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3.2 Televisione

21. Icona dell’app “IKEA Place” lanciata nel 2018.

22. Il Broadcast design è la grafica in movimento, animazione e simili per la televisione.

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23. Evoluzione del logo delle reti smart Rai con “Rai Click TV” del

2005 e “Rai Play” del 2009.

3.2 Televisione

Siamo circondati dal Motion Design ma molte volte non ce ne rendiamo conto. Uno dei media che ne è maggiormente pervaso e che noi tutti utilizziamo è la televisione. In Italia verso la fine degli anni 50 grazie alla Rai e alla nascita di Carosello e alle sigle e agli spot utilizzati, è stato possibile spingere sulla possibilità di comunicare attraverso le immagini in movimento. Il design grafico utilizzato nelle introduzioni degli show televisivi deve essere cucito adeguatamente allo stile del programma di riferimento.Si andrà dalle grafiche frizzanti dei programmi più interattivi a quelle più amichevoli e rassicuranti dei programmi a ritmo più lento. Nella comunicazione televisiva, abbiamo analizzato il Broadcast design 22 , che raggruppa tutta la grafica animata e non. Con il passare degli anni e con le innovazioni tecnologiche, le moderne reti televisive non sono più limitate al classico televisore, ma hanno ampliato il loro ecosistema utilizzando smart tv (Televisori intelligenti), computer, tablet e telefonini. Ne è l’esempio l’evoluzione delle reti Rai, con la nascita di Rai Click TV nel 2005, per poi arrivare all’ultima piattaforma streaming Rai Play nel 2019 23 .

La stessa televisione italiana fa largo uso della Motion Graphic. Ad esempio i telegiornali o i talk show con enormi Led wall e infografiche che agiscono in diretta (talent show come “X Factor” o quiz come “L’eredità” per mostrare indici di gradimento, montepremi, informazioni anagrafiche di ospiti). Titoli iniziali dei programmi, dagli show ai telefilm, dalle telepromozioni e agli spot pubblicitari, dalle grafiche a margine dello schermo all’animazione dei loghi di rete. Un elemento imprescindibile per tutte queste figure professionali è che la visualizzazione dell’elaborato sia “responsive” per tutte le piattaforme digitali e che rispetti delle linee guida necessarie come title safe e action safe 24 . Questa terminologia è legata alla produzione televisiva per descrivere le “aree sicure” dell’immagine che possono essere visualizzate correttamente sugli schermi televisivi, un principio simile a quello che regola i margini di stampa. Ad esempio, se prendessimo in considerazione dei televisori più datati, come quelli a tubo catodico, ci renderemmo conto di come questi possano visualizzare meno elementi rispetto a schermi di ultima generazione. Infatti gli stessi formati di visualizzazione cambiano. I televisori più datati hanno un formato 4:3 a differenza dei più recenti con un formato 16:9 o addirittura 21:9 (cinema). Le grafiche animate per il broadcast in qualunque modo siano realizzate, hanno un solo scopo in comune, cioè quello di catturare l’interesse dello spettatore e comunicare le informazioni il più rapidamente possibile. Nel broadcast design, oltre agli spot commerciali e informativi, esistono una serie di elementi come:

Titoli di testa o coda

I titoli di testa o coda sono fondamentali per qualsiasi tipo di prodotto che sia televisivo, cinematografico e non solo.

24. Esempio di aree sicure: title safe e action safe.

Segnano l’inizio o la fine di uno specifico programma, ne completano l’identità visiva e l’oggetto principale è la tipografia. Il massimo esponente, nonché uno dei primi ad utilizzare questa tecnica è Saul Bass, come abbiamo visto nel primo capitolo. Fino al suo ingresso nel cinema, i testi utilizzati erano considerati praticamente insignificanti nell’economia complessiva dello spettacolo, e spesso trascurati intenzionalmente. La sua intuizione fu quella che i titoli potevano preparare lo spettatore alle tematiche affrontate nel

contenuto audio visivo, quasi come fosse un prologo o una ouverture in un opera musicale. I titoli di testa, preparano lo spettatore alla proiezione. Ne è l’esempio uno dei classici del cinema come wars” o “Harry Potter” 25 . “Star

25. A destra i titoli di testa delle sa

ghe di “Harry Potter” del 2001 e “Star Wars” del 1977.

