La morte di pitone

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FRANCO PASTORE

NTROPOS IN THE WORLD - MITO



di FRANCO PASTORE

© 2017 Antropos in the world Salerno antroposintheworld@fastwebnet.it I edizione aprile 2017 – Cod. GGKEY: LCTTBFS4A5C Stampato presso cartolibreria CITROANTO (SA) Diffusione on line su Google play e Iussu.com



«La poesia è sogno che nasce “nello scrigno dell’anima” e questa poesia colloca il poeta in un olimpo, che naviga in una nube di sogno, dove la realtà, evolvendosi, fa della vita un’avventura fantastica ed irripetibile.» F. Calenda


INTRODUCTIO Si legge, tra le pagine dei testi più antichi, che nella Focide, presso una sorgente, viveva il mostro Pitone, serpente orribile che Hera, moglie di Zeus, aveva scatenato contro Latona, che unendosi con Zeus aveva partorito Apollo ed Artemide). Il luogo era nei pressi del Parnaso, un importante sito archeologico, nonché una città storica della Grecia antica, Delfi, nella Focide, sulle pendici del monte Parnaso, all'incrocio di antiche vie di comunicazione, A quei tempi si pensava che Delfi, in quanto sede dell'ὀμφαλός (omphalos)*, fosse il centro del mondo. Ciò significava che il santuario dell’oracolo, che apollo voleva colà edificare, voleva appunto sottolineare che la città, era l’ombelico della terra. Secondo il mito di Zeus, infatti, il re degli dei, per determinare il centro del mondo, aveva liberato due corvi che erano volati in direzioni opposte e si erano ritrovati a Delfi. Omero racconta che Apollo, nelle sembianze di un delfino, giunse nel luogo saltando su una nave proveniente da Creta e, con mira infallibile, uccise il mostruoso serpente**. Fu sulla tana del mostro che venne eretto un tempio al dio Apollo, che da Pitone venne chiamato Pizio, così la Pizia era chiamata la sacerdotessa, che riferiva i suoi oracoli. _______________ * Ὀμφαλός, significa appunto ombelico del mondo

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In ricordo dell’evento, nel VI sec. d.C., vennero istituiti i Giochi Pitici, che si svolgevano ogni quattro anni nello stadio. ______________

** Esistono diverse varianti del mito, una descrive l'uccisione di Pitone da parte di Apollo appena nato, con le sue frecce. Una seconda versione vuole che, dopo l'evento, il serpente Pitone visse in amicizia con Apollo e custodĂŹ l'Omphalos, la sacra pietra-ombelico, che stava nel tempio del dio.

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Pitone - PROLOGUS

1. Il sole risplendeva nel luogo triste e antico Pitone lì albergava e niuno gli era amico. Li nella bella Focide Delfi si rattristava morte correa rapida lì dove il mostro andava. 5. Lento strisciava viscido, tra massi e folti arbusti sbiancavano le foglie dei rami agli alti fusti. Si ritirava sazio nel buio della sua tana, temeva solo Hera, nemica di Latona. 9. Colpa del tradimento che Zeus recò alla moglie, scappò Latona a Ortigia*, nel mentre avea le doglie. Furono incontri in etere li nella luce astrale ** nacquero i due gemelli e questo è ciò che vale. 13. Artemide e Apollo lì vennero alla luce, lontani dall’irata, ch’avea un’aria truce. Mal sopportava le corna Hera la gran regina, un altro tradimento, volea la sua rovina. 17. Il mostro fu lanciato al suo inseguimento, Latona era in fuga sui mari e tra la gente. Nessno offrì riparo alla meschina incinta, Hera facea paura, chi mai l’aveva vinta! ______________ * Nessuno voleva darle ospitalità, temendo le ritorsioni di Era; così Latona,

inseguita dal serpente Pitone, vagando attraverso il Mar Egeo, trovò rifugio presso l'isola egea di Ortigia (Delo), dove nacquero Artemide e Apollo. ** Zeus - che pure l'amava, ma temeva le ire e la gelosia della moglie Era allontanò da sé Latona poco prima che essa partorisse.

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Zeus, where has the passion gone! [Painting by James Barry,1790-1799.] Public domain.



