Antropos in the world maggio

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LE PROBLEMATICHE DELLA VECCHIAIA e la musicoterapia(1) 8. Quadro di attività con la musicoterapia: La danza ANNO XII N.RO 5 del 01/05 /2016

Pag. 1. Pag. psicologica 2. La parabola di Renzi 3. L’angolo del cuore 4. ESCALATION 6. Teatro romano 7. Cristoforo Colombo 8. Amoris laetitia 9. L’autore del mese 10. Una donna nella storia 12. Pagani, cristiani, ebrei 13. Ugo Galluccio 14. Lorenzo Spurio 15. Manifestazione al Mirò 16. Paremiologia e pubbl. 17. Pagina medica 18. I grandi pensatori 19. Il Professore 20. Panama Papers 21. Carni porcine i salumi 22. Mater Dei 23. Buone comm’o ppane 24. Storia della musica 25. Carrozzone Rai 26. Premio naz.Editoria 27. La favola della settim. 28. Alleanza mummie 29. ‘A posteggia 30. Il Museo Diocesano 31. Variazioni climatiche 32. Regimen sanitatis 34. Il Duomo di Sarno 35. Elena Muti 36. Redazioni e riferimenti

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La danza stimola ritmicamente e musicalmente al punto che spesso induce spontaneamente a parteciparvi; addirittura, molte volte, questi comportamenti sono automatici, infatti, sono gli stessi pazienti ad iniziare da soli la danza,che li aiuta ad orientarsi nel tempo e nello spazio. Alcune esperienze hanno fatto registrare nei partecipanti cambiamenti d' umore, aumento della fiducia in se stessi, mantenimento o riacquisizione dell' autonomia e superamento dei momenti di solitudine e apatia; inoltre semplici esercizi motori, a tempo di musica, riattivano la circolazione sanguigna, aumentano il tono muscolare e allentano l'irrigidimento. L'ascolto di musica semplice può inserirsi nella routine quotidiana della vita della residenza, rendendo diversa la giornata. L'ascolto è utilizzato non solo come mezzo di distrazione, ma come momento importante per riavviare l'anziano ad una percezione attenta e globale. L'ascolto musicale è, inoltre, un vero e proprio mezzo per "l'attivazione delle funzioni cerebrali, poiché è un'azione complessa che coinvolge non solo la componente affettiva della persona ma anche quella razionale. E' dimostrato che l'ascolto della musica, con un atteggiamento prevalentemente dominato dall'emotività, veicola verso un netto aumento dell'attività cerebrale dell'emisfero di destra; mentre, un ascolto di tipo analitico-interpretativo, che si accompagna alla lettura dello spartito, produ-ce un aumento della funzionalità nell'emisfero di sinistra" Danzare fa bene allo spirito e alla salute, anche in terza età. Lo dimostrano due studi condotti dai ricercatori della Washington University e dell'Albert Einstein College of Medicine di New York che sono giunti alle stesse conclusioni: ballare è un vero toccasana per le persone anziane. Lungo l‟elenco dei benefici del ballo: migliora il controllo muscolare, favorisce l‟elasticità delle articolazioni e può addirittura ritardare il manifestarsi di sintomi del morbo di Alzheimer o di Parkinson. I ricercatori nordamericani sono partiti dall‟assunto, dimostrato da precedenti studi, che danzare faccia certamente bene alla salute fisica: rafforza le ossa e i muscoli, aumenta la salute cardiovascolare e polmonare, dona una maggiore elasticità nei movimenti. Ma questa pratica ha un effetto positivo anche sul cervello? I ricercatori hanno risposto all‟unisono. Gli scienziati di Washington hanno arruolato 38 pazienti anziani con il morbo di Parkinson e li hanno divisi in due gruppi: il primo ha fatto 20 lezioni di tango argentinodella durata di una ora, il secondo ha fatto altrettante sedute di stretching ed esercizi mirati. Al termine del follow-up, i risultati hanno mostrato che tutti i pazienti manifestavano un miglioramento nella Unified Parkinson's Disease Rating Scale Motor, un punteggio che valuta l‟andamento della malattia in relazione al movimento, ma solo gli anziani che si erano cimentati nel tango mostravano anche un netto miglioramento nel punteggio ottenuto al test Berg Scale, quello che valuta lo stato dell‟equilibrio statico e dinamico, e al test Timed Up and Go, che analizza la capacità di eseguire movimenti complessi, come girare attorno ad una sedia, sedersi, alzarsi. Gammon Earhart, autore dello studio, ha spiegato sulle pagine del Journal of Neurologic che il tango aiuta ad allenare alcune abilità psicomotorie, come l‟equilibrio dinamico: dover seguire il partner e le brusche alternanze dei movimenti è un ottimo esercizio per mente e corpo! (1). ( Continua) :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

F.Pastore – Le problematiche della vecchiaia e la musicoterapia.- A.I.T.W.Edizioni – Sa 2015 cod. e-book GGKEY: K6C9CH8SW3Q E – SBN IT\ICCU\MO1\0039225 - pagg. 25-26

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Antropos in the world

LA PARABOLA DI RENZI:

DA “IL BOMBA” AL PETARDODEL GOTTARDO Da “LE OPINIONI ERETICHE” di M.Rallo A s cuo la – l‟ho già s critt o – lo chia ma va no “i l B o mb a ” , p e r l a s u a a b i t u d i n e d i s p a r a r l e g r o s s e a s s a i . C r e s c i u t o u n p o ‟ , h a c o mi n c i a t o a s g o m i t a r e p er far si no tar e. La s ua p r i ma ap p ar izio ne te le vi si va – ricordano le cronac he del P aese de i B alocc hi – è d el 1 9 9 4 alla “R uo ta d e ll a Fo rtu na ”, l ‟a me na s tr is cia quotidia na c he Mi ke B o ngi orno co nduc eva dal le re ti di B erl usco ni. Agli s t ud i Mediase t i l gio va ne Re nz i (allora ve nte nne) era gi unto di etro se gnalaz ione dello zio, che collabora va con il Mi ke nazio nale nei p ro gra mmi a q ui z. F u u n v ero co lp o d i fo rtu na p er il r a g a z z o t t o d i R i g n a n o s u l l ‟ Ar n o : v i n s e 4 8 mi l i o n i d i lire, c he all ‟ep o ca era no u n b el gruz zo let to . F u al l o r a , c o n mo l t a p r o b a b i l i t à , c h e c o m i n c i ò a m o n t a r e la le g ge nd a d e l “la to B ” d i M a tt e u c c io . O v ve r o : c o n u n p o ‟ d i f o r t u n a a n c h e l e “b o mb e ” p o s s o n o t r a s f o r ma r s i i n b e n è f i c h e d i s p e n s a t r i c i d i r i c c h i p r e m i e cotillo ns. È, q uest a, la “filo so fia” (c hied o sc u sa a Ka nt e a Hegel) che da allora ha ispirato i l Vi spo T ereso, g uid a nd o ne l a s fo l go ra nte carriera: d a fi gl io d i u n i n t r a p r e n d e n t e i n d u s t r i a l o t t o d i f e d e d e mo c r i s t i a n a , a Co nsi gli ere e poi a P reside nte della provincia d i Fire nze, i n q uota Mar g he rita rutel lia na (2004 ). In tale ve ste – ap p re nd o d a W ikip ed i a – me na va va nto d ‟a ver d i mi n ui to co s ti e tas se p ro v i ncia li, ma la Co rte d e i Co nt i ha ap er to u n ‟i nd a gi ne s ulle sp e se d i rappresenta nza della P rovinc ia (lie vi tate i n epoca renzi an a a 6 0 0 .0 0 0 euro , un mi liard o e d uece n to mi lio ni d e lle v ecc hie lire) e s u altri p icco l i gar b u gli burocratic i. T r a n s i t a t o n e l P a r t i t o D e mo c r a t i c o , n e l 2 0 0 9 evi ta va d i rica nd id ar si al la P ro vi ncia, p re fer e nd o p iut to sto il r uo lo d i S ind a co , ch e no ta me n te d à u n a ma g gio re v is ib ili tà. I l re s to è sto ria no ta: la fo rma z i o n e d e l “ g i g l i o ma g i c o ” ( M a r c o C a r r a i , L u c a L o t t i , M a r i a E l e n a B o s c h i , E r a s mo D ‟ A n g e l i s , Federica Mogher i ni, ec cet era), il pe lle gri na ggio a l Sa nto Se p o l c r o d i Ar c o r e , la c a mp a g na p e r la ro tta mazio ne d e lla c la sse d irige n te e x -co mu n is ta e p er la s ua so s tit uz io n e co n u na co n gre ga d i fi g li d i Leo p o ld a, la ch ia mat a a l Co l le e l ‟ in ve st it ur a d a parte di Re Gior gio. Da q u el mo me nto , p o i, un su s se gu irs i i ni n ter ro tto d i furb a te: d alla s trate gi a d el Nazzare no a gli 8 0 euro , d al tru cco fi sca le che ha fatto l ie vit are le a s s u n z i o n i ( ma c o n f a c o l t à d i l i c e n z i a r e c h i u n q u e d o p o gli sc o n ti) a ll ‟ a n n u nz io d i una “r ip a r te nz a ” c he no n r ip a r te , d a lla r e nz iz z a z io ne d e l la R AI a l l ‟a r r uo la men to d elle tr up p e ca m mel late verd i nia ne, fi no a l l ‟ u l t i mo p i e t o s o t e n t a t i v o d i g a b e l l a r e c o m e u n a propria vit toria q uello c he è solta nto un e nne si mo

eserciz io d i svo gl iate zza d i un el etto ra to che ha i mp a rato a d isertare le ur ne.Il t utto – se mp re e co -mu nq u e – co nd ìto co n la ri t uale s up p o ne nza, co n s mar -gia ss ate d a capataz de l Rio ne Sa ni tà, con a tte ggia me nti da picc olo b ullo d i p eri fer ia : « È f in it o il temp o d i … » , e g i ù fr asi fat te e l uo g hi co mu ni d a q uat tro so ld i, ne lla sp era nza d i ess ere p reso s u l ser io , d i fare co lp o , d i es sere a mmir ato , di es sere co nsiderato un grande capo e non un pi cc olo arne se da “R uota del la For tuna”. Nat ural me nt e, nel la s ua fo ia d i ap p ar ire b ra vo , b el lo e so p r a tt ut to “ nuo vo ” , il Visp o T e r e so ha p r e so a “r i fo r mare” t utto e t utt i. Ha rifo r mato i l lavo ro e i lavo ra to ri, ha r ifo r ma to i c o nti p ub b l ici e le ta ss e (co n i b enè fic i e ffet ti c he t u tti co no sco no ), ha ri fo r mato la R AI , ha r i fo r ma t o le b a nc he ( ve r o , B a nc a E tr ur ia ? ) , h a rifo r mato – in p eg g io – tu tto i l ri fo r mab ile e l ‟irrifo r mab ile … Ed ha ri fo r ma to anc he – o so m ma vett a d i creati vi tà leopold i na ! – la nos tra Co st it uzio ne. Co me? Ma, p o ffarb acc o , ne lla p res u nzio ne d i e s sere lui – il Capo del Go ver no per grazi a di Dio e vo lont à di R e G i o r g i o – i l N u o v o U o mo d e l l a P r o v - v i d e n z a , i l P r e d e s t i n a t o , i l S o m mo V a t e c a p a c e d i i n c a p r e t t a r e g l i itali ani e di farsi per ciò ringraz iare (e votare) dagl i ste ss i, il Dr uido del la N uova Era de lla globalizza zi one a me r i c a n a e d e l l ‟ i m m i g r a z i o n e b e r g g l i a n a , c o l u i c h e g l i itali ani conti nuera nno a votare per forza d‟i ne rzia, affa sci na ti d a l suo acce nt o to sco , ip no tizza ti co me le v i t t i m e c h e u n c o b r a f i s s a p r i ma d i s f e r r a r e i l g u i z z o ve ne fico . Ecco – d unq ue – c he , ip o tizz and o d i ri ma nere a P alazzo C hi gi vi ta nat ur al dura nte, il P asco latore di B u fale T o sca ne ha co nc ep ito u na Co st it uzio ne che esal tas se il r uo lo d e ll ‟e sec uti vo a s cap ito d e l le g is lati vo , che ac ce nt ua sse il pe so del go ver no e s mi nuis se q ue llo d el p arla men to , che ne l i mi tas se so p ra tt utto i p o ter i d i c o n t r o l l o s u l l ‟ a z i o n e d e l G r a n d e T i mo n i e r e . L a r i f o r ma – che p rend e il no me d all a Fata T urch i na ch e no n p uò m a n c a r e n e l p a e s e d i P i n o c c h i o – c o mp r e n d e a n c h e l a so st an ziale el i mi nazio ne d i u na d e lle d ue Ca me re , il Se nato , u n te mp o “ca mer a alta” co me i n o g ni d e mo crazia o cc id e ntale e ad es so – al me no nelle i nte nz i o ni d ella ri fo r ma d a gli o c ch i azzurr i e d al ri ccio lo a mm a l i a n t e – c a m e r a d i r i c i c l a g g i o p e r s i n d a c i a mb i z i o s e t t i e co n si gli eri re gio nali i n cerca d i fo rtu na. Mo ti vaz i o ne u ffici ale: e v itare il d o p p io co ntro llo (e il d o p p io vo t o d i fid uci a) d el b ica meral is mo p erfetto . Co me se no n fo ss e stato p iù se mp l ic e e p iù o rga nico d i ffere nz iare l e co mp etenz e d elle d ue Ca mer e , anzic hé e li mi nar ne d i fa tto u na. Co nce ss io n e alla p iaz za: co sì face nd o si rid urra n no i cost i della pol itic a. Ved rete d i q ua nto d i mi n uira n no , se ma i q u ella (continua a pag.3)

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Antropos in the world r ifo r macc ia d o ve s se p as sar e: u na i nez ia, p i ù o meno il costo di un nuo vo aereo di rappresenta nza per via ggi di Stato e d i u n p aio d i b o mb ard a me nt i p er p o r tare la d e mo c r a z i a i n L i b i a . Ai c o n s i g l i e r i - s e n a t o r i p o t r à n o n d a r s i l o s t i p e n d i o , ma p r o v a t e a i m m a g i n a r e c h e r i c c h i fo nd i -sp e sa, c he l uc ull ia n i ri mb o rsi, ch e p ri ncip e sc he spese di rappre se nta nza po trebbero es sere liq uid ati a gli p s e u d o s e n a t o r i n o n e l e t t i d a n e s s u n o ma n o m i n a t i d a i Consi gli re gio na li; se nza cont are i “getto ni d i p rese nza” c he – ma g ari d o p o u no o d ue a nn i d i b uo na co n d o tta – p o treb b ero nasc er e e p ro liferare p er Co m m is sio ni, Co n s ult e e Co mi tat i. M a r i t o r n i a m o a l B o mb a e a l l e s u e d o t t e e s t e r n a zio ni, p referib il me n te i n c o n fere nza -s ta mp a co n ca m icia e crav atta e se nza giac ca, in sti le g io va ne p r o me s sa d i W all S treet. Orb e ne, in u na d ell e u lti me esib izio ni d i r uo ta ( la r uo ta d el p a vo ne, no n la r uo ta d e lla fo r t u na) il gio va ne vir gulto di P alaz zo Vecc hio ha el encato c on so mmo c o mp i a c i me nto l e “o p e r e d e l r e g i me ” c he e g li ascri ve alla propria i ll umi nata ges tio ne. P ecca to c he – nel la fo ga – il no stro ab b i a b ut tato d e n tro t utto ciò c he g l i c a p i t a v a : c o mp r e s o l ‟ A l p t r a n s i t , c h e è u n s i s t e m a ferro viario ad a lta veloc ità che do vrebbe colle gare i

L’ANGOLO DEL CUORE

d ue e stre mi d e lla gal leria d el Sa n Go ttard o ; gal leria che – co me b e n sa nno gl i a lu n net ti d el le s cuo le me d i e – sc o r r e i n t e r a me n t e i n t e r r i t o r i o sv i z z e r o . N o n u n a b o m b a , c o m e a i t e mp i g l o r i o s i d e l g i n n a s i o , ma s e m p l i c e m e n t e u n p e t a r d o , d i q u e l l i p i c co lin i, mo d e sti, c he si alza no p o c hi me tri e p o i fa n no p uf f. Lu n gi d a me – n atur a l me nte – l ‟id ea c he p er fare il P re s id e nte d e l Co ns ig lio ci si d eb b a rico rd are d elle lez io n i sco la stic he d el la p ri ma in fa nz ia. S i p uò a nc he e ss ere d eb o luc ci i n geo gra fia, ma s i d o vr eb b e al me n o avere il b uo n gu sto d i no n parlare di co se c he no n s i co nosco no. E no n è t utto. P erc hé – mentre Re nz i ascr iveva all ‟Ital ia i l p o ss es so d el S an Go t tard o – il suo fid o Min is tro alle i n fras tru tt ure Grazia no Delrio a nn u iva, co me a so tto li neare l a to tale co nd i vi sio ne d el le cavola te s nocciol ate dal s uo capo. Delr io, s i sa, è l‟a lter e go d i Re nz i; co l ui che, se il Vi sp o T ereso d o ves se u scire maci ul lato d alle elez io n i a mmi ni strat iv e e d al r e fere nd u m su lle ri fo r me, d o vreb b e ess ere i ncaric ato di re gger e la P reside nza de l Co nsi glio. For se è p er questo c he, fi n da ora, si alle na a p asco lare b u fale.

Michele Rallo

Da “χρòνο “

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Silloge di Franco Pastore

(ebook cod. GGKEY:BECCLSTGQT0 E )

I MIEI SOGNI

Oι őνειρoι μου All‟orizzonte danzano i miei sogni, li inseguo, senza posa, all‟infinito. E all‟infinito, corre il cuore mio, che vive e pulsa solo per sognare. La vita stessa, infatti, è solo andare verso quell‟isola, che ... neppure c‟è. E‟lì che approderò, quando non brilleranno più le stelle, nel mio cielo; quando, persino i sogni

IL RESPIRO DEL TEMPO „H αναπνοή του χρόνου

Impulsi di sogno, alla carezza della primavera, ritornano, coi vecchi ricordi, tra i tormenti del silenzio. Lascia il suo respiro il tempo e, tra riflessi di rimpianto, i nuovi sogni sfumano nella la vita, che continua. Tra i sussurri dell‟alba, come una gemma sul ramo, una tenue speranza nel sorriso d‟un nuovo giorno.

perderanno di significato, come gli occhi, le mani e ... il gioco del domani. -3-


Antropos in the world

ESCALATION

(I PARTE)

DI FRANCO PASTORE - DA LE STELLE DELLA STORIA © 2006 Ed. Antropos in the world - ISBN IT\ICCU\MO1\0035683

FRANCO PASTORE

M a r i a n n a I l

d e L e y v a p r o c e s s o

A.I.T.W. edizioni Collana- Poesia monografica

La Gertrude manzoniana, simbolo della maltrattata aristocrazia femminile cinquecentesca‚ è la figura più sconcertante‚più moderna e più intrigante dei Promessi Sposi‚ tanto che lo scrittore‚ nella prima stesura del romanzo, le aveva dedicato ben sei capitoli. Marianna, nata nel 1575, da don Martino De Leyva‚ principe d‟Ascoli e conte di Monza‚ e da donna Virginia Marino‚ all‟età di tredici anni‚ era già novizia nel convento delle benedettine di S. Margherita a Monza. Nel 1597‚ iniziò una relazione con Giovanni Paolo Osio ed aveva 22 anni. Nel 1607‚vevve arrestata‚ processata e condannata ad essere murata viva nella Pia casa delle Convertite di Milano fino al 1622, anno in cui venne liberata‚ per volontà di Federigo Borromeo. Nel 1650‚ all‟età di settantacinque anni‚ Marianna De Leyva‚ conosciuta come suor Virginia Maria‚ chiudeva la sua esistenza terrena. In quello stesso anno‚ il territorio di Monza cessava di essere un possedimento dei duchi di Leyva‚ per estinzione della famiglia e veniva acquistato dai Durini che la conserveranno fino al 1700. Chi scrive ha sempre provato sentimenti di commozione profonda per questo personaggio‚ che ha vissuto un vero e proprio dramma della solitudine‚

tradita negli affetti più cari e vittima di una società ingiusta‚ ipocrita e stoltamente bigotta‚ che l‟ha veicolata versa l‟autodistruzione e la follia. I principi d‟Ascoli‚ Luigi de Leyva‚ dell‟illustre famiglia spagnola diventata famosa perché suo padre‚ Antonio de Leyva, era un comandante militare al seguito di Carlo V (successivamente‚ primo governatore di Milano‚ dopo la morte del duca Francesco II Sforza nel 1535) e Marianna de la Cueva‚ nel 1548‚ generarono il secondogenito Martino‚ il quale dedicò la sua vita alla carriera militare. Il 15 dicembre del 1574‚ a 26 anni, sposò Virginia, figlia del banchiere Tommaso Marino, l‟uomo più ricco di Milano‚ per la promessa di una dote di 50.000 scudi. Nel 1575‚ nacque la loro unica figlia‚ alla quale diedero nome Marianna dalla madrina Marianna, sorella di Martino, e moglie del marchese di Soncino. Alla morte del banchiere‚ il palazzo fu diviso in quartieri e la coppia andò a vivere in quello quello all‟angolo tra piazza san Fedele e via Caserotte‚ formato una saletta‚ tre camere et un porteghetto‚ con due vasi necessari et un poco di giardino‚con un pozzo et due torrione. Il 1 ottobre 1576, la piccola Marianna perde la mamma di peste‚ che in quell‟anno infuriava a Milano. La donna aveva fatto testamento‚ nel quale assegnava alla figlia Marianna ed al primogenito del suo primo matrimonio Marco Pio, il 50% ciascuno. Il marito doveva ricevere “l‟usufrutto della dote e un anello con gemma di un certo valore”. Il testamento viene subito impugnato dalle sorelle di Marco Pio‚ escluse dall‟eredità‚ che chiedono immediatamente un inventario dei beni. ( Continua )

