Fruitbook Magazine 29

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CI MANCAVA SOLO LA CIMICE ASIATICA Per la prima volta nel 2019 le importazioni di ortofrutta in Italia si avviano a superare in valore le esportazioni. Oltre ai cronici problemi commerciali si aggiungono anche quelli in campo, come la cimice asiatica IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS

ELNATHEDITORE

N.29 l OTTOBRE 2019 l TRIMESTRALE













Editoriale

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Eugenio Felice

“La Gdo? È il delinquente” È il pomeriggio di giovedì 14 novembre. Mentre scriviamo abbiamo appena letto che Mario Garbarrino, già massimo dirigente di Unes, ora in forza al tè Everton, è entrato nel cda di Cortilia, e-commerce di prodotti freschi e a filiera corta ben nota ai milanesi. Ci viene in mente di quando al nostro evento Fresh Retailer: Show&Conference 2017 Giovanni Panzeri, allora responsabile freschissimi di Carrefour, dichiarò - ma la notizia non poteva finire sui giornali - che il gruppo transalpino aveva fatto un’offerta di acquisto per la start-up milanese. Che poi non andò in porto. Ci viene anche in mente, lo stesso 14 novembre, di come pochi giorni prima avevamo avuto uno scambio di opinioni con lo stesso Mario Gasbarrino su Linkedin in merito ai cartellini prezzi nel reparto ortofrutta di Esselunga. Secondo lui molto chiari e leggibili. Riconosceva però, dopo la nostra obiezione: “Concordo che sull’ortofrutta si può e si deve fare di più, salvaguardando la leggibilità!”. Noi mettavamo in discussione… Tutto. Dal comunicare solo il prezzo all’ammassare i cartellini uno sull’altro. E parliamo di Esselunga, il primo della classe. Ma ciò che rileva, in questo caso, è la consapevolezza, in quello che è stato uno dei massimi dirigenti del mondo Gdo, che in ortofrutta “si può e si deve fare di più”. Lo stesso Gasbarrino su Linkedin invitava a metà novembre i buyer della distribuzione a “uscire dalle loro torri eburnee, non devono valutare solo il prezzo, perché un giorno un lavoro così banale, che qualcuno sta già sostituendo con le aste al ribasso, potrebbe essere sostituito e gestito da una macchina o un algoritmo. Il buyer non deve stare chiuso in ufficio come in passato, oggi deve andare in giro nei supermercati, per capire cosa vuole il cliente, e nelle aziende per capire come lavorano e come la pensano… Dovete essere come i cercatori di funghi, vedere prima degli altri anche su sentieri dove è già passato qualcuno ma non ha visto”. Nulla di più vero. Chiaramente l’input deve venire dall’alto. Nella grande distribuzione il 2019, prossimo a spirare, sarà ricordato per alcuni fallimenti - vedi Gruppo Abate in Sicilia e Nuova Distribuzione l N.29 l OTTOBRE 2019

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in Lombardia - ma soprattutto per il salvataggio di Auchan Italia da parte di Conad, un’operazione monstre che porta il gruppo guidato da Francesco Pugliese ai vertici della grande distribuzione italiana. E il comparto ortofrutticolo cosa sta facendo? Forse troppo poco. Come lascia leggere tra le righe Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop Italia nell’intervista che riportiamo a pagina 88. Il settore è ancora troppo frammentato e disorganizzato. La Gdo si trova davanti troppi interlocutori e per questo la strada più facile è rivolgersi alla Spagna. Quindi? Guardiamo al 2020 con grande ottimismo, perché sicuramente c’è tanto da fare. E come frase di buon auspicio riportiamo proprio un commento arrivato alle dichiarazioni di Mazzini: “La Gdo? Non è il cattivo. È il delinquente!”. ERRATA CORRIGE - Nell’articolo “Cofruta è arrivata al capolinea” pubblicato su Fm, edizione luglio 2019, abbiamo erroneamente scritto che Apofruit Italia “ha affittato un ramo d’azienda”. In realtà ha solo affittato una parte del magazzino, destinata a centro di ritiro per i propri soci. Ce ne scusiamo con i diretti interessati e con i lettori.

FRUITBOOKMAGAZINE



PAG. EDITORIALE “LA GDO? È IL DELINQUENTE”

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IMMAGINI

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22 BUONE NOTIZIE LA PSICOLOGIA SPIEGA PERCHÉ NON MANGIAMO FRUTTA E VERDURA 24 RIFLESSIONI L’INCHIESTA DEL SALVAGENTE È UN COLPO BASSO AL SETTORE 26 FIERE MARCA FRESH, L’ORTOFRUTTA È PROTAGONISTA A BOLOGNAFIERE 28 MARKETING IMPARIAMO A PRENDERCI CURA DEL NOSTRO MERCATO 30 INNOVAZIONE ERBE AROMATICHE SGRANATE CON PACK SALVA FRESCHEZZA 32 MERCATI - KIWI KIWI, IL RACCOLTO ITALIANO FLETTE BENE INVECE LE VARIETÀ GIALLE 34 GIUSTIZIA PATATA-GATE, GIULIO ROMAGNOLI E GAMBERINI RINVIATI A GIUDIZIO 36 NEURONEWS COME ATTIRARE IL CONSUMATORE? LA RISPOSTA NEL NEUROMARKETING 38 LO STUDIO LA COMUNICAZIONE PIÙ EFFICACE? IL GUSTO VINCE SEMPRE SUL SANO 40 ESTERI WEGMANS A BROOKLYN: LA SFIDA DEL RETAILER CHE ISPIRÒ ESSELUNGA 42 SOLUZIONI IMBALLAGGI IN PLASTICA? CO.N.I.P.: “SIAMO UN SISTEMA VIRTUOSO” 44 SCENARI TOH, L’ORTOFRUTTA ORA È “SEXY” IL CASO DEL PROGRAMMA BBC ANALISI 46 MOMENTO STORICO: IN ITALIA L’IMPORT SUPERA L’EXPORT TREND 48 WHOLE FOODS: TRA I MUST DEL 2020 C’È IL “BLENDED BURGER” LA NOTIZIA 50 ANTITRUST, MULTE MILIONARIE PER IL CARTELLO DEL CARTONE ONDULATO MERCATI - MELE 54 MELE, UNO DEI RACCOLTI PIÙ BASSI DEL DECENNIO IN ITALIA IL LIBRO 56 I BAMBINI ITALIANI SONO TRA I PIÙ SOVRAPPESO D’EUROPA ECCELLENZE 58 SI CHIAMA “SANS PESTICIDES” IL FIORE ALL’OCCHIELLO DI SAVÉOL MENS SANA 60 CASTAGNE E ZUCCA PER FARE IL PIENO DI VITAMINE AUTUNNALI PANORAMA

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iFRESH

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l N.29 l OTTOBRE 2019

CONTENUTI

68 / MELA VAL VENOSTA 62 / ORTOFRUTTA E SVELA LA PRIMA LINEA GDO, NODI DA SCIOGLIERE NEL MERCATO 4.0

DI MELE SENZA DISERBANTI

70 / CRESCE ILCAMONE, 74/ DA AGR. ROSMARINO QUELLO VERO, IL PRIMO DATTERINO

ECCO COME SI RACCONTA

IN VASCHETTA 100% PLA

76 / PAM, FRESCHISSIMI 80 / LIDL ITALIA, SU MISURA NEL NUOVO CINQUE COSE CHE VOI SUPERMERCATO DI PADOVA

FORSE NON SAPETE

FRUITBOOKMAGAZINE

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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Carlotta Benini, Salvo Garipoli, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino, Marco Zanardi

86 / MAZZINI: “LA GDO 90 / SPEZIE ED ERBE, NON È IL CATTIVO. ASSIEME NUOVO SALONE CAMBIAMO PASSO”

A MACFRUT 2020

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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Grafiche Artigianelli Srl - Via E. Ferri 73 25123 - Brescia (Bs) Carta GardaPat 115 gr - Lecta 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero ottobre 2019: 8.000 copie

94 / VIOLÌ, IL CARCIOFO 98 / EXPORT: SPAGNA ITALIANO DI FASCIA BATTE ITALIA 4 A 1. CRESCE PREMIUM FA SQUADRA

NEL 2019 IL DIVARIO

Registrazione Tribunale di Verona n. 1962 del 6 novembre 2012

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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l N.29 l OTTOBRE 2019



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Sogno americano Jennings (Florida), 25 ottobre 2019 Sono stati inaugurati a fine ottobre gli headquarter di Cultiva Farms USA, azienda guidata da Federico Boscolo che per prima ha portato nella East Coast la produzione sotto serra di baby leaf. Gli uffici, fatti con container, esprimono bellezza e design made in Italy: il progetto è di EligoStudio di Milano.




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Paradossi Milano (MI), 3 ottobre 2019 Mentre a Milano ascoltavamo la presentazione di Valerio De Molli di The European House - Ambrosetti su “Il contributo di Lidl alla creazione di valore e allo sviluppo sostenibile in Italia”, un dato ci ha stupito più di altri: 35 milioni di morti all’anno nel mondo per fame, oltre 30 milioni per eccesso di cibo.


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Expo Dubai 2020 Dubai (UAE), 20 ottobre 2020 È la data di inizio del primo World Expo che si sarà mai svolto in Medio Oriente, un percorso lungo 173 giorni che si chiuderà il 10 aprile 2021, all’insegna di intrattenimento, cultura, tecnologia e cucina. L’Expo esplorerà il tema “Connecting Minds, Creating the Future”. Tra i sottotemi c’è anche la sostenibilità.



buone notizie |

Eugenio Felice

La psicologia spiega perché non mangiamo frutta e verdura 22

In Italia solo 1 adulto su 10 consuma le raccomandate 5 porzioni di frutta e verdura giornaliere e solo la metà ne assume almeno 2. Il motivo sarebbe da ricercare nell’atteggiamento psicologico: nonostante la certezza della bontà di un’azione, non sempre siamo portati a seguirla. Lo dice una ricerca pubblicata su Nutrition Review. Per raggiungere l’obiettivo del Five a day è consigliato pianificare le occasioni di consumo, partendo dal menu settimanale Buone notizie dal mondo della ricerca. A differenza di quanto raccomandato dall’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità, solo 1 adulto su 10 in Italia mette in pratica il Five a day e la metà consuma solo due porzioni di ortofrutta al dì. Quindi la situazione non può che migliorare, se il settore e la politica popolazione più sana significa minori spese nella

sanità - metteranno in pratica azioni per aumentare il consumo di ortofrutta e far applicare la regola delle cinque porzioni giornaliere, equivalenti a 400 grammi, che aiuterebbero a prevenire molte delle cosiddette “malattie del benessere”. Nella promozione di atteggiamenti salutari, come riporta una ricerca di Nutrition Review, non basta fornire informazioni: nonostante la certezza della bontà di un’azione, non sempre siamo portati a seguirla. Per ottenere una reale modifica del comportamento occorre essere psicologicamente pronti, FRUITBOOKMAGAZINE

lavorando sulla propria “autoefficacia”, ossia la convinzione che si ha delle proprie capacità e competenze. Secondo il Dottor Benton, professore di psicologia presso l’Università di Swansea in Galles, i fattori psicosociali che influenzano il consumo di frutta e verdura sono in primis l’autoefficacia, seguita dal supporto sociale e dalla conoscenza dell’importanza di consumare ortofrutta per una buona salute. “La motivazione intrinseca, cioè l’azione compiuta liberamente, ha maggiori probabilità di stimolare comportamenti salutari rispetto alla motivazione estrinseca, messa in pratica per ottenere approvazione sociale”, ha commentato. “Indagando i motivi delle basse percentuali di successo nel consumo di frutta e verdura, osserviamo che molte persone indicano diverse barriere al cambiamento, come i tempi di preparazione e il costo dei prodotti, elementi superabili modificando il processo di pensiero e concentrandosi su soluzioni pratiche. Ad esempio, rispetto al frutto intero, il succo di frutta, ha maggiori probabilità di generare sentimenti di autoefficacia e quindi di essere associato a cambiamenti a lungo termine nella dieta”. Benton offre dei suggerimenti per raggiungere uno stile di vita sano: pianificare e pensare a quando, dove e come consumare le 5 porzioni giornaliere, organizzarsi in modo da tenere frutta e verdura in casa per raggiungere l’obiettivo, scegliere con gusto la frutta e la verdura che più piacciono e preparali in modo da esaltarne la gradevolezza, inserire saltuariamente all’interno della dieta equilibrata una porzione da 150 ml di succo 100% frutta, controllare ogni giorno la quantità di frutta e verdura che si mangia. Se si riesce a fare 10 mila passi al giorno, perché non si dovrebbe puntare anche al Five a day?” l N.29 l OTTOBRE 2019



riflessioni |

Eugenio Felice

L’inchiesta del Salvagente è un colpo basso al settore 24

L’inchiesta del Salvagente pubblicata sull’edizione novembre 2019, con copertina dedicata a “Il lato oscuro dell’uva bianca”, avrebbe dovuto rassicurare il consumatore italiano sulla salubrità dell’uva made in Italy, perché i risultati delle analisi sui campioni prelevati presso il canale GDO ci dicono che nessun grappolo presenta residui di prodotti chimici oltre i limiti di Legge e che tutte le molecole rilevate sono ammesse, invece, siamo alle solite... L’inchiesta del Salvagente pubblicata sull’edizione di novembre 2019, con tanto di copertina dedicata a “Il lato oscuro dell’uva bianca” e articolo interno che titola “Pesticidi a grappolo”, rappresenta a nostro avviso un’informazione ingannevole, che porta il lettore a un allarmismo ingiustificato. L’inchiesta ci dice che su 16 campioni di uva italiana, soprattutto siciliana, prelevati in diversi gruppi della grande distribuzione - tra cui Esselunga, Coop Italia, Conad, Carrefour, Eurospin, Lidl, Pam, Lidl, NaturaSì, Elite Supermercati - non è stata riscontrata nessuna irregolarità in merito alla presenza di residui chimici o “pesticidi”, per usare un linguaggio più accessibile al consumatore finale. Parliamo quindi di una promozione a pieni voti, che poi rispecchia il primato dell’ortofrutta made in Italy nel campo della sicurezza alimentare a livello internazionale ed europeo. FRUITBOOKMAGAZINE

Quindi almeno il voto 6 a nostro avviso dovevano prenderlo tutti e 16 i campioni analizzati. Invece no, per Il Salvagente 7 campioni su 16 non hanno preso la sufficienza, con l’uva di Todis che si è presa addirittura un 3 per avere al suo interno residui o tracce di ben 19 molecole, anche se tutte in quantitativo entro i limiti di Legge e tutte consentite per la coltivazione dell’uva da tavola. Quindi? Boh. Certo è che le storie “negative” fanno più “notizia” di quelle “positive”. Altra considerazione: 5 delle 19 molecole trovate nell’uva di Todis - gruppo discount del centro sud Italia nell’orbita Conad - gli strumenti di molti laboratori di analisi non sarebbero riusciti nemmeno a rilevarle essendo sotto allo 0,01 mg/kg. Praticamente non si parla più di residui ma di tracce (come riporta lo stesso articolo del Salvagente), vale a dire un quantitativo infinitesimale, tanto che oggi per certificare un frutto o ortaggio come “residuo zero” è sufficiente che i valori rilevati siano al di sotto dello 0,01 mg per chilo. Siamo quindi a una situazione quasi paradossale. Riportiamo la risposta al Salvagente che ha fornito Peviani Spa - la cui uva bianca nell’inchiesta ha preso voto 5 - che a nostro avviso dà la corretta lettura della questione: “(...) I risultati delle analisi è di nostra soddisfazione, in quanto tutti i principi attivi rilevati sono nettamente al di sotto del limite di Legge, con valori inferiori del 78% rispetto a quanto consentito, il che ci permette di soddisfare le richieste dei clienti della GDO con prodotti di filiera o a marchio del distributore. Il nostro lavoro è fortemente incentrato nella riduzione dell’uso dei prodotti chimici (...)”. Come dire, l’ennesimo attacco gratuito a un settore che nessuno difende. l N.29 l OTTOBRE 2019



fiere |

Giovanni Turrino

Marca Fresh, l’ortofrutta diventa protagonista a BolognaFiere 26

Per la prima volta la fiera Marca, la più importante vetrina italiana sulla private label, in calendario il 15 e 16 gennaio 2020 a Bologna, esordirà uno spazio interamente dedicato all’ortofrutta di nome Marca Fresh. Un format espositivo chiavi in mano, un investimento a valore aggiunto grazie al quale incontrare la GDO e confrontarsi sul tema dell’innovazione sostenibile. L’area sarà ospitata nel padiglione 26 e raccoglierà non più di 18 aziende eccellenti Ecco la nuova proposta strategica di Marca di BolognaFiere, la seconda fiera in Europa nel settore MDD (marca del distributore o private label) dopo il PLMA di Amsterdam, organizzata da BolognaFiere in collaborazione con l’Associazione Distribuzione Moderna - ADM. Giunta alla 16.esima edizione, Marca è l’unica manifestazione italiana interamente dedicata alla marca commerciale, con oltre 750 aziende che espongono i prodotti dell’eccellenza made in Italy e migliaia di visitatori. All’interno della nuova area, ospitata nel padiglione 26, l’ortofrutta troverà un qualificato momento di approfondimento, studiato per valorizzare le imprese del settore che avranno l’opportunità di presentare quei prodotti che rappresentano l’innovazione sostenibile. Sarà l’occasione per FRUITBOOKMAGAZINE

analizzare e definire nuove strategie nella distribuzione moderna. Il nuovo format nasce, infatti, dall’esigenza di rispondere ai nuovi trend di consumo che prediligono i segmenti più evoluti del biologico, del biodinamico, dei prodotti a residuo zero e del packaging eco-compatibile, tali da spingere produzione e distribuzione a fare scelte assortimentali all’insegna della responsabilità economica, sociale ed ambientale. I Gamma evoluta, IV e V Gamma, associate allo sviluppo di categorie quali frutta secca e legumi, hanno trasformato la struttura del reparto ortofrutta ridisegnandolo sulla base delle esigenze più convenience della domanda finale. Marca Fresh, con i suoi tre obiettivi - Innovation, Experience, Networking - punta a diventare il riferimento business per tutti gli operatori, concentrando in un unico spazio le best practice del mercato, che richiede prodotti la cui formulazione e fruibilità siano in linea con parametri di salubrità alimentare e qualità nell’apporto di servizio. L’area ospiterà la Piazza dei Freschi, il Corner Media e l’Agorà, che sarà il cuore del networking, ospiterà i seminari a cura delle aziende partecipanti e della GDO e il workshop sul “Ruolo dell’innovazione sostenibile per il consumatore italiano e le strategie del trade a sostegno delle performance del reparto ortofrutta”, a cura di SG Marketing. l N.29 l OTTOBRE 2019



marketing |

Salvo Garipoli*

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Nel mercato 4.0, la tecnologia pervade 24 ore su 24 la vita di noi tutti. È proprio in questa fase che assumono un ruolo fondamentale le “persone” e l’esperienza di prodotto fatta integrando mondo digitale e realtà fisica. Lo spot di Coop Italia e le proteste del mondo agricolo sono l’ennesimo esempio di un rapporto conflittuale che andrebbe superato per elaborare insieme dei modelli virtuosi che facciano elevare le esperienze di acquisto e di consumo Tra chi produce e chi vende c’è il consumatore che è individuo, persona alla ricerca di garanzie utili a sostenere le proprie scelte di acquisto e consumo. È in questa direzione che va letta, per esempio, la sensibilità dei millennials nei confronti dell’ambiente, con una quota preferenziale per i prodotti da fonti energetiche rinnovabili del 34 per cento rispetto al 31 per cento che rappresenta la media del mercato (fonte osservatorio Lifestyle Nomisma 2019), o dei baby boomers nei confronti dell’etica del lavoro, con una percentuale di accordo nei confronti di prodotti che garantiscono un giusto reddito pari al 31 per cento in rapporto al 24 per cento di consenso medio complessivo. Di fronte a tutte queste nuove sensibilità, è necessario cooperaFRUITBOOKMAGAZINE

re alla realizzazione di modelli customer oriented al fine di rendere straordinarie le esperienze di acquisto e consumo quotidiane. Per tutte queste ragioni, fanno specie gli strali lanciati allo spot televisivo di Coop Italia da parte di associazioni di agricoltori che sui social, all’insegna del campanile, invece di mettersi dalla parte di chi guida il carrello della spesa e puntellare il ruolo positivo di quei produttori che tutti i giorni lavorano per comporre percorsi utili a valorizzare la consapevolezza del consumo, preferiscono gridare allo scandalo, richiedono scuse e alzano barriere. “… Consiglio di mettere da parte l’ascia di guerra e di iniziare tutti a collaborare per trovare insieme delle strategie efficaci…”: è questa la frase che una produttrice, Alessandra, ci ha regalato all’ultima

edizione di Fresh Retailer: Show&Conference (Milano, 26 settembre). È attorno a questa visione che credo sia opportuno convergere, ciascuno per la propria parte e per il proprio ruolo, avendo a cuore le sorti di un settore che necessita dell’impegno di tutti e di una strategia comune per evolvere lungo la strada che conduce al consumatore finale. l N.29 l OTTOBRE 2019

