Fruitbook Magazine 31

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IL VIRUS CHE SCONVOLGERÀ LA FILIERA Il lockdown e le misure di contenimento che ci accompagneranno anche nella fase due hanno mutato drasticamente le abitudini di acquisto e di consumo degli italiani. Alla fine di tutto il vincitore sarà l’e-commerce? IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS

ELNATHEDITORE

N.31 l APRILE 2020 l TRIMESTRALE













Editoriale

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Eugenio Felice

Crescere. Missione possibile? È incredibile, in Spagna il coronavirus è esploso con due settimane di ritardo rispetto all’Italia, eppure già a fine aprile, poco più di un mese dopo, il sistema ortofrutticolo spagnolo, coordinato da Fepex, è stato in grado di portare in televisione, nelle radio e sui social spagnoli una campagna nazionale di promozione del consumo di frutta e ortaggi contraddistinta dallo slogan “Vive #saludablemente”. Riportiamo due commenti presi dai social. Il primo, di Daniele: “Noi abbiamo il meglio, ma non abbiamo le menti che lo sfruttano, come al solito. Ci vuole un ricambio generazionale quanto prima possibile”. Il secondo, di Maria Rosa: “Ovviamente... gli agricoltori italiani sanno solo lamentarsi che gli marcisce la roba nei campi. Quando impareranno a organizzarsi sarà già tardi”. Il problema è proprio questo, l’Italia nello scacchiere globale è sempre meno competitiva, non tanto perché non sia in grado di esprimere alta qualità, ma per mancanza di organizzazione e massa critica. Il tessuto produttivo è parcellizzato, le OP sono state gestite più per prendere i contri-

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Siamo pieni di sigle e associazioni, ma non si esce mai dagli stretti interessi di corporazione. Avanti tutti in ordine sparso, a strenua difesa del proprio campanile. L’Organizzazione Interprofessionale è stata finora fallimentare: non pervenuta. Fruitimprese deve ancora capire cosa vorrà fare da grande: il confronto con la Fepex spagnola è imbarazzante. Non esiste, come sottolineiamo da anni, la Federvini del comparto ortofrutta, che faccia gli interessi Export Ortofrutta - Spagna vs Italia - 2019 di tutti con obiettivi precisi, anche in tema di comunicazione. Chi difende il settore quando sui giornali e sul web, come è successo nelle settimane del coronavirus, si parla a sproposito delle speculazioni sui prezzi di frutta e ortaggi? SPAGNA 13,5 (+8%) Bisogna uscire dalla trappola dei prezzi ma per fare ciò bisogna organizzarsi. Piccolo è bello in ortofrutta non funziona, non quando la distribuzione è fatta di gruppi che si ITALIA 3,6 (+2,5%) MILIONI DI TONS stanno concentrando (per fortuna: il nanismo riguarda anche loro) e richiede forniture regolari e standardizzate. 0 2 4 6 8 10 12 14 16 Gli esempi virtuosi non mancano: Zespri su tutti. Nel 2025 Fonte: FEPEX e FRUITIMPRESE conta di raggiungere 4,5 miliardi di dollari di fatturato, buti che per fare vera aggregazione. La struttura dei costi grazie anche alle produzioni in Italia (ma sempre di più ne dell’ortofrutta italiana la rende fuori mercato in Europa nel ha in Grecia...), un valore guarda a caso pari alle esportaconfronto con la produzione spagnola, quella greca, quella zioni totali di ortofrutta dell’Italia nel 2019. del nord Africa, quella dell’Est Europa. Se non ci sarà un cambio di passo il rischio è che a lungo andare ci resti solo il mercato interno. La Spagna nel 2019 ha esportato 13,5 milioni di tonnellate di ortofrutta, l’Italia 3,6 milioni. l N.31 l APRILE 2020

FRUITBOOKMAGAZINE



PAG. EDITORIALE CRESCERE. MISSIONE POSSIBILE?

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IMMAGINI

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22 BUONE NOTIZIE IL POMODORO PREMIUM FUNZIONA L’ESEMPIO DI ORTICOLTURA GANDINI 24 STRATEGIE LENI’S DIVENTA “POP”, I LAVORATI A BASE MELA SI RIPOSIZIONANO 26 INSIDER BISSOLO GABRIELE TRADE IN ROSSO CHIEDE IL CONCORDATO EX ART.161 28 MARKETING IL FUTURO AL’INSEGNA DELL’HUMAN TO HUMAN 30 INNOVAZIONE IL LIMONE DIVENTA MINI E SNACK LA PROPOSTA DI PILATO CONVINCE 32 FIERE IL CORONAVIRUS STENDE LE FIERE NELL’INCERTEZZA TUTTO RIMANDATO 34 SOLUZIONI SORMAPEEL, LO “SPELLICOLABILE” ULTRALEGGERO E 100% RICICLABILE 38 FRAMMENTI CORONAVIRUS, DAGLI USA ALL’ITALIA È BOOM PER I “COMFORT FOOD” 40 ANALISI NELLE SETTIMANE DEL COVID-19 IL VINCITORE È L’E-COMMERCE 42 SCENARI ASPIAG SERVICE, BENE L’ORTOFRUTTA MA SARÀ UN ANNO COMPLICATO 44 NEURONEWS DA COMMODITY A BRAND: LA STRADA PER ACQUISIRE MAGGIORE VALORE 46 CRONACA ESSELUNGA, IL RIASSETTO SOCIETARIO A DEBITO NON PIACE A MOODY’S ECCELLENZE 48 ZESPRI, UN LOOK PIÙ GLAMOUR OBIETTIVO 2025: 4,5 MILIARDI LO STUDIO 50 IL CORONAVIRUS PUÒ PERSISTERE SULLA FRUTTA E VERDURA? IL LIBRO 52 BLAB, UN NUOVO MAGAZINE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE MERCATI - IV GAMMA 54 INSALATE IN BUSTA, PICCHI E CALI MA LA SICUREZZA È LA NORMALITÀ ANNIVERSARI 60 ZERBINATI, 2020 RICCO DI NOVITÀ PER FESTEGGIARE LE 50 CANDELINE PERCORSI 62 PEDON, I LEGUMI SI FANNO SNACK SALUTARI, MA SOPRATTUTTO BUONI MENS SANA 66 LE CIPOLLE, ANTIBIOTICO NATURALE DALLE MILLE PROPRIETÀ. MA... PANORAMA

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iFRESH

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l N.31 l APRILE 2020

CONTENUTI

72 / LE CAROTE VANNO 68 / CORONAVIRUS: IL SACRIFICIO SILENZIOSO IN PROMOZIONE. DELLA FILIERA

MA NON CE NE SONO!

76 / AMAZON SUL PODIO 84 / CORONAVIRUS: DEI TOP 250 RETAILER BENE LA GDO, DECOLLA MONDIALI. 4 GLI ITALIANI

L’E-COMMERCE

88 / EUROSPIN, C’È 92 / CONFINDUSTRIA ETICA IN UN PREZZO CHE CONDANNA LE ASTE È SOTTOCOSTO?

AL RIBASSO DI EUROSPIN FRUITBOOKMAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Valentina Bonazza, Irene Forte, Salvo Garipoli, Alice Gelmetti, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino, Marco Zanardi

94 / “COVID-19, 96 / FRUEAT, OLTRE QUARTA GAMMA TRAVOLTA IL SERVIZIO C’È QUALITÀ

MA NON SI FERMA”

E INNOVAZIONE

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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Grafiche Artigianelli Srl - Via Industriale 24/26 - 25050 - Rodengo S. (Bs) Carta Magno Volume 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero aprile 2020: 8.000 copie

100 / L’IMBALLAGGIO 104 / CANELLA (ALÌ): DIVENTA ECO-SOLIDALE “STRATEGICO IL CENTRO DI CON CARTON PACK

CONFEZIONAMENTO”

Registrazione Tribunale di Verona n. 1962 del 6 novembre 2012

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Pubblicità ALEGRA APOFRUIT ITALIA APO SCALIGERA ASPIAG SERVICE BATTAGLIO BONOMO BRIO BRUNO ELIO CAMPIDANESE CONAD CONIP COOP SOLE CPR SYSTEM CULTIVA FRUITBOOKMAGAZINE

107 83 41 49 43 23 87 53 6-7 29 8-9 63 61 59

DOLE DONNALIA FRANCESCON FRI-EL FRUIT ATTRACTION GANDINI ANTONIO JUNGHEINRICH LA LINEA VERDE LIDL LENI’S LPR ORTOROMI PEDON RETARDER

2-3 OFC-1 55 45 IBC 31 15 39 25 IFC 27 4-5 57 51

RICHEL GROUP SORMA SPREAFICO UNITEC VALFRUTTA FRESCO VI.P VOG VOL ZERBINATI ZESPRI

65 33 35 12 93 10 37 67 47 OBC l N.31 l APRILE 2020



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Foto: Peter Larcher / POMIS

Anno bisesto Mortegliano (UD) 24 marzo 2020 Un meleto dell’azienda Pomis in Friuli. Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 marzo un vento gelido proveniente dai Balcani si è abbattuto sull’Italia, in particolare sulla dorsale adriatica, con temperature andate anche a -5°C sotto zero. Danni ingenti per la frutta estiva in Romagna, Basso Veneto e in Puglia.




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Iper in ginocchio Bussolengo (VR), 2 aprile 2020 Ore 9.30. Il centro commerciale Porte dell’Adige poco fuori Verona è aperto ma desoltamente vuoto. Spazio Conad ha preso il posto di Auchan da poche settimane. Ma le misure che impongono o raccomandano di fare la spesa nel punto vendita piĂš vicino a casa, penalizzano fortemente gli ipermercati.


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Foto: Nextvideoproduction.com

Covid-19 e fiere Berlino, 5 febbraio 2020 La piÚ importante fiera mondiale del settore frutta e ortaggi, Fruit Logistica, la ha scampata per poche settimane. L’emergenza sanitaria sembrava ancora un problema confinato alla Cina. Con una autocertificazione si entrava senza problemi. Per la prima volta, visitatori in flessione, da 78 a 72 mila unità .



buone notizie |

Eugenio Felice

Il pomodoro premium funziona L’esempio Orticoltura Gandini 22

Come sta impattando il Covid-19 sulla filiera del pomodoro da tavola? A quasi due mesi dai primi casi di italiani contagiati, lo abbiamo chiesto a Mattia Gandini, responsabile commerciale di Orticoltura Gandini, tra le aziende leader in Italia nella selezione, produzione e commercializzazione di pomodoro di fascia premium. Ne emerge un quadro positivo. “Uno standard qualitativo elevato e costante nel tempo ripaga tutta la filiera, dal produttore al distributore” “Il Covid-19 è andato a influenzare un trend che era già di crescita a doppia cifra per le nostre linee di pomodori di alta gamma. Il lockdown ha dato un’ulteriore spinta alle vendite, tanto che nel primo trimestre del 2020 abbiamo più o meno raddoppiato le confezioni di pomodori consegnate ai clienti della grande distribuzione”, ci spiega Mattia Gandini.

“A parità di punti vendita - sottolinea Gandini - sono aumentate le referenze e sono aumentate le vendite delle singole referenze, segno che il consumatore, apprezzando l’alta qualità uniforme nel tempo dei nostri pomodori, ci premia con il riacquisto. Il consumatore in generale è sempre più attento, non si fida più dei prodotti a 99 centesimi che quando porti a casa non danno alcuna soddisfazione al palato. Uno FRUITBOOKMAGAZINE

standard qualitativo alto e costante ripaga tutta la filiera, dal produttore al distributore”. “Sul futuro - continua Gandini - domina l’incertezza. Sono settimane sulle montagne russe. Questa situazione genera una certa apprensione. A emergenza sanitaria finita, il consumatore come si comporterà? Come si modificherà il carrello della spesa? Come cambierà il modo di fare la spesa? È sotto gli occhi di tutti il boom dell’e-commerce, che porta nuovi attori sul mercato. È un periodo storico in cui oltre a provare a gestire al meglio una situazione straordinaria, dovremmo cercare di interpretare i cambiamenti in corso per coglierne le opportunità”. “Ci stiamo muovendo su due binari”, conclude Gandini. “Da una parte stiamo aumentando le superfici destinate alle serre tecnologiche sia a Guidizzolo, dove ha sede Orticoltura Gandini, che presso i nostri partner in Sicilia, Puglia e Veneto che condividono la stessa filosofia di produzione idroponica fuori suolo per ottenere pomodori di alta qualità. Abbiamo poi un ambizioso progetto in cantiere per una serra ipertecnologica unica in Italia, estesa su sette ettari, in produzione dal 2022, che ci permetterà di aumentare ulteriormente il livello qualitativo. Il secondo binario riguarda le varietà: intendiamo ampliare le diverse tipologie in produzione, puntando sempre a standard qualitativi elevati e costanti, in termini di sapore, shelf-life, sicurezza alimentare e impatto ambientale, per sorprendere il consumatore. Sono un esempio i datterini colorati con rametto, i pomodori viola come il Yoom che ha vinto il FLIA 2020 e i costoluti e cuore di bue di colore rosa”. l N.31 l APRILE 2020



strategie |

Marco Zanardi

Leni’s diventa “pop”, i lavorati a base mela si riposizionano 24

Leni’s, il marchio VOG Products che propone una ricca gamma di prodotti lavorati a base di mela, ha presentato a Fruit Logistica 2020 il nuovo logo che trasmette un’identità dal look più pop e contemporaneo, sempre legato alla territorialità e proiettato ora anche sui grandi mercati. Un azzeccato e creativo melting pot di lingue per confermare la vocazione internazionale. Tappeiner: “L’impegno è soddisfare i consumatori che chiedono alimenti sani e naturali” Il 2020 rappresenta un anno spartiacque per il brand dei trasformati di mela di VOG Products, Leni’s, che a Fruit Logistica 2020 ha presentato la nuova immagine, con grafica giocosa e moderna, tono di voce fresco e giovane e posizionamento ancora più alto. Ma soprattutto con un nuovo linguaggio locale e globale allo stesso tempo, sintetizzato dal payoff: “Leni’s mele with Liebe”, ovvero “Leni’s mele con amore”. Un concetto e un valore espressi in tre lingue a testimonianza della vocazione internazionale. Una scelta audace che testimonia la volontà di crescere di Leni’s e di proiettarsi verso nuovi mercati rimanendo fedele alle origini territoriali. I colori rosso carminio e verde scuro e il lettering sono giovanili, ironici e attuali. Il nuovo logo FRUITBOOKMAGAZINE

identifica l’intero progetto e sta facendo la sua comparsa su tutti i prodotti: i succhi, la mousse e gli snack di mela. “Il rinnovamento, frutto di tanti mesi di lavoro e di studio, va ben oltre la nuova immagine perché - ha spiegato Christoph Tappeiner, direttore generale di VOG Products - rappresenta un momento fondamentale, al pari del lancio sul mercato di un nuovo prodotto. Il nuovo logo racchiude i valori del brand che fonda le sue radici sugli elevati standard di qualità e sicurezza, rintracciabili in tutta la filiera produttiva e nella passione per il nostro lavoro. L’impegno è soddisfare il desiderio dei consumatori che scelgono un’alimentazione sana e con prodotti naturali, e dei partner commerciali che vogliono confrontarsi con un’azienda efficiente e affidabile. Cambiamo logo, ma manteniamo i nostri valori e la nostra mission di partner sicuro e indispensabile che sono i presupposti del nostro percorso di innovazione e crescita”. “La nostra zona - ha sottolineato Tappeiner - è conosciuta come il paradiso delle mele: qui tutti i passaggi del processo di produzione sono effettuati con la meticolosità di sempre, nel pieno rispetto dell’ambiente e con l’efficienza garantita dalle nuove tecnologie. La nuova immagine è un vero rinnovamento stilistico che ci rende ancora più unici e ci permette di valorizzare il prodotto finale”. l N.31 l APRILE 2020



insider |

Eugenio Felice

Bissolo Gabriele Trade in rosso chiede il concordato ex art.161 26

Bissolo Gabriele è a capo di un gruppo ortofrutticolo con sede ad Albaredo d’Adige (Verona) e presente anche con produzioni nell’Europa Orientale, in particolare di mele. La sua specializzazione è l’esportazione, anche oltremare. Il 3 marzo 2020 ha depositato presso il Tribunale di Verona il ricorso contenente la domanda prenotativa per l’ammissione al concordato preventivo ex art. 161 della Legge Fallimentare. Volturato intanto il posteggio a Veronamercato Bissolo Gabriele Trade Srl, azienda con sede legale a Veronamercato nata nel 1988 e sede operativa ad Albaredo d’Adige, comune della Bassa Veronese sul confine con Vicenza, specializzata nell’esportazione di frutta e verdura verso l’Europa Centrale e Orientale - Russia in particolare, prima che Putin chiudesse le frontiere al prodotto italiano e dell’Unione Europea il 7 agosto 2014 - ha depositato presso il Tribunale di Verona, in data 3 marzo 2020, il ricorso contenente la domanda prenotativa per l’ammissione al concordato preventivo ex. art. 161, comma sesto della Legge Fallimentare. Il giudice dovrà ora fissare un termine compreso tra 60 e 120 giorni e prorogabile di altri 60 giorni - entro cui l’azienda dovrà presentare la proposta, il piano e la documentazione FRUITBOOKMAGAZINE

di cui ai commi secondo e terzo dell’art. 161 (nella foto lo stand nel Centro agroalimentare di Verona). A seguito di questa domanda, i creditori di Gabriele Bissolo Trade Srl non possono iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sui beni dell’azienda. Tra i creditori ci sono, tra gli altri, fornitori di ortofrutta, istituti bancari, operatori dei trasporti, aziende di imballaggio. I debiti che sorgono dopo la domanda per l’ammissione al concordato, in virtù dell’attività ordinaria di amministrazione della società, godranno della prededuzione (ossia saranno pagati prima dei debiti pregressi), mentre i debiti pregressi alla domanda saranno pagati secondo le percentuali previste dal piano di concordato, qualora venisse accolto dal Tribunale di Verona. L’azienda, presente come espositore da anni anche a diverse fiere globali come Asia Fruit Logistica, negli ultimi anni ha risentito delle difficoltà di mercato, con un fatturato sceso dagli 8,15 milioni di euro del 2016 ai 5,23 milioni del 2018 (-36%) e un risultato di esercizio che è passato da un utile di 140 mila euro nel 2016 a una perdita di 1,23 milioni nel 2018, valore pari al 23,5% del fatturato dello stesso anno. Del gruppo, come si può desumere dal sito web, fanno parte anche aziende agricole impegnate nella produzione, sia in Italia che all’estero, in particolare in Repubblica Ceca e Bielorussia. Del gruppo, sempre a quanto evidenzia il sito web, farebbe parte anche la Bissolo Gabriele Tunisie Sarl. Intanto lo scorso febbraio la concessione del posteggio all’interno di Veronamercato è stata volturata dalla società Bissolo Gabriele Trade Srl alla società ceca Odbytove Druzstvo Sucha Loz che, come ci ha riferito Veronamercato, fa sempre capo a Gabriele Bissolo. l N.31 l APRILE 2020



marketing |

Salvo Garipoli*

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Il lockdown ci ha dimostrato come la volontà di ritrovare contenuti e intrattenimento on line si possa tradurre in ricerca di connessione emotiva e positiva con marchi e influencer e dall’altro ci obbliga a ragionare sugli elementi di contesto grazie ai quali affrontare il post-CODIV-19 A prevalere nei momenti di difficoltà è la necessità tutta umana di sentirsi parte di qualcosa di più grande, provare un’emozione, sentirsi inclusi e voler capire. Nel panorama delineato, la comunicazione è destinata a cambiare e ci obbliga a identificare modalità relazionali in grado di amplificare il concetto di community; siamo ora di fronte a utenti che chiedono di compartecipare al senso e al valore generato dalle aziende. È interessante l’esperimento sociale sui profili Instagram @gboccia e @iabicus lanciato con hashtag #CaroselloIsBack in cui alcuni brand, ogni sera, alle 19,45, hanno raccontato la propria storia a scopo solidale, pagando il “passaggio pubblicitario” con una donazione, direttamente proporzionale al numero di visualizzazioni realizzate, aggiungendo uno zero e impegnandosi a versare il proprio contributo a un’associazione sul territorio. Anche per queste ragioni, sul fronte della dinamica di mercato, preoccupano la prospettica riduzione del potere d’acquisto e il mutamento di sentiment da parte della domanda, elementi questi che ci obbligano a focalizzare l’attenzione su alcune aree di lavoro strategicamente rilevanti. Gli operatori della produFRUITBOOKMAGAZINE

zione, della distribuzione e dei servizi, di concerto e nel rispetto dei ruoli e dei vincoli strutturali esistenti, avranno infatti il compito di: 1) delineare il concetto di convenienza e di prossimità a partire dal luogo di acquisto fisico. Risulta fondamentale governare la dinamica sfuso-confezionato e il ruolo della private label in associazione con la marca del produttore capitalizzando il posizionamento distintivo di frutta e verdura naturalmente connotato nell’area del salutismo. 2) identificare gli strumenti e le dinamiche di promo-comunicazione più idonee a garantire efficienza ed efficacia nel processo di valorizzazione del prodotto e dei brand dentro e fuori il punto vendita. 3) operare in chiave di influencer marketing per attivare percorsi positivi di coinvolgimento attivo dei consumatori finali a supporto dello shopping.