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Palazzo Marino


Antropos in the world

CRISTOFORO COLOMBO e la Madonna di Loreto di Renato Nicodemo

E‟ tale la grandezza di Cristoforo Colombo c dal 12 ottobre 1492, da quando cioè toccò terra nel Nuovo Mondata da cui, e i più fanno partire l‟epoca moderna. Pochi sanno però che Colombo era un uomo profondamente religioso. Di famiglia molto devota studiò nella scuola della corporazione dei lanieri e imparò la religione , l‟aritmetica, la geografia e le prime nozioni dell‟arte della nautica. Confratello della Venerabile Confraternita di Santa Caterina di Genova era devoto in modo particolare della Madonna e di San Francesco. Il suo nome Cristoforo ( Portatore di Cristo) gli suggeriva poi di portare Cristo a chi non lo conosceva. Recenti studi, in proposito, hanno dimostrato che Colombo fu inviato dalla Chiesa di Roma e non da Isabella di Castiglia e che a muovere la spedizione fu fu la sola diffusione del Vangelo di Cristo. (1) Convinto di svolgere una missione accompagnata dal favore divino fin da quando toccò terra ebbe al centro della sua attenzione il problema della conversione degli indigeni. E‟, con Dante, l‟unica persona laica a cui un Papa abbia dedicato un documento pontificio. (2) Cambiò il nome “La Gallega” (La Galiziana) in “Santa Maria” alla sua nave ammiraglia (non caravella) e volle la croce dei Templari sulla nave e la croce rossa che segnalava i pellegrini nei Luoghi Santi sulle caravelle. Partì invocando la SS. Trinità., dopo aver ricevuto i sacramenti, aver salutato la Madonna de la Rabida e aver posto l‟impresa sotto la sua protezione; detta, perciò, “Madre di Spagna e America”.Durante il viaggio, poiché la Pinta era rimasta indietro Colombo si fermo all‟isola la Gomena nelle Canarie dove tutti assistettero alla messa e si confessarono nella chiesa dell‟Assunzione. Quando avvistarono terra, il 12 ottobre, festa della Madonna del Pilar, pregarono e cantarono il “Salve Regina”. Sulla via del ritorno la Pinta (Dipinta) con Martin Alonso Pinzòn e la Niña (Bambina) con Colombo – la Santa Maria naufragò per una distrazione nella baia di Haiti - si trovarono ( 13 - 15 febbraio 1493) nel bel mezzo di una violenta tempesta che le forze umane non riuscivano a reggere. Si rivolsero perciò all‟intervento divino affidandosi a Dio attraverso l‟intercessione della Madonna a cui fecero tre voti collettivi. Furono messi in un berretto tanti ceci quanti erano i marinai della Niña (la Pinta fu perduta di vista).Uno dei ceci era segnato con una croce e chi lo avesse estratto sarebbe dovuto andare in pelle-

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grinaggio ad un santuario. Il primo e il terzo sorteggio caddero sullo stesso Colombo, che si impegnò a recarsi al santuario spagnolo di Santa Maria di Guadalupe, in Estremadura, recando un ce-ro di 5 libbre e a quello di Santa Clara, patrona di Moguer, centro dell‟Andalusia, dove era stata costruita la Niña e che partecipò attivamente ai preparativi del viaggio. Nel secondo sorteggio venne estratto un marinaio, Pedro de Villa,al quale Colombo promise i denari per la spesa del viaggio “a Santa Maria di Loreto, che si trova nella Marca di Ancona, nello Stato del Papa, che è la Casa dove la Santissima Vergine ha fatto e fa ancora molti e grandi mi-racoli”. Non possiamo non notare qui che Colombo nel suo “Giornale di bordo” dimostra una conoscenza esatta del santuario lauretano il che non è escluso che possa esservi recato da giovane marinaio, incrociando nell‟Adriatico tra il 1465 e il 1475. Continuando la tempesta fecero un successivo voto di trascorrere una notte di veglia nella prima chiesa dedicata a Maria che avessero incontrato appena sbarcati. Rasserenatosi il mare, dopo qualche giorno avvistarono terra: era l‟isola portoghese di Santa Maria, una delle Azzorre, si diressero alla chiesa di “Nossa Senhora dos Anjos” (Nostra Signora degli Angeli). Giunti in Spagna mantennero fede ai voti fatti. Colombo si recò, a piedi scalzi e con abito penitenziale, al santuario di N. S. di Guadalupe promettendo ai frati che se avesse scoperto una nuova terra le avrebbe dato il nome del santuario cosa che effettivamente fece nel secondo viaggio, quando con nuova ammiraglia soprannominata “Maria Galante” chiamò S.M. di Guadalupe la seconda isola scoperta. Annota il Taviani: “N.S. di Guadalupe era una delle più celebri Madonne della Spagna. Oggi, in termini statistici, la più celebre del mondo, per la diffusione che il suo culto ha avuto nelle Americhe. A tale diffusione – prima ancora che sorgesse nel 1531 il santuario messicano – oggi ancor più rinomato dello spagnolo – contribuì il genovese devoto della Madonna, battezzando con il suo nome una delle più belle isole del Mondo.” (3) (P.E. Taviani, La meravigliosa avventura di COLOMBO, Novara 1996, p. 71). Pedro de Vila si recò a Loreto. (Continua a pag. 7)


Antropos in the world

IL TEATRO ROMANO a cura di Andropos

La parola commedia è tutta greca: κωμῳδία, "comodìa", infatti, è composta da κῶμος, "Kòmos", corteo festivo e ᾠδή,"odè", canto. Di qui il suo intimo legame con indica le antiche feste propiziatorie in onore delle divinità elleniche, con probabile riferimento ai culti dionisiaci . Negli ultimi decenni della repubblica, si assiste a una grande crescita di interesse verso il teatro, che ormai non coinvolge più solo gli strati popolari, ma anche le classi medie e alte, e l'élite intellettuale. Cicerone, appassionato frequentatore di teatri, ci documenta il sorgere di nuove e più fastose strutture, e l'evolvere del pubblico romano verso un più acuto senso critico, al punto di fischiare quegli attori che, nel recitare in versi, avessero sbagliato la metrica. Accanto alle commedie, lo spettatore latino comincia ad appassionarsi anche alle tragedie. Il genere tragico fu anch'esso ripreso dai modelli greci. Era detta fabula cothurnata (da cothurni, le calzature con alte zeppe degli attori greci) oppure palliata (da pallium, come per la commedia) se di ambientazione greca. Quando la tragedia trattava dei temi della Roma dell'epoca, con allusioni alle vicende politiche correnti, era detta praetexta (dalla toga praetexta, orlata di porpora, in uso per i magistrati). Ennio, Marco Pacuvio e Lucio Accio furono autori di tragedie, non pervenuteci. L'unica praetexta ("Octavia") giunta fino ai nostri giorni è un'opera falsamente attribuita a Lucio Anneo Seneca, composta poco dopo la morte dell'imperatore Nerone. Il massimo dei tragici latini si ritiene sia stato Accio, il quale, oltre a scrivere una quarantina di tragedie d'argomento greco, si avventurò nella composizione di due praetextae: Bruto e Decius, tratteggiando i caratteri di due eroi repubblicani romani. Seneca si distinse per lo spostamento del nodo tragico, dalla tradizionale contrapposizione tra l'umanità e le norme divine, alla passione autenticamente sgorgata dal cuore umano.

Lucius Accius: Prometheus

(fabula praetexta - circa 70 d.C.)

Nacque da genitori liberti nel 170 a.C.; è incerto il luogo di nascita: potrebbe essere nato a Roma ed essersi trasferito successivamente a Pesaro in occasione di una adscriptio novorum colonorum, oppure proprio a Pesaro, dove visse da giovane. Esordì come autore tragico nel 140 a Roma e le sue prime opere, pare, destarono invidia nell'allora più celebre letterato Pacuvio, più anziano di lui.Verso il 135 visitò Pergamo per poter meglio conoscere la cultura greca di quel periodo. Tornato a Roma divenne uno dei principali esponenti del collegium poetarum (Corporazione dei poeti), tanto da raggiungere una certa notorietà già attorno ai trent'anni.Attorno al 120 raggiunse definitivamente la fama proponendosi non solo come teatrante, come era invece ad esempio Plauto, ma come un grammatico che vive delle proprie opere. Fu quindi l'inizio di quel processo che ha portato il teatro ad essere considerato parte integrante della letteratura. Un curioso aneddoto a noi giunto riguarda la sua personalità orgogliosa, che lo spinse addirittura a richiedere che venisse eretta un'enorme statua a sua somiglianza nella sede del collegium poetarum, nonostante la sua bassa statura; anche a causa di questi comportamenti si guadagnò gli attacchi di Caio Lucilio, il noto poeta satirico che era legato al Circolo degli Scipioni.Decise successivamente di creare attorno a sé una ristretta associazione di letterati scelti da lui stesso. Morì verosimilmente a Roma intorno all'85 a.C.

TRAMA DELLA COMMEDIA

Prometeo è il titolo di una tragedia cothurnata quasi completamente perduta. Parte della copiosa produzione del poeta di Pisaurum, quest'opera fu scritta ad imitazione dell'omonima tragedia di Eschilo. È questo assieme a un lacerto del Giudizio delle armi l'unico brano di tragedia sicuramente connesso a Eschilo, in quanto la produzione ellenizzante della fine del II secolo a.C. gradiva maggiormente le sottigliezze del dramma Euripideo, ma da particolari biografici riferitici da Aulo Gellio (Noctes Atticae XIII, 2, 1) Accio volle confrontarsi con la tradizione del predecessore all'epoca più in vista, Marco Pacuvio, prima di cimentarsi su nuove strade. Questo spiega la frequenza di frammenti a lui attribuiti derivanti da fabulae cothurnatae di argomento greco rispetto alle praetextae di argomento romano che pure contribuì non poco a far rappresentare in Roma. Trapiantato a Roma col teatro greco, il mito ebbe molte trascrizioni poetiche e teatrali tra cui la tragedia Prometheus di Lucio Accio (n. 170 a. C.) imitata da Eschilo e perduta con molte altre.

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in Vile Europa, 33 Caserta


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CRISTOFORO COLOMBO E L MADONNA DI LORETO di R.Nicodemo Il pittore Cesare Maccari ha raffigurato l‟assolvimento del voto fatto da Cristoforo Colombo nella cupola della basilica, decorata negli anni 1892-1908. L‟artista ha immaginato Colombo a Loreto, raffigurandolo in ginocchio dentro la Santa Casa, sulla sinistra, accanto a un sacerdote, mentre Pedro de Vila di schiena con il modellino di una caravella in mano, probabilmente la Niña, lo offre alla Madonna come ex voto per il grave pericolo scampato. Terziari francescano, fu immacolati sta convinto. Dopo San Salvador chiamò Santa Maria de la Concepcion (oggi Rum Cay) la seconda isola raggiunta (14 ottobre) e portò questa sua devozione alla terra scoperta, l‟America meridionale, chiamando poi valenti missionari francescani che ne diffusero ovunque il culto. Quando Pio IX interpellò i diversi Episcopati locali sulla convenienza di proclamare il dogma dell‟Immacolata Concezione, il Primate americano rispose che nella America meridionale il culto dell‟Immacolata era una realtà creduta già da tutti. (4) Padre Roschini, in verità, riporta che non manca chi

(continua da pag.5)

parla di un culto mariano esistente in America prima della scoperta di Colombo, per via di una lapide scoperta nel 1848 da un contadino nel nord del Minnesota, lapide che riporta nel testo dell‟epigrafe le sigle A.V.M. e A.D. 1362, sigle che tutti gli archeologi hanno letto Ave Maria o Ave Virgo Maria e Anno Domini. (5) Concludiamo ricordando che i funerali del grande esploratore si svolsero nella chiesa di Santa Maria de la Antigua a Valladolid 1506. Renato Nicodemo NOTE (1) Cf AA.VV., Chi finanziò la grande impresa?, Banca Popolare Pugliese, Dicembre 1991. (2) Dante: Paolo VI,Altissimi cantus, Motu proprio, 1965 Colombo, Leone XIII, De Christophoro Columbo, Epistola, 1892. (3) P.E. Taviani, La meravigliosa avventura di COLOMBO, Novara 1996, p. 71. (4) Cf D. Del Gaudio sfi, L‟immacolata Concezione di Maria, in Campania Serafica, dic. 2004

L’UKRAINA ED IL SUO FASCISMO di MICHELE ISBOsbn

Di Michele Rallo – SBN 9788861481763

L'Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini dalle origini alla guerra fredda. Trentadue pagine pagine di illustrazioni fuori testo. Il libro ripercorre la storia dell'Ukraina moderna, in parallelo a quella della più attiva ed interessante tra le sue forze politiche, l'Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini, formazione che per molti versi si è ispirata al fascismo italiano. Il lavoro fornisce anche una interessante chiave di lettura per le vicende odierne di quel Paese, sempre in bilico, storicamente, fra est e ovest, fra Russia e Germania.

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L’Ukraina di oggi è il secondo più vasto Stato eu-ropeo (dopo la Russia e prima della Francia), sia pure con una popolazione di neanche 50 milioni di abitanti. Ma non è sempre stato così. Fino a non moltissimi anni fa sono esistite due Ukraine, fisicamente (e politicamente) separate dal fiume Nipro che taglia il Paese in due: dal confine con la Bielorussia, a nord, fino alla confluenza nel Mar Nero, a sud. Più in dettaglio – come si vedrà – le realtà geopolitiche dell’Ukraina erano (e sono tut-tora) quattro: occidentale, orientale, meridionale e centrale. Ritorniamo, comunque, alla semplificazione iniziale, più adatta a delineare i fondamenti della questione. Due Ukraine, dunque, con due anime profondamente diverse: l’anima russofila e panslavista dell’Ukraina orientale, l’anima mitteleuropea, asburgica, germanofila dell’Ukraina occidentale.

“L’Ukraina e il suo fascismo” di Michele Rallo - Il volume è acquistabile nelle librerie specializzate (militari, storiche, ecc.) o direttamente presso l’editore:LIBRERIA EDITRICE EUROPA - Via Santamaura, 15 – 00192 Roma -telefono: 06 397 22 155 – E-mail : ordini@libreriaeuropa.it – in rete: www.libreriaeuropa.it


Antropos in the world DALLA REDAZIONE DI SAN VALENTINO TORIO, il giornalista Dott.Vincenzo Soriente

AMORIS LAETITIA L‟Amoris laetitia è un‟esortazione pastorale di Papa Francesco, di qualche mese fa, che spazia tra temi molto importanti ( l‟ amore coniugale, la fa miglia, la sessualità,il ruolo dei genitori, le adozioni, l‟ omosessualità) tra nuove aperture e alcune conferme me: in nove capitoli sviluppati in 264 pagine, dopo i due Sinodi sulla famiglia. Racchiudere gli argomenti dell‟esortazione in un articolo, dagli spazi limitati, è difficile: proverò a toccare gli argomenti più importanti e più innovativi. Il papa condanna il calo demografico e si esprime chiaramente contro ogni contraccettivo, sterilizzazione e contro l‟aborto. Il calo demografico è dovuto proprio a queste tecniche e si incoraggia la denatalità anche nei paesi in cui vi è un calo di nascite. Mi sia consentito di affermare che, a questo punto, il papa poteva anche spingersi più in là e, fatta la dovuta differenza tra la contraccezione da una parte e la sterilizzazione e l‟aborto dall‟altra, si poteva anche ammettere l‟uso della contraccezione, che non serve solo a bloccare la nascita di figli, ma costituisce una valida difesa contro il pericolo di malattie veneree e contro l‟AIDS. E‟ già noto il pensiero di Papa Francesco sulla centralità della famiglia come pilastro portante delle società e delle nazioni. In questo documento, il papa rafforza il suo pensiero sull‟importanza di provvedere a fornire ad ogni famiglia una casa dignitosa, da parte dello stato: una “famiglia e una casa sono due cose che si richiamano a vicenda” e spesso “la mancanza di un‟abitazione porta a rimandare la formalizzazione di una relazione”. A seguire, il Papa parla dello sfruttamento sessuale dei bambini come “una delle realtà più scandalose e perverse della società attuale”. “L‟abuso sessuale dei bambini diventa ancora più scandaloso quando avviene in luoghi dove essi devono essere protetti, particolarmente nelle famiglie, nelle scuole e nelle comunità e istituzioni religiose”. Altro argomento affrontato è la miseria, l‟eutanasia e il suicidio assistito; la miseria e altre similari piaghe, vengono descritte come gravi minacce per le famiglie in tutto il mondo. Sull‟eutanasia e il suicidio assistito si conferma il parere contrario; la miseria e le altre piaghe ( come la tossicodipendenza, l‟alcolismo il gioco ) opprimono e ,talvolta, distruggono molte famiglie. La famiglia. Sulla famiglia il Papa ribadisce che “solo l‟unione esclusiva e indissolubile tra un uomo e una donna svolge una funzione sociale piena”. E continua: “Le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio”. Per quanto concerne la pratica dell‟utero in affitto, Papa Francesco, afferma che essa significa “strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile” e in un discorso più ampio sulla donna e i

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suoi diritti, pone l‟accento sulla violenza contro la donna, in tutte le forme in cui viene esercitata (violenza fisica e sessuale, anche all‟interno della coppia). Si parla di infibulazione, praticata sulle donne in tenera età, secondo i costumi di alcune società, e delle disuguaglianze nei posti di lavoro. Riferendosi, poi, alle teorie che tendono a negare le differenze di sesso (gender) il Papa condanna “una società senza differenze di sesso, che svuota la base antropologica della famiglia”. Queste teorie stravolgono tutto senza tener in alcun conto le diversità biologiche tra l‟uomo e la donna, il maschio e la femmina. Argomento affine è considerato la tendenza a manipolare l‟atto generativo per venir incontro a desideri di singoli o di coppie, che, così facendo, cadono “nel peccato pretendendo di sostituirsi al Creatore “. Istruzioni sull‟amore. In questo capitolo, che è uno dei più innovativi, si parla dell‟amore tra gli sposi, dettando alcuni richiami a “tecniche operative di carattere pratico”. Gli sposi devono mostrare pazienza reciprocamente, “le relazioni siano idilliache”, siano benevoli e “si donino in modo sovrabbondante”, evitare di essere “arroganti e insopportabili”, siano umili e “si rendano amabili”, evitare di mettere “in rilievo i difetti e gli errori dell‟altro”. Gli sposi sono invitati a non finire una giornata “sena fare pace”, “ a perdonare senza portare rancore”, a parlar bene l‟uno dell‟altro, mettendo in risalto il lato buono del partner, a essere umili e rendersi “amabili”. Si ricorda, infine, che “le gioie più intense della vita nascono quando si può procurare la felicità degli altri” Raccomandazioni per i giovani. Essi non dovranno prendere decisioni affrettate pur senza rimandare all‟infinito. Quando si fa una scelta si corre sempre un rischio, ma bisogna saper aspettare e comprendersi e parlare pacatamente e con atteggiamento consono a ogni situazione. La sessualità è “regalo meraviglioso” e occupa “un posto importante nel matrimonio”. Già il papa Benedetto XVI aveva sostenuto che l‟insegnamento della Chiesa “non ha rifiutato l‟eros come tale, ma ha dichiarato guerra al suo stravolgimento” – Dio ha creato la sessualità che è un regalo meraviglioso per le sue creature”. E Giovanni Paolo II ha spiegato che l‟insegnamento della Chiesa non porta a “una negazione del valore del sesso umano”. Quindi non è esatto considerare i bisogni degli sposi “oggetto di disprezzo”. E l‟attuale papa stigmatizza che la sessualità deve mettere da parte “la soddisfazione egoistica dei propri desideri e per questo “un atto coniugale imposto al coniuge senza nessun riguardo alle sue condizioni e ai suoi giusti desideri non è un vero atto di amore” . I figli non siano mai indesiderati e siano sempre accettati come “dono di Dio”. (Continua a pag.11)


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L‟AUTORE DEL MESE:

LA MORTE DI CESARE

R A D I O C R O N A C A I N V E R S I N A P O L E T A N I D A L L A C U R I A D I P O M P E O III parte Antropos

Copyright © by Franco Pastore - Febbraio 2015 Una realizzazione A. I. T. W. - IT\ICCU\MIL\0880499

Nelle Biblioteche universitarie di Campobasso, Napoli, Modena, Pavia e la bibl. prov. di Salerno

"Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore" (Th. Mommsen, Storia di Roma antica – L. V - Cap. XI)

Più di 60 persone presero parte alla congiura. I capi erano ex-pompeiani, come Caio Cassio, praetor peregrinus, e Mar-co Bruto, praetor urbanus, ma anche alcuni cesariani, come Deci-mo Bruto, console designato per l'anno seguente, e Trebonio, uno dei migliori generali di Cesare destinato al consolato nel 42. Il promotore e vero capo della congiura era Cassio, mentre Marco Bruto, considerato un filosofo stoico, al di sopra degli interessi personali o di classe, benché facesse l'usuraio, aderì poco prima dell'assassinio. I congiurati furono a lungo incerti se trucidarlo in Campo Marzio mentre faceva l'appello delle tribù in occasione delle votazioni, oppure se aggredirlo sulla via Sacra o all'ingresso del teatro. Ma quando il Senato venne convocato nella Curia di Pompeo, il15 marzo del 44 a.C., preferirono quel tempo e quel luogo. Portarono in Senato delle casse con le armi, facendo finta che fossero documenti ed appostarono un gran numero di gladiatori nel teatro di Pompeo, a poca distanza dalla Curia. Il giorno delle Idi Cesare non si sentiva bene. Calpurnia, sua moglie, aveva avuto dei tristi presentimenti e lo scongiurava di non andare in Senato. Gli indovini avevano fatto dei sacrifici e l'esito era stato sfavorevole. Cesare pensò di mandare Marco Antonio ad annullare la seduta del Senato. A questo punto, i congiurati inviarono Decimo Bruto ad esor-tare Cesare a presentarsi in Senato, perchè i senatori erano già da tempo arrivati e lo stavano aspettando. Come avrebbe potuto non andare? Annullare la seduta sarebbe stata un'offesa per i magi-strati. E poi, lì era Decimo Bruto, amico fedelissimo, nominato addirittura nel testamento, quale suo secondo erede. E fu così che verso le undici del mattino (ora quinta), Cesare si mise in cammino. Effettuò le pratiche religiose previste ed entrò nella Curia.

