PROTEGGERE LE COLTURE E´ LA NUOVA PRIORITÀ Surriscaldamento globale, tropicalizzazione del clima, eventi estremi sempre più frequenti. è forse oggi la più grande sfida che si trova di fronte l’ortofrutticoltura. Un tema che si lega a doppio filo con quello della sostenibilità IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS
ELNATHEDITORE
N.35 l APRILE 2021 l TRIMESTRALE
Editoriale
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Eugenio Felice
È cambiata la narrazione? È ufficiale: Camera e Senato hanno approvato le norme di contrasto alle pratiche commerciali sleali per i prodotti agricoli e alimentari. In particolare vietate le aste elettroniche al doppio ribasso - che comunque nemmeno Eurospin adotta più, da almeno un paio di anni, in ortofrutta - e il sottocosto che sarà limitato a casi specifici. Una nota del Mipaaf chiarisce che saranno vietate le vendite a prezzi inferiori del 15% ai costi medi di produzione elaborati da Ismea. Chi farà il controllo e la vigilanza? L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (Icqrf). Si renderà più equa la distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare come sostiene la Coldiretti? Sarà il tempo a dirlo. Certo è che oggi ai produttori di ortofrutta restano solo le briciole: secondo un rapporto di Ismea pubblicato lo scorso marzo, su 100 euro spesi dal consumatore, solo 6 euro finiscono nelle tasche del produttore, addirittura solo 2 euro se si parla di prodotti trasformati.
Sulle nuove norme si è espresso anche l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese: “È un nuovo inizio, una nuova realtà con cui confrontarci e possiamo pensare che questa grande piaga delle pratiche commerciali sleali possa davvero avere una fine. Una fine che chiediamo da tanto perché le nostre filiere lo meritano, perché i buoni hanno bisogno di alleanze leali, perché chi fa le cose fatte bene, alla luce dei campi, deve avere tutto il sostegno da chi le cose vuole portarle sulle tavole delle persone in l N.35 l APRILE 2021
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maniera trasparente. Quando dico che le filiere sono il motore del nostro Paese, credetemi: è così”. (...) “Dobbiamo avere il coraggio di estirpare questo male - continua Pugliese, riferendosi anche al caporalato - di staccare questa oscura piovra dal nostro territorio e tutelare le nostre filiere: dal campo, al trasporto, alle tavole. Solo così possiamo vivere un nuovo inizio. Intervenire sui rapporti sleali, sui meccanismi d’asta che propongono prezzi sempre più bassi e che comportano l’abbassamento della qualità delle materie prime è l’inizio. L’abolizione di un circolo vizioso - conclude Pugliese - che ha fatto il suo tempo comincia ora. Non perdiamo lo slancio, diamo qualche altra spallata. Ora è il momento di andare finalmente avanti”. Il cambiamento insomma sarebbe iniziato. Anche l’ingresso di Lidl in Federdistribuzione è un segnale rilevante. C’è solo da sperare che le nuove norme contro le pratiche sleali non facciano la fine dell’art. 62, che non ha cambiato, se non in modo marginale, gli equilibri delle forze in campo. La narrazione di buona parte della grande distribuzione intanto non è cambiata, nella sostanza: se forse la parola “sottocosto” sparirà dai volantini, pare che il prezzo rimanga ancora l’unica leva per attirare i clienti.
FRUITBOOKMAGAZINE
controeditoriale
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Eugenio Felice
Frutta e Verdura nelle Scuole, occhio all’effetto boomerang 12
Sono riprese dopo Pasqua a (quasi) pieno ritmo le lezioni in presenza nelle scuole italiane e con loro uno dei programmi pubblici più discussi: Frutta e Verdura nelle Scuole, che ogni anno raggiunge circa 1 milione di persone in età compresa tra 6 e 11 anni (scuola primaria). L’obiettivo è quello di incoraggiare i bambini al consumo di frutta e verdura e sostenerli nella conquista di abitudini alimentari sane. Il programma finanziato dal Mipaaf - Ministero delle Politiche Agricole e dall’Unione Europea è spesso stato oggetto di critiche per la provenienza estera della frutta e per la cattiva qualità della stessa. E anche in questo 2021 le lamentele da parte di genitori e operatori del settore non si sono fatte attendere. Ad esempio, sono stati distribuiti kiwi di origine Grecia, nonostante fosse ancora disponibile prodotto italiano, “durissimi e con peso medio di 74 grammi sebbene in etichetta fosse indicato minimo 80 grammi” (foto a lato), contesta l’agronomo Edgardo Gentile su Linkedin. In distribuzione sono anche andate, in Calabria, delle clementine con evidenti segni di muffa. “Non è da me scrivere o pubblicare sui social, ma dopo aver aperto il frigo di casa più e più volte, non sono riuscito a trattenermi. Sono anni che vivo, aggiungo nato, nel mondo dell’ortofrutta e ne sono orgoglioso, condivido i propositi del progetto “Frutta nelle Scuole”, ma far mangiare frutta di altre nazioni - contro cui non ho nulla - ai miei figli non ci sto. Non aggiungo altro. Come dice il detto, siamo alla frutta. Vergogna, vergogna, vergogna”. Questo lo sfogo FRUITBOOKMAGAZINE
pubblicato il 29 aprile su Linkedin da Antonio Di Marino, buyer ortofrutta presso Moderna 2020, gruppo della grande distribuzione operante nel Sud Italia. Va bene che un programma ministeriale cofinanziato dall’Unione Europea vada a sostegno della produzione della Grecia quando risulta essere disponibile ancora prodotto nazionale? I coltivatori italiani, indifesi di fronte al commercio globale e anello debole della filiera, non andrebbero sostenuti, quantomeno dal nostro Legislatore? Le domande sono legittime e al post su Linkedin di Antonio Di Marino non sono mancati i commenti. A dire il vero non a senso unico. “È un post verace ma non lo condivido - scrive Luigi D’Antrassi di Various - i nostri figli, anch’io ne ho due, sono italiani e anche europei, il non accettare “l’altro” in un Paese con una forte vocazione all’export è fortemente controproducente, nonché probabilmente destinato al fallimento. Immaginiamo allora un bambino danese… cosa dovrebbe mangiare, solo patate, cavoli e qualche mela? Il prodotto italiano ha bisogno di vincere sul mercato, senza alcun tipo di misura protezionista”. Va detto anche che in alcune regioni Frutta e Verdura nelle Scuole sembra funzionare. La validità del progetto sta sempre nelle mani delle aziende aggiudicatarie. Quindi non parleremmo di una bocciatura totale o di un fallimento, come titolava già nel 2017 Il Fatto Alimentare. Certo è che qualche intervento correttivo sia oggi quantomai necessario: Patuanelli, se ci sei, batti un colpo.
l N.35 l APRILE 2021
PAG. EDITORIALE È CAMBIATA LA NARRAZIONE?
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CONTROEDITORIALE FRUTTA E VERDURA NELLE SCUOLE OCCHIO ALL’EFFETTO BOOMERANG
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IMMAGINI
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BUONE NOTIZIE I BROCCOLI POSSONO CURARE IL COVID? LO STUDIO ITALIANO MARRKETING LA “SPINTA GENTILE” PER GUIDARE SCELTE SEMPRE PIÙ RESPONSABILI TREND DIMMIDISÌ LANCIA LE POKE BOWL PIATTI FRESCHI VELOCI E SALUTARI L’AZIENDA BARBERA INTERNATIONAL PRONTA A COMPETERE SUL MERCATO ITALIANO SCENARI MELINDA, UN POOL DI ESPERTI PER ENTRARE NEL MONDO DEL VINO PERSONE NUOVA GOVERNANCE PER CULTIVA: FEDERICO BOSCOLO AL VERTICE IL LIBRO COME DOVREBBE ESSERE IL CIBO? BUONO PER IL CORPO E IL PIANETA NOVITÀ MINI MELONE DI PILATO: GUSTO MAXI, PER DODICI MESI L’ANNO NEURONEWS COME PRESENTARE FRUTTA E VERDURA PER VENDERE DI PIÙ? ECCELLENZE RUBINO F1, QUANDO UN MELONE E UN TERRITORIO DIVENTANO ARTE SEGMENTI SHIITAKE, CHAMPIGNON E MISTO: NUOVA LINEA FUNGHI ORTOROMI MENS SANA ALLERGIE, INTOLLERANZE & CO. ALIMENTARI CRESCONO. IL SEDANO...
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74 / MD CONTINUA LA CORSA: ALTRI 47
78 / LE ECCELLENZE LUCANE NEL PACKAGING
84 / ITALIAN RETAILER BUSINESS LOUNGE TRA LE
AL NORD ITALIA
NEGOZI NEL 2021
50 54 56 60 66 108
iFRESH
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68 / BANCO FRESCO, INIZIANO LE DANZE
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PANORAMA
Foto di copertina: impianto di kiwi Jingold Oriental Red a Faenza. Per contrastare il gelo sono stati utilizzati bruciatori e impianti di irrigazione antibrina. Un aiuto è venuto anche dalle coperture plastiche.
CONTENUTI
ECO-FRIENDLY
NOVITÀ DI MACFRUT 2021
86 / LA SAPORERIA VIP: 90 / MIVOR SI RINNOVA MOLTO PIÙ DI UN SOLO CON SOSTENIBILITÀ E E-COMMERCE
ALTA EFFICIENZA
FRUITBOOKMAGAZINE
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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Carlotta Benini, Valentina Bonazza, Salvo Garipoli, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Barbara Righini, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Marco Zanardi
94 / ELEONORA, TORNA 96 / LA PATATA ITALIANA SULLE TAVOLE IL MEGLIO CHE CRESCE ANCHE SUI DELLA FRUTTA SARDA
MERCATI ESTERI
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Redazione e Pubblicità Via Poiano 53 37029 - San Pietro in Cariano (Vr) Tel. 045.6837296 redazione@fruitbookmagazine.it adver@fruitbookmagazine.it Abbonamenti Spedizione in abbonamento postale Abbonamento Italia: 50,00 euro abbonamenti@fruitbookmagazine.it Graphic designer Marco Fogliatti Fotolito CianoMagenta Stampa Color Art SpA - Via Industriale 24/26 - 25050 - Rodengo S. (Bs) Carta Magno Volume 115 gr - Sappi 100% biodegradabile e riciclabile Tiratura numero aprile 2021: 8.000 copie
102 / AGRICOLA 106 / CAMPAGNA UVA: MODERNA TRA I PIONIERI LE SOLUZIONI PER DEGLI DEL VERTICAL FARM
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Serre tecnologiche Monopoli (BA) 15 marzo 2021 Le serre tecnologiche crescono in Italia. A beneficiarne è il consumatore finale, che può gustare pomodori e altri ortaggi made in Italy anche in inverno, buoni e soprattutto sani. L’azienda pugliese F.lli Lapietra è tra i protagonisti di questo cambiamento: tra l’altro, ha da poco ottenuto la certificazione residuo zero.
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Insegne di nicchia Roma (RM), 11 marzo 2021 Ha aperto a Roma in via Tirso il 14.mo supermercato Doc*, insegna nata nel 2010, avamposto meridionale di Unicoop Firenze. Grande spazio è dedicato a freschi, forneria e gastronomia, tutti reparti serviti che si trovano nella piazza che apre il negozio. Parole d’ordine: fiducia, relazione, qualità e convenienza.
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Fragili equilibri Suez (Egitto), 23 marzo 2021 Non è ancora stata stabilita con precisione la causa per cui la Ever Given, tra le più grandi navi mercantili del mondo, lo scorso 23 marzo abbia urtato contro un argine roccioso restando incagliata e bloccando completamente il canale di Suez, da cui passano ogni giorno ben 2,8 milioni di tonnellate di merci.
buone notizie |
Valentina Bonazza
I broccoli possono curare il Covid? Lo studio italiano 24
Che broccoli, cavolfiori e in generale le brassicaceae facciano bene è un dato di fatto. La scoperta fatta da un team di ricerca internazionale guidato da due genetisti italiani fa pensare che siano ancora ricchi di sorprese. È emerso infatti che l’indolo-3-carbinolo (I3C), un composto naturale che deriva dalla degradazione di composti glucosidici presenti nelle brassicaceae, è in grado di “intrappolare” il virus all’interno delle cellule ostacolandone la replicazione A poco più di un anno dallo scoppio della pandemia, la lotta al Covid-19 si fa sempre più serrata. Se da un lato la ricerca ha già trovato delle soluzioni per neutralizzare il virus, tramite i vaccini, dall’altro gli scienziati si stanno dando da fare per trovare dei farmaci e delle cure per chi invece si ammala di Covid-19. Esemplare in quest’ottica è lo studio pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease da un gruppo internazionale coordinato dai genetisti italiani Giuseppe Novelli, dell’università di Tor Vergata e dell’università del Nevada, e Pier Paolo Pandolfi, dell’università di Torino e dell’università del Nevada. I genetisti italiani hanno infatti scoperto che un composto naturale prodotto dalle piante crucifere (brassicaceae) è in grado di “intrappolare” il Covid19 (Sars-CoV-2) all’interno delle cellule, ostacolandone la replicazione e impedendo la diffusione nel resto dell’organismo. Di fatto genera un blocco che colpisce gli enzimi responsabili della fuoriuscita virale, un meccanismo biologico chiamato “cell egression” tramite il quale è possibile arrestare l’infezione e neutralizzare il patogeno. Questo composto in grado di bloccare il Covid-19 nelle cellule è l’indolo-3-carbinolo (I3C) e deriva dalla degradazione di composti glucosidici presenti nella maggior parte delle piante crucifere, come cavoli, broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles e simili. I FRUITBOOKMAGAZINE
test, al momento condotti solo in vitro (quindi su cellule coltivate in provetta), getta però le basi per potenziali farmaci in grado di ostacolare la replicazione virale e la trasmissione del Covid-19 e delle sue varianti. Inoltre, l’I3C è ben tollerato dall’organismo umano. Il processo che porterà a un farmaco efficace e validato per curare le persone affette da Covid-19 potrà inoltre non essere troppo lungo, proprio in virtù del fatto che si tratta di un composto naturale già riconosciuto come sicuro e già utilizzato per altri trattamenti, come la papillomatosi respiratoria ricorrente. Gli autori della scoperta sono così fiduciosi che possa passare rapidamente alla fase clinica per poterne dimostrare le spiccate capacità antivirali anche nell’uomo. Gli scienziati italiani dell’università di Tor Vergata, dell’università di Torino e dell’università del Nevada (Stati Uniti) hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Beth Israel Deaconess Cancer Center della scuola di Medicina dell’università di Harvard; del dipartimento di Epidemiologia e ricerca preclinica dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani (INMI) di Roma; del laboratorio di Genetica medica dell’IRCCS ospedale pediatrico Bambino Gesù; dell’università di Boston e di numerosi altri istituti. Hanno partecipato all’indagine anche alcuni consorzi di ricerca, come il Covid Human Genetic Effort, il French Covid Cohort Study Group e il CoV-Contact Cohort. l N.35 l APRILE 2021
marketing |
Salvo Garipoli*
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Il tema della sostenibilità economica, sociale e ambientale impatta inevitabilmente sulle scelte che stanno muovendo e muoveranno lo shopper italiano in direzione del consumo consapevole. A confermarlo, alcune evidenze emergenti che certificano un contesto nazionale in cui, a fronte di 25 milioni di italiani in sovrappeso o obesi, con una quota del 46% tra gli adulti e del 25% tra bambini e adolescenti, si mantiene alta l’attenzione al tema del ben-essere È pari al 45%, infatti, la quota di coloro che considerano la salute un elemento fondamentale per essere felici nel 2021 (Rapporto Coop), con il 57% degli italiani che assegnano al consumo di ortofrutta il ruolo di driver principale (Nomisma). Alla stessa stregua, il 2020 ha rappresentato un momento di consapevolezza cruciale anche sul fronte ambientale: un italiano su tre ne evidenzia la rilevanza, e il 25% considera la presenza di packaging sostenibile un elemento prioritario in fase d’acquisto. In tale contesto non possiamo non interrogarci su quali modalità attivare al fine di soddisfare a pieno tali istanze che impattano in maniera diretta sull’economia e sul contesto sociale, a partire dai luoghi di FRUITBOOKMAGAZINE
acquisto, sempre più utili amplificatori esperienziali. A darci una mano, in questi anni, è intervenuta l’economia comportamentale che, grazie a studi dedicati, ha individuato nella teoria dei nudge (letteralmente significa pungolo o spinta) una modalità concreta in grado, attraverso minimi cambiamenti di contesto, di incoraggiare le persone ad assumere spontaneamente decisioni e comportamenti virtuosi. È in questa direzione che viene promosso il programma di Tesco in UK, “Helpful little swaps”, letteralmente “piccoli scambi utili”, lanciato nel 2018 con l’obiettivo di incentivare il consumo di prodotti salutari a marchio dell’insegna. Per farlo, il retailer predispone un allestimento speciale attraverso cui mostra, combinando elementi razionali con quelli emozionali, il vantaggio di acquistarli. Punti cardini alla base dell’iniziativa: aumentare il consumo di categorie più salutari, frutta, verdura e prodotti freschi in primis, al fine di ridurre il numero di calorie consumate quotidianamente; agevolare il passaggio a prodotti alternativi più salutari grazie alla leva della convenienza; attivare percorsi di edutainment ed evidenziazione a scaffale attraverso la realizzazione di eventi in store e attività di merchandising per evidenziare il display di vendita. I risultati? Un incremento pari al 17% delle vendite oggetto degli scambi successivamente al lancio del programma, e una crescita generale degli acquisti in prodotti dal vissuto più salutistico, a minor contenuto di zuccheri, grassi, snack sotto le 100 calorie e bevande alcool free. l N.35 l APRILE 2021
*direttore SGMarketing
La “spinta gentile” per guidare scelte sempre più responsabili
trend |
Eugenio Felice
DimmidiSì lancia le Poke Bowl Piatti freschi veloci e salutari 28
Piatti pronti freschi e genuini con riso, frutta, verdure e ingredienti proteici: sono le Poke Bowl, la nuova gamma firmata DimmidiSì che abbina il fast e l’healthy e che risponde appieno agli stili di vita delle nuove generazioni, con un imballaggio attento all’ambiente. Tre le proposte, ciascuna con un ingrediente proteico, abbinato a un caratteristico elemento crunch, dei vegetali, una Salsa Teriyaki specifica per ogni ricetta, del riso basmati e la valeriana Dall’expertise de La Linea Verde nasce DimmidiSì Poke Bowl: l’innovativa gamma di piatti pronti freschi e genuini con riso, frutta, verdura e ingredienti proteici. Sono pensati per un nuovo target da attrarre al banco frigo dell’ortofrutta con una proposta che spopola a livello mondiale per la capacità di coniugare i mondi del fast e dell’healthy food, del cibo gustoso e genuino, caratteristiche imprescindibili nell’alimentazione del moderno life style. Un nuovo e promettente progetto: il poke, infatti, guida la classifica delle cucine più in crescita e dei food trend del momento in Italia, con un + 133% di richieste, ed è all’ottavo posto tra i cibi più ordinati (osservatorio annuale sul mercato dell’online food delivery, dati 2020). Con questo progetto, La Linea Verde risponde a una esigenza ancoFRUITBOOKMAGAZINE
ra inappagata del mercato (in GDO non sono presenti prodotti simili) che vorrebbe trovare nel retail piatti pronti come quelli che ordina al ristorante (fonte Mintel), anche considerando che gli italiani trascorrono più tempo ai fornelli e le vendite premiano i prodotti pronti difficilmente replicabili a casa. Freschi, pronti e gustosi i Poke Bowl sono in linea con i valori del brand. Tre le ricette proposte, tutte esotiche e originali, con abbinamenti pensati per un target moderno, giovane e italiano. Ciascuna comprende un ingrediente proteico, abbinato a un caratteristico elemento crunch, ingredienti vegetali, una Salsa Teriyaki specifica per ogni ricetta, riso basmati e valeriana, per mix salutari e sorprendenti: Salmone con semi di sesamo, soia edamame, pomodori semidry, mango, salsa Teriyaki, riso basmati e valeriana; Pollo con mandorle, mais, peperoni grigliati, ananas, salsa Teriyaki con peperoncino, riso basmati e valeriana; Ceci con cocco, soia edamame, pomodori semidry, mango, salsa Teriyaki con limone, riso basmati e valeriana (ricetta veg). Le Poke Bowl sono da 250 grammi e hanno una shelf life di 6 giorni. Saranno disponibili tutto l’anno. Profumate, colorate e divertenti, sono in perfetto stile urban - californiano, come racconta anche la confezione che spicca a scaffale per l’aspetto grafico ammiccante con la scritta che ricorda i neon delle insegne dei diner americani e la texture optical. Ingrediente proteico e arricchitori vegetali sono disposti in un piattello a quattro scomparti appoggiato sopra al mix di riso basmati e valeriana. Tutti gli imballi DimmidiSì sono già riciclabili al 100% e, per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale, La Linea Verde ha scelto il PET riciclato al 75% come materiale plastico di ciotola e comparto arricchitori. l N.35 l APRILE 2021
