Fm ottobre 2015

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Fruitbookmagazine IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS

ELNATHEDITORE

MADE IN ITALY ALLA PROVA DELL’OLTREMARE Per la prima volta oltre 50 aziende italiane hanno esposto ad Asia Fruit Logistica, nel continente a maggior potenziale di crescita assieme a quello africano. È in questi mercati che si gioca il futuro dell’ortofrutta italiana N.13 l OTTOBRE 2015 l TRIMESTRALE


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Editoriale |

Eugenio Felice

Art. 62, Eurospin assolta “La condotta commerciale posta in essere dalla società Eurospin Italia Spa non presenta allo stato elementi sufficienti ad integrare una violazione dell’articolo 62 del D.L. 1/2012 e dell’articolo 4 del Decreto di attuazione”. Così la delibera del 9 luglio dell’Antitrust, a chiusura dell’istruttoria aperta lo scorso dicembre nei confronti del leader di mercato nel canale discount, a seguito di una segnalazione di un fornitore di ortofrutta. Sotto la lente sono andati due oneri economici, uno per servizi di segreteria, l’altro per premi di fine periodo. Come hanno dimostrato i legali di Eurospin, però, gli oneri erano previsti nel contratto e la revisione che c’è stata allo stesso contratto non ha comportato un innalzamento di questi oneri ma solo una loro semplificazione se non, in alcuni casi, una loro riduzione. Quindi non c’è stata nessuna violazione, almeno questa volta. Perché non si può nascondere, lasciando stare il caso Eurospin e cercando di generalizzare, che questo abuso della propria maggior forza commerciale a volte, per non dire spesso, si verifichi. Almeno da parte di alcune catene o di alcuni compratori. Parliamo ad esempio dei contributi richiesti per le nuove aperture. Oppure di atteggiamenti intimidatori e arroganti, come quello del buyer che chiede una referenza fuori programma a un fornitore, uno di quelli che partecipano alle ormai sempre più diffuse aste settimanali in cui vince solo chi fa il minor prezzo, e quando questo risponde che non può fornirla perché deve darla ai clienti abituali e non ne ha in eccedenza, si sente rispondere dal buyer: “bravo, me ne ricorderò quando inizierà la campagna mele” (ma potremmo dire kiwi, pere o qualsiasi altro prodotto). Sì, se il mondo produttivo in Italia manca di organizzazione e dimensioni, la verità è che lo stesso vale per quello distributivo. Quante insegne ci sono in Italia? Quanti uffici acquisti ortofrutta? Spesso non è nemmeno un fatto di dimensioni, a restare piccola è rimasta la mentalità.

l N.13 l OTTOBRE 2015

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Le cose comunque stanno cambiando. Ne siamo convinti. In meglio. Da una parte e dall’altra. Intanto sono in ripresa i consumi di ortofrutta, sia in quantità che in valore, e questo dovrebbe ridare fiducia e un po’ di serenità agli operatori. La distribuzione sta sperimentando nuovi format, più profilati sulle esigenze di specifici segmenti della clientela, sta finalmente approcciando le potenzialità dell’ecommerce e, cosa che Esselunga ha capito molto tempo fa, si sta accorgendo che alla fine pagano i rapporti collaborativi e di lunga durata con i fornitori, non le aste settimanali. Dall’altra parte, il mondo produttivo sta sperimentando nuove aggregazioni, come nel caso di Opera e di Origine Group, e continua a investire in nuovi magazzini e nelle ultime tecnologie; consapevole che per offrire il meglio il modo in cui selezioni, lavori, confezioni e conservi la frutta e gli ortaggi può fare la vera differenza. Quindi avanti tutta, perché se diamo ai consumatori prodotti buoni, torneranno a comprarli e le vendite non potranno che aumentare, a beneficio di tutti.

FRUITBOOKMAGAZINE


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PAG. EDITORIALE ART. 62, EUROSPIN ASSOLTA

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IMMAGINI

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BUONE NOTIZIE IN NUOVA ZELANDA BANANE E MELE GRATIS PER I BAMBINI RIFLESSIONI «IL CHILOMETRO ZERO? SERVE SOLO AD ALZARE IL PREZZO» RETAIL CATENE IN DIFFICOLTÀ AL SUD SOLO CARREFOUR CEDE 20 PDV FIERE OTTO AZIENDE PROTAGONISTE AL FANTASY SHOW DI MACFRUT ANALISI L’ORTOFRUTTA VOLA NELLA GDO NEL PRIMO SEMESTRE 2015 LA NOTIZIA LIDL ITALIA, NUOVO PRESIDENTE E SPONSOR DELLA NAZIONALE TREND COME EVOLVE LA POPOLAZIONE? NEL 2050 LA SORPRESA NIGERIA STORE CHECK IL GIGANTE, SPECIALISTI DEL FRESCO MA LA PROMESSA È RISPETTATA? INNOVAZIONE BONDUELLE SPINACI MILLEFOGLIE ELETTO PRODOTTO DELL’ANNO 2015 IL LIBRO PERCHÈ CARBOIDRATI E ZUCCHERI MINACCIANO IL NOSTRO CERVELLO CONSUMER «SALVATE IL PIANETA, MOLLATE L’INSALATA, DIVENTA IPERCALORICA» INGROSSO CAAB, PROSEGUONO I LAVORI PER LA FABBRICA ITALIANA CONTADINA MARKETING DOP, IGP E ORIGINE: COME FARE IN MODO CHE FUNZIONINO? MENS SANA CHI VINCE TRA CENTRIFUGA ED ESTRATTORE A FREDDO?

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PANORAMA

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iFRESH

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CONTENUTI

18 20 22 24 26

44 / ASIA, UN GRANDE 50 / ROD HILL (GOLDEN POTENZIALE, NON SOLO WING MAU): «LA CINA PER I KIWI E LE MELE

CONTINUERÀ A CRESCERE NELL’IMPORT DI FRUTTA»

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52 / VOG FESTEGGIA 70 55 / DICHGANS (VOG): ANNI. ADESSO BISOGNA «LA VERA SFIDA OGGI SI ESSERE PIÙ COMPETITIVI

CHIAMA AFRICA NERA»

40 42 [ just business, no bullshit!]

GDO 2016

Guida alla distribuzione moderna italiana

FOCUS:

ORTOFRUTTA

LE CENTRALI DI ACQUISTO NAZIONALI E REGIONALI

l N.13 l OTTOBRE 2015

FRUITBOOKMAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Marta Baldini, Carlotta Benini, Irene Grandi, Maurizio Pisani, Giancarlo Sbressa, Giovanni Turrino, Marco Zanardi

60 / GUERRA: «SULLE 62 / FRUTTA ESTIVA, DA POLPA ROSSA SIAMO UN PANEL DI BUYER UN ANCORA IN ALTO MARE»

QUADRO A TINTE ROSEE

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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa La Grafica Snc - Via A. Volta 29 37030 - Vago di Lavagno (Vr) Tiratura numero ottobre 2015: 8.000 copie Testata registrata presso il Tribunale di Verona

68 / ORIGINE GROUP, 72 / GARDEN FRUTTA, SI PARTE CON KIWI E PERE UN NUOVO MAGAZZINO SUI MERCATI D’OLTREMARE

PER CRESCERE ANCORA

SI POSSONO MIGLIORARE LE PERFORMANCE DEL REPARTO ORTOFRUTTA? [ MILANO, 13 Novembre 2015 ]

FRUITBOOKMAGAZINE

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Pubblicità ALEGRA APOFRUIT ITALIA BATTAGLIO BESTACK CIESSE PAPER CPR SYSTEM DOLE ECOPLASTICA EURO POOL SYSTEM GARDEN FRUTTA GEOFUR ILIP JINGOLD JUNGHEINRICH LA COSTIERA LPR NETPACK ORTOROMI PANNITTERI PEMPACORER PINK LADY POLYMER LOGISTICS RETARDER SYNGENTA UNITEC VALFRUTTA FRESCO VIVO VOG VOL

67 37 23 59 29 6 2-3 III 61 1 33 21 41 9 35 17 19 31 II 71 25 55 49 27 4 75 39 IV 43

l N.13 l OTTOBRE 2015


A Abbiamo bbiamo movimentato movimen ntato

6 6.196.500 .196.500 tt.. ttotale otale ortofrutta ortofrutta

Abbiamo Abbiamo ssollevato ollevato t

5 540.000 40.000 t. t. dii m d mele ele all’anno a ll’anno

Abbiamo Abbiamo sstoccato toccato t

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l’economia italiana.


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Una miniera d’oro Hong Kong, 4 settembre 2015 Partita dagli Stati Uniti, la moda del kale, o cavolo nero, è arrivata dall’altra parte del globo. È considerato il re dei superfood, proposto in questo caso dal retailer CitySuper in versione baby, biologico e già “tre” volte lavato al modico prezzo di 7,5 euro a confezione da 142 grammi. E in Italia quando lo vedremo?




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Foto: NextVideoProduction.com

Pere al giro di boa Santa Maria Codifiume (FE), 2 settembre 2015 Ci troviamo nel magazzino Spreafico che lavora le pere. È in corso la raccolta in tutta l’Emilia-Romagna. Questo è un anno importante. Per la prima volta non ci sarà un’offerta frammentata ma due attori protagonisti in grado di condizionare il mercato: Opera, diretto da Luca Granata, e Origine Group.


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L’Italia che investe Verona, 5 settembre 2015 Oltre 700 persone hanno preso parte alla festa per l’inaugurazione del nuovo magazzino di Garden Frutta, all’interno del Quadrante Europa, proprio a ridosso del Centro agroalimentare di Verona. La struttura, completamente refrigerata, lavora e confeziona fragole e frutti di bosco, sia nazionali che di importazione.



buone notizie |

Marco Zanardi

In Nuova Zelanda banane e mele gratis per i bambini 16

Oltre 100 mila like su Facebook in pochi giorni per una foto, diventata virale, postata dall’emittente radio The Hits della Nuova Zelanda, che ritraeva la prova condotta a Auckland nel mese di agosto dal più grande retailer locale, Countdown. Un esperimento con banane e ananas dal successo clamoroso che ha stupito lo stesso management, che si è dichiarato eccitato e pronto a replicare presto l’iniziativa. Un buon esempio di educazione alimentare? Prendete la più grande catena di supermercati che opera in Nuova Zelanda, l’australiana Countdown, fondata a Auckland nel 1958, 170 punti vendita a insegna Woolworths. Prendete un’iniziativa tanto semplice quanto nuova: regalare una banana o una mela ai bambini che entrano nel supermercato. Parliamo quindi di uno “sforzo” economico pari a sì e no 20 centesimi a cliente da parte della catena. Prendete i media, in questo caso una radio locale, The Hits, che si accorge del “trial”, perché di un esperimento parliamo alla fine. Il gioco è fatto: una foto del bel cesto viene postato su Facebook e in pochi giorni diventa virale, arrivano oltre 100 mila like e decine di migliaia di condivisioni. E attenzione, parliamo della prova fatta in un singolo punto vendita, quello di FRUITBOOKMAGAZINE

Botany nella capitale. Sorpreso lo stesso management di Countdown, che si è dichiarato eccitato dal riscontro e pronto a replicare su larga scala l’iniziativa. La notizia è arrivata in Europa, attraverso la stampa di settore. Così esordiva Mike Knowles di Fruitnet nella newsletter del 28 agosto: “New Zealand’s largest supermarket chain Countdown has scored a massive public relations goal thanks to one of its store’s decision to provide free fruit for its shoppers’ children”. La notizia è poi rimbalzata sui social, in particolare sul più professionale Linkedin. Tra i commenti, curioso quello di un buyer italiano: “Questa iniziativa dovrebbero farla anche in Italia...”. Beh, abbiamo pensato noi, chi se non un buyer dovrebbe adoperarsi per farla! Parliamo di un “regalo” che ha un costo per la catena distributiva di nemmeno 20 centesimi di euro. Banane e mele sono tra i frutti più consumati. Ma la stessa iniziativa potrebbe essere usata anche per far conoscere e provare ai bambini altri prodotti. Parliamo quindi di educazione alimentare ma anche di fidelizzazione della clientela o ancora di una alternativa intelligente alle solite promozioni. l N.13 l OTTOBRE 2015



riflessioni |

Eugenio Felice

«Il chilometro zero? Serve solo ad alzare il prezzo»

Mentre sfogliamo Sette del Corriere della Sera, edizione del 7 agosto, in un clima decisamente vacanziero, sorpresi da un articolo dove si dice che almeno 200 mila connazionali - ma forse molti di più - vivono a Londra, ci imbattiamo sulla rubrica “provocazione”, che tocca un tema caro a Coldiretti e che negli ultimi anni è stato di grande attualità, non solo in Italia ma in tutto il mondo, quello del farmer’s market e del chilometro zero. Una volta tanto non leggiamo le solite banalità su quanto inquinamento crei la frutta di importazione e su quanto possa essere contaminata o il risultato di sfruttamento dei lavoratori. No, lo chef Matteo Metullio, una stella Michelin a soli 26 anni, dice chiaramente che in cucina servono cibi migliori, anche se giungono dall’altra parte del FRUITBOOKMAGAZINE

mondo. Friulano di nascita, è lo chef del ristorante la Siriola a San Cassiano, in Val Badia. Figlio di un portuale e schietto come solo i portuali sanno essere, lancia il suo grido controcorrente: “MeGuarda il sito! no chilometro zero e più chilometro vero! Ormai molti chef vendono loro stessi, la griffe, non quello che ti fanno mangiare. È assurdo. Se io faccio arrivare qui in Alto Adige i gamberi da Sanremo, la mozzarella da Battipaglia o i pomodori da Pachino, non garantisco la qualità? Con i trasporti veloci che ci sono oggi sarebbe un peccato privarsi di questi prodotti in nome del fantomatico chilometro zero. La cucina non ha bisogno di limitarsi”. E ancora: “Molti super ristoranti che propongono prodotti a chilometro zero vivono una contraddizione: hanno in cucina truppe di cuochi giapponesi o coreani. Mi spiega cosa ne sanno loro della cucina del territorio? Come possono capire se il canederlo o il pesto sono fatti in modo giusto o sbagliato? La verità è che quella parte della brigata è a costo zero: sono stagisti. Non solo: spesso certi difensori strenui dei prodotti locali sono pronti immediatamente a scendere a compromessi se si presenta il russo con il rotolone di euro che vuole mangiare i ricci di mare in Piemonte o il tartufo in Sicilia. Ecco, in questo caso i ferrei principi crollano”. E la televisione? “Quella non è cucina. La cucina non è competizione. Ma scherziamo? È un messaggio falso e pericoloso”.

una stella a

San Cassiano

A gettare il sasso nello stagno è Matteo Metullio, che a 26 anni può già vantare una stella Michelin. Friulano di nascita, è lo chef del ristorante la Siriola a San Cassiano, in Val Badia. “Con questa storia del chilometro zero i ristoratori hanno abbattuto i costi di acquisto delle materie prime e hanno alzato i prezzi dei menù. Riescono a farti pagare più di 40 euro un’insalata solo perché è stata raccolta nell’orto del ristorante. La qualità è un’altra cosa”.

