MAA MAGAZINE - Anno I - Numero 3 - Giugno 2011 - Registrazione in corso presso il tribunale di Napoli
SOMMARIO EDITORIALE Jita Kyoei - Insieme Per crescere e progredire
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MAA PER IL sociale C.C.S.Italia 2 Speciale Martial Show 2011 4 internatonal Ju jITSU La Sankaku Ryu Ju Jitsu in Europa 6
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AA AGAZINE ANNO I - NUMERO 3 Giugno - Agosto 2011
Direttore Responsabile
Vittorio Falco Direttore Editoriale
Francesco Malvano Editorialista
Massimo Curti Giardina Art Director
Francesco Malvano Redazione e Amministrazione
- Sede Centrale MAA Via Epomeo 523 - 80126 Napoli cell:. (+39) 333/1432283 mail: maamagazine@hotmail.it
incarichi federali Riconoscimenti Internazionali 10 Nuovi Consifglieri Internazionali 10 Segreteria Regionali 11 Lettera Aperta agli affiliati M.A.A. 11 dalla sede centrale Comitati Regionali 12 m.A.A. in the world Opening - Germany 13 European Open 2010 14 Yawara-Goshin Ryu-Karate 18 Sankaku Ryu JJ in Schiffertsadt 20 Ich mÜchte mich vorstellen! 22 Opening - Switzerland 25 1. Swiss Martial Arts Convention 26 gare internazionali European Open 2010 29 cultura orientale Ken San Kyuu - lo studio dei tre principi 30 Storia delle arti marziali 32 Le arti Marziali come terapia 34 leggi e normative Lavoro è Sicurezza 35 flash news President Cup 2011 40
comitato di redazione
Ornella Mallardo Cristiano Curti Giardina Luca Raucci Stampa
info@realprint.it
Registrazione
In corso presso il Tribunale di Napoli
www.martialartsallaince.org maa.president@hotmail.it
EDITORIALE
MAA MAGAZINE
- LA RIVISTA UFFICIALE DELLA
MARTIAL ARTS ALLIANCE
JITA KYOEI - INSIEME PER CRESCERE E PROGREDIRE
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e ci soffermiamo un attimo a riflettere su cosa accade da qualche anno nel mondo delle Arti Marziali in Italia, non so se dovremmo ridere o piangere! Ogni giorno nascono nuove federazioni, mentre altre si sdoppiano con una tale facilità che, se non segui gli eventi sulle riviste specializzate, ti ritrovi tagliato fuori dal mondo marziale. Maestri che lo scorso mese erano apprezzati da un’organizzazione sono oggi da questa denigrati, e operano con gradi superiori presso altre sigle. Il “salto dei Dan” è diventato ormai una disciplina largamente praticata, elemento basilare nelle trattative tra maestri e organizzazioni. Tale pratica, dicono, è giustificata dal numero dei Dojo che un docente presenta in federazione, come se fosse questo l’elemento principale che testimoni la preparazione di un maestro. È difficilissimo che agli esami per Dan si venga bocciati! I passaggi inferiori, poi, sono mere “verifiche” nelle quali al 99,9% non esistono bocciature. I diplomi e le relative cinture sono già pronti sul tavolo degli esaminatori. Sono convintissimo che molti di voi sorrideranno nel leggere quanto ho scritto. Certo, altri si risentiranno per tali affermazioni e scuoteranno la testa, ma sappiamo che purtroppo è tutto vero. Attualmente siamo circondati da “Federazioni” (con o senza cerchi olimpici), da Enti (accreditati e non), da accordi internazionali con tante sigle straniere, da maestri che chiedono somme esose per le loro “prestazioni occasionali”, da esami per Dan che costano quasi quanto la quota mensile di un mutuo… Diamoci una mossa! Fortunatamente ci sono tantissimi maestri che credono ancora nei valori del Budo, che gli sono stati impartiti dai propri Sensei negli anni ‘60 e ‘70, quando si andava in palestra per amore verso la propria disciplina, con tanti sacrifici economici, a volte percorrendo chilometri per raggiungere il Dojo. Si tornava a casa stanchissimi, spesso con traumi ed ematomi che si scoprivano solo il giorno successivo, ma con tanta soddisfazione per aver assimilato nuove tecniche o perfezionato posizioni e passaggi di primaria importanza nell’esecuzione dei Kata. Per ottenere la cintura nera, prima degli esami (quelli con la E maiuscola), ci allenavamo fino a tardissima sera, a perfezionare i Kata, le tecniche, i particolari, la didattica… Tutto ciò solo per poterci presentare degnamente dinanzi alla commissione esaminatrice, sapendo perfettamente che esisteva a tutti gli effetti la concreta possibilità di essere bocciati! Cerchiamo di ripristinare tutto questo! Cerchiamo di ritrovare negli occhi dei nostri allievi quella luce che si accendeva quando il nostro Maestro si rivolgeva a noi, sia per complimentarsi che per riprenderci se una tecnica o un passaggio erano eseguiti con scarsa determinazione. Ero pienamente consapevole, quando ho accettato la carica di presidente della Martial Arts Alliance, di muovermi in completa controtendenza rispetto al trend attuale, cercando di indurre i tecnici che si avvicinavano alla nostra Organizzazione a perseguire il nostro obiettivo primario, quello di riunire tutti coloro che amano e rispettano le arti marziali sotto un’unica bandiera. Il nostro gruppo aveva delle priorità: mantenere quote affiliative più che accessibili, per per-
mettere a tutti di aderire alle iniziative promosse sia in Italia che all’estero; offrire una completa trasparenza sul nostro operato e sui nostri progetti; garantire una formazione costante ai nostri tecnici, sia a livello marziale che in merito a regolamenti e normative sulla pratica sportiva; affiancare i presidenti dei Centri Sportivi con professionisti qualificati in campo legale, fiscale e promozionale. Sfruttando vari comunicazione, dai grandi social network alle realtà locali (mediante il lavoro dei comitati regionali), riusciamo a garantire un’ampia visibilità a tutti i nostri affiliati. All’apice di questo grande progetto mediatico c’è questa rivista, che sta riscuotendo un grandissimo successo, non solo in Italia. In quest’anno di grande sviluppo internazionale per la MAA, queste pagine sono state un prezioso strumento per la diffusione della nostra attività. Nata con l’ambizione di essere molto più che un “gazzettino” che si limitasse a riportare eventi e comunicazioni dalla Sede Centrale, nel giro di pochi numeri MAA Magazine ha assunto un’identità ben precisa, attenta tanto alla cultura marziale, quanto alla sfera del sociale. Da queste pagine abbiamo lanciato un accorato appello per la raccolta dei fondi per lo tsunami in Giappone, e continueremo su questa linea, promuovendo l’attività di molteplici organizzazioni no-profit. Questa rivista, che viene distribuita gratuitamente a tutti i nostri affiliati, vuole essere veicolo di diffusione di cultura e impegno sociale, inserendosi - come ha fatto la M.A.A. nel mondo marziale come elemento di svolta, in un contesto editoriale sempre più orientato al business ed agli interessi commerciali. Per la M.A.A., dopo un anno macinato in continua accelerazione, è il momento di “fare il tagliando” a questa formidabile vettura che in dodici mesi ci ha portato così lontano. Durante questa straordinaria annata, l’Ufficio di Presidenza ha distribuito incarichi tecnici e amministrativi a coloro i quali hanno dimostrato di credere fin dal primo momento al nostro progetto. Si palesa ora la necessità di un giusto rinnovamento di posizioni e compiti, che ci porterà ad uno snellimento dell’assetto organizzativo, e al contempo all’inserimento nuovi validi elementi nella nostra squadra. Daremo maggior spazio a tutti quei Maestri che hanno presentano e presenteranno un proprio stile o metodo, garantendo loro la possibilità di divulgare la propria disciplina sia in Italia che all’estero. Apriremo ufficialmente il prossimo anno accademico con il Keiko-Ryu Internazionale, grande momento di aggregazione per tutti i nostri affiliati. In tale occasione saranno ufficializzate le nomine e le cariche ai vari livelli; saranno inoltre presentati ufficialmente i nuovi schemi per i singoli settori e stili; si terranno gli esami per i passaggi di grado, verrà ufficializzate le posizione degli Ufficiali di gara e si formeranno i primi Docenti S.R.F. (Studio, Ricerca e Formazione). Naturalmente il Keiko-Ryu prevede anche un grande spazio per tutti i Docenti, che potranno aggiornare i propri praticanti e presentare a tutti i partecipanti la loro disciplina. Invitiamo a questo grande evento tutti i marzialisti provenienti da altre Organizzazioni e tutti gli appassionati che desiderano unirsi a noi, anche per un solo fine settimana: la passione per le arti marziali non conosce barriere.
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Massimo Curti Giardina Presidente Internazionale M.A.A.
comunicazione sociale- LA MAA MAGAZINE
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centro cooperazione sviluppo onlus
CCS Italia Onlus (www.ccsit.org) nasce a Genova nel novembre 1988 come associazione di solidarietà internazionale senza scopo di lucro, laica, apartitica e aconfessionale, impegnata nei Paesi del Sud del mondo e in Italia con progetti dedicati a migliorare le condizioni di vita dei bambini nell’ambiente in cui vivono, attraverso iniziative concrete di sostegno alla loro educazione, al loro benessere e al loro sviluppo. Attualmente CCS Italia garantisce a 16.000 bimbi in Zambia, Mozambico, Nepal e Cambogia, l’accesso ad una educazione di base di qualità, migliori condizioni di vita, possibilità di crescita per diventare adulti pienamente consapevoli e responsabili, senza essere costretti a lasciare il proprio Paese. La nostra missione: “Migliorare le condizioni di vita dei bambini nell’ambiente in cui vivono, attraverso concrete iniziative di sostegno - diretto e indiretto - alla loro educazione, al loro benessere e al loro sviluppo”. La quasi totalità degli interventi di CCS Italia nel Sud del mondo è finanziata attraverso programmi di Sostegno a Distanza (SAD) i cui benefici non riguardano solamente le vite dei singoli bambini e la loro istruzione: i fondi raccolti vengono infatti impiegati a favore di famiglie e comunità, con progetti di prevenzione sanitaria, generazione di reddito, protezione dei soggetti più deboli, attraverso l’applicazione di un modello di qualità che garantisce risultati efficaci nel tempo. Il SAD consente di: - realizzare interventi a lungo termine offrendo ai beneficiari opportunità di sviluppo e di emancipazione da situazioni di povertà e degrado, evitando lo sradicamento dei singoli dal loro ambiente; - informare e sensibilizzare i sostenitori sui problemi dei Paesi in Via di Sviluppo, stimolare conoscenza, apertura e solidarietà tra persone, culture e mondi differenti. Una volta avviato un sostegno a distanza di un bambino o una bambina, il sostenitore riceve una scheda in cui viene presentato il piccolo, la sua famiglia, il suo villaggio, la sua vita. E’ possibile scegliere tra il sostegno completo e il sostegno scolastico o sostenere una scuola. Diventa anche tu nostro sostenitore: http://www.comessereli.org/ La nostra testimonial, Claudia Gerini, ti saprà convincere ulteriormente! Guarda su YouTube lo spot “Come essere lì” che con il patrocinio di Fondazione Pubblicità Progresso, andrà in onda dal 5 all’11 giugno su reti Mediaset. Beneficiari: I principali beneficiari dei progetti di CCS Italia sono bambini e bambine ai quali l’associazione vuole garantire l’accesso a una educazione di base di qualità, migliori condizioni di vita, possibilità di crescita e sviluppo, per diventare adulti pienamente consapevoli e responsabili, senza essere costretti a lasciare il proprio paese e le proprie radici. I Paesi in cui CCS opera: Africa: Mozambico (Beira, Maputo, Vilankulos) e Zambia (Chipata) Asia: Nepal (Kathmandu) e Cambogia (Sihanoukville) Lo staff di CCS è presente in quattro Paesi per promuovere progetti che partono da esigenze reali e condivise, costruendo infrastrutture, promuovendo piccole attività produttive e di sviluppo, realizzando corsi di formazione professionale e prevenzione sanitaria.