4) intercettare il flusso positivo, ma ancora tutto da confermare nel post pandemia, sul fronte dell’e-commerce in maniera funzionale a sostenere esigenze espresse da parte di una fascia comunque consistente di utenti. Tutti fattori rilevanti che rappresentano vere e proprie sfide volte a definire i confini di un futuro che diventa ogni giorno più presente. l N.31 l APRILE 2020

*direttore operativo SG Marketing

Il futuro all’insegna dell’human to human



innovazione |

Valentina Bonazza

Il limone diventa mini e snack La proposta Di Pilato convince 30

Un limone in formato mignon, lungo 5 -6 centimetri, dalla forma più allungata rispetto al limone tradizionale, con buccia edibile e dalla polpa a bassa acidità. Praticamente potete prenderlo e mangiarlo in due bocconi, che siate a casa, in ufficio o in viaggio. Attenzione solo ai semi, quelli ci sono, proprio come nel limone che tutti conosciamo. È il limone snack coltivato a Policoro che nasce dalla collaborazione tra la Di Pilato Giovanni & Figli e OP Ancona “Il limone snack è una novità per l’Italia. Nel marzo 2019 abbiamo svolto un piccolo test sia sul Mercato ortofrutticolo di Milano che con la grande distribuzione”, ci riferisce Cristiana Dipilato della Di Pilato Giovanni & Figli, che ci spiega come è nata la commercializzazione di questo prodotto dalle caratteristiche peculiari, anche se ancora poco noto. “Il prodotto viene coltivato a Policoro (Matera) e nasce in collaborazione con OP Ancona”. Un test che ha dato i suoi frutti: il limone snack - il marchio registrato è Lemon Snack - infatti è piaciuto, tanto che l’azienda nel 2020 ha deciso di iniziare la commercializzazione già nel mese di gennaio. Grande l’attenzione dimostrata per il packaging: “Quest’anno abbiamo proposto una conFRUITBOOKMAGAZINE

fezione in linea con le nuove richieste in tema di sostenibilità. Infatti - sottolinea Cristiana Dipilato , da settembre 2019 abbiamo iniziato a convertire buona parte delle nostre referenze confezionate in vassoi in cartone certificato FSC con flowpack in PLA (acido polilattico) ed etichette compostabili. Sul fondo stesso dei vassoi sono riportate tutte le indicazioni per lo smaltimento dei rifiuti, in modo tale da dare indicazioni corrette ai consumatori”. Venduto principalmente nella grande distribuzione italiana, la Di Pilato Giovanni & Figli ha riscontrato un’ottima risposta da parte dei loro clienti e quindi dal consumatore finale. “Da quando la pianta è stata innestata nel 2016 - spiega Cristiana Dipilato -, abbiamo ottenuto circa il 30% del prodotto, la piena produzione potrà essere raggiunta negli anni a venire”. L’impianto di produzione si trova a Policoro e il suo calendario di raccolta va da gennaio a marzo. La produzione del limone snack avviene in un terreno di circa mezzo ettaro, destinato ad estendersi visti i risultati commerciali. Ma cosa lo rende speciale? Il limone snack si presenta come un piccolo limone, lungo 5-6 centimetri, dalla forma allungata e più snella rispetto al tradizionale agrume. Tra le principali caratteristiche che ne permettono il consumo come snack, oltre alle sue dimensioni, sono la sua polpa con bassa acidità che ne favorisce il consumo così com’è, al naturale, inoltre non è trattato in post raccolta, quindi la sua buccia è edibile. Attenzione però ai semi, presenti proprio come nel limone tradizionale. l N.31 l APRILE 2020



fiere |

Giovanni Turrino

Il coronavirus stende le fiere Nell’incertezza tutto rimandato 32

Nel mese di maggio si decide la sorte dell’edizione 2020 del Macfrut, la più importante fiera italiana dell’ortofrutta. Il presidente Renzo Piraccini ha già avvisato: “Senza adeguate condizioni la manifestazione salta al 2021”. Sarebbe la prima volta dalla sua fondazione. Sorte che tocca alla maggior parte delle fiere in calendario quest’anno, non solo in Italia. Dal Salone del Mobile, alle Olimpiadi di Tokyo per finire con Expo Dubai, tutto rimandato al 2021 Siete aziende che solitamente esponete a qualche fiera in Italia o all’estero? C’è chi per la trasferta di Fruit Logistica investe 100 mila euro e oltre. Siete buyer della grande distribuzione od operatori grossisti abituati a partecipare ad alcune fiere per capire come si sta muovendo il mercato e quali sono le ultime novità? Alzi la mano chi si sente sicuro di investire oggi anche solo nei biglietti aerei per andare a una delle fiere o degli eventi ancora calendarizzati nel 2020. Vediamo di fare il punto. Macfrut: prima era stata confermata a maggio, poi rimandata dal 10 all’8 settembre, sempre a Rimini. Nel momento in cui scriviamo tutto tace, ma il suo presidente Renzo Piraccini ha fatto sapere che “senza adeguate condizioni la manifestazione salta al 2021”. si decide a maggio. FRUITBOOKMAGAZINE

Asia Fruit Logistica. Altra fiera di inizio settembre. Si dovrebbe tenere dal 16 al 18 settembre, per la prima volta a Singapore, dopo diversi anni in cui si è svolta a Hong Kong. anche in questo caso domina l’incertezza: si farà? Se si farà sarà sottotono? Quanti operatori da tutto il mondo si fideranno a prendere un aereo con la consapevolezza che a settembre non sarà ancora disponibile alcun vaccino? È vero che Singapore pare aver contenuto l’epidemia da Covid-19 molto meglio rispetto all’Italia, ma i dubbi restano. Oltretutto, guardando agli operatori italiani, pare essere un’annata non molto fortunata a livello climatico, con produzione sotto la media. Quindi non dovrebbe esserci grande necessità di spingere sull’Estremo Oriente. Fruit Attraction. Qui sorgono i primi dubbi. La fiera è la vera antagonista di Fruit Logistica, cade in un periodo particolarmente indicato per la programmazione della campagna autunno-invernale e si svolge a Madrid, nella capitale del Paese più importante in Europa a livello di produzione e commercio dell’ortofrutta. Si dovrebbe tenere dal 20 al 22 ottobre. Al momento in cui scriviamo, metà aprile, la fiera è diventata il più grande ospedale da campo d’Europa, e non mancano le polemiche come per l’ospedale della Fiera di Milano, costato 21 milioni ma senza dottori e senza pazienti. Difficile dire se si farà, dipende tutto da come evolverà la pandemia in Europa. Comunque improbabile. Fruit Logistica 2021. Attenzione perché le misure di distanziamento sociale per contenere la diffusione del coronavirus mettono in discussione anche la fiera più grande del mondo dell’ortofrutta, in calendario dal 3 al 5 febbraio 2021. Se anche si facesse, sarebbe un’edizione a dir poco sottotono. l N.31 l APRILE 2020



soluzioni |

Giovanni Turrino

Sormapeel, lo “spellicolabile” ultraleggero e 100% riciclabile 34

Sorma Group, leader a livello mondiale nella progettazione e realizzazione di sistemi di confezionamento, selezione e pesatura per il settore ortofrutticolo, ha lanciato Sormapeel in occasione di Fruit Logistica 2020, una novità destinata a rivoluzionare il comparto del packaging di frutta e verdura Pratico, economico, a basso impatto ambientale e nella versione da 1 kg pesa meno di una moneta da 1 cent. Si tratta di Sormapeel (foto sotto), inedita soluzione patent pending sviluppata dal gruppo romagnolo che, in nome dell’economia circolare e frutto di una ricerca pluriennale di proposte funzionali e sostenibili, offre vantaggi concreti a tutta la filiera, dal confezionatore, al consumatore finale, fino a chi si occupa del recupero di plastica e carta. È la nuova linea di packaging applicabile a tutta la linea di macchinari Sorma adibiti al confezionamento di frutta e verdura. La sua adozione non richiede alcun nuovo investimento per modificare o cambiare le macchine già in dotazione. La nuova soluzione, inoltre, mantiene le stesse caratteristiche di visibilità del contenuto, traspirabilità, resistenza, velocità

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e forza applicate a tutte le linee di confezioni Sorma. Il contenuto di innovazione è dato dall’introduzione di una banda in carta “spellicolabile” - da qui il nome “Sormapeel” - cioè facilmente rimovibile da parte del consumatore, che potrà quindi riciclare separatamente e velocemente la plastica e la carta. Inoltre, la componente in plastica è mediamente inferiore di oltre il 50% rispetto a un imballaggio tradizionale ed è completamente riciclabile: in monomateriale, o tutta in PE (Polietilene ad alta densità) o tutta in PP (polipropilene), rende ancora più semplice e immediato il recupero del materiale. La banda in carta conferisce a sua volta una molteplicità di vantaggi. In primo luogo, oltre a essere un materiale che conferisce robustezza, permette di avere un film plastico più sottile del 70% rispetto alla norma: la carta funge da protezione al sottilissimo strato di plastica che compone il film. In secondo luogo, questa innovazione vanta l’economicità dei costi (vicini rispetto alla linea standard dell’azienda), rispetto ad altre soluzioni decisamente molto più dispendiose. “Con Sormapeel - commenta Andrea Mercadini, AD del Gruppo - possiamo dire di avere vinto una difficile sfida contro il tempo e a favore dell’ambiente. È una soluzione che tiene conto di aspetti cruciali come praticità, economicità e recuperabilità”.

l N.31 l APRILE 2020



organic |

Giancarlo Sbressa

Coronavirus, boom di vendite per il bio in tutto il mondo 36

Il biologico sembra essere premiato dai consumatori durante la quarantena. Secondo l’indagine svolta da Assobio con Nielsen, gli italiani, alla ricerca di qualità e sicurezza, hanno acquistato molto più biologico a marzo rispetto allo stesso mese del 2019. L’ortofrutta biologica registra un boom del 25%, un dato che fa riflettere visto che l’ortofrutta convenzionale ha registrato un +18%. Ma il trend positivo per il bio non si ferma al nostro Paese, è globale L’attenzione per la salute, la sicurezza e la qualità dei prodotti che il coronavirus porta con sé aumenta la velocità di crescita delle vendite di biologico. La ricerca di Ecovia Intelligence ha infatti evidenziato che i retailer di tutto il mondo stanno registrando un forte aumento delle vendite dei prodotti biologici, sopratutto nell’online. Ad esempio Whole Foods Market ha dovuto limitare il numero dei suoi clienti online a causa di una domanda senza precedenti. Nel Regno Unito, Abel & Cole ha registrato un aumento del 25% degli ordini, così come anche Riverford sta registrando un aumento della domanda. Nourish Organic, un rivenditore indiano online, a marzo ha registrato un aumento delle vendite del 30%. I negozi di alimenti biologici e FRUITBOOKMAGAZINE

salutistici che sono rimasti aperti in molti Paesi stanno inoltre attirando nuovi acquirenti, mentre i clienti esistenti stanno spendendo di più. In Francia, alcuni negozi di alimenti biologici stanno registrando un aumento delle vendite di oltre il 40%. E in Italia? Il nostro Paese è leader europeo per numero di agricoltori biologici, che sono oltre 68 mila, e d’imprese di trasformazione (oltre diecimila), le vendite nella grande distribuzione a marzo sono aumentate del 19,6%, con picchi nei discount (+23,7%) e nei piccoli supermercati di quartiere: +26,2%. Oltre ai prodotti per riempire la dispensa, l’indagine svolta da Assobio in collaborazione con Nielsen, pubblicata a metà aprile, rivela che l’ortofrutta ha registrato un vero boom, con una crescita del 24,8% rispetto a marzo 2019, un valore ancora più significativo, se si considera che le vendite di quella non biologica sono cresciute “solo” del 18,2%. Boom anche per la carne bovina e di pollo biologica, i cui consumi sono aumentati del 42% contro un incremento della carne non biologica “solo” del 29%. In forte crescita anche i surgelati bio (+44,8%), contro un +29,5% di quelli convenzionali. “La corsa agli acquisti nei supermercati ha rilanciato il trend dei prodotti biologici, scelti non solo nelle categorie che hanno maggiormente beneficiato della situazione contingente, ma anche in molte aree del freschissimo, dove l’elemento di rassicurazione del cliente finale ha fatto la differenza”, ha commentato Nicola De Carne, retailer client business partner di Nielsen Connect. l N.31 l APRILE 2020



frammenti |

Valentina Bonazza

Coronavirus, dagli Usa all’Italia è boom per i “comfort food” 38

Le misure restrittive anti coronavirus coinvolgono diverse aree del mondo. Il lockdown porta nell’animo delle persone, di tutte le persone, un senso di paura e incertezza, che poi si ripercuote immancabilmente nel contenuto dei carrelli della spesa. Se i prodotti per igiene e pulizia hanno avuto aumenti vertiginosi, la paura e la quarantena hanno portato i consumatori a virare su quei comfort food che negli ultimi anni stavano cercando di ridurre La quarantena adottata da sempre più Paesi, quale metodo ad oggi efficace per fermare il diffondersi del coronavirus, sembra cambiare non solo lo stile di vita e la routine delle persone, ma anche il loro rapporto con il cibo. In America, i consumatori che stavano adottando abitudini alimentari più sane e stili di vita salutistici, con il lockdown imposto stanno ritornando alle vecchie e poco salutari abitudini alimentari, tanto che la pizza surgelata ha registrato un +140,2% (nella settimana 16-22 marzo 2020, paragonata alla stessa settimana dell’anno precedente, dati Iri - Usa). “La gente sta tornando alle vecchie abitudini legate al comfort food”, ha spiegato un analista di Bloomberg. Di questi tempi c’è molta incertezza e così le persone tendono a rifugiarsi in ciò che conoscono FRUITBOOKMAGAZINE

e ciò che le conforta. Un acquisto dettato dall’ansia e dalla paura, che porta a un incremento di acquisti di carne e zuppe in scatola, tacos, pretzel e patatine fritte. “General Mills Inc., Tyson Foods Inc., Campbell Soup Co. e Kraft Heinz Co. hanno così visto un aumento delle vendite tra il 10% e il 20% nelle quattro settimane che si sono concluse l’8 marzo, per articoli come zuppe e preparati per la colazione”, ha spiegato un altro analista di Bloomberg citando i dati dell’Iri. “Dopo anni di diete a basso contenuto di carboidrati che penalizzavano le patate, ad esempio, ora gli americani comprano le patate al supermercato perché sono poco costose, durano a lungo e sono senza dubbio una fonte di conforto in tempi stressanti - ha sottolineato Frank Muir, presidente e amministratore delegato della Commissione della patata dell’Idaho -. La domanda è così grande che la commissione sta incoraggiando i ristoranti a cedere le loro riserve di patate inutilizzate ai rivenditori locali che ne hanno bisogno”. Infatti, dati Iri alla mano, in America nella settimana 16-22 marzo, gli americani hanno acquistato patate e patate dolci per un +275.1% rispetto all’anno precedente. E in Europa? Se si analizza nel dettaglio i prodotti che hanno avuto un boom, tralasciando tutto il non alimentare e i prodotti per l’igiene, sembrerebbe proprio che i comfort food siano i prediletti dalle persone costrette a casa, siano essi americani, britannici o italiani. I dati Nielsen relativi all’Italia evidenziano aumenti consistenti per pop-corn (+90%), creme spalmabili dolci (+72%), miele (+68%), merendine (+13%), olive (+14%), burro (+86%), wafer (+9%), margarina (+78%), mascarpone (+100%), zucchero (+55%), ma anche vino (+18%) e birra (+9%). l N.31 l APRILE 2020



analisi |

Marco Zanardi

Nelle settimane del Covid-19 il vincitore è l’e-commerce 40

Durante le prime cinque settimane di coronavirus la GDO ha registrato un rialzo a doppia cifra rispetto allo stesso periodo del 2019. Il trend migliore si registra nel libero servizio, seguito da supermercati e discount. Pesante invece il calo delle vendite di specialisti drug, ipermercati e cash&carry. Il vero vincitore durante l’emergenza sanitaria è però l’e-commerce, che cresce del 142,3% nelle settimane del Covid-19, uno sprint che lascerà il segno

come il trend maggiore, sempre nella settimana 12, si registra nel libero servizio (+40,8%), nei supermercati (+18,5%) e nei discount (+6,7%). Si accentua invece il calo delle vendite di specialisti drug (-40%) e ipermercati (-12,2%). Continua il calo dei format cash&carry, canale principale di approvvigionamento per la clientela professionale e operatori horeca (ospitalità, ristorazione), con un trend negativo del 52,4%. Ma il vero vincitore è senza dubbio l’e-commerce: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 16 a domenica 22 marzo è stato del +142%, in rialzo di +45 punti rispetto al trend della settimana precedente. Le dinamiche di afflusso ai negozi registrano un trend molto positivo durante i giorni lavorativi e un calo nel weekend, complici le

“La seconda settimana di quarantena ufficiale fa registrare VENDITE FMCG ONLINE PRIME 12 SETTIMANE 2020 un rallentamento della crescita rispetto ai trend a doppia cifra delle ultime settimane. I dati - spiega Romolo de Ca+142,3% millis, retailer service director di Nielsen Connect Italia, con +97,2% riferimento alla settimana 12 (dal 16 al 22 marzo) - confer+82,3% mano i primi segnali di “rottu+81,0% ra” rilevati in precedenza: da un lato causati dalle nuove +56,8% procedure di ingresso nei +46,2% +45,6% +42,8% +45,0% +44,0% +44,1% +38,0% negozi, che limitano l’afflusso per garantire le distanze di +16,4% +5,4% +10,5% sicurezza, dall’altro la conti+8,3% +12,2% +11,0% -0,9% +1,4% -0,2% -0,5% +0,7% +1,1% nua scesa dei negozi di vicinaW1 W2 W3 W4 W5 W6 W7 W8 W9 W10 W11 W12 to, che si trovano nei pressi delle abitazioni e permettono Pre COVID-19 Prime 5 sett. emergenza COVID -19 quindi di limitare il tragitto Fonte: Nielsen | W = settimana per la spesa. Sul rallentamenchiusure domenicali in quasi tutta Italia. Le categoto della crescita delle vendite della GDO incidono rie di prodotti maggiormente impattate durante le anche le restrizioni governative che vietano la vensettimane del coronavirus sono legate ai tre effetti dita di prodotti non essenziali, per esempio la canidentificati da Nielsen: l’effetto stock, l’effetto precelleria e l’elettronica di consumo”. venzione e salute e l’effetto resto a casa. A livello di format distributivi, Nielsen sottolinea FRUITBOOKMAGAZINE

l N.31 l APRILE 2020



scenari |

Eugenio Felice

Aspiag Service, bene l’ortofrutta ma sarà un anno complicato 42

Il 21 febbraio è stato annunciato il primo caso di coronavirus in Italia. Come sono cambiate le abitudini di acquisto dei consumatori nel reparto ortofrutta in questo periodo di emergenza sanitaria e lockdown? Lo abbiamo chiesto a Nicola Faccio, area manager acquisti frutta e verdura di Aspiag Service, concessionaria Despar per il Triveneto e l’Emilia Romagna, gruppo distributivo che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 2,33 miliardi di euro (+3,4%) “In generale, se osserviamo i dati relativi a tutta la rete, abbiamo avuto incrementi di consumi molto importanti sia per la frutta che per la verdura. L’andamento ha riguardato anche i marchi privati del nostro gruppo, che sono Despar Premium, Passo dopo Passo, Era Ora, Bio,logico, SBudget, e Vital. Andando ad analizzare più nel dettaglio i dati, si nota che sono cambiati i tempi di acquisto, con il sabato che non è più il primo giorno di vendita della settimana, e i luoghi preferiti dove fare la spesa, con i negozi di vicinato che hanno aumentato di molto il lavoro a discapito delle grandi superfici”, ci spiega Nicola Faccio, area manager acquisti frutta e verdura di Aspiag Service, concessionaria Despar per il Triveneto e l’Emilia Romagna. FRUITBOOKMAGAZINE