La Siriola

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l N.13 l OTTOBRE 2015


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retail |

Giovanni Turrino

Catene in difficoltà al Sud Solo Carrefour cede 20 pdv 20

Nel Meridione continuano le difficoltà delle catene distributive. Carrefour, dopo aver abbandonato completamente la Puglia, prosegue la ritirata per concentrarsi sul nord Italia, più redditizio. Anche Coop Italia chiuderà in Sicilia sei supermercati e dichiara in una nota ai sindacati fatturati inferiori alle attese e perdite nel 2014 elevatissime. Auchan non se la passa meglio e solo in Sicilia taglia 300 posti di lavoro sui 1.500 annunciati per tutta Italia Secondo indiscrezioni de Il Sole 24 Ore, non c’è pace al Sud per i giganti della distribuzione, a partire da Coop e Carrefour. Il primo chiuderà sei supermercati in Sicilia, l’altro cederà uno degli ultimi pezzi di rete che le resta nell’isola, una ventina di punti vendita in franchising più un deposito. Nel Mezzogiorno non si vede la fine di una crisi dei consumi che, in questa parte del Paese, rimane devastante. Dopo i gravi problemi degli anni passati, Coop Sicilia ha comunicato ai sindacati che abbasserà la saracinesca, entro la fine dell’anno, nei supermercati di Pachino, Avola, Mazara del Vallo, Pozzallo e Scicli. “Il fatturato raggiunto nei punti vendita - comunica la società ai sindacati - è inferiore alle attese e agli investimenti effettuati, a causa FRUITBOOKMAGAZINE

dell’attuale congiuntura globale sfavorevole, con perdite nel 2014 elevatissime”. Tempi duri anche in casa Carrefour Italia: solo lo scorso giugno l’azienda aveva trovato un’intesa con i sindacati che scongiurava licenziamenti e ora ha comunicato, a sorpresa, la cessione dell’intera rete di vendita di Palermo e Trapani e il deposito di Carini alla CDS, società che fa capo al gruppo distributivo Romano di Caltanissetta. L’azienda sottolinea che cede solo la gestione diretta dei punti vendita a CDS (che gestisce già negozi Carrefour market ed Express in diverse province siciliane) ma insegna e forniture rimarranno invariate. “La decisione di procedere al licenziamento collettivo - spiegava l’azienda in un documento inviato ai sindacati - deriva dalla persistente situazione di crisi in cui versa l’intera rete aziendale diretta in Sicilia. Le vendite lorde sono diminuite di circa 29 milioni di euro negli ultimi quattro anni. Dal 2010, il numero di clienti è fortemente diminuito con una perdita di 1,4 milioni di clienti e una flessione del 21 per cento”. Nel 2014 il gruppo Carrefour Italia, a cui fanno capo ipermercati, supermercati e i negozi a insegna Di per Di, ha perso 112 milioni, in calo rispetto ai 227 dell’esercizio precedente. Da tempo Carrefour ha in atto una politica di rientro dal Mezzogiorno e di rafforzamento al Nord: allo scorso giugno contava su 65 negozi in Sicilia, 20 in Calabria e due in Basilicata. Completamente dismessa la rete in Puglia. Anche Auchan non se la passa bene in Italia, con perdite pesanti e continui tagli del personale. l N.13 l OTTOBRE 2015



fiere |

Giovanni Turrino

Otto aziende protagoniste al Fantasy Show di Macfrut 22

Sono Dole, Jingold, Solarelli di Apofruit, Valfrutta, Almaverde Bio, Opo Veneto, Nucis (frutta secca) e San Lidano. I loro prodotti saranno oggetto delle attenzioni di due noti chef - Giorgione e Hiro - che il 23 settembre presenteranno degli show cooking tutti dedicati a frutta e verdura. Nel corso delle tre giornate sarà presente costantemente Gambero Rosso Channel che realizzerà dirette video per dare finalmente ampia visibilità all’ortofrutta di qualità Il test era stato fatto a fine maggio al Rimini Wellness: uno spazio in cui sette primarie aziende del settore ortofrutticolo avevano presentato alle decine di migliaia di visitatori della più importante fiera nazionale del fitness i loro prodotti, con possibilità di degustazioni valorizzate dagli ormai immancabili show cooking. È in quell’occasione che ha debuttato il Fruit & Veg Fantasy Show del Macfrut. Un’iniziativa di successo che viene replicata in chiave trade al Macfrut di Rimini, dal 23 al 25 settembre, nella grande hall di ingresso. Innovazioni di prodotto, novità in anteprima per i mercati italiani ed esteri, intere gamme di offerta raccontate e presentate direttamente a buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo che potranno confrontarsi con le FRUITBOOKMAGAZINE

aziende, entrare in contatto diretto con i prodotti ma anche con i nuovi packaging proposti e le nuove aggregazioni del panorama ortofrutticolo italiano. L’accogliente spazio circolare di ingresso alla Fiera di Rimini è un’area perfettamente attrezzata, dotata di un grande schermo per le presentazioni, comode sedute per il pubblico e una cucina per gli show cooking. Le presentazioni saranno dedicate ai buyer italiani ed esteri della GDO, all’Horeca e a tutti gli operatori interessati ai reparti ortofrutta. Grazie all’accordo strategico con Unicredit, Macfrut 2015 vedrà la presenza di numerosi buyer della grande distribuzione provenienti dall’Est Europa e da importanti Paesi extra Unione Europea, e saranno inoltre presenti le più qualificate testate giornalistiche di settore internazionali. Confermata anche la presenza di due chef superstar, Giorgione e Hiro, che presenteranno uno show cooking tutto dedicato a frutta e verdura, mentre ci saranno ricette di cucina della tradizione il 23 e il 24 settembre. Tutto sarà trasmesso in diretta su Gambero Channel su Sky e su gamberorosso.it l N.13 l OTTOBRE 2015



analisi |

Marco Zanardi

L’ortofrutta vola nella GDO nel primo semestre 2015 I tre frutti più consumati in Italia nel primo semestre? Mele, banane e arance. Quelli che sono cresciuti di più? Frutta esotica, kiwi e limoni. Nel comparto ortaggi, si registra la ripresa della quarta gamma (+4 per cento a volume e valore). Gli altri ortaggi più richiesti? Pomodori, insalate, patate e zucchine Nel primo semestre 2015 l’ortofrutta in supermercati e ipermercati ha performato decisamente bene con un +7 per cento a valore e +2,7 per cento a volume. I dati sono positivi anche se il confronto viene fatto con i primi sei mesi del 2013, con un +1,5 per cento a valore e un +3,2 per cento a volume. Il segnale positivo è che da luglio 2014 i trend sono sempre in crescendo e con poche inversioni di marcia (unica

quella dei volumi da marzo 2015). Positivo l’andamento dei prezzi, che da febbraio 2015 crescono in modo significativo mese su mese. Nel grafico sotto sono indicati i 15 frutti e i 15 ortaggi più importanti in termini di fatturato. Le mele rimangono il frutto più consumato in Italia nella prima metà dell’anno, rappresentando il 16 per cento del mercato della frutta. Le banane sono al secondo posto e nel primo trimestre hanno recuperato sia in valore (+7 per cento) che a volume (+2 per cento). Tra i frutti con le migliori performance ci sono i limoni, i meloni, i kiwi e la frutta esotica, che cresce addirittura del 37 per cento a valore e del 24 per cento a volume, pur rappresentando solo l’1 per cento del mercato della frutta in Italia. In calo invece ciliegie, ananas e fragole. Nel comparto ortaggi, domina in valore la quarta gamma, con un’incidenza del 19 per cento e un trend in crescita nel primo semestre del 4 per cento sia a valore che a volume. Molto bene cavoli e finocchi.

I primi 15 prodotti più consumati in Italia in %

CARCIOFI 2

ASPARAGI 2

FUNGHI 2

MELANZANE 2

CAVOLI 3

CAROTE 3

PEPERONI 3

FINOCCHI 4

CIPOLLE 4

AROMI 5

ZUCCHINE 6

PATATE 7

INSALATE 7

POMODORI 15

VERDURA IV GAMMA 19

FRUTTA ESOTICA 1

ANANAS 2

ALBICOCCHE 2

CILIEGIE 2

ANGURIE 2

KIWI 4

MELONI 4

CLEMENTINI + MANDARINI 4

PESCHE + NETTARINE 4

LIMONI 5

PERE 6

FRAGOLE 8

ARANCE 12

BANANE 13

in valore nel primo semestre 2015

MELE 16

24

Fonte: Elaborazioni Monitor F&V Agroter FRUITBOOKMAGAZINE

l N.13 l OTTOBRE 2015


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la notizia |

Giancarlo Sbressa

Lidl Italia, nuovo presidente e sponsor della nazionale 26

Ignazio Paternò, 35 anni, da 11 anni in azienda, è il primo presidente italiano dell’insegna. Fino allo scorso giugno aveva ricoperto il ruolo di amministratore delegato acquisti di Lidl Italia, catena presente nel nostro Paese da 23 anni, con oltre 570 punti vendita, 10 centri distributivi, più di 11 mila dipendenti e sede direttiva ad Arcole (Verona). Fino al 31 dicembre 2018 Lidl sarà anche tra i premium sponsor della nazionale italiana di calcio Lidl Italia, azienda multinazionale leader nella grande distribuzione organizzata, da 23 anni nel nostro Paese, ha nominato il 7 luglio come nuovo presidente Ignazio Paternò (nella foto a fianco con la maglietta numero 10). Daniel Marasch, dopo i significativi risultati conseguiti negli ultimi cinque anni, è andato a ricoprire la carica di presidente di Lidl Germania. Paternò, 35 anni, da 11 anni in azienda, è tra l’altro il primo presidente italiano dell’insegna. Finora aveva ricoperto il ruolo di amministratore delegato acquisti. A quanto ci risulta è quindi il più giovane presidente di una catena distributiva operante in Italia. E che catena: mentre altre stanno tagliando la forza lavoro, Lidl continua ad aprire punti vendita e ad assumere personale, FRUITBOOKMAGAZINE

anche nel sud Italia. È anche tra le catene più attive, se non la più attiva, in termini di pubblicità, sia in televisione, che sui giornali che alla radio. “Negli ultimi anni - si legge in una nota - ha lavorato alacremente al rinnovamento dell’intero assortimento dell’insegna in Italia, dandole una forte impronta votata all’italianità e alla regionalità dei prodotti. Tale rinnovamento ha fornito una decisa spinta all’esportazione del made in Italy nei 26 Paesi europei in cui Lidl opera. Il lavoro svolto ha contribuito in modo significativo al successo della catena e al suo costante sviluppo sul territorio italiano”. E a coronare il momento particolarmente felice è arrivato l’accordo con la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC): Lidl Italia sarà tra i premium sponsor della Nazionale italiana di calcio fino al 31 dicembre 2018. L’accordo nasce dalla condivisione di valori comuni quali l’italianità e la costante ricerca dell’eccellenza, concetti sottolineati dal neo presidente di Lidl Italia, Ignazio Paternò, durante il suo intervento: “La Nazionale di calcio e Lidl Italia sono due grandi realtà italiane in settori diversi, ma importanti come il calcio e la spesa quotidiana. Grazie a questo accordo, uniamo le forze per la diffusione dell’italianità nel mondo. Crediamo molto in questo sodalizio e ringraziamo la FIGC per averci scelto. Non vediamo l’ora di mettere a frutto la nostra collaborazione non solo con attività rivolte alla nazionale maggiore, ma anche alle altre nazionali maschili, femminili, di calcio a 5 e beach soccer che, siamo sicuri, ci daranno grandi soddisfazioni”. l N.13 l OTTOBRE 2015


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i l i ostenib

Cos’’è il pom Cos pomodoro pomodoro sostenibil sostenibilee È molto di più di un buon pomodoro: è il frutto più innovativo dell’orticoltura italiana italiana, prodotto secondo il sistema di produzione Sinergie, che coniuga qualità delle produzioni con re esponsabilità sociale, sostenibilità economica, s attenzione alla salute e all’ambiente. È un prodotto sano e gustoso che soddisfa le esigenze di tutti, anche quelle dei consumatori più attenti.

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DUNNE Unic Unicoo e inimitabile inimitabile

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Sapore unico, sorprendentemente dolcissimo e molto aromatico. Adatto a essere consumato come snack, per aperitivi sfiziosi e anche a fine pasto.

Dolce e notevolmente aromatico, con tutto il gusto della tradizione. Ideale per antipasti o sughi.

Frutto compatto, uniforme dall’attraente colore aranciato. Ideale per snack o antipasti sfiziosi. Grazie all’elevato contenuto in pectine è ideale anche per la produzione di granite e centrifughe.


trend |

Irene Forte

Come evolve la popolazione? Nel 2050 la sorpresa Nigeria 28

Le ultime previsioni sulla popolazione, realizzate dalle Nazioni Unite, delineano un nuovo ordine mondiale per il 2050, con l’India che supererà la Cina in vetta alla classifica e a seguire la Nigeria che scavalcherà gli Stati Uniti

La popolazione sfiorerà i 10 miliardi di persone nel 2050, con l’Africa che registrerà la maggior crescita in assoluto, più che raddoppiando la popolazione rispetto ad oggi. La Nigeria avrà oltre 400 milioni di abitanti mentre saranno poco sotto i 200 milioni Congo ed Etiopia. L’Italia, che nel 1950 era al decimo posto, è scesa progressivamente anno dopo anno.

Evoluzione della popolazione mondiale per Paese (in miliardi di persone) 0

1

2

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2

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CINA

CINA

INDIA

INDIA

INDIA

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STATI UNITI

NIGERIA

RUSSIA*

INDONESIA

STATI UNITI

GIAPPONE

BRASILE

INDONESIA

GERMANIA

PAKISTAN

PAKISTAN

INDONESIA

NIGERIA

BRASILE

BRASILE

BANGLADESH

BANGLADESH

GRAN BRETAGNA

RUSSIA

CONGO

ITALIA

MESSICO

ETIOPIA

FRANCIA

GIAPPONE

MESSICO

BANGLADESH*

FILIPPINE

EGITTO

1950

2015

2050 (previsioni)

Fonte: Nazioni Unite FRUITBOOKMAGAZINE

2

*Non esistevano come Paesi nel 1950. Le stime storiche sono calcolate usando i confini moderni l N.13 l OTTOBRE 2015



store check |

Maurizio Pisani

Il Gigante, “specialisti del fresco” Ma la promessa è rispettata? 30

Parlando di promesse ai consumatori, quella de Il Gigante sembra assai interessante ed attuale. “Gli Specialisti del Fresco”: ecco infatti come si presenta la catena ai potenziali clienti. E, in effetti, per chi non sono importanti la qualità, la varietà, e - appunto - la freschezza dei prodotti che acquista? Una promessa, dunque, allettante, ma attenzione: quando si promette qualcosa, è ovvio, bisogna poi mantenerlo. La nostra visita a uno store di Milano “Gli Specialisti del Fresco”: così si presenta Il Gigante ai suoi potenziali clienti. Un posizionamento, oltre che interessante, anche estremamente attuale, vista la tendenza ormai consolidata degli shopper di tutto il mondo occidentale a dare sempre maggior preferenza ai prodotti freschi nei confronti di quelli a lunga conservazione. Attenzione però, quando si promette qualcosa, è ovvio, bisogna poi mantenerlo: questa è una delle regole base del marketing. Promettere e non mantenere, che in gergo viene definito “overpromise” è uno degli errori peggiori che si possono fare nel campo della comunicazione: significa creare consumatori insoddisfatti nelle loro aspettative. Il che è un peccato mortale, per chi vuole sviluppare un business profittevole. Vista la promessa, dunque, ci aspettiamo grandi cose dai reparti freschi dei punti vendita de Il Gigante. Ci aspettiamo qualità, convenienza, varietà e novità, in misura superiore a quelle offerte dai punti vendita concorrenti. D’altronde, se sei lo specialista del fresco, devi offrire qualcosa in più rispetto a chi non lo è, giusto? Con questo spirito e queste attese elevate visitiamo un punto di vendita a Milano città, in Via Lorenteggio. Entrando, ecco subito il reparto ortofrutta. Ampio, ben visibile, ben illuminato. Con un’esposizione lineare, ordinata. Sì, la varietà non manca, ci sono molte alternative per ogni tipologia di prodotto. Rarità: sono presenti anche molte delle (poche) marche FRUITBOOKMAGAZINE

ortofrutticole importanti. Questa è una cosa senz’altro positiva, visto il potere trainante dei brand famosi, in ogni area del supermercato, potere spesso misteriosamente ignorato da chi gestisce i reparti ortofrutticoli di tante catene di supermercati. Notiamo, inoltre, una buona offerta di prodotti particolari, dagli esotici alle mini angurie. Certo, probabilmente questa è un’area in cui risiedono tanti stranieri, che acquistano mango e platano con una frequenza sicuramente maggiore di noi italiani. Ma l’effetto è sicuramente positivo. Non può mancare una bella promozione, su tutto il reparto: su ogni 10 euro acquistati si riceve un buono spesa di 5 euro. Niente male. Proseguiamo poi per il reparto di quarta gamma: anche questo, ben ordinato e sistemato, con una discreta scelta di prodotto. Anche qui, forte presenza delle marche più rilevanti del settore. Tutto bene, quindi? Si, tutto bene. L’offerta è vasta, i prodotti di ottima qualità, le marche ben presenti, i prezzi giusti. Però da chi si proclama “specialista del fresco” ci saremmo aspettati qualcosina in più. In effetti, l’offerta ortofrutticola de Il Gigante non si discosta molto da quella dei suoi concorrenti, che non dichiarano così apertamente di puntare sul fresco. Ci saremmo aspettati un reparto con un merchandising magari un po’ speciale, con qualche esposizione particolare, o con un’offerta più ampia degli altri. In realtà, perlomeno guardando all’ortofrutta, tutto ciò non si nota granché. Questo può compromettere il fatturato del reparto? No, probabilmente no, perché in effetti il reparto appare ben gestito ed organizzato e c’è tutto quello che ci deve essere. Ma per chi, invece, consapevole di come si autodefinisce la catena, entra nel punto vendita con aspettative molto elevate, il reparto ortofrutta rischia di rivelarsi un po’ deludente. l N.13 l OTTOBRE 2015