22. Pitone poi fallì l’infame inseguimento, nel mar Egeo la rea trovò il salvamento. A Delo i bimbi nacquero, Esiodo racconta, e vendicato avrebbero in breve quell’affronto.***

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*** I figli di Latona in seguito uccisero il serpente, sul monte Parnaso, per vendicarsi delle sofferenze inflitte alla madre.

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Pitone - FACINUS ET EPILOGUS

26. L’idea della vendetta crebbe col fiero Apollo, allora volle agire ed ora viene il bello: partì da Delo armato, grintoso e corrucciato, seguì la via a naso sino ai piedi del Parnaso. 30. Nell’orrida caverna Pitone ancor dormiva, Apollo, allor, deciso, si fece rosso in viso: prese una torcia accesa e la lanciò all’interno il fumo si diffuse e presto fu l’inferno. 34. Uscì Pitone asfittico, stava per reagire, Apollo lanciò una freccia: - Ora devi morire! Gridò e corse un sibilo, poi ne seguì un altro, Armò di nuovo l’arco e fece un grande salto. 38. Lesto come un baleno, fu sopra la sua testa e sette ne conficcò con la real balestra. Il mostro vinto, infine, perse la vita e giacque, lì, sulla nera terra, vi stramazzò e tacque.

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Pitone - POST-FACTUM

42. Quel che avvenne in seguito è fatto risaputo, quella caverna grigia divenne tempio avito. L’oracolo di Delfi, famoso in tutto il mondo, diffuse vaticini, d’allora fino al tramonto. 46. Pitia, sacerdotessa, vaticinava nell’ombra, lì, l’ispirava Apollo e quella pietra d’ambra. * Un grande movimento in quello spazio tondo, per niente lo nomavano: l’ombelico del mondo. 50. Chi non ricorse a Delfi nelle vicende arcane: Principi e condottieri, sacerdotesse e nane, quei vaticini occorsero prima di ogni impresa, anche Licurgo** corse, prima di ogni spesa. 54. L’oracolo gestiva sia guerre che alleanze, ma erano in poesia gli effetti più graditi: Pindaro*** s’ispirava nelle sue belle Pitiche, **** Eschilo***** componeva la Saga degli Atridi. ****** ____________

* I Greci consideravano Delfi come il centro del mondo e vi veneravano una pietra che si pensava fosse caduta dal cielo. **Si Diceva, infatti, che la costituzione di Sparta fosse stata comunicata a Licurgo dall'oracolo *** Πίνδαρος, Píndaros; Cinocefale, 518 a.C. circa – Argo, 438 a.C. circa) è stato un poetagreco antico, tra i maggiori esponenti della lirica corale. **** Odi dedicate ai giochi per Apollo. ***** Αἰσχύλος, Aischýlos; Eleusi, 525 a.C. – Gela, 456 a.C.), è stato un drammaturgo greco antico. ****** dall'uccisione di Agamennone alla liberazione finale del matricida Oreste.

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58. Poi, tutti san che Socrate, filoso ateniese, Il motto di quel tempio pria lesse e poi lo prese; “conosci ben te stesso” gridò per quella via, lo mise a principio della sua filosofia.* * Il filosofo Socrate adottò come principio del suo pensiero la famosa frase ” Conosci te stesso” (γνῶθι σαυτόν) che era incisa su una parete del tempio di Apollo a Delfi.

