Franco pastore

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Franco Pastore

Ἀναπνοές του ανέμου Respiri di vento

Albatros



Franco Pastore Ἀναπνοές του ανέμου (Respiri di vento)

Albatros


Š 2017 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma info@gruppoalbatros.com

ISBN 978-88-567-8247-9

I edizione aprile 2017 Stampato presso Andersen Spa, Borgomanero (NO)

Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

www.gruppoalbatros.com Libri in uscita, interviste, reading ed eventi.


Prefazione

In quest’ultima, in ordine di tempo, raccolta poetica, Franco Pastore esplora, capta e slatentizza le sue prementi urgenze dell’anima, le amare conclusioni del cuore, i frastagli, le insorgenze emotive oltre le opache croste di gelo dell’inassimilabile routine. La sua resa poetica, trascorsa da una costante vena di malinconia, si fa autentica voce dell’anima, oltre le tentacolari e distraenti digressioni dellaragione. La visione amara e desolata della vicenda umana, di cui si rende inimitabile soggetto ed interprete, non si inaridisce nelle secche di un bolso patetismo. Gli orizzonti della consistenza umana, spogliati di luci e colori, si riempiono di amarezze e di noie, si fanno acre coscienza dell’impossibilita di costruire vie di fuga, di trovare rasserenanti rifugi, di operare snodi ai tenaci viluppi che limitano l’apparente liberta umana. Ma la disperazione resta fuori. Franco Pastore, mai come in questa raccolta, ha esplicitato con tanta profonda consapevolezza i gravami esistenziali, gli ingorghi, gli ingombri, le derive, il cupore, le nebbie fitte della vita. Ma essa e accettata per quella che e, per quello che puo dare. La resa lirica di Franco Pastore e estremamente soggettiva, ma non scade in egotici ripiegamenti, in sterili arroccamenti. Le atmosfere liriche sono le stagioni della vita, sono le sue vivide accensioni, sono le sue articolate scansioni, sono i momenti delle attese, dei sogni, degli smemoranti abbandoni, delle laviche effusioni, delle amare espansioni che in uno stupefacente mix di espressione e rappresentazione si fanno illuminazione, momento di estasi, rivelazione dell’oltre. La grande poesia ha sposato Franco Pastore. L’incontro non e stato fortuito, e stato solo propiziale. E in un verso nudato di leziosita, di arzigogoli formali, di ciarpame puramente decorativo, 5


quasi privo di frantumazioni paratattiche, le risonanze interiori celebrano la loro epopea, vibrano, sussultano, danzano, risuonano nella parola. Un vecchio detto indiano recita che la poesia e quel suono che produce conoscenza. Walter Pater affermava che tutte le arti devono aspirare alla condizione della musica, Giorgio Caproni scriveva che la poesia o e musica o non lo e. Il verso di Franco Pastore si muove nel solco di queste profonde riflessioni. Umberto Saba scriveva che la poesia e ricerca ed esplicitazione di verita. Anche di questo Franco Pastore sembra tenerne conto. Nel suo verso la dolcezza musicale, spesso determinata dalle assonanze, e mezzo di ricerca del vero e, soprattutto, ne e esauriente esplicitazione. E l’animo del poeta, parte integrante dell’anima corale dell’umanita, e tutto intero nel suo verso, con i suoi stupori, le sue note crude, i suoi brividi, i suoi trasalimenti, le sue dolcezze, le sue malinconie, i suoi tepori, i suoi respiri, i suoi sospiri. Niente e lasciato al caso nell’espressione delle intuizio-ni poetiche. Per Proust, “Solo la metafora conferisce allo stile una sorta di eternita”. Metafore e analogie intrigano e determinano il verso essenziale e armonioso di Franco Pastore che cerca e rinviene nell’introiezione della realta grumi di palpiti, penombre dell’animo, evanescenti ragnatele che – come nel luccichio tremolante della pioggia in una nuvola passeggera – giocano con i flebili raggi del sole, creando una dolce dicotomia fra la concretezza e il fascino del sogno. Fra le esperienze vissute, i vagheggiamenti e le attese. Luigi Crescibene


Ἀναπνοές του ανέμου (Respiri di vento)


Ai vecchi vicoli della mia citta, testimoni di sogni e di guerre, angoli del passato, ove riecheggiano lampi di spade e grumi di parole, ora longobarde, ora normanne, che lentamente svaniscono nel concitato vento della storia.


