Fm Luglio 2018

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PRIVATE LABEL DA LOW COST A HIGH VALUE Siamo stati al PLMA di Amsterdam al fine di toccare con mano le ultime novità nel campo della marca del distributore (MDD). L’Italia resta il fanalino di coda in Europa con una incidenza attorno al 20 per cento

ELNATHEDITORE















Editoriale |

Eugenio Felice

Perfect ripe o perfect pick? La coda è ancora lunga all’ingresso sud della Fiera di Berlino, i padiglioni non sono ancora gremiti, diversi espositori hanno da poco finito di sistemare le ultime cose. È mercoledì 7 febbraio. Alle ore 11.00, senza clamori, inizia in una grande sala del CityCube il meeting con i fornitori organizzato da Mark & Spencer, uno dei migliori retailer britannici. Pochi gli operatori italiani presenti. Tra questi Oranfrizer, che verrà premiato nella categoria “special & different” per l’arancia Tarocco Nucellare e il suo packaging esclusivo. Il messaggio dei vertici di M&S è chiaro: aiutateci a migliorare le nostre performance, perché i discount continuano a rosicchiare quote di mercato. Riportiamo qui solo alcuni frammenti rilevanti. Sapete quanto vale l’Italia sul totale importazione di ortofrutta di M&S? L’1 per cento. La Spagna vale il 34 per cento, il Sud Africa il 23 per cento, il Marocco il 14 per cento. Gli stessi Stati Uniti ci battono con un 2 per cento. Su livelli insignificanti ci fanno compagnia, a onor di cronaca, la Francia e, da non credere, l’Olanda (entrambe all’1 per cento). Tra i termini più ricorrenti durante l’incontro berlinese c’è “consistency”, che potremmo tradurre con affidabilità nelle forniture, intesa come costanza della qualità nel tempo. Questa è considerata la “chiave”, almeno per tutto il prodotto definito “basic”, cui si richiede la massima efficienza perché in questo caso il prezzo diventa forse la variabile più importante. Nulla di nuovo, in verità. Quello che è emerso di interessante è invece la ricerca e valorizzazione delle nicchie, definite “specialità”, che contribuiscono a differenziare l’offerta rispetto agli altri retailer. Tra i numerosi esempi è stato citato quello dei cocktail avocado ma anche quello delle arance rosse. C’è poi la “packaging review”, oggi sulla bocca di tutti. Entro il 2022 M&S ha l’obiettivo di mettere a scaffale solo prodotti con imballo 100 per cento riciclabile e di produrre inquinamento zero entro il 2025. Cosa significa per l’ortofrutta? Saranno eliminati gli imballaggi fatti di materiali

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Il ricordo. Nell’estate di due anni fa, in seguito a un tragico scontro tra treni in Puglia, se ne andava non solo un grande professionista ma anche un amico e una persona ben voluta. Maurizio Pisani era generoso e gentile, sempre sorridente e positivo, aveva la dote - rara - di trasmettere tranquillità e rassicurazione, in un mondo sempre più stressato e di corsa. Ci stringiamo forte alla compagna Alessandra e alla piccola e adorata Vittoria in questo triste anniversario.

misti, ma non solo, per tutte le plastiche rigide sarà bandito il colore nero, tanto in voga nel Regno Unito, per via degli additivi inquinanti. La cosa che più ci ha colpito poi è il “perfect pick”, che è un ulteriore evoluzione del concetto di “perfect ripe”: si passa cioè dal maturo al punto giusto sul punto vendita al raccolto al giusto stadio di maturazione, per avere frutti più grandi, più dolci e più succosi. I vertici di M&S ne hanno parlato facendo riferimento in particolare alle mele, all’uva da tavola, alle ciliegie, alle susine. E attenzione, “perfect pick” è anche una private label, su cui Mark & Spencer punterà sempre di più, anche per agrumi e drupacee. Tutti spunti che vanno bene ai produttori italiani e, forse ancor di più, ai gruppi distributivi. Il Regno Unito non è poi così lontano.

MAGAZINE



PAG. EDITORIALE 500 CONTENITORI DI ARANCE

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IMMAGINI

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BUONE NOTIZIE PASCAR: “CON ADDETTI MOTIVATI IL REPARTO PUÒ FARE +35%” MARKETING PRODURRE QUEL CHE SI VENDE LA QUALITÀ È UNA SCELTA FIERE ASIA FRUIT LOGISTICA, A SETTEMBRE RIFLETTORI PUNTATI SU HONG KONG LO STUDIO ALLEVAMENTI E INQUINAMENTO: LA SOLUZIONE È LA DIETA VEGANA CRONACA LATTUGA ROMANA, CINQUE MORTI NEGLI USA PER ESCHERICHIA COLI LA NOTIZIA MERGER TRA ASDA E SAINSBURY’S TESCO GIÙ DAL TRONO IN UK TREND ANCHE COOP ITALIA PORTA IL BENESSERE IN AVANCASSA INSIDER COOPERATIVA CESAC VA IN ROSSO CEDE PATATE E CIPOLLE A PATFRUT TECNOLOGIA DEL MONTE, AUMENTA LA SHELF LIFE DELLE BANANE CON RIPELOCK COMMENTI MACFRUT, POSITIVA LA 35ESIMA DIFFICILMENTE PUÒ DARE DI PIÙ ANTICIPAZIONI ZESPRI RED, TEST A SINGAPORE IN EUROPA DOVREMO ASPETTARE INGROSSO MILANO SCIVOLA PENALIZZATA DA UNA STRUTTURA FATISCENTE STRATEGIE ECCO CAMILLA, L’ANGURIA SEEDLESS CON VARI FORMATI, SEMPRE BUONA RETAIL CONAD È UN TRENO IN CORSA. SUL PIATTO 1,28 MLD DI INVESTIMENTI MERCATI - UVA QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA: GRAPE&GRAPE AL DEBUTTO EVENTI MAAP, TRA ESPORTAZIONI E GDO, FESTEGGIA I SUOI PRIMI 25 ANNI TECNOLOGIA CONTROLLO DELLA MATURAZIONE: ARRIVA ANCHE IN ITALIA FYSIUM FRUTTA SECCA SAMA E BRESOLIN, UN’ALLEANZA PER LA FRUTTA SECCA DI QUALITÀ NEURONEWS NUOVE STRATEGIE DI MARKETING: LE NEUROSCIENZE E L’ORTOFRUTTA

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78 / CAPUTO AL PLMA, 70 / LE PRIVATE FOCUS SUL BENESSERE. C’È LABEL POSSONO GUIDARE L’INNOVAZIONE?

ANCHE SPONGEBOB

38 40 42 44 46 48 50

80 / NASCE ILCAMONE, 82 / SONIA PERONACI QUELLO VERO, ED È GIÀ TESTIMONIAL PER FARE PROTAGONISTA

BRECCIA SUGLI ITALIANI

52 54 56 60 64

PANORAMA

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iFRESH

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CONTENUTI

88 / CPR SYSTEM, 92 / SAVSÉ, 3 ANNI 20 ANNI NEL SEGNO DELLA PER ESSERE LEADER CIRCULAR ECONOMY

NEL REGNO UNITO

MAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Marta Baldini, Carlotta Benini, Irene Forte, Salvo Garipoli, Massimiliano Lollis, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino, Marco Zanardi

98 / ESTRATTI FRESCHI, 104 / È DI UNITEC CRESCE IL FATTURATO, IL PIÙ GRANDE IMPIANTO AUMENTANO LE PROPOSTE

DI MIRTILLI D’EUROPA

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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Chinchio Srl - Via Pacinotti 10/12 35030 - Rubano (Pd) Carta Magno Volume 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero luglio 2018: 8.000 copie

108 / ASPIAG, FORNITORI AL CENTRO,

Registrazione Tribunale di Verona n. 1962 del 6 novembre 2012

112 / PESCHE IN CRISI? IN REALTÀ È UNA

VOLA L’ORTOFRUTTA

BUONA ANNATA

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Pubblicità AGR. DON CAMILLO AGROFRESH ALEGRA APOFRUIT ITALIA BATTAGLIO BONOMO BRIO BRUNO ELIO CAMPIDANESE CERADINI GROUP CONAD CULTIVA DOLE ECOPLASTICA MAGAZINE

61 29 105 41 37 27 77 51 10-11 6-7 14 79 4-5 IBC

EMIRATES SKY CARGO EURO POOL SYSTEM GANDINI ANTONIO GRAPE&GRAPE HM. CLAUSE ITALIA IDM ALTO ADIGE LA COSTIERA JUNGHEINRICH L’INSALATA DELL’ORTO LA LINEA VERDE LPR MAAP MELINDA METIS

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65 55 IFC-1 57 2-3 49 59 8-9 67

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Prima mondiale Singapore 11 maggio 2018 Il kiwi rosso di Zespri ha fatto il suo debutto mondiale, come test, in alcuni gruppi distributivi di Singapore, nel mese di maggio. In Europa non si vedrà prima di due anni. Zespri assicura che si tratta di uno dei frutti a maggiore densità di vitamine e nutrienti. Per chi lo ha assaggiato, il gusto è eccezionale.




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Primati italiani Jennings (Florida) 7 giugno 2018 In Florida si trova l’impianto di baby leaf in serra più grande degli Stati Uniti. Nasce dalla joint venture tra l’azienda italiana Cultiva e Taylor Farms, il più grande produttore americano di insalate di quarta gamma. L’impianto si estende su 460 acri e replica il modello italiano. Si lavora già all’ampliamento.


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Alta cucina Albignasego (Padova) 26 giugno 2018 Per la prima volta in Italia uno chef si è messo a fare lezione di cucina gourmet all’interno di un punto vendita, con protagonisti assoluti i frutti di stagione. È successo all’Interspar di Albignasego (Pd), su iniziativa di Aspiag Service. A descrivere piatti e prodotti sono stati sia lo chef Stefano Polato che i fornitori.



buone notizie |

Massimiliano Lollis

Pascar: “Con addetti motivati il reparto può fare più 35%” 24

La motivazione dei collaboratori è uno degli aspetti fondamentali nelle realtà di successo. Come ci spiega Carmine Passarelli, retail manager del Gruppo Pascar di Taranto, “inserire le risorse giuste al posto giusto, tenendo alta la motivazione, assicura le vendite. Quando diamo loro un obiettivo, le vendite salgono all’improvviso. In un punto vendita abbiamo osservato una crescita del 35%, con un’incidenza del reparto ortofrutta sul punto vendita del 13%” “Inserire le risorse giuste al posto giusto, tenendo alta la motivazione e stimolando di continuo l’engagement nei collaboratori assicura le vendite: anche in tempi difficili, anche con una riduzione dei consumi che perdura da anni. Noi di Pascar ci proviamo”. Ad affermarlo è Carmine Passarelli, retail manager di Gruppo Pascar Srl di Taranto, che in uno dei suoi 14 punti vendita a insegna Supermercati Pascar ha osservato un aumento delle vendite nel reparto ortofrutta del 35 per cento grazie a personale adeguatamente motivato alla vendita. “Quando c’è un reparto che non registra performance ottimali - spiega Passarelli - parlo con i ragazzi per capire cosa non abbia funzionato. E se in genere molti addetti sono portati a dare la MAGAZINE

colpa del loro scarso rendimento alla crisi, la situazione cambia totalmente nel momento in cui li motiviamo davvero. Quando diamo loro un obiettivo le vendite salgono all’improvviso”. Ma qual è il modo migliore per motivare le proprie risorse? “Per le nuove leve, in genere la vera carica motivazionale è un contratto stabile, a tempo indeterminato, che noi offriamo volentieri a chi si impegna. A fronte di un livello di vendite adeguato – spiega – offriamo contratti più lunghi, fino ad arrivare al tempo indeterminato”. Ma non si deve ridurre il tutto al semplice fattore contrattuale. “Sono diverse - continua Passarelli - le iniziative che mettiamo in atto per aumentare il coinvolgimento dei nostri addetti, che a partire da maggio scorso indossano una pettorina in jeans accompagnata da un cappello in paglia, per sottolineare il rapporto con il mondo contadino. Per esempio organizziamo delle gare per aumentare l’incidenza del reparto nel punto vendita”. All’interno di questo quadro, sana competizione e gioco di squadra sono le parole chiave: “Abbiamo osservato aggiunge - che sentirsi riconosciuti per il proprio impegno funziona. Credo che anche la consegna di una semplice targa come premio al miglior reparto del punto vendita possa motivare i diversi addetti, che in questo modo si sentono coinvolti e spinti a fare più e meglio”. Il Gruppo Pascar, nato nel 1995 e aderente a Consorzio Coralis, comprende ad oggi 14 punti vendita a insegna Supermercati Pascar a Taranto e provincia. N.24 LUGLIO 2018



marketing |

Salvo Garipoli*

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Le parole che identificano il futuro condiviso degli italiani, secondo il Rapporto Coop 2017 - Demos Coop, sono il “cibo”, i “prodotti italiani” e il “rispetto per l’ambiente”, tutti elementi valoriali che contribuiscono a delineare un campo di azione per frutta e verdura tutto giocato sugli elementi distintivi connaturati al nostro comparto

a seconda degli areali di produzione coinvolti ed in considerazione del relativo calendario produttivo, e dall’altro che, a fronte di un know-how tecnico di primissimo livello, la propensione a collaborare da parte delle nostre aziende è strutturalmente limitata. A fronte dell’estrema parcellizzazione presente l’optimum sarebbe quello di mettere a sistema strutture organizzative più “leggere”, dinamiche ed orientate al mercato, in cui le aziende, piccole e medie, potessero collaborare, beneficiando dell’esperienza e della conoscenza reciproca, così da operare in linea con le esigenze di premiumness e la professionalità che il mercato richiede. Oggi più che mai fare qualità, infatti, significa rendere accessibile l’offerta fuori e dentro il punto vendita, applicando le logiche della valorizzazione della categoria, così da elevare l’esperienza di prodotto. Più forma, quindi, e più sostanza: fare qualità è sempre più una scelta consapevole da condividere con i clienti e con i consumatori finali in maniera semplice, trasparente e quindi rilevante.

A fronte di una quota di spesa crescente assegnata nel 2017 dal consumatore italiano per l’acquisto di frutta e verdura, lo stesso si dichiara non pienamente soddisfatto della qualità espressa dai banchi dei reparti ortofrutta italiani. I dichiarata rilevati da SgMarketing in questi anni certificano dei gap rilevanti tra livelli attesi e soddisfazione registrata in rapporto alla maturazione e alla freschezza espressa da frutta e verdura in vendita. A suggello di quanto espresso è rilevante segnalare la rinnovata sensibilizzazione, sul L A CRESCITA DEI FORMAT DISTRIBUTIVI fronte degli operatori di mercato, Gap tra importanza e soddisfazione rispetto la necessità di garantire aquirenti prevalenti presso i canali Supermercato / Ipermercato il “gusto” quale espressione basica ma fondamentale del rapporto Qualità della frutta e verdura 7,99 8,72 con il cibo. Un tema molto sentipresenti nel negozio in cui acquista to che di fatto espone le aziende alla fragilità tipica di un settore frammentato e variegato quale è il nostro. Il tema fondamentale è quello di produrre quel che si Grado di maturazione della frutta 7,77 8,34 vende così da garantire valore a tutta la filiera a partire dalla piena soddisfazione del consumatore finale. Siamo consapevoli 8,17 8,86 che, da un lato, la qualità offerta Freschezza della frutta in campo, in considerazione della singola categoria ortofrutticola, è IMPORTANZA ( Punteggio 1-10) SODDISFAZIONE ( Punteggio 1-10) destinata ad esprimere naturalmente rese qualitative differenti Fonte: SGMARKETING MAGAZINE

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*senior consultant SG Marketing

Produrre quel che si vende La qualità è una scelta



fiere |

Eugenio Felice

Asia Fruit Logistica, a settembre riflettori puntati su Hong Kong 28

Si volgerà dal 5 al 7 settembre la fiera più importante del continente asiatico, “sorella” di Fruit Logistica. La presenza italiana, pur venendo meno i contributi europei per l’internazionalizzazione, è prevista in linea con l’edizione 2017, che ha richiamato in tutto 813 espositori e 13 mila visitatori (paganti...). A Hong Kong i riflettori saranno puntati in particolare su kiwi e mele made in Italy, anche se la concorrenza è forte. Spazio crescente anche alle tecnologie Le fiere che contano nel mondo per gli specialisti della frutta sono sostanzialmente quattro: in Europa ci sono Fruit Logistica (Berlino) e Fruit Attraction (Madrid), in Oriente c’è Asia Fruit Logistica (Hong Kong) e in Nord America c’è l’itinerante PMA Fresh Summit (nel 2018 sarà a Orlando). Poi c’è una serie di manifestazioni di seconda fascia. Delle quattro indicate, le fiere che crescono di più, per via anche della giovane età, sono Fruit Attraction e Asia Fruit Logistica. Quest’ultima si svolge in una delle città più iconiche d’Oriente, per 50 anni la più importante per gli scambi commerciali fino a quando la Cina non decise di aprire le sue frontiere e i suoi porti alle merci di (quasi) ogni dove. Era l’11 dicembre 2001, una data che cambiò la storia dell’economia mondiale. MAGAZINE

La dodicesima edizione di Asia Fruit Logistica si svolgerà da mercoledì 5 a venerdì 7 settembre presso l’AsiaWorld-Expo che si trova adiacente all’aeroporto di Hong Kong. Orari di apertura al pubblico: 10.00 - 17.00 per tutti e tre i giorni. Si tratta della fiera più importante del continente, con espositori / fornitori che vengono da tutto il mondo e visitatori / compratori che vengono da un’area che va dal Medio Oriente al Far East. Il giorno precedente, martedì 4, ci sarà l’Asiafruit Congress che quest’anno celebra il ventesimo anniversario (la prima edizione si svolse nel 1998 a Singapore). Una fiera che, come scrivevamo, cresce a tassi importanti ogni anno: nel 2017 i visitatori sono cresciuti del 16 per cento raggiungendo le 13 mila unità (il biglietto di ingresso per un giorno costa 50 euro), mentre il numero di espositori è cresciuto di oltre il 20 per cento arrivando a 813. Dopo i padroni di casa, la presenza numericamente più importante rimane quella italiana, seguita a stretto giro da Egitto e Australia. Una presenza che, ci confermano dalla rappresentanza italiana di Messe Berlin, sarà confermata, in termini numerici, anche per il 2018, nonostante siano venuti meno i contributi europei all’internazionalizzazione. L’area del resto è particolarmente appetibile, l’economia tira ancora molto, pur se non ai tassi di qualche anno fa. Le imprese italiane qui esportano in particolare i kiwi, l’unico frutto, assieme alle arance, che può entrare direttamente in Cina. Non mancano però le criticità per i nostri esportatori: da una parte i competitor sempre più agguerriti (vedi la crescita della Grecia negli ultimi anni), dall’altra la produzione cinese ha migliorato in modo significativo la qualità delle proprie produzioni. N.24 LUGLIO 2018



lo studio |

Marco Zanardi

Allevamenti e inquinamento: la soluzione è la dieta vegana 30

L’impatto ambientale dei vegani è nettamente inferiore a quello dei carnivori. È quello che risulta da una ricerca realizzata dall’Università di Oxford che ha preso in esame 40 mila allevamenti in 119 Paesi. Joseph Poore uno dei principali autori della ricerca ha cambiato il suo stile di vita dopo un anno di ricerche: “I consumatori hanno bisogno di tempo per prendere coscienza delle cose, il veganismo è l’unica soluzione contro l’inquinamento globale “Con le diete attuali e le moderne tecniche di produzione, nutrire 7,6 miliardi di persone sta deteriorando gli ecosistemi terrestri e acquatici, esaurendo le risorse idriche e intensificando i cambiamenti climatici”. Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Università di Oxford in uno studio pubblicato in primavera sulla prestigiosa rivista Science, insieme a un messaggio importante: la dieta vegana risulta essere il più grande e importante mezzo per ridurre il nostro disastroso impatto sul pianeta. Secondo gli esperti, infatti, una dieta completamente a base vegetale è in grado di ridurre di oltre il 73 per cento le emissioni individuali di CO2, ma non solo: eliminare dalla propria dieta prodotti di origine animale consente un risparmio del 75 per cento MAGAZINE

dei suoli, un’area equivalente alle dimensioni di Stati Uniti, Cina, Australia e Unione Europea messi insieme. Non solo quindi una riduzione significativa delle emissioni di gas a effetto serra, ma la liberazione anche di terreni perduti per fare spazio all’allevamento, una delle cause principali dell’estinzione di massa della fauna selvatica. Lo studio realizzato dai ricercatori di Oxford, frutto di oltre 5 anni di ricerche, risulta attualmente uno dei più completi sull’argomento: i dati riguardano infatti 40 mila aziende sparse per il mondo, che producono alimenti di origine animale. I ricercatori hanno esaminato nello studio un totale di 40 alimenti, che coprono il 90 per cento di tutti quelli consumati abitualmente, esaminando l’impatto ambientale di ciascuno di essi. I risultati parlano chiaro: la produzione di carne e latticini è responsabile del 60 per cento delle emissioni di gas serra nella produzione alimentare, mentre questi prodotti forniscono solo il 18 per cento delle calorie e il 37 per cento delle proteine consumate a livello globale. C’è una notevole differenza tra l’impatto ambientale dei prodotti di origine animale e di quelli vegetali. Ottenere 100 grammi di proteine dalla carne di manzo, di maiale o dal formaggio, infatti, comporta più emissioni inquinanti e richiede un enorme spreco di terre in più rispetto all’ottenere la stessa quantità di proteine, per esempio, dai piselli o dal tofu. La conclusione è che una dieta vegana è probabilmente il modo migliore per ridurre il proprio impatto sul pianeta Terra. N.24 LUGLIO 2018



cronaca |

Marco Zanardi

Lattuga romana, cinque morti negli Usa per Escherichia coli 32

La regione di Yuma, in Arizona, rifornisce gli Stati Uniti di lattuga romana nel periodo invernale. Da qui è partito il carico contaminato che ha causato 98 persone ammalate, 46 ricoveri in ospedale e cinque morti. Un bilancio provvisorio di fine aprile. Si tratta dell’epidemia più grave dal 2006, quando spinaci contaminati causarono la morte di cinque persone e 238 ammalati. I sintomi sono forti crampi allo stomaco, vomito e diarrea sanguinolenta Cinque morti, 197 persone ammalate in 35 Stati e 89 ricoverate, 26 delle quali hanno sviluppato la sindrome emolitica uremica, un tipo di insufficienza renale. È questo il bilancio pubblicato dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC), aggiornato a fine maggio, dell’epidemia di Escherichia coli (E. coli) negli Stati Uniti, la cui origine è stata identificata nella lattuga romana coltivata nella regione di Yuma, in Arizona, che rifornisce gli Usa di questa insalata nel periodo invernale. Sei casi di persone ammalate, con un ricovero in ospedale, sono stati segnalati anche in Canada. A fine aprile, il bilancio provvisorio era di 98 persone ammalate, 46 delle quali erano state ricoverate in ospedale, in 22 Stati Usa. Secondo la Food and Drug Administration (FDA), le ultime spedizioni di lattuga romana dalla regione di Yuma sono avvenute il 16 aprile e la stagione del raccolto è finita. Poiché la durata di conservazione di questo prodotto è di 21 giorni, è improbabile che sia ancora disponibile nei negozi. Tuttavia, siccome passano MAGAZINE

due-tre settimane tra quando una persona si ammala e quando il caso viene segnalato ai CDC, è possibile che emergano nuovi casi. I CDC segnalano che alcune delle persone ammalate hanno detto di non aver consumato lattuga romana, ma di aver avuto uno stretto contatto con qualcuno che ha contratto la malattia dopo averla mangiata: non è chiaro come possa essere avvenuto il contagio. Le indagini sulla fonte della contaminazione proseguono, ma sinora è stata identificata una sola azienda agricola da cui proveniva della lattuga romana contaminata, quella che ha fatto ammalare diversi detenuti in un carcere dell’Alaska. Anche in questo caso, però, le autorità non sono in grado di dire in quale fase della catena di approvvigionamento (coltivazione, raccolta, imballaggio, distribuzione) sia avvenuta la contaminazione. I sintomi più frequenti dell’infezione provocata dal batterio E. coli sono forti crampi allo stomaco, vomito e diarrea sanguinolenta. La maggior parte delle persone migliora entro 5-7 giorni. Alcune infezioni

sono molto lievi, ma altre sono gravi o addirittura pericolose per la vita. Quella in corso è l’epidemia di E. coli più grave dal 2006, quando gli spinaci furono la fonte d’infezione, con 238 persone colpite e cinque morti in diversi Stati Usa. N.24 LUGLIO 2018



la notizia |

Massimiliano Lollis

Merger tra Asda e Sainsbury’s Tesco giù dal trono in UK 34

I gruppi distributivi numero due e tre del Regno Unito hanno deciso di procedere a una fusione superando di fatto il leader Tesco con una quota di mercato di poco superiore al 30 per cento e un fatturato aggregato di 51 miliardi di sterline. L’accordo, promettono le parti coinvolte, non porterà ad alcun stravolgimento delle insegne e non comporterà alcuna chiusura, mentre ai clienti dovrebbe essere riservato uno sconto del 10 per cento su diversi prodotti Lo storico accordo è stato annunciato nel mese di aprile. Il secondo e il terzo più grande food retailer del Regno Unito, Sainsbury’s e la società controllata di Walmart Asda, si fonderanno per controllare circa un terzo del mercato nazionale, scalzando così il colosso Tesco dal primo posto. La “combination” - come viene definita l’operazione di fusione nell’annuncio alla stampa del 30 aprile vede Sainsbury’s al posto di comando come azionista di maggioranza, mentre a Walmart spetterà il 42 per cento delle quote del capitale azionario e non oltre il 29,9 per cento dei diritti, con un incasso di 2,97 miliardi di sterline per una valutazione di Asda di 7,3 miliardi di sterline, pari a 8,3 miliardi di euro. In un mercato dinamico come quello britannico - dove l’ar MAGAZINE