Mentre il console Marco Antonio rimase fuori trattenuto a bella posta da Trebonio. Cesare era senza la guardia del corpo di soldati ispanici perchè poco tempo prima aveva deciso di abolirla. Solo senatori e cavalieri erano i suoi accompagnatori. Appena si fu seduto, i congiurati lo attorniarono come volessero rendergli onore. Cimbro Tillio prese a perorare una sua causa. Cesare fece il gesto di allontanarlo per rinviare la discussione.Allora Tillio lo afferrò per la toga. Era il segnale convenuto per l'assassinio. Publio Servilio Casca colpì Cesare alla gola. Cesare reagì, afferrò il braccio di Casca e lo trapassò con lo stilo, cercando di alzarsi in piedi, ma venne colpito di nuovo. Cesare vide i pugnali avvicinarsi da ogni parte. Allora si Cesare coprì la testa con la totoga e con la mano sinistra la distese fino ai piedi. Voleva che la morte lo cogliesse dignitosamente coperto. Ricevette 23 ferite. Solo al primo colpo si era lamentato. Poi solo silenzio. Cadde a terra esani-me. I senatori fuggirono in preda al panico. Rimasero solo i congiurati. Tre schiavi deposero il cadavere su di una lettiga e lo riportarono a casa. Cesare aveva 56 anni. La vigilia delle Idi, discutendo su quale fosse la morte migliore, aveva detto a Marco Lepido "Ad ogni altra ne preferisco una rapida ed improvvisa". E così era stato. A quel punto, sissanta pugnali s’avvicinano minacciosi e mortali … 56 Comprendendo ch’è giunta la fine, Giulio Cesare si copre decente, senza un gemito, ‘na sillaba, niente . 59 Vintitrè pugnalate arrivère, Cesarine s’accasciàie pe’ terra Senature e crestiàne fujère, 62 tutt’attuòrne sembràve ‘na guerra. Vuleve ‘na morte ‘mpruvvìsa E, pe’ Giòve, accussì era stato! 65 In silenzio, a sott’o mantièlle, con dignità, l’aveva aspettata. (Continua)

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LA DONNA NELLA STORIA

Processo ad una regina di Giovanni RUOTOLO

La cameriera non ha dubbi, è un lamento, un flebile gemito. Esso proviene dalla camera della Regina. Vi accorre trafelata. Bussa, nessuna risposta. Apre senz‟alcun indugio la porta. Ma, a quel che le si para davanti , le sfugge un grido: la Regina Maria Carolina e‟ riversa di traverso sul letto, il viso stravolto, gli occhi sbarrati, rivolti al soffitto, ed un rivolo di sangue che le fuoriesce da un angolo della bocca. Subito dopo, un trambusto, un accorrere di servi-tori e di famigliari. E‟ la notte tra il sette e l‟otto settembre 1814, un colpo apoplettico e la Regina non esisteva più. E‟morta nel castello di Hetzendorf, nei pressi di Vienna, lontano dalla sua amata Napoli. Prima di mettersi a letto era rimasta a scrivere tutta la sera così come aveva sempre amato fare. Oggi, grazie ai suoi carteggi con il marito, con Acton, Lady Hamilton e tanti altri siamo in possesso di uno spaccato delle vicende di quel periodo.Il 10 settembre fu possibile vederla sul suo eretto nella cappella della Corte. Essa era gremimitissima e lei, la Regina di Napoli,sembrava piccola,eccessivamente piccola e rattratta.

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(I parte)

Era vestita in modo semplice: una veste di taffettà, una cuffia e una pettiglia di dentellers‟, e aveva scarpette argentate. Ho avuto modo di vedere la sua maschera mor-tuaria conservata in una teca nel Palazzo Reale di Napoli. E‟ lo stampo della tristezza, di una infinita stanchezza. Ci si può chiedere ,come mai sia morta in Austria e non nelle capitale del suo beneamato Regno. Il fatto e‟ che la Regina fu letteralmente cacciata dalla Sicilia, durante il secondo esilio dei Borbone, dall‟ammiraglio inglese Lord Bentincck per presunti intrighi con esponenti murattiani. Dopo un lungo e travagliato viaggio giunse nella capitale austriaca, ma, per questioni di opportunità fu relegata nel castello di Hetzen-dorf, distante dalla Capitale. Emarginata, solo lamentava il fatto che nessuno andasse a farle visita, a parte quei pochi che vi si recavano unicamente per vedere l‟ultima figlia in vita della grande Imperatrice Maria Teresa d‟Austria. Pochi giorni dopo il funerale, pochissimi pensa-rono ancora alla Regina di Napoli, e tra questi, uno che le era stato particolarmente devoto: e‟ il Signor de Preville,ammiraglio al sevizio del Regno di Napoli. In una lettera inviata a ci ha tenuto a ribadire… beh, lasciamo parlare lui stesso: ”nulla di più falso di quanto, s‟è voluto affermare intorno all‟aver la Regina voluto punire i rivoluzionari di Napoli con tante orribili esecuzioni capitali. Coloro che l‟han-no provocato sono stati l‟Acton e Nelson; anzi la Regina s‟è perfino rotta col Re per questo fatto. Ebbene tutta l‟Europa ha inveito e inveirà sempre contro Maria Carolina per quel rigore eccessivo.” E‟ vero quanto teste‟affermato dall‟ammiraglio?Io nutrirei dei dubbi al riguardo.Maria Carolina aveva una forte personalità, nutriva un odio viscerale per tutti coloro che direttamente ed indirettamente avevano con le idee e con i fatti decretato la morte dell‟amata sorella Maria Antonietta, Regina di Francia. Per tali motivi non credo che abbia partecipato supinamente a quelle stragi. Ma al riguardo, come in una sorta di tribunale della Storia, lasciamo che parlino coloro che ,in un modo o nell‟altro, si sono interessati a quelle dolorose vicende. Prima di iniziare questo ipotetico processo, analizziamo un po‟ i fatti, all‟indomani della caduta della Repubblica partenopea, nell‟estate del 99.


Antropos in the world Nel Regno , in quel triste periodo, furono istituite delle Giunte, il cui lavoro procedette intenso fino ai primi mesi del 1800, coinvol-gendo un numero altissimo di persone. Il numero di inquisiti ammontava a 20.000 o addirittura a 40.000. Più precisi i numeri relativi alle condanne: 1251 da parte della giunta di Stato, 534 da parte delle Giunte di provincia. Le condanne di morte eseguite furono 120. A queste vanno aggiunte quelle eseguite prima della capitolazione per un totale di circa 500 persone eliminate. Essi erano per lo più intellettuali , avvocati, medici. Insomma “ la meglio gioventù” di quel periodo, tale da far dire a Croce che la rottura tra Monarchia e la borghesia colta non sarebbe potuta essere più evidente. Adesso si possono aprire le porte del processo. Il primo chiamato a testimoniare e‟ Croce stesso, testimone indiretto di quegli accadimenti. Vediamo cosa dice: « Lasciamo da parte i consiglieri per cortigia-

neria o per esaltazione e il canagliume ch'è sempre pronto e disposto a tutto. Ma i grandi responsabili restano tre: re Ferdinando, Carolina d'Austria e il Nelson. » A re Ferdinando si è fatto forse troppo onore chiamandolo un tiranno. […] Egli pensava alla caccia, alle femmine e alla buona tavola; e purché gli lasciassero fare le dette cose, era pronto a intimare la guerra, a fuggire, a promettere, a spergiurare, a perdonare e ad uccidere, spesso ridendo allo spettacolo bizzarro. » A Maria Carolina, una donna che, oltre le scorrettezze e tur-pitudini della vita privata, è stata colta in una serie di menzogne flagranti e di violazioni di impegni solenni presi sull'onore e sulla fede. […] Spirito torbido, non ebbe né elevatezza mentale, né accorgimenti e prudenza; fece di continuo il danno suo e di tutti. ( Continua)

AMORIS LAETITIA - Continua da pag. 8 Le famiglie numerose siano bene accette e siano considerate “una gioia per la Chiesa”. Parlando del ruolo dei genitori, il papa mette l‟accento del ruolo insostituibile della mamma soprattutto nei primi anni di vita, anche quando la mamma lavora o studia. I padri risultano un po‟ più assenti nell‟educazione dei figli, presi dal lavoro o da altre preoccupazioni. Per quanto concerne le adozioni, il papa non solo le approva, ma le definisce “ una via per realizzare la maternità e la paternità”. Si auspica che i politici facilitino le relative procedure. Occorre sensibilizzare le persone verso gli anziani e mostrare il senso della gratitudine verso di essi, dell‟apprezzamento e far sentire l‟anziano parte viva della sua comunità. La civiltà di un popolo si misura attraverso l‟attenzione che si dà agli anziani. Il ruolo della famiglia è importante anche come esempio in seno alla società e alla nazione. I giovani che si apprestano al matrimonio siano ben preparati a questo passo fondamentale della loro vita: devono conoscersi bene e valutare attentamente eventuali incompatibilità e rischi. I promessi sposi si concentrino sugli aspetti della vita coniugale che li attende e diano meno importanza ai preparativi costosi imposti dal consumismo. I consigli del Papa ai giovani che intraprendono la vita matrimoniale: “E‟ buona cosa darsi sempre un bacio al mattino, benedirsi tutte le sere,aspettare l‟altro e accoglierlo quando arriva, uscire qualche volta insieme, condividere le faccende domestiche”. “Saper perdonare e sentirsi perdonati è un‟esperienza fondamentale nella vita familiare”. Così le eventuali crisi si superano.

Ai genitori separati Francesco chiede di «mai, mai, mai prendere il figlio come ostaggio! I figli non siano quelli che portano il peso di questa separazione, non siano usati come ostaggi contro l‟altro coniuge, cre-scano sentendo che la mamma parla bene del papà, benché non stiano insieme, e che il papà parla bene della mamma». Il Papa afferma che il divorzio è «un male» e definisce «preoccupante» la crescita nume-rica dei divorzi. Sull‟omosessualità il Papa così si esprime: “L‟esperienza di avere in famiglia un figlio con tendenza omosessuale è un‟esperienza non facile né per i genitori né per i figli”, Comunque “ogni persona va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto” Bisogna evitare discriminazioni e “assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e rea-lizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita”. Si ribadisce il diniego ai tentativi di equiparazione al matrimonio delle unioni gay. L‟educazione dei figli è cosa ardua e i genitori se ne devono far carico traendo spunto dall‟educazione che essi hanno ricevuto dai loro genitori. I figli devono essere attentamente seguiti, guardati a vista in tutte le loro attività, ma senza assillarli o comprimere la loro libertà. Bisogna parlare molto con i figli e non farsi sfuggire nessun particolare. La moderna tecnologia elettronica non sia un elemento di isolamento nel contesto familiare; quando si sta insieme in famiglia bisogna dialogare e ascoltare gli altri. Infine l‟esortazione esprime parere favorevole all‟educazione sessuale a scuola purché impartita con le dovute cautele e attenzioni. Vincenzo Soriente

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Antropos in the world

Pagani, Cristiani, Ebrei... .

LE ORIGINI DELL’INTOLLERANZA E DELL’ANTISEMITISMO La s to r ia d o vr eb b e e ss er e q ua si un a scie nza esat ta. Nel se nso che gli stori ci dovrebbero li mitar si a r ip o rtare i fa t ti; q ue lli veri e ac certat i, nat ura l me nte. Ad a ltri (p o litici, co mme nta to ri, m o r a l i s t i p i ù o me n o i n b u o n a f e d e ) p o t r à e s s e r e lasc iata una e ve nt ual e op era (a ggi unti va e no n so st it uti va) d i i nterp reta zi o ne. Va d a sé c he i fa tti devo no es sere riportat i t utt i, perché una sc elta – a mo nte – d egl i eve nt i d a rico rd are e d i q uelli d a no n ricordare è, di per sé, azione da fals ario. P r e n d i a m o l ‟ a n t i s e m i t i s m o , p e r e s e mp i o . S e s i cela la s to ria mi lle nari a d el feno me no e se n e evid e nz ia – ma gari nel cli ma en fatizz ato d i celeb razio ni p o lit ic he – so la me nte un a si n go la fa se, si fa o p er a d i so sta nzi ale f als i fica zio ne sto r ica. Lo sto r ico – r ip eto – ha il d o v er e d i rip o rtare t ut ti i fat ti. Sp etterà p o i a gli “ute nt i fi na li” il tr arre d a ess i i p o ss ib ili i n se g na me nti p er l ‟ a t t u a l i t à o p e r i l f u t u r o , c o me a n c h e i l “p e s a r e ” eve nt ua li cr i mi ni co llet t ivi ed at tri -b uir ne l a resp o n sab il ità a u na p ar t e o all ‟altra, o ma gar i a p iù p art i co n te mp o ran ea me nte. Que sto – nat ura l me nte – in teo ria. P erché, all ‟at to p ratico , è so mma me nte d i ffi cile p er lo storico acc antonare del tut to le sue le gi tti me opinio ni, i suo i – ta lora giusti ficat i – pre gi udizi, la sua perso na le vi sio ne del co nte sto i n c ui so no mat ura ti s i ngo li e ve nti. No n s i p uò d u nq ue p retend ere c he lo sto rico , anc he i n p erfe tta b uo na f e d e , p o s s a e s s e r e c o m p l e t a m e n t e i mp a r z i a l e , s t e r i l e , a mo r f o . A n c h ‟ e g l i è p u r s e mp r e u n u o m o in car ne ed os sa, co n le s ue idee e le s ue pas sio ni, co n l e s ue p red ilez io n i e l e s ue co n -trap p o sizio ni. È p erò lo gico – al me no – esi gere, p rete nd ere c he lo sto ri co s i s fo rz i d i e ssere il me no p arzia le p o ssib i le . E q ua nd o d ic o “p a r z ia le ” , mi r i fe r i sc o sia a lla “p a r te ” p o li tic o -i d e o lo gic a i n c u i mi li ta ; sia a lla “p a r te ” , a l la p o r z io ne d i fa tt i c he e gl i propone al pubbl ico. M a r i t o r n i a m o a l l ‟ a n t i s e m i t i s mo . A n c h e s e n o n tut to, cer to una co nsi ste nte parte di q ua nto ci vie ne proposto nell e var i e “gior nate del la me m o r i a ” r i s p o n d e a v e r i t à . T u t t a v i a , è mo l t o p i ù c i ò che ci vie ne tac iuto. No n ne gato – si badi bene – ma se mp l ic e me nte “d i me nti c a to ” . Q ua s i c he u n in vi sib i le “gra nd e fra tello ” vo gli a co n vi ncerci c he la sto ria d el l ‟u ma n ità s i a stata u n i ni nterro t to su s se gu irs i d i ro se e fio ri fi no al -l ‟arri vo d i un c e r to Ad o l f H itle r , c h e p r e se a fa b b r ic a r e la ge r e a ster mi nare eb re i. Fi n ita l a seco nd a g uerra mo n d iale co n i l trio n fo d ei “b u o ni” – è il so tti nt eso d i si ffat te rie vo ca zio ni – il mo nd o è to rna to lib ero e fel ice, e l ‟u ma nità si è r i sc o p erta b uo na, to llera nte e p acifica (co me p eraltro i fatt i d i q ue sti ul ti mi an ni d i mo stra no ).

LA D I S T R U ZIO N E D I G ER U S A L EM M E E, allora, ecco q ual cuno di q uei fatt i c he gli sto rici d e lla d o me nica ha n no p ro v vid e nzia l me nt e d i me n t i c a t o . C o m i n c i a n d o p r o p r i o d a l l ‟ a n t i s e m i t i s mo , f o r s e i l p i ù i n t o c c a b i l e f r a i t a b ù d e l l a s o c i e t à p o st se co nd a g uer ra mo nd i ale. Orb ene, l ‟a nt ise mi ti s mo , anc he nei s uo i a sp ett i p iù v io le nti e cr ud el i, no n è n ato i n Ger ma nia nel XX seco lo , ma a Ger usa le m me nell ‟a n no 7 0 d o p o Cristo ; q u a n d o – a l t e m p o d e l l a p r i ma “ g u e r r a g i u d a i c a ” – l a C i t t à e i l T e mp i o v e n n e r o d i s t r u t t i d a i l e g i o n a r i r o ma n i , g u i d a t i d a l f u t u r o i mp e r a t o r e T i t o . N o n f u – q uel co n fli tto – u no d ei tan ti fat ti b ell ici d el l ‟a nt i c h i t à , m a u n ‟ e c a t o m b e : b e n o l t r e u n m i l i o n e d i mo r ti, ci fra eno r me p er l ‟ep o c a, d i gr an l un ga l ‟ep i so d io più sa nguino so di t ut ta la s toria a ntic a. Da lì e b b e i niz io la d ia sp o ra ( c io è l a “d i sse mi n a z i o n e ” ) d e g l i E b r e i i n t u t t o i l mo n d o a l l o r a c o n o sc i uto ; e q ui nd i il lo r o r i u nir si in “c o mu n ità ” c hi u se , che n e p re serv av a no l ‟id e nti tà cu lt urale e reli gio sa, ma an ch e q u ella e t nic a, ra zziale, l ‟o rgo gl io sa r i ve nd ic a z io ne d i e s se r e il “p o p o lo e le tto ” , a d o r a to r e d e l l‟u nico vero Dio . Era l‟i nto l lera nza i ns ita n el c o n c e t t o s t e s s o d i mo n o t e i s m o ( e q u i n d i c o m u n e a l crist ia nes i mo e p i ù t ard i a ll ‟is la mi s mo ) c he co zza va co n la to llera nza d e l p o li teis mo p a ga no . Ro ma er a p ro nta ad acco g liere il D io d ei Giud ei (co me a nc he il Dio dei Cri st ia ni) nel P antheo n di t ut te le di vi ni tà; c o me g i à e r a s t a t o f a t t o c o n g l i D e i d e g l i E g i z i e d egli altri p o p o li d e ll ‟I m p ero . Ma il r i fi uto d e gl i Ebrei, la loro pretesa che esi ste ss e un so lo Dio – il lo ro – e che gl i Dei d e l m o nd o greco -ro ma no fo s ser o so lta nto u na fi nzio ne, l i p o ne va i n ro tta d i co lli sio n e c o n l a s o c i e t à p a g a n a e c o n l a p o l i t i c a i mp e r i a l e . P eraltro , g li Eb rei – co ntra ria men te a i Cris tia ni – no n vo le va no “e sp o r ta r e ” la p r o p r ia r e li gio ne , p e r c hé no n int ende va no cond ividere c on a ltre ge nti il pri vile gio d i e s se r e il “p o p o l o e le t to d a Dio ” . L e c o mu n ità d e lla d iasp o ra, q ui nd i, er ano so cietà er metic a me nte ch i us e al mo nd o e st erno e, q u i nd i , anc he al p o ter e co s tit ui to d e l l ‟ I mp e r o R o m a n o . E r a q u e s t o r i f i u t o d e l l ‟ i n t e g r a zio ne, q u es to ra ffi nato raz zis mo , q ue sta a v vers io ne a i p o p o li g o jim (c io è no n eb r ei) c he fa ce va p ercep ir e le co mu nità isra eli tic he co me estra ne e e ne mic he d a p arte d elle au to r ità ro ma ne; me ntre gli Eb rei c he ancò ra r est av ano n ella G i ud ea erano vis ti co me u n a “naz io ne ” c he no n a ccet ta v a la p o tes tà d el l‟I mp ero . T ra alti e b as si, co mu n q ue, l‟eb raica era d ap p r i n c i p i o r i c o n o s c i u t a c o m e r e l i g i o l i c i t a n e l l ‟ I mp e ro , arriva nd o s i al l‟o st ilit à d ich iarata so lt an to i n u n s e c o n d o t e m p o , q u a n d o a c o ma n d a r e a R o m a s a r a n n o i Cr is tia ni. C iò non to glie , tutta vi a, c he la c hius ura d egli Eb rei al la so c ietà p aga na ge nera ss e, fi n d al l‟in izio d el la d ia sp o ra, u n a fo rte d i ffid en za d a p arte d elle a uto ri tà i mp eria li.