*direttore operativo SG Marketing

Impariamo a prenderci cura del nostro mercato



innovazione |

Carlotta Benini

Erbe aromatiche sgranate con pack salva freschezza 30

Erbe aromatiche sgranate a mano, 100 per cento italiane e biologiche, disponibili al supermercato in originalissime confezioni salva freschezza composte da un astuccio apri e chiudi rivestito da una cover di cartone eco-friendly, che riporta informazioni sull’origine del prodotto e sul suo uso in cucina in sostituzione del sale. È la nuova proposta di Citrus L’Orto Italiano per la GDO, “un prodotto ad alto contenuto di servizio, per un target giovane e dinamico” “Che profumo dai alla tua giornata?”. Una call to action evocativa per catturare l’attenzione del consumatore nel reparto ortofrutta, promuovendo al contempo uno stile di vita sano e stimolando un acquisto che ha anche un fine etico. Oggetto dell’acquisto è la linea di erbe aromatiche essiccate di Citrus L’Orto Italiano, distribuite a mazzetto e nella nuova proposta sgranata, con confezioni originali ed eco-friendly. La call to action spicca nella parte alta dell’espositore di cartone, attualmente disponibile nel reparto ortofrutta dei punti vendita di diversi gruppi della grande distribuzione italiana. Nella parte bassa dell’espositore sono collocate delle scatole in cartone certificato FSC, contenenti ognuna 10 buste di erbe aromatiche FRUITBOOKMAGAZINE

a mazzetto. Le referenze sono quattro: Origano, Timo, Peperoncino e Rosmarino. Nella parte alta dell’espositore, invece, sono inseriti i nuovi porta astucci realizzati sempre in cartone certificato FSC e contenenti ognuno 12 confezioni di erbe aromatiche sgranate, la nuova proposta di Citrus per la grande distribuzione. Gli astucci sono pratiche e originali confezioni salva freschezza con zip apri e chiudi: sono rivestite da una cover in cartone eco-friendly, di forma quadrata (simile a quella di un compact disc) con una piccola finestra sul fronte. “Un packaging sostenibile anche ‘chic’, che nasce da un nostro progetto di design: lo abbiamo registrato a livello internazionale, in modo che sia un’esclusiva di Citrus”, ci spiega Marianna Palella, ceo di Citrus. Le referenze anche nella nuova versione sgranata a mano sono quattro: Origano, Peperoncino, Mix di spezie con aglio e Mix di spezie senza aglio, queste ultime due pensate come condimento pronto per la pasta. Le erbe aromatiche di Citrus sono tutte biologiche e tutte lavorate rigorosamente a mano, con una sgranatura che a volte può risultare un po’ grossolana, a testimonianza del processo artigianale che sta dentro ogni confezione. Vengono coltivate in Sicilia, da filiera sicura e tracciata, controllata all’interno della Cooperativa Le Foglie, che riunisce i soci produttori partner di Citrus. Infine, come tutti i prodotti a marchio Citrus L’Orto Italiano, c’è anche un fine etico: l’azienda romagnola è infatti da molti anni partner della Fondazione Umberto Veronesi. l N.29 l OTTOBRE 2019



mercati kiwi |

Marco Zanardi

Kiwi, il raccolto italiano flette Bene invece le varietà gialle 32

Raccolto italiano in calo a 370 mila tonnellate, molto al di sotto dei valori di alcuni anni fa. Crescono in compenso le varietà gialle, da 60 a 70 mila tonnellate. L’Italia si conferma produttore leader dell’Emisfero Nord per quantità, anche se sono in contrazione le superfici investite, soprattutto in Piemonte. Stabile la Grecia a 220 mila tonnellate, un competitor sempre più agguerrito con molte estensioni che andranno in produzione nei prossimi anni La Conferenza IKO (International Kiwifruit Organization), giunta quest’anno alla 38.esima edizione e ospitata a Torino dall’8 al 10 settembre, è stata come ogni anno l’opportunità per conoscere lo stato della coltivazione del kiwi nei diversi Paesi. Per quanto riguarda l’intero Emisfero Nord, l’IKO prevede una produzione equilibrata per il 2019, non eccedentaria e di buona qualità. Per l’Italia, che conferma il ruolo di maggiore produttore europeo, le previsioni parlano di un calo del 6% rispetto al raccolto del 2018, con una flessione del kiwi verde del 10% e una crescita del 16% per le varietà gialle. Guardando oltre confine, sono previsti stabili i volumi della Grecia - secondo produttore europeo - e della Francia, in crescita dell’8% la Spagna, netto calo (-21%) per il Portogallo. FRUITBOOKMAGAZINE

Produzione di kiwi in Europa dati in tonnellate

Prev. 2019/20

var.% 2019/20 su 2018/19

Italia 451.750 369.100 393.400 371.000 Francia 55.300 62.000 58.000 55.000 Portogallo 27.000 23.700 35.400 34.000 Spagna 18.200 13.500 15.500 16.900 Grecia 216.500 220.000 220.000 220.000 Totale Europa 767.450 698.000 719.300 691.500

-6 +1 -21 +8 = -4

2016/17

2017/18

2018/19

Fonte: IKO

A livello di superfici in Italia nel 2019 sono stimati complessivamente circa 25 mila ettari in produzione (età superiore ai 3 anni), l’1% in meno dell’anno precedente: il verde con 19.760 ettari perde il 5%, le varietà gialle superano i 5 mila ettari e guadagnano il 12% con un raccolto che nel 2019 è stimato in 70 mila tonnellate. Rispetto al 2018, calano le superfici in Piemonte del 14% (3.590 ettari), in Veneto dell’8% (2.200 ettari), in Emilia Romagna del 4% (3.460 ettari), nel Lazio del 6% (6.040 ettari), mentre l’unica regione a registrare un aumento delle superfici è la Calabria con 2.500 ettari (+5% sul 2018). Le prospettive commerciali sono complessivamente incoraggianti, considerando sia un’offerta dell’Emisfero Sud che è terminata prima del solito, sia il livello produttivo previsto in Europa sotto la media. Per la produzione italiana la più importante minaccia a livello commerciale è la Grecia: quest’anno sono previste 220 mila tonnellate, tuttavia il Paese ha già un potenziale produttivo di 300 mila tonnellate annuali e il vantaggio, rispetto all’Italia, di avere costi di produzione decisamente inferiori. l N.29 l OTTOBRE 2019



giustizia |

Eugenio Felice

Patata-gate, Giulio Romagnoli e Gamberini rinviati a giudizio 34

Andranno a processo per associazione a delinquere finalizzata a commettere frodi ai danni della grande distribuzione anche l’imprenditore campano Antonio Covone e il direttore commerciale della Romagnoli F.lli Spa, Roberto Chiesa. L’accusa è di aver venduto come patate made in Italy del prodotto in realtà di importazione. Condannata con rito abbreviato Grazia Romagnoli, sorella di Giulio, a dieci mesi di reclusione (pena sospesa) per corruzione tra privati Sembrava dovesse andare tutto in prescrizione, invece il 30 ottobre 2019 sono arrivate le prime due condanne con rito abbreviato nell’ambito di quello che è stato ribattezzato “patata-gate”, uno dei più grandi scandali che ha coinvolto il settore ortofrutticolo italiano, data la rilevanza delle aziende coinvolte, in particolare la Romagnoli F.lli Spa, azienda di Molinella alle porte di Bologna con 90 anni di storia,

tra i leader in Italia nelle patate - nel 2018 ha fatturato 33,4 milioni di euro e commercializzato 56 mila tonnellate di patate - e socio di “peso” del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP e del Consorzio Patata Italiana di Qualità, noto al grande pubblico per il marchio Selenella. Il suo amministratore delegato, Giulio Romagnoli (nella foto), è da molti anni presidente della Commissione Patate di FruitimFRUITBOOKMAGAZINE

prese ed è stato patron della Biancoblù Basket Bologna, nata dalle ceneri della Fortitudo. Il giudice Gianluca Petragnani Gelosi, nell’udienza preliminare dell’inchiesta ribattezzata “patata-gate” che si è svolta il 30 ottobre, ha condannato con rito abbreviato Grazia Romagnoli, sorella di Giulio Romagnoli, a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per corruzione tra privati, assolvendola però dall’accusa più grave di associazione a delinquere. Per lei il giudice ha anche stabilito la pena accessoria dell’interdizione da cariche direttive in società per un periodo di dodici mesi. È stato condannato a un anno di reclusione Michele Manenti - anche per lui pena sospesa - accusato di calunnia nei confronti di un agente della Forestale. Per l’agente il giudice ha anche stabilito una provvisionale di 20 mila euro, mentre per le parti civili Conad e Coldiretti ha stabilito una provvisionale di 5 mila euro ciascuno, a carico di Grazia Romagnoli, oltre al risarcimento dei danni da liquidare in sede civile. Sono stati invece rinviati a giudizio Giulio Romagnoli - che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti: “Se fosse vero saremmo autolesionisti” - Antonio Covone, legale rappresentante della Covone Srl di Marigliano (Napoli) specializzata nell’import export di patate, Claudio Gamberini, all’epoca dei fatti responsabile nazionale acquisti ortofrutta di Conad, e Roberto Chiesa, direttore commerciale di Romagnoli F.lli Spa. Per la Procura di Bologna parteciparono all’associazione a delinquere finalizzata a commettere frodi ai danni della grande distribuzione. Per i pm Marco Forte e Manuela Cavallo, tra il 2013 e il 2014, patate provenienti da Francia, Inghilterra e Paesi extracomunitari venivano certificate come italiane e così finivano sugli scaffali dei supermercati. Tra le parti offese anche Esselunga e Pam. Della vicenda si era occupata anche Report. l N.29 l OTTOBRE 2019



neuronews |

Matteo Sgaravato*

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Per sua natura, la nostra attenzione è molto limitata: come dimostrato da numerosi studi, solo una minima parte delle informazioni in cui ci imbattiamo riesce a colpire il nostro interesse; di queste, solo una piccola percentuale viene recepita e memorizzata. Il nostro cervello evita così sforzi cognitivi elevati e risparmia energia. Ecco perché, davanti a uno scaffale del supermercato, tendiamo a scegliere più o meno sempre gli stessi prodotti... Li abbiamo già provati, sappiamo che ci piacciono e non dobbiamo ogni volta valutare tutte le alternative. Come può quindi un prodotto rendersi più riconoscibile a scaffale e aumentare le vendite? Come può un’azienda riuscire a distinguersi dai competitor? Come può un brand avere la certezza di riuscire a colpire il proprio target obiettivo ed avere successo sul mercato? La prima domanda da farsi in realtà è: cosa c’è dietro a una scelta di acquisto? Per comprendere la psicologia dietro ai processi decisionali si rende sempre più necessaria l’applicazione delle scienze cognitive e comportamentali al marketing. Dato che la maggior parte delle decisioni di acquisto non avviene in modo razionale, ma è legata a una componente emoFRUITBOOKMAGAZINE

zionale e a sensazioni inconsce, il neuromarketing può realmente fare la differenza in termini di efficacia di una strategia, permettendo di colpire l’attenzione del cliente anche tra noia, stanchezza e distrazioni. Ma come è possibile farlo nella pratica? Per esempio, è bene tener presente che le immagini catturano lo sguardo molto più che i testi o i numeri, soprattutto se si riescono a scegliere i colori giusti e a creare contrasti cromatici efficaci. Mai sottovalutare poi la potenza di un logo: font, colori, linee e forme sono tutti elementi che possono fissarsi nella mente del nostro interlocutore e rendere riconoscibile il nostro brand a colpo d’occhio. In realtà un logo può comunicare molto più di mille parole: per questo il nostro consiglio è di fare sempre un test neuroscientifico per valutarne l’efficacia. Ovviamente anche sono importanti: da un lato la necessità di avere un claim interessante, che deve essere breve, immediato e studiato per lo specifico target a cui ci si vuole rivolgere; dall’altro il potere comunicativo di una storia, che deve essere interessante, coinvolgente, capace di trasmettere messaggi, valori e sensazioni, così da creare un forte legame emotivo tra brand e persone. L’importante è non caricare il nostro interlocutore di informazioni o concetti complessi. Per trovare il giusto equilibrio conviene affidarsi a professionisti che, partendo da un’attenta analisi e lavorando in costante sinergia, riescano a elaborare una strategia efficace, occupandosi di tutti gli interventi necessari. l N.29 l OTTOBRE 2019

*amm. delegato Sgaravato Srl

Come attirare il consumatore? La risposta nel neuromarketing



lo studio |

Massimiliano Lollis

La comunicazione più efficace? Il gusto vince sempre sul sano 38

Analizzando un campione di 137.842 scelte di consumo in cinque mense universitarie Usa, ricercatori di sei università statunitensi sono giunti alla conclusione che il consumatore preferisce il sapore alle caratteristiche salutari del prodotto. La ricerca ha osservato una frequenza di consumo del 29% in più per i piatti a base di verdure accompagnati da etichette o messaggi che ne esaltavano il sapore rispetto ai piatti con messaggi “salutari” A dirlo è un’autorevole ricerca portata avanti da studiosi di sei università Usa e pubblicata su Psychological Science: il gusto vince sempre, anche (e forse soprattutto) nell’ortofrutta. Come riporta Fooddive, la ricerca - effettuata analizzando un campione di 137.842 scelte di consumo nel corso di 185 giorni all’interno di cinque mense universitarie, con un menu che comprendeva 24 tipi di verdure - ha concluso che i piatti a base di verdura accompagnati da parole positive o che puntano sul sapore del prodotto sono scelti il 29% in più rispetto a quelli accompagnati da etichette che esaltano le loro qualità salutari. Non solo: le descrizioni golose convincono i consumatori a scegliere le verdure rispetto ad altri cibi il 14% in più rispetto ai piatti con etichette convenzionali. FRUITBOOKMAGAZINE

I ricercatori hanno osservato che, mentre le etichette sugli alimenti sani puntano prima di tutto sui benefici per la salute, una parte considerevole di consumatori, quando sceglie cosa mangiare, dà priorità al gusto. “Nel complesso - osserva lo studio questi studi dimostrano che esaltare le caratteristiche più gustose e piacevoli delle verdure aumenta il consumo di verdure in contesti di vita quotidiana, in cui cibi più healthy competono con opzioni meno salutari”. Secondo Foodive, i risultati di questo studio potrebbero spingere i produttori alimentari a puntare sul gusto - più che sulle caratteristiche salutari - nella presentazione dei loro prodotti. Come spiega Alia Crum, uno degli autori dello studio e docente di psicologia presso l’Università di Stanford, insistere sulle caratteristiche salutari delle verdure instilla nel consumatore l’idea che il prodotto, se è sano, debba per forza essere anche poco saporito e noioso. In definitiva, lo studio pare indicare che aggiungere montagne di dati su calorie, vitamine, minerali e straordinarie qualità “healthy” sulla confezione di un prodotto non aiuta affatto a migliorare le vendite, poiché nel consumatore è sempre presente - in modo più o meno inconscio - il fatto che si tratti di una specie di medicina, che fa bene prendere, ma che non ti renderà certo più felice. La ricerca conferma quindi i risultati di un altro studio del 2017 - sempre guidato da Alia Crum - che aveva già dimostrato l’importanza delle descrizioni con cui vengono presentate le verdure al tavolo di un self-service. Studiando le scelte di 600 persone nelle mense universitarie emergeva come verdure identiche e cucinate allo stesso modo riscuotessero diversi livelli di “successo” in base alle etichette. l N.29 l OTTOBRE 2019



esteri |

Massimiliano Lollis

40

Wegmans, catena centenaria simbolo della grande distribuzione Usa e dichiarata fonte di ispirazione per Esselunga, lo scorso 27 ottobre ha aperto il nuovo e atteso punto vendita di Brooklyn, il primo nell’area urbana di New York e il 101esimo della catena. L’apertura dello store - più piccolo rispetto agli altri pdv della catena - rappresenta una sfida per Wegmans: per la prima volta esce dalla sua comfort zone delle regioni periferiche del nord-est e Mid-Atlantic Dire che in alcune regioni degli Stati Uniti Wegmans è venerata non sarebbe esagerato. Lo dimostrano le centinaia di persone venute da diverse zone del Paese (perfino dal Texas, o dal Wisconsin) per assistere all’apertura del nuovo store Wegmans a Brooklyn Navy Yard, l’area dei cantieri navali di Brooklyn, alle sette del mattino di una fredda e piovosa domenica newyorchese. “Per Wegmans ho una vera e propria ossessione - dichiara a Grocery Dive una ragazza di Albany, New York - per me è letteralmente il posto migliore del mondo. I miei amici pensano che sia matta, ma credo che loro non ci siano mai stati in un vero Wegmans. Qui fare la spesa è un’esperienza estremamente piacevole”. La catena di supermercati Wegmans - nata a Rochester nel 1916 - nel corso degli ultimi decenni si è ingrandita sempre più sviluppandosi in diverse aree periferiche del nord-est degli Stati Uniti e della zona del Mid-Atlantic (Stato di New York compreso) aprendo punti vendita in sei Stati. Ora però la catena ha deciso di uscire dalla sua “comfort zone”, espandendosi verso sud e sfidando la competizione degli altri supermercati. Se negli ultimi anni la catena ha effettivamente prosperato in un’epoca in cui molti non sono riusciti a sopportare la competizione con Walmart, Amazon, Aldi e Lidl, non è scontato che lo “sbarco” a Brooklyn sia una passeggiata. Per FRUITBOOKMAGAZINE

la catena questa potrebbe essere la sfida più grande, dal momento che la zona del Brooklyn Navy Yard è un’area piuttosto isolata rispetto ai quartieri residenziali di Manhattan, Queens e Brooklyn, e non direttamente raggiungibile con i trasporti pubblici (meno della metà dei newyorchesi possiede un’auto). Su una superficie di 6.800 metri quadrati e con 700 posti auto coperti, dotato di caffetteria e corner piz-

zeria, il nuovo store Wegmans mette a disposizione circa 50 mila referenze, di cui 2 mila biologiche, con un ampio assortimento di piatti pronti e ad alto contenuto di servizio preparati direttamente nello store: sono ben 150 gli addetti che si occupano di preparare i piatti freschi. Si va dal vegano al sushi, passando dagli hamburger ma senza dimenticare la ricca selezione di zuppe e insalate personalizzabili. Protagonista all’ingresso del punto vendita è il reparto ortofrutta, che si ispira al classico mercato europeo a “cielo aperto”, con tanti prodotti a km zero. l N.29 l OTTOBRE 2019