rivo dei discount tedeschi e l’avvento dell’e-commerce hanno costretto i retailer tradizionali a rivedere completamente le proprie strategie - l’accordo porterà alla creazione del retailer leader nel Paese con un fatturato totale riferito al 2017 di 51 miliardi di sterline. L’accordo non porterà ad alcun stravolgimento delle insegne, che rimarranno intatte nelle loro peculiarità che le rendono riconoscibili e apprezzate dai consumatori. Dal punto di vista della presenza sul territorio, la fusione permetterà di integrare la rete di oltre 2.800 negozi tra Sainsbury’s, la sua sussidiaria Argos e Asda, con l’ulteriore vantaggio di vedere potenziata la presenza nell’e-commerce attraverso i siti web collegati. Il tutto - calcola il gruppo ammonterebbe a circa 47 milioni di transazioni totali alla settimana. Per quanto riguarda infine le promesse di Sainsbury’s e Walmart, se le prime sono nei confronti dei clienti - ai quali si prospettano sconti del 10 per cento su diversi prodotti - le seconde sono invece rivolte ai lavoratori, che vengono rassicurati dall’azienda: “Al momento - sottolinea il comunicato congiunto - non è in programma alcuna chiusura di punti vendita conseguente alla fusione”. Allo stesso tempo - come ha riportato il Financial Times - alcuni analisti sono però convinti che le norme antitrust sulla concorrenza potrebbero spingere Sainsbury’s-Asda a cedere fino al 15 per cento della rete vendita per veder garantita l’approvazione. In alcune città ci sarebbe infatti il rischio concreto di arrivare a un monopolio. Intanto le borse hanno accolto la notizia dell’accordo portando le azioni di Sainsbury’s - nella mattinata di lunedì 30 aprile - a un balzo all’insù del 20 per cento. N.24 LUGLIO 2018



trend |

Giancarlo Sbressa

Anche Coop Italia porta il benessere in avancassa 36

Sono oltre 700 le nuove avancasse del benessere che da maggio Coop Italia sta installando nei suoi punti vendita, per promuovere il consumo di snack sani a base di frutta e verdura al posto di prodotti ipercalorici. L’assortimento è composto da frutta secca, disidratata, barrette e merendine, per lo più in confezioni monodose. Spiccano i prodotti a marchio Coop. Claudio Mazzini: “L’obiettivo è dare sempre più spazio a queste avancasse benessere” Non è il primo gruppo distributivo a farlo in Italia e non sarà nemmeno l’ultimo. Al bando prodotti ipercalorici, dolciumi, caramelle e chewingum: da maggio anche Coop Italia sposa il benessere portando in avancassa snack salutari a base di frutta. Dalla metà del mese di maggio in molti punti vendita sono comparse avancasse “di nuova concezione - scrive Coop sul suo portale rivolto ai consumatori - sia per il tipo di struttura utilizzata, ma soprattutto perché i prodotti proposti hanno il benessere e la salubrità come denominatore comune”. Negli espositori collocati alle casse automatiche e/o in quelle servite dei supermercati (il format cambia a seconda della tipologia di punto vendita) ora si MAGAZINE

possono trovare snack salutari per uno spuntino veloce, quasi tutti in confezioni monodose. Frutta secca, frutta disidratata, barrette, merendine: tutte proposte selezionate, con caratteristiche come l’essere a base di ingredienti vegetali, il provenire da coltivazioni biologiche, avere poco sale o poco zucchero, essere senza conservanti e coloranti, avere pochi grassi. “Insomma una sorta di decalogo cui sempre di più si presta attenzione se si ha a cuore la propria salute”, continua Coop Italia sul sito. Spiccano nell’assortimento in avancassa i prodotti a marchio Coop provenienti dalle linee Bene.sì e Viviverde, assieme ad altre marche che garantiscono quelle caratteristiche e quell’attenzione al benessere che il gruppo ha sposato realizzando questo progetto. “Un progetto che, nella prima fase, prevede l’installazione di oltre 700 avancasse di nuovo tipo che si alterneranno a quelle di tipo tradizionale, che continueranno a esistere - spiega il direttore del settore ortofrutta e carni di Coop Italia, Claudio Mazzini Valuteremo come sarà la partenza, ma l’obiettivo è quello di allargare sempre più la presenza delle avancasse benessere. Il nostro obiettivo è di offrire a soci e clienti un’alternativa di gusto in sintonia con i nuovi stili di consumo”. “La richiesta di snack veloci è in crescita, per questioni legate alla praticità e ai tempi stretti con cui si svolge la vita di tanti - continua Mazzini - però andare di fretta non vuol dire rinunciare al proprio benessere e a prodotti di qualità”. N.24 LUGLIO 2018



insider |

Eugenio Felice

Cooperativa Cesac va in rosso Cede patate e cipolle a Patfrut 38

La cooperativa di Conselice (Ra), aderente ad Apo Conerpo e operativa nei settori cereali, vino e orticole, è entrata in profonda crisi economica e finanziaria nell’ultimo anno tanto che è stato nominato un procuratore speciale per gestire la situazione. Cesac, oltre 50 anni di attività e fatturato 2016 di 63 milioni di euro, produce circa 50 mila tonnellate tra patate e cipolle, un ramo che è stato ora ceduto alla cooperativa Patfrut di Monestirolo (Ferrara) Come riferito da Ravenna Today, nei primi mesi del 2018 si è conclamata una pesante crisi economica finanziaria per Cesac, la cooperativa di Conselice (Ra) diventata punto di riferimento per il territorio compreso tra le province di Ravenna, Bologna e Ferrara e per tutti i produttori di cereali, gli utilizzatori di mangimi e mezzi tecnici e, negli ultimi anni, a seguito di acquisizioni e incorporazioni, del settore orticolo e di quarta gamma. “La situazione critica degli ultimi mesi ha minato tutto un sistema di equilibri che gravitano intorno alla cooperativa che conta oltre mille soci - ha sottolineato il neo nominato procuratore speciale Sauro Bettoli - Questo grido di allarme, seppur giunto molto tardivamente all’organizzazione di riferimento, ha fatto sì che Confcooperative, attraverso il mutuo soccorso tipico del nostro mondo, abbia avviato con celerità un processo di ristrutturazione teso a riportare l’attività di Cesac in positivo e ad assolvere agli impegni assunti dalla cooperativa nei confronti dei soci”. È stata studiata una grossa operazione di sostegno che prevede in primis la cessione, e quindi l’acquisizione da parte di altro soggetto, del ramo orticolo e MAGAZINE

di quarta gamma. L’azienda disponibile all’acquisizione è Patfrut, cooperativa leader nei prodotti orticoli che così rafforza il proprio progetto industriale su patate e cipolle in questo territorio. Il ramo orticolo di Cesac riguarda infatti proprio questi due articoli. Nel 2016 la cooperativa ravennate aveva lavorato 23.200 tonnellate di patate e 26.200 tonnellate di cipolle. Solo 12 mesi fa, la situazione appariva rosea e nulla faceva presagire l’imminente crisi. “Nonostante il trend generale negativo dei listini di vendita della maggior parte dei prodotti agricoli - si legge nella nota stampa diffusa il 14 giugno 2017 - il 2016 ha fatto registrare un’ulteriore crescita per Cesac. Sono infatti decisamente positivi i principali dati del bilancio approvato dall’assemblea dei soci. Il fatturato - sottolineava il presidente della cooperativa, Stefano Andraghetti - è passato da 57,5 a oltre 63 milioni di euro (+9,6 pef cento), il risultato netto è stato positivo per 190 mila euro. La produzione con-

ferita è stata di 147 mila tonnellate, di cui 50 mila di orticole. Per il 2017, abbiamo inoltre deliberato importanti investimenti per progetti significativi che - concludeva Andraghetti - consentiranno l’ulteriore consolidamento dell’azienda”. Ma così non è stato. N.24 LUGLIO 2018



tecnologia |

Massimiliano Lollis

Del Monte, aumenta la shelf life delle banane con RipeLock 40

AgroFresh ha annunciato che Del Monte adotterà il sistema RipeLock per gestire le sue banane nel mercato Usa. La soluzione controlla la respirazione nel corso delle fasi di trasporto, maturazione e distribuzione, migliorando aspetto e gusto delle banana. “Le nostre soluzioni - spiega Jordi Ferre, ceo di AgroFresh - sottolineano il nostro impegno per migliorare la qualità della frutta a beneficio dei nostri clienti, dei consumatori e nel rispetto dell’ambiente” AgroFresh, tra i leader globali nelle soluzioni tecnologiche per la conservazione ottimale dei prodotti freschi, ha annunciato un accordo di collaborazione con Del Monte Fresh Produce, produttore e distributore di frutta e verdura fresca e fresh-cut di alta qualità, per portare la tecnologia RipeLock sulle banane vendute in Usa. Il meccanismo alla base di RipeLock è stato pensato per agire in armonia con il naturale processo di maturazione della banana e vede l’azione simultanea di due componenti: da una parte c’è il packaging microperforato al laser MAP (atmosfera modificata) che permette di controllare la respirazione del frutto e i livelli di umidità per prevenire disidratazione e perdita di peso. Dall’altra parte c’è invece la speciale formulazione di AgroFresh MAGAZINE

RipeLock 1-Mcp - che una volta applicata nei locali di maturazione, permette di controllare la produzione di etilene nel corso delle ultime fasi di maturazione. Come affermato dall’azienda, non rilasciando alcun residuo sul frutto né sull’ambiente, la formulazione risulta perfettamente sicura. Grazie a queste due componenti, il sistema permette quindi di gestire il frutto in modo ottimale nel corso delle fasi di trasporto, maturazione e distribuzione. “Il nostro successo dimostrato nel rivoluzionare l’industria della mela - osserva Jordi Ferre, ceo di AgroFresh - finora ha permesso a molti consumatori di gustare prodotti salutari nel corso dell’anno, dando anche un contributo alla riduzione dello spreco alimentare. Le nostre più recenti soluzioni per banane - continua - permettono di fare lo stesso, sottolineando il nostro impegno nel migliorare la qualità della frutta per i nostri clienti così come per i consumatori. Collaborare con un’azienda come Del Monte è un privilegio”. Le ricerche più recenti dimostrano che le banane sono al primo posto nella classifica degli acquisti pianificati, così come quelli di impulso, specialmente al supermercato. Inoltre, come dimostra uno studio di NPD Group, quasi il 50 per cento dei consumatori preferisce le banane gialle rispetto a quelle verdi. RipeLock permette di esporre banane di alta qualità mantenendole di un colore giallo brillante e facendole rimanere fresche più a lungo, con un conseguente incremento delle vendite. N.24 LUGLIO 2018



commenti |

Eugenio Felice

Macfrut, positiva la 35esima Difficilmente può dare di più 42

È terminata con i numeri più elevati di sempre la 35esima edizione di Macfrut, con 43mila visitatori e una presenza su quattro dall’estero. Soddisfatto il management della fiera: “Ha dimostrato il grande potenziale della filiera ortofrutticola italiana”, ha sottolineato il presidente Renzo Piraccini. Il giudizio degli operatori da noi interpellati è stato più contrastante. Qualità dei visitatori migliorabile. Non è piaciuta la contemporaneità con il Cibus di Parma Qualcuno la ha definita un’edizione di transizione, in realtà a nostro avviso è stata una buona edizione e difficilmente potremmo aspettarci di più, oggi, da Macfrut, considerando anche l’attrattività dell’ortofrutta made in Italy, che non è certo quella della Spagna. Era stato previsto che sarebbe stata l’edizione “dei record” e le aspettative, per il management della fiera, sono state rispettate: si è chiusa registrando una presenza di 43 mila visitatori, 4 mila in più dello scorso anno. Volendo fare un confronto, Fruit Logistica a Berlino ha attirato quest’anno 77 mila visitatori, Fruit Attraction a Madrid lo scorso ottobre 68 mila. I 43 mila visitatori di Macfrut vanno pesati anche considerando che l’ingresso a Rimini non è a pagamento (al con MAGAZINE

trario della altre due fiere) e questo incide non solo in termini di numerica ma anche in termini di professionalità dei visitatori. La stessa settimana, dal 7 al 10 maggio, si è svolta a Parma Cibus, la fiera del food made in Italy, che ha attirato 82 mila visitatori. Ecco, la contemporaneità con questa fiera è stato un tasto dolente, con alcune aziende della quarta gamma che hanno preferito Parma a Rimini, altre che si sono sdoppiate, come la siciliana Moncada. Il quadro delle fiere europee è comunque delineato, con un Macfrut più attrattivo per i produttori che per i buyer esteri. La GDO italiana ha partecipato numerosa, in particolare mercoledì 9 maggio, per via della fortunata combinazione con il Think Fresh che si è svolto il pomeriggio di martedì 8 maggio, sempre in quel di Rimini. Meno presenti i compratori esteri, a dispetto dei 1.500 annunciati, in particolare da mercati cardine per l’Italia come la Germania. Edeka ad esempio ha inviato solo un referente dell’ufficio qualità. Particolarmente positivo, a detta degli organizzatori, il bilancio del Tropical Fruit Congress che ha raccolto il gotha mondiale delle filiere di mango e avocado, con la presenza di 300 operatori, l’80 per cento dei quali esteri. Meno soddisfatti sull’iniziativa alcuni operatori italiani da noi interpellati, ma va considerato che si trattava della prima edizione. Particolarmente ricco ad ogni modo il programma convegnistico, cui la nostra testata ha contribuito, facendo da media partner al primo evento dedicato al dettaglio specializzato. N.24 LUGLIO 2018



anticipazioni |

Massimiliano Lollis

Zespri Red, test a Singapore In Europa dovremo aspettare 44

I kiwi a polpa rossa di Zespri, ricchi di vitamine e fibre e dal gusto sorprendente, sono stati lanciati in fase di test a Singapore lo scorso maggio. Secondo l’amm. delegato, Dan Mathieson, la prova è stata un successo. In Europa il kiwi rosso non si vedrà prima del 2020. Si tratta di una varietà precoce: l’organizzazione neozelandese sta lavorando per allungarne i tempi di stoccaggio, al momento fermi a 8 settimane a fronte di un obiettivo di dodici Kiwi a polpa rossa? Sembra che i tempi ormai siano maturi. Prova ne è il test commerciale che Zespri, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di kiwi di alta qualità, ha lanciato lo scorso maggio a Singapore, per un tempo limitato nelle catene NTUC FairPrice, Giant Hypermarts e in alcuni punti vendita Sheng Siong e Cold Storage. È stato possibile gustare il kiwi rosso di Zespri anche nel quartier generale dell’azienda in occasione di Fieldays, il più grande evento di agribusiness neozelandese, che attrae ogni anno oltre 130.000 visitatori da tutto il mondo e che si è tenuto dal 13 al 16 giugno a Hamilton. Dal gusto esotico e dal colore rosso vivace, il kiwi Zespri Red - questo il nome che dovrebbe essere adottato a livello globale - è nato grazie al know-how e alle tecniche di coltivazione sviluppate dal team di ricerca e sviluppo di Zespri in collaborazione con Plant & Food Research. Il colore della sua polpa è dovuto all’elevato contenuto di antocianina, un pigmento naturale. Questo kiwi si distingue per essere uno dei frutti con la maggiore densità di nutrienti e vitamine: vitamina C e vitamina E in particolare, ma anche acido folico e potassio. Un’esplosione di salute, insomma, superiore a quella del SunGold, che contiene 3 volte più vitamina C di un’arancia e sette volte più vitamina E di una mela o di un’arancia. MAGAZINE

Ma quando troveremo gli Zespri Red in Europa? Non prima di un paio d’anni, stando a quanto riportato in giugno dal giornale New Zealand Herald, che ha intervistato l’amministratore delegato di Zespri Dan Mathieson. “Si tratta - spiega - di un prodotto eccezionale con un forte appeal per i consumatori, ma stiamo ancora facendo i conti con i tempi di conservazione”. Mathieson - che conferma come il lancio del kiwi rosso a Singapore sia stato un successo - ha

spiegato che l’obiettivo di Zespri è arrivare a 12 settimane di stoccaggio, mentre i tempi attuali del kiwi rosso sono ancora di 8 settimane. Anni di sviluppo varietale da parte dell’azienda erano stati vanificati nella stagione 2010/11 dalla batteriosi del kiwi (Psa). Il nuovo Zespri Red - come riportato da un portavoce dell’azienda - pur non risultando immune alla malattia, avrebbe sviluppato una buona resistenza. Il frutto potrà essere coltivato in tutta la Nuova Zelanda eccetto per l’isola meridionale e Whangarei, aree che non essendo state colpite dalla batteriosi, non possono accogliere nuove piante a rischio. Il kiwi rosso, essendo precoce, può essere raccolto in Nuova Zelanda già a fine febbraio, il che - assieme al raccolto in Europa - permetterà a Zespri di offrire kiwi di alta qualità continuativamente per tutto l’anno. N.24 LUGLIO 2018



ingrosso |

Irene Forte

Milano scivola penalizzata da una struttura fatiscente Padova è l’undicesimo mercato ad aderire a Italmercati, il network dei maggiori Centri agroalimentari italiani. Tra i grandi rimane fuori solo Fondi. Secondo le ultime statistiche, nell’ultimo triennio si registra un calo generalizzato dei volumi, con l’unica eccezione di Roma. Milano è scesa al quinto posto

Praticamente lo stesso volume di Milano e poco sotto Veronamercato, altro Centro agroalimentare moderno ed efficiente, vocato alle esportazioni grazie alla sua posizione logistica altamente strategica. A penalizzare l’Ortomercato di Milano è senza dubbio la struttura fatiscente di via Cesare Lombroso, oggetto spesso di attenzione da parte dei media per presunte infiltrazioni mafiose. La società di gestione Sogemi ha deliberato un piano di riqualificazione che prevede 95 milioni di euro di investimenti. A dominare la classifica è il CAR di Roma, l’unico centro agroalimentare a contare un trend in crescita, con ben 800 mila tonnellate movimentate ogni anno, non solo di ortofrutta ma anche di pesce e altri freschi. Al suo interno a fine 2017 operavano 382 imprese. Al secondo posto in termini di volumi c’è il CAAT di torino, con 488 mila tonnellate commercializzate nel 2017, seguito da Veronamercato con 334 mila tonnellate. Il CAAB di Bologna e il CAAN di Napoli si attestano a 200 mila tonnellate. Gli undici poli aderenti a Italmercati hanno mosso nel complesso 3,2 milioni di tonnellate nel 2017.

Anche il MAAP - Mercato agro-alimentare di Padova è entrato a far parte di Italmercati. L’annuncio è stato dato il 4 luglio all’evento per festeggiare i 25 anni della struttura di Corso Stati Uniti. Il Mercato di Padova peraltro tratta solo ortofrutta fresca con 29 imprese grossiste che destinano il 60 per cento della merce verso l’estero. Considerando che si tratta di una città di provincia e non di una metropoli come Roma, Napoli o Milano, il MAAP si può considerare un caso di eccellenza, con 324 mila tonnellate commercializzate nel 2017.

QUANT I TAT I VI C OMM.T I NE I MAGGI OR I ME RCAT I - E SC L USO F ONDI 3,2 mln di tonnellate

-3,4% rispetto al 2016

Roma

Torino

Verona Padova 2013

MAGAZINE

Milano Bologna Napoli 2014

2015

2016

120.000

125.039

150.000

172.625

200.000

200.450

324.122

324.192

488.646

900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0

334.050

800.000

Totale quantitativi anno 2017

tonnellate

46

Firenze Cagliari Genova Catania 2017 N.24 LUGLIO 2018



strategie |

Carlotta Benini

Ecco Camilla, l’anguria seedless, con vari formati, sempre buona 48

Don Camillo, OP di Brescello (RE) leader nel comparto meloni e angurie, ha lanciato nel 2018 il nuovo brand con cui valorizzare in Gdo un’anguria di alta gamma, dal carattere “emozionale”. Camilla contraddistingue diverse varietà senza semi di tipologia “tiger”, dalla buccia di colore verde chiaro e brillante e dalla tipica striatura. I calibri variano da 1,5 a 7 chili. Ettore Cagna: “Siamo partiti con 150 ettari nelle zone più vocate, dalla Sicilia al Nord” I primi riscontri sul mercato hanno superato le più rosee aspettative. A premiare è l’aspetto del prodotto - elegante, distintivo, vestito di un packaging originale - e le qualità organolettiche, che ne fanno un articolo premium sui banchi della grande distribuzione. Stiamo parlando di Camilla, la nuova anguria seedless di Don Camillo, una novità tutta estiva presentata in anteprima all’ultimo Macfrut e presente sul mercato da metà maggio. “Camilla è un nuovo brand, non una varietà di anguria: caratterizza un prodotto esclusivo, selezionato in cinque differenti calibri, da 1,5 a 7 chili, a seconda del periodo e delle zone di produzione. Dal suo lancio ha raccolto già ottimi consensi, sia da parte dei produttori che del consumatore finale”, rivela MAGAZINE

Ettore Cagna, presidente della OP di Brescello (Re), ai vertici nel comparto meloni e angurie. Camilla è un’anguria di tipologia “Tiger” senza semi, di colore verde chiaro e brillante, dalla buona shelf-life. La polpa è dolce e tenera, la buccia, dalla tipica striatura, è croccante. La campagna si è aperta con il prodotto siciliano, per poi passare al prodotto del Centro Italia e quindi a quello del Nord. Le varietà sono appunto diverse, così come i calibri: “Ma ogni prodotto garantisce le stesse caratteristiche organolettiche e gustative, cambia solo il peso”, sottolinea il presidente di OP Don Camillo. Le nuove angurie sono frutto di un lavoro di selezione condotto insieme a diverse aziende sementiere, in modo da avere un prodotto disponibile sul mercato per 5-6 mesi, in tutta Italia. “È un progetto che abbiamo costruito in questi anni - rivela Cagna - ma non ci aspettavamo un riscontro simile. Siamo presenti nelle principali insegne della Gdo, anche all’estero. Nei punti vendita delle insegne che hanno sposato il progetto per l’intero corso della campagna sono presenti degli espositori dedicati, dal layout di impatto visivo, che valorizzano il prodotto e il brand Camilla e ne evidenziano il carattere emozionale”. Buoni anche i riscontri sul mercato estero, a cui è dedicato per ora un 30 per cento della produzione. Previsioni produttive? “Ancora è troppo presto per fare una stima, siamo partiti con delle piccole quantità, gli ettari dedicati attualmente sono 150 nelle principali zone vocate”, conclude Ettore Cagna. N.24 LUGLIO 2018



retail |

Irene Forte

Conad è un treno in corsa. Sul piatto 1,28 mld di investimenti 50

Conad ha in programma un piano triennale di sviluppo per crescere oltre i 13 miliardi di euro di fatturato registrati nel 2017 (+4,9 per cento rispetto all’anno precedente). Gli investimenti previsti per nuove aperture, ristrutturazioni, efficientamento e ottimizzazione delle strutture e dei punti vendita parlano di 1,28 miliardi di euro in tre anni. Nei primi 5 mesi dell’anno l’incremento di fatturato è stato del 4,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017 Cresce Conad, il doppio rispetto alla media del mercato, che, in base alle rilevazioni Nielsen, si è fermato lo scorso anno al 2,5 per cento. E si accorcia sempre di più la forbice che distanzia il gruppo numero due della Gdo italiana dal concorrente numero uno Coop. Nel 2017 il fatturato della rete di vendita di Conad è cresciuto del 4,9 per cento rispetto al 2016, attestandosi a 13 miliardi di euro (+600 milioni), con un trend che negli ultimi dieci anni si è confermato in costante crescita. Anche i primi mesi del 2018 sono a segno più: nonostante il mercato risulti in flessione dell’1,7 per cento (fonte: IRI, iper+super totale negozio), l’incremen-

Conad, evoluzione del fatturato (in milioni di euro)

11.555 +5,9%

2013

11.668 +1,0%

2014

MAGAZINE

12.158 +4,2%

2015

12.388

13.000 +4,9%

+1,9%

2016

2017

to delle vendite dell’insegna con la margherita è stato da gennaio a maggio pari al +4,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. Performano meglio i discount Todis (11,3 per cento), gli store Sapori&Dintorni (7,7 per cento), i Conad Superstore (6,6 per cento) e i Conad (3,4 per cento), mentre le Parafarmacie segnano un +10,8 per cento. Conad è il secondo player del mercato con una quota del 12,5 per cento sul totale Italia rispetto al 14,2 per cento del leader (fonte: GNLC 2017).