retail |
Giovanni Turrino
Migross apre a Castenedolo sulle ceneri di un IperSimply 30
Migross, gruppo veronese della grande distribuzione che fa riferimento alla famiglia Mion, ha inaugurato il 15 aprile il superstore di Castenedolo (Brescia), che nasce sulle ceneri di un IperSimply. Dopo il punto vendita di Bozzolo, nel Mantovano, si tratta del secondo negozio che adotta il nuovo concept studiato da Migross, con servizi innovativi che rendono più semplice e diretto il contatto con il cliente elevando la shopping experience. Al via anche l’e-commerce All’interno del nuovo punto vendita di Castenedolo (Bs) Migross propone gli store specializzati che fanno parte della sua offerta. Il cliente può trovare Buddy, il petstore dedicato agli amici animali, e il Caffè&Bistrò Re di Sapori, la soluzione giusta per la colazione, il pranzo e per l’aperitivo. All’interno dell’area vendita si trovano Beautypharma, la parafar-
macia di casa Migross, LaPral, la storica insegna di Verona dove pasticceri e fornai sfornano e cuociono migliaia di prodotti ogni giorno. Le partnership con Sushinbox e Cewe concludono l’offerta che presenta rispettivamente un corner dedicato alla preparazione di sushi fresco e una macchina per la stampa FRUITBOOKMAGAZINE
istantanea di foto e biglietti di auguri. All’interno dell’area vendita sono presenti importanti novità tecnologiche: tutti i prodotti hanno un sistema di etichette elettroniche di ultima generazione; sono state installate le casse automatiche e il selfshopping che rendono la spesa più pratica, indipendente e veloce. A breve sarà inoltre online il nuovo ecommerce di Migross: saranno disponibili il servizio di delivery con consegna a domicilio, ed il servizio click and collect per il ritiro in punto vendita. Sugli scaffali grande rilevanza viene data alla private label. Oltre alla linea mainstream, Migross dispone della linea premium RediSapori e di Wita, un brand che raggruppa tutti i prodotti biologici, freefrom e arricchiti. Con l’apertura di questo superstore, inoltre, l’azienda veronese è ha introdotto delle nuove linee: Wita Eco, dedicata ai prodotti per la cura della casa con un occhio attento all’ambiente; Tenuta Sorgimento, la nuova etichetta vini; Buddy, il brand rivolto agli amici animali; Pharma, il brand per la cura e la bellezza della persona. Completano la gamma dei prodotti a marchio FrescoMio per i prodotti freschi e Stile Libero per l’abbigliamento.
PERSONA CHIAVE Massimo Cecinati Responsabile Aquisti Ortofrutta Migross Spa l N.35 l APRILE 2021
la notizia |
Irene Forte
Lidl, primo dei grandi discount a entrare in Federdistribuzione 32
Lidl Italia entra a far parte del gruppo di aziende associate a Federdistribuzione che da oltre sessant’anni riunisce e rappresenta le imprese della distribuzione moderna alimentare e non alimentare operanti in Italia. Si tratta del primo dei grandi discount a entrare a far parte di Federdistribuzione e quindi di ADM. Massimiliano Silvestri (Lidl): “In tal modo potremo migliorare ulteriormente il servizio offerto ai clienti e alle comunità in cui operiamo” Lidl Italia entra a far parte del gruppo di aziende associate a Federdistribuzione che da oltre 60 anni riunisce e rappresenta le imprese della distribuzione moderna alimentare e non alimentare operanti in Italia. Lidl, presente nel nostro Paese da quasi 30 anni, dispone attualmente di oltre 680 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale, impiega più di 18.500 collaboratori e genera un fatturato annuo superiore ai 5 miliardi di euro. “Diamo il benvenuto a Lidl Italia tra le nostre aziende associate. L’adesione di un grande gruppo a Federdistribuzione, in un contesto ancora segnato dall’emergenza pandemica, evidenzia come il futuro dell’industria del commercio passi dalla capacità di essere sempre più coesi nella rappresentanza delle FRUITBOOKMAGAZINE
istanze del settore, un motore economico fondamentale alla ripresa e alla crescita del sistema Paese. Insieme - ha affermato Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione - affronteremo sfide importanti per il futuro: dalla trasformazione digitale delle aziende allo sviluppo sostenibile, dall’attenzione alle filiere di eccellenza del made in Italy all’aspirazione per una società più inclusiva”. “Siamo lieti e orgogliosi - afferma Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia - di entrare a far parte di Federdistribuzione, realtà che persegue la missione di contribuire alla crescita armonica del Paese in un contesto di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Questi valori sono al centro anche della strategia di crescita di Lidl Italia, che continuerà a garantire ai consumatori italiani prodotti di qualità a prezzi accessibili, valorizzando il made in Italy e l’intera filiera produttiva del Paese. L’ingresso in Federdistribuzione rappresenta per noi un’importante opportunità per contribuire allo sviluppo di soluzioni innovative per il nostro settore, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente il servizio offerto ai clienti e alle comunità in cui operiamo”. Oggi Federdistribuzione rappresenta le aziende della distribuzione moderna operanti in Italia che, complessivamente, contano una rete di oltre 15 mila punti vendita, danno lavoro a più di 220 mila addetti e raggiungono un fatturato complessivo di 67 miliardi di euro, che rappresenta oltre il 48% sul totale della distribuzione moderna e circa il 55% della distribuzione moderna alimentare. l N.35 l APRILE 2021
fiere |
Giovanni Turrino
Fruit Attraction a ottobre 2021 «Sarà certamente in presenza» 34
Fruit Attraction è stata confermata a Madrid dal 5 al 7 ottobre e si farà di sicuro anche in presenza, distribuita in otto padiglioni. Si potrà scegliere fra tre pacchetti (fisico e online, solo online, solo fisico). Il salone lascia aperta l’opzione digital con la piattaforma LiveConnect. Per partecipare fisicamente bisognerà esibire il passaporto vaccinale e mostrare un certificato di test negativo. In caso di annullamento, tutte le somme versate saranno restituite Dal 5 al 7 ottobre 2021 si terrà Fruit Attraction a Madrid. L’evento in presenza è stato dallo stesso confermato da Raul Calleja, direttore della manifestazione, che si propone di riunire nella capitale spagnola i più importanti attori della filiera ortofrutticola internazionale. “A ottobre si stima che circa il 70% della popolazione europea sarà vaccinata - ha sottolineato Raul Calleja durante una conferenza stampa -. Abbiamo poi scelto la prima settimana di ottobre e non la terza come di consueto per non accavallarci con il PMA statunitense, oltre a essere delle date strategiche per la programmazione della campagna invernale in Europa”. Sono alte le aspettative per la fiera e chiaro l’intento, sottolineato dal rinnovato payoff: “Reconnecting the World Fresh Produce Community”. FRUITBOOKMAGAZINE
Fruit Attraction sarà quindi in presenza ma, per potervi accedere, sarà richiesta l’esibizione del passaporto di mobilità o il certificato di avvenuta vaccinazione. Inoltre, tutti i partecipanti dovranno attestare la loro negatività al Covid-19 tramite test eseguiti in precedenza o in tempo reale in fiera. Numerosi, inoltre, i sistemi di sicurezza all’interno della fiera. Saranno installati sistemi di areazione all’avanguardia, gli ambienti saranno “senza tetti” e il ricambio dell’aria avverrà ogni 20 minuti, mentre i corridoi di passaggio da uno stand all’altro saranno ampliati passando dai soliti 3 metri ai 4/4,5 metri. Poi ancora sanificazione degli spazi, controllo della temperatura e numero massimo di partecipanti. Sono in corso anche gli studi per minimizzare al massimo le code e l’utilizzo di biglietti con QR code da smartphone per evitare i contatti. I QR code infatti potranno essere scansionati dagli altri operatori presenti tramite smartphone: un modo semplice ed efficace per fare networking e organizzare appuntamenti sia in fiera che al di fuori. Da sottolineare come Fruit Attraction non sarà solo in presenza. Forte dell’esperienza del 2020, il salone lascia aperta l’opzione digital con la piattaforma Fruit Attraction LiveConnect. “L’edizione 2021 - ha spiegato Calleja - sarà un evento ibrido: una phygital experience attiva per 365 giorni a partire dal 12 aprile”. Gli espositori possono scegliere tre pacchetti: presenza con stand fisico e piattaforma digitale Fruit Attraction LiveConnect; presenza solo con stand fisico; oppure presenza solo sulla piattaforma Fruit Attraction LiveConnect. E in caso di cancellazione della fiera a causa di un aggravamento della pandemia? Tutte le somme versate, a partire dall’acconto, saranno restituite a espositori e visitatori. l N.35 l APRILE 2021
l’azienda |
Giancarlo Sbressa
Barbera International pronta a competere sul mercato italiano 36
Barbera International Srl di Adrano (CT) porta i profumi e gli aromi della migliore ortofrutta siciliana nei gruppi della grande distribuzione di oltre 30 Paesi esteri. Oggi è pronta a competere anche sul mercato italiano Barbera International Srl nasce dall’idea del suo fondatore Alessandro Barbera, giovane imprenditore classe 1981. Dopo un’esperienza di vita all’estero Alessandro sceglie di tornare nella sua terra, la Sicilia, per dedicarsi all’azienda agricola che era stata prima del nonno e poi del papà. Amplia, rinnova e modernizza la produzione affiancandole l’attività di commercializzazione. Nel 2005 la Barbera International inizia così la sua attività come azienda a conduzione familiare che oggi rappresenta una realtà che si è consolidata nel tempo grazie alla fiducia dei suoi partner. La famiglia Barbera è riuscita a coniugare tradizione e innovazione sviluppando una cultura aziendale legata alle radici, al sapere e al saper
fare siciliano, integrando nei processi aziendali gli elementi di innovazione tecnica, scientifica e manageriale che le consentono, attraverso un modello di business funzionale caratterizzato da un elevato grado di relazione interna, di gestire l’intera filiera dei prodotti ortofrutticoli freschi e di competere sui mercati internazionali. Il paniere di prodotti punta ad offrire ai clienti articoli selezionati tra le eccellenze FRUITBOOKMAGAZINE
del territorio siciliano. Tutte le produzioni, che siano direttamente coltivate nelle aziende agricole del gruppo o che provengano da fornitori esterni selezionati, seguono scrupolosamente i disciplinari interni di produzione concordati con i clienti; dai parametri organolettici alle caratteristiche qualitative e di confezionamento, ogni ordine viene controllato e monitorato dal reparto controllo qualità perché sia corrispondente alle specifiche richieste. L’attuale offerta commerciale si articola su una gamma di nove referenze: arancia rossa, uva da tavola, ficodindia, melagrana, pomodoro di Pachino, limone di Siracusa, melone retato, carote novelle e carciofo. “Da oltre 15 anni - spiega Alessandro Barbera - collaboriamo con successo con primari gruppi della distribuzione europea e internazionale e serviamo oggi oltre 30 Paesi. In questi anni siamo cresciuti non solo nel fatturato, che raggiunge attualmente i 20 milioni di euro, ma soprattutto nel know-how, nella dotazione tecnologica, implementando politiche aziendali volte alla sostenibilità, e nella valorizzazione del capitale umano. Il nostro obiettivo è quello di competere anche sul mercato nazionale con la professionalità e l’affidabilità che ci contraddistinguono sui mercati esteri. Da questa stagione due importanti novità riguardano la commercializzazione: una linea di confezionamento che richiama la caratterizzazione della cultura siciliana per il melone retato e il lancio sul mercato delle uve apirene Arra con origine Sicilia, siamo infatti main partner di Grapa e Avi per la coltivazione di queste varietà nell’Isola del sole”. l N.35 l APRILE 2021
innovazione |
Irene Forte
Fragola Marimbella, una ghiotta novità sui banchi di vendita 38
È un periodo storico fortunato per gli appassionati di fragole. Quei frutti insapore e subito guasti a poche ore dall’acquisto sono ormai solo un ricordo. Il punto di rottura c’è stato probabilmente con l’introduzione di Candonga attorno al 2013. Oggi trovare una fragola gustosa e consistente è diventata quasi la norma. Tra le ultime introduzioni c’è Marimbella, marchio commerciale della varietà brevettata da Nova Siri Genetics con il nome NSG 203 I frutti di questa cultivar si caratterizzano per il sapore e il colore rosso brillante, persistenti anche nei mesi invernali in cui la temperatura è più bassa e le ore di luce sono ridotte. Oltre alla qualità dei frutti, altri punti di forza interessanti per i produttori sono la sua precocità, dato che entra in produzione già nel mese di dicembre, insieme alla sua eccellente produttività. Si può considerare una erede della Melissa? Pur essendo frutto dello stesso programma di innovazione varietale, si può considerare una varietà che permette agli agricoltori di allungare il proprio calendario produttivo, essendo maggiormente precoce. Uno degli obiettivi di Nova Siri Genetics, infatti, è quello di individuare più varietà che possano consentire ai FRUITBOOKMAGAZINE
produttori di essere presenti a scaffale fino a 8-9 mesi l’anno. La varietà NSG 203 è il risultato di un lavoro di ricerca di diversi anni svolto da Nova Siri Genetics a Policoro, in Basilicata, nella zona del Metapontino. È stata introdotta in via sperimentale nel 2018 in alcune aree della Campania, come il Casertano e la piana del Sele, e nel 2020 è entrata a far parte del panorama varietale di molti produttori di Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Si tratta, infatti di una varietà che ha dalla sua la caratteristica di adattarsi in maniera ottimale a diverse tipologie di terreno e a diversi areali di produzione, come ad esempio quello spagnolo di Huelva. Nova Siri Genetics è una società di ricerca e sperimentazione di nuove cultivar di fragole e piccoli frutti, nata nel 2005. La mission è quella di aggiungere valore al settore fragolicolo con l’introduzione di cultivar innovative, che siano rustiche, vigorose e che producano frutti di qualità. L’intento è quello di fornire al produttore varietà di fragole a basso fabbisogno in freddo, resistenti ai principali patogeni che affliggono la coltura, in modo da ridurre al minimo gli agrofarmaci. Ciò consente un vantaggio sia per la produzione che per il consumatore, che ottiene un prodotto più salubre. Inoltre, grande attenzione è rivolta a ciò che richiede il mercato. Per questo l’attività di ricerca è orientata a cultivar precoci, che consentano una produzione di qualità già nei primi mesi invernali, insieme a caratteristiche organolettiche eccellenti dei frutti, in termini di sapore, aroma, bellezza e shelf-life. l N.35 l APRILE 2021
scenari |
Eugenio Felice
Melinda, un pool di esperti per entrare nel mondo del vino 40
Melinda ha incaricato alcuni esperti per entrare, da protagonista, nel mondo del vino. L’obiettivo è valorizzare il territorio e al tempo stesso permettere ad alcuni associati di avere un’alternativa in termini colturali. Le gallerie nella montagna delle ex cave Tassullo potrebbero essere un luogo ideale per far riposare il vino. Ci aspetta un eccellente Trento Doc firmato Melinda? È presto per dirlo: il progetto è ancora a uno stato embrionale, ma confermato da Odorizzi Melinda, il più noto brand italiano dell’ortofrutta - lo certifica anche l’Istituto Tedesco Qualità e Finanza in un report pubblicato ad aprile - dopo le ciliegie e i piccoli frutti continua il processo di diversificazione puntando alla viticoltura finalizzata alla produzione di vino. In realtà un ritorno alle radici del territorio, dato che prima dello sviluppo su larga scala della melicoltura, avvenuto a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, la viticoltura era già presente e affermata in queste vallate. Una viticoltura che peraltro, con dimensioni di nicchia, è comunque sopravvissuta anche negli ultimi decenni, basti pensare al successo crescente del vino Groppello. Per non parlare, spostandosi un po’ più a valle, verso la Piana Rotaliana, del successo clamoroso e mondiale del Trento Doc. FRUITBOOKMAGAZINE
Vedremo presto bottiglie di vino pregiato “griffate” Melinda? È presto per dirlo, a livello di comunicazione il mondo del vino e quello della frutta sono ancora piuttosto distanti e seguono logiche diverse, potrebbero essere anche sviluppati dei marchi nuovi dedicati. È il caso ad esempio del Gruppo Mezzacorona che ha sede a Mezzocorona (Tn) e che fattura la bellezza di 3 miliardi di euro: le mele escono con il bollino Valentina (la maggior parte degli italiani non lo hanno mai visto nella loro vita), i vini fanno la loro corsa con marchi ad hoc. Perché quindi non cogliere un’importante occasione per valorizzare da una parte il territorio, anche in termini agroturistici, e dare dall’altra parte una alternativa, in termini colturali e reddituali, alle oltre 4.000 famiglie di soci produttori? La richiesta peraltro viene dalla stessa base sociale. I vini più pregiati, si sa, vengono dalle uve prodotte in collina. Per affrontare la nuova avventura, Melinda ha ingaggiato un pool di esperti con grande conoscenza del territorio: Enrico Paternoster, direttore alla cantina della Fondazione Edmund Mach, Walter Webber, consulente di cantine e direttore della cantina sociale di Aldeno, e Celestino Lucin, Kellermaister dell’Abbazia di Novacella. A loro spetta il compito di redigere le linee guida del prossimo sviluppo enologico di Melinda, linee guida che saranno illustrate la prossima estate. La messa a dimora delle prime viti è a alle porte, la stessa Melinda attraverso il suo presidente Michele Odorizzi ha confermato il progetto. Entro il 31 marzo dovevano arrivare le domande da parte dei soci interessati per acquisire i “diritti di impianto”. Si dovrebbe partire con una ventina di ettari, nelle zone più vocate, mentre per le prime bottiglie si dovrà attendere tre-quattro anni. l N.35 l APRILE 2021
persone |
Giancarlo Sbressa
Nuova governance per Cultiva: Federico Boscolo al vertice 42
Si rinnova la governance di Cultiva, tra i leader globali nelle insalate, nata dalla visione di Giancarlo Boscolo, primo imprenditore che nel 1987, con i fratelli Giorgio e Paolo, si mise a coltivare e vendere il radicchio negli Stati Uniti. Il nuovo ceo è Federico Boscolo, che rappresenta la seconda generazione. Maggiore attenzione sarà riservata al mercato italiano. La direzione generale pro tempore di Cultiva Europe assegnata al “veterano” Massimo Bragotto Cultiva, azienda con sede a Taglio di Po (Ro) fonde tre mercati di successo - Usa, Europa e Italia - in un unico modello globale di stampo anglosassone con produzioni che si estendono su tutto il territorio italiano, ma anche negli Usa con coltivazioni in Florida e presto lungo la East Coast, e uffici commerciali a Salinas (California) oltre ad una sede storica in UK.
