in rapida evoluzione. L’accrescimento scheletrico e lo sviluppo muscolare cambiano di continuo le carte in tavola: i rapporti di leva si modificano in pochi mesi (a volte in poche settimane); a parità di impulso nervoso, la forza espressa non è mai la stessa. Ecco il motivo per cui gli adolescenti commettono molti errori tecnici. Per affrontare questo periodo caotico, è bene che l’adolescente abbia a disposizione un ampio numero di esperienze motorie acquisite da bambino, ma (come detto) queste esperienze non devono essere fortemente radicate, altrimenti la rimodulazione degli schemi motori sarà difficile, se non impossibile. D’altro canto, l’adolescente può contare su una maturità cognitiva prossima a quella di un adulto. La capacità di astrazione è ormai alla sua portata e quindi anche la possibilità
di analizzare movimenti globali (di tutto il corpo) o settoriali (di una parte di esso) in funzione di un contesto dinamico, come ad esempio il progetto motorio per eseguire una curva. Prove ed errori rappresentano ancora il modello prevalente di apprendimento, ma tutto è molto più cosciente e razionale. In definitiva: l’adolescente che deve migliorare la propria tecnica lo farà con più facilità se le sue esperienze precedenti sono numerose, varie e non rigide; l’adolescente che impara a sciare da zero andrà incontro ad un processo di apprendimento inizialmente scoordinato, ma poi affinato coscientemente nel tempo (con beneficio della sua autostima). L’ADULTO Un bambino impara movimenti nuovi ogni giorno, un adulto no. Solitamente l’adulto si limita a fare cose imparate da giovane. Eppure è ancora predisposto ad imparare movimenti nuovi (e quindi anche imparare a sciare), integrità psicofisica permettendo. Vediamo come si presenta l’apprendimento motorio per un adulto, analizzando due possibili casi: l’adulto che non sa sciare e l’adulto che ha imparato da giovane ed intende migliorarsi. Nel primo caso – aimè raro – il
immersi nella passione!
PORDENONE
CORDENONS
AVIANO
MOTTA DI LIVENZA
0434 364150
0434 542283
0434 661211
0422 860885
soggetto, prima di cimentarsi nella parte pratica, si dedicherà alla “teoria” con una più o meno dettagliata analisi del suo percorso di apprendimento. Eviterà saggiamente il metodo per “prove ed errori” (tipico dei giovani), più lungo e rischioso. Seguirà diligentemente il progetto indicatogli, con largo uso del controllo motorio volontario cosciente, che conferisce la giusta sicurezza, ma è anche un sistema lento e poco coordinato (classica sensazione di goffaggine dei principianti). Poco a poco il controllo diventerà subcosciente involontario e, con la pratica, i muscoli saranno meno contratti ed i movimenti più fluidi. La motivazione personale farà il resto. Vediamo invece il caso dello sciatore bravo adulto che intende migliorarsi. Il primo passo sarà individuare il nuovo “modello di movimento” (ossia il nuovo obiettivo), che può essere rappresentato da un maestro o da un video. Il secondo passo consiste nell’analizzare la propria tecnica, meglio dire i propri schemi motori, riportandoli allo stadio cosciente per poterli comparare al modello-obiettivo. Terzo passo consiste nell’individuare la giusta
20
strategia (didattica e metodi) per raggiungere l’obiettivo. Quarto ed ultimo passo: stabilizzare il nuovo movimento e renderlo spendibile in ogni situazione (neve, pendio…). In questi processi, le variabili sono moltissime: dalle condizioni fisicoatletiche, al tipo di esperienze motorie passate, dai materiali
usati, alla motivazione personale, ecc. Per qualcuno sarà un’impresa difficile, per altri sarà più facile, ma il miglior modo per invecchiare più lentamente è cercare di imparare sempre qualcosa di nuovo. Sia ben chiaro, anche non necessariamente a sciare. Ma anche si :-) Buone sciate a tutti…
PROGETTO PREVIDENZA
LA RICETTA PER UN FUTURO SERENO È PENSARCI OGGI. CHIEDI AL TUO GESTORE
IL TUO PROGRAMMA PREVIDENZIALE.
È un prodotto di:
NUMERO VERDE 800-881588 FRIULADRIA.IT
Distribuito da:
A P E RT I A L T U O M O N D O .
MESSAGGIO PROMOZIONALE RIGUARDANTE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI. PRIMA DELL’ADESIONE LEGGERE LE NOTE INFORMATIVE, LE CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO E I REGOLAMENTI, DISPONIBILI SUL SITO WWW.CA-VITA.IT E PRESSO GLI INTERMEDIARI ABILITATI, PER CONOSCERE IN DETTAGLIO LE CARATTERISTICHE DELLA FORMA COMPLEMENTARE ED I RISCHI CHE IL CONTRATTO COMPORTA PER IL CONTRAENTE. PROGETTO PREVIDENZA È UN PRODOTTO DI CRÉDIT AGRICOLE VITA SPA.
IL PERSONAGGIO
Pontrandolfo
un uomo solo al comando… del Polo Sud Michele Pontrandolfo è in Antartide per una nuova sfida: la traversata in solitaria senza mezzi meccanici né supporti esterni. Fin’ora nessun uomo ci è ancora riuscito. Piancavallo Magazine fa il tifo per lui: forza Michele!
8
novembre 2015, sto iniziando a scrivere queste righe dedicate a Michele. Poche persone sanno che in questo momento Michele è in Sudafrica, a Cape Town, per preparare il suo nuovo viaggio. Una nuova grande e difficile impresa, possibile solo se ci credi fino in fondo, fin da subito, fin nei minimi particolari. Tutto è ancora segreto, perché questa volta lo sponsor ha dettato le condizioni di esclusività totale. Ma una cosa non può essere secretata: oggi è il compleanno di Michele. E allora che sia di buon auspicio per
22
di SANDRO DEL PUP
Michele in allenamento a Piancavallo (foto S. Gislon)
DATI TECNICI Partenza dalla stazione russa di “Novolazarevskaya”, Antartide orientale. Arrivo alla stazione americana “Hercules Inlet”, Antartide occidentale. Primo obiettivo il Polo Sud dell’inaccessibiltà, secondo obiettivo il Polo Sud geografico, per un totale di ca 2.600 Km; terzo obiettivo Hercules Inlet per altri 1.200 Km. In totale 3.800 Km ca. Per gran parte del tragitto Michele userà lo snowkite e trainerà la slitta dal peso di circa 150 Kg. Maggiori difficoltà: temperature medie -30/-40 °C; vento catabatico costante con raffiche superiori a 150 Km/h.
la sua ambiziosa sfida, la conquista del Polo Sud. Proprio così, questa volta il “chiodo fisso” di Michele non punta più a Nord, ma in Antartide, per tentare quello che non è ancora riuscito a nessun uomo al mondo: l’intera traversata in solitaria e senza supporti esterni del Polo Sud, da un capo all’altro del continente, compiendo da solo almeno 3800 Km trainando la sua slitta. Già, la sua slitta, un fardello di almeno 150 Kg, motivo di grande fatica, ma anche di soddisfazione, perché quel peso rappresenta la sua sopravvivenza. Sabato 31 ottobre accompagno Michele in aeroporto, ci incontriamo a Pordenone, la sua auto è già carica degli ultimi bagagli, tra cui la slitta, mentre il grosso del carico è già a Cape Town. Michele abbraccia la sua amata Barbara, poi partiamo emozionati in direzione Venezia, guida lui. Parliamo della sua condizione fisica e mi chiede qualche ultimo consiglio. Si sente molto forte e tonico, ma i suoi pensieri puntano dritti ai tanti giorni di solitudine che dovrà affrontare con la forza della mente, più che con quella delle gambe. Facciamo un ritocco al programma atletico ancora da svolgere, fino a quel punto mi ritengo competente, oltre no, posso solo cercare di infondergli fiducia. In aeroporto ci aspetta una brutta sorpresa: per un malinteso nella prenotazione, la slitta non può essere
Seguiamo Michele su FB e su antarctica2015. moncler.com CHI È Michele Pontrandolfo è un esploratore polare che ha al suo attivo quattordici spedizioni. Oltre a molte altre traversate in solitaria, nel 2006 raggiunge il Polo Nord geomagnetico, nel 2009 il Polo Nord magnetico, nel 2000 attraversa la Groenlandia da est ad ovest e nel 2012 da sud a nord. Vive a Pordenone. Si allena nei Magredi e a Piancavallo. Il suo sito www.michelepontrandolfo.com
imbarcata. E’ un colpo inaspettato per Michele, se la slitta non parte la missione va a monte. Michele prende il volo con il dubbio che la sua missione possa fallire prima ancora di iniziare. E’ distrutto. Io ritorno a Pordenone con la sua auto e … la sua slitta. Quattro giorni dopo la slitta arriva integra a Cape Town e Michele è costretto a ridurre i tempi per la preparazione, ma il problema è superato. Michele ha risolto tutto da solo, come sempre. E’ un grande. Perché Michele sia attratto dalle grandi sfide artiche non lo sa nessuno, forse nemmeno lui. Ma è certo che Michele si sente meglio sui ghiacci che in mezzo al traffico cittadino, meglio mille chilometri a quaranta sottozero che un giorno di burocratica follia in ufficio. Dove Michele trovi la forza per progettare e realizzare una nuova avventura che mette a rischio la sua vita è difficile dirlo. Lo guida la sua ammirazione per i grandi esploratori del passato, Fridtjof Nansen in prima fila. Ma la sua grande forza è frutto della sua semplicità. Come tutti gli uomini intelligenti è pieno di dubbi finché si tratta di fare progetti. Ma arrivati al dunque, nei momenti decisivi Michele ha una sola risposta in mente: la migliore, la più funzionale, quella che gli garantisce la sopravvivenza ed il raggiungimento dello scopo. Vai Michele, vai a conquistare il Polo Sud. Tu hai bisogno di una nuova avventura, noi di una nuova storia.
23
SICUREZZA
Foto Ferdi Terrazzani
Neve sempre più sicura
La frequenza degli infortuni sulle piste da sci si è ridotta passando da 6-7 infortuni/1000 praticanti/giorno degli anni ’80 a 2-3 infortuni degli anni Duemila. L’uso del casco riduce del 44% la gravità degli incidenti su sci e snowboard percentuale che sale al 53% quando si parla di bambini di età inferiore ai 15 anni. di FEDERICO STELÉ
Lo
sci è uno sport ormai praticato da un numero molto elevato di persone, le ultime statistiche parlano, a livello mondiale, di 115 milioni di sciatori, indipendentemente dal loro tasso di frequentazione. (Fonte Skipass Panorama Turismo – Osservatorio Italiano del Turismo Montano) Dagli anni ’60 ad oggi c’è stata un’impressionante evoluzione tecnologica a livello di attrezzature, impianti di risalita e neve che, di riflesso, ha inevitabilmente comportato anche un’evoluzione della tecnica sciistica e di conseguenza sugli infortuni e traumatologia. Basti pensare che negli anni ’60 c’è stata l’introduzione degli scarponi in plastica, negli anni ‘60–’70 degli attacchi di sicurezza, negli anni ’80 è stato il momento dello snowboard, mentre negli anni ’90 l’invenzione dello sci carving. Da questa rapida cronistoria si nota subito come ci sia stato un cambiamento più rapido negli ultimi 30 anni che nei precedenti 800! A livello di impiantistica, l’evoluzione ha certamente aumentato la capacità di trasporto da valle a monte degli impianti. L’aumento è impressionante negli anni ’30 si parlava di 310 persone/ora, negli anni ’60 di 720 p/h, mentre negli anni ’90 di 2400 p/h fino ad arrivare ai nostri tempi con capacità di 3000 p/h. L’evoluzione ha coinvolto anche le piste da sci attraverso la neve programmata e la qualità che viene prodotta e
24
non ha escluso neppure i mezzi battipista sempre più tecnologici. Tutto ciò ha avuto come risultato finale piste sempre più tecniche, sempre perfette durante la giornata con effetti sulle velocità che gli sciatori riescono a raggiungere. Lo sci carving, caratteristico per avere una sciancratura accentuata (punta e coda più larghe che la parte centrale), ha sensibilmente ridotto i tempi di apprendimento della tecnica sciatoria che risulta essere molto più rapida consentendo facili evoluzioni, aumentando la velocità e curve ad ampio raggio. Lo stesso discorso possiamo estenderlo allo snowboard che permette di scivolare sulla superficie innevata, fresca o battuta. Le minori code agli impianti hanno riversato maggiori utenti sulle piste che invece, non hanno subito modifiche od ampliamenti, comportando così maggiori potenziali rischi di collisione. E’ corretto dare un breve accenno anche all’evoluzione dei costi per sciare, in particolare il titolo di viaggio, dove si riscontra un miglior rapporto tra costo skipass/numero discese. L’utente compie un maggior numero di discese che necessariamente comporta un maggior affaticamento. L’eliminazione dei filtri economici tecnici, è stata un’altra evoluzione che ha permesso a costi “abbordabili” di raggiungere quote elevate senza adeguata preparazione tecnica e fisica.
Foto Ferdi Terrazzani
La frequenza degli infortuni sulle piste da sci è sostanzialmente ridotta passando da 6-7 infortuni/1000 praticanti/giorno degli anni ’80 a 2-3 infortuni degli anni ’00. Sorpresi? Il miglioramento è certamente merito di vari fattori quali i materiali tecnici (attacchi più sicuri, scarponi più alti, sci carving), la maggiore capacità tecnica degli sciatori ed infine le condizioni delle piste (innevamento programmato, preparazione più accurata). L’uso del casco riduce del 44% la gravità degli incidenti su sci e snowboard percentuale che sale al 53% quando si parla di bambini di età inferiore ai 15 anni. E in tutto questo come si è invece mossa l’evoluzione traumatologica? La traumatologia attuale, per effetto di scarponi più alti e Infortuni sci alpino 79%, snowboard 16%, slittino 5% (Pds 2003-2004) rigidi, sci carving e cambio della tecnica di sciata nonché della velocità comportano maggiori forze torsionali che si ripercuotono direttamente sulla prima articolazione libera, il ginocchio. C’è una maggiore rilevanza nella
INFORTUNI SCI ALPINO
traumatologia in pista anche di scontri e collisioni con traumi assimilabili a quelli della viabilità con potenziali pazienti politraumatizzati (almeno 2 lesioni ad apparati diversi con possibile compromissione delle funzioni vitali). In sintesi si è assistito nel corso degli anni ad una riduzione degli incidenti, ma con una maggiore gravità nella tipologia delle lesioni dove è necessario agire rapidamente ed efficacemente, in condizioni logistiche spesso difficili. Le lesioni più diffuse sono i traumi cranici con perdita coscienza temporanea, ferite ed emorragie, fratture multiple, traumi toracici o addominali. In queste condizioni è di fondamentale Infortuni sci alpinoimportanza 79%, snowboard 16%, slittino 5% (Pds 2003-2004) il trattamento fornito durante il primo soccorso, l’evoluzione ha portato a modificare il concetto di soccorso da una logica “load and go” ad una “stay and play” privilegiandone la qualità rispetto al tempo impiegato. Gli studi hanno fatto emergere che la qualità del primo soccorso influenza la prognosi finale.
Infortuni sci alpino 79%, snowboard 16%, slittino 5% (Pds 2003-2004)
Infortuni sci sci alpino 79%, 79%, snowboard 16%, slittino 5% slittino (Pds 2003-2004) Infortuni alpino snowboard 16%, 5% (Pds
2003-2004)
FATTORI PREDISPONENTI
FATTORI PREDISPONENTI FATTORI PREDISPONENTI
• scarponi bassi e morbidi • vincolo comune piedi a tavola • “difesa” con arti superiore • cadute inFATTORI avantiPREDISPONENTI e all’indietro
FATTORI PREDISPONENTI scarponi bassi e morbidi vincolo comune piedi a tavola “difesa” con arti superiore cadute in avanti e all’indietro Rispetto agli anni passati la tecnologia ed il livello dei materiali sono molto cambiati.