innovazione |

Irene Forte

Bonduelle spinaci millefoglie eletto prodotto dell’anno 2015 32

L'innovazione Bonduelle nelle verdure surgelate soddisfa i consumatori puntando su qualità, praticità e gusto: spinaci Millefoglie è stato eletto prodotto dell’anno 2015 nella categoria vegetali surgelati, confermando l’azienda come punto di riferimento nell'innovazione tecnologica, di processo e di prodotto anche nelle verdure surgelate. Medaglia di bronzo per la gamma InPausa: Agita & Gusta e le nuove Cereallegre, nella sezione New Entry dei Brands Award I prodotti surgelati rappresentano una parte rilevante del fatturato di Bonduelle che, negli ultimi anni, si è orientata sempre più verso la realizzazione di soluzioni pronte all’uso, che garantiscono estrema rapidità di preparazione, ma allo stesso tempo il gusto e l’elevata qualità nutrizionale del prodotto fresco, ricco di vitamine e fibre. La tecnologia Millefoglie, per cui gli spinaci vengono scelti accuratamente e sovrapposti foglia su foglia, tagliati in sottili porzioni e immediatamente surgelati, è esclusiva ed unica sul mercato. Grazie a questo processo innovativo, gli Spinaci Millefoglie mantengono inalterate le loro peculiari caratteristiche di sapore, colore e consistenza anche dopo la cottura, solo 7 minuti in padella e 5 in forno a microonde. Le porzioni si scongelano velocemente, senza dover essere continuamente mescolate: in questo modo il prodotto è subito pronto per FRUITBOOKMAGAZINE

essere consumato come contorno oppure utilizzato per condire primi piatti e farcire pizze rustiche. Anche il packaging, una busta da 750 grammi, è stato pensato per adattarsi al meglio ai diversi format di punto vendita compresi quelli più piccoli. Per l’edizione 2015 del premio “Eletto Prodotto dell’Anno”, promosso da Marketing e Innovazione Italia, 12 mila consumatori sono stati chiamati a scegliere i prodotti che li hanno maggiormente soddisfatti, tra una selezione di referenze lanciate di recente sul mercato, e tra queste, nella categoria vegetali surgelati hanno premiato gli Spinaci Millefoglie Bonduelle, a riconoscimento dell’impegno costante e continuo nel seguire l’evoluzione dei gusti e delle abitudini alimentari degli italiani. Anche il comparto del fresco pronto al consumo ha riservato a Bonduelle delle soddisfazioni. Nel mese di luglio a Milano, si è svolta la premiazione dei Brands Award, promossa e organizzata da Gdoweek e Mark Up, con la collaborazione di IRI, Toluna e Blogmeter e patrocinata da GS1 Italy - Indicod. Brands Award da 16 anni premia le migliori “performance” annue di marca nei beni di largo consumo, che si basa su criteri di selezione delle marche oggettivi (dati di vendita IRI) e sul voto di una giuria composta da consumatori, una selezione di buyer/category/direttori acquisti della GDO e i risultati sui social media. Bonduelle è salita sul podio, al terzo posto, della sezione New Entry con la nuova gamma InPausa: Agita&Gusta e le nuove Cereallegre, gustose insalate fresche con cereali e verdure, perfette per una pausa pranzo completa e nutriente, e allo stesso tempo genuina e sfiziosa. l N.13 l OTTOBRE 2015



il libro |

Giancarlo Sbressa

Perché carboidrati e zuccheri minacciano il nostro cervello 34

Il benessere del nostro cervello, l’organo più potente e fragile dell’organismo, ogni giorno viene inconsapevolmente minacciato. Grano, zucchero e carboidrati, da sempre al centro della nostra alimentazione, sono i temibili responsabili delle malattie degenerative che affliggono milioni di persone in tutto il pianeta. David Perlmutter, affermato neurologo statunitense, ci spiega come conquistare lo stato di salute ottimale e vivere in autonomia oltre i 100 anni Di libri sull’alimentazione ne abbiamo letti tanti. Abbiamo imparato che non esiste una verità assoluta, che ogni nuova dieta va affrontata con prudenza e con la consapevolezza che, forse, non è quella giusta. Troppi interessi ci sono dietro al cibo. La Dieta Intelligente, per oltre un anno in testa alle classifiche americane con più di 500 mila copie vendute, è forse il libro che più ci ha colpito, per il suo essere controcorrente e per certi aspetti sconvolgente. L’autore è David Perlmutter, l’unico neurologo negli Stati Uniti che è anche un membro dell’American College of Nutrition. Qual’è la tesi del libro in estrema sintesi? Il destino dell’attività cerebrale non è segnata dai geni, bensì dal cibo che si consuma. Il vero colpevole di tutte le malattie degenerative, ovvero l’infiammazione, viene scatenata dai carboidrati, soprattutto da quelli che contengono glutine o un elevato livello di zucchero. Il pane, la pastasciutta, anche se integrali, così come la frutta, che è ricca di zucchero, danneggiano in modo significativo il cervello e la memoria. Il rimedio? Una dieta ad alto contenuto di “grassi buoni”, ideale per stimolare la crescita di nuove cellule cerebrali a qualsiasi età. Il libro non si ferma lì, propone anche un programma di quattro settimane per purificarsi e rimettersi in forma, con tanto di ricette e obiettivi settimanali che agevolano l’applicazione del programma. FRUITBOOKMAGAZINE

Leggendo il libro abbiamo segnato le frasi più significative. Nel 2011 uno studio ha posto in evidenza che il 31 per cento delle persone teme la demenza e il morbo di Alzheimer più della morte o del cancro. Le conseguenze sulla salute di ciò che mangiamo sono nascoste al grande pubblico, che è vittima dell’inganno di un’industria che La Dieta Intelligente, David vende alimenti Perlmutter, edizioni Mondadori, spacciati per “nu- 326 pagine, 19€ trienti” quando in realtà non lo sono. Diabete e disturbi cerebrali sono le patologie più costose e più deleterie degli Stati Uniti, eppure possono in larga misura essere prevenute tenendo conto di come sono correlate tra di loro: avere il diabete raddoppia il rischio di avere il morbo di Alzheimer. Il problema è che stiamo sfidando la nostra fisiologia con sempre più componenti ai quali non siamo geneticamente preparati: la dieta dei nostri antenati era fatta dal 75 per cento di grassi, il 20 per cento di proteine e il 5 per cento di carboidrati. Oggi la piramide alimentare e noti nutrizionisti consigliano una dieta fatta dal 60 per cento di carboidrati, il 20 per cento di grassi e il 20 per cento di proteine. Nulla di più sbagliato, Perlmutter non ha dubbi: una dieta a bassissimo contenuto di carboidrati ma ricca di grassi è l’ideale (stiamo parlando di non più di 60 grammi di carboidrati al giorno, la quantità contenuta in una porzione di frutta). E il glutine? Rappresenta per l’umanità la più grande e misconosciuta minaccia alla salute, è il tabacco della nostra generazione. Un libro da leggere e rileggere. l N.13 l OTTOBRE 2015



consumer watch |

Eugenio Felice

«Salvate il pianeta, mollate l’insalata, diventa ipercalorica» 36

Un articolo del Washington Post, ripreso da diverse testate internazionali e in Italia dal Corriere della Sera, a fine agosto, mette in guardia sul consumo di un alimento ritenuto insospettabile: l’insalata. Sarebbe costosa, avrebbe poche sostanze nutritive e un alto impatto ambientale per l’elevato consumo di acqua, finirebbe il più delle volte nella spazzatura e potrebbe diventare ipercalorica se riempita di tonno, uova e affini. Ma è proprio vero? I mezzi di stampa che vanno al grande pubblico sanno fare molto bene una cosa: disorientare. Sono capaci di dire tutto e il contrario di tutto. Oggi la frutta fa bene, domani è avvelenata e frutto dello sfruttamento dei lavoratori. Mangiate biologico, ma attenti potrebbe essere un falso. L’ultima arriva dal Washington Post - siamo alla fine del mese di agosto - dove la giornalista free lance americana Tamar Haspel si chiede “Why salad is so overrated?” (Perché l’insalata è così sopravvalutata?). Per noi la risposta è quasi scontata: perché è forse l’unico alimento considerato ancora in modo unanime salutare. È una domanda insomma che ci pare finalizzata solo a catturare l’interesse dei lettori e fare notizia. E infatti così è stato. Corriere della SeFRUITBOOKMAGAZINE

ra, il più importante quotidiano nazionale, ha dedicato pochi giorni dopo un’intera pagina a “I dubbi sul piatto estivo più virtuoso” che, virgolettato: “costa troppo, deperisce facilmente e può diventare ipercalorico”. Addirittura si associa l’insalata all’olio di palma, “criminalizzato da molti e, a dir la verità, salvato da altrettanti”. I problemi dell’insalata sarebbero che serve tanta acqua per produrla, costa troppo, ha un basso apporto di sostanze nutritive, spesso finisce nella spazzatura perché dura poco, può diventare più calorica di un hamburgher o di un piatto di pasta se aggiungiamo tanti condimenti e ingredienti. Ma come? Anche se aggiungiamo all’acqua dei cucchiaini di zucchero le calorie aumentano. Per produrla ci vuole tanta acqua e costa troppo: ma rispetto a cosa? Poche sostanze nutritive? Ma se è ricca di fibre, sali minerali e vitamine, oltre a saziare. E poi la deperibilità: è un alimento freschissimo, è ovvio che va mangiato in fretta. Di cosa stiamo parlando allora? Boh. Quindi come la avranno presa gli italiani? Facile immaginarlo: tanto vale mangiare di tutto e non fare rinunce. Basta leggere i commenti all’articolo pubblicati anche sul sito web dello stesso quotidiano. Ne riportiamo uno: “Insomma, niente insalata, niente pomodori, niente carne, niente dolci, niente bibite, niente latte, niente formaggi, niente di niente. Alla fine saremo tutti sani, depressi e anche un po’ morti di fame”. Noi restiamo convinti di una cosa: dietro questi messaggi c’è la mano della lobby dell’industria alimentare. l N.13 l OTTOBRE 2015



ingrosso |

Marco Zanardi

Caab, proseguono i lavori per la Fabbrica Italiana Contadina 38

Duemila imprese, di cui 600 emiliane, che verranno ospitate nella nuova area e quasi un migliaio di nuovi posti di lavoro destinati soprattutto ai giovani. Mentre proseguono senza sosta i lavori al Caab, ecco alcuni nuovi numeri di Fico-Eatalyworld, il parco dedicato alle eccellenze agroalimentari voluto da Andrea Segrè, presidente del Caab di Bologna, e Oscar Farinetti, patron di Eataly. Se tutto procede senza intoppi, potrebbe aprire nel maggio del 2016 “Fico è una grande opportunità per Bologna e per il racconto dell’agroalimentare italiano”, ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che ha incontrato durante la Festa dell’Unità di Bologna, sul finire di agosto, i vertici di Fico e del Caab. Pur con dei rallentamenti, i lavori proseguono spediti e il grande parco, investimento stimato in 40 milioni di euro su una superficie di 80 mila metri quadri, dovrebbe aprire i battenti nel maggio del 2016, in ritardo di 6-8 mesi rispetto a quanto previsto in origine. “Stiamo lavorando molto, faremo tutto il possibile per arrivare in tempo. I ritardi? Mese più o mese meno non fa differenza, non sarà la fine del mondo”, ha dichiarato Oscar Farinetti, patron di Eataly e ideatore con Andrea Segrè del parco agroalimentare che FRUITBOOKMAGAZINE

sorgerà al Caab, il Centro agroalimentare di Bologna. E il mercato ortofrutticolo che fine farà? Prima la struttura era decisamente sovradimensionata, ora gli operatori rimasti saranno spostati in un’altra struttura, sempre all’interno del Caab. “Stiamo disegnando il parco”, ha aggiunto Farinetti, sorpreso tra i capannoni del mercato a inizio settembre. “Sarà una realizzazione straordinaria. Stiamo definendo la presenza del produttore Antica Ardegna, che a Fico farà il culatello. Ci saranno sei aree chiuse, con filmati e ologrammi che racconteranno il rapporto dell’uomo con il fuoco, l’agricoltura, gli animali, il mare, più una parte sul passaggio dalla terra alla bottiglia per vino, birra e olio. Con testimoni che vanno da Plinio a Hemingway. Noi stiamo facendo tutto il possibile per aprire nella primavera - estate 2016 ma se slitterà un po’, pazienza, in Italia bisognerebbe smetterla di fare polemiche. A New York Eataly deve aprire un secondo negozio ma ci sono sei mesi di ritardi: nessuno fa polemiche. Mese più mese meno non cambia nulla. Sarà bellissimo, tranquilli. E poi sarà l’unico mercato al mondo dove si gira in bici, con biciclette a tre ruote con carrello davanti e frigo dietro, per poter fare acquisti e fermarsi alle degustazioni. Ci saranno semafori, strade, sensi unici. Dovremo fare un gran lavoro. Vogliamo spiegare come si passa dai campi alla tavola. Conosceremo i 150 tipi di grano italiani vedendo le spighe nei campi, poi come vengono lavorate nel mulino e infine al mercato per comprare la pasta o al ristorante per mangiarla. E lo stesso vale per olio, vino e pomodoro. Dobbiamo attirare una marea di studenti per trasmettere loro un po’ d’orgoglio per il nostro Paese e far capire ai turisti, stranieri e italiani, tutta la ricchezza della nostra agricoltura”. l N.13 l OTTOBRE 2015


La Coop. VIVO di Cesena è l unica azienda in Europa a produrre oltre 50 varietà di germogli freschi anche biologici, in un unico stabilimento posto a Cesena nella ormai famosa food valley romagnola. L alta qualità e la notevole aumentata shelf-life rispetto al prodotto di importazione hanno fatto dei germogli VIVO un prodotto di vera eccellenza ricercato sui mercati italiani ed esteri per queste sue caratteristiche sia dagli chef che dai gourmet.

VIVO Soc. Coop. Agr. Via MONTALETTO, 2446 - 47522 CESENA - Tel 0547.322117 Fax 0547.321245 Mob 335.5914389 339.7029457 www.gerrmoglivivo.it e-mail info@germoglivivo.it


marketing |

Maurizio Pisani

Dop, Igp e origine: come fare in modo che funzionino? 40

Una delle regole di base del marketing è che ogni marca che aspiri ad avere successo si deve differenziare dalle altre, agli occhi di chi acquista. Ma come differenziare prodotti apparentemente così simili come quelli ortofrutticoli? Ci sono sicuramente tante maniere per farlo. L’origine geografica del prodotto è forse uno dei modi più ovvi di procedere in questa direzione. Ma attenzione, quasi sempre non è sufficiente, il plus dell’origine va spiegato Non abbiamo tanti prodotti DOP e IGP e decine di consorzi di tutela in ortofrutta, che dovrebbero proprio assolvere questa funzione? In effetti, l’origine geografica è un ottimo spunto per differenziare un prodotto dai suoi concorrenti. Ci sono molti esempi di successo, in Italia e nel mondo. C’è però un problema: comunicare l’origine geografica particolare, nella maggior parte dei casi, non basta. Certo, qualche zona ha già in sé dei valori talmente forti da non richiedere null’altro che una sua chiara indicazione. Pensiamo a quanto valore aggiunge, all’estero, la provenienza italiana di un prodotto: un valore immenso, che genera, purtroppo, il fenomeno dell’Italian sounding. O alle tante regioni o aree italiane la cui specializzazione in certi pro-

dotti è già nota ed apprezzata dai consumatori. In questi casi, si è fortunati, e può bastare la semplice indicazione della zona di origine di un prodotto per aggiungere valore all’offerta. Ma in molti altri casi dichiarare la provenienza non è una condizione sufficiente per attribuirgli più valore. Perché? Perché alla maggior parte dei consumatori non importa che una pesca venga da una certa zona dell’Italia o da un’altra, se non gli spieghiamo perché una determinata origine permette di avere prodotti migliori. Nemmeno interessa che un prodotto sia garantito DOP o IGP, se non capisce esattamente perché dovrebbe essere diverso e migliore dei suoi concorrenti, che magari sono DOP o IGP pure loro. Dunque, se si vuole puntare sul territorio di origine per differenziare un prodotto, e quindi venderlo ad un prezzo auspicabilmente superiore, nella maggior parte dei casi bisogna saperci lavorare sopra. Bisogna raccontare ai consumatori che nella zona di produzione di quel prodotto ci sono caratteristiche del terreno tali da rendere l’uva più dolce, o il sole è talmente forte da dare un colore migliore alla verdura. Bisogna cioè spiegare perché l’origine geografica rende quei prodotti diversi e migliori. Come comunicare tutto ciò? Usando gli strumenti che il budget consente: un buon packaging, un sito ben organizzato, una presenza attiva sui social media, un’attività di PR efficace, una campagna pubblicitaria. E ricordandosi che nella comunicazione il successo non arriva dall’oggi al domani, ma ci vuole una buona costanza.