Il passaggio generazionale ai vertici del gruppo prevede l’inserimento in organigramma della seconda generazione e, nella fattispecie come ceo, Federico Boscolo che negli ultimi 5 anni si è dedicato alla creazione e sviluppo dell’innovativo progetto Usa di cui continuerà ad avere la direzione; la consociata FRUITBOOKMAGAZINE
californiana Royal Rose sarà gestita da Roberta Boscolo, cugina di Federico e il terzo ingresso di famiglia riguarda Giacomo, figlio di Paolo Boscolo, con il ruolo di responsabile approvvigionamento e logistica interna per il coordinamento e lo sviluppo, tra gli altri, delle relazioni e la gestione dei soci, fornitori e conferitori nella sede di Taglio di Po. Giancarlo Boscolo, padre di Federico, mantiene la carica di presidente di OP Cultiva. Ma per essere ancora più efficaci ed efficienti, considerata la distanza con gli Usa e la difficoltà attuale negli spostamenti del particolare periodo pandemico, è stata inserita una direzione generale pro tempore per il gruppo Cultiva Europe, assegnata a Massimo Bragotto, veterano sia nel comparto dei prodotti freschi vegetali pronti al consumo che nei passaggi generazionali all’interno delle aziende con importanti tradizioni familiari. “Al nuovo assetto seguirà un immediato cambio di marcia a livello di business, con un’accelerata nell’innovazione, nei processi e nella proposta commerciale e un’attenzione particolare al mercato italiano, dove Cultiva finora non ha ancora espresso appieno il suo potenziale”, ha affermato Federico Boscolo. “La mia presenza in Usa è più che mai richiesta ora, momento storico in cui abbiamo ulteriormente rafforzato la partnership con Taylor Farms, il più grande produttore di fresh cut mondiale con un fatturato di quasi 5 miliardi di dollari. Ecco il motivo della direzione pro tempore di Massimo Bragotto”. l N.35 l APRILE 2021
percorsi |
Massimiliano Lollis
Dole Sunshine, opere d’arte NFT contro la malnutrizione 44
Nel 2019, all’Art Basel Miami Beach portò scompiglio nel mondo dell’arte contemporanea, divorando letteralmente l’opera di Maurizio Cattelan: una banana attaccata al muro con un pezzo di nastro adesivo. David Datuna è stato scelto da Dole Sunshine Company come testimonial “artistico” per dare visibilità all’importanza della frutta all’interno di un’alimentazione sana. Le sue opere sono in vendita sulla piattaforma Rarible, utilizzando la tecnologia NFT Chi ha detto che la frutta non può essere arte, e viceversa? A inizio maggio una nuova collaborazione internazionale ha disegnato prospettive inedite nel mondo dell’arte contemporanea e della beneficenza. Il gruppo Dole Sunshine Company ha infatti commissionato a David Datuna una serie di opere dedicate alla frutta per dare visibilità al tema della buona alimentazione e raccogliere fondi per combattere fame e cattiva alimentazione. Ma chi è David Datuna? È l’artista newyorkese noto come The Hungry Artist da quando nel 2019 divorò l’opera di Maurizio Cattelan, una banana attaccata al muro con un pezzo di nastro adesivo, dando vita a una performance artistica da migliaia di like sui social. Le opere di Datuna sono state rese disponibili FRUITBOOKMAGAZINE
per l’acquisto tramite la piattaforma Rarible.com dal 6 maggio scorso attraverso la tecnologia NFT (Non Fungible Token), un sistema di smart contract basato sulla blockchain Ethereum che permette di acquistare online opere digitali come pezzi unici o edizioni limitate. L’obiettivo in comune tra Dole e David Datuna è di promuovere un’alimentazione sana. I fondi raccolti grazie alle vendite all’asta delle opere saranno infatti destinati all’associazione statunitense Boys & Girls Clubs (BGC), che organizza programmi doposcuola e iniziative formative per i più giovani attraverso una rete di centri, per promuovere l’alimentazione sana e nutriente sul territorio USA con programmi dedicati e azioni sul territorio, come la creazione di mercati ambulanti a km zero. Ma la prospettiva di Dole Sunshine è globale: il gruppo punta a rendere l’alimentazione sana accessibile a un miliardo di persone già entro il 2025. “La nostra promessa di permettere a un miliardo di persone di avere accesso a una buona alimentazione entro il 2025 - ha osservato Pier Luigi Sigismondi, global president di Dole Sunshine Company - è una promessa che sappiamo di non poter realizzare da soli. Ecco perché cerchiamo partner come David Datuna e BGC che sono fortemente in sintonia con i nostri valori. Per creare un cambiamento sistemico, dobbiamo far convergere lo scopo con la creatività, l’innovazione e la tecnologia. Questo sforzo è la migliore rappresentazione di come vogliamo fare la differenza in questo mondo”. l N.35 l APRILE 2021
progetti |
Carlotta Benini
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Syngenta ha scommesso sul digital food marketing per far conoscere agli italiani “iLcamone, quello vero”, l’autentico pomodoro made in Italy coltivato in esclusiva da quattro aziende selezionate tra Sicilia e Sardegna. Dalla scelta come testimonial di Sonia Peronaci, food influencer da 1,5 milioni di follower che è diventata una vera e propria madrina del brand, al coinvolgimento di altre cinque food blogger, la strategia di comunicazione ha portato i suoi frutti Il digital food marketing è la nuova frontiera della comunicazione per le aziende del settore ortofrutticolo. Se le principali realtà del comparto oggi sono presenti sui social network e comunicano puntualmente su questi canali, quante di esse sanno sfruttare appieno le opportunità offerte dal web? Una cosa è certa: le aziende che, grazie anche allo storytelling, sanno conquistare l’attenzione di un consumatore realmente interessato, ottengono risultati concreti, non solo in termini di engagement, ma anche di vendite. È il caso de “iLcamone, quello vero”, il pomodoro tondo e screziato da gustare crudo prodotto in Italia da quattro aziende di eccellenza che ad oggi sono le uniche autorizzate al protocollo di produzione e quindi all’utilizzo del marchio: Coop Aurora FRUITBOOKMAGAZINE
(Sr), Libretti (Rg), Agricola Campidanese (Or) e Moncada Soc. Agr. (Rg). Società leader del breeding varietale, Syngenta dal 2018 ha rilanciato sul mercato questo ortaggio italianissimo, valorizzando sui banchi della gdo la sua unicità ed educando il consumatore a distinguere il pomodoro autentico dalle numerose varietà similari. Questo grazie a una massiccia campagna di comunicazione fondata proprio sul digital food marketing. Testimonial del progetto è la cuoca e blogger Sonia Peronaci, food influencer da 1,5 milioni di follower, che con le sue video ricette e il suo video racconto sui luoghi di produzione de iLcamone ha fatto scoprire agli internauti e ai food lover l’unicità di questo pomodoro. “Il nostro è stato uno tra i primi casi di successo di digital food marketing applicato all’ortofrutta - spiega Elena Secchi, marketing operation lead di Syngenta Italia e responsabile comunicazione de iLcamone -. Dopo la prima campagna lanciata nel 2018/ 2019 abbiamo registrato un importante aumento di contatti, che hanno interagito sui social dopo aver scoperto iLcamone grazie allo storytelling di Sonia Peronaci”. Cavalcando l’onda, i produttori de iLcamone nel 2020 hanno scelto di investire ulteriormente sul digital marketing coinvolgendo altre cinque food blogger, per ampliare ulteriormente la platea di utenti a cui raccontare le caratteristiche uniche de iLcamone: Sonia Paladini (The diary of Sonia), Valentina Previdi (Profumo di cannella e cioccolato), Alice Del Re (Panelibrienuvole), Viviana dal Pozzo (Cosa ti preparo per cena?) e Luisa Ambrosini (Tacchi e Pentole). I numeri testimoniano il successo della campagna: sommando visualizzazioni e interazioni nei canali social delle food blogger, iLcamone ha raggiunto un milione di utenti. l N.35 l APRILE 2021
Insalata di tonno fresco crostini e pomodoro iLcamone, di Vivana dal Pozzo
iLcamone conquista un milione di food lover sui canali digital
il libro |
Giancarlo Sbressa
Come dovrebbe essere il cibo? Buono per il corpo e il pianeta 48
“Il cibo che ci salverà”, il nuovo libro di Eliana Liotta, dimostra quanto sia indispensabile una svolta ecologica a tavola per aiutare la terra e la salute. Per salvare l’ambiente non basta più andare in giro in bici, comprare un’auto ibrida e ricordarsi di spegnere le luci. Non è sufficiente pensare solo al petrolio. Come avverte l’ONU, il riscaldamento globale non potrà arrestarsi senza modificare il sistema alimentare, responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra Ma quale Tesla o casa certificata CasaClima: la vera svolta ecologica inizia a tavola. È questo il messaggio dell’ultimo volume, in libreria dal mese di aprile, di Eliana Lotta, giornalista e scrittrice, autore di best seller tra cui “La Dieta Smartfood”. La rivoluzione può essere semplice, e gentile. Affondare le radici nella saggezza dei nostri avi, protendersi verso un futuro innovativo, avere nel presente il profumo buono di un cibo gustoso e sano. E mettere insieme dunque, in un punto d’incontro sorprendente, la cura e l’amore per noi stessi, per il pianeta che ci ospita e per coloro che lo erediteranno. Con “Il cibo che ci salverà” Eliana Liotta riesce a fondere saperi e prospettive usualmente contrapposti o considerati lontani, come la nutrizione e l’ecologia, trovando un punto di sintesi straordinariamente prossimo: la nostra tavola. Il punto di partenza, dolente, da cui prendere le mosse è quello dell’urgenza di una svolta climatica: un’esigenza la cui improcrastinabilità è sempre più evidente. Attenzione, però: per fermare questa deriva non basterà usare solo auto elettriche, girare più spesso in bicicletta o limitare la temperatura in casa. Per farlo, come ha dichiarato l’ONU, occorre ripensare anche a quel che mangiamo, e a come lo produciamo. Dal sistema di allevamento, agricoltura, lavorazione, imballaggio e spedizione dei prodotti dipende - secondo un’analisi FRUITBOOKMAGAZINE
da poco pubblicata su Nature Food un terzo delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Ma in che cosa consiste la “food revolution”? È questo il punto decisivo: perché la prospettiva personale e quella collettiva, la voglia di mangiare con gusto e l’esigenza di non danneggiare il pianeta possono incontrarsi. E lo fanno, in concreto, lun- “Il cibo che ci salverà”, Eliana go cinque possibili Liotta, La Nave di Teseo, diete, intese non co- 256 pagine, prezzo di 18,00€, me regole ferree e pubblicato l’8 aprile 2021 immutabili ma come guide per un’alimentazione che sia sana e sostenibile. La sorpresa è vedere che due dei modelli alimentari in grado di mitigare le emissioni di gas serra non comportano la rinuncia alla carne: sono infatti la dieta mediterranea e la dieta “carnivora climatica” (che riduce la carne dei ruminanti e i latticini). Un’altra, la dieta “pescetariana”, prevede il consumo di pesce ma non di carne. Le altre due - la vegetariana e la vegana - rinunciano rispettivamente a carne e pesce e a tutti i cibi di origine animale, e hanno il maggiore impatto di riduzione dell’impronta sul pianeta. Mentre mette in discussione alcuni punti divenuti, forse troppo facilmente, dei mantra (dal chilometro zero alla funzionalità di alcuni regimi dimagranti, dalle virtù dell’avocado alla necessità di mangiare tante proteine), il libro prova a ridefinire un concetto cardine come quello di limite. Limitare la carne rossa o gli alimenti ultraprocessati, non è una rinuncia al piacere, ma un invito alla scoperta di un cibo legato alle radici e aperto al futuro. l N.35 l APRILE 2021
novità |
Giovanni Turrino
Mini melone Di Pilato, gusto maxi, per dodici mesi l’anno 50
Nessuno di noi è disposto a rinunciare alla dolcezza e al gusto, in particolare quando si parla di cibo. Se poi è anche salutare e in formato tascabile, diventa il compagno di merenda ideale. Così, Di Pilato Srl propone un mini melone tipologia Galia in confezione plastic free da due frutti per 700 grammi di peso totale dal sapore intenso e con una polpa bianca particolarmente dolce, in collaborazione con un’azienda spagnola e disponibile per 12 mesi all’anno Si sa, come hanno rilevato diversi studi, in periodo di pandemia si è impennata la richiesta di comfort food: nessuno di noi è disposto a rinunciare alla dolcezza, soprattutto se si parla di cibo. Se poi è anche salutare e in formato tascabile, diventa il compagno di merenda ideale. Così, Di Pilato Srl, storica azienda milanese attiva nel settore ortofrutticolo, propone a distribuzione e consumatori italiani un mini melone, tipologia Galia, dal sapore intenso e con una polpa bianca particolarmente dolce, in collaborazione con un’azienda spagnola. Salutare non vuol dire rinunciare alla dolcezza, anzi. Il suo sapore intenso e il formato lo rendono ideale anche per gustose ricette monoporzione. Ora disponibile in formato “mignon”, il mini melone è un frutFRUITBOOKMAGAZINE
to più pratico al consumo grazie alle sue dimensioni. Diventa così un frutto da gustare in ogni occasione: perfetto come snack salutare in ufficio, o anche in una pausa per chi, invece, oggi è costretto al telelavoro. Perfetto anche come post work out, o come sana merenda per i bambini. Il mini melone viene proposto in una confezione da 700 grammi di due frutti, con pratico cucchiaino al suo interno per facilitarne il consumo anche fuori casa. All’interno delle vaschette, di recente, è stato inserito anche un mini ricettario con QR code per consentire al consumatore diverse idee di consumo del prodotto. Grande attenzione è stata riposta anche nei confronti del packaging, che è plastic free: il vassoio è infatti in cellulosa riciclata e viene chiuso con un flowpack compostabile. Alta qualità, sapore intenso e praticità sono quindi gli elementi che descrivono al meglio il melone in formato baby. Un prodotto curioso, adatto a un consumatore giovane e attento alle novità, e allo stesso tempo interessante per chi cerca sempre proposte genuine e salutari. Il frutto è distribuito in Italia da Di Pilato Srl da novembre 2020, grazie alla collaborazione con un’azienda spagnola, ed è disponibile per dodici mesi l’anno; per coprire questo lungo arco temporale, la produzione viene realizzata in Brasile, Senegal e Spagna. Sino ad ora la risposta del cliente è stata positiva, così come quella del consumatore finale che ne ha apprezzato sapore e praticità. A maggio è iniziata la distribuzione della produzione iberica, che andrà avanti fino a settembre. l N.35 l APRILE 2021