Rispetto agli anni passati la tecnologia ed il livello dei materiali sono molto cambiati. Nell’immaginazione di ognuno di noi prenda come esempio, nell’ambito FATTORI PREDISPONENTI agonistico le epiche discese di Gros, scarponi bassi e morbidi vincolo comune piedi a tavola rispetto Thoeni, Stricker, Stenmark “difesa” con arti superiore cadute in avanti e all’indietro agli attuali Hirscher, Jansrud, Rispetto agli anni passati la tecnologia ed il livello dei materiali sono m Neureuther, Paris. 25
INTERSKI 2015
INTERSKI 2015,
la Scuola Italiana di Sci è sempre un’eccellenza L’Interski è il congresso nel quale le Scuole Nazionali di tutto il mondo si confrontano su tecnica, didattica e strategie di promozione. L’ultima edizione si è svolta a settembre scorso in Argentina ed ha confermato l’importanza delle Scuole di Sci all’interno delle stazioni turistiche invernali di SANDRO DEL PUP
L’
Interski è spesso definito l’Olimpiade dei Maestri di sci, ma è un appellativo un po’ improprio dato che non si tratta di un confronto agonistico, bensì di un confronto tra le Scuole Nazionali di tutto il mondo. Si tratta di una settimana di workshop e di spettacolo sulla neve, nella quale tutte le Scuole di Sci del mondo espongono le proprie tecniche, le soluzioni didattiche, le proposte metodologiche. Come i Giochi Olimpici, l’Interski si tiene ogni quattro anni e l’ultima edizione,
26
Foto di gruppo della delegazione azzurra all’Interski argentino
la ventesima, si è svolta dal 5 al 12 settembre 2015 ad Ushuaia, nell’estremo sud dell’Argentina, in una delle ultime zone abitate della Terra del Fuoco. Oltre cinquecento maestri di sci, nelle discipline dello sci alpino, sci nordico, telemark e snowboard, in rappresentanza di trenta nazioni, hanno dato spettacolo esibendo le tecniche e le didattiche delle rispettive Scuole di Sci nazionali. La Scuola Italiana Sci è stata rappresentata dal DemoTeam Italia, squadra preparata da AMSI (Associazione Maestri e Scuole
Italiane) in collaborazione con la FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) e composta da quattro formazioni: Sci Alpino, Sci Nordico, Snowboard e Telemark, per un totale di 22 elementi. Tutto è andato per il meglio per l’Italia: è stata infatti mantenuta la tradizione che vede la nostra “Scuola” un’eccellenza sia sotto l’aspetto dimostrativo - capacità tecniche in pista - sia per quanto concerne l’efficacia della didattica. I migliori apprezzamenti alla Scuola Italiana sono giunti da due ambiti: quello agonistico, con la vittoria nello slalom gigante di Alberto Schieppati, il terzo posto di Matteo Magnani, il secondo posto di Daniela Ceccarelli; ma soprattutto quello didattico, con i seguitissimi workshop dedicati all’insegnamento ai bambini. A conti fatti, si è voluto ancora una volta dimostrare che all’interno di una stazione turistica invernale le Scuole di Sci rappresentano un elemento irrinunciabile, una delle componenti più importanti del turismo invernale del nostro Paese.
INTERSKI-STORY DAL 1951 AL 1959 L’INTERSKI AVEVA CADENZA BIENNALE, POI TRE EDIZIONI A DISTANZA DI TRE ANNI, QUINDI DAL 1971 IN POI LA CADENZA È STATA SEMPRE QUADRIENNALE. 1951 ZURS (AUSTRIA) 1953 DAVOS (SVIZZERA) 1955 VAL D’ISERE (FRANCIA) 1957 STORLIEN (SVEZIA) 1959 ZAKOPANE (POLONIA) 1962 BONDONE (ITALIA) 1965 BADGASTEIN (AUSTRIA) 1968 ASPEN (USA) 1971 GARMISCH (AUSTRIA) 1975 TATRA (CECOSLOVACCHIA) 1979 ZAO (GIAPPONE) 1983 SESTO PUSTERIA (ITALIA) 1987 BANFF (CANADA) 1991 ST.ANTON (AUSTRIA) 1995 NOZAWA ONSEN (GIAPPONE) 1999 BEITOSTOLEN (NORVEGIA) 2003 CRANS MONTANA (SVIZZERA) 2007 YONG-PYONUNG (COREA DEL SUD) 2011 ST.ANTON (AUSTRIA) 2015 USHUAIA (ARGENTINA)
27
X BAR L’ Xbar si trova a ridosso dello snowpark, nel piazzale di fronte alla seggiovia Tremol, è un locale giovane, adatto alle esigenze delle famiglie e quelle dei più giovani. Ampia è scelta della cucina, dai panini ai piatti veloci, con un menu che prevede l’utilizzo di prodotti di prima qualità e prodotti freschi di Malga a Km zero; su prenotazione offre la possibilità di organizzare cene con un menù dedicato ad un prezzo adeguato. Inoltre si organizzano feste (feste di compleanno), feste a tema, serate con musica dal vivo e dj set... vi aspettiamo il 30 dicembre per la festa dello JAGERMEISTER!!! Per tutte le altre iniziative potete seguirci su facebook (xbar piancavallo) per ulteriori informazioni tel. Tony 3405328159 oppure Criss 3662059989
NOVITÀ
Se in pista gli sciatori si rincorrono allora è
Skicross! La spettacolare disciplina di freestyle si consolida a Piancavallo con una pista dedicata: la Casere 4. Si scende in batterie da quattro atleti lungo un percorso ricco di ostacoli. I primi due passano il turno. Gli sciatori possono anche venire a contatto testo di SABINA TOMAT foto di FERDI TERRAZZANI
I
nteressanti novità quest’anno per gli amanti della neve. Parola di Enzo Sima, storico direttore del nostro comprensorio, consigliere nazionale FISI e neo direttore marketing di Promotur. Direttore, partiamo da uno dei temi più cari agli sciatori: le tariffe. Contrariamente al passato in cui si tendeva ad alzare i prezzi in modo generico, quest’anno le tariffe sono state riviste globalmente secondo criteri ben precisi, e per così dire, “ragionati”. Il risultato è un mantenimento dell’equilibrio che
non ha portato a significativi rincari, anzi. Diverse tariffe sono state ridotte in modo da agevolare e incentivare alcune categorie. Siamo fieri di poter dire che al centro di tutto è stata messa la famiglia: grandi e piccoli potranno godere di condizioni particolarmente favorevoli per l’intero nucleo. In particolare quali sono le novità? I bambini fino a 10 anni scieranno gratis in tutti i poli, indipendentemente dal gruppo a cui fanno parte (famiglia, scuola, gruppi e associazioni varie). Questo per favorire l’avvicinamento agli sport invernali
29
e agevolare le svariate iniziative che da più parti nascono e necessitano di condizioni economiche favorevoli. Gratuità assoluta anche per gli over 75. I titolari degli ski pass Carta Neve e Alpe Adria riceveranno tre buoni validi per tre biglietti andata/ritorno su tutti i nostri impianti da utilizzare durante l’estate 2016. Parlando del Piancavallo, diversi interventi sono stati fatti sulle piste. Abbiamo allargato la Salomon nel suo tratto finale, quello maggiormente esposto al sole. Migliorie sono state apportate anche nei tappeti Caprioli e Genzianella, così da favorire ancora di più i principianti. Degno di nota, infine,
30
è l’intervento sul Casere con la Pista Casere 4 che sarà dedicata alla nuovissima disciplina dello skicross. Di cosa si tratta? È una disciplina che possiamo far rientrare nel mondo del freestyle e che consiste nello scendere lungo un percorso ricco di ostacoli in batterie da quattro atleti ciascuna e arrivare a destinazione secondo successive regole di eliminazione diretta. La spettacolarità della disciplina sta attirando un numero sempre maggiore di appassionati, nonché di importanti sponsor a livello mondiale. Piancavallo quindi sempre più polo d’attrazione per chi è in cerca di emozioni forti.
Nella scorsa stagione 2014-2015 abbiamo registrato un +20% di passaggi sul Casere proprio per la pratica dello skicross. È nostro dovere intercettare le esigenze del pubblico e fare in modo che possano essere pienamente soddisfatte. Ad oggi la componente divertimento gioca un ruolo fondamentale nella scelta della disciplina e del luogo dove praticarla. Piancavallo come sempre è pronto. COS’È Ski Cross è uno degli eventi di Freestyle Skiing in cui quattro sciatori partono contemporaneamente e
competono uno accanto all’altro attraverso una difficile discesa lunga un chilometro composta da salti, onde e curve ripide. COME FUNZIONA La partenza e la sezione iniziale del percorso fino alla prima curva sono i momenti più critici della gara ed in questa fase è facile assistere ad azzardati sorpassi tra gli sciatori che possono anche subire una squalifica. Nel corso di ogni manche, i primi due sciatori che tagliano il traguardo passano alla manche successiva.
SNOW SONIC 2016 Il cuore dello Snow Sonic è fatto di snowboard, sci e performance musicali dei migliori DJ, che si esibiscono negli stage all’aria aperta e nei locali di uno dei comprensori sciistici più attrezzati della regione. I pacchetti che comprendono hotel, skipass e ticket danno l’opportunita di partecipare a questa vacanza sulla neve offrendo la possibilità di trascorrere tre giorni unici sulle piste, godendosi la migliore musica che pompa nelle casse ad alta quota e le esibizioni dei migliori atleti. #snowsonic16 #turnonthemountain
CONTATTI Info generali e musica info@snowsonic.it Prenotazioni booking@snowsonic.it
SOCIAL NETWORK ■ Facebook : facebook.com/snowsonicfestival ■ Twitter : twitter.com/snowsonicfstvl ■ Instagram : instagram.com/snowsonicfstvl ■ Website : www.snowsonic.it 31
L’EVENTO
Melody on Ice, tutto il calore del ghiaccio
“
Dopo il grande successo della prima edizione la serata spettacolo sulla piastra del Palapredieri si candida a diventare uno degli appuntamenti clou della stagione invernale a Piancavallo
Melody on ice” nasce grazie alla volontà dell’Associazione Ghiaccio Pordenone Libertas per far conoscere il mondo degli sport su ghiaccio (Pattinaggio artisticoVelocità-Hockey) nella nostra provincia, promuovendo strutture sportive valide ed importanti come lo Stadio del ghiaccio Palapredieri di Piancavallo in collaborazione con la Cooperativa Piancavallo 1265. Visto l’importante risultato ottenuto nella serata della prima edizione il 3 gennaio 2015 a cui hanno partecipato istituzioni locali, cittadini e turisti, con un pubblico di oltre mille persone, l’iniziativa viene riproposta. Una serata di spettacolo sportivo ed artistico che riscalderà l’atmosfera invernale di Piancavallo. Richiestissimo dal pubblico “Melody on ice” vuole crescere per diventare simbolo di attrazione della montagna, una luce nuova per poter offrire un ricordo caloroso anche alle persone che si avvicinano a Piancavallo per la prima volta. “Melody on ice” verrà riproposto durante le festività natalizie in modo da poter coinvolgere sia il pubblico locale che quello turistico. Per dare splendore e far capire come il ghiaccio può far sognare sarà invitato a partecipare alla serata
32
“Ghiaccio spettacolo”, compagnia di circa 9 artisti che da poco sono stati protagonisti del programma televisivo “Notti su ghiaccio”. Uno staff di altissimo livello capace di far infiammare le tribune dello stadio, artisti che con le loro performance spettacolari. “Ghiaccio spettacolo” di Milano è una compagnia di pattinatori, composta da un nutrito numero di professionisti che hanno fatto parte della Nazionale Italiana di pattinaggio artistico rappresentando i colori azzurri nelle più importanti competizioni mondiali. Questi artisti sono tutti di altissimo livello tecnicoartistico e riescono a rendere ancora più divertenti ed esaltanti gli show, grazie alle loro splendide coreografie di gruppo. La Compagnia di “Ghiaccio spettacolo” è una realtà unica a livello europeo, sia per dimensioni sia per qualità tecnica, che coniuga la qualità atletica e l’eleganza del pattinaggio di figura con l’arte dello spettacolo. Con loro hanno collaborato star come Carolina Kostner, Brian Joubert, Anna Cappellini e Luca Lanotte, “Lo Zar” Evgeny Plushenko ecc. (http://www.ghiacciospettacolo.it). La serata sarà accompagnata dalla musica dal vivo del gruppo “Star Light” di Pordenone, 9 elementi che
eseguiranno un programma di musica dal vivo e presenteranno parte della serata animando l’evento. Gli atleti Libertas della nostra zona avranno la possibilità di farsi vedere al pubblico e riscuotere un po’ di soddisfazioni per il loro impegno sportivo. Al termine della serata il pubblico potrà pattinare accompagnato dalla musica dal vivo.
PROGRAMMA SABATO 2 GENNAIO 2016 ORE 20.30 • PRESENTAZIONE ATLETI LIBERTAS (CIRCA 60 ATLETI ISCRITTI) • DIMOSTRAZIONE DISCIPLINA SPORTIVA PATTINAGGIO DI VELOCITÀ LIBERTAS PORCIA • DIMOSTRAZIONE DISCIPLINA SPORTIVA HOCKEY AMATORI E LIBERTAS • COREOGRAFIE PATTINAGGIO ARTISTICO AGP LIBERTAS • OSPITI ESTERNI DI PATTINAGGIO AGONISTICO • SPETTACOLO ARTISTICO
La sosta ideale durante le vostre sciate
Locale caldo e accogliente
Piatti tipici particolarmente curati Dolci fatti in casa
Ampia snackeria
Recapiti telefonici: 339-6944231 / 0434-1851536 Facebook: La Genzianella Piancavallo www.lagenzianella.eu
serate con musica live
L’INIZIATIVA
Avvistato uno squalo a Piancavallo!