“Tornando al reparto - continua Faccio - tutta la frutta e la verdura di prima gamma hanno incrementato i numeri: prodotti basici come patate, carote, cipolle, mele, pere, banane hanno incrementato oltre il 30% rispetto ad altre referenze come ananas, fragole, insalate e altri prodotti che durano meno nel frigorifero di casa a causa della loro deperibilità. Si sono ridotte drasticamente, di oltre l’80%, le vendite di piatti pronti come le insalate pronte all’uso destinate a un consumo in ufficio: per questo motivo abbiamo anche sospeso temporaneamente gli ordini. Mentre le insalate di quarta gamma standard, quelle in busta a uso casalingo, sono rimaste stabili. Se i volumi di ortofrutta venduta, in generale, sono aumentati, volendo dare uno sguardo al valore, possiamo dire che ci sono stati degli aumenti di prezzo legati alla carenza di prodotto, ma non abbiamo riscontrato tentativi di speculazione da parte dei fornitori. Quello che succederà nei prossimi mesi in termini di consumi non è facile da prevedere, certo è che il Covid-19 ha rallentato i nuovi progetti di sviluppo: l’estate porterà principalmente il consolidamento di quanto sviluppato nel 2019 sui marchi Premium”. Intanto il 2019 è stato un altro anno sugli scudi per Aspiag Service, con un fatturato di 2,33 miliardi di euro, in crescita del 3,4% rispetto al 2018. l N.31 l APRILE 2020



neuronews |

Matteo Sgaravato*

44

La creazione di un marchio, nel mondo ortofrutticolo così come negli altri settori merceologici, conferisce una forte identità al prodotto, capace di veicolare non solo le sue qualità intrinseche ed organolettiche, ma un vero e proprio valore aggiunto e distintivo. Solo però con la giusta strategia di marketing Il settore ortofrutticolo, ad eccezione di qualche raro esempio, ha politiche di branding molto deboli. A differenza di altre categorie di beni di consumo che si trovano sugli scaffali dei supermercati, i cui brand sono più spesso riconoscibili e riconosciuti dalla clientela, i produttori di frutta e verdura sottovalutano l’importanza di avere un marchio forte e ben posizionato. Poche sono anche le private label delle catene distributive in questo ambito. Questo accade perché da sempre i prodotti appartenenti al comparto ortofrutticolo vengono assimilati a pure “commodity”, ovvero a prodotti in un certo senso standardizzati, che si vendono da soli e non hanno bisogno di ulteriori valori aggiunti, se non quelli strettamente legati alla disponibilità e alla qualità dei prodotti stessi. Eppure casi di successo dimostrano il contrario: anche per le commodity avere un marchio riconosciuto può risultare strategico, in quanto può influenzare le scelte di consumo del cliente e creare fidelizzazione, andando anche a superare le logiche di prezFRUITBOOKMAGAZINE

zo. Diversamente da quanto spesso si tende a pensare, non è vero che il consumatore non sia disposto a spendere di più. L’importante è che sappia “perché” sta spendendo quel qualcosa in più. Il punto di partenza è quindi quello di analizzare il proprio prodotto, la propria filiera, il proprio modo di operare e individuare i motivi che rendono la frutta o la verdura di nostra produzione “unica” rispetto ai concorrenti. Possono essere ragioni tangibili o intangibili, come una certa origine geografica, una coltivazione locale o biologica, una certificazione DOP o IGP, specifiche proprietà organolettiche o un packaging particolare; o ancora, l’azienda produttrice potrebbe essere portatrice di determinati valori sociali, supportando campagne di solidarietà o iniziative sportive. Ogni operatore deve interrogarsi e identificare quali sono gli elementi che rendono il suo prodotto “riconoscibile” e di conseguenza, se correttamente veicolati, “riconosciuto” dai clienti. Il brand può configurarsi come un segno distintivo importante. Ovviamente è fondamentale sviluppare una strategia di marketing in cui niente sia lasciato al caso: dallo studio del logo, nelle sue forme e nei colori, alla definizione di un payoff o slogan, dall’analisi del mercato e dei competitor, alla valutazione dei propri punti di forza e al modo di comunicarli. Il passaggio da commodity a brand non è sinonimo di aumento dei costi: sarà sufficiente ottimizzare le risorse. Per ridurre al minimo gli errori, sarà necessario sviluppare la strategia di marketing con un approccio neuroscientifico che tenga conto delle preferenze, degli atteggiamenti, delle abitudini e del modo di ragionare del target, così da chiarire in anticipo cosa comunicare, in che modo e in quali tempi. Ne parleremo nel prossimo numero. l N.31 l APRILE 2020

*amm. delegato Sgaravato Srl

Da comodity a brand: la strada per acquisire maggiore valore



cronaca |

Eugenio Felice

Esselunga, il riassetto societario a debito non piace a Moody’s 46

Marina Caprotti e la madre Giuliana Albera diventano azioniste al 100% di Esselunga liquidando Violetta e Giuseppe Caprotti, figli di primo letto del fondatore Bernardo Caprotti, con 1,83 miliardi di euro. L’operazione, che viene perfezionata indebitando Esselunga, non è piaciuta però all’agenzia di rating Moody’s che a fine marzo ha declassato a “spazzatura” le obbligazioni del gruppo distributivo, che nel 2019 ha fatturato 8,14 miliardi di euro Marina Caprotti e la madre Giuliana Albera arrivano al 100% delle quote del colosso italiano della grande distribuzione attraverso l’acquisto del 30% in portafoglio ai fratelli Violetta e Giuseppe. Le due eredi del fondatore Bernardo Caprotti, azioniste di maggioranza di Supermarkets Italiani Spa, la holding che detiene le redini dell’insegna Esselunga, liquideranno con 1,83 miliardi di euro gli azionisti di minoranza Violetta e Giuseppe. Giuliana Albera è la seconda moglie di Bernardo Caprotti, scomparso il 30 settembre 2016 all’età di 91 anni. Dopo la definizione del valore di 6,1 miliardi fornita venerdì 20 marzo dal lodo arbitrale, Marina e Giuliana hanno disegnato la manovra che include un mix di apporto di capitale e debito bancario. Per arrivare alla cifra stabilita l’operazione vede le due detentrici della maggioranza delle azioni corrispondere 100 milioni di tasca propria - riporta il Corriere della Sera - per pagare i costi finanziari dell’operazione, 435 milioni con la cessione a un investitore finanziario del 32,5% del capitale di La Villata Spa (il restante 67,5% di La Villata è detenuta direttamente da Esselunga) e infine i restanti 1,312 miliardi arriveranno da un prestito da parte di un pool di banche composto da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Bnl-Bnp Paribas che finanzieranno la capofila Supermercati italiani che poi si fonderà con EsseFRUITBOOKMAGAZINE

lunga, la quale in buona sostanza è destinata a farsi carico degli impegni finanziari. In altre parole, come hanno sottolineato alcuni quotidiani, è Esselunga a pagare il prezzo del regolamento dei conti in casa Caprotti, dopo anni di tensioni e litigi. Nulla esclude che la prossima mossa sia la vendita del gruppo, che nel 2019 ha fatturato 8,14 miliardi di euro.

L’operazione non è piaciuta alla nota agenzia di rating Moody’s, che ha deciso di declassare da Baa2 a Ba1, equivalente a quel che in gergo viene definito “junk” o “spazzatura”, il giudizio sulle obbligazioni di Esselunga Spa. Farsi carico dei finanziamenti necessari per perfezionare l’operazione, per Esselunga significherà, subito dopo la fusione con le controllanti - Supermarkets Italiani Spa e Superit Finco Spa rimborsare la linea “bridge” oltre che 300 milioni di euro dell’indebitamento gravante sulle entità incorporate. Non proprio una cosa da nulla per Esselunga che nel 2019 aveva un indebitamento finanziario netto pari a 509,7 milioni. “Il downgrade riflette il significativo debito e la conseguente maggiore leva finanziaria che Esselunga ha dovuto contrarre per rendere più facile l’acquisizione del 30% delle quote di minoranza”, ha spiegato Ernesto Bisagno di Moody’s, che ha aggiunto: “La transazione giunge inoltre in un momento di grande incertezza per via delle difficoltà del settore della vendita al dettaglio e delle peggiori condizioni economiche causate dalla diffusione del coronavirus”. l N.31 l APRILE 2020



eccellenze |

Marco Zanardi

Zespri, un look più glamour Obiettivo 2025: 4,5 miliardi 48

Zespri, leader mondiale nella commercializzazione di kiwi, ha presentato per la prima volta nei suoi 22 anni di storia il nuovo look: un marchio rinnovato e un corposo piano di comunicazione che supporterà l’azienda nella sua crescita. Zespri punta a raggiungere 4,5 miliardi di dollari di fatturato entro il 2025, trainata dall’impegno dei 2.800 coltivatori neozelandesi e dai 1.500 coltivatori offshore, compresa l’Italia, che producono kiwi di qualità premium Il nuovo brand, svelato a Fruit Logistica 2020, riflette meglio l’impegno dell’azienda: aiutare le persone, le comunità e l’ambiente a prosperare attraverso la bontà del kiwi. Il rilancio include un rinnovato posizionamento di Zespri, uno slogan inedito e una nuova identità visiva che vuole catturare proprio l’esplosione di gusto che i consumatori provano mordendo i kiwi Zespri. L’industria del kiwi neozelandese ha investito in modo significativo nello sviluppo del marchio Zespri e il rinnovo del brand è stato progettato per raccontare in modo chiaro il posizionamento che l’azienda avrà nella sua prossima fase di sviluppo”, ha affermato Jiunn Shih, chief growth officer di Zespri. “I consumatori - ha aggiunto - oggi fanno scelte sempre FRUITBOOKMAGAZINE

più consapevoli nei loro acquisti e prediligono brand che dichiarano un impegno e condividono valori con cui le persone si identificano. Siamo orgogliosi del nostro scopo e dei nostri valori, incluso il nostro ruolo di kaitiaki (“guardiani”) delle generazioni future, e i consumatori possono aspettarsi di vederlo sempre più rappresentato attraverso la nostra nuova identità visiva”. Shih afferma che il rinnovo del brand ha richiesto un processo lungo e articolato orientato all’analisi di come Zespri potesse comunicare in modo più emozionale con i consumatori e costruire un’identità di marca più forte e intuitiva. La nuova identità del brand vuole anche sottolineare quanto i consumatori siano sempre più attenti alla salute e alla ricerca di opzioni di gusto che siano sane, gustose e naturali. “I kiwi Zespri non solo sono tra i frutti più nutrienti al mondo, ma hanno anche un ottimo sapore, quindi i consumatori possono scegliere di concedersi uno spuntino che sia allo stesso tempo sano e delizioso - ha aggiunto Shih -. Inoltre, per celebrare l’importanza di essere in buona salute, abbiamo introdotto anche un nuovo slogan, make your healthy irresistible, dando così ai nostri consumatori la possibilità di rendere irresistibile il proprio benessere”. A Berlino Zespri ha anche annunciato di voler rendere tutti i suoi imballaggi riutilizzabili, riciclabili o compostabili al 100% entro il 2025. L’annuncio fa parte di una serie di impegni che l’azienda si è assunta in materia di sostenibilità e che sono stati condivisi con coltivatori, consumatori e fornitori. l N.31 l APRILE 2020



lo studio |

Valentina Bonazza

Il coronavirus può persistere sulla frutta e verdura? 50

Guanti in lattice, mascherina, distanze di sicurezza, è così che ora andiamo a fare la spesa. Ci mettiamo i guanti monouso del supermercato per selezionare i prodotti e mettere nei sacchetti ciò che ci serve, ultimiamo la spesa e torniamo a casa. Ma è sicura la frutta e la verdura che ci mettiamo nel nostro frigorifero o nel cestino in cucina? Ora che il coronavirus interessa tutto il mondo, USA compresi, aumentano le ricerche sulla sua permanenza sul cibo Secondo l’Efsa e l’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS la frutta e la verdura sono sicure, fino a prova contraria. Vale a dire che non ci sono prove scientifiche che mangiandole ci possano infettare, così come, però, non ci sono evidenze scientifiche del contrario. Ora che il coronavirus inizia a interessare anche gli Usa, aumentano gli studi sulla sua permanenza sulle superfici e sugli alimenti e ci si interroga se non sia il caso, in via precauzionale e a tutela del consumatore, di confezionare frutta e ortaggi che si mangiano crudi e senza sbucciarli, come fragole o peperoni. Così, Felicia GouletMiller, docente di microbiologia alla Gulf Coast University, ha affermato ai microfoni della NBC2 News che, in effetti, nel caso in cui una persona infetta dovesse starnutire suFRUITBOOKMAGAZINE

gli alimenti o toccarsi il naso o la bocca e poi toccare la frutta o la verdura senza protezioni, il coronavirus potrebbe permanere su quell’alimento per diverso tempo. Questo può essere rischioso se un’altra persona poi lo tocca e con le stesse mani dovesse toccarsi occhi, naso o bocca. Nel 2013, una ricerca condotta sul coronavirus famiglia di virus alla quale appartiene il Covid-19 sulle fragole e sulla lattuga, aveva evidenziato come questo sopravvive su questi alimenti tra i quattro e i 10 giorni, che è un lasso di tempo comunque molto più basso rispetto ad altri virus che intaccano le vie respiratorie. D’altra parte, l’autorità irlandese per la sicurezza alimentare ha ribadito che il coronavirus ha bisogno di un ospite - un animale o un essere umano - per crescere e proliferare, quindi è impossibile che riesca a svilupparsi ulteriormente sul cibo. Quindi, fino a quando non avremo informazioni più definitive e unanimi, acquistare e consumare frutta e verdura in questo momento non deve mettere in allarme, basta adottare una corretta igiene. Il coronavirus, in definitiva, può essere presente sulla frutta e sulla verdura, così come su mille altri oggetti, ma Felicia Goulet-Miller ci tiene a rassicurare che, per ovviare a questo rischio già ridotto di contrarre il virus in questo modo, basta lavare la frutta e la verdura, soprattutto se la si consuma cruda, infatti con la cottura il Covid-19 non sopravvive. Basta quindi lavare con acqua e sapone o usare il disinfettante per alimenti che solitamente si diluisce in acqua, sfregare e asciugare. Il semplice sfregamento con acqua e sapone, infatti, può uccidere il coronavirus in quanto distrugge la sua barriera esterna, esattamente la stessa cosa che succede quando ci laviamo le mani. l N.31 l APRILE 2020



il libro |

Giancarlo Sbressa

BLab, un nuovo magazine sulla sicurezza alimentare 52

Questa volta non parleremo di un libro ma di una nuova pubblicazione periodica a cadenza trimestrale. Si chiama BLab Magazine e si occupa di divulgazione scientifica sulla sicurezza alimentare, rivolto sia agli addetti ai lavori sia a chi voglia saperne di più di uno degli argomenti più importanti di questi anni. Il progetto fa capo a Bonassisa Lab, il laboratorio privato di analisi più grande del centro-sud Italia guidato dalla biologa Lucia Bonassisa Quando siamo venuti a conoscenza dell’iniziativa editoriale BLab Magazine, abbiamo pensato subito a un emulo de Il Salvagente, periodico mensile che si può acquistare in edicola e che gode di una certa popolarità, “leader nei test di laboratorio contro le truffe ai consumatori” (così almeno si definisce). In realtà si tratta di due pubblicazioni piuttosto diverse: BLab Magazine è la pubblicazione del laboratorio privato di analisi più grande del centro-sud Italia e non si prefigge di fare test di laboratorio per incriminare o recensire questo o quell’altro prodotto, quanto fare divulgazione scientifica sulla sicurezza alimentare, rivolgendosi sia al mondo degli addetti ai lavori che a tutti quanti ne vogliano sapere di più su uno degli argomenti più importanti degli ultimi anni, quello della food safety appunto. Il magazine, dopo un numero zero, è ora disponibile nel numero uno, in uscita a maggio. "Stiamo provando a mettere la nostra esperienza a disposizione di tutti. Scienziati, ricercatori, accertatori, biologi e microbiologi, chimici, tecnici, imprenditori del settore e consumatori. Stiamo provando a diventare megafoni della nostra stessa passione, occupandoci direttamente della divulgazione della sicurezza alimentare, dedicando cioè parte delle nostre energie e delle nostre risorse alla realizzazione di un magazine che, attraverso la nostra lente, FRUITBOOKMAGAZINE

racconterà la complessa realtà della sicurezza ambientale e alimentare”, ha dichiarato il direttore commerciale di BLab, Leonardo Boschetti, padovano trapiantato da oltre vent’anni in Puglia, dove ha sede BLab. “Abbiamo dato vita a una pubblicazione che cercherà di farsi carico della necessità di essere più consa- BLab magazine, periodico pevoli, una rivista trimestrale / quadrimestrale, Editore Bonassisa Lab a disposizione degli addetti ai lavori e di chi vuol saperne di più. Soprattutto in questo momento di grande incertezza, in cui l’unica ancora sembra essere la scienza, ovvero il ricorso a tutta la conoscenza di cui disponiamo per poter certificare la qualità e l’affidabilità di quello che mangiamo”. Del comitato scientifico fanno parte figure di alto profilo, tra le quali spicca Riccardo Calcagni, esperto del comparto frutta secca nonché amministratore delegato di Besana Group. Nato tredici anni fa, con 80 dipendenti a oggi, BLab - oltre alla sede storica di Foggia, è presente a Ferrara e Ravenna - è diventato un punto di riferimento per più di 1.500 tra grandi e medie aziende italiane e offre un servizio di qualità con strumenti e tecniche di avanguardia in grado di competere con le multinazionali europee del settore. La fondatrice e amministratore delegato è la biologa Lucia Bonassisa, 52 anni, recentemente protagonista anche di un ampio servizio su Economia& Finanza di La Repubblica. “Facciamo parlare gli esperti su tematiche legate a ciascuno di noi perché si tratta della nostra salute. È una bella scommessa”, ha commentato Lucia Bonassisa, in merito al nuovo progetto editoriale BLab Magazine. l N.31 l APRILE 2020



mercati IV gamma |

Marco Zanardi

Insalate in busta, picchi e cali ma la sicurezza è la normalità 54

Il coronavirus ha stravolto la vita degli italiani e ne ha mutato le abitudini di acquisto. Come ha impattato il Covid19 sull’industria delle insalate in busta pronte al consumo? Ci dà il suo punto di vista Cultiva Società Agricola OP Consortile, tra i più qualificati player in Italia nel comparto delle baby leaf con 700 ettari in produzione tra serre e pieno campo in diverse zone d’Italia, di cui 160 certificati biologico. Lo stabilimento si trova a Taglio di Po (Veneto) L’emergenza Coronavirus si sta rivelando un momento delicato per il settore ortofrutticolo, per le fluttuazioni della domanda di fornitura di merce in GDO, caratterizzata da continui picchi e cali, ma anche per le conseguenti difficoltà nel fare previsioni di vendita. Le gelate primaverili nel nord Italia non hanno compromesso l’approvvigionamento: per

Cultiva, l’abbassamento della temperatura non è stato un problema in quanto le produzioni avvengono in serra. Al contrario, questo ha ridotto la crescita elevata del prodotto, scongiurando un surplus nella produzione. Un business model agile, un controllo di filiera minuzioso e attento e un impianto serricolo di FRUITBOOKMAGAZINE

avanguardia si sono rivelati degli asset indispensabili per rispondere con tempismo e fluidità alle emergenze. Cultiva, che opera ormai da decenni come fornitore di I e IV gamma delle più grandi realtà in Italia e all’estero, è riuscita a rispondere rapidamente all’emergenza Covid-19 e mantenere un dato di crescita che si discosta di poco, se rapportato con lo stesso periodo degli scorsi anni. L’azienda vanta, infatti, un controllo di filiera meticoloso e scrupoloso, volto da sempre ad assicurare salubrità del prodotto e a scongiurare ogni rischio. “Abbiamo una filiera completamente sotto controllo, che prevede da sempre l’applicazione di severe norme igieniche e di sicurezza alimentare - ha affermato il presidente Giancarlo Boscolo (foto sopra) - e dunque abbiamo potuto gestire rapidamente l’emergenza Covid-19, attuando immediatamente tutte le prescrizioni che sono state ritenute necessarie per affrontare questa pandemia, grazie alla collaborazione di tutti gli attori lungo il ciclo produttivo”. “Il prodotto di IV gamma - ha aggiunto Riccardo Pastore, direttore della produzione industriale, commerciale e marketing, area retail IV gamma - arriva al punto vendita lavato e imbustato, per questo garantisce una sicurezza e salubrità ancora maggiori del prodotto di I gamma. Non abbiamo dovuto apportare alcuna modifica alla nostra normale procedura produttiva per ridurre la cross contamination: l’impianto industriale di quarta gamma di Cultiva, infatti, risponde già ai massimi criteri di igiene”. l N.31 l APRILE 2020



esteri |

Valentina Bonazza

Morrisons, per i suoi agricoltori sconto del 5% sulla spesa 56

Morrisons, gruppo distributivo con sede a Bradford con 494 negozi in tutto il Regno Unito, ha deciso di offrire il 5% di sconto ai suoi 2.700 fornitori diretti britannici di prodotti agricoli che nel periodo di emergenza sanitaria hanno continuato a lavorare per rifornire i supermercati e le tavole britanniche. Non è solo un modo per sostenere i fornitori e le loro famiglie, ma ha anche lo scopo di incentivare la vendita dei prodotti locali e nazionali di qualità La catena britannica Morrisons, con 494 negozi che servono 12 milioni di clienti ogni settimana, ha deciso di ringraziare tutti i suoi fornitori diretti di prodotti freschi e locali riservandogli uno sconto del 5% sugli acquisti dal 23 aprile al 12 luglio. Lo sconto sarà offerto ai 2.700 agricoltori, allevatori e produttori locali, fornitori dei punti vendita Morrisons, che si sono visti recapitare a casa una carta sconto sugli acquisti nei punti vendita della catena britannica. Tra i fornitori che potranno usufruire dello sconto troviamo agricoltori, produttori di frutta e verdura, pescatori, allevatori, ovicoltori e produttori di latte e latticini. Lavoratori che tutta la Gran Bretagna sta cercando di sostenere con la campagna #FeedtheNation. FRUITBOOKMAGAZINE