territori |
Valentina Bonazza
Apofruit, con Coop Sole Zespri SunGold verso le 30 mila tons 52
Gli Zespri SunGold verranno prodotti in Campania grazie al progetto sviluppato da Apofruit e Coop Sole. Ernesto Fornari: “Come Apofruit produciamo 150 mila quintali di kiwi giallo che da qui al 2025 arriveranno a 300 mila. E cresceremo soprattutto con offerta di kiwi giallo biologico perché c’è una domanda molto elevata”. Ciardiello, presidente Coop Sole: “Saranno coinvolte nel progetto dieci aziende, alcune a gestione biologica, alcune convenzionali” Il kiwi giallo è sempre più apprezzato dai consumatori italiani ed europei. In Italia oggi si coltivano circa 3 mila ettari di kiwi a polpa gialla SunGold, con incrementi a doppia cifra negli ultimi due anni, con l’obiettivo di arrivare a 5.200 ettari nel 2025. Una varietà con eccellenti caratteristiche nutrizionali e gustative ma anche eccezionali rese produttive nei territori vocati. La produzione di Apofruit di Zespri SunGold si concentra ad oggi principalmente in Emilia Romagna, Veneto, Basilicata, Calabria e Lazio ma è stata individuata in Campania un’area di grande interesse per la produzione. Il direttore generale di Apofruit Ernesto Fornari ne spiega le potenzialità e lo sviluppo strategico: “Abbiamo messo a punto un progetto di sviluppo per lo Zespri SunGold in Campania FRUITBOOKMAGAZINE
insieme a Coop Sole che fa parte della nostra AOP Gruppo Vi.Va. Si tratta di un progetto sinergico dove mettiamo insieme le nostre capacità commerciali, il potenziale produttivo dell’areale vergine campano, la competenza dei nostri tecnici e l’efficienza logistica insieme alla conoscenza del territorio grazie alla presenza del nostro partner Coop Sole. Per la prima volta si crea un sistema in sinergia tra OP socie volte a creare sviluppo e mercato. Oggi - prosegue Fornari - produciamo come Apofruit 150 mila quintali di kiwi giallo che, da qui al 2025, arriveranno a 300 mila. E cresceremo soprattutto con offerta di kiwi giallo biologico perché c’è una domanda molto elevata”. Secondo Pietro Ciardiello, il direttore di Coop Sole protagonista dell’investimento: “L’iniziativa è una grande opportunità per i produttori campani, perché abbiamo rilevato nei nostri impianti attuali di kiwi una risposta produttiva e qualitativa eccellente. Le condizioni climatiche, ambientali e pedologiche sono molto favorevoli e per questo vogliamo creare sviluppo soprattutto in ambito biologico. La produzione di kiwi giallo biologico, in un ambiente praticamente vergine, offre risposte eccellenti e di grande competitività. Saranno coinvolte nel progetto dieci aziende nell’areale prescelto, alcune a gestione biologica, alcune a gestione convenzionale”. l N.35 l APRILE 2021
neuronews |
Matteo Sgaravato*
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I consumatori di oggi sono cambiati insieme alle loro abitudini. Critici, esigenti, orientati in senso olistico, più fluidi, e meno clusterizzabili, i c.d. Conscious Consumers rappresentano un segmento in forte crescita sia per il mondo dell’ortofrutta che per il settore agroalimentare, e mostrano un particolare interesse per tematiche come la salute, l’etica, l’adozione di stili di vita sani e soprattutto per la sostenibilità I Conscious Consumers sono disposti a pagare un prezzo maggiore per acquistare prodotti ecologici e rispettosi dell’ambiente. Tra le leve di marketing più significative, il packaging gioca un ruolo determinante. Alcuni studi recenti hanno infatti evidenziato come le confezioni alimentari dai colori au naturel, che includono le diverse sfumature di beige, dal crema al marrone, sarebbero più identificative di prodotti naturali. Altri studi invece, hanno confrontato colori come il rosso e il blu, colori caldi e freddi e ancora chiari e scuri per capire quali attirassero di più l’attenzione delle persone. Un’altra riflessione riguarda le potenzialità inespresse dei reparti ortofrutta italiani e il bisogno di una maggiore narrazione. Esigenze che hanno indotto gli esperti a svolgere ulteriori ricerche per comprendere le emozioni provate dai consumatori rispetto a frutta e verdura. Per esempio, sono state impiegate tecnologie avanzate, come l’elettroencefalografia e l’eyetracking per rilevare le reazioni irrazionali di fronte all’acquisto di questi prodotti. I risultati ottenuti hanno confermato che i consumatori oggi sono poco attratti da questi reparti, e che la presenza fisica di un coltivatore può avere effetti quattro volte superiori alla norma FRUITBOOKMAGAZINE
sugli indici cerebrali di memorizzazione, piacevolezza e attenzione. Altre analisi di mercato hanno invece introdotto delle cassette di mele con il volto del contadino, rivelando come queste attirassero l’attenzione fino a tre volte di più rispetto al normale. Questo a dimostrazione dell’importanza di un ritorno alla narrazione di valori come la territorialità e la passione dei coltivatori, per riallineare la filiera, e come i produttori abbiano la responsabilità non solo di esporre la merce, ma anche di raccontarla, indirizzando così le persone verso scelte più consapevoli e sane. Come trasmettere concetti come empatia e passione attraverso il phygital? Oggi le esperienze di consumo sono sempre più integrate e la narrazione passa soprattutto attraverso i canali digitali. Competenza, esperienza e passione vengono sempre più trasmesse attraverso uno storytelling che si sposta dal negozio e va online: per esempio, il produttore può fornire i suoi consigli attraverso reel e video dirette su
quale sia la migliore frutta e verdura di stagione, intrattenendo al tempo stesso. Questo rispecchia una serie di nuovi valori riscoperti con la pandemia, che saranno destinati a consolidarsi in futuro: la ritualità, la profondità e la memoria sono solo alcuni esempi di strategie di marketing emozionale su cui puntare per raccontare i prodotti. l N.35 l APRILE 2021
*amm. delegato Sgaravato Srl
Come presentare frutta e verdura per vendere di più?
eccellenze |
Marco Zanardi
Rubino F1, quando un melone e un territorio diventano arte 56
Assistiamo ad una sempre maggiore riscoperta di prodotti tipici legati a territori e tradizioni, prodotti che hanno una storia, raccontata dalle loro forme, odori e sapori. Il melone è un frutto che ha questa capacità perché il suo look, i suoi aromi e i suoi profumi ci riportano ai territori da cui provengono. Legare territorio e tradizione è sempre stato un obbiettivo di HM.Clause Italia in uno stretto legame tra genetica e tradizione per creare innovazione e valore Oggi la nostra storia arriva dalla Sicilia, dal territorio compreso tra le province di Caltanissetta e Agrigento, quasi a lambire la Valle dei Templi, in una fascia costiera baciata dal sole e che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Qui il melone retato siciliano continua a raccontare la sua storia da più di 50 anni e, oggi, continua con la coltivazione del melone retato a pasta rossa. Il protagonista del nostro racconto si chiama Rubino F1 ed è un frutto dal giusto calibro, caratterizzato da forma tondo-ovale e da una rete fitta e omogenea che gli conferisce un aspetto elegante e attraente, la rete è interrotta solo dal marcare delle fette in un gioco di linee precise e costanti. Tra le mani si capisce immediatamente che si tratta di un frutto pieno, con FRUITBOOKMAGAZINE
tanta polpa e piccola cavità placentare: quindi fette più ricche e maggior gusto a mangiarlo. Ma il Rubino F1 non può esser solo bello, è anche buono al palato. Ecco, allora, che tagliando una fetta si scopre un nuovo microcosmo fatto di colori caldi, di aromi di melone e dolcezza. La polpa color rosso “rubino” è la prima cosa che colpisce, densa e soda ma fondente in bocca, fragrante e dolce che sprigiona tutti i suoi aromi durante la degustazione: il frutto più buono, una gioia per il palato. Il Rubino F1 viene coltivato con sapiente maestria per raccogliere i frutti da inizio aprile fino all’inizio dell’estate. Quindi un periodo lungo, durante il quale si può assaporare la bontà di questo melone che ha anche il carattere della lenta maturazione post raccolta che, senza intaccare le qualità organolettiche, permette al frutto di conservarsi bene e riuscire ad arrivare buono anche nei luoghi più lontani, così da poterlo trovare sui banchi di vendita sempre fresco, buono e pronto da mangiare. Il Rubino F1 è un melone che può essere consumato in ogni momento, come spuntino come antipasto, come dessert oppure anche come piatto principale. “Il Frutto più Dolce” questo è il titolo con cui il pittore catanese Gaetano Guarnaccia ha voluto fare omaggio (nell’immagine) a un territorio e al melone “Rubino F1” per un connubio solidale e duraturo. Questa non è solo una storia di un melone e del territorio che lo coltiva ma è la storia di una tradizione che si tramanda e che cresce, una storia di uomini, di impegno continuo e di energie spese bene. l N.35 l APRILE 2021
esteri |
Eugenio Felice
Emirati, tra le produzioni locali ci sono adesso anche i mirtilli 58
Orgogliosamente coltivati in UAE. È questa la scritta che si trova nei supermercati dell’area quando sui banchi di vendita c’è prodotto locale. Gli Emirati Arabi Uniti sono sempre più autosufficienti nella produzione di diversi tipi di ortaggi, dalle insalate ai pomodori, dalle zucchine ai peperoni, per arrivare ai meloni e all’ultima novità, i mirtilli. Un ruolo decisivo lo giocano le serre ipertecnologiche che ottimizzano le risorse nonostante le condizioni estreme Visitando i supermercati di Dubai, la città più celebre degli Emirati Arabi Uniti che ospiterà, coronavirus permettendo, dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022 il primo Expo della storia del Medio Oriente, ci si può rendere conto in prima persona di come stia crescendo la produzione locale, nonostante ci si trovi nel deserto, con temperature che in agosto possono superare i 50 gradi centigradi. L’obiettivo degli Emirati è essere sempre più autosufficienti nella produzione di diversi tipi di ortaggi, dalle insalate ai pomodori, dalle zucchine alle melanzane, dai cetrioli ai meloni, per arrivare ai mirtilli, una delle ultime novità del Proudly Grown in UAE. Un ruolo cruciale nella ricerca dell’indipendenza (parziale) dall’import mondiale negli ortaggi lo svolgono le serre tecnologiche, FRUITBOOKMAGAZINE
fornite chiavi in mano da specialisti, in particolare europei, come Richel Group e Debets Schalke. I mirtilli della foto li abbiamo trovati nel Carrefour di Mall of the Emirates, il famoso centro commerciale di Dubai con la pista da sci indoor. Erano presentati in una vasca refrigerata assieme all’alternativa d’importazione del noto brand californiano Driscoll’s. Vaschetta in plastica 100% riciclabile, 175 grammi di peso netto, “orgogliosamente coltivati” ad Al Ain, quarta città per popolazione degli Emirati Arabi Uniti, al confine tra Abu Dhabi e l’Oman. Il clima in questo caso è rinfrescato dalla montagna di Jebel Hafeet che lambisce la città e questo rende meno difficile la coltivazione dei mirtilli. Il prezzo? 9,95 dirham a confezione, più o meno 2,25 euro. Il fornitore è Elite Agro, tra i principali produttori di ortaggi e frutta coltivati a livello locale e regionale, con sede ad Adu Dhabi. Già nel 2017 Elite Agro acquisì dall’australiana Mountain Blue Orchards i diritti per la coltivazione di alcune delle migliori varietà di mirtilli a livello mondiale. Torniamo al Carrefour di Mall of the Emirates. In due punti del reparto ortofrutta, sia nel murale refrigerato con i prodotti di quarta gamma sia nell’isola dedicata agli ortaggi a foglia, erano in evidenza le insalate lavate di Armela Farms, a marchio Armela Leaves. L’esposizione sottolineava il Proudly Grown in UAE, oltre allo slogan Eat Fresh. Live Healthy (“Mangia prodotti freschi / non processati. Vivi in salute”), così come le confezioni che in aggiunta avevano anche il timbro “Love Local”. La sede di Armela Farms è proprio a Dubai e il suo core business è la coltivazione idroponica di lattuga e kale, il superfood amato in molte aree del mondo ma ancora snobbato dai consumatori italiani. l N.35 l APRILE 2021
segmenti |
Eugenio Felice
Shiitake, Champignon e Misto: nuova linea funghi OrtoRomi 60
OrtoRomi presenta la linea di quinta gamma di funghi cotti di alta qualità: una proposta inedita ad alto valore di servizio, ideale per il consumatore che ricerca nuovi e gustosi superfood, per arricchire e variare la propria dieta. Le tre referenze - Shiitake, Champignon e Misto Funghi - sono disponibili in pratiche vaschette da 250g ad alto impatto a scaffale e interamente riciclabili Le tre referenze contengono funghi selezionati di alta qualità che vengono trifolati, ossia conditi con olio di girasole, aglio, prezzemolo e pochi altri ingredienti semplici e naturali; la ricetta è ispirata alla tradizione, ma con il vantaggio dell’innovativa cottura a vapore dei funghi che ne conserva intatto il sapore. Con un gusto più aromatico e deciso come quello degli Shiitake o più dolce e delicato come quello degli Champignon e con consistenze differenti e complementari, le tre specialità hanno un’alta
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palatabilità e soddisfano differenti preferenze gustative. Fonti di fibre, vitamine e minerali utili per il benessere dell’organismo, le nuove proposte rispondono all’esigenza crescente dei consumatori di oggi sempre più attenti a coniugare gusto e salute, alla ricerca di nuovi superfood per integrare e variare la propria alimentazione. Con la comodità di un prodotto pronto in tempi minimi, bastano infatti pochi minuti in microonde o in padella, i funghi OrtoRomi sono pronti al consumo come contorno o come base per sughi ed altre preparazioni. Le tre proposte sono confezionate in pratiche vaschette da 250 grammi (2-3 porzioni), con un imballo esterno in cartoncino connotante, ad alto impatto a scaffale e di facile lettura: dotato di grafiche colorate differenziate in funzione della referenza, è ricco di informazioni utili al consumatore. Una finestra trasparente mostra chiaramente il prodotto e ne valorizza l’appetibilità. La confezione è interamente riciclabile, differenziando la parte in carta e quella in plastica e conferendo negli appositi contenitori di raccolta. I nuovi funghi OrtoRomi vogliono posizionarsi nel banco frigo dell’ortofrutta e hanno una shelf life di 30 giorni.