“La poesia e poesia quando porta con se un segreto� (Giuseppe Ungaretti)



≪Il lirismo di Franco Pastore [...] raggiunge toni appassionati, densi di una viva forza spirituale, che crea nel buio la luce, per trasmetterla gli altri, per rinverdire l’anima del mondo. Dunque, da questi melodiosi versi traspare la potenza dell’amore nel suo valore piu intenso e più umano.≫* ≪Il poeta possiede un’interiorità lirica che gli deriva da stati d’ animo particolari, che si tramuta in immagini poetiche, in allegorie e metafore singolari. Il linguaggio diviene, allora, veicolo di sentimenti celati, intimi, inconfondibili.≫** ≪Nella poesia di Franco Pastore il tempo scorre incessantemente, a non cancella le tracce di labbra dolci ed infuocate, attraverso lo spazio etereo, nell’attimo che si fa eternita. Raccoglie l’amore, la sfida del tempo e unisce due corpi nella fiamma delle loro viscere, nella follia del loro cuore, come ali che in volo s’intrecciano. ≫*** ≪La poesia di Pastore riluce di argenteo, uno scintillio di rime, di inseguimenti di sogni che non si placano. I ritmi melodiosi si muovono sulle strade del ricordo, di irraggiungibili amori, di viaggi e ritorni “ oltre le stelle”. ≫**** ≪La poesia e sogno che nasce “nello scrigno dell’anima” e questa poesia colloca il poeta in un olimpo, che naviga in una nube di sogno, dove la realtà, evolvendosi, fa della vita un’avventura fantastica ed irripetibile.≫***** * A. Maria Scheible, giornalista. ** Domenico Rea, saggista e scrittore. *** Dott. Prof. Giuseppe Sierchio. **** Dott.ssa Carmen Moscariello. ***** Dott. Prof. Flaviano Calenda. 13



Liriche



Tempesta d’estate Ὁ χειμών του θέρος

Come braccia convulse, s’agitano degli alberi i rami, soccombe la terra al pianto del cielo. Attonito lo sguardo si perde nel nulla e l’animo freme, nell’attesa del silenzio. La solitudine s’accende e s’arresta il tempo, ... come per morire. Con l’alba, ritorna la speranza, poi, il mattino ci riporta il sole.

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Sul balcone Eπί τὀν αἴθριον

Guardano il mare i gerani, al vento del meriggio, il loro odore mi sorprende in questa pazza primavera. Col verso dei gabbiani, aspetto la brezza dell’estate, col suo profumo intenso di giovinezza impudica e generosa, che, sugli scogli, s’offre al caldo sole di luglio.

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“Guardano il mare i gerani / al vento del meriggio,�


Controcorrente Ὁπίσω βαίνω

Vorrei tuffarmi nell’aurora ch’è andata, per invertire il senso della storia e ricercare della gloria la memoria. Vorrei rivivere i toni di quel tempo e risentire, nel riso degli amici, la voce antica delle mie radici. Arranco, nell’insulso del momento e vivere per nulla non lo sento. Il mondo impazza, e morta la ragione, con le finestre chiuse e una prigione. Il più e fatto della vita mia, non v’è più tempo per un mutamento, vorrei amore e non questa follia.

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Nelle ombre della notte Ύπo σκιαῐς τῇς νύχτας

Mi stringe l’animo questa folle solitudine, quando graffia la vita, o nella notte bruna si spegne la luna. Nello scorrere rapido del tempo, ogni voce diviene silenzio, e gli occhi, nelle ombre della notte, si fanno luce d’emozione. I miei versi, allora, quali lacrime sospese sulle orme dei ricordi, esondano fibrillando dal flusso della memoria.

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Siria Συρία

Respiri solitari tra mura, che non sono piu nido. Nulla e più come prima, ora che si rincorre il vento. Non vi sono progetti sulle ceneri del nostro destino: sui nostri prati non corre più un bambino. Abbarbicata ai propri interessi, l’umanità sta a guardare.

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