“Siamo il secondo gruppo, a una tacca dal primo, e abbiamo solo un obiettivo: raggiungere la leadership”, è stata la promessa dell’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, nel corso della tavola rotonda che si è svolta il 19 giugno a Bologna in occasione dell’assemblea di bilancio di Conad. Il gruppo è già leader in Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Sardegna, Umbria ed è seconda in Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Valle d’Aosta. Il patrimonio netto aggregato ha raggiunto i 2,44 miliardi di euro (+5,4 per cento), confermandosi una fondamentale fonte interna di finanziamento per gli investimenti finalizzati allo sviluppo: nel triennio 20182020 Conad ha messo a punto un piano di investimenti per 1,28 miliardi di euro (394 nel 2018, 530 nel 2019 e 356 nel 2020) finalizzato a nuove aperture e ristrutturazioni, al miglioramento dell’efficienza energetica dei punti di vendita e dei magazzini, all’ottimizzazione dei centri distributivi. N.24 LUGLIO 2018



mercati uva |

Marco Zanardi

Quando l’unione fa la forza: Grape&Grape al debutto 52

Sono Stella, Iris e Bloom i marchi che accompagneranno la commercializzazione delle prime varietà selezionate da Grape & Grape Group, sodalizio formato da alcune delle aziende di punta dell’uva da tavola: Fra.Va., Frudis, Giacovelli, F.lli Laporta, Dr. Franco Pignataro, OP Secondulfo e SOP, assieme alla società di consulenza Agriproject. Una filiera italiana e una strategia integrata che mette al centro anche soluzioni espositive e packaging alternativi Grape & Grape Group è un’azienda italiana che opera in Puglia nell’ambito della ricerca, produzione e commercializzazione di uva da tavola. Fondata sull’esperienza e il know-how dei soci che hanno dato vita al gruppo e presieduta da Massimiliano Del Core, ha come mission quella di investire nella sperimentazione e selezione di nuove varietà di uva da tavola, in particolare senza semi. Ad oggi il Gruppo può contare su una disponibilità di circa 260 ettari impiantati con le tre varietà apirene finora brevettate: Apulia, Luisa e Fiammetta; oltre a queste, ci sono 5 nuove selezioni, non solo apirene, delle quali due in corso di registrazione e altre tre in fase di sperimentazione ed osservazione in campo. Il Gruppo si caratterizza inoltre per il sistema produttivo innovativo, basato su nuove tecniche agronomiche e nuovi metodi di coltivazione finalizzati alla valorizzazione del prodotto finale attraverso un’efficace azione di commercializzazione e distribuzione. Nella imminente stagione commerciale la Grape & Grape Group punta a far conoscere le sue varietà attraverso una mirata attività di branding delle uve MAGAZINE

finora brevettate. Luisa, Apulia e Fiammetta saranno infatti commercializzate attraverso dei marchi nuovi e particolari, in grado di esaltarne le principali caratteristiche e peculiarità: Stella, Iris e Bloom. Sono queste le prime tra le nuove produzioni provenienti dalla filiera tutta italiana dell’uva da tavola. Una strategia integrata che prevede lo sviluppo parallelo di soluzioni espositive e packaging alternativi in grado di dare risalto al prodotto, aumentando la rotazione delle vendite, fattore cruciale per gli operatori della distribuzione organizzata. I nuovi brand saranno proposti attraverso i canali moderno e tradizionale per poi andare a posizionarsi nel mercato europeo e, di pari passo, in quelli oltremare, in particolare Nord America e Medio Oriente. In contemporanea, Grape & Grape Group conta di esporre le proprie varietà in importanti vetrine di retailer di alta gamma e negozi delicatessen, al fine di aumentarne la visibilità e diffondere il nuovo marchio commerciale. Tra fine agosto e inizio settembre si ripeterà l’appuntamento annuale con produttori,

commercianti, clienti e consumatori finali, un panel test per avere un riscontro a 360° sul prodotto, dal campo alla tavola. Il Gruppo, inoltre, sarà presente alla prossima edizione della fiera Fruit Attraction, che si svolgerà a Madrid dal 23 al 25 ottobre, all’interno della collettiva ICE. N.24 LUGLIO 2018



eventi |

Eugenio Felice

Maap, tra esportazioni e Gdo, festeggia i suoi primi 25 anni 54

Sono passati ormai 25 anni dalla “notte dei lunghi carrelli”, quando il Mercato ortofrutticolo di Padova si trasferì dalla vecchia struttura di via Tommaseo a quella attuale di corso Stati Uniti. A ricordare le tappe che hanno portato il Maap, diretto da Francesco Cera, ad essere un punto di riferimento per i gruppi distributivi regionali e i mercati esteri, è stato l’evento di commemorazione organizzato lo scorso 4 luglio, alla presenza di operatori e istituzioni “Celebriamo oggi una storia di donne e uomini, scandita da notti insonni e tanto impegno, per portare ortofrutta al consumatore finale. Questo mercato si sveglia alle 3.00 del mattino, svolgendo un lavoro utilissimo per la città ma che la città non vede perché dorme. Insiste su 250 mila metri quadrati, dà lavoro con l’indotto a 1.500 famiglie e sviluppa un fatturato con i grossisti e i produttori di 400 milioni di euro. Ci sono aree per fare investimenti infrastrutturali importanti, abbiamo un piano di investimenti impegnativo ma ricco di stimoli, per rendere ancora più appetibile e green questa struttura. La missione che si è dato il cda che presiedo è di amplia-

MAGAZINE

re sempre di più la clientela del mercato, promuovendolo in Italia e all’estero, di concerto con le associazioni di riferimento, come Italmercati e Fedagromercati”. Così Domenico Minasola, presidente del Maap, nel discorso che ha tenuto durante i festeggiamenti per il 25esimo anniversario della struttura di corso Stati Uniti, lo scorso 4 luglio. Il Maap arriva ai 25 anni con un bilancio invidiabile e con dei primati notevoli considerando che si trova in una città di provincia. Con volumi sostanzialmen-

te equivalenti a quelli dell’Ortomercato di Milano (si veda il grafico di pagina 46), il Maap ha tra i suoi punti di forza il legame con la distribuzione moderna che, chi più chi meno, continua ad appoggiarsi al Maap per l’approvvigionamento di ortofrutta. Tra i gruppi che acquistano in Mercato ci sono Alì, Aspiag Service, Lando, Pam e Unicomm. Altro punto di forza è la propensione all’estero, con un invidiabile 60 per cento di merce che viene inviata oltre confine. Un mercato in cui hanno avuto fin da subito un ruolo di primo piano i grossisti, che detengono la maggioranza della proprietà con il 48,5 per cento delle azioni, come ha ricordato il già amministratore delegato e “decano” Giancarlo Daniele. Tra le sfide che oggi si trova di fronte il Maap, come ha evidenziato l’esperto di logistica Luca Lanini, ci sono la consegna a domicilio e l’e-commerce, la nuova via della seta che porta in Oriente e la digitalizzazione, intesa come scambio di dati rilevanti tra le imprese. N.24 LUGLIO 2018



tecnologia |

Eugenio Felice

Controllo della maturazione: arriva anche in Italia Fysium 56

Grazie all’accordo tra l’azienda cuneese Retarder, specializzata nelle soluzioni post raccolta, e l’azienda belga Janssen Pharmaceutica, arriva anche in Italia Fysium, una nuova tecnologia per generare 1-MCP, la molecola che ha rivoluzionato la conservazione delle mele. Luca Rivoira: “Fysium è una tecnologia nuova per l’Italia ma già nota e collaudata nelle più importanti aree di produzione nel mondo. Ha una qualità farmaceutica e un’efficacia testata” Grazie all’accordo tra l’azienda cuneese Retarder, specializzata nelle soluzioni post raccolta, e l’azienda belga Janssen Pharmaceutica, arriva anche in Italia Fysium, una nuova tecnologia per generare 1MCP, la molecola che ha rivoluzionato la conservazione delle mele, in particolare di alcune varietà. Fysium va a controllare la maturazione dei frutti, senza lasciare alcun residuo sugli stessi. La registrazione presso il Ministero della Salute è avvenuta lo scorso gennaio e con il raccolto 2018 ci saranno le prime applicazioni in buona parte dei magazzini che stoccano mele in Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna. “Fysium è una tecnologia nuova per l’Italia ma nota e collaudata nel resto del mondo: viene utilizzata con successo già da MAGAZINE

alcuni anni negli Stati Uniti, in Australia, in Sudafrica, in Spagna, in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Belgio, nei Paesi Bassi e in Austria. Parliamo di una qualità farmaceutica e di un’efficacia testata”, ci spiega Luca Rivoira, responsabile commerciale di Retarder, azienda di Verzuolo (Cuneo) che si occupa in esclusiva dello sviluppo commerciale di Fysium in Italia e della sua applicazione, tramite personale specializzato appositamente formato e avvalendosi di laboratori di analisi. Fysium è in grado di generare 1-MCP puro al 100 per cento. Il generatore elettronico immette la molecola all’interno della cella senza bisogno che alcun operatore stia all’interno della stessa, inoltre il sistema di generazione della molecola permette una dosificazione precisa di 1-MCP in tempi ridotti. La molecola inibisce la produzione dell’etilene e di conseguenza ritarda la maturazione dei frutti. In alcuni casi, su alcune varietà, diminuisce anche il rischio di riscaldo superficiale. Su Red Delicious e Granny Smith bilancia zuccheri e acidità, quindi addirittura è in grado di rendere i frutti più buoni per il consumatore. “Una buona parte dei nostri clienti - dichiara Luca Rivoira - ci ha confermato che utilizzerà Fysium su una parte delle celle, a partire dal mese di agosto. I clienti conoscono bene l’affidabilità delle soluzioni che offriamo in termini di conservazione e confezionamento. Per ora la registrazione riguarda le mele, in futuro arriveranno anche altri frutti”. N.24 LUGLIO 2018



la novità |

Irene Forte

IV gamma e formaggio: Apofruit lancia Buoninsieme 58

Apofruit con il marchio Solarelli porta innovazione negli scaffali della quarta gamma con una nuova proposta nata in partnership con il caseificio L’Antica Cascina: è la linea Buoninsieme, cinque referenze - mela, pera, fragola, uva, verdure - abbinate a formaggi diversi a cubetti. Il packaging è stato studiato ad hoc con Ilip per lasciare il prodotto completamente a vista. Intanto il fatturato 2017 del colosso della cooperazione ha toccato i 322 milioni (+10%) La frutta fresca e di alta qualità a marchio Solarelli si sposa ad un prodotto classico - ma inedito come abbinamento - come il formaggio, confezionato per la prima volta a cubetti e in monoporzione, in una nuova linea che riprende una tradizione gastronomica ben conosciuta e viva nell’immaginario collettivo (cacio e pere), dando vita a una referenza inconsueta e unica. Ecco l’ultima novità di Apofruit, presentata a Macfrut 2018: il colosso cooperativo ha lanciato in fiera il progetto Buoninsieme, nato da una joint venture imprenditoriale che punta sul concetto di sano, fresco, naturale e gourmet.

MAGAZINE

Il partner coinvolto dal progetto è L’Antica Cascina, caseificio romagnolo specializzato nella produzione di formaggi stagionati e affinati, nonché di freschi e freschissimi, che insieme ad Apofruit ha messo a punto un nuovo snack, fresco e gustoso, che abbina frutta e formaggio di qualità. “L’idea è nata quasi per caso da un contatto con i vertici del caseificio L’Antica Cascina”, ha dichiarato Gianluca Casadio, responsabile marketing Apofruit Italia. “Gli incontri successivi ci hanno portato a progettare un prodotto che unisce due linee di alimenti solo in apparenza lontane: frutta fresca e formaggio, entrambi di alta qualità. Uno snack gourmet, in cinque referenze, che soddisfa un bisogno del mercato, sempre più esigente e sensibile ai prodotti di qualità, comodi da consumare e buoni”. Buoninsieme sarà disponibile tutto l’anno in modo continuativo nel canale Gdo, con un packaging studiato ad hoc con Ilip per dare massima visibilità alla freschezza dei prodotti. Una linea che contribuirà a sostenere le vendite del Gruppo Apofruit, che per la prima volta nel 2017 ha superato la soglia dei 300 milioni di euro di fatturato, arrivando a 322 (+10 per cento sul 2016). “Una crescita positiva - ha sottolineato il direttore generale Ilenio Bastoni - anche perché ottenuta a fronte di volumi che sono rimasti inalterati”. Ruolo importante lo hanno giocato anche i prodotti biologici che valgono 100 milioni di euro.

N.24 LUGLIO 2018



frutta secca |

Massimiliano Lollis

Sama e Bresolin, un’alleanza per la frutta secca di qualità 60

Sama Spa - azienda padovana che opera da 21 anni nell’importazione e nel commercio di prodotti alimentari preconfezionati - stringe un’alleanza strategica con Bresolin Srl, realtà specializzata nella frutta secca con sede nel trevigiano. Dall’accordo - che vede Sama al timone della rete vendita su tutto il territorio nazionale e Bresolin alla produzione - nascono tre nuovissime linee di prodotto, disponibili nella Gdo a partire dal prossimo settembre Insieme per portare in tutta Italia il benessere e la qualità della frutta secca certificata. È questo uno degli obiettivi principali dell’alleanza strategica annunciata da Sama Spa - azienda padovana specializzata nella commercializzazione di prodotti alimentari preconfezionati, dalla frutta sciroppata ai vegetali sottolio e sottaceto per la Gdo - e Bresolin Srl, realtà di riferimento per il mercato della frutta secca con sede a Caerano S. Marco (Tv). “Dopo un’approfondita analisi commerciale - annuncia a Fm Giorgio Masiero, general manager di Sama - le nostre aziende hanno deciso di dare vita a un’alleanza strategica, al fine di ottimizzare le sinergie derivan-

MAGAZINE

ti dalle rispettive attività”. La collaborazione - che ha come oggetto la commercializzazione di nuove linee di prodotto nel segmento della frutta secca vede la perfetta combinazione tra la rete vendita e logistica di Sama - presente in tutta Italia a livello capillare nei canali Gdo, Do, grossisti e ho.re.ca. - e l’attività commerciale di Bresolin, concentrata per il 50 per cento del suo fatturato in area 2 Nielsen e per il restante 50 per cento nell’export. Sama gestirà quindi in esclusiva la rete vendita, nella convinzione

- condivisa dalle due aziende - che in questo modo potranno ottenere il massimo rendimento dalle reciproche professionalità. “Per coprire le opportunità commerciali - spiega Masiero - la proposta si articolerà su tre linee prodotto, disponibili sul mercato nazionale a partire da settembre: la linea Premium “Fattoria dei Sapori”, disponibile nelle varianti convenzionale e bio, la linea “Private Label” e la linea Bresolin e “Frutta Oro”. La prima propone una selezione di eccellenze di frutta con guscio da tutto il mondo - arachidi Giant dall’Egitto, noci Lara calibro 38+, noci Chandler 34/36 e pistacchi statunitensi 18/20 - e, per l’offerta bio, una serie di prodotti sgusciati e non, tutti provenienti da agricoltura biologica certificata: dalle mandorle alle nocciole, dai pistacchi ai pinoli, dall’uva sultanina a quella di Corinto fino a tre mix Wellness, Nuts e Berry. Fin dai primi contatti con la Gdo - conclude Masiero - abbiamo riscontrato un forte interesse”. N.24 LUGLIO 2018



il libro |

Giancarlo Sbressa

Lo sguardo dello chef dietro le quinte della ristorazione 62

Si è tolto la vita a 61 anni, l’8 giugno 2018, uno degli chef più conosciuti e amati al mondo, per il suo genio e la sua sregolatezza. Volto di celebri programmi tv in cui girava il globo raccontando la cucina locale, spesso assaggiando piatti estremi come il cuore di un cobra ancora pulsante (tradizione vietnamita). Se non lo aveste ancora fatto, consigliamo la lettura di Kitchen Confidential, la sua opera più bella, quella che lo fece conoscere al mondo “Non fraintendetemi, io amo il mondo della ristorazione. Diavolo, ne faccio anche parte. Vorrei che i civili che leggono queste pagine ne ricavassero almeno la sensazione che nonostante tutto questa vita può essere divertente”. Mette subito le cose in chiaro, Anthony Bourdain, nella prefazione di Kitchen Confidential, pubblicato nel 2000 e diventato in pochi anni un successo editoriale mondiale. Bourdain arriva quasi per caso nella cucina di un grande ristorante a New York e, facendo una lunga gavetta, diventa uno dei cuochi più famosi della metropoli. Il libro racconta New York vista da un punto di vista particolare: le cucine dei grandi ristoranti, raccontate da una voce irriverente e sincera, quella di un cuoco per vocazione che, dopo venticinque anni di “sesso, droga e alta cucina”, decide di vuotare il sacco. Bourdain ci accompagna in un viaggio indimenticabile che ha come punto di partenza la sua prima ostrica alla Gironde e, passando da Tokio e Parigi, ritorna a New York, sempre “via cucina”. Graffiante, trasgressivo, disincantato, Kitchen Confidential è il racconto di un’avventura culinaria sempre al limite, uno sguardo dietro le quinte che rivela gli orrori della ristorazione, facendo l’appello degli ideali traditi e di quelli realizzati. “Ci sono storie dell’orrore - si legge sempre nella prefazione - terribili ubriacature, droghe, scopate nella MAGAZINE

dispensa, rivelazioni poco piacevoli circa il modo in cui vengono maneggiate le vivande e consuetudini molto diffuse nell’ambiente ma per nulla salutari. Disquisizioni sulle ragioni per cui non dovete ordinare il pesce il lunedì, per cui coloro che preferiscono la carne ben cotta si beccano gli scarti di cucina e la frittata di frutti di mare non è la scelta idea- Kitchen Confidential, Anthony le per il brunch non Bourdain, Feltrinelli Editore, mi renderanno di 295 pagine, 9,50€ certo più popolare presso i miei eventuali possibili datori di lavoro futuri. Per me, la vita da cuoco è sempre stata una lunga storia d’amore, con momenti sia sublimi sia ridicoli”. Leggendo lo stuolo di commenti sulla morte di Anthony Bourdain, scomparso l’8 giugno a 61 anni, colpisce il senso di straniamento che il suicidio del cuoco, narratore e viaggiatore americano, ha provocato sia nei numerosi ammiratori che nelle persone che lo conoscevano fugacemente. Bourdain aveva saputo conquistare anche chi con il mondo del cibo non ha nulla a che fare. La ragione del successo - ha scritto il New Yorker, che nel 1999 pubblicò il racconto Do not Eat Before Reading, un atto d’accusa che l’anno successivo sarebbe diventato Kitchen Confidential - va cercata nell’assenza di distanza con i lettori e gli spettatori: “Bourdain era tuo fratello, tuo zio, un papà incredibilmente figo, l’amico sincero e intelligente che guardava alle cose e alle persone con profondità e schiettezza. Raccontava il mondo, quello della cucina in particolare, senza pregiudizi”. N.24 LUGLIO 2018



neuronews |

Matteo Sgaravato*

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Qual è il modo migliore per presentare un nuovo prodotto? O per aumentarne la rotazione a scaffale? Che effetto può avere il packaging sul desiderio e la decisione di comprare? Quale è il vero ruolo di un’etichetta? Queste e molte altre domande possono trovare risposta grazie a una corretta applicazione di neuroscienze e scienze comportamentali al marketing e alla comunicazione aziendale e di prodotto. Un approccio che può realmente fare la differenza Sempre più di frequente si sente parlare di “Neuromarketing”, anche se spesso ciò che ne esce è un concetto un po’ confuso, erroneamente associato alla realizzazione di pubblicità subliminali o al tentativo di influenzare il comportamento degli acquirenti. Niente di tutto ciò. Il Neuromarketing è un approccio che, tenendo conto di come il cervello si attiva sotto determinati stimoli, permette di ideare una comunicazione che arrivi in modo più diretto ai potenziali clienti e di creare strumenti comunicativi in grado di portare, con maggiore probabilità, il potenziale cliente all’acquisto. Anche con un approccio tradizionale si possono avere strategie vincenti, ma la loro eventuale efficacia si verifica solo dopo averle già messe in pratica con MAGAZINE

dispendio di risorse e ampi spazi di errore , mentre l’applicazione delle neuroscienze permette di sapere in anticipo e con certezza scientifica quale sarà l’effi-cacia della strategia che si vuole portare avanti, limitando il margine di errore ed il conseguente dispendio di risorse, grazie alle basi scientifiche e oggettive su cui si fondano queste strategie. Il punto di partenza deve sempre essere un’attenta analisi del contesto, del target obiettivo e dei suoi processi decisionali. Attraverso una grande varietà di strumenti e tecniche, come per esempio l’eyetracking o la misurazione dei cambiamenti fisiologici quali pulsazioni nervose, battito cardiaco o sudorazione, è possibile quindi conoscere e prevedere i comportamenti decisionali del potenziale acquirente. Ovviamente è essenziale affidarsi a degli specialisti che siano in grado di usare gli strumenti più adatti e sappiano interpretare correttamente i risultati. Chi può avere maggiore interesse a investire in questo diverso approccio? Si può dire che tutte le aziende possono trarre dei plus dall’applicazione delle neuroscienze, in quanto queste possono essere impiegate per raggiungere innumerevoli scopi: dallo sviluppo di un nuovo prodotto allo studio del packaging, o dell’usabilità di un sito internet; dall’elaborazione di strategie di brand marketing alla progettazione di una nuova campagna comunicativa o commerciale. Sono applicabili in tutte quelle situazioni in cui ci sono variabili che possono influenzare la conversione dell’interlocutore. N.24 LUGLIO 2018

*amm. delegato Sgaravato Srl

Nuove strategie di marketing: le neuroscienze e l’ortofrutta



mercati anguria |

Marco Zanardi

Francescon, Peviani e Giardina: una partnership per Perla Nera 66

Due anni fa OP Francescon lanciava sul mercato un’anguria innovativa di alta gamma e medio formato: Perla Nera. Quest’anno l’investimento in termini di superfici in produzione raddoppia, arrivando a 400 ettari, grazie al sodalizio con Peviani e F.lli Giardina con cui OP Francescon ha costituito Perla Nera Società Consortile. I punti di forza sono il formato comodo da 4-6 kg, la buccia scura e distintiva, la forma rotonda, la polpa dolce, croccante e senza semi Distintività in distribuzione garantita dalla buccia scura e dalla forma rotonda; comodità per il consumatore grazie al medio formato da 4-6 chili; soddisfazione al palato per via della croccantezza della polpa, dell’aroma inconfondibile, dell’elevato grado brix lungo tutto il periodo di commercializzazione, che va da maggio a settembre, e non ultimo un’elevata digeribilità: sono queste le caratteristiche di Perla Nera. Da quest’anno garantite da una Società Consortile omonima, costituita nel mese di maggio da tre aziende leader del settore ortofrutticolo: OP Francescon - ideatore del progetto, lanciato sul mercato italiano nell’estate 2016 - Peviani Spa e la OP La Mongolfiera che vede come socio di maggioranza la siciliana F.lli Giardina. La collaborazione nasce con l’obiettivo di promuovere e qualificare l’anguria Perla Nera come eccellenza, un frutto al di sopra degli standard qualitativi che il mercato attuale offre. Per garantirne l’elevata qualità, a beneficio della distribuzione e del consumatore finale, il gruppo si è dotato di uno specifico disciplinare, sup MAGAZINE

portato da un piano di controlli affidato a un’azienda di consulenza esterna, che verificherà che solo le an-gurie all’altezza degli elevati standard possano fregiarsi del brand Perla Nera. La varietà è la Fashion, firmata dall’azienda sementiera Nunhems e appartenente alla tipologia sugar baby triploide, definita seedless perché i semi sono pochi, piccoli ed edibili. Tra i punti di forza più interessanti della varietà, che da anni riscuote grande successo in Spagna e più in generale in Europa, c’è il grado brix che si mantiene stabilmente elevato durante tutto il periodo di commercializzazione, compreso l’inizio della campagna. Quest’anno la superficie produttiva destinata dai tre soci a Perla Nera è di circa 400 ettari, più o meno il doppio rispetto allo scorso anno, ubicati nelle zone più vocate di Sicilia, Basilicata, Puglia, Sardegna, Emilia-Romagna e della provincia di Mantova. Perla Nera viene lavorata nei moderni centri di condizionamento che fanno capo ai tre soci e commercializzata in modo autonomo dagli stessi soci, anche a

marchio del distributore, garantendo sempre una qualità omogenea a prescindere da chi sia il socio fornitore. L’unicità di questa anguria è e sarà sempre di più promossa attraverso un piano di comunicazione rivolto anche al consumatore finale. N.24 LUGLIO 2018



mens sana |

Marta Baldini (dietista)

Uva da tavola, un concentrato di virtù per la nostra salute 68

La lista delle proprietà benefiche associate all'uva è tanto lunga quante sono le sue varietà. Nessun frutto ha ottenuto la stessa attenzione nella letteratura scientifica. Tra le varie colorazioni sono da preferire quella rossa e quella nera, ricche di polifenoli. L’unica vera controindicazione è per il suo apporto importante di zucchero, in particolare fruttosio, che rende il frutto non troppo favorevole per chi è affetto da diabete o da intolleranza glucidica Uva, un frutto che nei secoli ha occupato importanti pagine di storia, presente in racconti epici e in battaglie storiche. Nessun frutto ha ottenuto la stessa attenzione nella letteratura scientifica come l’uva: ricca di vitamine A, C, B6 e folati, oltre a minerali essenziali. La lista delle proprietà benefiche associate all'uva è tanto lunga quante sono le sue varietà: in effetti, proprio per la peculiare composizione nutrizionale e chimica, l'uva viene sfruttata nel settore alimentare, fitoterapico e cosmetico e ogni parte dell’uva viene sfruttata dal campo medico e farmaceutico per trarne beneficio. Il frutto degli dei ha capacità di trattare diverse condizioni patologiche legate alla microcircolazione e all’intestino come la costipazione, l’affaticamento, l’ipertensione e la degenera MAGAZINE

zione maculare. Interessante è la sua composizione nutrizionale per 100 grammi: Kcal 61 (nella media dei frutti stagionali); proteine 0,5 grammi; carboidrati 15,6 grammi di cui soprattutto fruttosio (il contenuto di zuccheri è più alto rispetto alla media dei frutti stagionali e per questo se ne sconsiglia un utilizzo eccessivo in soggetti affetti da diabete o intolleranza glucidica); grassi 0,1 grammi. A livello di microelementi l’uva è ricca soprattutto in sali minerali, in particolare potassio (192 milligrammi ogni 100 grammi); presenti, seppur in quantità meno importanti, anche manganese, rame, fosforo e ferro. Nella buccia dell’acino dell’uva, in particolare in quella rossa, si concentrano numerosi polifenoli (il resveratrolo in primis, antiossidanti importantissimi), che possono aiutare il fegato a ridurre l’accumulo di grassi e a ridurre la concentrazione di zuccheri liberi nel sangue. Inoltre, essendo l’uva ricca in antiossidanti, gli studi hanno confermato un’azione anti-tumorale. Gli studi svolti hanno utilizzato soprattutto uva nera che è caratterizzata da una concentrazione maggiore di antiossidanti naturali. Nella polpa dell’uva (in particolare quella rossa) e nella radice si trova il resveratrolo, un composto stilbenico. Questa sostanza è utile nella prevenzione dalle malattie cardiovascolari, poiché migliora la fluidità del sangue, diminuendo pertanto il rischio di eventuale aggregazione piastrinica. Inoltre, il resveratrolo dell’uva esercita proprietà antinfiammatorie ed ipocolesterolemizzanti. In ultimo, è bene ricordare che consumare frutta o alimenti ricchi in acqua e fibra come l’uva da tavola, può aiutare la regolarità intestinale e agire naturalmente contro la stipsi. L’uva contiene anche fibre, essenziali per minimizzare la costipazione. N.24 LUGLIO 2018




Le private label possono guidare l’innovazione? Italia fanalino di coda in Europa Eugenio Felice

Si è svolta ad Amsterdam la più importante fiera del mondo per il marchio del distributore, organizzata da PLMA. In due giorni ha raccolto 2.600 aziende espositrici del settore food e no food. Tra le iniziative più di rilievo della manifestazione ci sono il Supermercato delle Idee, dove si possono toccare con mano linee private label innovative di distributori di ogni dove e i premi International Salute to Excellence 2018 che a sorpresa vede dominare i gruppi distributivi tedeschi Da due anni partecipiamo alla fiera World of Private Label organizzata ad Amsterdam da PLMA. Si tratta della più grande esposizione al mondo di marchi del distributore e attrae ogni anno oltre 14 mila visitatori da tutto il mondo. È un evento dal respiro veramente internazionale, si trovano dai giapponesi ai canadesi, agli arabi, su un’area di 42 mila metri quadrati, con 60 padiglioni nazionali e regionali e 2.600 espositori. Chiaramente non è una fiera sull’ortofrutta, qui c’è di tutto, dal cibo confezionato al non food, si può trovare tutto ciò che può essere venduto in un supermercato, o quasi (ad esempio manca l’elettronica di consumo). È una fiera estremamente professionale, decisamente orientata al business, come ci hanno confermato gli operatori che abbiamo interpellato, italiani ma anche stranieri.