L’iniziativa non è solo un modo per ringraziare e sostenere i fornitori e le loro famiglie, ma ha anche lo scopo di incentivare la vendita dei prodotti locali e nazionali di qualità. Infatti, questa iniziativa arriva anche in un momento in cui la domanda e i prezzi di certi alimenti è diminuita notevolmente perché, a causa del lockdown, i ristoranti sono chiusi e viene quindi a mancare la richiesta di prodotti solitamente riservati a quel settore, che si stimano essere un terzo del totale. Per questo motivo, dal 30 aprile hanno aperto nei punti vendita Morrisons anche un ‘BBQ and Steak Bar’ e un ‘BBQ and Seafood Bar’. Iniziative per la “stagione estiva” volte ad aiutare gli allevatori e i pescatori che in questo momento non possono vendere un terzo dei loro prodotti di alta qualità: quelli solitamente destinati alla ristorazione come ad esempio bistecche, tagli scelti, pescato fresco e crostacei. Allo stesso tempo, questa manovra permette alla catena britannica di offrire ai clienti una gamma molto più ampia di carne e pesce fresco di alta qualità. “Questo è un momento duro per la nazione - ha affermato l’amministratore delegato David Potts - e anche per gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori. Nel Regno Unito siamo la catena distributiva che acquista di più dai produttori locali britannici (la carne a marchio Morrisons è proveniente al 100% da allevatori britannici) che continuano a fornire cibo di ottima qualità nonostante le difficoltà. Vogliamo quindi dimostrare loro la nostra gratitudine”. l N.31 l APRILE 2020



retail |

Eugenio Felice

Tosano, gli iper che funzionano verso il miliardo di fatturato 58

Gruppo Tosano, presente con 14 ipermercati e 1 supermercato tra Verona, Vicenza, Mantova, Brescia, Padova, Venezia e Treviso, è tra i gruppi della distribuzione alimentare veneta quello che registra i maggiori tassi di crescita con un fatturato 2019 che è stato attorno ai 950 milioni di euro. Un caso di studio, considerando che gli iper nel resto d’Italia sono in grande affanno. Gruppo Tosano ha vinto anche un premio per il rapporto qualità / prezzo Il gruppo della distribuzione alimentare che cresce di più in Veneto? È da anni il Gruppo Tosano con sede a Cerea, nella Bassa Veronese, con un aumento costante del fatturato, anno dopo anno: nel 2011 aveva fatturato 311 milioni di euro con 7 ipermercati, nel 2018 (ultimo bilancio approvato e depositato) ha fatturato 871 milioni di euro con 14 ipermercati e 1 supermercato, vale a dire una crescita del 180% in 8 anni. E il 2019, che ha visto l’apertura del nuovo polo logistico surgelati ad elevata automazione, ha confermato il trend con un volume d’affari stimato in 950 milioni di euro. Il 2020, che coincide con il 50.tenario, potrebbe raggiungere il traguardo del miliardo di euro di fatturato ma resta ancora da decifrare l’impatto del coronavirus sulle abitudini di acquisto. FRUITBOOKMAGAZINE

Tra i record del gruppo distributivo veronese c’è anche il fatturato per singolo punto vendita, cresciuto anche quello costantemente: la media nel 2019 è stata attorno ai 60 milioni di euro. I punti vendita si trovano nelle province di Verona, Vicenza, Mantova, Brescia, Padova, Venezia e Treviso. Il Gruppo Tosano, parte del Gruppo VéGé, nasce nel 1970 ed è presieduto dal fondatore Anerio Tosano, che lo scorso febbraio ha ricefuto il premio Domus Mercatorum della Camera di Commercio di Verona come imprenditore dell’anno. Il Gruppo Tosano a gennaio ha vinto anche il premio Cx Store Award, il riconoscimento per le insegne con il migliore rapporto qualità/prezzo. Tosano è risultato il primo gruppo della grande distribuzione alimentare considerando il “goodwill relativo”, ovvero il capitale di reputazione riferito al parco clienti. È salita sul gradino più alto del podio assieme ad Esselunga, che è risultata prima anche nell’area Nord Ovest e nel reparto ortofrutta, confermando quindi l’opinione dei fornitori espressi con il nostro premio Top Fresh Retailer. Il 2020 procederà all’insegna dello sviluppo, con l’apertura del sedicesimo punto vendita, nel mese di maggio, un nuovo ipermercato a Pederobba, il secondo di Treviso, con una superficie di vendita di 6.500 metri quadri. Parliamo quindi anche in questo caso di un ipermercato, un format in crisi in Italia ma che invece funziona benissimo per Tosano che da sempre ha puntato più che agli effetti speciali nel punto vendita a un assortimento ampio e profondo di prodotti di marca offerti a un prezzo decisamente competitivo, con attenzione anche al canale Horeca, con grandi formati e casse dedicate. La formula adottata è quella dell’every day low price, con prezzi sempre bassi, zero promozioni e volantini. l N.31 l APRILE 2020



anniversari |

Giancarlo Sbressa

Zerbinati, 2020 ricco di novità per festeggiare le 50 candeline

In occasione di Fruit Logistica 2020 (Berlino, 5-7 febbraio), la più grande fiera al mondo del settore ortofrutta, abbiamo intervistato Simone Zerbinati, direttore generale di Zerbinati Srl, azienda di Casale Monferrato (AL) tra i leader in Italia nelle insalate di IV gamma, nelle zuppe fresche, nei burger freschi, negli estratti freschi e nei piatti pronti freschi a base vegetale, a marchio proprio o a marchio del distributore (MDD). Potete vedere e ascoltare l’intervista leggendo il QR code di questa pagina con il vostro smartphone. L’azienda, fin dalle sue origini nel 1970, ha sempre avuto come obiettivo principale l’accontentare i gusti in continua evoluzione dei consumatori, anticipandone le tendenze ed esigenze con prodotti buoni, freschi e genuini. FRUITBOOKMAGAZINE

Zerbinati nel 2020 compie 50 anni e ha colto l’occasione dell’importante evento fieristico per dare ufficialmente il via ai festeggiamenti, con l’immancabile taglio della torta: è stato solo il primo di una serie di appuntamenti celebrativi che caratterizzeranno il 2020. Nell’occasione Simone Zerbinati ha dichiarato: “Siamo felici e orgogliosi di festeggiare insieme, proprio come una grande famiglia, un nuovo traguardo. Vogliamo dedicarlo a tutte le persone che lo hanno reso possibile e che continuano a crescere con noi scegliendoci ogni giorno: i collaboratori, i consumatori, i clienti e i fornitori”. Tra le novità presentate in fiera spicca il “prodotto anniversario”: il Minestrone Leggero che contiene solo verdure fresche, senza aggiunta di patate, legumi e olio, per garantire un prodotto sempre sano e gustoso, con una leggerezza unica. Il minestrone è stato il primo prodotto dell’azienda: nasce con l’azienda in versione tagliato, lavato e confezionato in vaschetta e diventa immediatamente il prodotto cardine di Zerbinati, che ora rilancia in chiave innovativa, riuscendo a offrire ai consumatori un prodotto sempre più in linea con i trend del momento.

da Fruit

Logistica

Zerbinati, azienda tra i leader nel comparto delle insalate di quarta gamma e dei piatti pronti a base vegetale, in occasione della fiera Fruit Logistica 2020 ha festeggiato i 50 anni di attività e ha presentato diverse novità, tra cui la “special edition” del Minestrone Leggero che contiene solo verdure fresche senza aggiunta di patate, legumi e olio. Leggendo il QR code di questa pagina potete vedere la nostra intervista al direttore generale Simone Zerbinati

Il video

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percorsi |

Irene Forte

Pedon, i legumi si fanno snack Salutari, ma soprattutto buoni 62

I Legumi fatti a snack sono 24 referenze in pratica confezione monodose e rappresentano il debutto di Pedon nel segmento degli snack salutari. Un progetto che rappresenta l’anima innovativa dell’azienda e dà continuità al percorso di marca iniziato lo scorso anno con il rinnovo di immagine e logo Pedon, marca eclettica e innovatrice che fonda la sua ragion d’essere nello sviluppo di soluzioni vegetali in risposta agli stili di consumo contemporanei, propone una nuova forma di snack-benessere che ne rivoluziona il concetto stesso: arrivano I Legumi fatti a snack, i primi snack a base di legumi che stravolgono il modo di percepire e consumare questo prodotto. Una pratica confezione monodose per una pausa leggera e sana, una ricarica per lo sport o uno spezza-fame gustoso. Una novità assoluta perché i legumi, alla base di tutte le referenze, sono tostati al forno e non fritti, croccanti e mantengono la loro forma naturale oltre alle note proprietà nutritive.

FRUITBOOKMAGAZINE

Un’ampia gamma che risponde in modo chiaro a una necessità incalzante per chi è sempre in movimento e ha bisogno di uno snack salutare e leggero. Ricchi di proteine e fibre, contengono meno di 100 Kcal per confezione, sono senza glutine e senza conservanti. Sono 24 referenze, suddivise in 3 categorie per soddisfare qualsiasi gusto e occasione di consumo: “I Naturali”, semplici e gustosi, ideali per una pausa leggera, croccante e genuina; “I Funzionali”, combinati con ingredienti “super” come semi, frutta e verdura, per soddisfare bisogni specifici, divisi in quattro cluster con differenti benefit e per diverse occasioni di consumo; “I Gustosi”, i più sfiziosi della gamma, insaporiti con ingredienti naturali, sorprendentemente gustosi, classici o esotici, per una esperienza di gusto completa e appagante. Anche la confezione comunica la freschezza, l’innovazione e la praticità che caratterizzano il nuovo prodotto: colori vivaci, informazioni chiare, confezione 100% riciclabile, formato tascabile facile da aprire, finestra per vedere il prodotto. Per favorire la visibilità e l’acquisto di impulso, vengono forniti al punto vendita con un espositore da terra, da allestire nel reparto ortofrutta. Maggiori info su pedon.it

l N.31 l APRILE 2020



mercati meloni |

Giovanni Turrino

Donnalia, il melone siciliano “quello sempre buono” 64

“Nonostante l’emergenza da Covid-19, l’ortofrutta non si ferma: abbiamo messo in sicurezza i dipendenti con le giuste distanze e i dispositivi adeguati per dare continuità e assicurare la nostra frutta sulle tavole dei consumatori”, ci riferisce Vincenzo Di Pasquale, responsabile commerciale della Di Pasquale Ortofrutta di Delia (Caltanissetta), che nel 2017 ha dato vita al brand Donnalia e da tre generazioni lavora per valorizzare la migliore ortofrutta siciliana Se la campagna delle arance rosse si è chiusa anticipatamente nel mese di marzo, a causa della grande richiesta legata all’emergenza da coronavirus, la primavera vede il ritorno da protagonista di una delle produzioni ortofrutticole più tipiche della Sicilia, il melone retato a polpa rossa. “La stagione del melone è partita a fine marzo con i primi stacchi - ci ha spiegato Vincenzo Di Pasquale - ma i veri volumi sono iniziati solo con l’ultima settimana di aprile, un mese climaticamente sempre un po’ incerto, tra sole e caldo, freddo e piogge, un’incertezza che comporta una non stabilità dei consumi su un prodotto che è considerato tradizionalmente un frutto estivo. A metà aprile i prezzi oscillavano tra 1,50 e 2,60 euro al chilo in base alla FRUITBOOKMAGAZINE

qualità del prodotto”. “Dietro al termine qualità - ha sottolineato Vincenzo Di Pasquale - spesso si fa molta confusione. Per la nostra azienda significa gusto in primis, quindi deve avere un grado brix elevato che per il melone non deve essere mai al di sotto di 15, ma deve avere anche un bell’aspetto per essere confezionato e quindi diventare un prodotto a marchio Donnalia. Grazie a questa politica aziendale i nostri prodotti trovano sempre un buon mercato, ma vorrei precisare che oggi più che mai non possiamo tradire il consumatore, dobbiamo garantire quello che andiamo a vendere”. “Per il nostro melone retato a polpa rossa - ha precisato Di Pasquale - prodotto tra Licata e Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, il mercato di sbocco principalmente è quello italiano. Si tratta di un prodotto di nicchia, dal gusto garantito, sempre buono da mangiare, disponibile fino a giugno inoltrato. A fine maggio, inizieremo anche la campagna delle albicocche, cui seguiranno pesche, uva e fichi d’India. I frutti sulle piante fanno ben sperare e la produzione delle nostre aziende agricole cresce ogni anno, grazie anche alle scelte varietali fatte negli ultimi anni. Vorrei fare un appello alla GDO italiana, ma anche ai grossisti: date la priorità negli acquisti al prodotto nazionale, perché ne avremmo sicuramente un ritorno non solo economico ma daremo la possibilità al nostro grande Paese di andare avanti, e ai nostri ragazzi e ragazze di poter avere un futuro in una Italia che ha una storia e una cultura che tutti ci invidiano”. l N.31 l APRILE 2020



mens sana |

Alice Gelmetti (dietista)

Le cipolle, antibiotico naturale dalle mille proprietà. Ma... 66

Un alimento di cui spesso ci dimentichiamo ma che, se ci pensiamo, era sempre presente nelle dispense delle nostre nonne… stiamo parlando della cipolla! Facente parte della famiglia delle Liliaceae come il porro, l’aglio e lo scalogno, la cipolla da sempre è considerato un cibo nutraceutico, ossia dotato di caratteristiche che agiscono da vero e proprio farmaco nel nostro organismo. Meglio se consumata cruda. Ma attenzione, non è per tutti Proprietà. Il famosissimo ortaggio oltre ad insaporire molto i nostri piatti gode di un sacco di proprietà e caratteristiche positive. È infatti un potente antiossidante e antiinfiammatorio: tiene a bada l’invecchiamento cellulare, mantenendo le cellule sa-ne ed evitando che si danneggino, cosa che di solito promuove il rischio di cancro. È ipo-colesterolemizzante: abbassa cioè i livelli di colesterolo ematico, grazie alla quercitina, una sostanza che agisce sul fegato riducendo la produzione anche dei trigliceridi. Abbassa la pressione arteriosa: grazie ai flavonoidi. È ipo-glicemico: ossia è in grado di ridurre i livelli di zucchero nel sangue grazie alla glucochinina. Agisce inoltre migliorando il flusso del sangue, cosa che indirizza lo zucchero ai muscoli, non lasciandolo in circolo. FRUITBOOKMAGAZINE

È antibatterico e antimicrobico: le sue sostanze sono infatti in grado di attivare in maniera più ottimale il sistema immunitario, riducendo il rischio di infezioni batteriche. È antigotta: grazie alla sua azione di eliminazione delle scorie e dell’acido urico. È diuretico: la cipolla è composta per il 90% di acqua. La sua composizione stimola quindi la diuresi e riduce di conseguenza la ritenzione idrica. È curativo della tosse e delle infezioni delle vie aeree: il suo effetto espettorante permette di ridurre naturalmente la congestione di muco nelle prime vie aeree e le sue caratteristiche permettono un effetto molto simile al classico antibiotico per la tosse. Migliora l’umore: all’interno della cipolla si trovano infatti discrete quantità di serotonina, l’ormone del sonno e della felicità. Un po’ di cipolla nel piatto quindi aiuta anche a sentirsi meglio psichicamente. Come usarla? Per mantenere inalterati gran parte degli aspetti benefici appena elencati, la cipolla sarebbe preferibilmente da consumare cruda. Soprattutto la cipolla rossa si presta infatti benissimo nella preparazione di insalate fredde, capresi e contorni con fagioli o legumi. Se proprio non si riesce a tagliare la cipolla senza piangere, si consiglia una cottura veloce con acqua e non soffritta. Per non piangere durante la preparazione la nonna diceva sempre di usare un coltello bagnato per tagliarla! In quanto ortaggio la cipolla può essere utilizzata tranquillamente in una dieta dimagrante. Cipolle per tutti? Nonostante le sue infinite proprietà, la cipolla dovrebbe essere evitata in certe persone perché le sostanze contenute possono venire per nuocere in questi casi. Chi soffre di gastrite, ulcera, problemi di digestione, colon irritabile o emorroidi deve limitarne il consumo se non addirittura evitarlo. l N.31 l APRILE 2020




Coronavirus: il sacrificio silenzioso della filiera L’emergenza sanitaria non ha fermato le imprese ortofrutticole Eugenio Felice

È una situazione a momenti drammatica quella che si sono trovati a dover fronteggiare gli operatori della filiera ortofrutticola italiana, in particolare della filiera orticola che necessita di lavoro nei campi, a seguito della diffusione del coronavirus, che ha messo in lockdown il Paese per due mesi a partire dal 9 marzo. Tutto parte dalla paura di ammalarsi di Covid-19. Vale per il personale della GDO e vale per le aziende della filiera ortofrutticola. Il nodo dei costi e dei prezzi Premessa. Abbiamo l’imbarazzo della scelta su cosa iniziare. Purtroppo la cronaca dei primi due mesi di lockdown è stata ricca di accadimenti e di immagini che resteranno impresse nelle nostre menti. Dalla foto di Adriano Trevisan, primo deceduto in Italia da Covid-19 il 21 febbraio a Vo, al governatore della Lombardia Attilio Fontana che il 27 febbraio ha inviato un video messaggio con la mascherina dichiarando l’autoisolamento per via di una collaboratrice positiva, dai discorsi alla nazione del premier Giuseppe Conte in diretta Facebook anche ad orari improponibili (alle 2.30 di notte tra l’8 e il 9 marzo), alla Via Crucis del Papa in una piazza San Pietro deserta il 10 aprile, dal runner che scappa dalle forze dell’ordine correndo sulla spiaggia di Pescara ai palermitani che improvvisano dei barbecue sui tetti dei condomini.

E senza dubbio l’immagine dei mezzi militari, in colonna uno dietro l’altro, che portano via le bare da Bergamo, città simbolo dell’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia. I dimenticati. “Abbiamo un’assenza dal lavoro del 50%, il personale è nel panico”, ci riferisce il titolare di una delle più grandi aziende frutticole pugliesi, nei primi giorni dell’emergenza. Non va meglio ovviamente per chi sta lavorando gli ortaggi. Anzi, al lavoro in magazzino si somma quello nei campi di raccolta. “I magazzini sembrano degli ospedali tante sono le misure prese per evitare la propagazione del coronavirus e tutelare i nostri lavoratori. Sono lievitati i costi: ad esempio per mantenere le distanze interpersonali dobbiamo utilizzare il doppio dei pullman, per non parlare delle mascherine, che non

Lo stabilimento di Ortonatura La Signora Melanzana a Vittoria (Ragusa), nel più importante distretto orticolo della Sicilia. L’azienda, che fa parte dell’OP Ioppì, seleziona e produce le migliori varietà di melanzane ed è tra i più qualificati fornitori della grande distribuzione. La foto è stata scattata nei primi giorni del lockdown: lo stabilimento non si è mai fermato.

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195 26 63 2

i primi due mesi di Covid-19 / i numeri ufficiali

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febbraio, primo deceduto

mila casi al 26-04

mila persone positive al 26-04

mila deceduti al 26-04

mila guariti al 26-04

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mesi di lockdown

una percentuale elevata di personale che si è messa in malattia per paura di essere contagiata da coronavirus. Del resto parte del personale è stata infettata e non sono mancati i decessi. I sindacati si sono messi subito sul piede di guerra. E con le misure anticontagio delle prime settimane, in cui mancavano mascherine e guanti, si è giunti alla situazione paradossale che in Italia il luogo più probabile dove prendere il coronavirus fosse il supermercato, con il personale, in particolare le cassiere, che ogni giorno si sono trovate di fronte chiunque rischiando o sacrificando la propria vita. si trovano. Non è solo una questione economica, c’è anche un problema nel reperimento di personale, materiali e mezzi. E la grande distribuzione è sorda: non fa niente per premiare tutti questi sacrifici e mette noi in condizione di andare in default come azienda. Non riconoscono i nostri maggiori costi - sottolinea l’operatore pugliese alcuni parlano di speculazione, per loro è un dovere da parte nostra, dicono che dobbiamo rispettare le norme legislative. Ci alziamo alle 4.00 di mattina per garantire agli italiani l’ortofrutta ogni giorno, ma non so per quanto resisteremo”. Gdo vicina al collasso. Ci sono parsi un po’ strani i messaggi di istituzioni e gruppi distributivi alla popolazione italiana per assicurare che le forniture di generi alimentari e non solo sarebbero FRUITBOOKMAGAZINE

state garantite nelle settimane di lockdown. In realtà anche i gruppi distributivi, pur vedendo i fatturati crescere a doppia cifra, hanno dovuto fronteggiare una crisi sanitaria senza precedenti, con aumento dei costi, cambio delle abitudini di acquisto dei consumatori, negozi chiusi per personale contagiato. È stata proprio la voce “personale” la variabile incontrollabile. Premesso che la stragrande maggioranza del personale che lavora nei supermercati è di sesso femminile e probabilmente ha dei figli cui badare, in un periodo prolungato in cui le scuole sono chiuse, fonti certe ci hanno riferito di

Tutti sulla stessa barca. “È davvero un momento clamorosamente difficile”, scrive un buyer ortofrutta di un gruppo distributivo del nord Italia su Facebook, nelle prime settimane dell’emergenza. “Hai voglia a dire non si molla un cazzo. L’Italia si sta fermando… il 60% è a casa e non tutti possono fare smartworking. Qui bisogna andare al doppio della velocità per tamponare le assenze. Ma a tutto c’è un limite umano. Le aziende sono allo stremo. Grazie a tutti quelli che non mollano e fanno l’impossibile. I disservizi ci sono e aumenteranno di giorno in giorno”. Se da parte di qualcuno c’è la comprensione di un momento storico senza precedenti, da parte di qualche altro buyer non mancano le velate minacce: “Bollettino ortofrutta del 12/03 - scrive su Linkedin il buyer di un gruppo distributivo del Lazio l N.31 l APRILE 2020


l’euforia per i volumi altisonanti, è arrivato “il Dopo momento di fare i conti con i tagli per mancanza

di merce a stock e lavorazioni sul nuovo ritardate. E la consueta speculazione dei prezzi. Ci risentiamo ad allerta finita per l’elemosina dei colli giornalieri ” Giancarlo Amitrano (buyer ortofrutta Ce.Di. Gros)

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Pagina a fianco: sono partiti il 23 marzo in alcune catene di supermercati in Lombardia i controlli all'ingresso con termoscanner per misurare la febbre ai clienti, come raccomandato dall'ordinanza regionale firmata il sabato prima dal governatore Fontana. La foto è stata fatta davanti all'ingresso del supermercato Il Gigante di Sesto San Giovanni (Milano). Nella foto di questa pagina, vassoi di frutta confezionata da Esselunga: per ridurre i tempi della spesa e per motivi di igiene, è cresciuta sensibilmente l’incidenza dell’ortofrutta confezionata rispetto allo sfuso.