Foto: Time Out/Ali Garber

Wegmans a Brooklyn: la sfida del retailer che ispirò Esselunga



soluzioni |

Carlotta Benini

Imballaggi in plastica? CO.N.I.P: “Siamo un sistema virtuoso” 42

CO.N.I.P., Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica, oltre 20 anni fa ha lanciato pionieristicamente in ortofrutta un sistema in cui la cassetta giunta a fine vita da rifiuto diventa risorsa. Oggi la cassa CO.N.I.P. prodotta con plastica riciclata certificata e riciclabile al 100% è un’eccellenza a livello nazionale “ed è la prima ad avere ottenuto da EFSA l’idoneità al contatto diretto con l’ortofrutta”, spiega il direttore del consorzio Cosimo Damiano De Benedittis Un modello virtuoso di economia circolare, concreto e funzionante, che consente ogni anno di risparmiare 40 milioni di euro di importazioni di petrolio e 133 mila tonnellate di materia prima vergine. Che permette di evitare l’emissione di 148 mila tonnellate di gas serra, pari all’inquinamento generato da 60 mila auto in un anno; di risparmiare 2,2 milioni di GJ di energia (il consumo annuo di 500 mila cittadini italiani) e 599 milioni di litri di acqua, pari alla capienza di 240 piscine olimpioniche. È il sistema CO.N.I.P. Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica, un modello lanciato pionieristicamente 21 anni fa che investe nel rifiuto come risorsa, generando risparmi consistenti in termini economici e soprattutto ambientali. FRUITBOOKMAGAZINE

“Se prendiamo questi numeri annuali e li moltiplichiamo per 20 dovrebbero premiarci, anziché tassarci! Non è pensabile infatti che si possa mettere un’imposta su ciò che è virtuoso”. Con queste parole il direttore generale di CO.N.I.P., Cosimo Damiano De Benedittis, commenta l’argomento caldo del momento nel settore imballaggi: la famigerata “plastic tax”. In realtà l’imposta paventata dal Governo con la manovra 2020 riguarderebbe i prodotti in plastica monouso, ma non manca di creare preoccupazione in tutta la filiera. Il sistema CO.N.I.P. vede nell’ortofrutta il suo core business. La cassa CO.N.I.P è prodotta con plastica riciclata certificata e riciclabile al 100%, secondo un sistema detto “closed loop”, che consente di riutilizzare la materia prima seconda proveniente dal riciclo dei propri imballaggi per produrre nuove casse. Con il reimpiego della plastica riciclata, solo nel 2017 sono stati prodotti nuovi imballaggi per un totale di 85,9 mila tonnellate, con vantaggi economici, ambientali e sociali. La struttura delle casse CO.N.I.P. garantisce ottime performance di conservazione dei prodotti contenuti, in quanto favorisce una distribuzione uniforme del freddo, evita la formazione di muffe e, di conseguenza, prolunga la shelf life. “È inoltre l’unica cassetta in plastica riciclata a poter essere utilizzata a contatto diretto con i prodotti ortofrutticoli, senza che siano necessari materiali di barriera, come attesta la certificazione EFSA ricevuta nel 2013”, conclude De Benedittis. l N.29 l OTTOBRE 2019



scenari |

Valentina Bonazza

Toh, l’ortofrutta ora è “sexy” Il caso del programma BBC 44

Frutta e verdura conquistano la prima serata della BBC2 - soprattutto i giovani dai 16 ai 24 anni, con “What Britain Buys and Sells in a Day”. Protagonista della prima puntata il mondo dell’ortofrutta proposto da diversi punti di vista: trasporti, logistica, import-export, ma anche curiosità e abitudini di acquisto che possono fare la differenza. Pochi ma significativi gli scenari possibili presi in considerazione nel corso del documentario in vista del “dopo Brexit” Il primo episodio di “What Britain Buys and Sells in a Day” - questo il titolo della nuova serie di documentari in tre parti del secondo canale della BBC ha visto i tre presentatori analizzare le modalità con le quali il Regno Unito si approvvigiona di prodotti freschi provenienti da tutto il mondo. Interessante notare come la prima puntata, dedicata all’import-export di ortofrutta in Uk - andata in onda a fine settembre - abbia attirato il più grande pubblico della fascia d’età 16-24 anni per un documentario della BBC2. “Frutta e verdura sono sexy! ha affermato durante un’intervista l’amministratore delegato di Nationwide/Vitaal Group Tim O’Malley, che ha partecipato al programma - Le tendenze vegane e vegetariane stanno prendendo sempre più piede, speFRUITBOOKMAGAZINE

cialmente tra i giovani, e il fatto che il documentario sia stato accolto così bene riflette l’interesse dei consumatori per un’alimentazione sana”, ha concluso O’Malley. Come si legge sul sito della BBC, il documentario analizza non solo la logistica e l’importexport dell’ortofrutta in Uk ma anche come il cambiamento delle abitudini alimentari nel Regno Unito possa portare a dei grossi cambiamenti economici in altri Paesi. Sono tanti gli spunti di riflessione e di scoperta per i cittadini britannici, che oggi più che mai scelgono di variare la propria alimentazione: scelte di acquisto che finiscono per avere delle conseguenze - non sempre negative - sugli agricoltori di tutto il mondo. Basti pensare al Perù, dove l’ossessione britannica per un’alimentazione sana ha creato un’economia in piena espansione per i produttori di avocado, o agli 11mila acri di serre di un’azienda olandese nati per produrre quasi 400 mila tonnellate di pomodori all’anno, gran parte dei quali destinati al Regno Unito. O ancora, come riporta un articolo del Guardian, alla Spagna, dove in alcune regioni i produttori coltivano uva dolce e croccante per soddisfare i gusti britannici. L’autosufficienza del Regno Unito nell’ortofrutta sembra quindi molto lontana. Infatti, al momento del documentario, il Paese d’oltremanica avrebbe importato 18,8 milioni di sterline di ortofrutta da più di 100 Paesi, a fronte di 1,4 milioni di sterline esportate e molti dei contenitori utilizzati per l’import dei prodotti vengono restituiti vuoti. Infine la Brexit: menzionata di rado durante il programma, la notizia che in caso di “mancato accordo” - un ritardo di due minuti di un camion in arrivo in Uk potrà causare fino a cinque ore di ritardo nel Kent è stata per molti una rivelazione. l N.29 l OTTOBRE 2019



analisi |

Irene Forte

Momento storico: in Italia l’import supera l’export 46

L’Italia si avvia a diventare un “Paese importatore netto di ortofrutta”. È l’allarme lanciato da Fruitimprese a seguito dell’elaborazione dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2019 sul commercio ortofrutticolo italiano Peggiora l’interscambio commerciale con l’estero dell’ortofrutta italiana. Dall’elaborazione di Fruitimprese su dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno (luglio 2018 - luglio 2019) a fronte di un aumento dei volumi esportati (4,8%) vi è stato un calo del 3,3% del loro valore. Crescono invece le importazioni, sia

in volume (2,3%) ma soprattutto in valore (12%). L’Italia si sta lentamente avviando a diventare un Paese importatore netto di ortofrutta, questo è quello che dicono i dati. La conseguenza di questo sbilancio commerciale con l’estero è che nel periodo in esame si è avuto per la prima volta un saldo della bilancia commerciale negativo per 12 milioni di euro. “Dopo tanti segnali di peggioramento della situazione, abbiamo toccato un altro record negativo”, ha commentato Marco Salvi, presidente nazionale di Fruitimprese. La situazione è davvero molto preoccupante, perché si aggiunge alle altre emergenze del settore dopo quella dei danni da cimice asiatica e delle altre problematiche fitosanitarie che stanno colpendo le nostre produzioni più tipiche”.

COMMERCIO ESTERO ORTOFRUTTICOLO - RAFFRONTO PRIMI 7 MESI ANNI 2018-2019 QUANTITÀ (TONS) ESPORTAZIONI

VALORI (MIGLIAIA DI EURO)

LUG 2018

LUG 2019

var %

LUG 2018

LUG 2019

var %

Legumi e ortaggi

663.195

673.467

1,5

898.582

913.763

1,7

Agrumi

161.597

143.382

-11,3

152.998

141.571

-7,5

Frutta fresca

1.039.224

1.143.011

10,0

1.205.422

1.112.891

-7,7

Frutta secca

30.720

35.313

15,0

225.880

232.730

3,0

Frutta tropicale

60.789

53.699

-11,7

46.423

45.783

-1,4

TOTALE EXPORT

1.955.525

2.048.872

4,8

2.529.305

2.446.738

-3,3

IMPORTAZIONI

LUG 2018

LUG 2019

var %

LUG 2018

LUG 2019

var %

Legumi e ortaggi

827.624

866.802

4,7

491.146

649.260

32,2

Agrumi

244.083

246.978

1,2

216.839

179.304

-17,3

Frutta fresca

361.399

385.957

6,8

502.611

506.503

0,8

Frutta secca

110.837

132.066

19,2

564.227

680.809

20,7

625.239

587.884

-6,0

420.189

442.947

5,4

TOTALE IMPORT

2.169.182

2.219.687

2,3

2.195.012

2.458.823

12,0

SALDO

-213.657

-170.815

334.293

-12.085

Frutta tropicale

Elaborazione Fruitimprese su dati Istat FRUITBOOKMAGAZINE

l N.29 l OTTOBRE 2019



trend |

Massimiliano Lollis

Whole Foods: tra i must del 2020 c’è il “blended burger” 48

Come ogni anno Whole Foods Market, la catena di supermercati “cool” di proprietà di Amazon, rende note le sue previsioni in fatto di tendenze alimentari - i cosiddetti food trend - che ci aspettano nel 2020. Per la catena Usa il prossimo anno assisteremo a una serie di innovazioni legate alla ricerca di alternative sulla scia delle tendenze di consumo dei Millennials e delle diete e mode più disparate. Tra i must ci saranno i “blended burger” Con l’autunno arrivano puntuali le previsioni di Whole Foods Market sulle tendenze nel mondo del food per il 2020, elaborate sulla base delle indicazioni di oltre 50 dipendenti della catena. Come riferito dalla stessa catena proprietà di Amazon, il campione include buyer a livello regionale e globale, oltre a esperti gastronomici con decenni di esperienza nel campo del “product sourcing”, così come nello studio delle preferenze di consumo, e di partecipazione a fiere in ambito food e wellness a livello mondiale. Ma vediamo nel dettaglio la lista dei “top trend”. Sarà l’aggettivo “alternativo” a essere alla base di diversi food trend nel 2020. Gli hamburger a base vegetale sono sempre più popolari sul mercato Usa, e non solo, come valide alternative alla FRUITBOOKMAGAZINE

carne di origine animale. Secondo Whole Foods uno dei maggiori trend saranno i mix che uniscono le proteine vegetali a quelle animali, sulla scia del manifesto di un movimento di chef - il “The Blended Burger Project” della James Beard Foundation - che si propone di rendere l’hamburger “migliore per i clienti e per il pianeta” mescolando alla carne almeno il 25% di funghi freschi. Le alternative la fanno da padrone anche nel campo delle farine. Per Whole Foods nel 2020 saranno di tendenza farine finora insolite, come la farina di banana e quella di cavolfiore o di tiger nut. Il trend risulta particolarmente importante per la produzione di prodotti dolciari e da forno, dove le farine “super” possono fornire un apporto extra di proteine e fibre, oppure per la produzione di patatine e snack. Snack salutare sarà un’altra parola chiave nel 2020. Gli snack saranno sempre più freschi e perché no? - surgelati, sani e con una lista degli ingredienti sempre più corta. Altro trend sarà l’agricoltura rigenerativa, ovvero quella che produce tramite pratiche di coltivazione e di allevamento rispettose dell’ambiente e della biodiversità. Ci saranno poi i sapori dell’Africa Occidentale: pomodori, cipolle, peperoncino, arachidi, zenzero e citronella saranno i più richiesti, oltre ai superfood della regione come moringa e tamarindo, e i cereali come sorgo, fonio, teff e miglio. Ancora: ci sarà una crecente attenzione, soprattutto tra i più giovani, per i drink analcolici, con la ginger beer che diventerà sempre più popolare. l N.29 l OTTOBRE 2019



la notizia |

Eugenio Felice

Antitrust, multe milionarie per il cartello del cartone ondulato 50

Maxi multa da 287 milioni di euro per il “cartello” del cartone ondulato che tra il 2004 e il 2017 ha definito diversi parametri commerciali, tra cui i prezzi di vendita, e i fermi degli stabilimenti produttivi. Coinvolte moltissime aziende di primo piano del settore, tra cui Smurfit Kappa Italia, Pro-Gest, International Paper Italia, Sandra, Saica Pack Italia, DS Smith. Tra i grandi ne esce pulita Ghelfi Ondulati. Sanzionata anche l’associazione di categoria GIFCO L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - AGCM, il 17 luglio 2019, ha concluso un’istruttoria, accertando l’attuazione di due distinte intese volte a distorcere le dinamiche concorrenziali rispettivamente nel mercato dei fogli in cartone ondulato e nel mercato degli imballaggi in cartone ondulato, in violazione dell’art. 101 del TFUE. Le intese hanno coinvolto le principali imprese produttrici di fogli e imballaggi in cartone ondulato, nonché della relativa associazione di categoria GIFCO, con sanzioni per oltre 287 milioni di euro. L’istruttoria è stata avviata in seguito all’invio di una segnalazione da parte dell’associazione di categoria degli scatolifici non verticalmente integrati (ACIS) e alla presentazione di una domanda di clemenza da parte delle società FRUITBOOKMAGAZINE

del gruppo DS Smith. Dopo l’avvio del procedimento hanno presentato domanda di clemenza anche le società Ondulati Nordest, Scatolificio Idealkart e le società del gruppo Pro-Gest. Soprassedendo in questa sede sul mercato della produzione e commercializzazione di fogli in cartone ondulato e volendoci concentrare sul mercato della produzione e commercializzazione di imballaggi in cartone ondulato, l’Autorità ha accertato che le società Smurfit Kappa Italia, DS Smith Holding Italia, DS Smith Packaging Italia, Toscana Ondulati, International Paper Italia, Sandra, Saica Pack Italia, Mauro Benedetti, Ondulati ed Imballaggi del Friuli, Scatolificio Idealkart, Laveggia, Scatolificio Laveggia, Alliabox Italia, Innova Group, Innova Group - Stabilimento di Caino, Toppazzini, Sada Partecipazioni, Antonio Sada & Figli, ICO Industria Cartone Ondulato, ICOM, Grimaldi, Ondulato Piceno, MS Packaging, Pro-Gest, Trevikart, Ondulati Maranello, nonché l’associazione di categoria GIFCO, hanno posto in essere tra il 2005 e il 2017 un’unica e complessa intesa continuata nel tempo volta a ripartire il mercato e a definire in comune i prezzi di vendita e altri parametri commerciali, quali i termini di pagamento. In considerazione della gravità e della durata dell’infrazione, l’Autorità ha sanzionato le suddette imprese per un totale complessivo di circa 178 milioni di euro. L’Autorità ha riconosciuto il beneficio dell’immunità totale dalla sanzione a favore delle società del gruppo DS Smith, che hanno così evitato l’imposizione di una sanzione superiore a 70 milioni di euro, Inoltre è stata attribuita una riduzione della sanzione per Scatolificio Idealkart e le società del gruppo ProGest, pari rispettivamente al 50 e al 40 per cento. l N.29 l OTTOBRE 2019



retail |

Carlotta Benini

Spazio Conad debutta a Roma l’iper si evolve con le persone 52

Ha aperto a Roma in viale Valente il primo punto vendita Spazio Conad, sorto sui quasi 5 mila mq dell’ex iper Auchan del Centro Commerciale Collatina. Il nuovo format progettato da Conad per le superfici ex Auchan di grandi metrature è volto a offrire una shopping experience che va oltre la spesa, pensato in particolare per le esigenze delle famiglie, con servizi a 360 gradi. Ruolo centrale per i freschi e i freschissimi, con ortofrutta grande protagonista “Uno spazio che va oltre il luogo fisico, è aperto, multiforme e cangiante; si evolve a fianco delle persone e si plasma con le comunità che lo circondano”. C’è scritto così nel pannello che accoglie i clienti all’ingresso del rinnovato store romano di viale Giovanni Battista Valente - nel quartiere Prenestino, a poche centinaia di metri di distanza da un punto vendita