La fiera si trova in posizione comoda, tra l’aeroporto Schiphol e il centro della città, una mezz’ora circa di taxi, che ad Amsterdam sono in buona parte Tesla Model S. Gli stand sono piccoli e basici, quelli grandi e di design sono veramente l’eccezione: tutta la manifestazione è ottimizzata per agevolare il visitatore, che non ha tempo da perdere. Tra gli spunti di maggiore interesse ci sono il Supermercato delle Idee, dove abbiamo incrociato il primo giorno Romano Mion, amministratore delegato Eurospin, e dove si possono toccare con mano linee private label innovative di distributori di ogni continente, i premi International Salute to Excellence 2018 che a sorpresa vede dominare i gruppi tedeschi, e il riconoscimento per il migliore spot televisivo, in cui è presente un solo gruppo italiano: Lidl Italia per lo spot “Holiday at the beach”.

Nuovo riconoscimento per il Gruppo Pedon di Molvena (Vicenza) specializzato in cereali, legumi e semi. Le penne di lenticchie rosse, che in Francia fanno parte della linea Carrefour Veggie, è stata insignita del premio International Salute to Excellence 2018 nell’ambito di PLMA, la più importante fiera mondiale dedicata alla private label che si è svolta a fine maggio.

MAGAZINE

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MD

I prodotti con il marchio del distributore comprendono tutta la merce venduta sotto il marchio di un dettagliante o di un gruppo di dettaglianti. Tale marchio può essere costituito dal nome del dettagliante stesso o da un nome creato esclusivamente da quel dettagliante o gruppo di dettaglianti.

La private label in Europa. La quota di mercato per il marchio del distributore continua a crescere in Europa. I più recenti dati Nielsen mostrano che lo scorso anno i marchi dei distributori hanno guadagnato quote in 11 dei 19 Paesi analizzati e ora sono al 30 per cento o più in 17 paesi. I dati della quota di mercato sono stati presentati da Tom Pennincks di Nielsen alla fiera PLMA di Amsterdam. L’evento è stato il più grande di sempre con 15 mila acquirenti e visitatori da oltre 110 Paesi presenti nei due giorni dell’evento. Al programma dei seminari prefiera, Justin King, già ceo del retailer inglese Sainsbury’s, ha avvertito che quando distributori e produttori si ritrovano per decidere i business plan, spesso manca la persona più importante, il consuma MAGAZINE

tore. Per avere successo, crede che i distributori debbano sedersi allo stesso lato del tavolo dei consumatori. Quando si parla di marchio del distributore, ignorare il cliente spesso porta i distributori a copiare i prodotti dei marchi principali, ma a un prezzo più basso. King ha detto che questo non porta alcun vantaggio esclusivo che risponda alle mutevoli esigenze dei consumatori. Tornando alle quote in Europa, da segnalare che il marchio del distributore ha raggiunto il livello più alto nel più grande mercato al dettaglio europeo, la Germania, con una quota di mercato che ha superato per la prima volta il 45 per cento. La quota di mercato è cresciuta anche ai livelli più alti di sempre in sei altri Paesi: Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Norvegia,

Fondato nel 1979, il PLMA ha fra i propri membri sia società multinazionali, sia piccole e medie aziende. Offre servizi ad oltre 4.000 produttori in oltre 70 Paesi. Il PLMA ha presentato la prima fiera commerciale negli Stati Uniti nel 1980, in Europa nel 1986 e in Asia nel 1994. L’edizione 2019 si svolgerà al centro espositivo RAI di Amsterdam il 21 e 22 maggio e vedrà la presenza di oltre 2.600 aziende espositrici in 60 padiglioni nazionali e regionali.

N.24 LUGLIO 2018


ALDI ITALIA

Natura Felice è una delle private label di Aldi Italia, utilizzata anche nel reparto ortofrutta. L’Italia rimane comunque il Paese in Europa dove è più bassa la quota dei prodotti a marchio del distributore (MDD): siamo al 20,6 per cento contro il 51,8 per cento della Spagna, il 49,9 per cento della Svizzera e il 46,2 per cento del Regno Unito. Nella foto della pagina a lato, la Vellutata di Zucche e Patate a marchio privato “Le Specialità di Beppe” del gruppo discount MD, premiata al PLMA con l’International Salute to Excellence Award 2018.

PRIVATE LABEL: LA QUOTA DI MERCATO PER PAESE IN VOLUME - ANNO 2017 Fonte: PLMA

32%

Finlandia

31%

Norvegia

32%

Svezia

32%

Danimarca

30%

46%

Gran Bretagna

Olanda

32%

Polonia

46%

44% Germania

Belgio

32%

Francia

30% Repubblica Ceca 33% Slovacchia

43% Austria

50% Svizzera 21%

34% Ungheria

Italia

41%

Portogallo

52%

Spagna

Ungheria e Turchia. La crescita si è avuta anche in paesi dove il marchio del distributore ha già una penetrazione molto alta. La quota di mercato per i marchi dei distributori è cresciuta nel Regno Unito, in Germania, Belgio e Portogallo, dove la quota era oltre il 40 per cento. Nel Regno Unito, dove i supermercati stanno investendo nei N.24 LUGLIO 2018

33%

Grecia

loro programmi a marchio del distributore per affrontare la concorrenza dei discount, la quota di mercato è salita oltre il 46 per cento. La quota del marchio del distributore è restata oltre il 40 per cento da quando Nielsen ha iniziato a raccogliere i dati per PLMA nel 1997. Il marchio del distributore rappresenta ancora la metà dei

26%

Turchia

prodotti venduti in Spagna e Svizzera. La quota di mercato in Francia è rimasta oltre il 30 per cento, ma è diminuita in quanto alcuni distributori hanno ridotto i loro marchi a basso costo per spostarsi verso più prodotti premium. Il maggiore aumento della quota di mercato è stato registrato in Turchia, dove il marchio del distri MAGAZINE

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I distributori espandono il biologico. Succede un po’ in tutta Europa, per i generi alimentari biologici. In Francia, Intermarché ha creato un programma di fedeltà per consumatori con sconti sui prodotti biologici, compresi frutta e verdura e articoli a private label. In Spagna, Lidl ha lanciato la linea di alimentari biologici per bambini con il marchio Lupilu mentre in Svizzera Coop ha introdotto uno yogurt di frutta biologico, senza zucchero con il marchio Naturaplan. Nella foto a lato la linea Prime Pappe bio di Eurospin, esposta al PLMA. EUROSPIN

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PRIVATE LABEL: LA QUOTA DI MERCATO IN EUROPA PER PAESE IN VOLUME Regno Unito Francia Germania Belgio Olanda Spagna Italia Portogallo Austria Svizzera Danimarca Svezia Norvegia Finlandia Polonia Ungheria Rep. Ceca Slovacchia Grecia Turchia

2000 42,0 23.6 28,9 36,0 20,5 21,9 12,6

2001 41,0 24,3 31,6 36,8 21,5 24,6 12,8

2002 40,8 24,7 27,3 36,5 21,1 27,4 13,3

2003 40,6 28,2 26,7 38,2 21,5 29,1 14,0

2004 41,5 30,8 39,1 40,9 22,5 31,6 14,9

22,9 17,9 17,4 22,2

24,5 21,6 18,0 23,5 7,3 16,6 12,8 11,0

24,0 25,5 19,1 25,2 8,2 16,2 16,1 15,9

2005 41,8 32,3 40,6 42,5 20,6 32,7 15,5 24,5 19,4 52,0 25,6 28,3 19,5 25,8 14,5 19,9 18,2 20,5

2006 43,3 33,7 38,9 42,1 21,9 35,2 16,0 26,8 20,5 53,0 26,5 28,4 20,4 25,2 19,6 23,7 27,0 34,0

2007 43,1 32,2 39,5 41,9 23,3 34,3 16,4 31,2 21,7 54,0 26,5 27,3 22,1 25,4 20,6 25,2 27,4 33,0

2008 47,9 34,0 40,9 40,4 25,3 38,7 17,1 33,5 37,0 53,5 27,7 27,1 23,5 27,9 21,3 27,7 29,7 36,5 18,2 12,9

2009 46,9 35,4 41,2 38,1 26,0 42,3 17,4 34,4 38,1 52,5 27,5 26,5 26,1 29,0 21,2 28,2 35,4 43,8 19,9 17,4

2010 46,7 36,0 41,5 39,3 27,0 48,6 19,1 41,7 38,4 52,6 27,4 25,9 27,2 30,2 24,1 28,5 25,2 28,4 21,8 16,0

2011 45,2 35,8 41,4 39,7 27,9 49,0 18,7 43,3 38,8 52,6 29,1 27,5 28,1 28,7 27,5 29,9 27,1 29,7 22,9 19,0

2012 45,3 35,7 41,9 40,4 29,3 50,8 20,0 43,5 39,1 52,8 30,7 28,9 27,0 29,1 30,0 31,2 27,2 30,1 23,7 20,8

2013 45,2 35,1 43,5 41,4 28,5 51,2 20,3 44,8 39,5 53,0 30,9 31,0 27,5 33,1 28,0 32,7 31,5 32,8 21,9 21,2

2014 45,4 34,6 44,2 41,8 28,7 52,1 20,5 43,6 39,8 52,7 31,7 30,7 27,9 29,7 28,5 33,9 31,8 33,1 21,8 22,4

2015 46,0 35,2 42,9 41,6 28,8 52,2 20,6 40,8 40,5 51,8 32,0 31,0 28,8 30,3 28,8 34,1 31,6 32,7 34,0 23,7

2016 45,5 32,8 45,0 43,2 29,7 52,1 21,6 40,3 43,3 50,9 32,6 31,3 29,8 31,3 32,3 34,0 30,7 32,4 33,9 22,8

2017 46,2 31,7 45,5 43,7 29,8 51,8 20,6 40,6 43,1 49,9 n/a 32,3 31,2 31,8 31,5 34,3 29,8 33,0 33,1 25,8

Fonte: PLMA

butore è aumentato di 3 punti, a quasi il 26 per cento. In Grecia, i marchi del distributore ora rappresentano un prodotto venduto su tre nel paese. In Scandinavia, ci sono stati aumenti in Svezia, Norvegia e Finlandia, con la quota di mercato in tutti i tre paesi oltre il 30 per cento. La quota del marchio del distributore era al 30 per cento o più anche in quattro paesi dell’Europa centro orientale: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, guidati dall'Ungheria salita al 34 per cento. La quota di mercato resta sopra il 40 per cento in Austria. La quota di mercato è rimasta al 20 per cento o poco più in Italia per il sesto anno consecutivo, ma è diminuita di un punto lo scorso MAGAZINE

anno. Le prospettive per i marchi del distributore sembrano migliorare in quanto Aldi con il suo forte programma del marchio del distributore ha fatto l’ingresso nel Paese. Tendenze. Sono oltre 120 i prodotti a marchio del distributore selezionati come vincitori dei premi International Salute to Excellence Awards 2018. I prodotti vincitori provengono da 51 distributori in 20 Paesi e sono stati selezionati in base ai criteri di sapore, qualità, aspetto, confezione, concept di prodotto e convenienza - sono stati

decretati da una giuria di giudici provenienti dalla distribuzione, dalla produzione, dal marketing e dal giornalismo di settore. La giuria ha preso in esame oltre 430 prodotti di 76 distributori di 26 Paesi, per le categorie alimentari, bevande, vini, prodotti per la casa e prodotti per la salute e bellezza, prodotti per gli animali. Spesso più che di prodotti si tratta di vere e proprie linee di prodotto. Ad aggiudicarsi la maggior parte dei riconoscimenti è stata Aldi Süd, premiato per otto prodotti, mentre cinque distributori hanno ottenuto ciascuno cinque premi: Auchan dalla Francia, Axfood dalla Svezia, Dunnes Stores e Musgrave dall’Irlanda, Penny Market dalla Germania. Concentrandoci N.24 LUGLIO 2018


SPAR AUSTRIA

La quota di mercato della private label in Italia è cresciuta per il quinto anno consecutivo, registrando il maggiore incremento dal 2012. Si prevede un ulteriore aumento della penetrazione del marchio del distributore con il recente ingresso nel mercato di Aldi e la prevista espansione di Lidl.

invece sui prodotti a base di frutta e verdura, quelli che oggi interpretano maggiormente le ultime tendenze “healthy”, a spiccare c’è l’italiana Md, vincitrice per la categoria zuppe con “Le Specialità di Beppe - Vellutata di Zucca e Patate” (surgelata); ad aggiudicarsi il premio per la categoria succhi è invece Coop Sverige (Svezia) con l’estratto fresco di mela, menta e chili, mentre la britannica Tesco viene premiata per la categoria smoothie con lo smoothie all’arancia, mango e ananas. Carrefour France ha vinto invece per la pasta vegana a base di lenticchie rosse, realizzata dalla italianissima Pedon (Vicenza). N.24 LUGLIO 2018

Tra i premiati “healthy” ci sono poi la francese Intermarché - con il suo hamburger vegetariano Veggie Marché e con gli spaghetti di zucchine Saint Eloi dedicati ai più piccoli - e la svedese Axfood con le polpette di funghi “Garant - Svamp Bollar”. La catena irlandese Musgrave Retail vince invece nella categoria verdura surgelata con le tradizionali verdure a pezzi “SuperValu Signature Tastes - Traditional Chunky Root Vegetables”. Spazio anche agli snack salutari con gli snack di ananas liofilizzata

della catena polacca Piotr i Pawel a alla lituana Franmax, JSC per il suo miele naturale con nocciole. Infine non poteva mancare l’aglio nero, prodotto sempre più apprezzato, anche in Italia: proprio con il condimento a base di aglio nero “Metro Chef - Siyah Sarimsak”, la catena Metro Cash & Carry (Turchia) vince nella categoria erbe e spezie. Per quanto riguarda infine la distribuzione geografica per Paese dei vincitori, i distributori tedeschi hanno conquistato la maggior parte dei premi (21 riconoscimenti), seguiti da quelli francesi (15), olandesi (14), britannici (12), irlandesi e italiani (10 ciascuno). Al MAGAZINE

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In passato il marchio del distributore era spesso “sinonimo di prodotti a basso costo e bassa qualità.

MUSGRAVE IRELAND

COOP SVERIGE

TESCO UK

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INTERMARCHÉ

Oggi riscontriamo invece che rappresenta innovazione e qualità eccellente: è molto gratificante vedere come i distributori siano riusciti a dare valore ai propri marchi ”, Brian Sharoff (presidente PLMA)

di là delle specifiche di ogni settore e Paese, però, i prodotti premiati dalla PLMA dimostrano la costante evoluzione della private label. A spiegarlo è Brian Sharoff, presidente di PLMA: “Quando si guarda indietro - osserva - e ci si rende conto che in passato il marchio del distributore era spesso sinonimo di prodotti a basso costo MAGAZINE

e bassa qualità quando ora rappresenta innovazione e qualità eccellente, è molto gratificante vedere come i distributori siano riusciti a dare valore ai propri marchi”. Quindi aumentano le linee di prodotto a marchio del distributore che intercettano specifici bisogni - origine, specialità territoriali, età, free from, premium, biologico,

veggie, ecc. - così come si moltiplicano i format dei gruppi distributivi che si rivolgono a specifici clienti: Intermarché ad esempio sta aprendo un nuovo negozio per senior, denominato “Bien Chez Moi”, che conterrà prodotti e servizi per una clientela in là con l’età.

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Caputo al PLMA, focus sul benessere. Per i più piccoli c’è SpongeBob Eugenio Felice

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Per oltre trent’anni, la fiera internazionale PLMA ha riunito produttori e rivenditori al dettaglio alla ricerca di nuovi prodotti, di nuovi contatti e di nuove idee in grado di facilitare il successo e la crescita dei propri programmi relativi al marchio del distributore. Tra le aziende di riferimento per il prodotto a marchio in Italia e all’estero c’è la Vincenzo Caputo di Somma Vesuviana (Napoli), che dal 1930 lavora e confeziona frutta secca, convenzionale e biologica, con altissimi standard qualitativi. La partecipazione alla fiera PLMA di Amsterdam, svoltasi a fine maggio, ha visto protagonista il benessere, declinato nella rinnovata linea snack chiamata “Ben Family” e nella linea “Liberi” composta da quattro referenze (anacardi, pistacchi, arachidi e mandorle) tostate e senza l’aggiunta di sale. La linea “Ben Family” è stata pensata per uno snack salutare (30 grammi, senza conservanti), comodo grazie alle pratiche confezioni doypack, e appositamente studiata per il suo target: “Miss Ben”, fonte di vitamina E, è composta da nocciole, mirtilli rossi e anacardi; “Mister Ben”, fonte di magnesio e potassio, è composta da mandorle, noci e mirtilli rossi; “Little Ben” è fonte di vitamina C ed è un misto di formine di sola frutta (lampone, albicocca e fragole) con in più il baobab che è il frutto che in natura contiene più vitamina C. E per attirare l’attenzione dei più piccoli, sulle confezioni di “Little Ben” ci sarà a partire dal prossimo MAGAZINE

Il benessere del consumatore è stato protagonista dello stand Vincenzo Caputo alla PLMA di Amsterdam, fiera di riferimento in Europa per la private label. La storica azienda campana, nota per l’elevata qualità, ha presentato ai retailer le linee a proprio marchio più innovative: la linea “Liberi” senza sale, la linea snack “Ben Family” che vede come testimonial per i più piccoli SpongeBob e la nuovissima linea “Ora Frutta” con frutta disidratata, biologica e di origine italiana

settembre SpongeBob, l’allegra spugna marina protagonista del fortunato cartone animato americano in onda in Italia dal 2004. Sia la linea “Ben Family” che la linea “Liberi” sono proposte con espositori personalizzati. Grande interesse in fiera anche per “Ora Frutta”, l’ultima nata in casa Caputo, una linea premium di frutta, essiccata a bassa tempe-

ratura per preservare i nutrienti della frutta fresca, proveniente da produzioni italiane e biologiche. Originalissimi packs hanno donato un profumo di estate allo stand e stupito molti visitatori internazionali. Per le sue caratteristiche “Ora frutta” è stata selezionata per essere esposta nella prestigiosa galleria New Products Expo durante il PLMA di Amsterdam. N.24 LUGLIO 2018



Nasce iLcamone, quello vero, ed è già protagonista Un brand che tutela e distingue l’autentico pomodoro Camone Eugenio Felice

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Syngenta rilancia il marchio unico destinato a rendere immediatamente riconoscibile al consumatore finale il vero pomodoro di tipologia Camone all’interno degli assortimenti della grande distribuzione. I produttori autorizzati all’utilizzo del marchio sono tre: Agricola Campidanese (Terralba, OR), Aurora (Pachino, SR) e Moncada (Ispica, RG). Il nuovo brand è sostenuto da un’importante campagna di comunicazione che vede come testimonial la cuoca e blogger Sonia Peronaci La vera competizione non si fa sui prezzi ma sul valore dei prodotti. Devono essere buoni da mangiare, ad esempio. Perché se un prodotto è buono, il consumatore lo acquisterà, lo mangerà e poi lo riacquisterà”. Sembra un’indicazione semplice, quella che dà, almeno da un paio di anni ormai, Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop Italia. In realtà appare ancora di non facile applicazione. “Oggi gli input che arrivano alle ditte sementiere - ha dichiarato recentemente - sono monodirezionali, procedono dalle necessità del mondo produttivo oppure da quelle del settore distributivo, si concentrano su maggiore produzione, maggiore colore, pratiche agronomiche semplificate, quando invece l'unico vero anello che dovrebbe rientrare in una corretta selezione dei prodotti ortofrutticoli è il consumatore. La vera innovazione varietale dovrebbe infatti partire dal profilo sensoriale, da un gusto gradevole e direttamente percepibile dal consumatore”. Il pensiero del responsabile del maggiore gruppo distributivo ita MAGAZINE

liano è comune ad altri responsabili del mondo distributivo. Per catturare l’attenzione del consumatore finale e fidelizzarlo, bisogna proporgli un prodotto che abbia caratteristiche organolettiche elevate e costanti nel corso del tempo, tempo che deve essere prolungato, possibilmente tutto l’anno. Ma non basta, il prodotto deve anche essere facilmente distinguibile sul punto vendita, subito riconoscibile. Infine, ci vogliono i volumi. A questi e altri requisiti risponde il nuovo progetto promosso da Syngenta, una delle principali aziende dell’agro-industria mondiale, per valorizzare uno dei pomodori più tipici legati al made in Italy, il Camone, un pomodoro tondo, liscio, di dimensioni medio piccole, dal gusto unico e dalla polpa soda e croccante, con una particolare colorazione rosso scuro, con striature verde intenso. La parte verde può risultare più o meno estesa a seconda del grado di

Qui sopra il nuovo brand unico che si trova sulle confezioni del pomodoro di tipologia Camone in vendita dal mese di giugno in tutta Italia. È un progetto di Syngenta, tra i leader mondiali nell’agribusiness, che vede coinvolti tre produttori: Campidanese in Sardegna, Aurora e Moncada in Sicilia. iLcamone è già parte di linee private label di alcuni gruppi distributivi italiani.

