Fruitbook Magazine 33

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COME EVITARE LA TRAPPOLA DEI PREZZI? L’Italia non può competere con numerosi altri Paesi europei ed extra europei per i prodotti ortofrutticoli standardizzati. L’innovazione varietale rappresenta quindi un’importante carta da giocare per mantenere la redditività IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS

ELNATHEDITORE

N.33 l OTTOBRE 2020 l TRIMESTRALE













Editoriale

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Eugenio Felice

Riusciremo a liberarcene? Lo spot di Oxfam Italia, di cui riportiamo sotto un frame, in rete dal 14 ottobre e dal titolo “Al Giusto Prezzo”, mette sotto i riflettori il comportamento negligente di alcuni gruppi distributivi, rappresentato da un diavolo dai tratti umani, ci parla di una filiera iniqua e chiede agli attori della grande distribuzione di impegnarsi in modo responsabile e trasparente per tutelare i diritti degli invisibili che coltivano e producono il cibo che mangiamo. Il problema rimane sempre quello: l’enorme differenza che esiste nella forza contrattuale tra un gruppo distributivo, che si chiami Eurospin, Conad o Megamark, e un fornitore di ortofrutta, parte di un mondo parcellizzato e disorganizzato, contaminato da fenomeni ancora diffusi di caporalato, corruzione, frode, truffa, concorrenza illecita, etc. Il prezzo ormai lo detta chi ha il potere contrattuale e a queste organizzazioni si appella Oxfam Italia con il suo spot. Una cosa tutt’altro che semplice, considerando che i gruppi della grande distribuzione a loro volta operano in

un mercato decisamente concorrenziale e la leva prezzo pare ancora essere l’unico o quasi strumento di comunicazione al consumatore finale. Se Eurospin con le sue aste elettroniche al ribasso riesce a spuntare prezzi per le banane certificate Rainforest Alliance (quindi eticamente pulite) di 74 centesimi di euro al chilo, perché mai Coop Italia o Esselunga o Lidl dovrebbero pagare di più? l N.33 l OTTOBRE 2020

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Riassumendo: Oxfam Italia stimola la grande distribuzione a comportarsi in modo più equo con i fornitori e a vigilare al tempo stesso affinché nel mondo agricolo non ci siano fenomeni grigi. La stessa grande distribuzione però è fatta da attori diversi, e se alcuni sono più sensibili a certe tematiche di ordine etico e sociale, tutti sono impegnati a chiudere il conto economico con segno positivo. Quindi? Niente. In assenza dello Stato, difficilmente vediamo in questo momento possibili vie di uscita a livello di sistema. Nel gennaio 2013, nell’editoriale dal titolo “Prezzi: una politica distruttiva”, scrivevamo: “La distribuzione moderna riconosce prezzi franco magazzino da fame che azzerano qualsiasi investimento e non favoriscono lo sviluppo e la crescita del sistema ortofrutticolo nazionale. (...) Un invito alla grande distribuzione: basta essere ossessionati dal prezzo, iniziate a competere sulla qualità e sul servizio, siate aperti alle novità, non abbiate paura di sperimentare, promuovete di più il consumo di ortofrutta. Ne trarrà beneficio tutta la filiera”. Ebbene, dopo sette anni, cosa è cambiato? Niente, le cose sono solo che peggiorate. E se è vero che per rialzarsi bisogna prima toccare il fondo, è vero anche che manca la luce e il fondo non si vede.

FRUITBOOKMAGAZINE



PAG. EDITORIALE RIUSCIREMO A LIBERARCENE?

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IMMAGINI

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BUONE NOTIZIE LA QUERCETINA DI CIPOLLE ROSSE E RADICCHIO CONTRO IL COVID? RETAIL ALDI A QUOTA 100 NEGOZI È CAMPIONE DEL RISPARMIO INSIDER CORRUZIONE, SOTTO SEQUESTRO LO STABILIMENTO ALPHACOM DI EBOLI MARKETING COLLABORARE RESPONSABILMENTE NELL’ERA COVID E POST-COVID IL COMMENTO CAMPAGNA LOVE PAPER MEGLIO TARDI CHE MAI? FIERE RASSEGNE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: CI SI RIVEDE A MAGGIO TERRITORI ASPIAG PROMUOVE LE TIPICITÀ VENETE CON REGIONE VENETO INNOVAZIONE DON CAMILLO, MELONI ITALIANI ANCHE NEL MESE DI NOVEMBRE LA NOTIZIA UNIFRUTTI ACQUISISCE ORANFRIZER LA SICILIA VERSO NUOVI MERCATI INNOVAZIONE YOOM, L’ORIGINALE POMODORO GOURMET DAL SAPORE UMAMI TECNOLOGIA SINCLAIR, LA NUOVA ETICHETTATRICE È COMPATTA MA INTELLIGENTE SEGMENTI DA PEVIANI LA PRIMA LINEA DI BANANE PENSATA PER I BIMBI PRODOTTI SUNSHINE F1, LA ZUCCA CROMO TERAPICA DAL GUSTO ECCELLENTE IL LIBRO È LA PANCIA LA CENTRALINA DEL NOSTRO BENESSERE NEURONEWS COME PRESENTARE L’ORTOFRUTTA? PIÙ EFFICACI CON LE NEUROSCIENZE FRAMMENTI BANANE, PRODUTTORI CONTRO ALDI: “BASTA RIBASSI DI PREZZO” SFIDE CON AGRICOLA MODERNA IL VERTICAL FARMING A MILANO DIVENTA REALTÀ PACKAGING CONFEZIONI PERSONALIZZATE E SOSTENIBILI CON ZIPPSOLUTION MENS SANA LO ZUCCHERO DELLA FRUTTA: UN ALLEATO O UN NEMICO?

22 24 26 28 30 32 34

70 / PAM, CRESCERE SI PUÒ, NONOSTANTE I DISCOUNT

76 / QUANDO L’ANANAS È RESPONSABILE: IL CASO NICOFRUTTA

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82 / IMBALLAGGI GREEN: 86/ AUTUMNCRISP, È ALDI PRIMO RETAILER LEI LA REGINA DELLE UVA A USARE SOCIAL PLASTIC

DA TAVOLA SENZA SEMI?

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PANORAMA

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iFRESH

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l N.33 l OTTOBRE 2020

CONTENUTI

88 / IL KIWI ITALIANO 94 / KIKU, 30 ANNI E 5 È IN CRISI? NON PROPRIO. CONTINENTI. UN APPLE GIN L’ESEMPIO JINGOLD

PER FESTEGGIARE

FRUITBOOKMAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Carlotta Benini, Valentina Bonazza, Irene Forte, Salvo Garipoli, Alice Gelmetti, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino, Marco Zanardi

100 / PRESADIRETTA, 104 / NUOVO FORMAT PROCESSO ALLA GDO. RELAZIONALE PER GLI IPER REPLICA CLAUDIO MAZZINI

A INSEGNA SPAZIO CONAD

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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Grafiche Artigianelli Srl - Via Industriale 24/26 - 25050 - Rodengo S. (Bs) Carta Magno Volume 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero ottobre 2020: 8.000 copie

108 / LA LINEA VERDE, 112 / VALORI CHIARI E LA SOSTENIBILITÀ È SINERGIE FANNO CRESCERE UNA MISSIONE

LA GRANDE BELLEZZA

Pubblicità AGROFRESH ALEGRA APOFRUIT ITALIA ASPIAG SERVICE AURAGRICOLA BATTAGLIO BONOMO BRIO BRUNO ELIO CAMPIDANESE CARTON PACK CIESSE PAPER CONAD CONIP COOP ITALIA CPR SYSTEM CULTIVA FRUITBOOKMAGAZINE

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DOLE DONNALIA ECOPLASTICA FRUTMAC GANDINI ANTONIO GARDEN FRUTTA GEOFUR JINGOLD JUNGHEINRICH KANZI KIKU LA GRANDE BELLEZZA ITA. LA LINEA VERDE LA TRENTINA LIDL MELINDA ORTOROMI PEVIANI PINK LADY

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l N.33 l OTTOBRE 2020



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Nuovo format Modugno (BA) 22 ottobre 2020 Da Modugno Despar Centro-Sud lancia il suo nuovo format Interspar: un progetto mirato alla scoperta del cibo di qualità e del suo legame con il territorio, con un’elevata shopping experience. Studiato in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, il nuovo format sarà replicato in altri punti vendita.




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© facebook.com/cristian.mallocci

Pistacchio sardo Pattada (SS), 9 ottobre 2020 È un fenomeno rarissimo. Un cucciolo di cane di colore verde. La notizia ha fatto il giro del mondo. È successo in Sardegna, a Pattada. Il suo padrone, Cristian Mallocci, non ha avuto dubbi: “Si chiamerà Pistacchio!”. E così la Wonderful Pistachios ha deciso di donargli una fornitura a vita dei suoi prelibati pistacchi.


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Red inside Nord Italia, 3 novembre 2020 Arrivano sul mercato a novembre, un mese dopo le varietà arancione e gialla, le Kissabel Rouge prodotte in Nord Italia, pronte a sorprendere i consumatori con il colore rosso acceso della polpa e il sapore intenso con note di frutti rossi. Kissabel è il brand delle mele a polpa colorata, vanno dal rosa al rosso intenso.



buone notizie |

Eugenio Felice

La quercetina di cipolle rosse e radicchio contro il Covid? 22

Non è facile trovare delle buone notizie in tempi di coronavirus. Se è vero che il settore ortofrutta non si ferma nonostante il lockdown, perché le persone devono pur continuare a cibarsi, è vero anche che le difficoltà non mancano, la frenesia della distribuzione aumenta e i conti in tasca sempre più spesso non tornano. Alla fine le good news arrivano sempre dalla scienza. In questo caso parliamo di quercetina. La filiera saprà valorizzarla e metterla a reddito? Pubblicato il 1 agosto sulla rivista International journal of biological Macromolecules, lo studio condotto da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-Nanotec) di Cosenza, insieme a ricercatori delle Università di Saragozza e Madrid, ha iniziato a farsi strada sui giornali e sui social. Di fatto, dallo studio, condotto solo in laboratorio, è emerso che la quercetina, una molecola di origine naturale presente nei capperi (è l’alimento che ne contiene la maggior quantità rispetto al peso), in alcuni ortaggi, come il radicchio e le cipolle rosse, e in alcuni frutti come l’uva rossa e i mirtilli, potrebbe avere un’azione inibitoria contro il coronavirus. Una notizia che potrebbe essere vista come una fake news, se FRUITBOOKMAGAZINE

non fosse per l’autorevolezza della ricerca. Parliamo di ricerche iniziali che non hanno ancora visto studi clinici e quindi di fatto è una notizia da “addetti ai lavori” che al momento non può avere alcun impatto sulla cura o la prevenzione del Covid-19. Alla base della ricerca lo studio di un flavonoide, la quercetina appunto, che sarebbe in grado di agire su 3CLpro, proteina del virus fondamentale per il suo sviluppo e il cui blocco risulta letale per Sars-CoV-2. “Le simulazioni hanno dimostrato che la quercetina si lega esattamente al “sito attivo” della proteina 3CLpro, impedendole di svolgere correttamente la sua funzione”, ha affermato Bruno Rizzuti. Questa molecola ha una serie di proprietà originali e interessanti dal punto di vista farmacologico: è presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio ed è nota per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiallergiche. È ottimamente tollerata dall’uomo”. Di fatto la quercetina ha un effetto destabilizzante sulla proteina. Non tutta la comunità scientifica vede con positività la notizia: manca tutta la parte di sperimentazione clinica. Enrico Bucci, docente alla Temple University di Filadelfia pare non avere dubbi: “La quercetina è un composto insolubile e di scarso assorbimento da parte dell’organismo, senza alcuna attività specifica provata contro alcunché, riproposto ogni volta contro l’ennesima malattia emergente per raccattare un po’ di soldi da parte di venditori di integratori senza scrupoli”. Su questo vigila anche la FDA americana. l N.33 l OTTOBRE 2020



retail |

Marco Zanardi

Aldi Italia a quota 100 negozi è campione del risparmio 24

Altroconsumo, la maggiore associazione di consumatori in Italia, ha premiato Aldi come discount salvaprezzo. Nella speciale classifica del risparmio ha primeggiato nella categoria “la spesa con tutti i prodotti”, canale discount. A due anni e mezzo dal suo ingresso in Italia, Aldi prosegue lo sviluppo della rete di vendita, che raggiunge la quota 100 negozi entro l’anno in corso. Nell’offerta restano centrali l’italianità e le linee a proprio marchio, anche in ortofrutta Prezzi bassi ogni giorno, assortimento compatto ma completo, offerta discount di qualità e made in Italy, il “Prezzo Aldi” è una forte risposta alle esigenze di spesa delle famiglie, desiderose di risparmiare senza cambiare stile di vita. Esigenza di risparmio ancora più sentita nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, dove secondo recenti ricerche il 64% degli ita-

liani si è detto propenso al risparmio e il 44% è preoccupato per la situazione economica. La fiducia delle famiglie verso la convenienza di Aldi è confermata dal sigillo di Altroconsumo “Discount Salvaprezzo in Italia - Tutti i prodotti” che vede una ulteriore dimostrazione del valore di questa offerta, una FRUITBOOKMAGAZINE

garanzia per i clienti che vogliono spendere il giusto per godersi prodotti di alta qualità. La qualità dei prodotti garantita da oltre 11 mila controlli all’anno e la logistica efficiente, che porta freschezza 7 giorni su 7 senza sprechi, è solo il culmine di un processo intenso e strutturato, volto a valorizzare le eccellenze della filiera agroalimentare italiana e a mantenere un dialogo costruttivo e duraturo con i partner. Dietro l’esperienza di acquisto semplice e intuitiva offerta da Aldi, c’è il lavoro di collaboratori, per il 61% donne, attentamente formati, l’impegno di fornitori che operano nel pieno rispetto del rispetto ambientale e animale e la collaborazione con le realtà territoriali per sostenere l’economia locale. “Crediamo nella sinergia con il made in Italy e puntiamo a valorizzare la straordinaria filiera agroalimentare nazionale, costruendo partnership commerciali a lungo termine con i nostri fornitori, con lo scopo di mettere sugli scaffali prodotti di elevata qualità alla portata di tutti: oltre 120 referenze tra frutta e verdura, oltre 30 linee esclusive garanzia di prezzi accessibili e il 75% di prodotti in assortimento made in Italy”, ha dichiarato Michael Gscheidlinger, country managing director Italia. Entro la fine del 2020 sarà anche raggiunta e superata la soglia dei 100 punti vendita aperti nel centro-nord Italia. l N.33 l OTTOBRE 2020



insider |

Eugenio Felice

Corruzione, sotto sequestro lo stabilimento Alphacom di Eboli 26

A seguito dell’arresto per corruzione del sindaco di Eboli, Massimo Cariello, il 9 ottobre è stato messo sotto sequestro preventivo lo stabilimento di Alphacom Italia Srl nella piana del Sele. L’azienda ha sede nella Bergamasca ed è specializzata nelle insalatine baby leaf destinate soprattutto a gruppi distributivi esteri come l’olandese Albert Heijn e l’inglese Marks & Spencer. Lo stabilimento Alphacom di Eboli non ha comunque mai interrotto l’operatività Ha fatto appena in tempo a dichiarare: “La gente ha premiato l’impegno”. 36 ore dopo la formazione della giunta di Eboli, il sindaco Massimo Cariello nonché assessore all’urbanistica, rieletto con l’80% dei voti, quasi un plebiscito, è stato messo agli arresti domiciliari. Contemporaneamente è scattata l’interdizione dai pubblici uffici per quattro funzionari dei Comuni di Eboli e Cava de’ Tirreni. Le ipotesi di reato nell’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli, sono di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio e falso ideologico. Le indagini delle fiamme gialle hanno permesso di ricostruire, come spiega una nota della Procura, “una serie di episodi corruttivi nei comuni di Eboli e Cava de’ Tirreni. In particoFRUITBOOKMAGAZINE

lare, le persone indagate, in cambio di favori di varia natura, hanno condizionato l’esito di concorsi pubblici indetti dai due enti locali”. Nel corso delle indagini sono emerse, inoltre, gravi irregolarità nella gestione amministrativa del comune di Eboli. In particolare, lo stesso primo cittadino, questa volta con il contributo di Giuseppe Barrella, funzionario comunale, “ha rilasciato dei permessi autorizzativi illegittimi a due imprenditori, che hanno potuto cosi realizzare un impianto industriale nella zona agricola della piana del Sele, sottoposta a vincolo paesaggistico. In cambio, i due imprenditori si sono prestati alle richieste del sindaco di concedere dei fondi ad alcune associazioni che, ad Eboli, hanno organizzato eventi e manifestazioni patrocinate dal comune”. Con le operazioni del 9 ottobre, oltre alle misure cautelari eseguite, i militari hanno sequestrato lo stabilimento di proprietà della Alphacom Italia Srl, ubicato in località Arenosola, Eboli. Lo stabilimento, di 5.000 metri quadrati coperti, rimane comunque operativo. Alphacom Italia Srl, sede principale a Bergamo, è specializzata nelle baby leaf, cioè insalatine sfalciate, in particolare rucola, vendute soprattutto all’estero, a primari gruppi distributivi come l’olandese Albert Heijn e l’inglese Marks & Spencer. Le insalatine sono destinate all’industria di quarta gamma. Come illustrato dal sito web dell’azienda, Alphacom Italia Srl può contare su 370 ettari di serre, di cui 80 ettari nella Bergamasca, 260 a Salerno e 30 a biologico sempre a Salerno, oltre a 200 ettari di coltivazioni in campo aperto. Tra i prodotti ci sono anche le insalate adulte, come lattuga trocadero, romana, riccia, scarola, radicchio e lollo. Nel registro degli indagati ci sono anche Gerardo Motta, Giuseppe Del Gaudio, Giuliano Sonzogni e Santo Bellina. l N.33 l OTTOBRE 2020



marketing |

Salvo Garipoli*

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La “nuova normalità” oggi più che mai obbliga produzione e distribuzione a cooperare condividendo valori e strategie con l’obiettivo di offrire al consumatore percorsi di valore autentico a partire dal sostegno e dalla salvaguardia della filiera produttiva. Dobbiamo attivare un dialogo tra le parti dando evidenza a tutti quei percorsi collaborativi in grado di mettere a frutto esperienze, competenze e differenti ruoli a sostegno del business più responsabile

contrattuale e le complici connivenze sul fronte politico e produttivo si traducono, salve le dovute eccezioni, in pratiche commerciali sleali che approdano anche a forme, per parafrasare le parole del ministro Bellanova, di “caporalato in giacca e cravatta”, sento forte la responsabilità di dire che la contemporaneità ci pone tutti di fronte a scelte di campo nette a salvaguardia dell’uomo e del suo lavoro. È a partire da queste considerazioni che la filiera deve ritrovarsi unita e solidale attorno a percorsi di valorizzazione che: - prendano consistenza all’interno del punto vendita “aumentato”, luogo fisico e digitale capace di comunicare con il cliente-consumatore supportando lo shopping efficacemente, con rapporti human2human; - diano evidenza al prodotto spiegato, perché in grado di veicolare mesSul fronte della dosaggi utili correlati manda, risulta infatIL CONSUMATORE POST-COVID al tema del salutiti sempre più stratesmo, della garanzia gicamente rilevante e della responsabisoddisfare le esigenPUNTO lità dell’acquisto e ze consumer dirette VENDITA del consumo; a sostenere il tema AUMENTATO - si pongano al serdell’accessibilità, si#digital #h2h vizio di una propononimo di rapporto sta includente, in prezzo/qualità, #salutismo cui la convenienza è quello della ricerca connotata dall’assordi garanzia e di sitimento, dalle policurezza alimentare, tiche di prezzo in quali driver fondanPROPOSTA PRODOTTO INCLUDENTE SPIEGATO continuativo e dalla ti di un processo di leva promozionale. spesa mosso da nuoIn attesa della norve consapevolezze malità scandita dalin merito al ruolo di #convenienza #rassicurazione la ripresa delle occafrutta e verdura quasioni di consumo fuoli baluardi del benri-casa e della socialità, nonostante l’incertezza, in essere. termini sanitari, che domina ancora questo autunno In questo scenario la comunicazione, in modalità 2020, dobbiamo lavorare per attivare un dialogo coorizzontale e omnicanale, diventa piattaforma utile struttivo tra le parti dando evidenza a tutti quei perper veicolare h24 il senso e la responsabilità del concorsi collaborativi in grado di mettere a frutto le sumo. Mentre scorrono in televisione, su RaiTre, le esperienze, le competenze e i differenti ruoli a sosteimmagini di Presa Diretta che mettono a nudo gli gno del business più responsabile. orrori del nostro settore, in cui il differente potere FRUITBOOKMAGAZINE

l N.33 l OTTOBRE 2020

*direttore SGMarketing

Collaborare responsabilmente nell’era Covid e post-Covid



il commento |

Claudio Dall’Agata*

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*direttore Consorzio Bestack

