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Le produ c e E l i Fe dri g o, s ot t o s e rra , a Ve ron a
Quando un giovane agricoltore fa suoi i principi di un ’agricoltura sostenibile Eugenio Felice
A inizio maggio ha preso il via nelle regioni più vocate d’Italia la raccolta delle ciliegie, tra i frutti più amati della bella stagione. I problemi principali delle primizie, non solo per le ciliegie, sono il calibro piccolo, il colore tenue e il gusto poco appagante. Ma non sempre è così. A dimostrarlo sono le ciliegie prodotte in serra a Castagnaro (Vr) dal giovane agricoltore Elia Fedrigo, che ha adottato sistemi di coltivazione all’avanguardia ispirandosi ai pionieri del Nord America
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Il 9 maggio sono iniziati i primi stacchi di ciliegie nella zona di Verona. Ci troviamo nell’azienda agricola San Francesco di Elia Fedrigo, giovane agricoltore, classe 1999, che con l’aiuto del papà Lucio sta portando avanti la coltivazione di ciliegie precoci sotto serra a C a s t a g n a r o , i n p r o v i n c i a d i Verona, su 1 ettaro e mezzo Parliamo quindi di una produzione di super nicchia ma di altissima qualità, frutto di tecniche colturali all’avanguardia e orientate alla massima sostenibilità. Gli alberi sono allevati come delle siepi, con il tronco centrale piegato orizzontalmente lungo la direzione del filare e i rami che si sviluppano in altezza per arrivare al massimo a 3,3 metri. Si chiama UFO, acronimo di Upright Fruiting Offshoot. Un sistema, ideato negli Usa, che ricorda il modello Guyot adottato nell’allevamento della vite da vino
Le piante crescono sane, protette dai teli che garantiscono condizioni di crescita ideali in termini di luce e temperatura. Inoltre, grazie alla copertura, la pioggia non entra
- al contrario delle reti antipioggia - e questo evita uno dei problemi più insidiosi per le ciliegie, soprattutto in questi anni di cambiamento climatico: il cracking, vale a dire la spaccatura della sottile epidermide. Le ciliegie “ con il sorriso” le chiamano anche nel Veronese
La grande attenzione alla parte agronomica, nel corso dell’anno, permette di ottenere frutti omogenei nella colorazione, nella pezza- tura e nel gusto “Stiamo raccogliendo frutti calibro 28+ in bauletti da 2 kg”, ci spiega Elia Fedrigo, che incontriamo tra i filari, il primo giorno di raccolta, il 9 maggio.
“Abbiamo scelto di puntare su due varietà precoci come Early Bigi e Burlat per coprire la prima parte della campagna, con un prodotto di grande qualità Tra 15 giorni la raccolta sarà terminata”.
E in effetti le ciliegie le abbiamo assaggiate e possiamo confermare che la qualità, in termini di colore, calibro e gusto, non ha niente a che fare con il prodotto che solitamente si trova in commercio a maggio, nonostante le varietà Early Bigi e Burlat siano abbastanza comuni. C’è poi un aspetto da non sottovalutare: quello della sostenibilità. La serra prima era destinata a produrre peperoni ed è stata convertita alla produzione di cilie- gie. Quindi non è stato “ consumato” nuovo terreno né nuove attrezzature o nuovi materiali, che anzi sono stati “riusati” per la produzione di ciliegie Lo sfalcio è meccanico, senza utilizzo di diserbanti I pesticidi e fungicidi non vengono utilizzati, sia perché la produzione è sotto serra, sia per il periodo dell’anno in cui avviene la raccolta. Ancora, il modo in cui sono allevate le piante permette una più “confortevole” raccolta dei frutti: l’80% avviene da terra, il 20% con carrelli elettrici a batteria in grande sicurezza per il personale
“Dopo qualche anno di prove e sperimentazioni e grazie ai suggerimenti di grandi esperti come Gre- gory Lang della Michigan State University - sottolinea Elia Fedrigo - abbiamo trovato la quadra, producendo in armonia con la natura ciliegie buone e sane a tutto vantaggio del consumatore finale. La produzione è di circa 120 quintali, equivalenti a 80 quintali per ettaro: non è quindi particolarmente spinta, a vantaggio della qualità. Parliamo di circa 6.000 bauletti da 2 kg, confezionati direttamente in campo, come si faceva una volta, così da evitare ulteriori onerose lavorazioni che allungano i tempi e possono danneggiare i frutti Una produzione di nicchia - conclude il giovane imprenditore veronese - che conferiamo alla cooperativa L’Ape di Giulietta, la quale provvede alla valorizzazione commerciale, sui canali più idonei”.