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Antropos in the world Di ffid e nza c he ta lo r a s fo ciav a i n p ersec uz io n i crue nte ; del tutto si mi li a que lle ri ser vate ai C r i s t i a n i , me n o c h i u s i , m e n o i s o l a z i o n i s t i – d i c i a mo c o s ì – m a p a r i m e n t i m o n o t e i s t i e p e r c i ò anc h ‟e ss i co n sid era ti ne mi ci d ell ‟o rd i ne co sti -t u ito . L e p e r s e c u z i o n i r o ma n e c o n t r o i C r i s t i a n i s o n o no te a tu tti, fa n no p arte d ella sto ri a “u ffic iale ”, e n o n o c c o r r e q u i n d i d i l u n g a r v i s i . A s s a i me n o n o t a è la perse cuzio ne paral le la co ntro gli Eb rei, a c c o mp a g n a t a d a a l t r e d u e g u e r r e g i u d a i c h e . L ‟ult i mo d i tali co n flit ti – fra il 1 3 2 e il 1 3 5 d . C. – spazza va via defi nit iva me nte q uas i tutti i super st iti che no n a vevano abba ndonato le terre israe lit e d o p o la d istruz io ne d el T emp io . Da q uel mo me nto fi ni va la G i udea e na sc eva la P ale sti na (Sy ria P a la estin a ); i l p o p o lo e b raico no n d isp o -ne va p i ù d i u na p atri a, ma so l ta nto d ell‟es ilio b ab ilo ne se e d egli a ltri ri fugi dell a diaspora. Fi no a qua ndo, q uas i d ue mil a a nn i d o p o , i l mi ni stro d e gli est eri d i S u a M a e s t à B r i t a n n i c a p r o me t t e r à l o r o u n “ f o c o l a r e ” i n P a l e s t i n a . D a q u e l mo m e n t o i n i z i e r à u n ‟altra tra ged ia, c he d ura ancò ra a i gio rn i no str i. M a q ue sta è u n ‟a ltra sto r ia . L‟AC CU SA D I D EIC ID IO T o r n i a mo a l l ‟ a n t i c h i t à . L ‟ o s t i l i t à d e l m o n d o r o ma n o e r a b e n p o c a c o s a a l c o n f r o n t o d i q u e l l a che a gli Eb rei gi u n ge va d al mo nd o cri stia no . No n sùb ito (a parte qualc he episodio di cr ud ele fa nat is mo ) ma so p rat tu tt o d o p o che i Crist ia ni erano ri u sci ti, i n u n te mp o relati va me n te b re ve, a p rend ere il so p rav ve nto nell ‟I mp ero . Me ntr e i P aga ni, i n fatt i, avr eb b e ro vo l uto co str in ger e gl i E b rei ad i nt egrar si, i Cr ist ia ni se mp li ce me nte li d etest avano e li odia va no, perché li considera va no r e sp o n sa b i l i c o me p o p o l o d e l l ‟ uc c i si o ne d i G e s ù Cri sto ; lo ste sso lo ro p ere gri nare p er il mo nd o , le ste sse p erse cu zio ni c he ta lo ra l ‟acco m-p a g na va no , tut ti i to r men ti e l e d is grazi e ch e a ffli g ge va no q uell a ge n te s fo rt u nata, e rano v is ti d ai Cris tia n i c o me u n a p u n i z i o n e c o l l e t t i v a i n f l i t t a d a D i o p e r ve nd icare la cro ce fi s sio ne d el s uo Fi g lio . Certo, ai Gi udei era co nse nti to di conver tirs i, di d ive ntar e Cri stia ni, e di lavare cos ì quel la sorta di seco ndo peccato ori gi na le. Ma qua nti no n acce tta va no l ‟ab i ura era no so sta nzia l me nte d e mo nizz ati : a c c u sa t i d i “d e ic id io ” e c o nd a n na ti mo r a l me n te : i n b lo cco e senza s ca mp o . E no n so lta nto p erc hé i lo ro p a d r i a v e v a n o c o n d a n n a t o a mo r t e i l M e s s i a , m a anc he per ché a ve va no r espi nto la Sal vezza e s ‟era no q ui nd i vo ca ti al la p erd izio ne et erna. I Ro ma ni, i n vece, a ve va no a ccetta to Cri sto (ed i tto d i Cos ta nti no del 313 d.C.) ; e solo per que sto – b enc hé o g ge tti va me n te co r resp o n sab il i d el d eicid io – n o n e r a n o a c c o - m u n a t i a g l i E b r e i n e l l a me d e s i m a inap p el lab il e co nd a n na. C o mu nq ue, d o p o che l ‟e d itto d i Co s ta nti no i l Gr and e a ve va fo r mal me n te introdot to la libertà reli g i osa, que sta i niz iò rapidame nte ad e s sere d i sa tte sa a p ro d i u n cr is tia ne si mo to taliz za nte, d a p arte d e llo ste sso I mp erato re e,

in mi s ura cresc en te, d ei s u o i s ucce sso r i; e ciò me ntre nel le co ntrad e d e ll ‟I mp ero si mo l tip lic av ano i d iso rd i ni a nti -p a ga ni fo m enta ti d a b a nd e d i fa nat ic i c r i s t i a n i , s p e s s o p r o t a g o n i s t i d i d i s t r u z i o n i d i t e mp l i ed edifici le gati a gli altri cul ti (di str uz io ni del t utt o si mi li a q u elle c he a i g io r ni no s tri so no mes se i n a tt o d ai se g uaci d e ll ‟i sla mi s mo fo nd a me ntal is ta). P o co p iù d i me zzo s eco l o d o p o l‟ed i tto d i Co sta nt ino , ne l 3 8 0 l ‟i mp er ato re T eo d o sio I e ma na v a l‟ed itto co s id d etto d i T essa lo n ica, c he fa ce va d el c r i s t i a n e s i m o l a r e l i g i o n e u f f i c i a l e d e l l ‟ I mp e r o R o ma no . Da q uel mo me nto , l a p ersec uz io n e a nt i -p ag an a c o mp ì v a u n s a l t o d i q u a l i t à : n o n p i ù l a s c i a t a a l f a n a t i s m o d i g r u p p i p i ù o me n o n u m e r o s i d i f o n - d a me nta li sti, ma ad es so o g get to d i u na re go lar e le gi slaz ione. Er a lo s tes so T eodosio, alcuni a nni app resso , ad e ma nar e u na ser ie d i d ecret i c he sa nc i va no u ffici al me nte il p as sa g gi o d alla re lat iv a to l lera nz a co sta nt in ia na ad u na to ta l e into l lera nza nei co nfro nt i dei cul ti no n cri sti ani: non sol ta nto contro i P agani , co m‟è no to ; ma a nc he co ntro gl i Eb rei (la “emp ia se tta ”) e c o ntr o gl i Ar ia n i e g li a l tr i e r e ti c i c r i stia n i . Ag li Eb rei, co mu nq ue, era co n se nti to d i ma nte nere l a lo ro fed e (b e ni nte so , s en za av ver sare i Cri st ia ni). Cosa che era i nvece ne gata ai P agani, c ui era no vie tati i sacri fici a lle d iv i n ità, l ‟o ma g gio a i si mu lacr i , l‟in gre s so ai te mp li ed o g ni altro a tte g gia me n t o devoto, anche nel c hi uso della propria casa. Erano p r o i b i t i i m a t r i mo n i m i s t i ( s p e c i e n e l c a s o d i m a s c h i in fed e li co n d o n ne cri stia ne), me n tre la co n ver sio n e d i Cri st ia ni ad a ltre co n fe ss io n i reli g io se er a p u n ita se vera me nte ; t utt av ia, me no se ver a me nte d i q ua nt o ( o r ma i s o l o t e o r i c a m e n t e ) p r e v e d e s s e l a l e g g e r a b b i n i c a , c h e c o n t e mp l a v a a n c h e l a p e n a d i m o r t e p e r g l i Ebrei apostat i. In a nalo gi a – aggiungo p er inci so – co n q ua nto , d ue mil le nn i p iù tard i, sarà p r a -tica to d ai so st en ito ri p i ù e stre mi d i u n ‟altra r eli -gio ne mo no teis ta. Conse gue nza dire tta dei decreti teo dosi ani er a u n ‟altra o nd ata d i stra gi e d istr uzio ni, sp es so in co raggia ta dal le a utori tà c ivili e reli gio se, c he util iz zava no le b a nd e d i fa na t ici p er p o rtare a ter mi n e q ue llo c he o g gi s i d e f i ni r e b b e “i l la vo r o sp o r c o ” . Ven i vano d is tru tti – fra gl i altr i – il T e mp io d i Ar te mid e a d E fe so , u na d e lle se t te me r a v ig lie d e l m o n d o , e d i l S e r a p e o d i Al e s s a n d r i a , l ‟ u l t i mo e d i f i c i o d ella b ib lio teca c he a ve va r i u ni to i “r o to li ” c h e c u s t o d i v a n o t u t t o i l s a p e r e d e l mo n d o a n t i c o . P e r a l t r o , ne i d iso r d i ni d i Ale s sa nd r ia tr o va va u na mo r t e o rrend a la filo so fa e scie nz iata e lle ni sta Ip azia, fatta a p ezzi d ai mo naci p a ra b o lo n i – se mb ra – co n l a b ened iz io ne d e l vesco vo Ciri llo , p o i p ro cla mato Sa nto . No n s i att e n ua va – frat ta nto – la p red ic azio ne ant igi udaica dei P adri dell a C hi esa : da Sa n Gio va nni Cri so sto mo (co n le s ue o mel ie “ Co n tro i Giu d ei ”) a Sa nt ‟Ago s ti no (d a mo l ti anco r o g gi co n sid erato il m a s s i mo D o t t o r e d e l l a C h i e s a ) . L A S A N T A I N Q U I S I ZI O N E Alla fi ne d e l V seco lo , c o mu nq ue, il p a ga ne si mo e r a o r a ma i d e b e l l a t o , m e n t r e d a l l e c e n e r i d e l l ‟ I m p e r o Ro ma no d ‟Occid e nte na sce va i l Med io E vo .

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Antropos in the world I mp o s s i b i l e – n a t u r a l m e n t e – a n c h e s o l t a n t o accennar e al le di na mi che politic he della n uo va epoca, ai nuo vi contras ti ( fra Occide nte ed Orie nte, f r a I mp e r i e P a p a t o , f r a p o t e r e i mp e r i a l e e n a s c e n t i Re gni nazio nal i), ai nuo vi eq uil ibri e ai n uovi diseq uil ibri c he s i a ffac ci ava no s ul pa lcos ce nico della storia. Lo sp azio tir a n no c o ns en t e so lo alc u ne b r e vi s si me co ns id erazio ni : p ri m a fra t u tte, q uell a c he la to llera nza d e gli a nti ch i cu l ti p o litei st i fo s se o r a mai d efi ni ti va me nte tra mo nt at a e che a d o mi nare inco ntra sta ta fo s se ad e s s o l‟i n to llera nz a d i c hi rite ne va d i ag ire i n no m e d ell ‟U nico Vero D io . Ag li “a ltr i ” e r a no r i se r va t i i r igo r i d e ll a p e r s e c uz i o n e : a g l i E b r e i , i n mo d o a r t i c o l a t o ; a i M u s u l m a n i , c o n t r o c u i i P a p i p r o mu o v e v a n o b e n n o v e d iver se Cro cia te; a gli er etici d i o g ni tip o , fat ti o g g e t t o t a l o r a d i g e n o c i d i c o mp i u t i o t e n t a t i ( d a i C a t a r i a i V a l d e s i , a g l i H u s s i t i ) ; a i s e mp l i c i d i s s e n z i e n t i , c o m e i T e mp l a r i . A t utt i co storo era no ri se rvate le atte nz ion i di q uell ‟ab o min io che fu la Sant a Inq ui sizio ne, ri ma sta i n vi ta p ra tica me n t e p er t ut ta la d urata d el p o t e r e t e mp o r a l e d e i P a p i . D i p e n d e n t e d i r e t t a m e n t e d a q u e l l o c h e p o i s i c h i a m e r à i l S a n t o O f f i z i o ( ma talora a nc he dele gata ai sovra ni di a lc uni Re gni “c a tto l ic i ss i mi” ) , l ‟I nq ui si z io ne a ve va d ir itt o d i v i t a e d i mo r t e – m a a n c h e d i t o r t u r a – s u t u t t i i f e d e l i : e r a i n f a t t i “ s a c r a , r o ma n a e u n i v e r s a l e ” . Uf f ic ia l me n te , l‟ is tit uz io ne e r a d ir e t ta a “e s tir p a r e ” gli ere tici cr ist ia ni, ma ben presto e ste se la s ua gi uri sd izio ne a c hi u nq ue fo s se acc u sato d i co mp o r t a me n t i a n ò m a l i ( f a m o s a l a “c a c c i a a l l e s t r e g he”) e p ur e ai fed e l i d i altr i cred i c he o ffe n dessero l a fede catto lica, anc he solta nto co n i l p o sse sso d i u n lib ro mes so all ‟i nd ice. E giacc hé o g ni p io eb reo no n si sep arava mai d a u na co p ia del “Talmud ”, ecco che la Santa Inq ui siz ione d ive n ne a s sai p re sto str u me nto d i p ersec uz io n e ant ig i ud aica. I n p artico lar e, la crud e lis si ma I nq ui sizio ne Sp ag no l a – g uid a ta d al tri ste me n te no to T o r q u e ma d a – f u u t i l i z z a t a c o m e m e z z o p e r c o stri n gere gl i Eb rei ( ma anc he i M us ul ma n i) ad abbracciare la re li gio ne ca t tolica. T ut ti gli ebrei

no n co n ver tit i, i n fi ne, i n n u mero d i o ltre 2 0 0 .0 0 0 furono e sp ul si i n bloc co dalla Spa gna ne l 1492, l‟a n no d ell a sco p erta d e ll ‟Amer ica. Né si cred a c he l‟in to llera nz a ant ieb raica fo s se mi no re ne lle altre co n fe ssio ni cris tia ne. Fi n dal s uo na scere, il protesta nte si mo era co nnotato da lla vio le nta i nvetti va di Marti n Lut ero (“Cont ro l‟odioso e maled etto popolo dei giudei”). Qua n to alla C hie sa Or to d o ssa, q ues ta era me no p e r me a t a d i g i u d e o f o b i a r i s p e t t o a l l a C a t t o l i c a , m a certo no n e se nte . V ero è c he i p i ù a n tic hi fo co la i d i a n t i g i u d a i s mo n e l l ‟ E u r o p a O r i e n t a l e f o s s e r o n e l l e encl aves ca ttoli che, sopr att utto i n P o lonia e i n Li t ua nia. M a, p i ù t ar d i, la R u ss ia, l ‟ U kr ai na, l a ste ssa Ro ma n ia d ara n no vi ta ad a lc un i tra g li episodi pi ù odio si e pi ù crudel i del l‟i ntera stor ia d e l l ‟a n t i s e mi t i s mo : i p o g r o m , s a n g u i n o s e r i v o l t e popolari che s i e stri nseca va no nel la d e va stazio ne dei quartier i ebraici di citt à e villa ggi e nella stra ge degli abita nt i.

In questa raccolta poetica di Lorenzo Spurio c‟è il mondo di Lorca e c‟è la commozione e il tributo di chi ancora lo legge, lo ama e lo stima. Undici sono le elegie che il poeta jesino ha dedicato al grande drammaturgo granadino: versi pervasi da un senso panico diffuso che riprende il dialogo con la natura così caratterizzante in Lorca. «Undici ampie composizioni che seguono con plurale par

-tecipazione una vicenda triste e dolorosa, alimentata da primavere e rocce, da Sierre e nuvole, da quadri sapidi di panismo empatico dell’andaluso; dei paesaggi che tanto amò e di cui tanto ci ha detto nelle opere… » Il colloquio diretto con il Poeta si apre con una lettera: “Il mio giardino autunnale” ultimo saluto ad un amico da parte dell‟autore, un colloquio che caratterizza tutta la raccolta attraverso i temi cari e la rievocazione della terra del Poeta andaluso. Da apprezzare anche la bella traduzione in spagnolo diElisabetta Bagli per una delle elegie. La plaquette all‟interno è impreziosita, inoltre, dagli schizzi a china del maestro Franco Carrarelli, di cui anche il ritratto di copertina. Vale nti na Melo ni

CONC LU SIO NE Que lla c he p r eced e no n è certa me nte u na s to ria d elle o ri gi n i d ell ‟an ti se mit is mo , ma so l ta nto i l su s se gu irs i d i q ualc he p e n nel l ata. S u fficie n te, t utta v ia, a mo s t r a r e c o m e l a S t o r i a s i a q u a l c o s a d i i n f i nit a me nte p i ù co mp le sso e artico la to r isp et to alle vel ine c he i spira no i libri di testo e i tal k-s ho w te levis ivi. Certo, s i ste nta a credere che una part e rag g uard evo le d e l p re gi ud i zio a nti -eb ra ico d eri vi d a q uell a med esi ma C hie sa Cat to lica c he è o g gi – in p e r s o n a s o p r a t t u t t o d e l s u o u l t i mo P o n t e f i c e – p ro tesa i n u n fra t erno ab b raccio ver so la rel ig io n e israel ita. Eppure, t utto q ua nto precede è no n solt anto vero , ma a nc he no to a t u tti gl i sto ric i. Se mp lice me nte – co me d ice vo al l‟ini zio – ta nt i fatt i so no stat i so lta nto d i men tica ti, sacri fi cati s ul l ‟alt are d el “p o li tic a me n te c o r r e tto ” . Ne l r ip o r ta r li a l l ‟a tt e n z io ne dei let tori so no s tato a bbasta nza i mpar ziale? O mi so no l asc iato p re nd ere la ma no d a l mio es sere mo d er na me nte ere tico ? No n so , no n gi ud ico me ste sso . M a, lai ca me nte, i n v ito i le tto ri a farlo . Mic hele Ral lo

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Antropos in the world

AL MIRO’ DI SALERNO,UNA SERATA DEDICATA ALLA CULTURA: FrancoPastore,negli ultimi 50anni mi prestigiosi e riconoscimenti in Italia ed all‟estero. Altrettanti prestigiosi i personaggi che lo hanno seguito negli anni, da Carlo Levi, a Franco Angrisano, da Eduardo a Domenico Rea. Quest‟ultimo gli presentò alla stampa il Vangelo di Matteo, scritto in società con l‟Annarumma ed illustrato da Grieco e Scandurra. La sua produzione letteraria, oltre la poesia, l‟estetica ed il teatro e tocca la pedagogia, la psicologia e la saggistica. Interessantissime le opere di riduzione in napoletano delle favole di Aisòpos e di Fedro, e delle liriche di Machado e Garcia Lorca.

Domenica 29 maggio, alle ore 21, nei locali del “Mirò”, in Salerno alla via Posidonia,135, si terrà la manifestazione culturale “Cinquant‟anni di attività letteraria”, dedicata al commediografo salernitano prof. Franco Pastore. Per l‟occasione, sarà presentato alla stampa l‟ultimo libro dello scrittore dal titolo “Cronos”. La serata sarà allietata dall‟ascolto di canzoni e brani musicali del noto artista George Mustang, che si esibirà in noti motivi internazionali. Lo scrittore Crescibene presenterà la figura del Nostro, nella sua poliedrica attività di poeta e drammaturgo. Direttore della nota rivista culturale ANTROPOS IN THE WORLD, Franco Pastore è autore di numerosi testi, presenti nella Biblioteca provinciale di Salerno ed in tutte le biblioteche universitarie della nostra penisola, nonché all‟estero, nell‟istituto italiano di cultura di Barcellona ed oltre. Membro dell‟Accademia delle Scienze di Roma e della Gentium Pro Pace, ha ricevuto pre-

Liriche

A.I.T.W. Edizioni Collana Poesia

Infine, Cronos è il risultato della maturità poetica dell‟autore, che, sotto un unico tema, il tempo, raccoglie intuizioni liriche, che parlano all‟animo e lasciano il segno. Nel corso della manifestazione, alcune liriche verranno recitate al pubblico dal noto saggista prof. Alberto Mirabella. Giuffry Farina

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Antropos in the worldc

PROVERBI E MODI DI DIRE - OVVERO ELEMENTI DI PAREMIOLOGIA 1.A A ggènte ca tene sempe a dì è chella ca nu‟ tene niente a fà. 2.Ògne scarrafóne è bbèllo „a màmma sóia; 3. L‟amico è comme a „o „mbrello: quanne chiove nun „o truòve maje; Esplicatio: I criticoni sono gli sfaccendati. Anche i brutti appaiono belli alle loro mamme. L‟amico è come l‟ombrello, quando ti occorre non lo trovi mai. Riflessio: Sono proverbi antichissimi, che ritrovia-

Implicanze semantiche:

Sèmpe: dal latino semper; Tène: dal lat. tenēre -dal part.passato di fatisci:essere stanco; Scarafone: dal lat. scarabbaeu-m, Sirica Dora scarafaggio + one accrescitivo, da cui scarrafunera, buca di scarafaggi. Antropologia: Il seme dei proverbi è chiaramente espresso in latino: - Amicus verus rara avis. - Audentes fortuna iuvat.. mo anche nel mondo greco e latino. Fraseologia: I fessi rimangono a casa loro; „e figli - Femina est quod est propter uterum. so‟ piézze „e core.