Campagna love paper Meglio tardi che mai? Il 15 settembre è ripartita la campagna globale love paper che promuove le qualità sostenibili di carta, stampa e imballaggio. Un argomento importante e che solo di recente vede i consumatori più consapevoli dell’impatto ambientale degli acquisti che fanno e degli imballi che scelgono. Consorzio Bestack già a Macfrut 2009 spiegava e dimostrava che non era l’industria della carta a depredare l’Amazzonia e a impattare negativamente sull’ambiente Le regole della comunicazione sono chiare: per ottenere buoni risultati occorre avere un messaggio semplice e forte, identificare con chiarezza il proprio target di riferimento, utilizzare gli strumenti di comunicazione correlati al target e garantire visibilità adeguata al messaggio nel momento giusto. Regole chiare in termini teorici, ma quando si declinano nella realtà il tutto si complica per vari motivi. Ad esempio, molto spesso non si dispone delle risorse economiche sufficienti, ma anche perché il grado di efficacia dipende dal contesto, dal momento, dall’interesse sul tema di chi fa tendenza, e ancora dall’opinione pubblica, dagli influencer, dai trend setter o dai market driver. Questa mia riflessione nasce dall’impatto che ha avuto la campagna love paper, partita il 15 settembre. Anzi sarebbe meglio dire “ripartita”, in quanto è l’edizione 2020 di Two Side, campagna promossa da Cepi, organizzazione dei produttori di carta europei, e ripresa poi in Italia da Assocarta. La campagna vede un sito dedicato che contiene informazioni semplici, tra miti da sfatare e studi da condividere, e soprattutto vede in appoggio una campagna media generalista sui principali quotidiani. Certamente i mezzi fanno la differenza e una pagina su La Repubblica ha un peso diverso rispetto al mare magnum della rete ma, parafrasando Oscar Wilde, FRUITBOOKMAGAZINE

l’interesse è anche negli occhi di chi guarda. Sì, perché oggi il tema dei materiali di imballaggio è di opinione pubblica: è emersa l’isola di plastica negli oceani, l’Unione Europea ha promulgato, a gennaio 2019, direttive specifiche sulla plastica monouso, la plastic tax è stata definita anche se posticipata, solo per fare degli esempi. Quindi, indipendentemente dall’essere professionisti o meno, sul tema ora siamo attenti e informati. È quindi un doppio orgoglio che il settore di produzione di carta e cartone oggi riesca a comunicare certamente con una maggiore efficacia di un tempo, e soprattutto con un messaggio che avevamo anticipato ben undici anni fa: lo avevamo inserito infatti nello stand Bestack di Macfrut 2009. Undici anni fa eravamo intenti a evidenziare che le nostre produzioni piantavano alberi e non era l’industria della carta a depredare l’Amazzonia. Nel 2020 possiamo dire che allora ci avevamo visto giusto ma eravamo solo un po’ in anticipo e che, oltre a Macfrut 2009, ci sono mancate “solo” le risorse per investire già da allora anche su altri canali più generalisti come love paper. Meglio tardi che mai? l N.33 l OTTOBRE 2020



fiere |

Eugenio Felice

Rassegne sull’orlo di una crisi di nervi: ci si rivede a maggio 32

Forse. Dipende da come evolverà la situazione sanitaria nel corso dell’inverno. Perché difficilmente un’azienda può impegnarsi con mesi di anticipo per organizzare una fiera che non si sa se ci sarà e, se anche ci fosse, non si sa con che affluenza. Intanto Fruit Logistica ha annunciato il posticipo delle date al 18-20 maggio mentre Macfrut addirittura si sdoppia: fiera fisica a maggio e digitale a settembre. Peraltro a maggio in agenda anche Cibus e TuttoFood Nel giro di 16 giorni, a maggio 2021, si dovrebbero tenere la bellezza di quattro fiere dedicate al food e all’ortofrutta. Partono il Macfrut di Rimini (4-6 maggio) e il Cibus di Parma (4-7 maggio), poi pausa di una settimana e via si riparte con Fruit Logistica a Berlino (18-20 maggio) e TuttoFood a Milano (17-20 maggio). Una congestione di fiere mai vista, un’insulto all’intelligenza e alla pazienza degli operatori, che si vedranno loro malgrado obbligati a scegliere a quale fiera partecipare in base al proprio business. Certo Fruit Logistica a maggio non si era mai vista e rappresenta una sfida piuttosto ambiziosa per i tedeschi di Messe Berlin. E le fiere digital? Non ci convincono: sono una specie di piattaforma di contatto ma, signori, la fiera fisica è decisamente una cosa diversa. FRUITBOOKMAGAZINE

Mentre scriviamo - siamo a fine ottobre - nulla si sa ancora della fiera Marca di Bologna, ma non abbiamo dubbi che sarà posticipata di alcuni mesi rispetto al canonico gennaio. Insomma prima di metà primavera 2021 non ci sarà alcuna fiera fisica. Troppe del resto le incertezze legate alla situazione sanitaria. Incertezze che potranno essere sciolte solo con il vaccino o con cure dal risultato certo. Fruit Logistica Special Edition, si chiama così l’edizione 2021 della fiera monstre di Berlino, che peraltro non sarà più tale: sarà una fiera “compatta”, suddivisa in sette aree di prodotto: prodotti freschi, imballaggi, logistica, sementi e fertilizzanti, macchinari e tecnologia, soluzioni e tecnologie per la coltivazione in serra, attrezzature. Ciascun espositore sarà collocato nell'area del segmento o del prodotto rilevante per la propria attività. Questo renderà più semplice visitare i padiglioni fieristici riducendo le distanze tra gli incontri per i visitatori e permettendo a tutti di beneficiare di un programma di eventi dedicato al proprio settore specifico. L’esposizione sarà all’americana, con stand preallestiti forniti chiavi in mano. È possibile scegliere tra tre dimensioni di stand predefinite: 18, 36 e 54 metri quadrati. Scordiamoci quindi i mega stand cui Berlino ci aveva abituato. Anche la politica di cancellazione è stata rivista per offrire agli espositori maggiore flessibilità, consentendo loro di annullare gratuitamente la partecipazione fino a quattro settimane prima della manifestazione. La fiera prevede un programma dedicato ai buyer con un’area lounge, oltre a confermare il Fruit Logistica Innovation Award - FLIA, lo Spotlight (ultimi lanci e anteprime di prodotti esposti in fiera) e il Future Lab per capire dove andrà il mercato nei prossimi 5 anni. l N.33 l OTTOBRE 2020



territori |

Valentina Bonazza

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Aspiag Service è partner della Regione Veneto per promuovere i prodotti agricoli della regione, grazie a un progetto di filiera che regola i requisiti dei prodotti che possono così beneficiare di particolari finanziamenti e accordi di distribuzione. Di fatto, il logo The Land of Venice compare nella comunicazione dei punti vendita Aspiag a contrassegno dei prodotti veneti Dop, Igp, Stg, bio, dei prodotti di montagna e di quelli certificati Qualità Verificata (QV) Al via il progetto di filiera promosso dalla Regione Veneto e da Aspiag Service, la concessionaria Despar per il Triveneto e l’Emilia-Romagna. Il progetto è stato annunciato nel mese di settembre ed è entrato nella fase operativa a novembre, quando il marchio The Land of Venice ha iniziato ad accompagnare e valorizzare alcuni prodotti veneti sui banchi di vendita. Il marchio The Land of Venice compare oggi nei cartelli promozionali, nei volantini, nel sito web e nei cartelli pubblicitari dei 590 punti vendita del gruppo distributivo Aspiag Service, che diventa così il primo player della grande distribuzione partner della Regione Veneto nel sostenere la produzione e la promozione dei prodotti agricoli e caseari prodotti in regione. FRUITBOOKMAGAZINE

Tra i primi prodotti del reparto ortofrutta nel progetto troviamo i radicchi contrassegnati dall’Igp (Verona, Chioggia, Castelfranco, Treviso Tardivo e Precoce) e il Tardivo di quarta gamma, prodotto dal fornitore L’Insalata dell’Orto. Da quest’anno sugli scaffali anche la nuova referenza mista Variegato e Treviso Tardivo Igp. Nel progetto anche le Noci Lara, prodotte in Veneto dal 1993 dall’organizzazione di produttori della pianura veneta Il Noceto. Tutti i suoi produttori rispettano il disciplinare Qualità Verificata (QV) della regione Veneto che permette di produrre noci Lara di alta qualità senza compromettere l’ambiente e nel rispetto dei ritmi della natura. Anche le erbe aromatiche prodotte dall’azienda Simonato - già presenti nei punti vendita Despar a marchio Bio,Logico o con marchio “Sapori del nostro territorio” - ora saranno accompagnate anche dal marchio The Land Of Venice. E poi ancora le patate di Rotzo prodotte dall’azienda Zecchinati, certificate Prodotto di Montagna e le carote di Uniagro Srl prodotte in Veneto secondo le linee tecniche di difesa integrata e certificate QV, lo standard della Regione Veneto per qualificare le produzioni agroalimentari e dare maggiori garanzie ai consumatori. l N.33 l OTTOBRE 2020

Nella foto: Nicola Faccio di Aspiag Service e Cristiana Furiani del Consorzio Radicchio di Verona Igp

Aspiag promuove le tipicità venete con Regione Veneto



innovazione |

Marco Zanardi

Don Camillo, meloni italiani anche nel mese di novembre 36

Meloni italiani nel mese di novembre? Con Agricola Don Camillo, a partire da quest’anno si può, grazie a un investimento importante in serre su una superficie di 11 ettari a Ispica in Sicilia. Le tipologie prodotte sono tre: il liscio, il retato e il piel de sapo. I volumi previsti tra le 200 e le 250 tonnellate. La qualità è eccellente, sopra le aspettative. Ora Agricola Don Camillo è in grado di produrre meloni made in Italy per 8 mesi, da aprile a novembre Meloni in autunno? Potrebbe sembrare un azzardo. In realtà il clima mite, conseguenza del global warming in atto da alcuni anni a questa parte, ha cambiato le carte in tavola, sia a livello di produzione che di consumo. E così che anche nella stagione delle foglie che cadono può venire voglia di un bel piatto di prosciutto e melone o, dato il periodo, perché no,

di fichi e melone, magari con un’emulsione di basilico. Voglia che può essere soddisfatta quest’anno comprando del prodotto italiano di alta qualità, grazie ad Agricola Don Camillo. FRUITBOOKMAGAZINE

“Abbiamo deciso di fare un investimento importante con 11 ettari di serre a Ispica, in Sicilia”, ci spiega Walter Benelli, direttore commerciale di Agricola Don Camillo. Le serre sono uniche nel loro genere, appositamente progettate per la produzione di meloni. Questo ci permette di produrre in un periodo dell’anno, novembre, che vede sul mercato italiano solo la presenza di prodotto d’importazione, come il melone del Brasile. Le minori ore di luce incidono sulla produttività delle piante, minore, con circa 20-25 tonnellate per ettaro. Per cui la previsione è di raggiungere le 200-250 tonnellate, di tre tipologie diverse: melone liscio, melone retato, melone piel de sapo”. “Ci aspettavamo risultati soddisfacenti dalle serre, che riescono a ricreare condizioni più favorevoli per lo sviluppo delle piante e dei frutti - sottolinea Walter Benelli - ma i frutti raccolti ci hanno sorpreso, le qualità organolettiche, ancor più di quelle estetiche, sono state decisamente sopra le nostre aspettative. Siamo in grado di offrire degli ottimi meloni. La produzione siciliana si aggancia a quella del Nord Italia, in tal modo possiamo offrire meloni made in Italy per otto mesi, da aprile fino a novembre. Partiamo proprio dalla Sicilia in aprile per poi salire al Centro e Nord Italia per tornare, infine, in Sicilia. Valorizziamo durante l’anno le differenti condizioni pedoclimatiche dell’Italia per offrire ai clienti quanto di meglio possono esprimere i territori”. l N.33 l OTTOBRE 2020



la notizia |

Eugenio Felice

Unifrutti acquisisce Oranfrizer La Sicilia verso nuovi mercati 38

È la notizia clou di questo autunno. Il più autentico ambasciatore dell’arancia siciliana nel mondo, Oranfrizer, entra a far parte del Gruppo Unifrutti della famiglia De Nadai. Un gruppo internazionale che permetterà all’azienda siciliana di accedere a nuovi mercati e godere di una maggiore valorizzazione a livello commerciale. Nello Alba rimane ceo assicurando la continuità nella gestione virtuosa da parte della famiglia e lo stretto legame con il territorio È stato sottoscritto il 28 ottobre l’accordo con cui Unifrutti Group acquisisce il 92% del capitale sociale di Oranfrizer Srl, accordo che segna un passo importante nel mercato mondiale della frutta fresca e valorizza l’eccellenza della produzione agricola italiana in ottica internazionale. Da una parte Oranfrizer, il gruppo di imprese della famiglia Alba che oggi rappresenta la maggiore filiera dell’arancia siciliana, composta dalla Oranfrizer Srl, dallo spin-off Oranfrizer Juice Srl e dall’azienda agricola Carmito che dispone di 160 ettari di agrumeti. A sua volta, Carmito aderisce a OP Terre e Sole di Sicilia, con 148 produttori e 1.400 ettari, quasi del tutto riconvertiti per vincere il virus Tristeza e riqualificare la produzione, puntando sulle nuove cultivar di arancia rossa Tarocco. FRUITBOOKMAGAZINE

Con una solida presenza sul mercato italiano da quasi 60 anni, nel Regno Unito e in Scandinavia, Oranfrizer ha un fatturato atteso quest’anno di oltre 50 milioni di euro, cui va aggiunto il risultato conseguito da Oranfrizer Juice, pari a circa 5 milioni di euro. Dall’altra Unifrutti Group, uno dei principali player a livello globale nel mercato della frutta fresca, integrato verticalmente nella produzione, commercializzazione e distribuzione, con 93 aziende agricole di cui 59 di proprietà. Il Gruppo presidia l’intera catena del valore e grazie alla diretta proprietà dei terreni situati nelle differenti aree climatiche del mondo è in grado di servire tutto l’anno più di 50 Paesi in cui distribuisce, a oltre 500 clienti, circa 550.000 tonnellate di frutta fresca per un fatturato consolidato di quasi 700 milioni di euro. L’integrazione permetterà alle produzioni agrumicole siciliane di ampliare il proprio raggio d’azione utilizzando il network mondiale di Unifrutti e di sostenere una crescita all’interno del territorio. Nello Alba mantiene il ruolo di ceo di Oranfrizer assicurando la continuità nella gestione virtuosa da parte della famiglia e uno stretto legame con il territorio, che costituisce un punto chiave dell’accordo. l N.33 l OTTOBRE 2020



innovazione |

Irene Forte

Yoom, l’originale pomodoro gourmet dal sapore umami 40

Prosegue la corsa verso l’affermazione a livello mondiale di Yoom, l’originale pomodoro viola di Syngenta che promette una vera esperienza gourmet grazie al sapore inconfondibile. Yoom fornisce nuovi stimoli al mercato ortofrutticolo rispondendo sia al desiderio del consumatore di esperienze sensoriali diverse e appaganti, sia ai trend della distribuzione. Pregi che hanno portato Yoom a vincere il prestigioso Fruit Logistica Innovation Award 2020 Grazie a un costante lavoro di ricerca e sviluppo finalizzato alla soddisfazione dei gusti dei consumatori più moderni ed esigenti e della distribuzione moderna in termini di offerta distintiva, Syngenta ha sviluppato Yoom, l’originale pomodoro viola dal sapore inconfondibile, vincitore del Fruit Logistica Innovation Award 2020, il premio più importante e prestigioso del settore ortofrutticolo. Presentato in anteprima a Fruit Logistica 2019 questa innovazione è stata accolta con successo dai principali mercati di produzione e di consumo. Le produzioni sono in costante crescita in diverse aree del mondo e presto saranno raggiunti nuovi mercati. Yoom ha eccellenti caratteristiche organolettiche e promette un’esperienza gourmet. Da un lato questo FRUITBOOKMAGAZINE

innovativo pomodoro viola di tipologia cocktail risponde alle esigenze della filiera in termini di affidabilità, consistenza e capacità di raggiungere il punto vendita in perfette condizioni, come appena raccolto. Dal punto di vista agronomico, infatti, i risultati delle prove hanno confermato che Yoom offre eccellenti performance in termini di resa e di shelf life. Tali caratteristiche, sommate all’elevato valore della sua genetica, rendono Yoom vocato ai moderni sistemi di coltivazione protetta, permettendo all’agricoltore di differenziare la propria offerta e di proporre ai buyer della grande distribuzione un prodotto altamente innovativo e distintivo. Dall’altro lato, Yoom intercetta i moderni trend di acquisto guidati dalla ricerca di sapori innovativi ed esperienze sensoriali diverse e appaganti. L’originale e intenso colore viola di Yoom, segno di elevato contenuto di antocianine, e il packaging dedicato, sono elementi di attrazione e di riconoscibilità a scaffale del prodotto e la promessa di un’esperienza organolettica gourmet. Promessa che viene mantenuta, poiché all’assaggio la novità di Syngenta rivela caratteristiche ideali di consistenza, croccantezza e succosità combinate a un gusto unico, frutto di un perfetto bilanciamento tra acidità e grado zuccherino esaltato dal sapore esotico di umami. L’elevato contenuto di vitamine e minerali e le antocianine in misura superiore rispetto ai pomodori comuni, fanno di Yoom un pomodoro irrinunciabile per quanti seguono uno stile di vita salutare e desiderano un pieno di vitalità. l N.33 l OTTOBRE 2020



premiazioni |

Irene Forte

Redi: il broccolo viola di Bejo premiato a Fruit Attraction 42

Redi, il broccolo viola ricco di glucosinolati che si sviluppa in piccoli fiori teneri, si è aggiudicato a Fruit Attraction l’Innovation Hub Awards nella categoria Prodotti Freschi, su un totale di 10 prodotti ortofrutticoli finalisti. A produrre il seme è la spagnola Bejo Iberica, che ora guarda a nuove partnership per ampliare la produzione. Grazie al suo colore viola e alla sua conformazione, Redi presenta i più alti livelli di antiossidanti, antociani e vitamine Parliamo di novità a livello orticolo. A guidare l’innovazione sono, come sempre, le aziende sementiere. In questo caso si tratta di una varietà di broccolo estremamente tenero e gustoso, che si caratterizza per i suoi germogli viola che si sviluppano in teneri steli e che terminano in piccoli fiori, ma anche dagli alti livelli di glucosinolati naturali che lo rendono un

“alimento funzionale”: si chiama Redi ed è sviluppato dalla spagnola Bejo Iberica. In commercio in Spagna e Portogallo dallo scorso autunno, nel 2020 a Fruit Attraction Redi si è aggiudicato l’Innovation Hub Awards 2020 nella categoria “prodotti freschi”, su un totale di 10 prodotti ortofrutticoli finalisti. FRUITBOOKMAGAZINE

La presentazione dei 10 finalisti e del vincitore è avvenuta lo scorso 27 ottobre nel corso della diretta sulla piattaforma Fruit Attraction LIVEConnect, davanti a una giuria composta da Francisco Javier Maté Caballero, vice direttore generale del Controllo di qualità alimentare e dei laboratori agroalimentari del Mapa; Rubén Moratiel, ricercatore del Ceigram Upm; Gonzaga Ruíz de Gauna, direttore di Biovegen; Camino Arroyo, vice direttore generale di frutta, ortaggi e viticoltura del Mapa; e Luis B. Martín, capo del dipartimento tecnico di Fepex. Tra gli elementi presi in considerazione dalla giuria per decretare il vincitore troviamo l’applicabilità del prodotto, l’innovazione, la sostenibilità ambientale e il valore sociale del prodotto. Durante la partecipazione allo spazio Innovation Hub, Bejo Iberica ha inoltre avuto la possibilità di presentare il suo nuovo broccolo Redi (che dispone di un sito web dedicato) a tutto il settore ortofrutticolo internazionale, in modo tale da sviluppare anche nuove partnership per produrre maggiori quantitativi di questo prodotto innovativo, adatto ai nuovi profili dei consumatori. Grazie al suo colore viola e alla sua conformazione, il broccolo Redi presenta livelli di composti antiossidanti significativamente più elevati rispetto alle varietà di broccoli verdi convenzionali e anche alti valori di antociani. Inoltre, sempre rispetto ai tradizionali broccoli verdi convenzionali, Redi contiene composti fenolici e glucosinati molto più alti apportando molta vitamina C. l N.33 l OTTOBRE 2020



tecnologia |

Valentina Bonazza

Sinclair, la nuova etichettatrice è compatta ma intelligente 44

Sinclair ha lanciato sul mercato il suo nuovo sistema di etichettatura compatto unico nel suo genere: si chiama Sinclair Compact Pattern Labeler - CPL ed è dotato del sistema di riconoscimento visivo VRS. Le due funzioni, combinate tra loro, permettono di etichettare vassoi che contengono differenti frutti o ortaggi, disposti anche in ordine casuale, uno dopo l’altro e in tempi brevi. Una soluzione ottimale soprattutto per le piccole aziende di confezionamento Si chiama Sinclair Compact Pattern Labeler con Vision Recognition System (CPL+VRS) la nuova etichettatrice automatica, compatta e veloce di Sinclair. Come riferisce l’azienda, CPL+VRS è un sistema di etichettatura unico nel suo genere: “Questo sistema cambia le carte in tavola per le realtà più piccole”, afferma Duncan Jones, marketing manager di Sinclair. È una tecnologia di etichettatura compatta e automatizzata ad alta velocità che fornisce opzioni avanzate di etichettatura su prodotti in vassoio, ideale per le piccole aziende di confezionamento di prodotti ortofrutticoli”. Alla base c’è il suo sistema di riconoscimento visivo capace di localizzare in modo intelligente il prodotto e di conseguenza applicare l’etichetta in posizione ottimale. La macchina, con la FRUITBOOKMAGAZINE

sua tecnologia di riconoscimento del singolo frutto o ortaggio, è in grado di fornire anche delle opzioni di etichettatura complesse che consentono una maggiore flessibilità, come la funzione che traccia una mappa della disposizione dei frutti contenuti nei vassoi, anche disposti in ordine casuale, e di selezionare quali devono essere etichettati. Inoltre, il sistema può essere utilizzato per qualsiasi tipologia di frutta o verdura, anche la più delicata. “CPL+VRS si rivela così particolarmente utile - sottolinea Jones - quando si etichettano prodotti posizionati in modo casuale, dai pomodori a grappolo alle pere”. Il vantaggio della tecnologia VRS sulla macchina è che consente di utilizzare vassoi differenti su una singola linea di confezionamento. Il sistema, infatti, è in grado di riconoscere automaticamente ogni vassoio che passa sotto la sua telecamera. Vassoio che può quindi differire dal successivo lungo la linea sia per formato che per disposizione dei frutti, automatizzando il processo di etichettatura e riducendo la necessità di intervento da parte dell’operatore. Per raggiungere questi risultati, il sistema Sinclair Vision Recognition utilizza la più recente tecnologia di imaging 3D. Questa tecnologia, presente nella sua telecamera, permette al sistema di rilevare non solo una mappa dell’intero vassoio, ma anche la sua profondità. Infatti, contrariamente all’imaging 2D, l’imaging 3D non è influenzato dal colore. Di conseguenza, il sistema permette di lavorare con prodotti, vassoi e confezioni di qualsiasi colore e di qualsiasi altezza fino a un massimo di 300 mm. Sinclair utilizza da oltre 20 anni la tecnologia VRS, che nel tempo si è evoluta: l’ultima generazione è stata lanciata all’inizio del 2020 e fino ad oggi era disponibile solo sull’etichettatrice ad alta produttività PL4. l N.33 l OTTOBRE 2020