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maturazione del frutto, ma deve essere sempre evidente ed è ciò che differenzia questa varietà dagli altri pomodori tondi insalatari. Un marchio unico. Syngenta è protagonista di una nuova iniziativa nell’ambito del pomodoro italiano da mensa con il lancio di un brand unico destinato a rendere immediatamente riconoscibile al consumatore finale il vero pomodoro di tipologia Camone all’interno degli N.24 LUGLIO 2018

assortimenti della Gdo. iLcamone è l’esito di un lavoro di rebranding condotto da Syngenta che, attraverso un articolato sistema di comunicazione a supporto dei produttori della Sardegna e della Sicilia, mira ad attualizzare l’immagine del già esistente marchio Camone e ad orientare il consumatore tra le numerose varietà similari, ma con caratteristiche organolettiche diverse e con minore shelf life, presenti ad oggi sugli scaffali. Oggi i produttori autorizzati all’utilizzo del marchio iLcamone sono i seguenti: Agricola Campidanese Soc. Coop. di Terralba (OR), Au MAGAZINE


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Il progetto iLcamone in cifre giugno, lancio

regioni in produzione

3 12

produttori

mesi di disponibilità

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25 1

giorni di shelf-life marchio unico

internet di cucina Giallo Zafferano. La popolare cuoca, scrittrice, presentatrice e blogger sta realizzando una serie di contenuti dedicati a iLcamone pubblicati in uno speciale sul sito www.soniaperonaci.it e sul settimanale Gente, tra i quali anche un video tutorial realizzato nei luoghi di produzione e coltivazione. Il piano di comunicazione comprende anche il minisito dedicato - www.ilcamone.it - che racconta le caratteristiche del prodotto e funge da “punto di approdo” sul web per quanti vorranno approfondire la conoscenza di iLcamone.

rora Soc. Agr. Coop OP di Pachino (SR), Moncada Soc. Agr. Coop. OP di Ispica (RG). “Il nuovo marchio iLcamone si prefigge di riavvicinare al prodotto un consumatore consapevole, garantendogli che il pomodoro che sta per acquistare è autentico, prodotto esclusivamente dalle aziende agricole selezionate e quindi totalmente tracciabile”, ci spiega Elena Secchi di Syngenta, responsabile della comunicazione del progetto. Contemporaneamente, l’obiettivo è quello di agevolare la Gdo nella valorizzazione del vero Camone, a vantaggio dei produttori e dell’intera filiera. Il logo è stato ideato per raccontare le caratteristiche di tipicità e originalità che contraddistinguono il pomodoro Camone di Syngenta e per rendere più semplice e intuiti MAGAZINE

va la scelta al consumatore. Per lo stesso motivo sono state sviluppate anche etichette uniche per il prodotto, che saranno utilizzate da tutti i produttori e che aumenteranno l’impatto visivo a scaffale, lasciando spazio comunque alle informazioni e ai marchi delle aziende agricole di provenienza. La comunicazione. Il nuovo brand è sostenuto da un’importante campagna di comunicazione rivolta al grande pubblico, mirata ad aumentare la conoscenza delle caratteristiche distintive del prodotto e che si avvale di un testimonial autorevole e conosciuto come Sonia Peronaci, già fondatrice del sito

Le origini del Camone. Negli anni ’80 uno dei genetisti di Syngenta avviò un progetto in Sardegna per selezionare nuove varietà di tondo liscio per il mercato nazionale. Tra le varietà che furono sviluppate sul territorio sardo, una in particolare riusciva a resistere alle elevate condizioni di salinità dell’acqua conferendole una dimensione contenuta e un colore marcato. Inoltre, il sapore all’assaggio, era unico nel settore. È quindi alla fine degli anni ’80 che nacque il Camone. Questa varietà si è legata saldamente alla sua terra di nascita diventando un prodotto dalla forte connotazione territoriale. Nel corso degli anni ’90 seguì il primo sviluppo della varietà e la diffusione sul mercato di questo pomodoro tondo liscio di piccole dimensioni ma dal gusto deciso e tanto apprezzato dai consumatori. Il successo del Camone, il pomodo N.24 LUGLIO 2018


Il gusto esclusivo di questo piccolo capolavoro è “determinato dalla eccezionale armonia tra acidità e contenuto zuccherino, un binomio capace di sprigionare sul palato sensazioni uniche. Il sapore e la croccantezza rendono il Camone senza eguali ”, Massimo Perboni (Syngenta)

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Sonia Peronaci, classe 1967, è una cuoca, scrittrice, presentatrice e blogger italiana, fondatrice del famoso sito internet di cucina Giallo Zafferano. Nella sua pagina si legge: “Sono innamorata della cucina da sempre. Mi piace studiare e inventare, sperimentare e perfezionare, rifinire e, quando ci vuole, riprovare fino a essere completamente soddisfatta del risultato. Giallozafferano ha preso forma nel 2006 dall’incontro delle mie due grandi passioni, la cucina e il web”.

DE ILCAMONE

SONIA PERONACI

DAI PRODUTTORI

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ro insalataro italiano per eccellenza, è dovuto infatti alle sue caratteristiche qualitative, uniche e originali. “Il gusto esclusivo di questo piccolo capolavoro è determinato dalla eccezionale armonia tra acidità e contenuto zuccherino, un binomio capace di sprigionare sul palato sensazioni sorprendenti e gustosissime. Il sapore ineguagliabile e la tipica croccantezza rendono il Camone un pomodoro senza uguali. La caratteristica principale di questo piccolo gioiello è da sempre stata ed è rimasta l’alto livello di acidità che, accompagnato da un

elevato grado zuccherino, produce un binomio capace di sprigionare sul palato sensazioni del tutto nuove e apprezzabili. Il successo commerciale ha permesso in breve tempo di allargare la produzione anche ad areali esterni alla Sardegna, rendendo il Camone il pomodoro italiano per eccellenza, un vero orgoglio della produzione agricola nazionale”, ci spiega Massimo Perboni, food value chain lead Italy di Syngenta. Con il passare del tempo, però, l’aumentare della pressione di patologie e virus ha addirittura minacciato la sopravvivenza delle coltivazioni in molte zone di produzione del pomodoro Camone. Syngenta ha rimesso quindi mano al proprio progetto di breeding per MAGAZINE


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selezionare le nuove varietà della tipologia Camone che fossero resistenti al TY, tolleranti alle spaccature dei frutti o con un vigore più adeguato alla coltivazione in serra. Nacquero quindi nuovi ibridi della stessa famiglia e con gli stessi tratti organolettici del Camone ma più resistenti e performanti che conservano, esaltandole, le caratteristiche esclusive del pomodoro Camone. “Il mercato si è esteso nel corso degli ultimi 15-20 anni - ci riferisce Perboni - con una crescente richiesta di pomodoro scuro, con la spalla marcata. Partendo dal nostro pomodoro Camone il mercato ha cominciato ad identificare la “Tipologia Camone”: da qui la nostra volontà di riaffermare l’originalità e la paternità del nostro prodotto nato da un nostro progetto tanti anni fa ed ancora oggi di grande attualità. L’alto gradimento da parte del consumatore e il conseguente aumento della domanda hanno infatti creato un mercato estremamente variegato, dove è sempre più difficile distinguere il vero Camone”. “Ed ecco quindi nel 2018 - ci spiega Elena Secchi - la volontà di operare un restyling del marchio che identifica il prodotto Syngenta come quello originale, un marchio che si rifà alla tradizione ed alle origini coniugando i sapori attuali del consumatore. Quindi non solamente nell’ambito B2B ma anche con un chiaro messaggio al consumatore, ”iLcamone, quello vero”. Il nuovo brand unico è destinato a MAGAZINE

valorizzare e rendere immediatamente riconoscibile al consumatore finale il vero pomodoro di tipologia Camone, distinguendolo da prodotti apparentemente simili ma con caratteristiche organolettiche diverse e minore shelf life”. Prodotto locale, mercato globale? Il Camone nasce come prodotto principalmente destinato al mercato italiano con una chiara concentrazione nelle aree della Sardegna, della Sicilia e delle grandi città. In città come Milano, Roma, Bologna e Torino si consuma una grande quantità di Camone, ormai da anni. Ad oggi solo una piccola parte della produzione viene esportata in Europa. “L’idea - ci spiega Perboni - è che, come la maggior parte dei prodotti che hanno successo in ambito nazionale, anche il Camone possa costruirsi una dimensione di mercato consistente in Europa. Nasce in Italia, viene prodotto in Italia, possiede caratteristiche sensoriali pressoché uniche, ha un marchio identificabile al consumatore, produttori partner affidabili che forniscono solidità alla tracciabilità del prodotto... Io direi che ci sono tutti gli ingredienti di base per estendere il successo ad altri paesi europei. Una conferma di questa percezione la dà l’esperienza che stiamo vivendo con Kumato in Spagna, un prodotto ottimo, sem-

pre con una pigmentazione scura che possiamo paragonare al Camone, ma con una storia ed una tradizione diversa. Kumato sta avendo da anni un ottimo successo anche sui mercati tedeschi, olandesi e dei Paesi nordici che lo identificano come prodotto a sé stante e non sostituibile. “iLCamone” appartiene a una categoria di pomodoro che identifica la territorialità dell’Italia e le proprie eccellenze e potenzialmente potrebbe affiancare Kumato nella categoria “Browny Tomato” differenziandosi proprio per la provenienza. Le nostre aziende partner nel progetto hanno il potenziale produttivo, la conoscenza delle dinamiche di mercato e le capacità per poter sviluppare nuove opportunità anche all’estero: questo è un vero e proprio valore aggiunto del progetto”. La ricerca Syngenta. “Il programma di Ricerca & Sviluppo di Syngenta - ci spiega Perboni - è molto attivo nella crop del pomodoro e sono molte le novità introdotte nel mercato. Se partiamo dal Camone parliamo di differenziazione cromatica: in questo senso abbiamo un catalogo in continua crescita per tutte le varietà di mini pomodoro colorato. Per i gialli Yolita e Lemonade, due ciliegini che ben si adattano alle nostre condizioni pedoclimatiche; come arancione il datterino Bamano sta accontentando i palati di chi è alla ricerca di un vero prodotto gourmet; il datterino verde Dulcemiel che ben si unisce nella composizio N.24 LUGLIO 2018


Abbiamo subito sposato il progetto di valorizza“zione di Syngenta, parliamo di un pomodoro eccezionale, sia per qualità organolettiche che per aspetto che per shelf life, dato che dura a scaffale senza alterare le sue caratteristiche fino a 20-25 giorni ”, Salvatore Lotta (Agricola Campidanese) 85

ne di confezioni multicolore sempre più richieste dalla Gdo; Ivorino, datterino color vaniglia dai sentori aromatici unici. Inoltre abbiamo tutta la gamma Kumato che di recente si è arricchita di nuove varietà nei segmenti mini e baby plum. Syngenta continua a rimanere molto impegnata nello sviluppo di varietà convenzionali “a rosso” del pomodoro come il grappolo e ciliegino avendo proposto di recente varietà molto performanti come Modykano e Faboulos nel grappolo e Tredicy nel ciliegino. Proprio nel segmento ciliegino - conclude Perboni - ci sono grandi novità in arrivo: avremo modo di N.24 LUGLIO 2018

sentirne parlare già dal prossimo anno”. Il produttore: Agr. Campidanese. Unico produttore sardo autorizzato all’utilizzo del marchio iLcamone è l’OP Agricola Campidanese di Terralba (Oristano), nota al consumatore finale per il suo marchio L’Orto di Eleonora. Proprio grazie a questa varietà di pomodoro, lo scorso maggio, ha vinto la medaglia d’argento al Macfrut Innovation Award e, solo pochi mesi

prima, un riconoscimento era arrivato anche ai Bellavita Awards di Amsterdam. “Abbiamo in questo momento 8 ettari di serre in produzione - ci spiega il responsabile commerciale Salvatore Lotta - il raccolto è iniziato a maggio e si protrarrà fino alla fine di agosto. A fine giugno i volumi lavorati giornalieri erano già sui 150 quintali. Stiamo preparando un’altra decina di ettari, poi ulteriori trapianti li faremo tra dicembre e gennaio, così da avere una produzione che in prospettiva potrebbe essere continuativa per 12 mesi all’anno, con 20-25 ettari di serre dedicate al Camone”. MAGAZINE


deciso di far parte del progetto iLcamo“neAbbiamo promosso da Syngenta per portare avanti non solo un marchio, ma un prodotto di alta qualità che bene si sposa con le attuali richieste del consumatore finale, in termini di sapore, origine, salubrità, distintività ”, Salvatore Dell’Arte (Coop Aurora) 86

“Abbiamo subito sposato il progetto di valorizzazione di Syngenta precisa Lotta - parliamo di un pomodoro eccezionale, sia per qualità organolettiche che per aspetto che per shelf life, dato che dura a scaffale senza alterare le sue caratteristiche fino a 20-25 giorni contro i 2-3 giorni delle tipologie simili. Questo nei fatti è il vero Camone ed è giusto che il messaggio al consumatore finale sia chiaro. In estate ad oggi gli unici produttori siamo noi, iniziando la Sicilia ad autunno inoltrato. Vendiamo iLcamone in confezioni da 500 grammi oppure in cassetta da 3 chili. L’interesse da parte della distribuzione nazionale è molto alto, alcune insegne lo hanno già inserito nelle proprie private label, altre lo faranno presto. Vedo MAGAZINE

anche buone possibilità per l’estero, dato il successo da molti anni della tipologia Kumato che presenta delle analogie con il Camone”. Il produttore: Aurora. Pachino si trova nell’estrema punta meridionale della Sicilia orientale. Qui si produce l’unico pomodoro italiano che può fregiarsi del marchio IGP. In quest’area piuttosto ristretta si verifica un mix di fattori (terreno, luce, temperatura, qualità delle acque di irrigazione) che si ripercuotono positivamente sul prodotto, rendendolo saporito, resistente, attraente, profumato e consistente. Aurora è la storica cooperativa del comprensorio - nel 2016 ha festeggiato i 40 anni di attività - ed è anche tra le tre aziende

autorizzate da Syngenta a produrre iLcamone, “quello vero”. Aurora è fornitore consolidato di alcuni dei maggiori gruppi distributivi italiani con pomodoro, zucchino e mini anguria e da quattro anni è attiva nell’e-commerce, oltre ad essere leader nei pomodori secchi di Pachino IGP. “Produciamo il Camone da tre anni nella fascia costiera di Pachino, a ridosso del mare, in condizioni ideali per ottenere un prodotto di alta qualità”, ci spiega Salvatore Dell’Arte, da 36 anni socio della cooperativa e da 19 anni suo presidente. “La tipologia Camone divenne popolare già negli anni ’80 anche in Sicilia. Poi è andata via via dimenticata, man mano che ciliegino, datterino e costoluto prendevano il sopravvento. Abbia N.24 LUGLIO 2018


Inizieremo i trapianti a settembre, così da avere “prodotto in modo continuativo da novembre al prossimo maggio. Venderemo il prodotto con l’etichetta dedicata iLcamone, così come i nostri partner, in confezioni di plastica o cartoncino, con diverse grammature ”, Salvatore Moncada

I TRE PRODUTTORI PARTNER

mo deciso di far parte del progetto iLcamone di Syngenta per portare avanti non solo un marchio, ma un prodotto di alta qualità che bene si sposa con le attuali richieste degli italiani, in termini di sapore, origine, salubrità, distintività. Faremo i trapianti nella prima decade di settembre in ambiente protetto, per avere i primi raccolti a produzione integrata verso fine novembre e disponibilità del prodotto fino a maggio - giugno. Dopo la pausa estiva, riprenderemo poi con i trapianti sempre nel mese di settembre. Il prodotto - conclude Dell’Arte - sarà omogeneo rispetto a quello prodotto dagli altri partner del progetto, in termini di sapore, forma, colore, croccantezza, senza differenze sostanziali”. Il produttore: Moncada. Attiva da oltre 60 anni, Moncada è certamente una delle aziende di punta del comparto orticolo siciliano. Un’impresa a conduzione famigliare, giunta alla terza generazione, con sede a Ispica, nel sud est della Sicilia, area particolarmente N.24 LUGLIO 2018

vocata alla produzione orticola. Moncada è iperspecializzata nei pomodori da mensa - ne produce oltre 10 diverse tipologie - che fornisce alla grande distribuzione nazionale, anche con linee a marchio del distributore. I rapporti sono consolidati con alcuni distributori esteri, in Germania e nel Regno Unito, dove viene inviato il 15 per cento della produzione. Dal 2013 Moncada è diventata una società cooperativa agricola e un’organizzazione di produttori, con un fatturato che si attesta sui 40 milioni di euro. Il magazzino di Ispica (Ragusa) ha una superficie coperta di 10 mila metri quadrati. “Abbiamo sposato il progetto iLcamone proposto da Syngenta, come già in precedenza avevamo fatto con Sinergie”, ci spiega Salvatore Moncada, nipote del fondatore che portava lo stesso nome. “Produciamo questa varietà da tre anni - continua - e l’investimento

cresce di anno in anno: siamo partiti con 1.000 metri quadrati di serre, ora prevediamo di dedicare al Camone tra i 3 e i 5 ettari, il numero dipende dalle indicazioni dei gruppi distributivi con cui stiamo programmando la produzione. I trapianti iniziano a settembre e andranno avanti fino a gennaio, così da avere prodotto in modo continuativo da novembre al prossimo maggio. Il Camone, quello vero, che possiamo produrre solo noi, Aurora e Campidanese, ha come punti di forza il colore scuro altamente distintivo, il sapore accentuato e la shelf life prolungata, tutte caratteristiche che si mantengono omogenee durante i mesi di raccolta. Venderemo il prodotto con l’etichetta dedicata iLcamone, così come i nostri partner, in confezioni di plastica o cartoncino, di grammatura ancora da definire in questa fase, tra 500 e 300 grammi. A mio avviso, per un prodotto di questo pregio, sarebbe più indicato il 300 grammi”.

MAGAZINE

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CPR System, 20 anni nel segno della circular economy Nel mese di giugno CPR System ha fatto per la prima volta il suo debutto in radio Carlotta Benini

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Cresce la cooperativa ferrarese leader in Italia degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili e riutilizzabili e del sistema di pooling. Il fatturato 2017 si attesta a 55,7 milioni (+1,4 per cento sul 2016), e sale a 57,8 milioni considerando anche l’attività della controllata Fc Log. Crescono anche le movimentazioni, che a fine anno sono 134,5 milioni, con una performance particolarmente positiva delle cassette ortofrutticole, che segnano un +2,33 per cento Festeggia 20 anni di attività all’insegna di una crescita costante CPR System, leader italiana degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili riutilizzabili e del sistema di pooling. La cooperativa di Gallo (Fe) oggi vanta “un modello di business unico in Europa, che unisce all’efficienza logistica una competitività impareggiabile in termini economici e di sostenibilità impareggiabile”, sottolinea Monica Artosi, direttore generale della cooperativa, che oggi conta 1057 soci in tutta Italia, di cui 42 sono insegne della Gdo e 1.015 aziende attive nella produzione ortofrutticola. CPR System ha festeggiato al Castello Estense a Ferrara i due decenni di attività e per l’occasione, il 22 giugno scorso, ha presentato i dati dell’esercizio 2017, che parlano di un fatturato che supera i 55,7 milioni (+1,7 per cento sul 2016) e un utile netto di 1,9 milioni di euro (+38,9 per cento). Il patrimonio netto della cooperativa si attesta a quota 36,84 milioni di euro (+7,4 per cento) e il capitale sociale sale a 17,1 milioni di euro (+5,9 per cento). MAGAZINE

A segno più anche le movimentazioni complessive, che arrivano a 134,5 milioni, con una performance particolarmente positiva delle cassette ortofrutticole, che registrano un +2,33 per cento. Un dato significativo per l’azienda, che fa di questa attività il perno di un modello di economia circolare che consente di non immettere rifiuti nell’ambiente e che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra i diversi attori della filiera (produttori, operatori della logistica e grande distribuzione organizzata). A questi risultati contribuisce l’attività di Fc Log, società controllata da CPR System e dal 2015 operante anch’essa nel settore del pooling logistico verso distributori non soci, che porta il fatturato consolidato di gruppo a 57,8 milioni di euro. “Da 100 mila a oltre 130 milioni di movimentazioni in 20 anni: quella di CPR System è la storia di una scommessa vincente. - ha sottoli-

CPR System è leader in Italia degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili riutilizzabili e del sistema di pooling. La cooperativa, che ha a Gallo di Ferrara il suo quartier generale, conta oggi 1.057 soci in tutta Italia, di cui 42 sono insegne della GDO e 1.015 aziende attive nella produzione ortofrutticola. CPR ha festeggiato al Castello Estense di Ferrara i due decenni di attività e per l’occasione ha presentato i dati dell’esercizio 2017 che evidenziano un fatturato in crescita a 55,7 milioni di euro.

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neato il suo presidente Francesco Avanzini durante l’evento di Ferrara - I risultati del 2017 sono un’ulteriore conferma della scelta strategica fatta: dare risposte efficaci alle esigenze della filiera agricola e di quella distributiva attraverso una struttura di filiera in grado di creare un sistema virtuoso per l’ambiente e per tutti gli attori coinvolti. Un’esperienza che auspichiamo possa crescere e ampliare le proprie collaborazioni, estendendo ad altri soggetti i benefici dell’economia circolare”. Le cassette a sponde abbattibili CPR System vengono ritirate dai produttori dai depositi dell’azienda, confezionate con il prodotto e N.24 LUGLIO 2018

consegnate ai punti vendita della distribuzione organizzata dove, una volta svuotate, vengono ritirate, sanificate e rimesse in circuito. Quando non è più possibile riparare quelli danneggiati, gli imballaggi vengono avviati a riciclo per dare vita a nuove cassette. “La vita media del nostro imballaggio è di sette anni. - ci spiega il direttore di CPR System Monica Artosi - A fine vita, la cassa rotta viene rigranulata e ritorna in circolo sotto forma di cassetta tutta nuova. I vantaggi del circuito CPR

System dal punto di vista ambientale sono enormi, perché prima di tutto si evita l’immissione di rifiuti nell’ambiente. È uno straordinario modello, che dovrebbe e potrebbe essere ampliato su tantissime altre filiere”. Anche dal punto di vista logistico, il sistema di pooling offre importanti vantaggi per gli attori della filiera. “CPR System ha un modello di gestione degli imballaggi nato per abbattere i costi di logistica, grazie alla razionalizzazione e ottimizzazione di tutti i processi, che partono dal centro di lavaggio e arrivano alla piattaforma distributiva e ritorno”, sottolinea il direttore. Nel punto vendita, l’e MAGAZINE


Cpr System, leader in Italia negli Rpc, in cifre

20 135 7 56 anni di attività

anni, vita media della cassetta

milioni di euro fatturato

90

sposizione realizzata con cassette CPR System si distingue per il caratteristico colore verde, che tutti riconoscono e che associano a un’attitudine green. “Negli ultimi anni si è lavorato molto sul layout espositivo, rinnovato in termini di colori e di mood del punto vendita. MAGAZINE

1.057 42

milioni di movimentazioni

- rivela Monica Artosi - A questo proposito, abbiamo presentato recentemente dei nuovi espositori con ruote per il punto vendita: una novità estremamente interessante, sia in fatto di estetica che per quanto riguarda la funzionalità e la logistica”.

soci

gruppi distributivi soci

Fra novità in arrivo c’è anche la cassetta CPR 2.0, un nuovo contenitore che vuole facilitare la fase di chiusura della stessa cassetta con l’introduzione di leve per la chiusura. Inoltre la cooperativa ferrarese sta proseguendo nella sua attività di ricerca in collaborazione con l’Università di Bologna. “Siamo partiti nel 2008 finanziando uno studio realizzato dal Dipartimento di Economia e Ingegnerie Agrarie, che metteva a confronto il modello economico ‘lineare’, che utilizza cassette monouso, e il modello circolare, che utilizza cassette riutilizzabili. - precisa il direttore di CPR System - L’attività di ricerca è proseguita con lo studio, tutt’ora in corso, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, che valuta il processo produttivo CPR in ottica di Life Cycle Assessment, con l’obiettivo di continuare a migliorare il modello virtuoso della nostra azienda”. Nel mese di giugno CPR System ha fatto il suo debutto in radio, protagonista di una campagna di comunicazione rivolta al grande pubblico. Sulle frequenze di Radio Rai, la voce di Monica Artosi raccontava i vantaggi degli imballaggi in plastica riutilizzabili anche per il consumatore finale. “Penso sia importante per tutti, consumatori compresi, prendere coscienza del valore delle scelte sostenibili che vengono attuate dalle aziende come CPR e che hanno una ricaduta positiva non solo sull’ambiente. - conclude il direttore della coope N.24 LUGLIO 2018


contenitori per il trasporto di frutta e verdura “dalSuicampo al supermercato, gli aspetti di sicurezza e sostenibilità per il consumatore sono diventati più importanti delle prestazioni che gli imballaggi stessi possono avere in termini di protezione del prodotto ”, Francesco Avanzini (CPR System) 91

rativa - Abbiamo deciso di raccontarci al di fuori del nostro settore evidenziando i valori del riutilizzo, perché tutti possano rendersi conto di cosa sta dietro all’acquisto di frutta e verdura”. Se parliamo di scelte di consumo, infatti, sempre più italiani sono attenti all’impatto che i loro acquisti hanno sull’ambiente. Lo rivelano anche i dati di una ricerca, presentata in occasione del ventennale di CPR System. “Per quanto riguarda i contenitori per il trasporto di frutta e verdura dal campo al supermercato, gli aspetti di sicurezza e sostenibilità per il consumatore sono diventati più im N.24 LUGLIO 2018

portanti delle prestazioni che gli imballaggi stessi possono avere in termini di protezione del prodotto”, ha sottolineato il presidente di CPR System Francesco Avanzini all’evento ferrarese. E sono anche disposti a spendere di più, i consumatori, per fare acquisti che abbiano un minore impatto sull’ambiente. I dati dell’osservatorio rivelano anche che, secondo i consumatori, per ridurre i rifiuti prodotti per la distribuzione di frutta e verdura è

necessario mettere in atto diverse azioni tra loro coordinate: riciclare gli imballaggi monouso, ridurre l’impiego di prodotti preconfezionati in piccoli contenitori monouso a favore di prodotti sfusi, riutilizzare gli imballaggi da trasporto ed esposizione in plastica dopo averli lavati e puliti, non creando rifiuti, utilizzare imballaggi che allungano la vita dei prodotti così da ridurre gli scarti. “Una visione d’insieme che CPR System ha fatto propria, come dimostra il suo modello compiuto di economia circolare”, ha concluso Avanzini.

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Savsé, 3 anni per essere leader nel Regno Unito Cosa sta succedendo in Nord Europa: le buone idee per l’Italia Eugenio Felice

Foto: Instagram - @savsesmoothies

Abbiamo intervistato il ceo di Savsé, azienda leader nel Regno Unito negli smoothie freschi cold pressed. Paul Gurnell non ha dubbi, tutto deve partire dai desiderata dei consumatori finali e per questo i prodotti devono soddisfare sempre due requisiti chiave: il sapore e il valore nutrizionale. Non ci può essere successo per bevande salutari che non siano anche buone. Tra le ultime novità c’è il “Protein Rise” che punta a essere la soluzione alla colazione sana e convenience Idee, tendenze, mercati, business. Di questo parliamo su Fm. Nel numero di luglio 2016 Maurizio Pisani scriveva un articolo lungimirante dal titolo: “Il futuro dei succhi freschi in mano alla distribuzione”. Il riferimento era al fatto che si iniziavano a rivedere i succhi 100 per cento da frutta fresca, a breve scadenza, ma allo stesso tempo nei negozi si trovavano anche “imitazioni” a base concentrato con shelf-life di sei mesi e pastorizzati con tecnologia UHT. OrtoRomi aveva appena lanciato la linea Insal’Arte So Natural in collaborazione con degli specialisti portoghesi e intanto nel Nord Europa si andava affermando sempre di più la tendenza dei “raw super smoothies”, succhi ottenuti a freddo con altissime pressioni in grado di preservare le proprietà nutrizionali dei frutti al contrario della tradizionale pastorizzazione a caldo.