Progetto Famiglia Network Filiale Angri CENTRO SERVIZI ANGRI via badia n.6 - Per Privati - Assistenza socio sanitaria alla persona H 24. Ass.nza anziani.. Fax 081/946895 - Cel. 335/8065955 - Cel. 334/7317790 - angri@progettofamiglianetwork.it

Finalmente anche nell’Agro Nocerino- Sarnese si ha la possibilità di accedere ad assistenze specializzate, per gli anziani, per i disabili, per tutti i tipi di malattie e per tutte le problematiche: specialisti nelle cure mediche e nel sostegno degli ammalati, son pronti a raggiungere ogni luogo ed ogni abitazione per portare, a chi ne ha bisogno, i benefici della loro competenza. Un grazie a coloro che si sono adoperati nella realizzazione del progetto. Da settembre, l’iniziativa sarà seguita molto dalla direzione di ANTROPOS IN THE WORLD che darà tutte le informazioni che i lettori della rivista vorranno ottenere.

COOPERATIVA SOCIALE « SAN PIO » VIA SATRIANO 12 - ANGRI ( SA ) – tel. 335 806 5955 – 334 731 7790

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Antropos in the world

LA PAGINA MEDICA: a cura di Andropos

LE 5 MALATTIE DELL’ESTATE

L’estate è il periodo a più alto rischio di infezioni batteriche e virali, perché la temperatura è un fattore di controllo molto importante. Sia all'interno del corpo, una volta che l'infezione si è contratta, sia all'esterno del corpo, in veicoli che possono portare infezioni. Occorre Fare attenzione ai cibi che in inverno si è abituati a cucinare e lasciare fuori dal frigorifero anche per mezza giornata, le temperature estive più alte possono produrre dei rischi. Quando si acquistano certi alimenti in estate fare attenzione che siano ben conservati in ambiente refrigerato, che le confezioni siano sigillate e che non vengano in contatto con l'esterno, magari con mosche o altro e che i cibi non siano stati esposti a temperature esterne per tempi troppo lunghi. In poche parole, occorre tenere sempre sotto controllo la temperatura, perché è il vero aggravante delle infezioni Il vero killer delle infezioni è sempre il nostro sistema immunitario e che quindi va mantenuto forte, mangiando correttamente e dormendo il necessario. Le 5 malattie infettive dei bambini più comuni in estate sono quelle malattie che sono provocate da degli agenti patogeni (virus, batteri, funghi e così via), che entrano in contatto con il bambino. Si tratta di malattie che colpiscono in maniera indiscriminata entrambi i sessi, e fra quelle che interessano maggiormente i bambini troviamo senza dubbio le malattie esantematiche,delle quali vi abbiamo mo già parlato qui. Fra queste,le malattie più comuni e diffuse sono il morbillo, la varicella, la rosolia e gli orecchioni. Oltre alle malattie esantematiche, fra le più comuni malattie infettive dell'estate possiamo trovare anche le infezioni cutanee, il cui trattamento andrà naturalmente valutato in base alla causa scatenante. Gli esperti segnalano inoltre malattie come la congiuntivite infettiva (ovvero una infezio- 17 -

I PARTE

ne della membrana che ricopre la palpebra e parte del bulbo oculare),e l’impetigine,vale a dire un’infezione che colpisce la pelle del viso e degli arti del bambino. Talvolta questa malattia può essere provocata dalla presenza di eczemi, micosi, punture di insetti, pediculosi e così via. Infine, un’altra malattia infettiva molto comune nei bambini, in particolar modo in estate, è anche la gastroenterite virale,ovvero una infezione che comporta sintomi come diarrea acquosa, nausea, crampi addominali e vomito. Detto questo, durante la fase acuta della malattia è consigliabile evitare che il bambino faccia dei viaggi estivi,e di esporsi al sole. Inoltre, onde evitare il contagio, il piccolo dovrà temporaneamente evitare il contatto con altre persone.

ASSOCIAZIONE LUCANA “G. Fortunato” -- SALERNO

SEDE SOCIALE in Via Cantarella


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I GRANDI PENSATORI: a cura di Andropos

Marcus Annius Catilus Severus -Marco Aurelio-

Fu adottato nel 138, su indicazione dell'imperatore Adriano, dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio, che lo nominò erede al trono imperiale. Nato come Marco Annio Catilio Severo, divenne Marco Annio Vero (Marcus Annius Verus), che era il nome di suo padre, al momento del matrimonio con sua cugina Faustina, figlia di Antonino, e assunse quindi il nome di Marcus Aurelius Caesar Augusti filius (Marco Aurelio Cesare, figlio dell'Augusto ) durante l'impero di Antonino medesimo. Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte,avvenuta per malattia nel 180 a Sirmio secondo il contemporaneo Tertulliano o presso Vindobona. Fino al 169 mantenne la coreggenza dell'impero assieme a Lucio Vero, suo fratello adottivo nonché suo genero, anch'egli adottato da Antonino Pio. Dal 177, morto Lucio Vero, associò al trono suo figlio Commodo. È considerato dalla storiografia tradizionale come un sovrano illuminato, il quinto dei cosiddetti "buoni ] imperatori" secondo Edward Gibbon; il suo regno fu tuttavia funestato da conflitti bellici (guerre partiche e marcomanniche),da carestie e pestilenze. Alcuni imperatori successivi utilizzarono il nome "Marco Aurelio" per accreditare un inesistente legame familiare con lui. Marco Aurelio è ricordato anche come un importante filosofo stoico, autore dei Colloqui con se stesso (Τὰ εἰς ἑαστόν ), divisi poi in 12 libri noti nella traduzione italiana col titolo di Ricordi. Questi costituiscono il documento dell'intuizione del mondo di Marco aurelio, che è quello del tardo stoicismo, principalmente rappresentato, oltre che dallo stesso M. A., da Seneca e da Epitteto. Il pensiero di M. Aurelio è tutto permeato dall'ideale dell'"adiaforia". Temperamento meno energico e sistematico di Epitteto, egli lascia intravvedere assai più palesemente le antinomie intrinseche a quell'ideale, e la sua riflessione ne assume non di rado un tono di scetticismo e pessimismo. Tipico a questo proposito è il modo (che costituisce insieme il più notevole dei non molti tratti originali del suo stoicismo) in cui egli riprende la concezione eraclitea del perpetuo flusso delle cose, sentendovi in primo luogo l'inevitabile dissoluzione di ogni realtà. Ciò corrisponde, poi, alla viva angoscia che lo assale di fronte al problema della morte. Questo lo avvicina sentimentalmente al platonismo ed alla classica psicologia stoica, come quella per cui egli distingue netta-mente l'intelletto, dal complesso psicofisico dell'anima e del corpo ( il il νοῦς, dalla ψυχή e dal σῶμα).

Ma tale separazione non lascia adito in Marco Aurelio all'idea dell'individuale immortalità dell'anima. Di qui l'incertezza di Marco Aurelio di fronte al problema della sopravvivenza e la sua intima tendenza a rifugiarsi nell’idea dell'insensibilità, meno luminosa ma anche meno incerta, con le quale la morte affranca da ogni dolore. Idea che, originariamente socratica, era stata poi pienamente valutata e messa in luce dall'epicureismo. Da ciò appare evidente che in Marco Aurelio coesistono motivi pessimistici del più tardo ascetismo stoico con quelli epicurei. Concludendo, Ciò che più caratterizza l’opera filosofica di Marco Aurelio è indubbiamente dato dal contrasto fra una precettistica mirata alla conquista della serenità interiore e il senso di malinconia che aleggia in quelle pagine, traducendosi spesso in cupe meditazioni sul tempo e sulla morte: consapevole di essere l’ultimo dei grandi Cesari, Marco Aurelio registra lucidamente i segni premonitori dell’imminente declino dell’impero, tanto più che i grandi imperatori del passato (Augusto, Traiano, Adriano) sono solo fantasmi inghiottiti dal baratro dei secoli.

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Proverbium Latinorum _____

Amor tussisque non caelatur.

L’amore, come la tosse, non lo si può nascondere


Antropos in the world RACCONTI DI VITA

IL PROFESSORE

(V parte)

di Franco Pastore A.I.T.W. edizioni – ebook GGKEY:HDBRYKBRA1C E – TRA LE RUGHE (Mεταξύ της πυτίδες ) Quando solo rimani con la tua malinconia,/ l‟alba più non discerni dalla notte;/ ti sazi di parole e di ricordi,/ ma il vuoto è privo d‟ogni poesia./ I sogni li smarrisci, uno ad uno,/ chiude la mente tutte le finestre,/ vicino a te non vedi più nessuno./ Poi, tra le rughe, più profonde e meste, un lucido rimpianto si fa / strada, ti fai forza, cambi pure contrada,/ ma cosa vuoi cambiar, se tutto è andato. (Dalla silloge Cronos)

Roberto fu dolcissimo, in quella triste circostanza mi fu vicino come non mai e tranquillamente mi rassicurò: - Sta tranquilla, avremo un altro bambino!Intanto, il mio desiderio di lavorare cresceva a dismi-sura e ne parlai con il mio compagno, il quale mi disse candidamente: - Avrei desiderato che mia moglie stesse in casa, così come lo è stata mia madre, ma se vuoi lavorare, sarai accontentata … - Ti prego, dissi di rimando, è stato sempre il sogno della mia vita fare l‟infermiera!- Farai l‟infermiera, se è quello che desideri!rispose laconicamente Roberto. Avevo già mandato la mia domanda di partecipazione al concorso successivamente all‟esame di diploma, per cui bastò l‟intervento di un amico di Roberto e la cosa fu fatta. - Preparati il camice che andrai a lavorare al Carda-relli per fine settimana!- Veramente!- risposi abbracciando il mio compagno. Ero veramente una donna fortunata! Fu così che iniziai, grazie al mio Roberto, a lavorare a Napoli, nell‟Ospedale più importante della regione. Prendevo la vesuviana alla stazione di San Valentino ed in un‟ora raggiungevo il posto di lavoro. Trascorsero così sei lunghi mesi e lavorai finché me lo permise la nuova gravidanza. Ero al settimo cielo: avevo il lavoro e presto sarei stata mamma. Un solo pensiero mi intristiva: Alessia. Aveva difficoltà ad inserirsi la mia sorellina, non era facile trovare lavoro e non riusciva a sopportarlo. Ancora una volta, Roberto mi accontentò e fece si che mia sorella vincesse il concorso all‟ospedale di Vallo, dove trovò anche marito, che attualmente è il padre dei suoi figli. Purtroppo, il congedo per maternità terminò ed ini-ziai nuovamente a viaggiare, affidando il mio bambino alla zia del mio compagno. Era una vita dura, ma l‟avevo voluta io. - Non ce la faccio più! – dissi un giorno a Roberto- Il viaggio mi stanca molto, non potresti - 19 -

fare qualcosa?- Ti piacerebbe andare a lavorare a Sarno?- di rimando, il mio uomo. - Magari!- risposi illuminandomi in viso. Cinque mesi dopo, lavoravo a Sarno nell‟ufficio vaccinazioni, dove anche la vecchia impiegata che lo dirigeva conosceva la famiglia del mio compagno. Quante cose erano successe e quanti eventi: ora ero mamma in una bella casa e lavoravo ad un tiro di schioppo da casa mia. Il mio bambino cresceva bene e tutto procedeva per il meglio. Solo con Tatiana le cose non andavano bene, ma non mi importava più di tanto, né mi interessava cambiare le cose: avevo il mio bambino e prima o poi, avrebbe capito che ero io la donna che suo padre aveva scelto di amare. Festeggiammo al ristorante Malaga il primo anno di vita del nostro Gabriele e fu il primo incontro con tutti i parenti ed amici di Roberto. In quella occasione vennero pure i miei genitori ed avvertii che in quel momento qualcosa cambiava nel nostro rapporto e nella mia vita. Quella sera, chiesi al mio uomo di regolarizzare la nostra unione con un matrimonio civile, dissi che avrebbe dovuto farlo per il nostro bambino e per porre fine al pettegolume del paese. Roberto mi rispose che non aveva dato mai troppa importanza alla gente, ma che comunque ci avrebbe pensato. Mi sentii più tranquilla. Fu l‟amore per quel bambino, che determinò la successiva decisione di Roberto. Pur sapendo di dare un dispiacere a Tatiana ed a Bartolomeo, si diede da fare per una cerimonia semplice, solennizzata da Carmine, il vicesindaco del paese e suo amico d‟infanzia. (Continua)


Antropos in the world

Panama Papers:bambole russe e servizi americani

DI M. RALLO

T utti sa n no co s ‟è u na m a trio sk a . È u na d i q ue ll e tip ic he b a mb o le r us se c he si co mp o n e d i p i ù p up a z zette d i varia d i me n sio n e, co nce ntric he – d icia mo co sì – c he si co l lo ca no u na a ll ‟i nter no d el l ‟altra . All ‟e ster no , l ‟i n vo l ucro p i ù gra nd e, la “ mad re”. Al s u o i n t e r n o u n a b a mb o l a p i ù p i c c o l a , c h e n e r a c chi ud e u na a nco ra p i ù p ic co la, e co s ì v ia fi no all a p iù p icco la d i t ut te, i l co si d d etto “se me ”. È u n m e c c a n i s m o i n g e n u o ma e f f i c a c e : s e r v e a p rese ntare l ‟i mma gi ne e s terna d i u na b a mb o la mad re, ed a na sco nd ere l ‟o rigi ne vera d e ll ‟o gg etto , il “se me”. U n p o ‟ co me le “scato le ci nes i”, e u n p o ‟ – anc he – co me certe no t izie d i ffu se d all a gra nd e sta mp a i n tern azio nale. P rend ete i co sid d et ti Pa na m a Pa p ers, p er ese mp i o . S o n o u n a “ m a d r e ” f o r ma t a d a 1 1 mi l i o n i e m e z z o ( m i c a b r u s c o l i n i ! ) d i d o c u me n t i r i s e r v a t i , che u no s ma lizi ato h a ke r avreb b e so ttr atto ai b li n d atis si mi arc hi vi d el lo st ud io le ga le p a na me ns eisrael ia no Mo s sac k Fo ns ec a, p er farli p o i p er ve nire – b o ntà s ua – al l ‟In ter n a tio n a l Co n so rtiu m o f Investigat ive Journal ists. Il Consorzio – con s ede a W ashi ngton – è la se co nd a b a mb o la d el la serie: è co st it uito d a u n p ull d i 1 6 5 gio r na l is ti “d ‟i nc hie sta ” a p p a r te ne nt i a d u n c ent i naio fr a le ma g gio r i test ate lib era l a mer ic an e ed europee. E, t utt avia, il Consorzio no n è na to da u no sp o nta neo a fflato co o p erati vis tico d i gio r nali e gio r nal ist i, ma d a u n l un g i mira n te i mp ul so rice v uto nel 1997 dal Cente r fo r Public Integrity. E s i a mo a l l a t e r z a m a t r i o s k a , a me r i c a n a a n c h e q ue s ta . I l CP I è u na sp e c ie d i “e se r c i to d e lla sa l vezza ” d ella p o l itica i nter nazio na le, la c ui mi s sio ne u ffici ale è d i vi gilar e s u g li ab usi d elle cla ss i d iri ge nti d el mo nd o in tero . Nat ural me nt e, ne lla lo ro i m m e n s a s a g g e z z a , i mo r a l i s t i d e l C e n t r o s i r i s e r va no d i d e c id e r e lo r o q ua l i sia no i “c a t ti vi” d a te nere d ‟o cc hio , d a se gu ir e co n p arti co lare at te nzio ne, alla ric erca sp as mo d i c a d i un q ua lu nq ue i nd izio che ne ri veli abusi o deb ol ezze. I n parti colare, sono i l o r o a n a l i s t i a s t a b i l i r e c h i g o v e r n a i n m o d o d e mo cratico e c hi no . E ne l mo nd o d i o g gi – si te ng a p rese nte – u n so sp e tto d i ma nca ta d e mo craz ia p uò anc he co stare u na ri vo l uz i o ne “sp o nt an ea” mo d ello Ukra in a, o un eser cito “li b erato re” c he si mat eria lizza d al n ul la co n ta nto d i carriar ma ti e d i mi ss ili , c o me i n L i b i a o i n S i r i a . M a c ‟ è u n a q u a r t a b a mb o l a , i l “ s e m e ” . O m e g l i o – nel la fat ti sp ecie – i “se mi” c he nel lo n ta no 1 9 8 9 fi na nz iaro no l a n asc ita d el Ce ntro e c he, a t u tt ‟o g g i, ne so no i pri ncipa li supp o rter. Fra que st i – apprend o d a l p r e z i o s o b l o g d i G i a mp a o l o R o s s i – i l R o c k felle r Fund e la Ford Foundation, due organi zza zioni che so no no te per r a ppresentare, oltre a i grand i poteri fi na nziar i di W all Street, anche stor ici

e co nso l id ati le ga mi co n i l Dip arti me nto d i Sta to US A e c o n le “a ge nz ie ” c h e ne sup p o r ta no l‟ a z i o ne . M a c ‟ è u n terzo “se me”, fr a g li a lt ri, che a me se mb ra p artic o lar men te si g ni fica ti vo : è l ‟Op en S o ci ety F o u n d a tio n s, o rga nizza zio ne p o lit ico -fi lan tro p ica c he fa cap o a G e o r g e s S o r o s , m a g n a t e a me r i c a n o ( m a e b r e o u n g h e rese d ‟o ri gi ne) p ro ta go ni sta d i alc u ne sp ec u lazio ni fi na nz iarie c he h a n no i m p o verito in tere naz io n i: i vi c o mp r e s a l ‟ I t a l i a , v i t t i m a d e l s u o a t t a c c o s p e c u l a t i v o del 1992 che ci co stò una s val uta zio ne d el la l ira de l 3 0 % e d u n a p e r d i t a v a l u t a r i a d i 4 8 mi l i a r d i d i d o l l a r i . Que sto fio r d i fila ntro p o ha i mp ie ga to u na p arte d ei suo i mil ia r d i p e r so s te ne r e c e r te str a ne “r i vo l uz io n i colorate” i n var ie parti de l globo, incura n te dei risc hi p e r l a p a c e mo n d i a l e c h e p o t r e b b e r o d e r i v a r e d a u n a politica di des tab il izzaz ione ge nerali zzata. L‟ult i mo s u o p a l l i n o è l ‟ U k r a i n a , d a l u i c o n c e p i t a c o me p o t e n ziale ca su s b ell i c he p o treb b e p ro p iziare u na g uerra fr a R us sia ed U nio ne E uropea: «I membri del l‟Unio ne Europea sono dei paes i in guerra – ha dic hiarato – ed ess i devono comin c iare ad agire co me tal i.» L‟ult i ma su a b o rd ata co ntr o l‟o d i a to P uti n, il fina nz iere l‟h a lanc iata i n una in ter vis ta al quotidi ano i ngle se “ The Gu a rd ia n ”, c he – gu ard a c aso – è sta to u na fra le ma g gio ri ca s se d i riso na nza d ell ‟a ffare d ei P a n a ma Pa p ers. Co me a d ire: d alla mad re al se me e d al se me all a mad re. Co me vo le va si d i mo strare. Nat ural me nt e, no n o cco rr e d ire che t u tta q ues ta gi ga nte sca operazio ne made in USA (a pro posi to, a vet e no tato c he no n è co in vo l t o u n so lo no mi nat i vo a me ricano ? ) a ve va u n o b ie tti v o p reciso : V lad i mir P ut i n. P eccato c he no n sia no r i us citi a tro vare nea nc he un fi le a s uo no me, e ch e i gio r nal is ti i n ve sti ga ti vi e fila n tr o p ic i a b b ia no d o v uto r ip ie ga r e s u p e r so na g gi “a l ui vic in i”; i n p arti co lare s u u n a mi co vio lo ncel li sta, il q uale se mb ra acc a n to na s s e fo nd i p er co mp rare u n o Strad i vari ed a ltri p rez io s i str u me nti d a mu s eo . Inta nto, poc hi giorni fa, è sta ta re sa pubbl ica l a sit uaz io n e p atri mo nial e d el lead er ru sso . I l s uo st ip e n d i o è g r o s s o mo d o e q u i v a l e n t e a 1 0 . 0 0 0 e u r o a l m e s e , d icia mo la me tà d i q ua n to g uad a gn a un d ep u tato re gi o nale sici lia no . Ca se: p uò n atura l me nte co n tare s u tu tt a la st er mi nata d o ta zio ne d egl i i mmo b il i p ub b l ici c h e sono a di sposi zio ne de l P residente de lla Rep ubbli ca R us sa, ma la s ua res id e nz a d i rifer i me nto è un ‟ab it azio ne d i 1 5 0 me tri q uad ri, p iù o me no u n q ui nto d e l l‟a tti c o d i u n c a r d i na le r o ma no . P . S. Al mo me nto d i chi ud ere l ‟art ico lo d i q ue s ta s ett i ma na, gi u n go no i r i su lta ti d el referend u m. Q uo ru m no n rag gi u nto (co me ci si aspe tta va) ma r is ul ta to sc hiac cia nte : 86% di S I, 14% di NO. P unt uale la s margia s sata de l capo dei bo yscout, c he ca nta vit toria per ques to ri sulta to, vi s to c o me b e n e a u g u r a n t e i n p r e v i s i o n e d e l r e f e r e n d u m d i o t t o b r e . ( continua a pagina 23)

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Antropos in the world

PIATTI TIPICI DEL MEDITERRANEO - A cura di Rosa Maria Pastore

Ricette

Spalla, prosciutto, coppa e pancetta TORTA PROSCIUTTO E FORMAGGIO Ingredienti  Pasta briseé  Prosciutto gr 100  Besciamella 1 tazza  Burro gr 25  Noce moscata  Sale Preparazione Foderare una pirofila imburrata con pasta briseé e stendere sulla pasta il prosciutto, un po‟ rosolato nel burro e tagliato a listarelle, e la besciamella, alla quale si è aggiunto la gruviera grattugiata e la noce moscata. Infornare per circa 15 minuti. INVOLTINI DI PROSCIUTTO Ingredienti  Prosciutto cotto gr 300  Fagiolini lessati gr 300  Fette di pomodoro 6  Maionese 1 tazza  Capperi, sale. Preparazione Mettere in ogni fetta di prosciutto 7 o 8 fagiolini già lessati e avvolgere le fette, formando degli involtini. Metterli in un piatto di portata e sopra ognuno di esse sistemare una fetta di pomodoro. Coprirli di maionese e guarnirli di capperi. PISELLI AL PROSCIUTTO Ingredienti  Piselli sgranati gr 800  Prosciutto cotto gr 250  Burro gr 100  Cipolline novelle 3 o 4  Farina, prezzemolo, sale. Preparazione Mettere i piselli in una casseruola con acqua che li copra. Aggiungere 80 grammi di burro, le cipolline intere e 1 mazzetto di prezzemolo. Salarli quasi a fine cottura. Aggiungere, qualche minuto prima di servire, il prosciutto tagliato a dadini e i pezzetto di burro rimasto, intriso di farina. Ritirare le cipolline e il prezzemolo e servirli. TORTA RUSTICA PROSCIUTTO E FORMAGGIO Ingredienti  Pasta briseé gr 400  Prosciutto crudo o pancetta gr 100  Provolone dolce gr 100  Uova 3  Latte gr 150  Parmigiano grattugiato 2 cucchiai  Pepe, sale.

