FRANCO PASTORE
Alcmena
NTROPOS IN THE WORLD - MITO
Alcmena di FRANCO PASTORE
A.I.T.W. Editrice - Salerno antroposintheworld@fastwebnet.it © aprile 2017 - Cod. GGKEY:ECNFT22Q4SR Stampato presso cartolibreria CITROANTO (SA) Diffusione on line su Google play e Iussu.com
ARGUMENTUM Figura della mitologia greca. Moglie di Anfitrione, * figlia di Elettrione. **Durante la spedizione del marito contro i Teleboi, ***fu visitata da Zeus presentatosi nelle sembianze di Anfitrione e concepì Eracle; poi, secondo leggende più tardi, con Eracle generò Ificle, figlio di Anfitrione. *** Secondo Euripide, **** Tiresia, raccontò il tradimento di Alcmena ad Anfitrione, il quale decise di uccidere la moglie bruciandola sul rogo, ma Zeus la salvò con una pioggia miracolosa. Alcmena seguì la sorte degli Eraclidi. ***** Venuta a morte, sarebbe andata sposa a Radamanto. ****** giudice infernale Altre versioni però raccontano che al suo ritorno Anfitrione venne sì a conoscenza dell'involontario tradimento di Alcmena con Zeus, ma non si adirò, anzi si ritenne addirittura onorato dal fatto che Zeus avesse scelto la sua sposa per la sua bellezza e la sua fedeltà, anche perché Alcmena non aveva alcuna colpa, essendo stata ingannata dall'astuzia del re degli dei e che, quando la donna morì, Zeus ordinò che venisse sepolta nelle Isole Fortunate. ________________
* ᾿Ηλεκτρύων, Elettrione, uno dei figli di Perseo e di Andromeda, re di Micene, padre di sette maschi e di una femmina, Alcmena, madre di Eracle. I sette maschi perirono nella lotta contro i Teleboi; in seguito a ciò Elettrione decise una spedizione di vendetta, lasciando in custodia il regno al nipote Anfitrione, figlio di Alceo, ma mentre si accingeva a partire, fu ucciso accidentalmente da Anfitrione. ** ᾿Αμϕιτρύων, Anfitrione, figlio del Perseide Alceo, re di Tirinto, e di Astidamia (o di Lisidice). Bramava sposare Alcmena, figlia dell’altro Perseide Elettrione, signore di Micene; ma uccise per caso Elettrione; esiliato dal fratello di questo, Stenelo, andò a Tebe, dove Alcmena lo seguì. *** Τηλεβόαι, Teleboi, antica popolazione dell’Acarnania, di uno strato etnico pregreco, confusa in età posteriore a Omero con i Tafi. Come quelli, i T. furono spinti dalle popolazioni greche verso le isole del mare Ionio (Echinadi, Cefallenia), dove praticarono la pirateria. **** Εὐριπίδης, Eurìpide, fu un poeta tragico ateniese (480 a. C. - Pella 406), nato
V
secondo la tradizione il giorno stesso della battaglia di Salamina (5 sett.), figlio di Mnesarco, o Mnesarchide, e di Clito, che secondo inique notizie tramandateci dai comici greci sarebbero stati un oste e una venditrice di erbaggi; ma da altri si può arguire che fosse di famiglia agiata. Ebbe buona educazione e diede buoni saggi di pittura. Conobbe Anassagora, Protagora, Prodico e fu amico di Socrate. ***** Ηρακλείδαι, Heraclīdai, figli e discendenti di Eracle. I loro nomi e il loro mito si trovano in Apollodoro (II, 161 segg.); anche altri autori vi accennano (v. soprattutto Diodoro, IV, 57 seg.). Narra il mito che alla morte di Eracle gli Eraclidi si trovarono dispersi nella Grecia, perseguitati dalle insidie di Euristeo. Cercato invano rifugio prima a Trachis, poi ad Atene, muovono con l'aiuto di Teseo re d'Atene contro Euristeo che viene sconfitto e ucciso. ****** Ραδάμανϑυς, Radamanto, antichissimo dio cretese; nella mitologia classica greca è re e legislatore sapientissimo, figlio di Zeus. Di poi, fu considerato signore del mondo ultraterreno dell’Eliso, o Isole dei Beati; nella tradizione, è insieme a Eaco e Minosse, come giudice dei morti.