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martial show 2011
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’idea di “Crescere e Progredire Insieme” – “Jita-Kyoei” è sempre stato un punto fermo dei progetti targati Martial Arts Alliance. Quello che cerchiamo di promuovere è uno sviluppo a 360°, che interessi tutte le molteplici sfaccettature del mondo marziale.Una delle mille facce di questo diamante è quella che forse maggiormente coinvolge e amplifica la luce e l’interesse mediatico: stiamo parlando della spettacolarità. Movimenti acrobatici, coreografie spettacolari … tutti gli elementi usati come “biglietto da visita” dai marzialisti che si sono affacciati negli ambienti del cinema e dello spettacolo, contribuendo alla nascita ed all’affermazione di nuove figure professionali, come il combat coreographer, hanno goduto di alterne fortune: enorme apprezzamento da parte del grande pubblico, accompagnato spesso da cocenti critiche mosse dai puristi delle arti marziali, i quali contestavano una certa banalizzazione dei combattimenti ed un’attenzione troppo focalizzata sulla spettacolarità a discapito della efficacia. Emblema di questa situazione è la figura di Bruce Lee, il primo a portare in maniera sistematica le arti marziali su pellicola, promosso dalle masse ad icona della cultura popolare, che ricevette in Cina parecchie critiche, sia da alcuni esponenti del mondo marziale, che lo bollavano come semplice attore, misconoscendone le doti tecniche, sia dallo stesso governo: Mao ne mise al bando i suoi film, definendoli “sottocultura di evasione, borghese e decadente”. La consacrazione degli attori-marzialisti è relativamente recente: Chuck Norris, che con Bruce Lee ha recitato in The Way of the Dragon, come pure Jackie Chan, che da giovane lavorò come stuntmen, non accreditato, in Enter the Dragon e poi Jean-Claude Van Damme (Kickboxer), Sonny Chiba (Kill Bill vol.1) , Steven Seagal (Nico) e hanno aperto le porte di Hollywood a moltissimi nomi più o meno noti del panorma marziale, che hanno potuto iniziare carriere, anche importanti, sia come attori che come coreografi di combattimento. Questa crescente ondata di successo ha sicuramente rimesso in discussione la posizione di entrambe le parti: anche i più restii non hanno potuto fare a meno di riconoscere i meriti di molti degli marzialisti del grande schermo, che del resto hanno contribuito a far appassionare alle arti marziali tantissimi ragazzi, che a partire dagli anni ’80 sono cresciuti tra gli idoli in carne ed ossa dei film americani e quelli di carta dei fumetti giapponesi.
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L’entusiasmo dei ragazzi e il richiamo dello spettacolo: sono questi i due elementi che si sono fusi insieme per dare vita ad una grande giornata di gare: il Martial Show. Nato dall’unione di due competizioni M.A.A. già seguite e consolidate, il Trofeo Scugnizzo (gare di kata,forme e modelli per i piccoli marzialisti dai 5 ai 12 anni) e il martial fighting system contest (gare open dimostrative di difesa personale) il Martial Show ha fatto registrare grandi consensi, che hanno gettato solide basi per le future edizioni. La mattina di domenica 5 giugno, presso il Polifunzionale di Soccavo si sono riuniti i piccoli artisti marziali che, stupendo tutti per un grado di preparazione e marzialità che spesso non si trova nemmeno nei loro colleghi più maturi, hanno dato vita ad una gara emozionante e tiratissima, che ha premiato i migliori nelle varie categorie di età (5-7; 7-9; 10-11 e 12+) e cintura (bianca-gialla; arancio-verde; blumarrone). Altrettanto appassionanti le gare del pomeriggio (alle quali i piccoli atleti in gara al Trofeo Scugnizzo hanno potuto partecipare gratuitamente) che hanno visto le squadre, composte da un massimo di 5 componenti, esibirsi nei 90 secondi a loro disposizione in spettacolari esibizioni marziali.
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È stata valutata non solo l’abilità tecnica, ma anche l’atleticità, la coreografia e la fantasia nelle scelta di basi musicali e scenografie; elementi che miscelati insieme hanno generato un mix esplosivo, grazie al lavoro dei direttori tecnici e degli atleti, che sono stati registi e attori di questi piccoli film, che hanno spaziato dalle rapine sventate ai remake di famose pellicole d’azione, da Blade a Buffy, passando per la rivisitazione Live Action di Street Fighter, con tanto di barre di energia e videogiocatore con playstation a bordo tatami! Le tante discipline presenti in gara, dal Ju-Jitsu al Karate, dal Karate Kenpo al Kung fu ha contribuito alla varietà e alla spettacolarità dell’evento, che ha ribadito una volta di più l’apertura della nostra alleanza a tutte le vaste espressioni del mondo marziale. L’appuntamento è per il prossimo anno, con un Carnet ancora più ricco e appassionante, che richiami sempre più atleti, grandi e piccoli, a quella spontaneità, a quel senso di stupore e a quella voglia di mettersi in gioco che li ha spinti per la prima volta a varcare la soglia dei propri dojo.
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Francesco Malvano
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International Ju Jitsu
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a Sankaku Ryu del Soshi Soke Massimo Curti Giardina continua a registrare consensi e attestati di stima a livello internazionale: dopo le numerose approvazioni ricevute durante i raduni nazionali e internazionali M.A.A. nel corso dell’ultimo anno sportivo, è arrivata in questi mesi la consacrazione a livello europeo mediante il gemellaggio con due delle maggiori organizzazioni continentali per lo studio del Ju Jitsu. L’accordo con la International Ju Jitsu di Soke Morris, come avete già avuto modo di leggere nei numeri scorsi, ha portato alla nomina del Maestro Curti Giardina a presidente IJJ per l’Italia, e contestualmente a incarichi regionali per i maggiori esponenti del Ju Jitsu, non solo Sankaku Ryu, presenti nella M.A.A. Negli ultimi mesi sono stati nominati coordinatoli regionali IJJ i Maestri: Claudio Comotto, 8° Dan Kashin Ryu (Piemonte); Cristiano Curti Giardina, 6° Dan Sankaku Ryu (Campania); Giuseppe Pace, 6° Dan Metodo Bianchi (Sicilia); Hervé Lora, 4° Dan Sankaku Ryu (Lazio). In qualità di Presidente Italiano, il So-shi Soke è stato invitato con il suo team a presentare ufficialmente la sua scuola in Europa dal Maestro Jurgen Kippel, presidente della Europäischer Nippon Jiu-Jitsu Verband. L’amicizia di vecchia data con Sensei Kippel si è così tradotta in una fratellanza tra due importanti realtà del Ju Jitsu tradizionale, e con sincero rammarico è stata accolta la notizia che Jurgen, costretto da gravi problemi di salute, non sarebbe stato personalmente presente allo stage.
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La Sankaku Ryu
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s. j. j.
sankaku ryu Ju Jitsu ju jitsu in Europa
La redazione di MAA Magazine, che ha già avuto il piacere di ospitare l’organizzazione del Maestro Kippel nelle pagine internazionali, si unisce alla M.A.A. e alla Sankaku Ryu nell’augurare all’amico e Maestro una pronta guarigione e un grande ritorno sulla scena internazionale. Teatro dello Stage la cittadina di Schifferstad, non lontana del confine sud-occidentale che divide Francia e Germania, sorge ad un centinaio di km da Francoforte, dove siamo atterrati presso l’Aeroporto Internazionale. Dopo un trasferimento sorprendentemente breve (nonostante il gran numero di esperienze, ancora non siamo del tutto abituati alla guida “sportiva” degli autisti tedeschi). Siamo arrivati, venerdì 13 maggio, nel piccolo borgo. Schiffertad si presenta come un tipico insediamento tedesco, con case dai tetti spioventi e ampi e ordinati viali che ospitano poco meno di 20.000 abitanti. Di un certo rilievo dal punto di vista archeologico, è stata la sede del ritrovamento del “Cappello d’oro di Schifferstad” manufatto risalente all’età del Bronzo, scoperto nel 1835, e databile tra il 1400 ed il 1300 a.C. Primo di una serie di quattro oggetti analoghi ritrovati nella zona della Germania meridionale, il Cappello era presumibilmente un oggetto sacro legato al culto del sole. La complessa composizione di iscrizioni sulla superficie suggeriscono che abbia inoltre avuto funzioni di calendario. Alto circa 30 cm. e con un diametro di base di 18 cm, per un peso di circa 350 gr, ricavato da un unico pezzo d’oro, con basse percentuali di argento, rame e stagno.
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o-shi Soke Massimo Curti Giardina e Waka Sensei Cristiano Curti Giardina, coadiuvati da una delegazione di cinture nere da: Giulio Penna, 4° Dan; Francesco Malvano, Giuseppe Ranieri e Luigi Esposito, 3° Dan; Arnaldo Palombi, 2° Dan; hanno tenuto nella giornata di sabato uno stage didattico di 5 ore, al quale molti dei docenti intervenuti hanno partecipato attivamente e con grande entusiasmo, per poi condividere le loro tecniche in brevi presentazioni durante lo stage multidisciplinare della domenica.