ORIGINE = VALORE?

FRUITBOOKMAGAZINE

l N.13 l OTTOBRE 2015


Sweet passion

Da Jingold, leader italiano nella produzione di kiwi a polpa gialla, una selezione di kiwi di qualitĂ superiore, controllati dalla coltivazione alla vendita e scelti con cura dai nostri agricoltori.

JINGOLD, DOLCE DI NATURA.

jingold.it


mens sana |

Marta Baldini (dietista)

Chi vince tra centrifuga ed estrattore a freddo? 42

Gli estratti di succhi vivi di frutta e verdura rappresentano una benzina verde subito pronta e assimilabile per l’organismo e secondo le ultime tendenze e indicazioni, sono dei veri e propri concentrati di salute. Grazie alla presenza di amminoacidi, i mattoni che costituiscono le proteine, sali minerali, enzimi e vitamine, i succhi estratti da frutta e verdura sono dei rigeneratori del corpo umano, da consumarsi in ogni momento dell’anno Proteggono le cellule da stress ossidativo, fanno splendere la pelle, proteggono gli organi da modificazioni tessutali, riattivano l’intestino pigro, migliorano la microcircolazione, regalano energia e in qualche modo, possono essere un aiutino alla perdita di peso. La cosa più importante per godere appieno di tutti questi benefici, è che i succhi vivi siano estratti nel modo corretto, utilizzando estrattori capaci di mantenerne attive le loro preziose proprietà (cioè estrattori a freddo), consumati all’istante (per evitare l’ossidazione) e prodotti con alimenti freschi e biologici, ancora meglio se di stagione. Si deve a Norman Walker, pioniere del crudismo, la diffusione dei succhi estratti a freddo, in particolare grazie al suo libro Fresh Vegetable and Fruit Juice, secondo FRUITBOOKMAGAZINE

il quale l’utilizzo dei succhi di frutta derivati da estrattori permettono al colon di mantenersi sano e pulito e di rigenerare l’organismo sia dal punto di vista fisico che psicologico. I succhi freschi sono, infatti, come dei “costruttori” e rigeneratori del corpo, forniscono alle cellule la “materia viva” che le rigenera e fortifica. I succhi vanno bevuti subito, altrimenti si attua un processo di ossidazione che li farà deperire in poco tempo, e quindi ne verranno perse le proprietà nutrizionali e curative. Esistono differenze tra centrifuga ed estrattore a freddo? Pochissime differenze, ma la più importante è la velocità di rotazione delle lame della centrifuga notevolmente superiore rispetto a quelle dell’estrattore. Quindi per via dell’alta velocità, la temperatura raggiunta dalla frutta e dalla verdura in una centrifuga può arrivare a superare i 70° distruggendo parte delle sostanze nutritive presenti nel succo. Un grosso svantaggio dell’estrattore rispetto a una centrifuga, d’altra parte, è legato al costo. Infatti, una centrifuga di qualità buona si può acquistare con meno di 100 euro, mentre i prezzi degli estrattori partono da almeno 150 euro, per arrivare a 1.000 e oltre in alcuni casi. Ma attenzione, non esagerate con gli zuccheri; infatti, i succhi fatti con la sola frutta ne contengono molti, seppur naturali, quindi potrebbe essere sconsigliabile bere sempre succhi. Meglio prediligere o alternare con succhi di verdura e magari aggiungere un po’ di zenzero. Infine è bene sottolineare che vanno bevuti da soli: i succhi di frutta e verdura mal si combinano con proteine o amidi e nei sistemi digerenti poco preparati possono causare problemi come fermentazione e gas. Meglio consumarli da soli e aspettare almeno una mezz’ora prima di ingerire altri alimenti. l N.13 l OTTOBRE 2015




Il futuro del made in Italy della frutta passa dall’Asia Le impressioni raccolte ad Asia Fruit Logistica (Hong Kong) Eugenio Felice

Si è svolta a inizio settembre Asia Fruit Logistica, la più importante fiera asiatica di settore, con più di 500 espositori e una crescita della presenza italiana del 40 per cento. Con l’Europa che fatica a uscire dalla crisi, questi sono mercati dal grande potenziale. Non mancano però le criticità, come le barriere fitosanitarie - in Cina ad esempio possono entrare solo i kiwi - e la debolezza commerciale dell’offerta italiana. Opera intanto inizia a promuovere la Abate a Hong Kong “Cosa è cambiato negli ultimi 20 anni? Una volta venivano americani ed europei a fare acquisti, ora vengono i cinesi”. A confessarcelo è un rivenditore di orologi di lusso che si trova all’interno dell’International Financial Center, uno dei tanti centri commerciali di Hong Kong. Nel raggio di pochi metri si trova il meglio dell’offerta dell’alta orologeria svizzera. Praticamente tutte le manifatture, ognuna con il suo negozio monomarca. Eh sì, i tempi sono cambiati. Qui non esiste l’imposta sul valore aggiunto, eppure i listini sono più alti rispetto all’Europa. Sconti? Nessuno. Non ce n’è bisogno: qui l’economia tira, la marginalità è più alta e la crisi dei Paesi occidentali appare come una cosa molto lontana. Il potere economico ormai è sempre più orientato verso l’Asia mentre l’Europa flette dolcemente sotto il peso delle tasse, del costo del lavoro,

della burocrazia e di una popolazione sempre più anziana. C’è un rovescio della medaglia: il maggior potere di acquisto degli asiatici, cinesi in particolare, ha comportato una maggiore richiesta di beni di consumo provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti. Agli asiatici piace lo stile di vita occidentale. Vestirsi come gli occidentali, guidare le auto occidentali, cibarsi come gli occidentali. Ed ecco che per il mondo della frutta si è aperta una grande opportunità. Se 10 anni fa si temeva l’invasione di mele cinesi, in realtà queste non sono mai arrivate mentre l’import di frutta della Cina è più che decuplicato in vent’anni ed è destinato a crescere ancora a ritmi sostenuti nel prossimo futuro. Ma è tutta l’area che va dall’India all’Estremo Oriente che rappresenta, anche per il settore frutticolo italiano, una enorme opportunità di business.

Nella foto a lato, un punto vendita di ParknShop, nel distretto di Soho, a Hong Kong. È con Wellcome la più grande catena distributiva della metropoli, con oltre 300 negozi, compresi alcuni a Macao e altri in Cina. Tra le sue insegne c’è anche Taste. Buona parte della vendita di frutta e ortaggi nella città è ancora nelle mani di piccoli commercianti che vendono in strada.

FRUITBOOKMAGAZINE

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Alla nona edizione di Asia Fruit Logistica hanno partecipato come espositori 54 aziende italiane su un totale di 574. Al primo posto i cinesi con 105 aziende, al terzo l’Egitto con 36. Nel complesso i visitatori sono stati 9.200, provenienti da 70 differenti Paesi. L’area espositiva è stata di 20 mila metri quadrati, in un unico grande padiglione, all’AsiaWorld-Expo, un centro fieristico moderno e funzionale, adiacente all’aeroporto internazionale di Hong Kong. Il giorno precedente la fiera, il primo settembre, si è tenuto l’Asiafruit Congress, con 350 delegati.

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ASIA, 20 ANNI DI CRESCITA NELL’IMPORT DI FRUTTA 10.000.000

8.000.000

INDIA

SINGAPORE

FILIPPINE

TAIWAN

THAILANDIA

SUD COREA

MALESIA

GIAPPONE

INDONESIA

HONG KONG (escl. Cina ri-export) CINA ( incl. via HK)

6.000.000 CRISI FINANZIARIA GLOBALE

CRISI FINANZIARIA ASIATICA

4.000.000

2.000.000

0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: UN Comtrade, elaborazione Fresh Intelligence

Asia Fruit Logistica sugli scudi. Non deve stupire quindi che da ormai qualche anno l’Italia è la seconda presenza, dietro i padroni di casa, alla fiera più importante che si tiene nel continente. Quest’anno gli espositori nostrani hanno supeFRUITBOOKMAGAZINE

rato per la prima volta le 50 unità, segnando un +40 per cento sul 2014. Non solo esportatori di frutta, ma anche aziende della filiera, in particolare legate agli imballaggi o ai macchinari. La fiera, giunta alla nona edizione, non è per

nulla paragonabile alla sorella maggiore di Berlino. Sono dimensioni completamente diverse. Si tratta infatti di un unico padiglione da 20 mila metri quadrati di superficie per 574 espositori e poco più di 9 mila visitatori. Ma sono l N.13 l OTTOBRE 2015


Importazioni di frutta fresca milioni di tonnellate

1995

milioni di tonnellate

2014

20 anni crescita %

crescita (milioni di tonnellate)

5,3

10,0

87%

4,7

EUROPA (27)

18,0

28,3

58%

10,4

ASIA

4,1

9,2

125%

5,1

STATI UNITI

20 anni

Fonte: UN Comtrade, elaborazione Fresh Intelligence

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Durante l’Asiafruit Congress che si è svolto il primo settembre a Hong Kong sono state rilasciate delle statistiche sul continente asiatico. La Cina rimane il Paese più importante dell’area in termini di scambi commerciali: le importazioni di frutta nel 2014 sono cresciute del 23 per cento e hanno raggiunto 3,4 milioni di tonnellate. I frutti più importati sono banane, dragon fruit, longan, durian e meloni. Il maggiore potenziale per i prossimi 10 anni lo hanno questi mercati: Cina, Indonesia, India, Korea e Myanmar (Birmania).

anche ritmi diversi e prospettive diverse. La fiera, giunta alla nona edizione, è focalizzata sull’area che va dal Medio all’Estremo Oriente ed è fortemente orientata al business, ma con un ritmo più rilassato rispetto a Berlino. Una bella fiera insomma, che cade a meno di sette mesi da Fruit Logistica. Peccato che sia un mese decisamente congestionato a livello fieristico, tra Macfrut, Sana e il World Food di Mosca. Italia, quale potenziale? La presenza italiana in fiera, fatta in ordine sparso come da tradizione, - con la bella eccezione per la collettiva organizzata dal CSO, che ha contato quest’anno 14 imprese e una superficie di 135 metri qual N.13 l OTTOBRE 2015

drati - potrebbe sembrare del tutto sproporzionata rispetto al peso delle esportazioni italiane nell’area, che sono ancora a dir poco trascurabili e fatte per lo più di kiwi diretti in Cina e mele in India. Per capirlo basta sfogliare lo “statistics handbook” consegnato durante l’Asiafruit Congress, dove gli italiani, sempre come da tradizione, erano pochissimi: tre compreso chi scrive. Ebbene, dei 10 Paesi analizzati, considerando i frutti più importati per Paese e le provenienze, l’Italia figura solamente su Taiwan per il prodotto kiwi (4.500 tonnellate su un totale di 32 mila).

Per tutti gli altri Paesi e prodotti l’Italia vale una percentuale di prodotto insignificante. La presenza italiana va vista però in prospettiva: siamo dopo tutto tra i più importanti produttori di mele, kiwi, pere e uva da tavola e le importazioni, soprattutto di alcuni Paesi (si veda il box sopra), sono destinate a salire. Abbiamo davanti però due ostacoli quasi insormontabili. Manca da una parte la forza commerciale, essendo l’offerta frammentata su una moltitudine di imprese. Non c’è poi, dall’altra, il sostegno politico, fondamentale per poter stringere accordi bilaterali per aprire alla frutta italiana nuovi mercati e opportunità. In Cina, ancora oggi, ad esempio, possono entrare solo i kiwi. FRUITBOOKMAGAZINE


Finora i mercati di rilievo per la pera sono stati “l’Italia, la Germania e la Francia. Ora bisogna svilupparne di nuovi. In Asia abbiamo buone chance. Bisogna far capire che la Abate è una valida alternativa alla Conference belga per gusto e aspetto ” Gabriele Ferri (dir. comm.le Naturitalia e Opera)

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CINA: le importazioni di frutta e ortaggi Volume (tonnellate) FRUTTA FRESCA

2014

differenza*

percentuali

1.127.168

119,0%

33,2%

Dragon Fruit

603.876

12,1%

17,8%

Longans

326.079

-10,7%

9,6%

Durians

315.476

-2,0%

9,3%

Meloni

214.627

-22,6%

6,3%

Uva

211.000

13,9%

6,2%

Arance

90.320

2,9%

2,7%

Mango & Mangosteen

89.164

-35,6%

2,6%

Ananas

70.216

78,0%

2,1%

Ciliegie

65.063

73,3%

1,9%

Kiwi

62.830

30,2%

1,9%

Altri

219.047

Banane

TOTALE

6,5%

3.394.866

22,6%

100%

ORTAGGI FRESCHI

2014

differenza*

differenza*

Zucche & squash

1.605

5,9%

71,2%

Volume (tonnellate)

Lattuga

386

17,1%

Carote

114

5,1%

Altri

150

6,7%

TOTALE

6,4%

2.255

*

100%

2014 vs 2013

Fonte: Asiafruit congress

Jingold, Opera e Origine Group. Sul fronte organizzazione comunque dei segnali di vitalità ci sono. Jingold è un bellissimo esempio di successo: con la commerciale Naturitalia, grazie a una varietà esclusiva a polpa gialla - gli asiatici prediligono i gusti dolci - è forse l’unica azienda italiana ad aver FRUITBOOKMAGAZINE

fatto un preciso piano di marketing, anche sul consumatore finale, per penetrare e affermarsi su questi mercati. Non a caso lo stand italiano più bello e originale ad Asia Fruit Logistica anche quest’anno è stato quello di Jingold. Le male lingue dicono che funziona perché è la soluzione “b” a Zespri. Poco

importa, l’importante è che funzioni. Secondo noi è un complimento. Tutta l’esperienza accumulata da Naturitalia e Jingold andrà ora a beneficio di Opera, il nuovo consorzio diretto da Luca Granata finalizzato a valorizzare le pere italiane nel mondo. “Il giudizio sulla fiera è sempre estremamente positivo: in tre giorni incontriamo tutti i nostri clienti asiatici. Questo per noi è il secondo mercato dopo l’Europa, vale un buon 20 per cento del fatturato”, ci ha riferito Moreno Armuzzi, che di Jingold è il responsabile marketing. “In Asia esportiamo kiwi dalla fine degli anni ’80. A parte questo frutto, vedo delle chance per susine, mele e pere. Mi riferisco non alla nostra singola realtà ma al sistema Italia. Il nostro obiettivo è posizionare un paniere di prodotti, con una presenza a scaffale più ampia e per più tempo. Anche perché questo interessa alle catene distributive. Per quanto riguarda Opera, faremo già da quest’anno importanti attività di marketing con uno dei maggiori retailer di Hong Kong e a ruota seguirà Singapore. Bisogna far capire ai consumatori asiatici che la Abate è una valida alternativa alla Conference belga, per qualità organolettiche e aspetto”. Parole di Augusto Renella, responsabile marketing Naturitalia e Gabriele Ferri, direttore commerciale Naturitalia e Opera. Intanto anche Origine Group sta preparando il suo piano per l’Asia.

