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2.2 Tecniche e tecnologie utilizzate

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Ringraziamenti

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2.2 Tecniche e tecnologie utilizzate

La grafica animata ha iniziato a integrare anche molte tecniche di animazione tradizionali come la Stop motion o l’animazione classica (detta anche “Cell”). La grafica animata assume una varietà di forme. Mentre alcune sono interamente animate, altre includono video e/o fotografie dal vivo. Quest’ultimo può includere sovrapposizioni di animazioni, come visualizzazioni di dati, icone, illustrazioni e testi esplicativi utilizzati per integrare e migliorare la comprensione del contenuto da parte del pubblico. Quelle che seguono sono alcune delle tecniche di Motion Graphic più utilizzate:

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12. In alto un artista a lavoro che

utilizza l’animazione cell.

In basso Walt Disney durante uno sketch per il film d’animazione “Bambi” del 1942.

Animazione Cell

La tecnica di animazione tradizionale dei disegni animati è “l’animazione Cell” 12 , che consiste nel disegnare su un supporto trasparente, chiamato rodovetro (in inglese cell), ogni singolo frame della sequenza di immagini. I disegni messi in sequenza andranno a creare l’illusione del movimento. Il foglio viene appoggiato su un tavolo illuminato dal basso e impilato uno sopra l’altro e una volta filtrato dalla luce, l’animatore potrà vedere i disegni precedenti e disegnare le tavole successive in maniera coerente, lasciando invariate le parti fisse che non necessitano un movimento come oggetti in primo piano, sfondi o altro. Questa animazione viene chiamata anche Passo a 2, perché il disegno cambia ogni 2 frame. Vengono disegnati un minimo di 12 disegni al secondo, raddoppiati per ottenere la frequenza di 24 frame al secondo. Per creare particolari effetti di dinamismo alcune sequenze sono realizzate a passo 1, effettuando

24 disegni al secondo, uno diverso per ogni frame. Questa tecnica con il passare degli anni è stata sostituita dalla tecnologia, quindi dal computer.

Passo Uno

La tecnica passo uno o meglio conosciuta come Stop Motion è una tecnica di ripresa cinematografica utilizzata anche nella pubblicità. Consiste nella manipolazione fisica fotogramma per fotogramma di un oggetto reale inanimato in grado di simulare il movimento nel tempo, scattando una fotografia diversa per ogni frame. Nata agli inizi del 1900, venne utilizzata per introdurre elementi di effetti speciali nei cortometraggi o film dell’epoca e nonostante l’arrivo della tecnologia è rimasta in uso, portando ad un aggiornamento e rivisitazione dei personaggi, delle scene e delle tecniche utilizzate. Attualmente si utilizzano statuine in argilla, dei veri e propri set in miniatura con scenografie tridimensionali e particolari fotocamere con obiettivi macro, così da ottenere immagini in ingrandimento di soggetti molto piccoli. Tra una fotografia e l’altra vengono articolate le parti del corpo dei modellini all’interno della scenografia, così da simularne il movimento e l’interazione con lo spazio.

13. Locandina del film “A Shaun

the Sheep Movie: Farmageddon” del 2019. A seguire alcuni scatti del set in miniatura.

14. Frame della sigla di apertura della rubrica “Carosello” e i personaggi Carmencita e Caballero ideati per lo spot “Lavazza”, dall’agenzia Armando Testa.

Il processo di produzione di un filmato in Stop Motion è lungo e dispendioso in termini sia economici che lavorativi. Facendo un passo in dietro nel tempo, esattamente nel 1898, si può accreditare il primo caso di utilizzo questa tecnica, al film “Circus di Humpty Dumpty” con la regia di Albert E. Smith e J. Stuart Blackton. Successivamente troviamo il celebre film “King Kong” del lontano 1933, con la regia di Merian C. Cooper, Ernest B.; “The Nightmare before Christmas” del 1994, con la regia di Henry SelickSchoedsack; “Chicken Run” del 2000, con la regia di Petor Lord; “Corpse Bride” del 2005, con la regia di Mike Johnson e Tim Burton; fino ad arrivare ai giorni nostri con “A Shaun the Sheep Movie: Farmageddon” 13 del 2019, diretto da Will Becher e Richard Phelan. Per quanto riguarda l’Advertising, se ne fece largo uso anche in Italia verso la fine degli anni 50, con la nascita di Carosello 14 : un format che consisteva in una serie di filmati (spesso sketch comici sullo stile del teatro leggero o intermezzi musicali) seguiti da messaggi pubblicitari. Tra questi ricordiamo lo spot Carmencita e Caballero, creato dall’agenzia Armando Testa per Lavazza e animato da Osvaldo Cavandoli, di cui recito alcune frasi: «Caballero: Bambina, sei già mia. Chiudi il gas e vieni via. Carmencita: Pazzo! L’uomo che amo è un uomo molto in vista. È forte, è bruno e ha il baffo che conquista. Caballero: Bambina, quell’uom son mì… Oh yeh yeh yeh yeh yeh, oh yeh. Carmencita: Paulista! Amore mio... Coro: caffè, caffè, caffè Paulista».