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che alcuni docenti, tra cui Tiberio Abategiovanni e Michael Stapel si sono offerti di rinunciare al proprio spazio della domenica per permettere a So-shi soke (il quale, nello spirito della fratellanza del Budo, non avrebbe mai potuto ac-
cettare di mettere in ombra validi docenti internazionali) di mostrare ulteriori tecniche della sua scuola.
Dal Samurai-go-nin-dojo di Haar (Monaco) sono intervenuti gli allievi del Maestro Antonino Marchese, Salvatore Russo (1° Dan) e Brunetto Calogero (1° Kyu), per allenarsi in vista delle prossime sessioni d’esame. L’esperta platea, composta quasi interamente da cinture nere e maestri, ha permesso di approfondire diversi aspetti del metodo Sankaku Ryu, dai punti fermi dello studio tradizionale, partendo dal Rei-no-yu (cerimonia del saluto) e dal Te-Goshin-Jitsu (arte di difendersi con le mani),fino ad arrivare ad una vasta panoramica sul metodo Sankaku Ryu e sulle sue applicazioni. Entusiastica la risposta della platea, fino al punto
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Un’importante esperienza internazionale, che ha arricchito non solo la Sankaku Ryu, ma tutto il settore Ju Jitsu della M.A.A., al quale moltissimi docenti si sono vivamente interessati, che avrà sicuramente un seguito. Oltre ad aver invitato tutti i partecipanti ai nostri eventi nazionali ed internazionali, attendiamo vivamente che l’amico Jurgen, presente solo mediante un sentito e commovente intervento letto da un suo allievo, possa presto tornare a condividere la sua esperienza, le sue tecniche e soprattutto il suo amore per il Ju Jitsu con tutti noi. Francesco Malvano
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Riproduione di una Yoroi tradizionale in esposizione presso il dojo Takemusu Aiki in yo ryu, cha ha ospitato la manifestazione
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incarichi federali
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li ultimi mesi di attività di questo intenso anno sportivo sono stati vissuti con grandissima intensità: tanti nuovi stili e metodi sono entrati a far parte della grande famiglia M.A.A., l’uffici di presidenza ha visto l’entrata di due nuovi validissimi elementi, ed il lavoro delle segreterie regionali è stato davvero encomiabile. oltre ai tanti nuovi inserimenti, salutiamo in questa sede il Maestro Antonio Cosenza, dimissionario dalla carica di Coordinatore Nazionale per il Karate Shotokan, augurandogli di trovare un’organizzazione che possa soddisfare le sue esigenze
riconoscimenti internazionali
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priamo la rubrica presentando i nuovi stili che hanno aderito alla Martial Arts Alliance. Viene riconosciuta a livello internazionale la Tombo Ryu Ken Jutsu del Maestro Michael Stapel, il quale viene inquadrato come caposcuola ed ottenuto il ricnoscimento del 6° Dan. Con il completamento del 1° corso formativo per allenatori regionali, che si concluderà con gli esami finali durante il Keiko Ryu di Ottobre, la scuola tedesca avrà sul territorio Campano i suoi primi direttori tecnici italiani, ai quali si uniranno durante l’anno i partecipanti ai prossimi corsi in partenza nelle altre regioni. Restando in Germania, riportiamo il riconoscimento del 6° Dan e del titolo di caposcuola conferito al nostro Segretario Nazionale, il Maestro Antonino Marchese, per il Kobudo Bu-Shin-Do. Dopo la presentazione ufficiale durante il Raduno Nazionale di Marsala, che verrà a lungo ricordato per la perfetta organizzazione, siamo lieti di comunicare che il Maestro Giusepppe Pace, Segretario Regionale per la Sicilia, ha ottenuto il riconoscimento ufficale di Caposcuola - 6° Dan, per la sua neo-nata Otonashi Jutsu Ryu
Il felice momento di espansione del Krav Maga sta portando alla nascita di diversi stili e metodi, presentati da maestri già affermati in diverse discipline, che si stanno affacciando su questa nuova importante realtà: il Maestro Giuseppe Chianese, già attivissimo nella M.A.A. sia nel settore Shotokan che come Segretario Provinciale per Napoli, ottiene il riconoscimento di caposcuola - 5° Livello per lo stile Krav Maga Dragon Non di meno fanno sentire la loro presenza le discipline tradizionali giapponesi, sempre ben rappresentate all’interno della nostra organizzazione, che si arricchiscono con l’ingresso del Maestro Luciano Gallus, caposcuola per il Ju Jitsu Tekio, il quale prende anche le redini della Segreteria Provinciale Lazio, e del Maestro Roberto Latini, caposcuola per il Karate Ki Jutsu Do. A tutti i docenti che hanno voluto condividere le loro conoscenze con la grande famiglia della M.A.A. vanno i nostri ringraziamenti ed i più sentiti auguri per lo sviluppo delle loro scuole.
nuovi consiglieri internazionali
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d un grande svliuppo nel settore tecnico non poteva non far seguito un ampliamento del lato amministrativo. Accogliamo tra le fila dei Consiglieri Internazionali due Maestri che nel corso dell’anno hanno lavorato duramente nell’ambito delle proprie regioni e che, ne siamo certi,
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troveranno nelle nuove cariche ottenute ulteriori stimoli per confermare gli ottimi risultati ottenuti quest’anno. Ufficializziamo l’entrata di Vito Poderico e Francesco Castiglione nel Direttivo Internazionale.
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segreterie regionali
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oncludiamo riportando gli ultimi aggironamenti sulla situazione delle Segreterie Regionali. Con L’entrata nel direttivo internazionale di Vito Poderico, la carica di Segretario Regionale Lazio viene affidata al Maestro Luciano Gallus il quale, avendo già lavorato a stretto contatto con il neo-consigliere è stato scelto come il più indicato per continuare l’ottima opera di diffusione della M.A.A. in territorio laziale. Avvicendamento anche in Campania, dove a Francesco Raucci subentra Annapaola Raiola, già all’opera per l’organizazzione del prossimo Keiko Ryu, che si preannuncia fin d’ora come uno dei maggiori eventi del prossimo anno accademico.
Di nuova costituzione è invece la Segreeria Regionale Marche, affidata alle cure del Maestro Alfredo D’olimipo, eclettico marzialista che, dopo aver studiato diverse arti marziali e discipline da combattimento, si è dedicato alle arti marziali miste fondando un proprio team è rimanendo molto attivo a livello regionale, ricevendo per i suoi meriti diversi riconoscimenti dalla Regione Marche. Con grande soddisfazione chiudiamo quest’anno sportivo, proietandoci già verso un 2011-2012 ricco di novità e sfide. Sicuri del lavoro di chi è già da tempo nell’organizzazione, e attendendo fiduciosi i successi dei nuoi affiliati. Siamo al momento di tirare le somme di un ‘ottima annata, senza per questo esimerci da una sano momento di riflessione. A tale scopo rimandiamo alla lettera aperta dell’Ufficio di Presidenza pubblicata in calce. La Segreteria
lettera aperta agli affiliati m.a.a. In poco più di un anno di lavoro, la Martial Arts Alliance è stata capace di affermarsi come una solida realtà sia sul territorio nazionale che su quello internazionale. Questo rapido e florido sviluppo non sarebbe stato possibile se non grazie al duro lavoro svolto dai nostri responsabili, sia quelli che ricoprono cariche amministrative che quelli impegnati sul versante tecnico. Se ci soffermiamo a fare il punto della situazione possiamo con orgoglio annoverare un ampio ventaglio di stili e discipline provenienti da ogni parte del mondo, una folta schiera di rappresentanti internazionali, quattro segreterie nazionali che operano fattivamente in ambito europeo ed una copertura pressoché totale del territorio nazionale. Un’analisi seria e competente non può però limitarsi ad indugiare su quanto di buono è stato fatto finora, non possiamo quindi esimerci dal guardare avanti e predisporre la messa a punto di questo ingranaggio che, al di là degli ottimi risultati finora ottenuti, mostra ancora tanto potenziale da esprimere. Dal prossimo anno sportivo focalizzeremo l’attenzione sul lavoro dei nostri referenti tecnici e amministrativi, allo scopo di concretizzare le tantissime ottime proposte che da più parti ci sono pervenute. Non è certo questa la sede per esporre nel dettaglio un piano di sviluppo vasto e complesso, ma ci preme più di ogni cosa chiarire quel che ci aspettiamo, in termini di mentalità e atteggiamento, dalle persone che scegliamo per rappresentare l’immagine della MAA in campo nazionale ed internazionale. Sappiamo benissimo che arrivi e partenze (che destino più o meno scalpore) sono all’ordine del giorno nelle grandi organizzazioni, ma in ogni caso ci aspettiamo che chi scelga di aderire a questo progetto abbracci in pieno la filosofia e gli ideali della Martial Arts Alliance, in primis lavorare in comunità per lo sviluppo e la divulgazione delle arti marziali. Non paga, alla lunga distanza, la politica di quei tecnici che si ostinano a coltivare il proprio orticello, dando in termini di partecipazione il minimo sindacale e glissando su eventuali incongruenze tra il loro operato e i vigenti regolamenti internazionali. Queste norme, modellate in pieno rispetto delle normative C.O.N.I. e delle direttive degli enti internazionali, non sono nate con lo scopo di costringere i nostri affiliati o, peggio, di lucrare sul loro lavoro, bensì sono state progettate per garantire la massima libertà di operare e svilupparsi a qualsiasi livello. Ribadiamo ancora una volta la totale trasparenza che offriamo al pubblico ed ai nostri affiliati, e che condizione imprescindibile per mantenere questo status sia che tutti i nostri membri, dai responsabili internazionali ai semplici direttori tecnici abbraccino questa filosofia. Quello che si aprirà a settembre sarà un anno di selezione, non tanto a livello tecnico (un docente didatticamente poco dotato non può che smentirsi da solo alla prima occasione), quanto in merito alla serietà e alla professionalità di chi, affiliandosi alla M.A.A., dichiara apertamente di abbracciare un certo stile, un modo di vivere le arti marziali lontano dal business e dal “fumo negli occhi” che tanti nel nostro mondo sono abituati a divulgare. Ci aspettiamo prevalentemente conferme, sia dai nostri attuali membri che da coloro i quali si stanno solo ora avvicinando alla nostra alleanza. Ciò che offriamo (e che di rimando chiediamo) a chi vuole lavorare con noi non è altro che una grande passione che, incanalata nei giusti binari, si traduca in serietà e professionalità. L’Ufficio di Presidenza
