INTRODUZIONE
La scelta dell'argomento di tesi deriva dalla mia passione sulle architetture dedicate alla produzione ed al lavoro, al recupero degli spazi ed aree in disuso attraverso la riconnessone di questi con il proprio contesto, e soprattutto sulla volontà di restituire alla mia città natale, un parte di storia e potenzialità dimenticate, attraverso l’esperienza acquisita all’interno del mio percorso di studi presso il Politecnico di Torino L’impatto che la Manifattura Ceramica Pozzi ha avuto sullo sviluppo della città di Gattinara è stato di un fortissimo motore di sviluppo per la comunità, il paese e migliaia di dipendenti grazie allo sviluppo internazionale del Brand. La progressiva chiusura per accorpamento delle società legate alla produzione di sanitari, che ha avuto inizio nella seconda metà degli anni ‘70, ha portato alla definitiva chiusura dello stabilimento nel 1993, lasciando tutto il complesso, circa 140 000 m2, in balia dello scorrere inesorabile del tempo e dell’assenza antropica, tanto che la comunità, nonostante la sua centralità all’interno del paese, non lo riconosce più. Per questo motivo è stato deciso di ripartire proprio dal tema della ricostruzione della memoria attraverso le pratiche di archeologia industriale tramite interviste, raccolta di materiale, pubblicazioni, accesso agli archivi storici. In secondo luogo, grazie alla collaborazione dell’architetto Andrea Caligaris, dello
studio Caligaris Architetti si è sperimentato l’utilizzo delle tecnologie di rilievo fotogrammetrico per la ricostruzione tridimensionale dell’impianto e la valutazione dello stato di degrado delle coperture, problema principale, in coerenza alla presenza degli elementi di superfetazione e dei materiali da bonificare. Successivamente si è approfondita la relazione e le caratteristiche tipologiche degli edifici del complesso, tenendo conto delle loro implicazioni e della memoria storica, analizzando per ognuno le varie fasi che lo hanno caratterizzato, le problematiche e le opportunità che offrono secondo i piani normativi vigenti, il valore storico-testimoniale, architecnico-tecnologico e la nuova potenziale domanda funzionale. La parte finale raccoglie proposte di rifunzionalizzazione dell'area attraverso il recupero di alcuni edifici chiave, come punti iniziali per i processi di trasformazione: l'edificio d'ingresso nello stabilimento, il primo impianto di produzione e l'ultimo ampliamento produttivo di fine anni ‘50 caratterizzato da grandi elementi a shed triangolari, attraverso il consolidamento dell’involucro edilizio e la pratica dell'adaptive reuse degli spazi interni tramite l’introduzione di volumi "box in box" al fine di preservarne l’estetica architettonica caratterizzante il grande spazio, in modo da farne un centro polivalente dedicato preferibilmente all’arte ed all’industria creativa.
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