segmenti |

Irene Forte

Da Peviani la prima linea di banane pensata per i bimbi 46

Si trova da ottobre presso alcuni gruppi distributivi Bimbi Crescono, la prima linea di banane pensata per i bambini, sviluppata da Peviani Spa. Si tratta di un casco di 7 banane da 750 grammi di peso complessivo, con una confezione minimal plastic free composta al 100% da carta certificata FSC. L’identificazione a scaffale è agevolata dalla presenza sul pack e su tutto il materiale di comunicazione dei personaggi della serie televisiva italiana 44 Gatti Bimbi Crescono è un progetto unico sul mercato, per concept, posizionamento di marketing e target primario, vale a dire i bambini di età scolare e/o prescolare. L’obiettivo è offrire loro banane della giusta dimensione (frutti né troppo grandi né troppo piccoli), che si traduce in una riduzione dello spreco. Il momento di consumo ideale è la merenda, che può essere a scuola, fuori da scuola o a casa. I quadretti da 5 mm presenti sulla fascetta richiamano inequivocabilmente un mondo rassicurante che tutti ricordiamo, la scuola e le cose fatte bene in classe con la maestra e un’età molto precisa: quella scolare e prescolare per l’appunto. Lo smile :) posto alla fine del claim “… è un gioco da bambini” fa sorridere per il gioco di parole FRUITBOOKMAGAZINE

bambini/ragazzi e rafforza la simpatica situazione strizzando l’occhio alla responsabile acquisti grazie a un linguaggio e a una grafia che gli adulti usano quotidianamente da oltre 20 anni per comunicare (gli emoticon). I responsabili acquisti cui si rivolge Bimbi Crescono sono le giovani madri e padri così come i nonni. Il target secondario sono donne e ragazze che trovano le banane, normalmente presenti sul mercato, troppo grandi e sazianti. Per finire, Peviani Spa, titolare del progetto, è stata molto attenta all’eco-sostenibilità della confezione, con una soluzione minimalista e unica sul mercato, plasticfree, con carta proveniente da piantagioni controllate FSC totalmente riciclabile nella carta. Bimbi Crescono è una confezione a peso fisso di 750 grammi, con un prezzo al pubblico di poco al di sotto della soglia psicologica dei 2 euro, per facilitare il pick-up del prodotto, il veloce deflusso dei clienti davanti allo scaffale e l’acquisto d’impulso. La valorizzazione a punto vendita viene affidata a espositori brandizzati Bimbi Crescono / 44 Gatti, messi a punto da Peviani in collaborazione con Rainbow, per rendere l’esperienza a scaffale ancora più coinvolgente. La serie 44 Gatti affronta temi importanti come la sostenibilità ambientale, il riciclo, le diversità, la tolleranza, la solidarietà, trasmettendo valori positivi in modo divertente. Su ogni pack compare lo sticker dei personaggi da ritagliare e collezionare. La collaborazione di Peviani con questa property è unica in ambito frutta, con un’esclusiva che durerà fino ad aprile 2022. l N.33 l OTTOBRE 2020



frammenti |

Marco Zanardi

Assocarni non convince l’Ue: l’hamburger è anche vegano 48

Gli allevatori europei hanno perso la loro battaglia: l’hamburger vegano potrà continuare a chiamarsi così anche se non contiene nemmeno un grammo di carne. Al Parlamento europeo non passa nessuno degli emendamenti, sostenuti da tutte le principali associazioni degli agricoltori italiani ed europei, tra cui Assocarni e Coldiretti, che volevano limitare l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale. Di effetto la campagna stampa “Nessuno chiamerebbe un hamburger ‘insalata di carne’ allora perché vogliamo chiamare un prodotto che ha, sì, una lunga lista di ingredienti, ma neppure un grammo di carne, hamburger?” Una domanda provocatoria quella di Luigi Scordamaglia, presidente di Assocarni, ma che riassume la posizione del settore zootecnico italiano ed europeo rispetto alla discussione che c’è stata al Parlamento Europeo nella seconda metà ottobre sulla possibilità di usare le denominazioni proprie della carne anche per prodotti 100% vegetali. “Un’appropriazione culturale scorretta e pericolosa nei confronti del consumatore”, prosegue Scordamaglia. “Chiamare ‘bistecca’ o ‘salsiccia’ quello che non lo è, non solo significa usurpare il grande patrimonio di tradizione e know how del settore, ma anche indurre chi acquista a pensare di trovarsi davanti a prodotti equivalenti, anche dal punto di vista nutrizionale, ma così non è”. Per sostenere il concetto, Assocarni, in collaborazione con Uniceb - Unione Italiana Filiera delle Carni, ha lanciato una campagna sui principali quotidiani nazionali, mettendo a confronto un hamburger di carne vera con uno vegetale: “Nessuno chiamerebbe il primo insalata di manzo, e allora perché chiamiamo l’altro hamburger vegano”? Secca la conclusione: “Un hamburger vegano non è un hamburger”. FRUITBOOKMAGAZINE

Ebbene, gli allevatori europei hanno perso la loro battaglia: l’Impossible Burger o il Beyond Meat potranno continuare a chiamarsi “hamburger”, così come i loro parenti prodotti anche da aziende italiane specializzate nella quarta e quinta gamma, come i Burger Vegetali DimmidiSì di La Linea Verde o i Burger’Z di Zerbinati o ancora i Burger con Verdure di Riverfrut, anche se non contengono nemmeno un grammo di carne (e non potrebbe essere altrimenti essendo appunto vegetali / vegani). Al Parlamento Europeo non è passato nessuno degli emendamenti, sostenuti da tutte le principali associazioni degli agricoltori italiani ed europei, compresa Coldiretti, che volevano limitare l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale. Così, si potrà continuare a paragonare alla carne quello che carne non è: per esempio, chiamare hamburger una polpetta di soia, o salsiccia un prodotto di sintesi. I “veggie burger”, su cui si sono lanciate multinazionali dell’alimentazione come Nestlé e Unilever e della ristorazione come Burger King e McDonald’s è un business piuttosto promettente: l’anno scorso in Europa le vendite hanno sfiorato il miliardo di euro, con 208 milioni di pezzi venduti e una crescita del 38% rispetto a due anni prima. l N.33 l OTTOBRE 2020



logistica |

Valentina Bonazza

Aumentano le rotte veloci su rotaia da Valencia all’Europa 50

CoolRail amplia le rotte grazie alla collaborazione tra Euro Pool System e Transfesa Logistics, parte di DB Cargo. Così, a poco più di un anno dal lancio della prima rotta tra Valencia e Rotterdam del servizio che rende più sostenibile il trasporto di ortofrutta fresco grazie all’utilizzo di treni speciali e un collegamento ferroviario diretto è ora tempo di estendere il servizio anche ad altri Paesi come il Regno Unito, la Scandinavia, la Germania e la Polonia È attivo dal 6 maggio 2019 il servizio che rende più sostenibile il trasporto di ortofrutta fresco tra Valencia e Rotterdam grazie all’utilizzo di treni speciali e un collegamento ferroviario diretto. Si chiama CoolRail ed è nato su iniziativa di Euro Pool System, specialista degli imballaggi riutilizzabili nella supply chain del fresco, grazie all’utilizzo di container che permettono di controllare la temperatura interna; inoltre, richiede tempi di trasporto e costi simili a quelli del trasporto su gomma. A differenza di quest’ultimo però, CoolRail permette di risparmiare tra il 70 e il 90% delle emissioni di anidride carbonica, equivalenti a circa 15 mila tonnellate all’anno: una riduzione di energia significativa, simile a quella che viene prodotta ogni anno da sei grandi turbine eoliche. FRUITBOOKMAGAZINE

Finora il servizio copriva il trasporto di ortofrutta fresca tra Valencia e Rotterdam. Così, quest’anno, per estendere il servizio CoolRail in tutta Europa, Euro Pool System ha avviato una collaborazione con Transfesa Logistics: le due aziende opereranno assieme e il servizio prende il nome di CoolRail powered by Transfesa Logistics. Questa nuova partnership permette di mettere a disposizione del mercato una rete più ampia di rotte, oltre alla principale per Rotterdam, con destinazioni, ad esempio, verso Regno Unito, Scandinavia, Germania e Polonia. Il nuovo percorso da Valencia a Londra - ad esempio - aiuterà i clienti britannici di CoolRail ad avere una soluzione di trasporto veloce, sostenibile ed economicamente vantaggiosa. Sulla stessa linea, la messa in servizio di un treno diretto per Colonia permetterà a CoolRail di raggiungere la Scandinavia, la Polonia e la Repubblica Ceca attraverso la Germania. Il servizio CoolRail utilizzerà la vasta infrastruttura di DB Cargo, il principale azionista di Transfesa Logistics. “La collaborazione con Euro Pool System è per noi una grande opportunità per dimostrare al mercato dei prodotti freschi che la ferrovia può essere altrettanto veloce e affidabile del servizio stradale. Inoltre - spiega con soddisfazione il ceo di Transfesa Logistics, Bernd Hullerum - contribuisce a realizzare catene di fornitura più rispettose dell'ambiente, poiché un treno emette nove volte meno CO2 di un camion”. “Il nostro obiettivo è raggiungere una maggiore sostenibilità nel settore della logistica in tutta Europa. La nostra partnership con Transfesa Logistics - afferma Gerjo Scheringa, amministratore delegato di Euro Pool System - aiuta a ridurre le emissioni di CO2 sostituendo il traffico stradale con un collegamento ferroviario diretto”. l N.33 l OTOBRE 2020



prodotti |

Eugenio Felice

Sunshine F1, la zucca cromo terapica dal gusto eccellente 52

L’autunno 2020 porta una gustosa novità nel segmento delle zucche: la premiata varietà Sunshine F1, selezionata in nordamerica e prodotta in esclusiva per l’Italia dalla cooperativa L’Ape di Giulietta, che ha sede a San Bonifacio (VR) e soci produttori in diverse aree ad elevata vocazione orticola sul territorio nazionale. Sunshine F1 assomiglia nella forma e nelle dimensioni alla più comune Delica, con cui condivide qualità organolettiche eccellenti Autunno, stagione di foglie che cadono, giornate che si accorciano e cime che si imbiancano. In cucina tornano protagonisti funghi, castagne e zucche con i loro profumi e aromi unici. Il 2020 porta sulle tavole degli italiani una ghiotta novità: è la zucca Sunshine F1. Si tratta di una varietà ibrida selezionata in Nord America, dove è piuttosto popolare, sia per le qualità organolettiche eccellenti che per l’aspetto molto attraente, con quel suo colore arancione intenso e vibrante. Le forme e le dimensioni assomigliano molto a quelle della varietà Delica, dal tipico colore verde scuro e largamente diffusa in Italia, considerata da addetti ai lavori e appassionati di cucina la regina delle zucche, in termini di soddisfazione del palato. FRUITBOOKMAGAZINE

A intuire le potenzialità di questa zucca per il nostro mercato è stata la cooperativa L’Ape di Giulietta, che ne detiene i diritti esclusivi di produzione in Italia. L’Ape di Giulietta ha sede a San Bonifacio (VR) e soci produttori in diverse aree ad elevata vocazione orticola sul territorio nazionale. Nel 2020 l’investimento per Sunshine F1 è di 25 ettari per una produzione sui 5.000 quintali. Il raccolto va da settembre a novembre, la qualità è eccellente, così come la conservabilità. Le analisi di laboratorio hanno inoltre evidenziato l’assenza di residui chimici nei lotti analizzati. Un motivo in più per gustare anche la buccia, sottile e ricca di aromi e antiossidanti. Sunshine F1 non è solo un campione in termini di gusto e salubrità. Il nome richiama il sole per via del bel colore arancione intenso della buccia e della polpa, che è compatta e soda. Questo colore sulle tavole ha una funzione cromo terapica: attenua la tristezza dei mesi autunnali e invernali, dando energia e stimolando la creatività. Le produzioni de L’Ape di Giulietta sono certificate GlobalGAP GRASP, a garanzia della salute, della sicurezza e del benessere dei lavoratori impiegati in campagna e in magazzini. Inoltre L’Ape di Giulietta collabora con la Ulss 9 di Verona per promuovere una sana alimentazione e un’agricoltura sostenibile. l N.33 l OTTOBRE 2020



il libro |

Giancarlo Sbressa

È la pancia la centralina del nostro benessere 54

Le nostre pareti intestinali sono attraversate in una vita media da 30 tonnellate di cibo e 50 mila litri di liquidi. È nella pancia che il sistema immunitario si allena e affina la sua capacità di difenderci dai malanni, a cominciare dal Covid. Ed è lì che vanno tenute a bada le infiammazioni, pronte altrimenti a propagarsi da un tessuto all’altro. Il libro “La pancia lo sa” del gastroenterologo Silvio Danese inaugura la collana “Scienze per la vita” di Eliana Liotta Mangiamo cibi sbagliati? La pancia lo sa. Accumuliamo troppo stress a casa o al lavoro? La pancia è la prima a saperlo. Abbiamo preoccupazioni così sedimentate che ormai non ci facciamo più nemmeno caso? La pancia sa anche questo e, in un certo senso, conosce cose che noi stessi ignoriamo. Dovremmo imparare ad ascoltarla per stare meglio: gonfiore, stipsi e difficoltà digestive, per esempio, possono avere origine da tensione, tristezza o intolleranze alimentari. Come un moderno aruspice, il gastroenterologo di fama internazionale Silvio Danese in “La pancia lo sa” guida il lettore alla comprensione di sé attraverso i segnali che arrivano dal basso. Gli antichi predicano da secoli che il ventre è il centro dell’energia. E oggi gli studi all’avanguardia concludono che l’intestino e lo stomaco sono cruciali per lo stato di salute generale: da loro dipendono i livelli infiammatori dell'organismo, l'abilità del sistema immunitario nel fronteggiare i virus e i malanni, il metabolismo e dunque il peso, l'umore e il modo in cui ci rapportiamo agli altri. Pagina dopo pagina, l’autore, forte della pratica clinica in ospedale e dell’impegno nella ricerca, descrive gli stili di vita e le strategie che consentono all’apparato digerente di diventare il migliore alleato della longevità e di un’esistenza più serena. FRUITBOOKMAGAZINE

Che cosa portare e non portare in tavola, quando sospettare che un alimento sia un nemico, come allontanare l’ansia con pratiche semplici e alla portata di tutti. Il medico fa chiarezza sui problemi più comuni e sui test seri per diagnosticarne la causa, che si tratti di cattive abitudini alimentari, di sensibilità non celiaca al glutine, di “La pancia lo sa”, di Silvio un’infezione oppure Danese, 192 pagine, Sonzogno di una patologia cro- Editore, 16€, pubbl. 10-2020 nica. Perché è nella pancia che il sistema immunitario si allena e affina la sua capacità di difenderci dai malanni, Covid compreso. Ed è lì che vanno tenute a bada le infiammazioni, pronte altrimenti a propagarsi da un tessuto all’altro. Il libro, diviso in 11 capitoli tematici che spaziano dal legame tra pancia e cervello ai microrganismi che popolano l’intestino, è il primo volume della nuova collana “Scienze per la vita” di Sonzogno curata dalla giornalista scientifica Eliana Liotta e nata con l’obiettivo di divulgare con un linguaggio semplice le ultime novità nei campi della medicina, della biologia e della nutrizione. Silvio Danese è professore di Gastroenterologia presso Humanitas University ed è coordinatore dell’Immuno Center nonché responsabile del Centro di ricerca e cura per le malattie infiammatorie croniche intestinali all’ospedale milanese Humanitas. Presidente della European Crohn’s and Colitis Organisation, ha pubblicato centinaia di articoli su riviste scientifiche ad alto impact factor. È impegnato in numerosi progetti di ricerca di base e studi clinici sull’uso di nuovi farmaci. l N.33 l OTTOBRE 2020



scenari |

Giovanni Turrino

Carrefour in Francia dice addio ai sacchetti in bioplastica 56

Bioplastiche simbolo del greenwashing? La verità sembra venire a galla: in teoria sono compostabili ma scava scava e si scopre che le industrie in grado di trasformarle in compost sono pochissime in Europa. Meglio a questo punto buttarle direttamente nel secco. Eh già. Vogliamo parlare poi di quanto costano? Il primo grande gruppo della distribuzione moderna che decide di fare una scelta di campo è Carrefour, che mette al bando le ecoshopper in ortofrutta Carrefour ha deciso di abbandonare i sacchetti in bioplastica per l’ortofrutta sfusa e di sostituirli con alternative riciclabili e/o riutilizzabili come carta e sacchetti in cotone. La decisione, comunicata dalla stessa società sul suo sito web, riguarda per ora la Francia. Come mai? Alla base, sostengono, c’è lo svantaggio dei sacchetti in bioplastica di non essere riciclabili, anche se sono in gran parte costituiti da materiali vegetali e di conseguenza, almeno in teoria, dovrebbero essere compostabili, ma solo a livello industriale (il problema è proprio questo, non si decompongono se li sotterrate nel giardino di casa e oggi gli impianti industriali in grado di trattarli sono pochi in Europa). Per questo motivo, il colosso francese ha annunciato che a partire dall’autunno 2020 i FRUITBOOKMAGAZINE

sacchetti di bioplastica non riciclabili scompariranno dai suoi reparti di frutta e verdura, per essere sostituiti da sacchetti di carta kraft biodegradabile e da sacchetti di cotone biologico riutilizzabili. Ad oggi, queste soluzioni verranno adottate solo nei punti vendita in Francia, mentre negli altri Paesi in cui Carrefour è presente, Italia compresa, le tempistiche e le modalità per l’adozione di misure alternative ai sacchetti in bioplastica spetteranno alle singole filiali nazionali dell’insegna francese. “I sacchetti in carta kraft per l’ortofrutta sono realizzati in carta certificata 100% FSC, che deriva da foreste gestite in modo responsabile. Quest’estate li abbiamo introdotti in alcuni punti vendita per un periodo di prova e abbiamo riscosso un notevole successo tra i nostri clienti”, ha dichiarato Carrefour in un comunicato. “A partire da quest’autunno, nei reparti frutta e verdura adotteremo i sacchetti in carta con una finestra traslucida, anch’essa in carta, che sostituirà gli attuali sacchetti in bioplastica”. Mentre per quanto riguarda le borse riutilizzabili in cotone biologico, queste sono state lanciate nel mese di ottobre in occasione della settimana europea dello sviluppo sostenibile: “Sono disponibili a 0,99 euro, o a 2,80 euro per un pacchetto da tre. Successivamente, i sacchetti di cotone saranno disponibili anche nei nostri negozi Convenience e Market. Allo stesso tempo - prosegue il comunicato Carrefour - tutti i nostri negozi in Francia offriranno presto alla cassa borse kraft più grandi, al prezzo di costo, cioè 0,09 euro, disponibili in aggiunta alle attuali borse della spesa. Ci sono alternative alla plastica - sottolinea Carrefour - ed è per questo che stiamo lanciando la missione Zero Plastic. Sta a noi, tutti insieme, dimostrare che possiamo farne a meno”. l N.33 l OTTOBRE 2020



strategie |

Eugenio Felice

Oranfrizer, sugli scaffali Coop le arance rosse... australiane! 58

È iniziata l’ultima settimana di settembre presso alcuni punti vendita della rete Coop Italia la vendita di arance rosse di origine australiana importate e distribuite da Oranfrizer Srl con il marchio Oranfruits - Agrumi dal mondo. Nello Alba: “È la varietà Moro, coltivata in un’area molto fertile dell’Australia sud-orientale. Stiamo facendo un test mettendo le basi per dare agli italiani la possibilità di comprare arance rosse di alta qualità per dieci mesi l’anno” Arance rosse in autunno? Nel 2020 si può. Sono arrivate via nave con dei container refrigerati dopo 40 giorni di navigazione le arance rosse di origine australiana che a partire da fine settembre gli italiani hanno potuto acquistare in esclusiva in una parte della rete Coop Italia. Sono prodotte a Riverina, un’area molto fertile dell’Australia sudorientale. L’importatore e distributore è tra i maggiori ambasciatori delle arance siciliane nel mondo, la Oranfrizer Srl di Scordia (CT), presente con i suoi frutti e le sue spremute in diverse parti del mondo, prima azienda italiana peraltro ad esportare via nave le arance rosse in Cina. Le “rosse” si presentano sotto il brand Oranfruits - Agrumi dal mondo, per indicare subito l’origine estera. FRUITBOOKMAGAZINE

“Il Covid-19 ha portato quest’anno una grande attenzione sulle arance rosse da parte degli italiani, con incrementi del +40% nei mesi di marzo e aprile”, spiega Nello Alba, amministratore unico di Oranfrizer Srl. “Stiamo mettendo le basi per poter dare agli italiani la possibilità di comprare arance rosse di alta qualità anche in un periodo in cui il prodotto siciliano viene a mancare. Partiamo adesso con un test di 6 container dall’Australia. Il trasporto via nave richiede il cold treatment e un transit time di 40 giorni. La varietà è la Moro e si presenta con caratteristiche qualitative e di aspetto eccezionali, anche in termini di antociani, caratteristiche comparabili alla varietà Moro prodotta alle pendici dell’Etna”. “Abbiamo sviluppato il progetto in collaborazione esclusiva con Coop Italia, con cui collaboriamo da oltre 50 anni”, sottolinea Nello Alba. “L’obiettivo per il 2021 è quello di agganciarci con le arance rosse australiane alla coda della stagione siciliana, nel mese di maggio, per proseguire durante tutta l’estate e terminare a ottobre. Tra prodotto nazionale e prodotto di importazione saremo così in grado di offrire arance rosse per dieci mesi continuativi. Oltre alle Moro dell’Australia, saremo in grado di offrire anche la Tarocco Ippolito del Sudafrica. Sul punto vendita i frutti di importazione sono venduti in una confezione appositamente creata e completamente diversa rispetto a quelle nazionali, con il brand dedicato Oranfruits - Agrumi dal mondo, che abbiamo da alcuni anni e rivolto anche ad arance bionde e limoni”. l N.33 l OTTOBRE 2020



neuronews |

Matteo Sgaravato*

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*amm. delegato Sgaravato Srl