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sede centrale
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iebe Leser, Der Erfolg der Martial Arts Alliance zeigt uns, dass wir auf dem besten Weg sind mit unserem Traum, alle Kampfkünste und seriösen Meister mit dem gleichen Traum zu vereinigen. Denn häufig kann dieser Traum in anderen Verbänden und Institutionen nicht verwirklicht werden oder es wird keine Unterstützung geboten. Zudem besteht aufgrund der vielen kleinen Verbände oft auch ein Konkurrenz- oder Machtkampf. Nur durch die gemeinsamen Ideen und Idealismen sowie durch die starke Gemeinschaft können diese Träume auch verwirklicht werden. Hierfür ist jedoch auch erforderlich, dass sich die Verantwortlichen nicht gegenseitig im Wege stehen oder schlimmer noch, jeder sich am größten fühlt oder das alleinige Sagen in den Verbänden haben will. Voraussetzung für ein Gelingen ist zudem, dass sich keiner zu vollkommen fühlt und zu stolz dazu ist, vom anderen zu lernen. Die MAA ist immer offen für neu Ideen und Anregungen. In der MAA existieren keine überhöhten Mitgliedsbeiträge oder horrenden Preise für Dan-Prüfungen oder Anerken-
nungen – und jeder ist frei, mit anderen zusammen zu arbeiten. An dieser Stelle möchte ich Sie bitten, diese interessante Zeitschrift zu unterstützen, indem Sie Ihre Berichte veröffentlichen oder Ihre Kampfsportschule vorstellen oder aber Annoncen zum günstigen Selbstkostenpreis schalten. Bislang ist das MAA-Magazin 2-sprachig. Im Laufe der Zeit soll nicht nur der Umfang und die Auflage wachsen – es soll auch noch um 2 Sprachen (Englisch / Französisch) erweitert werden. Wir laden Sie herzlich dazu ein, unserer Familie beizutreten und mit uns von Anfang an zu wachsen und die Vorteile einer großen Alliance (The International Martial Arts Federation) zu genießen. Ich wünsche allen viel Spaß beim Lesen dieser dritten Ausgabe des MAA-Magazins. Antonino Marchese Nationaler Koordinator für Deutschland
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in the world germany Nach den European Open 2010 wurden auch die diesjährigen World Open 2011 zu einem großen Erfolg für die Kampfkunstakademie SamuraiGo-Nin-Dojo aus Haar
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uf Einladung des TSV Reichenberg machte sich am Freitag den 13. Mai 2011 eine Gruppe von 21 Teilnehmern davon 17 Kinder und 4 Erwachsene sowie 18 Fans - vom Samurai-Go-Nin-Dojo mit einem Kleinbus und mehreren Autos auf den Weg nach Giebelstadt (bei Würzburg) zu den World Open Meisterschaft. Die Autos der Trainer fuhren um 14.00 Uhr von Haar ab – und erreichten nach 4 Stunden Fahrt dank mehrerer Staus, Baustellen und Unfällen endlich das Hotel. Dort wurden sie auf der Sonnenterrasse bereits von der Mannschaft erwartet. Nach dem Abendessen im Hotel-Restaurant wurden alle Kinder und Starter ins Bett geschickt. Die Betreuer und Fans haben den Abend dann gemütlich ausklingen lassen. Am Samstag traf die komplette Mannschaft dann – gestärkt durch ein leichtes Frühstück – pünktlich um 8.00 Uhr in der Mehrzweckhalle in Giebelstadt ein. Schon am Eingang der Turnhalle standen die Starter Schlange für die Anmeldung. Jedem von uns merkte man bereits hier die Nervosität und die Unsicherheit deutlich an. Insgesamt waren 477 Teilnehmer aus aller Welt angereist, um an diesen World Open teilzunehmen. Bereits lange vor der offiziellen Eröffnung stand für den Cheftrainer – Sosai Antonino Marchese – fest, dass es diesmal extrem schwer werden würde, sich mit der noch recht unerfahrenen Mannschaft zwischen den erfahrenen Mannschaften durchzusetzen. Den letzten Rest Illusion und Zweckoptimismus verlor er, als er hörte, dass der Veranstalter der European Open mit 50 seiner Sportler angereist war!
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Bereits lange vor der offiziellen Eröffnung stand für den Cheftrainer – Sosai Antonino Marchese – fest, dass es diesmal extrem schwer werden würde, sich mit der noch recht unerfahrenen Mannschaft zwischen den erfahrenen Mannschaften durchzusetzen. Den letzten Rest Illusion und Zweckoptimismus verlor er, als er hörte, dass der Veranstalter der European Open mit 50 seiner Sportler angereist war! Nachdem sich alle – bepackt mit Schutzausrüstung etc. – durch das Gewühle zu den Umkleidekabinen durchgeschlängelt hatten und in Gi in der Halle einen „Lagerplatz“ bezogen hatten, rief der Sosai zur „Lagebesprechung“ zusammen. Statt einer langen Ansprache folgte eine kurze Aussage: Leute, wenn ihr alles gebt, dann haben wir jetzt schon gewonnen, weil jeder von euch für den anderen kämpft! Wir werden die Sau schon schlachten! Da der Cheftrainer wie auch im Jahr zuvor als Schiedsrichter „zwangsverpflichtet“ wurde, stand er für die Betreuung der Schüler der Kampfkunstakademie nicht zur Verfügung. Doch diese Aufgabe haben die Trainer Joachim Walitza und Carolin Mantel mit ganzem Einsatz hervorragend gemeistert. Die Worte der Ansprache des Cheftrainers sowie die motivierenden und tröstenden Worte der Betreuer gaben den Sportlern die nötige Kraft und mentale Stärke, so dass die Mannschaft der Kampfkunstakademie am Ende des Tages mit sagenhaften 12 Platzierungen (1x 1. Platz, 7x 2. Platz, 4x 3. Platz) heimfuhr.
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Im Einzelnen haben sich platziert: Formen: Quirin Fischer 2. Platz Rilind Kastrati 2. Platz Sean Crowley 2. Platz Lana Monat 3. Platz Bianca Ledermann 3. Platz Selbstverteidigung: Bianca Ledermann 1. Platz Elma Alic 2. Platz Sean Crowley 3. Platz Kumite (Kampf): Raphaela Daffner 2. Platz
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Team-Form: Bianca Ledermann – Lana Monat – Anastacia Veronina 2. Platz, Annika Wegner – Elma Alic – Alina Alic 2. Platz Waffen-Form (Schwarzgurte): Carolin Mantel 3. Platz
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Carolin Mantel
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in the world germany Ya w ara-Goshin Ryu-Karate das “andere“ Karate 1 Technik-Serie
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m Gegensatz zu anderen Karate-Stilen werden im YGRKarate – von Sosai Antonino Marchese (7. Dan) – nur kurze und nicht so tiefe Stellungen verwendet und es wird sehr großer Wert auf Selbstverteidigung gelegt. Um eine optimale Reichweiten-Anpassung an den gegnerischen Angriff zu ermöglichen, wird im Moment des Angriffs eine individuelle Stellung eingenommen. In den nächsten Ausgaben des MAA-Magazines wird je eine Technik-Serie in Bildern veröffentlicht, um den Lesern einen Einblick in das System es Yawara-Goshin-Ryu-Karate zu geben.
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in the w germ Sankaku-Ryu jj
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in Schifferstadt
uf Initiative von Shihan Jürgen Kippel und dem Europäischen Nippon JiuJitsu Verband, wurde am 12. und 13. Juni 2011 in Schifferstadt ein kleines Willkommens-Seminar für eine Delegation der MAA-Italien veranstaltet. Soshi Soke Massimo Curti Giardina und 7 seiner Meisterschüler kamen aus Neapel um Ihre Kenntnisse des Sankaku-Ryu Jujûtsu zu vermitteln. Das TakemusuAiki-Dojo in Schifferstadt und der leitende Sensei Michael Rosenthal boten mit Ihrer Räumlichkeit einen erstklassigen Platz für diese Veranstaltung. Ein großzügiges Dojo mitten in Deutschland, das für die Zukunft sicherlich eine gute Anlaufadresse für viele Seminare werden könnte. Die Idee von Shihan Kippel: Kampf – Kunst – Kultur und internationale Verbindungen schaffen, das unermeßliche Spektrum der Kampfkünste kennenzulernen um die eigenen Fähigkeiten auszubauen und seriösen Meistern eine weitere Plattform zu bieten. Da Shihan Kippel zum Seminarzeitpunkt leider erkrankt war (gute Besserung lieber Jürgen!!!), verlas Sensei Holger Becker einen kurzen Brief von Meister Kippel mit den besten Wünschen für die Seminarteilnehmer. Sensei Michael Rosenthal, Shihan Michael Stapel und Deshi Victor Schwab begrüßten die Teilnehmer und Sensei Tiberio Abategiovanni aus der Schweiz stand freundlicherweise als Übersetzer zur Verfügung. Am Samstag boten über mehrere Stunden Soshi Soke Massimo Curti Giardina und seine Meisterschüler einen hervorragend
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Sankaku R
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world many MAa / ENJJV 12./13. Juni 2011
Ryu Ju Jitsu
aufgebauten Unterricht. Methodisch geschickte Abläufe von Schrittfolgen über EinzelKata, Partner-Kata und Ansätze zur Selbstverteidigung. Die Handschrift dieses Unterrichts ließ eindeutig das Wissen um die Kunst erkennen, unterstützt durch die hilfreiche und freundliche Kommunikation der Co-Trainer von Soshi Soke Massimo Curti Giardina. Das ist Kampfkunst! Auf die Frage an Shihan Stapel, warum er sich den ganzen Samstag als Schüler auf die Tatami begab, kam die passende Antwort: Auch wenn ich schon Jahrzehnte Erfahrungen gesammelt habe, werde ich mich immer wieder an einen anderen erfahrenen und seriösen Meister wenden um meine Kenntnisse zu verbessern. Wenn man dies nicht mehr nötig hätte, wäre das Leben eigentlich vorbei, schade nur, daß diese einfache Philosophie nur noch von wenigen verstanden wird! Die Sensei Paul Küng, Karl Hirschle, Holger Becker, Sabine Kippel, Carsten Schroeder, Thomas u. Sonja Michels, Tobias Schwarz , Steffen Schwirz und einige andere reihten sich genau in diesen Tenor ein. Der Sonntagvormittag blieb dann anderen Meistern um in kurzen Sequenzen ihr Können zu demonstrieren. Sensei Tiberio Abategiovanni, Paul Küng, Thomas Michels, Carsten Schroeder u.a. vermittelten ihre Techniken. Trotz der Sprachhindernisse, die die mit dem Herz und dem Körper die Kampfkunst verstanden haben, fanden in einigen interessanten Gesprächen ausreichend Stoff für neugierige Fragen. Michael Stapel
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Ich möchte mich vorstellen!