- dopo l’euforia per i volumi altisonanti e per le controcifre letteralmente annientate, è arrivato il momento di fare i conti con i tagli per mancanza di merce a stock, lavorazioni sul nuovo ritardate dalla mancanza di personale sia in raccolta che nei siti, vettori non recuperabili. E poi la consueta speculazione dei prezzi perpetrata da presunti produttori che non riescono più a comprare. Ci risentiamo ad allerta finita per l’elemosina dei colli giornalieri”. Il nodo dei costi e dei prezzi. Una delle naturali conseguenze della emergenza sanitaria da Covid-19 dovrebbe essere l’aumento dei prezzi al consumo, considerando l N.31 l APRILE 2020

l’inevitabile aumento dei costi. Le misure per il contenimento del contagio adottate in campo e nei magazzini di confezionamento da una parte hanno ridotto la produttività delle aziende, dall’altra ne hanno aumentato i costi. Per dare un incentivo e un premio alla manodopera che non si è tirata indietro in questo momento drammatico diverse aziende della filiera hanno deciso di dare un premio in busta paga. Quanto incidono i maggiori costi sul prodotto finale? A Murcia, regione spagnola a forte vocazione ortofrutticola, si è calco-

lato dal 20 al 30% in più, a seconda di quanto incida il fattore manodopera. In Italia più o meno siamo su incrementi analoghi. Il problema però è che questi maggiori costi sono stati assorbiti sia dai fornitori che dalla grande distribuzione, come se qualcuno dall’alto avesse dato l’indicazione di non aumentare i prezzi per non penalizzare gli italiani che vanno a fare la spesa. Anche per prodotti super richiesti come le patate. Giusto? Sbagliato? Fatto sta che su quotidiani e social vari ad aprile si è parlato spesso di speculazione sui prezzi, riferendosi ad aumenti che nei fatti l’Istat non ha rilevato.

FRUITBOOKMAGAZINE


Le carote vanno in promozione. Ma non ce ne sono! Promozioni e volantini al tempo del coronavirus Eugenio Felice

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Hanno ancora senso, se mai lo avessero avuto, i volantini con le offerte in ortofrutta? Preparati settimane o mesi prima in base a delle previsioni di campagna che si scontrano con gli andamenti climatici? Ha senso fare offerte nelle settimane del lockdown da coronavirus? Il caso delle carote e delle zucchine in offerta tra fine marzo e inizio aprile hanno sollevato più di una perplessità su una tecnica commerciale anacronistica. Il commento di La Montagna, resp. ortofrutta di MD È sconcertante. Nel pieno della peggiore emergenza sanitaria dai tempi dell’influenza spagnola degli anni Venti del secolo scorso, nei giorni in cui la Protezione Civile annuncia il nuovo record giornaliero di decessi, poco sotto le 1.000 unità, parte della distribuzione moderna non solo si ostina a fare promozioni in un settore delicato e in balia delle condizioni atmosferiche come quello orticolo, ma parla più o meno apertamente di possibile speculazione da parte dei fornitori. Proprio il 27 marzo, giorno in cui abbiamo pubblicato online il presente articolo, Coop Alleanza 3.0 ha dichiarato di aver bloccato per due mesi i prezzi dei prodotti confezionati industriali, compresa IV e V gamma, frutta secca e legumi secchi, misura che vale per tutto il mondo Coop Italia e adottata anche da Carrefour e a ruota da diversi altri gruppi distributivi: “Alleanza 3.0 - si legge nella nota nell’ambito della decisione nazionale di Coop annuncia prezzi fermi per 2 mesi, fino al 31 maggio 2020. Coinvolti tutti i prodotti confezionati industriali sia a marchio FRUITBOOKMAGAZINE

Coop che di tutte le altre marche. In una fase di emergenza Coop Italia si impegna ad agire sia a monte, verso i fornitori, che a valle, verso i consumatori, per garantire la stabilità dei prezzi e delle remunerazioni dei diversi attori della filiera. Per questo motivo Coop sta contattando i fornitori di propri prodotti a marchio al fine di operare insieme per il contrasto di ogni logica speculativa”. Anche in ortofrutta, nelle prime settimane del Covid-19, non sono mancate le e.mail di buyer della GDO che raccomandavano di mantenere i prezzi calmierati, nonostante il coronavirus. Le promozioni di alcuni ortaggi come le zucchine o le carote sono oggi del tutto anacronistiche. Se chiedete a un buyer della GDO come mai si fanno, non vi sanno dare una risposta nemmeno loro. Si sono sempre fatte, si fanno anche se in perdita per il fornitore

La carota novella di Ispica è la prima carota prodotta nell’anno. A fine marzo il maltempo che si è abbattuto sulla Sicilia ne ha impedito la raccolta e ha provocato una carenza di prodotto sul mercato nazionale. Nel 2011 ha ottenuto il riconoscimento europeo di prodotto a Indicazione Geografica Protetta - IGP. Ispica, con Pachino e Pozzallo, sono le città più assolate d’Italia e queste condizioni favoriscono la qualità delle carote. La carota è una vera miniera di minerali e ha un alto contenuto di vitamine.

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e lo stesso distributore, come è successo a fine marzo per carote e zucchine. Punto. Se chiedete a febbraio a un produttore di zucchine il prezzo per una promozione da fare in aprile, se è onesto vi dirà che è più facile azzeccare i numeri al lotto. Tutto dipende dal clima e nessuno può prevederlo con dieci giorni di anticipo, figuriamoci due mesi prima. Pioggia, freddo, vento… tutte variabili incontrollabili e imprevedibili. Signori, non ci sial N.31 l APRILE 2020

mo. Uscire come hanno fatto tra fine marzo e inizio aprile MD e Lidl con una promozione sulle carote ed Eurospin dal 30 marzo al 5 aprile con una promozione sulle zucchine - solo per citare tre esempi, non ce ne vogliano le insegne è quanto di più irrazionale ci possa oggi essere nel già distorto e isterico mercato ortofrutticolo. Perché? Semplice, il prodotto non c’era. La Sicilia è stata sott’acqua per alcuni giorni ed era in quel periodo l’unica zona d’Italia che potesse fornire carote fresche, oltre alla Sardegna che però ha ancora una produzione limitata. FRUITBOOKMAGAZINE


A fine marzo le carote di origine nazionale sono andate nel volantino Lidl (qui sotto) a 75 centesimi al chilo. Negli stessi giorni il volantino MD indicava 1,18 euro al chilo (pagina a lato, in basso) con la promessa di “weekend imperdibili”. Da Eurospin, negli stessi giorni, zucchine a 1,29 euro al chilo.

ese”. Oltretutto a che prezzi: Lidl carote Italia a 0,75 euro al chilo, MD carote di origine ignota a 0,59 euro per 500 grammi. Saltando di carote in zucchine, Eurospin è uscita nel volantino con le zucchine di origine ignota - anche qui: vogliamo parlare di trasparenza? a 1,29 euro al chilo quando per quelle spagnole servivano almeno 2,00-2,30 euro al chilo e quelle italiane praticamente non c’erano.

LIDL ITALIA

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Prima di mercoledì 1 aprile non poteva arrivare nulla dalla Sicilia, i campi di raccolta erano zuppi. Per le zucchine di origine Sicilia stesso discorso, Fondi oltre al maltempo aveva il problema del coronavirus, era zona rossa e aveva pochissimo prodotto. “Piove da lunedì 23 marzo in Sicilia. Mercoledì 25 solo a Siracusa ha fatto 150 millilitri di acqua. Venerdì ha anche grandinato. Sono previste piogge anche nel fine settimana. In queste condizioni non si raccoglie. Vuol dire che dalla Sicilia non possiamo spedire carote novelle prima di mercoledì 1 aprile. I campi sono zuppi e non si può entrare con le macchine, anche per la tipologia di terreno. In tutta la regione siamo completamente fermi”, ci spiega un operatore di FRUITBOOKMAGAZINE

primo piano del settore carote. E senza la Sicilia, significa che l’Italia resta a secco, non avendo altra fonte di approvvigionamento in questo periodo. “La produzione in zona Chioggia è terminata e così a Fiumicino. La Sardegna ha una produzione di qualità ma limitata. Non ho idea di come faranno nei prossimi giorni i gruppi distributivi ad avere il prodotto italiano questa l’origine annunciata su alcuni volantini - per andare in promozione. Faranno fatica a procurarsi prodotto dall’Olanda di mediocre qualità, anche la Spagna ha alcuni problemi in produzione oltre a quelli noti legati al coronavirus, ora in fase esplosiva nel Pa-

“È inspiegabile”, continua l’operatore. “Non c’è né etica né professionalità in queste promozioni, che andrebbero fatte quando c’è troppo prodotto, tanto da buttarne via, non quando manca completamente, come è ora il caso delle carote. Oltretutto con costi che nelle ultime settimane sono cresciuti significativamente perché siamo nel pieno della pandemia da coronavirus. Parliamo della logistica: per un camion completo dalla Sicilia al nord Italia, i trasportatori chiedevano fino al 20 marzo, prima del crollo dell’offerta a causa del maltempo, il 30% in più perché poi dovevano tornare vuoti. Parliamo delle misure sanitarie, con parte del personale che ha preferito stare a casa, molteplici adeguamenti del magazzino di lavorazione, reperimento di mascherine e altri dispositivi di protezione, acquisto di bagni chimici per i trasportatori e potrei andare avanti. Nessuno di questi maggiori costi viene riconosciuto dai gruppi della grande distribuzione italiana, un comparto che però sta fatturando il 20% l N.31 l APRILE 2020


volantino in questione è stato sviluppato quasi “unIl mese prima. Ad ogni modo non abbiamo fatto

alcuna pressione sui fornitori e abbiamo pagato le carote al costo di mercato. Non ci sono stati nemmeno problemi di approvvigionamento della merce ” Luigi La Montagna (resp. nazionale ortofrutta MD)

EUROSPIN

in più per via del coronavirus. Il prezzo viene fatto sempre da loro. Gli operatori sono allo stremo, stanno facendo i salti mortali per permettere agli italiani di trovare sui banchi ortofrutta fresca, preferirebbero anche loro starsene sul divano in attesa che passi l’emergenza, invece sentono la responsabilità del loro ruolo. E dall’altra parte? Troviamo parte della grande distribuzione che non è disposta ad ascoltare le nostre richieste. Anche i grandi giornali iniziano a dire che è a rischio la fornitura di frutta e verdura in tutta Europa, in parte per il Covid-19, in parte per le avversità climatiche. A forza di tirarla, la corda si rompe”.

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Riportiamo il commento al nostro articolo arrivato su Linkedin da Luigi La Montagna, responsabile nazionale acquisti ortofrutta per MD: “Mi permetto di dissentire totalmente dalla vostra valutazione perché il volantino in questione è stato sviluppato quasi un mese prima; siccome siamo seri, abbiamo mantenuto la parola data ai clienti; non abbiamo fatto nessun tipo di pressione sui fornitori chiedendo sconti ma abbiamo pagato la merce al costo di mercato; volevo inoltre rassicurarvi che non ci sono stati nemmeno problemi di approvvigionamento della merce. Quindi, secondo me, prima di scrivere determinate cose e soprattutto di menzionare aziende, era opportuno almeno informarsi”.

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La distribuzione nel 2018: Amazon sale sul podio, Conad scavalca Coop Italia Conad, Coop Italia, Esselunga ed Eurospin sono gli unici gruppi italiani nella Top 250 Giancarlo Sbressa

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Secondo il report Global Powers of Retailing 2020 i 250 retailer più grandi al mondo hanno generato un fatturato pari a 4.740 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2018, segnando una crescita del 4,1%. Amazon continua la sua scalata in classifica, confermando una crescita a doppia cifra, la maggiore tra le aziende presenti nella Top 10 dei retailer mondiali. Il podio si conferma interamente statunitense: guida la classifica Wal-Mart, da oltre 20 anni leader globale Deloitte ha presentato a febbraio la 23.esima edizione dello studio Global Powers of Retailing che analizza i risultati dell’esercizio annuale al 30 giugno 2019. Secondo il report, i 250 top retailer mondiali hanno generato un fatturato pari a 4.740 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2018, segnando una crescita del 4,1%, in leggera flessione di 1,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. “Le prospettive per l’economia globale e il settore del retail per il 2020 sembrano essere segnate dall’incertezza. È probabile che la crescita economica complessiva sarà modesta ma pur sempre positiva, con una crescita inferiore della spesa al consumo rispetto all’anno passato e un tasso di inflazione che, nella maggior parte dei Paesi, resterà basso. L’epidemia di coronavirus che sta caratterizzando questi primi mesi dell’anno, rappresenta un ulteriore elemento di incertezza, anche per via della portata dell’impatto sulle vendite ancora difficile da definire”, spiega Claudio Bertone, senior partner FRUITBOOKMAGAZINE

Deloitte e responsabile settore retail, wholesale and distribution. I primi dieci retailer al mondo contribuiscono per il 32,2% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente. WalMart e Costco si riconfermano rispettivamente al primo e secondo posto della Top 10, ma è l’ingresso di Amazon che si posiziona al gradino più basso del podio che rappresenta il cambiamento più significativo nell’edizione 2020 della classifica, con una crescita a doppia cifra del 18,2%. Anche per i retailer italiani si registra, nell’anno fiscale 2018, un andamento positivo. Tutti e quattro i player del nostro Paese presenti nella Top 250 dei big della distribuzione mondiale mostrano un avanzamento in classifica. Conad scavalca Coop, attestandosi il primo colosso italiano (+4), collocandosi al 69.esimo posto, seguono Coop stabile in 71.esima posizione, Esselunga al 117.esimo (+4) ed Eurospin che avanza di 10 posizioni, collocandosi al 158.esimo.

Deloitte è un’azienda di servizi di consulenza e revisione, la prima nel mondo in termini di ricavi e numero di professionisti. Fa parte delle cosiddette Big Four, le quattro più grandi aziende di revisione, insieme a PricewaterhouseCoopers, EY e KPMG. Conta circa 250 mila dipendenti impiegati in oltre 150 diversi Paesi nei diversi rami in cui opera: revisione, tassazione, consulenza, finanza. Il ventitreesimo report Global Powers of Retailing è stato presentato a febbraio 2020 ed esplora i trend in atto nei maggiori 250 gruppi della grande distribuzione mondiale.

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Coronavirus: bene la Gdo, decolla l’e-commerce, in crescita pure l’ortofrutta Impatto base: l’emergenza termina a maggio. Impatto pessimistico: in emergenza fino a dicembre Giancarlo Sbressa

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Il coronavirus sta segnando profondamente l’economia italiana. Nonostante questo, alcuni settori continueranno a crescere. Tra questi c’è l’ortofrutta con una crescita stimata del 2,7% nella migliore delle ipotesi o del 2,5% nella peggiore. L’e-commerce è il settore che ne beneficerà di più, con crescite stimate tra il 26% e il 55%, a seconda degli scenari. Anche la GDO sarà tra i 10 settori più performanti. A dirlo è uno studio del Cerved sull’impatto del Covid-19 sull’economia Il coronavirus avrà un impatto molto negativo sull’economia italiana in generale. Ormai la questione non è più se il prodotto interno lordo segnerà una variazione negativa, ma di quanto sarà negativa. La cosa che pare tutto sommato più confortante, è che la produzione ortofrutticola, la distribuzione alimentare moderna e l’ecommerce saranno tra i settori che reggeranno meglio all’onda d’urto nel 2020, registrando anzi tra le migliori performance a livello nazionale. La gente potrà risparmiare su tutto, ma non sulla spesa alimentare e sui prodotti per l’igiene. E i dati di marzo confermano questo trend, con una crescita della GDO, in particolare supermercati e negozi di vicinato sopra il 20 per cento. A provare a ipotizzare l’andamento economico del 2020 è Cerved, società che da anni analizza i bilanci di tutte le imprese italiane e lo stato di salute del sistema Italia, in uno studio dal titolo “L’impatto del Covid-19 sui settori e sul territorio”, pubblicato lo scorso marzo. L’analisi si concentra sull’impatto stimato del Covid-19 sulFRUITBOOKMAGAZINE

Cerved Group Spa è la più grande data company italiana. Ha sede a San Donato Milanese e opera come agenzia di informazioni commerciali: valuta la solvibilità e il merito creditizio delle imprese, monitora e gestisce il rischio di credito durante tutte le fasi e definisce strategie di marketing. Cerved opera come agenzia di rating tramite Cerved Rating Agency Spa.

l’economia italiana, delineando le stime su quali saranno le regioni e i settori più colpiti. Lo studio si basa sui dati di 750 mila imprese italiane, elaborati e integrati con i

FATTURATO DELLE IMPRESE ITALIANE Dati in miliardi di euro, stime 2019 e previsioni 2020-2021; tassi di variazione su anno precedente - CERVED 3000

+2,0%

+1,7%

+0,8%

2500 +3,8%

+9,6% -7,4%

+17,5%

+1,5 vs 2019 -3,3 vs 2019

-17,8%

2000 senza shock COVID-19

COVID-19 base

COVID-19 pessimistico

1500 2017

2018

2019

Scenario base • persi 220 miliardi nel 2020 e 55 miliardi nel 2021 vs situazione ante COVID-19

2020

2021

Scenario pessimistico • persi 470 miliardi nel 2020 e 172 nel 2021 vs situazione ante COVID-19 l N.31 l APRILE 2020


La foto a lato è dello scorso febbraio e si riferisce alle consegne a domicilio nella zona rossa di Codogno, nel Basso Lodigiano, noto per essere stato, con Vo’ Euganeo in Veneto, il primo focolaio accertato di Covid-19 in Italia. Con l’obbligo o la raccomandazione di restare a casa il più possibile, le consegne della spesa a casa sono decollate: il commercio elettronico secondo Cerved sarà il settore economico che andrà meglio con una variazione nel 2020 dal +26 al +55% a seconda di come evolverà la pandemia in Italia. Il settore più martoriato sarà l’alberghiero.

modelli statistici ed econometrici utilizzati da Cerved per tenere conto delle variabili macroeconomiche e giungere a formulare previsioni relative a 233 diversi settori produttivi. Lo studio ha preso in esame due diversi scenari ipotetici: il primo è quello “base” (più ottimistico), nel quale si stima che l’emergenza coronavirus, pur causando impatti importanti sulle economie mondiali e sull’export del made in Italy, possa durare “solo” fino a maggio 2020. Il secondo è invece quello che in inglese si definirebbe “worst-case scenario”: sei mesi di emergenza necessari per riprendersi - fino a dicembre 2020 - oltre al completo isolamento e alla chiusura dei Paesi UE al mondo. Nella ricerca, ogni analisi sugli effetti sui singoli settori ha tenuto conto della complessità delle filiere, come ad esempio possibili difficoltà sui settori a monte (materie prime e componenti) e a valle (clienti finali o intermedi), anche alla luce del fatto che per alcuni settori della manifattura esiste la concreta possibilità di perdere posizioni importanti nei confronti dei competitor a livello internazionale. Detto ciò, in generale per le imprese italiane si prospettano perdite importanti nei ricavi se paragonate al periodo precedente all’emergenza coronavirus: nello scenario base saranno 220 i miliardi di euro persi nel 2020, cifra che nel 2021 si prevede ammonterà a 55 miliardi. Nello scenario pessimistico le perdite toccherebbero invece quota l N.31 l APRILE 2020

IMPATTO BASE - I 10 settori che andranno peggio milioni di euro (2019 e 2020) e tassi anno su anno 2019

2020

2020/19

ALBERGHI

12.519

7.825

-37,5%

AGENZIE VIAGGI E TOUR OPERATOR

9.288

5.991

-35,5%

STRUTTURE RICETTIVE EXTRA-ALBERGHIERE

2.644

1.818

-31,3%

TRASPORTI AEREI

1.744

1.308

-25,0%

ORGANIZZAZIONE DI FIERE E CONVEGNI

2.893

2.170

-25,0%

PRODUZIONE DI RIMORCHI E ALLESTIMENTO DI VEICOLI

2.644

1.994

-24,6%

CONCESSIONARI AUTO E MOTOCICLI

60.890

45.972

-24,5%

GESTIONE AEROPORTI

3.378

2.618

-22,5%

507

394

-22,3%

7.456

5.928

-21,7%

PARRUCCHIERI E ISTITUTI DI BELLEZZA AUTONOLEGGI

IMPATTO BASE - I 10 settori che andranno meglio milioni di euro (2019 e 2020) e tassi anno su anno 2019

2020

2020/19

4.327

5.465

26,3%

108.191

122.147

12,9%

APPARECCHI MEDICALI

6.941

7.704

11,0%

SPECIALITÀ FARMACEUTICHE

25.731

27.918

8,5%

MATERIE PRIME FARMACEUTICHE

4.375

4.716

7,8%

INGROSSO PRODOTTI FARMACEUTICI E MEDICALI

33.492

35.636

6,4%

GAS INDUSTRIALI E MEDICALI

2.137

2.248

5,2%

CANTIERISTICA

9.728

10.166

4,5%

PRODUZIONE ORTOFRUTTA+++

5.395

5.541

2,7%

LAVANDERIE INDUSTRIALI

1.639

1.676

2,3%

COMMERCIO ON LINE DISTRIBUZ. ALIMENTARE MODERNA - GDO

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Secondo lo studio Cerved l’ortofrutta è tra i dieci settori economici che in Italia risponderà meglio al coronavirus. Dallo scenario più negativo a quello più positivo, il settore crescerà nel 2020 tra il 2,3 e il 2,5 per cento. La distribuzione alimentare andrà ancora meglio, crescendo tra il 13 e il 23 per cento.