La terrazza del rifugio La Genzianella protagonista di uno degli appuntamenti più simpatici e glamour della stagione turistica sull’altopiano all’insegna di buona musica, degustazione di pesce e ottimo vino
“
Shark in mountain” è una manifestazione che si tiene a Piancavallo da sei anni, sempre con grandissimo successo. L’iniziativa unisce idealmente due realtà regionali agli antipodi: l’ambito montano del Piancavallo e quello marino di Trieste. In un unico evento si dà ampio rilievo al territorio del Friuli Venezia Giulia, enfatizzandone le peculiarità territoriali ed enogastronomiche, senza tralasciare quelle sportive e quelle musicali. L’edizione 2016 avrà luogo il 13 marzo: la giornata sarà una vera e propria festa all’aria aperta, accompagnata da pesce e vini di primissima qualità. Dalle 10 del mattino a tarda sera, si alterneranno sul palco diversi musicisti, avvalorando la promozione della regione Friuli Venezia Giulia, anche sotto il profilo artistico. Animatori professionisti intratterranno i partecipanti, che nel frattempo saranno allietati dalla cucina di altissimo livello dello Chef triestino Daniele Valmarin. Valmarin, giovane e rinomato chef triestino che predilige la cucina di pesce, si è recentemente aggiudicato due medaglie d’oro e l’argento assoluto alla seconda edizione del Festival Internazionale di Gastronomia Bosanski
Dukat di Sarajevo, una delle più importanti manifestazioni dei Balcani che ha visto la partecipazione di 15 nazioni e 80 concorrenti. È stato inoltre eletto Chef dell’anno 2014 e vincitore di varie medaglie d’oro a campionati italiani di cucina. Anche quest’anno Daniele, affiancato dal giovanissimo chef Emanuele Felluga e da tutta la squadra dell’Hosteria Ai 3 Magnoni di Trieste, torna a cavalcare lo squalo per raggiungere le nevi del Piancavallo e rinnovare il fantastico appuntamento realizzato in collaborazione con il rifugio La Genzianella. La festa si svolgerà infatti sulla terrazza esterna del rifugio. Ingredienti immancabili dell’evento: lo squalo, la grigliata di pesce, le ostriche, gli scampi e altre golosità, il tutto imperlato da fiumi di Franciacorta e Champagne!!! Colonna sonora delle giornate i “Magazzino Commerciale” che si alterneranno ad altri gruppi musicali e i tantissimi amici che da anni ormai attendono con ansia la “visita” dello squalo sulla neve. Una splendida idea per passare un fine settimana o almeno una giornata in allegria nella cornice incontaminata della montagna friulana, circondati da tanta musica e cucina di altissimo livello. 35
SCI NORDICO
Dilaga la passione per gli SCI stretti Nei mesi scorsi Piancavallo ha ospitato il raduno collegiale della squadra regionale di sci da fondo con i tecnici della nazionale e l’Oro olimpico Silvio Fauner. Un evento che ha rilanciato la passione per la disciplina, che in provincia di Pordenone ha un punto di riferimento nello Sci Club Panorama di Michele Scaramuzza testo e foto di FERDI TERRAZZANI
P
iancavallo è stata scelta per la prima volta come sede d’allenamento dalle promesse dello sci da fondo regionale e della vicina Carinzia per preparare al meglio una stagione agonistica che sta per iniziare. La lodevole impresa, che ha catalizzato l’attenzione della Federazione sci fondo sul Piancavallo, è stata realizzata con l’interessamento del presidente dello sci club Panorama Michele Scaramuzza. In piana per
36
diversi giorni si sono trasferiti atleti e tecnici per uno stage di profilo nazionale e internazionale. Un’azione che ha visto Piancavallo sede del raduno collegiale della squadra regionale del Comitato della specialità fondo accompagnata da tecnici coadiuvati dalla leggenda azzurra dei sci stretti, Silvio Fauner, oro olimpico di Lillehammer. I fondisti nella loro permanenza estiva hanno finalizzato la preparazione atletica attraverso
allenamenti giornalieri di skiroll, corsa e palestra. Questo raduno ha visto la presenza, formalizzata da un gemellaggio, dell’omologa rappresentativa giovanile della vicina Carinzia. “Piancavallo ha garantito agli atleti i vantaggi dell’allenamento in altura, una qualità ricettiva di tutto rispetto in un ambiente ottimale”, sono questi i lusinghieri commenti che il tecnico azzurro Silvio Fauner ha espresso alla fine del loro soggiorno lasciando trapelare un possibile ritorno in futuro. Un evento così importante in Piancavallo ha sicuramente rilanciato la passione per lo sci da fondo e aspettando la neve due chiacchere con Michele Scaramuzza, presidente dello sci club Panorama, sono d’obbligo. “Il nostro sodalizio conta 150 tesserati, di cui 70 i giovani nati dal 1998 al 2011. L’obbiettivo principale è quello di orientare le nuove leve alla sana pratica del fondo avvalendoci di capaci maestri e tecnici. Per noi la stagione inizia a fine agosto con il ritiro della squadra agonistica, proseguendo poi con la
preparazione in palestra. Per coloro che non scelgono l’agonismo offriamo il pacchetto “multisport” che consiste in sedute in palestra, nel periodo natalizio corsi di fondo e terminata la stagione della neve per mantenere la forma corsi di nuoto, arrampicata sportiva, pattinaggio, skiroll e tennis. Per le formazioni agonistiche la preparazione dura tutto l’anno con uscite infrasettimanali al Parco San Valentino di Pordenone alternate alla palestra. La domenica è dedicata al potenziamento con lo skiroll. In inverno, quando le condizioni di neve lo permettono, il mercoledì e il venerdì sera uscita in Piancavallo sull’anello illuminato, recentemente ampliato e dotato d’innevamento artificiale grazie all’intervento della Regione e di Promotur. Una garanzia d’allenamento anche in caso di scarse precipitazioni. Uno dei tanti obiettivi del nostro sodalizio è inserire i bambini nel mondo dello sport, non necessariamente agonistico, attraverso il gioco e il divertimento praticando una sana disciplina
37
fisica. Tutte le domeniche di gennaio e febbraio il club organizza corsi collettivi per bambini e adulti, suddivisi per età preparazione sotto l’attenta guida degli insegnanti federali della scuola di sci di Piancavallo. Per gli agonisti vengono allestite delle serate dedicate alla sciolinatura e alla messa a punto dello sci. Anche in campo organizzativo siamo particolarmente attivi.
Quest’anno il Comitato Fisi Fvg ci ha assegnato l’organizzazione calendarizzata per il 6 marzo dei campionati regionali sulla lunga distanza, il 24° Trofeo Panorama, prova regionale aperta a tutte le categorie e 8° edizione della Grancavallo”. Il fascino dello sci da fondo non è precluso a nessuno, l’avventura inizia già dalla prima volta che ci si infila gli sci.
Foto Ferdi Terrazzani
IL RADUNO CON SILVIO FAUNER
Il presidente dello Sci Club Panorama Michele Scaramuzza e alcuni momenti del raduno collegiale a Piancavallo della squadra di sci nordico del Comitato regionale Friuli Venezia Giulia con Silvio Fauner, Oro olimpico del fondo a Lillehammer
38
La manifestazione è inserita in uno scenario che ci riporta in epoche di altri tempi, con intrattenimento musiche antiche, stand enogastronimici tipici e anche qualche consiglio di esperti del settore per meglio apprezzare le offerte degli espositori
L’INTERVISTA
Sport, natura e intrattenimento Una montagna che si fa amare Carlo Tassan Viol, assessore del Comune di Aviano con delega per il Piancavallo, traccia un bilancio della stagione estiva e fa il punto sull’offerta turistica di Piancavallo. “Dal Comune di Aviano un augurio per un felice inverno a tutti!” testo di SABINA TOMAT foto di FERDI TERRAZZANI Assessore, partiamo facendo un bilancio dell’estate 2015. La bella stagione appena trascorsa ha rappresentato un punto di svolta per il Piancavallo: clima più che favorevole, vivacità, partecipazione, sinergie. Era da anni che non si contava un numero di presenze così alto. Iniziative come il Rally, la Rassegna Cinofila, il PiankaBike e le tradizionali animazioni per bambini hanno superato ogni aspettativa in termini di successo e apprezzamento del pubblico. Questo ha dato nuova linfa alle attività locali che possono partire con il piede giusto per la nuova stagione.
41
Su quest’onda sono stati realizzati anche dei filmati promozionali di qualità per l’inverno e per l’estate. Cosa c’è in serbo per l’inverno? Il Comune è impegnato su tutti i fronti per far sì che l’offerta sia il più possibile varia e in linea con le aspettative dei turisti, siano essi sciatori o semplici appassionati di montagna. Per quanto riguarda la neve non mancheranno i tradizionali eventi come la Transcavallo, Fis MasterCup e Pinocchio per i più piccoli. I giovani potranno contare su una manifestazione di grande richiamo come Snowsonic e su altre iniziative musicali di livello. Da segnalare, in particolare, la performance artistica del duo musico-teatrale ParloPiano del 9 gennaio. A livello culturale in generale non mancheranno cabaret, teatro, cinema, proiezioni e laboratori per grandi e piccini. Degno di nota, inoltre, lo spettacolo di pattinaggio artistico su ghiaccio del 2 gennaio.
A proposito di sport: d’inverno, appunto, non esiste solo lo sci. Esatto. Chi ama camminare con le ciaspole avrà l’imbarazzo della scelta con un ricco programma di escursioni in collaborazione con Turismo Fvg. E, per rafforzare il binomio sport-salute, continua il nostro impegno di divulgazione grazie al lavoro del dottor Ciro Antonio Francescutto che con i suoi “percorsi salute” promuove la nostra montagna come la miglior palestra a cielo aperto per migliorare le proprie condizioni psicofisiche. Sport e salute, quindi. Ma anche sicurezza. La novità di quest’anno è che il servizio di Ambulanza sarà a carico della nuova Azienda Sanitaria n. 5 “Friuli Occidentale”. Garantita inoltre, come sempre, la presenza del medico tutti i week end e durante le festività natalizie. Oltre alle iniziative del Comune, il successo della località si basa anche sulle attività degli imprenditori locali.
Bernard, un appassionato delle nostre Il sindaco di Aviano Stefano Del Cont di pronta guarigione dalla redazione ri augu ori migli i o vann montagne a cui di Piancavallo Magazine
42
Abbiamo dimostrato di credere nel rilancio dell’imprenditoria promuovendo e supportando attività come il Campeggio Luna e il Progetto Piancavallo. Quest’ultimo in particolare rappresenta un ottimo punto di partenza per la rivalorizzazione del patrimonio
immobiliare della località in un’ottica di aumento dei posti letto di qualità. Continua il mio personale impegno e del Comune in generale a mantenere un proficuo dialogo con le realtà del Piancavallo, sia storiche che nuove, per una comunicazione sempre più costruttiva.
DA NON PERDERE SERATA FOTOGRAFICA IN MULTIVISIONE
Per tutti gli appassionati di fotografia l’appuntamento è fissato per sabato 9 gennaio alle ore 20.30 presso la sala convegni di Piancavallo. La proposta racchiude nel breve spazio di una serata i racconti fotografici di sei autori: Paolo Bello, Stefano Candotti, Felice Cirulli, Patrizio Maniero, Ferdi Terrazzani e Paolo Toffoli con temi di viaggio, naturalistici, artistici, folcloristici e reportage. Le immagini proiettate saranno accompagnate da musiche e transizioni atte a creare l’atmosfera suggestiva della multivisione.
45
Foto Ferdi Terrazzani
BUONE PRATICHE
Un frizzante Fantalibro Storia di un marchio vincente di LUCIA BASSAN e MARGHERITA VENTURELLI
Nato come sfida, dall’estate 2006 Fantalibro offre a Piancavallo uno spazio attrezzato a biblioteca, con attività che spaziano dallo spettacolo, al servizio di prestito, ai laboratori, alle proiezioni di film, sempre con lo scopo di promuovere la cultura e dare una risposta efficace ai bisogni dei turisti con famiglia
46
S
iamo nel 2006 - anno in cui il Comune di Aviano tramite l’Assessorato al Turismo avviava il suo impegno di organizzazione degli eventi culturali e ricreativi in Piancavallo - e la direzione dell’allora Promotur Servizi Srl, nella persona di Sandro del Pup si rivolse in modo lungimirante al servizio bibliotecario comunale per stendere insieme un progetto a favore dei numerosi bambini e famiglie che da sempre frequentano la località montana. La Biblioteca Civica del Comune di Aviano per sua natura e storia si occupa da sempre
anche di cultura e dunque accolse con grande entusiasmo fin dall’inizio la proposta di mettersi al servizio del turismo locale. Tenendo conto delle risorse disponibili e delle competenze, il personale della Biblioteca a partire da quell’anno impostò una biblioteca stagionale animata da una serie di attività volte alla promozione della lettura, che spaziano dai laboratori alle storie, dai film per ragazzi alle letture animate. Al centro, quale strumento guida e obiettivo primario di tutte le attività, sempre il libro. Gli obiettivi dell’iniziative erano, e sono ancora oggi, ispirarti ai principi della promozione alla lettura previsti dal servizio nazionale Nati per Leggere – dedicato ai bimbi di fascia 0, 6 – e al CREL, progetto regionale di promozione alla lettura per i ragazzi di fascia d’età superiore. Fin dal 2006 l’idea avuta da Promotur in accordo con la Biblioteca, risultò vincente perché le famiglie avevano trovato immediatamente una risposta ad un loro bisogno di turismo culturale. Quell’estate fu una stagione di grande fermento tra l’allestimento della saletta dell’Info Point destinata appunto alle attività e l’invenzione di un nome identificativo: i 30 metri quadri della saletta nel giro di poche settimane si andarono magicamente a riempire di centinaia di libri e di colori accesi, ma soprattutto fin dalla prima stagione, pullulò di bambini, genitori e nonni entusiasti e grati al Comune di Aviano per la splendida e concreta idea avuta. Si comprese subito che era importante individuare con un nome preciso un’iniziativa che rappresenta un’esperienza unica ed originale in Italia: “Fantalibro” sembrò un nome azzeccatissimo in quanto coniugava il concetto principe della lettura con la veste di fantasia ed inventiva che da sempre connota le iniziative. Negli anni la formula è andata affinandosi e correggendosi attraverso un costante monitoraggio e a partire dal 2007 l’Amministrazione Comunale, agganciò al Settore Cultura e Biblioteca le competenze turistiche, scelta, questa, abbandonata nel 2015. Negli anni successivi maturò la necessità di tutelare oltre che promuovere in modo puntuale, valorizzandolo, il servizio di biblioteca stagionale a Piancavallo: ne derivò la decisione congiunta con l’allora Assessore al Turismo Mauro Vita e la Bibliotecaria Margherita Venturelli
la decisione di avviare l’iter per la registrazione del marchio. Cosa accadde? Entrò in scena la Coca Cola inc. che giustamente, a sua volta, ritenne di dovere mettere i puntini sulle i rispetto ad un suo marchio da tutelare…come a dire: il Gigante contro Golia di biblica memoria. Ne nacque una causa extra giudiziale risoltasi felicemente nel 2012 con l’accordo raggiunto tra entrambe le parti dove si salvava l’incriminato prefisso “Fanta”: la denominazione del marchio venne salvata in virtù del fatto che semanticamente il prefisso fanta richiama il fantastico, il fantasioso, ovvero tutto ciò che letteralmente è indicato dal Dizionario della lingua italiana Devoto Oli, entrato quale unico arbitro capace di redimere il contenzioso. Così il Comune di Aviano poté finalmente registrare il marchio e depositarlo alla Camera di Commercio. Fantalibro a distanza di quasi dieci anni dalla sua nascita, è cresciuto insieme ai numerosi bambini e alle famiglie che lo frequentano e lo rendono vivo. Oggi però, si interroga seriamente su come poter offrire un servizio anche ai ragazzi di età superiore, dagli 11 in su, ovvero agli adolescenti e pre-adolescenti. È compito infatti di un servizio pubblico tener conto di tutte le categorie di utenza che frequentano un territorio, in fatti specie un ambiente turistico. I questa direzione vanno gli esperimenti fino ad oggi fatti: i film in fascia serale di Cimevisioni che richiamano sempre più spettatori, sempre organizzati dalla Biblioteca Civica, e le attività che si svolgono all’aperto, affidate al competente Studio Associato Eupolis. Nel 2008, Sandro Del Pup ebbe un’idea che riuscì a realizzare per due anni di seguito, ovvero una sorta di “gemellaggio” con una scuola media marchigiana che aderì al progetto di colonia estiva nel mese di giugno: l’offerta si distribuì tra didattica ambientale e letture. Nonostante le evidenti difficoltà causate dalla progressiva diminuzione di risorse disponibili, Fantalibro non manca di garantire il suoi servizio ai turisti anche nella prossima stagione invernale: nell’inverno 2015, a Piancavallo le storie saranno portate sul dorso di una renna! Visto il successo riscosso, saranno riproposti i laboratori di Lucia, la tombola dei libri di Ortoteatro, il Capodanno dei bambini e le tante e tante storie che fremono dentro il sacco della Befana!
47
ESAMI ED INTERVENTI CHIRURGICI SONO STANDARD CHE MIGLIORIAMO DA 50 ANNI Da oltre 50 anni ci occupiamo di salute ai massimi livelli grazie a tutti gli esami che effettuiamo, all’attività ambulatoriale dei nostri servizi e agli interventi chirurgici che ogni giorno garantiamo alla nostra utenza. Siamo conosciuti per l’attenzione rivolta al paziente, per l’elevata qualità professionale dei suoi medici ma anche per le certificazioni che fanno della nostra clinica il punto di riferimento per la sanità pubblica e privata nel Triveneto.
