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Editoriale |

Eugenio Felice

Tempi duri

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Tough times direbbero gli inglesi. Per chi? Per gli agricoltori. Quelli che si sporcano le mani di terra, andando nei campi la mattina presto quando le persone normali ancora dormono. La primavera in corso ci sta ricordando che il cambiamento climatico non è un fenomeno passeggero. Nel mese di aprile forti gelate si sono registrate in EmiliaRomagna. In Alto Adige sono stati attivati i sistemi antibrina a difesa dei fiori nelle notti in cui la temperatura si è avvicinata o è andata sottozero. Grandine e ghiaccio sono arrivati anche al Sud. Ci sono i sistemi di protezione, sì, ma la difesa arriva fino a un certo punto. Che siano le candele, che siano gli ombreggianti, che siano i ventilatori, che siano i sistemi antibrina, se la temperatura va a -8 o -10 non ce n’è per nessuno. A meno che non si faccia una coltura protetta. E in un futuro non troppo lontano potrebbe anche succedere: frutteti dentro grandi serre tecnologiche. Come già accade per i pomodori o i mirtilli, coltivati anche in pieno deserto.

agricola d’Italia con 1,3 milioni di ettari coltivati, le aziende agricole sono passate da 271.754 a 191.430. A scomparire sono e saranno soprattutto le aziende più piccole e meno strutturate. La strategia “intanto semino o pianto e poi si vedrà” non si sposa bene con i tempi che corrono. Se ai problemi legati al clima e agli insetti dannosi, sommiamo quelli nel reperire la manodopera per lavorare nei campi, le limitazioni all’uso di agrofarmaci imposti dall’Unione Europea, i periodici attacchi da parte degli ambientalisti e non ultime le remunerazioni non sempre soddisfacenti, c’è veramente da chiedersi se gli agricoltori non siano dei masochisti piuttosto che degli eroi

Beh ma alla peggio ci sono le assicurazioni Sì, peccato che i premi abbiano raggiunto livelli stellari - anche 150 000 euro per una media azienda agricola - e le banche abbiano tirato il freno a mano sui finanziamenti dei premi Come mai? Perché siamo nel 2023 e le banche non sono più disposte a dare credito ad aziende che nemmeno hanno un bilancio registrato Il risultato? Verrà accelerato il trend già in atto da svariati anni di riduzione del numero di aziende agricole Dal 2010 al 2020 in Puglia, la regione più

Che i tempi siano duri anche per la GDO ce lo ha ricordato Harald Antley (fot o a lat o) nella sua lettera di commiato da Aspiag Service, dopo 25 anni da amministratore delegato e due da presidente: “Il 2022 è stato un anno difficile, probabilmente l’anno più complesso della mia carriera ( ) Abbiamo concordato che, a fronte della mancanza di presupposti comuni, le nostre strade si debbano dividere ( ) Dedicherò più tempo a me stesso, alla mia famiglia italiana e ai miei cari in Austria, essendo oggi più consapevole delle mie priorità” E allora, buona vita Harald

Eugenio Felice

Mele, stock sotto la media ma i prezzi non soddisfano

“Al ritmo di vendita attuale e con stock di gran lunga inferiori alla media per molte cultivar “tradizionali”, sarà non solo necessario regolare le vendite nell’ultimo periodo, ma anche spingere per un ’adeguata valorizzazione del prodotto che tenga non solo conto della minore disponibilità di mele, ma anche dei maggiori costi sostenuti dai produttori in questa ultima campagna commerciale. Il settore ritiene indispensabile per le prossime settimane e per i prossimi mesi fino alla fine della c g n a u n c a m b i o d i p a r a d i g m a c garantisca ai frutticoltori un ritorno in linea con i costi di produzione e la quantità di prodotto attualmente a disposizione”. Lo dichiara Assomela in un comunicato diffuso il 17 aprile. In sostanza nei magazzini non rimangono molte mele ma i prezzi che riconosce il mercato, la grande distribuzione in particolare, non sono soddisfacenti e rischiano di non consentire una liq dazione dignitosa ai produttori. “L cenze di mele italiane al primo aprile ammontano a 545 mila tonnellate - continua Assomela - inferiori del 12% rispetto alla scorsa stagione e del 10% rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Gli stock continuano a essere particolarmente bassi per molte varietà e in particolare per la Golden Delicious, la cui giacenza è di 214 mila tonnellate, inferiore di ben il 32% rispetto allo scorso anno e di gran lunga più bassa rispetto ai valori normalmente registrati nel mese di aprile. La disponibilità di Gala è sostanzialmente terminata e solo un quarto delle Red Delicious è in stock. Prosegue positivamente e come pianificato anche la vendita delle mele club”.

E in effetti a vedere i volantini dei supermercati si trovano molte offerte di mele a circa 1 euro al kg Anche meno Ad esempio, ma è solo uno dei tanti, nel volantino Lidl del periodo 17 - 23 aprile si trovano le mele rosse Red Delicious Alto Adige / Trentino IGP in confezione da 2 kg a 1,69 euro, equivalenti a 0,85 euro al kg.

Quindi Assomela dichiara che sono rimaste poche mele rispetto alla media degli anni precedenti, ma la distribuzione fa fatica ad aumentare i listini, nonostante una delle regole base del mercato ci dica che se l’offerta cala, a parità di domanda, i prezzi dovrebbero aumentare. E del resto se finora, in questa campagna, si sono vendute più l del solito nonostante la crisi econoca che attanaglia i portafogli degli taliani, vuol dire che, forse, i prezzi erano troppo bassi. Ma cosa succede in Francia? Siamo stati a Parigi a inizio anno e abbiamo trovato in più di un punto v e n d i t a d e l l a G D O m e l e Golden Delicous vendute sfuse a oltre 4 euro al kg Le mele della foto ad esempio erano vendute da Franprix nel punto vendita di piazza Victor Hugo a 4,99 ro al kg. “In Francia si possono tromele da 1 euro a 4 euro e anche oltre”, ci spiega il direttore commerciale di una delle aziende di punta della melicoltura transalpina. “A volte i distributori esagerano con i prezzi e questo è il motivo per cui Lidl vende a volume il doppio delle mele rispetto alla sua quota di mercato nella distribuzione francese È una grande sfida per i coltivatori di mele C’è una relazione inversamente proporzionale tra prezzo e quantità: più sono alti i prezzi, meno mele si vendono”. Ma questa dovrebbe essere la normalità, in un mercato che funziona.

EDITORIALE

TEMPI DURI

CONTROEDITORIALE

MELE, STOCK SOTTO LA MEDIA

MA I PREZZI NON SODDISFANO

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