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470 miliardi nel 2020 per scendere a 172 nel 2021. Dove si collocano l’ortofrutta e la Gdo in questi scenari? La cosa che balza agli occhi consultando i dati è che, nonostante questi scenari quasi “bellici”, alcuni settori continueranno a crescere. Tra questi c’è l’ortofrutta, che nello scenario base è al nono posto tra i dieci settori maggiormente in crescita, con un +2,7 per cento nel 2020 sul 2019. Al tempo del coronavirus, come prevedibile, al primo posto della top ten c’è l’ecommerce (+26,3 per cento per 5,4 miliardi di euro), al secondo c’è la distribuzione alimentare moderna, con una crescita stimata del +12,9 per cento e un valore di 122 miliardi di euro. Completa il podio il settore dei prodotti farmaceutici e medicali all’ingrosso. Nello scenario pessimistico, invece, i primi due gradini del podio rimangono invariati con importanti flessioni verso l’alto nel tasso di crescita: l’e-commerce vede un +55 per cento e la distribuzione alimentare moderna un +22,9 per cento. L’ortofrutta invece scende dal nono al decimo posto, con una crescita del +2,5 per cento. Per quanto riguarda infine i ricavi delle imprese italiane a livello regionale, il primato negativo spetta alla Lombardia, che nello scenario base vede perdite fino a 80 miliardi di euro nel 2020-21, cifra che nella previsione più pessimistica tocca invece i 182 miliardi di euro per lo stesso periodo.

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IMPATTO PESSIMISTICO - I 10 settori che andranno peggo milioni di euro (2019 e 2020) e tassi anno su anno 2019

2020

2020/19

ALBERGHI

12.519

3.339

-73,3%

AGENZIE VIAGGI E TOUR OPERATOR

9.288 2.644

2.903 948

-68,8% -64,2%

PRODUZIONE DI RIMORCHI E ALLESTIMENTO DI VEICOLI

2.644

1.190

-55,0%

CONCESSIONARI AUTOVEICOLI E MOTOCICLI

60.890

27.401

-55,0%

TRASPORTI AEREI

1.744

785

-55,0%

GESTIONE AEROPORTI

3.378

1.675

-50,4%

AUTOMOBILI

39.543

21.419

-45,8%

VEICOLI COMMERCIALI INDUSTRIALI E AUTOBUS

12.496

6.768

-45,8%

COMPONENTI AUTOVEICOLI E ALTRI MEZZI DI TRASPORTO

23.379

12.664

-45,8%

STRUTTURE RICETTIVE EXTRA-ALBERGHIERE

IMPATTO PESSIMISTICO - I 10 settori che andranno meglio milioni di euro (2019 e 2020) e tassi anno su anno 2019

2020

2020/19

4.327

6.707

55%

DISTRIBUZ. ALIMENTARE MODERNA - GDO

108.191

132.966

22,9%

INGROSSO PRODOTTI FARMACEUTICI E MEDICALI

33.492

38.114

13,8%

APPARECCHI MEDICALI

6.941

7.649

10,2%

SPECIALITÀ FARMACEUTICHE

25.731

27.841

8,2%

MATERIE PRIME FARMACEUTICHE

4.375

4.703

7,5%

LAVANDERIE INDUSTRIALI

1.639

1.714

4,6%

CANTIERISTICA

9.728

10.118

4,0%

GAS INDUSTRIALI E MEDICALI

2.137

2.222

4,0%

PRODUZIONE ORTOFRUTTA+++

5.395

5.530

2,5%

COMMERCIO ON LINE

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Eurospin, c’è etica in un prezzo che è sottocosto? Tornano di attualità le aste elettroniche del gruppo discount Eugenio Felice

Sono terminate a inizio aprile le aste elettroniche di Eurospin sulle insalate in busta per fissare i prezzi di fornitura dei successivi 12 mesi. Hanno riguardato tra le 15 e le 20 referenze dell’assortimento Foglia Verde. Di queste aste ha parlato Internazionale nell’articolo “Le aste dei discount nelle settimane della pandemia”. Mentre Eurospin si difende dicendo che “le polemiche lasciano il tempo che trovano”, la filiera fa quadrato e chiede di ripartire dai costi di produzione Non è la prima volta che Internazionale si occupa delle aste di Eurospin sui prodotti agroalimentari. Era successo nel luglio del 2018, quando l’articolo “I discount mettono all’asta l’agricoltura italiana” a firma Stefano Liberti e Fabio Ciconte squarciò il silenzio nelle coscienze degli italiani su una delle pratiche più discusse degli ultimi anni per gli approvvigionamenti della grande distribuzione organizzata: le aste elettroniche al doppio ribasso che portano a prezzi sotto ai costi di produzione. Ne seguì un’ampia riflessione nel mondo politico e della distribuzione moderna che sfociò nel ddl approvato dalla Camera il 27 giugno 2019 che vieta le aste al doppio ribasso. Decreto che però, ad oggi, quasi un anno dopo, non è ancora passato al vaglio del Senato e quindi non ha alcuna validità. Anche noi ci eravamo occupa-

ti dell’argomento, in particolare delle aste sulle banane imposte da Eurospin ai fornitori italiani. L’esposizione mediatica, per il gruppo distributivo della Spesa Intelligente, ha comunque avuto un effetto. Le aste sono sempre elettroniche, ma come specificato da Eurospin a Internazionale: “Dalla metà dello scorso anno - quindi proprio da quando è stato approvato il ddl alla Camera - l’insegna non fa più uso di aste al doppio ribasso, aste a rilancio, aste al buio e di qualsiasi altro strumento che preveda rilanci telematici in diretta, sui prodotti alimentari”. Eurospin nella nota inviata a Internazionale ha anche specificato che: “Lo strumento telematico consente di assicurare l’assoluta trasparenza, equità e tracciabilità del processo”. Sempre Eurospin, in una nota del 2018, quando scoppiò il caso, aveva dichiarato: “Le aste

La busta in foto la abbiamo acquistata nel punto vendita Eurospin di Cavaion Veronese il 6 aprile: 200 grammi di insalata mista pronta da condire a 79 centesimi di euro. Un primato che difficilmente potrà essere battuto, il risultato delle aste elettroniche che Eurospin adotta per la fornitura dei prodotti più standardizzabili. Dalle aste passano anche banane e frutta secca.

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Eurospin non dice se le aste online al ribasso le “ritenga etiche o meno. Ma la patente di eticità può

darla solo il cliente. Fintanto che chiuderà gli occhi le aste continueranno ad essere legittimamente utilizzate dalle aziende, per fortuna non da tutte ”, Mario Gasbarrino (già amministratore deleg. Unes)

La Spesa Intelligente è lo slogan del gruppo distributivo discount delle famiglie Mion, Pozzi, Odorizzi e Barbon. L’immagine a lato è presa dal volantino e punta evidentemente al risparmio. La promessa è evidenziata in una delle pagine centrali: “ Da noi prodotti di qualità alla massima convenienza tutti i giorni. 100% italiani nel gusto, nella sensibilità, nella storia imprenditoriale. Assortimento selezionato per soddisfare i tuoi bisogni quotidiani. Infine, ci sono le nostre marche: da noi paghi solo la qualità dei prodotti”.

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online possono mettere in difficoltà alcuni operatori, produttori o agricoltori, ma noi dobbiamo fare l’interesse del consumatore”. Ma torniamo alle aste di Eurospin sulle insalate in busta. Sì, perché Internazionale parla nei titoli di entrambi gli articoli di “discount” ma nei fatti chi fa da anni aste elettroniche “spinte” nel settore agroalimentare è solamente Eurospin, non altri gruppi discount di peso in Italia, come Lidl e MD solo per fare due nomi. Eurospin costituisce un caso estremo, sui generis. Non per niente dalle nostre indagini per arrivare ai premi Top Fresh Retailer, l’universo Eurospin non si è mai guadagnato le preferenze dei fornitori, al contraFRUITBOOKMAGAZINE

rio di altri discount che hanno svettato in alcune categorie. Le aste elettroniche al ribasso sulle insalate in busta di Eurospin hanno riguardato alcune piattaforme e società operative, in particolare del centro e sud Italia. Vi hanno partecipato praticamente tutti i maggiori player italiani del comparto quarta gamma. Hanno riguardato dalle 15 alle 20 referenze della marca privata Foglia Verde, la marca di fantasia creata da Eurospin per insalate e ortaggi pronti da mettere in tavola, comprese zuppe e minestroni.

Punta dell’iceberg. Internazionale parla di buste di insalata mista da 200 grammi partite da una base d’asta di 48 centesimi e aggiudicate a poco più di 30 centesimi. Il 6 aprile 2020 - come riportato nel volantino che potete vedere nella parte che ci interessa nella pagina a lato - nei punti vendita le stesse buste erano in vendita a 79 centesimi. Ci risulta essere il prezzo più basso d’Italia per 200 grammi di insalata mista pronta al consumo. Quello che evidenzia Internazionale è un caso estremo, nel senso che le aste sono state molteplici e in alcuni casi, stando a quanto abbiamo appreso, i prezzi raggiunti sono stati addirittura più alti rispetto a quelli fissati con altri gruppi della grande distribuzione. I quali, pur non arrivando a fare aste elettroniche, fanno comunque istruttorie e gare per fissare i prezzi dei prodotti a marchio in cui si mettono in competizione di prezzo sia i fornitori abituali che nuovi possibili fornitori, nel rispetto di precisi capitolati. Se Eurospin rappresenta simbolicamente lo squalo, non è che le altre insegne che operano in Italia siano il pesce pagliaccio. La pandemia in corso da Covid-19 ci auguriamo che si porti via gli eccessi cui il consumo è arrivato. Dai vestiti prodotti chissà dove, in vendita da Primark a 4,99 euro, alle insalate in busta da 200 grammi a 79 centesimi in vendita da Eurospin. Conosciamo tutti lo squilibrio nelle forze in gioco tra distribuzione moderna e fornitori di l N.31 l APRILE 2020


Le aste elettroniche al ribasso? Eurospin le fa anche sulla frutta secca. Nel mese di aprile si sono svolte delle aste per alcune referenze di frutta secca a marchio Mister Sibamba. In realtà non c’è in questo caso un periodo preciso dell’anno, le aste valgono per un quantitativo, non per un periodo temporale. Si tratta di aste secche di mezz’ora: si dà un prezzo e dopo 30 minuti si sa se ci si è aggiudicati la commessa oppure no. Il sistema è migliorato, perché prima si vedeva chi partecipava e che prezzi faceva, con possibilità di rilancio, un vero stillicidio.

prodotti agroalimentari. Davide contro Golia. C’è un microcosmo dai confini sfumati di produttori, confezionatori e commercianti di ortofrutta che da 25 anni, da quando cioè la GDO ha preso progressivamente il sopravvento nella distribuzione di beni di largo consumo, subiscono il prezzo stabilito dai loro clienti. Ma attenzione. Come qualcuno ha commentato: “Eurospin sta diventando il capro espiatorio di un sistema nebuloso”. È il momento di rivedere profondamente le dinamiche di acquisto nei confronti del settore primario: debole, delicato e parcellizzato, bisognoso sì di controllo, ma anche di protezione e tutela, non certo di essere strozzato sul prezzo. Come rivedere il sistema? La risposta viaggia nell’aria e nella rete da diverso tempo. Ecco quanto scrive su Linkedin Salvatore Garofalo, responsabile ortofrutta di Tatò Paride Spa, gruppo distributivo pugliese dell’orbita di Coop Alleanza 3.0: “Tutto tremendamente non a fuoco: il prezzo di acquisto delle insalate in busta deve necessariamente tutelare e tener conto del costo di produzione dal quale partire per arrivare a un’offerta che soddisfi tutta la filiera. Le attività di sciacallaggio commerciale della distribuzione vanno vietate come va vietato fare offerte sottocosto da parte dei fornitori, che non sempre sono anche produttori. La produzione andrebbe al contrario motivata e indirizzata verso una maggiore qualità in termini gustativi e di sostenibilità”. l N.31 l APRILE 2020

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Qui sopra il volantino di Eurospin dal 30 marzo all’11 aprile 2020. Dal 6 all’11 aprile in offerta è andata anche la busta di insalata mista da 200 grammi a private label Foglia Verde a 79 centesimi.

Terminiamo con la sintesi di alcuni commenti arrivati su Facebook alla presente notizia. Si va dal produttore che sostiene che “tutta la GDO, due catene escluse, sono malate, quindi mazzette, benefit e quant’altro. Dietro un’azienda che lavora sottocosto oggi non c’è solo lo sfruttamento dei lavoratori, ma anche fornitori non pagati, INPS non pagato e tanto altro ancora fino ad arrivare al riciclaggio di denaro. Da una parte ci chiedono il GRASP per i dipendenti, dall’al-

tra poi fanno le aste al ribasso”. Ci sono anche i commenti dei consumatori finali che si recano al supermercato. “In questo momento di crisi - scrive Simonetta - il rapporto qualità-prezzo dell’Eurospin permette a tante famiglie di continuare a fare la spesa”. Sottolinea Francesco: “Al consumatore interessa risparmiare, non pagare di più! Sta alle istituzioni vigilare su cosa ci sia dietro”. Dai commenti infine abbiamo compreso che molti italiani non sanno nemmeno che Eurospin sia un gruppo italiano. Cose da non credere...

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Caso Eurospin, Confindustria condanna le aste al ribasso nelle insalate in busta Eugenio Felice

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In una fase di emergenza globale in cui il comparto agricolo sta attraversando una crisi senza precedenti - riporta il comunicato diffuso il 1° aprile - Unione Italiana Food IV Gamma auspica un atteggiamento di massima collaborazione tra industria alimentare e distribuzione. In questo momento di grande difficoltà legato all’epidemia di Covid19, anche il settore della quarta gamma ha subito una frenata registrando un -4% dal 15 febbraio al 22 marzo, che arriva a -8% se consideriamo la sola settimana dal 16 al 22 marzo. “L’emergenza rende difficile fare previsioni sugli ordini - ogni settimana è diversa dalla precedente - e si registra un cambiamento significativo nelle abitudini di spesa di tutti gli italiani. Cambiamento che si fa particolarmente sentire su un prodotto a shelf life breve come la quarta gamma”, commenta Andrea Montagna, presidente del Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food e amministratore delegato di Bonduelle Italia. “A causa della scarsa frequenza con cui i consumatori si recano a fare la spesa oggi, infatti, il numero di buste di insalata acquistate risulta inferiore rispetto al periodo precedente”. Nonostante le difficoltà oggettive date dalle restrizioni in atto, la quarta gamma non si è mai fermata: tutte le aziende produttrici stanno facendo la loro parte garantendo sempre la produzione e la consegna delle insalate in busta presso le piattaforme e i punti venFRUITBOOKMAGAZINE

A seguito dell’articolo pubblicato il 30 marzo da Internazionale “Le aste dei discount nelle settimane della pandemia”, che descrive le aste elettroniche di Eurospin sulle insalate in busta in piena emergenza sanitaria, Confindustria Unione Italiana Food IV Gamma ha diramato un comunicato in cui auspica massima collaborazione tra industria e distribuzione e allo stesso tempo condanna sia le aste elettroniche al ribasso che le imposizioni unilaterali di riduzione dei prezzi

dita della grande distribuzione con la massima flessibilità e senza alcun tipo di speculazione sul prezzo, che è sostanzialmente rimasto invariato. “In questa fase così delicata per il Paese e per la sua economia, auspichiamo che la relazione tra industria agroalimentare e distribuzione prosegua sempre e con tutti gli attori nel segno della massima collaborazione, consapevoli dell’importanza dei reciproci ruoli

per la garanzia degli approvvigionamenti di prodotti ai consumatori”, continua Montagna. “Per il benessere di tutta la filiera, a partire dai nostri agricoltori, come Gruppo IV Gamma condanniamo qualsiasi tipo di pratica che possa mettere ancora di più in difficoltà il comparto, dalle aste al massimo ribasso alle imposizioni unilaterali di riduzione dei prezzi”. Il riferimento a Eurospin, in questo caso, non è esplicito ma scontato. l N.31 l APRILE 2020



“Covid-19, quarta gamma travolta ma non si ferma” Tra i settori più pesantemente colpiti dall’emergenza sanitaria Eugenio Felice

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Come ha impattato il Covid-19 sull’industria di quarta gamma? Dalle insalate in busta, già lavate e pronte da mettere in tavola, alle ciotole o insalate arricchite, che fungono da piatto completo, dagli estratti freschi alle zuppe che negli ultimi anni hanno preso sempre più spazio nei banchi frigo del reparto ortofrutta, lo abbiamo chiesto ad Andrea Battagliola, il direttore generale di La Linea Verde Spa, azienda di Manerbio, in provincia di Brescia, tra i protagonisti del comparto Brescia è stata tra le province più colpite in Italia dal coronavirus. Quali le conseguenze per la vostra attività produttiva, in particolare nel sito di Manerbio? AB: L’impatto è stato molto forte, le prime settimane sono state da stato di crisi 24 ore su 24. è stata una escalation, decreti su decreti ogni 3-4 giorni, ogni volta una rincorsa a come recepirli e applicarli alla nostra realtà. Abbiamo trovato una grande disponibilità da parte dei lavoratori, pur a fronte di misure imponenti, come cambio dei turni, scaglionamenti, doppie o triple sanificazioni al giorno, tutto per evitare assembramenti e garantire la massima igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro. Va detto che in quanto industria alimentare, sono misure impattanti ma è stato relativamente semplice applicarle e soprattutto far comprendere il valore delle stesse. Quindi siamo riusciti, nonostante tutto, a garantire l’obiettivo numero uno che ci siamo posti fin dall’inizio, cioè assicurare la sicurezza e la salubrità degli ambienti di FRUITBOOKMAGAZINE

lavoro, applicando in maniera seria e concreta le direttive governative. Sono state montagne russe, ondate di malattie o quarantene, o di altri motivi, come i congedi parentali straordinari. Siamo comunque riusciti anche nei periodi di maggiore psicosi a resistere, ricorrendo con il contagocce a risorse umane esterne. Quale il momento più difficile nelle prime settimane del coronavirus? Quale la sfida più grande? AB: Quando c’è stato l’accaparramento nei supermercati, quindi all’inizio del lockdown, siamo andati incontro a dei picchi di volumi difficili da gestire. Probabilmente quello è stato il momento più duro. Poi l’abbassamento anche forte delle vendite dei prodotti di quarta gamma ha portato a soluzione il gap che avevamo nella forza lavoro e nella produttività che, a seguito delle misure di contenimento, è andata riducendosi. Da una parte abbiamo avuto il privilegio e la responsabilità di poter continuare a produrre nelle setti-

La Linea Verde di Manerbio (Brescia) è leader in Italia nella quarta gamma e nei piatti pronti freschi a base vegetale. Il gruppo, presente con 6 stabilimenti in Europa (tre in Italia, due in Spagna e uno in Serbia) ha fatturato 330 milioni di euro nel 2019, il 10% in più rispetto al 2018. L’azienda è stata fondata nel 1991 dai fratelli Giuseppe e Domenico Battagliola. Nel 2006 nasce DimmidiSì.