T. Stothard - Alcmena and the young Hercules
VI
Alcmena - PERSONAGGI ANFITRIONE ALCMENA ZEUS TIRESIA
VII
Alcmena – PROLOGUS 1.Di vendicare i suoi fratelli uccisi E la ripresa di suo padre il regno Chiese Alcmena al marito il pegno. Partì Anfitrione per l’impresa, con la sua spada e la potente armata, troppo l’amava la sua bella sposa. 7.Il padre degli dei questo attendeva Che Alcmena fosse sola e ardesse, che desiderio del suo uomo avesse. E fu così che, sembrando Anfitrione, a lei si unì, come un corpo solo, fermando, per tre giorni, il sole. 13.La strinse e la baciò perdutamente, prendendo da quel corpo il suo piacere, poi, l’estasi toccò tutto fremente ed il suo grido fu gagliardo e fiero. Poi la riprese ancora all’in finito, lasciandola nel letto senza fiato. 19.Il nuovo giorno riportò la luce, Alcmena la bella era in pace: Anfitrione l’aveva amata alla follia E col suo amore era corso via. Sui nemici avrebbe ora trionfato Ed ogni torto sarebbe stato vendicato. VIII
Giorgio Vasari, 1556-57, Palazzo Vecchio, Firenze
Alcmena - FACINUS 25. Trascorsero i mesi e il tempo volò via, Anfitrione condusse la sua guerra e mise i suoi nemici sotto terra. Lavò nel sangue ogn’onta, ogni pena e a casa fe’ ritorno da Alcmena, la donna sua, d’una bellezza amena. 31. Salì le scale della casa avita ed impaziente corse nelle stanze, vide Alcmena e si fermò stupito: la donna lo guardò smarrita, poi, piangendo, corse con ardore, baciandogli la bocca con amore. 37. Ci volle tempo per saziare il cuore, raccontando, con dovizia e cura, com’era trascorsa l’avventura, le cose fatte e quel che era stato. Poi, lentamente, si placò il dolore e riprese la vita con l’amore. 43. Ma un giorno, che l’eroe era a caccia, con arco e frecce dietro ad un cinghiale, nella fonte aveva immerso la sua faccia, per rinfrescare tutto ciò che vale, quando sentì una voce non lontana, che lo chiamava dal sentier che sale. X
49. Era Tiresia, il mitico l’indovino, che cieco aveva reso la dea Atena, per averla sorpresa in uno stagno. mentre era nuda e si faceva il bagno. Ma in compenso a ciò che avea perduto, divenne un indovino assai creduto. 55. Gli corse incontro, allor, come non mai: - Son qui, caro Tiresia, son tutt’orecchi, parlami, dunque, e dimmi quel che sai!- Non sono cose liete, ma son guai! Tiresia gli rispose chiaramente. - Riguarda la tua sposa, veramente! 61. Fermossi Anfitrione, si fece serio serio, mentre Tiresia gli raccontò del fio e dell’imbroglio ad opera del dio. - La tua Alcmena nulla sa del fatto, ella con te ha avuto il suo contatto, di niuna cosa la si può incolpare! 67. Anfitrione non disse checchessia, né gli rispose quando, lentamente, Tiresia si girò ed andò via, discorrendo degli dei a litania. Calò la testa e meditò vendetta, avea in fondo al cuore una gran stretta. XI
Alcmena - EPILOGUS 73. Tornò a casa ch’il cielo già imbruniva, una leggera brezza d’intorno lo seguiva; ripose l’arco ed aggiustò i calzari, rinchiuse i cani e sistemò i collari. Era nel patio quando la sua bella lo bacia d’improvviso lì sul collo. 79, La luna già fornita dei suoi raggi, vide il suo viso senz’ombra di sorriso; le ricordò, allor, dei dempi andati, quando parti con l’armi e con gli armati- Ricordo sì, rispose, la nottata, ... la solitudine, che poi m’ha accompagnata!85. - Ma quella notte neppure t’ho sfiorata, Zeus t’ha colta e m’ha dato l’incornata! – - Che dici, cuore mio, a chi l’ho data? Tu eri, Anfitrione, non mi son sbagliata! – -Purtroppo è vero tutto ciò ch’è stato è stato, e sol nel fuoco va purificato!91. Corse nelle sue stanze la gran donna e pianse amaramente la sua sorte, Anfitrione l’ordinò con ira, I servi approntarono una pira. Quando fu pronta vi misero Alcmena, che diede addio al mondo, con gran pena. XIII
97. E mentre il fuoco vi venia appiccato: - Io ti saluto marito mio adorato! – Disse la bella donna con tristezza, mentre le fiamme salivano in altezza. Anfitrione faceva il viso duro, ma il suo dolore era grande e puro. 103. Proprio quando il fuoco era salito, cadde e lo spense una pioggia divina, un tuono risonò, forte e nutrito, Anfitrione l’abbracciò come bambina. Venne una voce dall’alto dell’olimpo: - La senza colpa t’ama, pura è come un bimbo–. 109. Un’aquila, volando, si posa sulla pira, Anfitrion comprende e pone fine all’ira. Nei giorni che seguirono regnò una nuova sorte: l’amore, quello vero, più forte è della morte.
Antoine Boizot XVIII secolo, Museo delle belle arti di Tours
XIV
A.I.T.W. Editrice - Salerno antroposintheworld@fastwebnet.it © aprile 2017 - Cod. GGKEY: LCTTBFS4A5C Stampato presso cartolibreria CITROANTO (SA) Diffusione on line su Google play e Iussu.com
Franco Pastore, scrittore salernitano, autore di numerose pubblicazioni di teatro, poesia, prosa e saggistica. Membro onorario dell’Accademia delle Scienze di Roma, dell’Academia Gentium Pro Pace e dell’Accademia Tommaso Campanella, ha vinto numerosi premi in Italia e all’estero. Docente di lettere in pensione, è giornalista iscritto alla G.n.s. Press e Direttore responsabile della rivista on line “Antropos in the World”.
Euro 9,90
In copertina e all’interno: illustrazioni di Thomas Stothard
ISBN: GGKEY:ECNFT22Q4SR
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