Esselunga e un Eurospin - che riapre i battenti come primo punto vendita Spazio Conad in Italia. Si tratta della nuova insegna lanciata da Conad per valorizzare gli ex iper Auchan, spazi di grande metratura (dai 6 agli 8 mila mq) che saranno valorizzati da un format nuovo e innovativo che mette al centro il food, con i freschi e i freschissimi (ortofrutta compresa) grandi protagonisti. Nello stesso format trovano poi ampio spazio i prodotti non alimentari e una FRUITBOOKMAGAZINE

serie di soluzioni pensate soprattutto per soddisfare i bisogni delle famiglie, dai servizi bancari e assicurativi all’energia, dal ticketing ai viaggi e all’entertainment, dalla ristorazione all’e-commerce. Il nuovo iper Spazio Conad di Roma si trova all’interno del Centro Commerciale Collatina, che ha al suo interno otto attività tra cui una Parafarmacia Conad, e si sviluppa su una superficie di vendita di 4.610 mq. Gli addetti sono 134. Le casse sono 31 in totale. Il parcheggio dispone di 600 posti di cui 330 coperti e 270 scoperti. Il reparto ortofrutta è ampio e con un vasto assortimento di frutta e verdura fresche, prodotti di quarta e quinta gamma, frutta secca e disidratata, legumi, semi, senza dimenticare l’ortofrutta biologica a marchio Conad e non. Anche il localismo è uno dei valori al centro dell’assortimento. Nello store sono presenti inoltre il reparto macelleria, pescheria, alimentari confezionati, gusto e benessere (biologico, senza glutine, senza lattosio ecc.), cura della persona e della casa, panetteria e pasticceria, salumi e formaggi, gastronomia, enoteca e reparto extra alimentari. L’iper è aperto con orario continuato da lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 9 alle 21. Importante rimarcare è che tutti i 134 addetti del punto vendita sono stati riassorbiti garantendo loro continuità occupazionale, come già avvenuto in tutti i precedenti cambi insegna degli ex Auchan che riguardano la cooperativa. Dei 109 passaggi di insegna a Conad in programma entro la fine del 2019, 15 riguardano le regioni in cui opera Conad PAC 2000A (ora in fase di fusione con Conad Sicilia), 13 nella sola provincia di Roma e 2 in quella di Perugia. l N.29 l OTTOBRE 2019



mercati mele |

Marco Zanardi

Mele, uno dei raccolti più bassi del decennio in Italia 54

Assomela ha rivisto al ribasso le stime produttive del comparto melicolo italiano annunciate ad agosto: il clima della primavera-estate che ha penalizzato il calibro dei frutti e la diffusione della cimice asiatica hanno infatti ridotto la quota di prodotto commercializzabile sul mercato del fresco. Le nuove previsioni parlano di 1,8 milioni di tonnellate di mele da tavola, contro i quasi 2,2 milioni previsti ad agosto: è uno dei raccolti più scarsi del decennio Il 13 novembre scorso il Comitato Marketing di Assomela ha esaminato la situazione produttiva della stagione 2019/2020, in termini di quantità e di qualità. Sebbene i dati di conferimento non fossero ancora definitivi, soprattutto per determinate aree produttive e per le varietà tardive, il confronto con i principali produttori indicava un’ulteriore diminuzione della produzione rispetto alle 2.194.000 tonnellate previste nel mese di agosto all’incontro annuale di Prognosfruit. Tale abbassamento è giustificato innanzitutto dalle particolari condizioni climatiche della primavera-estate 2019, che hanno influito fortemente sul calibro dei frutti, che si è rivelato quindi inferiore alle attese, creando qualche squilibrio anche nella disponibilità per i principali mercati. FRUITBOOKMAGAZINE

Produzione di mele in Italia dati in tonnellate

2017

2018

Prev. 2019

910.766 205.026 588.491

991.934 565.064 707.083

991.337 518.529 684.896

Aggior. var.% Nov. 2019 2019 su 2018

974.162 472.243 684.896

-2 -16 -3

Totale Italia 1.704.283 2.264.081 2.194.762 2.131.301

-6

Alto Adige Trentino Altri

Fonte: Assomela

In aggiunta vanno anche citati i danni causati, in alcuni areali produttivi, dalla presenza sempre più invasiva della cimice asiatica, in particolare a fondo valle e su alcune varietà come Granny Smith, che ha abbassato la quota di merce commercializzabile che potrà essere immessa sul mercato. L’effetto di questi fattori incide quindi in misura rilevabile sul volume di mele destinate al mercato fresco, con una quota che non dovrebbe superare gli 1,8 milioni di tonnellate: quantità tra le più basse dell’ultimo decennio. Dal punto di vista organolettico, il prodotto si presenta ben strutturato e adatto per una buona conservazione, permettendo quindi la consueta programmazione commerciale. Per quanto riguarda il quadro comunitario, il livello produttivo è per ora confermato su 10,5 milioni di tonnellate, in diminuzione di oltre il 20% rispetto al record di oltre 13,2 milioni di tonnellate dell’autunno 2018. Su tali basi, il mercato a novembre è partito piuttosto vivacemente, soprattutto in termini di volumi e potrebbe sostenere prossime revisioni al rialzo delle quotazioni, anche per i calibri inferiori che rappresentano per alcune varietà una quota importante del prodotto commercializzabile. l N.29 l OTTOBRE 2019



il libro |

Giancarlo Sbressa

I bambini italiani sono tra i più sovrappeso d’Europa 56

La longevità? Comincia da piccoli. Anzi, ancora prima di nascere. E cioè nei nove mesi di gestazione. A provarlo nel libro “La longevità inizia da bambini” è Valter Longo, biochimico, tra i maggiori esperti al mondo nel campo degli studi su invecchiamento e malattie collegate. Con tanto di pubblicazioni su alcune delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali. In cui, tra l’altro, punta il dito sulla scorretta interpretazione della dieta mediterranea Nel suo ultimo libro - in collaborazione con un team di specialisti tra cui Anna Claudia Romeo, pediatra; Romina Inès Cervignoni, biologa nutrizionista; Alessandro Laviano, professore associato al dipartimento di medicina Traslazionale e di Precisione della Sapienza di Roma; Domenico Meleleo, pediatra nutrizionista - Valter Longo evidenzia uno scenario a tratti drammatico. Secondo i dati COSI WHO Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, “i bambini italiani sono, dopo quelli greci, i più sovrappeso d’Europa. Nella nostra Penisola il 42 per cento dei maschi e il 38 per cento delle femmine in età pre e scolare hanno chili di troppo. Il 21 per cento degli uni e il 14 per cento delle altre sono obesi. La percentuale in Italia è sorprendentemente molto simile e paragonabile a quella degli Stati Uniti, dove è in sovrappeso il 35 per cento e obeso il 26 per cento dei bambini”. Il peso in eccesso in età pediatrica, spiega ancora il professor Longo, “compromette la buona salute perché espone il bambino a rischi di malattia sia durante l’infanzia e l’adolescenza, sia in età adulta. Un peso sovrabbondante da bambini predispone a mantenere la condizione di sovrappeso e obesità anche in età adolescenziale e adulta. I numeri parlano chiaro. Dall’analisi di peso e altezza di una banca dati di FRUITBOOKMAGAZINE

51.505 bambini da 0 a 18 anni è emerso che i bimbi obesi a 3 anni nel 90 per cento dei casi lo sono anche da adolescenti. Questo peso eccessivo può predisporre a sviluppare o aggravare condizioni come, ad esempio, ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari, iperglicemia e quindi aumento di glucosio nel sangue, prediabete e diabete di tipo 2, “La longevità inizia da bambimalattie del fegato, ni”, Valter Longo, 440 pagine, Vallardi A. Editore, 16,90€, disturbi gastrointe- pubblicato il 16/09/2019 stinali, respiratori, neurologici, complicanze ortopediche, disturbi ormonali e ginecologici. Noi genitori con le nostre scelte alimentari abbiamo un ruolo determinante in quello che potrebbe diventare un problema a vita per i nostri figli”. La maggior parte dei bambini e adolescenti sovrappeso e obesi mangia troppo e brucia poco. Il volume prende in esame anche quello che viene considerato un patrimonio culturale dell’umanità, la dieta mediterranea, che in realtà può essere una minaccia per il benessere dell’organismo. “Succede quando la si interpreta in modo proprio. Quando la si traduce cioè in un eccesso di pane, pasta, pizza e patate”, sottolinea Valter Longo. “Per tornare a essere salutare, l’oltre mezzo chilo di amidi e succhi di frutta che molti dei nostri bambini consumano ogni giorno andrebbe ridotto”. Le giuste dosi secondo lo scienziato genovese? “Dai 50 ai 70 grammi di pasta, in base all’età del bambino, 200 grammi di vegetali alternativamente crudi e cotti, con un filo di olio evo, e fino a 250 grammi di legumi”. l N.29 l OTTOBRE 2019



eccellenze |

Giovanni Turrino

Si chiama “sans pesticides” il fiore all’occhiello di Savéol 58

Savéol, marchio di punta della francese Coopérative Maraichère de l’Ouest Sca, che ha come core business la produzione di pomodori, era tra gli espositori della quarta edizione di Fresh Retailer. Tra i prodotti esposti una vasta gamma di pomodori sans pesticide, il fiore all’occhiello della cooperativa bretone. Coltivati in serra, questi pomodori vanno oltre il residuo zero: dal momento in cui la pianta fiorisce non viene utilizzato alcun trattamento di sintesi Savéol è il marchio di punta della Coopérative Maraichère de l’Ouest Sca con quartier generale a Plougastel-Daoulas, nel dipartimento del Finistère. Nota soprattutto per la produzione di pomodori, la cooperativa ad oggi conta 120 orticoltori che coltivano pomodoro in serra su un’area di 219 ettari, una produzione a cui si affiancano 47 ettari di fragole e poi aree più piccole per la coltivazione di peperoni, cetrioli e salicornia (asparago di mare). “Qualità e gusto sono due fattori molto importanti per Savéol - spiega la responsabile marketing clienti di Savéol Claire Malgorn -, abbiamo una serra dedicata all’innovazione varietale, dove vengono testate circa 200 nuove varietà di ortaggi. Ogni giorno il nostro team di agronomi compie delle FRUITBOOKMAGAZINE

visite nelle serre dei nostri produttori per consigliarli e orientarli verso i metodi di coltivazione che riteniamo essere i migliori. Inoltre, ci affidiamo a un laboratorio indipendente che effettua analisi di qualità e valuta il profilo organolettico dei nostri prodotti confrontandoli con quelli dei nostri concorrenti, per capire la nostra posizione sul mercato”. L’impresa bretone lavora così ogni giorno nell’ottica del rispetto della natura e con l’obiettivo di soddisfare il desiderio del consumatore di portare in tavola prodotti gustosi, saporiti e sicuri. L’azienda impiega 2.500 dipendenti nei magazzini dedicati alla produzione e alla lavorazione - una delle piattaforme si prevede raddoppierà presto - e ha chiuso il 2018 con un fatturato di 203 milioni di euro e un incremento dell’8%. Come sottolinea Patricia Dinahet, export manager della cooperativa, è in crescita anche l’export: “abbiamo una quota export del 10% e principali mercati sono Italia, Germania, Austria, Danimarca, i Paesi Scandinavi, Inghilterra, Irlanda e Spagna. Stiamo anche sviluppando nuovi mercati, che raggiungiamo per via aerea, come gli Emirati Arabi Uniti e Hong Kong”. Tra i fiori all’occhiello di Savéol ci sono i pomodori della gamma senza pesticidi. Come spiega Dinahet, “con la gamma sans pesticides si supera il concetto di residuo zero in quanto dal momento esatto in cui la pianta fiorisce non vengono utilizzati trattamenti di sintesi o antiparassitari. È dal 2014 che abbiamo adottato questo approccio sostenibile e rivolto alla tutela dell’ambiente e dei consumatori”. l N.29 l OTTOBRE 2019



mens sana |

Alice Gelmetti (dietista)

Castagne e zucca per fare il pieno di vitamine autunnali 60

Frutto autunnale per eccellenza, la castagna è un frutto “anomalo” perché in realtà amidacea. Diciamo una buonissima via di mezzo tra la frutta semplice e la pasta. Oltre a questo le castagne hanno anche un quantitativo di micronutrienti non indifferente. Prodotto tipicamente autunnale, anche se ormai disponibile tutto l’anno, è anche la zucca. Al contrario di quello che si pensa, non è per nulla calorica, anzi è indicatissima per ogni dieta! Frutto autunnale per eccellenza, la castagna deriva dalla famiglia delle faganacee che crescono tra i 900 e i 1300 metri. Le più grosse e a forma di cuore prendono il nome di marroni. La castagna è un frutto “anomalo” perché in realtà amidacea. Diciamo una buonissima via di mezzo tra la frutta semplice e la pasta. Oltre a questo le castagne hanno anche un quantitativo di micronutrienti non indifferente: potassio (antisettico e tonificante muscolare), fosforo (benefico per il sistema nervoso), zolfo (antisettico e benefico per le ossa), sodio (digestivo e utile nella modulazione dei liquidi corporei), ferro, cloro e calcio. La castagna è utile per chi ha problemi di stanchezza, anemia e stitichezza, sono inoltre ricche di acido folico, utili quindi in gravidanza e per chi è in attesa. FRUITBOOKMAGAZINE

Riequilibrando la flora batterica intestinale inoltre permettono la riduzione del colesterolo e una corretta costituzione del microbiota intestinale. Attenzione, però, è da limitare in chi soffre di colite! Per quanto siano più “farinose” le castagne contengono 180 chilocalorie per 100 grammi. Tutte derivano dai carboidrati, quindi non sono alimenti grassi. Rispetto a un classico frutto, ha tre volte tanto di calorie, quindi occhio alle porzioni! Se di una mela possiamo mangiarne circa 150 grammi, di castagne 50 grammi. Ottime al forno, bollite o arrostite, non contengono glutine, quindi sono ideali anche per chi soffre di celiachia e di intolleranza al glutine. Passiamo alla zucca: fa parte della famiglia delle cucurbitacee, fu esportata dall’America nel XVI secolo. La polpa ha proprietà lassative, diuretiche e rinfrescanti. Contiene beta carotene: utile per contrastare l’invecchiamento cellulare, prevenire la degenerazione maculare (e quindi la cataratta) e rinvigorire pelle, capelli e unghie. Contiene anche licopene (antiossidante preventivo nei confronti del tumore alla prostata, al polmone e allo stomaco), magnesio e potassio. Al contrario di quello che si pensa le zucche non sono per nulla caloriche, anzi. Contengono solo 22 chilocalorie per 100 grammi. Sono quindi indicatissime per qualsiasi tipo di dieta! Attenzione però perché non sostituiscono i carboidrati e non sono paragonabili alle patate che invece sono molto più amidacee (80 chilocalorie circa per 100g). Come cucinarla? Al forno, alla griglia, bollita, la zucca è buona in tutti i modi! Diventa inoltre un ottimo condimento per riso, pasta e primi piatti o la fa da padrona nelle vellutate, diventando un ottimo addensante a pochissime calorie. Perché non mangiare quindi queste perle della natura? l N.29 l OTTOBRE 2019




Ortofrutta e Gdo, nodi da sciogliere nel mercato 4.0 Per la prima volta ha partecipato all’evento anche Esselunga Eugenio Felice e Carlotta Benini

Foto: NextVideoProduction.com

Si è svolta nella suggestiva cornice dello Studio 90 di via Mecenate a Milano la quarta edizione di Fresh Retailer: Show&Conference, che ha visto la presentazione di un’inedita ricerca sul rapporto tra fornitori di ortofrutta e retail a cura di SG Marketing. 65 rappresentanti qualificati della GDO italiana hanno incontrato 355 tra fornitori e operatori del settore. 25 le aziende eccellenti che hanno esposto nell’Area Innovazione. Grande interesse per la Inspiring Packaging Showcase Si è svolta lo scorso 26 settembre a Milano la quarta edizione di Fresh Retailer: Show&Conference, evento nazionale di riferimento per il settore ortofrutta, organizzato dalla rivista che avete tra le mani. In una location molto suggestiva - lo Studio Novanta all’interno degli East End Studios di via Mecenate - si sono incontrati 65 rappresentanti della GDO italiana e 335 fornitori e operatori qualificati provenienti da tutta Italia. L’evento, di una giornata, ha la stessa missione della rivista Fm: migliorare i rapporti di filiera e le performance del reparto ortofrutta della GDO. In che modo? Facendo incontrare in un’occasione informale e piacevole fornitori e distributori, portando alla loro attenzione le ultime novità e tendenze. Per fornitori intendiamo in particolar modo i cosiddetti confezionatori di ortofrutta, ma anche i settori collegati.

Ecco quindi la conferenza, suddivisa in tre sessioni: la prima della mattina è stata organizzata dal nostro partner Retail Institute Italy e si è occupata delle tendenze a livello europeo nella distribuzione di prodotti alimentari e di ortofrutta in particolare; la seconda del primo pomeriggio organizzata dalla nostra testata ha presentato alcune novità da parte della filiera; la terza organizzata dal nostro partner SG Marketing si è occupata invece della grande distribuzione italiana, con tre ospiti illustri: Germano Fabiani di Coop Italia, Gianmarco Guernelli di Conad e Massimo Silvestrini di Carrefour Italia. Rispetto alle precedenti edizioni, è cresciuto anche il numero di espositori (25 contro i 10 di due anni fa, l’evento è biennale) e grande successo ha avuto la novità rappresentata dalla Inspiring Packaging Showcase, una vetrina con

Si è rivelata un successo la quarta edizione dell’evento organizzato dalla nostra testata e finalzzato a fare business e networking per migliorare i rapporti di filiera e le performance del reparto ortofrutta. 355 i fornitori qualificati, 25 le aziende espositrici, 65 i rappresentanti della GDO e per la prima volta Esselunga ha partecipato e ritirato il premio Top Fresh Retailer 2020.

FRUITBOOKMAGAZINE

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La quarta edizione di Fresh Retailer ha visto una nuova area espositiva chiamata “Inspiring packaging showcase” dedicata, come suggerisce il nome, alle soluzioni di packaging innovativo. Tra queste ce n’era una che si differenziava per la totale assenza di packaging: si tratta di Natural Branding, frutto della collaborazione tra Laserfood e la multinazionale JBT Corporation. Grazie alla “marchiatura laser” questa tecnologia si propone di diminuire il rischio di frodi alimentari e l’impatto sull’ambiente. Si può applicare a molti tipi di frutta e ortaggi.