POLICLINICO SAN GIORGIO SPA CASA DI CURA PRIVATA via Gemelli 10 – 33170 Pordenone tel. 0434 519111 – fax 0434 519290 www.clinicasangiorgio.it info@clinicasangiorgio.it Accreditata al Servizio Sanitario Nazionale
dir. Sanitario dott. Giovanni Del Ben
ISO 9001:2008
CURIOSITÀ
Piancavallo total dog Con 450 cani e ben 120 razze in mostra la prima edizione dell’esposizione nazionale canina tenutasi nell’estate 2015 ha aperto la strada a una nuova iniziativa di grande attrazione turistica
testo e foto di FERDI TERRAZZANI
P
iancavallo ha dedicato una domenica d’estate al fedele amico dell’uomo: il cane. In una giornata “totaldog” 450 cani in esposizione, prove di obbedienza di dogendurance e una passeggiata ecologica hanno caratterizzato l’evento. In mostra ben 120 razze canine dai piccoli toy ai possenti molossoidi: sul “tappeto rosso” del Palasport e Pala Due hanno sfilato per l’intera giornata soggetti a pelo raso, dal folto mantello, orecchie lunghe e orecchie corte; sono loro le vere star di un défilé che ha richiamato in piana numerosissimi di visitatori. I proprietari fin dall’apertura degli stand si sono impegnati nei tradizionali e complessi rituali di maquillage, toilettatura, pettinatura e stripping. Due le mostre speciali dedicate al Cao de agua
49
e al Bassethound, con la regia del Gruppo Cinofilo Pordenonese. Gli hotel e il parcheggio camper hanno registrato un notevole incremento della domanda. Particolarmente seguite da una folta schiera di appassionati le prove di lavoro per cani delle razze di utilità che si sono svolte nel campo sportivo delle Ronciade. Premiati i quattro zampe che durante il percorso hanno dimostrato il miglior carattere e la migliore attitudine. Mentre dall’America giunge un sos sull’obesità dei cani per troppi croccantini e lecca lecca, a Piancavallo, dopo il successo della passata edizione ci si mette in forma partecipando alla “marcia a sei zampe” una passeggiata ecologica dedicata all’amico 50
a quattro zampe. In buona e numerosa compagnia alcune centinaia di sostenitori delle marce non competitive si sono incamminati con i loro beniamini di buon ora verso i tre percorsi di: 6, 12 e 20 chilometri allestiti dalla Cooperativa Piancavallo 1265. Senza l’assillo del cronometro gli insoliti marciatori sono transitati presso le storiche malghe d’alpeggio percorrendo i lussureggianti sentieri forestali all’insegna del divertimento e del rispetto della natura. A Piancavallo visti i risultati e i consensi all’esordio dell’“esposizione nazionale canina” non resta che affermare: buona la prima, aspettando nel 2016 la prossima, un bau bau a tutti.
SOTTO LA LENTE
Valcellina, un set con suggestioni da Oscar La bellezza dei luoghi e il lavoro degli scopritori di ambientazioni della Friuli Film Commission hanno trasformato Erto e la Valcellina in una sorta di piccola Cinecittà. Dal “Vajont” di Martinelli a “La pelle dell’orso” con Marco Paolini, al nuovo film di Amin Raderi “Mountain” che debutterà al Festival di Cannes
di PIERGIORGIO GRIZZO
P
asseggi per la vecchia Erto, sull’acciottolato di certe viuzze che scorrono tra le case di pietra, la maggior parte delle quali abbandonate, e di colpo, girato l’angolo, ti trovi in mezzo ad una moltitudine di persone che parlano in inglese e in romanesco. Tra comparse vestite in costume medioevale ed una squadra che armeggia tra cavalletti, telecamere, fari, quarzine e pannelli riflettenti. Neanche fossimo a Cinecittà. Gli ertani non ci fanno quasi più caso: il
52
paese vecchio, ma anche i dintorni, soprattutto la Val Zemola con le sue spettacolari quinte naturali, sono diventati ormai da qualche anno un crocevia di troupe e produzioni cinematografiche, da quelle amatoriali alle major che portano i film a Cannes o a Berlino. Il merito è della bellezza dei luoghi, ovviamente, ma anche dei location finder, gli scopritori di ambientazioni, della Friuli Film Commission. Da Vajont, il film di Renzo Martinelli del 2001, ad oggi è stato un andirivieni continuo. Lo stesso Martinelli era arrivato a Erto e Casso qualche anno prima, mentre si trovava in Friuli alla ricerca di luoghi adatti ad ambientare un altro film, il controverso “Porzus”. In quell’occasione rimase letteralmente folgorato dalla fascinazione ancestrale dei luoghi e dalle facce della gente. Fu parlando con gli ertani che si appassionò all’idea di realizzare un film sul disastro del Vajont. Di recente ha fatto capolino la produzione del film, interpretato da Marco Paolini, ispirato al romanzo “La pelle dell’orso”. La produzione ha girato sequenze nella
Valle di Zoldo ed in Val Zemola. Ambientato negli anni Cinquanta, in un paesino nelle Dolomiti, è la storia di un padre e di un figlio troppo distanti, che troveranno un modo per avvicinarsi andando assieme alla caccia di el diàol, il diavolo, un terribile orso che sta facendo strage di animali nella zona. I protagonisti sono Domenico, tredici anni cresciuti in fretta per la perdita della mamma, e suo papà Pietro, consumato dalla solitudine e dal vino (nel ruolo di quest’ultimo c’è, per l’appunto, Paolini). Ma ancora più di recente, Erto è stata per un paio di settimane (dal 10 al 27 ottobre) il quartier generale della troupe impegnata nella realizzazione di “Mountain”, il nuovo film di Amir Naderi (il regista guru del nascente cinema iraniano, fortemente caldeggiato da Martin Scorsese), atteso a maggio 2016 al prossimo Festival di Cannes. Un produzione italo americana, che ha portato in Val Vajont uno staff di oltre ottanta persone. “Mountain” (ma il titolo è ancora provvisorio) è un film sulla sfida di vivere in alta quota. Il protagonista, Agostino
Il regista iraniano Amir Naderi con il protagonista, Andrea Sartoretti. Sotto e nella pagina accanto alcuni momenti della lavorazione di “The Mountain” tra Erto ed Andreis con la troupe in azione
(interpretato da Andrea Sartoretti, già visto in “Romanzo Criminale – La Serie” e Acab), nonostante tutto gli suggerisca di andarsene, decide che il destino della sua famiglia è lì, tra le vette. La sua non è solo caparbietà, ma la certezza che le nostre radici non possono tradirci e sostenuti dal nostro spirito possiamo portare il sole su ogni destino. Ambientato in un passato remoto, il 1350 circa, tutto il film ruota intorno all’imponenza della montagna, alla sua forza
ancestrale. Oltre a Erto e alla Val Zemola si è girato anche in altri luoghi della Valcellina, come la stretta gola di Sottanzas (in comune di Andreis), fino a Palazzo Attimis a Maniago. Sono state coinvolte anche un centinaio di comparse dei dintorni (compreso l’ex sindaco di Erto, Italo Filippin) in una grande opera (in precedenza per 4 settimane si è girato in Alto Adige), che celebrerà il fascino e la suggestione delle montagne di Valcellina e Val Vajont.
53
Impiantistica innovativa dal 1969
www.grimel.it
INVESTI IN SICUREZZA CON GLI IMPIANTI TECNOLOGICI GRIMEL Quando oggi si investe negli impianti ad energie rinnovabili è bene avere al proprio fianco un partner sicuro e affidabile. Grimel con la propria pluriennale esperienza nel progettazione e realizzazione di impianti tenologici e per energie rinnovabili garantisce: Fornitura di prodotti di alta alta qualità
Consulenza completa, dalla preventivazione all’ottenimento degli incentivi fotovoltaici
Installazione, collaudo e manutenzione nel tempo degli impianti
Impianti di qualità da un’azienda specializzata in grandi opere Per
in
4.
043
1
97 8 9 9 ni
zio
ma for
Grimel s.r.l. - via S.Egidio, 52 - 33074 Fontanafredda (PN) - Italy Tel. +39.0434.998971 r.a. Fax +39.0434.997333 www.grimel.it - info@grimel.it
NOVITÀ
I fantasmi di pietra, tutta Erto in un’app L’applicazione, scaricabile gratuitamente da tutti i dispositivi mobili, contiene una presentazione del territorio di Erto e della località Cava Buscada sulla quale sono segnalati oltre venti punti di interesse
di SABINA TOMAT
“Ogni volta che penso a Erto, il mio vecchio paese, quello abbandonato dopo il Vajont, con le vetuste case una attaccata all’altra e le vie di acciottolamento buie e strette, la memoria va verso l’inverno. Il primo ricordo è il tempo degli inverni, la memoria è quella della neve. Notti infinite, silenzi laboriosi, lunghi, pazienti, interrotti solo ogni tanto da sprazzi di allegria nelle feste di Natale e capodanno [...]” (Mauro Corona, I fantasmi di pietra, Mondadori, 2006)
P
asseggiando per Erto non è difficile immedesimarsi in queste parole e vivere le atmosfere antiche di un paese divenuto con il tempo famoso quasi esclusivamente per quel maledetto 9 ottobre 1963. Prendendo le distanze dal “turismo della morte”, infatti, Erto e i suoi dintorni possono vantare una centenaria storia basata sull’operosità dei suoi abitanti e sull’indiscussa meraviglia che suscita il suo aspro e suggestivo paesaggio. E proprio le asperità della roccia sono il tema dominante del libro di Mauro Corona “I fantasmi di pietra”: la fredda pietra testimone di tante storie e volti che negli anni hanno scaldato questa piccola
55
località a cavallo tra la Valcellina e le montagne bellunesi. Dal libro di Corona prende vita una innovativa applicazione per smartphone dal nome, appunto, “I fantasmi di pietra”. L’applicazione, scaricabile gratuitamente da tutti i dispositivi mobili, contiene una presentazione del territorio di Erto e della località Cava Buscada sulla quale
sono segnalati oltre venti punti di interesse consultabili da remoto o direttamente in loco utilizzando l’opzione della realtà aumentata: è possibile infatti inquadrare diversi elementi architettonici e conoscerne in tempo reale la storia attraverso testi e audioguide. Ad arricchire l’applicazione sono presenti l’introduzione al progetto, i partner che hanno collaborato
alla realizzazione, la presentazione del romanzo di Mauro Corona e una sua biografia, una sezione informativa contenente la guida per l’utilizzo dell’app, informazioni sul centro visite di Erto e i contatti di Montagna Leader, promotore dell’applicazione. Un bell’esempio di integrazione fra realtà e tecnologia, per un turismo sempre più consapevole e di qualità.
L’impegno di Montagna Leader per la promozione territoriale
“
I Fantasmi di Pietra” è l’applicazione pilota di un progetto che si espanderà anche ad altre aree del nostro territorio in vista di un massiccio rilancio del turismo di cui il Gal (Gruppo d’Azione Locale) Montagna Leader è uno dei primi promotori. Il progetto, denominato “Pietra Lenta”, ha lo scopo di incentivare una nuova forma di turismo che non sia una semplice fruizione di servizi “mordi e fuggi” (la visita al museo, il pranzo al ristorante, eccetera), ma un percorso ben più completo da intraprendere fra le vie dei paesi conoscendone la vera storia e le curiosità sconosciute al turismo di massa. Come spiega il presidente Giuseppe Damiani, infatti, “è arrivato il momento per la montagna pordenonese, Piancavallo compreso, di fare il salto di qualità che già altri comprensori hanno messo in atto da tempo”. 56
“Le carte in regola ci sono tutte”, prosegue Damiani. “Pensiamo al solo fatto che la nostra Provincia vanta ben due presidi Slow Food (la Cipolla Rossa di Cavasso e la Pitina) e due siti Unesco (le Dolomiti e il Palù di Livenza)”. Già molto è stato fatto negli ultimi anni a livello di marketing territoriale. Per citare solo alcune iniziative: il progetto “La Via dei Saperi e dei Sapori”, l’applicazione “Dolomiti Sport” con relativa valorizzazione della ciclabile Caneva-Pinzano e l’aumento dei posti letto in zone strategiche. Piccoli grandi passi avanti per una promozione sempre più capillare ed efficace. Contatti: Montagna Leader, via Venezia 18/A, Maniago Tel. 0427 71775 mail: gal@montagnaleader.org
B-FASHION – LIGNANO Sabbiadoro UD
COMINBLU
La nostra AGENZIA è SPECIALIZZATA: - in BIGLIETTERIA AEREA - in BIGLIETTERIA FERROVIARIA Diamo la massima assistenza nella scelta del Viaggio “giusto” per Voi.
Siamo stati premiati “MIGLIOR AGENZIA” del Friuli per la Biglietteria di Treno. E in Viaggi personalizzati, di Gruppo o in Crociere
Costruiamo il Vostro Itinerario in base a: età, interessi, gusti etc...
PROPONIAMO anche pacchetti mirati “alla scoperta del Nostro NORD EST” •
Viaggi individuali e di gruppo (anche piccoli gruppi) di un giorno o più giorni
•
Alla scoperta del nostro Territorio Montano con le specialità culinarie e tradizioni
•
Alla scoperta dei nostri Vini con visite ed assaggi nelle nostre splendide cantine
•
Alla scoperta delle nostre Cittadine, delle nostre ville, dei nostri siti archeologici
Contattateci allo
0434 661280
o tramite Mail: valeria@viaggiunlimited.com nichol@viaggiunlimited.com
Via Ospedale, 3 Aviano
Per le scuole... Settimane o giornate “Neve” a Piancavallo
L’ANNIVERSARIO
Giovani atleti dello Sci Club Aviano con alcuni dirigenti. Anno 1973
LO SCI CLUB AVIANO COMPIE 50 ANNI di ALVISE BERTI Già negli anni ’50, ad Aviano, un nutrito gruppo di sciatori “Fai da te” si prendeva la briga di salire a Piancavallo per passare una domenica spensierata sulla neve. A quell’epoca non esisteva alcun tipo di “Confort”. Gli sci erano di legno “Hicory” del tipo militare; il tratto di strada fino alla Bornas si faceva seduti su alcune “Balle di paglia” poste al centro di un rimorchio agricolo trainato da una “Jeep Willis”, residuato bellico, con targa UMA (Unione Motori Agricoli). Di lì in su, poi, si procedeva necessariamente a piedi. Unico confort che non poteva mai mancare era il vecchio
“Tascapane” con una fetta di polenta fredda, un po’ di formaggio e l’immancabile bottiglia di vino casalingo. Quanto all’abbigliamento questo era del tutto personale, raffazzonato in qualche modo dalla nonna e scarponi “Wibram” anch’essi, molte volte, residuati della “Naja”. Durante la giornata non poteva mancare l’occasione comica soprattutto quando qualcuno si esibiva in qualche ruzzolone a “Pelle di Leone”. Tuttavia, tra questi impavidi sciatori, vi era persino chi partecipava col massimo impegno a qualche gara di sci, magari a “Spazzaneve Veloce” tra i faggi del bosco..