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mane del lockdown, dall’altra abbiamo dovuto garantire ai lavoratori di potersi muovere in sicurezza e agli italiani di non lasciare gli scaffali vuoti. è una situazione in continua evoluzione, in cui bisogna cercare di governare l’incertezza. Ogni settimana adottiamo misure nuove, come la misurazione a campione della temperatura dei lavoratori. Abbiamo anche cercato di instaurare un rapporto diverso con i lavoratori, mandando l N.31 l APRILE 2020

loro video messaggi e comunicazioni interne per coinvolgerli, per tenerli informati, per infondere fiducia, per gestire la paura. La vera sfida è stata mantenere aperte le linee di produzione e riforniti i banchi dei supermercati. Come è andato il comparto della quarta gamma nei primi due mesi di coronavirus? Gli italiani hanno aumentato o ridotto l’acquisto dei vostri prodotti? AB: Dopo le montagne russe di marzo si è andato delineando uno scenario molto negativo. La fine di FRUITBOOKMAGAZINE


330 250

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LA LINEA VERDE in numeri milioni di fatturato tonnellate lavorate al giorno

stabilimenti in Italia, 6 in Europa marchi

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Paesi serviti

milioni di pezzi prodotti al giorno

DI FRUIT LOGISTICA LE NOVITÀ 2020

LA NS. INTERVISTA GUARDA IL VIDEO!

bassamento dei volumi richiesti dal mercato ha impattato moltissimo. Valérie Hoff, direttore marketing di La Linea Verde Spa, ci ha spiegato in occasione di Fruit Logistica 2020 le ultime novità. Potete vedere l’intervista leggendo il QR code della pagina con lo smartphone.

marzo e le prime settimane di aprile hanno confermato un forte calo, distribuito in modo diverso secondo le categorie merceologiche. La tendenza è stata disastrosa per tutto il mondo ciotole, quindi insalate arricchite e piatti unici, che sono stati tra il -50 e il -60% rispetto allo scorso anno. Anche per gli estratti freschi abbiamo più che dimezzato i volumi. Per le insalate in busta abbiamo avuto due trend diversi ma entrambi negativi: le baby leaf sono calate di oltre il 10%, le insalate adulte sono scese attorno al 20%. Anche per le zuppe i cali sono stati importanti, più simili a quelli delle insalate che non a quelli di estratti o insalate arricchite. Va segnalato che c’è un forte fattore stagionalità per alcune categorie di prodotto, con il FRUITBOOKMAGAZINE

caldo le zuppe lasciano spazio ad estratti e ciotole. Ad oggi è difficile fare previsioni su come evolverà il mercato e sull’impatto economico che questa emergenza sanitaria avrà sull’azienda. Indiscutibilmente abbiamo maggiori costi, minore produttività con tutti i flussi più rallentati, da quelli produttivi a quelli logistici, calo nelle vendite e quindi minor fatturato. Ci tengo a dire che anche la filiera produttiva è sotto pressione e sta subendo ancora di più l’emergen-za: le operazioni di raccolta sono più lente, i trasporti più onerosi, il caldo ha spinto la produzione delle insalate e delle baby leaf e l’ab-

I maggiori costi per continuare a produrre durante l’emergenza, hanno comportato un adeguamento dei prezzi di vendita? AB: C’è stato un impegno straordinario da parte di tutti gli anelli della filiera, dal coltivatore al produttore di imballaggi, dai trasportatori agli stessi gruppi distributivi, per non lasciare gli scaffali vuoti. Questa è stata la nostra unica priorità. Vorrei dire che non abbiamo richiesto prezzi più alti perché non vogliamo approfittarci della situazione, in realtà non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensarci, passando le giornate a garantire massima attenzione per mantenere lo stabilimento produttivo e in sicurezza. La grande distribuzione ci ha agevolato con misure eccezionali, ad esempio la razionalizzazione degli assortimenti e una diversa regolamentazione l N.31 l APRILE 2020


settimane sono state da stato di crisi 24 “oreLesuprime 24. Ci siamo impegnati al massimo per tenere

aperte le linee di produzione e riforniti i banchi dei supermercati. La grande distribuzione ci ha aiutato con misure eccezionali: siamo tutti sulla stessa barca ” Andrea Battagliola (dir. generale La Linea Verde)

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Andrea Battagliola dal 1 marzo 2019 ricopre la carica di direttore generale di La Linea Verde Spa. Ha raggiunto questo incarico dopo una lunga esperienza all’interno del gruppo, prima nella sede spagnola, poi negli headquarters di Manerbio (Brescia) come direttore commerciale. La foto a lato è stata scattata a Berlino in occasione di Fruit Logistica 2019, anno di lancio delle fortunate zuppe Gusto d’Oriente.

delle promozioni, che in alcuni casi sono state annullate. In questa fase di emergenza siamo tutti sulla stessa barca, riscontriamo molta collaborazione e propositività da parte di tutti gli attori della filiera. Come stanno andando il canale horeca e le esportazioni? AB: Il canale horeca nei primi due mesi di lockdown è stato praticamente fermo. Anche in questo caso difficile fare previsioni. Le esportazioni sono state colpite negativamente, ci sono stati momenti di psicosi come il blocco al Brennero o la chiusura temporanea di alcune frontiere, non aiuta il fatto che ogni Stato si comporti in modo l N.31 l APRILE 2020

diverso, abbiamo avuto però un grande aiuto dall’Unione Italiana Food che con comunicazioni più che giornaliere ha fatto un grande sforzo per tenerci informati su come comportarci e quindi per trovare il modo di continuare a esportare. In aprile ci siamo assestati a un -15% per le esportazioni di insalata di quarta gamma dallo stabilimento di Manerbio e a un -30% per le insalate di prima gamma dallo stabilimento di Salerno. In Spagna gli stabilimenti sono in zone meno colpite rispetto a Brescia ma certamente la situazione non è semplice, anche là si registra un minor consumo di insalate di quarta gamma. Per quanto il

governo abbia deciso misure meno limitanti per la popolazione rispetto a quanto accade in Italia, il trend nei consumi ricalca i nostri. La situazione è pesante, abbiamo rimandato o annullato la presentazione delle novità che avevamo in cantiere, il blocco dell’innovazione di prodotto è un’altra delle conseguenze del coronavirus, la situazione ci impone di concentrarci su altro. Siamo in attesa di sapere dal Governo quali saranno le misure concrete a sostegno delle attività produttive, perché il ritorno all’equilibrio del conto economico non pare né vicino né scontato.

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Qualità e innovazione: FruEat va oltre il servizio nella IV gamma di frutta Due linee di prodotto: “Premium” per il consumo domestico e “On the go” per il fuori casa Giancarlo Sbressa

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Ad un anno dal lancio della nuova marca di IV gamma di Spreafico, la linea “FruEat” affronterà i prossimi mesi di alta stagione con un occhio attento e critico nei confronti della delicata situazione nazionale dettata dall’evoluzione del Covid-19, pronta a evolversi in base ai cambiamenti delle scelte di acquisto che si stanno verificando. Lauria: “Qualità e innovazione sono i capisaldi del nostro lavoro”. Marini: “Con FruEat offriamo agli amanti della frutta un servizio a 360 gradi” I primi mesi dell’anno (fonte: ricerche Nielsen riferite a febbraio 2020 anno terminante) mostravano uno scenario nel mercato del segmento quarta gamma caratterizzato da una crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente, segnale che testimonia come la categoria abbia ancora margini di crescita da conquistare e un grande potenziale da esprimere. “Rispetto al passato, precedentemente all’arrivo del Covid-19, abbiamo potuto osservare alcuni comportamenti significativi: la destagionalizzazione dei consumi, la particolare attenzione da parte del consumatore finale verso referenze caratterizzate da nuove ricettazioni e la necessità di fornire un prodotto sempre premium. Trend che possiamo riassumere in due valori: qualità e innovazione. Questi sono i capisaldi sui quali continueremo a basare il nostro lavoro, pur nella consapevolezza di dover rimanere “in ascolto” per capire l’evoluzione della difficile situazione attuale”, afferma Pasquale Lauria, responsabile business unit fresh cut di Spreafico. FRUITBOOKMAGAZINE

Sono infatti diverse le insegne GD e DO che hanno scelto di inserire FruEat all’interno dei loro assortimenti, non solo nella stagione più calda ma tutto l’anno. Spreafico, da sempre, è attenta alle esigenze del mercato, caratteristica che permette all’azienda di poter essere tra i precursori in questo settore. Ponendo al centro del suo lavora la ricerca di materie prime di qualità, nel 2019 ha realizzato un nuovo stabilimento di lavorazione

Spreafico Francesco e F.lli, fondata nel 1955, festeggia nel 2020 i 65 anni di storia nel mondo dell’ortofrutta. In occasione di questo anniversario la famiglia Spreafico ha presentato, in anteprima alla fiera internazionale Fruit Logistica di Berlino, il nuovo marchio aziendale che contraddistinguerà il nuovo corso della comunicazione rivolta a clienti e consumatori. Il nuovo marchio vede protagonista un albero da frutta, mentre il payoff è “Il Piacere della Frutta”. Le due immagini di queste pagine sono prese dalla campagna social FruEat su Facebook @FruEat e su Instagram @_frueat.

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della frutta, rigorosamente tagliata a mano, diventando uno dei poli produttivi più all’avanguardia in grado di garantire la massima igiene e sicurezza. Oggi, la stessa dedizione e attenzione è rivolta allo sviluppo di attività per il consumatore. “Vogliamo favorire - spiega Lauria - un processo di acquisto semplice e intuitivo che permetta ai nostri clienti di organizzare lo scaffale con più facilità e agli acquirenti finali di riconoscere le diverse tipologie di ricette grazie ai diversi codici colore abbinati, creando un senso di famiglia e aumentando la visibilità della categoria a scaffale. Chi si troverà di fronte ai frigoriferi potrà riconoscere, in piena autonomia, la qualità, le ricette, la bellezza ed il colore delle nostre materie prime”. Il consumatore di oggi, infatti, ha ormai raggiunto un’esperienza l N.31 l APRILE 2020

cosolidata nel consumo di quarta gamma e ricerca sempre più prodotti ad alto valore aggiunto, di qualità e perfetti per il consumo sia a casa che fuori casa. “Uno degli obiettivi principali che ci siamo posti nel realizzare la linea FruEat era quello di fornire agli amanti della frutta pronta al consumo un servizio a 360°: poter gustare una macedonia in piena sicurezza e con tutto l’occorrente ovunque si voglia”, spiega Viviana Marini, brand manager Spreafico. “Le nostre confezioni, infatti, sono dotate di un pratico incavo pensato per proteggere la forchettina contenuta nel pack senza che questa entri in contatto con la frutta garantendo igiene e sicurezza in

ogni occasione di consumo”. FruEat si compone di due diverse linee prodotto pensate per soddisfare ogni esigenza di consumo di frutta, in casa “Premium” e fuori casa “On the go”. Con FruEat, Spreafico propone solo frutta di prima scelta accuratamente lavata, tagliata, selezionata manualmente e confezionata per essere consumata in totale sicurezza sia a casa che fuori casa garantendo ai clienti un prodotto di elevata qualità in qualsiasi condizione di consumo. “Tutto questo per noi è importante e raccontarlo in modo chiaro, efficace e con un tone of voice divertente e rassicurante, in linea con le necessità del consumatore e sui canali a lui più familiari, è per noi fondamentale”, conclude Viviana Marini.

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La plastica diventa eco-solidale con Carton Pack Ogni anno recuperate e trasformate oltre 50 milioni di bottiglie Marco Zanardi

Carton Pack Spa di Rutigliano (Ba) è la prima e l’unica azienda in Europa a utilizzare Social Plastic in qualità di trasformatore, per dare alla plastica un nuovo valore sociale ed ecologico negli imballaggi per il mercato dei prodotti freschi. La plastica da rifiuto che inquina i mari diventa risorsa e fonte di reddito per le comunità in sofferenza. Persico: “La plastica è un materiale intelligente ed economico, il problema non è la plastica, ma la gestione del fine vita. Ci vuole più senso civico” Sembrava che il 2020 dovesse essere nuovamente l’anno della sostenibilità a 360 gradi. Poi è arrivato il coronavirus a sconvolgere le nostre esistenze e così la scala delle priorità. In attesa di tornare a una nuova normalità, inevitabilmente diversa da quella del recente passato, vale la pena approfondire i progetti che gravitano attorno al settore imballaggi, che nei mesi del Covid-19 è stato chiamato a uno sforzo straordinario per rispondere alle crescenti richieste giunte dal mercato per garantire l’igiene dei prodotti e una spesa veloce. Tra i progetti più ambiziosi e concreti, in termini di sostenibilità c’è senza dubbio Social Plastic. “Comprare frutta e verdura in un imballaggio di Social Plastic significa remunerare il lavoro e migliorare le condizioni di vita di persone che vivono in Paesi meno sviluppati,

contribuendo a risanare gli oceani e il loro ambiente dall’enorme inquinamento in cui vivono”, afferma Massimiliano Persico, marketing manager di Carton Pack Spa, azienda leader del settore imballaggi con sede a Rutigliano (Bari). Il posizionamento strategico di molte aziende coinvolte nel settore del packaging è stato recentemente ripianificato offrendo alternative di packaging che possano rispondere - a volte in modo incoerente - ai requisiti stabiliti dal movimento ambientalista e da un approccio di massa sensibile alla propaganda “Plastic Free”. La crescente presenza dell’industria cartaria nel mercato degli imballaggi per ortofrutta ha generato ulteriori nuove proposte che non esistevano ieri o che avevano un’applicazione limitata e una minore efficienza in termini di costi e prestazioni tecniche (pasta di legno, bio-

Social Plastic getta i presuppoti di un nuovo modo di vedere la plastica: da rifiuto che inquina i mari e l’ecosistema diventa risorsa che genera reddito in Paesi in via di sviluppo. La plastica è uno strumento che va rivalutato: quanto è stato di aiuto durante l’emergenza sanitaria da coronavirus al personale medico con siringhe, guanti monouso e strumenti protettivi vari?

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CARTON PACK Spa in numeri

anni di esperienza

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mila mq piattaforma produttiva

mila tons/anno di capacità produttiva

e solo trasformatore di Social Plastic in Europa

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plastiche). All'inizio del 2020, Carton Pack Spa ha attivato un progetto corporate di grande valore nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa (CSR) con due obiettivi stimolanti: il primo, dare un valore completamente nuovo e FRUITBOOKMAGAZINE

unico alla plastica riciclata RPET; il secondo, intraprendere azioni più decisive nei confronti della sostenibilità e dell'impegno sociale d’impresa. “Questo è l’inizio di un nuovo modello di business che si innesta

milioni: bottiglie recuperate ogni anno milioni di euro fatturato 2019

nella visione di un’economia circolare, utilizzando le risorse già esistenti e creando contestualmente un nuovo welfare per i Paesi emergenti. Carton Pack si distingue oggi per essere il primo e unico trasformatore europeo di Social Plastic per dare un nuovo valore sociale ed ecologico agli imballaggi per il mercato dei prodotti freschi”, ha commentato Gianni Leone, ceo di Carton Pack Spa. La partnership con Plastic Bank e l’uso di Social Plastic rappresentano una proposta all’avanguardia nel mercato dell’imballaggio di prodotti freschi e una risposta coerente ai problemi di inquinamento ambientale e di solidarietà sociale nelle aree del mondo in cui la situazione è assolutamente di emergenza. Social Plastic, fornita da Plastic Bank, è la plastica recuperata dagli oceani nel rispetto dell’etica della sostenibilità e ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita delle persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo dove l’inquinamento da plastica è il più alto di sempre. Carton Pack è il primo e unico produttore di imballaggi nel mercato dei prodotti freschi che ha preso provvedimenti per dare un valore completamente nuovo alla plastica riciclata RPET con un’azione più decisiva verso la sostenibilità ambientale e sociale nel rispetto degli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite. La nuova gamma di prodotti Social Plastic è già disponibile per soluzioni di termosaldatura: modello D2 (uva, pomodori, frutti di l N.31 l APRILE 2020


È un nuovo modello di business che si innesta “nella visione di un’economia circolare, utilizzando

le risorse già esistenti e creando un nuovo welfare per i Paesi emergenti. Carton Pack si distingue per essere l’unico trasformatore europeo di Social Plastic ” Gianni Leone (amm. delegato di Carton Pack Spa)

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Il modello D2 di Carton Pack è una soluzione termosaldata in RPET adatta a uva, pomodori, ciliegie e frutti di bosco e può essere utilizzato in Social Plastic, utilizzabile anche per il modello H (frutti di bosco) e il modello T (grande dimensione per ciliegie, frutti di bosco, uva e pomodori). Social Plastic è un nuovo modello di business che si innesta nella visione di un’economia circolare utilizzando le risorse già esistenti e creando contestualmente un nuovo walfare per i Paesi emergenti.

IL MONDO MIGLIORE

COS’È SOCIAL PLASTIC

E COME RENDERÀ

GUARDA IL VIDEO!

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bosco, ciliegie, nella foto qui sopra), modello H (frutti di bosco), modello T (grande dimensione per ciliegie, frutti di bosco, uva e pomodori). Gli imballaggi garantiscono piena idoneità al contatto alimentare e tracciabilità della materia prima Social Plastic, con un marchio esclusivo termoformato sul fondo dell’imballaggio. Ma chi è Carton Pack? Con oltre 50 anni di esperienza, l’azienda, che dal 2018 ha come azionista di maggioranza il fondo 21 Investimenti guidato da Alessandro Benetton, può vantare prestazioni

superiori nei tempi di consegna e nella gestione di elevati volumi forniti ai clienti, garantendo flessibilità e un alto livello di servizio e organizzazione logistica. La società ha un ufficio vendite e logistica che rappresenta il nucleo delle attività e un vantaggio competitivo, affrontando la crescente velocità e flessibilità richieste oggi dal mercato sia nazionale che internazionale. Con una capacità produttiva di 60 mila tonnellate l’anno, Carton Pack è oggi tra i leader del mercato facendo affidamento su una piattaforma logistica di 50 mila mq e un impianto di produzione che si sviluppa su 60 mila mq.

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Canella: “Il nostro centro di confezionamento è sempre più strategico” Da quando è scoppiato il coronavirus è aumentata la richiesta di ortofrutta confezionata Eugenio Felice

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Dal 1980 il gruppo distributivo veneto dispone di un centro di confezionamento all’interno della piattaforma freschi e freschissimi di Padova che serve tutti i 113 punti vendita e che si è rivelato particolarmente strategico durante le settimane del coronavirus. Giuliano Canella, responsabile acquisti freschi del Gruppo Alì, ci ha spiegato il suo ruolo per dare un servizio migliore ai clienti. Tante le attività avviate per far fronte alla emergenza sanitaria. Impennata della spesa online Nel contesto attuale, dominato dal coronavirus e dalla necessità per gli italiani di fare una spesa veloce ma meno frequente, acquistando prodotti che possano garantire il massimo in termini di igiene e sicurezza, la grande distribuzione e i fornitori si stanno trovando ad approfondire e aumentare l’incidenza dell’ortofrutta confezionata rispetto a quella venduta sfusa. Abbiamo raccolto la testimonianza del gruppo veneto Alì Supermercati, nato nel 1971 per iniziativa della famiglia Canella, precursore di alcune tecniche di vendita, nonché vincitore da tre anni del premio “Top Fresh Retailer - il miglior reparto ortofrutta d’Italia”. Un gruppo che già dal 1980 dispone, all’interno della piattaforma freschi e freschissimi - che dal 1998 è sita in via Olanda 2 a Padova - di un centro di confezionamento per frutta e verdura per servire tutti i punti vendita della propria rete, ubicati in Veneto ed Emilia Romagna, un centro che nel corso degli anni ha dato importanti risultati e che si sta rivelando strategico durante il periodo del Covid-19. FRUITBOOKMAGAZINE

“Da allora - dichiara Giuliano Canella, responsabile acquisti freschi di Alì Spa - questo centro è stato ampliato, strutturato e perfezionato divenendo una soluzione unica per differenziarsi dai vari competitor. Non fu una scelta casuale l’aver privilegiato e tutelato il confezionato. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo notato come, in vendita, al prodotto sfuso si potevano affiancare diverse referenze confezionate, ampliando così l’assorti-

Alì Supermercati, azienda padovana della grande distribuzione organizzata fondata nel 1971, con un fatturato che ha superato il miliardo di euro, conta 113 punti vendita in Veneto ed Emilia Romagna, tra negozi di quartiere Alì Supermercati e superstore Alìper, dando lavoro ad oltre 4.000 collaboratori. Nel 2018, 2019, 2020 ha ricevuto il premio Top Fresh Retailer per il miglior reparto ortofrutta d’Italia. Nella foto a destra il centro di confezionamento nella piattaforma fresche e freschissimi di via Olanda 2 a Padova.