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alcune delle ultime soluzioni di confezionamento che ha catturato l’interesse anche de Il Sole 24 Ore che proprio il 26 settembre ha dedicato al tema un ampio articolo. Food Evolvation. È stato Daniele Tirelli, direttore del Retail Institute Italy, ad aprire i lavori di Fresh Retailer 2019, facendo una panoramica sul mondo del fresco e sulle ultime tendenze in fatto di innovazione ortofrutticola, citando alcuni esempi di successo a livello internazionale. Priya Aggarwall, head of CRM strategy di Tesco UK, ha invece raccontato le strategie del gruppo per promuovere salute e benessere nei suoi punti vendita, grazie a un progetto che ha permesso di tracciare il profilo di 16 milioni di clienti. Frederic Perodeau, consulente dell’Institut Français du Merchandising, ha fatto una fotografia dei consumi del popolo francese, che sono frescocentrici e sempre più orientati al biologico. Infine la platea ha potuto dare uno sguardo al business dei freschi e al mercato tedesco dell’horeca con Adriano Battegazzore, global director strategy, sales, marketing e private label di Metro Germania. Oggi l’innovazione in campo ortofrutticolo, ha spiegato Tirelli, passa attraverso la ricerca scientifica e la genetica applicata alla ricerca varietale, passa attraverso le tecnologie per migliorare la qualità dei prodotti, attraverso la globalizzazione e l’incontro e lo scambio fra diverse realtà culturali e aliFRUITBOOKMAGAZINE

mentari. Passa dalla logistica e dai sistemi di trasporto dedicati agli scambi commerciali dei freschi in tutto il mondo, e passa non da ultimo attraverso il web. “Più che di innovazione, oggi dobbiamo parlare di “Food Evolvation” - ha precisato Tirelli - termine che nasce dalla fusione di due concetti, l’innovazione di prodotto e l’evoluzione di prodotto. In Italia, tuttavia, questo tasso di “evoluzione alimentare” spesso è più basso rispetto all’estero: questo si vede sul piano della commercializzazione, che avviene spesso troppo tardi rispetto a ciò che, al di là delle Alpi, succede quotidianamente”. Cosa vorranno dunque i consumatori fra qualche anno? Tre fattori innanzi tutto: il concetto di stagionalità si trasformerà in disponibilità 365 giorni all’anno, requisito

fondamentale per i consumatori del domani. Vorranno poi la varietà: non ci sarà più la differenza fra un frutto a buccia rossa, gialla o nera, come nel caso dell’uva, ma fra diverse varietà che il consumatore sceglie in base ai suoi aspetti salutistici e funzionali e in base al gusto. Inoltre vorrà la purezza, cioè la garanzia che il prodotto sia privo di sostanze che possano nuocere alla salute. Sapore, prodotti bio, cibo come medicina, servizio (porzioni e dimensioni nuove, ad esempio il formato snack, come la nuova mela pensata per i più piccoli, che RK Growers ha presentato a Fresh Retailer), trasparenza, prodotto locale, ordini online, trasformazione leggera (ovvero trasformazione industriale che non snaturi l’essenza del prodotto): sono questi i nuovi trend del mercato del fresco, che hanno confermato anche i tre ospiti che hanno partecipato alla sessione mattutina del Retail Institute Italy.

Il miglior retailer operante in Italia secondo i fornitori di ortofrutta. È questo il premio che la nostra testata ha indetto nel 2015 con l’obiettivo di migliorare i rapporti di filiera e le performance del reparto ortofrutta. Il premio ha cadenza annuale e, data la sua accezione etica, potrà essere “speso” con il consumatore finale, come nel 2016 aveva fatto Lidl, che si era classificata al primo posto nella categoria “la catena più innovativa”. Una piacevole sorpresa trovare la grafica del premio sui maggiori quotidiani nazionali, nel sito web e nella cartellonistica. Dal premio è nato Fresh Retailer: Show&Conference, un evento premium - solo su invito per selezionare i partecipanti - dove la distribuzione moderna incontra i migliori fornitori di ortofrutta. L’ultima edizione si è svolta a Milano giovedì 26 settembre.

l N.29 l OTTOBRE 2019


Il premio Top Fresh Retailer 2020 riconosce il “nostro impegno quotidiano nel cercare di offrire,

con la proficua collaborazione dei nostri fornitori, oltre 500 prodotti di elevata qualità e freschezza provenienti dalle zone più vocate per le produzioni ortofrutticole ”, Francesco Piacenti (Esselunga)

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Top Fresh Retailer 2020: le preferenze dei fornitori ortofrutta - TOP 15 GRUPPO DISTRIBUTIVO

SEDE

1

ESSELUNGA

Limito di Pioltello (MI)

2

CONSORZIO NORD OVEST

Milano (MI)

3

CONAD S.C.

Bologna (MO)

4

LIDL ITALIA

5

FATTURATO 2018

N°PDV

GRUPPO:

7.915.000.000 €

>150

ESSELUNGA

2.680.000.000 €

>160

COOP ITALIA

13.400.000.000 €

3.150

CONAD

Arcole (VR)

4.700.000.000 €

630

LIDL

ASPIAG SERVICE

Mestrino (PD)

2.250.000.000 €

570

DESPAR

6

ALÌ SUPERMERCATI

Padova (PD)

1.085.000.000 €

>110

SELEX

7

COOP ITALIA

Casalecchio di Reno (BO)

14.800.000.000 €

>1.150

COOP ITALIA

8

DIMAR

Cherasco (CN)

1.100.000.000 €

150

SELEX

9

CONAD PAC 2000A

Ponte Felcino (PG)

3.030.000.000 €

1.180

CONAD

10

CARREFOUR ITALIA

Milano (MI)

5.265.000.000 €

1.070

CARREFOUR

11

UNES

Vimodrone (MI)

1.700.000.000 €

>200

FINIPER

12

ALLEANZA 3.0

Villanova di Castenaso (BO)

3.600.000.000 €

420

COOP ITALIA

13

GRUPPO PAM

Spinea (VE)

2.400.000.000 €

>680

PAM

14

CE.DI. MARCHE

Piane di Camerata Picena (AN)

334.000.000 €

100

SELEX

15

ALDI

Verona (VR)

N.D.

>70

ALDI

I nodi da sciogliere. Nella sessione pomeridiana della conferenza, organizzata da SG Marketing e diretta da Salvo Garipoli, è salita in cattedra la grande distribuzione italiana per approfondire alcune delle tematiche più calde del momento ed è stata presentata un’indagine che rivela quali sono i nodi ancora da sciogliere nel rapporto fra Gdo e fornitori di ortofrutta (si veda il grafico della pagina seguente). L’indagine raccoglie i risultati di un questionario realizzato su un campione rappresentativo di produttori ortofrutticoli per monitorare il rapporto tra forl N.29 l OTTOBRE 2019

nitori e grande distribuzione. “Programmi di fornitura condivisi, tempi di pagamento, aiuti in fasi critiche: quello che emerge dal questionario è che, per tutti gli aspetti centrali che regolano questo rapporto, il livello generale di gradimento è lungi dall’essere soddisfacente”, sottolinea Salvo Garipoli durante la sua relazione. Al contrario, la percezione che il produttore ha di sé è molto alta, se parliamo di propensione all’innovazione,

competenze tecnico-amministrative, o capacità di interpretare le dinamiche del consumo. Il giudizio che il fornitore dà al retailer è in media di 5,5 punti su 10, nemmeno la sufficienza quindi, quello che invece attribuisce a sé stesso è di 8,2 punti. L’elemento ritenuto dal campione intervistato più importante, nell’attuale gestione del reparto ortofrutta da parte della Gdo, è il presidio e la formazione del personale in punto vendita, mentre la gestione della categoria a partire dal punto vendita è il fattore chiave in ottica futura, per migliorare il comparto. FRUITBOOKMAGAZINE


TOP FRESH RETAILER 2020 - IL MIGLIOR GRUPPO ITALIANO: ESSELUNGA TOP FRESH RETAILER 2020 - IL MIGLIOR REPARTO ORTOFRUTTA: ALÌ SUPERMERCATI TOP FRESH RETAILER 2020 - IL GRUPPO PIÙ INNOVATIVO: ALDI ITALIA TOP FRESH RETAILER 2020 - IL GRUPPO PIÙ ATTENTO ALLA SICUREZZA ALIMENTARE: LIDL ITALIA TOP FRESH RETAILER 2020 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA NORD OVEST: ESSELUNGA TOP FRESH RETAILER 2020 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA NORDEST: ASPIAG SERVICE TOP FRESH RETAILER 2020 - IL MIGLIOR GRUPPO AREA CENTRO SUD: CONAD PAC 2000A

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IL RAPPORTO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE IMPORTANZA

SODDISFAZIONE

10 9 8

9,4

9,3

9,1

9,0

9,0

8,9

8,7

7,9

7 6 5 4

5,2

5,0

5,2

5,5

5,1

5,1

3 2

Soddisfazione media

1 0

Programma fornitura condivisa

Tempi di pagamento

Aiuto in fasi critiche

Obbiettivi condivisi

Ingaggio del consumatore

Valorizzazione know-how fornitore

5,5

Fonte: SG Marketing

Sul palco Germano Fabiani, responsabile reparto frutta, frutta secca e legumi e presidio Fiorfiore di Coop Italia, così si è espresso sull’argomento: “Siamo due mondi che si parlano moltissimo ma non si ascoltano. Facciamo fatica, noi retailer per primi, a trasmettere ai nostri fornitori degli indirizzi su cui costruire delle strategie di prospettiva. D’altro canto, negli incontri con la base produttiva, ci confrontiamo spesso con un tessuto imprenditoriale che ha paura di domandare e che nell’interpretare i bisogni del consumatore finale FRUITBOOKMAGAZINE

tira a indovinare”. La conferenza di Fresh Retailer si è chiusa con un ultimo “pensiero in libertà”, quello che, più di tutti, ha fatto breccia tra i presenti: “Consiglio di mettere da parte l’ascia di guerra e di iniziare tutti a collaborare per trovare insieme delle strategie efficaci. La politica del prezzo basso a tutti i costi non funziona scrive Alessandra -. È tempo di raccontare al consumatore cosa c’è dietro un prezzo e che se un prezzo è troppo basso, forse dietro ne va della vita di altre persone e spesso si mette a rischio anche la propria salute”.

Tra i momenti clou dell’evento c’è stata la consegna dei premi Top Fresh Retailer 2020. Il gruppo in cima alle preferenze dei fornitori di ortofrutta rimane per il quarto anno di fila Esselunga e per la prima volta è venuto a ritirare il premio il responsabile acquisti frutta e verdura Francesco Piacenti. Miglior reparto ortofrutta rimane quello di Alì Supermercati. In termini di sicurezza alimentare, si distingue Lidl Italia, in fatto di innovazione Aldi. Conad PAC 2000A rimane il “top” del centro-sud Italia.

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Mela Val Venosta svela a Fresh Retailer la prima linea di mele senza diserbanti Giancarlo Sbressa

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“Quando si parla di soddisfare al meglio le esigenze della distribuzione, elevando la qualità del servizio e fornendo allo stesso tempo al consumatore risposte sicure, sane e genuine, Mela Val Venosta è presente!”. Con queste parole Martin Pinzger, direttore generale del consorzio VI.P, ha parlato di Mela Val Venosta alla quarta edizione di Fresh Retailer: Show&Conference, l’evento di business e di networking a cadenza biennale organizzato dalla nostra testata a Milano lo scorso 26 settembre. La Val Venosta è il “Paradiso delle Mele” dove produzione integrata e produzione biologica hanno in comune i valori e i saperi di un territorio che si conferma vocato ad una coltivazione sempre più sostenibile. È dal 2017, infatti, che in Val Venosta è iniziata un’adesione volontaria da parte dei contadini ad abbandonare l’utilizzo dei prodotti erbicidi nella produzione delle mele: questo ha portato al lancio ufficiale, avvenuto proprio a Fresh Retailer, della prima linea di mele Val Venosta senza diserbanti. “Nel 2018 il 26,5% del raccolto era ottenuto senza erbicidi - ha sottolineato Pinzger durante il suo intervento nella seconda parte della conferenza -, nel 2019 le superfici senza utilizzo di diserbanti sono aumentate, con una previsione di crescita costante nei prossimi 5 anni”. “Nei frutti coltivati in modo sostenibile abbiamo riscontrato caratteristiche organolettiche superiori - rivela Pinzger - le mele hanno un FRUITBOOKMAGAZINE

Mela Val Venosta - il Paradiso delle Mele - ha lanciato il 26 settembre in anteprima mondiale, all’evento organizzato dalla nostra testata, la nuova linea di mele in vassoio Blitz plastic free da quattro e sei frutti ottenuta da coltivazioni 100% senza diserbanti. Il direttore generale del consorzio VI.P, Martin Pinzger, è intervenuto per raccontare i valori fondanti della grande famiglia Val Venosta, basati sul rispetto dell’ambiente e del territorio, delle persone e della biodiversità

calibro leggermente più piccolo, ma sviluppano una colorazione più intensa, maggiore compattezza e shelf life e un grado brix superiore, per una dolcezza più marcata”. Anche il packaging delle nuove mele Val Venosta è eco-sostenibile. Nella sua prima fase di lancio, la linea coltivata al 100% senza diserbanti è disponibile nel vassoio Blitz da quattro e sei frutti in cartone: una confezione 100% plastic

free. Anche nella scelta e nell’utilizzo degli imballaggi, dunque, Mela Val Venosta conferma il proprio impegno nel ridurre l‘impatto sull’ambiente e nell’offrire il massimo della qualità. “Soluzioni efficaci e risposte ai nuovi bisogni: Mela Val Venosta conferma il proprio impegno - ha concluso Pinzger nel suo intervento - nell’offrire ai partner della distribuzione un servizio di prima classe”. l N.29 l OTTOBRE 2019



Cresce iLcamone, quello vero. Ecco come si racconta +50 per cento le superfici in un anno. Libretti new entry Carlotta Brnini

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Sonia Peronaci, cuoca, autrice e food blogger, fondatrice nel 2006 del celebre sito Giallo Zafferano e nel 2015 di Soniaperonaci.it, a Fresh Retailer 2019 ha presentato il caso de iLcamone - quello vero, il brand unico lanciato da Syngenta che contraddistingue il Camone autentico di Sardegna e di Sicilia, prodotto oggi da quattro aziende di eccellenza, le uniche autorizzate all’utilizzo del brand. Con lei a Milano si è parlato di strategie di digital food marketing applicate all’ortofrutta Con oltre un milione di follower sui social, Sonia Peronaci è una vera e propria “food influencer”: la sua partecipazione al progetto iLcamone come testimonial è un esempio di come sfruttare al meglio le potenzialità dello storytelling rivolgendosi a una fanbase numerosa, attiva e realmente interessata al messaggio da comunicare. “Sicilia bedda, come si dice in dialetto locale, una terra dal fascino antico dove cresce una delle tante ricchezze che il territorio italiano ci regala: il pomodoro iLcamone. Tondo e screziato, dal verde al rosso scuro, è un pomodoro molto croccante e ideale da gustare crudo, per la dolcezza e al contempo la salinità che lo contraddistinguono”. Inizia così l’affascinante viaggio di Sonia Peronaci alla scoperta delle terre dove viene prodotto questo gioiello della biodiversità italiana: un pomodoro dalle origini antiche, che sarebbe stato destinato a scomparire se non fosse stato per il lavoro di Syngenta, società leader del breeding varietale che - insieme a un gruppo di aziende della Sicilia e FRUITBOOKMAGAZINE

della Sardegna, l’altra regione vocata alla produzione del Camone - ha rilanciato questo ortaggio italianissimo sul mercato, valorizzando sui banchi della Gdo la sua unicità. Cuoca, scrittrice e presentatrice, fondatrice di uno dei più celebri siti e blog di cucina, Sonia Peronaci è stata ospite a Fresh Retailer 2019: sul palco ha portato la testimonianza de iLcamone, quello vero, come esempio efficace e innovativo di come raccontare l’ortofrutta nell’era digitale e dell’importanza di fare campagne di comunicazione ed educazione presso un consumatore consapevole ma ancora poco informato, garantendogli che il pomodoro che sta per acquistare è autentico, prodotto esclusivamente dalle aziende agricole autorizzate. Si è parlato di digital food marketing e di storytelling durante il suo intervento a Milano. Sonia Peronaci è testimonial del pomodoro autentico di Sicilia e Sar-

Qui sopra il nuovo brand unico che si trova sulle confezioni del pomodoro di tipologia Camone in vendita dallo scorso anno in tutta Italia. È un progetto di Syngenta, tra i leader mondiali nell’agribusiness, che vede coinvolti oggi quattro produttori: Campidanese in Sardegna, Aurora, Libretti e Moncada in Sicilia. iLcamone fa già parte di linee private label di alcuni gruppi distributivi.

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degna e ha raccontato del meraviglioso viaggio per incontrare le aziende di eccellenza che ne garantiscono la qualità e la totale tracciabilità: Aurora (Pachino, Siracusa), Moncada (Ispica, Ragusa) e Agricola Campidanese (Terralba, Oristano). Da questo autunno peraltro è entrata a far parte del team di produttori protagonisti del progetto anche l’Azienda Libretti di Vittoria (Ragusa), un ingresso che risponde alla crescente l N.29 l OTTOBRE 2019

domanda di Camone da parte di consumatori e GDO e che ha richiesto un ampliamento della superficie di coltivazione del 50 per cento rispetto al 2018, anno di inizio del progetto. “Grazie a questo progetto ho fatto uno splendido viaggio alla scoperta dell’intera filiera del pomodoro iLcamone, le cui tappe sono state raccontate sul web da un video condiviso sul blog de iLcamone e sul mio blog personale, sulle mie pagine Facebook e Instagram - ha esordito Sonia Peronaci -. Al video racconto ambientato nelle terre de iLcamone sono seguite sei video FRUITBOOKMAGAZINE


Con oltre un milione di follower sui social, Sonia Peronaci è una vera e propria “food influencer”: la sua partecipazione al progetto iLcamone come testimonial è un esempio di come sfruttare al meglio le potenzialità dello storytelling rivolgendosi a una fanbase numerosa, attiva e realmente interessata.

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Sonia Peronaci a Fresh Retailer con a Elena Secchi, marketing operation lead di Syngenta Italia

ricette, anch’esse condivise sul web e sui social, nelle quali abbiamo valorizzato le caratteristiche uniche di gusto, la consistenza di questo pomodoro e la sua versatilità in cucina”. Il popolo del web e i food lovers hanno seguito con grande interesse questo viaggio fra tradizione e gusto, complice anche la popolarità di una testimonial come Sonia Peronaci, una vera e propria “food influencer”, seguita sui social da oltre un milione di follower. I vantaggi di una strategia digital nella promozione di un prodotto ortofrutticolo? Sono diversi, come ha spiegato a Fresh Retailer Sonia Peronaci. Innanzitutto si può sfruttare la possibilità di “raccontare” il prodotto in modo più articolato e approfondito, attraverso contenuti di diversa tipologia, e di riprendere il messaggio in momenti diverFRUITBOOKMAGAZINE

si; c’è inoltre una maggiore “targetizzazione” del messaggio, che è rivolto a una fanbase realmente interessata all’argomento, e che quindi viene percepito in maniera più genuina e meno pubblicitaria. La comunicazione digitale è costruita inoltre sull’interazione, sul confronto e sullo scambio di opinioni e recensioni, non solo b2c, anche c2c, ovvero fra consumatore e consumatore, quindi l’engagement è alto, così come la curiosità verso il prodotto. “Ma soprattutto sottolinea Sonia Peronaci - c’è la possibilità di sfruttare lo storytelling, strumento fortissimo nel digital food marketing, per raccontare ai consumatori le caratteristiche uniche di un pomodoro in

parte ancora sconosciuto, rispetto a una moltitudine di prodotti presenti sul mercato”. Da dove parte lo storytelling? “Parte dal racconto di una storia vera, autentica”, continua Sonia. “Nel nostro caso siamo partiti dal territorio di origine, mostrando al pubblico l’intera filiera de iLcamone, dalla selezione del seme fino a quando il pomodoro arriva sulla nostra tavola”. Il video racconto ha avuto anche un taglio “tutorial”, ovvero ha mostrato “come è fatto” iLcamone in tutte le sue fasi di produzione, “mostrando una filiera altamente organizzata”. Il progetto di digital food marketing portato avanti da Syngenta è stato un lavoro a supporto del lancio e della promozione del nuovo brand di prodotto. L’obiettivo è quello di fare informazione verso il consumatore finale educandolo rispetto alle caratteristiche e ai punti differenzianti di questo prodotto, al fine di rendere immediatamente riconoscibile iLcamone, quello vero, sugli scaffali della GDO, distinguendolo da prodotti simili nell’aspetto, ma diversi dal punto di vista qualitativo. Il primo elemento differenziante è il marchio, utilizzabile solo ed esclusivamente dai quattro produttori selezionati e autorizzati, che seguono precisi standard e disciplinari produttivi a garanzia di un prodotto di qualità elevata e uniforme, che è una sicurezza sia per la distribuzione che per il consumatore.