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Note sull’Autore Franco Pastore nasce a San Valentino Torio, frequenta le medie, il Ginnasio e il liceo nella vicina Sarno, il paese dei nonni materni, e completa gli studi presso l’Ateneo salernitano. Successivamente, su consiglio paterno, aggiunge al suo iter formativo gli studi magistrali, e poi sociologici, presso l’Istituto Superiore di Sociologia di Napoli. Fin da giovanissimo, inizia a scrivere racconti, poesie ed articoli su periodici e giornali locali. Dopo il servizio di leva nella città militare della Cecchignola e il lungo soggiorno romano, caratterizzato da importanti contatti e soddisfazioni letterarie ( come il premio “Santa Barbara”, consegnatogli nella piazza d’armi della Scuola Genio Pionieri ) si trasferisce con la famiglia a Salerno. Qui, nel 1972, inizia a collaborare con lo scrittore Arnaldo Di Matteo, scrivendo sul periodico “Verso il 2000” e partecipando attivamente alla realizzazione del “Premio Verso il 2000”, una preziosa kermesse che, come per magia, vedeva riuniti, nel Salone dei Marmi del Palazzo Città, illustri rappresentanti della cultura locale e nazionale, oltre alla stampa ufficiale. Di prammatica, la collaborazione dell’Università di Salerno e dell’Ufficio del Sindaco, nella persona di Alfonso Menna, rendevano la manifestazione il fatto più importante e significativo dell’anno. Non mancava l’accurato resoconto della manifestazione su quotidiani e gazzette, che ne amplificavano gli echi e premiavano gli sforzi del Di Matteo, una magnifica persona, che aveva fatto di ciò il suo scopo di vita. Nel 1973, entra a far parte della equipe del Varo la galleria d’arte di Vito Giocoli, sostenuta dal giornalista napoletano Saverio Natale,che lo veicola verso la critica d’arte. Intanto diviene un punto di riferimento nella famiglia di “Verso il 2000”, collaborando con il Prof. Zazo dell’Ateneo napoletano, il preside Marino Serini, il pittore Luigi Grieco, Achille Cardasco, Nicola Napolitano, Renato Ungaro, Luigi Fiorentino ed altre personalità della cultura, come Carmine Manzi, Franco Angrisano, Domenico Rea e Gaetano Rispoli. Fu appunto RiXV


spoli a presentarlo a Carlo Levi, a Roma, nel dicembre del 1971. Rea, Rispoli ed Angrisano diventeranno suoi amici inseparabili, che lo seguiranno, in tappe sempre più rilevanti, fino alla loro scomparsa. Proprio Angrisano proporrà, ad alcune sedi regionali della RAI, il radiodramma su Mamma Lucia La signora della morte, mentre Rispoli illustrerà numerose pubblicazioni di teatro e poesia. Alla fine degli anni Settanta, gli viene consegnata la nomina di membro honoris causa dell’Accademia Internazionale “Tommaso Campanella” e sarà Domenico Rea, presso la Camera di Commercio di Salerno, a presentare alla stampa il libro di estetica morale Il Vangelo di Matteo (“Roma”, n. 136 del 12/6/1980), che il Pastore scriveva, nel 1979 (“Il Giorno”, 23 marzo 1980) con Liana Annarumma. Le belle tavole grafiche, di corredo al testo, erano di un altro caro amico, il pittore Luigi Grieco, collaborato da Alfio Scandurra. L’opera fu molto apprezzata in Vaticano, da Papa Paolo II ed è ancora oggi custodita da numerose biblioteche universitarie e nazionali. Nel novembre del 1982 riceve la nomina di Accademico della Accademia delle Scienze di Roma, per meriti letterari. Intanto Franco Angrisano lo presentava ad Eduardo De Filippo, nel Periodo in cui l’attore recitava nella sua compagnia. Fu allora che in Franco Pastore si rafforzò l’amore per il teatro. Frattanto, grazie al Grieco, conosceva Lucia Apicella di Cava ( Mamma Lucia ), per la quale pubblicava su “Verso il 2000” una serie di racconti, raccolti poi nel libro Mamma Lucia ed altre novelle (“L’Eco della stampa”, gennaio 1980; “Il Faro”, 13/2/1980), con le illustrazioni del Grieco. Seguiva, sempre sull’eroina cavese, Mutter der Toten, un radiodramma, pubblicato dalla Palladio che Angrisano drammatizzò nel Salone dei Marmi del Comune di Salerno (“La Voce del Sud”, 12/7/1980; “Roma”, n.135, 11 giugno 1980), il giorno in cui Mamma Lucia fu premiata con Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica nel luglio del 1980 (“Il Secolo d’Italia, Anno XXIX, 11/07/1980). Per gli ultimi impegni letterari, il 30 aprile di quell’anno riceve la nomina di Academicum della “Gentium Pro Pace”. Dopo il suo primo romanzo L’ira del Sud (“Verso il 2000”, anno XXIII, n.82 del 1983, con nota autografa di Nilde Iotti) scrisse per XVI