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Carlotta Benini Giancarlo Sbressa
Lady Leaf, bowl gourmet di IV gamma e sigillo nei cespi 62
Lady Leaf, l’insalata glamour e dalla spiccata personalità di Agricola Fornari, va alla conquista della grande distribuzione con le nuove bowl pronte al consumo nel packaging “a effetto wow”, disponibile anche in versione green, 100% compostabile. Per l’horeca c’è la confezione apri e chiudi in formato maxi, mentre per i fruttivendoli c’è una novità di prima gamma: i bouquet Lady Leaf sono infatti “firmati” da un sigillo dorato sul colletto Lady Leaf è un’insalata tutta da scoprire, in senso letterale. Dopo la fortunata esperienza delle insalate snack, il brand della Società Agricola Fornari si lancia in modo deciso nella quarta gamma con le nuove bowl pronte al consumo, “che offrono un'esperienza di freschissimo sapore”, spiega Damiano Fornari, il responsabile commerciale. La peculiarità è il
packaging, una confezione “a effetto wow” studiata apposta per preservare al massimo la qualità e la shelf life del prodotto. “La pellicola che chiude ogni vaschetta ha una microforatura a laser che permette alle insalate di respirare e di mantenersi fresche FRUITBOOKMAGAZINE
più a lungo - continua Fornari -. Ogni vaschetta inoltre è avvolta da una custodia scorrevole in cartone che le mantiene al buio, in modo che conservino il loro colore bianco brillante, creando al contempo quell’effetto sorpresa del prodotto tutto da scoprire”. Le referenze sono tre: Miss Rossè, con cuori di indivia riccia, cuori di scarola e radicchio rosa; Flower Leaf con lattuga salanova bionda e rossa e romana. Il packaging è in plastica oppure in materiale 100% compostabile: per le insegne più attente alla sostenibilità c’è infatti una green edition, con vaschetta e pellicola in mater-bi ed etichetta anch’essa smaltibile nell’umido. Le nuove insalate Lady Leaf pronte al consumo da aprile sono distribuite in fase di test in alcune insegne tra Veneto, Friuli e Lombardia. La risposta è stata subito molto positiva e ora l’azienda pensa a una distribuzione più massiccia sul mercato a partire dall’autunno. Le bowl Lady Leaf sono state pensate anche per l’horeca, in due formati da 500 grammi e da un chilo, con confezione apri e chiudi che permette di mantenere il prodotto fresco fino al suo completo consumo. Per i mercati ortofrutticoli invece - e quindi per i fruttivendoli - arriva una novità di prima gamma: i bouquet Lady Leaf, ovvero i cespi di indivia e di scarola venduti sfusi, senza packaging, ora sono contraddistinti da un sigillo dorato apposto sul colletto, garanzia di qualità e di esclusività. l N.35 l APRILE 2021
lo studio |
Giovanni Turrino
Frutta estiva italiana: le perdite sono pari a 862 milioni di euro 64
Ammontano a 862 milioni i danni causati dal gelo primaverile sulla frutta estiva. A sottolinearlo è il report realizzato da Cso Italy per conto di Alleanza delle Cooperative, includendo anche le perdite dell’indotto. Per le albicocche si stima un -40% con pressoché tutti i bacini produttivi che sono stati colpiti; similmente le pesche, che vedono un pesante -70% in Emilia Romagna e produzioni quasi azzerate in Veneto; le perdite sono gravi anche per le susine Ormai non ci sono più dubbi: le gelate primaverili che si abbattono sui frutteti per il secondo anno di fila in tutta Europa rendono le protezioni delle colture una scelta obbligata. “La protezione è solo uno degli aspetti, in realtà oggi sono disponibili degli agrotessili in grado sì di proteggere le colture in caso di forti escursioni termiche ma anche di difenderle da insetti e animali e, cosa da non sottovalutare, sono capaci di dare un beneficio reale in termini di qualità dei prodotti e anche nei volumi. Per non parlare dei benefici per la forza lavoro. Pensiamo alle serre di pomodoro in piena estate in Sicilia, cosa può significare lavorare con 67 gradi in meno rispetto alla temperatura esterna”. Questo quanto ci ha riferito Paolo Arrigoni, amminiFRUITBOOKMAGAZINE
stratore delegato di Arrigoni Spa, azienda leader a livello internazionale nella produzione di tessuti tecnici per l’agricoltura. Ma torniamo alle previsioni per la frutta estiva. Perché sarà un altro anno di scarsa produzione. I danni delle gelate di fine marzo e inizio aprile ammontano complessivamente a 862 milioni di euro. Nello specifico, 454 sono i danni per perdita di prodotto, ai quali si sommano quelli relativi alla fase di lavorazione, che superano i 150 milioni di euro, e una perdita di valore dell’indotto stimata in 258 milioni di euro. Sono questi i principali risultati dello studio realizzato da Cso Italy, su indicazione dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che ha realizzato per la prima volta un calcolo dettagliato delle stime dei danni da gelo per albicocche, pesche, susine e ciliegie. Di fatto il susseguirsi di così rilevanti gelate ha rappresentato un fenomeno di portata eccezionale. Mai fino a questo momento eventi climatici avevano avuto impatti così devastanti su tutte le colture e contemporaneamente in tutti i maggiori bacini produttivi nazionali, provocando perdite così gravi a livello nazionale, danni che risultano ancora più penalizzanti in quelle aree che già lo scorso anno erano state colpite dal gelo e che si trovano a far fronte per il secondo anno di fila a importanti perdite economiche. Di fronte a un quadro così delicato e compromesso, il coordinatore di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Davide Vernocchi ha lanciato un appello alla GDO a dare spazio e valore al made in Italy. l N.35 l APRILE 2021
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Alice Gelmetti (dietista)
Allergie, intolleranze, sensibilità alimentari crescono. Il sedano... 66
La primavera è alle porte e con lei uno dei fastidi peggiori per noi esseri umani: le allergie! Di solito riguardano l’inalazione di pollini, ma negli ultimi anni anche quelle alimentari stanno prendendo sempre più piede. A livello dietetico che cosa sono? Che differenza c’è tra un’allergia, un’intolleranza o ancora una sensibilità alimentare? Scopriamo le differenze e come comportarsi. Anche la verdura e ancor più la frutta possono presentare delle insidie Il termine “allergia” deriva dal greco e significa “reazione diversa”. Esso indica una alterata reazione del nostro sistema immunitario nei confronti di alcune sostanze. I sintomi possono andare dagli eritemi ai disturbi respiratori o gastro-intestinali per arrivare fino allo shock anafilattico che può essere letale. A differenza dell’allergia, l’intolleranza non dipende dal sistema immunitario dell’organismo. Non vengono prodotti anticorpi contro una sostanza “non identificata”. Per la maggior parte dei casi l’intolleranza è dovuta a un difetto enzimatico. L’esempio più comune è l’intolleranza al lattosio. Ci sono infine le sensibilità alimentari, sempre più diffuse. L’argomento in questo caso diventa abbastanza complesso poiché si discosta in parte dalla scienza medica. Infatti, mentre FRUITBOOKMAGAZINE
per intolleranze e allergie esistono oggi strumenti all’avanguardia che permettono di diagnosticarle, le sensibilità non hanno nessun metodo riconosciuto dalla scienza che le individui. Un soggetto sensibile, ad esempio, è la persona che pur non essendo celiaco sente disturbi dopo aver mangiato la pasta. È difficile chiarire se questi disturbi siano più di tipo fisiologico oppure mentale, dovuti per esempio a situazioni di stress. I principali imputati al banco delle reazioni avverse agli alimenti sono: latte, uova, grano, pesce, arachidi, noci, soia, crostacei, frutta e verdura. Diciamo subito più frutta (fragole, kiwi, pesche) che verdura. A volte gli allergeni si nascondono nella buccia. Caso a parte il sedano, per cui in Italia si registrano sempre più allergie e sensibilità. Gli allergeni di origine vegetale sono divisi in quattro categorie: cupine ossia le proteine di riserva dei semi; prolamine che si trovano nella buccia di alcuni frutti e ortaggi (mele, pesche, pomodori, peperoni, ecc.) e nei cereali (quelle che causano la celiachia); proteine di difesa delle piante (funghi, batteri e virus); profiline a cui appartengono i cross-reagenti dei pollini (pesca, ciliegia, pera, nocciola, ecc.). Per evitare l’insorgenza di allergie o disturbi legati all’ortofrutta raccomando sempre il consumo di prodotti stagionali, meglio se biologici e italiani. I fitofarmaci usati nelle semine infatti (soprattutto se non regolamentati da leggi italiane) possono innescare questi effetti collaterali. Fondamentali sono poi i primi anni di vita, in cui bambino e mamma (durante la gravidanza e l’allattamento) devono assaggiare ed esporsi a piccole dosi a questi allergeni per evitare complicanze future. Fin da piccoli, quindi, via libera all’uso dei vegetali! l N.35 l APRILE 2021
Banco Fresco, iniziano le danze al Nord Italia Banco Fresco si ispira all’insegna francese Grand Frais Eugenio Felice
Dopo due anni di test in Piemonte con due negozi, Banco Fresco, insegna che si ispira a Grand Frais con cui condivide parte della proprietà, ha svelato il piano di espansione in Nord Italia, che prevede l’apertura di quasi 40 negozi, in particolare in Lombardia. Il 28 aprile ha aperto Crema, seguono Cremona a giugno e Cantù a settembre. L’offerta è radicalmente diversa dalle altre insegne della distribuzione moderna e si concentra sui freschissimi, con l’ortofrutta al centro Il mito di Grand Frais arriva in Italia? Sì, il periodo di test in Piemonte, con un punto vendita a Beinasco e uno a Torino, a insegna Banco Fresco, è stato giudicato positivamente e così, a inizio aprile, è stato annunciato il piano di sviluppo nel Nord Italia, con quasi 40 aperture in due anni, concentrate in questa prima fase in Lombardia. Adesso si inizia a fare sul serio e il punto vendita di Crema aperto il 28 aprile affianco a un Eurospin di nuova generazione e adiacente a un IperCoop, con poco distante un Lidl nuovo nuovo e un Conad Superstore, sta lì a dimostrarlo: rispetto di tutti, paura di nessuno. E del resto la proposta commerciale di Banco Fresco è radicalmente diversa rispetto alle altre insegne: qui troverete solo food, per oltre l’80% freschissimi, senza le grandi marche dell’industria: qui si bada al sodo, alla qua-
lità prima di tutto e il payoff dell’insegna non lo nasconde: “il mercato del gusto”. Sottocosto e offerte mirabolanti non sono la priorità come nelle insegne tradizionali. Ma attenzione, Banco Fresco non è e non vuole essere una boutique. “Assolutamente - ci ha risposto Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco - prendiamo l’esempio del pomodoro, qui potete trovare quello da 2 euro al chilo così come quello da 16 euro al chilo. La nostra forza è l’assortimento, ampio e profondo come non lo potrete trovare in nessun’altra insegna della GDO. Prestiamo grande attenzione per le specialità territoriali italiane così come per la frutta e gli ortaggi di importazione, guidando i clienti con i cartellini prezzi. Ad esempio segnaliamo “le chicche” ed evidenziamo i prodotti che altri definiscono di primo prezzo. Qui nessuno fa rinunce”.
Nella foto a lato un adesivo sul pavimento in testa alla corsia riservata al pesce confezionato nel negozio Banco Fresco di Crema aperto mercoledì 28 aprile. Per conquistare i clienti l’insegna punta con decisione all’esperienza di acquisto, ispirandosi ai mercati coperti di una volta. In linea con questa strategia è la scelta di vendere l’ortofrutta quasi esclusivamente sfusa.
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1.000 400 o 40 1
Banco Fresco, il negozio di Crema in cifre
mq superficie
dipendenti
referenze ortofrutta
della Lombardia
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Per la pasta non troverete marche mainstream come Barilla e il primo prezzo è presidiato con la Antonio Amato 100% grano italiano venduta a 69 centesimi a confezione da 500 grammi. Anche nel reparto ortofrutta le offerte non mancano, come segnala il volantiFRUITBOOKMAGAZINE
no valido dal 28 aprile al 4 maggio: banane a 89 centesimi, zucchine italiane a 79 centesimi, asparagi italiani a 1,29 euro, melone retato siciliano a 1,49 euro con sconti dal 40 al 65%. Tra “le chicche” gli asparagi viola sono proposti a 4,99 euro, con sconto del 35%.
60% 28
made in Italy
aprile l’apertura
Sull’assortimento, nella visita che abbiamo fatto al negozio di Crema inaugurato il 28 aprile, il primo della Lombardia, abbiamo notato una presenza superiore alla media di prodotto di origine francese, a denotare (forse) il legame di Banco Fresco con quel Paese. Ad esempio ben tre tipi di fragole erano di origine francese, così come alcuni tipi di ortaggi e, nel segmento delle mele, la varietà Chanteclerc, venduta a 2,99 euro al chilo, non prodotta in Italia. In generale la scelta dell’insegna pare essere quella di non puntare ai brand più noti anche nel settore ortofrutta, fanno eccezione le mele club Kanzi ed Envy. Quindi niente Melinda, niente Chiquita, niente Bonduelle tra le insalate in busta. Sì invece a Zespri nei kiwi, anche perché il giallo SunGold è un’esclusiva del colosso della Nuova Zelanda. Insomma, alla ricerca del gusto e delle nicchie Banco Fresco sembra poter fare a meno dei grandi brand e certamente non esiste una private label, anche per le dimensioni della rete di negozi. Altro aspetto rilevante, il prodotto confezionato nel reparto ortofrutta è ridotto al lumicino. I pomodori datterino sono venduti sfusi, come abbiamo visto fare in alcune insegne del Nord Europa, e sono venduti sfusi anche i mirtilli, cosa che non avevamo mai visto, soprattutto in un supermercato, se così si può classificare Banco Fresco. Al cliente viene messa a disposizione una “paletta” molto sottile (praticamente un foglio di plastica rosso l N.35 l APRILE 2021
Con Banco Fresco abbiamo voluto ricreare quella “atmosfera magica dei mercati rionali coperti d’altri
tempi avvolti dai profumi e dai sapori, inserendo i vantaggi e le comodità che una struttura moderna può offrire. Qui proponiamo cibo buono e sano ” Riccardo Coppa (direttore generale Banco Fresco)
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I mirtilli venduti solo sfusi? Non li avevamo mai visti né in Italia né all’estero, se non in quelle isole in cui componi da solo la tua insalatona, prendendo i singoli elementi dagli appositi vassoi. Banco Fresco li propone unicamente sfusi, almeno nel negozio di Crema che abbiamo visitato, mentre i lamponi e le fragole sono solo confezionati. La “paletta” che si utilizza per prenderli la abbiamo trovata un po’ “bagnata” all’interno, segno che la manovra di riempimento self service del sacchetto potrebbe guastare alcuni frutti. Banco Fresco vende sfusi anche i pomodori datterino.
fatto a cono) con cui può riempire il sacchetto compostabile. Dobbiamo rilevare che verso le 12.00 del giorno della nostra visita, il 28 aprile giorno di inaugurazione di Crema, questa “paletta” si presentava “bagnata” all’interno e qualche frutto “tagliato”. Da Banco Fresco però ci hanno informato che la soluzione piace ed è già stata collaudata negli store di Torino e Beinasco. Interessante anche la scelta di mettere a disposizione della clientela una molteplicità di formati. Ad esempio abbiamo acquistato una cassetta in cartone, “sigillata” da film plastico, da 1,3 chili di pomodori datterino misti, rossi e gialli, di ottima qualità e del Marocco, al prezzo di 3,99 euro. l N.35 l APRILE 2021
Quindi? Ne vedremo delle belle. Sarà interessante vedere quanta clientela Banco Fresco porterà via alle altre insegne nei luoghi in cui aprirà, o meglio quanto farà flettere le vendite di freschissimi, dato che per la carta igienica e altro no food bisognerà andare comunque nei classici supermercati o provvedere online. Le prossime aperture saranno Cremona a giugno e Cantù (Como) a settembre. Poi si accelera, in particolare in Lombardia. L’aumento della rete comporterà anche la realizzazione di una piattaforma capace poi di servire i pun-
ti vendita. Sul luogo ci sono due ipotesi aperte. Nei prossimi mesi sarà presa una decisione. Intanto il service logistico viene svolto, per quanto riguarda l’ortofrutta, dalla Ad-Log Group di Segrate (Mi). Anche la sede centrale di Banco Fresco potrebbe spostarsi da Volpiano (To) per avvicinarsi al capoluogo meneghino. La squadra dirigenziale si sta rafforzando a tutti i livelli, con la direzione generale che rimane saldamente in capo a Riccardo Coppa, mentre la direzione marketing è stata presa dal marzo 2021 da Rosanna Ungaro, che ha esperienze di livello in Rewe Group e in Nielsen. A seguire gli acquisti del settore ortofrutta c’è Carmelo Mormina. FRUITBOOKMAGAZINE
Inizia l’avventura di Banco Fresco in Lombardia. “Dopo l’entusiasmante esperienza in Piemonte, ci
aspetta ora una nuova sfida in un territorio che, ne siamo sicuri, saprà cogliere e apprezzare il nostro modello, la nostra cultura e passione per il cibo ” Riccardo Coppa (direttore generale Banco Fresco)
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Il punto vendita di Crema è stato inaugurato il 28 aprile. Nella foto il taglio del nastro, eseguito da Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco. Nella foto dirigenti e responsabili del punto vendita, che conta 40 dipendenti e ha una superficie commerciale di 1.000 metri quadrati, cui si aggiunge il “forno e caffè” a marchio El Pan. Il negozio di Crema (CR) è il primo della Lombardia. A giugno seguirà il punto vendita di Cremona, a settembre quello di Cantù (Como). Entro il 2023 la rete di Banco Fresco in Nord Italia dovrebbe avvicinarsi a 40 punti vendita.
“Inizia finalmente l’avventura di Banco Fresco in Lombardia. Dopo l’entusiasmante esperienza in Piemonte, ci aspetta una nuova sfida in un territorio, la Lombardia, che siamo certi saprà cogliere e ap-
KEY MAN Carmelo Mormina Resp. Acquisti Ortofrutta Banco Fresco / Prosol prezzare il nostro modello e la nostra cultura e passione per il cibo”, ha dichiarato Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco, in occasione dell’inaugurazione di Crema. Un luogo unico, in cui troFRUITBOOKMAGAZINE
vare i prodotti della migliore filiera italiana, con le sue numerose eccellenze locali, ma anche della filiera estera, grazie alle collaborazioni con i nostri fornitori che si basano su fidelizzazione e lealtà, per garantire tutto l’anno un binomio costante di convenienza e qualità. Questi per noi sono valori irrinunciabili che intendiamo trasferire alla clientela, ma che si possono respirare subito entrando nei nostri negozi e attraversando i reparti, tra prodotti di stagione e prodotti esotici introvabili”. Nata nel 2017, la formula proposta da Banco Fresco per i freschissimi è quella del “mercato coperto di una volta, con qualche comodità in più”, ovvero un luogo immersivo dove fare la spesa diventa una ve-
ra e propria esperienza. Prodotti di alta qualità, in grado di preservare il gusto ed il profumo di altri tempi, sono i valori alla base dell’offerta, che dà risalto alle specialità artigianali, individuando e differenziando nel corso dell’anno i migliori territori a cui rivolgersi per soddisfare le richieste del consumatore. Circa 3.250 referenze, 400 di ortofrutta, che rappresenta il cuore centrale dell’offerta, per passare ai formaggi e latticini, alla macelleria e salumeria, alla pescheria e gastronomia, ai prodotti processati come la pasta per arrivare alla caffetteria e panetteria attigua al negozio, gestita in partnership con il marchio El Pan.