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Da Agricola Rosmarino il datterino sardo nella prima vaschetta interamente in PLA Carlotta Benini

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Sardegna, siamo nelle campagne di Donigala Fenughedu, nel comune di Oristano. Un tempo queste terre erano dominate da una palude, come testimoniato dal toponimo “Pauli Canneddu” (che in sardo significa “canneto paludoso”), poi bonificata nel secolo scorso. Oggi questi terreni che si estendono vicino alla costa conservano una particolare salinità, che - unita alla vicinanza del mare - dona ai prodotti ortofrutticoli un sapore unico. “I nostri datterini? Hanno un gusto così intenso che sembrano già conditi”, esordisce Lucia Schirru, imprenditrice agricola sarda che nel 2011, insieme al compagno Gian Michele Pilo, ha scelto di fare ritorno alla terra, alle origini della sua famiglia, e ha rilevato un’azienda florovivaistica abbandonata al degrado da oltre un decennio. Dalla sua riqualificazione è nata l’azienda Agricola Rosmarino, dinamica realtà produttiva oristanese specializzata in orticole e in particolare in pomodori datterini colorati, gestita in collaborazione con il nipote Davide e la sorella Loredana. “Oggi produciamo tra i 700 e i mille chili di datterini a settimana - esordisce Lucia Schirru -. Stiamo crescendo passo dopo passo, l’obiettivo è quello di arrivare nei prossimi anni a triplicare questo quantitativo”. Il pomodoro dell’azienda Rosmarino viene prodotto in serre protette da reti anti-insetto, coltivato con metodi rispettosi dell’ambiente e della salute, secondo i principi della lotta integrata. Il FRUITBOOKMAGAZINE

Nata sulle spoglie di un vivaio abbandonato, su un terreno salino che conferisce ai prodotti orticoli un gusto unico, l’azienda Agricola Rosmarino di Oristano è specializzata nella produzione di pomodoro datterino colorato. La produzione è di 700-1.000 chili a settimana, con l’obiettivo di triplicare i volumi nei prossimi anni. Una produzione attenta all’ambiente e alla salute, a residuo zero, che è sostenibile anche per via del nuovo packaging in PLA introdotto in modo pionieristico

datterino di Agricola Rosmarino è sostenibile anche nella “veste” con cui si presenta sui banchi, grazie al packaging innovativo che l’azienda sarda ha di recente introdotto. Si tratta di una vaschetta con coperchio a chiusura ermetica realizzata al 100% in PLA (polimero dell’acido lattico), un biopolimero derivato dall’amido di mais con caratteristiche estetiche e meccaniche simili alla plastica, perfettamente trasparente e con un’ottima capacità di resistenza.

Dopo l’uso la vaschetta può essere riutilizzata come contenitore domestico, oppure gettata nel contenitore dell’umido: infatti è completamente biodegradabile e compostabile (a livello indutriale). Si tratta di una soluzione tecnologica dell’azienda cuneese Eco Tecnologie, una vaschetta eco-friendly, con fori laterali e sul coperchio che garantiscono la ventilazione del prodotto, che resta così intatto nella sua shelf life. È la prima confezione per ortofrutta 100% in PLA. l N.29 l OTTOBRE 2019



Pam, i freschissimi sono su misura nel nuovo supermercato di Padova Il grocery retail che evolve: il caso di Pam Panorama Eugenio Felice

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Abbiamo visitato il nuovo negozio Pam Panorama di via Maroncelli 25 a Padova, inaugurato il 5 settembre, assieme al direttore commerciale Luca Migliolaro e al direttore acquisti freschissimi Francesco Veraldi, cui abbiamo fatto una video intervista che potete vedere cliccando il QR code di pagina 78. Il punto vendita è nuovo di zecca e rappresenta una delle aperture più importanti degli ultimi anni. Ugo Masi torna in Pam Panorama alla guida della squadra acquisti ortofrutta Il 5 settembre ha inaugurato il nuovo punto vendita Pam Panorama di via Maroncelli a Padova, in una zona un tempo degradata ma ora in fase di riqualificazione. Alcuni giorni dopo alla prima apertura al grande pubblico, vi abbiamo fatto visita su invito del direttore commerciale supermercati Luca Migliolaro, in forze al gruppo, di origini venete ma presente in tutta Italia, dal gennaio 2019 dopo diversi anni trascorsi in Cadoro Supermercati. Il negozio ha una superficie di vendita di 1.200 metri quadrati e dà lavoro a 40 persone, tra addetti alle vendite, specialisti dei reparti freschi e ausiliari di cassa. Si tratta di un edificio completamente nuovo, che sorge su un’area da tempo dismessa: non è quindi stato consumato nuovo suolo. Il punto vendita è tra le aperture più importanti degli ultimi anni per il gruppo originario proprio di Padova - qui nacque nel 1958 - e racchiude in sé il meglio dell’offerta Pam per una spesa comoda, conveniente e all’insegna della freschezza e della qualità garantite. FRUITBOOKMAGAZINE

“Si tratta di un investimento in un’area in cui siamo già presenti e in cui vogliamo rafforzare il nostro marchio che ci contraddistingue sia per i prodotti made in Italy e la varietà dell’assortimento della nostra offerta che per una relazione attenta e costante con i clienti. L’apertura contribuisce allo sviluppo del territorio e rafforza il legame profondo con questa città che oggi annovera 9 punti vendita

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Foto: NextVideoProduction.com

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Pam Local e 4 supermercati Pam”, ha dichiarato Lorenzo Seccafien, direttore vendite di Pam Panorama durante l’inaugurazione. Nel nostro video che abbiamo realizzato la settimana successiva all’inaugurazione potete vedere il punto vendita e ascoltare l’intervista a Luca Migliolaro, direttore commerciale supermercati Pam Panorama, e a Francesco Veraldi, direttore acquisti freschissimi Pam Panorama. Protagonisti del punto vendita, all’avanguardia in termil N.29 l OTTOBRE 2019

ni di basso impatto ambientale, sono tutti i settori dei freschi e freschissimi, a partire dall’ortofrutta che è il primo reparto che si trova davanti il cliente quando entra nel negozio, con una grande ampiezza e profondità di assortimento, fatto anche di tante specialità regionali, locali e a denominazione IGP. Dalle parole dei due intervistati traspare una grande passione per il lavoro svolto, che vede al centro le molteplici esigenze della clientela ma anche il rapporto con i fornitori, con cui si cerca di intrecciare un rapporto duraturo fatto di collaborazione reciproca, rispetto e trasparenza. Ugo Masi non era FRUITBOOKMAGAZINE


È l’apertura più importante che ha fatto Pam negli “ultimi anni. È un negozio di prossimità, con una

spiccata propensione ai freschissimi. L’ortofrutta, che è il primo reparto che il cliente incontra, deve fare la differenza, essere quello che resta in mente ”, Luca Migliolaro (dir. comm.le supermercati Pam)

Nella foto a lato, da sinistra, il direttore acquisti freschissimi di Pam Panorama Francesco Veraldi, con il direttore commerciale canale supermercati di Pam Panorama Luca Migliolaro. La foto è stata scattata all’interno del nuovo punto vendita di via Maroncelli a Padova, pochi giorni dopo l’apertura del 5 settembre. Dallo stesso mese a guidare la squadra acquisti ortofrutta del gruppo distributivo veneto c’è Ugo Masi.

DI PADOVA LE NS. INTERVISTE

Il NUOVO PAM

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GUARDA IL VIDEO!

FRUITBOOKMAGAZINE

presente alla nostra visita ma da settembre è rientrato in Pam Panorama alla guida della squadra acquisti ortofrutta. Ma torniamo al punto vendita: notevole la presenza di prodotto a marchio Pam Panorama, anche in versione bio e nella linea premium iTesori che contraddistingue solo i prodotti di altissima qualità e rare specialità del territorio, come - nel momento in cui abbiamo fatto la visita - l’uva da tavola di Canicattì IGP, il Melone Mantovano IGP in versione “liscio” con tanto di ceralacca sul picciolo e alcune partico-

lari zuppe fresche gourmet. “Tutto quello che facciamo lo facciamo divertendoci - dichiara Veraldi al nostro microfono - ci mettiamo cuore e professionalità. L’obiettivo non è soddisfare noi, ma soddisfare i nostri clienti a partire dalle nuove generazioni. Quando acquistiamo, quando andiamo in giro per l’Italia nei campi insieme ai produttori e fornitori, lo facciamo pensando alle famiglie e ai nostri stessi figli. Tra i nostri obiettivi c’è quello di dare una qualità in tavola e un gusto che gli italiani devono riscoprire rispetto a un appiattimento che sta abbassando molto il percepito all’interno della categoria”.

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Lidl Italia: cinque cose che voi forse non sapete Nel 2018 Lidl Italia ha realizzato 4,7 miliardi di euro di ricavi Eugenio Felice

Foto: NextVideoProduction.com

L’azienda, che conta 16 mila dipendenti e 650 negozi diretti dall’Alto Adige alla Sicilia, si posiziona come quinta azienda in Italia per tasso di crescita e 33.esima del Paese per dimensione. Nel settore della grande distribuzione, Lidl è la prima per tasso di crescita negli ultimi 5 anni. Questi ed altri dati sono stati diffusi il 3 ottobre a Milano in occasione della presentazione del position paper “Il contributo di Lidl alla creazione di valore e allo sviluppo sostenibile in Italia” Il rapporto è stato realizzato da The European House - Ambrosetti. 1) 33.esima azienda in Italia per dimensione. Lidl Italia, sede ad Arcole in provincia di Verona, investe nel nostro Paese e porta reddito nel nostro Paese. Nel 2019 supererà i 5 miliardi di euro di fatturato, con una rete diretta di oltre 650 negozi (entro il 2021 saranno oltre 700) e 16 mila collaboratori (+2 mila solo negli ultimi 12 mesi), di cui il 50 per cento under 35 (in un Paese dove la disoccupazione giovanile è al 25 per cento con punte del 40 per cento al Sud) e il 63 per cento di genere femminile (dato questo tipico del settore grande distribuzione). Quello che molti non sanno è che Lidl Italia è la 33.esima azienda in Italia per dimensione, era la 43.esima nel 2013, la 57.esima dieci anni fa, nel 2008. Secondo The European House -

Ambrosetti, tramite l’acquisto dei prodotti per l’assortimento nei punti vendita, Lidl genera in Italia un valore aggiunto totale di circa 2,9 miliardi di euro. 2) Nel settore della grande distribuzione italiana, Lidl è il primo gruppo per tasso di crescita negli ultimi 5 anni, con una media del +8,8 per cento. Il testa a testa è peraltro con un altro gruppo discount, MD, a dimostrazione che questo canale si conferma il più performante in questi anni di crisi e incertezza. Con un fatturato 2018 di 4,7 miliardi di euro (erano 3,4 miliardi nel 2014), Lidl Italia è anche con il 4,9 per cento (fonte: Nielsen) il settimo gruppo distributivo italiano per quota di mercato (escludendo Selex e Végé che sono associazioni di gruppi indipendenti), con un’elevata probabilità di salire di due posizioni in

Attraverso il brand “Italiamo”, Lidl Italia promuove le eccellenze alimentari italiane in tutti i 32 Paesi esteri dove è presente, Sono oltre 11 mila i punti vendita Lidl nel mondo. Nel solo 2018 Lidl ha acquistato prodotti per 1,1 miliardi di euro da fornitori italiani per l’assortimento delle filiali estere del gruppo (pari al 2,4% di tutto l’export alimentare italiano del 2018).

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Riteniamo che la sicurezza alimentare non debba “essere interpretata come un processo di controlli a

scopo punitivo o sanzionatorio, ma debba essere considerata un percorso di miglioramento costante per ambo le parti, frutto di stretta collaborazione ”, Angela Cossu (resp. assicurazione qualità Lidl Italia)

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Quote di mercato della Grande Distribuzione prime 10 posizioni e quota di Lidl Italia (% sul totale), 1998, 2008 e 2018

1998

2008

2018

1

Coop

2

Crai

3

Altra DO

4

Conad

5

Rinascente

6

SME

5,3%

Esselunga

7 Gruppo VéGé

5,2%

Interdis*

5,0%

Gruppo VéGé

5,3%

8 Negozi Indip.

5,2%

Despar

4,4%

Carrefour

5,2%

9

Selex

5,1%

Sisa

3,7%

Lidl Italia

4,9%

10

Cat. Indip.

4,8%

Pam

3,4%

Agorà Network

13,2% 9,4%

9,1%

Conad

7,7%

Conad

8,7%

Selex

7,1%

Auchan

6,0%

3) In un contesto di investimenti nazionali decrescenti, sia pubblici, sia privati, Lidl Italia ha investito

7,7%

Selex

Lidl Italia**

Fonte: Elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Lidl e Nielsen, 2019

tempi brevi considerando il recente matrimonio tra Conad e Auchan e che Carrefour è al 5,2 per cento (era al 9,1 per cento nel 2008). Nel canale discount, solo Eurospin è avanti, in termini di fatturato, con una quota del 6,3 per cento.

8,3%

6,5%

13,7%

Coop

Carrefour

Lidl Italia <1,0%

FRUITBOOKMAGAZINE

14,7%

Coop

12,9% 9,9% 9,0%

Esselunga

6,3%

Eurospin

5,6

Auchan

2,9%

1,8% (*) Gruppo VéGé (**) Stima Nielsen

425 milioni di euro nel 2018, posizionandosi nella top-25 delle aziende in Italia. Il valore degli investimenti cresce peraltro di anno in anno: 178 milioni nel 2014, 258 milioni nel 2015, 386 milioni nel 2016, 336 milioni nel 2017, 425 milioni nel 2018, per un totale nel quinquennio di 1.583 milioni di euro investiti. Una parte significativa degli investimenti è destinato all’ampliamento e all’ammodernamento della rete vendita: oggi tutti i nuovi negozi sono di classe energetica A+ e il 100 per cento dell’approvvigiona-

N.B. Nel corso del 2019 Auchan è stata acquistata da Conad

mento di energia elettrica deriva da fonti rinnovabili. Grande rilevanza viene data anche alla formazione dei collaboratori: nel solo 2018 sono state fatte 130 mila ore di formazione. Infine una parte crescente degli investimenti è destinata alla rimodulazione dell’offerta in chiave salutistica. 4) Ambasciatrice dell’alimentare made in Italy. “Inizialmente Lidl magari pensava di colonizzarci con i prodotti tedeschi, poi ha capito la qualità del nostro agroalimentare e oggi manda i nostri l N.29 l OTTOBRE 2019


650 425

4,9 80%

Lidl Italia, tra i leader della grande distribuzione nazionale negozi diretti

milioni investiti 2018

% quota mercato GD

prodotti made in Italy

16 4,7

mila dipendenti miliardi di fatturato 2018

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Nell’immagine a fianco la responsabile assicurazione qualità di Lidl Italia, Angela Cossu, mentre sta per ritirare il premio Top Fresh Retailer 2020 nella categoria “il gruppo più attento alla sicurezza alimentare”, che Lidl Italia si è aggiudicata per il secondo anno consecutivo. La cerimonia si è svolta lo scorso 26 settembre a Milano al termine dell’evento Fresh Retailer: Show&Conference.

salumi di maggior pregio in oltre 30 Paesi del mondo”, ha dichiarato durante l’incontro di Milano del 3 ottobre Vittore Beretta, presidente del Salumificio Fratelli Beretta. Attraverso il brand “Italiamo”, Lidl promuove le eccellenze alimentari italiane in tutti i 32 Paesi esteri dove è presente (sono circa 11 mila i punti vendita Lidl nel mondo). Nel solo 2018 Lidl ha acquistato prodotti per 1,1 miliardi di euro da fornitori italiani per l’assortimento delle filiali estere del gruppo (pari al 2,4 per cento di tutto l’export alimentare italiano del 2018), che salgono a 2,8 miliardi se prendiamo in considerazione l’ultimo triennio. 5) Prezzi bassi sì, ma nessuno sconto sulla sicurezza alimentare. l N.29 l OTTOBRE 2019

Lidl Italia ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio Top Fresh Retailer nella categoria “sicurezza alimentare”, un premio che esprime il giudizio dei più qualificati e strutturati fornitori italiani di ortofrutta. Negli ultimi 10 anni in Lidl Italia sono quadruplicati gli addetti dedicati alla qualità e alla sicurezza alimentare, sono triplicati gli investimenti in sicurezza alimentare e raddoppiati i controlli sui prodotti a marchio Lidl. Durante la consegna del premio, lo scorso 26 settembre a Milano, Angela Cossu, responsabile assicurazione qualità di Lidl Italia, ha dichiarato: “Riteniamo che

la sicurezza alimentare non debba essere interpretata come un processo di controlli a scopo punitivo o sanzionatorio, ma debba essere considerata un percorso di miglioramento costante per entrambe le parti. È infatti solo attraverso una stretta collaborazione con i nostri fornitori che si riescono a ottenere i risultati migliori”. Nel 2016, 2017 e 2018 Lidl Italia si era già aggiudicata il premio Top Fresh Retailer nella categoria “il gruppo distributivo più innovativo”, un riconoscimento da parte dei fornitori di ortofrutta per essersi distinta nel perseguimento di un efficientamento dei processi e nell’offrire agli italiani una migliore esperienza di acquisto e consumo.