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Rod Hill: «La Cina crescerà ancora nelle importazioni. Dall’Italia solo kiwi, ma...» La possibilità di accedere al mercato è la chiave di tutto Eugenio Felice

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Rod Hill è il general manager import di una delle maggiori aziende cinesi attive nell’importazione e distribuzione della frutta, con partner di prima grandezza come Zespri e Capespan. Lo abbiamo intervistato durante Asia Fruit Logistica. L’Italia? Può trovare una domanda forte per uva da tavola, mele e pere, oltre al kiwi che crescerà ancora, ma va prima superato l’ostacolo fondamentale: le barriere fitosanitarie che impediscono a questi frutti di entrare sul mercato

ta da società di trading a gruppo integrato con divisioni impegnate nella produzione, nel packaging, nella conservazione, nell’import-export e nella distribuzione sia all’ingrosso che al dettaglio. Tra i clienti ci sono sia catene di supermercati che di negozi specializzati, così come società specializzate nel commercio elettronico. Nel 2010 il 25 per cento della società è stato acquistato da Capespan. Golden Wing Mau è anche il maggiore distributore di Zespri nel Sudest della Cina. Rod Hill è da fine agosto il general manager import, incarico che aveva già avuto fino all’ottobre 2014, quando tornò nel Regno Unito per lavorare a specifici progetti per GWM. Precedentemente aveva lavorato per Capespan. Ecco la nostra intervista esclusiva.

Lo abbiamo conosciuto anni fa all’Asiafruit Congress di Hong Kong, la conferenza che si teneva fino a pochi anni fa alla mattina negli stessi giorni di Asia Fruit Logistica (che invece si svolgeva solo al pomeriggio). Ci eravamo un po’ sorpresi: un omone del genere, europeo, che lavora per un importatore cinese. Allora non sapevamo nemmeno che si trattava di una delle aziende cinesi più importanti nell’attività di importazione di frutta, così come non sapevamo dell’influenza di Rod Hill. Ma andiamo con ordine. Il gruppo cinese Golden Wing Mau (GWM), che proprio quest’anno ha vinto il titolo di “Importatore dell’anno” è stato fondato nel 1998 nella città di Shenzhen, a meno di due ore di treno da Hong Kong, da sempre porto strategico di accesso alla Cina. In poco tempo è passa-

Avete appena vinto il premio come migliore importatore cinese. Ma siete anche i più grandi? RH: Nessuno oggi può dire di essere il più grande importatore della Cina senza definire prodotti e provenienze, senza specificare cioè di che tipo di importazione stiamo parlando. Ma lo sa che il frutto di gran lunga più importato in Cina sono le banane? Oltre 1 milione di tonnellate. Seguono tre frutti tipicamente asiatici: dragon fruit, longan e durian. Golden Wing Mau è certamente uno dei maggiori importatori asiatici di kiwi e mele della Nuova Zelanda; importiamo volumi importanti da Sudamerica, Sudafrica, Australia e Stati Uniti. Ci sono poi i frutti che vengono dal Sudest Asiatico: importiamo durian, dragon fruit, mangosteen e tutti i tipi di frutta esotica. Le banane sono un business relativamente nuovo per noi. Per tornare alla sua domanda quindi, diciamo che escludendo le banane potremmo essere tra i tre più grandi importatori di

FRUITBOOKMAGAZINE

l N.13 l OTTOBRE 2015


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Al centro in camicia bianca Rod Hill, general manager import di Golden Wing Mau, assieme ad alcuni fornitori, nello stand di Asia Fruit Logistica. In passato ha lavorato per Capespan. Nella foto dell’altra pagina, il presidente e ceo Mau-Wah Liu mentre riceve il premio come migliore importatore dell’anno, assieme a Chris White di Eurofruit e Gérald Lamusse di Fruit Logistica.

frutta della Cina. Ma la classifica ci interessa poco. Noi pensiamo a fare bene il nostro lavoro e per questo ci impegniamo ogni giorno per far crescere e migliorare l’attività di importazione a livello globale. Quali sono a suo avviso i frutti che cresceranno di più nell’importazione nei prossimi cinque anni? RH: Sono fiducioso che la Cina continuerà a crescere nell’importazione di frutta. Questo trend riguarderà tutti i principali frutti. Quindi anche frutta che si produce in Italia, come kiwi, uva da tavola, mele, agrumi e frutta a nocciolo. La crescita sarà comunque determinata dalla possibilità di accedere al mercato cinese: i protocolli negoziati con la Cina apriranno nuove opportunità, come nel caso dell’avocado del Cile e del Perù che vedremo crescere parecchio nei prossimi anni, anche perché parte da una piccola base. L’accesso al mercato è la chiave di tutto. l N.13 l OTTOBRE 2015

Cosa importa Golden Wing Mau dall’Italia e quali prospettive vede per il prodotto made in Italy? RH: Il solo frutto italiano che ad oggi può accedere al mercato cinese è il kiwi, che per noi è un prodotto importante, che ci aspettiamo continuerà a crescere, pur non essendo certamente tra i frutti più importati in Cina. Siamo anche partner di Zespri e nel periodo che va dall’inverno alla primavera importiamo e distribuiamo prodotto italiano. Ritengo che ci siano molte opportunità per la frutta italiana, in particolare per l’uva da tavola, le mele e le pere. Ma tutto dipende dalla capacità delle autorità italiane di negoziare con le autorità cinesi dei protocolli per permettere a questi prodotti di accedere al mercato cinese. Sono convinto che l’Italia sia ai massimi livelli nella produzione di frutta. Le caratteristiche che cerca il mercato sono fondamentalmente tre: l’aspetto esteriore, che comprende anche il modo di confezionare la frutta, le qualità organolettiche e quindi il gusto, per finire con la “consistency”, quindi la consistenza e croccantezza della frutta. Oggi l’Italia ha una quota irrilevante del mercato cinese, ma sono sicuro che se saprete spingere per trovare degli accordi commerciali per acedere al mercato troverete una domanda piuttosto forte.

FRUITBOOKMAGAZINE


VOG, 70 anni di storia bastano per vincere? La sfida di dare un reddito soddisfacente ai quasi 5 mila soci Eugenio Felice

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Fondato nel 1945, il Consorzio melicolo di Terlano festeggia sette decenni di dedizione alla frutticoltura in Alto Adige. Fu la situazione disperata di quegli anni e la necessità di ripartire per non soccombere che spinse nove cooperative a unire le forze. Oggi il VOG è il più grande produttore di mele in Europa, con un output di oltre 600 mila tonnellate e un fatturato sopra i 400 milioni. Le dimensioni però non bastano: le priorità si chiamano innovazione e nuovi mercati “Come è andata la passata campagna? Abbiamo lavorato per perdere i soldi. Non abbiamo nemmeno coperto i costi di produzione. La melicoltura oggi non è sufficiente a mantenere una famiglia, bisogna integrare il reddito e per questo da qualche anno ci siamo attrezzati trasformando il nostro maso in un agriturismo. Speriamo in campagne più favorevoli”. A parlare è un produttore di 13 ettari quindi molto sopra la media che è di poco superiore ai due ettari - di una delle sedici cooperative del consorzio VOG, che è a sua volta il più grande polo di produzione di mele in Europa, con un output di 680 mila tonnellate e un fatturato di 450 milioni di euro, che ne fa anche una delle prime dieci realtà economiche dell’Alto Adige. Va detto che la campagna 2014-15 è stata una delle peggiori di sempre, con una produzione record in Europa e la chiusura del mercato russo. La campagna da poco iniziata non dovrebbe andare molto meglio: il raccolto è stato di nuovo abbondante e l’estate molto calda ha provocato qualche problema qualitaFRUITBOOKMAGAZINE

tivo ai frutti, soprattutto nelle zone di pianura. Ma i fattori climatici tutto sommato sono quelli che preoccupano meno. Il fatto è che i mercati tradizionali, a partire da quello tedesco, consumano molto meno prodotto italiano rispetto a 10 o 20 anni fa e al tempo stesso sono aumentati i competitor, a partire dai Paesi dell’Europa dell’Est e dell’ex blocco sovietico, dove ci sono enormi investimenti in corso. Il Nord Africa poi, che negli ultimi anni è diventato per le mele italiane un grande acquirente, continua a essere instabile e poco sicuro, mentre non ci sono segnali che il mercato russo possa riaprirsi (e comunque il rublo ha perso in due anni il 45 per cento del suo valore nel cambio con l’euro). L’avventura americana poi è stata deludente, sia per le mele che per le pere, e quasi sicuramente non andrà avanti. Sui nuovi mercati, poi, come l’Asia, c’è un certo ritardo e probabilmente non

Qui sopra lo staff del VOG di Terlano. Nato nel 1945, commercializza oggi un terzo del raccolto italiano di mele e riunisce 16 cooperative, di cui una dedicata al biologico. Nel 1990 la separazione di 10 cooperative della Val Venosta, oggi riunite nel consorzio VI.P.

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ci sono nemmeno le varietà adatte. Tutto nero quindi? Non proprio. In Alto Adige, ma anche in alcune zone del Trentino e del Piemonte, si trovano i magazzini più avanzati del mondo nella lavorazione delle mele, che crescono in condizioni ideali e con le più avanzate tecniche colturali. Ci sono insomma le condizioni ideali per avere dei frutti eccellenti. Del resto 70 anni di storia, che sono quelli che festeggia quest’anno il VOG, vorranno pur dire qualcosa. Si tratta solo di valorizzare i punti di forza e andare a scovare tutte le opportunità che il mercato globale sa offrire. l N.13 l OTTOBRE 2015

70 anni di cooperazione. È il 24 agosto 1945 la data ufficiale che segna la nascita del VOG, il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige, divenuta oggi la più grande organizzazione per la commercializzazione delle mele in Europa. “Il sistema delle cooperative, che in Alto Adige conosce una tradizione ben più antica dei settant’anni del Consorzio VOG, è strettamente legata allo sviluppo dell’agricoltura della nostra terra ha spiegato Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio, durante la conferenza stampa di fine agosto. “La struttura commerciale basata FRUITBOOKMAGAZINE


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1978 Quantità di conferimento

Esportazioni Golden Delicious: 49,8%

Italia: 53,3%

Morgenduft: 19,3%

Germania: 34,1%

Jonathan: 18,5%

Austria: 8,2%

Red Delicious: 7,6%

Gran Bretagna: 1%

Gravensteiner: 1,5%

Benelux: 0,9%

Winesap: 1,2%

Francia: 0,8%

Diverse: 1,1%

Diverse: 0,5%

Granny: 1%

Danimarca: 0,4% Svizzera: 0,2%

2013 Quantità di conferimento

Esportazioni Golden Delicious: 29,0%

Italia: 37,4%

Gala: 18,9%

Germania: 21,5%

Braeburn: 10,6%

Diverse: 11,4%

Granny: 9,6%

Scandinavia: 7,5%

Red Delicious: 9,5%

Spagna&Portogallo: 6,7%

Fuji: 9,5%

Libia: 5,5%

Pink Lady: 6,9%

Gran Bretagna: 4,6%

Diverse: 6,0%

Benelux: 3,1% Danimarca: 1,1% Grecia: 0,5% Francia: 0,3% Malta: 0,3% Austria: 0,1%

su di esse non solo ha garantito la sopravvivenza delle piccole aziende frutticole, prevalentemente a conduzione familiare, ma ha reso inoltre possibile nel corso degli anni l’evoluzione verso una coltivaFRUITBOOKMAGAZINE

zione delle mele specializzata, moderna e competitiva, in grado di raggiungere un altissimo livello qualitativo”. “Il 2010 ha segnato una tappa fondamentale della nostra strategia aziendale: la com-

mercializzazione è stata centralizzata nel Consorzio VOG. L’obiettivo è quello che sempre ci ha guidato anche nel passato: rafforzare la nostra competitività sul mercato, per garantire ai nostri associati anl N.13 l OTTOBRE 2015



La coltivazione delle mele VOG segue le direttive per la produzione integrata. Dopo la raccolta, eseguita rigorosamente a mano, le mele vengono conferite ai magazzini delle cooperative associate e stoccate in celle ULO (ultra low oxygen) che ne assicurano la perfetta conservazione fino all’estate.

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UE-28: PRODUZIONE DI MELE PER NAZIONE x 1000 tons

Nazione

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

Austria

163

193

159

185

169

199

157

155

188

Belgio

358

358

336

344

288

305

220

220

Croazia

48

40

49

60

89

83

59

96

160

113

157

145

103

79

118

27

32

26

24

21

20

Repubblica Ceca Danimarca Francia

2014 F2015

(1)

(2)

179

-5

7

326

258

-21

1

62

101

63

40

121

131

151

15

22

18

23

26

24

-8

7

1.585

1.676

1.528

1.651

1.579

1.701

1.169

1.576

1.444

1.594

10

14

Germania

948

1.070

1.047

1.071

835

953

972

804

1.116

885

-21

-8

Grecia

267

236

231

224

254

305

242

236

245

236

-3

-1

Ungheria

480

203

583

541

488

301

750

585

920

618

-33

-18

Italia

1.991

2.196

2.164

2.237

2.179

2.293

1.939

2.122

2.456

2.328

-5

7

Lettonia

32

31

34

13

12

8

9

15

10

9

-10

-21

Lituania

100

40

74

74

46

49

39

40

27

37

37

5

Olanda

348

396

376

402

334

418

281

314

353

330

-7

4

Polonia

2.250

1.100

3.200

2.600

1.850

2.500

2.900

3.170

3.750

3.750

0

15

Portogallo

258

258

245

274

251

265

221

284

272

291

7

12

Romania

417

362

329

379

423

412

351

387

382

351

-8

-6

31

10

42

48

32

33

36

42

46

41

-11

-1

Slovacchia Slovenia

71

80

68

64

66

73

45

56

68

72

6

28

Spagna

547

599

528

470

486

507

391

464

505

486

-4

7

Svezia

20

16

18

18

20

17

14

17

16

21

31

34

174

196

201

212

214

226

162

204

225

211

-6

7

9.740 10.746 10.095 10.929 12.568 11.974

-5

7

UK TOTALE

10.275

9.206 11.395 11.008

(1) Differenza percentuale tra F2015 e 2014 (2) Differenza percentuale tra F2015 e media 2012 - 2014

che per i prossimi decenni un futuro”, ha spiegato il direttore. “Il VOG - ha aggiunto il presidente Georg Kössler - non è un ufficio a Terlano ma un consorzio di 16 cooperative che si muovono insieme come una grande famiglia. Siamo riusciti a rendere la mela dell’Alto FRUITBOOKMAGAZINE

Adige un prodotto sinonimo di alta qualità a livello mondiale. Abbiamo potuto scrivere questa storia di successi soltanto grazie alla collaborazione dei 4.938 soci del consorzio, che in tutti questi anni ci hanno dato la loro fiducia. A loro diciamo grazie. Continuare a scrivere questa storia di successo anche nel futuro è la nostra missio-

ne. Continueremo a investire sulle qualità organolettiche delle mele, che dovranno sempre essere ai massimi livelli, nella ricerca di nuovi mercati di sbocco capaci di dare il giusto valore alle nostre mele e nell’innovazione, sia in campo che nei sistemi di lavorazione e conservazione, per arrivare alle tecniche di vendita”. l N.13 l OTTOBRE 2015


IL CONSORZIO VOG 2015 IN CIFRE

4.938 681 435 % 38,5 10.862 62 mila tons di mele

milioni di euro di fatturato

soci

milioni ettari investiti

di piante

esportazioni

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Gerhard Dichgans, direttore del consorzio VOG, il Consorzio delle Cooperative Ortofrutticole dell’Alto Adige. Nato a Laverkusen nel 1952, diplomato a Milano e laureato in economia a Friburgo, parla fluentemente cinque lingue. Dal primo agosto 2010 il VOG ha introdotto alcune importanti novità all’interno del suo assetto organizzativo e commerciale. La nuova architettura si basa sulla attività di quattro poli che riuniscono in modo omogeneo le 15 cooperative ortofrutticole che lo compongono.

Il nuovo logo del consorzio VOG presentato alla stampa a fine agosto. È una evoluzione del precedente che esordì nel 1995. Ora la mela è inglobata in forma stilizzata e moderna nella lettera O.

l N.13 l OTTOBRE 2015

La sfida del continente nero. Durante la conferenza stampa di Bolzano Gerhard Dichgans ha fatto il punto della campagna melicola appena iniziata. Se quella conclusa rimarrà come una delle più difficili degli ultimi vent’anni, con un risultato decisamente in perdita per i melicoltori, quella appena iniziata è partita con più luci che ombre. “Siamo a metà raccolto per la Gala - ha detto il direttore (nella foto sopra) - e per quanto l’esta-

te calda e secca non abbia aiutato, i danni sono stati inferiori rispetto ad altre zone d’Italia, la pianura Padana in particolare. Sicuramente ci sarà un quantitativo inferiore rispetto al raccolto record del 2014, calibri medi più piccoli e una maggiore percentuale di prodotto destinato all’industria a causa anche di qualche grandinata. Il dato di Prognosfruit, che dava per la provincia di Bolzano un -6 per cento sul raccolto 2014, andrà rivisto alla luce delle mutate condizioni: ci aspettiamo un -12/-13 per cento. Ma di prodotto buono ce n’è e la campagna commerciale è partita FRUITBOOKMAGAZINE


Il VOG nasce il 24 agosto 1945, al termine della seconda guerra mondiale in un clima di grandi difficoltà. L’Europa era ridotta in macerie, il passo del Brennero chiuso e la Germania occupata. Ci si rese conto che il compito di risollevare la frutticoltura non poteva essere assolto da una sola cooperativa.