ein Name ist Bernd Ulshöfer, Sabum Nim (2.DAN Musado MCS). Ich bin verheiratet und habe einen zweijährigen Sohn. Seit meiner Kindheit begeistere ich mich für Kampfsport und Selbstverteidigung und so kam es, dass ich Mitglied im Tae Kwon Do - Blackbelt Center Gräfelfing wurde und unter der Aufsicht von Peter Horger (5.DAN Tae Kwon Do) diese Kampfkunst trainierte. Im Jahre 1997 traf ich durch Zufall auf meinen Lehrmeister Anton Köppl (3. DAN Musado MCS) und trainierte von nun an das Selbstverteidigungs- und Nahkampfsystem Musado MCS von GM Herbert Grudzenski (10.DAN Musado und Sulsa). Mit Bestehen des 1.DAN und meiner Trainerlizenz im Jahre 2006 beschloss ich, meinen eigenen Weg zu gehen und eröffnete im Januar 2007 die erste offizielle Musado Schule in München, Musado München. Seit her betreibe ich in Gräfelfing, am Stadtrand von München mein Dojang und mit bestehen weiterer DAN-Graduierungen, z.B. in Traditional Mu Sa Do (vergleichbar mit Tae Kwon Do), wurde ich im Jahre 2009 von Großmeister Grudzenski zum Vorsitzenden des Landesverbandes Bayern der World Musado Association ernannt. Bei Musado München haben wir mittlerweile noch einen weiteren Trainer, 2 Assistenztrainer und einen Trainer für Kondition und Fitness. Nähere Informationen über Musado München findet Ihr auf www.musado-muenchen.de oder bei facebook unter Musado München. Mein Streben ist es, die einzigartige Kampfkunst Traditional Mu Sa Do sowie das Musado MCS (Military Combat System) weiter zu fördern und Ihren Bekanntheitsgrad zu steigern. Musado MCS wird vom Militär sowie einigen Spezialeinheiten der Polizei in der Tschechischen Republik trainiert und wir DAN-Träger arbeiten ständig daran, dieses System weiter auszubauen und lebendig zu halten. Was ist eigentlich Mu Sa Do? Verschiedene archäologische Funde belegen, dass in Korea bereits vor über 2000 Jahren verschiedene Kampfkünste trainiert wurden. So zeigen Grabgemälde zwei Krieger beim Üben von Techniken, wie sie noch heute im modernen Tae Kwon Do benutzt werden. Wobei speziell das Tae Kwon Do auch durch Karate sowie die Kampfkunststile Okinawas beeinflusst wurde ... anders das Mu Sa Do, dessen geschichtliche Wurzeln bis in das Korea des vierten Jahrhunderts zurück reichen. Eine Zeit, in der die Kampfkünste sehr populär waren. Wobei Kriegskünste in dieser Zeit von Bauern ebenso wie von Mönchen und den Kriegerkasten trainiert wurden. Sie alle bemühten sich - jeder auf seine Weise und mit seinen ureigenen Mitteln -, die Kampfmethoden immer weiter zu verfeinern und zu perfektionieren.
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in the world germany So kristallisierten sich im Verlauf der Jahrhunderte drei Hauptrichtungen der koreanischen Kampfkünste heraus. Sado Mu Sul, Bulkyo Mu Sul und Koong Jong Mu Sul. Zwar konnten nicht alle Elemente dieser koreanischen Kampfkunstrichtungen über die Jahrhunderte hinweg bis in die Gegenwart gerettet werden. So manches geriet in Vergessenheit. Dennoch hat das traditionelle Mu Sa Do Kampftechniken aus allen drei Richtungen in sich aufgenommen und übermittelt damit ein Erbe aus längst vergangener Zeit. Bekannt wurde das System durch Großmeister Herbert Grudzenski, der - seinerzeit bereits selbst Schwarzgurt in anderen Kampfkünsten -, bei Großmeister Kang Byung Soon die uralten Kampftechiken Koreas erlernt hat. Dabei war GM Grudzenski sein erster und einziger Schüler; beide lebten und trainierten für mehrere Jahre zusammen, und schließlich verlieh Kang seinem Schüler die Graduierung eines Sulsa. Mitte der 1980 er Jahre gründete GM Grudzenski dann die Studiengruppe Militärischer Nahkampf (SMN) und schuf schließlich das Mu Sa Do Military Combat System. Hier stehen dann nicht fernöstliche Philosophie oder sportliche Fairness im Vordergrund. Vielmehr geht es darum, gefährliche Situationen schnell und effektiv zu entschärfen, ein Selbstverteidigungs- und Nahrkampfsystem.
Bernd Ulshöfer
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iebe Sportfreunde Wieder gab es viel Bewegung in der MAA-Schweiz. Ich freue mich bekannt geben zu können , das die ersten offiziellen Dan-Prüfungen am 17. April 2011 unter der Leitung von Tiberio Abategiovanni. Anwesend waren auch Antonino Marchese aus München, Bernd Baumhöfer aus Obersdorf, Peter Matter und Thomas Heizmann aus der Schweiz. In diesem Zusammenhang gratuliere ich zur bestandenen Prüfung: Thomas Sägesser, Marco Liberoa, Vincenzo Nugnes und Peter Becker. Im weiteren freuen wir uns über den schönen Artikel über die 1. Swiss Martial Art Convention im MAA-Magazin Ausgabe 2. Damit auch unsere deutschsprachigen Leser diesen Artikel verstehen können, habe wir ihn auf deutsch übersetzt . In diesem Zusammenhang möchten wir uns (Geschäftsführung der Kampfkunst Akademie Frauenfeld) bei allen Mitwirkenden, für einen reibungslosen Ablauf und eine hervorragende Zusammenarbeit an diesem Event bedanken. Grosser Dank steht an dieser Stelle auch allen unseren grosszügig Sponsoren, welche dazu beigetragen haben, dass die 1. Swiss Martial Art Convention realisiert wurden konnte: Glatz Sonnenschirme, 8500 Frauenfeld / Brauerei Schützengarten AG, 9004 St.Gallen Heboss Holzbau, 9240 Uzwil / Cecchetto Import AG, 8180 Bülach / Allfinanz Makler AG, 8048 Zürich / Studio elf GmbH, 8500 Frauenfeld / Alfred Nüesch Treuhand, 8483 Kollbrunn Bedanken möchte ich mich an dieser Stelle auch bei allen neuen regionalen Vertretern der MAA für ihr Engagement und ihre Begeisterung in unserer Alliance herzlich bedanken. Für alle Kampfsportschulen, welche an dieser tollen Alliance interessiert sind, stehe ich gerne für weitere Informationen zur Verfügung. www.kampfkunst-akademie.ch MAA-Schweiz Tiberio Abategiovanni Koordinator Schweiz
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in the world switzerland 1. swiss martial arts convention frauenfeld (zurich) 26-27/3/2011
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ie ausgezeichnete Arbeit des Meisters Tiberio Abategiovanni, Leiter des neu gegründeten Schweizer MAA-Sekretariats, hat mit der Aufnahme von mehreren wertvollen Kampfkunst- Lehrern in die MAA, mit einer großen Bandbreite von Disziplinen wie Karate, Kung Fu, Iaido, Ju Jitsu sowie auch Krav Maga, innerhalb weniger Monaten eine erhebliche Ausweitung der MAA in der Schweiz erzielt. Gerade Krav Maga, welches in Israel als eine kriegerische Disziplin entwickelt wurde, und sich in Europa seit mehreren Jahren an grossem Zuwachs erfreut ist die Hauptdisziplin von Meister Tiberio Abategiovanni. Im Laufe der Jahre hat er sich mit dem Stil „Tate“ spezialisiert, welcher sich im Gegensatz zu den herkömmlichen „Krav Maga / Kapap“ Stilen weniger auf die schwerverletzenden oder sogar tödlichen Techniken konzentriert, sondern mehr Wert auf eine zeitgemässe Selbstverteidigung und auf die Kontrolle des Gegners legt. Wir kommen in Zürich an, nach einer langen Bahnfahrt, welche uns fast unser ganzes Land durchqueren liess, bis an die nördliche Grenze. Die Reise führt uns durch schöne Berglandschaften, vorbei an kristallklaren Bergseen, dessen Ufer fast die Schienen berühren, sie geben den reisenden den Eindruck über das spiegelglatte Wasser zu schweben.Zürich wurde bereits siebenmal als erste Stadt der Welt für die Lebensqualität ausgezeichnet und dieser Auszeichnung ist sie würdig. Der Hauptbahnhof, der sich im Zentrum von Zürich befindet, ist trotz der ungeheuren
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menge an täglichen Fahrgästen (die sechzehn Gleise, machen diesen Bahnhof zu einem zentralen Knotenpunkt für Bahnreisende in der Schweiz) unglaublich ruhig und ordentlich. Wir gelangen direkt auf den Bahnhofplatz. Von hier aus weichen grosse Strassen, sauber und von ausserordentlicher Schönheit. Die lange Hauptstrasse, die Bahnhofstrasse, erstreckt sich über ca. 1km, und ist geschmückt mit Gebäuden aus dem neunzehnten Jahrhundert, modernen Geschäften, grossen Banken und eleganten Läden. Es reicht ein kleiner Moment um zu verstehen, welchen Grad an Wohlstand und Zivilisation diese Stadt erreicht hat, begonnen bei der Qualität der öffentlichen Verkehrsmittel (sogar einfache Taxis sind Mercedes, Toyota, Renault und andere Marken der Top-Klasse), aber auch die privaten Fahrzeuge stellen einen hohen Lebensstandard dar (nicht umsonst ist Zürich und auch Genf die „Heimat“ von zwei der weltweit grössten Automessen). Auch wir werden abgeholt von einem High-Power-Kombi, mit modernstem Komfort ausgestattet, beschriftet mit den Zeichen der Kampfkunst Akademie von Meister Tiberio Abategiovanni, der keinen Augenblick auslässt, uns in Sprachlosigkeit zu versetzen.