FRUITBOOKMAGAZINE


Aldi Italia al fianco di AIRC con “La Melagrana per la Ricerca” Giancarlo Sbressa

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Con questo impegno concreto Aldi - che nel mese di ottobre è arrivato a 70 punti vendita in Italia sostiene la ricerca e sensibilizza i clienti sull’importanza di un’alimentazione varia ed equilibrata come strumento per la prevenzione contro il tumore più diffuso nella popolazione femminile. Nel 2019 questa patologia ha colpito 53 mila donne, ma, grazie ai risultati concreti della ricerca, la sopravvivenza dopo cinque anni dalla diagnosi è aumentata fino all’87%. Aldi dà il suo contributo in questa battaglia al fianco della Fondazione AIRC, che continua a tenere alta l’attenzione sul tema scegliendo un Nastro Rosa incompleto come simbolo della campagna. Un’immagine che rappresenta l’impegno al fianco delle donne che affrontano le forme più aggressive di tumore al seno. La melagrana della linea “I Colori del Sapore” di Aldi è 100% italiana ed è stata scelta come frutto protagonista dell’iniziativa perché, nell’ambito di una dieta equilibrata, aiuta a prevenire malattie come quelle cardiovascolari e tumorali. Grazie alle sue proprietà nutrizionali, la melagrana apporta benefici per la salute. La buccia e la parte bianca sono ricche di flavonoidi e minerali, mentre negli arilli sono presenti antocianine, che sono all’origine delle sue proprietà antiossidanti. Inoltre, i sali minerali e le vitamine A, C e del gruppo B sono buoni alleati del sistema immunitario. Aldi si impegna così a sensibilizzare sul potere della FRUITBOOKMAGAZINE

Aldi Italia nuovamente al fianco di AIRC e della campagna Nastro Rosa a sostegno della ricerca sul tumore al seno con l’iniziativa “La Melagrana per la Ricerca”. Dal 7 ottobre al 3 novembre 2019, in tutti i punti vendita Aldi Italia i clienti hanno potuto acquistare la melagrana, frutto protagonista di questa iniziativa. Per ogni chilogrammo di melagrana venduto, Aldi Italia donerà 0,25 euro alla Fondazione AIRC e contribuirà al finanziamento della ricerca sul tumore al seno

prevenzione: “Vivi consapevole” è l’invito che rivolge ai propri clienti, per promuovere uno stile di vita salutare e buone abitudini alimentari, ottimi alleati per il benessere e la prevenzione. L’iniziativa “La Melagrana per la Ricerca” è parte del più ampio programma di Aldi “Oggi per domani”, che racchiude tutte le iniziative di responsabilità sociale pro-

mosse dall’azienda. L’obiettivo è quello di operare per uno sviluppo sostenibile a favore dell’ambiente e della società del futuro. Ciò significa, per Aldi, prendersi cura dei propri clienti offrendo prodotti tracciabili, favorire la crescita dei propri collaboratori, attuare una gestione virtuosa dei rifiuti e delle fonti energetiche e sostenere il territorio attraverso progetti sociali. l N.29 l OTTOBRE 2019



Mazzini (Coop): «La GDO non è il cattivo, assieme bisogna cambiare passo» Il commento al rapporto sulla filiera agroalimentare di The European House - Ambrosetti Eugenio Felice

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Il rapporto pubblicato il 4 novembre da The European House - Ambrosetti ci dice che del 5,1% che è l’utile della filiera, la fetta più grossa, il 43%, va all’industria di trasformazione mentre il 17,7% va all’agricoltura e solo l’11,8% va alla distribuzione. Claudio Mazzini (Coop Italia): “Il rapporto ci dice che la GDO non è il cattivo come viene dipinta da anni. Sta correndo la sfida della concentrazione e dell’efficientamento dei processi, lo stesso non si può dire per la produzione” The European House - Ambrosetti ha presentato il 4 novembre a Roma il rapporto “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia” nel corso di una conferenza stampa realizzata con Federdistribuzione, ANCD Conad, ANCC Coop e in collaborazione con ADM - Associazione Distribuzione Moderna. Il rapporto analizza la ripartizione degli utili tra tutti gli attori della filiera ed evidenzia come la quota della distribuzione sia poco più di un quarto di quella dell’industria di trasformazione e quella dell’agricoltura sia poco meno della metà. “La filiera agroalimentare estesa (agricoltura, industria di trasformazione, intermediazione, distribuzione e ristorazione) è il primo settore economico del Paese - ha dichiarato Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House - Ambrosetti -, genera un fatturato totale di 538,2 miliardi di euro (pari alla somma del PIL di Norvegia e Danimarca), un valore aggiunto di 119,1 miliardi di euro (4,3 volte le filiere estese automotive e arredo e 3,8 volte la FRUITBOOKMAGAZINE

filiera dell’abbigliamento estesa) e sostiene 3,6 milioni di occupati (pari al 18% del totale degli occupati in Italia), con 2,1 milioni di imprese”. Partendo dai consumi alimentari, il rapporto ricostruisce l’utile di filiera: ogni 100 euro di consumi alimentari degli italiani, il 32,8% remunera i fornitori di logistica, packaging e utenze, il 31,6% il personale della filiera, il 19,9% le casse dello Stato, l’8,3% i fornitori di macchinari e immobili, l’1,2% le banche, l’1,1% le importazioni nette e solo il 5,1% gli operatori di tutta la filiera agroalimentare estesa. I 5,1 euro di utile per ogni 100 euro di consumi alimentari si ripartiscono nelle seguenti proporzioni: l’industria di trasformazione alimentare ottiene la quota maggiore, pari al 43,1%; il 19,6% va all’intermediazione (grossisti e intermediari in ambito di agricoltura, industria e commercio); il 17,7% all’agricoltura; l’11,8% alla l N.29 l OTTOBRE 2019


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distribuzione e il 7,8% alla ristorazione. Il dato relativo alla distribuzione smentisce le fake news sull’argomento, tanto più se si considera che il trend degli ultimi 6 anni vede la quota di utile di filiera della distribuzione ridursi del 9,9%, al contrario della quota dell N.29 l OTTOBRE 2019

l’industria che cresce del 4,9%. Il rapporto, infine, sottolinea anche che, all’interno dell’industria di trasformazione alimentare, la ripartizione dell’utile è altamente concentrata: le aziende leader con una quota di mercato superiore al 40% nei propri mercati di riferi-

mento (57 aziende su 56.757) catturano il 31,1% dell’utile di tutta l’industria alimentare e il 13,4% dell’utile dell’intera filiera. Non è un caso che Giovanni Ferrero sia il secondo uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 21,9 miliardi di dollari. FRUITBOOKMAGAZINE


Il rapporto The European House - Ambrosetti ci “racconta che la GDO non è il cattivo della filiera

agroalimentare. Nel rimpallarci le colpe non risolviamo i problemi. È ora di fare massa critica, ridurre i costi superflui, efficientare i processi, cogliere le opportunità ”, Claudio Mazzini (Coop Italia) 88

Le associazioni della grande distribuzione hanno partecipato unitariamente alla conferenza stampa e hanno rilasciato una dichiarazione comune a dimostrazione della determinazione di voler offrire un quadro veritiero sulla distribuzione: “L’analisi di The European House - Ambrosetti pone in luce una situazione inequivocabile: la filiera agroalimentare in Italia produce poco utile per i suoi azionisti diretti e la ripartizione di questo utile è dominata dall’industria di trasformazione, con una quota in crescita significativa negli ultimi 6 anni e un estremo livello di concentrazione. Un quadro di squilibrio che si è accentuato nel tempo lasciando alle altre componenti della filiera la ripartizione di un utile sempre minore. Questo studio - prosegue la nota - offre dunque chiarezza e accende la luce su FRUITBOOKMAGAZINE

una realtà spesso dominata da informazioni distorte che però rischiano di guidare scelte importanti che possono influenzare gli assetti competitivi e strategici e i pesi tra i diversi operatori”. Abbiamo contattato Claudio Mazzini, responsabile nazionale settore freschissimi di Coop Italia, per un commento sulla fotografia fatta dal rapporto di The European House - Ambrosetti: “La grande distribuzione in Italia negli ultimi anni ha iniziato a correre per rispondere alle sfide di un mercato sempre più esigente. È in atto nella GDO un processo di concentrazione ed efficientamento dei processi senza precedenti, che l’ingresso di nuovi operatori non ha

fatto altro che accelerare. Non vedo lo stesso dinamismo nel mondo della produzione da cui parte la filiera, in particolare in quello ortofrutticolo. Nel settore della carne ad esempio i player che fanno il mercato si contano su due mani, nel mondo ortofrutticolo ci sono ancora migliaia di produttori e quindi interlocutori. La frammentazione e disorganizzazione si ripercuote sull’efficienza e sulla competitività della filiera, anche rispetto ad altri Paesi”. “Noi siamo in prima linea per esserci anche domani - insiste Claudio Mazzini - non stiamo più camminando, stiamo correndo per mantenere un ruolo da protagonisti sul mercato, non vedo lo stesso andamento nella produzione. Il rapporto di The European House Ambrosetti ci dice che la distribuzione si prende poco più del 10% dell’utile della filiera agroalimentare, contro il 43% dell’industria di trasformazione e il 17,7% dell’agricoltura. Da anni sentiamo dire che la distribuzione sta strozzando la produzione, ebbene questo autorevole rapporto ci racconta una storia diversa, addossare alla GDO il ruolo di cattivo semplifica, autoassolve, ma non risolve i problemi della filiera agroalimentare, in particolare quelli del mondo produttivo. Nel rimpallarci le colpe non risolviamo i problemi. È ora di fare massa critica, ridurre i costi superflui, efficientare i processi, cogliere le opportunità”.

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SPEZIE ED ERBE, NUOVO SALONE A MACFRUT 2020 Dalla via della seta nuove opportunità per gli operatori italiani Giovanni Turrino

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Lo Spice & Herbs Global Expo è una delle principali novità di Macfrut 2020, la fiera italiana dell’ortofrutta in calendario da martedì 5 a giovedì 7 maggio a Rimini. Si tratta di un evento unico nel panorama espositivo europeo perché, per la prima volta, focalizza l’attenzione su categorie di prodotti di crescente interesse per il mercato globale. Ne parliamo con Renzo Piraccini, presidente di Macfrut e consigliere delegato dell’Associazione Italiana delle Fiere alla Internazionalizzazione Perché Macfrut ha scelto di focalizzare l’attenzione sulle Spezie ed Erbe officinali? Macfrut ha una forte vocazione internazionale e questo è sempre più evidente. È una fiera diversa rispetto a tutte le altre perché è l’unica di filiera nel panorama internazionale. E in questa diversità sta la propria forza. Non solo produzione ma tecnologie, packaging, servizi e tutti gli altri comparti del percorso dal campo al punto vendita. Siamo già alla quinta edizione della nuova era di Macfrut ed emerge con sempre maggiore forza l’esigenza di aprire gli orizzonti produttivi, trovare nuovi mercati, allargare le opportunità commerciali dell’intera filiera italiana. Dopo il successo del Tropical Fruit Congress che ci vede in primo piano a livello mondiale per qualità dei contenuti, presenze di buyer e operatori, con il salone Spice & Herbs Global Expo vogliamo costruire un nuovo percorso di opportunità unico in Europa. Il settore è affine all’ortofrutta e sia in produzione che in vendita molti FRUITBOOKMAGAZINE

operatori sono interessati ad entrambi i comparti. Vogliamo creare un evento internazionale mettendo in contatto produttori, trader e industrie di trasformazione. Il focus non sarà il prodotto finito ma il semilavorato e l’approccio sarà di filiera, con una parte importante dedicata alla meccanizzazione della produzione e alla trasformazione. C’è molto interesse perché un evento di questo tipo manca in Europa e ci aspettiamo la presenza dei più importanti players europei e mondiali. Da dove nasce il boom delle spezie globali? Penso che sia da attribuire alla crescente diffusione in Europa delle cucine etniche internazionali e alla domanda di salute e benessere di tutto l’occidente. Molte spezie sono veri e propri superfood con una domanda in forte crescita, penso alla curcuma, allo

Si svolgerà nel moderno polo fieristico di Rimini, da martedì 5 a giovedì 7 maggio, l’edizione 2020 di Macfrut, la più importante rassegna italiana del settore ortofrutta, la prima a nascere in Europa e l’unica con una forte specializzazione su tutta la filiera, non solo produzione ma anche tecnologie, packaging, servizi e tutti gli altri comparti del percorso dal campo al punto vendita. Tra le novità 2020 c’è lo Spice & Herbs Global Expo.

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zenzero, ma anche ai blend di spezie usate per insaporire il cibo in sostituzione del sale o ancora al peperoncino o al pepe, estremamente interessanti sul nostro mercato. Le erbe officinali sono un settore che ha grandi potenzialità ma che nel nostro Paese è rimasto confinato in una nicchia da cui può uscire se passiamo da un approccio artigianale ad uno industriale. Il nostro partner in questo settore, l N.29 l OTTOBRE 2019

che ci supporta nei contenuti tecnici, è la FIPPO, Federazione Italiana Produttori Piante Officinali. Le aromatiche occupano già uno spazio rilevante all’interno di Macfrut, con questo salone vogliamo dargli maggior evidenza. Che tipo di mercato vi aspettate? In Italia siamo grandi produttori, non solo di ortofrutta ma anche di macchinari e tecnologie. Siamo anche grandi consumatori di cibo di qualità con una particolare attenzione per la salubrità dei prodotti. È molto importante, in un momento di grandi e repentini cambiaFRUITBOOKMAGAZINE


parla molto di innovazione ma in agricoltura si “faSitroppa poca innovazione. Una grande fiera na-

zionale può essere uno straordinario volano di opportunità per il settore, sia in termini di nuove relazioni commerciali sia in termini di spinta al cambiamento ”, Renzo Piraccini (presidente Macfrut) 92

europeo e avremo i più importanti operatori continentali. Il settore delle spezie sarà in fiera quello più internazionale e avremo tutti i big mondiali, dall’India allo Sri Lanka, da Zanzibar al Messico. Nei prossimi mesi faremo comunicazioni specifiche su questo salone, indicheremo i contenuti della parte convegnistica e i nomi delle ditte espositrici. Ci aspettiamo almeno 60 espositori, di cui almeno il 50 per cento esteri. In fiera verrà presentato anche l’Osservatorio sulle spezie, erbe officinali e aromatiche realizzato dall’ISMEA. Visto il grande interesse che questa iniziativa sta suscitando, il Salone Spices & Erbs verrà ripetuto nelle prossime edizioni. menti come quello che stiamo vivendo, guardare al nuovo con maggiore attenzione. Si parla molto di innovazione ma nel settore agricolo si fa troppa poca innovazione. Una grande fiera nazionale può essere uno straordinario volano di opportunità per il settore, di nuove relazioni commerciali ma anche di spinta al cambiamento. Chi lo dice che Sicilia o Puglia non possano diventare produttrici di zenzero o che, grazie alle moderne tecnologie, non possiamo sviluppare la coltivazione industriale delle erbe officinali come sta facendo molto bene Bonifiche Ferraresi? Il mercato globale delle spezie vale oltre 6 miliardi di dollari. Quello delle spezie biologiche è in crescita costante e vale, oggi, 1 miliardo di dollari; a questo si vanno ad FRUITBOOKMAGAZINE

aggiungere le erbe officinali e aromatiche, un mercato di enorme interesse per l’Italia che produce 25 milioni di chili di prodotti con 3 mila aziende coinvolte e oltre 7 mila ettari coltivati che coprono però solo il 70 per cento dell’intero fabbisogno nazionale. Teniamo presente che l’Italia è il primo utilizzatore mondiale di erbe officinali per il settore della cosmetica e che il settore è in forte crescita. Chi saranno gli espositori e visitatori dello Spices & Herbs? Sulle aromatiche gli espositori saranno principalmente italiani mentre con le officinali il bacino sarà

Quale sarà il focus internazionale di Macfrut 2020? Frutta e spezie sulla via di Marco Polo, quindi l’Asia Centrale, il Caucaso e la Cina. Abbiamo realizzato diverse missioni per presentare Macfrut in Kazakistan, Tagikistan, Uzbekistan, Azerbaigian, Armenia, Georgia e Cina. Abbiamo in programma una missione in India e Indonesia per i primi mesi del 2020. Si riscontra un grande interesse non solo per le tecnologie italiane ma anche per molti nostri prodotti, come mele e uva da tavola. Gran parte di questi Paesi sarà in fiera con imprese e associazioni di settore. Una buona opportunità per allacciare nuove e durature relazioni commerciali.

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Violì, il carciofo italiano di qualità fa squadra L’Italia è il primo esportatore e consumatore di carciofi Eugenio Felice e Carlotta Benini

Foto: NextVideoProduction.com

“Ringiovanire il prodotto”, legandolo a un brand forte, con attività di marketing a supporto, destagionalizzarlo (il potenziale produttivo consente di stare sul mercato per 9-10 mesi), garantire la massima qualità, tracciabilità e sostenibilità: ecco gli obiettivi dei protagonisti del progetto Violì, che oggi sono Apofruit Italia, Cericola e La Mongolfiera. La gamma vanta le principali tipologie di carciofo, selezionate tra le varietà ibride di BASF Vegetables Seeds, che è partner del progetto Siamo in un periodo di grandi cambiamenti. La distribuzione si sta concentrando - vedi l’acquisizione della rete vendita italiana di Auchan da parte di Conad - e sta chiedendo alla produzione di procedere nella stessa direzione - leggi l’intervista a Claudio Mazzini di Coop Italia a pagina 88. Più a valle nella filiera c’è il consumatore, che ha sempre meno tempo da dedicare alla cucina e sempre più voglia di mangiare sano e comodo. Con queste premesse “di mercato”, risulta di particolare valore la rete di imprese che è stata costituita nel 2018 da tre aziende leader del settore ortofrutticolo con l’obiettivo di qualificare il carciofo italiano. Le tre aziende in questione sono: Apofruit Italia, cooperativa di produttori ortofrutticoli composta da oltre 4 mila soci su tutto il territorio nazionale e sede principale a Cesena; Cericola, azienda con sede

a Ordona (Foggia) nel cuore del tavoliere delle Puglie, costituita dalla famiglia Cericola per valorizzare e sviluppare i migliori prodotti ortofrutticoli pugliesi; La Mongolfiera del gruppo Fratelli Giardina, tra le aziende storiche e di punta della Sicilia, oggi condotta da Salvatore e Silvio Giardina. La rete di imprese è peraltro aperta a nuovi ingressi, sempre finalizzati alla valorizzazione e qualificazione del carciofo italiano. Al fianco delle aziende produttrici, c’è BASF Vegetable Seeds, azienda sementiera che con il suo brand Nunhems è tra i leader mondiali del breeding varietale. L’incrocio tra l’esperienza di coltivazione delle aziende che fanno parte della rete e i prodotti Nunhems permette una calendarizzazione più ampia e di essere presenti sul mercato con un carciofo italiano per un periodo di 9-10 mesi, da ottobre a giugno.

La foto a lato è stata scattata la mattina del 15 novembre a Polignano (Bari), dove ha sede uno dei tre produttori che oggi fanno parte del progetto Violì: l’azienda Cericola con sede a Ordona (Foggia), tra i leader in Puglia nella produzione e commercializzazione del carciofo con più di 16 milioni di capolini lavorati ogni anno. I carciofi crescono tra olivi secolari

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nasce dall’aggregazione di tre aziende leader “cheViolìhanno messo in rete le loro strutture tecniche

e commerciali. Un esempio virtuoso che ci permette di raggiungere i maggiori standard qualitativi ma anche di trasmettere questi valori al consumatore ”, Claudio Bartolini (presidente Rete di Imprese Violì)

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CI RACCONTANO I TRE PRODUTTORI

IL PROGETTO VIOLÌ GUARDA IL VIDEO!