Come presentare l’ortofrutta? Più efficaci con le neuroscienze Frutta e verdura hanno il vantaggio, rispetto ad altri prodotti, di essere caratterizzate per natura da colori vivaci, brillanti, in grado di colpire l’attenzione del cliente. È importante però saper valorizzare a pieno questa loro peculiarità, spingendo i consumatori verso acquisti più ragionati, che vadano oltre le logiche di prezzo. Ecco gli accorgimenti suggeriti dal neuromarketing Quanto tempo abbiamo per catturare l’attenzione del nostro potenziale cliente? Le neuroscienze ci dicono: massimo 5 secondi. Infatti, quando veniamo messi davanti a uno stimolo, il primo elemento a entrare in gioco è l’istinto, la parte più spontanea del cervello, che mette in moto sensazioni come la curiosità, il desiderio, l’empatia. Solo in un secondo momento inizia a farsi strada la parte più razionale, che fa chiedere al consumatore “Perché questo prodotto mi dovrebbe interessare?”: a questo punto la mente elabora le informazioni più complesse, ma facendo sempre riferimento alle sensazioni provate inizialmente. È perciò molto importante che le informazioni aggiuntive vadano a confermare l’imprinting emotivo scaturito nei primi secondi e l’aspettativa di ricompensa che il cliente si è creato. Non esistono quindi scelte completamente razionali. Ecco perché è fondamentale offrire ai clienti un’esperienza di acquisto che coinvolga tutti i sensi, colpisca la mente e soddisfi le attese del consumatore, predisponendolo così anche a una spesa maggiore. In ogni caso il cliente deve essere accompagnato in questo suo percorso, soprattutto nel reparto ortofrutta degli store in cui viene meno la vendita assistita, perché difficilmente andrà a cercare di sua spontanea volontà le informazioni più rilevanti: con maggiore probabilità cederà ad acquisti di impulso, dettati dalle sensazioni del momento. In questo assume un ruolo fondamentale proprio l’allestimento del FRUITBOOKMAGAZINE

punto vendita. Il primo step sarà quindi creare un ambiente piacevole e ordinato, giocando con forme e colori. Infatti, il giusto accostamento cromatico è determinante per colpire i sensi più profondi del consumatore, stimolando in lui una sensazione di freschezza e appetibilità della frutta e verdura esposta. L’arredamento e l’illuminazione devono contribuire a enfatizzare le proprietà dei prodotti, preferendo finiture che trasmettano naturalezza e calore. Altro elemento decisivo nelle scelte di acquisto è il packaging e le informazioni date relativamente al prodotto. L’imballaggio, oltre ad avere un’utilità in termini di logistica e conservazione, è un ottimo strumento di storytelling: è importante sfruttarlo non solo per le informazioni riportate in etichetta, ma anche per comunicare i valori aggiunti e distintivi del proprio marchio - ricordando di prestare attenzione non solo ai messaggi scritti, ma anche a tutte quelle caratteristiche intrinseche del packaging, come la forma e la scelta dei materiali, che il cliente valuta a livello inconscio e che possono contribuire alla costruzione della brand reputation. Tutti questi accorgimenti dovranno essere pianificati in una più ampia strategia di comunicazione, che tenga conto di tutti gli elementi del marketing mix. Agire su uno solo di questi elementi potrebbe risultare inefficace o, peggio, controproducente, se fatto improvvisando e senza le giuste competenze. l N.33 l OTTOBRE 2020



frammenti |

Valentina Bonazza

Banane, produttori contro Aldi: “Basta ribassi di prezzo” 62

Non ha pace uno dei frutti più amati e consumati al mondo: la banana. Continua infatti la “guerra dei prezzi delle banane” tra i produttori del Centro e Sud America e il discount tedesco Aldi che di recente ha annunciato per il 2021 un ulteriore taglio dei prezzi da pagare ai produttori per le loro banane. I produttori contestano la politica dei “due pesi e due misure”: da un lato Aldi si mostra attento alla sostenibilità, dall’altro gli uffici commerciali... I produttori ed esportatori di banane di Ecuador, Colombia, Guatemala, Honduras, Panama e Costa Rica hanno denunciato pubblicamente con un comunicato congiunto l’ennesimo calo di prezzo delle banane imposto dal gruppo distributivo Aldi e le relative conseguenze che questa azione comporta per i produttori. Augura, Asbama, Cluster Bananero Ecuador, Corbana, Aprobana e Apib sostengono che “la comunicazione portata avanti dall’insegna Aldi è volta alla sostenibilità eppure c’è una grande discrepanza tra l’immagine di Aldi presentata ai consumatori e le sue azioni nei confronti dei produttori”. I quali infatti affermano che “gli uffici commerciali di Aldi non si fanno scrupoli a far pressione sui produttori per pagare il minor prezzo possibile per le banane”. FRUITBOOKMAGAZINE

“Coltivare e produrre le banane in maniera sostenibile - sottolineano i produttori nella nota stampa comporta un costo che ad oggi è a carico esclusivo del produttore, mentre il resto degli attori della catena del valore si sottraggono a qualsiasi responsabilità”. I produttori denunciano così le catene di supermercati come Aldi (ma non solo, nel ricondividere il comunicato tra i tag compare anche Lidl) che non si assumono la loro parte di responsabilità e mantengono una posizione negoziale opaca che mette a rischio la sopravvivenza dei produttori. “Inoltre - si legge ancora nel comunicato - l’azione di Aldi contraddice la posizione del Governo tedesco di garantire una “giusta relazione” tra gli attori della catena alimentare, oltre che a contraddire gli obiettivi dell’Unione Europea che spinge verso una transizione sostenibile, incarnata nella strategia From farm to fork volta a promuovere la sostenibilità lungo tutta la catena del valore. Così facendo, quindi, l’azione intrapresa da Aldi è palesemente in contrasto con il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Ue”. “Riteniamo essenziale che l’intera catena del valore sia sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale e, a tal fine, è necessario attuare un’effettiva responsabilità condivisa che ridistribuisca i costi associati alla sostenibilità tra tutti gli attori della filiera”, concludono i produttori di banane del Centro e Sud America. “È necessario sviluppare una legislazione in questo settore per evitare azioni come quelle di Aldi, che non fanno altro che sminuire il lavoro del produttore. Anche in questo caso, i rivenditori devono assumersi la loro parte di responsabilità e smettere di mercanteggiare sui prezzi che minano il sostentamento del produttore”. l N.33 l OTTOBRE 2020



sfide |

Valentina Bonazza

Con Agricola Moderna il vertical farming a Milano diventa realtà 64

La vertical farm di Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, due amici appassionati di cibo e di ricerca, produce baby leaf a zero pesticidi e nickel free in un capannone di Melzo, alle porte di Milano. Le insalatine vengono seguite dalla semina al confezionamento in ambiente controllato monitorando ogni nutriente che la pianta assorbe. Tre per ora le referenze in confezioni da 80 grammi in vendita anche da Cortilia e presso alcuni Carrefour di Milano Si chiama Agricola Moderna e sorge a Melzo, 12 kilometri a est del centro di Milano. È una vertical farm nata da un progetto di Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, due amici appassionati di cibo e di ricerca. Un progetto nato da un anno e mezzo di ricerca e sviluppo curato da Giuliani che proviene da una lunga esperienza nel settore food & bevarage (soprattutto vino) e Franchetti, esperto di ingegneria energetica. I due hanno inaugurato nel 2018 Agricola Moderna in via Col di Lana, all’interno del Milano Food District, un polo didattico e incubatore di start-up che fa coesistere realtà differenti tra i cortili della vecchia Milano, con l’obiettivo di coltivare ortaggi a basso impatto ambientale tramite il vertical farming. FRUITBOOKMAGAZINE

“Avevamo intuito che nel vertical farming c’era un potenziale importante nell’ottica di un’agricoltura più sostenibile”, ha affermato Giuliani alla trasmissione televisiva Linea Verde. Agricola Moderna si è poi trasferita a Melzo con uno stabilimento produttivo più grande, in parte alimentato a fotovoltaico. La nuova vertical farm si estende su una superficie di 1.500 metri quadrati. L’obiettivo, afferma Giuliani in un’intervista su Vanity Fair è comunque ancor più ambizioso: “Oggi il nostro progetto è un pilota e lo scopo è renderlo 20 volte più grande nel giro di un anno. Per i prossimi anni vorremmo aggiungere alla produzione anche altri ortaggi e le fragole”. All’interno della vertical farm, che di fatto può essere replicata in diversi contesti urbani, si coltivano per 365 giorni all’anno, tramite colture idroponiche indoor, varietà diverse e inconsuete di baby leaf come la wasabina, la senape riccia, lo spinacino giapponese, la red mustard, il tatsoi, i lattughini romani tradizionali. Tutti gli ortaggi a foglia sono raccolti in uno stadio molto giovane e mantengono un sapore costante grazie a luce e nutrienti, con sapore più deciso e con una texture molto croccante. Agricola Moderna vende per ora tre mix di insalate tramite Cortilia e una decina di Carrefour di Milano: baby lattuga, japanese mix e spicy baby. Tre referenze in confezioni con packaging riciclato e riciclabile da 80 grammi, a un prezzo che da Cortilia a ottobre era di 2,19 euro a pezzo, prezzo in linea con i corrispettivi del biologico. l N.33 l OTTOBRE 2020



packaging |

Eugenio Felice

Confezioni personalizzate e sostenibili con Zippsolution 66

Il packaging per ortofrutta raggiunge nuovi traguardi grazie alla Zippsolution di Frutmac, leader nella progettazione e realizzazione di linee di confezionamento per ortofrutta con sede a Nalles (BZ). Zippsolution sono confezioni in cartoncino composte da un unico pezzo e chiusura eco zipper senza utilizzo di colla. Una confezione altamente personalizzabile nelle forme e nelle grafiche. Stephan Christoph: “L’ecodesign diventa praticamente senza limiti” Tra le novità più interessanti nelle soluzioni di confezionamento 100% plastic free c’è la Zippsolution di Frutmac, azienda leader nella progettazione e realizzazione di linee di confezionamento per ortofrutta, con sede a Nalles (BZ) e oltre 50 anni di esperienza. Il nome spiega subito la peculiarità dell’imballaggio: la chiusura a zip, che serve a unire in modo rapido e sicuro due lembi di materiale, tra le più grandi invenzioni del XIX° secolo. Frutmac la ha chiamata “eco zipper”, perché in questo caso il confezionamento avviene senza l’utilizzo di colla. Sostanzialmente si tratta di un’unica confezione monomateriale in cartoncino (cartone ondulato o carta erba compostabile) che viene zippata sul top, biodegradabile al 100%, che dà un’alta visibilità al prodotto, nonostante la chiusura con cartoncino. È adatta a diversi tipi di frutta e verdura, anche di diverse dimensioni. La chiusura può essere duplice: con sistema “avvolto”, soluzione ideale per la frutta rotonda FRUITBOOKMAGAZINE

come mele, kiwi e arance, in cui le ali laterali di cartone avvolgono i prodotti; oppure con sistema “flat”, vale a dire con chiusura piatta, soluzione congeniale per la frutta individuale come carote, pomodori o ciliegie, in cui le ali laterali di cartone chiudono orizzontalmente il contenitore, con il riempimento che avviene in forma libera. Layout e fustella delle ali assicurano una grande visibilità al prodotto e ne migliorano l’impatto. Il confezionamento avviene in modo automatico con la confezionatrice Zippmatic. “Con Zippsolution l’ecodesign delle confezioni diventa praticamente senza limiti, a beneficio di confezionatori, distribuzione e consumatore finale”, dichiara Stephan Christoph, amministratore delegato di Frutmac. “Con Zippsolution possiamo andare a personalizzare non solo la grafica da applicare alla confezio-

ne ma anche la fustella e quindi la forma della confezione, oltre al suo materiale, raggiungendo possibilità finora inesplorate in termini di comunicazione al consumatore. Si aprono quindi grandi opportunità di marketing. Da non sottovalutare poi la nostra grande expertise nella progettazione di macchine automatiche per il confezionamento. In questo caso la nostra Zippmatic è la soluzione ideale per un confezionamento veloce, facile, affidabile e flessibile”. l N.33 l OTTOBRE 2020



mens sana |

Alice Gelmetti (dietista)

Lo zucchero della frutta: un alleato o un nemico? 68

Sentiamo spesso dire che la frutta fa bene e che il suo zucchero è “diverso” da quello di dolci e dolciumi, ma è davvero così? Tutti i frutti sono uguali o qualcuno ci fa ingrassare? Partiamo dal presupposto che un frutto contiene in media dai 10 ai 25 grammi di zucchero ogni 100 grammi di frutta, l’equivalente di 3-5 cucchiaini di zucchero. Tra gli zuccheri però il fruttosio presenta uno dei più bassi valori di indice glicemico. Inoltre la frutta contiene anche... Il fruttosio è un carboidrato presente nella frutta e nei suoi derivati. La sapidità dei prodotti contenenti fruttosio è data dal fatto che presenta un elevato potere edulcorante, ossia dolcificante. La cosa positiva però è che tra gli zuccheri il fruttosio presenta uno dei più bassi valori di indice glicemico. Questo significa che quando mangiamo la frutta non alziamo repentinamente la glicemia (livello di zucchero) nel sangue e di conseguenza non avremo poi il calo di forze dato dall’intervento dell’insulina e dal calo glicemico. Il fatto poi che la frutta contenga anche acqua e fibre ne rallenta ancora di più l’assorbimento, rendendola ben tollerata anche da persone con diabete mellito. Quindi la frutta fa bene? Assolutamente si! E va per questo consumata tutti i giorni. Oltre ai vari FRUITBOOKMAGAZINE

sali minerali (di cui ogni frutto ha dosi variabili, ecco perché andrebbe rispettata la stagionalità per coglierne tutti i benefici), la frutta contiene fibre (utili per l’intestino e l’abbassamento del colesterolo), acqua e vitamine utili per il nostro organismo. Attenzione però che le dosi possono indurci in tentazione! Come tutte le cose il troppo stroppia e il famoso detto vale anche per la frutta. Le linee guida indicano che la giusta dose di frutta giornaliera è di circa 400 grammi, circa due frutti medi. Dobbiamo ricordarci che un frutto contiene in media dai 10 ai 20 grammi di zucchero per 100 grammi, l’equivalente di 2-4 cucchiaini di zucchero bianco. Se esageriamo con le dosi anche il fruttosio può presentare diversi effetti collaterali. Il primo è indubbiamente l’alterazione della glicemia, con conseguente rischio di diabete e malattie metaboliche. Il secondo è la formazione dei trigliceridi. Biochimicamente parlando, il fruttosio in eccesso (ossia non sfruttato per motivi energetici) viene portato al fegato, dove viene convertito direttamente in trigliceridi, ossia grassi. Questi grassi poi si depositano a livello epatico, creando nel tempo steatosi epatica o fegato grasso, epatite non-alcolica e potenziale cirrosi. Spesso si sente dire che la frutta non è tutta uguale. La banana ad esempio viene spesso demonizzata e addirittura esclusa da alcune diete, così come i fichi e altri frutti. Cosa avranno mai fatto di male? In realtà nulla: l’unica colpa è quella di contenere meno acqua rispetto a un’anguria, ad esempio. Risultato? A parità di peso lo zucchero contenuto sarà in maggiori concentrazioni. 100 grammi di anguria hanno circa 6 grammi di zucchero, 100 grammi di banana 12 grammi. Bisogna quindi eliminarla? Assolutamente no. Basta solo mangiarne meno! l N.33 l OTTOBRE 2020




Pam, crescere si può, nonostante i discount La nuova strategia commerciale del gruppo distributivo veneto Eugenio Felice

Luca Migliolaro, direttore commerciale Supermercati Pam, ha delineato durante un incontro con la stampa svoltosi ad Asiago l’8 ottobre la strategia per continuare a crescere e vincere la sfida con i discount. Da una parte un assortimento fatto di eccellenze attente ai prodotti alimentari territoriali per cui è stata formata una squadra di buyer dedicati, dall’altra un’offerta di prodotti definiti “spendi meno”, in linea con quanto offrono oggi i migliori discount, anche sui prezzi Perché andare al discount quando in un supermercato posso trovare la stessa offerta di convenienza e molto di più? La nuova strategia commerciale di Pam parte da qui: un assortimento di primo prezzo chiamato “spendi meno” ben evidenziato nei vari reparti all’interno del punto vendita, cui si aggiunge un assortimento due volte più grande di prodotti che possono rendere più premiante e gratificante la spesa e il consumo a casa, con una grande attenzione ai territori e a tutto il mondo food in un ambiente ricco di servizi ed emozioni per elevare anche l’esperienza di acquisto. La nuova strategia è stata illustrata da Luca Migliolaro, direttore commerciale Supermercati Pam, nel corso di un ristretto incontro per la stampa cui abbiamo partecipato ad Asiago lo scorso 8 ottobre. Il luogo non è casuale: durante la

mattinata si è svolta la cerimonia simbolica di piantumazione dei primi alberi - saranno 600 in tutto nella zona boschiva del comune di Enego, duramente colpita dalla tempesta Vaia, un evento naturale catastrofico, senza precedenti a memoria d’uomo, con venti tra i 100 e i 200 km/h, che il 29 ottobre 2018 rasero al suolo 14 milioni di alberi in una ristretta zona del Triveneto. Un’iniziativa che rientra nel più ampio progetto denominato Pam per l’Ambiente e volta alla sostenibilità e al supporto dei territori cui hanno partecipato alcuni alti dirigenti di Pam Panorama, a partire dall’amministratore delegato Gianpietro Corbari. Mea culpa. “L’errore più grande commesso finora - ha spiegato Luca Migliolaro durante l’incontro di Asiago - è stato puntare il faro su noi stessi, dicendo ai clienti di

Nelle foto di queste pagine, alcuni dettagli del nuovo supermercato Pam di via Appia Nuova 189 a Roma che ha aperto il 17 settembre inaugurando un formato rinnovato che presta grande attenzione al food e ai reparti freschi e freschissimi. Il primo reparto che incontra il cliente è l’ortofrutta, che presenta un assortimento ampio e profondo, con molti prodotti del territorio.

FRUITBOOKMAGAZINE

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% 9.800 95 2,6 % 22 1958 1.086 GRUPPO PAM IN CIFRE

miliardi fatturato 2019

anno di nascita

prodotti alimentari

negozi al 09/2020

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fidarsi di noi perché siamo bravi a selezionare per loro prodotti e fornitori. La verità è che la grande distribuzione è brava a sminuire i prodotti, a togliere loro identità e quindi valore. Abbiamo una ricchezza enogastronomica straordinaria in Italia, è giunto il momento di portare questa ricchezza all’interno dei supermercati, che devono diventare il teatro dove i produttori, anche di specialità territoriali, possano raccontare i propri prodotti. Perché nessuno meglio del produttore può raccontare il sacrificio e l’impegno che sta dietro al suo lavoro. Per questo abbiamo costituito un portale dove nuovi aspiranti fornitori possano presentare i propri prodotti e stiamo formando una squadra di compratori dedicata esclusivamente ai prodotti locali, in ambito food”. FRUITBOOKMAGAZINE

dipendenti

Il portale per i fornitori. È online dal mese di maggio ed è nato con un duplice obiettivo: aprire un ponte verso l’industria alimentare, detergenza, cura casa e persona, in particolar modo quella di media e piccola dimensione, talvolta operante anche in ristrette aree territoriali, e dare la possibilità anche alle grandi aziende di fare in ogni momento delle proposte di vendita anche a spot dei propri prodotti. “L’eccessivo affollamento che oramai caratterizza i tradizionali canali di comunicazione (telefoni, email, posta tradizionale, corrieri) finisce via via per spegnere l’iniziativa di molte aziende di entrare in contatto con i nostri buyer -

quota private label

afferma Marco Sottana, responsabile commerciale destinazione Pam -. Con una semplice operazione di accreditamento su apposita sezione del nostro sito ogni azienda può registrarsi e presentare in maniera strutturata la propria storia, l’assortimento, il proprio listino prezzi, ed ogni altra informazione si ritenga utile per completare il proprio profilo”. Entrando nel portale di Pam c’è subito la possibilità di scegliere se presentarsi per un assortimento continuativo o per fare una proposta a spot. Un semplice algoritmo collega la categoria in cui opera il proponente con il rispettivo buyer di competenza. Nello sviluppo del portale si è cercato di forzare il concetto di semplicità nelle fasi di inserimento dei proponenti e di fruizione per i buyer Pam Panorama. L’impegno della storica insegna veneta è quello di prendere in carico rapidamente ogni posizione dandone un immediato riscontro. Ciò vale sia per le proposte di assortimento continuativo (nazionale o locale), sia per le proposte a spot. Un’importante novità è l’apertura nei confronti anche dei produttori del canale Horeca, che soprattutto in questo periodo necessitano del massimo supporto possibile per attraversare il particolare momento di emergenza sanitaria da coronavirus. l N.33 l OTTOBRE 2020


Il cliente che entra in uno dei nostri supermercati “Pam deve sapere che può trovare le 2.500 referenze

che trova in un negozio discount, agli stessi prezzi, ma anche altre 5.000 referenze a valore aggiunto con cui può rendere più ricca e gratificante la spesa ” Luca Migliolaro (dir. commerciale Supermercati Pam)

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Nella foto, sulla destra Luca Migliolaro, direttore commerciale supermercati Pam, con Daniele Barbagli, direttore del punto vendita di via Appia Nuova 189 a Roma, aperto il 17 settembre dove sorgeva un Conad. Il reparto ortofrutta è il primo ad accogliere la clientela e occupa una superficie di circa 170 metri quadrati sui 900 complessivi del negozio. Luca Migliolaro è tornato in Pam nel gennaio 2019 dopo una esperienza di 6 anni e mezzo in Cadoro Supermercati.

PER I FORNITORI IL NUOVO PORTALE

DI PAM PANORAMA ACCEDI DA QUI!