Preparazione Stendere la pasta briseé a 5 mm di spessore e foderarne una tortiera bassa di circa 20-22 cm di diametro. Distribuire sul fondo listarelle di prosciutto (o pancetta) e di provolone e versarvi sopra le uova leggermente sbattute con sale, pepe, parmigiano e diluite con il latte. Cuocere per circa mezz‟ora in forno a 200° verificando con uno stecchino che il centro della torta sia cotto. Farla intiepidire prima di sformarla e servirla. FOCACCIA CON PROSCIUTTO E FORMAGGIO Ingredienti  Pasta per pizze gr 500  Prosciutto cotto o crudo gr 150  Provolone fresco dolce gr 150  Olio d‟oliva, sale Preparazione Dividere la pasta in due parti e schiacciarla con le mani ricavandone due dischi larghi e sottili. Adagiarne uno in una teglia larga e bassa unta di olio, stendervi sopra fette sottili di prosciutto e di formaggio, ricoprire col secondo disco, sigillare i bordi, spennellare generosamente la superficie della pasta con olio d‟oliva, spargervi qualche grano di sale grosso e cuocere in forno già caldo a 200° per mezz‟ora finché la focaccia è ben dorata. È buona comunque, calda tiepida ed anche fredda. POLPETTONE RIPIENO AL PROSCIUTTO Ingredienti:

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carne trita di manzo gr 500 formaggio grattugiato gr 120 la noce moscata gr 70 Prosciutto cotto gr 200 Mozzarella gr 300 pepe e sale q.b.

Preparazione Mettete in una ciotola capiente la carne tritata, il pancarrè privato della crosta precedentemente ammorbidito nel latte e strizzato bene, il parmigiano grattugiato, le fette di prosciutto cotto Galbacotto Fetta Golosa tagliate sottili al coltello e alla fine l'uovo. Mescolate con una forchetta e salate a piacere. Prendete poi la Mozzarella Cucina Santa Lucia e riducetela a piccoli cubetti.Con il composto di carne ottenuto formate un polpettone con all'interno la mozzarella; lasciate riposare per qualche minuto. Nel frattempo fate scaldate l'olio in una padella, quando sarà ben caldo e a fuoco vivo metteteci il polpettone e giratelo spesso affinché si crei una crosta. Formata la crosta abbassate la fiamma, aggiungete mezzo bicchiere di vino e mezzo bicchiere d'acqua. Fate cuocere per circa 40 minuti a fiamma dolce. Servite il vostro polpettone ripieno ben c al d o .

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Premio nazionale di poesia religiosa

- MATER DEI -

La rivista Antropos in the World e l‟Ente Parrocchia SS. Corpo di Cristo bandiscono il IV Premio Nazionale di poesia religiosa “MATER DEI”,riservato agli agli alunni delle scuole elementari, medie ed agli adulti. Il concorso prevede un 1° 2° e 3° premio per gli alunni partecipanti ed un 1° 2° e 3° premio per gli adulti. Inoltre, saranno consegnati attestati di merito ai concorrenti che si sono maggiormente distinti. I premi consisteranno in coppe, medaglie, targhe, diplomi,libri e nella pubblicità sulla Rivista di lettere ed arti Antropos in the world. Si concorre con una lirica sulla Vergine Maria, non inferiore a 20 versi e non superiore a 40. In allegato al componimento, va una scheda con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono,oltre al titolo dell‟elaborato. Per gli alunni, va aggiunto anche il nome della scuola frequentata, della classe ed eventuale e-mail. Il tutto va inviato alla Direzione Antropos in the world- via Posidonia,171/h – 84128 Salerno. Per l‟Agro nocerino-sarnese, può essere consegnato alla redazione di Pagani, presso il SS.Corpo di Cristo. Il termine ultimo per la presentazione delle liriche è fissato per il 25 maggio 2016. La cerimonia di premiazione avverrà nella Chiesa Madre della città di Pagani (Sa) presumibilmente nella prima decade di giugno di maggio. I vincitori saranno tempestivamente avvertiti tramite e-mail,o telefono,che avranno cura di indicare nella domanda di partecipazione al premio. La commissione, presieduta dal mariologo Renato Nicodemo, sarà resa nota alla cerimonia di premiazione. Eventuali chiarimenti possono essere richiesti ai numeri: 3771 711 064 – 3474 345177, o tramite le e-mail francopastore@fastwebnet.it – romapas39@gmail.com. La Commissione: Dott. don Flaviano Calenda (Parroco della chiesa Madre SS.Corpo di Cristo, redatt. c. della redaz. di Pagani) Giornalista Pastore Rosa Maria (Direttrice di Antropos in the World) Giornalista Carlo D‟Acunzo ( Redattore c. della redazione di Angri) Avv. Vincenzo Soriente ( Redattore c. della redazione di San Valentino Torio) Dott.ssa Rita Occidente ( Direttrice resp. di Dentro Salerno) Dott. Felice Luminello ( Accademico benemerito dell‟Acc. N.T.E.) Dott. Renato Nicodemo ( Mariologo e Presidente della Commisione esaminatrice) Dott. Prof. Franco Pastore ( Giornalista, Direttore resp. di Antropos in the world)

CONSIGLIO DEL GIORNO: Respirate bene Spesso ci capita di sentirci stanchi, svogliati, intorpiditi o, come sovente diciamo, ci sentiamo "stressati". Quando un'emozione è esagerata rispetto allo stimolo esterno, significa che nel corpo e nella mente non c'è sufficiente ossigeno. E' l'ossigeno che premette al cervello di lavorare e se scarseggia il sangue deve affluire più velocemente.Nel frattempo si perde lucidità ed il nostro umore ne risente. Inoltre, a causa di un'inadeguata respirazione, nel sangue stesso ristagnano pericolose tossine che danneggiano le nostre funzioni vitali. In questo stato, siamo fragili fisicamente e vulnerabili emotivamente. Come fare? Una vera e propria formula non esiste, ma da sempre l'uomo ha cercato di migliorare e potenziare la respirazione per trarne benessere.La mancanza di moto è una delle principali cause di carenza di ossigeno nel sangue, ma anche quando si pratica uno sport è bene eseguire una respirazione corretta. In questo caso è bene farsi consigliare da istruttori esperti e qualificati. Possiamo affermare che per abituarci a respirare bene, è fondamentale la pratica di corrette tecniche respiratorie unite ad un costante allenamento, per ripetere semplici esercizi che col tempo possono rivelarsi molto utili. Il respiro totale 1. Inspiriamo lentamente dal naso, pensando di portare l'aria fino sotto l'ombelico. In questo modo riempiamo di aria la parte inferiore dei polmoni e contemporaneamente lo stomaco comincerà ad elevarsi come un palloncino.

4.. Ora tratteniamo per qualche secondo l'aria, per dare ai polmoni il tempo di assorbire tutto l' ossigeno contenuto nell'aria che abbiamo appena respirato. Con il tempo potremo prolungare questo tempo.

2. Senza interrompere il respiro, continuiamo ad elevare lo stomaco ed espandiamo la cassa toracica riempiendola d' altra aria. 3. Infine, facciamo in modo che il respiro riempia anche la parte Superiore dei polmoni, sollevando ancora il torace, per 5 secondi. 3.

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(Continua)


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P A N A MA PA PE R S – C o n ti n u a d a Pa g . 2 0 F o r s e i l V i s p o T e r e s o d i me n t i c a c h e i l r e f e r e n d u m su lle s ue miraco lo se r i fo rme sarà co n fe rma t ivo e no n a b ro g a tivo . Il che s i gn i fi ca che no n sarà n eces sari o a l c u n q u o r u m . Q u i n d i c o n g l i s t e s s i n u m e r i dello

altro gior no (considera to che gli as te ns ionis ti dovrebbero es sere p iù o meno gl i ste ssi) potrebbe prendere una tra nva ta da 86 a 14, essendo qui ndi co stret to ad o no rare la p ro me ss a d i to glier si d alle balle. Conte nto l ui … M ichele Rallo

A. MIRABELLA - BUONE COMM’O PPANE mediterranea” e raccontato la storia del pane dalle sue origini: ”E‟ nato in Africa, nell‟attuale Etiopia. Furono però gli Egiziani, al tempo dei Faraoni, i primi a controllare la lievitazione naturale del pane ea diffonderlo in tutto il Medio Oriente e l‟Oc-

cidente, anche se furono poi i Greci a migliorarne la qualità e la varietà”.Tanti i proverbi e i modi di dire sul pane in lingua napoletana ricordati dal professor Mirabella...” (Ulisse on line del 20.10.2015)

“ ...A parlare del pane, che tutti noi consumiamo quotidianamente, è stato il professor Alberto Mirabella durante la presentazione del suo libro: ”Buono comm‟o ppane” presentato in uno dei più antichi e suggestivi giardini di Salerno, quello di proprietà dell‟avvocato Bernardo Altieri, vicepresidente dell‟Associazione Adorea, presieduta dalla dottoressa Vittoria Bonani. Il professor Mirabella ha raccontato che l‟idea di scrivere un libro dedicato al pane gli è stata offerta dalla frequentazione del negozio del provetto fornaio Giovanni Russomando che ogni mattina, in Via Aversano, 27, sforna dell‟ottimo pane. Un capitolo del libro parla proprio del giovane fornaio salernitano che ha iniziato ad imparare il mestiere ad appena 13 anni: “In estate andavo ad aiutare un mio parente nel suo forno di Pontecagnano. Poi, appassionatomi a questo mondo, mi sono messo in proprio”...” “... Il professor Mirabella ha ricordato che:” Il pane r appresenta un alimento basilare della dieta - 23 -

Abbiamo riportato una parte dell‟articolo del bravo Aniello Palumbo, che parla dell‟uultimo lavoro del Prof. Mirabella Alberto, una personalità culturale di prestigio nell‟ambiente universitario Salernitano. A lui vanno i complimenti di chi scrive e delle Redazioni del giornale. Franco Pastore

Νοῦς ὁρῆι καὶ νοῦς ἀκούει· τἆλλα κωφὰ καὶ τσφλά È la mente che vede e che ode; ogni altra cosa è sorda e cieca


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STORIA DELLA MUSICA - A cura di Ermanno Pastore

MUSICA LEGGERA-NUOVE TENDENZE

VII PARTE – L‟HEAVY METAL II rumorosi, rissosi aspetti dell'heavy metal hanno ad adorare il Diavolo o a suicidarsi (vedi Judas Priportato in molte nazioni a periodi di frizione fra i fan est emessaggio subliminale) o addirittura influenzase la parte della società che appartiene alla corrente di sero i giovani nel compiere atti sanguinari (gli Slayer pensiero preponderante in questo tempo. A causa sono, spesso, contestati per questo). Negli anni 2000, della visione edonistica promossa in generale da dopo i frequenti crimini compiuti della setta delle Bequesto genere e dei suoi occasionali sentimenti anti- stie di Satana tale dibattito si è fatto ancora più accereligiosi o addirittura di aperti attacchi a una morale so. La setta, operante in Lombardia, era molto legata cristiana e cattolica la cultura dell'heavy metal è sta- alla musica metal: i casi di violenze portarono così ta spesso calunniata e condannata pubblicamente giornalisti e mass media a ricercare nelle tematiche (spesso tacciata di traviare i giovani) e nei paesi isla- affrontate dai gruppi metal l'incitamento all'omicidio. mici ove vige una "teocrazia" è stata fatta oggetto di Sicuro è che fin dagli albori, alcuni sottogeneri del bando, in tutte le sue forme (seguire la moda del- metal (quali thrash metal, death metal e black metal) l'heavy metal può essere motivo d'arresto). sono stati un genere fortemente legato alla sfera delAgli inizi degli anni ottanta nacque negli Stati Uni- l'occulto, del satanico e dell'anticristiano; basti penti la P.M.R.C.(Parents Music Resource Center), una sare a gruppi come Venom, Slayer, Destruction, ecc. associazione specializzata nel controllare e, spesso, Altro aspetto fondamentale nell'impatto collettivo, censurare prodotti di musicisti, non solo heavy me- che riguarda specialmente il genere meno comprotal, che si ritenevano diseducativi ed osceni. messo del metal di oggi, ovvero il black metal, è L'associazione ha avuto molti scontri con vari artisti quello politico. A volte il black metal si fa portatore (in particolare con Black Sabbath, W.A.S.P., Ozzy di ideologie di estrema destra reinterpretando il mesOsbourne, Twisted Sister, Judas Priest) accusandoli saggio anticristiano del metal in chiave antisemita; ne di essere un cattivo esempio per la gioventù.Gene- sono esempio musicisti come Burzum(anche se Burralmente la musica e i testi dell'heavy metal esplo- zum non ha mai messo testi antisemiti nelle canzorano tematiche di disagio, amore, odio, conflitto, ni), Nokturnal Mortum, Graveland, facenti parte del disperazione, solitudine, guerra, morte, aggressione sottogenere Nsbm. ed estrema violenza. Alcuni gruppi heavy metal soUn valido esempio è quello dell'Inner Circle, una no stati etichettati come omofobi.In Europa e in vera organizzazione criminale che diffuse il terrore America, la base da cui provengono la maggior parte nella scandinavia (soprattutto in Norvegia), rendendei fan è la fascia dei giovani maschi bianchi, molti dosi colpevole di omicidi, roghi di chiese e minacce dei quali sono attratti dai testi chiaramente antiso- di morte, composta da fanatici e addirittura compociali di molte canzoni heavy metal e dal loro tempo, nenti di band Black metal, ma un importante espopotenza e volume. Di qui lo stereotipo dell'adole- nente del black metal (Varg Vikernes) ha negato l'esiscente metallaro che vuol manifestare il suo bisogno stenza della setta.Tuttora molte copertine degli album di ribellione ascoltando musica appositamente alta e dei Cannibal Corpse e di altri gruppi estremi sono morbosa. In tempi anche abbastanza recenti questa vietate in molti paesi del mondo, in India è stata vieimmagine è stata sottolineata nell'immaginario tata la commercializzazione del penultimo album comune grazie a spettacoli televisivi o film come degli Slayer, Christ Illusion (Illusione di Cristo) e la "Beavis & Butthead" e "Airheads". L'heavy metal a copertina di God Hates Us All (Dio ci odia tutti) è causa dei suoi eccessi anche stilistici (vedi il caso stata in alcu-ni paesi censurata. I Metallica sono tutglam metal che ha una delle sue migliori esempli- tora vietati in Giordania per vilipendio alla religione, ficazioni nel look dei Kiss degli anni settanta) è stato anche se molti fan, potendo dimostrare che la band spesso parodiato o comunque irriso. non ha alcun elemento "antireligioso" o satanico, sono Durante i tardi anni settanta e i primi anni ottanta, i assolutamente contrari a tale censura.È da sottolirapporti con temi dell'occulto e del demonismo por- neare, in ogni caso, l'esistenza di un'intera sotto area tati avanti da artisti come Ozzy Osbourne hanno por- tematica interna all'heavy metal, ossia, quella del tato all'accusa diinfluenze sataniche da parte di mol- Christian metal (o white metal) che tratta di argote chiese cristiane e di moltissime televisioni, tanto menti inerenti alla religione e la cristianità e si conin Europa quanto negli USA. Molti giornali e opi- trappone nettamente (ad esempio con l'unblack metal) nionisti trattarono questo tema, formando l'opinione alle band di stampo satanista ed anticlericalista. comune che gli album heavy metal contenessero messaggi nascosti che spingevano chi li ascoltava (continua)

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Antropos in the world POLITICA E NAZIONE – OVVERO IL PENSIERO DELLA GENTE COMUNE

Carrozzone rai – Riforma canone e sprechi

Dal 2016 è previsto, per i titolari di utenza eletComunque lo sperpero Rai risulta ancora più etrica per uso residenziale, il pagamento del canone TV vidente quando si raffrontano le spese con i suoi mediante addebito sulla fattura della utenza elettrica. competitor Mediaset e Sky. L'importo del canone sarà incluso nella bolletta elettriNonostante le enormi spese la Rai si impoveca a partire da luglio. risce ed ha debiti per milioni di euro mentre i priL'importo per il 2016 è stato fissato in euro 100. vati, con una gestione oculata, si arrichiscono anSe un utente ha più televisori il canone è sempre dello che perchè utilizzano le risorse umane con compestesso importo. Chi invece non possiede un televisore tenza e rigore. deve presentare all'agenzia delle entrate, entro il 16 In conclusione il canone che pagano i cittadini maggio 2016, l'autocertificazione per non pagare il italiani serve a coprire il clientelismo, gli sprechi e i canone Rai. Chi possiede più utenze di tipo residen- privilegi.Bastava fare una legge giusta, invece della ziale deve presentare l'autocertificazione a mezzo rac- sbandierata balorda riforma di Renzi, che contencomandata , in plico senza busta, all'agenzia delle en- tiva di usufruire alla Rai della pubblicità alla pari trate - ufficio Torino 1 - sportello abbonamenti TV - dei privati per eliminare questa ulteriore gabella casella postale 22 , 10121 Torino. che pesa sul popolo italiano come un macigno. Il Governo Renzi ha partorito questa deludente riPurtroppo la sinistra al governo ci ha abituato a forma sul canone Rai e non ha voluto tenere conto del- "stangate" di tasse su tasse, incurante della soffele aspettative degli italiani che speravano nell'aboli- renza degli italiani che oggi sono più poveri di ieri zione del cosidetto canone e nemmeno delle richieste e non riescono più a mettere il piatto a tavola. Mario Bottiglieri delle associazioni dei consumatori che, in primis, avevano chiesto di rendere più moderno e meno lottizzato Corso di formazione continua ECM il servizio pubblico televisivo. Bastava che i canali Rai fossero stati privatizzati e lo per tutte le professioni sanitarie Stato avrebbe fatto cassa. Invece Renzi ha continuato presso il Collegio IPASVI o altra sede Via Flarer, 10 – 27100 Pavia ad accanirsi contro il popolo con odiate consentendo lo spreco del denaro pub-blico solo per salvaguardare SECONDA AREA TEMATICA il controllo politico sulla Rai e quindi sull'informazione. Le fragilità nella privazione della libertà: un Va precisato che il canone televisivo è un tributo rinuovo approccio assistenziale chiesto per finanziare la TV pubblica che dovrebbe RELATORI e MODERATORI trasmettere senza mandare in onda alcuna pubblicità. - Vincenzo Andraous Invece la TV pubblica ci inonda di pubblicità, alcune Casa del Giovane volte anche maggiore delle TV private che da essa trag- - Dott. Duilio Loi gono le risorse per autofinanziarsi. Pedagogista Clinico e Criminologo Forense Cosi per volere di Renzi la Rai resta il carrozzone di - Dott.ssa Paola Mugetti sempre alla faccia della Spending Review.Infatti lo spre- Infermiera Casa Circond.le Torre Del Gallo Pavia co della Rai è enorme e sulle spese effettuate la Rai ha - Dott.ssa Deborah Sturini sempre mantenuto un colpevole silenzio. Solo per ri- - Infermiera Casa Circondariale Vigevano cordare gli ultimi sprechi Rai basta vedere come tutte - Dott. Roberto Marino le sue testate hanno "organizzato viaggetti" per seguire Dirigente medico psichiatra Casa Circondariale il Presidente del Consiglio in Australia (G20), in America Torre Del Gallo Pavia e in Israele. Poi se si pensa che i dipendenti Rai sono - Dott. Fabio Canegalli circa 13.000 mentre a Mediaset sono 5 mila e a SKY 4 Dirig. med. psichiatra Casa Circond.le Vigevano - Com. Angelo Napolitano mila viene spontaneo credere che la Rai con un simile Comandante Polizia Penitenziaria esercito dovrebbe essere capace di abbattere qualsiasi - Dott.ssa Annamaria Tanzi altra testata giornalistica ed invece non è così anche Inferm. Dipartim. Salute Mentale ASST di Pavia perchè lo sperpero è tale che non vengono nemmeno - Don Dario Crotti rinnovate le tecnologie aziendali che invece sono il Direttore Caritas Diocesana Pavia. punto di forza dei privati.