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in the world switzerland Das Dojo befindet sich in Frauenfeld, der Hauptstadt des Kantons Thurgau, angrenzend an den Kanton Zürich. Breit strukturiert und auf mehreren Etagen bietet diese Einrichtung nicht nur drei Tatami-Standorte, sondern auch ein Pub-Restaurant, welches ein angenehmer Treffpunkt ist, zugänglich nicht nur für Martial Arts Fans, sondern auch für die breite Öffentlichkeit. Die „Schweizer Organisation“ ist nicht nur ein Klischee: Eine breit angelegte Info- und Computer-Station mit WiFi-Hotspots, einer professionellen Foto-Ecke, mit großen Bildschirmen auf welchen kontinuierlich die aktuellen Bilder des Events projiziert werden, wurde für diesen Anlass eingerichtet. Das Ganze harmoniert perfekt mit dem östlich-asiatischen Ambiente des Restaurants und schafft eine schöne Verschmelzung von Technik und Tradition. Die 12 Stunden Training verteilt über das Wochenende, wurden von internationalen Grossmeistern wie Franz Strauss, Florian Dau, Horst Baumgürtel, Bernd Baumhöfer und vielen weiteren begleitet, welche Teilnehmer und Zuschauer mit Vorträgen und Vorführungen von technisch hohem Niveau bezaubert haben.
Kinderolympiade mit einer grossen Auswahl an Disziplinen und mit abschliessender Medaillen-Prämierung. Der eigentliche Clou aber waren die Weinflaschen mit speziellem Etikett (auf diesen waren aktuelle Fotos der Dozenten, sowie ein persönliches Dankesschreiben gedruckt), welche vom Gastgeber an alle Referenten als Abschiedsgeschenk überreicht wurde. Auch der Kanton Thurgau ist eine renommierte Wein-Region. Wir sind überzeugt, dass dieses Geschenk einen besonderen Platz im Dojo oder in den privaten Räumen der Meister besetzen wird.
Text: Francesco Malvano Übersetzt durch:Tiberio & Alessandra Abategiovanni
Zum italienischen Team von Lehrern gehörten neben dem Präsidenten Massimo Curti Giardina für Ju Jitsu, auch die Meister Renato Taramanni und Vito Poderico von der Taramanni-Kung Fu Schule in Rom. Besondere Aufmerksamkeit widmen wir Meister Luciano Gallus, mit seinem Ju Jitsu Tekio, ein System welches er speziell für Personen mit körperlicher Behinderung jeglicher Art entwickelt hat (Meister Gallus selbst erlitt in seiner Jugend die Amputation seines linken Armes), sodass auch Menschen mit Handicap sich dem Wunsch der Kampfkunst widmen können. Die MAA ist stolz darauf, solche interessante soziale Projekte zu unterstützen. Teilgenommen am Event haben auch mehrere nationale Sekretariate der MAA, vertreten durch den internationalen Präsidenten Massimo Curti Giardina für Italien, sowie die Landes-Koordinatoren für Österreich, Deutschland und die Schweiz, vertreten durch die Meister Franz Straus, Antonino Marchese und Gastgeber Tiberio Abategiovanni. Bei dieser Gelegenheit wurden die neuen offiziellen MAA Uniformen vorgestellt, welche in den kommenden Monaten für Schwarzgurt Dozenten, Landes- und Regionalvorstände, sowie für offizielle Schiedsrichter fertiggestellt werden. Dieser Event wurde mit vielen sympathischen Rand-Aktivitäten geschmückt. Von den technischen Demonstrationen der Dozenten, den aktuell hergestellten Autogrammkarten der internationalen Meister, welche kostenlos den Teilnehmern zur Verfügung gestellt wurden, sowie auch eine
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p u r b e b a l l i p c r it in à t
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gare internazionali Grande successo per il Samurai Go Nin Dojo ai Campionati Mondiali di Giebelstadt
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Lo scorso 14 Maggio il Samurai Go Nin Dojo del Maestro Antonino Marchese ha partecipato, con una delegazione formata da 21 atleti, ai World Open di Giebelstadt. La competizione, tenutasi al palazzetto dello Sport di Giebelstadt, ha ospitato 477 partecipanti provenienti da tutto il Mondo. Gli atleti si sono confrontati in quattro tipologia di gara: Kumite, Kata, Selfdefence e Soft Stile. La lunga e intensa giornata di gare ha premiato gli atleti del M째 Marchese con un cospicuo bottino: ben 12 piazzamenti fra indivuduali e gare a squadre.
Di Seguito riportiamo gli atleti premiati: INDIVIDUALI Lana Monat Elma Alic Biaca Lederman Rilin Kastrati Sean Crowley Quirin Fischer Daffner Raphaela Carolin Mantel
9 anni 8 anni 12 anni 12 anni 10 anni 18 anni 14 anni 39 anni
Kata Kumite Kata Kata Kata Kata Kumite Kata Armi
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1. Posto
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SQUADRE Team 1 Team 2
Kata Kata
Bianca, Anastcia, Lana Annika, Elma, Alina
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CULTURA ORIENTALE
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KEN SAN KYUU - lo studio dei tre principi
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cegliere un mon è un’importante presa di coscienza, un legarsi a doppio filo al mondo della tradizione in un modo del tutto particolare: creando un emblema che, pur nascendo nel presente, sia capace di instaurare un legame col passato e trasportare metaforicamente chi sceglie di portarlo nell’universo che il mon stesso rievoca. La Sankaku Ryu Ju Jitsu fonda i suoi insegnamenti su due elementi geometrici che caratterizzano il mondo delle arti marziali tradizionali giapponesi: il cerchio e il triangolo. Queste figure custodiscono in sé un significato molto più profondo di quello meramente tecnico (la circolarità dei movimenti, il garame-uchi-nage...), che affonda le sue radici nella storia e nella cultura millenaria della filosofia orientale. La componente tradizionale, prima fonte di ispirazione per la scuola, è richiamata mediante la stilizzazione della forma del fiore di loto. Il cerchio rappresenta i concetti buddisti di Taijitu (l’incontrarsi di ying e yang, altrimenti detto Tao) e di Zen, inteso come filosofia della perfezione: lo stesso kanji Enso, rappresentazione arcaica del concetto di zen, è difatti un cerchio. Nel Taoismo il cerchio è la rappresentazione di un universo non-duale, nel quale i concetti opposti di ying e yiang confluiscono in un unico sistema. Ying e yang si compenetrandosi a vicenda, in una filosofia che ricerca non lo scontro di due opposte fazioni, bensì la serena accettazione, l’adattamento e la capacità di volgere a proprio vantaggio (o più propriamente a vantaggio dell’armonia universale) qualsiasi evento, in una complessa e affascinante visione per la quale ogni singolo Ego non è una monade distinta, ma confluisce nel flusso di un’unica coscienza universale.
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Ogni evento assume in questa sede un valore trascendete, la morte stessa è intesa non come il ritirarsi nel nulla (mu), ma come la completa dissoluzione del singolo Ego, che si riversa all’interno di un Io universale. Essenziale è inoltre l’ambivalenza armonica di questa figura. Considerando la circonferenza, tracciarne il perimetro vuol dire delineare un contorno che distingua l’interno (sia quello fisico - costituito dal corpo, dalla portata degli arti, dal proprio raggio d‘azione; che quello mentale – ossia la diffusione e l’estensione di qualsiasi idea, concetto o sentimento) dall’esterno, rivendicando una porzione di spazio come propria, ad esclusivo domino del nostro essere. Considerano invece il centro, le infinite linee rette che lo attraversano simboleggiano un’apertura tout court sul mondo che ci circonda, in senso sia passivo che attivo. “Passivamente” intende qui il lasciandosi permeare dalle cose, incamerando la loro positività senza contemporaneamente legarsi materialmente ad esse, non cercare di “possederle” bensì di “farne parte”, “Attivamente” fa invece riferimento all’atteggiamento mentale di apertura e ricerca, che deve spingere ogni praticante a migliorare e ampliare il proprio bagaglio, attingendo senza pregiudizi da ogni disciplina ciò che può ben legarsi con il proprio stile e “far proprie” queste conoscenze, fondendole e armonizzandole con quelle già acquisite. Dall’unione di questi concetti questo il cerchio, che ormai sembra più simile ad una spirale, ci si presenta in costante movimento ed in continua espansione, sempre sul punto di chiudersi in una compiutezza che, appena raggiunta, si dischiude nuovamente su altri mondi, altri orizzonti, altre frontiere, e come l’orizzonte è sempre un passo davanti a noi, per spingerci a camminare ancora sul sentiero che abbiamo scelto. In quest’idea si ricerca una “perfezione” che non è un completamento concluso, ma un costante divenire. Il triangolo è la figura chiusa tracciabile con il minor numero di linee rette, nonché elemento basilare di ogni figura geometrica (ogni poligono può essere scomposto in un numero imprecisato di triangoli). Le sue tre proprietà fondamentali sono oggetto di una profonda riflessione. In primo luogo il triangolo è l’unica figura indeformabile: assegnate le lunghezze dei lati, sono univocamente determinati anche gli angoli e viceversa, questa caratteristica richiama la stabilità e la forza ideologica di questo simbolo. In secondo luogo qualsiasi triangolo si può iscrivere e circoscrivere ad un cerchio: il triangolo si raccorda quindi con il cerchio e la sua simbologia. Infine, la somma degli angoli interni è uguale a 180°, ossia un angolo piatto. Vediamo come questa caratteristica, apparentemente meramente geometrica, assuma un valore filosofico di primo piano. L’angolo piatto si poggia su una retta, la quale divide il piano in due uguali porzioni di spazio, introducendo il primo e più semplice tipo di orientamento spaziale: la distinzione tra un “qui” e un “li”. A partire da questa considerazione addentriamoci in un particolare esperimento mentale: immaginiamo di essere sospesi in uno spazio vuoto, senza vincoli di gravità né ostacoli sul nostro percorso Le possibilità di movimento sono virtualmente infinite, ma parte il mero movimento fine a se stesso, non possiamo fare null’altro.