Gruppo di sciatori Avianesi. Anno 1953-54
Il gruppo sciatori Avianesi. Con il n° 15 si può riconoscere il dott. Aldo Cecchella. 1954-55
59
Gruppo di sciatori e accompagnatori. Anno 1956-57
In quel tempo a Piancavallo esisteva solo il Rifugio del CAI di Pordenone e il solo impianto di risalita, chiamato “gancio”, era costituito da un motore a petrolio, due portali in legno ed un rinvio. Non era quasi mai in funzione a causa di difficoltà tecniche o per mancanza del carburante. Ciò nonostante, c’era già chi si dava un gran da fare per organizzare qualche gara di “Slalom Gigante” anche a livello Zonale. Tra questi c’era lo “Sci CAI Pordenone” e lo “Sci Club Maniago” sempre molto attivi in quel periodo malgrado vi fossero non poche difficoltà da superare. Sulla scorta di tali eventi non si poteva, quindi, pensare che ad Aviano non ci fosse un sodalizio che si occupasse delle risorse nascenti del Piancavallo. Fu così che, al mio rientro dalla Svizzera dove mi trovavo per questioni di lavoro, decidemmo, insieme ai vecchi amici, di costituire uno Sci Club tale da poter dare un senso alle nostre esuberanti velleità sciatorie. Era una fredda e uggiosa giornata di novembre quando, durante la pausa caffè, che normalmente si teneva presso il “Caffe Centrale” di Aviano, mi trovavo con alcuni amici a chiacchierare della ormai imminente stagione invernale. Era un sabato qualsiasi di quell’autunno del 1965 durante il quale scaturirono grandi idee. Cominciammo, così, ad interpellare altri amici, anche se non proprio sciatori, tuttavia sempre pronti a portare nuove iniziative di interesse per il Comune di Aviano. Venne
60
Premiazione del “I° Trofeo S.I.R.” 1966
fissato, quindi, un giorno non troppo lontano per ritrovarsi tutti insieme nella saletta del “Caffe Centrale” e gettare le basi di partenza per la costituzione del sodalizio. Nel frattempo avevo trovato alcune bozze di statuto societario e le direttive da parte del Comitato Carnico Giuliano sul come procedere correttamente alla conduzione dell’assemblea. Nel giorno stabilito ci ritrovammo, una quindicina in tutto, ognuno di noi pronti a proporre idee e programmi più disparati. Tra i presenti è mio dovere ricordare alcuni personaggi di spicco come: il rag. Marco Cristofori già operativo in Piancavallo, Luciano Dell’Angela Rigo e l’avv. Cortellazzo, che insieme avevano costituito la società S.I.R. (Società Impianti di Risalita) ed avevano rilevato dal “Gruppo Sciatori Monte Cavallo” di Pordenone il famoso “Gancio”. Naturalmente non poteva mancare il dott. Aldo Cacchella esperto sciatore e già presente con la “squadra agonistica” negli anni ’50. Seguivano, poi, l’omni presente Guerino Gargan, Amedeo Tassan, Ruggero dell’Angela, Sergio Carlon e, per dare un certo senso di legalità all’assemblea, il vice segretario del comune di Aviano Marson. Senza molte polemiche venne infine redatto il verbale con allegato lo statuto e la nomina del consiglio; il vice Marson provvide a formalizzare gli atti presso gli enti competenti. In quello stesso anno, il 1965, venne inaugurata la prima sciovia a “Fune alta delle Casere” costruita dalla soc. S.I.R.. Animati com’eravamo di buoni, anzi ottimi
propositi, organizzammo, in gennaio del 1966, la nostra prima gara di “Slalom Gigante”” sponsorizzata dalla società S.I.R. denominata “I° Trofeo SIR”. Il tracciato era la parte finale dell’attuale “Pista Nazionale: dalla “Busa Grande” alla “Busa del Sauc”. Naturalmente il tracciato veniva scelto dai migliori atleti in gara battendo la pista con gli sci salendo a “Scaletta”; seguivano, poi, tutti gli altri, quei sciatori animati solo dalla passione e senza alcuna ambizione. E’ superfluo ricordare che questa nostra prima organizzazione fu un successo con più di un centinaio di concorrenti da tutto il circondario. Così nell’autunno del 1966, in grazia ad alcune conoscenze all’interno della base USAF, riuscimmo ad inserire nella squadra agonistica del nostro sodalizio alcuni militari Statunitensi forse provenienti dalle Montagne Rocciose e gran appassionati sciatori. Di lì a poco anch’essi pensarono bene di costituire uno sci club denominato “Aviano Ski Club”. Tra loro potrei ricordare l’amico e animatore ten. Brikemeier, il cap. Stanley e qualche altro. Con la nascita di questo secondo sodalizio i rapporti si consolidarono tanto che divenne inevitabile abbinare alla nostra gara sociale anche quella loro. Nasceva così il “I° Meeting della neve” dove i due Sci Club si vennero a trovare in competizione diretta. Era il giorno 26 febbraio 1967. Negli anni a seguire la manifestazione continuò per parecchi anni fino a quando l’”Aviano Sky Club” si sciolse
Rossetto Srl Costruiamo il tuo futuro
Per la riqualificazione energetica, le costruzioni e ristrutturazioni edilizie e statiche dei tuoi edifici puoi contare sui nostri preventivi “CHIAVI
IN MANO”
Via Sacile, 58 33070 Caneva (PN) | tel. +39 0434 798676 | www.rossettogp.com | info@rossettogp.com
COSTRUZIONI – RISTRUTTURAZIONI – SCAVI – VIABILITÀ STRADALE
al Sindaco di Aviano “trofeo Mario per mancanza di atleti. della Puppa”. Nel 1972, il giorno In quel periodo, intanto, il nostro 23 gennaio lo sci club organizzò il Sci Club si dava un gran da fare per “I° Trofeo Noviello” in memoria del organizzare dei corsi di sci tenuti nostro giovane atleta Flavio Noviello da “Maestri” titolati e competenti. mancato prematuramente , nel L’intento era quello di reperire atleti giugno del 1971, all’affetto dei suoi tra le giovani speranze delle scuole. cari e di tutta la comunità avianese. Naturalmente non mancarono i Da quel momento, l’attività problemi e gli ostacoli da superare. del sodalizio rivolse tutte le sue La prima difficoltà fu quella data attenzioni prevalentemente verso dalla scuola. Gli insegnanti non i giovani, quei ragazzini alle intendevano ragioni sulla concessione prime armi che dimostravano di ore libere per poter portare gli “Stazione di partenza” del gancio anno 1955 maggior talento e dedizione alunni in Piancavallo. Andammo all’attività agonistica dando grosse persino in Provveditorato per soddisfazioni alla dirigenza sportiva dello Sci Club. ottenere il bene placido dal Direttore Didattico almeno Infatti i risultati non si fecero attendere e sin dalle prime per avere un giorno la settimana. Intervenne anche il competizioni i nostri giovani atleti riuscirono ad ottenere Sindaco di Aviano con tutta la sua autorità. Alla fine, piazzamenti importanti. Mi riferisco in particolare ai dopo lunghe ed estenuanti trattative ottenemmo un “Giochi della Gioventù” e al “trofeo Topolino” in campo pomeriggio libero la settimana. Secondo scoglio fu nazionale, oltre che al “trofeo Noviello” di qualificazione la pericolosità della strada con tutte le conseguenti zonale per la categoria “Cuccioli”. Il buon lavoro svolto responsabilità sul controllo dei giovani partecipanti. dallo Sci Club Aviano, però, lo si vide dopo qualche Ultima, ma non meno importante, fu la difficoltà nel anno, quando la perseveranza dei giovani atleti e la reperire il mezzo di trasporto. Alla fine, però, tutto andò dedizione dei loro genitori portarono diversi ragazzi per il meglio non solo, riuscimmo persino ad ottenere un ad ottenere il brevetto di “Maestro di Sci”. Per citarne “Pulmino” Wolkswagen per i trasporti. alcuni: Carlon, Conte, Trevisan, Dell’Agnolo, Basaldella, Nel frattempo la nostra attività agonistica continuava Colauzzi e molti altri che, successivamente, diedero vita partecipando a diverse competizioni nell’ambito del alla “Scuola Italiana di Sci Aviano-Piancavallo”. Comitato Carnico Giuliano senza, per altro, ottenere Di questo passo e con le medesime finalità lo Sci Club risultati di rilievo. Il 19/03/1968 partecipammo allo continuò la sua valida attività negli anni a seguire sempre “Slalom Gigante del Monte Coglians”, il 10/03/1968 condotto con dedizione e competenza dai vari Consigli in Piancavallo il “Trofeo G. Piazza”. Nel febbraio 1969 Direttivi che si avvicendarono l’uno dopo l’altro senza organizzammo il “I° Trofeo IMFA”, quindi il giorno mai perdere di vista il settore giovanile. 22/02/1970 fu la volta dello “Slalom Gigante” dedicato 62
Dal 1928 Dal 1928
Vivai Vivai Olivo Toffoli Olivo Toffoli
Professionisti del verde Professionisti del verde Specializzati nella progettazione e realizzazione di Architetti del paesaggio e progettisti contano da sempre sulla nostra collaborazione e sulle Architetti del paesaggio nostre consegne rapideeeprogettisti puntuali incontano tutta da sempre sulla nostra collaborazione e sulle Italia e in Europa. nostre consegne rapide e puntuali in tutta Italia e in Europa.
Azzano Decimo (Pordenone) Località 5 Strade - tel. 0434 647105 r.a. - fax 0434 647107 Azzano Decimo (Pordenone) www.vivaitoffoli.it - e-mail: toffoli@vivaitoffoli.it Località 5 Strade - tel. 0434 647105 r.a. - fax 0434 647107 www.vivaitoffoli.it - e-mail: toffoli@vivaitoffoli.it
AdasPn
aree verdi di qualunque dimensione, offriamo una Specializzati nellavivaistica progettazione e realizzazione ricca produzione con assortimento di di aree verdi di qualunque dimensione, offriamo una arbusti da fiore e sempreverdi sino ad esemplari ricca produzione vivaistica con assortimento di arborei di 12-14 metri. arbusti da fiore e sempreverdi sino ad esemplari arborei di 12-14 metri.
DA VEDERE
La disordinata libreria di un gigante di PIERGIORGIO GRIZZO
Adagiati su un pianoro ad oltre duemila metri, tra le cime del monte Piave e del BorgĂ , spesso nascosti dalle nubi, i Libri di San Daniele sono una delle meraviglie delle Dolomiti friulane
64
Un
teorema di lastroni di roccia, impilati uno sopra all’altro come colonne di libri. Come la disordinata libreria di un gigante, che frequenta la solitudine delle vette alla ricerca di pace e di ispirazione. I Libri di San Daniele sono un luogo magico, una sorta di Zabriskie Point delle nostre montagne. Un ambiente onirico, lunare, di difficile accesso (per fortuna). Nulla di straordinario, ma comunque raggiungibile attraverso sentieri che comportano strappi significativi (1200- 1400 metri di dislivello). La via classica per salire ai Libri è dal paese di Casso, attraverso un sentiero Cai, che per lunghi tratti scorre sopra la valle del Piave. Ma un altro itinerario consigliato (per la bellezza dei luoghi e per la relativa minore difficoltà) è quello che parte dal Rifugio di Cava Buscada di Gianpietro e Roberta Corona, imboccando il sentiero Cai 381. Lungo questa via, che sale prima tra boschi di faggi e poi tra ghiaie e pini mughi, si arriva a Forcella Borgà e al bellissimo e panoramico filo di cresta che passa poco sotto al Monte Sterpizza. Il panorama da qui è magnifico: è possibile nelle giornate più limpide spaziare a 360 gradi e vedere il riflesso del mare, sino alle più alte cime austriache. Quindi, procedendo verso Ovest, si arriva tra nubi e prati d’alta quota, ai mitici Libri, un tempo cava di
pietra per i tetti delle case ertane e cassane, oggi meta sognata di escursionisti e di appassionati di fotografia paesaggistica. Ma dal Rifugio Cava Buscada, aperto solitamente da maggio alla metà di ottobre e raggiungibile attraverso una pista forestale che parte da Casera Mela, più o meno a metà della Val Zemola, è possibile programmare visite anche ad altri luoghi di rara suggestione. Oltre alle interessanti cave di marmo rosso, che sono nei pressi, da lì si può scollinare oltre il monte Buscada, ammirando a destra il prato verticale della Palazza in tutta la sua vastità, mentre nugoli di camosci si spostano da una parte all’altra della sterminata prateria. Sul crinale del Buscada l’occhio può cadere sul sottostante Cadore e sulla valle del Piave. Oppure ammirare lo spettacolare anfiteatro dolomitico di cime famose come il Pelmo, il Civetta e l’Antelao. Di fronte, sulla sinistra c’è la parete liscia a strapiombante del monte Borgà. Le due montagne sono divise da una stretta intercapedine, una gola nota come valòn di Buscada . Qui si apre una gigantesca nicchia, con una maestosa volta sorretta da una sola colonna, che sembra stata disegnata da un grande architetto del Rinascimento. In quella grotta bivaccarono generazioni e generazioni di cacciatori e anche mandrie immense di camosci.
65
ITINERARI
Il mulino di Campone e le acque del Chiarzò
Cascatelle e pozze del Torrente Chiarzò
DA CAMPONE A PALCODA CAMMINANDO SULLE ACQUE DEL CHIARZÒ Quando l’avventura incontra un ambiente meraviglioso testo e foto di MARIO TOMADINI*
E’
bene che si sappia che quello che segue non ha nulla di miracoloso; le acque del torrente che fanno girare la rosta del mulino di Campone non sono nemmeno paragonabili al mare di Galilea. Il titolo vorrebbe stuzzicare la curiosità dei lettori del Magazine, ma in realtà nessuno di noi camminerà sulle acque, anche se prima o poi sarà inevitabile muovere qualche passo non già sulle, ma bensì… nelle acque. Questo è il racconto di una traccia anfibia, un connubio tra roccia e acqua che ci porterà in una borgata, Palcoda, che seppur abbandonata da un secolo, è riuscita a non disperdere la sua anima. Bando ai sentimentalismi e andiamo con il giusto ordine. Palcoda è raggiungibile da Tramonti di Sotto, località Comesta, in circa un’ora e trenta minuti di cammino. E’ il percorso più diretto per chi si è alzato dal letto con lo scopo di non complicarsi l’esistenza. Per tutti gli altri la borgata perduta si può ammirare anche partendo dal mulino
di Campone, località Barzanai, percorrendo proprio quella che ho definito il sentiero “anfibio” che risale per circa un’ora e mezza il corso del Torrente Chiarzò. Per la verità, almeno per tre quarti di cammino non c’è molto da risalire; la labile traccia con i suoi segni celesti ormai stinti, seguiti da qualche spruzzata di spray arancione sgargiante, si distende con pianeggiante indolenza tra una riva e l’altra del tranquillo corso d’acqua. In questo paesaggio ogni tanto s’insinuano alcuni gradini di ferro piantati nella roccia che seguono o precedono brevi tratti di corda metallica che vorrebbero evitarci il contatto con il fresco liquido. E così, roccia dopo roccia, perdiamo il conto di quante volte abbiamo traghettato il corpo e l’anima da una sponda all’altra e questo senza immaginare che ci aspetta un tratto dove i piedi a mollo vanno assolutamente posti con o senza scarpe e calzini, anche se ciò avviene senza un’eccessiva preoccupazione.
Alcuni gradini di ferro e una corda metallica permettono di non immergere (almeno per ora) le nostre estremità inferiori nel Chiarzò
L’inevitabile Lavanda dei piedi
67
68
Una breve deviazione ci porta al Pisulat
La Chiesa di Palcoda, ristrutturata e dedicata a S. Giacomo
E’ questo l’obolo più consistente che versiamo alla bellezza di un luogo che ci regala una “lavanda dei piedi” al di fuori del Calendario Liturgico. Si arriva così, tra esclamazioni di stupore e meraviglia, nei pressi di un piccolo canyon dove alla nostra sinistra il Riu Neri si mescola al torrente principale. Ora il sentiero sale ripido, abbandonando, anche se per poco, il letto del Chiarzò. Ritroviamo le sue acque alla fine di una discesa, quando ormai siamo in vista del cartello che indica da una parte Palcoda e dall’altra uno sconosciuto Pisulat che sembra prometterci grandi cose. In effetti, mai visita è più gratificante; in pochi minuti siamo davanti ad un muro di roccia che ospita la cascata (il Pisulat) che precipita con un giusto fragore in una pozza dalla quale ci aspettiamo di veder emergere un’agana. Un esemplare di Raponzolo di Roccia ha trovato la sua dimora in una nicchia di pietra ed è con questa visione che lasciamo questo luogo ameno e, saltellando per l’ennesima volta in precario equilibrio sui sassi, guadagniamo l’altra ripa del Chiarzò. Da questo momento in poi il sentiero s’alza repentino mantenendo la vista sul torrente e quando si negherà ai nostri occhi sarà il suono dell’acqua ad accompagnarci fino a un bivio, provvisto di palo e relative indicazioni. Questa stessa biforcazione la ritroveremo anche nel tragitto di ritorno quando, dopo aver visitato Palcoda con la chiesa di S. Giacomo, le case diroccate e le pareti di sasso che s’allungano verso il cielo, punteremo la prua (la navigazione sul Chiarzò tutto sommato è stata tranquilla) non già a Campone ma verso Tramonti di Sotto dove, con mirabile preveggenza, di buon mattino abbiamo lasciato il veicolo che ci riporterà al Mulino di Campone.
