L'oca vanitosa

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Storie dello Stagno

L’oca vanitosa FRANCESCO SMELZO


Le oche non hanno l’aria di animali particolarmente intelligenti e, men che meno, ce l’aveva l’oca Fernanda, che abitava nella fattoria vicino allo stagno. Ogni giorno, insieme alle altre oche, percorreva il sentiero che, dall’aia, portava allo specchio d’acqua per andare in cerca di erbe e bacche di cui erano ghiotte. Una volta Fernanda, in coda al gruppo, trovò un cespuglio di rovi con delle grosse more nere e, essendone golosa, si fermò a mangiarne fino a riempirsi la pancia. Solo allora si accorse che le altre oche erano ormai ben lontane e che era rimasta sola. E se ne accorse anche la volpe Rubina che pensò di divertirsi alle spalle della stupida oca. «Buongiorno oca» - disse la volpe - «devo dire di non aver mai visto da queste parti un animale più leggiadro ed elegante di te.» «Grazie» - fece timidamente l’oca Fernanda «Solo una volta, veramente, incontrai un animale più bello. Molto più a nord. Era anch’essa un’oca come te, solo che aveva le penne nere come quelle di un corvo» - continuò la volpe. «Un’oca dalle piume nere? E com’è possibile? Tutte le oche sono bianche.» - rispose l’oca.

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«Ah, anche questa era nata bianca come te, solo che aveva incontrato una vecchia gazza che le aveva rivelato un metodo segreto per avere le penne nere.» «E qual è questo segreto?» - chiese curiosa l’oca Fernanda «voglio anch’io avere le penne nere per far morire d’invidia le altre oche.» «Beh» - proseguì la volpe - «visto che sei così bella, e che mi pari anche molto intelligente, te lo rivelerò.» «Di solito, nelle fattorie, dietro la stalla, il contadino ripone grossi mucchi di fanghi speciali, per venderli poi a caro prezzo come cura di bellezza.» «Sì, sì» - fece l’oca, tutta contenta - «ce n’è uno anche dietro la stalla della nostra fattoria… ecco quindi cos’era!» «Ebbene, il segreto per avere le penne nere consiste nel rotolarsi a lungo in questi fanghi» - disse la volpe Rubina. Ringraziando la volpe per il prezioso consiglio, l’oca Fernanda, invece di raggiungere le compagne allo stagno, tornò allora indietro, alla fattoria. Andò dietro la stalla, dove c’era il letamaio e… ci si tuffò dentro sguazzandoci ben bene. “Guarda che piume nere!” – pensava – “proprio come diceva quella volpe gentile. Stasera quando torneranno le mie compagne le farò morire d’invidia!” 2


Giunse la sera e le oche tornarono dallo stagno. Fernanda si fece loro incontro, tutta spavalda e altezzosa, sfoggiando il suo nuovo piumaggio nero e aspettando i loro commenti di ammirazione. E i commenti ci furono. Eccome! «Che puzzo!» - esclamarono in coro le oche - «ma come ti sei combinata?» «Stupide» - disse Fernanda - «non vedete che piumaggio scuro e lucente? Non sapete che al Nord tutte le oche hanno le penne nere e per questo sono considerate i più belli tra gli animali?» «Ah sì? Al Nord sono tutte nere?» - chiesero dubbiose le compagne - «e per questo sono considerate più belle?» «Certo.» - proseguì Fernanda - «Me l’ha detto una volpe saggia, che ha viaggiato molto.» A quel punto anche le altre oche rimasero un po’ perplesse… Certo l’odore… ma se l’aveva detto la volpe… se al Nord lo facevano. Quindi, rompendo gli indugi, chiesero tutte a Fernanda come aveva fatto a cambiare colore alle penne. Fernanda, sulle prime, esitava a rivelare il suo segreto perché voleva essere la sola ad avere quel piumaggio. Poi, orgogliosa di conoscere qualcosa che le altre non sapevano e lusingata dalle

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insistenti richieste acconsentì a rivelare anche alle altre il “trattamento di bellezza”. E presto tutte le oche si precipitarono al letamaio rotolandoci dentro come maiali. Potete immaginare quale odore si spargesse per tutta la fattoria! Il cane, venuto a controllare cosa stava succedendo, viste le oche piene di letame scoppiò in una sonora risata. E così risero della stupidità delle oche anche le galline, il cavallo, le capre e tutti gli animali della fattoria. Solo i maiali, a dir la verità, trovavano tutto questo normale. Ma non solo alla fattoria ridevano, anche la volpe Rubina, che dal limitare del bosco osservava tutta la scena, sghignazzava della stupidità delle oche.

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