Ora iniziamo a “limitare” questo- LA spazio mediante una linea, reDELLA al cuore della disciplina, tracciata da nove triangoli conMAA MAGAZINE RIVIST A UFFICIALE MARTIAL ARTS ALLIANCE creando così un piano d’appoggio, che distingua un sopra e un sotto. Sull’angolo piatto generato da questo “pavimento”, possiamo almeno camminare, sostare, tracciare perimetri… A partire da questo inizia la costruzione di tutto il mondo esterno, dagli elementi naturali, agli esseri, alle leggi fisiche… si tratta di progressive limitazioni di quella originale libertà, che prendono una parte del nostro spazio, ci impediscono qualche tipo di azione... ma al contempo ci permettono di “inter-agire” con esse, e in primo luogo, di confrontarci con esse, quindi auto-definirci, capire qualcosa di noi e di ciò che è intorno … e capire che il nostro giudizio (su noi e sugli altri) è un sistema vivo, comprendere che basta una piccola variazione prospettica per distruggerlo, crearlo, modificarlo. Tale è la nozione di verità dell’essere umano, un essere con i suoi limiti, grazie ai quali può però visualizzare, forse anche cambiare la realtà che gli sta di fronte. L’angolo piatto è il punto di partenza dal qual ogni movimento è possibile, a patto di sapere interpretare la realtà e modificare la realtà. il Ju Jitsu si fonda sulle possibilità motorie, sull’importanza dell’adattabilità, che permette al Jutsuka di scorrere come l’acqua attraverso le situazioni, eludendo i propri limiti e spingendo l’avversario contro i suoi: mizu kyu. Il Triangolo richiama infine numero tre, simbolo universale della combinazione, intesa come conciliazione armonica del conflitto dualistico, ed è per questo considerato simbolo di perfezione, accanto al cerchio e al Taijitu del taoismo: due elementi, anche estranei, anche antitetici, trovano nel terzo la loro sintesi. In molte cosmogonie il loto è considerato il fiore primordiale, nato dal caos e generante l’universo, gli dei e gli uomini. Per il mondo orientale esso simboleggia la matrice, nella sua funzione di ricettacolo originario della vita, generata all’interno del suo calice. Il loto incarna anche la purezza originaria, perciò è il simbolo del risveglio spirituale, del cuore puro del saggio che non si lascia offuscare dalle tenebre circostanti. La Sankaku Ryu riunisce il simbolismo del cerchio e del triangolo in un mon che, restando fedele ai canoni della tradizione orientale, ripropone simbolicamente la ricerca marziale, culturale e filosofica della scuola, e si presenta come il simbolo di ciò che i Jutsuka ricercano nella pratica dell’arte marziale, nonché degli strumenti da utilizzare per raggiungere tali obiettivi. Il nome scelto per il mon della Sankaku Ryu è ken san kyuu - lo studio dei tre principi. Un fiore di loto rappresenta il Ju Jitsu stesso: la sua conformazione rimanda al cerchio ed alla riflessione filosofica che sta dietro questa figura. Le estremità dei suoi petali rappresentano l’apertura a 360° che il praticante deve mirare a raggiungere, sia dal punto di vista fisico, gestendo la circolarità dei movimenti, all’interno della quale disperdere la forza dell’avversario e migliorare l’efficacia delle proprie tecniche; che dal punto di vista mentale, allargando il più possibile il campo d’indagine e attingendo dal più ampio bacino di tecniche e discipline per poter costruire il proprio personale percorso. Le ripiegature, gli spazi aperti tra un petalo e l’altro, simboleggiano invece la disponibilità ad accettare senza resistenza ciò che viene incontro al Jutsuka (principio del Tai – assecondare) per poterlo incamerare, gestire, e plasmare a proprio vantaggio, che si tratti di un’idea, di uno svantaggio o dell’attacco di un avversario. Il loto si dischiude mostrando la via da percorrere per giunge-
centrici. Il triangolo simboleggia una molteplicità di valori, il più rilevante dei quali è quello della sintesi, atto puramente creativo che amalgama ed esalta una moltitudine di aspetti diversi in un nuovo concetto. Dal punto di vista marziale le tecniche hanno sempre aspetti trivalenti: da garame - uchi – nage, a go-no-sen - sen-no-sen – sen, lo stesso sankakuno-kata è la sintesi dei tre kata fondamentali, dachi-no-kata – uke-no-kata uchi-no-kata. Nove triangoli rappresentano i 27 Shiki, divisi in nove gruppi: Ushiro-kata-dori, Mae-EriDori, Mae-Morote-Jime, Oi-Tsuki, Mae-Morote-Eri-Dori, Mawashi-Tsuki, Mae-Geri, Morote-Gatame, Morote-UshiroKata-Dori. Ad intervallare le Yo waza, (tecniche in luce) le guide del nostro percorso, troviamo le Ji waza (le tecniche in ombra) espressione della necessità di adattarsi e “scorrere” seguendo il principio dell’acqua (mizu kyu), che ci guida attraverso percorsi non ancora battuti, che lasciano al Jutsuka lo spazio per tracciare il proprio cammino. Così, tra Yo Waza e Ji Waza, tra luce ed ombra, ci spingiamo verso il centro, e cosa potremmo trovarvi, se non un puro nulla? È questo lo spazio delle possibilità, inerte finché non riusciamo ad accedervi, e che nasce, si sviluppa e muore in relazione ai cambiamenti che avvengono al suo interno. È questo lo spazio delle In Waza, delle tecniche nascoste, che non esistono su carta, non esistono in alcun programma, ma prendono vita propria nel momento stesso in cui la Cintura Nera, eseguendo al momento giusto la tecnica che emerge dall’esperienza e dall’istinto. Praticando con il cuore, diviene Kodansha, e compie l’atto più caratteristico dell’arte marziale, nonché dell’arte in generale: un atto puramente creativo. Ed è proprio creando che il Jutsuka scopre se stesso, non più un semplice marzialista, ma un vero e proprio artista marziale. Francesco Malvano
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CULTURA ORIENTALE storia delle arti marziali
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rende il via qui un nuovo spazio, riguardante lo studio approfondito della storia e dell’antropologia delle arti marziali. Iniziamo col dire che per assurdo, la pubblicità a cura di e l’interesse mediatico che le arti Dott.ssa Annapaola Raiola marziali asiatiche hanno richiamato negli ultimi cinquant’anni, ha non poco complicato un panorama già particolarmente confuso, laddove per interessi economici sono sorti e risorti numerosi stili (soprattutto cinesi) che, basandosi su una tradizione lacunosa e frammentaria, hanno cercato di riproporre all’occidente un prodotto quanto più credibile possibile, ma spesso del tutto distaccato da quanto la tradizione imponeva. Non suoni questo come un’accusa, anzi: le ricostruzioni, storiche o meno, sono comunque indice dell’esistenza di una forte tradizione, e celano spesso echi di antichi movimenti; quello che confonde le acque è essenzialmente l’aver attribuito, di volta in volta, nomi antichi ad atri marziali essenzialmente nuove, per scopi in alcuni casi filologici, in altri casi spudoratamente commerciali. Quello che resta, del resto, ad uno storico che si prefigge di ricostruire tappa per tappa la storia delle arti marziali, dalla Cina fino al Giappone, è una serie di testi dove, fingendo di fare storia, alcuni maestri hanno in realtà cercato di promuovere la propria arte marziale, ponendola sotto l’emblema sempre utile della tradizione, facendo quasi a gara per definirsi i più antichi. Oltre questi numerosissimi testi e pubblicazioni, un mare sconfinato di notizie e leggende, spesso contrastanti tra loro, che ci provengono da testi puramente storici. È a questi che ci affidiamo, basando il nostro lavoro su testi e testimonianze possibilmente di derivazione accademica, ben consci che questo possa metterci nelle condizioni di scartare, insieme ad opere meno pregevoli, quanto di serio è stato fatto fino ad ora in ambito storico- marziale. I dati storici sono molto confusi e frammentari: poco o nulla si sa, infatti, della reale provenienza di Bodhidharma, ipotetico fondatore di un primo stile di arte marziale, della sua collocazione temporale, e c’è addirittura chi ne mette in dubbio la reale esistenza, o quantomeno il suo legame con il mondo delle arti marziali. Se, infatti, l’arrivo in Cina di Bodhidharma è attestabile tra il VI e VII secolo, probabilmente sotto la dinastia T’ang, notizie certe di un’arte marziale, al di fuori di un controverso manuale di Chuan Fa dell’ IIX secolo reperito in una grotta, non si hanno prima del
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prima del XIII sec. Sotto la dinastia T’ang, pare, si fosse affermato uno stile denominato Chuan Fa T’ang su, letteralmente la via del pugno della mano di T’ang, sul quale però non si sa nulla; di certo si sa che anche gli stili di cui si ha notizia dal XIII secolo sentivano forte una derivazione, se non reale almeno ideale, con il Chuan Fa della dinastia Tang, ma anche in quel caso le fonti ammettono di non sapere nulla di più. La prima arte marziale codificata, apparsa presumibilmente nei testi del XIII secolo, prende il nome di Luohan Chuan Fa, dal quale dovrebbe derivare poi il Tai Chi Chuan. In seguito, dalla fine del XIV secolo in poi si andrà creando una lista di forme praticate presumibilmente da tutti gli stili dell’epoca. Il percorso che ci accingiamo ad intraprendere passerà quindi per tutti questi stadi, cercando per prima di chiarire la natura geografica del luogo, i rapporti con i paesi limitrofi, cercando di ricostruire un percorso ipotetico sul quale si siano potute muovere le arti marziali, prendendo in esame di volta in volta quanto similitudini lessicali e storiche ci proporranno, per poi passare alla controversa figura di Bodhidharma, chiarendone le possibili implicazioni, e la funzione che i tempi Shaolin hanno avuto nella diffusione e nella traduzione delle tradizioni marziali all’interno e fuori dai tempi, non dimenticando di analizzare quali e se ci sono punti di contatto tra le arti marziali e la pratica del buddismo. Passeremo, in una seconda fase, ad analizzare i testi dal XIII secolo in poi, soffermandoci sulle personalità di spicco sulle quali si basano le tradizioni marziali ancora oggi presenti in tutta una serie di stili, e chiariremo poi le dinamiche attraverso le quali le arti marziali cinesi siano state importate con diversi esiti in Giappone, in Korea, spingendoci a formulare ipotesi, in questo caso basandoci sullo studio antropologico delle tradizioni esistenti, sui contatti tra arti marziali cinesi e il restante mondo marziale. Il punto di arrivo di tutte queste fasi sarà, attraverso lo studio comparato delle forme tradizionali, un’ipotesi di ricostruzione del sostrato marziale sul quale si sono sviluppati tutti gli altri stili. Il metodo di ricostruzione sul quale ci baseremo in questo ambito sarà lo stesso metodo filologico che la linguistica applica nella ricostruzione delle lingue morte. Per quanto possa sembrare scarsamente attinente con il contesto con cui andiamo a confrontarci, la nostra ipotesi di lavoro è che un’arte marziale può, a tutto diritto, essere definita una sorta di linguaggio di guerra, fatto di un alfabeto di pugni e parate, di una grammatica di esercizi, e di una serie di testi di tradizione orale come le forme. Resta, come tutte le ricostruzioni, un prodotto che non vuole avere la presunzione
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della verità assoluta, e che nulla vuole togliere alle tradizioni sviluppate da tutte le scuole presenti oggi, ma che vuole essere una valida ipotesi di lavoro, sulla quale riflettere sullo sviluppo e sulle trasformazioni che sono intervenute negli spostamenti e nel passare dei secoli, prestando attenzione anche a quanto le caratteristiche antropometriche delle diverse popolazioni abbiano plasmato, spesso modificandole fino a renderle irriconoscibili, posizioni, tecniche
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ed esercizi. Sarà sempre ben accetto qualsiasi tipo di aiuto, qualsiasi scambio di notizie con tutti i maestri di arti marziali, ed anzi auspichiamo in una viva collaborazione di quanti hanno da aggiungere notizie a quello che noi saremo in grado di reperire. In attesa, quindi, del prossimo numero, invio a tutti i maestri e a tutti i colleghi accademici che vorranno aggiungersi alla ricerca i miei più sentiti ringraziamenti
official tra vel partner Via A. Porpora, 13 - 80128 Napoli Tel.: 08119360697 - Fax 08119360321 Cell.: 3273827294 e-mail: golosidiviaggi@fastwebnet.it MSN: golosidiviaggi@live.it Facebook GOLOSI DI VIAGGI P.Iva 06315861218
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le arti marziali come terapia
ertamente molti “puristi” potrebbero storcere il naso sentendo parlare delle arti marziali come strumento terapeutico, a meno che non si voglia considerare come terapeutico lo scarico di adrenalina e di energia che si ha dopo un intenso sforzo fisico. Forse lo spirito ne può trarre giovamento, ma sicuramente il corpo no. Diverso è il discorso quando ci avviciniamo alle discipline marziali dell’area orientale perché tutte, siano esse cinesi, giapponesi, vietnamite o indiane, contengono nella loro filosofia un elemento misticofilosofico (Zen, Tao ecc.) presente, ora in maniera manifesta, ora più implicitamente, nelle tecniche e nel comportamento dei praticanti. Questo elemento è volto soprattutto, per il lato che ci interessa, a conservare l’energia per poi utilizzarla nel migliore dei modi. Il concetto di chakra, di tan den , di punti energetici, situati generalmente quattro dita sotto l’ombelico, da cui si dirama l’energia vitale (il KI o Chi) per raggiungere ogni singola parte del corpo, è già un primo elemento di terapia orientale, sfruttato nell’agopuntura e nello shiatzu per il bilanciamento delle energie Ying e Yang, il cui equilibrio corrisponde ad uno stato di benessere. Entrando poi più nel dettaglio, sappiamo come molti dei movimenti del Tai Chi provocano un benefico massaggio alla colonna vertebrale, come in molte altre discipline la mobilità delle articolazioni è spesso sollecitata, in modo da prevenire l’insorgere di processi di tipo artrosico. In linea generale possiamo affermare che le arti marziali che hanno mantenuto un forte legame con il mondo tradizionale, come l’Aikido, siano quelle che possano apportare il massimo dei benefici terapeutici sia fisici che mentali. Principi quali il lavoro sulle articolazioni, la focalizzazione sulla coordinazione, sulla velocità e sul senso del ritmo, piuttosto che sulla forza o sulla potenza muscolare, le rendono adatte a tutti, senza distinzione di peso, di sesso o di età.