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mento e aumentando sempre più il grado di servizio per i nostri clienti. Diversi prodotti arrivano già confezionati dai fornitori ma sono specializzati per lo più solo su alcune tipologie, quindi, mantenendo anche una nostra struttura interna di confezionamento, possiamo liberamente scegliere che prodotti confezionare in base alla stagionalità e alla richiesta dei consumatori. Abbiamo una maggiore flessibilità. L’altissima qualità, per noi prioritaria e fondamentale in tutte le nostre strategie, ci guida nel prediligere una gamma di prodotti confezionati in grado di conferire un valore aggiunto alla nostra proposta aziendale”. l N.31 l APRILE 2020

“Il centro di confezionamento spiega Giuliano Canella - si estende su una superficie di 300 metri quadrati all’interno dell’area ortofrutta della piattaforma freschi e freschissimi. Occupa 20 persone ed è dotata di tre linee Automac. Lavora dal lunedì al sabato, confezionando settimanalmente circa 30 mila colli con 25/30 referenze. Ogni collo contiene da 6 a 8 vassoi. Confezioniamo nicchie veramente particolari come ad esempio zenzero e menta o carciofi e prezzemolo, oppure prodotti di uso più

comune come zucchine, peperoni, fagiolini e carciofi per quanto riguarda gli ortaggi, o clementine e albicocche per quanto riguarda la frutta. Il servizio aggiunto alla clientela è che possiamo selezionare noi la qualità, anche in termini di maturazione, di quello che andiamo a confezionare, consegnando in AxA quello che ci ordinano i punti vendita. Un esempio tipico è il pomodoro tipologia Camone prodotto in Sardegna e Sicilia: sfuso si vende poco, selezionato e confezionato come diciamo noi fa numeri molto interessanti”. E nelle settimane del Covid-19 cosa è cambiato nel reparto ortofrutta? “Tra marzo e aprile abbiaFRUITBOOKMAGAZINE


Nel periodo di emergenza sanitaria da coronavirus “abbiamo visto l’aumento della richiesta di ortofrutta

confezionata, con un rapporto che è stato di 62% confezionato contro il 38% di sfuso. Nel centro di confezionamento i volumi sono aumentati del 30% ” Giuliano Canella (responsabile acquisti freschi Alì)

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Il punto vendita di Casalserulego (Padova). Nel riquadro Giuliano Canella, resp. acquisti freschi.

mo registrato un aumento delle vendite di oltre il 20% - sottolinea Giuliano Canella - sia a livello generale che nel reparto ortofrutta. Per la verdura sono i prodotti commodity, come patate, carote e cipolle gli articoli più richiesti, mentre per la frutta sono prodotti legati alla ricchezza di vitamina C, come agrumi e kiwi. Insalate in busta di quarta gamma, zuppe fresche ed estratti registrano invece performance meno brillanti. Se poi consideriamo il rapporto tra sfuso e confezionato, nel periodo di emergenza sanitaria da coronavirus abbiamo visto una crescita della richiesta di ortofrutta confezionata, con un rapporto che è stato di 62% confezionato contro il 38% di sfuso. Nel centro di confezionamento i volumi lavorati sono FRUITBOOKMAGAZINE

aumentati del 30% e per poterli sostenere abbiamo aumentato la forza lavoro e le ore di straordinario, così come l’impegno per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli ambienti di lavoro”. Sempre Giuliano Canella, visto il particolare periodo che stiamo attraversando, ha voluto evidenziare le principali attività che il Gruppo Alì ha messo in campo per far fronte alla grave emergenza sanitaria. “Sono 3 milioni e 200 mila euro i fondi stanziati tra marzo e metà aprile da Alì a favore della sanità e dei suoi collaboratori, impegnati in prima linea e in maniera silente a far fronte all’emergen-

za che sta colpendo così duramente il nostro Paese. Un intervento concreto e immediato continua Canella - in risposta alla vicinanza dell’azienda al suo territorio, ai valori sempre portati avanti della solidarietà, dell’amore per le cose buone, della ricerca incessante della qualità per garantire a tutti la massima sicurezza, della fierezza di essere italiani, dell’ascolto ad un Paese che ora più che mai ha bisogno di aiuto. E l’impegno di Alì continua perché continuano le donazioni alle casse, dal sito o dall’app”. “L’impegno di Alì - conclude Canella - continua ogni giorno anche garantendo la massima sicurezza nell’offrire il suo servizio essenziale alla comunità. Igienizzazione notturna di tutti i locali, continua igienizzazione manuale diurna di ogni superficie, sanificazione di tutti gli ambienti esterni, contingentamento degli ingressi nei punti vendita, mascherine, guanti e visiera per i collaboratori, igienizzante mani e guanti a disposizione per tutti i clienti e possibilità di disinfettarsi carrello e cestino all’ingresso. Forte implementazione del servizio di spesa on line con l’incremento di risorse dedicate per far fronte ad una richiesta che nel giro di pochi giorni è decuplicata. Rete con amministrazioni comunali e associazioni per favorire il servizio di consegna della spesa a casa agli anziani e a tutte le categorie più fragili”.

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L’ORTO DI ELEONORA, CAMPAGNA NAZIONALE CON “LA NOSTRA ESTATE ITALIANA” Il primo maggio con una pagina intera sul Corriere della Sera è iniziata la nuova campagna nazionale di comunicazione per L’Orto di Eleonora - OP Agricola Campidanese: “La Nostra Estate Italiana”, con le sue 4 punte di diamante, espressione della migliore produzione ortofrutticola della Sardegna: Gavina, la mini anguria dolcissima, rinfrescante e senza semi; Eleonora, l’anguria nera con una polpa dolcissima, rosso rubino e senza semi; Majores, un melone piccolo nelle dimensioni, in realtà un gigante di gusto, dolce, fresco e croccante; Corallo, il melone verde dalla polpa arancione brillante, una sorprendente dolcezza e un gusto unico. Sarà un’estate dedicata all’Italia e al suo popolo, il claim parla chiaro: “Uno per tutti, tutti per uno. L’Unione è la forza e la speranza di un Grande Popolo”. La creatività evoca l’incanto, il mistero, la storia e la bellezza di una terra incontaminata e autentica quale è la Sardegna che si sente parte di una grande Italia. Un’Italia che deve ripartire dal suo ben fare, dalla sua arte e dalla meraviglia dei suoi territori, così ricchi e variegati nelle loro tipicità.

La campagna, che andrà anche sulle riviste F, Nuovo, Dipiù, Dipiù Cucina, Nuovo, Io Donna e Diva, anticipa di due settimane l’avvio della campagna commerciale: a metà maggio partiranno le prime raccolte del melone Corallo (20 ettari), a seguire a giugno l’anguria nera senza semi Eleonora (110 ettari), la mini anguria senza semi Gavina (70 ettari) e infine il melone Majores (30 ettari).

ORTOROMI, SOSTENIBILITÀ AL CENTRO A FRUIT LOGISTICA 2020. LA NOSTRA INTERVISTA Dal 5 al 7 di febbraio 2020 si è svolta Fruit Logistica, la più grande fiera mondiale del settore ortofrutta. Nell’occasione abbiamo intervistato Martina Boromello, la responsabile marketing di OrtoRomi, tra le aziende leader in Italia nelle insalate di IV gamma, negli estratti freschi, nelle zuppe fresche e nei piatti pronti freschi, a marchio Insal’Arte e Almaverde Bio o a marchio del distributore (MDD). OrtoRomi si è presentata a Berlino con uno stand nuovo di zecca di 180 metri quadrati in cui si potevano toccare con mano tutto l’assortimento dell’azienda e le ultime novità di prodotto, tra cui alcune inedite referenze di estratti Almaverde Bio e le inedite salse guacamoGuarda il video! le Insal’Arte.

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Logistica

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Grande attenzione per il tema della responsabilità sociale d’impresa. In particolare, a Fruit Logistica 2020 è stato annunciato il progetto per ridurre del 40% l’utilizzo di acqua negli stabilimenti di lavorazione. Il 2019 si è chiuso per OrtoRomi con un fatturato di 109 milioni di euro, in linea con il 2018. Potete vedere e ascoltare la nostra intervista leggendo il QR Code qui a lato con il vostro smartphone. l N.31 l APRILE 2020


«FRUIT ATTRACTION 2020 SI FARÀ: ECCO COME CAMBIERÀ IL FORMAT DELLA FIERA NELLA FASE DUE» Fruit Attraction 2020 si svolgerà dal 20 al 22 ottobre in collaborazione con Flower&Garden Attraction e il nuovo progetto Fresh Food Logistics, dedicato alle soluzioni per l’intera catena del freddo. Per la prima volta Fruit Attraction occuperà l’intero complesso IFEMA (padiglioni dall’1 al 10). L’organizzazione della dodicesima edizione vede già un aumento del 5% delle richieste di partecipazione rispetto alle stesse date dell’anno precedente: un esempio della fiducia del settore per accelerare la ripresa. Fruit Attraction, con lo slogan Where Fresh Produce & Innovation Meet, adatta e rinnova però il suo format, con l’obiettivo di fare da leva alla ricostruzione delle relazioni commerciali internazionali tra gli attori del settore ortofrutticolo, in un momento chiave come quello di ottobre. “Abbiamo la responsabilità di svolgere tutti insieme Fruit Attraction 2020 - afferma Raúl Calleja, direttore della fiera -. Sono sicuro che quando si concluderà la fiera tutti i responsabili delle aziende partecipanti saranno orgogliosi di averne fatto parte. Il nostro settore agroalimentare ha dimostrato e continuerà a mostrare alla comunità nel suo insieme, durante questi mesi di Covid-19, tutti i suoi

punti di forza, riaffermandosi come un settore strategico e fondamentale per la fiducia nella nostra struttura sociale e nella sua offerta alimentare”. IFEMA e la Comunità di Madrid concordano che per il mese di maggio saranno smantellate l’ospedale di emergenza e i ricoveri per i senzatetto che l N.31 l APRILE 2020

attualmente sono ospitate nelle sue strutture della fiera. Nel frattempo Fruit Attraction sta lavorando per garantire la sicurezza dei visitatori e dei partecipanti, nell’ottica che la fiera debba essere un luogo di opportunità commerciali, riducendo al minimo i rischi. Per questo, Fruit Attraction sta lavorando a dei format in cui le “funzionalità e l’utilità commerciale intrinseca della fiera” saranno migliorate, con una

gestione degli accessi e della capienza massima consentita nei vari spazi, il controllo della temperatura e l’implementazione delle misure igienico-sanitarie. Ciò implica il passaggio da un evento di concentrazione dei visitatori a un modello di concentrazione dei processi di acquisto e vendita e presentazione di novità, innovazione e conoscenza per questo nuovo scenario di mercato e di consumo. Tre giorni di acquisti e vendite internazionali, accordi di approvvigionamento e fornitura, pianificazione di campagne, presentazione di novità, forum e dibattiti presenziali e virtuali, sfruttando anche la tecnologia 5G di IFEMA. I visitatori di molti Paesi potranno partecipare all’evento di persona mentre altri, probabilmente, parteciperanno digitalmente attraverso un nuovo servizio di eMeeting B2B. Ottimizzare i costi sarà un altro dei pilastri strategici di Fruit Attraction 2020, che mette a disposizione due tipi di stand modulari personalizzabili, il Basic e il Premium, tutto compreso, inclusi 3 accessi WIFI Premium, servizio incluso anche per tutti gli espositori che partecipano con stand personalizzati. L’elenco delle aziende partecipanti online assume un ruolo di primo piano, poiché sarà decisivo per l’identificazione di aziende, prodotti, novità, contatti, agenda e servizio di eMeeting per tutti quei visitatori che non potranno partecipare all’evento di persona. FRUITBOOKMAGAZINE

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COOP SOLE, UN PACKAGING CON L’ARCOBALENO, DISEGNATO DAI FIGLI DEI LAVORATORI

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“L’idea di utilizzare l’arcobaleno per personalizzare un packaging contestuale a questa drammatica pagina della storia nazionale e del mondo l’abbiamo coltivata, come altri, sin dalla prima diffusione dell’icona di speranza. Tuttavia, più che farne un uso tout court, comunque legittimo, abbiamo intravisto in questo simbolo l’opportunità di ravvivare ed intensificare la comunicazione diretta fra il mondo della produzione e il resto della società civile”. Introduce così Pietro Ciardiello, direttore di Coop Sole di Parete (Caserta), la presentazione della nuova confezione di fragole. “Questo packaging un po’ insolito – spiega Ciardiello – ha alcuni elementi che, in questo momento, definirei essenziali: esplicita gratitudine per le persone impegnate quotidianamente nell’ambito produttivo, invita a scegliere prodotti italiani e una comunicazione che va a sostegno dell’intera filiera e non solo di Coop Sole. Per realizzarlo abbiamo affidato la creatività esclusivamente a dei bambini, figli di dipendenti della cooperativa, che si sono cimentati, come tanti della loro età, con il tema grafico del momento: l‘arcobaleno”.

LUMÌ, DA VILLARI UN AMBIZIOSO PROGETTO PER VALORIZZARE IL LIMONE DI SICILIA Ruota attorno al nuovo brand Lumì l’ambizioso progetto di Gruppo Villari per valorizzare il migliore limone di Sicilia, presentato in anteprima nel corso di Fruit Logistica 2020 (Berlino, 5-7 febbraio). Lumì vuol dire produzione sostenibile in campo, nessun trattamento post raccolta, nessun trat-

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“Il risultato - continua Ciardiello - è che ogni lato della confezione riporta un disegno diverso e nomi diversi, del bambino e del genitore, e ogni angolo della confezione è contraddistinto dal claim “Scegli italiano anche tu”. L’obiettivo, come accennato, è di far percepire ai consumatori voce e volto dei produttori, convinti che, in questo momento di crisi ma di rafforzato orgoglio nazionale, la sensibilità e l’attenzione all’umanità che si cela dietro le merci si sono di certo affinate“.

tamento chimico in superficie, disponibilità 365 giorni all’anno. Affianco a Lumì c’è anche Agrumì, brand studiato per le migliori selezioni di arance e mandarini siciliani. I nomi sono stati scelti a seguito di un’indagine con il consumatore finale attraverso i canali social: si sono espressi in oltre 40 mila. “Con questo progetto di valorizzazione e comunicazione vogliamo rivedere il meccanismo di relazione con il consumatore finale“, ci ha spiegato Attilio Villari, terza generazione della famiglia e stesso nome del fondatore. “Desideriamo offrire al consumatore un prodotto di altissima qualità che faccia respirare il vero profumo della Sicilia. Delle selezioni superiori - ha sottolineato Attilio Villari - che, come dimostrato da studi universitari, hanno proprietà nutritive e organolettiche più elevate rispetto agli altri agrumi che si possono trovare in commercio. Lumì ad esempio ha più succo, più vitamina C e più sali minerali, con una nota olfattiva più acuta rispetto al normale”. A supporto dei brand è stato sviluppato il sito vivilimone.it, per educare e stimolare il consumatore e sono stati ideati imballaggi distintivi, come i vassoi plastic free in cartoncino con fascia di carta a chiusura e le cassette con “crowner” per dare più informazioni e visibilità sul punto vendita. l N.31 l APRILE 2020


UNITEC, CON CHERRY VISION RISULTATI OTTIMI PER LA CAMPAGNA DI CILIEGIE CILENE La campagna ciliegie cilena è giunta al termine a metà febbraio. È quindi tempo di bilanci e, in casa Unitec, tempo di soddisfazioni. Unitec è infatti molto felice per i risultati raggiunti dai propri clienti: le centrali ortofrutticole cilene che per la lavorazione delle loro ciliegie si sono affidate alla tecnologia Cherry Vision 2 e Cherry Vision 3.0 di Unitec hanno ottenuto grandi benefici su molteplici fronti. “Cherry Vision 3.0 ci ha permesso di ridurre in modo significativo le persone sulla linea. Inoltre, è stata in grado di rilevare tutti i difetti che presenta la frutta, che è essenziale per noi che aspiriamo a un livello qualitativo idoneo a un mercato esigente come quello cinese”, ha affermato Yue Chan, direttore amministrazione e finanza di Gold Anda, azienda con quartier generale a Shenzen, in Cina e un’importante filiale operativa a Curicó, in Cile. Proprio nello stabilimento di Curicó, Gold Anda nel 2019 ha installato una linea a 12 canali equipaggiata con il sistema Cherry Vision 3.0. E i risultati non si sono fatti attendere. Attraverso le sue telecamere ad altissima risoluzione, che concorrono a visionare il 100% della ciliegia e a rilevarne le

caratteristiche organolettiche con una precisione ed un’affidabilità difficilmente immaginabili con qualsiasi altro sistema, Cherry Vision 3.0 ha permesso a Gold Anda di ottenere ciliegie di qualità coerente nel tempo e, al contempo, di ottenere un significativo risparmio dei costi di manodopera. l N.31 l APRILE 2020

Il mercato cinese sta diventando di anno in anno sempre più ambito dalle centrali ortofrutticole che vogliono espandersi in un Paese caratterizzato da crescenti opportunità di business. Per penetrare un Paese come questo, caratterizzato dalla richiesta di standard qualitativi altissimi, è necessario un prodotto caratterizzato da omogeneità all’interno di ogni singola confezione e uniformità tra una fornitura e l’altra:

proprio il prodotto risultante dalla lavorazione e dalla classificazione della qualità attuate dal team Unitec con le sue esclusive e uniche tecnologie in grado di dare questi risultati in modo affidabile e sicuro. La tecnologia Cherry Vision permette di separare le ciliegie di qualità “premium”, dotate di caratteristiche organolettiche molto pregiate e adatte per l’export in Asia, da quelle di gamma media o da quelle destinate all’industria alimentare. Hugo Vidal, direttore generale della centrale ortofrutticola cilena Tenofruit, ha parlato di quanto sia rimasto colpito a partire dalla visita presso il quartier generale di Unitec in Italia: “Incredibile, entrare nella fabbrica è come entrare in un laboratorio! Lì ci siamo resi conto che le linee Unitec sono realizzate davvero con una qualità ineguagliabile, dal momento in cui viene pensata la linea dal team di ingegneri di Unitec fino al momento in cui viene installata. A seguito della negoziazione ci hanno dato delle scadenze che hanno rispettato. Anzi, il percorso è stato inverso, è stata Unitec che ha insistito affinché noi avessimo tutto pronto prima che arrivasse l’impianto. La linea è stata avviata prima della data concordata”. Risultati come quelli descritti danno nuova forza al team Unitec, che ogni giorno, in Cile come nel resto del mondo, lavora per portare risultati concreti ai suoi clienti. FRUITBOOKMAGAZINE

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iFresh |

Valentina Bonazza

FrescoFrigo: a Milano il micro supermercato di condominio 112

Ha aperto il primo micro supermercato di condominio a Milano. Permette ai residenti l’acquisto di generi alimentari senza uscire dal proprio domicilio. L’idea è di FrescoFrigo, startup italiana che lavora a un nuovo concetto di retail accessibile 24/7. Ha così installato al Social Village di Milano 5 frigoriferi intelligenti per soddisfare le esigenze di 900 condomini: un servizio anti-assembramento” utile contro il Covid-19 FrescoFrigo, la start up italiana di Enrico Pandian, fondatore, tra le altre, di Supermercato24, è nata nel 2018 con l’obiettivo di garantire ai dipendenti di grandi aziende, ma anche grandi complessi residenziali, hotel, palestre e ospedali, la disponibilità di insalate, macedonie e centrifughe fresche (e non solo) 24/7, grazie a frigoriferi automatizzati supportati dalla tecnologia di Epta che si aprono con lo smartphone. In aprile, FrescoFrigo si è aperto ancor di più ai condomini per sviluppare un nuovo concetto di retail accessibile 24/7, piccolo, tecnologico, intelligente, di prossimità. A Milano, nell’avveniristico complesso residenziale Social Village Cascina Merlata, situato a nord-ovest di Milano, FrescoFrigo ha installato 5 frigoriferi intelligenti per soddisfare le esigenze delle oltre 900 persone residenti nei 397 appartamenti del complesso. L’assortimento presente all’interno dei FrescoFrigo è fornito da rivenditori locali e prevede un product mix di cibi freschi e sani che spazia dai piatti pronti ai frullati, dalla frutta alla verdura, dalle bevande ai salumi e formaggi, oltre a ingredienti di base come uova, latte, farina e pane. I prezzi dei prodotti in vendita all’interno dei FrescoFrigo sono uguali ai prezzi di vendita dei canali tradizionali. I condomini possono visionare i prodotti dalla vetrina refrigerata a marchio Iarp di Epta, sbloccare e FRUITBOOKMAGAZINE

aprire il frigo tramite l’app dedicata, scegliere i prodotti di cui necessitano e concludere l’acquisto semplicemente chiudendo la porta del frigo. Sarà il sistema a rilevare l’operazione e addebitare al cliente il costo dei prodotti scelti, sul sistema di pagamento inserito sull’app al momento dell’iscrizione (ticket restaurant digitali, carta di credito…). Per richiedere l’installazione di FrescoFrigo nel proprio condominio basta compilare il form disponibile sul loro sito: il servizio è attualmente disponibile per i complessi residenziali con più di 50 unità abitative. “Dopo aver installato i frigoriferi intelligenti in numerose realtà italiane (grandi uffici, fitness club, ecc.) e anche negli Stati Uniti e in Portogallo - spiega Enrico Pandian, ideatore e fondatore di FrescoFrigo - ci siamo fermati a pensare come potevamo aiutare le persone in questo periodo di emergenza da coronavirus e abbiamo messo a punto la nostra esperienza e capacità tecnologica per portare il supermercato da loro, dove poter acquistare generi alimentari senza uscire dal proprio complesso residenziale, senza lunghe code e farle così sentire più sicure. Abbiamo lavorato molto velocemente per realizzare l’installazione e, con la collaborazione di diversi partner come Epta, ci siamo riusciti”. L’operazione è stata possibile grazie anche alla collaborazione con Laserwall (Laserline Digital Signage), la tecnologia italiana che permette di scoprire le opportunità del proprio quartiere attraverso una bacheca digitale interattiva e un’app dedicata. l N.31 l APRILE 2020




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