Come affrontare l’itinerario proposto: la risalita del Torrente Chiarzò da Campone fino al bivio Palcoda- Pisulat si svolge in un terreno impervio. Nulla di trascendentale o impossibile, ma la presenza dell’acqua costituisce un elemento che rende disagevole sia la progressione sia, ma questo solo in alcuni tratti, l’ individuazione dei guadi. In qualche passaggio le pietre che emergono dal pelo dell’acqua si presentano scivolose e quindi è necessario prestare la massima attenzione. Chi avesse in animo di percorrere questo inusuale sentiero deve possedere l’esperienza per poter affrontare senza pericolo le due scarse orette di cammino che saranno ben ripagate dall’originalità del luogo. E’ inutile dire che la portata d’acqua del Chiarzò varia a seconda delle precipitazioni meteoriche e quindi se il corso d’acqua è ingrossato è necessario rimandare l’escursione a tempi migliori. Talvolta la rinuncia è sintomo di intelligenza e di un corretto approccio alla montagna. L’abbigliamento è quello da escursione e varia a seconda della stagione, tuttavia eviteremo di intraprendere questa gita nei mesi invernali per la probabile e infida presenza di ghiaccio. Le calzature saranno caratterizzate da un ottimo “grip”per favorire un appoggio sicuro tra pietre e massi. Come già precedentemente accennato, è consigliabile lasciare preventivamente un’auto a Tramonti di Sotto e questo per evitare di ripetere a ritroso l’itinerario acqueo a meno che quella via, divisa tra acqua e cielo, non sia stata giudicata talmente entusiasmante da voler rincorrere ancora una volta il Chiarzò fino al punto di partenza. Ringrazio gli amici Bruno e Angela per avermi accompagnato e guidato alla scoperta di questo itinerario.
Il bivio che ci porta in ’oretta o poco più a Tramonti di Sotto
Una fenditura nella roccia permette alle acque del Riu Neri di raggiungere il Chiarzò
*Accademico G.I.S.M. (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna)
Persone oltre le cose Alla nostra nuova affezionata clientela auguriamo un Buon Natale e Felice Anno Nuovo
SUPERMERCATO
AVIANO a 15 minuti da Piancavallo Via De Zan 9 - 33081 AVIANO (PN) | Tel. 0434.660187 | conadaviano@gmail.com
…costruttori dal 1968
LE NOSTRE PROPOSTE IN CLASSE A*
CORDENONS
APPARTAMENTI, UFFICI, NEGOZI completamente personalizzabili, ampie superfici esterne...
PORTOGRUARO
VILLE, APPARTAMENTI, UFFICI completamente personalizzabili... per saperne di più...
ICEP srl - Via Della Tesa, 1/a PORDENONE * ape in fase di rilascio
Tel.: 0434 553190 Fax: 0434 362087
info@icepcostruzioni.it www.icepcostruzioni.it
SEGUICI SU
TERRITORIO
di GIULIO FERRETTI Frazione di Anduins (foto V. Saccon)
Vito d’Asio e Clauzetto, le perle della VAL d’ARZINO Paesi suggestivi, ricchi di fascino per storia e tradizioni. Le terre attraversate da Rommel oggi sono famose per la produzione del formaggio Asìno e per le sorgenti d’acqua testo e foto di GIULIO FERRETTI
S
ono pochi gli episodi e i luoghi, durante la prima guerra mondiale, che hanno visto scontri tra i belligeranti nel territorio del Friuli occidentale. I più importanti risultano quelli che fanno parte dell’avanzata velocissima di Rommel nelle vallate delle Prealpi. Il percorso delle truppe nemiche, di cui faceva parte anche il giovane ufficiale Rommel, è stato indicato nel libretto sugli itinerari della Grande
Guerra pubblicato dalla Provincia di Pordenone. Quella avanzata aveva percorso, nel periodo successivo alla disfatta di Caporetto, la Val d’Arzino, per poi proseguire verso la val Cosa, la Val Tramontina e la Valcellina. In quei giorni dell’autunno del 1917, si svolse una battaglia cruenta tra gli italiani e gli austroungarici a Pradis, che procurò molti morti italiani che volevano arrestare gli austriaci, pro-
71
Trattoria con prodotti tipici Piatti a base di Trota freschissima e non solo... Rivendita prodotti affumicati e freschi a base di Trota Direttamente dal produttore km Zero Presidio di Acquacoltura Nazionale
TROTA BLU srl via Santissima 2 - Caneva 33070 (PN) Telefono 0434 77027 info@trotablu.it www.trotablu.it
curando però consistenti perdite agli avversari. Il comune di Vito d’Asio, nella sua guida sulla val d’Arzino, ha suggerito un’escursione dedicata a quei fatti che si può effettuare anche nel periodo invernale, a ricordo della battaglia di Pradis. La partenza scelta è quella della piazza della frazione di Pielungo, per raggiungere il cimitero di guerra italiano a Pradis, in località Tascans, in comune di Clauzetto, dopo poco più di 8 chilometri, superando un dislivello di 500 metri, percorso considerato turistico, con poche difficoltà. Nell’itinerario indicato si attraversano i suggestivi ponti Salaries e Molin, prima di terminare l’escursione nella selletta di val di Ros. Diversi altri itinerari sono descritti nella guida sulla Val d’Arzino, pubblicata quest’anno dal comune di Vito d’Asio insieme alla Provincia di Pordenone. Si va da quello breve, una passeggiata di 3.5 chilometri, denominata “Anello della Croce”, che fa raggiungere ai partecipanti un luogo panoramico, ai 16,5 degli Stavoli di San Francesco, partendo dall’interno della valle del fiume Arzino. C’è da considerare poi che alcuni itinerari, quelli che percorrono le pendici delle montagne che si affacciano alla pianura, possono essere effettuati piacevolmente anche durante il periodo invernale. In una giornata di sole quelle parti del territorio di Vito d’Asio approfittano della formazione di un particolare microclima che fa dimenticare, per qualche ora, le crudezze della stagione. Una prova, di quanto affermato sopra è la sopravvivenza nel territorio comunale, nella frazione di Anduins, presso la località Raunia, di piante di leccio, quercia sempreverde relitto della vegetazione termofila che fa parte della macchia mediterranea. Della particolare esposizione favorevole dal punto di vista climatico della parte sud del territorio del comune si era valsa, storicamente, la coltivazione della vite nei terreni
meglio esposti. Di quella attività si trova traccia nelle ricerche, su antichi documenti effettuate dall’indimenticato don Oliviero Bullesi, parroco di Vito d’Asio per più di cinquant’anni, a cominciare dal secondo dopoguerra. Nei suoi scritti il sacerdote afferma che, lo stesso nome del paese, deriva dalla diffusa coltivazione della vite, nel passato, nella zona. Il vitigno utilizzato maggiormente era il Schiulin o Schiabrin, che veniva utilizzato per produrre un vino bianco che, inizialmente, risultava di gusto un po’ aspro che però, invecchiato, migliorava molto tanto da venir confrontato addirittura ai vini del Reno. Dalla fine dell’Ottocento, e successivamente all’inizio del Novecento, la coltivazione della vite in loco ebbe una drastica diminuzione, a causa delle morie di piante causate dalla peronospora, a cui si era aggiunta la mancanza della manutenzione delle viti, procurata dalla massiccia emigrazione degli abitanti verso l’estero, che aveva ridotto la popolazione del comune di due terzi. Notizie che provengono dal settore della coltivazione di barbatelle di Rauscedo, hanno fatto sapere che un appassionato viticultore sta riproducendo quel vitigno. Nei dintorni però la coltivazione della vite, nei terreni più vocati, è continuata e diverse aziende vinicole sono attive nel territorio circostante, valorizzando diversi vitigni autoctoni. Rimanendo nel settore agroalimentare della zona, una segnalazione importante da fare è quella della tradizionale produzione di latticini e, in particolare del formaggio Asin, di cui si trova traccia anche nei vecchi editti dei prezzi massimi dei prodotti principali commerciati nel passato. Il formaggio Asino è indicato in varie forme, con prezzo alla libbra, la misura di peso del tempo, vero Asino di qualità, Asino vecchio e Asino salato. Formaggi che spuntavano prezzi piuttosto alti, che reggevano il confron-
(foto V. Saccon)
73
to con quelli delle carni suine, anche lavorate, del tempo. La produzione del formaggio Asino però presenta caratteristiche molto particolari, perché le forme venivano inserite, per un tempo determinato, in una salamoia diversa da quella utilizzata per il Montasio. All’acqua salata, veniva aggiunto un certo quantitativo di panna e la salamoia, così preparata, non veniva più sostituita, ma solo mantenuta per molto tempo, con sole aggiunte di acqua e panna e, ogni famiglia che produceva l’Asino, aveva una propria salamoia che veniva mantenuta per molti decenni. Da tempo il formaggio Asio si trova in vendita nello Spilimberghese, dove è meglio conosciuto, ma anche nei mercati, grazie all’attività della ditta Tosoni. Quella azienda è riuscita, nel recente passato, ad ottenere, da parte degli enti sanitari, peraltro con una certa difficoltà, l’autorizzazione per produrre il formaggio Asino, che prevede l’immersione delle forme, nella particolare salamoia, che viene mantenuta in tini aperti e di legno. La più importante caratteristica, per la sua identità, del territorio di Vito d’Asio è sicuramente l’area della fonte solforosa, oggi però rimasta chiusa all’interno per una recente una frana della strada di accesso. Il sindaco Pietro Gerometta ha riferito però che il cantiere dovrebbe chiudere a Natale, così che i turisti che visitano la zona per i vari e molteplici interessi che possono trovare nella vallata possano abbeverarsi nella fonte di acqua solforosa, considerata utile per la cura della pelle, dell’apparato respiratorio e di quello digestivo. Acqua che i residenti considerano migliore di quella delle Terme di Arta, che ha visto importanti investimenti per la sua valorizzazione. Nella seconda metà dell’Ottocento, anche la Fonte di Anduins veniva molto frequentata e importanti strutture di ospitalità permettevano a molti le cure anche con bagni. Poi, dopo la seconda guerra mondiale, c’è stato un lento abbandono, ma oggi si tenta un rilancio, cominciando all’ottenimento della certificazione della
74
(foto V. Saccon)
“termalità” dell’acqua. Chi si addentra nel territorio di Vito d’Asio trova anche attività di ristorazione e di ospitalità, con possibilità di terminare una visita con gli assaggi dei prodotti del luogo. Nel programmare i percorsi va segnalato che, in inverno, vanno preferiti quelli più corti, in modo da programmare il loro utilizzo solo ed esclusivamente nelle ore di luce. Per conoscere le numerose particolarità di quel territorio val la pena di munirsi, prima di recarsi sul posto,
di una delle tante guide cartacee, anche con mappa topografica, che si trovano facilmente negli uffici turistici della Regione. Da segnalare anche la recente produzione di un e-book della zona, prodotto da un gruppo di appassionati, aperto a segnalazioni, col titolo “L’acqua e la memoria val d’Arzino e altipiani di Pradis”. Iniziativa apprezzabile, presentata recentemente a Pordenone, presso la sede della Società operaia, con la presenza dei sindaci di Vito d’Asio e di Clauzetto.
, SACILE
CURIOSITÀ
UOMINI DI SPIRITO Federico Cremasco, docente della Scuola Alberghiera di Aviano, ha trasformato in una professione la sua passione per lo studio di liquori e distillati. Oggi produce uno dei migliori gin italiani ricavato da 43 diverse erbe botaniche di MICHELA ZIN
Lo
sapevate che uno dei migliori gin italiani è prodotto nel nostro territorio? Il merito è di Federico Cremasco e del suo Fred Jerbis che da Spilimbergo sta conquistando il palato di intenditori, appassionati e curiosi. Le riviste e i siti specializzati si stanno chiedendo cosa c’è dietro a questo prodotto e ce lo siamo chiesto anche noi, andando a incontrare Federico. Perché se tutti più o meno sanno che il gin è un distillato forte, chiaro, tipicamente incolore prodotto dalla distillazione di un fermentato ottenuto solitamente da frumento e orzo in cui viene messa a macerare una miscela di erbe, spezie, piante e radici, stupirà scoprire cosa c’è Una suggestiva veduta di Polcenigo (foto di Federico Cremasco)
76
dietro alla produzione del Fred Jerbis. Come nasce questa storia? Sono nato 39 anni fa a Travesio. La mia esperienza nel mondo dei cocktail inizia nel 2000 a Milano, in un’azienda di consulenze nell’ambito del food&beverage. Nel 2004/2005 ho gestito un locale sul Lago Maggiore, dal 2006 sono stato per due stagioni bartender al Buddha del Mar in Costa Smeralda. Ho poi lavorato come barman in Spagna, prima a Tenerife poi a Barcellona, mentre nel 2008 sono rientrato in Friuli per aprire una mia scuola di formazione per barman. Attualmente gestisco l’Hemingway Cocktail Bar a Polcenigo e insegno “Tecniche di Preparazione di Bevande” presso la scuola Alberghiera di Aviano. E del nome del suo gin... Fred Jerbis sta per “le erbe di Federico”. Abbiamo scelto un nome d’ispirazione friulana proprio per dare risalto e importanza al nostro territorio, fondamentale per la creazione dei nostri prodotti. Infatti, Fred Jerbis è un progetto che comprende, oltre a Gin43, altri liquori e distillati, tutti contraddistinti da un forte legame con il territorio. Com’è nata la sua passione per questo prodotto? In realtà tutto nasce dalla mia passione per le piante e per quei prodotti che hanno come base principale le botaniche; da lì, la mia attenzione si è incentrata sul gin, un prodotto che ha una lunga tradizione in Inghilterra e in Olanda, anche se le prime infusioni di ginepro in spirito avvennero proprio in Italia. Tanto che nel manuale di medicina “compendium salerni”, la scuola medica di Salerno, già parlava dei benefici del ginepro nel 1055 d.C. Mi sono così convinto che era possibile pensare a un distillato a base di ginepro, capace di raccontare il Friuli e l’Italia. Quali sono le caratteristiche del suo gin? Gin 43 è un distillato tanto semplice quanto complesso, molto profumato, dal gusto delicato, ma persistente. La scelta di utilizzare 43 diverse botaniche estratte con 5 metodi
differenti, significa creare un prodotto ricco e particolare sia dal punto di vista olfattivo che degustativo, ma la sua rotondità lo porta ad essere uno spirito molto trasversale e gli permette di essere assaggiato in vari modi: bevuto liscio per apprezzarne a pieno le peculiarità, in abbinamento con la maggior parte delle toniche, in miscelazione dove servono prodotti di qualità, ma anche per cuocere o marinare carne e pesce. Com’è passato da una passione a una professione? Chi le è stato vicino in questo? Per me, produrre gin è e sarà sempre una passione, in quanto è quello che mi piace fare, adesso dovrò essere bravo a far conoscere i miei prodotti in Italia e all’estero. Questo progetto, è partito 5 anni fa con i primi esperimenti e in questo periodo ho avuto la fortuna di essere affiancato da ottimi professionisti e grandi uomini che mi hanno assistito in tutte le fasi. Innanzitutto i miei genitori, grandi conoscitori del nostro territorio e delle piante presenti. Poi Carlo che mi ha aiutato a coltivare le botaniche ed estrarne gli oli essenziali, Stefano con il quale abbiamo trovato il giusto equilibrio per la ricetta, Massimo che si occupa della comunicazione e del marketing e Maurizio che ci fa da fotografo e da designer. Quali sono i suoi obiettivi per il futuro? Come già anticipato, Fred Jerbis è un progetto di ricerca e sperimentazione nel mondo dei distillati e dei liquori, a breve usciremo con un Vermut “friulano”, e prossimamente con un Bitter, ma spero di non fermarmi qua. Il mio vero obiettivo, infatti, è quello di creare una mia distilleria, tra le nostre montagne, in modo da poter monitorare e controllare tutte le fasi della produzione, in prima persona: dalla scelta dell’acqua da utilizzare e dei terreni dove coltivare le piante, fino all’invecchiamento in botte e al successivo imbottigliamento. Non resta quindi che assaggiare, con la doverosa moderazione, questo prodotto del nostro territorio.