Franco Angrisano La moglie dell’oste, ispirata alla XII novella de Il Novellino, di Masuccio Salernitano; seguì Terra amara, sul problema del caporalato nel Sud. Negli anni Novanta viene trasferito al Liceo di Piaggine. Fu in quegli anni che scrisse All’ombra del Cervati, una raccolta di liriche, e Fabellae, un testo di drammatizzazione per la scuola elementare. Sono gli anni in cui si accosta all’informatica, è docente di Sociologia e Psicologia di gruppo nell’Ospedale “Tortora” di Pagani. Inizia un dialogo stretto con il teatro, grazie alla disponibilità dell’Auditorium del Centro Sociale paganese ed all’incontro con la compagnia teatrale “02”, diretta da Enzo Fabbricatore. Nascono così le commedie Un giorno come un altro, Un maledetto amore, Una strana Famiglia (“Le Figaro Education”, samedi 4 juin 2005). Tra il 1995 ed il 2000 è direttore di corsi di Alfabetizzazione informatica per il M.I. e tiene, al Centro Sociale di Pagani, corsi di Pedagogia speciale (metodi Decroly e Froebel) e supera un concorso per l’Ateneo salernitano. Alla fine degli anni Novanta rinuncia all’Università e si abilita per l’insegnamento delle lettere negli istituti superiori e, nel 2000, il commediografo passa dalla Pedagogia (didattica e metodologia) all’insegnamento di Italiano e Storia nell’Istituto “G. Fortunato” di Angri. Nello stesso anno ritorna nella sua Salerno, in via Posidonia. Oramai ha perso tutti gli amici di un tempo. Intensifica il suo interesse per il teatro, entra in rapporto con alcune Compagnie salernitane e conosce Gaetano Stella e Matteo Salsano della compagnia di Luca De Filippo. Con questi ultimi ripropone La moglie dell’oste che viene rappresentata nel 2006, al Teatro dei Barbuti, nel centro storico. Il successo dell’opera lo spinge a scrivere altre tre commedie ispirate al Novellino del Masuccio: Le brache di San Griffone, Un vescovo una monaca ed una badessa e Lo papa a Roma. Oramai l’insegnamento non lo interessa più e dà le dimissioni, nel settembre del 2005, chiudendo innanzi tempo il suo impegno con la scuola, per dedicarsi completamente al Teatro. È tempo di nuove amicizie. Conosce la sindonologa Emanuela MariXVII


nelli e Rocco Risolia, Presidente dell’Associazione lucana a Salerno. Partecipa a tavole rotonde televisive, dove ha modo di parlare delle commedie e dei suoi drammi. Riallaccia i rapporti con Giuffrida Fari92 na e massimamente con l’amico fraterno Gaetano Rispoli, che gli elabora i disegni per Il profumo di Ermione ed Oltre le stelle. Come European journalist (GNS Press Association) fonda, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Salerno, la rivista virtuale di lettere ed arti “Antropos in the world”, alla quale collaborano l’on. Michele Rallo da Trapani, Anna Burdua da Erice, Maria Imparato da Bergamo e Gaetano Rispoli, l’ultimo maestro di pittura, amico di Carlo Levi e di Domenico Rea. Intanto inizia il ciclo de I Signori della guerra, ovvero La Saga dei Longobardi, un insieme di cinque drammi storici sulla Salerno longobarda e normanna, che completa il 29 gennaio del 2011. Dopo la pubblicazione delle raccolte di racconti Il gusto della vita (ed. Palladio) e di Ciomma (ed. Antitesi, Roma), va in scena, a Pagani, il primo dei drammi storici, L’Adelchi, replicato il 25 febbraio 2011 al Diana di Nocera Inferiore, con il patrocinio della Provincia di Salerno (“Dentro Salerno”, 25 febbraio 2011). Nel 2013, con lo staff della rivista, realizza la prima edizione del Concorso nazionale di poesia religiosa “Mater Dei”, alla quale seguiranno la seconda e la terza edizione, che avranno la loro conclusione nella magnifica chiesa Madre di Pagani, il SS. Corpo di Cristo, con grande partecipazione di popolo. Dunque, nelle sue opere troviamo profonde tracce delle sue radici: le figure ed i personaggi delle sue commedie e dei racconti ci riportano all’agro noverino-sarnese, ricco di caratteristiche peculiari, artisticamente incastonati in situazioni socio-antropologiche sui generis. È il caso di “Peppe Tracchia”, così come di “Ciomma” o “Luciano Valosta”, per non citare altre figure, prese dai campi o dalle fabbriche di pomodori. Nemmeno l’agro si dimentica di lui, con la consegna dell’Award dell’agro per la letteratura (“Cronache del Salernitano”, 27/8/2013) e la pubblicazione di Oltre le stelle, presentato al Palazzo Formosa, il febbraio 2014 (“Dentro Salerno”, 13/2/2014). XVIII