Cosa succede due anni dopo, nell’estate 2018? Lo abbiamo chiesto agli specialisti dell’industria e della distribuzione, partendo dal prodotto che più ci aveva colpito proprio due anni fa a Londra, con quella campagna di comunicazione massiccia a livello di cartellonistica e social network, la inglese Savsé, che oggi è leader di mercato in questo specifico segmento nel Regno Unito. Non è stato facile, ma abbiamo ottenuto una rilevante intervista in esclusiva che potete leggere nelle pagine che seguono con il ceo Paul Guernell. Una realtà che è arrivata a fatturare 12 milioni di sterline, quasi 13,5 milioni di euro, con una presenza importante sia nella GDO che nel food service e l’intenzione di espandersi all’estero, senza escludere la nostra bella Italia. Con una convinzione però: sempre puntare sul proprio marchio, evitando le private label.

Nelle foto a lato, alcuni scatti presi dalla pagina Instagram di Savsé, leader nel Regno Unito negli smoothie freschi. La sua pagina ha oltre 20 mila follower e viene aggiornata in estate con una media di una foto postata ogni due giorni. Le uniche aziende italiane del settore succhi freschi che svolgono un’attività significativa su questo social sono OrtoRomi e La Linea Verde.

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Savsé è nato nel 2013, dopo che il suo fondatore “aveva constatato, scoraggiato, la presenza sul mercato di smoothies che, pur venendo venduti come “healthy”, erano pieni di zuccheri aggiunti e prodotti tramite la pastorizzazione a caldo che riduce i nutrienti della bevanda ”, Paul Gurnell (ceo Savsé) 94

Ci può tratteggiare un profilo di Savsé? PG: Savsé - da leggere sav-say - è il brand numero uno nel Regno Unito per smoothie e succhi realizzati con la spremitura a freddo, un processo che mantiene intatta la bontà di frutta e verdura. L’azienda utilizza il sistema di pastorizzazione ad alta pressione (Hpp - High Pressure Processing) che - senza mai scaldare il prodotto - esercita una pressione equivalente a sei volte quella delle profondità dell’oceano, per assicurarsi che tutte le sostanze nutrienti siano presenti in ogni bottiglia, rimuovendo allo stesso tempo ogni tipo di batterio o impurità, senza intaccare in nessun modo sapore o qualità. Savsé ha visto una rapida crescita del brand in Regno Unito con un fatturato che ha raggiunto i 12 milioni di sterline e un bacino fidelizzato di consumatori con un alto tasso di acquisto ripetuto in tutto il Paese. Savsé viene oggi venduto nelle principali realtà della Gdo come Waitrose e Tesco, ma anche in punti vendita al dettaglio come Boots e WHSmith, convenience store e outlet per l’ho.re.ca. Il nostro prodotto è disponibile per tutta la gamma, nei formati da 750 ml formato famiglia e da 250 ml. Siamo stati il primo brand della categoria ad adottare il design della bottiglia cilindrica per entrambi i formati, così come siamo stati i primi ad utilizzare etichette trasparenti sui nostri prodotti. Come mai la tecnologia cold pressed? PG: Savsé è nato nel 2013, dopo che il suo fondatore aveva constatato, scoraggiato, la presenza sul mercato di smoothies che, pur venendo venduti come “healthy”, erano pieni di zuccheri aggiunti e realizzati tramite pastorizzazione ad alte temperature, una tecnica di conservazione che riduce la qualità di vitamine, minerali ed enzimi contenuti nella bevanda. Mentre gli esperti del settore ci ripetevano che la pastorizzazione a caldo era l’unico modo possibile per creare uno smoothie di frutta e verdura, noi abbiamo rifiutato ogni compromesso, convinti che ci fosse un modo migliore per offrire ai consumatori un prodotto che fosse davvero salutare quanto gustoso. Essere trasparenti con i consumatori e creare un pro MAGAZINE

Paul Gurnell è dal mese di giugno 2018 il ceo di Savsé, l’azienda leader nel Regno Unito negli smoothie freschi cold pressed. Dopo la laurea in economia all’Università di Sheffield nel 2001, ha assunto ruoli di crescente responsabilità in società come IRI, Unilever, GSK, Kantar Retail, Amazon UK, Alpha LSG (leader nel catering aereo), prima di approdare alla Savsé nel febbraio 2017.

dotto che potesse aiutarli ad adottare uno stile di vita salutare era tutto ciò che ci interessava. Dopo aver condotto diverse ricerche, abbiamo finalmente scoperto il processo di pastorizzazione ad alta pressione (Hpp). Contrariamente al processo di pastorizzazione a caldo - che scalda gli ingredienti a oltre 70 gradi, abbattendo il livello e la qualità di vitamine, minerali ed enzimi - il processo Hpp lascia intatta la bontà lasciando fuori le impurità, permettendo così di produrre smoothies salutari e dalla qualità sorprendente, proprio come quelli fatti in casa. Abbiamo avuto successo immediato, nel gennaio 2013, ma è nel corso degli ultimi due anni che abbiamo osservato una crescita rapida, che ha fatto del nostro brand il primo nel Regno Unito per smoothie pressati a freddo: ne siamo molto orgogliosi! Finalmente presenti in negozi e outlet in tutto il Regno Unito, siamo rimasti fedeli al nostro principio per il quale vogliamo assicurarci che i nostri prodotti siano accessibili alla maggioranza delle persone, non solamente ad alcuni. Fedeli al nostro impegno a cambiare in meglio l’industria alimentare e del beverage, abbiamo aggiunto alla nostra offerta anche i prodotti dedicati ai più piccoli, sempre pressati a freddo. My First Savsé in Europa è il primo alimento per bambini veramente fre N.24 LUGLIO 2018


Fedele al suo impegno a cambiare in meglio l’industria alimentare e del beverage, Savsé ha arricchito nel 2017 la sua offerta con prodotti dedicati ai più piccoli. Si tratta sempre di prodotti pressati a freddo. My First Savsé è il primo alimento progettato appositamente per bambini ad essere veramente fresco, disponibile nel banco frigo. “Cambieremo in meglio il modo in cui i genitori nutrono i loro bimbi”, ci ha dichiarato Paul Gurnell. La linea prevede un pack specifico adatto ai bambini (foto a lato) e tutte le referenze sono certificate bio.

sco, disponibile nel banco frigo: cambieremo in meglio il modo in cui i genitori nutrono i loro bimbi. Quali sono i trend e le ultime novità? PG: Crediamo che la buona alimentazione non sia necessariamente quella che utilizza miracolosi ingredienti di ultimissima generazione. Le basi di una buona salute poggiano su un’ampia gamma di vitamine e minerali, prontamente disponibili in frutta e verdura. Come sappiamo tutti, la maggior parte della gente nel Regno Unito non consuma abbastanza frutta e verdura ogni giorno, senza poter beneficiare tra l’altro di tutte le qualità della verdura che il loro corpo richiede. Proprio per aiutare i nostri consumatori ad aumentare l’assunzione di queste sostanze nutritive, nei nostri prodotti abbiamo deciso di inserire ingredienti come il kale, gli spinaci, i broccoli e la barbabietola. Con almeno otto diverse tipologie di frutta e verdura in ognuna delle nostre ricette, possiamo offrire ai consumatori la varietà di cui hanno bisogno. Ma ciò che è ancor più importante è lo stato in cui si trovano questi ingredienti quando vengono assunti dall’organismo. L’utilizzo della tecnologia Hpp ci permette di mantenere tutti gli elementi nutrienti degli ingredienti, “catturandoli” e facendo sì che i consumatori

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possano goderne esattamente come se li avessero prodotti a casa loro. Ed è l’opposto di ciò che avviene invece negli equivalenti pastorizzati - che rappresentano la maggior parte del mercato - e nei quali avviene una diminuzione delle sostanze nutritive di circa il 40 per cento a causa dell’impatto del calore nella frutta e verdura, il che riduce in modo netto benefici nutrizionali e sapore. Per quanto riguarda la richiesta da parte dei consumatori, i due fattori chiave per le bevande funzionali rimangono il sapore e l’apporto nutrizionale. I consumatori spenderanno di più per avere un prodotto che soddisfi questi due fattori, il che spiega perché le vendite di “miracle drinks” dal sapore cattivo continuano ad essere molto ridotte. Da Savsé, affianco alla nostra apprezzata gamma di smoothies - in grande crescita - abbiamo anche lanciato la prima gamma al mondo di smoothies proteici pressati a freddo, per dare ai consumatori il quantitativo ideale di proteine naturali in modo accessibile a tutti, non solamente a quelli interessati ad aumentare la loro massa muscolare. I nostri smoothies proteici contengono 10-12 grammi di proteine rispetto ai tradizionali prodotti proteici, che spesso arrivano ai 25-30 grammi.

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Nel maggio 2018 abbiamo introdotto una nuova “referenza nella nostra linea di smoothie proteici: “Protein Rise” è il primo smoothie proteico, pensato per una colazione healthy, che combina siero di latte e quinoa con una selezione di frutta pressata a freddo ”, Paul Gurnell (ceo Savsé) 96

Quindi non solo bevande buone e salutari. PG: Siamo alla continua ricerca di nuovi modi per aggiungere benefici nutraceutici ai consumatori, e così nel maggio 2018 abbiamo aggiunto una nuova referenza alla nostra linea di smoothie proteici. Il nuovo “Protein Rise” è il primo smoothie proteico da colazione pressato a freddo, che combina siero di latte di alta qualità e quinoa ricca di proteine, con una selezione di frutta pressata a freddo, per creare un drink davvero buono che ogni giorno ti fa iniziare la giornata nel modo migliore. Con oltre un quarto degli adulti che fanno colazione fuori casa almeno una volta alla settimana, questa “shopper mission” sta diventando un’opportunità sempre più grande per i retailer. Questo mutamento nel comportamento del consumatore è stato anche accompagnato da un cambiamento nella tipologia di prodotti consumati, con i consumatori sempre più orientati a opzioni sempre più salutari e meno processate. Abbiamo quindi colto l’occasione per introdurre il “Protein Rise”, osservando il gap presente nel mercato. State lavorando anche voi su formati mini? PG: Al momento attuale, crediamo che la richiesta da parte dei consumatori in Regno Unito per prodotti “shot” sia ancora molto bassa. La popolarità di questi prodotti è stata osservata in piccole zone geografiche, ma il mercato è ancora di nicchia e non pensiamo che possa rappresentare un’opportunità concreta nell’immediato futuro. MAGAZINE

Meglio i retailer o il food service? PG: Savsé ha raggiunto livelli straordinari di distribuzione e crescita nei canali grocery, convenience store e ho.re.ca. Il recente successo ha fatto sì che Savsé diventasse il brand numero uno in Regno Unito per gli smoothie pressati a freddo, portando i nostri prodotti sugli scaffali di Tesco, su quelli di Waitrose - dove abbiamo lanciato due nuovi smoothie proteici - di Sainsbury’s, Whole Foods Market e una serie di nuovi punti distributivi e dedicati a clienti di alto profilo, nei canali convenience e ho.re.ca. In collaborazione con i nostri clienti - da quelli più affezionati a quelli nuovi - Savsé è entusiasta di continuare a lavorare per massimizzare l’enorme potenziale di vendita del brand in tutti i suoi ambiti commerciali e accelerare quello che ad oggi è un’incredibile storia di successo. Lavorate anche a private label? PG: Savsé non produce al momento a private label e non abbiamo intenzione di farlo in futuro. Abbiamo invece iniziato ad esportare i nostri prodotti a marchio Savsé e consideriamo mercati come l’Italia delle potenziali opportunità per il nostro brand. Ultima domanda: chi è Nina? PG: Nina è il nome che compare sopra al nome identificativo di ogni referenza. Si tratta della madre di Guka, che a sua volta è il fondatore di Savsé. Gli smoothie venivano fatti in origine utilizzando le ricette di Nina.

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Estratti freschi, cresce il fatturato, aumentano le proposte Nel banco frigo finiscono anche succhi che non lo richiedono Eugenio Felice

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I succhi freschi realizzano in Italia un fatturato superiore ormai ai 50 milioni sui 12 mesi. Non considerando le private label, i tre leader di mercato sono OrtoRomi, Macè e La Linea Verde. Se le prospettive sono di un ulteriore sviluppo, non mancano le criticità come la scadenza breve, il residuo che si forma sul fondo delle bottigliette e la presenza nei banchi frigo di prodotti più industriali e non “freschi” che potrebbero creare confusione nel consumatore finale OrtoRomi, leader negli estratti. Come si evince dai dati Nielsen che potete trovare a pagina 100, gli estratti Insal’Arte di OrtoRomi sono oggi al primo posto per volumi e fatturato in Italia, escludendo i prodotti a private label. Nelle 52 settimane che precedono il 1 aprile 2018 hanno sviluppato un fatturato di 7,16 milioni di euro, in aumento del 250 per cento rispetto alle 52 settimane precedenti. “Tutto inizia a settembre 2015 quando, durante la fiera Macfrut, abbiamo conosciuto una bellissima realtà portoghese che produce estratti. A partire da marzo 2016 abbiamo iniziato la commercializzazione quindi di un prodotto nuovo, non ancora presente nel mercato italiano, di qualità ottima ma a nostro avviso ulteriormente migliorabile con quel tocco di italianità che rende straordinarie le cose già di per sé piacevoli. Dopo un anno di commercializzazione del prodotto portoghese, abbiamo iniziato a pensare di portare la produzione all’interno”, ci spiega Fabio Ronco, direttore vendite OrtoRomi. “Sappiamo - aggiunge - dalle ricer MAGAZINE

che di mercato effettuate e da viaggi all’estero che fuori dall’Italia questo è un prodotto che funziona molto bene; la situazione in Italia vede la presenza di alcune realtà nazionali già impegnate nel segmento specifico; nonostante ciò, siamo riusciti a creare un prodotto unico, riuscendo a portare quel tocco di innovazione a cui i competitor non erano ancora arrivati. In particolare, i segni distintivi degli estratti Insal’Arte sono il processo di estrazione a freddo unito al processo di HPP. Queste tecnologie si incastrano perfettamente con la strategia aziendale e la politica

Nelle foto a lato, alcuni scatti pubblicati sui canali Instagram di OrtoRomi - Insal’Arte e La Linea Verde - DimmidiSì. Ad oggi ci risultano essere le sole aziende italiane a sfruttare questo canale per promuovere i propri estratti freschi. Nella foto sotto: è stata suggellata ufficialmente a febbraio a Fruit Logistica la nuova partnership tra OrtoRomi e Canova. Frutto del sodalizio sono gli “Estratti ad arte!”, una linea biologica di estratti in bottiglie da 200 ml. Estratti a freddo e processati con la tecnica HPP che mantiene intatto gusto e aromi dei prodotti, sono disponibili in sei gusti: Melagrana (con mela e arancia), Ace (con mela, carota, arancia e limone), Mela Granny Smith, Zenzero (con mela e ananas), Frutti Rossi (con mela, lampone, mirtillo e banana) e Finocchio (con mela e ananas).

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Foto: Instagram

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commerciale di valorizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto, attraverso innovazione e servizio. Ad oggi, vediamo un mercato che continua a crescere ma che sta per essere invaso da molti prodotti che vogliono apparentemente sembrare simili e paragonabili al nostro ma che in realtà non lo sono. Mancano italianità, cold press, HPP system… tutti concetti che distinguono e posizionano il nostro estratto a un livello più alto rispetto ai numerosi “succhi” che creano confusione nel consumato N.24 LUGLIO 2018

re finale, magari perché inseriti nel banco frigo del reparto ortofrutta facendoli passare per un prodotto fresco quando invece possono tranquillamente stare fuori dal banco frigo”. “Per quanto ci riguarda - sottolinea Ronco - il settore è in forte crescita, con un incremento pari al 57 per cento nel periodo gennaio-giugno se confrontato col pari periodo

dell’anno precedente, questo grazie alla sempre maggior distribuzione del nostro prodotto convenzionale, all’ingresso dei nuovi estratti a marchio Almaverde Bio dei quali cominciamo a vedere i primi dati di vendita da un mese a questa parte, prodotti secondo le nostre caratteristiche e commercializzati con la quasi totale esclusiva in Italia da parte di OrtoRomi, e non ultimo all’effetto di una collaborazione con una grande multinazionale che utilizza i nostri estratti per la trasformazione”. MAGAZINE


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Succhi freschi - il mercato italiano: aziende, fatturati, quantità Valore in Euro Volume in litri Quota Valore Quota Volume AT 02APR2017* AT 01APR2018* AT 02APR2017* AT 01APR2018* AT 02APR2017* AT 01APR2018* AT 02APR2017* AT 01APR2018* SUCCHI FRESCHI

38.786.279 47.341.535 10.599.453 11.763.678

TOTALE PRIVATE LABEL ORTOROMI MACE' IL MELOGRANO LA LINEA VERDE PEPSICO FRUITY LINE FATT.SCALDASOLE PARMALAT ORANFRIZER COCA COLA COOP.ORTOFR.PONTE.IN EQUALIS CAMPO DEI FIORI CENTR.BRESCIA BUONA TERRA PODERE CITTADELLA SACLA' TVB ITALIA PARMA IS RAUCH SOLFARM ORTOGEL CHIQUITA WORLD COCONUT TRADING ALMAVERDE TOKSOZ BABA SUCCO TREVISAN BATTAGLIO V.R. FOODS CONSE.ITALIA CENTR.TORINO MOLKEREI GROPPER

16.153.527 2.061.161 2.665.881 3.452.951 2.192.522 2.817.325 2.535.217 2.191.306 951.597 611.483 449.559 335.494 119.204 173.070 87.959 66.378

Fonte: Nielsen

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58.207 47.585 53.720 1.319.202 11.117 318.520 9.269 6.016

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17.256.258 7.157.751 5.290.766 3.254.640 3.151.694 2.808.703 2.621.506 2.241.041 953.025 933.126 522.040 363.282 235.824 229.013 94.822 45.727 42.596 38.915 31.085 21.311 15.474 11.581 5.761 4.935 3.962 3.404 1.631 1.375 146 100 17 14 10

6.522.237 229.646 344.732 291.004 262.472 847.230 407.487 418.006 422.273 206.794 50.553 162.459 14.365 69.981 22.955 9.102 7.751 4.876 6.210 196.376 5.587 38.649 853 424

12.057 72 45.305

6.873.451 941.170 557.863 269.599 399.502 791.685 406.640 424.436 381.981 254.803 57.703 175.305 34.310 90.524 24.912 6.225 8.296 6.036 3.226 2.334 4.685 1.176 2.965 547 420 222 278 136 25 28 6 3 2

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41,7 5,3 6,9 8,9 5,7 7,3 6,5 5,7 2,5 1,6 1,2 0,9 0,3 0,5 0,2 0,2

36,2 15,0 11,1 6,8 6,6 5,9 5,5 4,7 2,0 2,0 1,1 0,8 0,5 0,5 0,2 0,1 0,1 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

61,5 2,2 3,3 2,8 2,5 8,0 3,8 3,9 4,0 2,0 0,5 1,5 0,1 0,7 0,2 0,1

58,4 8,0 4,7 2,3 3,4 6,7 3,5 3,6 3,3 2,2 0,5 1,5 0,3 0,8 0,2 0,1 0,1 0,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

0,2 0,1 0,1 3,4 0,0 0,8 0,0 0,0

0,1 0,0 0,2

0,1 0,1 0,1 1,9 0,1 0,4 0,0 0,0

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*= anno terminante

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Notiamo sempre una certa staticità da parte della “GDO nel dedicare i giusti spazi espositivi a questi nuovi trend, che cercano di cavalcare, per trarne il massimo del profitto ma col minimo sforzo. Dedicare al segmento più attenzione, porterebbe ulteriori, enormi benefici ”, Fabio Ronco (OrtoRomi) “Ancor oggi il canale di riferimento - continua il direttore vendite OrtoRomi - per quanto ci riguarda è la GD, anche se negli ultimi mesi siamo stati subissati da innumerevoli richieste da parte del canale ho.re.ca., in tutto questo le regioni che vedono un altissimo trend di vendita sono quelle del Nord Italia, sta crescendo molto bene il Centro, rimane lievemente più debole la vendita di questi prodotti nell’area 4. Già da tempo riceviamo richieste da parte di numerosi gruppi distributivi allo sviluppo di questo tipo di prodotto a loro marchio, siamo in fase di valutazione con ogni singolo cliente della fattibilità dei progetti o meno, con qualcuno la cosa è già in stato avanzato con altri siamo ad uno stadio embrionale”. “Per quanto riguarda il potenziale di crescita - aggiunge Ronco ritengo ci sia molto fermento su questa nuova famiglia di prodotti freschi, questa è certificata anche dall’interesse di molte altre aziende che hanno già in linea prodotti simili ed altre che arriveranno a breve, notiamo sempre una certa staticità da parte della GD nel declinare i giusti spazi espositivi a questi nuovi trend, che cercano di cavalcare e di trarne il massimo del profitto col minimo sforzo, senza buttare il cuore oltre l’ostacolo, come si suol dire, probabilmente credendoci un po’ di più, declinando spazi ad hoc, comunicando le qualità di ciò che si vende, soprattutto nel caso specifico, porterebbe ulteriori, enormi benefici”. N.24 LUGLIO 2018

Gli estratti Insal’Arte sono stati Eletti Prodotto dell’Anno 2018, un riconoscimento che unisce i criteri di innovazione e soddisfazione. “Per quanto ci riguarda - conclude Ronco - continua la ricerca di nuovi mix gradevoli che possano avere successo, siamo in continuo svi-

luppo ed aggiornamento, e questo vale per un mini formato sul quale ci potrebbero essere sviluppi a breve come per alcune referenze ancor più “salutistiche”: ci prenderemo tutto il tempo necessario per poter nel caso sviluppare qualcosa di ulteriormente innovativo”.

Agribologna lancia gli Extrasucchi XJ: arrivano a luglio sugli scaffali i nuovi mix di frutta, ortaggi e superfood di Agribologna, che amplia così il paniere del suo brand Fresco Senso aprendosi a un segmento - quella degli estratti - che sta diventando sempre più rilevante in ortofrutta. Gli estratti sono ottenuti con spremitura a freddo e stabilizzati con metodo HPP, senza stress termici, così da mantenere inalterato il gusto e le proprietà qualitative della frutta. “Gli Extrasucchi XJ non contengono conservanti e zuccheri aggiunti e hanno una shelf life di 30 giorni, inoltre sono prodotti esclusivamente con frutta fresca”, ci riferisce Paolo Mariani, responsabile marketing di Agribologna. “Le referenze sono sei, pensate per rispondere all’esigenza di gusto e benessere in tutti i vari momenti della giornata. I mix sono previsti nel formato da 330 ml per il canale Gdo, da 250 ml per il canale ho.re.ca. La linea è stata presentata in occasione di Macfrut 2018, a Rimini: il riscontro sulla clientela è stato molto positivo”. (c.b.)

Mc Garlet, ai nastri di partenza la linea Puro. L’azienda bergamasca, tra i leader nell’import di frutta esotica, all’ultima edizione di Macfrut ha presentato in anteprima la nuova linea di estratti. “Puro è il nome della linea - ci spiega Erica Scarpellini dell’ufficio marketing - il nome e il design sono stati pensati per comunicare al consumatore il concetto cardine della gamma composta da prodotti pensati e realizzati con frutta al 100 per cento, proposti sia in varianti mono gusto che in mix, senza l’aggiunta di acqua, o succo di uva o mela per allungarli. Contiamo di essere sul mercato con cinque referenze entro il mese di settembre. Pensati per essere fortemente energizzanti ed ad alto potere saziante, i nuovi estratti sono proposti nel formato da 150 ml. Per quanto riguarda il processo, c’è prima l’estrazione a freddo, che facciamo internamente, poi la stabilizzazione con l’alta pressione HPP, fatta da un’azienda specializzata di Parma, che permette di arrivare ad una shelf life di 45 giorni”. (c.b.)

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La Linea Verde, che rientra con due referenze DimmidiSì nella top five delle rotazioni degli estratti, ha lanciato in primavera due nuove ricette: DimmidiSì Juicing Scarlet Energy con lampone e goji e DimmidiSì Juicing Pink Digestive con pompelmo rosa e limone. Da cinque passa quindi a sette il numero di referenze della gamma DimmidiSì Juicing, estratti freschi 100 per cento veggie naturali, senza conservanti con ingredienti funzionali per il benessere dell’organismo, bevande dissetanti e dal sapore equilibrato. Ora tre ricette sono accomunate dall’ingrediente zenzero, radice antiossidante, digestiva, che combatte la stanchezza.