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MD continua la corsa: altri 47 negozi nel 2021 MD si conferma terzo attore del canale discount in Italia Giancarlo Sbressa
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MD ha fatturato nel 2020 2,8 miliardi di euro, +15% rispetto al 2019. L’utile netto è stato di 68,5 milioni di euro (+56%) mentre l’Ebitda è cresciuto del 30% raggiungendo 182 milioni di euro. Patrizio Podini: “È stato un anno drammatico, segnato dal Covid, ma grazie all’impegno e agli sforzi di tutti i nostri collaboratori abbiamo chiuso il 2020 con numeri decisamente significativi”. Secondo Nielsen, MD ha raggiunto una quota di mercato del 15,5% nel canale discount Tra i protagonisti indiscussi della grande distribuzione degli ultimi anni ci sono i discount, grazie a un’offerta di convenienza che si è evoluta e arricchita nel tempo, adattandosi meglio di altri formati alle mutate esigenze della clientela. Grazie anche alla imponente politica di aperture e ristrutturazioni, i tre leader di mercato, Eurospin, Lidl ed MD, registrano da anni crescita a doppia cifra e utili cospicui. I dati relativi a MD sono stati illustrati dal cavalier Patrizio Podini, affiancato dalla figlia Maria Luisa, che riveste il ruolo di vice presidente, nel corso di una conferenza stampa in streaming che si è tenuta lo scorso 19 aprile. E che numeri: MD chiude il 2020 registrando un incremento delle vendite nette del 15% rispetto al 2019, risultato che supera significativamente la crescita media registrata da Nielsen per il retail discount (+8,7%). MD si conferma seconda insegna discount a capitale italiano dopo Eurospin, la terza per fatturato (la seconda è Lidl). La quota detenuta da MD nel settore sale al 15,5% contro il 15,1% del 2019 e il FRUITBOOKMAGAZINE
fatturato netto 2020 si attesta a 2,82 miliardi di euro, con un utile netto di 68,5 milioni di euro, +56% sul 2019, ed Ebitda del 6,5% pari a 182,2 milioni di euro, che si traduce in un +30,9% sul 2019. La pandemia non ha fermato lo sviluppo della rete che ha rispettato le previsioni di inizio anno con l’apertura di 39 nuovi punti vendita, tra diretti e affiliati, distribuiti in tutte le regioni italiane. Il programma di sviluppo per l’anno in corso, ancora più ambizioso, prevede 47 nuovi punti vendita - 35 diretti e 12 affiliati (l’affiliazione riguarda anche Eurospin, mentre Lidl Italia ha solo punti vendita a gestione diretta), con superfici vendita da 1.000 a 1.500 metri quadrati, dotati di ampi parcheggi, come previsto dal format dell’insegna - e la ristrutturazione di altri 35. è in corso anche il completamento del nuovo centro logistico di Cortenuova (BG) che sarà operativo a
Nella foto qui sopra il punto vendita di Fiorano Medenese (MO) aperto a fine aprile da MD. Si tratta di un negozio di nuova generazione, con ampie vetrate sulla facciata e colori sobri che evidenziano il percorso dell’insegna del cavalier Podini verso un maggior valore percepibile dal cliente. Un elemento distintivo dei nuovi punti vendita sono i grandi reparti ortofrutta che accolgono i clienti appena superato l’ingresso e l’attenzione all’offerta di prodotti tipici del territorio che sono ospitani negli store, garantiti dal marchio privato Lettere dall’Italia.
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inizio 2022, con l’inaugurazione di una prima area destinata alla movimentazione dei prodotti freschi già entro la fine di giugno di quest’anno. Gli investimenti stanziati per il 2021 ammontano a 385 milioni di euro, di cui 95 destinati al completamento di Cortenuova che si estende su un’area totale di 270 mila metri quadrati. A lavori ultimati, diventerà il più importante polo logistico del settore discount, l N.35 l APRILE 2021
dotato di tecnologie e attrezzature all’avanguardia per la movimentazione delle merci. Fiore all’occhiello, un silos completamente automatizzato di 32 metri di altezza in grado di stoccare fino a 40.600 pallet. Il polo vedrà l’assunzione di 300 nuovi addetti. Nel corso dello scorso anno, nonostante il Covid, sono stati oltre 1.000 i nuovi assunti, portando il numero degli addetti a 8.500 persone, operative nei circa 800 punti vendita, negli otto centri logistici e nelle due sedi di Gricignano d’Aversa (CE) e Trezzo d’Adda (MI). Per l’anno in corso si prevedono 800 nuove assunzioni. FRUITBOOKMAGAZINE
Puntiamo a crescere per arrivare a quota 1.000 “punti vendita a insegna MD entro 5 anni superando
i 3 miliardi di fatturato, attraverso gli investimenti, innovazione, rigore nelle scelte, la qualità al miglior prezzo, senza perdere il nostro spirito solidale ” Cavalier Patrizio Podini (presidente MD Spa)
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LA CRESCITA DEL GRUPPO MD FATTURATO
EBITDA
IN MILIONI DI EURO 2.903 2.545
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Il coronavirus ha accelerato la crescita dell’e-commerce, un canale che MD presidia nel no food fin dal 2015 e che tra il 2019 e il 2020 ha registrato un sensibile sviluppo: un’esperienza che, allo scoppiare dell’emergenza, ha consentito all’insegna di rispondere immediatamente alle nuove necessità di shopping virtuale degli italiani. Nel mese di aprile 2021 MDwebstore.it registrava più di 300 mila iscritti e 500 mila visite medie mensili. “Sono ovviamente lieto dei risultati - ha commentato Patrizio Podini, presidente di MD Spa nel coeso della conferenza stampa -. Nascono da un’esperienza condivisa con clienti e dipendenti tutti, in un FRUITBOOKMAGAZINE
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periodo drammatico in cui è cresciuta la coesione intorno al marchio MD, percepito come vicino e famigliare, attento e partecipe alla realtà del Paese e dei territori in cui si muovono i nostri punti vendita. Puntiamo a crescere per toccare quota 1.000 punti vendita in 5 anni, oggi sono circa 800, superando i 3 miliardi di fatturato, attraverso investimenti, innovazione, rigore nelle scelte, qualità al miglior prezzo, senza perdere questo spirito solidale che ci ha consentito di crescere anno dopo anno”.
2020 Tra gli studi in corso, ha sottolineato la vice presidente Maria Luisa Podini, figlia del fondatore, durante la conferenza stampa, c’è anche un progetto di sostenibilità ambientale, un tema diventato ormai centrale per qualsiasi azienda, non solo della distribuzione. Nel frattempo, l’azienda continua a puntare sull’efficientamento ener-
KEY MAN Luigi La Montagna Resp. Naz. Acq. Ortofrutta MD l N.35 l APRILE 2021
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MD, terzo attore discount in Italia, in cifre fondazione
miliardi di fatturato
getico dei propri punti vendita e centri logistici, così come sulla progressiva introduzione nella flotta di automezzi innovativi in cui non solo il gruppo motore è alimentato esclusivamente a metano LNG (liquido), ma anche il gruppo refrigerante dell’automezzo. Poi, ancora, c’è “La Buona Spesa non solo a parole”, il progetto avviato nel 2019 in occasione dei 25 anni dell’insegna, il cui primo atto è stata l’adozione di 23.850 pioppi necessari a neutralizzare le emissioni di 25 mezzi di trasporto della flotta MD. Questa iniziativa ambientale continua con l’obiettivo di arrivare a compensare le emissioni dell’intera flotta di camion. Tra gli obiettivi 2021, non c’è solo la sostenibilità ambientale e sociale, ma anche la promozione di iniziative a sostegno di onlus e attività sul territorio. Infine, è in corso un’intenso lavoro sugli ingredienti dei propri prodotti Mdd: l’obiettivo è migliorare sempre di più gli ingredienti al fine di proporre prodotti di qualità a prezzi bassi ma equi. Da ultimo, ma non meno importante, il lavoro che verrà svolto nei reparti ortofrutta e freschissimi: “Stiamo riorganizzando - ha sottolineato Podini - i nostri reparti di vendita con nuove attrezzature e un nuovo modello espositivo. Per quanto riguarda le vendite, dopo il boom del 2020, abbiamo registrato un calo della IV e V gamma e un certo recupero della frutta tropicale ed esotica”.
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negozi
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nuove aperture nel 2021
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Nella foto qui sopra il cavalier Patrizio Podini, imprenditore bolzanino, protagonista della ascesa di MD, da lui stesso fondata nel 1994. Con l’aquisto nel 2013 della catena LD Market, diffusa nelle regioni del Nord Italia, MDè diventata una realtà di livello nazionale con oltre 800 punti vendita. Il reparto ortofrutta è all’ingresso dei negozi e sta subendo un remodelling per essere più attraente.
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Primo Sole, le eccellenze lucane nel packaging eco-friendly, anche online A tu per tu con Rosangela e Francesca Appio, motori della crescita dell’OP metapontina Carlotta Benini
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Primo Sole, OP di Montescaglioso (MT) guidata dalla famiglia Appio, ha lanciato in Gdo le fragole Made in Lucania, una marca ecosostenibile e solidale: sono infatti confezionate in Social Plastic. Hanno debuttato in Coop Consorzio Nord Ovest e anche online: l’altra novità è infatti l’e-commerce con consegne in tutta Italia. In vendita online anche Dolce Lucano, il finocchio top di gamma che a maggio chiude la sua seconda campagna commerciale con un bilancio più che positivo Eccellenze ortofrutticole tipiche del Sud e in particolare del territorio lucano che si distinguono sul mercato per la loro qualità e per il posizionamento premium, valorizzate da un packaging elegante, di impatto a scaffale, e soprattutto ecofriendly. Ecco le coordinate del successo dei prodotti di OP Primo Sole, organizzazione di produttori con sede a Montescaglioso (Matera) che oggi associa oltre 30 aziende in Basilicata, Puglia, Calabria e Abruzzo, con una superficie coltivata di 500 ettari. L’ultima novità lanciata sugli scaffali della Gdo dall’azienda fondata da Giuseppe Appio sono le fragole “Made in Lucania”, un nuovo progetto di marca che valorizza il territorio soleggiato del Metapontino e le sue produzioni di eccellenza, con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Da marzo sono disponibili nei punti vendita Coop Consorzio Nord Ovest, confezionate in una vaschetta monostrato in Social Plastic, 100% riciclata e riciclabile, che oltre ad essere rispettosa dell’ambiente ha anche una valenza sociale. Social Plastic è infatti il proFRUITBOOKMAGAZINE
getto internazionale di Plastic Bank, organizzazione non profit che si impegna a raccogliere e riciclare plastica dispersa nell’ambiente e destinata a inquinare gli oceani, migliorando la vita delle comunità costiere in aree depresse del mondo. La collaborazione con Plastic Bank nasce tramite Carton Pack, trasformatore esclusivo per
l’Europa di Social Plastic per i prodotti alimentari freschi. “Per il lancio delle fragole “Made in Lucania” abbiamo scelto Coop Consorzio Nord Ovest perché è la catena che ha creduto fin da subito nei nostri progetti - esordisce Francesca Appio, responsabile amministrativa e comunicazione di OP Primo Sole -. Il nuovo brand valorizza il nostro territorio, uno dei migliori areali di produzione per le fragole, ancora una volta mettendo in campo scelte più sostenibili e responsabili nell’utilizzo degli imballi alimentari”. Primo Sole produce principalmente fragola Sabrosa, la varietà top di gamma della Basilicata valorizzata dal club di prodotto Candonga Top Quality, di cui l’OP è socia. “Il progetto “Made in Lucania” -
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continua Francesca Appio - nasce a seguito delle richieste di alcuni clienti della Gdo. Non si tratta di un cambio di rotta, crediamo fortemente nel valore del brand Candonga, semplicemente abbiamo voluto diversificare la nostra offerta con un prodotto top di gamma che si presenta sui banchi in modo distintivo e che valorizza il legame identitario con il territorio, attraverso il naminig e anche grazie all’elegante fascetta che chiude ogni confezione, con grafica che richiama i Sassi di Matera”. A proposito di packaging, OP Primo Sole ha messo a punto anche un’altra confezione eco-friendly per le fragole. “Si tratta di una food bag di cartone con manico e con coperchio in Social Plastic, che attualmente utilizziamo per confezionare il prodotto venduto online e che ci piacerebbe in futuro introdurre anche in Gdo”, rivela Rosangela Appio, sorella di Francesca e responsabile commerciale di OP Primo Sole. L’e-commerce è infatti un’altra l N.35 l APRILE 2021
Rosangela Appio, responsabile commerciale della OP Primo Sole, e Francesca Appio, responsabile amministrativa e comunicazione, con il finocchio Dolce Lucano, anche nel bauletto da 2 kg che sul fondo riporta varie info su curiosità, origini e ricette del finocchio.
importante novità che Primo Sole ha messo a punto con l’arrivo della primavera. “In collaborazione con i nostri soci produttori - spiegano le sorelle Appio - abbiamo stilato un “calendario dell’orto” del territorio che include anche referenze “complementari” come cime di rapa, cicorie, peperoni, arance e limoni, carciofi, bietole, che non commercializziamo in modo massiccio in Gdo”. Il portale e-commerce è integrato nel sito di Primo Sole, che è stato oggetto di restyling; le consegne coprono tutta Italia ad esclusione delle Isole. L’utente può comporre la sua box scegliendo tra prodotti ortofrutticoli di stagione e a chilometro zero, tipici del territorio,
consegnati entro 24-48 ore dalla raccolta. Inoltre, in esclusiva per il canale online, OP Primo Sole ha realizzato una nuova linea di confetture e di sottoli. Tra le eccellenze del Metapontino presenti nel paniere virtuale spicca il finocchio Dolce Lucano, brand top di gamma di OP Primo Sole. Si tratta di un finocchio da gustare crudo, che dal lancio sul mercato, avvenuto a fine 2019, ha vissuto in Gdo una vera e propria escalation. Nel formato da due pezzi Dolce Lucano è confezionato in un vassoio in cartoncino, 100% riciclabile e biodegradabile, chiuso da un flowpack in Pla, con etichetta in bioplastica, compostabile. “La seconda campagna - spiega Rosangela Appio - che termina a maggio, vede un consolidamento della crescita ma anche una fidelizzazione dei clienti, che hanno conosciuto e apprezzato il prodotto e che continuano a richiederlo, grazie anche alla comunicazione fresca e giovane”.
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Come si sta muovendo la distribuzione mondiale? Conad è al 70.mo posto Conad, Coop Italia, Esselunga ed Eurospin sono gli unici grocery retailer italiani nella Top 250 Giancarlo Sbressa
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Secondo il report Global Powers of Retailing 2021 i 250 retailer più grandi al mondo hanno generato un fatturato pari a 4.850 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2019, segnando una crescita del 4,4%. Amazon continua la sua scalata in classifica, confermando una crescita a doppia cifra, la maggiore tra le aziende presenti nella Top 10 dei retailer mondiali. Il podio si conferma interamente statunitense: guida la classifica Wal-Mart, da oltre 20 anni leader globale Deloitte ha presentato la 24.esima edizione dello studio Global Powers of Retailing in cui vengono analizzati i risultati dell’esercizio annuale al 30 giugno 2020 resi pubblici dai più grandi retailer del mondo. Secondo il report 2021 i 250 retailer più grandi al mondo hanno generato un fatturato pari a 4.850 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2019/2020, segnando una crescita del 4,4%, in leggero aumento di 0,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Nell’anno fiscale 2019, 55 aziende su 250 hanno registrato vendite in diminuzione rispetto all’anno fiscale 2018. Considerando l’arco temporale 2014-2019, la performance aggregata dei Top 250 retailer si è rivelata piuttosto stabile in termini di crescita delle vendite e dei margini. Amazon in crescita si posiziona al secondo posto tra le Top 10. I primi dieci retailer al mondo contribuiscono per il 32,7% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Walmart si conFRUITBOOKMAGAZINE
ferma stabile al primo posto della Top 10, Amazon prosegue la propria scalata in classifica iniziata nell’anno fiscale 2015, scalzando Costco dal secondo posto del podio. L’online retailer guadagna infatti una posizione rispetto allo scorso anno, spinto da una crescita a doppia cifra del 17,7%, la più alta della Top 10 e ancor più considerevole se paragonata alla crescita registrata in media dalla Top 10 (+4,4% anno su anno). La marginalità delle prime dieci aziende è cresciuta di 0,9 punti percentuali rispetto all’anno precedente, un risultato positivo nonostante la pressione esercitata sui rivenditori dall’intensa concorrenza, dall’aumento dei costi del lavoro, dagli effetti delle politiche protezioniste e dagli investimenti per migliorare l’ecommerce. L’Europa si conferma l’area geografica meglio rappresentata, grazie al maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250: sono 87 (sette in più rispetto al Nord America) le aziende che hanno sede nell’area e tre di esse rientrano anche nella Top 10 (Schwarz
Deloitte è un’azienda di servizi di consulenza e revisione, la prima nel mondo in termini di ricavi e numero di professionisti. Fa parte delle cosiddette Big Four, le quattro più grandi aziende di revisione, insieme a PricewaterhouseCoopers, EY e KPMG. Conta circa 250 mila dipendenti impiegati in oltre 150 diversi Paesi nei rami in cui opera: revisione, tassazione, consulenza, finanza. Il 24.mo report Global Powers of Retailing è stato presentato ad aprile 2021 ed esplora i trend in atto nei maggiori 250 gruppi della grande distribuzione mondiale.
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Nel 2021 le attività economiche si riprenderanno e la domanda dei consumatori tornerà a crescere ma molte delle abitudini acquisite nel 2020 non cambieranno, anzi si consolideranno. Le aziende che non adegueranno le proprie operation dovranno affrontare una significativa perdita di business.
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Tra marzo e aprile 2021 il colosso dell’e-commerce ha aperto a Londra i suoi primi Amazon Fresh, i negozi senza casse, al di fuori degli USA. Al cliente basta scansionare con il proprio smartphone il codice QR con l’app Amazon, mettere nella shopper ciò che desidera acquistare e uscire: lo scontrino comparirà sul proprio account dell’app di Amazon. Niente casse, niente coda, niente contanti, come nei negozi Amazon Fresh in USA. Il primo store in UK ha una superficie di 233 mq circa, il negozio fa anche da punto d’appoggio per il reso delle merci acquistate online.