Animazione 3D

Per quanto riguarda l’animazione 3D, una cosa di cui non si può fare a meno è la tecnologia, infatti essa è l’insieme delle tecnologie informatiche, applicate in questo campo. L’animazione 3D crea immagini statiche o in movimento all’interno di uno spazio tridimensionale. Il metodo di produzione prevede una scena composta da oggetti tridimensionali, detti modelli, e un meccanismo di produzione di un’immagine 2D, detto “motore di render” che si fa carico di tutti i calcoli necessari per la sua creazione, simulando la luce, le proprietà ottiche e le proprietà fisiche degli oggetti e dei materiali. Tutto ciò per poter funzionare bene, ha bisogno di macchine molto performanti e di conseguenza molto dispendiose a livello economico. L’animatore o il Motion Designer, può animare a suo piacere i modelli tridimensionali creati e per quanto riguarda l’animazione e simulazione di un corpo umano, l’animatore andrà ad agire su uno schema simile ad un sistema scheletrico, chiamato rigging, segmentando oggetti o parti del corpo in modo da produrne l’articolazione e il movimento. Lo scheletro verrà successivamente ricoperto da vari layer, per poi arrivare allo strato finale chiamato texture, al quale sarà possibile associare uno o più materiali che permetteranno di dare un effetto realistico agli oggetti. Questa tipologia di rappresentazione è nota come Skeletal animation. Grazie ai vari software, il soggetto essendo modellabile è sempre presente durante tutta la fase di animazione, a differenza dell’animazione 2D che ha bisogno di un disegno ogni 1-2 frame. Quando si vuole realizzare qualcosa che non esiste, come ambientazioni, paesaggi, edifici o prototipi in fase di sviluppo, entra in atto la modellazione 3D e tramite la tecnica del Motion Tracking è possibile inserire gli stessi all’interno di un determinato ambiente 3D e non.

15. Locandina del film “Avatar” del

2009. A seguire la tecnica della Motion Capture utilizzata sul set.

16. Filtro “Instagram Stories” realizzato dal sottoscritto, con l’utilizzo della tecnica del 3D Motion Capture del volto. A seguire le modellazioni 3D della piattafora “TikTok “ in collaborazione con giovani artisti.

Tra le varie tecniche utilizzate nel mondo cinematografico troviamo la Motion Capture che si basa sulla registrazione dei movimenti del corpo umano, utilizzando sensori o segni collegati a un soggetto, diventando un modello 3D. Utilizzando questa tecnica con le espressioni facciali, il 3D sarà ancora più realistico, portandolo ad uno step successivo rispetto alla skeletal animation, vista poco fa. Ne è l’esempio una produzione cinematografica targata James Cameron del 2009, che ha deciso di girare l’intero film utilizzando la Motion Capture, cioè Avatar 15 . Attualmente la grafica animata 3D, ha trovato largo spazio all’interno della grande società globale, infatti la possiamo ritrovare in varie applicazioni, dalla produzione industriale, all’architettura, al cinema, al settore pubblicitario e automobilistico. Alcuni brand scelgono di realizzare intere campagne pubblicitarie utilizzando il 3D così da abbattere i costi di produzione, ed ottenere un prodotto realistico grazie alle macchine moderne. Quindi, rispetto al mondo dell’animazione tradizionale, grazie a questo nuovo stile di Motion Graphic sono aumentate le professionalità. Ad esempio nel corso degli ultimi anni è molto utilizzata la modellazione 3D per quanto riguarda lo sviluppo di applicazioni (o App) per smartphone. Prendendo per esempio una delle più utilizzate al mondo con ben oltre un miliardo di utenti attivi, cioè Instagram (rete sociale che permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri, e condividerle in Rete), la funzione Storie 16 utilizzata quotidianamente da 500 milioni di utenti, ha implementato l’utilizzo di filtri in realtà aumentata con l’utilizzo della tecnica del 3D Motion Capture del volto. Anche Tik Tok, social network cinese nato nel 2016, ma che ultimamente sta spiazzando tutti i competitor, utilizza la stessa piattaforma per pubblicizzarsi collaborando con tanti giovani artisti, utilizzando la modellazione 3D.

Effetti speciali

Quando siete seduti in una sala cinematografica o davanti un televisore, sicuramente avrete visto effetti che vi hanno lasciato a bocca aperta. Quegli effetti possono essere considerati tecniche di Motion Design. Sono illusioni create nell’ambito audiovisivo per simulare eventi di una storia e si dividono in effetti ottici ed effetti meccanici. Gli effetti ottici, sono quelli creati “in camera” con l’esposizione multipla, il matte painting, o nei processi di post-produzione. Gli effetti meccanici invece vengono realizzati solitamente durante le riprese “live action”, infatti le produzioni cinematografiche riproducono gli effetti speciali (o SFX) nella realtà, in modo fisico e ripresi con la videocamera. Ricreano condizioni che non si verificherebbe in modo spontaneo, includendo ricostruzione di paesaggi, modelli in scala, effetti pirotecnici o atmosferici come la pioggia, il vento, la nebbia, la neve, etc. Attualmente molti effetti ottici e meccanici sono stati sostituiti da effetti generati in CGI 17 , tanto che si parla di effetti visivi (o VFX) in riferimento alla post-produzione digitale tramite appositi software.

17. Un frame dal film “Il signore degli anelli” del 2001, “Matrix” del 1999, la serie televisiva “Il trono di spade” del 2011. Alcune scene sono state ricostruite in computer graphic (CGI).

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