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Eccellenze del territorio. Alcuni esempi concreti di questo percorso, chiamato “Il territorio e i suoi protagonisti”, sono stati portati all’attenzione dei presenti durante l’incontro di Asiago dello scorso 8 ottobre. In particolare lo Speck Alto Adige IGP di Gottfried Pfitscher, il formaggio Asiago DOP del Caseificio Sociale San Vito Povolaro, il Prosecco DOC di Vinicola Serena - con la degustazione in anteprima del Prosecco Rosè in vendita da fine ottobre anche a marchio commerciale Pam - e per finire il marrone dell’Appennino To-

sco-Emiliano fornito dall’azienda Mitica Srl. Ugo Masi, responsabile nazionale acquisti ortofrutta Pam, è andato a scegliere personalmente i castagneti da cui arrivano i marroni poi messi in vendita nella rete distributiva. Un lavoro che i compratori Pam svolgono abitualmente presso i più qualificati fornitori. L’auspicio e l’impegno di Pam, in questo caso, è anche quello di far tornare l’attenzione su una coltura in parte abbandonata, coinvolgendo nuovi castanicoltori e valorizzando un territorio. Quindi il distributore non è solo chi mette in vendita un prodotto ma anche chi valorizza dei prodotti di nicchia facendo crescere comunità e territori. FRUITBOOKMAGAZINE


L’8 ottobre è stata una giornata all’insegna della sostenibilità ambientale per Pam Panorama che sta contribuendo alla rinascita della zona boschiva dell’Altopiano di Asiago con la donazione di 600 alberi nel Comune di Enego (Vicenza). Nel 2018, alla fine del mese di ottobre, la tempesta Vaia aveva duramente colpito i boschi di questo territorio. La cerimonia di piantumazione cui si riferisce la foto sotto si è svolta in località Forte Lisser e ha registrato la partecipazione di Gianpietro Corbari, amministratore delegato di Pam Panorama (secondo da destra nella foto).

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Nuovo Apple Store a Roma? No, la fila fuori il giorno dell’inaugurazione, giovedì 17 settembre, poteva essere la stessa - è arrivata a fare il giro dell’isolato - ma si è trattato dell’inaugurazione del supermercato Pam di via Appia Nuova 189, che sorge sulle ceneri di un Conad definito “fatiscente” da una cliente attempata che abbiamo incrociato all’interno del negozio. La superficie di vendita è di 900 metri quadrati ed è adiacente a un negozio di abbigliamento OVS, dal quale peraltro si può accedere direttamente al supermercato e viceversa. Il Pam di via Appia Nuova 189 è aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 9 alle 20. L’offerta del nuovo negozio è centrata sulla qualità e provenienza FRUITBOOKMAGAZINE

dei prodotti con un occhio di riguardo al comparto dei freschissimi. Frutta e verdura di grande qualità e freschezza, con numerosi prodotti del territorio, consegnati tutti i giorni: il reparto occupa circa 170 metri quadrati e l’obiettivo di Pam è di raggiungere una incidenza sullo scontrino del 1718%. Carne proveniente da fornitori selezionati che rispondono ad elevati standard qualitativi, sottoposta a numerosi controlli di laboratorio e lavorata all’interno del Centro Carni di Qualità Pam Panorama di Firenze. Fiore all’occhiello dell’offerta il settore ittico con una flotta di pescherecci che

pesca in esclusiva per Pam il meglio del pescato locale. In tutto sono circa 7.000 le referenze. L’80% della superficie di vendita è dedicata al food, di cui un buon 50% ai freschi e freschissimi. Ben evidenziato sugli scaffali i prodotti di primo prezzo, definiti “spendi meno”, che non sono ghettizzati in posizioni a bassa visibilità ma valorizzati rispetto al mainstream dell’industria di marca. Nelle intenzioni di Pam circa 2.000 referenze vanno a competere direttamente con quelle dei negozi discount. A queste si aggiunge la scelta di valore di altre 5.000 referenze. Punta di eccellenza rimane la marca premium “I Tesori”, che si può trovare in un po’ tutti i reparti. Ampio spazio è dedicato anche al reparto dei surgelati, cresciuto rispetto a punti vendita di analoga metratura. All’ingresso i primi murali refrigerati sono tutti per il Food to go. Attivi nel nuovo negozio diversi servizi: dai più moderni sistemi di pagamento come Apple Pay e Satispay al servizio di consegna a domicilio. In ottica di responsabilità sociale, Pam lavorerà al fianco del Banco Alimentare Roma e della Parrocchia di Ognissanti di via Appia Nuova per sostenere le loro iniziative di solidarietà, destinate alle famiglie bisognose del quartiere e inoltre, per combattere lo spreco alimentare, la parrocchia stessa si occuperà della raccolta delle eccedenze alimentari del negozio.

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Quando l’ananas è responsabile: il caso Nicofrutta Prima in America Latina a certificarsi AgroPrevent Covid-19 Giancarlo Sbressa

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Per Nicofrutta l’impegno ambientale e sociale va oltre le tante certificazioni. In 20 anni di esperienza nella filiera dell’ananas in Costa Rica, l’azienda ha introdotto un approccio innovativo alla produzione inserendo quale obiettivo primario la conservazione della biodiversità. Nel 2018 ha firmato un partenariato con il programma develoPPP.de, un’iniziativa del Ministero federale tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico che incoraggia progetti volti alla sostenibilità Con 20 anni di esperienza alle spalle, Nicofrutta è un’azienda italiana che produce e commercializza ananas dal Costa Rica per il mercato europeo. Fin dall’inizio delle sue operazioni, Nicofrutta si è concentrata sul sostegno ai piccoli produttori e alle cooperative di produttori, portando avanti progetti in campo sociale e ambientale. In particolare, sono stati introdotti protocolli produttivi aventi come focus la gestione responsabile dell’ambiente attraverso la diminuzione e la successiva eliminazione di prodotti chimici in agricoltura e sono stati inoltre affrontati i problemi di sviluppo socio-economico dei produttori, delle loro famiglie e delle società rurali operanti nella filiera dell’ananas. L’impegno al fianco dei produttori ha portato Nicofrutta all’ottenimento di certificazioni internazionali come: Fairtrade, biologico per l’Unione Europea e gli Stati Uniti, Biosuisse (Svizzera), Rainforest Alliance/UTZ, GlobalGap, BRC, Zero Residue Pesticides (zero residui di pesticidi) e, nel 2020, Agroprevent Covid-19. FRUITBOOKMAGAZINE

Dall’ananas sostenibile all’ananas responsabile della biodiversità. Per Nicofrutta, in realtà, l’impegno ambientale va oltre le certificazioni. In 20 anni di esperienza nella filiera dell’ananas, l’azienda ha introdotto un approccio innovativo alla produzione inserendo, quale obbiettivo primario la conservazione della biodiversità. In tal senso nel 2018 Nicofrutta ha avviato un progetto per la promozione della conservazione degli ecosistemi. ‘’La caratteristica principale di una produzione responsabile con la biodiversità è il rispetto della natura: anziché togliere alla natura, forniamo elementi per il suo sviluppo. Questo l’ambiente lo riconosce e siamo soddisfatti quando vediamo il ritorno di rari animali nei territori di produzione. Abbiamo disegnato le campagne in modo da conservare i corridoi biologici per il passaggio e le migrazioni della fauna locale, cosi da mantenere florido il suo habitat

Nicofrutta è un’azienda italiana che dal 2003 opera nell’import-export di ananas dal Costa Rica. Nel Paese, l’impresa possiede la controllata Nicoverde, proprietaria di un impianto di confezionamento e di produzioni proprie nella regione di Pital di San Carlos, nella provincia di Alajuela. La filiera di Nicofrutta è supportata da circa 120 piccoli produttori organizzati in cooperative e associazioni.

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Foto: Sergio Mora, uno dei produttori della filiera Nicoverde

naturale’’, spiega Jorge Sanchez, direttore generale di Nicoverde, società basata in Costa Rica, controllata da Nicofrutta. Una produzione agricola basata sul rispetto per l’ambiente e tutti gli ecosistemi offre ulteriori benefici: viene garantito un prodotto sano e sicuro per i consumatori, dimostrando come valore aggiunto che la produzione di ananas può essere compatibile con la conservazione della biodiversità. l N.33 l OTTOBRE 2020

Partenariato pubblico-privato per una produzione responsabile. Nel 2018, Nicofrutta ha firmato un partenariato pubblico-privato con il programma develoPPP.de, una iniziativa del Ministero federale tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico (BMZ), che incoraggia la partecipazione del settore privato all’adozione di pratiche in linea con le direttive di sviluppo sostenibile. Promotrice di questa alleanza in Costa Rica è il Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ). L’alleanza è nata con l’obbiettivo di sviluppare capaFRUITBOOKMAGAZINE

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1˚ 9 2, 500 31 55%

12 500 44

COSTA RICA: PRIMO ESPORTATORE MONDIALE DI ANANAS

esportatore mondiale di ananas

lavoratori impiegati

mesi l’anno di forniture

export in milioni di tonnellate

market share globale in export

ettari di superfici

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BUONE PRATICHE ANANAS NICOGOLD

AMBIENTALI E SOCIALI GUARDA IL VIDEO!

Nicoverde ha disegnato le campagne in modo da conservare i corridoi naturali per il passaggio e le migrazioni della fauna, cosi da mantenere florido il suo habitat naturale e tutelare la biodiversità.

cità nei piccoli produttori di ananas del Paese e migliorare le conoscenze tecniche di Nicofrutta sull’inclusione di metodiche volte alla conservazione della biodiversità nelle produzioni, sensibilizzando sull’applicazione di nuovi strumenti di gestione come la Biodiversity Check Agricola. Si fa fronte, in tal senso, all’esigenza dell’impresa circa la formazione dei produttori alle buone pratiche agricole in linea con lo sviluppo sostenibile. ‘’L’aspetto più positivo del nostro lavoro con GIZ - spiega Jorge Sanchez di Nicoverde - è la condivisione comune dello sviluppo di un modello di business in linea con la conservazione della biodiversità. Il FRUITBOOKMAGAZINE

nostro interesse comune nel formare i produttori all’utilizzo di queste pratiche innovative ci permette di differenziare il loro prodotto all’interno dei mercati internazionali, facendo si che venga cosi apprezzato dal consumatore finale’’. Come risultato di questa alleanza, Nicofrutta prevede che, entro il 2021, i produttori saranno in piena linea con il protocollo di produzione a zero residui, utilizzando bio-controllori in luogo della chimica, come i prodotti naturali creati nel laboratorio di biotecno-

logia interno all’azienda che produce e replica i microorganismi e funghi necessari da utilizzare in agricoltura al posto dei prodotti agrochimici, un progetto sviluppato in sinergia con l’Università del Costa Rica. Allo stesso modo, si prevede che nuove cooperative di produttori e produttori indipendenti, entrati da poco nella filiera di Nicofrutta siano pronti a conformarsi alle normative Fairtrade, Rainforest Alliance/UTZ, GlobalGap, Biologico e altre certificazioni per gestione la qualità e la sicurezza del prodotto. Commercializzazione di ananas di fronte alla pandemia. Per Nicofrutta, la principale sfida durante l’emergenza Covid-19 è stata quella di stabilire protocolli immediati per proteggere i propri collaboratori nello stabilimento produttivo in Costa Rica per minimizzare il rischio di contagio. L’azienda ha l N.33 l OTTOBRE 2020


Con 20 anni di esperienza, Nicofrutta è un’azienda “italiana che produce e commercializza ananas dal

Costa Rica. Fin dall’inizio si è concentrata sul sostegno ai produttori e alle cooperative di produttori sostenendo progetti di tipo sociale e ambientale ” Jorge Sanchez (direttore generale Nicoverde)

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stabilito un protocollo per l’informazione del personale, il controllo della temperatura, la pulizia e la disinfezione all’ingresso e nelle strutture sia per persone che per veicoli, camion ecc. Sono stati inoltre messi a disposizione di tutto il personale strumenti di protezione individuale. Garantire la sicurezza del processo di confezionamento e di esportazione del prodotto per i lavoratori e i consumatori - in questo caso ananas fresco - è stata un’altra sfida che l’intero settore agroalimentare ha dovuto affrontare. Questa sfida fa di Nicofrutta la prima azienda in America Latina a conseguire la certificazione a livello internazionale del protocollo AgroPrevent Covid-19, da Kiwa l N.33 l OTTOBRE 2020

Bsc, un protocollo Agrifood per la prevenzione contro il Covid-19, approvato dall’Università politecnica di Valencia (UPV) attraverso la cattedra Kiwa-UPV. ‘’Questa certificazione - sottolinea Jorge Sanchez di Nicoverde - assicura ai nostri clienti e consumatori finali, l’applicazione di un protocollo internazionale certificato per la gestione preventiva contro il Covid-19, minimizzando così i problemi di contaminazione del prodotto e proteggendo la salute del nostro personale’’. Questa certificazione si unisce alle altre azioni attuate da Nicofrutta

come: l’installazione di apparecchiature ad ozono in tutte le aree interne (come le linee di imballaggio, zone post raccolta, magazzini di conservazione e uffici) per disinfettare gli ambienti dai batteri e dai virus. L’impegno di Nicofrutta nel fornire ai propri consumatori prodotti sicuri e in linea con la conservazione della biodiversità è confermato giorno per giorno. Nicofrutta in 20 anni di esperienza ha dimostrato che la produzione di ananas per il mercato europeo può essere sostenibile con il contributo di molti attori, ma soprattutto con l’impegno delle imprese a cambiare i paradigmi nella produzione agricola.

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Bio, la resa di NaturaSì e co.: in 10 anni la gdo dal 27 al 47 per cento Giancarlo Sbressa

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Il sorpasso della gdo è avvenuto nel 2014 con tassi di crescita a doppia cifra, dal 21% al 43% l’anno fino al 2018. Ora le vendite di alimenti bio nella grande distribuzione sono stimate a 2 miliardi di euro e vedono un rallentamento della crescita, forse per effetto del consolidamento del canale: +2% nel 2019, +5% nel 2020. Se ci soffermiamo sulla gdo, vediamo come i prodotti bio a marchio della grande distribuzione siano passati dai 4.300 del 2018 ai 4.700 del 2019 (+8%). Anche in questo caso si nota però una frenata rispetto ai 4 anni precedenti e restano 26 le catene censite. In testa troviamo Coop Italia, che tra i primi ha puntato sul bio iniziando dall’ortofrutta e che oggi conta 750 referenze bio a marchio proprio. A seguire subito dopo Esselunga, anche lei tra i primi a credere nel bio, con 485 referenze (risale al 1999 il lancio della prima linea completa di alimenti bio) e terza Pam Panorama con 366 referenze. Sono invece solo nove le insegne della distribuzione moderna organizzata con meno di 100 referenze e sono in larga parte discount. Infine, sono otto i gruppi della gdo che hanno anche alimenti equosolidali nel proprio paniere Mdd (marca del distributore). Se volgiamo lo sguardo ai negozi specializzati, vediamo che i negozi bio aggregati sono al 77%, percentuale data da un 42% di negozi di catene specializzate e da un 35% di negozi indipendenti, però aderenti a programmi promozionali FRUITBOOKMAGAZINE

Tra supermercati e negozi specializzati, nel 2020 in Italia le vendite di prodotti biologici si stima che raggiungeranno i 2.989 milioni di euro nel 2020, pari al 69% del mercato interno. Dieci anni fa erano al 72%. Sempre nei dieci anni si è capovolta l’incidenza dei singoli canali: i negozi specializzati sono scesi dal 45% al 21%, mentre i supermercati sono saliti dal 27% al 47%. A mettere nero su bianco tutte queste rilevazioni è Focus Bio Bank, Supermercati&Specializzati 2020

dei distributori. A gettare la spugna sono soprattutto i piccoli negozi bio, mentre aumentano quelli con superfici superiori ai 150 mq. Nei negozi specializzati, le vendite 2020 sono di 924 milioni di euro (+8% nel 2020) con una rete di 1.339 negozi rilevati nel 2019 (1%). Sembra così rallentare il fenomeno delle chiusure, ma resta comunque elevato il turnover, con

più di 200 negozi in entrata e altrettanti in uscita. Una forte razionalizzazione è presente nelle reti Cuore Bio e NaturaSì, con la cessione di Biobottega e Piacere Terra (famiglia Pozzi), passati a NaturaSì. Le regioni che contano il maggior numero di negozi specializzati sono la Lombardia con 225 negozi, il Veneto con 149 negozi e il Piemonte con 123 negozi. l N.33 l OTTOBRE 2020



Imballaggi sostenibili: Aldi primo retailer in Italia a utilizzare Social Plastic Carton Pack è l’unico trasformatore di Social Plastic in Europa per imballaggi alimentari Eugenio Felice

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Si fa un gran parlare di sostenibilità degli imballaggi negli ultimi anni. Le immagini di tartarughe intrappolate nelle reti, balene con la pancia piena di rifiuti plastici o ancora le isole di plastica, hanno scosso non poco l’opinione pubblica mondiale. La filiera ha reagito in ordine sparso, con molteplici azioni volte a un utilizzo più responsabile del materiale plastico. Tra le iniziative più virtuose e concrete c’è Social Plastic, che dal mese di ottobre si può trovare da Aldi Italia Pulire gli oceani e dare un lavoro e quindi un reddito alle comunità dei Paesi in via di sviluppo in cui è ancora alto il tasso di povertà. È questa in estrema sintesi la missione di Plastic Bank, organizzazione nonprofit che ha come slogan “empowering the world to stop ocean plastic”. Ne abbiamo parlato sull’edizione dello scorso aprile di Fm. Cosa succede alla plastica che viene raccolta da spiagge e oceani? Viene trasformata in nuovi imballaggi, così da generare un cicuito virtuoso. Il nuovo o meglio rinnovato materiale prende il nome di Social Plastic. In Europa l’unico trasformatore per imballaggi alimentari di Social Plastic è la Carton Pack di Rutigliano (Bari). Per chiudere il circuito e rendere concreto il progetto mancava però un anello: quello della grande distribuzione. La novità di questo autunno è che Aldi Italia ha sposato il progetto, primo tra i gruppi della grande distribuzione italiana ed europea, inserendolo nelle sue azioni a favore dell’ambiente messe nero su bianco nel sito web dedicato oggiperdomani.it FRUITBOOKMAGAZINE

Come si può leggere nel comunicato inviato alla stampa il 10 novembre, “Aldi, missione im-ballo!” è la strategia pluriennale di Aldi per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti da imballaggio con obiettivi definiti fino al 2025. Nell’ambito di questo programma si colloca l’attenzione per la sostenibilità degli imballaggi dei prodotti a marchio esclusivo. La nuova sfida di Aldi è una selezione di prodotti ortofrutticoli con packaging alimentare realizzato al 100% in Social Plastic, in collaborazione con Carton Pack e Plastic Bank. L’obiettivo è contribuire a ridurre l’inquinamento degli oceani, il polmone blu del mondo, e migliorare la vita delle comunità ai margini della società. Nei fatti, Aldi, parte del Gruppo Aldi Süd, è il primo player della grande distribuzione organizzata a sostenere in Italia Plastic Bank, organizzazione nonprofit impegnata a raccogliere e riciclare plastica dispersa nell’ambiente destinata a

Social Plastic getta i presupposti di un nuovo modo di vedere la plastica: da rifiuto che inquina i mari e l’ecosistema diventa risorsa che genera reddito in Paesi in via di sviluppo. Carton Pack di Rutigliano (BA) è l’unico trasformatore di Social Plastic per imballaggi alimentari in Europa, grazie all’accordo stretto con Plastic Bank, organizzazione nonprofit titolare del progetto Social Plastic.

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inquinare gli oceani. Con centri di raccolta in alcuni dei Paesi più colpiti dall’inquinamento da plastica come Haiti, Indonesia, Filippine, Brasile ed Egitto, Plastic Bank collabora con le comunità costiere per recuperare materiali che si trasformano poi in Social Plastic. Aldi, grazie alla collaborazione con il trasformatore Carton Pack, tra le aziende leader in Italia nelle soluzioni di imballaggio per ortofrutta, ha introdotto nei suoi punti vendita prima le fragole, nel mese di ottobre, della linea a marchio “I Colori del Sapore”, poi mirtilli e lamponi, nel mese di novembre, ora interamente confezionati in Social Plastic: un packaging RPET dall’elevato valore sociale e ambientale realizzato al 100% da rifiuti di l N.33 l OTTOBRE 2020

plastica presi da spiagge e oceani. Si calcola che ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrino nell’oceano, come se un camion pieno di plastica venisse scaricato nell’oceano ogni minuto (fonte: Pennington, J. (2016) World Economic Forum). Questo drammatico andamento ha effetti devastanti sia per l’ambiente sia per le popolazioni dei Paesi emergenti dove il fenomeno è più presente e dove mancano strutture per la raccolta differenziata. L’intento di Plastic Bank è creare una filiera virtuosa che generi anche valore sociale per le popola-

La foto qui sopra è stata scattata da Aldi Italia nel punto vendita di Peschiera del Garda (Verona) il 9 novembre 2020. Proprio quel giorno hanno debuttato lamponi e mirtilli in cestini Social Plastic da 250 grammi con prezzo di 3,29 euro a pezzo. Le fragole “I Colori del Sapore” della foto avevano debuttato già nel mese di ottobre. In questo caso il prezzo è di 1,99 euro a pezzo per il cestino da 50 grammi. L’indicazione Social Plastic è impressa sul fondo o sul bordo (per i coperchi) delle confezioni.

zioni locali coinvolte nella raccolta della plastica. In cambio della loro attività di recupero di materiali ricevono infatti un premio, che consente loro di migliorare le proprie condizioni di vita. Alcuni esempi FRUITBOOKMAGAZINE


Aldi si impegna in un continuo miglioramento “della propria offerta alimentare e per una crescente

tutela dell’ambiente. Proporre packaging sostenibili vuol dire intervenire in una delle aree sensibili della produzione e della distribuzione di alimenti ” Michael Gscheidlinger (country manager Aldi Italia)

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sono la fornitura di generi alimentari, la stipulazione di un’assicurazione sanitaria, il gas per cucinare e la copertura delle tasse scolastiche. “Aldi si impegna in un continuo miglioramento della propria offerta alimentare e per una crescente tutela dell’ambiente”, ha commentato Michael Gscheidlinger, counFRUITBOOKMAGAZINE

try managing director Italia. “Portiamo avanti con orgoglio nuove collaborazioni che generano miglioramenti per la società e per i consumatori. Proporre packaging sempre più sostenibili vuol dire intervenire in una delle aree sensibili della produzione e distribuzione di alimenti. Un ulteriore passo per un’economia circolare e virtuosa”.