Nel settembre del 2014, ha bisogno di una pausa e rallenta le fatiche letterarie, ritornando alla scuola come Preside (coordinatore didattico) di un istituto superiore parificato, trasmettendo ai giovani docenti la sua lunga esperienza di professore e di pedagogista, continua però a dirigere “Antropos in the world”, la rivista letteraria da lui fondata nel 2004, con il patrocinio dei Comuni di Salerno, Pagani, San Valentino Torio, nonché della Provincia di Avellino. Fin dagli inizi del suo percorso artistico, Pastore, pur avendo acquisito una formazione classica (Euripide, i lirici greci, Aristofane e la commedia antica, Omero, Esopo e Fedro), si trova ad essere rivolto verso il presente del nostro tempo. La sua narrativa si può ritenere, in alcune sfumature, neorealista, con testimonianze forti sulle difficoltà di un’Italia degli anni della ricostruzione. Così, nel teatro, mentre delinea il dramma di antiche dominazioni passa alla commedia di denuncia e alla farsa. Il 23 settembre 2015, l’amico Giuffrida Farina consegnava alla Biblioteca Provinciale di Salerno l’intera produzione letteraria dell’autore. La dott.ssa Wilma Leone prendeva in consegna 94 volumi, affinché figurassero nel fondo librario salernitano. Il 25 settembre 2015 partecipa, a Pagani, alla manifestazione UNICEF “Vogliamo zero”, ove sottolinea l’importanza della solidarietà, che definisce «[...] il cemento che tiene insieme i pezzi del nostro vecchio mondo». Nell’ottobre dello stesso anno perde un nuovo amico, lo scrittore Nello Tortora, direttore del giornale satirico “Brontolo”, nonché presidente della nota associazione “La Scaletta”. Intanto, sempre in ottobre Rocco Rosolìa lo invita presso l’Associazione lucana, per una commemorazione di un grande già da tempo scomparso: l’amico Franco Angrisano, al quale dedicano la serata del 16. Il trenta dicembre 2015, stanco per una vita di intenso lavoro, di dimette da preside dell’Istituto San Giuseppe in Pagani, per dedicarsi esclusivamente al suo giornale “Antropos in the world”. Il 16 maggio del 2016, al castello Miramare, viene premiato dal professore Piscopo dell’Ateneo salernitano, per il libro di liriche Oltre le stelle ed il folto pubblico del Premio internazionale “Tullio-la” lo XIX


applaude con emozione. Il 29 maggio dello stesso anno, il Comune di Salerno, al “Mirò”, festeggia i suoi cinquant’anni di attività letteraria, in occasione della pubblicazione del libro di liriche Cronos. Oltre al Sindaco e all’Assessore alla cultura, sono presenti tutti i suoi più cari amici, la stampa e la televisione. La manifestazione, allietata dalla presenza dell’artista George Mu94 stang, si snoda magicamente tra musica e poesia. Il Sindaco Vincenzo Napolitano legge una lirica, dalla quale argomenta i meriti del Nostro, in continuità con quanto era stato già detto dallo scrittore e critico prof. Crescibene e dal saggista dott. Alberto Mirabella. Attualmente, divide il suo tempo tra il concorso nazionale di poesia religiosa “Mater Dei” e la produzione della rivista mensile Antropos in the world”, nata quindici anni or sono e molto seguita in Italia ed all’estero.

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Indice LA MORTE DI PITONE La fuga di Latona

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Introductio

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Prologus

12 Facinus et Epilogus 20 Post factum 21 Note sull’autore

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