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La Linea Verde, i primi a partire. Ai vertici in Italia negli ortofrutticoli freschi pronti al consumo, La Linea Verde introdusse 10 anni fa la gamma di frullati freschi DimmidiSì. Nel 2017 vi ha affiancato la linea DimmidiSì Juicing. “L’avventura de La Linea Verde nel mercato delle bevande fresche è iniziata nel 2008 quando, per prima in Italia, ha lanciato la gamma di DimmidiSì il Frullato Fresco: nient’altro che frutta buona, frullata e pronta da gustare”, ci spiega Valérie Hoff, direttore marketing e comunicazione La Linea Verde. “Player importanti sono scesi in campo nello stesso segmento - precisa - ma senza grandi risultati, tanto che poi si sono via via ritirati dal mercato nel giro di poco tempo. Al lancio le bottigliette erano da 250 ml, divenute poi da 150 ml, corrispondente a una porzione di frutta e verdura delle cinque raccomandate ogni giorno. Il Frullato Fresco è “frutta da mangiare” adatta soprattutto a un target donna e bambini. Con questa gamma nasce quella che in azienda chiamiamo la nostra proposta dei Freschi da Bere che, nel 2017, si allarga con un importante lancio: DimmidiSì Juicing in cinque referenze fresche e dissetanti. Estratti di frutta e verdura con ingredienti funzionali ad azione specifica per l’organismo, suddivisi in tre gamme e cinque referenze: Sì al Relax, Sì all’Equilibrio e Sì allo Sprint. Parliamo di estratti tutti 100 per cento veggie e 100 per cento naturali”. MAGAZINE

QUI GDO: COOP ALLEANZA 3.0 Referente: Giampaolo Ferri +responsabile acquisti ortofrutta+ Lo scorso anno è stato l’anno dell’esplosione dei consumi con aumenti a 3 cifre, ma partivamo da livelli bassi. In Coop Alleanza 3.0 il fatturato del segmento è passato dai 300 mila euro del 2016 a 1,4 milioni nel 2017. Nel primi 6 mesi di quest’anno il trend di crescita continua ad essere importante, superiore al 20 per cento, con risultati ora significativi anche sui 500 ml. Ritengo che il consumatore abbia bisogno di comprendere cosa c’è “dentro” questi prodotti e come sono realmente fatti per capire cosa sta bevendo e il livello di servizio che sta ottenendo. Quindi, farà delle scelte e ci sarà per forza una selezione. Aggiungo che non sono così sicuro che la GDO sia il miglior canale di vendita per questi prodotti: se il consumatore li “legge” come sostitutivi del pasto, ci sono altri canali di vendita migliori per venderli. Non a caso le perfomance migliori le abbiamo nei negozi delle città e nei negozi situati nei luoghi turistici, mentre abbiamo consumi scarsi e grosse difficoltà per via della scadenza breve nel Meridione. Come Coop Italia stiamo lavorando per uscire tra fine 2018 e inizio 2019 con 4/5 referenze a nostro marchio.

“Sono tutte ricette equilibrate aggiunge Valérie Hoff - studiate per dissetare con piacere senza sapori esasperati e con quel tocco di originalità e innovazione che da sempre contraddistingue, nel banco frigo dell’ortofrutta, la marca DimmidiSì e quindi anche La Linea Verde. DimmidiSì Juicing sono scelti soprattutto da un pubblico più adulto rispetto a quello del Frullato Fresco e con un’impronta

più edonistica, un target in grado di apprezzare il valore funzionale degli ingredienti che li caratterizzano”. “Si tratta di un mercato in evoluzione - spiega - e in fermento che gode del clima culturale che premia uno stile di vita veggie improntato al salutismo. Crediamo in una sua crescita, per questo continuiamo a investire. Qualcosa si muove, si iniziano a seguire le orme del Nord Europa dove i consumi sono alti. Certo nei Paesi più freddi questo mercato sopperisce la mancanza di frutta fresca, problema che, per fortuna, nel nostro Belpaese non viviamo. I consumi maggiori si registrano nel centro e nord Italia, in particolare nelle grandi città. Siamo orgogliosi di segnalare che nella top 5 delle rotazioni 2017 troviamo due referenze DimmidiSì”. “A maggio di quest’anno - continua Valérie Hoff - abbiamo ampliato e rivisitato la gamma degli Estratti Freschi, lanciando nuove referenze e cavalcando il trend dello zenzero, vero “ingrediente superstar” del mondo alimentare italiano. Le due nuovissime ricette sono DimmidiSì Juicing Scarlet Energy con Lampone&Goji e DimmidiSì Juicing Pink Digestive con Pompelmo rosa&Limone e fanno arrivare così a sette il numero di referenze della gamma DimmidiSì Juicing. Inoltre, abbiamo creato una sorta di gamma nella gamma, con ben tre ricette accomunate dall’ingrediente zenzero: DimmidiSì Juicing Blue Energy Zenzero&Mir N.24 LUGLIO 2018


Abbiamo in assortimento oltre 30 referenze e tre “fornitori principali. È in cantiere anche lo sviluppo di una linea a marchio. Il consumo sta crescendo e si va via via destagionalizzando, soprattutto per quanto riguarda gli estratti funzionali e ad elevato contenuto proteico ”, Luca Fumagalli (Carrefour)

QUI GDO: ITALBRIX Referente: Maurizio Carbonini +buyer ortofrutta+

QUI GDO: ASPIAG SERVICE Referente: Tatiana Pin +category manager acquisti+

QUI GDO: CARREFOUR ITALIA Referente: Luca Fumagalli +direttore category management PFT+

Abbiamo inserito gli estratti freschi ad ottobre 2016, con vendite soddisfacenti. Direi molto bene nel 2017 e un consolidamento nel primo semestre 2018. I consumi sono ormai destagionalizzati anche se i picchi sono da maggio a settembre. Oggi contiamo 11 referenze da 250 ml e una da 500 ml (la spremuta d’arancia), con un unico fornitore, nei nostri 84 punti vendita. Un aspetto su cui dovrebbe lavorare l’industria è l’allungamento della durata, 21 giorni possono essere pochi. Una criticità poi è, su alcune referenze, la trasparenza della bottiglia, che evidenzia in alcuni casi il deposito sul fondo: il consumatore molte volte è frenato all'acquisto non capendo bene se è una caratteristica o un difetto. Ci aspettiamo una crescita nei prossimi anni, all’estero l’affermazione di questi prodotti è stata più rapida e importante, come azienda crediamo molto ai prodotti di servizio e legati al benessere. Per il momento e per quelle che sono le nostre dimensioni, non ci saranno a breve estratti a marchio privato nostro. È invece possibile in un futuro non lontanissimo uno sviluppo del prodotto a marchio della centrale di acquisto Sun.

Abbiamo inserito gli estratti freschi nel maggio 2017. Se confrontiamo i dati a parità di periodo la crescita è stata dell’8 per cento, risultato che non dipende da specifici interventi promozionali. L’assortimento è composto da cinque referenze da 250 ml e due da 500 ml, senza variazioni nel corso dell’anno: l’occasione di consumo e la tipologia di cliente cui si rivolge il prodotto determinano vendite che di fatto non risentono della stagione. Ad oggi abbiamo scelto un unico fornitore, confrontando i diversi competitor sulla base dei requisiti qualitativi ed organolettici del prodotto. All’interno della categoria delle bevande fresche legate al mondo dell’ortofrutta, gli estratti sono andati ad affiancare i frullati, presenti ormai da diversi anni nei nostri punti vendita con risultati in crescita anno su anno, grazie anche a un costante lavoro di partnership con il fornitore che ha permesso di giungere a un formato e a un posizionamento prezzo in linea con le aspettative del cliente finale. La categoria delle bevande fresche, pur rappresentando ancora una nicchia, è sicuramente un mercato di interesse e in evoluzione capace, se gestito in modo opportuno, di creare valore per l’intera filiera.

tilli, DimmidiSì Juicing White Tonic Zenzero&Limone e DimmidiSì Juicing Red Vitality Zenzero&Melagrana. Ma DimmidiSì non si ferma mai e sono possibili ulteriori sviluppi”. “Riteniamo che il formato monoporzione sia il più congeniale alla nostra marca per il servizio che comporta (ottimo per il consumo on the go). Come sempre, DimmidiSì monitora con attenzione il

mercato, studiandone e rilevandone i principali trend per quanto riguarda i gusti dei consumatori e la loro ricerca di ingredienti superfood. Come potrebbe evolvere la nostra proposta? Stiamo facendo ricerche in merito ad aggiunta di proteine ma il tutto deve passare conclude Valérie Hoff - dal censore n°1 dei nostri sforzi: la bontà, che è la conditio sine qua non per lanciare un prodotto sul mercato”.

“Nel panorama italiano, Carrefour è stata una delle prime aziende della GDO a inserire i succhi ed estratti freschi in ortofrutta, nel corso del primo trimestre del 2016. Nel 2017, il comparto ha registrato un incremento di vendite del 25 per cento rispetto all'anno precedente. Nel corso del primo semestre 2018, i dati di vendite risultano sostanzialmente in linea con lo stesso periodo dello scorso anno. Ora in assortimento contiamo oltre 30 referenze, divise tra tre fornitori principali. È in cantiere anche lo sviluppo di una linea a marchio Carrefour. Il consumo si va via via destagionalizzando, soprattutto per quanto riguarda gli estratti funzionali e ad elevato contenuto proteico. La quota di consumo maggiore è concentrata nelle regioni del Nord Italia, in particolare Lombardia (più del 40 per cento), Piemonte e Liguria (insieme circa il 20 per cento); per quanto riguarda il centro sud, il Lazio è la regione con le performance migliori (circa il 15 per cento). A nostro avviso le aziende produttrici devono continuare nella direzione di ampliamento dell'offerta e di innovazione nelle ricettazioni, concentrandosi soprattutto sul segmento del biologico e focalizzandosi su ricettazioni più legate alle stagionalità. Le criticità maggiori derivano dalla shelf life ridotta e dalla sovrapposizione con i succhi/estratti in assortimento sugli scaffali dello scatolame. Altro aspetto è poi quello, prettamente visivo, legato alla sospensione/separazione tra gli ingredienti che viene a crearsi all'interno delle bottiglie: suscita infatti delle perplessità per una buona fetta di clienti. È un comparto che promette ampi margini di miglioramento per i prossimi anni, vista la destagionalizzazione, l'aumento dei momenti di consumo e la crescente propensione all'acquisto da parte dei clienti.

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Tesco contro lo spreco: ortofrutta brutta ma buona negli estratti Waste NOT Massimiliano Lollis

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Utilizzare nel migliore dei modi frutta e verdura fresca e gustosa eppure invendibile sugli scaffali del supermercato perché “imperfetta” nella forma o dimensione: è questa la missione di Waste NOT, nuova linea di succhi pressati a freddo lanciati recentemente dal retailer britannico Tesco in 350 punti vendita. I nuovi succhi - venduti in bottiglie di plastica riciclata al 30 per cento in formato 250ml al prezzo di 1,50 sterline - sono prodotti da due dei principali fornitori di ortofrutta di Tesco, G’s e AMC e le finalità alla base della loro produzione sono per l’appunto decisamente “green”: nelle sole prime dodici settimane di vendita, l’operazione potrebbe infatti far risparmiare fino a 3,5 tonnellate di frutta e verdura. Per quanto riguarda i gusti disponibili dei succhi ottenuti tramite il procedimento a freddo - che si sostituisce alla tradizionale pastorizzazione e permette di ottenere un prodotto freschissimo e gustoso - le combinazioni sono creative e accattivanti per un pubblico dal palato “healthy”: arancia carota e mela; arancia, barbabietola e mela; mela, melone, fragola, cetriolo e menta; arancia, mela, sedano e spinaci. “Questi succhi deliziosi - spiega Jo Batty, buyer di Tesco - sono solo l’ultima novità che proponiamo per combattere lo spreco alimentare e assicurarci che la maggior parte possibile del raccolto venga utilizzato. La frutta e la verdura MAGAZINE

Il retailer britannico dimostra ancora una volta il suo impegno nella lotta allo spreco alimentare lanciando la linea di succhi Waste NOT, ricavati a freddo da frutta e verdura di qualità eppure invendibile per ragioni di estetica o di calibro. I succhi - disponibili nel banco frigo di 350 punti vendita Tesco in quattro referenze vengono venduti in bottiglie di plastica riciclata al 30 per cento, in formato da 250 ml. Per Mike Bullock di Waste NOT “è il nostro modo di aiutare il pianeta”

utilizzata per questa linea - continua - non rientra nelle specifiche commerciali, e per quanto a vedersi non possa sembrare priva di difetti, quello che può offrire ai consumatori è un gusto ugualmente ottimo”. “Circa il 50 per cento del sedano prodotto in Regno Unito - afferma Mike Bullock di Waste NOT viene gettato ancor prima che esca dal recinto del terreno del produttore, così come le barbabietole il cui calibro viene valutato troppo

piccolo o troppo grande. Lo stesso discorso vale per le arance che sono brutte fuori ma succose all’interno. Che spreco! Non potremmo mai rimanere a guardare mentre tutti questi buoni prodotti finiscono nel cestino. La soluzione è letteralmente a portata di mano, e Waste NOT è il nostro modo di utilizzare quello che c’è di bello dentro (che è ciò che importa davvero) e condividere ciò che è buono, fa sentire bene e fa del bene. È il nostro modo di aiutare il pianeta”. N.24 LUGLIO 2018



Pesche in crisi? In realtà è una buona annata Torna l’ottimismo dopo un 2017 nero Eugenio Felice e Carlotta Benini

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Crisi della frutta estiva? Il problema sostanzialmente è uno: a furia di vedere nero, si finisce per gettare del pessimismo su un settore che, di pessimistico, quest’anno pare avere poco. Grazie soprattutto a una produzione europea in calo di oltre il 20 per cento. Certo dal 2000 ad oggi l’Italia ha quasi dimezzato le esportazioni, la Spagna le ha triplicate. Come stanno realmente le cose? Lo abbiamo chiesto a Mirco Zanelli di Apofruit Italia e a Gabriele Ferri di Naturitalia e OI Qui Apofruit. La campagna di pesche, nettarine e albicocche si è aperta con prospettive più ottimistiche rispetto alle stagioni passate per il colosso della cooperazione che ha fatturato nel 2017 322 milioni di euro. Apofruit ha dato il la alla commercializzazione a metà maggio con la produzione della Basilicata, per poi arrivare sui banchi a fine maggio-primi di giugno con il prodotto della Puglia e quindi a metà giugno con quello dell’Emilia Romagna. “La campagna è iniziata con un po’ di ritardo rispetto al normale calendario commerciale, per via delle condizioni climatiche sfavorevoli”, esordisce Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit. A livello produttivo, la cooperativa registra quest’anno un calo generale dei volumi. Si parla del -25 -30 per cento a seconda delle diverse specie: dato, questo, in linea con quanto stimato a livello nazionale ed europeo. “Su questo comparto - aggiunge - si stanno confermando le previsioni europee, che parlano di un calo significativo dei quantitativi rispetto al 2017: nel nostro caso i volumi MAGAZINE

si sono ridotti del 30 per cento circa. Nella prima fase della campagna il clima è stato sfavorevole: le grandinate, i temporali improvvisi e le temperature più basse rispetto alla media stagionale hanno influenzato in maniera negativa oltre che le raccolte, anche la commercializzazione. Dal punto di vista dei prezzi, va detto, il mercato è partito in modo più dinamico rispetto allo scorso anno. Questo anche se, nella prima fase, c’è stato qualche accavallamento fra le raccolte delle diverse varietà e delle diverse aree produttive”. “La situazione commerciale - ribadisce Zanelli - per pesche e nettarine è più vivace, quest’anno: c’è molta richiesta e le quotazioni sono significativamente diverse, in senso positivo, rispetto alla scorsa campagna. Questo anche se, specie dall’ultima settimana di giugno, si è iniziata a far sentire in maniera importante la pressione di aree produttive come la Grecia N.24 LUGLIO 2018


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e la Spagna. Gioca un ruolo importante l’origine: la richiesta e l’attenzione da parte del consumatore per il prodotto Igp, ad esempio, è aumentata costantemente negli ultimi anni. Ancor più positivo è l’andamento del biologico, dove continuiamo a guadagnare quote di mercato: è un comparto che si conferma sempre più strategico per la nostra cooperativa, rappresentando oltre un terzo del fatturato complessivo del gruppo”. Come tornare a essere più competitivi sul mercato e remunerativi per il frutticoltore? “Intanto sarebbe utile scalzare il pessimismo N.24 LUGLIO 2018

sostiene Zanelli - e avere una visione più propositiva. La prima necessità è quella di organizzare meglio la produzione, per fare in modo che i diversi attori presenti sul mercato gestiscano meglio le vendite e pianifichino per tempo l’attività con i clienti, piuttosto che affrontare il mercato dall’oggi al domani, come si sta facendo con le albicocche. È un prodotto, l’albicocca, sul quale è stato fatto negli ultimi anni un grande lavoro dal

punto di vista dell’innovazione varietale, si è investito tanto in produzione, senza tuttavia creare le condizioni per avere un mercato in grado di assorbirla tutta, questa produzione. Poi bisogna lavorare sulla valorizzazione del prodotto a marchio: altro aspetto fondamentale per rilanciare la frutta estiva. C’è un mercato che valorizza le produzioni di qualità e i calibri migliori e riconosce un valore aggiunto al prodotto che ha elevate caratteristiche organolettiche e gustative. Caratteristiche, queste, espresse al meglio nella nostra gamma premium Solarelli”. MAGAZINE


La distribuzione richiede sempre più spesso frutta “matura, ma è in grado di gestirla? Da quando mi occupo delle vendite contestazioni per frutta troppo matura ne ho ricevute veramente tante, contestazioni per frutta troppo dura o immatura non ne ho mai ricevute ”, Gabriele Ferri (Naturitalia e OI) 108

Export di pesche e nettarine: Italia vs Spagna (in migliaia di tonnellate)

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Italia

Fonte: varie

Qui Naturitalia. “Il mese di giugno ha registrato un andamento positivo in termini di remunerazione per l’intera filiera e in particolare per la parte produttiva. Sì è confermato un calo dei quantitativi appena superiore al 20 per cento e una qualità che è stata discreta, quest’ultimo fattore è stato influenzato principalmente dal clima che ha inciso negativamente sul grado zuccherino. Pertanto, al netto delle problematicità, è un campagna abbastanza positiva rispetto agli scorsi anni ed infatti mi ha sorpreso che fin dall’inizio ci sia stato chi abbia MAGAZINE

parlato di crisi di mercato”, afferma Gabriele Ferri, direttore commerciale di Naturitalia e coordinatore pesche e nettarine per l’Organizzazione Interprofessionale (OI). “Questa prima fase di campagna quindi si è caratterizzata per un buon livello di prezzi ma anche per un calo della produzione di circa il 20 per cento - precisa Ferri - ma la produzione purtroppo, ad oggi, solo madre natura ha il potere di influenzarla. Per migliorare la situazione sarebbe auspicabile una programmazione a livello europeo. Il primo punto da cui si dovrebbe partire è la creazione di un catasto: non è più sostenibile non ave-

re un chiaro quadro della situazione produttiva della specie che incide maggiormente sulla plv nel periodo estivo sia in Italia che in Spagna e di come tale situazione stia cambiando. Basti pensare che pochi anni fa la Spagna produceva principalmente un prodotto precoce, proveniente dalle regioni meridionali, oggi invece sono più produttive le regioni spagnole del Nord che hanno un prodotto medio e tardivo, che si sovrappone sul mercato con il nostro”. “Inoltre negli ultimi 10 anni - aggiunge Ferri - la situazione a livello commerciale è cambiata in modo radicale: se prima la maggior N.24 LUGLIO 2018


(Gabriele Ferri, direttore commerciale Naturitalia)

(Mirco Zanelli, direttore commerciale Apofruit Italia)

Giunta al termine la campagna delle arance, storico core business per il Gruppo Bonomo, è nel vivo quella di alcuni frutti estivi tipicamente siciliani, che ogni anno crescono in termini di volumi e apprezzamento da parte del consumatore. Si tratta della pesca Tabacchiera, del fico d’India e della pera Coscia. Per la pesca Tabacchiera, raccolta nelle valli dell’Etna, la commercializzazione si conclude a fine agosto. Eccellente la qualità, con grado brix e pezzatura elevati. Il prodotto è sostenuto da un’attività di comunicazione su Facebook e Instagram.

parte del prodotto andava nei mercati all’ingrosso, dove ti confrontavi con molti e diversi interlocutori, oggi il mercato in Europa è in mano alla GDO. Mentre la distribuzione si è quindi organizzata e aggregata, la produzione ha fatto e sta facendo, ancora adesso, poco o niente verso un simile per N.24 LUGLIO 2018

corso di aggregazione e le criticità di questo stanno emergendo prepotentemente: prima fra tutte l’impossibilità di porre in essere una vera strategia di coordinamento sui quantitativi da immettere sul mercato. La produzione italiana non può che essere ulteriormente in difficoltà rispetto a Spagna e

Grecia in quanto, rispetto a questi competitor, siamo penalizzati da maggiori costi di manodopera, di logistica e più in generale di sistema Paese. Questo è il quadro in Europa, mentre per ciò che concerne il mercato italiano la situazione commerciale è relativamente meno complessa e questo è dovuto al fatto che restiamo un Paese di grandi consumatori, attenti all’origine italiana del prodotto” “Come Apo Conerpo - conclude Ferri - siamo alla ricerca costante e continua di nuove varietà che rispondano alle esigenze del consumatore, in termini di profumo, sapore e colore. Le richieste della GDO oggi sono orientate alla fornitura di frutta matura ma, se il sistema produttivo fosse in grado di farla arrivare nelle piattaforme, la GDO sarebbe poi in grado di gestire il ciclo di vita del prodotto maturo dalle piattaforme al punto vendita e poi nello stesso punto vendita? Negli anni abbiamo ricevuto molte contestazioni per il grado di maturazione troppo elevato della frutta, perché difficilmente gestibile nei banchi del reparto, mentre non abbiamo mai avuto obiezioni per frutta troppo dura o immatura. Credo che sia davvero giunto il momento di un confronto serio e trasparente tra produzione e distribuzione che abbia come obiettivo quello di rispondere all’esigenze del consumatore: dare risposte al consumatore significa darle anche all’intera filiera”.

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Aspiag, fornitori al centro. Nel 2017 vola l’ortofrutta Lo scorso anno il settore ortofrutta è cresciuto del 9,4 per cento Eugenio Felice

Foto: Alessandro Azzolin

Si è svolto il 16 maggio a Padova il primo meeting con i fornitori di Aspiag Service, concessionaria Despar per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Presenti una settantina di collaboratori di Aspiag Service e Despar Italia e circa 600 fornitori, tra cui una ristretta rappresentanza del settore ortofrutta, non più di 20-25 aziende. Harald Antley: “Siamo qui per presentare il nostro gruppo, in Italia dal 1990, e fare networking con i nostri fornitori” Riportiamo qui solo alcune informazioni particolari, considerando che l’area stampa del sito internet despar.it è già piuttosto ricca di dati. Aspiag è proprietà diretta di Spar Austria, che ha fatturato nel 2017 14,6 miliardi di euro, di cui 12,6 miliardi nel retail. Aspiag opera non solo in Italia ma anche in Slovenia, Ungheria e Croazia: nel 2017 ha sviluppato un fatturato di 5,4 miliardi di euro con una crescita sul 2016 del 10 per cento, trend cui l’Italia ha contribuito con un +4,5 per cento raggiungendo un fatturato di 2,16 miliardi di euro, sviluppato da una rete composta, al 31 dicembre 2017, da 571 punti vendita (dai piccoli negozi di vicinato fino a due mini-iper da 5.500 metri quadrati) di cui 228 filiali dirette e 343 associati. Spar Austria ha acquistato prodotto made in Italy da Aspiag per un valore di 112 milioni di euro.

La quota di mercato di Aspiag ha raggiunto il 18,2 per cento nella sua trading area (era il 15 per cento nel 2012). La private label ha raggiunto una quota del 20,7 per cento contro il 18,7 per cento del mercato italiano e presenta una quarantina di marchi per un fatturato 2017 di 393,5 milioni di euro. Le migliori performance le registrano Free From (+34 per cento), Re nel regno delle delizie (+38 per cento) Premium (+16 per cento), Bio logico (+15 per cento), Vital (+14,6 per cento). Passo dopo passo è la PL che sviluppa il maggior fatturato: 121 milioni di euro (+4,2 per cento). Guardando i reparti, scopriamo che quello che è cresciuto di più nel 2017 è l’ortofrutta con un +9,4 per cento, seguito da surgelati, pane e gastronomia (+6 per cento), salumi e formaggi (+5 per cento) e carne (+3,6 per cento).

Si è svolto lo scorso 16 maggio a Padova Fiere il primo meeting con i fornitori di Aspiag Service, concessionaria Despar per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna. Nella foto in alto a sinistra, uno degli amministratori delegati, Harald Antley, austriaco di nascita ma italiano di adozione, che ha aperto e chiuso i lavori della giornata.

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L’obiettivo è aumentare il fatturato al metro qua“drato, migliorando la supply chain, il merchandising, la rotazione dei prodotti e la shopping experience, sviluppando e ammodernando ancora la rete di vendita. Il prezzo? Deve essere coerente con la qualità ”, Harald Antley (a.d. Aspiag Service) 112

ASPIAG SERVICE crescita reparti 2017 SECCHI SURGEL ATI GASTRO PANE CARNE ORTOFRUTTA PESCE NOFOOD2 SA.FO.*

+ 3,50% + 6,05% + 5,98% + 6,05% + 3,60% + 9,40% + 1,85% + 1,60% + 5,25% *salumi e formaggi

prodotti a marchio hanno come driver oltre all’innovazione il rispetto per l’ambiente. Abbiamo bisogno di fornitori in linea con la nostra politica ambientale”.