Da agente inquinante, la plastica assume nuovo valore per l’ambiente e per le persone, all’interno dell’economia circolare e inclusiva promossa da Plastic Bank. “Dare un valore completamente nuovo alla plastica riciclata è il nostro impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale”, ha commentato Gianni Leone, ceo di Carton Pack. “Scegliere frutta e verdura in Social Plastic tutela la giusta remunerazione del lavoro e delle condizioni di vita in Paesi meno sviluppati, contribuendo a risanare gli oceani e l’ambiente da un enorme inquinamento”. L’interesse verso Social Plastic è crescente. Se Carton Pack è l’unico trasformatore Social Plastic in Eu-ropa, in virtù dell’accordo stipulato con Plastic Bank, per quanto riguarda il packaging alimentare, è vero che il progetto diventa tanto più virtuoso quanti più gruppi della grande distribuzione, in Ita-lia e in Europa, lo sposeranno. Per questo motivo non sono previsti contratti di esclusiva con i gruppi della grande distribuzione, né per Paese, né per categoria merceologica. Ad Aldi Italia il merito comunque di essere stato il primo gruppo distributivo in Europa a credere nel progetto. Presente in Italia dal 2018 con una sede operativa a Verona e due centri di distribuzione a Oppeano (VR) e Landriano (PV), Aldi dovrebbe raggiungere e superare la soglia dei 100 punti vendita presenti in diverse regioni del centro e nord Italia. l N.33 l OTTOBRE 2020


7 15,7 o 22 1

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Plastic Bank: dati aggiornati al 14 ottobre 2020 milioni di kg recuperati equivalenti a

anni di attività

retailer in Europa a usare Social Plastic in ortofrutta: Aldi Italia

mila membri

mila bottiglie di acqua da 0,5 litri punti di raccolta

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Nella foto a lato, le fragole nel cestino C250 di Carton Pack presente dal mese di ottobre sugli scaffali di Aldi Italia. È stato il primo prodotto ortofrutticolo a essere venduto con cestino in Social Plastic in Europa. A novembre è stato poi affiancato da mirtilli e lamponi. La novità è stata ben evidenziata dal retailer nel volantino, nella newsletter, nei messaggi radiofonici in store e nei monitor in zona casse. I modelli in Social Plastic sono prodotti 100% in RPET riconoscibili dall'utente finale in quanto sono marchiati sul fondo o sul bordo.

IL MONDO MIGLIORE

COS’È SOCIAL PLASTIC

E COME RENDERÀ

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I cestini Carton Pack che accolgono i lamponi, le fragole e i mirtilli disponibili da Aldi Italia - modelli C250, Q500 ed E - sono realizzati al 100% con materia prima riciclata Social Plastic e garantiscono al distributore e al consumatore finale un prodotto di altissima qualità, senza nessuna differenza in termini di resistenza e di protezione del prodotto. I modelli C250 (uva, pomodori, frutti di bosco, ciliegie) ed E (frutti di bosco e pomodorini) in Social Plastic possono essere utilizzati sia per soluzioni con coperchio che

termosaldabili e sono disponibili in una vasta gamma di misure in altezza. Il modello Q500/30 con coperchio piatto LQ/P o coperchio tradizionale LQ/26 è un modello di forma quadrata ideale per i formati da 250/300 grammi di mirtilli e lamponi, consentendo un’ottima visibilità al prodotto. I modelli in Social Plastic sono prodotti 100% RPET riconoscibili anche dall’utente finale in quanto sono marchiati sul fondo o sul bordo (per i coperchi) consentendo una facile comprensione dei valori intrinseci del prodotto acquistato, che diventa il veicolo di una nuova economia circolare.

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Autumncrisp, è lei la regina delle uve da tavola senza semi? Eugenio Felice

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Vi siete mai chiesti quale sia in autunno la migliore uva senza semi disponibile sul mercato? Non parliamo di uve dai gusti speciali, di super nicchia o disponibili magari solo presso una singola insegna della grande distribuzione, come potrebbe essere la ottima Pristine che trovate nei punti vendita Coop Italia con il marchio premium FiorFiore. Parliamo di varietà di uve seedless disponibili presso più insegne presenti in vaste aree del Paese e in un periodo temporale lungo, diciamo di alcuni mesi. Ebbene, fatta questa premessa, probabilmente l’uva oggi più apprezzata in termini di gusto e croccantezza è a nostro giudizio la Autumncrisp a bacca bianca sviluppata dall’affermato breeder californiano Sun World e prodotta con crescenti quantitativi in Puglia. La produzione è gestita a club, quindi solo dei produttori possono piantare questa varietà di uva dietro il pagamento di royalties. I confezionatori che controllano produzione e commercializzazione sono ad oggi sette: Orchidea Frutta, Peviani, Giuliano, Didonna Trade, Apofruit, Salvi / Unacoa e Gruppo Unifrutti. Il packer che detiene la quota maggiore delle superfici investite, circa il 30%, è Orchidea Frutta, cui abbiamo chiesto di farci un breve profilo di Autumncrisp. “È il terzo anno di commercializzazione per noi, ma il primo con volumi significativi. Si tratta di una varietà medio-tardiva: i primi stacchi sono avvenuti a metà settembre e grazie anche alla buona conservazioFRUITBOOKMAGAZINE

Il nome inglese, che potremmo tradurre come croccantezza autunnale, tradisce le origini internazionali, essendo un’uva sviluppata dal breeder californiano Sun World. La maggiore area produttiva in Europa è la Puglia, con superfici in crescita. Si può trovare da metà settembre a fine dicembre in numerose insegne della grande distribuzione e nel dettaglio specializzato. Abbiamo chiesto di spiegarci le ragioni del suo successo al packer Orchidea Frutta di Rutigliano (Bari)

ne potremo arrivare anche alle festività di Natale”, ci riferisce Antonello Lepore, agronomo e responsabile qualità di Orchidea Frutta. La varietà piace e i volumi cresceranno ancora. “I nostri produttori hanno 80 ettari investiti con Autumncrisp. Il prossimo anno saranno 150 ettari, quindi avremo quasi un raddoppio delle superfici. Questo per dire che il territorio e la

nostra azienda stanno investendo su questa varietà - ci spiega Antonello Lepore - che piace al produttore, perché di gestione agronomica relativamente semplice, resiste a diversi patogeni ed è altamente produttiva; piace al consumatore, per la grandezza della bacca e per il mix di croccantezza e gusto, con quel leggero aroma di moscato che ricorda l’uva Italia”. l N.33 l OTTOBRE 2020




Il kiwi italiano è in crisi? Non proprio L’esempio Jingold Volumi previsti in crescita del 30% per questa stagione Eugenio Felice

Per la prima volta la produzione italiana di kiwi Jingold raggiungerà nel 2020 il raccolto record di 18 mila tonnellate. Con cinque varietà in portafoglio: al giallo e all’Hayward si aggiungono i verdi Plus e Bliss, oltre al richiestissimo rosso. Debuttano nuovi packaging sostenibili, oltre a bollini compostabili e marcatura laser dei frutti. Fornari: “Oggi la nostra sfida è legata agli incrementi produttivi per scalare il modello “varietà protetta - marca”, che mette al centro il produttore” Il kiwi made in Italy da alcuni anni è sotto pressione. Problemi in campagna tra moria, patogeni e insetti vari, problemi nei mercati per dei prezzi al chilo che stentano a coprire i costi e ciononostante non competitivi con le produzioni dei Paesi emergenti, Grecia in testa. Insomma per i produttori di kiwi ma con altre colture non va molto meglio - sono anni di delusioni. Ma non per tutti. Ci sono le eccezioni e una di queste è Jingold, che grazie a un formidabile mix di innovazione varietale e certosina attenzione sia agli aspetti di campagna che a quelli di marketing, può a tutti gli effetti essere considerata una storia di successo del made in Italy ortofrutticolo. Un indicatore sono i numeri della campagna 2020/21 legata alla produzione italiana che vede per Jingold un aumento di produzione del 30% per un totale record di 18.000

tonnellate stimate, con una qualità dei frutti giudicata ottima e calibri dei frutti buoni. A ottobre è iniziato il raccolto del kiwi rosso, varietà Oriental Red, per cui a inizio novembre si registravano prezzi all’ingrosso nei mercati del Nord Italia attorno ai 10 euro al chilo. A ottobre è iniziato anche il raccolto del kiwi a polpa gialla e, a seguire, quello del kiwi a polpa verde che vede importanti novità nella gamma commerciale a marchio Jingold con l’arrivo di Jingold Bliss - varietà Boerica, verde allungata, ad alto contenuto zuccherino - e di Jingold Plus caratterizzata da un contenuto di vitamina C pari al doppio di un normale kiwi verde. Le buone prospettive di campagna da parte di Jingold e l’ottima qualità attesa per questa annata sono fortemente legate alla particolare attenzione che da sempre l’azienda ha posto sulla gestione della

“Un aspetto cruciale per fronteggiare i problemi fitosanitari - dichiara Alessandro Fornari - è la tempestività d’intervento, individuando i primi sintomi delle patologie e seguendo rigidi protocolli d’intervento. Credo che l’attenzione metodica alla fase produttiva e la vicinanza alle aziende che producono le nostre varietà determinino una buona fetta della nostra qualità”.

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JINGOLD, UN KIWI PER OGNI GUSTO, IN CIFRE

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2001 % 18 30 nascita consorzio

mila tons in Italia

mila tons kiwi giallo

aumento produzione italiana

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produzione attivando una vera e propria assistenza diretta ai produttori del brand con specifiche indicazioni per far fronte ai problemi fitosanitari che possono determinare perdita di qualità e volumi di produzione. Per far fronte alle problematiche fitosanitarie, Jingold attua una costante valutazione dei sintomi del cancro batterico andando ad eliminare il materiale infetto. Fornisce direttamente ai produttori materiale di propagazione sano e controllato. Inoltre, per la cimice asiatica ha predisposto la chiusura con reti anche nelle testate e nei bordi dei filari, in aggiunta alla copertura antigrandine e viene eseguito direttamente da Jingold il monitoraggio delle produzioni. L’assistenza ai produttori si attua anche sul fronte dell’ottimizFRUITBOOKMAGAZINE

zazione dell’irrigazione per prevenire i problemi di moria del kiwi. Un’assistenza a 360 gradi che Jingold garantisce ai produttori e che va a determinare una importante risposta sulla quantità e qualità delle produzioni. A tal proposito la gamma di offerta Jingold è sempre più declinata sulla base delle richieste del consumatore. Ad esempio, la domanda di kiwi giallo in Asia ha superato il consumo di verde e probabilmente il sorpasso avverrà presto anche in Europa. Jingold oggi produce 20.000 tonnellate di kiwi giallo in diversi Paesi collocati nei due emisferi in modo da garantire costanza di fornitura. Il kiwi rosso, della varietà

varietà in commercio

mesi di fornitura

Oriental Red, sta conquistando una buona fetta di consumatori particolarmente attratti dal caratteristico gusto tropicale e dalla dolcezza del frutto. Le sue prospettive di crescita sono importanti già a partire da quest’anno. Sempre sul fronte salutistico, Jingold sta ampliando l’offerta di prodotto biologico a marchio e punterà sulla sostenibilità delle produzioni partendo dal campo fino alla tavola dei consumatori. Questa campagna vede il debutto delle prime novità relative al packaging per tutta la gamma Jingold: una rivoluzione che porta all’introduzione di nuovi vassoi realizzati con materiali totalmente riciclabili, alveoli di cellulosa, bollini compostabili, marcatura al laser dei frutti e una nuova immagine grafica che andrà a raccontare al meglio i valori del brand. Ma quali sono le sfide per Jingold che si appresta a soffiare sulle 20 candeline? “Nel 2021 - spiega Alessandro Fornari - Jingold compie 20 anni ma fortunatamente abbiamo conservato lo spirito tipico delle start-up! L’innovazione in agricoltura ha tempi lunghi e la nostra crescita, come quella di tutto il comparto, ha attraversato e sta attraversando difficoltà legate ai cambiamenti climatici e alle avversità delle piante che ne rallentano la crescita. D’altro canto, oggi Jingold ha una rete di distribuzione mondiale e il mercato e i consumi di kiwi sono in ottima salute. Ci hanno definito una “multinazionale tascabile” ed è vero, la nol N.33 l OTTOBRE 2020


una crescita evidente del kiwi a polpa gialla. “È C’è una tendenza produttiva, in particolare in Nuova

Zelanda e Italia, legata al rinnovo degli impianti e alla ricerca di diversificazione e di maggior valore aggiunto. Ma è anche una tendenza di consumo ” Alessandro Fornari (direttore di Jingold)

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Alessandro Fornari, laureato in Agraria all’Università di Bologna, è dal 2008 direttore di Jingold Spa, azienda con sede a Cesena e produttori concentrati tra Italia e Cile. Jingold si può considerare il più importante progetto italiano di valorizzazione del kiwi, con un’alta reputazione sui mercati globali, in particolare in Asia dove è molto apprezzato il kiwi giallo, che è stato il primo prodotto nel portafoglio di Jingold. Poi si sono aggiunti il verde tradizionale, il rosso, i verdi Bliss e Plus, oltre alle versioni biologiche del verde e del giallo.

stra sfida oggi è legata agli incrementi produttivi per scalare il modello “varietà protetta - marca”, che mette al centro il produttore e si è dimostrato finora vincente”. In termini varietali cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Il rosso sarà il nuovo giallo? “Già da qualche anno - sottolinea il direttore di Jingold - c’è una crescita evidente del kiwi a polpa gialla. È una tendenza produttiva, in particolare, dei Paesi leader come Nuova Zelanda e Italia, legata in parte al rinnovo degli impianti e alla ricerca di diversificazione e maggior valore aggiunto. Ma è anche una tendenza di consumo: è la conferma che siamo disposti a mettere in discussione le nostre abitudini quando si l N.33 l OTTOBRE 2020

tratta di alimentazione sana, nutriente e gratificante al palato. Non crediamo però che il kiwi rosso nel medio periodo possa prendere il posto che ha oggi il giallo, come detto in agricoltura i tempi per innovare sono lunghi. Il mercato del giallo è lontano dalla maturità e il rosso è appena stato introdotto. Il ruolo del kiwi verde rimane preponderante in molti mercati ma assistiamo ad una redistribuzione di quote produttive a favore dei Paesi emergenti. L’Hayward italiano è chiamato a una sfida importante nei prossimi anni: quella

di ritrovare la competitività. Competitività che è anche saper produrre quando gli altri non ci riescono. I cambiamenti climatici e le avversità, anche se in forme e tempi diversi, riguardano tutti gli areali produttivi. La produzione nazionale 2020 è in diminuzione mentre quella di Jingold è in aumento costante e siamo convinti che la nostra produzione preponderante sarà sempre in Italia: gli investimenti in ricerca per migliorare le tecniche agronomiche, l’assistenza tecnica qualificata e la capacità e competenze dei nostri agricoltori conclude Fornari - sono i fattori chiave di successo su cui puntare”.

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Mele snack, entra nel vivo il nuovo progetto di Rivoira, VIP e VOG Irene Forte

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Un nuovo progetto per dare impulso e sviluppo commerciale a un segmento dalle promettenti prospettive come quello delle “mele snack”. È questo l’obiettivo di Snacking Project, la nuova società consortile fondata da tre delle aziende italiane leader del settore melicolo: Rivoira Giovanni & Figli Spa di Verzuolo (Cuneo) e i consorzi altoatesini VIP e VOG. Il sodalizio ha preso il via nel 2017 grazie alla collaborazione con IFO, azienda francese specializzata nella ricerca e sviluppo di nuove varietà di mele, che ha consentito l’accesso ad un esclusivo progetto di breeding per la selezione di mele di calibro naturalmente piccolo. Si tratta di frutti con una forma naturale che li rende adatti ad essere consumati come spuntino, ideali da sgranocchiare fuori pasto, durante i viaggi, nelle piccole pause, ma anche perfetti da mangiare a scuola come alternativa gustosa e salutare agli ipercalorici snack industriali. Rivoira, VIP e VOG si sono garantite la licenza esclusiva per le varietà ritenute più interessanti allo sviluppo commerciale; da allora, dopo approfonditi test su una decina di selezioni individuate dal progetto di breeding, è stata scelta una prima varietà da destinare agli impianti commerciali. La naturale conseguenza è stata la nascita di una società distinta, per dare solidità e continuità al progetto. “Aggregarsi per guardare avanti e fare innovazione è fondamentale e la nascita di questa nuova realtà ne è la dimostrazione”, ha FRUITBOOKMAGAZINE

Entra nel vivo l’attività di Snacking Project, la nuova società consortile nata per sviluppare il mercato delle mele di piccolo calibro, ideali per il consumo snack. È stata fondata da tre aziende italiane leader del settore melicolo: Rivoira Giovanni & Figli Spa di Verzuolo (CN) e i consorzi altoatesini VIP e VOG. La prima varietà che è stata scelta è una mela a buccia gialla, raccolta già a fine agosto, dolce e croccante, perfetta per il consumo nei mesi autunnali e invernali

commentato Thomas Oberhofer, già presidente di VIP e oggi presidente di Snacking Project. “Vogliamo garantire ai consumatori la possibilità di gustare mele di qualità e allo stesso tempo innovative, ideali per i diversi momenti della loro giornata, che accompagnino in maniera semplice e immediata tutte le loro attività, sia tra le mura domestiche che fuori casa”. La prima varietà scelta per il pro-

getto “snacking” è una mela a buccia gialla (nella foto), raccolta già a fine agosto, dolce e croccante, perfetta per il consumo nei mesi autunnali e invernali. I primi volumi raccolti sono stati destinati a test di degustazione; per il packaging è stato scelto un flowpack in linea. Seguiranno poi altre varietà rosse e bicolori, con l’obiettivo di essere presenti sui mercati per 12 mesi all’anno. l N.33 l OTTOBRE 2020



Kiku festeggia 30 candeline in 5 continenti Tutto nasce da un viaggio in Giappone nel 1990 di Luis Braun Eugenio Felice

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L’innovazione varietale nasce dai vivai e ha tempi molto lunghi. C’è una realtà che ha pensato di valorizzare una varietà, o meglio un clone di essa, facendo branding quando ancora Pink Lady muoveva i primi passi. Oggi questa mela si coltiva nei 5 continenti ed è tra le most wanted presso le insegne più trendy di New York. Questa mela si chiama Kiku ed è un progetto tutto italiano, che nasce in Südtirol grazie alla passione della famiglia Braun. Obiettivo finale: rendere la mela sexy Trent’anni fa il frutticoltore altoatesino Luis Braun scoprì, in un impianto di melo in Giappone, il ramo dal quale nacque la mela premium Kiku, che trova in Alto Adige un ambiente ottimale per crescere e sviluppare il caratteristico colore rosso rubino striato che ricopre un cuore fresco, croccante, succoso e dolce. Può essere considerata la regina delle Fuji. Quel viaggio in Giappone, nel 1990, è stato il punto di partenza che ha poi portato la mela Kiku a diventare un marchio e un logo protetto a livello mondiale, coltivata in più di 30 Paesi e disponibile nei negozi di oltre 50 Paesi. Kiku Srl collabora con oltre 100 vivaisti a livello mondiale, ma anche scienziati, sperimentatori, tecnici, consulenti, produttori e grossi commercianti. “Trent’anni anni fa siamo partiti dal nulla, in un periodo nel quale era ancora sconosciuta la possibilità di stabilire un marchio nel settore delle mele”, sottolinea l’amministratore delegato di Kiku Apples Jürgen Braun. “Abbiamo sempre cercato partnership e alleanze con orizzonti aperti e pensieri laterali: FRUITBOOKMAGAZINE

lavorare in una squadra moltiplica le forze”. Una proprietà molto particolare di Kiku è la “vitrescenza” conosciuta come honey-core (cuore di miele): una caratteristica sinonimo di qualità e bontà, tanto che questo “cuore di miele” si ritrova nel nuovo Kiku Apple Gin, creato appositamente e artigianalmente con la nota distilleria altoatesina Roner per celebrare i 30 anni di Kiku. “Si tratta di un’innovazione che nasce dalla cooperazione. Ci sono pochissimi gin di mela in tutto il mondo - spiega Jürgen Braun - ma il nostro Kiku Apple Gin è l’unico a essere “brandizzato”. E si può dire che è naturale che venisse inventato in Alto Adige, una delle principali regioni di coltivazione della mela in tutto il mondo. Il progetto - sottolinea Jürgen Braun - ha richiesto quasi due anni di preparazione ed è stato presentato a ottobre, giusto in tempo per l’inizio di questo importante anniversario”.

Come potremmo descrivere questa mela? Prendiamo dal suo sito internet: “Kiku Fresh Apple Emotion. Nella nostra immaginazione la mela ideale è rossa e ha il sapore di una Kiku: fresca, croccante, succosa e dolce. Ciò che caratterizza la mela Kiku è l’aspetto invitante, il colore rosso rubino striato che ricopre gran parte del frutto, anche laddove non è direttamente colpito dai raggi del sole. Kiku è una mela sana e pratica: è lo snack ideale facendo sport, nella pausa, oppure guardando la TV la sera, mette in ombra ogni altro snack!”