/Lidl, Aldi Einkauf, Tesco). Le aziende europee contribuiscono al 33,4% del fatturato complessivo della Top 250 e i Paesi più rappresentati sono Germania (18 aziende), Regno Unito (14) e Francia (12). “L’anno fiscale 2019 registra un andamento positivo anche per il retail italiano: i quattro player della GDO del nostro Paese presenti nella Top 250 chiudono l’anno con fatturato 2019/20 in crescita rispetto all’anno fiscale 2018. Conad si conferma il primo colosso italiano, collocandosi al 70.esimo posto (nel 2020 era al 69.esimo); seguono Coop Italia in 73.esima posizione (nell’edizione 2020 era al 71.esimo posto) ed Esselunga alla FRUITBOOKMAGAZINE
117.esima (sale di una posizione); chiude Eurospin che perde cinque posizioni collocandosi al 163.esimo posto della Top 250. Per la prima volta entra in classifica anche Essilorluxottica, azienda storica del fashion&luxury italiano che si posiziona al 157.esimo posto dei big della distribuzione mondiale”, ha spiegato Enrico Cosio, partner e responsabile del settore retail, wholesale&distribution Deloitte. Il coronavirus è stato un evento fortemente disruptive anche per il mondo del retail, tra supply chain che hanno subito interruzioni e
blocchi per lunghi periodi, l’incremento delle vendite online e una riduzione generale della richiesta e dell’acquisto per i prodotti più discrezionali. La chiusura dei ristoranti e dei locali ha in parte favorito i player del grocery, così come la paura di recarsi in negozio ha portato effetti positivi sul mondo dell’online. I retailer che sono riusciti a crescere nel 2020 sono quelli che hanno deciso di cogliere le opportunità presentate dalla pandemia puntando su online shopping, delivery at home o pick up instore, riuscendo così a proseguire le proprie attività anche in caso di negozi chiusi.
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Macfrut, tra The China Day e l’Italian Retailer Business Lounge, tante le novità Macfrut 2021 è in programma alla Fiera di Rimini da martedì 7 a giovedì 9 settembre Eugenio Felice
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Mentre si sta chiudendo il primo semestre del 2021, ancora segnato dall’emergenza sanitaria e dal distanziamento sociale, si avvicina la ripartenza delle fiere e degli eventi in presenza, nonostante c’è chi ha preferito spostare tutto al 2022, come Asia Fruit Logistica. La prima fiera dell’ortofrutta a ripartire è Macfrut, dal 7 al 9 settembre a Rimini. Quali le novità in agenda e le opportunità per le imprese? Lo abbiamo chiesto al suo presidente, Renzo Piraccini Come il coronavirus sta cambiando il ruolo delle fiere professionali b2b? RP: È inevitabile che ci sia un cambiamento anche per il sistema fieristico. Per quanto ci riguarda, la pandemia ci ha dato il coraggio di farci promotori di un progetto pieno di rischi, ma talmente innovativo, che è stata la nostra fortuna. Mi riferisco a Macfrut Digital. Senza questa situazione generale non avremmo mai avuto la spinta per affrontare un progetto di questa natura che di fatto ha salvato il bilancio di Cesena Fiera e ci ha fatti pionieri di un nuovo format fieristico per il settore. Forse le grandi fiere orizzontali hanno fatto il loro tempo a vantaggio di eventi di area che sanno coniugare la presenza fisica insieme a quella digitale nel collegamento con i Paesi lontani. È preFRUITBOOKMAGAZINE
sto per dirlo, ma i segnali che arrivano indicano fiere verticali dedicate a settori e aree specifiche. Il futuro di Macfrut è digitale? RP: Al contrario. Quanto abbiamo vissuto in quest’ultimo anno ci insegna l’importanza dei contatti umani, della necessità di relazioni in presenza, di affari portati a termine con una semplice stretta di mano. C’è voglia di tutto questo e Macfrut è l’occasione ideale per una ripresa di queste relazioni vista la riapertura delle fiere da metà anno e il ritorno degli spostamenti a seguito della massiccia campagna vaccinale in corso. Come sarà Macfrut 2021? RP: L’abbiamo chiamata Macfrut Special Edition, andrà a unire l’insostituibile ruolo di fiera di business e relazioni umane in presenza con le opportunità offerte dal mondo digitale. Un format innovativo, dunque, che mette in campo il know-how di 37 edizioni fieristiche per i professionisti del settore, a cui si aggiunge l’esperienza pionieristica del web sperimentata con successo nella prima edizione di Macfrut Digital. Nel concreto chi prenderà parte a Macfrut 2021 oltre allo stand in fiera raddoppierà la presenza con uno stand virtuale anche in piattaforma digitale ampliando così le possibilità di business in entrambe le direzioni. Nel dettaglio, quali sono le maggiori novità di Macfrut 2021? RP: sono tante, a partire dall’Italian Retailer Business Lounge, che è un’area esclusiva all’interno della fiera dedicata a Gdo e distributori italiani, con incontri mirati con gli espositori, fissati attraverso un apposito programma di matching. E ancora, Biosolutions International Event dedicato alle filiere dei biostimolanti e del biocontrollo, l N.35 l APRILE 2021
Quanto è successo ci insegna dell’importanza dei “contatti umani, della necessità di relazioni in pre-
senza, di affari portati a termine con una stretta di mano. C’è voglia di tutto questo e Macfrut è l’occasione ideale per una ripresa di queste relazioni ” Renzo Piraccini (presidente di Macfrut)
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un vero e proprio Salone internazionale per le aziende che producono biostimolanti e rivolto a imprenditori agricoli e tecnici del settore. Un’altra novità è la quarta edizione di International Asparagus Days, per la prima volta in contemporanea con Macfrut: un focus dedicato a tutta la filiera dell’asparago con una parte espositiva che ospiterà aziende specializzate e una parte convegnistica con aggiornamenti tecnici e commerciali sul settore. Poi c’è l’innovazione più grande. Quale? RP: The Cina Day che si terrà online il giorno prima dell’apertura della fiera, lunedì 6 settembre. Abbiamo già avuto l’adesione di oltre 100 aziende cinesi che vogliono fare business con il resto del mondo, a cui si aggiungono centinaia di operatori internazionali che vorranno fare affari con il Gigante Asiatico. Questo fa di questo evento la prima fiera dell’ortofrutta al mondo per numero di espositori cinesi. The Cina Day infatti è una grande opportunità per tutte le imprese della filiera ortofrutticola del mondo - dai produttori di fertilizzanti a quelli di macchine, sementi e prodotti ortofrutticoli - le quali potranno anche avere il loro stand digitale tradotto in cinese pagando un piccolo supplemento di prezzo. Sarà possibile, in particolare, fare b2b con gli operatori cinesi e abbiamo già predisposto uno staff di 30 interpreti che potranno assistere le imprese nei diversi meeting. Un progetto pazzesco su cui crediamo tanto. Quale sarà la regione partner di Macfrut 2021? Sarà la Sardegna. In questa regione il comparto ortofrutticolo contribuisce in modo significativo alla formazione del valore complessivo della produzione agricola, pari al 23%. Area del centro del Mediterraneo, si caratterizza infatti per le produzioni agricole di qualità come il carciofo spinoso di Sardegna Dop e lo Zafferano di Sardegna Dop. Non dimentichiamo poi il pomodoro Camone che qui ha avuto la sua origine. Macfrut 2021 sarà una fiera internazionale? Il Covid si sta trasformando in una grande opportunità per realizzare presentazioni virtuali. Tant’è che l N.35 l APRILE 2021
ne abbiamo fatte un numero molto elevato, cosa che fisicamente non saremmo stati in grado di fare in tempi così ravvicinati. Mi riferisco a tanti Paesi africani come è il caso di Angola e Nigeria, ma anche in altre parti del mondo come Armenia e Georgia. E ancora, in Medio Oriente per la prima volta abbiamo presentato Macfrut in Libano, mentre in Sud America abbiamo avvicinato Colombia, Cile e Perù. Per fiere come Fruit Attraction si parla di passaporto vaccinale: voi quali misure prenderete per garantire la sicurezza di espositori e visitatori? Seguiremo i protocolli che le autorità italiane ed europee predisporranno in merito ad eventi come questi. Siamo convinti che grazie alla massiccia campagna di vaccinazione e al periodo estivo di settembre, ci siano le condizioni per fare un grande evento con la partecipazione di numerosissimi operatori. C’è una gran voglia di fare squadra e ridare slancio alla filiera ortofrutticola italiana. Macfrut è sicuramente una grande opportunità in questa direzione. FRUITBOOKMAGAZINE
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La Saporeria: molto più di un e-commerce Il portale di VIP presenta le mele sotto una luce del tutto nuova Eugenio Felice
L’affermazione planetaria di internet ha comportato un ripensamento radicale del business in numerosi ambiti dell’economia. Ciò che fino a pochi anni fa era impensabile, oggi è una realtà: poter acquistare con il telefonino dovunque ci troviamo delle mele direttamente dal produttore, mele che saranno consegnate dove vogliamo. VIP, il consorzio delle cooperative frutticole della Val Venosta, ha attivato da fine febbraio 2021 un portale che va molto oltre un e-commerce. Ecco come mai Volete ricevere comodamente a casa, o in ufficio, o dove preferite alcune delle migliori mele oggi disponibili sul mercato italiano? E, dettaglio non trascurabile, direttamente dal produttore? Fino all’inizio di questo 2021 era praticamente impossibile. Eppure siamo nel pieno dell’era digitale e, in diversi ambiti del commercio, internet è diventato predominante. Pensiamo alle categorie del tempo libero, del turismo, della ristorazione, della bellezza e dell’abbigliamento. Nel food e in ortofrutta in particolare, però, il commercio elettronico appartiene ancora al futuro, l’ostacolo dei costi della logistica è difficile da superare. Un conto è acquistare il biglietto del treno, un altro paio di maniche acquistare una padella di mele, non da Esselunga assieme a molti altri articoli ma direttamente dal produttore. Finora potevate trovare
forse solo alcune piccole aziende agricole che hanno implementato uno shop online. Tra i grandi gruppi ci risulta che solamente la piemontese Lagnasco Group nel 2019 abbia creato un e-shop per la sua mela Eplì (piuttosto basic a dire la verità). Da fine febbraio 2021 però c’è una rilevante novità, che crea una frattura tra il prima e il dopo. Per la prima volta uno dei grandi player italiani delle mele decide di investire in un progetto tutto nuovo, finalizzato a coinvolgere il consumatore finale per valorizzare l’impegno di 1.700 famiglie dedite alla coltivazione di alcune delle migliori mele che possiate acquistare. VIP, il consorzio delle cooperative frutticole della Val Venosta, vallata che si trova tra Merano e il passo Resia, in Alto Adige, ha infatti implementato un portale web che si chiama La Saporeria, con cui
Nell’immagine la mela Pinova, come viene presentata dalla nuova piattaforma online La Saporeria di VIP, l’Associazione dei Produttori Ortofrutticoli della Val Venosta. La Saporeria è molto più di un canale di vendita digitale per le mele in Italia. Il portale infatti introduce i consumatori al mondo del gusto della mela e presenta le varietà sotto una luce del tutto nuova.
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anno, diverse nuove varietà di mela arrivano “sulOgni mercato. È quindi ancora più importante per
noi produttori sostenere i consumatori nella scelta della mela preferita. La Saporeria fornisce loro una guida personalizzata che è unica nel suo genere ” Benjamin Laimer (responsabile marketing VIP)
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Benjamin Laimer è responsabile marketing di VIP. Si è occupato in prima persona dello sviluppo del progetto La Saporeria, in ogni suo minimo dettaglio. “Con questa nuova piattaforma online ha dichiarato - vogliamo cambiare la percezione e il valore della mela come prodotto e far così riscoprire al consumatore il piacere di assaporare una mela”. “La mela può essere molto più di un sano spuntino tra i pasti - ha sottolineato -. Con le sue diverse proprietà sensoriali, offre vere e proprie esperienze piene di aromi e sapori”.
ognuno oggi può acquistare e ricevere comodamente dove preferisce mele da agricoltura convenzionale o biologica, tra cui anche mele club di recente introduzione come Kanzi, Ambrosia ed Envy. Ovviamente rispettando stagionalità e disponibilità: difficilmente troverete mele Gala in estate. Ma sarebbe riduttivo definirlo un semplice e-commerce. In realtà La Saporeria accompagna il consumatore finale alla scoperta delle mele prodotte in Val Venosta raccontando quanta bellezza si celi dietro a ogni frutto coltivato in quello che è stato ribattezzato il “Paradiso delle Mele”. Venendo ad aspetti più pratici, quanto costa ricevere a casa una FRUITBOOKMAGAZINE
cassetta di mele, il meglio che può esprimere oggi la Val Venosta? Il formato della confezione è di 4 kg. Il prezzo è tra i 10 euro per le varietà tradizionali, come Red Delicious e Fuji, e i 12 euro per varietà club come Ambrosia, Kanzi ed Envy. Parliamo di agricoltura tradizionale. Per le mele prodotte secondo i dettami del biologico, i prezzi salgono, oscillando dai 14 euro di Red Delicious e Fuji ai 16 euro di Topaz, Bonita e Kanzi. Il trasporto in tutta Italia costa 9,46 euro, ma nel caso si volessero acquista-
re due confezioni da 4 kg ciascuna, il costo del trasporto sale solo a 11,46 euro, quindi l’incidenza a kg si riduce di quasi la metà. Inoltre in primavera, per alcune settimane, al fine di incentivare la prova del servizio, è stata offerta la spedizione gratuita. Come dicevamo comunque non si possono acquistare tutte le varietà prodotte in Val Venosta: è il caso ad esempio della Golden Delicious, perché si tratta di una mela delicata che in fase di trasporto potrebbe essere danneggiata: VIP vuole garantire ai consumatori mele eccellenti e per questo, ad oggi, invia solo mele per cui può assicurare un risultato ottimale. Vorremmo inoltre sottolineare tre aspetti del progetto. Il portale La Saporeria guida il consumatore all’acquisto come mai era stato fatto finora nel settore ortofrutta. Il fondo colore da verde a rosso indica visivamente il passaggio dei sentori da aspro a dolce, mentre la scheda di ogni varietà indica con un colpo d’occhio i frutti che danno il gusto alla mela. Ad esempio nella scheda della Ambrosia si vedono l’albicocca, il mango, la pera, il melone. Il mondo del vino insegna e l’ortofrutta ha oggi la dignità per seguire le sue orme. Per individuare le caratteristiche di ogni singola varietà, VIP si è avvalsa della collaborazione della scienziata sensoriale Christine Brugger, cui il sito de La Saporeria dedica anche un’interessante intervista. Il secondo aspetto è la cura e lo studio che è stato prestato da Mela l N.35 l APRILE 2021
LaSaporeria.it, il primo portale e-commerce firmato Mela Val Venosta, nasce da uno studio scientifico che ha visto come protagoniste le mele venostane. In collaborazione con la scienziata sensoriale Christine Brugger (nella immagine a lato uno screenshot del video presente nel sito LaSaporeria.it), che da oltre 20 anni conduce ricerche di questo genere, VIP ha individuato le particolari caratteristiche che contraddistinguono ogni singola varietà di mela, legate sia alla zona di coltivazione, unica e inimitabile, sia agli aromi tipici di ogni mela.
Val Venosta all’aspetto della logistica e della confezione. Abbiamo già detto che non tutte le varietà di mela oggi possono essere spedite per via della loro delicatezza. Ciò che è straordinario è l’esperienza di unboxing che vive chi acquista i frutti raccolti nel “Paradiso delle Mele”: la scatola valorizza ed esprime, con tutto il materiale informativo e la cura fin nei minimi dettagli, la passione e l’impegno che i frutticoltori della Val Venosta mettono nel proprio mestiere. La scatola peraltro si presta come alternativa idea regalo, soprattutto in tempi in cui l’alimentazione sana e il divertimento consapevole sono in primo piano. Per finire il terzo aspetto, non certo meno importante degli altri. La Saporeria è un progetto di valorizzazione delle mele coltivate in Val Venosta di cui potranno beneficiare tutti i canali di vendita in Italia (per ora il progetto si rivolge al pubblico italiano). Quindi anche il normal trade (grossisti, ambulanti e fruttivendoli) così come i gruppi della grande distribuzione. Perché il progetto eleva la brand awareness e la brand reputation non tanto e non solo delle mele con le due coccinelle ma di tutte le mele prodotte in Val Venosta così come della vallata stessa. La Saporeria come vetrina, potente, per accendere i riflettori sulle mele della Val Venosta. Comunicare la mela in modo nuovo, accattivante ed empatico, è del resto tra gli assi portanti della strategia commerciale VIP. Oggi l N.35 l APRILE 2021
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tale approccio non si ferma all’online, ma raggiunge anche il punto vendita. Un esempio è il totem interattivo che presso alcune insegne della grande distribuzione informa e coinvolge il cliente in modo diretto e innovativo, introducendo nel reparto ortofrutta strumenti e
valori mai visti prima, con la consapevolezza che il punto vendita fisico è ancora il luogo in cui si compie la scelta d’acquisto nel 70% dei casi e per questo è importante che sia anche un luogo di educazione.