Sostenibilità ambientale. Da alcuni anni la sensibilità dell’opinione pubblica sui temi dell’ambiente è molto elevata. Il Gruppo Spar, di cui fa parte Aspiag, ha da tempo nel suo dna questo valore, come ha spiegato il direttore appalti Massimo Salviato: “Da 10 anni il MAGAZINE

rispetto dell’ambiente è per noi una priorità. Dal 2013 siamo l’unica azienda della grande distribuzione in Italia ad avere dei punti vendita certificati Iso 14001 per il proprio sistema di gestione ambientale. Oggi sono più di 20 siti, il numero cresce ogni anno. Anche i

Riqualificazione. Durante il meeting di Padova è stato spiegato che nelle eco-scelte di Aspiag c’è anche la riqualificazione urbana sostenibile. Un esempio è il Despar Teatro Italia di Venezia aperto a dicembre 2016, considerato il più bel supermercato d’Italia da Retail Watch e il più bello del mondo secondo alcuni blog americani. “Abbiamo recuperato un edificio di inestimabile valore, che era in abbandono dall’inizio degli anni ’90. Un progetto rispettoso dell’edificio, gioiello di architettura Liberty. Il gruppo ha investito più di 6 milioni di euro solo per il restauro e gli arredi interni. Puntiamo, ove possibile, a contenitori straordinari per offrire piacevolissime esperienze di acquisto”, ha N.24 LUGLIO 2018


Premium. È il nome della private label di alta gamma di Aspiag Service, che nel 2017 ha registrato un aumento di fatturato del 16 per cento in tutti i settori merceologici. Il marchio è sempre più utilizzato anche in ortofrutta, spesso in abbinamento alle denominazioni di origine. Nell’estate 2018 hanno debuttato ad esempio il Melone Mantovano IGP, retato e liscio, e le Pesche e Nettarine di Romagna IGP, entrambe nella linea Premium che abbia il colore nero all’argento. Le private label di Aspiag Service hanno fattuato nel 2017 quasi 400 milioni.

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dichiarato Massimo Salviato. Nuovo format e nuovo polo logistico. E proprio per migliorare l’esperienza di acquisto c’è un gruppo di lavoro, di cui fanno parte anche alcuni responsabili di Spar Austria, aperto per trovare il nuovo format ideale per gli Interspar (superstore e iper da 2.500 a 5.500 mq). “Ci stiamo lavorando ha spiegato Salviato - e se siamo bravi a Carpi potremmo già rappresentare quello che abbiamo sviluppato, altrimenti più avanti”. Oltre agli investimenti nella rete ci sono quelli nella logistica: sono iniziati lo scorso agosto i lavori per la realizzazione del nuovo polo logistico, denominato Agrologic, con un investimento iniziale di N.24 LUGLIO 2018

180 milioni di euro per un’area di 320 mila metri quadrati a Monselice (Pd) che vedrà tra le prime realizzazioni il deposito dell’ortofrutta, operativo dal 2020. Il futuro. L’obiettivo strategico di Aspiag Service è aumentare la quota di mercato nelle quattro regioni di competenza. Come? Aumentando il fatturato al metro quadrato, migliorando la supply chain, il merchandising, la rotazione dei prodotti e la shopping experience, sviluppando e ammodernando ulteriormente la rete di vendita. Il prezzo? Deve essere

coerente con la qualità. È fondamentale anticipare i trend per avere un vantaggio competitivo. “Dobbiamo selezionare al meglio ha spiegato Harald Antley - gli assortimenti e i listini prezzi. Il problema non è oggi l’inserimento ma il delisting: togliamo chi mi fa fatturato certo per inserire il nuovo che non sono certo che farà fatturato. I nuovi prodotti devono dare un valore aggiunto alla categoria. Dobbiamo eliminare i doppioni e sempre di più dare valore al territorio. Dobbiamo ottimizzare gli spazi e fare attenzione al corretto posizionamento. Infine ci vuole maggiore tempestività nell’aggiornamento degli assortimenti”.

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Mirtilli, a Huelva l’impianto più grande d’Europa Nuovo primato per Unitec Forniture affidabili grazie alla tecnologia Unitec. E migliora anche la brand reputation Giovanni Turrino

“Perché abbiamo deciso di acquistare un impianto Unitec? Perché, dopo aver visitato e visto tutti quelli presenti sul mercato, questo è quello che ci ha offerto più garanzie. Consiglio di scommettere su tecnologie con queste caratteristiche, perché danno una garanzia del 100%!” Con queste parole “garanzia del 100%” -, Cristóbal J. Picón Regidor, presidente della cooperativa andalusa Costa de Huelva (Coophuelva), ha chiarito il motivo che l’ha spinto a scegliere la tecnologia Blueberry Vision 2 di Unitec tra tutte le tecnologie per la lavorazione e classificazione della qualità dei mirtilli disponibili sul mercato. Ha continuato spiegando quanto già sia riconoscente nei confronti di Blueberry Vision 2, che in poco tempo ha permesso alla cooperativa di raggiungere tutti gli obiettivi che si era posta, per quanto alti fossero: “Abbiamo fatto bene - ha spiegato - ad acquistare questo impianto da Unitec, perché ha soddisfatto le nostre aspettative, nonostante fossero molto alte!” Coophuelva è un’organizzazione di produttori che sorge a Lucena del MAGAZINE

Puerto, nella provincia di Huelva, zona dell’Andalusia ad alta vocazione ortofrutticola. Fa parte del gruppo Onuba Fruit, leader in Europa per la coltivazione e l’export dei piccoli frutti. Coophuelva si è affidata a Unitec, acquistando un impianto a 32 canali - 2 calibratrici da 16 canali l’una - equipaggiato con la tecnologia Blueberry Vision 2, che ha fatto di lei una centrale con uno degli impianti

IMPIANTO D’EUROPA PER MIRTILLI

Costa de Huelva (Coophuelva) - organizzazione di produttori andalusa parte del gruppo Onuba Fruit, leader in Europa per la coltivazione e l’export dei piccoli frutti - si è affidata a Unitec acquistando un impianto a 32 canali con tecnologia Blueberry Vision 2. Grazie alle soluzioni Unitec, oggi la centrale può vantare l’impianto per la lavorazione e la classificazione della qualità dei mirtilli più grande in Europa, in grado di processare circa 3 milioni di frutti all’ora

IL PIÙ GRANDE

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per la lavorazione e la classificazione della qualità dei mirtilli più grandi al mondo, in grado di processare circa 3 milioni di frutti all’ora, numero medio che varia in funzione del calibro dei frutti. La tecnologia Blueberry Vision 2 di Unitec ha letteralmente rivoluzionato il modo in cui Coophuelva processava i suoi mirtilli, permettendole di risolvere i numerosi problemi che si presentavano gli anni precedenti e di raggiungere risultati fino ad oggi insperati. Anche Bartolomé Fernández, direttore di Coophuelva, ha mostrato una sincera gratitudine nei confronti della tecnologia Blueberry Vision 2 e ha sottolineato che l’investimento in tecnologie Unitec “non ha un costo reale” perché in poco tempo “si ripaga” con i risultati da esso creati. “Siamo passati - ha spiegato - dall’avere enormi problemi di qualità fino alla scorsa campagna, quando i clienti hanno rifiutato varie volte la nostra frutta, a quest’anno in cui non abbia N.24 LUGLIO 2018

mo avuto quasi nessun reclamo e in cui i clienti delle catene vogliono la frutta della cooperativa Costa De Huelva. E questo è ciò che, in tempi molto brevi, non più di tre anni, ci consentirà di ripagare i nostri investimenti”. Fernández ha insistito sulla credibilità che il prodotto finale così lavorato dalla cooperativa, e quindi la cooperativa stessa, ha acquistato agli occhi del consumatore finale: “Grazie a questo investimento che abbiamo fatto nella tecnologia Unitec, abbiamo riscontrato, e anche i soci lo hanno riscontrato, un guadagno nella credibilità davanti ai clienti”. Mirtilli garantiti al 100% e miglioramento della brand reputation grazie a forniture affidabili, dunque. Della stessa idea è José Rodriguez, il responsabile della manutenzione di Coophuelva: “Il vantaggio che

offre la linea Unitec - ha osservato - è che ci permette di vendere mirtilli di qualità “totale”. Mentre prima poteva sfuggire un mirtillo da scartare, con questa tecnologia tutti i mirtilli sono di qualità! Il risultato finale di Blueberry Vision è un successo assicurato!” Grazie alle tecnologie Unitec, la brand reputation della cooperativa è migliorata. Tutto questo è reso possibile dalla grande affidabilità e precisione con cui Blueberry Vision 2 classifica i mirtilli garantendo omogeneità dei frutti all’interno di ogni confezione e coerenza della qualità ad ogni fornitura. Alla base di questi risultati, c’è tanto, tantissimo lavoro. Il lavoro che ogni giorno il team Unitec intraprende per innovare continuamente ed essere sempre all’avanguardia per garantire ai propri clienti concreti risultati di miglioramento nei loro processi di lavorazione.

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ZERBINATI, LE INNOVATIVE BOWL’Z PREMIATE A BRANDS AWARD 2018

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Il 5 luglio nella prestigiosa cornice di Palazzo Parigi a Milano si è tenuta la cerimonia di premiazione dei Brands Award: premio alle migliori “performance” annue delle marche del largo consumo. L’edizione 2018 si è distinta per l’introduzione di un nuovo premio speciale: il “New Entry 2018”, che coinvolge i prodotti lanciati nei primi mesi dell’anno in corso. Ed è stata proprio la Zerbinati con le sue innovative Bowl’Z ad essersi aggiudicata il primo gradino del podio nella categoria alimenti freschi. Bowl’Z, l’innovazione per eccellenza dell’azienda, ha saputo a pochissimi mesi dal lancio - conquistare migliaia di consumatori grazie alla sua freschezza, bontà e praticità, caratteristiche che sposano perfettamente i gusti e le abitudini di un target consumer sempre più attento e in continua evoluzione. L’ambito riconoscimento è stato consegnato a Simone Zerbinati, direttore generale dell’azienda: “Con Bowl’Z - ha spiegato - abbiamo portato in Gdo non solo una grande innovazione di prodotto, ma un intero segmento che mancava.

CHIQUITA IN PARTNERSHIP CON SHAZAM PER AVVICINARE CONSUMATORI E PRODUTTORI Chiquita collabora con Shazam per trasformare virtualmente la corsia del supermercato in una vera e propria esperienza di immersione, dalle piantagioni fino allo scaffale. La nuova partnership con Shazam, la famosa app di identificazione musicale, darà ai consumatori di tutto il mondo l’opportunità

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Primo vero piatto pronto vegetale fresco, con Bowl’Z ci siamo fatti pionieri di una proposta del tutto nuova: referenze cross tra piatto pronto fresco e insalata pronta al consumo, sono senza conservanti e disponibili in diverse varianti capaci di soddisfare a tutto tondo la curiosità ed i palati dei consumatori moderni”. “Siamo felici - ha concluso Zerbinati che i professionisti del settore, così come i consumatori, accolgano con entusiasmo il nostro spirito d’innovazione e ci riconoscano come azienda anticipatrice di tendenze”.

di accedere direttamente alla filiera di fornitura delle banane Chiquita, attraverso la scansione del Bollino Blu. Grazie a questo viaggio nella realtà virtuale, Chiquita aiuterà i consumatori a scoprire cosa sta facendo per la sostenibilità, in modo emotivo e coinvolgente. "In Chiquita siamo felici di aprire le nostre porte”, ha dichiarato Costabile Romano, direttore commerciale Italia. “Siamo consapevoli che, in quanto leader di settore, abbiamo il dovere di aiutare consumatori e rivenditori a capire e conoscere meglio il nostro impegno verso la sostenibilità e le azioni che stiamo intraprendendo per produrre e distribuire il miglior frutto possibile”. Tramite la app Shazam e attraverso la scansione di un codice posizionato sull’iconico bollino, i consumatori saranno in grado di conoscere quello che c’è “dietro il Bollino Blu”. A partire da fine luglio, il codice Shazam apparirà su 200 milioni di bollini in Italia, Grecia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e negli Stati Uniti, per un periodo di circa quattro settimane. Questa nuova edizione del Bollino Blu - sinonimo di banane sostenibili, naturalmente deliziose e di alta qualità - consente ai consumatori di interagire con il marchio in modo divertente e allo stesso tempo anche educativo. N.24 LUGLIO 2018


AGR. CAMPIDANESE, SPOT PER PROMUOVERE IN TV E SUL WEB L’ANGURIA ELEONORA È un’estate all’insegna dei messaggi positivi quella de L’Orto di Eleonora, il brand di eccellenza di Agricola Campidanese con cui la grande O.P. di Terralba (OR) commercializza frutta e ortaggi esclusivi e di primissima qualità. Dopo il sorriso strappato dallo spot dedicato alla mini anguria Gavina, che vede come protagonista la Compagnia Lapola, gruppo comico sardo, ora l’azienda promuove sul piccolo schermo e sul web Eleonora, l’anguria sugar baby nera e seedless, 100 per cento autoctona: viene infatti coltivata nella pianura del Campidano, in provincia di Oristano. Protagonista dello spot è la terra di Sardegna, con le vibrazioni positive che questa isola affascinante conserva, insieme ai suoi prodotti tipici. “Nasce nella terra del sole, ricca di fascino e di tradizione recita lo spot, dal taglio emozionale - una terra in cui regna l’amore”. È con lo stesso amore che viene prodotta un’anguria - Eleonora - “che si veste di una forte corazza, ma che conserva al suo interno un cuore tenero”. Un’anguria di medio formato (pesa dai 4 agli 8 chili), rotonda, dalla buccia molto scura e dalla polpa succosa e zuccherina (12-14 gradi brix),

LPR ED EPS INVESTONO IN SOSTENIBILITÀ PREMIO AL RETAILER POLACCO PIÙ GREEN LPR - La Palette Rouge - primaria azienda di noleggio pallet in Europa, ed Euro Pool System, il maggiore fornitore di servizi logistici nel settore europeo degli imballaggi riutilizzabili, stanno incrementando il numero di attività a favore dello sviluppo sostenibile e lo hanno dimostrato anche nel corso del Retail Summit 2018, l’evento che ha riunito i protagonisti del mercato polacco in una ‘due-giorni’ dedicata al settore della distribuzione e dei beni di largo consumo in Polonia. Le due divisioni di Euro Pool Group hanno annunciato la creazione di un nuovo riconoscimento per il 2019, in collaborazione con PwC, leader internazionale nei servizi alle imprese, e BBM, società organizzatrice del Retail Summit. Il nome del nuovo riconoscimento sarà “Sustainability Award 2019” e andrà ad aggiungersi ai cinque riconoscimenti per i migliori retailer della Polonia suddivisi nelle rispettive categorie. Il Sustainability Award sarà assegnato al Retailer che, in Polonia, avrà implementato le soluzioni più sostenibili e maggiormente a favore dell’ambiente nel corso del 2018. N.24 LUGLIO 2018

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croccante e senza semi. “Lo spot è in rotazione in tutte le emittenti televisive sarde, - ci spiega Salvatore Lotta, responsabile commerciale di Agricola Campidanese - lanciato anche sul web e sui social network. Nasce da un progetto del nostro ufficio marketing, ideato da Maria Giovanna Angius”. “Cerchiamo sempre di esportare, oltre ai nostri prodotti, anche un po’ della nostra terra - continua Lotta, a proposito del taglio emozionale del video - tutto ciò che è storia, tradizione, natura, territorio, è parte del nostro brand”.

“Abbiamo sviluppato un prodotto e un sistema che è a prova di futuro. Entrambe le divisioni, sia LPR che EPS, si basano su un approccio a “economia circolare”. La sostenibilità è il nostro core business. Riteniamo quindi che un numero crescente di stakeholder aderirà al nostro schema di noleggio, riducendo così le emissioni di CO2 e creando un mondo migliore per le generazioni del futuro. I nostri obiettivi sono stati stabiliti e siamo pronti per il futuro”, ha dichiarato Gerjo Scheringa, ceo di Euro Pool Group.

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PIZZOLI INVESTE SULLA PATATA IODÌ E SCEGLIE MARCO ORSI COME TESTIMONIAL

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Lo specialista italiano delle patate rilancia Iodì, il tubero allo iodio messo a punto insieme all’università di Bologna, fonte naturale del sale minerale che aiuta a regolare il metabolismo. Un prodotto ideale per la dieta degli sportivi: non a caso il testimonial della nuova campagna di comunicazione che da metà luglio è in rotazione nei periodici nazionali e sul web è il campione europeo di nuoto Marco Orsi, che con Pizzoli condivide anche le origini budriesi. La partnership fra l’atleta e l’azienda bolognese è stata celebrata a Fico Eataly World il 23 giugno scorso, quando Orsi ha incontrato il pubblico al Bistrot della Patata, il concept store di Pizzoli all’interno del grande parco agroalimentare. Iodì è una patata speciale che Pizzoli ha sviluppato insieme al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna. Lo iodio viene apportato mediante nutrizione fogliare e viene assorbito in modo equilibrato, determinando così un aumento significativo del contenuto di tale elemento nel tubero. “Iodì è una referenza che sviluppa volumi stabili nel tempo - spiega il marketing manager di

VAL VENOSTA, NON SOLO MELE E FRAGOLE AUMENTA LA PRODUZIONE DI CAVOLFIORE Oltre alle mele, la Val Venosta è rinomata anche per la sua produzione orticola di stagione. Condizioni atmosferiche ed un particolare microclima di questa Valle costituiscono il segreto dell’alta qualità non solo delle mele più glamour, ma anche di altri prodotti come le verdure di montagna, tra cui

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Pizzoli, Nicola Spanu - si è creata il suo mercato di riferimento, con 8 milioni di confezioni commercializzate all’anno. Ora abbiamo scelto di investire ulteriormente su questo prodotto, anche attraverso l’associazione positiva con lo sport, che sarà uno dei nostri capisaldi per i prossimi anni”.

il cavolfiore che rappresenta una eccellenza produttiva che ricopre circa il 95 per cento della produzione orticola venostana. “Il nostro cavolfiore piace ogni anno sempre di più non solo ai Clienti, ma anche ai nostri contadini! - commenta Reinhard Ladurner, responsabile vendite verdure VI.P. Quest’anno infatti abbiamo deciso di ampliare i nostri areali produttivi destinando circa il 15 per cento in più di superficie rispetto lo scorso anno, con una previsione di raccolta complessiva di cavolfiore di circa 3.700 tons. La scelta di questo ampliamento è nata in primo luogo per soddisfare le esigenze dei nostri clienti ai quali oggi, con i quantitativi in previsione, possiamo garantire una continuità di prodotto fino a settembre. Ma possiamo ritenerci soddisfatti anche dal lato dei nostri produttori perché in questi anni con il cavolfiore hanno ottenuto buone remunerazioni, incentivandone la coltivazione”. La ricerca di una qualità superiore è frutto di un percorso di crescita portato avanti già da alcuni anni insieme al Centro di Sperimentazione Laimburg. Il clima favorevole di quest’anno ha contribuito ad una maturazione ottimale del cavolfiore che si presenta di buona qualità, croccante, dal profumo gradevole e dal sapore genuino. N.24 LUGLIO 2018


TISANE DELL’ORTO: ERBE AROMATICHE FRESCHE E FIORI PER IL DRINK DELL’ESTATE Il drink dell’estate? L’acqua aromatizzata, una bevanda detox che sempre più spesso, nell’ultimo periodo, è possibile trovare sui banconi dei bar e dei locali di tendenza, specie ora che la calda stagione invita a concedersi una pausa dissetante e salutare. Per prepararla occorre un mix di erbe aromatiche, l’ideale è se sono fresche. Il prodotto perfetto per avere il proprio drink anche a casa sono le Tisane dell’Orto, referenze esclusive firmate L’Insalata dell’Orto, azienda di Mira (Venezia) specializzata nella quarta gamma e leader dei fiori eduli, che, se parliamo di tendenze, vuole distinguersi sul mercato anticipandole. “Si tratta di un prodotto ad altissimo contenuto di servizio, che rappresenta un unicum in Europa - esordisce Sara Menin, marketing manager dell’azienda veneziana - L’idea nasce dall’ampia esperienza della famiglia Busana con le erbe aromatiche, trattate da 20 anni, che incontrano i fiori edibili, una nicchia in cui L’Insalata dell’Orto è leader di mercato”.

Le referenze sono due, una Detox con radice di zenzero e di curcuma, menta e fiori eduli e una Digestiva con menta, basilico, salvia e fiori. “Due mix di erbe aromatiche fresche che si propongono come alternativa alle tradizionali bustine di foglie essiccate, con il plus della nota floreale, anch’essa freschissima”, spiega Sara Menin. Le referenze restano que N.24 LUGLIO 2018

ste due tutto l’anno, cambia solo il tipo di fiore che viene abbinato ai mix di erbe aromatiche a seconda della stagione. “Per esaltare al meglio il sapore fresco della menta o dello zenzero, in estate, abbiamo scelto l’impatiens e la primula continua - mentre in inverno il fiore ideale per rendere più intenso l’aroma dell’infuso da bere caldo è la viola”.

Preparare una tisana è semplice: basta sciacquare gli ingredienti (il prodotto non è lavato), lasciarli in infusione in acqua bollente per dieci minuti, filtrarli e quindi aggiungere i fiori edibili. Quindi si mette il drink a raffreddare in frigorifero: ed ecco pronta quell’acqua aromatizzata che fa tanto tendenza. “Le nostre tisane sono presenti nei punti vendita Pam Panorama a marchio nostro e in Coop Alleanza 3.0 e Coop Consorzio Nord-Ovest in co-branding con Gli Orti di Venezia, azienda con cui collaboriamo da molti anni”, sottolinea la marketing manager dell’Insalata dell’Orto. Se i buyer della Gdo italiana si dimostrano sempre più interessati alle tisane fresche, è all’estero che l’azienda di Mira registra i volumi maggiori di vendita. “Siamo presenti in insegne di rilievo del panorama europeo - rivela Sara Menin - i nostri prodotti seguono spesso questo trend: si affermano all’estero, per poi arrivare a conquistare anche il mercato italiano”. “Le tisane - conclude - sono un prodotto altamente innovativo, in cui crediamo molto. Abbiamo scelto di investire in questo segmento, piuttosto che negli estratti, che abbiamo testato per un periodo e poi abbandonato. Vogliamo differenziarci dalla concorrenza, portando sul mercato la novità”. MAGAZINE

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Massimiliano Lollis

Biorfarm, per adottare un albero bio basta un click 120

Biorfarm nasce dall’intuizione del trentunenne calabrese Osvaldo De Falco e si propone di salvaguardare piccoli e medi agricoltori bio grazie al contributo di consumatori che “adottano” uno o più alberi in cambio di una parte del raccolto. Grazie al sostegno della piattaforma H-Farm, la start-up può già contare tra i suoi affiliati otto produttori bio e oltre 1.000 utenti, nel segno di una filiera sempre più corta ed equa In Italia la vita dei piccoli produttori ortofrutticoli non è facile, così come non lo è riuscire a sopravvivere in un mercato che spesso impone prezzi talmente bassi da spingere alla chiusura molti coltivatori, anche bio. In alcuni casi si arriva persino a lasciare la frutta matura sui rami, poiché i ricavi non permettono nemmeno di coprire le spese di raccolta, figuriamoci un margine adeguato. Parte da qui l’azione di Biorfarm, una start-up che nasce per permettere a chiunque di adottare online uno o più alberi da frutto di un produttore biologico e di riceverne i frutti, a un prezzo equo nei confronti del coltivatore, che in questo modo può allargare il suo mercato e contare su un margine “umano”. A fondare la start-up nel 2014 è stato Osvaldo De Falco, trentun anni, calabrese e con un background nella consulenza finanziaria. Grazie alla piattaforma di innovazione H-Farm che ha sostenuto la campagna crowdfunding di Biorfarm - lanciata nel dicembre 2017 e chiusa con successo a febbraio, dopo aver raggiunto quota 220.000 euro, quasi il triplo del suo obiettivo iniziale - De Falco è riuscito a realizzare la sua idea e a mettere in moto un meccanismo virtuoso di crescita nell’ambito dei produttori biologici piccoli e medi. I produttori affiliati dovrebbero diventare una trentina entro la fine dell’anno. Il meccanismo è semplice ma promettente: accedendo al portale dedicato, il consumatore può creare il MAGAZINE

proprio “campo digitale” adottando online uno o più alberi. Siano essi limoni di Sicilia o mele del Trentino, il consumatore può scegliere produttore, tipologia di frutta e albero all’interno del campo (ogni albero è numerato e geolocalizzato), oltre a “battezzarlo” con un nome a sua scelta. Da quel momento, l’albero è adottato dall’utente, che nel corso della coltivazione viene costantemente informato dagli stessi produttori circa il progresso della crescita, grazie a schede informative, foto e video. Una volta matura, la frutta viene finalmente raccolta e spedita al consumatore - in genere entro 24/48 ore dalla raccolta - ad un costo mediamente inferiore rispetto ai tradizionali canali di vendita. In alternativa, chi adotta l’albero può perfino partecipare alla raccolta, conoscendo di persona chi di quella pianta se ne è occupato con cura ogni giorno. Per quanto riguarda le tipologie di frutta disponibili - tutte rigorosamente biologiche e certificate - queste comprendono per il momento il limone di Sicilia, l’albicocca Pellecchiella, la clementina Calabrese, l’arancia Navelina, le mele Fuji, Golden Delicious e Renetta, la pera Buona Luisa, oltre all’Ulivo Secolare Dop Bruzio, da cui si ottiene olio di oliva extra vergine Dop. I prezzi dell’adozione degli alberi da frutto variano per tipologia e varietà, ma si aggirano attorno ai 16-20 euro per un raccolto di 5 kg e si attestano attorno ai 35-45 euro per una cassetta da 15 kg. N.24 LUGLIO 2018




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