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benissimo, con una forte richiesta sia dal mercato interno che dall’estero”. “Una delle nostre priorità ha aggiunto Dichgans - è aprire nuovi mercati, perché in Europa i consumi sono in continua flessione, ma per fare ciò abbiamo bisogno delle giuste varietà. Per questo è fondamentale l’innovazione varietale. Abbiamo la fortuna di aver modificato da tempo l’assetto FRUITBOOKMAGAZINE

varietale, che non vede più preponderante la varietà Golden Delicious, che è molto richiesta su certi mercati, come quello italiano, ma è poco adatta a quelli emergenti dove la logistica del freddo è carente, come l’India e l’Africa Sudsahariana, che oggi rappresenta, con il Sudest asiatico, l’area con il maggior potenziale di sviluppo. L’Asia è un continente lontano e già presidiato da americani, neozelandesi, australiani, giapponesi e francesi. Per noi l’accesso è veramente difficile, ci vuole un prodot-

to perfetto in grado di reggere a 30 e oltre giorni di navigazione. Ma ci proveremo e per il primo anno saremo ad Asia Fruit Logistica a settembre con uno stand tutto nostro. La vera sfida a mio avviso però oggi non sta in Asia ma è molto più vicina: bisogna superare l’area del Nord Africa, che ci sta già dando molte soddisfazioni, e andare alla conquista del Continente Nero, ora in mano per lo più ai produttori sudafricani. Ha un grande potenziale”.

l N.13 l OTTOBRE 2015



Le mele a polpa rossa? Forse ci vorranno altri dieci anni. Ma la ricerca è anche su altri fronti Eugenio Felice

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Abbiamo dedicato il numero di gennaio di Fm alle mele a polpa rossa. All’ultima edizione di Interpoma, mentre veniva presentata la varietà Envy dal sicuro successo commerciale, alcuni vivai proponevano le loro prime varietà a polpa rossa. Più che altro dei test, anche se la Red Love è già piantata in oltre cento ettari, pur avendo un problema: non è buona e non è nemmeno tanto bella. Però vende e vende bene per l’effetto novità oltre che per il risvolto salutista essendo ricca di antiossidanti. I grandi produttori melicoli italiani intanto non restano a guardare: si sono riuniti nel consorzio NovaMela per selezionare delle varietà a polpa rossa in grado di affermarsi sul mercato. A che punto siamo ce lo ha spiegato Walter Guerra, direttore del reparto pomologia del Centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg (Bolzano), durante un press tour che si è svolto a fine agosto: “Ci sono oltre 50 varietà in prova, sia a buccia rossa che a buccia gialla, ma non abbiamo ancora individuato quelle giuste. anche perché bisogna verificare come si comportano in fase di conservazione. Ci potrebbero volere ancora tra i cinque e i dieci anni prima di vederle introdotte sul mercato, con una presenza significativa e duratura”. A Laimburg non si fa solo sperimentazione, c’è anche un vero e proprio museo vivente con oltre 100 varietà storiche che venivano coltivate in passato in Alto Adige. Come la Rosa di Caldaro che 70 anni fa era in FRUITBOOKMAGAZINE

Walter Guerra, direttore del reparto pomologia del Centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg (Bolzano) ci ha spiegato che la strada per individuare le varietà a polpa rossa più adatte a soddisfare il mercato è ancora lunga. Sono una cinquantina le varietà in prova adesso, sia a buccia rossa che gialla. Intanto la ricerca prosegue anche su altri fronti: varietà resistenti alla ticchiolatura, varietà geneticamente piccole (snack) e varietà a basso contenuto di allergeni Walter Guerra (nella foto), direttore del reparto pomologia e miglioramento genetico del Centro di sperimentazione agraria e forestale di Laimburg, comune al confine tra il Trentino e l’Alto Adige. Si tratta del centro di riferimento nel nord Italia per la ricerca e lo sviluppo di nuove varietà di mele. Durante una visita svolta a fine agosto Walter Guerra ha mostrato anche delle varietà a polpa rossa, su cui si sta concentrando parte della ricerca.

assoluto la varietà più prodotta in Alto Adige. Queste varietà vengono oggi incrociate con quelle più recenti per trovarne di nuove. “Ci sarà nel prossimo futuro una grande evoluzione per quanto riguarda le varietà naturalmente resistenti alla ticchiolatura - con-

tinua Guerra - come la Bonita o la Natyra, entrambe molto buone. La resistenza significa fare meno trattamenti, quindi disporre di mele più rispettose dell’ambiente, dei melicoltori e dei consumatori”.

l N.13 l OTTOBRE 2015


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Pesche amare? In realtà è stato un buon anno Il punto di vista della grande distribuzione organizzata Carlotta Benini

Peschicoltura italiana in crisi: c’è chi parla di riorganizzare il comparto partendo dal basso, chi addirittura prevede un abbattimento degli impianti. E al termine di una campagna estiva partita con tutti i buoni presupposti - dopo i minimi storici del 2014 - l’universo produttivo italiano resta ancora in ginocchio. Ma come la pensa la distribuzione moderna? La situazione è così critica anche sui banchi del supermercato? No, le criticità ci sono ma questa è stata una buona stagione Sovrapproduzione, mancanza di programmazione e conseguente scarso equilibrio fra domanda e offerta, disorganizzazione strutturale della filiera, presenza ancora diffusa sul mercato di prodotto di qualità e calibro non elevato, troppe varietà che finiscono per confondere e disorientare il consumatore. Quella della peschicoltura italiana sembra una situazione destinata a non risolversi nel breve periodo: dopo un’annata 2014 ai minimi storici per i produttori, anche nel 2015 gli esiti della campagna estiva non sono risultati soddisfacenti, e alcune aziende lamentano addirittura di non riuscire a coprire i costi di produzione. Eppure la stagione era partita con le premesse giuste: il clima prevalentemente caldo e soleggiato dei mesi estivi ha favorito i consumi, la qualità e i calibri dei frutti sono stati prevalentemente buoni, decisamente migliori dello scorso anno, e al contempo le rese produttive sono state più contenute. Cosa è andato storto dunque? Lo abbiamo chiesto ai buyer e siamo andati a fotografare la situazione nel-

l’universo della GDO italiana, per vedere se - anche lato distribuzione - la situazione è percepita in maniera così critica. “Dopo un’annata come questa, se qualcuno, lato GDO, ha riscontrato dei problemi, c’è qualcosa che non torna”, è il commento a caldo di Giuliano Canella, responsabile ortofrutta e freschi del Gruppo Alì, catena presente con le insegne Alì e Alìper in Veneto ed Emilia-Romagna, associata a Selex. Se esistono dei problemi strutturali nel comparto della frutta estiva, le cause non vanno a quanto pare ricercate nel calo dei consumi: non quest’anno almeno, quando, a detta di tutti i nostri intervistati, il mercato è stato vivace e la qualità del prodotto si è tradotta in una crescita in termini sia di volume che di valore. Ma andiamo a vedere punto per punto qual è la visione della distribuzione moderna sulla situazione della peschicoltura: oltre Canella, abbiamo parlato con Daniele Furlani, responsabile acquisti freschissimi di Conad, Nadia Caraffi, category ortofrutta Coop Centrale Adriatica, FRUITBOOKMAGAZINE

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Stefano Favari, capo gruppo ortofrutta e pescheria Auchan Italia, Michele Leone, responsabile acquisti freschi di Apulia Distribuzione (presente in Puglia, Calabria e Basilicata con punti vendita a insegna Simply, IperSimply e Punto Risparmio). Le interviste sono state realizzate a inizio settembre, a campagna estiva non ancora conclusa. Di seguito una parte di esse, la versione integrale la trovate sul nostro sito fruitbookmagazine.it mettendo come parola chiave nella ricerca il nome del buyer. Come sono andate quest’anno le pesche e nettarine nei vostri punti vendita? Furlani, Conad: “La commercializzazione delle pesche è ancora in corso, ma possiamo dire che le vendite stanno andando bene, tanto che in alcune aree abbiamo venduto il 20 per cento in più. I prezzi che abbiamo pagato a seconda delle varietà sono stati mediamente più alti dall’8 al 12 per cento. Dal punto di vista qualitativo, quest’anno la produzione è andata meglio dell’anno passato, grazie anche al clima. Il rinnovamento varietale, nel comparto della frutta estiva, deve essere perseguito, ma in maniera mirata e coordinata, altrimenti si ottengono effetti negativi per tutta la filiera”. Caraffi, Coop Adriatica: “Dopo l’estate terribile dal punto di vista climatico del 2014, il caldo di luglio e agosto ha spinto notevolmente i consumi della frutta estiva. I prezzi di acquisto si sono riportati a FRUITBOOKMAGAZINE

livelli prossimi a quelli del 2013, dopo la deflazione pesantissima del 2014, mentre il cambio di politiche commerciali che abbiamo impostato proprio a partire dal luglio 2014, hanno prodotto un ribasso costante e significativo dei prezzi di vendita. Anche perché al taglio delle promozioni abbiamo affiancato una politica assortimentale nuova; da quest’anno per un mese abbiamo proposto nettarine sfuse in minibins calibro A+ a un prezzo veramente imbattibile di 0,95 euro al kg che ha abbassato davvero il prezzo medio al kg della categoria. Questo grazie a un patto di filiera con il mondo della produzione agricola. Ciò ha spinto la performance in kg venduti del segmento nettarine gialle a +17 per cento sul precedente anno; in ogni caso tutta la categoria pesche-nettarine ha prodotto un 13,5 per cento in più di quantità vendute. Molto bene le pesche bianche e in particolare le Saturnia, per le quali quest’anno abbiamo lanciato la confezione Fior Fiore con esiti eccellenti. Ora entriamo in fase conclusiva di campagna ma l’interesse dei clienti è ancora sostenuto”. Favari, Auchan: “Nel complesso la campagna è stata positiva sia a volume che a valore, sicuramente la stagione calda e la buona disponibilità di prodotto hanno contribuito al risultato. Dal mio punto di vista è necessario comunque valu-

tare la campagna sul biennio 2013 / 2015. In questo caso il risultato resta positivo, ma i tassi di crescita sono molto contenuti. Nel comparto sono stati ottimi i risultati per tutte le varietà a polpa bianca, mentre per le varietà a polpa gialla e le Saturnine abbiamo solamente mantenuto la quota 2013. In generale i prezzi si sono mantenuti stabili, qualche leggera inflazione solo nel mese di agosto. Per quanto riguarda la qualità, i produttori italiani, quelli più qualificati, hanno raggiunto standard di assoluto livello. Il rinnovo varietale ha contribuito fortemente a questo ulteriore passo avanti”. Leone, Abulia Distribuzione: “Abbiamo lavorato bene, da inizio fino a fine stagione, registrando circa un 20 per cento di incremento delle vendite rispetto allo scorso anno. I prezzi di acquisto sono stati più bassi rispetto allo scorso anno, sia per noi buyer, che per il consumatore finale, di conseguenza c’è stata una buona richiesta e il mercato è stato vivace. Complice il clima favorevole, che ha favorito i consumi, e che ha anche permesso la maturazione di un prodotto di qualità elevata e calibro buono. Le varietà commercializzate erano pesche nettarine, pesche gialle, bianche e rosse e percoche, il prezzo medio di vendita 1,10-1,20 euro al kg. Nei nostri punti vendita avevamo prodotto locale, ma anche pesche e nettarine della Romagna (più tardive rispetto a quelle della Puglia) e alcune varietà spagnole, nel periodo di inizio campagna”. l N.13 l OTTOBRE 2015


La produzione spagnola viene da noi commercia“lizzata nel periodo precoce, fino a quando non c’è disponibilità di prodotto italiano di qualità. Se si comprano prodotti da aziende strutturate e serie, il loro costo è simile a quello delle aziende italiane in regola, talvolta più alto ” Daniele Furlani (Conad)

Canella, Alì-Aliper: “È stata una stagione entusiasmante, nell’ultima parte della campagna, in particolare, abbiamo ottenuto una fatturazione record. Parlando di pesche e nettarine, nell’arco dei tre mesi estivi abbiamo registrato una crescita dei consumi del 20 per cento e un aumento di fatturato del 30 per cento. I prezzi hanno subito una leggera inflazione, ma siamo comunque molto soddisfatti: credo che la scelta di puntare sulla qualità in maniera assoluta si sia rivelata vincente. Il prodotto era ottimo. In particolare ci ha stupito quest’anno la performance delle percoche, che grazie a una qualità e un gusto sopra la media, che si sono mantenuti costanti da inizio a fine stagione, ci hanno permesso di raddoppiare le vendite. Il prodotto di qualità chiaramente ci è costato di più, ma crediamo valga la pena perseguire queste politiche, valorizzando sui nostri banchi quelle varietà più apprezzate e conosciute dai consumatori, con una pezzatura sostenuta, belle di aspetto e buone da mangiare. Per questo lavoriamo con brand consolidati come Solarelli e Valfrutta, con Unaproa per il progetto ‘I colori del benessere’, mentre con Italia Ortofrutta abbiamo realizzato un importante lavoro per la valorizzazione del prodotto Igp dell’Emilia Romagna. La tipicità è un altro valore a cui teniamo molto”. Quali sono i problemi della peschicoltura italiana e quali possono essere le possibili soluzioni? l N.13 l OTTOBRE 2015

PRODUZIONE TOTALE ITALIA (TONNELLATE) PESCHE

PERCOCHE

NETTARINE

1.630.302 1.463.870

1.382.137

876.903 788.114 765.063

94.193 75.924

659.506

CONSUNTIVO 2012

599.832

CONSUNTIVO 2013

61.836

555.238

CONSUNTIVO 2014

Fonte: Wapa

Furlani, Conad: “Sono troppe, oggi, le cultivar disponibili: molte si assomigliano e creano confusione nel loro riconoscimento. Questo disorienta il consumatore. Fra loro, l’aspetto dei frutti è molto simile, ma la tessitura e il sapore della polpa spesso sono molto diversi, cosa che genera un rallentamento dei consumi. La sovrapposizione produttiva fra le aree del Nord e Sud Italia, che spesso diventa competizione, fa il resto. In futuro, la ridu-

zione del numero delle varietà presenti sul mercato delle pesche e delle nettarine potrebbe essere utile per fare riprendere i consumi. Occorrerà, ovviamente, un criterio di salvaguardia delle varietà pregiate prodotte nelle aree tradizionalmente vocate, a discapito di quelle belle da vedere e poco saporite, spesso prodotte in zone non adatte. Crediamo che sia opportuno uniformare l’offerta di pesche e nettarine secondo standard di qualità ben definiti, semplici e facilmente percepibili dai consumatori”. FRUITBOOKMAGAZINE

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Ci vuole aggregazione dei produttori e rinnovo “varietale per garantire stabilità e continuità per l’intero periodo. Bisogna combattere chi lavora male. Continuano infatti invasioni sui mercati di prodotti non adeguati agli standard minimi attesi con continue turbative ai prezzi ” Stefano Favari (Auchan) 66

Da sinistra: Daniele Furlani (Conad), Nadia Caraffi (Centrale Adriatica), Stefano Favari (Auchan) e Giuliano Canella (Alì / Selex)

Caraffi, Coop Adriatica: “I problemi di questo comparto sono quelli di ogni altra produzione ortofrutticola italiana: eccesso di offerta, scarsa selezione di varietà qualitative e disorganizzazione nell’approccio al mercato. C’è da fare una premessa: la frutta si vende se è buona e incontra il gusto dei clienti. Con i nostri fornitori da anni lavoriamo per ottenere varietà che, lungo tutto il corso della campagna, ci possano garantire il più possibile quell’esito di bontà: certo, se piove ininterrottamente come lo scorso anno, le cose si compromettono anche per noi! Quest’anno è andato tutto molto meglio, ma la strada da perseguire è esattamente quella di ricercare qualità lungo tutta la filiera, anche organizzativamente. La GDO muove grandi volumi e non può permettersi discontinuità e incertezze di approvvigionamento”. FRUITBOOKMAGAZINE

Favari, Auchan: “La peschicoltura italiana soffre come tante altre grandi produzioni ortofrutticole di una mancata aggregazione, che rende il comparto particolarmente debole. Solo alcuni storici esempi, nella melicoltura e forse da quest'anno con la produzione delle pere, hanno segnato la strada con consorzi potenti e fortemente strutturati. Ogni anno ci troviamo di fronte a continui casi di esuberi e poi di mancanze di prodotto, che non aiutano né i distributori nè tantomeno i produttori. Penso che si debba partire dalla creazione di una vera aggregazione di produttori, che sia necessario mettere in pista il rinnovamento delle scelte varietali per garantire stabilità e continuità per l’intero periodo, e combattere invece chi lavora in modo ‘poco attento’. Continuano infatti invasioni sui mercati di prodotti non adeguati agli standard

minimi attesi. Questo causa continue turbative ai prezzi. È necessario creare sempre più rapporti di vera collaborazione tra produzione e distribuzione e assicurare sempre più prodotti di ottima qualità”. Leone, Apulia Distribuzione: “Oggi i consumi di frutta e verdura sono in calo costante. Le istituzioni dovrebbero investire in campagne più spinte per sensibilizzare l’opinione pubblica e informare i consumatori sull’importanza di una dieta sana, a partire dall’infanzia. Inoltre sarebbe necessario intervenire concretamente con misure a sostegno degli agricoltori, per cercare di rivedere e ottimizzare i costi di produzione, che sono tra i più alti in Europa. I nostri fornitori lamentano anche quest’anno di aver spuntato ancora prezzi sotto i costi di produzione”.