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Pionieri. Abbiamo contattato Jürgen Braun all’indomani della festa per i 30 anni di Kiku, festa che si è svolta nel mese di ottobre a numero ristretto, causa coronavirus. Ci sembra ieri che ci siamo recati a Cornaiano (Bz) per partecipare all’evento di presentazione di Kiku. Invece saranno passati circa 15-20 anni, erano i primi anni Duemila. Un entusiasta Jürgen Braun presentava questa fantastica mela Fuji e spiegava il progetto che ci l N.33 l OTTOBRE 2020

stava dietro. Dopo 15 anni ci siamo trovati a New York a visitare i punti vendita di alcune blasonate insegne yankee e, chi lo avrebbe mai detto, tra le mele con le maggiori quotazioni c’erano proprio le Kiku. Prodotte in Nord America, ma “progettate” in Alto Adige. “Le difficoltà maggiori - ci spiega Jürgen Braun - le abbiamo incontrate proprio agli inizi. L’azienda Kiku nasce nel 1999, un’epoca in cui c’era ben poco a livello di branding, la stessa Pink Lady muoveva i primi passi. È stata dura perché tra i produttori e le loro organizzazioni non c’era la mentalità della FRUITBOOKMAGAZINE


Le cose più belle, oltre ai traguardi di business “raggiunti, sono state il network con i tanti partner

nel mondo e la creazione di benefici, dal produttore al consumatore. La nostra missione è sempre stata quella di rendere la mela più sexy e salutare ” Jürgen Braun (amm. delegato di Kiku Apples)

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proprietà intellettuale. Un vivaista che voleva fare branding legato a una varietà in un periodo in cui tutt’al più esistevano marchi ombrello consortili, come Melinda per citare l’esempio più eclatante, era una cosa che non si era mai vista. Noi abbiamo comunque sempre cercato di coinvolgere i nostri partner nel mondo, di non imporre le nostre idee, di crescere con loro, di fare network. Negli anni ci è anche successo di andare incontro a qualche delusione, come è stato con il Brasile: non sempre la fiducia viene ricambiata. Ma l’importante alla fine è fare tesoro anche delle esperienze negative”. Kiku mondiale. “A distanza di 20 anni possiamo dire di essere molto soddisfatti - continua Jürgen Braun -. All’inizio il successo è stato più all’estero. In Italia ci siamo costruiti la reputazione di variety manager grazie ai successi raggiunti negli altri continenti. Il nostro è un club light: il produttore è libero di comprare le piante e vendere a suo marchio le mele come varietà Fuji oppure seguire la nostra politica di branding, mantenendo l’autonomia da un punto di vista commerciale. Noi abbiamo cercato partner nelle zone di produzione più adatte nel mondo e complementari per avere accesso a diversi mercati e raggiungere tutto il mondo. Kiku oggi viene prodotta in Cile, Sudafrica, Nuova Zelanda, Usa ed Europa. Siamo presenti in tutti i continenti, con una crescita lineare anno su anno in termini di volumi. Come FRUITBOOKMAGAZINE

per gli altri brand legati a una varietà, per quanto la pianta madre esista ancora, il clone originario è stato sostituito nel tempo da due cloni migliorativi e oggi il melicoltore pianta solo il più recente. Kiku insomma ha 30 anni ma ha ancora spazio per crescere”.

Le altre. “Nel 2020 la situazione è completamente cambiata. I produttori oggi sono consapevoli che per salvaguardare il reddito è necessario il rinnovamento varietale e la gestione a club permette di controllare i volumi immessi sul mercato da una parte, e di coordinare e valorizzare in termini di comunicazione e marketing la varietà dall’altra. È così che le varietà di mela che abbiamo introdotto negli l N.33 l OTTOBRE 2020



30 50 98

5 25

100 20

KIKU |FRESH APPLE EMOTION in cifre (rif. 2020) anni fa veniva trovato il ramo Paesi nel mondo serviti

continenti in produzione

mila tons prodotte in Europa

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2 3

e più vivaisti partner mila tons prodotte negli Usa

Sono cinque oggi le varietà che fanno capo al variety management della famiglia Braun. 1. Crimson Snow ha grande pezzatura e caratteristiche adatte alla lunga conservazione. 2. Isaaq è la mela snack, di formato adatto alla merenda di grandi e piccini. 3. Swing è l’ultima mela introdotta, ticchiolatura resistente, dall’aspetto rustico, già piantata su 200 ettari in Europa. 4. Red Moon è la prima mela a polpa rossa introdotta sui mercati mondiali, con oltre 100 ettari piantati tra Italia e Francia.

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ultimi anni stanno correndo molto più velocemente rispetto a quanto è successo a Kiku. Un esempio è Crimson Snow, in pochi anni abbiamo raggiunto le stesse dimensioni in Europa: nel 2020 abbiamo per entrambe un raccolto di circa 23-25 mila tonnellate. Vorrei ricordare anche Red Moon, la prima mela a polpa rossa introdotta sui mercati mondiali, per cui quest’anno abbiamo raccolto 3 mila tonnellate. C’è poi Isaaq, la mela in formato snack che vuole prendere il posto delle merendine conquistando le nuove generazioni ma anche i più grandi con il suo colore rosso attrattivo e piacevole gusto dolce e acidulo allo stesso tempo”. FRUITBOOKMAGAZINE

Swing. Questo è il nome dell’ultimo progetto di casa Braun. È una varietà rustica, resistente alla ticchiolatura, con un po’ di ruggine. “È una mela nel trend attuale - ci spiega Jürgen Braun - non è una mela dall’aspetto artificiale, è buona e croccante, si può conservare a lungo in cella senza problemi, è adatta alle lunghe spedizioni. Sta facendo passi da gigante, abbiamo già piantato 200 ettari, soprattutto in Francia dove viene prodotta in modo biologico. Per essere coerenti con la sua natura, abbiamo

deciso di abbandonare tutto ciò che è plastico nel confezionamento: bisogna stare attenti alle esigenze dei produttori ma allo stesso tempo dare ascolto ai segnali che arrivano dal mercato”. “La mela italiana oggi si trova ad affrontare la sfida forse più grande, quella della competitività”, conclude Jürgen Braun. “Alcuni operatori qualificati si sono già espressi e non posso che condividere che la produzione italiana dovrebbe puntare sempre di più su varietà nuove ed esclusive gestite a club con pochi partner selezionati nel mondo, capaci di fare team”.

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PresaDiretta, processo ai supermercati. Mazzini: «Ecco come lavora Coop» La GDO dipinta come il caporale in giacca e cravatta. Ma non si può fare di un’erba un fascio Eugenio Felice

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Sul portale e-coop si può vedere l’intervista integrale a Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi di Coop Italia, a PresaDiretta, la trasmissione di Rai 3 che nella puntata di lunedì 12 ottobre si è occupata di “prezzo ingiusto” nel settore agroalimentare facendo un processo alla grande distribuzione italiana, che sarebbe la reale colpevole dei fenomeni di caporalato in agricoltura. Coop Italia è stato l’unico gruppo distributivo, tra quelli interpellati, ad accettare il confronto Niente di nuovo sul fronte agroalimentare. La puntata del 12 ottobre di PresaDiretta, nota trasmissione d’inchiesta di Rai 3 diretta da Riccardo Iacona, ha provato ad approfondire il tema del “prezzo ingiusto” dei generi agroalimentari. Si è parlato soprattutto di ortofrutta. E, naturalmente, dei supermercati, che controllano la distribuzione dei beni di largo consumo. Per riassumere la oltre ora e mezza di puntata, ciò che emerge è che i prezzi vengono decisi dai supermercati, responsabili finali dei fenomeni di caporalato, descritto come fenomeno endemico nel settore primario, in particolare nel Meridione. Peccato che la narrativa a volte romanzata dello “strapotere” della GDO e della “spremitura” dei fornitori, sia ampiamente nota agli addetti ai lavori e sia stata portata all’attenzione del grande pubblico in diverse occasioni. Così come la babele di promozioni, sottocosto, contributi e scontistiche, di cui da anni parliamo anche noi. Citiamo ad esempio Internazionale che nel novembre 2016, 48 mesi fa, pubblicava il servizio video “Il FRUITBOOKMAGAZINE

prezzo del pomodoro e il ricatto della grande distribuzione” e nel luglio 2018, 28 mesi fa, pubblicava l’articolo “I discount mettono all’asta l’agricoltura italiana”. Partiamo dal presupposto che oggi la grande distribuzione è un partner fondamentale della filiera agroalimentare e questo non viene mai detto nelle quasi due ore di trasmissione, che anzi è farcita di semplificazioni e imprecisioni. Si parla ad esempio di rincari di frutta estiva, alludendo a speculazioni della grande distribuzione con la scusa dal periodo di emergenza sanitaria, quando invece il rincaro è stato in buona parte dovuto al clima avverso che ha falcidiato le campagne. Il servizio di apertura è imbarazzante. Come se poi si potessero paragonare i prezzi dei prodotti di periodi diversi. Si parla poi di GDO come se fosse un’entità unica, come se tutti agissero allo stesso modo. Ma non vogliamo fare un contro processo a PresaDiretta.

PresaDiretta è un programma televisivo di approfondimento giornalistico, in onda su Rai 3 in prima serata dal febbraio 2009. Analogamente a quanto avviene per la trasmissione Report, il programma è composto da varie inchieste giornalistiche, girate e interpretate in posti e situazioni anche estremamente differenti, ma sempre contestuali all'argomento trattato. “Il viaggio-inchiesta di Riccardo Iacona e la sua squadra attraverso i nervi scoperti del Paese”, così lo descrive il portale RaiPlay.

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Il nostro presidio sulle filiere dell’ortofrutta passa “attraverso rapporti diretti, trasparenti e continuativi

con i fornitori. Mediamente con loro la durata dei contratti dura oltre 20 anni. Sono pochissimi i casi in cui Coop ha deciso di interrompere le relazioni ” Claudio Mazzini (resp. comm.le freschissimi Coop)

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INTEGRALE A PRESA L’INTERVISTA

DIRETTA CON MAZZINI GUARDA IL VIDEO!

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Coop Italia è stato l’unico gruppo della grande distribuzione, tra i numerosi interpellati, che ha deciso di intervenire nella trasmissione di PresaDiretta. Potete vedere l’intervista completa a Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi, leggendo con il vostro dispositivo mobile il QR code qui a lato o andando al sito e.coop. Nella pagina dedicata si sottolinea che “il presidio di Coop sulle filie-

re dell’ortofrutta passa attraverso rapporti diretti, trasparenti e continuativi con i propri fornitori. Sono 832 in totale i fornitori di ortofrutta compresi i locali; 235 quelli nazionali, 103 quelli a marchio di cui, con i principali, si sviluppa il 75% del fatturato complessivo. Mediamente con questi fornitori la durata dei contratti data oltre 20 anni. Sono pochissimi i casi in cui Coop ha interrotto le relazioni e solo a fronte di problematiche legate al non rispetto dei requisiti Coop o per la riduzione di passaggi intermedi della filiera. In 25 anni sono FRUITBOOKMAGAZINE


Coop è stato il primo distributore in Europa ad “aderire dal 1998 allo standard SA8000 per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio. Nel 2016 ha rilanciato poi con la campagna Buoni e Giusti ” Claudio Mazzini (resp. com.le freschissimi Coop Italia)

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Nella foto, uno screenshot della pagina del sito e-coop dedicata alla puntata di PresaDiretta andata in onda il 12 ottobre dal titolo “Il prezzo ingiusto”. È riportata anche l’intervista integrale a Mazzini.

usciti una decina di fornitori. Sono di più le aziende che decidono di smettere di fornire Coop per loro libera scelta e, per lo più, per cessata attività”. In evidenza anche l’impegno sul fronte etico, sociale e ambientale. “Coop è stato il primo distributore in Europa - si legge ancora sul portale e-coop - ad aderire dal 1998 allo standard SA8000 per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale dai propri fornitori di prodotto a marchio. Nel 2016 Coop ha poi rilanciato il suo impegno con la campagna “Buoni e Giusti” potenziando i controlli in campo anche sul versante dei diritti dei lavoratori. Fra i requisiti FRUITBOOKMAGAZINE

richiesti nei capitolati sottoscritti da Coop con i fornitori di ortofrutta vi sono inoltre la richiesta di produzioni coltivate nel rispetto del metodo di “produzione integrata” secondo i disciplinari regionali ufficialmente approvati, la riduzione dei residui del 70% rispetto ai limiti di legge, la gestione e conoscenza dell’intera filiera produttiva e tracciabilità di tutte le pratiche agricole dalla semina e/o trapianto, le caratteristiche qualitative: al fine di garantire uno standard soddisfacente al consu-

matore vengono definiti, per ogni tipologia di frutto, parametri di durezza e zucchero”. Sul sito e-coop è possibile poi vedere le risposte integrali a tutte le domande poste dalla giornalista di PresaDiretta, anche quelle tagliate. Ne riportiamo qui alcune. Alla domanda su chi fissa i prezzi di acquisto, Mazzini risponde: “Come da contratto chiediamo ai fornitori che non ci facciano proposte di prezzo al di sotto dei prezzi medi di produzione. Ci possono essere casi specifici in cui Coop è intervenuta supportando la produzione nazionale. La nostra intenzione è avere relazioni trasparenti e corrette anche in un mercato così imprevedibile perché molto sensibile ai cambiamenti climatici”. In merito alla sentenza dell’Antitrust su Coop in merito al noto episodio legato a Celox, Mazzini ha risposto: “L’Antitrust ha fatto un lavoro molto superficiale contro il quale abbiamo presentato ricorso, ancora in fase di valutazione, e abbiamo documentato le nostre azioni. Celox era un nostro fornitore ma non era un produttore agricolo, bensì un grossista che comprava da terzi in base al venduto. L’unico errore può essere stato di natura formale ma non sostanziale. Oggi il nostro primo fornitore di pere è una cooperativa che vendeva le pere a quel grossista che poi le rivendeva a noi. Un solo caso su 2000 fornitori in 20 anni è una rondine che non fa primavera”.

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Nuovo format relazionale per Spazio Conad Inaugurato a Vimodrone (MI) il nuovo format degli ipermercati Eugenio Felice

Ha aperto lo scorso 5 settembre a Vimodrone, zona est di Milano, il primo Spazio Conad di nuova generazione, sulle ceneri di un ex Auchan. 10 mila metri quadrati di superficie di vendita, di cui 1.200 dedicati allo shop in shop in partnership con Unieuro. Grande attenzione ai freschi e freschissimi, alla somministrazione e alla relazione. L’obiettivo di fatturato per questo ipermercato è di 70 milioni di euro all’anno. Riassorbito integralmente il personale ex Auchan e nuove assunzioni È stato inaugurato sabato 5 settembre il format Spazio Conad con cui il gruppo dà il via alla pianificazione di una nuova generazione di ipermercati. All’inaugurazione del punto vendita di Vimodrone appartenente alla ex rete Auchan - hanno preso parte Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, Francesco Avanzini, direttore generale di Conad, e Luca Panzavolta, amministratore delegato di CIA - Commercianti Indipendenti Associati, una delle cooperative della galassia Conad, con sede a Forlì, con all’attivo già numerosi ipermercati. Il punto vendita, che dovrà vedersela con l’Esselunga di Pioltello, l’Iperal di Cassina de’ Pecchi e il Carrefour di Cologno Monzese, si sviluppa su una superficie di vendita decisamente importante, di 10 mila metri quadrati, di cui 1.200 occupati da Unieuro (uno “shop in

shop”), con 190 dipendenti (132 donne, 58 uomini, riassorbito l’ex personale Auchan e assunto nuovo personale per la piazza dei freschissimi) e 39 casse: 8 self check out, 4 self scanning con self payment, 2 auto scanning con assistant payment, 15 tradizionali, 10 dislocate nei vari concept. L’assortimento è di ben 80 mila referenze, di cui 30 mila no food. Il cuore del nuovo ipermercato sono i freschi e frechissimi, con i laboratori per la preparazione espressa dei prodotti alimentari, laboratori che servono anche quella che è stata definita l’agorà della somministrazione, “Sapori & sorrisi”, un ampia area rivolta anche agli eventi (ad esempio cene aziendali o feste di compleanno) in cui si possono consumare insalatone, primi o secondi, sushi, pizze o semplicemente gustare un buon caffè o un centrifugato a base di frutta.

“Abbiamo investito molte risorse per dare una nuova vita agli ipermercati. Non si può generalizzare sulla crisi delle grandi superfici: l’ipermercato ha successo se evolve e offre una più ampia gamma di beni e servizi. I nostri ipermercati negli ultimi cinque anni sono cresciuti mediamente dell’1% all’anno”, ha affermato l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese.

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Stiamo lavorando per sviluppare l’e-commerce. “Attenzione però che sul food potrà arrivare al 5-10

per cento a seconda dei territori e probabilmente resterà un’attività in perdita. All’e-commerce manca infatti un aspetto determinante: la sensorialità ” Francesco Pugliese (amministratore delegato Conad)

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“Con l’inaugurazione di Spazio Conad a Vimodrone prosegue il programma delle nuove aperture frutto delle politiche di crescita e sviluppo intraprese dalla cooperativa”, ha dichiarato l’amministratore delegato di CIA - Commercianti Indipendenti Associati Luca Panzavolta. “È un punto vendita che vuole essere riferimento per valorizzare al meglio la strategia commerciale del gruppo, caratterizzata da un’offerta di qualità, evoluta e conveniente. Siamo consapevoli che la nuova apertura avviene in un momento delicato per il Paese, ma sono certo che sotto la gestione del nostro socio imprenditore Stefano Frascolla sapremo vincere questa sfida impegnativa quanto entusiasmante”. Spazio Conad è molto più di una insegna: è il nuovo format a cui, nel tempo, saranno ispirate tutte le grandi superfici di vendita dai FRUITBOOKMAGAZINE

3.500 mq in su. Uno spazio che va oltre il luogo fisico, multiforme e in grado di evolvere al fianco delle persone e plasmarsi sulla comunità diventando una vera e propria piattaforma relazionale che offre prodotti, servizi ed esperienze rispondendo in modo dedicato e continuativo ai bisogni dei clienti. L’obiettivo in termini di fatturato è di arrivare a 70 milioni di euro all’anno, una volta che il punto vendita sarà a regime e Covid-19 permettendo. Nei nuovi Spazio Conad sono centrali gli elementi di maggiore distintività di Conad, con particolare riferimento ai freschissimi, ai prodotti tipici e a quelli che rispondono alle nuove esigenze di consumo. Il tutto integrato in un’area

gourmet in cui convivono prodotti sfusi a libero servizio e serviti direttamente al banco, prodotti confezionati pronti da cuocere, da mangiare a casa o direttamente nell’agorà del punto vendita. L’ortofrutta rappresenta il primo reparto una volta varcato l’ingresso, identificato con il nome “il Contadino” e il payoff “Tra i frutti della terra c’è anche il mio Spazio”. Nel reparto si trova anche un’isola servita a gestione Almaverde Bio. Ampia l’offerta sul largo consumo confezionato, chiara e leggibile per il cliente grazie a un nuovo lay-out caratterizzato da percorsi ben definiti. “Spazio Conad è un modello pilota con cui intendiamo strutturare una nuova generazione di ipermercati”, ha spiegato il direttore generale di Conad Francesco Avanzini. “Si basa su tre principali aree tematiche: food experience, famiglia e tempo libero, salute e benessere. Sono sette, con Vimodrone, i punti di vendita a insegna Spazio Conad che saranno attivati tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021. Un negozio fisico dove i nostri clienti possono soddisfare in modo ampio i loro bisogni di acquisto integrando diversi ambiti di offerta del largo consumo e ricevere ulteriore valore dai servizi e dalle esperienze che abbiamo costruito. Tutto qui è semplice e a portata di mano, improntato all’attenzione verso le persone e le comunità, elementi da sempre fondamentali per l’universo Conad”.

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La Linea Verde, la sostenibilità è una missione In distribuzione la prima busta di insalata compostabile Eugenio Felice

Filiera agricola virtuosa e buone pratiche agricole, efficienza energetica e risparmio idrico, impegno sociale e packaging sostenibile: è l’impegno concreto che da alcuni anni si è presa La Linea Verde, leader in Italia nella quarta gamma e nei prodotti freschi pronti, nei confronti di ambiente e collettività. Nell’ambito degli imballaggi, il risultato più evidente è Un Sacco Green, prima busta di insalata biodegradabile e compostabile. Per le zuppe al via collaborazione con Sonia Peronaci

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meno consumo di risorse naturali grazie a un’agricoltura di precisione) alle buone pratiche agricole (produzione integrata, rintracciabilità di prodotto, rispetto dei lavoratori impiegati nei campi), dal risparmio idrico (ottimizzazione delle acque di lavaggio e recupero delle stesse per uso agricolo) all’efficienza energetica (è in via di completamento nel sito di Manerbio un impianto di trigenerazione che, oltre a produrre elettricità e calore, produrrà energia frigorifera che convoglierà nel nuovo sistema di refrigerazione ad alta efficienza energetica), dall’impegno sociale (sostegno di associazioni del territorio e collaborazione con Banco Alimentare) al packaging sostenibile. Su questo ultimo punto vale la pena sottolineare un importante risultato già raggiunto: oggi tutte le confezioni dei prodotti che escono dai siti produttivi La Linea Verde sono 100% riciclabili e, in percentuale crescente, sono fatte, ove tecnicamente possibile, di materiali a loro volta riciclati o in materiale biodegradabile e compostabile, come nel caso di Un Sacco Green.

IL PROGETTO DI CSR E UN SACCO GREEN

Obiettivo imballaggio. Sempre più green. La richiesta è arrivata direttamente dalla proprietà de La Linea Verde, circa tre anni fa. I mari si stanno riempiendo di plastica? Non possiamo restare indifferenti. Così è stato costituito il PST, cioè il Packaging Solutions Team, un gruppo che coinvolge persone di diversi dipartimenti di diverse aziende che fanno parte del gruppo, in Italia e all’estero, con il coinvolgimento diretto di professionisti del settore imballaggio, con lo scopo di arrivare a soluzioni che riducano l’impatto ambientale delle confezioni utilizzate. Perché per le buste di insalate così come per i piatti pronti, le zuppe fresche o gli estratti, il packaging è l’espressione stessa del servizio che danno i prodotti al consumatore finale. Ma facciamo un passo indietro. In realtà il PST fa parte di un più ampio impegno de La Linea Verde nell’ambito della Corporate Social Responsibility (CSR) di cui potete vedere un video leggendo il codice QR di questa pagina. L’impegno a 360 gradi va dalla filiera agricola virtuosa (meno trattamenti chimici e

LA LINEA VERDE

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Un Sacco Green. Dopo la presentazione in anteprima a Marca 2020 è arrivato sugli scaffali della grande distribuzione Un Sacco Green, la gamma di insalate fresche in busta a marca DimmidiSì nell’innovativa confezione biodegradabile e compostabile. È frutto di un progetto tutto italiano e “amico dell’ambiente”, sviluppato in collaborazione con Novamont, Ticinoplast e Carton Pack, un primo passo tangibile, in risposta alle attese l N.33 l OTTOBRE 2020

del consumatore che è molto sensibile alle tematiche ambientali. La gamma è caratterizzata da un sub-brand forte e didascalico, ha una grafica chiara, evocativa e virata su codici colore che rimandano al mondo della sostenibilità. La nuova busta, grazie all’innovativo materiale bioplastico di cui è fatta, ha un aspetto lattiginoso che spicca a scaffale. Questa evidente differenziazione aiuta i consumatori a capire che è diversa dalle altre e che va raccolta nell’umido di casa e poi nella raccolta organica: dopo il trattamento di smaltimento diventerà, infatti, compost. FRUITBOOKMAGAZINE


330 250

3 60

LA LINEA VERDE in numeri milioni di fatturato nel 2019 tonnellate lavorate al giorno

stabilimenti in Italia, 6 in Europa marchi

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Nella foto, il nuovo Minestrone di verdure con riso integrale italiano nel formato da 620 grammi. La ciotola è in plastica 100% riciclabile, il cluster è in cartoncino riciclato al 90% e certificato FSC.