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ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL LIBRO Primo premio nazionale di editoria universitaria Il Premio si pone l‟obiettivo di contribuire ad accrescere nel nostro Paese la qualità complessiva dell'offerta editoriale rivolta alla formazione degli studenti universitari, favorendone allo stesso tempo una maggiore diffusione e accessibilità. Si concorre con testi, dispense e libri finalizzati all'inse-gnamento universitario,capaci di affiancare alla funzio-ne didattica la capacità di divulgazione scientifica, pubbli-cati in prima edizione a partire dal 2013 e inseriti nei programmi di studio di qualsiasi corso di laurea delle università italiane nell'anno accademico 2015-2016 o in quello successivo. Verranno premiati gli autori che si sono particolarmente distinti, nello spirito degli obiettivi del Premio, per l'efficacia e chiarezza dell‟esposizione ai fini della formazione degli studenti in tutti gli ambiti scientifico-disciplinari. Verranno premiate anche le case editrici che si sono particolarmente distinte per la qualità e accessibilità della produzione editoriale in questo settore. I premi sono costituiti da targhe. Gli autori interessati possono presentare le proprie opere a concorso entro il 31 luglio 2016, specificando il settore o i settori scientifico-disciplinari principali di riferimento tra quelli di seguito elencati: 01 - Scienze matematiche e informatiche 02 - Scienze fisiche 03 - Scienze chimiche 04 - Scienze della terra 05 - Scienze biologiche 06 - Scienze mediche 07 - Scienze agrariee veterinarie 08 - Ingegneria civile e Architettura 09 - Ingegneria industriale e dell‟informazione 10 - Scienze dell‟antichità, filologico-letterarie e storicoartistiche 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche 12 - Scienze giuridiche 13 - Scienze economiche e statistiche 14 - Scienze politiche e sociali Si può partecipare con più opere. In ragione delle opere pervenute o per motivi attinenti all'organizzazione del concorso l'Associazione Italiana del Libro può procedere allo slittamento dei termini di presentazione delle opere - non oltre la data massima del 30 settembre 2016 - indicandone e rendendone pubbliche attraverso il sito le modalità e prevedendo un ulteriore contributo di 4,00 euro alle spese di segreteria da parte dei partecipanti. Entro il termine di scadenza del Premio gli interessati dovranno far pervenire via email all‟Associazione Italiana del Libro, per ciascuna opera da candidare, una semplice richiesta di partecipazione al Premio, precisando: a) il titolo dell'opera presentata, b) il settore o i settori scientifico-disciplinari principali di riferimento tra quelli sopra elencati,

c) l'Ateneo di affiliazione, d) le generalità dell'autore o degli autori (nome e cognome, email, anno di nascita) e) un breve profilo-biobibliografico dell'autore o degli autori (circa 960 battute, spazi inclusi) Alla richiesta deve essere allegata l'opera in formato digitale (in un unico file o in più file,ciascuno del peso massimo di 3MB). Per ciascuna opera presentata è dovuto il versamento di 7,00 euro a titolo di contributo alle spese di segreteria. Per più opere eventualmente presentate si può effettuare un solo versamento cumulativo. Le modalità di versamento sono indicate nel bando pubblicato sul sito dell'Associazione Italiana del Libro (www.associazioneitalianadellibro.it). Le email con i relativi allegati vanno spediti tramite: info@associazione-italianadellibro.com . Nell'oggetto della email specificare: Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria. Entro la data massima del 15 ottobre 2016 dovrà pervenire per posta all‟Associazione Italiana del Libro anche una copia del libro in formato cartaceo, da spedire all'indirizzo riportato nel bando pubblicato sul sito dell'Associazione Italiana del Libro (www.associazioneitalianadellibro.it). La copia in formato cartaceo non sarà in ogni caso restituita. Per le opere collettive l'opera può essere presentata, a nome di tutti, oltre che dall'editore, anche dal curatore o da uno dei curatori. Il Comitato scientifico del Premio secondo le modalità individuate dal suo Coordinamento e dalla Pre-sidenza - procederà entro il 31 ottobre 2016 all'indivi-duazione delle opere che accedono alla fase finale della manifestazione ed entro il 10 novembre 2016 all'indivi-duazione delle opere vincitrici. Il giudizio e le scelte del Comitato Scientifico sono insindacabili. Per informazioni: info@associazioneitalianadellibro.com

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„Ncampagna di Romano Rizzo „O viento chianu chiano smove „e ffronne, n‟auciello canta e n‟ato lle risponne… Lucente comm‟a ll‟oro pare „o grano mentre „e penziere volano luntano. Pe ll‟aria vola e va na rundinella e n‟ata appriesso a essa sempe sta; canta na voce”Nonna,nunnarella…” a nu criaturo ca nun se vò accuità. Tutto è silenzio attuorno, rompe „a pace „o chianto „e stu guaglione ca se lagna… Se fa cchiù bella overo e assaie me piace quann‟è chest‟ora tutta sta campagna. Ll‟anema mia se sente cchiù sicura, si stongo i‟ sulo,‟o ffrisco, mmiez‟‟o vverde e me fa cumpagnia sulo „a natura… st‟anema s‟arreposa e nun se sperde. Mentre che ancora „ncielo luce „o sole, canta stu core mio senza parole, tutt‟‟e penziere volano luntano e „nchiudo ll‟uocchie chianu,chianu,chiano


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LA FAVOL A DEL LA SE TTIMANA

IL PRINCIPE FIORITO Di FRANCO PASTORE Realizzazione pubblicazione in ebook, in filmato e stampa, GGKEY:1NXKXFC1Q54 E

C‟erano una volta un re ed una regiDniasecghniededlemsai-estro Paolo Liguori deravano tanto avere un erede e che finalmente ebbero un bambino, cui diedero il nome di Fiorito. Organizzarono una grande festa e invitarono tutti i sovrani delle terre confinanti e tutte le fate dei regni, eccetto la maga della Montagna, così anziana che nessuno si ricordava più della sua presenza. Le fate iniziarono a dare i doni magici al principino: la bellezza, la grazia, la gentilezza, l‟intelligenza, la simpatia, l‟abilità a fare tutto. Era quasi il turno della settima, che avrebbe dovuto pronunciarsi sull‟amore, quan- “...Come d‟incanto, subito, si risvegliarono do arrivò Beccamorta, la maga racchia della tutti, ed alla nuova vita sorrisero anche i Montagna. Era offesa per essere stata emar- putti. ginata e così disse “ sarà il più bel principe fino Fiorito vide Candida e ricambiò l‟amore: all‟età di sedici anni, quando si pungerà con rispose al bacio e rapido, volea coglier-ne il una spina di rose e morirà”. Detto questo, la fiore. megera sparì in una nuvola nera. I genitori Ma la fanciulla languida, baciandogli la erano disperati ma la settima fata disse: “Non fronte: - Sol se mi sposi subito, berrai alla posso annullare il suo incantesimo ma posso mia fonte!aggiungere il mio: se si pungerà cadrà in un In men che non si dica, vi furono le nozze, sonno di cento anni, da cui sarà svegliata dal tornarono le fate, si ripeté la lagna, mancava bacio del vero amore”. Il re allora fece spian- solo una, la maga di montagna. tare tutte le rose del regno, ma a nulla valse e la profezia si avverò.

Dopo cent‟anni il bacio d‟una vergine il principe svegliò. Candida era il suo nome, principessa d‟un regno vicino, bella più della luna e coraggiosa come un baldo cavaliere. Si celebrarono le zozze, cui parteciparono tutti, comprese le fate; solo una mancò, Beccamorta, la brutta maga di montagna, che appena seppe delle nozze, le venne un accidente e scomparve tra le fiamme dell‟inferno. - 27 -

Quest‟ultima megera, qual figlia dello Averno, scomparve a mezzanotte tra le fiamme dell‟inferno. ____________________

I bei disegni di Paolo Liguori, supportano ancora una volta l‟esperimento di rielaborazione, ricreando, per i più piccoli, immagini che solleticano l‟immaginazione,in un momento storico nemico delle tradizioni e della fantasia.


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Roma, l’alleanza delle mummie, contro il pericolo populista

anni

Cosa sta accadendo a Ro ma? Soltanto un colpo di sole pri ma ve rile di un C ava liere sul vial e del t ra monto? No.Sta ac cadendo qu alc osa di più vasto e co mples so, con implicazioni che va nno ben al di là dei co nf ini della Capit ale e che sa ran no deter minan- ti pe r stabili re quando (“quando”, non “se”) anche in Itali a potrà de collar e un gr ande mo vi ment o di liberazione anti- Unione Europea ed anti -i mmigra zio-ne. Non si tr atta di un senile ri mba mbi mento, m a di una dif esa disperata contro il per icolo che le elez io- ni romane possano sanci re la nasci ta di una dest ra mo derna (ma non “eu ro pea”, cioè al guinz agl io de- gli a me ricani ), libe ra d al b e rlusconismo e dal can cro della “unione dei modera ti”. Il Cavalie re e ra l‟unico che potesse ostacolare (“ostacol are ”, non “i mpedir e”) un t ale s viluppo, e f in dall‟ inizio si è prodigato i n questa dire zione. P ri ma con una candidatura chia ra mente in adegua ta, con ta rga “moder ata” e f ilo- rom. E poi, quando ha visto che la Meloni continuava ad an dar e come un tr eno, con il ri tiro del povero Ber tolaso e la con-f luenza su un altro “moder ato”, il mili arda rio di si-nistra (o di pseudosinistra ) Alfio Ma rchini. Non che Mar chini ab bia la minima possibilità di vin ce re – mal g rad o i s u o i so ld i – s tretto co m‟ è tra il candidato della non-sinist ra renzian a, Gia chetti, e l‟unico candidato di una Sinis tra de gna di questo n o me, S t e f a n o Fa s s i n a . In r e a l t à , c i ò c h e i n t e r e s s a a l C a v a liere ( e ai suoi ispi rato ri) è di guadagn are un an no di tempo. Impedir e che le e le zioni romane possano uf f ici al i z za re l a n as ci t a d i u n Fro n t e Na zi o n al e i t a l i an o (come quello che si sta rac cogliendo attorno all‟ asse Salvini- Meloni) e che q ues to f ronte possa ege monizzare l‟ eletto rato di dest ra, mandando def initiva ment e in soff itta i vec chi arnesi del ricic la ggio centrist a e quelli più patetici di una D estra -dest ra da loro rinnegat a e ce rta ment e non pratic ata. Le e lezioni romane – lo co mprende chiunque sappia le gger e i sondaggi – sar anno vinte a l secondo tur no dal f ronte degli inca zza t i e non dal f ronte dei moderati. Nel caso di un ballot taggio f ra la gr illina Ra ggi e la Meloni, da quest‟ultima, sulla quale confluirebbe anche il voto dell‟ eletto rato centrista. Ma, ove la Me loni dovesse esser e f er mata e il ballotta ggio si svolgesse f ra la Ra ggi ed un qualunque “moderato” (non importa se mi meti zzato a de stra o a sinistra), a vince re s areb b e l a g ri l l i n a, s o s t en u t a d a t u t t o l‟ el et t o rat o p o p u lista, di destra e di sinistra. L‟ o b i e t t i vo d i B e r l u s c o n i ( c h e i s o n d a ggi s a l e gg e r l i ) non è dunque quello di f ar vince re il c andidato renzi ano; cosa che non gli dispiacerebbe, ma che è prati ca m e n t e i m p o s s i b i l e . Il s u o o bi e t t i vo è d i n o n f a r vi n c e r e la Destr a, perché questa D estra vince -rebbe sen z a di lui, anzi contro di lui e cont ro i suoi sostenitori.Ma c‟è un disegno più vasto, di cui f orse il Cava -li ere n on si rende piena -mente conto. Siamo alla res a dei conti nell‟ Unione Europea, alla vi gili a dell‟ implosione,tr a la sostanziale ar chiviazione di Schen gen e la mob ili tazione di tutti i setto ri eco no mici contro la prospett iva

del f unesto trattato “tr ansa tlantico” voluto dagli St ati Un i t i . O gn i t o rn at a el et t o r al e (d a l l a Fr an ci a al l a G er ma nia, dalla Spagna al l‟ Au-str ia, dalla Slovacchia a lla Polonia) è una camp an a a mor to per questa co siddetta Europa e per i suoi sp on-sor a me ricani. L‟ u l t i mo c a mp a n e l l o d ‟ a l l a r me è s u o n a t o l ‟ a l t r o gi o r no in Austria, dove il primo turno delle presi-denzia li ha visto una vit toria schi acci ante del candi-dato dell a destr a – dicia mo così – lepenist a. Al se -condo po sto è ar ri vat o u n al t ro can d i d at o p o pu l i s t a, s i a p u re u n p o pu l i s t a d i s inistra. Quasi del tutto can cellat i i due partiti tradizi onali, il de moc ristiano e il social-de moc rati co. E non è tutto, perché – secondo le pre- visioni – qu esta volta non dovrebbe f unzionare il “mo -dello f rancese ” (tutti contr o l a Le P e n a l s e c o n d o t u r - n o ) e i l b a l l o t t a g gi o p o t r e b b e facilmente incoronare un Presidente della Repubblica c he il mainstream occi-dental e indica sprezzan t emente co me “di estre ma destra”. Ma sono altri gli appuntamenti e lettor ali che p reoc cupano Obama e la Clinton, Bergo glio e la Me r- ke l: l‟ ormai prossi mo ref e rendum i nglese pe r l‟ uscita dall‟ Uni one Europea, e le ele zioni presidenziali franc esi del 1917. Ecco i l moti vo r eale che ha indotto tanti a mbienti (ben al di là del “c erchio ma gi co” del vecchio Be rlusc a) a gua rdare all‟ opera zion e Mar chi ni come all‟ ultima spiaggi a. Occor re ad ogni co sto scongiur are il peri co lo dell‟ elezi one a Sindaco di Roma della “Le Pen itali an a”, perch é un evento del gene re sa rebbe assolutament e cla moroso ed avrebbe un inevitabile ef -f etto di trascina mento sui due appuntamenti el ettor ali ch e decider anno q uando (ripeto: “quando” non “se”) l‟ U E s arà ar chivi ata ed i popoli e uropei potranno rip rendere a lavora re pe r i loro interes si.Questo “quando ” dovran no deciderlo gli e letto ri r omani: ti ra re dritto, o sedersi in poltrona e concedersi una non salutare pausa di rifless ione. In t a n t o , m u m m i e , z o m b i e d a l t r i c a d a ve r i d e l l a p o l i t i ca s ci am an o f u o ri d al l e t o mb e, i n u n o s c en ari o d a f i lm horror de gli anni „ 60. Biasc icano litani e cent riste e s go mitano per assicu rars i un posticino f ra le terze f ile di un invocato part ito d ei modera ti. Ripetono co me pappagal li una gr ande bugìa, e cioè ch e la dest ra (o q uella che lor o identif icano come t ale ) può vince re solo su posizioni modera te e non su posizioni populiste. Pove retti, baste rebbe che s i andassero a rile gge re i risultati el ettora li di tutta Europa pe r a ccor ge rsi che è esatta ment e il con tra rio. O f orse lo sanno bene, e il loro intento è proprio quello di evit ar e che la Dest ra (quel l a c o n l a D m a i u s c o l a ) p o s s a v i n c e r e . In f o n d o , q u a l c u n o d i loro – non f accio nomi per ché non ce n‟ è bisogno – ha dedicato tutta la su a vit a a q uesta miss ione.

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Ἂν μὴ παρῇ κρέας,τάριχον στερκτέον. Se non c'è carne, bisogna accontentarsi della sardina


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IMMAGINI DI UN ALTRO TEMPO

„A POSTEGGIA

Dal 1836 al 1893 don Antonio suonò e cantò tutte le canzoni napoletane del mezzo secolo e fu l‟antologia del pentagramma plebeo. Tra le preferite era Cicerenella, l‟antica canzonetta, ch‟è morta anch‟ es s a. Si sbarcava il lunario; il trombone, prima del concerto, faceva al vicolo la presentazione e intesseva le lodi di don Antonio: tra l‟altro lo indicava celibe «per necessità», e questo faceva molto ridere, con le mani sul ventre, le comari del vicolo. Negli ultimi tempi suoi don Antonio non fu più visto in compagnia del suo conduttore e dell‟ottavino. Un bel giorno lo ritrovano sui gradini della «scala di San Giuseppe», stendeva la mano e chiedeva l‟elemosina. Addio musica, addio violino, addio vecchie canzoni napoletane! Il cieco era stato abbandonato da‟ suoi compagni girovaghi e aveva fame. Ad uno dei bottoni della sua giacchetta, costellata come un firmamento, pendeva ancora la cordicella che era servita all‟ amico trombone per guidare don Antonio, come un cane, attraverso le viuzze e i vicoletti napoletani: l‟indizio della schiavitù era ancora attaccato a‟ suoi panni. Chissà se un giorno - pensava il povero vecchio, mentre gli occhi suoi senza sguardo, bianchi e immoti nel loro cavo, percotevano invano la luce del giorno - chissà se un giorno il mio amico trombone non si ricordi di me! Se canterò un‟ altra volta Cicerenella! Forse così pensava: e sorrideva fra tanto di quel suo sorriso inebetito che portava in giro col suo violino e che scopriva una senile bocca screpolata, nella quale il suono fischiava attraverso gli ultimi denti e le parole non mai pronte si componevano faticosamente. L‟opera dello sventramento ha demolito una quan-

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(V parte)

tità di cose e don Antonio con esse. Don Antonio era una cosa. Quando volli - tempo fa - sapere, per bocca stessa del Paganini del vicolo partenopeo, la sua storia, e chiesi di lui ad alcuni popolani che gli avevano dato alloggio, costoro mi mandarono a dire: - Non v‟ „o putimmo dà. Dunque don Antonio era un oggetto, di proprietà di coloro che gli davano da mangiare e da bere, proprietà del popolo, che talvolta si dà di questi lussi. Seppi soltanto che l‟ultima pubblica tornata col “gentile concorso” del trombone che s‟era rifatto vivo - don Antonio l‟avea data in piazzetta Tagliavia, ove il Circolo di beneficenza della sezione S. Giuseppe offriva un pranzo ai poveri. Come costoro chiesero di udir la musica e proprio chiesero di don Antonio, eccotelo che arriva,a metà del pranzo, in una “carrozzella”. Fu uno scoppio di applausi, pe‟ quali il povero vecchio, che non era un concertista indurito, ebbe de‟ gran lagrimoni agli occhi spenti. Non suonò Bach, né Schubert, né Lézokonwsky. Suonò e cantò Cicerenella, la vecchia canzone popolare, con cui i nostri nonni ci han fatto saltar sulle lor ginocchia un po‟ tremanti: Cicerenella teneva nu gallo e tutta „a notte ce jeva a cavallo . . . Cicerenella teneva teneva teneva na cosa, ma nun „o sapeva ... E tutta la tavola dei mendicanti a ridere. Ridevano i bambini con la bocca piena, ridevano le vecchie donne, che nel rincorrere, quasi commosse, il loro passato,sentivano d‟aver somigliato un po‟ anche esse a Cicerenella; i vecchi ascoltavano inteneriti, la folla de‟ curiosi applaudiva, e dal violino screpolato, tra tutta quella miseria e quella vecchiezza, nell‟allegra piazzetta Tagliavia, sotto il sole, pareva che si partissero a un tempo gridi di gioventù risvegliata e lunghi sospiri di rimpianto. Qualcuno della folla trovò che don Antonio sbagliava il tempo e cercava invano di ricordar le parole. Era forse la commozione? Era il dolore? Erano gli anni? Chi lo sa? E quello fu il canto del cigno . Se Emmanuele Bidera avesse conosciuto don Antonio, la costui figura non sarebbe mancata a quel libro così napoletano che quel brav‟uomo compose nel 1844 e al quale somiglia un po‟ questo povero libro mio. Nelle Passeggiate per Napoli e contorni il violinista avrebbe trovato dolce e buona compagnia de‟ suoi tempi, e un tenero elogio d‟un impressioni sta semplice e umano. Giulio Mendozza