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Tutta questa serie di elementi mettono in luce l’aspetto “terapeutico” delle arti marziali, capovolgendo il detto latino “mens sana in corpore sano” in “Corpus sanus in mente sana”. Claudio Trapani
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leggi e normative La Martial Arts Alliance, che della trasparenza e della legalità ha fatto uno dei suoi principali punti di forza, desidera agevolare il lavoro dei Presidenti dei Centri Sportivi che desiderano trovare presso la federazione assistenza di natura legale e fiscale. Inauguriamo su questo numero una serie di articoli destinati agli addetti ai lavori, che potranno trovare su queste pagine informazioni e contatti utili per rimanere aggiornati con le ultime normative dello Stato.
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la voro è sicurezza
icurezza nei luoghi di lavoro. Spesso si sente pronunciare questa espressione ma raramente si riesce a comprenderne l’ effettiva portata.
Oggi il tema della sicurezza è di fondamentale importanza, non solo per le numerose riforme che sono intervenute dal 2008 e che disciplinano in maniera scrupolosa ogni ambito lavorativo, ma soprattutto per il valore che viene attribuito al più importante dei beni: la vita. Essa viene vista come un valore, costituzionalmente garantito, che non può e non deve essere minato dalla mancanza,o peggio dall’inosservanza delle disposizioni che la legge prevede ai fini della sua tutela. Questa esigenza di garanzia, di “protezione” è molto sentita nei vari settori lavorativi, in quanto lavoro, ai giorni nostri, significa pericolo. I pericoli esistono, in quanto connaturati all’essenza stessa dello svolgimento di un attività lavorativa o sportiva, ma taluni di questi pericoli sono senza dubbio evitabili e il compito della legge è dare un punto di riferimento chiaro e preciso a tutti coloro che lavorano. Tale discettazione coinvolge anche le ASD ( Associazioni Sportive Dilettantistiche) le quali, indipendentemente dalle loro organizzazioni interne e dalle loro dimensioni sono soggette agli obblighi di cui al d lgs 81/08 con modifiche apportate dal d lgs 106/09. Il primo di tali obblighi consiste nell’individuazione del datore di lavoro e cioè di quel soggetto responsabile dell’organizzazione che gode di ampi poteri di decisone e gestisce il fattore spesa e che nell’ ambito dell’ asd coincide con la figura del presidente. Una seconda figura che ricopre un incarico di grande rilievo è il responsabile del servizio di protezione e prevenzione seguito dalla figura del preposto cioè colui che controlla che l esecuzione dell attività avvenga in maniera corretta (ne è un esempio l’ allenatore o l’ istruttore). La definizione di lavoratore all’interno di una asd è un po piu articolata rispetto a quella di datore perchè con tale terminologia si intende sia il lavoratore dipendente sia coloro che lavorano nell’organizzazione anche solo per imparare un mestiere, senza necessità di una retribuzione.
Altre norme attengono alla valutazione dei luoghi all’interno dei quali si svolgono le attività sportive. Questa valutazione avviene attraverso un D.V.R. ( Documento di Valutazione dei Rischi) che deve essere redatto dal datore di lavoro e tramite il quale costui dichiara di aver valutato e preso conoscenza di tutti i fattori di rischio e conseguentemente di aver provveduto alla rimozione o quantomeno alla riduzione di tali fattori attraverso un approfondito e accurato controllo delle attrezzature, degli impianti e di ogni altro elemento ad essi connessi. Ma questo non basta! Un altro compito importante, forse quello da cui dipendono tutti gli altri, è l’informazione e la formazione degli operatori. Molto spesso incidenti capitano proprio perché si sottovaluta l’importanza di una formazione, teorica e pratica, che invece dovrebbe costituire la radice, la base di ogni lavoro. Dalla formazione e dall’istruzione si genera esperienza e l’ esperienza porta alla conoscenza la quale a sua volta matura nelle varie coscienze la consapevolezza che solo tramite una puntigliosa e scrupolosa osservanza delle norme e dei regolamenti e tramite una forma di sinergia tra le varie figure componenti l asd è possibile raggiungere il più nobile degli obiettivi: lavorare senza rischi inutili, per coloro che offrono e coloro che ricevono una determinata prestazione o un determinato servizio, e sentirsi cosi gratificati dal proprio lavoro, perché, in qualunque forma lo si svolga, apporta un contributo alla società,una società che ha bisogno di crescere ed è in continuo sviluppo e che trova nello sport una delle maggiori forme di espressione. Stefania Arcese
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flash news president cup 2011
rande successo per la President Cup 2011, l’evento M.A.A. che va a premiare, mediante gare open di Kata singoli e a squadre, la società che con i loro direttori tecnici maggiormente si distinguono per lo studio e l’approfondimento delle forme, elemento basilare di qualsiasi disciplina tradizionale. La kermesse, abbinata allo Stage-Vacanza organizzato dal M° Antonio Cosenza nella verde cornice del villaggio Oasis di Paestum, ha visto confrontarsi praticanti di Ju Jitsu e Karate, che hanno dato vita ad una competizione di alto livello tecnico e atletico. Non ha tradito le aspettative il nutrito gruppo della Tai Shin Kai Caserta del Maestro Antonio Pitocchelli, composto prevalentemente da Jutsuka giovanissimi, ma armati di grandissimo spirito marziale, capaci di conquistare l’ambita coppa a gruppi di contendenti ben più maturi, confermando ancora una volta che lo spirito del Budo non ha età. Dietro gli allievi della Sankaku Ryu si sono piazzati al secondo posto il karate Team Salerno e il Gruppo E.N.D.A.S. karate Salerno. La redazione
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sponsor ufficiale per l’italia
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Via Campana, 233 - Pozzuoli (NA) Tel.: 081/5267568 - Fax: 081/8530758 maa magazine presenta international keiko ryu Ad ottobre MAA MAGAZINE festeggia il suo primo compleanno! Per celebrae degnamente l’evento, la nostra rivista sarà il main sponsor del Keiko Ryu internazionale M.A.A., che siterrà l’1 e il 2 Ottobre nella splendida cornice del Sakura Hotel di Torre del Greco (NA). Il prossimo numero della rivista, con un nutrito speciale su questo fantastico primo anno di attività, verrà distribuito durante l’evento, mentre la nostra squadra raccoglierà interviste e immagini che andranno a riempire un ricco speciale in uscita tra due numeri. L’evento aprirà ufficialmente l’anno accademico 2011-2012, con un programma ricchissimo: stage con docenti internazionali, seminari professionali, incontri formativi per i settori Competizioni e S.R.F., Sessioni d’Esame e Training avanzati riservati alle cinture Marroni e Nere. Per gli accompagnatori sono in programma tante escursioni ed attività ricreative, che vi porteranno alla scoperta dell’entroterra campano, ricco di percosi culturali, storici ed enogastronomici.
COSTI
Pacchetto ospiti: 2 pensioni complete dalla cena di venerdì al pranzo di domenica, incluso cena di gala del sabato.........Euro 120,00 Pacchetto praticanti: 2 pensioni complete dalla cena di venerdì al pranzo di domenica, incluso cena di gala e stage..............Euro 150,00 Solo Vitto nr. 1 Pasto al Sacco...................................................................................................Euro 10,00 nr. 1 Pranzo al Ristorante..........................................................................................Euro 23,00 Cena di Gala..............................................................................................................Euro 33,00 stage 1 giornata...................................................................................................................Euro 20,00 2 giornate...................................................................................................................Euro 30,00 Per info e prenotazioni :
infoline maa (+39)333.1432283