Gli Snipes

Poco utilizzati in Italia, gli snipes 26 sono grafiche in movimento che appaiono solitamente nella parte bassa o alta dello schermo durante la programmazione, con lo scopo di informarci sullo show che sarà trasmesso a breve, per darci informazioni aggiuntive su ciò che stiamo vedendo o anche come semplice messaggio pubblicitario. È necessario che siano dinamici e cromaticamente molto “accesi” così da catturare lo sguardo dell’osservatore. Sebbene possano sembrare fastidiosi e aggressivi, in realtà sono molto vantaggiosi. Grazie al movimento e al colore, riescono a catturare lo sguardo dell’osservatore e vengono utilizzati dalle emittenti televisive che non hanno abbastanza tempo per pubblicizzare i loro show nelle pause dedicate.

26. Esempi di snipes televisivi ame

ricani e italiani.

27. Esempi di bumpers delle TvRadio: “Radio 105”, “rtl 102.5”, “M2o”

Bumpers

Vi siete mai chiesti come si chiamano quei brevi annunci, filmati o animazione, che precedono o chiudono una sequenza di spot pubblicitari televisivi? Si chiamo Bumpers o Bumps 27 . Negli ultimi anni oltre alla televisione se n’è fatto largo utilizzo nell’ambito radiofonico con i jingle e successivamente con la nascita delle radio tv. In Italia ad esempio possiamo vedere Bumpers di Radio 105, M2o, rtl 102.5, e tante altre. Sono sequenze di pochi secondi, costituite da un tema musicale che accompagna l’animazione del marchio di rete, inserito in diversi contesti. A differenza dello statico monogramma posto, negli angoli della tv, che permette di identificare soltanto la rete, i bumpers sono mandati in onda in modo discontinuo e sempre diversi, durante gli stacchi pubblicitari comunicando molte informazioni. Non possiamo attribuire al bumper una definizione di semplice stacco pubblicitario, infatti possiamo classificarli in tre tipi:

I bumper pubblicitari che indicano l’inizio dell’intervallo pubblicitario, in armonia con il comma 2 dell’articolo 8 della Legge Mammì che recita: “la pubblicità televisiva e radiofonica deve essere riconoscibile come tale ed essere distinta dal resto dei pro-grammi con mezzi ottici o acustici di evidente percezione”.

I bumper di coda che solitamente sono trasmessi alla fine dello stacco pubblicitario. Essi hanno il compito di riaffermare l’identità del canale dopo il momento un po’ ano-nimo della pubblicità.

I bumper di cambio scena che segnano il cambio scena tra una trasmissione e l’altra.

In Italia nel 1977, dopo la chiusura della rubrica Carosello, andarono in onda i primi bumper televisivi, trasmessi prima in bianco e nero e poi a colori. Sulle reti Rai 28 dopo un sali e scendi tra gli anni 80 e 90, fecero ritorno negli anni 2000, con l’apparizione del famoso marchio della farfalla, con un cambio periodico delle musiche. È qui che ebbe inizio la costruzione dell’identità visiva della rete, che si fece man mano sempre più completa e ricca di contenuti grafici di animazione. Nel 2010 ci fu un restyling, infatti sulle reti Rai apparvero i nuovi bumper con il nuovo logo. Anche i competitor come ad esempio Mediaset 29 fecero ampio uso di strategie visive come quella dei bumper. Ma il brand televisivo per eccellenza che ne fece uso, anche da un punto di vista artistico, fu MTV, che ha permesso una maggior diffusione di questo tipo di contenuti grafici. Il Brand si presentò al mondo il 1 agosto del 1981 30 . Ripropose la famosa scena dell’astronauta Neil Amstrong che posizionò sul suolo lunare la bandiera, ma in questo caso dell’emittente. Da qui in poi MTV darà il via ad una serie di promo originali e coinvolgenti che caratterizzeranno interamente il canale, grazie al contributo di artisti famosi. Il marchio era sempre presente e appariva sempre diverso nel colore e nella forma. Anche gli stessi Bumper sono stati la base della strategia creativa di MTV. Uno dei massimo artisti che lavorò con l’emittente fu Matt Pyke 31 . Nato in Inghilterra, fondatore e direttore creativo dello studio d’animazione “Universal Everythings”.

31. Matt Pyke, nato in Inghilterra nel 1975, è un artista e designer. A seguire alcuni bumper realizzati per “MTV” dall’agenzia “Universal Everythings” di cui è fondatore.

30. Frame del primo bumpers promozionale di MTV “Moon man” del

1981.

28. Bumpers televisivi “Rai1” del 1983, 2000 e 2019.

29. Bumpers televisivo “Mediaset” del 2020.

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