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IL MUSEO DIOCESANO SALERNITANO LE COLLEZIONI D’ARTE Dal Medioevo al Rinascimento (Vparte)

Matrimonio mistico Ignoto, secolo XVI, di santa Caterina, olio su tela, Salerno, Museo Diocesano, ante olio su tela, Saler no, ante 1598 1598

All‟interno di una Sacra Conversazione dall‟impianto piuttosto ricercato, assume uno spazio di assoluto riguardo la scena del Matrimonio mistico di Santa Caterina da Siena (fig. 26), proveniente dalla cappella di Santa Caterina nella Cattedrale di Salerno. Sulla Santa, genuflessa davanti alla Madonna con Bambino, convergono gli sguardi premurosi di San Francesco d‟Assisi e San Francesco di Paola, collocati sotto una spaziosa struttura porticata, che accoglie anche Santa Caterina d‟Alessandria. Una visita pastorale del 1598 fissa a poco prima di quell‟anno la commissione della cona da parte di monsignor Francesco Solimele per l‟altare di patronato dell‟omonima famiglia in Cattedrale (ai Solimele si riferisce lo stemma con l‟Agnus Dei in basso); il dipinto, dall‟impianto manierista prezioso e tutt‟altro che scontato, andò a suggellare uno spazio impregnato della presenza di una sacra reliquia: il dito indice di Santa Caterina da Siena, pervenuto in Cattedrale attraverso il lascito testamentario di Guglielmo Solimele (1414), che lo aveva ricevuto da Margherita di Durazzo di cui era medico personale. - 30 -

Francesco Curia (documentato dal 1588 al 1608), Madonna del Rosario e Santi, olio su tavola, Salerno, Museo Diocesano, 1600‒1601

Dalla chiesa di San Nicola a Prepezzano di Giffoni proviene la Madonna del Rosario (fig. 27). La devozione per la Madonna del Rosario, introdotta da San Domenico nel Tredicesimo secolo, conobbe un‟improvvisa impennata dopo la bolla Consueverunt romani pontifices del 1569 che ne formalizzò e ne promosse il culto; dopo il sette Ottobre 1571, papa Pio V proclamò avvenuta nel segno della Vergine del Rosario, la gloriosa vittoria della battaglia di Lepanto1. La fortuna del soggetto è testimoniata dal vastissimo repertorio di prove susseguitesi lungo tutto l‟ultimo quarto di secolo e oltre, che vede all‟opera praticamente tutti i pittori attivi fra la fine del Sedicesimo e gli inizio del XVII secolo.L‟esemplare in esame, documentato nel 1600‒1601, è attribuito a Francesco Curia, esponente di spicco del tardo manierismo napoletano, capace di elaborare e far convergere in un unico linguaggio espressivo istanze ed esiti di matrice fiamminga1. Paolo Liguori


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Cosa è cambiato nel cambiamento climatico? Qualche riflessione a margine del vertice di Parigi di Luciano Celi. Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, Università di Trento, Istituto per i Processi Chimico-Fisici, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Pisa

In particolare gli insegnanti mostrano una grande l cambiamento climatico necessita senza omconsapevolezza sull‟esistenza del cambiamento clibra di dubbio di un grande sforzo di comunicaziomatico che senz‟altro imputano alle attività umane. ne, di partecipazione e di sensibilizzazione fin 4.2 L’impatto dell’Enciclica «Laudato si’» di Papa dalle età scolari. In Italia, qualche anno fa fu fatto Francesco partire un progetto biennale (2009-2011) che A prescindere dal credo di ognuno di noi – o dalla coinvolgeva insegnanti e famiglie, con il supporto negazione dello stesso – non bisogna dimenticare della Commissione Europea per i programmi che il 2015 è stato anche l‟anno dell‟uscita della LIFE: il progetto R.A.C.E.S., acronimo di Raising prima enciclica che, in assoluto nella storia della Awareness on Climate Change and Energy SaChiesa, tratta un argomento così importante. vings. Un‟enciclica per certi aspetti rivoluzionaria perché R.A.C.E.S. ha coinvolto 5 attori:il primo, scienunisce la ricezione della parte scientifica – riuscentifico,è l‟Istituto di Biometeorologia (Ibi-met) del do a farne una divulgazione in termini semplici e Consiglio Nazionale delle Ricerche e, a seguire: la comprensibili – e una parte etica che è di fondamenMunicipalità di Firenze come coordinatore del tale importanza perché la “scommessa dei 2°” potrà progetto, la Municipalità di Modena e gli uffici essere vinta solo se tutte le persone cercheranno, EuropeDirect di Bari, Potenza e Trento. Obiettivo nelle loro possibilità, di concorrere a questo imporprincipale di R.A.-C.E.S. è stato quello di lanciare tante traguardo collettivo. Gli accordi di Parigi sono una campagna di sviluppo della consapevolezza senz‟altro importanti ma senza una ricezione e una sulle que-stioni legate al cambiamento climatico volontà “dal basso” tutto sarà comunque vano. In tal nelle 5 città sede del progetto. I principali strusenso acquista un carattere universale perché il mesmenti concettuali utilizzati per la realizzazione del saggio contenuto al‟interno di questa lettera pastoraprogetto sono stati: le è rivolto a tutti gli esseri umani del pianeta e non 1. fornire accurate informazioni di contesto per la solo a quelli di fede cristiana. dimensione locale del cambiamento climatico. 5. Qualche sensibilizzazione nel mondo dei media Questo perché uno degli aspetti deboli e di poca Riprendendo quel che Ugo Bardi dice a proposito presa sul cambiamento climatico, almeno in Eurodella cli-fi, la climate fiction, qualcosa, pur lentapa, è la cattiva percezione reale del problema: il mente, sembra muoversi. La letteratura contempoclima – spesso confuso col meteo – “fa danni” con ranea ha, da qualche tempo ormai, inaugurato il ficentinaia di morti in altre zone del mondo e non lone, a partire dalla green che ancora vede l‟idillio nel nostro continente, nonostante il fatto che anche tra la nostra specie e la Natura, per arrivare alla dida noi gli eventi estremi non manchino; stopia, più propria alla cli-fi, di titoli tradotti anche 2. associare aspetti di insegnamento /formazione in italiano. con la sperimentazione di modelli di consumo Affinando l‟occhio, tracce di questo “malessere am“eco-friendly” e di risparmio energetico. bientale” si riscontrano un po‟ ovunque. In serie tv I risultati, sia qualitativi che quantitativi, della di grande successo come la statunitense Prison ricerca mostrano di essere in linea con quanto reaBreak, per esempio, si narra la vicenda di due fralizzato in altri contesti europei. I dettagli maggiortelli molto legati, uno dei quali è condannato a mormente evidenziati dalla ricerca sono che (1) le te in un carcere di massima sicurezza. La vicenda si persone tendono a confondere l‟andamento del snoda rocambolesca in mezzo alle mille consuete tempo atmosferico col clima e (2) la prima azione peripezie che animano il genere thriller e avventura, concreta che viene pensata in favore dell‟ambiente in cui gli (invincibili) protagonisti sono costretti a è il riciclaggio, seguita dalla riduzione del consubarcamenarsi e sopravvivere ai destini più avversi. mo di energia, attuabile in pratica con un minor Da sfondo e da cornice della vicenda un intrigo sulla uso dell‟auto, che irresponsabile”, “modello ecomisteriosa “Compagnia”, una sorta di massoneria in nomico” – e solo secondariamente da cause natusalsa d‟oltre oceano, che gestisce e manovra il poterali. Grande enfasi è stata posta sugli allarmismi re dell‟intera nazione. (continua a pag.33) comportamenti più sostenibili. - 31 -


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Regimen Sanitatis Salernitanum - Caput LX -

DE SINAPI Est modicum granum, siccum caliduque sinapi, dat lacrimas, purgatque caput,tollique venenum.

E‟ il granel piccolo ed alido della senape assai calido: purga il capo e il tosco smovee le lacrime promuove

LEVIORA

 Perché la carta igienica che usano i carabinieri è lunga il doppio della nostra? Perchè sulla prima parte ci sono scritte le istruzioni!  Una casalinga confida all'amica incontrata al mercato le proprie frustazioni: - Sai, con mio marito non è che poi vada così male, ma lui è sempre svogliato e soprattutto ormai non mi guarda quasi più. Figurati che quando torna a casa la sera, tutto quello che sa dirmi è: "Aò! Che se magna stasera?". - Sai, Piera, gli uomini sono tutti un po' uguali, così infantili e prevedibili. Anch'io avevo il tuo problema, ma sono riuscita a risolverlo in un modo semplicissimo... - Davvero, Fausta? Ma come? Dimmi tutto, che ci voglio provare anch'io! - Guarda, comprati un completino nero un po' "aggressivo" e soprattutto una mascherina nera! Gli apri la porta vestita così e... l'effetto è assicurato! - Non mi dire! Basta così poco? Beh, provo... tanto per quello che mi costa... Dopo una settimana, si rivedono al mercato: - Allora, Piera, come è andata? - Vuoi proprio saperlo? Beh, è tornato... gli ho aperto la porta e lui mi fa: "A Zorro... che se magna stasera?"

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COSA È CAMBIATO NEL CAMBIAMENTO CLIMATICO?Un potere che, nell‟accezione inglese del termine, power, ha valore polisemico: è potere, potenza ma soprattutto energia. E quindi il controllo delle energie del futuro, del momento in cui il petrolio finirà. Un controllo che passa ovviamente anche per gli armamenti che saranno “solari”. Andando indietro nel tempo e su scenari decisamente più reali si possono scorgere opere come laqatsi trilogy di Godfrey Reggio e Philip Glass, il cui primo “episodio” (Koyaanisqatsi) risale al 1982, a 10 anni esatti dalla pubblicazione del rapporto del Club di Roma. Una sensibilità ambientale che si estrinseca in un film-documentario con uno stile che associa la semplice giustapposizione di sequenze, spesso a inquadratura fissa e accelerate, per rendere il senso di un tempo che risulta frenetico, seriale, sequenziale. Una tecnica allora rivoluzionaria, accompagnata dall‟altrettanto rivoluzionaria colonna sonora del compositore Glass, già esperto di variazioni mini-mali sul tema. Film-documentari “ipnotici”, in cui non ci sono parole e il messaggio è del tutto affidato alle immagini. I protagonisti sono la vita e il tempo, in una descrizione che la semplice visione riesce a farne in modo da risultare estrema. Non è un caso che i titoli che danno origine alla trilogia siano in lingua Hopi, un ceppo degli indiani d‟America costretti nelle riserve. Koyaanisqatsi significa infatti «vita in tumulto, oppure vita folle; vita tumultuosa; vita in disintegrazione; vita squilibrata; condizione che richiede un altro stile di vita». Quest‟ultima espressione sembra essere – insieme alle altre – quella più calzante. Il sottotitolo in inglese infatti è: Life out of balance. Gli altri due titoli sono: Powaqqatsi, del 1988, in cui l‟accento è posto invece sul comportamento da “virus” della specie umana: «vita che consuma le forze vitali di altri esseri per promuovere la propria vita» e l‟ultimoNaqoyqatsi del 2002 con un messaggio non più rassicurante dei precedenti: «vita in cui ci si uccide a vicenda». 6. In conclusione

Quel che sembra realmente urgente e necessario è un effettivo cambio di paradigma. Il fenomeno “cambiamento climatico” ha cause ed effetti; si inserisce quindi in un concatenamento di cause ed effetti e quindi altro non è che pezzo – pur fondamentale – del gigantesco mosaico che costituisce il nostro (nostro inteso: delle specie viventi) ecosistema. Ecosistema in cui Homo Sapiens Sapiensgioca un ruolo tanto determinante da aver legittimato la nascita di una nuova era che gli specialisti definiscono Antropocene.

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CONTINUA DA PAG.31

C‟è da augurarsi che la prossima conferenza (1) non avvenga a distanza di anni e (2) non riguardi il cambiamento climatico, ma lo stile di vita degli esseri umani. Una conferenza che abbia nel titolo parole come Way of Life Change. Utopia, fino a quando, all‟indomani di una conferenza importante come lo è stata quella di Pa-rigi, l‟Unione Europea – secondo una logica che sfugge, a meno di non voler pensare l‟ovvio – raddoppia i limiti per le emissioni inquinanti delle auto. Nell‟editoriale del numero monografico sul clima della rivista Micron, pubblicazione trimestrale della Agenzia regionale per la protezione ambientale della Umbria, datato dicembre 2015 si è tirato in ballo, ahimè per l‟ennesima volta, Adriano Olivetti e il suo essere un “capitalista illuminato”. Verrebbe da commentare: per uno illuminato ce ne sono novecentonovantanove ciechi e capaci di vedere solo al profitto imme-diato. Non ci si può più permettere di fare questi esempi nella più o meno tacita speranza di trovare il capitano d‟industria che pensi a qualcosa di diverso dai soldi – magari pochi, maledetti e subito. Ci vorrebbe una classe politica innanzitutto meno asservita alle logiche di potere e di mercato, con meno possibilità di essere “tirata per la giacchetta” da chicchessia, con una maggiore consapevolezza e lungimiranza; soprattutto con una maggiore cultura, con una maggiore capacità di tenere nell‟angolino il proprio (facile) interesse personale per accettare il difficile interesse comune. Per questo il pensiero corre verso il termine utopia. Luciano Celi

Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citaque nequit consistere rectum. _______________

C‟è una misura nelle cose; vi sono precisi confini, oltre i quali non può sussistere il giusto. Quintus Horatius Flaccus


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DALLA REDAZIONE DI SARNO

Il DUOMO DI SARNO

La cattedrale di San Michele Arcangelo La sede vescovile di Sarno risale al 1066 e l'antica cattedrale,di stile romanico, edificata in località Episcopio, rimase in vigore fino alla sua completa ricostruzione dalle fondamenta nel Seicento, ad opera del vescovo locale Stefano Sole di Castelblanco. Inaugurata nel 1627 essa subì ingenti danni a causa dell'eruzione del Vesuvio nel1631: da allora numerosi furono i restauri cui fu sottoposta. Si devono in particolare menzionare gli interventi del vescovo Nicola Antonio de Tura che, a metà del Seicento circa, completò gli arredi interni arricchendo la chiesa con le decorazioni del cassettonato e del presbiterio. Dell'antico edificio romanico, a tre navate, rimane solo il campanile, a destra della facciata. La facciata, in pietra di tufo, è in stile tardo rinascimentale. Nel timpano in cima alla facciata è posta la statua di san Michele arcangelo con la spada sguainata, mentre in due nicchie ai lati del portale sono i busti dei santi apostoli Pietro e Paolo. L'interno della chiesa è ad un'unica navata con otto cappelle laterali.Sul lato destro si trovano le cappelle dedicate a Maria regina dei santi, all'Addolorata, al Sacro Cuore di Gesù e a san Giovanni Battista, ove si trova il battistero e l'accesso alla sacrestia. Sul lato sinistro vi sono le cappelle dedicate alla Madonna del Carmelo, al Rosario, a san Mi-chele arcangelo e al Santissimo Sacramento, dove è una tela barocca di Angelo Solimena raffigurante l‟Ultima cena. In queste cappelle sono distribuite diverse opere settecentesche. Una delle opere d'arte più importanti e significative della chiesa è il soffitto a cassettoni, del Seicento, di Angelo e Francesco Solimena e collaboratori, in cui sono inserite 21 tele raffiguranti episodi di apparizioni di san Michele e di altri angeli tratti dall'antico testamento, dal nuovo Testamento e dalla tradizione cristiana. L'altra opera di maggior pregio della cattedrale è la cona che domina il presbiterio,

opera di Angelo Solimena; al centro è la tela che raffigura l‟Arcangelo Michele che sconfigge Lucifero e ai suoi lati le raffigurazioni dei santi apostoli Pietro e Paolo. Dal punto di vista artistico è pure importante la sacrestia con volta affrescata del XVIII secolo.

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Quarto piano, interno tredici è un racconto che affonda le sue radici in una mia grande passione: gli Anni di piombo, la ricerca della verità di una stagione storica che ha dato alla luce una ' lotta' sociale che ha lacerato profondamente l' identità, i sogni, la vita dei giovani di ieri, degli adulti di oggi". Edito da Gaia editrice di Francesco D' Amato, il libro ha due illustri contributi in postfazione: del giornalista Marcello Napoli, firma de Il Mattino e dell' onorevole Gero Grassi, vicepresidente Gruppo PD alla Camera dei deputati e membro della nuova Commissione d' inchiesta sul Caso "Moro 2". "La sua onestà, la sua passione, la sua ostinazione nella ricerca della verità - ha sottolineato l' autrice parlando dell' On. Grassi - e soprattutto la sua disponibilità verso gli altri, verso i giovani, hanno riacceso in me la speranza in un mondo migliore". La copertina, è una realizzazione di Luca Raimondo, affermato fumettista nel panorama italiano. Pia Napoli è nata a Napoli il 27 maggio 1972 e vive a Salerno da sempre. Laureata in Economia, esperta di Pianificazione e progettazione strategica per lo sviluppo locale.


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UNA DONNA NELLA LETTERATURA a cura di Andropos

ELENA MUTI

La sconvolgente protagonista de “Il piacere” del Dannunzio Era uno spirito estremamente libero in un in- cimento grazie al suo fare inebriante e carnavolucro di voluttà. Come tutte le creature avide le la rende artefice della perdizione dell‟uomo, di piacere, aveva per fondamento del suo essere Andrea Sperelli, che non ha la forza per intramorale uno gigantesco egoismo. La sua facoltà prendere il cammino di elevazione spirituale, fondamentale ed asse intellettuale, era l'imagi- rappresen-tato da Maria Ferres. nazione: una imaginazione romantica, nutrita di letture diverse stimolata, continuamente dall'isterismo. Possedendo una certa intelligenza, essendo stata educata nel lusso di una casa romana principesca, in quel lusso papale fatto di arte e di storia, ella erasi velata d'una vaga incipriatura estetica, aveva acquistato un gusto elegante; ed avendo anche compreso il carattere della sua bellezza, ella cercava, con finissime simulazioni e con una mimica sapiente, di accrescerne la spiritualità, irrag-giando una capziosa luce d'ideale.Elena Muti, femme fatale – Il gusto “Ne’ baci di Elena era, in verità, per l’amato, esteta di Andrea Sperelli trova il suo apice nel- l’elisir sublimissimo. Di tutte le mescolanze la figura diElena Muti, voluttuosa e sensuale, carnali quella pareva loro la più completa, la elegante e passionale,che incarna il topos del- più appagante. Tanto era la congiunzione perla femme fatale. D‟Annunzio stesso è profon- fetta, che l‟una forma sembrava il natural comdamente rapito dalla donna da lui creata e dalla pletamento dell‟altra”. sua viziosa bellezza, la cui immagine è resa al “- Son venuta - ella rispose, con una certa lenlettore grazie alle parole piene d‟ardente lus- tezza misurata, guardando l'amante negli occhi suria:“…aveva la voce così insinuante che qua- - son venuta perché tu m'hai chiamata.Per l'asi dava la sensazione d‟una carezza carnale; e more d'una volta, per il modo con cui quell'aaveva quello sguardo involontariamente amo- more fu rotto, per il lungo silenzio oscuro della roso e voluttuoso che turba tutti gli uomini e ne lontananza, io non avrei potuto senza durezza accende d‟improvviso la brama”. Elena seduce ricusare l'invito. E poi, io voleva dirti quel che il suo amante fino al punto da farlo pendere dal- t'ho detto: ch'io non sono più tua, che non potrò le sue labbra, dal suo sguardo, dai suoi desideri. essere tua più mai. Volevo dirti questo, lealmenElena Muti rappresenta oggi la figura del- te, per evitare a me e a te qualunque inganno la donna emancipata, seduttrice, priva di reli- doloroso, qualunque pericolo, qualunque amagiosità e di pudore, ammaliatrice di uomini e rezza, nell'avvenire. Hai inteso?" simbolo di rovina. Nella società odierna divieDopo l'abbandono di Elena, Andrea cerca di ne sempre più coltivato l‟erotismo che, insie- replicare con altre donne la precedente espeme all‟arte della seduzione,costituisce per mol- rienza amorosa, nel vano tentativo di recupeti la via più semplice per ottener ciò che si vuo- rare in altre amanti quel principio unificante che le. Contrapposta ne “ Il piacere” alla pura e egli sente di aver perduto con Elena, fino ad arspirituale Maria Ferres, il carattere voluttuo- rivare, nel finale del romanzo, alla sovrapposiso della donna viene messo alla prova dalla al- zione "erotica" di due donne, la sensuale Elena tra tipologia femminile, colta e intelligente, a- Muti e la spirituale Maria Ferres, alla quale il mante della famiglia e della religiosità. La ca- giovane, nella prima notte d'amore, si rivolge pacità di Elena di tracciare la trama a suo piachiamandola con il nome di Elena. - 35 -


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