77
studiocreta.it
Da oltre 65 anni il colore a Pordenone
Via Aquileia, 38 - Pordenone Tel. 0434 28577
IL RACCONTO
L’ECONOMISTA E L’ARTISTA Una strana coppia sale in vetta al Cjastelat, raggiunto con“tenue fatica e un breve cammino”
Uno scampolo di beatitudine: ecco quello che videro Flora e Korompay dalla vetta del Cjastelat: al centro il Col Nudo e a destra le Dolomiti con il Pelmo. (Foto Mario Tomadini)
di MARIO TOMADINI*
E’
L’economista Federico Flora
una tiepida mattinata di metà ottobre. Mancano una manciata di minuti alle nove del mattino quando un paio d’appassionati dell’andar per monti (in quegli anni così si definivano gli alpinisti ) lasciano l’abitato di Marsure e affrontano le rampe della Costa Carpenedo. I frazionisti, ai quali il bisticcio non fa difetto, in quest’occasione trovano un’insolita coesione giudicando quei due come tipi abbastanza strani. La comunità di Marsure è sorpresa nel veder transitare per le vie della borgata quei due singolari personaggi, ma questo è comprensibile perchè chi ha trascorso l’esistenza sfiancandosi su e giù per le crode spinto da necessità legate alla sopravvivenza,
non può comprendere quale motivo spinga due signorotti di città a faticare sui sentieri abitualmente percorsi da boscaioli, caseranti e servidors. I modi cortesi, il linguaggio forbito e gli abiti di ottima sartoria non li avrebbero affrancati dalla fatica, dal sudore e soprattutto dalle vesciche che avrebbero martoriato i loro piedi. Peggio per loro, la montagna è severa e non concede sconti a chicchessia, tanto meno agli elegantoni. Una cosa è certa: gli “strambi” si sarebbero arresi alla prima tieda o per essere ottimisti avrebbero alzato bandiera bianca sulla soglia di un caserut, perché questo è il castigo che attende chi osa sfidare impunemente la montagna. Ma andar per monti con quale scopo? Per vedere cosa o chi? E
Il pittore Duilio Korompay
79
Il Monte Cjastelat, quota 1641 s.l.m., modesto ma panoramico rilievo, visto dal pascolo di quella che un tempo era la Casera dietro il Cjastelat, oggi ridotta ad un cumulo di pietre. Dal bosco di faggio emerge la solitaria formazione rocciosa che ricorda quella di un castello. (Foto Mario Tomadini- novembre 2015)
poi tutte quelle domande sui sentieri, sulle sorgenti che non ci sono mai state e su quel monte che solo loro s’incaponivano nel chiamare Castellat, mentre anche lo scemo del paese sapeva che si trattava del Cjastelat. E perché proprio il Cjastelat? Quelle crode erano state create per quelli di Glera, Selva o della Centa. Le domande dovevano farle in terra di Giais dove tutti sembravano saperla lunga su quel “castello” senza re che era solo un misto di roccia e arbusti. Nel frattempo Federico e Duilio (i due strambi si chiamano così) sono ormai due minuscole sagome che salgono il crinale con una lentezza che li fa sembrare fermi e così, con un ultima scrollata di capo accompagnata da un sorriso di compatimento, i frazionisti tornano alle loro occupazioni. Intanto la coppia, dopo aver guadagnato l’altro versante, sparisce alla vista e dalla mente degli uomini di Marsure. Ben lungi dall’idea di abbandonare la partita, dopo due ore e mezza di buona salita, i due pantaloni a sbuffo raggiungono il Passo del Musil e secondo i calcoli del più anziano che regge in mano la carta topografica, per la vetta del Cjastelat manca un’oretta di cammino. Spendono le ultime fatiche impegnandosi in una facile arrampicata tra ghiaie e rocce, ma una volta raggiunta la sommità non possono nascondere la loro delusione: in pianura è calata la nebbia. Se da quel lato lo spettacolo è precluso non rimane che volgere lo sguardo verso il Monte Cavallo e la Val Caltea e poi ancora più lontano fino ad incontrare le nobili montagne del Cadore con il Pelmo, l’Antelao, il Duranno, la Cima dei Preti, i Monfalconi ed a oriente la Frascola, la Vacalizza e il Riccetune (in quegli anni il Resettùm era chiamato così) senza dimenticare il gendarme della Val Colvera, vale a dire il Raùt. Ci vogliono quasi due ore per dare il nome a tutte quelle cime e per un attimo, grazie all’ottica Zeiss, appaiono le Torri del Vajolet, giudicate una visione paradisiaca. Purtroppo il tempo vola almeno quanto le nuvole cariche d’umidità che consigliano di ridiscendere. Il ritorno è facile e in un paio d’ore gli amici rientrano a Marsure appena in tempo per vedere le ombre della sera che si stiracchiano tra le vie. L’avventura può dirsi conclusa ma qualche mese dopo Federico avverte il desiderio di ricordare quella giornata e per farlo dopo aver intinto un pennino nel calamaio, lo appoggia in un foglio 80
Duilio Koronpay. La Molassa. Olio su tela (Immagine tratta dalla pubblicazione Duilio Corompai (Korompay) (1876-1952) a cura di Vania Gransinich, FriulAdria Crédit Agricole, Zel Edizioni 2012)
Duilio Koronpay. Autoritratto Olio su cartone. (Immagine tratta dalla pubblicazione Duilio Corompai (Korompay) (1876-1952) a cura di Vania Gransinich, FriulAdria Crédit Agricole, Zel Edizioni 2012)
bianco: Lieti della missione compiuta raccomandiamo vivamente ai soci (della Società Alpina Friulana di Udine alla quale era iscritto, n.d.A.) avidi di godersi con tenue fatica e breve cammino quel senso di gaiezza e di riposo assieme, che loro può dare la visione panoramica della montagna. Non è tutto, poiché nel suo scritto ricorda un uomo che alla sua primaria attività di malgaro aggiunge, a seconda delle stagioni, anche quella di cacciatore, pastore, boscaiolo e accompagnatore. Costui conosce la montagna come le sue tasche e quindi è degno della massima fiducia. A questo punto è lecito chiedersi chi siano i nostri due protagonisti. Ebbene, i salitori del Cjastelat rispondono ai nomi del professore universitario ed economista di chiara fama Federico Flora, nato a Pordenone il 3 luglio 1867 e morto a Chiusi il 1 maggio 1958, presidente della Banca Popolare di Bologna dal 1914 al 1945, senatore del Regno, e del pittore di origini ungheresi Duilio Korompay, nato a Venezia il 25 settembre 1876, scomparso a Noventa Vicentina il 30 luglio 1952, sepolto nel cimitero di Cimpello di Fiume Veneto. Entrambi, Flora per nascita, Korompay per aver sposato Felicita Civran, sono stati legati a Pordenone, distinguendosi nelle rispettive attività. Il professore e l’artista avevano raggiunto la vetta del Cjastelat (1641 metri sul livello del mare) alle 11.45 del 17 ottobre 1912. Korompay (nel 1920 il cognome sarà italianizzato in Corompai) per alcune sue opere ha tratto ispirazione proprio dalle “tenui fatiche” vissute in montagna con l’amico Flora, il quale aveva pubblicato nella rivista IN ALTO, edita nella primavera 1913 dalla Società Alpina Friulana, la cronaca di quella che aveva giudicato un’esaltante giornata ottobrina, mentre l’uomo che per la sua conoscenza della montagna si era visto pronosticare un futuro da “guida” era un certo Vincenzo Polo detto Grava. Quattro anni più tardi, mentre l’Italia entrava nel secondo anno di guerra, Flora e Korompay raggiungeranno la vetta del Monte Caolana, una delle cime che avevano ammirato in occasione della salita al Cjastelat. Questa è davvero una bella storia che abbraccia uomini, fatti ed emozioni di oltre cento anni fa. * G.I.S.M. (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna)
Provincia di Pordenone
ItinereallrIatiinerari
Provincia di Pordenone
Grande della Grande
d
nel Friuli occidentale
nel Friuli occidentale
Tramonti di Sopra Erto e Casso
Cimolais
Tramonti di Sotto
Forcella Clautana
Longarone Claut
Percorso 1 “Erwin Rommel”
Percorso 2 “Ottavio Bottecchia”
Clauzetto
Andreis
Barcis
Frisanco Maniago
Travesio
Pinzano al T. Sequals Montereale Arba Valcellina Spilimbergo Aviano
MUSEO GRANDE GUERRA RAGOGNA
San Giorgio della Richinvelda Budoia Polcenigo
San Martino al Tagliamento
PORDENONE
Percorso 3 “Svetozar Boroëvic´”
1
Vito d’Asio
Meduno Castelnovo
Percorso “erwIn rommel”, dalle PrealPI d’arzIno al cuore delle dolomITI frIulane
Valvasone Arzene Casarsa San Vito al Tagliamento
2
Percorso “oTTaVIo BoTTecchIa”, lungo I camPI dI BaTTaglIa della PedemonTana
In occasione del centenario della Grande Guerra, la Provincia di Pordenone intende valorizzare i percorsi storici della memoria che consentono di riscoprire teatri di battaglia, fortificazioni, opere logistiche, cimiteri militari, ossari, monumenti, graffiti e altre testimonianze significative delle vicende belliche che coinvolsero il Friuli Occidentale durante il conflitto 1914-1918.
3
Percorso “sVeTozar BoroëVIc´ Von Bojna”, sul fronTe del fIume TaglIamenTo
ROMMEL
BOTTECCHIA
BOROëvIC´
L’itinerario conduce dal fiume Tagliamento alla valle del Piave, attraverso le montagne che furono teatro di importanti vicende belliche nel novembre 1917, durante le fasi seguite allo sfondamento austrogermanico di Caporetto.
Nei giorni compresi tra il 4 e il 9 novembre 1917 avvenne l’ultimo determinante tempo della ritirata che condusse il Regio Esercito Italiano dal fronte dell’Isonzo a quello del Tagliamento e, infine, alla linea del Piave.
Il percorso si snoda dalle installazioni militari italiane dell’anteguerra sino agli ultimi scontri del conflitto, passando per le strutture logistiche, i cantieri dirigibili ed il settore del fronte del Tagliamento dove le unità italiane non cedettero sino al 4 novembre 1917, quando Museo della Grande furono raggiunte dall’ordine Guerra di Ragogna superiore di arretramento www.grandeguerra-ragogna.it al Piave. www.graffitidiguerra.it
Museo della Grande Guerra di Ragogna www.grandeguerra-ragogna.it www.graffitidiguerra.it Museo della Grande Guerra di Ragogna www.grandeguerra-ragogna.it www.graffitidiguerra.it Orari di visita (tutto l’anno):
Orari di visita (tutto l’anno): martedì, giovedì, sabato ore 15.30 - 18.00; domenica e festivi verificare di volta in volta sul sito internet Per scolaresche e gruppi anche fuori orario, su prenotazione tel. (+39) 0432 954078 - cell. (+39) 347 0134637
Orari di visita (tutto l’anno): martedì, giovedì, sabato ore 15.30 - 18.00; domenica e festivi verificare di volta in volta sul sito internet Per scolaresche e gruppi anche fuori orario, su prenotazione tel. (+39) 0432 954078 - cell. (+39) 347 0134637 mail: info@grandeguerra-ragogna.it - marco_pascoli@alice.it
SOTTO LA LENTE
Dardago fior di zafferano,
la pedemontana scopre l’oro rosso Da qualche anno, in Comune di Polcenigo, si sperimenta con successo la coltivazione dello zafferano, una delle spezie più pregiate. Le caratteristiche del terreno permettono un prodotto di qualità. Così è nata una festa annuale (in ottobre) e si pensa già alla creazione di un distretto di MICHELA ZIN
Q
uando se ne parla, si tende ad associarlo all’oro rosso. È lo zafferano, che deve questo abbinamento al più pregiato dei metalli, non per il suo colore, bensì per il valore. Per avere un chilo di zafferano secco occorrono dai 120 mila ai 140 mila fiori dai quali si prelevano gli stimmi (rigorosamente a mano) che più o meno corrispondono a 10 chili di prodotto secco. Da qui si spiega il prezzo elevato di questa spezia definita, appunto, più costosa dell’oro. Da qualche tempo anche nel nostro territorio si parla di zafferano. Il merito è di una serie di piccoli produttori agricoli che hanno iniziato la coltivazione di questo fiore. Tanto da organizzare una festa interamente dedicata appunto allo zafferano. Ne parliamo con Valentino Zambon, presidente del Comitato del Ruial di Dardago, frazione di Budoia e promotore della festa. Anzitutto, come è nata l’idea di coltivare lo zafferano nella nostra pedemontana? «L’idea l’ha avuta Diego Zambon quattro anni fa. Faceva l’artigiano nell’ambito delle costruzioni, ma ha sempre avuto la passione per la terra alla quale si dedicava nel 82
proprio tempo libero. Raccogliendo informazioni on line, ha capito che lo zafferano poteva essere un’opportunità interessante e idonea al terreno della pedemontana. Ne ha parlato con Egor Riet di Polcenigo che coltivava già prodotti di nicchia (mais antico, more apaches e cheyenne, ribes, uva spina e mirtilli, nocciole santostefano, fagioli mandoloni, asparagi argentel e altri prodotti molto curiosi). Egor con Diego e altri due giovani di San Giovanni e San Quirino hanno così iniziato l’avventura. Un paio d’anni dopo, la squadra si è divisa e Diego ed Egor hanno continuato insieme coltivando campi a Dardago e Polcenigo con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo in tutto il territorio regionale». Quali sono i punti di forza del vostro progetto? «Dal nostro grossolano business plan che abbiamo voluto predisporre convinti della bontà del progetto, sono emersi alcuni elementi importanti. Anzitutto i terreni in pedemontana sono in arenaria montana (molto drenante) e ben soleggiati, caratteristica fondamentale per la coltivazione del “crocus sativus”. Inoltre l’investimento economico iniziale è piuttosto modesto, mentre è rilevante la componente di manodopera necessaria soprattutto
I preziosi stimmi di Zafferano
alla raccolta e mondatura dei fiori. Ancora, il prezzo di vendita al dettaglio è molto interessante, al punto di essere chiamato “oro rosso” e la domanda di un prodotto di qualità è crescente. C’è poi da aggiungere che siamo in una fase di lunga recessione economica, con disponibilità notevole di manodopera inattiva, purtroppo soprattutto giovanile e le prospettive di un ritorno alla piena occupazione nell’industria sono alquanto remote, per cui è doveroso valutare ogni possibile alternativa. Infine, ci sono vaste estensioni di terreni agricoli abbandonati da decenni (dagli anni ‘50), terreni dove i nostri nonni hanno coltivato mais, granoturco e segale. Per tutte queste ragioni, crediamo nel nostro progetto». Dal 2015, l’ultima domenica di ottobre si caratterizzerà per essere la “Festa dello zafferano”. Come mai questa decisione di dedicare i vostri festeggiamenti a questa spezia? «Come ho detto gli ingredienti interessanti del nostro progetto sono molti. Per questo abbiamo deciso di creare questo evento che ci risulta essere il primo e l’unico nel Nord Est. È così nata la festa “Dardago fior di zafferano” che si è tenuta il 24 e 25 ottobre a Dardago e ci ha dato grande soddisfazione. L’obiettivo è quello di promuovere anche il nostro territorio e quindi l’arrivo di turisti». Qual è la quantità di prodotto che siete in grado di raccogliere? «La produzione attuale ci risulta essere attorno al chilogrammo, che non è una quota significativa della produzione nazionale ma sta gradualmente aumentando di anno in anno consolidandosi soprattutto su una qualità elevata». Quanti sono i produttori? «Attualmente sono una decina, tutti ancora con modeste produzioni, ma ci sono ogni anno nuove iniziative di persone che intendono impegnarsi seriamente. In alcuni di noi abbiamo creato una «cooperativa collettiva», una sorta di incubatore aperto a tutti coloro che vogliono imparare come coltivare lo zafferano. Poi ognuno può scegliere se rimanere nel gruppo o avviare la propria impresa agricola. Quali sono le caratteristiche dello “zafferano pordenonese” rispetto agli altri tipi di prodotto? «Da analisi fatte in laboratorio risulta che il contenuto di “crocina” si colloca nella fascia alta degli zafferani di qualità. La crocina è un carotenoide che determina la colorazione caratteristica dello zafferano. Il giallo/arancione che