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Sette keyplayer danno vita a Origine Group per valorizzare pere e kiwi Per questi due articoli i volumi di produzione superano le 200 mila tonnellate Carlotta Benini

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Incrementare l’export, puntare su qualità e rinnovamento varietale, fare sistema per mettere a valore territorio e tipicità: nasce Origine Group, la nuova società consortile che riunisce sette keyplayer del comparto ortofrutticolo italiano. Si parte con pere e kiwi per aggredire i mercati lontani, dal Far East alle Americhe, ma l’obiettivo è quello di ampliare il paniere. La nostra intervista a Ilenio Bastoni, direttore di Apofruit e neo presidente del gruppo Siamo ai primi posti in Europa per volumi di produzione e l’ortofrutta, in Italia, è seconda solo al vino nella voce export: eppure il comparto agricolo italiano continua a registrare segnali di sofferenza, basti guardare ai risultati ancora non soddisfacenti nonostante le buone premesse iniziali - dell’ultima campagna estiva. Come uscire da questa situazione di stallo e dare nuova vita al settore, mettendo a valore i punti di forza che caratterizzano l’ortofrutta italiana, ovvero qualità, innovazione, territorio e tipicità? Facendo sistema. È la risposta di Origine Group, nuova società consortile nata ad agosto dalla joint venture fra sette importanti player che rappresentano l’eccellenza del comparto ortofrutticolo nazionale, ora uniti su un tavolo di lavoro per aggreFRUITBOOKMAGAZINE

gare elementi di distintività attraverso politiche di qualità, comunicazione e marca sui mercati innovativi e più ricettivi. Salvi-Afe-Unacoa, Apofruit, Frutta C2, Gran Frutta Zani, Kiwi Uno, Pempacorer, e Spreafico-OP Kiwi Sole sono le aziende che fanno parte del gruppo, che vede al timone Ilenio Bastoni, già direttore generale del colosso cooperativo cesenate Apofruit e ora neo presidente di Origine. Lo affiancano alla dirigenza il vice presidente Simone Spreafico, il consigliere delegato Alberto Garbuglia, a cui il Cda ha attribuito la delega per la gestione, e il coordinatore operativo Federico Milanese, che lascia l’incarico di responsabile relazioni internazionali al CSO per scommettere sulla nuova avventura consortile. Oltre a Garbuglia, fanno parte del consiglio di amministrazione di Origine Group personalità di spicco del settore quali Marco Salvi, Alessandro Zani, Gualtiero Rivoira, Alessandro Pernigo (Frutta C2), Mauro Grossi (Afe) e Alessandro Cenzuales (Pempacorer). Il nuovo raggruppamento focalizzerà il suo interesse su due prodotti d’eccellenza del paniere ortofrutticolo italiano, ossia pere e kiwi, anche se l’obiettivo è quello di allargare successivamente l’interesse ad altri prodotti di eccellenza. Chiari e condivisi gli obiettivi a breve e medio termine: aggredire i mercati lontani e ricercare nicchie di sviluppo in quelli di recente approdo, attraverso una presenza strutturata e coordinata. l N.13 l OTTOBRE 2015


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Qui sopra Ilenio Bastoni, che da luglio 2014 è direttore generale di Apofruit Italia. 41 anni, coniugato, tre figli e un curriculum che sottolinea ad ogni passaggio una crescita avvenuta tutta all’interno della cooperativa, Bastoni ha preso il posto di Renzo Piraccini, ora presidente di Cesena Fiera. Bastoni ha assunto l’incarico di presidente di Origine Group, vicepresidente è Simone Spreafico.

Qual è il volume di produzione del gruppo? IB: “Attualmente supera le 200 mila tonnellate. Possiamo contare su circa 120 mila tonnellate di kiwi, varietà Hayward, e 90 mila tonnellate di pere, fra estive, autunnali e invernali”.

Presidente, a livello commerciale quali saranno le aree su cui andrete a focalizzare l’attività? IB: “L’attenzione al momento si concentra sui mercati esteri: Estremo e Medio Oriente, ma anche Nord, Centro e Sud America, oltre al Nordafrica. In particolare Nordafrica, Sudamerica e Centro America sono aree in cui è già presente un’attività da parte dei nostri soci: l’intenzione è quella di sondare le potenzialità di questi mercati, perché crediamo ci possano essere importanti prospettive di crescita, non solo per il prodotto convenzionale”.

I rapporti commerciali saranno gestiti dai singoli soci o ci sarà un’unica divisione centralizzata? IB: “Ogni azienda ha il suo team interno. A livello di aggregazione, l’attività è strutturata su due comitati: quello commerciale, incaricato di sviluppare tutte le operazioni di marketing strategico e di studio dei nuovi mercati, e quello tecnico-operativo. Quest’ultimo deve invece fare fronte a tutte le tematiche relative alla gestione agronomica alla gestione del magazzino, compresa la conservazione del prodotto: un aspetto importantissimo per portare qualità sulle tavole dei consumatori. Questo comitato avrà un ruolo fondamentale anche nella valutazione delle nuove varietà”.

Cosa intende esattamente? IB: “Esploreremo anche le possibilità che ci sono per lo sviluppo del prodotto biologico, l’obiettivo è quello di coordinare l’export di entrambi i comparti. La domanda mondiale di prodotti bio è in crescita, non vogliamo farci scappare questa importante opportunità”.

Avrete un marchio unico per il vostro prodotto? IB: “Sì, abbiamo pensato anche a queasto aspetto. Oggi avere un marchio forte può fare la differenza. Lanceremo a breve il nuovo brand, che firmerà tutta la frutta coordinata da Origine Group. Contiamo di presentarlo prima della campagna invernale”.

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Abbiamo esempi di realtà che si alleano per svi“luppare un prodotto, mentre su altri fronti continuano ad essere concorrenti: il loro limite è quello di essere sistemi troppo eterogenei, con problemi troppo diversi da risolvere. Da noi non ci sono conflitti di questo tipo ” Ilenio Bastoni (presidente) 70

Origine Group I SOCI FONDATORI

FATTURATO 2014

SPREAFICO

247 milioni

APOFRUIT

203 milioni

PEMPACORER

138 milioni

GRUPPO SALVI

110 milioni

GRANFRUTTA ZANI KIWI UNO FRUTTA C2

88 milioni n.d. 20 milioni

Fonte: Fruitbook

Esiste già un piano di comunicazione strategico? IB: “Lo stiamo ipotizzando. Non ci sarà un format unico: a seconda del mercato di riferimento, il comitato commerciale andrà a individuare una strategia specifica di marketing e di sviluppo del marchio”. Cosa vi distingue dalle altre realtà consortili già esistenti? IB: “In ambito ortofrutticolo, in Italia ci sono tante realtà aggregative. Rispetto ai progetti del passato, però, il nostro si distingue per la coesione che c’è all’interno del gruppo. L’obiettivo di Origine è quello di unire intorno a un tavolo realtà diverse fra di loro, che pur mantenendo una propria identità territoriale e aziendale, si stringono in una strategia comune che passa attraverso innovazione di prodotto e innovazione varietale. Abbiamo esempi, nel nostro settore, di realtà che si alleano per sviluppare un prodotto, mentre su altri fronti continuano ad essere concorrenti: il loro limite è spesso quello di essere sistemi troppo eterogenei, con problematiche troppo diverse da risolvere. Nella nostra realtà non ci sono conflitti di questo tipo”. Vale a dire? IB: “Seppure con una ragione sociale diversa - abbiamo nella nostra compagine sia cooperative che società private - ci assomigliamo molto come modello FRUITBOOKMAGAZINE

organizzativo, e questo fattore crea coesione. Crediamo che questo sia l’elemento di novità di Origine, che potrà portare valore nella filiera ortofrutticola. E intendiamo mantenere questa organizzazione anche in vista dell’entrata di nuovi soci”. Quindi è verosimile presupporre che la struttura consortile si amplierà? IB: “Auspichiamo che questo avvenga già nel 2016, se non prima. Abbiamo voluto creare un sistema flessibile e aperto, con l’unico requisito che eventuali nuovi soci abbiano una struttura simile alla nostra, ovvero quella di imprese impegnate in produzione, tutte con stabilimenti di conservazione e di lavorazione, e ognuna con una propria organizzazione commerciale. Questo è l’elemento di forza che ci distingue, e pensiamo possa essere la premessa per un successo”.

Prossimi obiettivi? IB: “Guardare alle produzioni. Come già sottolineato, al momento le nostre strategie si concentrano su pere e kiwi, ma abbiamo intenzione di sviluppare a breve anche altre specie importanti per il comparto ortofrutticolo italiano, per le quali è necessario andare a ricercare nuovi mercati. Pensiamo ad esempio ai prodotti estivi. Lavoreremo sulla qualità e sull’innovazione varietale, vera chiave di volta per la riqualificazione del settore, con il fine ultimo di salvaguardare il reddito dei produttori”.

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l’amore

conta

Pempacorer Soc. Coop. Cons. Agr. Organizzazione di produttori ortofrutticoli Via Cà del Vento, 21- 48012 Bagnacavallo (RA) commerciale@pempacorer.it - www.pempacorer.it

SEDE OPERATIVA E AMMINISTRATIVA tel. +39 0545 920211 fax +39 0545 920250

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Garden Frutta si rinnova per crescere ancora Strategica l’alleanza con Dole per i piccoli frutti Eugenio Felice

Lo scorso 5 settembre la Garden Frutta di Verona ha inaugurato il nuovo magazzino da 5 mila metri quadrati in zona Quadrante Europa, a ridosso del Centro agroalimentare di Verona. Si tratta di una struttura all’avanguardia, completamente refrigerata, con 70 postazioni di lavoro. L’azienda è altamente specializzata nei piccoli frutti e nella frutta esotica e ha fatturato nel 2014 33 milioni di euro mentre la previsione per l’anno in corso è di arrivare a 44 milioni

FRUITBOOKMAGAZINE

mo, è una di quelle che stanno crescendo maggiormente e i bilanci sono lì a dimostrarlo: nel 2011 il fatturato era poco sopra i 19 milioni di euro, quest’anno dovrebbe chiudere a 44 milioni, con valori quindi più che raddoppiati in pochi anni. Il nuovo magazzino potrà garantire così non solo un prodotto ai massimi livelli a beneficio della clientela, ma anche di poter proseguire la crescita, perché alla fine parliamo di prodotti “tangibili” e non di strumenti finanziari, quindi la “struttura” è fondamentale. Il nuovo magazzino, la storia. Oltre 700 persone hanno preso parte alla festa per l’inaugurazione del nuovo magazzino lo scorso 5 settembre, in zona Quadrante Europa, proprio a ridosso di Veronamercato, del casello autostradale di Verona Nord e a pochi minuti dall’aeroporto Valerio Catullo. Hanno partecipato anche il vesco-

DALLA RACCOLTA AL MAGAZZINO

Garantire che il prodotto raggiunga il cliente finale in condizioni più prossime possibili a quelle della sua raccolta. È questo l’obiettivo finale del nuovo magazzino di Garden Frutta, una delle aziende più dinamiche e in crescita sul territorio veronese, un attore di primissimo piano nel comparto dei piccoli frutti, essendo tra le altre cose il maggiore importatore italiano per questa particolare tipologia di prodotti. Un’azienda che affonda le sue radici in Trentino, terra di origine della famiglia Mosca, che oggi vede la seconda generazione alla guida dell’azienda. Sarebbe riduttivo però parlare solo di fragole e frutti di bosco. Basta andare presso lo stand 36-38 di Veronamercato, dove l’azienda è presente dalla fine degli anni ’80, per rendersene conto. Non troverete prodotti che sono ormai diventati commodity, come mele, arance o patate, ma prodotti di nicchia, come germogli, fiori edibili, funghi, erbe aromatiche e tanta, tantissima frutta e verdura esotica, oltre appunto a fragole, ciliegie e frutti di bosco. L’azienda, diceva-

GARDEN FRUTTA

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vo di Verona Giuseppe Zenti e il sindaco Flavio Tosi. Il magazzino di 5.000 metri quadrati, completamente refrigerato, sorge su un’area di 10 mila metri e adotta le ultime tecnologie per la lavorazione e il confezionamento di fragole e frutti di bosco, con 70 postazioni e diverse tipologie di celle di conservazione a seconda del tipo di prodotto. Garden Frutta è un’azienda a conduzione familiare che nasce nel 1987. La famiglia Mosca, originaria del Trentino, si occupava all’inizio solo di produzione di fragole e frutti di bosco (che rimangono ancora oggi il prodotto principale). l N.13 l OTTOBRE 2015

Fin dai primi anni si parte con uno stand da produttori al mercato ortofrutticolo di Verona. Si incominciano a prendere contatti con altri produttori e con il tempo si inizia la distribuzione anche nella GDO. Nel frattempo la gamma di prodotti offerti aumenta, si inizia la produzione di erbe aromatiche, l’importazione di funghi spontanei e di frutta esotica. Parallelamente si rafforza l’importazione diretta di fragole e frutti di bosco per riuscire a coprire la domanda 12 mesi all’anno. Questa crescita viene rafforzata anche da diversi fattori, primo tra FRUITBOOKMAGAZINE


nostri nonni sono partiti negli anni ’70 con frutti “diI bosco e fragole, quattro prodotti da raccogliere e portare al mercato. Oggi abbiamo quattro pagine di referenze di frutta proveniente da tutto il mondo. Con il nuovo magazzino svoltiamo pagina e cominciamo un nuovo capitolo ”, Matteo Mosca (presidente) 74

Nella foto a fianco una veduta aerea del nuovo magazzino Garden Frutta in zona Quadrante Europa. Sullo sfondo ci sono le Alpi. Completamente refrigerato, ha una superficie di 5 mila metri quadrati coperti su 10 mila totali. Dotato delle ultime tecnologie, dispone anche di 70 postazioni di lavoro per confezionare i piccoli frutti oltre a diverse celle di conservazione a differenti temperature. In primo piano la tensostruttura che ha ospitato gli oltre 700 invitati all’inaugurazione del 5 settembre.

Garden Frutta evoluzione del fatturato 50.000 45.000 40.000

44.000.00 € (stima)

35.000 30.000

33.000.00 €

25.000 26.000.00 €

20.000 15.000

19.200.00 €

21.500.00 €

10.000 5.000 0 2011

2012

2013

2014

2015

tutti la decisione, nel 2011, di collaborare con la multinazionale Dole nel progetto di sviluppo dei frutti di bosco a marchio Dole a livello europeo. Con questa crescita le fragole e i piccoli frutti rimangono il prodotto principale, ma la categoria dell’esotico cresce fino a ricoprire il 30 per cento del totale. Le importazioni sono dirette, la vendita avviene non solo a livello italiano ma inizia anche ad espandersi a livello europeo, in questo modo l’azienda assume un carattere di rilievo anche a livello internazionale. Il team oggi è composto dalla seconda generazione - un gruppo di cugini - e da alcuni collaboratori.