“Le insalate Un Sacco Green rappresentano il compimento di un progetto ambizioso e impegnativo che ci piace definire amico dell’ambiente”, ha dichiarato Andrea Battagliola, direttore generale di La Linea Verde. Portiamo sul mercato una nuova possibilità per il consumatore: fare una scelta green davanti a una proposta chiara, semplice e concreta presente a scaffale. Ne siamo particolarmente orgogliosi, anche perché frutto della collaborazione di varie expertise tecniche di eccellenze italiane”. A garanzia di biodegradabilità in un impianto di compostaggio industriale, la confezione reca il marchio “Ok compost Industrial”, certificazione attribuita da TÜV Austria. FRUITBOOKMAGAZINE

Zuppe sugli scudi. Da sempre marca di riferimento per il settore delle zuppe fresche e pronte (dopo un veloce passaggio in microonde), DimmidiSì conferma la propria posizione ai vertici di mercato, nonostante la situazione di emergenza sanitaria legata al coronavirus e presenta per l’autunno inverno 2020-2021 due novità importanti per la gamma classica: il Minestrone con riso integrale italiano e la Vellutata aromatica con zenzero e curcuma. Disponibili da metà settembre presso diverse insegne della grande distribuzione, sono due specialità originali nel gusto e innovative negli ingredienti.

25

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Paesi serviti

milioni di pezzi prodotti al giorno

Sul tema della sostenibilità, vale la pena evidenziare che entrambe le nuove referenze sono confezionate in grammatura da 620 grammi nella ciotola classica del brand 100% riciclabile e con un cluster di rivestimento in cartoncino riciclato al 90% e certificato FSC. Il Minestrone di verdure con riso integrale italiano conferma la strategia, vincente e già avviata dall’azienda, di differenziazione dell’offerta. La referenza, infatti, amplia le zuppe con l’aggiunta di carboidrati proponendo per la prima volta nella gamma classica, una ricetta con il riso. Scelto nella variante integrale, e con basso indice glicemico, è abbinato a verdure freschissime, creando un primo leggero e bilanciato. La seconda novità importante nell’ambito delle zuppe è la Vellutata aromatica con curcuma e zenzero, che ben esprime lo spirito innovativo che caratterizza l’offerta del brand: una tradizionale crema ricca di verdure con l’aggiunta di zenzero e curcuma, una nota trendy in grado di attrarre un nuovo target di consumatori curiosi e moderni. Come da prassi consolidata per La Linea Verde, le vendita a scaffale sono sostenute da un significativo investimento in comunicazione: il 15 novembre è iniziata infatti la campagna dedicata alle zuppe fresche in televisione, radio, digital e social, con la collaborazione di influencer tra cui spicca Sonia Peronaci, fondatrice di Giallo Zafferano.

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Valori chiari e sinergie spingono il business de La Grande Bellezza Italiana La prima rete d’imprese del settore ortofrutta è nata nell’autunno 2018 Eugenio Felice

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Il punto di forza della prima rete d’imprese del settore ortofrutta è proprio la sinergia espressa dalle aziende che ne fanno parte che si traduce in un ampio portafoglio prodotti, un lungo calendario d’offerta, un elevato e costante standard qualitativo. Tutto sotto un unico brand che in soli due anni, grazie a un’intensa attività di comunicazione, ha raggiunto un elevato grado di riconoscibilità. Il punto con Leonardo Odorizzi, che de La Grande Bellezza Italiana ne è stato l’ispiratore La Grande Bellezza Italiana continua a far parlare di sé. Nata nell’autunno 2018, per volontà di sei aziende storiche del settore ortofrutticolo italiano, è stato il primo sodalizio con la forma giuridica della rete d’imprese. Un’intuizione di Leonardo Odorizzi, titolare della Odorizzi Srl, una delle sei aziende che fanno parte della rete. Tra le altre cinque c’è la piemontese OP Joinfruit, di costituzione relativamente recente ma con soci del calibro di Sanifrutta, Ponso, Trybeca e Maero Frutta e un accordo stretto questa primavera con la storica realtà Lagnasco Group, finalizzato alla concentrazione dell’offerta e all’efficientamento dei processi. Tra i soci fondatori della rete ci sono poi la Bergonzoni di Ferrara e tre realtà con sede a Verona, OP Geofur, la cooperativa Coofrutta e Perusi Srl. A distanza di due anni, i soci della rete sono rimasti quelli fondatori, nonostante le richieste di entrare a far parte della rete da parte di altre aziende italiane. I sei retisti dispongono di 16 magazzini nelle regioni italiane più vocate per l’ortofrutta. FRUITBOOKMAGAZINE

A distanza di due anni dalla nascita de La Grande Bellezza Italiana, abbiamo contattato colui che ha ideato questa rete d’imprese, Leonardo Odorizzi, per farci un quadro sui risultati del primo biennio e sui progetti per il futuro. “Un primo risultato non scontato ci ha riferito - è che a distanza di due anni dalla nascita della rete d’imprese, questa è ancora operativa, con tutti i sei soci fondatori che sono rimasti nella rete, con lo stesso entusiasmo di due anni fa. Cosa forse ancora più importante

Leonardo Odorizzi, classe 1972, trentino di origini ma veronese di adozione, è l’amministratore di Odorizzi Srl, azienda a conduzione famigliare attiva da quattro generazioni e specializzata nella produzione biologica destinata alla trasformazione per i prodotti baby food e al consumo fresco in Gdo. Odorizzi ha la paternità intellettuale del progetto essendo stato lui ad aver avuto l’idea della creazione della rete e la determinazione per riunire le persone giuste, dando così vita a La Grande Bellezza Italiana.

LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA

LE AZIENDE DELLA RETE NATA NEL 2018 BERGONZONI

(FERRARA)

COOFRUTTA

(VERONA)

GEOFUR

(VERONA)

JOINFRUIT

(CUNEO)

ODORIZZI

(VERONA)

PERUSI

(VERONA)

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è che siamo anche rimasti amici, il lavorare insieme non ha compromesso le nostre relazioni umane, anzi le ha rafforzate. Siamo un team molto affiatato, le riunioni che facciamo settimanalmente sono sempre fonte di confronto e nuovi stimoli”. “Strada facendo - continua Odorizzi - abbiamo aumentato il paniere di prodotti in assortimento, con grande attenzione alla territorialità: oggi ad esempio siamo in grado di offrire diversi prodotti con denominazioni di origine, come la Mela Rossa Cuneo IGP, varietà Braeburn, Fuji, Red Delicious e Gala, la Cipolla Bianca di Margherita IGP, il Radicchio di Verona IGP, il Clementino del Golfo di Tal N.33 l OTTOBRE 2020

ranto IGP e il Limone di Rocca Imperiale IGP. Potremmo avere prossimamente anche la Pera dell’Emilia-Romagna IGP, ci stiamo lavorando. Abbiamo poi in portafoglio numerosi prodotti, da quelli più consumati come le arance a quelli più di nicchia come il kiwiberry, novità dell’autunno 2020, con etichetta “parlante” che comunica direttamente al consumatore finale con un linguaggio semplice e ammiccante”. “La forza del progetto La Grande Bellezza Italiana - spiega Odorizzi - è proprio questa: sia-

mo a contatto diretto con la produzione e noi stessi siamo produttori in diverse regioni italiane a elevata vocazione ortofrutticola. Ci rivolgiamo alla distribuzione, sia gruppi di supermercati che grossisti che servono il dettaglio specializzato, come un unico interlocutore, capace di offrire un ampio paniere di prodotti ortofrutticoli made in Italy che rispettano rigorosi standard qualitativi. Nel tempo abbiamo anche ottimizzato la logistica, tanto che quest’anno, facendo leva sui 16 magazzini dei soci e con la collaborazione di primari trasportatori italiani, siamo in grado di organizzare le consegne in A x A, quindi il giorno stesso FRUITBOOKMAGAZINE


La forza del progetto è che produciamo in diverse “regioni italiane a elevata vocazione e ci rivolgiamo

alla distribuzione come un unico interlocutore, in grado di offrire un ampio paniere di prodotti made in Italy che rispettano rigorosi standard qualitativi ” Leonardo Odorizzi (La Grande Bellezza Italiana)

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I mini kiwi La Grande Bellezza Italiana con etichetta parlante: una delle novità dell’autunno 2020

dell’ordine, anche dal Meridione e dal Piemonte. Questo ci permette di avere un vantaggio competitivo nei confronti dei prodotti spagnoli che notoriamente hanno tempi più lunghi”. Sì, perché tra i punti fermi messi a statuto da La Grande Bellezza Italiana c’è la vendita unicamente di prodotti made in Italy. “Più che vendita - precisa Odorizzi - direi valorizzazione. Questa è la nostra missione. E non è un caso che nel logo, che abbiamo sviluppato, assieme all’intero progetto, con i professionisti di SG Marketing, ci siano tre alberelli con i colori della bandiera italiana. Un richiamo all’origine reso oggi ancora più forte su richiesta di alcuni distributori: il bollino ad esempio delle melagrane, dato che sul mercato è presente anche prodotto di importaFRUITBOOKMAGAZINE

zione, ha un bordo tricolore che richiama con ancora maggiore evidenza a un valore che è sempre più sentito e apprezzato dal consumatore finale. Non solo in Italia, ma in tutta Europa. Mangiare nazionale per sostenere la filiera agricola nazionale. Un origine italiana che possiamo garantire, grazie alla presenza in diverse regioni italiane da Sud a Nord, per un periodo di tempo molto lungo. Questo è un altro dei nostri punti di forza. Nel 2020 ad esempio siamo stati in grado di fornire pesche e nettarine con quantitativi importanti da maggio a ottobre: non so quante altre organizzazioni in Italia ne siano state capaci. Anche in questo

modo, ampliando il calendario di offerta e garantendo sia volumi che standard qualitativi, possiamo recuperare competitività nei confronti dei grandi produttori stranieri, a partire da quelli spagnoli”. “Ecco - aggiunge Odorizzi - essere riusciti a rendere riconoscibile il brand in soli due anni, in un settore che è polverizzato in tante aziende ognuna con il proprio brand e la propria politica commerciale, è stato un altro importante risultato raggiunto da La Grande Bellezza Italiana. Su questo ha giocato un ruolo fondamentale l’intensa attività di comunicazione portata avanti dalla rete, fin dalla sua nascita. La partecipazione alle fiere ha portato ad esempio interessanti contatti internazionali. Quindi, pur essendo nato come progetto per il mercato interno, abbiamo acquisito alcuni clienti esteri interessati al made in Italy e al nostro brand”. “È insomma un progetto in evoluzione - conclude Odorizzi - da ogni punto di vista. Abbiamo stretto delle collaborazioni con operatori di Mercati all’ingrosso, da Roma a Torino, cui forniamo prodotto con il nostro brand per 12 mesi all’anno. Poi continueremo a lavorare sul tema della sostenibilità e del packaging. Siamo stati i primi, forse anticipando un po’ i tempi, a vendere le pere, agrumi e altra frutta in scatole di cartone: non abbiamo paura di osare, per dare al mercato quello che richiede e, perché no, anche per sorprenderlo”.

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DOLE: LA CAMPAGNA ABBIAMO IL SOLE DENTRO RIPARTE IN TV E CON ATTIVITÀ OUTDOOR

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Con l’arrivo dell’autunno, il sole di Dole, tra i maggiori produttori e distributori al mondo di frutta e verdura fresche di alta qualità, non smette di splendere. Sono ripartiti infatti lo spot televisivo - che celebra la nuova identità corporate di marca e rende omaggio alla banana Dole - e le campagne di pianificazione outdoor a Milano, Roma e Napoli. “La nostra strategia di marketing e comunicazione segue un percorso coerente e lineare con la nostra mission: il consumo di frutta e verdure fresche è un’abitudine che non deve conoscere stagioni. Per questo motivo Dole Italia - sottolinea Cristina Bambini, responsabile marketing Dole Italia - è costantemente impegnata nella divulgazione di una corretta e sana educazione alimentare, promuovendo i benefici derivanti dal mangiare quotidianamente ortofrutta, incoraggiando e stimolando le persone a farlo, anche ispirandole attraverso tutte le nostre attività di informazione. E con questo obiettivo nasce lo spot televisivo, seguito ed amplificato dalla campagna outdoor e online attraverso i canali social, andando a colpire un pubblico vasto e trasversale”.

ZESPRI: IL NUOVO PACKAGING SOSTENIBILE IN FASE DI TEST ANCHE IN ITALIA Zespri, produttore di kiwi numero uno al mondo, ha sviluppato anche per il mercato italiano un nuovo range di packaging 100% sostenibile, inizialmente in un formato di vendita da 500 grammi per le varietà SunGold e Green, con il fine di eliminare così l’utilizzo della plastica nelle confezioni. Un pack che mira a valorizzare il posizionamento di marca, in

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Lo spot televisivo da 15 secondi, pianificato sulle principali reti Mediaset (Canale 5, Rete 4, Italia1, Mediaset Extra, La5) è tornato on air da fine settembre e lo è stato fino a metà ottobre, forte del successo della prima messa in onda di maggio. Inoltre, da metà ottobre e fino alla fine del mese di novembre la campagna è visibile sui side banner dell’intera rete autofilotranviaria di Milano, Roma e Napoli, sui pannelli delle principali stazioni della metropolitana di Milano e sugli impianti pubblicitari di Arredo Urbano di Roma e Napoli.

linea con le aspettative del consumatore e con i trend di crescita del confezionato sul mercato. Il nuovo formato dà più spazio alla comunicazione di marca e ne rafforza la visibilità all’interno del reparto ortofrutta. Inoltre, esalta l’utilizzo di materiale 100% riciclabile, nel rispetto degli obiettivi della marca a livello globale. “Ciò rappresenta un tassello di sviluppo naturale ed esprime l’attenzione della marca nella sua evoluzione all’interno del punto vendita italiano - dichiara Emanuele De Santis, marketing manager Italy-Med - per continuare a soddisfare la crescente fiducia dei nostri consumatori e dei tanti nuovi che si stanno sensibilmente avvicinando al nostro brand e soprattutto al delizioso SunGold, i quali sono sempre più attenti in fase di acquisto nel privilegiare la reale qualità e l’aspetto ecologico e sostenibile di ciò che stanno comprando”. L’attenzione all’ambiente per Zespri è un must have sempre più strategico e oggi in Italia arriva nei punti vendita con confezioni e prepack eco-friendly 100% sostenibili. Per il momento è previsto un periodo di test sul mercato con un unico partner, dal 16 novembre fino a fine anno. Il tutto al fine di considerare il percepito dei consumatori, i risultati, e valutare un allargamento distributivo su scala nazionale. l N.33 l OTTOBRE 2020



LE POLENTE PRONTE ZERBINATI SI FANNO IN TRE GORGONZOLA DOP, FONTINA DOP E PORCINI

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L’arrivo della stagione fredda porta con sé la voglia di piatti gustosi e avvolgenti, capaci di evocare i paesaggi invernali più suggestivi. E un piatto è il simbolo per eccellenza dell’inverno: la polenta. Una ricetta tradizionale, aggregante e conviviale, ma sempre meno preparata a casa per i lunghi tempi di cottura. La ricetta di Zerbinati della Polenta pronta con Gorgonzola Igor Dop è stata la prima ad arrivare sugli scaffali dei supermercati italiani, vantando l’unione con una realtà vincente del settore caseario quale Igor, azienda leader nella produzione del Gorgonzola Dop. Dal suo lancio nel 2016 è in costante crescita ed è tra le referenze più performanti e apprezzate dai consumatori. Per questo Zerbinati lancia un importante ampliamento di gamma con due novità comodamente pronte in pochi minuti, che valorizzano ancora una volta le eccellenze gastronomiche italiane: la Polenta pronta con Fontina Dop, con ben il 20% di formaggio Fontina Dop e la Polenta pronta con funghi porcini, preparata esclusivamente con funghi porcini.

ENVY, IL RACCOLTO 2020 CRESCE DEL +90% AL VIA CAMPAGNA #NOFILTER SUI SOCIAL C’è grande ottimismo per la stagione di vendita di envy, mela club coltivata e commercializzata dai consorzi altoatesini VOG e VIP, che quest’anno per la prima volta si rivolgerà anche al consumatore finale, attraverso una campagna di comunicazione digital di grande impatto. “Siamo soddisfatti sotto molti punti di vista, a partire naturalmente dalla qua-

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L’esclusiva miscela di farine di antichi mais di origine piemontese macinate a pietra viene esaltata nel gusto e nella cremosità di queste tre referenze proposte da Zerbinati grazie ai migliori ingredienti selezionati, assicurando tutta la genuinità di una ricetta buona come fatta in casa. Tutte le ricette sono confezionate in pratici pack monoporzione 100% riciclabili, microondabili e easy-peel, che le rendono ideali per un consumo pratico e veloce a casa e out-ofhome senza trascurare mai gusto e qualità.

lità media di tutto il raccolto di quest’anno che si posiziona ad un livello molto alto - commenta Klaus Hölzl, responsabile vendite del Consorzio VOG -. La frutta si contraddistingue per una buccia dal colore rosso brillante, un’aromaticità di grande intensità e un sapore dalla persistenza decisa, difficile da dimenticare”. Di proprietà della neozelandese T&G Global, il marchio identifica i frutti di qualità della varietà Scilate, incrocio varietale tra Gala e Braeburn e si colloca nel segmento delle mele supersweet. Grazie all’entrata in produzione di nuovi impianti, i due consorzi altoatesini avranno a disposizione volumi superiori rispetto alla scorsa stagione, con un aumento complessivo del 90%, pari a circa 7.600 tonnellate. Quest’anno la mela envy debutta sui social con un unico filo conduttore, quello della “purezza”, simboleggiato dall’hashtag #nofilter. “envy è una mela che non ha bisogno di filtri per essere apprezzata: è buona così com’è, bella sia dentro che fuori, basta assaggiarla per averne una prova - spiega Benjamin Laimer, responsabile marketing VIP -. Assaggia per credere è il claim della mela e il messaggio che vogliamo veicolare e per farlo stiamo lanciando una campagna digital che siamo certi non passerà inosservata”. l N.33 l OTTOBRE 2020



iFresh |

Carlotta Benini

iFruit: la prima app dedicata esclusivamente all’ortofrutta 120

È dedicato alla vendita online di frutta e verdura fresca e di stagione, per un 80% a chilometro zero, iFruit, il servizio di delivery che consegna in 24 ore dal Centro Agroalimentare di Catanzaro agli utenti di città e provincia, sia a casa che in ufficio. La app, collegata all’omonimo sito internet, nasce da una scommessa della famiglia Gigliotti, attiva da quattro generazioni all’interno del mercato all’ingrosso calabrese È un servizio locale di delivery di ortofrutta che ha alcune peculiarità rispetto ai maggiori competitor nazionali. Intanto la scelta selezionata dei prodotti freschi e di stagione, per l’80% a chilometro zero che ogni giorno partono dal Centro Agroalimentare di Catanzaro e vengono consegnati agli utenti di tutta la provincia. E poi l’offerta: oltre ai singoli prodotti, infatti, è possibile ordinare delle box di frutta e verdura che, a differenza di altri servizi, vengono composte direttamente dall’utente, a seconda delle sue preferenze. Si chiama iFruit ed è la scommessa della famiglia Gigliotti, oggi alla quarta generazione di imprenditori agricoli attivi nell’omonima società insediata al mercato all’ingrosso di Catanzaro. Il progetto nasce circa tre anni fa da un’idea di Giorgio Gigliotti, giovane startupper che con gli studi universitari ha maturato il desiderio di portare innovazione e tecnologia nel settore ortofrutticolo, con un’ambizione: fornire un servizio a privati e aziende che punta tutto sulla qualità. Oggi iFruit è una piattaforma di e-commerce di frutta e verdura fresca che offre anche una selezione di prodotti esotici, frutta secca e legumi, spezie, tuberi e radici; il servizio è supportato dall’applicazione fruibile da mobile. “Consegniamo a Catanzaro e provincia con i nostri mezzi refrigerati, garantendo il massimo controllo della catena del freddo - spiega Giorgio Gigliotti -. La consegna, a casa, ma anche in ufficio, è gratuita, FRUITBOOKMAGAZINE

per un acquisto minimo di 15 euro, e viene effettuata entro 24 ore, dal lunedì al venerdì”. Dall’inizio dell’attività il numero di utenti è cresciuto e il business di iFruit si è sviluppato, tanto che oggi si sta pensando di estendere il servizio fuori regione. “Anche l’offerta merceologica sarà prossimamente arricchita, con proposte di quarta gamma”, rivela Gigliotti. “A ‘pesare’ sull’incremento dell’attività è stato anche questo anno particolare”, continua l’imprenditore calabrese. “Durante il lockdown abbiamo toccato il mille percento di ordini in più, arrivando a registrare 3 mila ordini a settimana. Uso il termine ‘pesare’ perché non siamo affatto contenti della motivazione che ci ha portato a queste cifre: siamo imprenditori, non speculatori. E siamo vicini alle persone e al territorio: nei mesi di chiusura abbiamo consegnato gratuitamente i nostri prodotti alle categorie più deboli e abbiamo supportato l’attività di diverse associazioni benefiche”. “Ora - conclude - stiamo progettando di estendere il servizio a un’altra regione, non per cavalcare l’onda, ma per sviluppare iFruit in maniera totalmente nuova”. Nel frattempo c’è un altro progetto nato in casa Gigliotti che sta partendo con prospettive interessanti: si tratta del Mercato Telematico Ortofrutticolo, un marketplace digitale che mette in rete i produttori ortofrutticoli di tutto il Paese con i commercianti di 20 mila località italiane. l N.33 l OTTOBRE 2020




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