caratterizza i risotti alla milanese, per esempio». Chi sono i vostri maggiori acquirenti? «La produzione attuale non comporta grandi sforzi commerciali. Viene venduta nei vari mercati specializzati in provincia e ad alcuni ristoranti che lo hanno provato e inserito nel loro menù. Inoltre, la recente festa a Dardago ha assorbito una buona fetta della nuova produzione 2015». Se volessimo acquistare dello zafferano dove potremmo farlo? «È disponibile nel negozio Mara in piazza a Dardago e Dolce e Salato di fronte la chiesa a Budoia e ovviamente anche direttamente dagli stessi produttori». Dopo la festa che ha avuto come obiettivo quello di far conoscere la vostra realtà di produttori, quali altri obiettivi avete? «Ci piace anche sognare e il nostro sogno è quello di poter costruire «il distretto dello zafferano» in pedemontana pordenonese, ossia nel territorio che va da Caneva a Tramonti e creare l’associazione «Dardago fior di zafferano» quale promotore. Chissà… intanto ci proviamo, cercando di divertirci e socializzando». Ci regala un consiglio per utilizzo o conservazione dello zafferano? «Gli amici della Federazione Italiana Cuochi di Pordenone, che fa parte delle associazioni che hanno curato la festa a Dardago, mettono a disposizione la loro lunga esperienza nelle grandi cucine internazionali e grazie a loro abbiamo già pubblicato su Facebook le ricette dei piatti che sono stati preparati il giorno della festa. E ne pubblicheremo ancora molte altre. Suggerisco a tutti, quindi, di seguirci sulla nostra pagina. Per la conservazione l’unico consiglio che mi sento di dare è di non esporlo all’aria e alla luce, ma tenerlo ben chiuso nel suo vasetto. Non fidatevi delle bustine di zafferano in polvere che si trovano in commercio a basso prezzo perché quello non è un indice di qualità». Per finire, una curiosità, un racconto, un aneddoto su questa esperienza con lo zafferano? «3Z, sarebbe il marchio più “naturale” di questo progetto perché sono le iniziali dei cognomi dei tre iniziatori della coltivazione dello zafferano qui in Friuli: Zambon (Diego), Zamuner (Walter), Zanolin (Lucio). La storia però, sta proseguendo diversamente. Ma è bello pensare possa diventare un futuro racconto». 83
CULTURA
TESTIMONIANZE SOMMERSE Dai laghi di Tramonti e Selva riemerge il passato testo e foto di MARIO TOMADINI*
Bacino di Selva, estate 2015. Il ramo occidentale del Lago di Selva oltre la località Panuch verso le Tronconere. Il basso livello dell’acqua permette di riconoscere case e stalle
Il
84
Lago di Selva, ramo occidentale, estate 2015. Talvolta le costruzioni si confondono con le pietre del terreno mentre le testimonianze di una straordinaria architettura spontanea mantengono la semplicità di quelle che erano case, stalle e fienili
mio primo incontro con le esistenze sommerse risale ai primi Anni Sessanta ed era stato l’approccio di un bambino con una realtà che, se consideriamo la giovanissima età, ritenevo fosse stata oltremodo tragica. In quegli anni, infatti, nei periodi di magra il lago di Barcis, con il quale peraltro divido l’anno di nascita, il 1954, lasciava emergere i muri di pietra di quelle che fino a pochi anni prima erano state delle case. Inutile dire che mi struggevo pensando a quei poveri abitanti travolti da un destino crudele, poiché pensavo che fossero miseramente affogati nel lago artificiale con tutti i loro affetti. Per me quelle case significavano dei luoghi mantenuti in vita dal respiro di uomini, donne e bambini per i quali il destino si era rivelato assai
tremendo. L’arrivo dell’uso di ragione mi aveva finalmente permesso di comprendere che le cose erano andate in modo diverso e così e, una volta rassicurato sulla sorte delle famiglie barciane, i segreti del lago avevano abbandonato la mia mente. Tutto finito? nemmeno per sogno, poiché come spesso succede, dopo decenni d’ assenza la voglia di mistero si è rifatta viva e questa volta è riemersa un po’ più a est di Barcis e del suo lago, vale a dire in Val Tramontina e precisamente nel bacino imbrifero della Val Meduna. E già, perché questa valle di laghi artificiali, nati tra il 1950 e il 1965 per dare una risposta alle necessità energetiche di una Nazione che inseguiva lo sviluppo economico, ne possiede ben tre: il lago di Redona o dei
Lago di Redona o dei Tramonti, borgata Movada. Nell’estate 2002, le esistenze sommerse hanno ripreso vita pur mantenendo le loro spettrali caratteristiche
Lago di Redona o dei Tramonti, estate 2002. La stessa borgata ormai lambita dalle acque
Barcis, 1954. Il nuovo bacino è una realtà e il paese si riflette nella limpidità delle acque del Cellina. La freccia indica i resti di un fabbricato che emerge dal lago, ultima testimonianza di un passato irrepetibile (collezione Mario Tomadini)
86
Tramonti, il Cà Selva alimentato dal Torrente Silisia e il Cà Ciul o Zul, posto alla confluenza del Canal Grande e il Canal Piccolo di Meduna, ai quali sottintendono altrettanto dighe costruite a tempo di record dove, grazie alle turbine delle Centrali di Meduno, Valina, Chievolis, Colle e Istrago, si produce la preziosa energia elettrica. Senza dimenticare che i laghi raccolgono considerevoli quantità d’acqua che se non trattenute a monte e successivamente rilasciate con studiata progressività, nella stagione autunnale potrebbero provocare l’esondazione dei fiumi di pianura. Per ultimo, i bacini montani costituiscono una riserva d’acqua che è indispensabile per permettere l’irrigazione delle colture. Fin qui le notizie tecnico-storiche, tuttavia nelle depressioni vallive ora allagate, molti tramontins vivevano, coltivano la terra e portavano gli animali al pascolo. Si trattava di un’economia di mera sussistenza che non produceva ricchezza, ma costituiva l’estrema trincea da opporre all’emigrazione che anno dopo anno svuotava la vallata, poiché gli Arvars (stagnini) e i Segaz e Sliperars (boscaioli e tagliatori di traversine per ferrovie) della Val Tramontina erano richiesti ed apprezzati in tutta Europa. Chi era rimasto lo aveva fatto con la consapevolezza di essere uno
degli ultimi testimoni di un universo arcaico e pastorale e proprio per questo non era stato facile vedere l’acqua sommergere case, chiesa e campanile, come è avvenuto per la borgata di Redona, che, seppur parzialmente, è stata ricostruita più a monte.. L’attaccamento alla casa, alla terra e a quei pochi capi di bestiame era insito nel loro DNA e anche se le loro esistenze si consumavano in piccole borgate raggiungibili solo con il cavallo di S. Francesco, tutti erano consci che quei luoghi rappresentavano le loro origini, un prezioso passato nel quale si perpetuava la loro identità. Se, per amore o per forza, avevano dovuto trasferirsi altrove, i loro cuori erano rimasti nel lago. Stranezze della vita, è stato sufficiente un periodo più siccitoso del normale per far riemergere le pietre che dormivano nei bacini della valle. Ed è stato così che la località Movada, da decenni “immersa”nelle acque dell’oblio, è improvvisamente assurta agli onori della cronaca locale, anche se quelle reminescenze, regalateci da un’estate più secca del solito, non avevano mai fatto mistero della loro presenza. Ancora una volta, siamo stati noi, traviati dai falsi miti che ci vengono propinati da questa società che giorno dopo giorno ci sta inaridendo l’anima, a dimenticare la nostra storia.
Lago di Cà Selva, ramo occidentale, estate 2015. La piccola costruzione era stata addossata ad un masso erratico. Dopo tanti anni l’acqua non è riuscita a sciogliere quel connubio
Lago di Selva, nei pressi della diga, settembre 2015. Alcune testimonianze riemerse
PROGRAMMA PIANCAVALLO INVERNO 2015/16
Tutte le foto sono di Ferdi Terrazzani PROGRAMMA A CURA DELL’ASSESSORATO AL TURISMO DEL COMUNE DI AVIANO IN COLLABORAZIONE CON: TURISMO FVG, PROVINCIA DI PORDENONE, SOC. COOP. PIANCAVALLO 1265
Infopoint 26 dicembre Ore 10.00 – 12.00 Biblioteca aperta Sala convegni Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO Cimevisioni ragazzi “Il mio amico Nanunk” Sala convegni Ore 20.30 note natalizie Avianesi a piancavallo ( I Notui, La Betulla, Coro A.N.A. Aviano) Infopoint 27 dicembre Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO con Lucia Bassan: laboratorio “Ghirlande augurali” Sala convegni Ore 18.00 Borsa di studio “ G.PREDIERI” Sala convegni 28 dicembre Ore 17.00 FANTALIBRO Tombola dei libri con Ortoteatro Sala convegni Ore 20.30 Spettacolo cabarettistico “Non c’è duo senza te” Infopoint 29 dicembre Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO con Lucia Bassan: laboratorio “Decorazioni augurali” Sala convegni Ore 20.30 Spettacolo teatrale “Aggiungi un posto a tavola”a cura della F.I.TA Infopoint 30 dicembre Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO: Capodanno dei bambini Infopoint Ore 19.00 Premiazioni 1° concorso “DISEGNA LA MONTAGNA BIANCA” a cura della Scuola Sci Piancavallo Infopoint 31 dicembre Ore 10.00 – 12.00 Biblioteca aperta Gran Premio Giovanissimi (Scuola Sci Aviano Piancavallo) Partenza Baita Arneri Ore 18.00 Fiaccolata di fine anno (riservata ai maestri di sci) in collaborazione tra Scuola Sci Aviano Piancavallo e Scuola Sci Piancavallo GENNAIO 2016 1 gennaio Sala convegni Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO Cimevisioni ragazzi “Big Hero Six” 2 gennaio Sala convegni Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO Spettacolo per ragazzi a cura di Ortoteatro Infopoint Ore 18.00: presentazione dell’ultimo romanzo di Gianni Zanolin “Polvere e Cenere” Palapredieri Ore 20.30: Spettacolo di pattinaggio artistico “MELODY ON ICE 2016” 3 gennaio Sala convegni Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO Spettacolo per ragazzi a cura di Ortoteatro Infopoint Ore 19.00 Premiazioni 2° concorso “DISEGNA LA MONTAGNA BIANCA” a cura della Scuola Sci Piancavallo Sala convegni Ore 20.30 Spettacolo di cabaret a cura della Cooperativa Piancavallo 1265 4 gennaio Infopoint Ore 17.00 – 19.00 FANTALIBRO con Lucia Bassan: laboratorio “La renna dal cuore d’oro “ Sala convegni Ore 18.00 “Alla ricerca della neve polverosa tra Piancavallo e British Columbia” 89
Tutte le foto sono di Ferdi Terrazzani 5 gennaio
P.zzale M. D.Puppa Ore 17.30 “Befana in piazza” , a seguire Fiaccolata della Befana (aperta agli ospiti) in collaborazione tra Scuola Sci Aviano Piancavallo e Scuola Sci Piancavallo, falò e spettacolo pirotecnico Sala convegni Ore 20.45 FANTALIBRO Cimevisioni “La famiglia Bellier. Un film che vi farà bene”
6 gennaio
Infopoint Ore 10.00 – 12.00 Biblioteca aperta
9
Sala convegni Ore 18.00 concerto/monologo “ Parlo Piano” con Giacomo Dalla Libera e Andrea Celletti Infopoint Ore 20.30 “Atmosfere e suggestioni fotografiche” sei fotografi presentano in multivisione immagini di: Piancavallo-viaggi e natura. FEBBRAIO 2016
20
Transcavallo – Coppa del Mondo di sci alpinismo (premondiale 2017) Piancavallo Tambre
21
Transcavallo – Coppa del Mondo di sci alpinismo (premondiale 2017) Piancavallo Tambre Pinocchio sugli sci – Memorial G. Predieri
26
Snow sonic – evento di musica, arte e sport
27
Snow sonic – evento di musica, arte e sport
28
Snow sonic – evento di musica, arte e sport MARZO 2016
4
Fis Master Cup (coppa del mondo Master)
5
Fis Master Cup (coppa del mondo Master)
6
Fis Master Cup (coppa del mondo Master)
12
SHARK IN MOUNTAIN a cura della Cooperativa Piancavallo 1265
13
SHARK IN MOUNTAIN a cura della Cooperativa Piancavallo 1265
28
GUEST STAR RACE a cura della Cooperativa Piancavallo 1265
Dall’8 dicembre 2015 al 31 gennaio 2016 presso l’INFOPOINT saranno aperte le mostre “IL SANTINO NEI SECOLI: UNA STORIA DI FEDE, SENTIMENTO E ARTE” a cura di Tassan Maurice e “LO SCRIGNO DEI PRESEPI” a cura della PRO LOCO AVIANO Orari: tutti i giorni dalle ore 9.00 -13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Dal 14 gennaio, ogni giovedì fiaccolata per gli ospiti di Piancavallo (in collaborazione con Cooperativa Piancavallo 1265) INFORMAZIONI TURISTICHE GENERALI
Turismo FVG- Piancavallo Tel. + 39 0434 655191 www.turismofvg.it PROMOTUR
Tel. 0434 655258 - Fax 0434 655126 www.promotur.org COOPERATIVA PIANCAVALLO 1265
Tel e fax. + 39 0434 655586 www.piancavallo1265.com 90
INFORMAZIONI SU SERVIZI AI CITTADINI: COMUNE DI AVIANO
Tel. +39 0434 666593 (URP- Ufficio Turismo) www.comune.aviano.pn.it GUARDIA MEDICA TURISTICA DIURNA PRESSO PALAZZETTO POLIFUNZIONALE CELL. 328 1004727 dal 5 al 8 dicembre, 12,13, 19, 20 dicembre 2015 dalle ore 09:00 alle ore 17:00; dal 24 dicembre 2015 al 06 gennaio 2016 tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 18:00; dal 7 gennaio al 27 marzo 2016 (se impianti aperti) i giorni feriali dalle ore 09:00 alle ore 17:00 prefestivi e festivi, sabato e domenica (se impianti aperti) dalle 9:00 alle 18:00 AREA ATTREZZATA CAMPER PRENOTAZIONI E INFO PRESSO COOPERATIVA PIANCAVALLO 1265 Tel. + 39 0434 655586 PALAGHIACCIO - PALAPREDIERI Orari: SABATO E FESTIVI 10-12/13.45-19 /20.30-22.30 DOMENICA 10-12/13.45-19 FERIALI 15-19 /20.30-22.30 UFFICIO I.A.T. Orari: dal 5/12 tutti i giorni 9.00 -13.00 e 14.00 -18.00
ph. U.Da Pozzo (POR FESR 2007 - 2013)
a. i l u i G ia s è ancora z e n e li V i Sopra e Saureinte curate, u i r F l de ncolan, Forni dre e perfettam a c i t n e avascletto-Zo su piste sicu t do u a eglien e c e s v o e R n n , e n tuo tag li t t allo
s v Vivi lioa, Sella Neveaa,nPoidanacllaa folla e dal fra
s n re mo g, gite con r so t s o n e n a delle ice-climbi ismo attrav t a n i m o t is do g alpin onta A Tar v e sciare lon i e veloci. ra inc il bob, sled a neve e sci u t l i n a r b n i e poss ianti mod t te d della e con scino nti: disces n le racche p a m f i l a n co o co iona r re d i sedu he ed emoz i in fat bike silenzio. t a i c s La ion nic dal iv it à u escur s v volti tra att da cavalli, e boschi a li te it traina i incantevo o.f vg. m s i g r g w.tu paesa su w w ù i p i id Scopr