Fonte: Garden Frutta

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Il Pepe erone Dolcce Italiano o

PIÙ PI Ù

VA ALO ORE NEL PDV FEDEL TÀ PROMOZIONI

DISPONIBIL E DISPONIBILE

TUTTO L ANNO L ANNO


IL BIO-RETAIL VALE 2,1 MILIARDI IN ITALIA, NELLA GDO FATTURA 855 MILIONI (+20%)

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Un giro d’affari al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro nel solo canale domestico, senza considerare quindi tutto quello che passa attraverso la ristorazione, i bar, le mense e in generale il food service. È quanto vale il biologico in Italia (alimentare e non) secondo una recente stima di Ismea presentata al Sana di Bologna. A fare la parte da leoni sono la GDO con un fatturato di circa 855 milioni (il 40 per cento del valore del bio-retail in Italia) e un incremento nelle vendite nei primi sei mesi del 20 per cento. Seguono le superfici specializzate nella vendita di prodotti biologici che muovono più di 760 milioni di euro (equivalenti al 35 per cento del totale).

OP GEOFUR, A MACFRUT CON STAND DA 40 MQ. IL RADICCHIO è DISPONIBILE TUTTO L’ANNO

Presenza a Macfrut “colorata” per l’azienda di Verona, altamente specializzata nella produzione di radicchi, disponibili per 365 giorni all’anno grazie al raccolto in diverse zone d’Italia. Lo stand Geofur, 40 mq nel padiglione B2, è caratterizzato dai tre colori aziendali: il giallo e il verde, colori delle leaf, e su tutti il bordeaux, che richiama il prodotto di punta dell’azienda, il radicchio, disponibile anche in versione Radicchio Rosso di Verona IGP. Archiviata l’estate, in cui il caldo sopra la media ha ridotto le produzioni, è ora il momento delle produzioni autunnali. “Per il momento - dichiara Cristiana Furiani, titolare dell’azienda basata a Legnago (Vr) i prodotti stanno maturando molto bene. La quantità e la qualità che vedo nei campi e in arrivo nel magazzino, mi fanno essere ottimista per questa campagna autunnale”.

CHIQUITA PARTNER DEL FILM “MINIONS”, IN PALIO UN VIAGGIO A NEW YORK

basta collegarsi al sito chiquita.it e accedere alla pagina del concorso: è sufficiente compilare il modulo con i propri dati per scoprire subito se si è tra i vincitori. Al termine del concorso, tra tutti i partecipanti sarà estratto il premio finale: un soggiorno di tre notti a New York per 4 persone. A supporto le attività comprenderanno una campagna pubblicitaria in tv e sul web, azioni di PR, speciali sticker dedicati ai personaggi del film e materiali promozionali per i punti vendita. “I Minions amano le banane Chiquita e siamo felici di collaborare nuovamente con la Universal Pictures - ha commentato Daniel Stoppa, Licensing Manager di Chiquita - È una partnership ideale per il brand e mette in evidenza la personalità giocosa e divertente di Chiquita. Non vediamo l’ora di divertire i consumatori con contenuti coinvolgenti e grandi premi”.

Dopo il successo di Cattivissimo Me 2 si rinnova la partnership tra Chiquita e Universal Pictures. Dal 1 settembre al 31 ottobre i consumatori possono vincere un viaggio per 4 persone nella Grande Mela e tanti altri premi Chiquita, tra cui centinaia di zainetti e teli mare personalizzati con i personaggi del film. Per partecipare, FRUITBOOKMAGAZINE

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ORTOROMI, GRANDE SUCCESSO PER LE CIOTOLE PAUSA PRANZO INFORMA OrtoRomi partecipa a Macfrut 2015 Rimini con uno stand di 64 metri quadrati, dedicando un focus particolare alle ciotole Pausa Pranzo InForma appena lanciate. Grande spazio sarà dedicato a un’esposizione murale di 7 metri con l’obiettivo di mettere in mostra tutti i prodotti di punta a brand Insal’Arte. Le proposte della linea Pausa Pranzo InForma, pensate per essere al passo con i trend alimentari del momento, hanno suscitato grande interesse tra i clienti GDO, e in alcuni di essi sono già state inserite, riscontrando un rilevante successo anche tra i consumatori finali. OrtoRomi è tra le aziende leader in Italia nel settore delle insalate pronte al consumo.

CARTON PACK, CRESCE IL BUSINESS CON SOLUZIONI EVOLUTE E ATTENTE ALL’AMBIENTE

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Nuove soluzioni applicative nell’ambito dell’imballaggio alimentare e progressi nell’ampliamento della gamma di soluzioni disponibili per ogni linea di prodotto. Sono gli esiti degli sviluppi tecnologici e organizzativi che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno in corso di Carton Pack. “Nell’ambito dei film flessibili, anche biodegradabili, e della carta abbiamo adottato soluzioni tecniche e di design molto evolute, pienamente rispondenti ai nuovi trend commerciali - afferma Massimiliano Persico, responsabile marketing di Carton Pack - dalle buste e sacchetti in polipropilene accoppiato e carta, ampiamente personalizzabili con grafiche fino a 10 colori; agli ormai noti mini-shopper; al recentissimo easy-shopper per meloni e mini angurie; alle svariate soluzioni di buste stand up con chiusure zip lock, anche slider”.

EXPO, UN MILIONE DI VISITATORI PER IL FUTURE FOOD DISCTRICT DI COOP Un milione e 200 mila biglietti venduti per Expo Milano 2015 nei punti vendita Coop, un milione di visitatori al Future Future Food District e un fatturato di 2,8 milioni di euro fatto registrare al supermercato: sono i numeri raggiunti a fine agosto da Coop all’interno dell’Esposizione Universale. I visitatori del Supermercato del futuro di Coop sono stati “certificati” dai sensori di rilevamento posti all’ingresso dello store e all’uscita. In questo modo è stato possibile registrare in tempo reale l’afflusso e i movimenti nei 2.500 metri quadrati di superficie dedicata ai prodotti del futuro e che è in grado di accogliere fino a 700 visitatori contemporaneamente. l N.13 l OTTOBRE 2015

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MACFRUT INNOVATION AWARD, ANCORA UN PREMIO PER LE ‘WOOD EFFECT’ DI POLYMER

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Un kiwi a polpa rossa, un lampone che si conserva fino a 11 giorni dalla raccolta, rispetto ai classici 6, un trattorino radiocomandato che sposta in campo le casse di frutta, l’ozono per disinfettare le serre in modo naturale, le casse di frutta riutilizzabili in plastica di Polymer Logistics che richiamano nel design la sostanza più naturale, il legno. Sono alcune delle innovazioni che si sono aggiudicate il Macfrut Innovation Award, il primo concorso nazionale per valorizzare l’innovazione nella produzione e nelle tecnologie della filiera ortofrutticola, organizzato da Macfrut. Le casse Wood Effect di Polymer sono state anche protagoniste al Sana di Bologna.

L’ORTO ITALIANO, FRUTTA E VERDURA A SOSTEGNO DELLA FONDAZIONE VERONESI

Mangiare sano fa bene alla salute e anche alla ricerca scientifica. Dall’incontro tra Citrus e Fondazione Umberto Veronesi nasce L’Orto Italiano, una nuova linea di prodotti ortofrutticoli a filiera controllata, delle cui vendite parte del ricavato va a sostegno della nutrigenomica, ovvero quella scienza che studia il modo in cui i cibi influenzano la nostra salute e come fare prevenzione a tavola attraverso una dieta corretta. Già sostenitrice della fondazione Umberto Veronesi con un progetto pilota dedicato ai limoni, l’azienda cesenate ora lancia una nuova gamma di frutta e ortaggi di qualità - 100 per cento da seme italiano, non trattati dopo la raccolta - selezionati per le loro proprietà benefiche grazie alla consulenza della dottoressa Elena Dogliotti, nutrizionista della Fondazione. L’Orto Italiano è già presente in diverse insegne della GDO.

INFIA PROPONE A MACFRUT LA TECNOLOGIA PER STAMPARE DIRETTAMENTE SUI CESTINI L’azienda romagnola, tra i leader internazionali nella produzione di imballaggi in plastica rigida termoformata per alimenti, con sede a Bertinoro (FC), propone al Macfrut il Sistema di Stampa, una tecnologia di ultima generazione che permette di imprimere direttamente sulla superficie del cestino, garantendo massima personalizzazione del prodotto e valorizzazione del brand. Un processo che non ha eguali sul mercato, in quanto - rispetto a tradizionali sistemi come etichette, sleeves, bande etc - non aggiunge ulteriori materiali plastici ai vassoi. Ciò si traduce in importanti vantaggi dal punto di vista sia economico che ambientale. FRUITBOOKMAGAZINE

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LA GRANDE BELLEZZA DELL’ORTOFRUTTA: È IL PACKAGING A METTERLA IN MOSTRA? Efficienza, innovazione, valorizzazione del prodotto, massima personalizzazione del brand, sostenibilità ambientale ed economica, con uno sguardo verso il futuro del comparto ortofrutticolo. Bestack partecipa a Macfrut 2015 con una nuova veste: mentre in fiera, nella rinnovata cornice dei padiglioni riminesi, saranno presenti con i loro stand le singole aziende produttrici di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta, il consorzio, durante la kermesse, promuove due iniziative che intendono porre l’attenzione sul ruolo del packaging nel rilancio del prodotto e della filiera italiana. Bestack, fra gli sponsor del Forum pre-Macfrut, porta all’evento cesenate l’installazione “La Grande Bellezza dell’ortofrutta italiana”. La citazione si riferisce al film premio Oscar di Sorrentino. È una mostra fotografica di alcune foto di scena del film, 8 scatti confezionata appositamente per l’apertura della fiera a Cesena in un esclusivo allestimento fatto di cartone ondulato. La seconda iniziativa Bestack, in agenda per il 24 settembre, è una tavola rotonda dal titolo “Le confezioni in ortofrutta”, organizzata in collaborazione con il CSO, durante la quale sa-

VAL VENOSTA LANCIA IL PROGETTO BIOGRAPHY, IL CONSUMATORE PUÒ VEDERE IL MELICOLTORE Bio Val Venosta ha presentato alla 27.ma edizione del Sana di Bologna il nuovo Progetto BioGraphy, grazie al quale il consumatore può scoprire la “biografia” di ogni singolo frutto. “Quale migliore vetrina, infatti, per Bio Val Venosta spiega anche Gerhard Eberhöfer, responsabile area Bio - La

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ranno presentati i risultati del primo anno dell’Osservatorio sulle tipologie di imballaggio utilizzate nel settore. L’obiettivo è quello di individuare un trend per capire se le confezioni, oggi, possono essere uno strumento su cui costruire una strategia per valorizzare il prodotto italiano.

raccolta, iniziata quest’anno a fine agosto nelle zone più basse della Valle, è in linea con quella dell’anno scorso e si rileva, inoltre, una maggiore pezzatura delle mele. Le stime, infatti, registrano un calibro medio-grande che la poca grandine, che ha interessato la Valle, non ha assolutamente danneggiato. La qualità e la tenuta dei frutti sono, pertanto, molto buone, così come il colore perfetto delle mele rosse, Gala, Pinova, Fuji e Red Delicious, portate a maturazione nella maniera ideale grazie agli sbalzi termici tra il giorno e la notte. Bio Val Venosta si afferma ai primi posti in Europa come produttore di mele biologiche, sia in termini quantitativi che qualitativi, ed è in grado di garantire ai propri clienti uno standard unico in termini di rintracciabilità, certezza della provenienza e sicurezza”. Sicurezza, origine del prodotto, tracciabilità e garanzia di una qualità eccellente sono i punti fondamentali per una maggiore consapevolezza dell’acquisto del consumatore. A sostegno di questi valori nasce il Progetto BioGraphy. Grazie alle etichette sulle confezioni, il consumatore collegandosi al sito biography.vip.coop e inserendo nella homepage il nome e cognome del contadino, può risalire alla zona di provenienza e “vedere” di persona dove e da chi il frutto è stato coltivato. FRUITBOOKMAGAZINE


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Giovanni Turrino

FruttaWeb, il b2b della frutta si apre anche al mercato estero 80

Fino ad ora FruttaWeb si è attivata principalmente per il mercato interno, proponendo prodotti ortofrutticoli freschi tradizionali, frutta esotica e prodotti particolari, frutta secca e disidratata, e altri prodotti affini al settore ortofrutticolo. A fine agosto l’apertura del sito in lingua inglese. La difficoltà iniziale risiederà principalmente nella logistica, con spese di spedizione elevate per gli acquisti dall’estero FruttaWeb.com, e-commerce di frutta e verdura fresca, ha ufficialmente aperto il proprio portale sull’intero territorio europeo. Lo annuncia Marco Biasin, responsabile delle strategie operative e sviluppo per la giovane start-up bolognese. La notizia è di fine agosto e il sito ufficiale in lingua inglese è lì a confermarlo. Nata come piattaforma business to business nel gennaio 2014, in realtà ha poi avuto successo come portale rivolto al consumatore finale. Fino ad ora FruttaWeb si è rivolta principalmente al mercato nazionale, proponendo prodotti ortofrutticoli freschi tradizionali, frutta esotica e prodotti particolari, frutta secca e disidratata, e tanti altri prodotti affini al settore ortofrutticolo. Gli utenti attraverso il portale possono acquistare qualsiasi prodotto disponibile e vederselo consegnare direttamente alla porta di casa, ovunque si trovino. “Siamo ormai attivi da un anno e mezzo, ed ora abbiamo raggiunto un interessante livello, sia in merito al database utenti che in termini di fatturato. Abbiamo una crescita costante mese su mese e un feedback sempre maggiore da parte dei nostri clienti.Oltre all’obiettivo di affermare il brand in Italia, abbiamo deciso che è il momento di portare il meglio dell’ortofrutta italiana anche all’estero”, sottolinea Marco Biasin. “Abbiamo analizzato il mercato estero e studiato quali sono i mercati più trainanti per l’acquisto online del food. Inizialmente ci concentrereFRUITBOOKMAGAZINE

mo su Inghilterra e Germania, coinvolgendo anche i Paesi del Nord Europa come Belgio e Olanda, per poi espanderci su tutto il territorio europeo”. La difficoltà per il team di FruttaWeb risiederà principalmente nella logistica, con spese di spedizione piuttosto elevate per gli acquisti dall’estero. “Cominceremo fornendo una nicchia del mercato - continua Marco Biasin - così come abbiamo fatto in Italia, per poi allargarci a ogni tipo di utente”. È sicuramente un progetto ambizioso, quello di portare le eccellenze del made in Italy del settore ortofrutticolo all’estero attraverso la vendita online, ma che indubbiamente attirerà l’interesse dall’intero settore ortofrutticolo, e non solo. Ma tornando all’Italia, che tempi ci sono per la consegna e da dove arriva il prodotto? “Grazie ai nostri partner logistici, come DHL, UPS e GLS, i tempi di consegna - sostiene Biasin - di frutta e verdura acquistate on line dal nostro sito sono rapidissimi: 24 ore per il centro-nord Italia e parte delle regioni meridionali; 48 ore per le isole e la Calabria. Le fonti di approvvigionamento della materia prima sono varie: operatori e importatori internazionali, mercati ortofrutticoli, produttori: dipende dalla stagionalità e dal tipo di articolo richiesto, noi non ci poniamo vincoli. Le regioni italiane nelle quali si è registrata la maggiore domanda sono finora la Lombardia, il Lazio e l’Emilia-Romagna”. Ma non è tutto: oltre che al consumatore finale, FruttaWeb offre anche un servizio di consegna all’ingrosso per tutti i prodotti che sono elencati online. “Possiamo fornire anche quei clienti che spesso, per quantità non molto elevate e magari prodotti particolari, faticano a trovare un fornitore che riesca a servirli”, conclude Biasin. l N.13 l OTTOBRE 2015


Facciamo di tutto per contenere

il loro entusiasmo.

Frutta e verdura? Felici e soddisfatte solo nelle nostre cassette. Ecco perché produciamo contenitori in plastica per ortofrutta, nei formati standard, speciali e dedicati al settore della “GDO”. Tutti i nostri prodotti sono riciclabili, versatili, sicuri e personalizzabili.

Ecoplastica, il frutto dell’esperienza.

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Da 70 anni in buone mani.

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