“Ringiovanire il prodotto”, legandolo a un brand forte, con packaging e attività di marketing a supporto, destagionalizzarlo (il potenziale produttivo consente di avere offerta sul mercato per 9-10 mesi, da ottobre a giugno) e garantire la massima qualità, tracciabilità e FRUITBOOKMAGAZINE

sostenibilità per un prodotto, il carciofo, che vede l’Italia fra i primi produttori al mondo e anche fra i primi consumatori, essendo questo ortaggio protagonista assoluto in cucina. Con queste promesse è nato Violì, rete di imprese e brand dedicato al carciofo top di gamma.

La partnership siglata tra le tre aziende ha come obiettivo quello di valorizzare e garantire l’eccellenza del carciofo italiano, portando sul mercato standard qualitativi più elevati e uniformi, tracciabilità completa e promozione verso il consumatore, e al contempo promuovendo le caratteristiche salutistiche di questo ortaggio e la tracciabilità della produzione, anche attraverso i mezzi che mette a disposizione la moderna tecnologia: ne è un esempio il sito web dedicato carciofivioli.it che ha tra i numerosi contenuti anche alcune ricette e un video tutorial, visibili anche dal proprio smartphone leggendo il QR code che si trova dietro ai vassoi con i cuori di carciofo. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, le tre aziende si sono dotate di uno specifico disciplinare di produzione, supportato da un piano di controlli affidato a un’azienda di consulenza esterna, “che verifica che solo i carciofi qualitativamente superiori ottengano il marl N.29 l OTTOBRE 2019


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LA FOTOGRAFIA DEL PROGETTO VIOLÌ - CARCIOFI DAL CUORE TENERO

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nasce la rete di imprese prodotto italiano

mesi sul mercato (ottobre-giugno) regioni coinvolte (ad oggi)

partner (ad oggi) tipologie di carciofi

TRE TIPI DI CONFEZIONAMENTO

QR CODE BENE IN VISTA

chio Violì”, ha dichiarato Claudio Bartolini, consigliere delegato di Apofruit Italia e presidente della Rete di Imprese. “Violì - ha spiegato - nasce dall’aggregazione di tre aziende che hanno messo in rete le loro strutture tecniche e commerciali. È un esempio virtuoso di aggregazione che ci permette di raggiungere gli standard qualitativi che ci si attende da un’eccellenza simile e a trasferire questi valori al consumatore”. La gamma Violì comprende le principali tipologie di carciofo: Violetto, Morello e Romanesco, selezionate tra l’assortimento delle varietà ibride firmate Nunhems, che consente una calendarizzazione più ampia e la presenza di prodotto italiano per tutta la stagione commerciale, da ottobre fino a giugno, grazie anche ai diversi areali di produzione che oggi vanno dalla Sicilia alla Puglia per risalire fino all’Emilia Romagna e al Veneto. “Grazie all’utilizzo delle piante l N.29 l OTTOBRE 2019

ibride - ha spiegato Silvio Giardina, responsabile tecnico di OP La Mongolfiera - Violì è in grado di offrire al mercato maggiore qualità e soprattutto standard qualitativi più uniformi durante i diversi mesi dell’anno. I carciofi Violì sono viola e dalle brattee turgide con capolino ben serrato; privi o con limitata presenza di peluria nella superficie interna; coltivati in territorio italiano in tutte le fasi della filiera di produzione, dal vivaio alla raccolta; prodotti in aziende che seguono tutte le buone pratiche del comportamento etico di lavoro; sostenibili perché lavorati solo in confezioni 100% riciclabili”. Il pay off di Violì, “Italiani dal cuore tenero”, vuole porre attenzione su tre fattori: colore viola, italianità (e quindi tracciabilità) e qualità percepita dal cliente che può

così utilizzare solo carciofi teneri per i suoi piatti migliori. “Non basta mettere un brand per farci scegliere - ha precisato Vito Cifarelli, sales e marketing director di Cericola - ed è proprio per questo che la nostra volontà è quella di differenziarci e farci scegliere sia in ottica trade che consumer innanzitutto per la tracciabilità dei nostri prodotti. La differenziazione è oltretutto evidenziata attraverso le lavorazioni e il packaging, che sanno distinguerci dalla attuale offerta di mercato e portare valore aggiunto al prodotto. Il carciofo è un ortaggio italiano, buono e ricco di sostanze nutritive importanti per la salute: con Violì portiamo in primo piano queste caratteristiche di salubrità nella promozione al consumatore, offrendo al contempo un prodotto che rispetti le più elevate aspettative in termini di gusto, aspetto e sicurezza”.

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Spagna batte Italia 4 a 1. Nel 2019 cresce il divario nell’export di ortofrutta Eugenio Felice

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La Spagna produce più di 28 milioni di tonnellate di frutta e verdura, considerando la media del periodo 2014 - 2017, di cui il 54% sono verdura, il 38% frutta e l’8% patate. Esporta circa il 60% della sua produzione, confermandosi primo Paese esportatore di ortofrutta in Europa, con un valore di 12,8 miliardi di euro nel 2018 (+1% rispetto al 2017) e un volume di 12,5 milioni di tonnellate (-1% sul 2017). Le esportazioni di verdure sono cresciute del 4,4% in volume e del 0,4% in valore nel 2018 totalizzando 5,3 milioni di tonnellate e 5,29 miliardi di euro, con una media precisa di 1 euro a kg. Tra gli articoli più esportati ci sono pomodori, peperoni, cetrioli e lattughe. Le esportazioni di frutta sono scese invece del 4,4% in volume mentre sono cresciute dell’1,4% in valore nel 2018, totalizzando 7,1 milioni di tonnellate e 7,5 miliardi di euro, con una media di 1,06 euro a kg. Agrumi, angurie, pesche e nettarine, susine, cachi, uva da tavola, fragole e piccoli frutti sono gli articoli più esportati. L’Europa assorbe il 94% delle esportazioni di ortofrutta della Spagna. I tre maggiori mercati sono la Germania con 3,4 miliardi di euro (+3% nel 2018), la Francia con 2,3 miliardi di euro (+5% nel 2018) e il Regno Unito con 1,8 miliardi di euro (+3% nel 2018). Se guardiamo al 2019, dal mese di gennaio fino al mese di luglio (parliamo quindi dei primi 7 mesi), la Spagna ha visto crescere le esportazioni di frutta e verdura del 10% FRUITBOOKMAGAZINE

Il successo crescente della fiera Fruit Attraction di Madrid è lo specchio di un sistema ortofrutticolo spagnolo dinamico, che se non cresce quantomeno consolida le sue posizioni. Al contrario di quanto sta succedendo in Italia, dove diversi rappresentanti del settore parlano di un sistema sempre più vicino al collasso. I numeri parlano chiaro: la Spagna esporta il 60% della sua produzione, per un volume che nei primi sette mesi del 2019 è di oltre 4 volte l’export italiano ESPORTAZIONI DI ORTOFRUTTA: SPAGNA VS ITALIA - Gen-Lug 2019 VALORE 1

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2,5 milioni di tonnellate (+4,8%) in volume (confronto con lo stesso periodo del 2018) totalizzando 8,4 milioni di tonnellate, con un +5% di incremento in valore a 8,67 miliardi di euro. Nello stesso periodo, per fare un confronto, l’Italia ha esportato 2.049 milioni di tonnellate di ortofrutta (+4,8%) per un valore di 2,447 miliardi di euro (3,3%). Sostanzialmente la Spagna esporta 4 volte più ortofrutta di

Fonte: Fepex, Fruitimprese

quanto riesca a fare l’Italia, con le mele che sono forse l’unico prodotto tricolore che anche in fiera a Madrid hanno provato a tenere la testa alta. Tra i punti di forza dell’ortofrutta spagnola ci sono l’ampiezza dell’offerta, la lunghezza della stagione, i volumi elevati, le dimensioni aziendali, l’orientamento al mercato, il sostegno del settore da parte delle istituzioni. l N.29 l OTTOBRE 2019



PEDON, I SALVAMINUTI SI EVOLVONO: NUOVE REFERENZE E NUOVA SEGMENTAZIONE

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A 10 anni dal lancio, Pedon dà nuova linfa alla linea di cereali e mix a rapida cottura - I Salvaminuti - con una segmentazione in 6 cluster distinti per destinazione d’uso, referenze innovative e un accattivante restyling grafico. I semi, superfood tra i più richiesti, sono uno degli elementi novità dei mix, resi quindi ancora più completi e nutrienti. Una gamma che, visto il grande successo di vendita, sa rispondere ai bisogni del consumatore moderno con proposte caratterizzate da tre fattori: bontà, benessere e rapidità di preparazione. Prodotti buoni perché gustosi, adatti a ogni piatto e in ogni occasione; sani perché ad alto contenuto nutrizionale; veloci perché pronti in 10 minuti. La principale novità riguarda la segmentazione: la linea è suddivisa a seconda delle funzionalità, così da indirizzare meglio i consumatori che, secondo un’indagine Doxa, affermano di apprezzare per oltre il 60% una chiara indicazione d’utilizzo. La gamma si è dunque evoluta in sei famiglie e, accanto a referenze già note, presenta interessanti novità per soddisfare sempre più consumatori. Oltre ai quattro “classi-

PIZZOLI, LO SPECIALISTA DELLE PATATE RADDOPPIA IN COMUNICAZIONE. NUOVI SPOT Pizzoli, azienda specialista nel settore delle patate e realtà di riferimento del comparto agroalimentare italiano, prosegue il suo percorso di grandi investimenti, nel campo come in comunicazione. In autunno continua l’operazione di grande visibilità del brand. La campagna di comunicazione, sostenuta dal claim “Io sì, Iodì”, si avvale sempre dell’energia e della positive attitude dell’atleta azzurro Marco Orsi, vice campione mondiale e campione europeo di nuoto, confermatissimo

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ci”: orzo, farro, cous cous, 5 cereali, i più conosciuti e venduti, garanzia di alte rotazioni, I Salvaminuti propongono tre “mix per zuppe e minestre”, originali combinazioni di cereali, legumi e semi, tra cui il nuovo Legumi e Miglio con semi di Canapa. Altra famiglia è rappresentata dai “mix per insalate”, con due blend nuovi, ovvero il Farro Mix con semi di zucca, e il duo Quinoa e Lenticchie con semi di sesamo. Due cluster presentano referenze completamente nuove. I Risotti Alternativi, mix di cereali, legumi e semi che si preparano come un risotto, dalla tostatura alla cottura per assorbimento di acqua o brodo, per un risultato sempre cremoso. Ultimo cluster de I Salvaminuti sono i Senza Glutine, in quattro referenze, categoria che Pedon ha visto crescere del 45% nell’ultimo triennio.

nella veste di testimonial: oltre a condividere con l’azienda le origini budriesi, infatti, Marco incarna perfettamente i valori di qualità, naturalità e genuinità del brand e del prodotto. Iodì è una patata fresca dalle caratteristiche uniche, genuina, gustosa e soprattutto fonte di iodio, un prodotto che garantisce in ogni ricetta il giusto equilibrio fra bontà e benessere, quindi particolarmente adatto a un target eterogeneo, amante di uno stile di vita sano e bilanciato. La campagna Adv, partita la scorsa estate con 10 settimane di pianificazione su stampa periodica e sui principali canali web, prevede oltre 16 settimane di presenza su Radio Rai, cui si aggiunge l’investimento televisivo. La campagna Iodì ha generato oltre 23 milioni di contatti sul target responsabili acquisto e oltre 7 milioni di impression e visualizzazioni. In più Iodì sarà protagonista fino a marzo 2020 del segnale orario in onda su Rai Radio1, Rai Radio 2 e Rai Radio 3, per un totale di oltre 2.300 passaggi. Generazione dopo generazione, la Pizzoli si è ritagliata questo ruolo grazie alla capacità di ideare e realizzare prodotti di successo, partendo da una filiera controllata e certificata con radici solide: gli areali italiani a più alta vocazione, gli agronomi più esperti e le varietà più pregiate. l N.29 l OTTOBRE 2019



EUROVERDE, DISPONIBILE DA METÀ OTTOBRE LA NUOVA LINEA RISO & VERDURE

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Euroverde Società Agricola con il suo brand premium Bontà di Stagione, propone una nuova linea Riso & Verdure, nell’ottica di costante crescita anche sotto il profilo della ricchezza e varietà delle ricettazioni proposte. Presente nei punti vendita italiani con la ricca gamma delle ricettazioni autunno-inverno e quella costante dei 12 mesi, da lunedì 14 ottobre si possono trovare sugli scaffali della GDO tre ricettazioni della nuova linea Riso & Verdure, autentica “prima” assoluta per il mercato di settore. Porzioni singole da 300 grammi che richiamano la tradizione della cucina italiana e l’utilizzo di un alimento base come il riso, da sempre nelle nostre cucine. Il tris di specialità prevede il riso alla ortolana, composto da un mix di delizie dell’orto accompagnate dal riso, degustabile tutto l’anno; il riso con carciofi e radicchio, una delle ricette più amate della tradizione, specifico per l’autunno inverno; infine, la terza proposta vede un riso alla zucca e ricotta. La fragranza della zucca ed il sapore della ricotta insieme per un riso d’autore: “Tre ricettazioni - spiega Franco

UNITEC A FRUIT ATTRACTION CON IL MEGLIO DELLE SUE TECNOLOGIE. C’È ANCHE UNIQ PLUM Per ciascuna tipologia di frutto, Unitec, gruppo dal cuore italiano ma con filiali operative in tutto il mondo, offre la tecnologia più performante. La massima affidabilità nella classificazione della qualità interna ed esterna di ogni singolo frutto è oggi possibile grazie a tecnologie specifiche e all’avanguardia come Blueberry Vision 3 per i mirtilli, Plum Vision

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Rollè, direttore commerciale Euroverde Società Agricola - che abbiamo presentato in anteprima il 26 settembre a Milano in occasione di Fresh Retailer 2019 dove hanno subito riscosso un grande successo tra i degustatori. Tradizione e novità le loro note essenziali, per essere sempre più pronti a stupire il mercato e i consumatori. Sono frutto di grande attenzione in fase produttiva, con rispetto assoluto della qualità, del mix di dosaggio tra i vari elementi che le compongono, della ricerca costante del sapore che ha visto impegnato in prima linea anche il nostro staff di chef interni”.

3 e UNIQ Plum per le susine, Cherry Vision 3.0 e UNIQ Cherry per le ciliegie, Peach Vision 3 e UNIQ Peach per le pesche, Apples Sort 3 e UNIQ Apples per le mele, Kiwi Vision 3 e UNIQ Kiwi per i kiwi. Queste, insieme a molte altre, le tecnologie che Unitec ha portato a Fruit Attraction 2019. Sono tante le Centrali Ortofrutticole della penisola iberica che in questi anni sono cresciute grazie all’ausilio delle soluzioni tecnologiche Unitec. Una di queste è Tany Nature, centrale ortofrutticola specializzata in frutta con nocciolo, legata ad Unitec da un sodalizio che prosegue da 16 anni. “Siamo passati dai 200 ettari iniziali di frutti con nocciolo ai 2.700 che abbiamo attualmente. Eravamo un’azienda dedicata al mercato nazionale, oggi siamo leader in Europa nella produzione di frutti con nocciolo, numero uno al mondo nella produzione di un frutto peculiare come la susina”. È così che Atanasio Naranjo, presidente di Tany Nature, ha parlato della crescita della centrale in questi anni di collaborazione continuativa con Unitec. Alla luce dei risultati raggiunti e della fiducia instauratasi, Tany Nature si è affidata anche nel 2019 a Unitec, con l’acquisto del sistema UNIQ Plum, l’innovativa tecnologia Unitec per la classificazione della qualità interna delle susine e delle pesche. l N.29 l OTTOBRE 2019



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Valentina Bonazza

Myfoody, l’app antispreco ora collabora anche con Lidl Italia 104

Lidl Italia e Myfoody si uniscono per la spesa senza sprechi. Nata nel 2015, Myfoody è la prima app che permette di salvare il cibo nei supermercati e a casa. E così, il gruppo distributivo Lidl Italia ha deciso di stringere una collaborazione con Myfoody per prevenire lo spreco alimentare nei suoi punti vendita di Milano, Torino e Bologna, dando maggiore visibilità ai prodotti prossimi alla scadenza e scontati fino al 30% Lidl Italia - gruppo distributivo leader della grande distribuzione italiana con 650 punti vendita e un fatturato che nel 2019 supererà i 5 miliardi di euro ha deciso di compiere un ulteriore passo avanti per la diminuzione degli sprechi alimentari. L’azienda che collabora da alcuni anni con il Banco Alimentare e già lavora nell’ottica della prevenzione alle eccedenze grazie a una calibrazione degli ordini e alla disposizione dei prodotti a scaffale - ha scelto di dare maggiore visibilità agli articoli in offerta prossimi alla scadenza con l’app Myfoody. Myfoody è l’applicazione che innova il rapporto tra punto vendita e consumatore finale permettendo di dare visibilità agli articoli scontati vicini alla scadenza in vendita nei supermercati e di incentivarne l’acquisto e il consumo. In un’ottica di maggiore sostenibilità, questa app gratuita - disponibile per iOS e Android - punta a far conoscere, grazie a una vetrina virtuale, la disponibilità dei prodotti prossimi alla scadenza, invitando i potenziali clienti a recarsi direttamente nel punto vendita più vicino per procedere all’acquisto. Già adottata da Unicoop Tirreno nell’area laziale, la partnership con Lidl coinvolge attualmente 55 punti vendita nelle zone metropolitane di Milano, Torino e Bologna. “Lidl e Myfoody hanno dato vita a una collaborazione virtuosa dimostrando il rispetto per una risorsa preziosa per il futuro del nostro pianeta: il cibo. FRUITBOOKMAGAZINE

commenta Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione di Lidl Italia - L’innovazione tecnologica di questa app ci permette di promuovere una spesa anti spreco con l’obiettivo di salvare il cibo in scadenza nei nostri supermercati. Siamo sicuri che i consumatori coglieranno il valore di questo progetto che è espressione di un modello sostenibile e vantaggioso”. Francesco Giberti, ceo & founder di Myfoody, aggiunge: “Per noi di Myfoody iniziare questo percorso di collaborazione con Lidl Italia è motivo di orgoglio. Crediamo fortemente che l’innovazione tecnologica e il coinvolgimento dei consumatori finali siano determinanti per risolvere un problema così complesso come quello dello spreco alimentare. Myfoody nasce con la volontà di promuovere uno stile di vita sostenibile e una spesa senza sprechi. Siamo felici che da oggi i nostri utenti potranno contribuire ogni giorno a salvare i prodotti prossimi alla scadenza presenti nei negozi Lidl, facendo così una buona azione per l’ambiente e risparmiando sulla propria spesa”. Nella sezione dell’app “Risparmia” vi è anche la possibilità di salvare tra i preferiti i punti vendita Lidl aderenti per scoprire, in maniera semplice e veloce, la disponibilità dei prodotti scontati nel proprio supermercato preferito per poi recarsi in negozio e contribuire, risparmiando, alla riduzione degli sprechi. Infine, nella sezione “Impara” viene trasmesso ogni giorno alla community il valore del cibo attraverso ricette anti-spreco, segreti di autoproduzione e modelli di vita sostenibile. l N.29 l OTTOBRE 2019




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