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Mivor si rinnova con sostenibilità e alta efficienza La nostra visita alla nuova sala lavorazione della Mivor Eugenio Felice
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VIP, l’associazione dei produttori di frutta e verdura della Val Venosta, continua il processo di costante rinnovamento nei frutteti e nelle centrali ortofrutticole. Alla Mivor di Laces, una delle maggiori cooperative di VIP, la sala di lavorazione è stata completamente rinnovata per rispondere in modo flessibile e tempestivo alle richieste dei clienti, con una grande attenzione per l’impatto ambientale e il benessere dei lavoratori, oltre a un grado di automazione senza pari nel mondo Nel mese di aprile ci siamo messi in autostrada in direzione Brennero, siamo usciti a Bolzano Sud, abbiamo girato a sinistra verso Merano e poi abbiamo iniziato a salire lungo la strada che attraversa la Val Venosta per arrivare al Passo Resia, noto per il capanile che spunta dal lago artificiale, luogo in cui è stata peraltro ambientata la serie televisiva originale Curon di Netflix. Ci siamo fermati prima di arrivare all’apice, precisamente a Laces, poco più di 5 mila abitanti a 640 metri sul livello del mare. Qui si trova la Mivor, una delle più grandi cooperative della VIP, associazione che riunisce i frutticoltori della vallata. Gli stessi uffici centrali della VIP si trovano a Laces, a poche centinaia di metri di distanza dallo stabilimento della Mivor, che è anche uno dei maggiori in Europa per la conservazione, la selezione e il confezionamento delle mele, prodotte in quello che è stato ribattezzato Il Paradiso delle Mele. Oltre ad essere uno dei siti più grandi d’Europa, è anche uno dei più avanzati, con delle tecnologie di avanguardia. FRUITBOOKMAGAZINE
Ma andiamo con ordine. La Mivor può contare su 340 soci e una superficie investita a mele di 1.070 ettari che danno un output di circa 75-80 mila tonnellate (in alcune annate si è arrivati anche a 85 mila tonnellate di raccolto), tutte conservate e lavorate all’interno dello stabilimento della cooperativa che si estende su una superficie di 9 ettari ed è dominato dal magazzino automatico per il prodotto precalibrato da 18 mila bins che dall’esterno si riconosce per le scacchiere colorate che rivestono le quattro facciate. La Mivor è stata la prima cooperativa della VIP a dotarsi di un magazzino automatico, inaugurato nel 2011. Il motivo della nostra visita è la sala di confezionamento, che è stata completamente rinnovata ed è operativa dall’autunno 2020: è il risultato di un lavoro accurato che ha permesso di aumentare l’efficienza dei processi, con soluzioni tecnologiche all’avanguardia, e di incrementare la sostenibilità dello stabilimento, in termini ambientali e sociali. La nuova sala di lavorazione può contare su 16 linee
L’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta viene fondata nel 1990, riunisce sette cooperative e 1.700 frutticoltori (1.500 a produzione integrata, 200 a produzione bio), con 5.200 ettari di terreno per 320 mila tonnellate di mele raccolte mediamente ogni anno.
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Foto: NextVideoProduction.com
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di confezionamento riprogettate ed ergonomiche, di cui tre specifiche per i sacchetti, uniche nel loro genere e sviluppate assieme al fornitore Greefa. Al magazzino automatico per il prodotto precalibrato, di cui abbiamo detto, sono stati aggiunti il magazzino automatico per i pallet vuoti - probabilmente una première mondiale nel settore mele - e il magazzino automatico per il prodotto confezionato e pallettizzato. Alcune fasi della logistil N.35 l APRILE 2021
ca, in particolare la movimentazione dal magazzino automatico alle linee di confezionamento, sono gestite da transpallet a guida laser, che si muovono senza operatore, in piena sicurezza. È completamente automatizzata anche la fase di pallettizzazione. L’intervento umano torna solo per il carico dei camion. Oltre ad essere ben presente lungo le linee di confezionamento. E le macchine che si vedono alle fiere di settore che riempiono automaticamente con veloci bracci meccanici le cassette? No, quelle non ci sono ancora, anche se, da queste parti, si dice che saranno il futuro. FRUITBOOKMAGAZINE
Una veduta aerea dello stabilimento della Mivor a Laces (BZ). Si estende su una superficie di 9 ettari ed è dominato dal magazzino automatico per il prodotto precalibrato da 18 mila bins che dall’esterno si riconosce per le scacchiere colorate che rivestono le quattro facciate. La Mivor è stata la prima cooperativa della VIP a dotarsi di un magazzino automatico, operativo dal 2011. Con sala di lavorazione appena rinnovata, oggi quello della Mivor è uno degli stabilimenti più tecnologicamente avanzati al mondo nella conservazione e nel confezionamento delle mele.
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MIVOR E LA NUOVA
SALA LAVORAZIONE
GUARDA IL VIDEO!
Martin Metz è il direttore della cooperativa Mivor di Laces (BZ). Ha preso il posto di Martin Pinzger.
Le innovazioni della sala di lavorazione sono spiegate nel video che potete vedere leggendo con il vostro smartphone il QR code di questa pagina, da Martin Metz, che FRUITBOOKMAGAZINE
pochi anni fa ha preso la direzione della Mivor quando il suo predecessore, Martin Pinzger, è passato alla direzione generale della VIP. Metz ci ha accompagnato nella vi-
sita allo stabilimento, evidenziando in particolare le nuove tecnologie adottate ma anche l’impegno per migliorare il comfort dei lavoratori e delle lavoratrici impegnate nella sala di confezionamento. Ad esempio è stata migliorata la luminosità; è stato ridotto del 25% il rumore dei macchinari rispetto alla sala precedente; è aumentata la temperatura degli ambienti ed è stato migliorato il sistema di ricambio dell’aria; è migliorata l’ergonomia delle linee per ridurre il più possibile incidenti e malattie sul lavoro così come l’affaticamento del personale. Inoltre è stato studiato un percorso che, senza interferire con l’operatività dello stabilimento, permette di vedere ogni fase della lavorazione, compreso il magazzino automatico per il precalibrato con i suoi profumi straordinari. Un percorso per clienti, fornitori, scuole, turisti, etc. per far vedere quanta cura, passione, tecnologia e bellezza sta dietro a ogni singola mela della Val Venosta. l N.35 l APRILE 2021
Oltre a efficienza e lavorazione di qualità abbiamo “altri obiettivi. Uno è la flessibilità: come First Class
Apple Partner dobbiamo saper rispondere velocemente alle richieste dei clienti, che sono variegate e urgenti soprattutto nei tempi che stiamo vivendo” Fabio Zanesco (direttore comm.le e marketing VIP)
Dopo la visita alla Mivor, ci siamo spostati nella sede centrale della VIP, poco distante, dove ad accoglierci c’era il direttore commerciale e marketing Fabio Zanesco, che ci ha illustrato la strategia di Mela Val Venosta per rispondere in modo veloce e flessibile alle richieste di clienti e consumatori finali, confermandosi partner affidabile in grado di offrire una produzione di altissima qualità ottenuta nel rispetto della natura e con l’impegno di continuare a ridurre l’impatto sull’ambiente in ogni fase e processo della filiera, scelte che vanno di pari passo con la responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e dei produttori della Val Venosta ai quali VIP l N.35 l APRILE 2021
Foto: NextVideoProduction.com
Fabio Zanesco (foto a lato) è il direttore commerciale e marketing della VIP - Mela Val Venosta. È entrato nella Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta nel marzo 2007 con la qualifica di sales manager. Nella foto in basso, pagina a lato: l’allestimento mele del punto vendita Supermercati Dem di via delle Cave 99A, aderente a Cedi Gros, che ha vinto il contest fotografico per la migliore esposizione di mele, finalizzata a stimolare le vendite e a guidare il consumatore nella scelta d’acquisto.
vuole dare un futuro sostenibile. Nel video di cui al QR code di queste pagine potete vedere l’intervista che gli abbiamo fatto. “Per noi lo sviluppo tecnologico è una delle basi della nostra esistenza - ha commentato Zanesco -. Questo non significa solo fare investimenti per ridurre i costi o raggiungere l’efficienza produttiva, che è e sarà sempre uno degli obiettivi di VIP. Per noi, sviluppo tecnologico vuol dire in primis poter lavorare la mela nelle migliori condizioni. Il nostro obiettivo è avere la possibilità di seguire il ciclo completo di
ogni frutto, dall’entrata in magazzino fino alla spedizione al cliente, tracciandone il percorso, garantendo un tipo di gestione dei flussi delle merci secondo il metodo first in first out, assicurandone la migliore condizione”. “Oltre a efficienza e lavorazione di qualità - conclude il responsabile commerciale e marketing della VIP - abbiamo altri obiettivi. Uno è la flessibilità: come First Class Apple Partner dobbiamo saper rispondere tempestivamente alle richieste dei clienti, in Italia, in Europa o in altri continenti, richieste sempre più variegate e urgenti soprattutto nei tempi che stiamo vivendo”.
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Con l’anguria midi Eleonora al via la campagna della migliore frutta estiva sarda Da metà maggio in distribuzione le angurie senza semi medio formato Eleonora, made in Sardinia Eugenio Felice
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OP Agricola Campidanese, la più importante realtà che valorizza le migliori produzioni ortofrutticole sarde, ha iniziato a maggio la campagna della frutta estiva, grazie alle produzioni sotto serra, che nei prossimi anni saranno sempre più rilevanti. È partita Eleonora, poi sarà la volta di Gavina e Corallo a giugno, di Majores a luglio. Salvatore Lotta: “Il futuro è l’agricoltura di precisione, produzioni a residuo zero, ottime al palato, che rispettano ambiente e lavoratori e valorizzano territori” La Sardegna sta tornando ad avere il ruolo da protagonista che le compete nel panorama ortofrutticolo italiano ed europeo. Il più autentico interprete di questo percorso è OP Agricola Campidanese, organizzazione di produttori di Terralba (OR) e superfici investite nelle zone più vocate della Sardegna, nota per il brand L’Orto di Eleonora e per un attento lavoro di valorizzazione di produzioni altamente qualificate come il pomodoro iLcamone, il Carciofo Spinoso di Sardegna DOP, le angurie Gavina ed Eleonora, i meloni Majores e Corallo, le fragole Fragolose, le patate Prezione, solo per citarne alcuni. “L’OP - spiega il direttore commerciale Salvatore Lotta - ha attivato un progetto integrato di filiera nell’ambito del PSR della Sardegna con cui abbiamo ottenuto un finanziamento di quasi 5 milioni di euro. In parte è destinato alla sede dell’OP per ristrutturarsi e ammodernarsi, in parte è destinato agli agricoltori per investimenti nelle serre, nei macchinari e nelle attrezzature, per aumentare e miFRUITBOOKMAGAZINE
gliorare le produzioni. Gran parte dei fondi finiranno nell’agricoltura 4.0. Vogliamo innovare: l’agricoltura ha bisogno di tecnologia per migliorare le produzioni. L’agricoltura digitale oggi è una strada obbligata, l’unica che può garantire una produzione pulita”. Intanto nel mese di maggio è iniziata la campagna della frutta estiva, che vede come fiori all’occhiello delle varietà che OP Agricola Campidanese detiene in esclusiva, come l’anguria nera medio formato Eleonora, l’anguria mini striata Gavina, i meloni Majores e Corallo. “Gli investimenti in termini di superfici sono tornati a livello preCovid - dichiara Lotta - ci aspettiamo un progressivo ritorno alla normalità, grazie alla campagna di vaccinazioni. Stiamo puntando all’anticipo della stagione, ed effettivamente abbiamo immesso Eleonora sul mercato già da metà maggio, con 15 giorni di anticipo sul 2020, grazie alle produzioni in
OP Agricola Campidanese lavora per la salvaguardia delle api con OP Terrantiga Apicoltori Sardi. Il sempre minor utilizzo di fitofarmaci, l’esclusione di alcune molecole dai piani di difesa, l’utilizzo di microrganismi e insetti utili, permettono di avere frutta e ortaggi con un minore impatto ambientale. Grande attenzione viene posta all’utilizzo dei fitofarmaci quado le api sono presenti all’interno dei campi. OP Agricola Campidanese ha bandito tutti i prodotti che possono creare problematiche a questi insetti, che sono fondamentali per il nostro ecosistema.
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per soddisfare al meglio il consumatore “inLavoriamo termini di palato, di salubrità e di sostenibilità. Siamo in dirittura di arrivo con il residuo zero e collaboriamo con OP Terrantiga Apicoltori Sardi per proteggere la api, le custodi della biodiversità ” Salvatore Lotta (direttore com.le OP Campidanese)
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serra. Quest’anno sono 10 ettari, il prossimo saranno 30-40 ettari di serre tutti per Eleonora. Peraltro colore e sapore sono convincenti, il grado brix è superiore a 13: niente male per una produzione precoce”. Nel complesso quest’anno sono 120 ettari gli ettari riservati a Eleonora, per un raccolto stimato a 7-8 mila tonnellate. I primi di maggio è iniziata anche la raccolta della anguria mini tradizionale. Nel l N.35 l APRILE 2021
mese di giugno sarà la volta di Corallo e Gavina, a luglio partirà Majores. Per Gavina, l’anguria storica di OP Agricola Campidanese, sono 90 gli ettari investiti. “Ma precisa Lotta - non vorrei tanto parlare di superfici investite e volumi, quanto di sapori, aromi, pro-
fumi. Noi stiamo lavorando su questo: soddisfare il consumatore finale. Anche in termini di salubrità e sostenibilità. Siamo in dirittura di arrivo con il residuo zero, un concetto che a nostro avviso va oltre il biologico, e collaboriamo con OP Terrantiga Apicoltori Sardi per salvaguardare la api, autentiche custodi della biodiversità”.
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La patata italiana che cresce anche sui mercati esteri Pizzoli Spa è la prima realtà in Italia nel settore patate Eugenio Felice
Pizzoli, leader in Italia nelle patate, nel 2020 è riuscito a confermare il fatturato del 2019, attorno ai 100 milioni, nonostante tutte le difficoltà operative legate alla pandemia e che una parte significativa dell’attività sia rivolta al canale ristorazione. Come è stato possibile? Cosa significano innovazione, sostenibilità e comunicazione per Pizzoli? Lo abbiamo chiesto a Nicola Spanu, resp.le marketing dell’azienda che da tre generazioni si impegna per offrire agli italiani il meglio delle patate L’anno del Covid. “Il 2020 è stato un anno indubbiamente complesso che abbiamo fin da subito affrontato con dinamismo e flessibilità, implementando un’accurata revisione continuativa dei nostri piani, soprattutto marketing e commerciali”, ci riferisce Nicola Spanu. “Un lavoro che ha consentito a Pizzoli Spa di confermare, seppur con dinamiche differenti, i risultati di fatturato dell’anno precedente, di 100 milioni di euro. Un esito tutt’altro che scontato, ma ottenuto grazie all’unicità del nostro modello di sviluppo che si articola in ben cinque mercati differenti: il mercato delle patate fresche e surgelate destinate ai consumi domestici, il mercato delle patate surgelate destinate ai consumi fuori casa, il mercato delle patate da seme, e infine l’export che conferma il grande potenziale del prodotto italiano sui mercati internazionali”.
“Nel 2020, pertanto, le vendite incrementali registrate nell’ambito della grande distribuzione ci hanno consentito di limitare il forte impatto negativo determinato dalle misure restrittive imposte al settore della ristorazione. A livello aziendale il nostro orientamento strategico nel breve-medio termine prevede anche un ulteriore focus sul mercato dei consumi “out-ofhome” e l’intensificazione dei rapporti commerciali con l’estero, principalmente in Asia e Middle East”. Innovazione. “L’innovazione nel campo alimentare - spiega Nicola Spanu - è un fenomeno splendido. È un’innovazione sociale che guarda all’evoluzione dei costumi: c’è sempre meno tempo per cucinare ma le persone sono sempre più attente alla qualità, i bambini hanno esigenze nutrizionali imprescindibili e le mamme hanno biso-
Iodì è un’esclusiva di Pizzoli Spa. È la patata buona che è anche fonte di iodio, un prodotto unico che garantisce alta qualità, sapore genuino e straordinaria versatilità di utilizzo in tante ricette. Le patate Iodì assorbono lo iodio durante la crescita, in modo naturale: una porzione di 200 grammi di patate fresche Iodì apporta il 30% del valore nutritivo giornaliero consigliato.
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il consumatore ha in mano tutti gli strumenti “perOggi premiare i brand che attuano politiche di valore
concrete e coerenti. Questa premessa è in linea con la vocazione e la mission di Pizzoli: offrire prodotti e servizi di qualità col minimo impatto ambientale” Nicola Spanu (responsabile marketing Pizzoli Spa)
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Pizzoli coltiva le patate con pratiche agronomiche il più possibile naturali o a basso impatto, nella concimazione e nella difesa da insetti e malattie, razionalizzando l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci.
gno di sentirsi rassicurate con prodotti che soddisfino loro e tutta la famiglia. Per la nostra azienda l’innovazione di prodotto rappresenta una delle principali voci di investimento con l’obiettivo di garantire sempre esperienze di consumo gratificanti e ottime performance di servizio”. “Per quanto riguarda le patate surgelate - continua il responsabile marketing di Pizzoli Spa - nel 2020 sono state lanciate ben quattro nuove referenze dedicate al canale retail e tre per il mondo dell’ho.re.ca. Menzione particolare per la nuova patatina dal gusto straordinario siglata per l’appunto con il nome esplicativo di Una tira FRUITBOOKMAGAZINE
l’altra. La specialità, collocata all’interno del portafoglio di marca Patasnella, è stata insignita del premio Eletto Prodotto dell’anno 2021 per la categoria surgelati”. “Per Pizzoli il lavoro di ricerca e sviluppo include anche il mondo delle patate fresche - sottolinea Nicola Spanu - attraverso una continua ricerca e selezione di varietà di pregio che si innesta in un percorso virtuoso di costante valorizzazione della filiera e degli areali più vocati. Sempre nell’ambito della prima gamma, tra i tanti fiori all’occhiello di Pizzoli mi piace citare Iodì, la patata fonte di iodio, e anche varietà particolarmente premianti come Chérie, commer-
Nicola Spanu, responsabile marketing e comunicazione di Pizzoli Spa
cializzata con il marchio Pizzoli Rossana, che rappresenta una proposta eccellente per l’elevata versatilità in cucina e la sostenibilità della confezione realizzata in Sorl N.35 l APRILE 2021
Tutte le patate di Pizzoli sono frutto di una filiera produttiva costruita su fondamenta solide: gli areali italiani a più alta vocazione, gli agronomi più esperti e le varietà di patate più pregiate, accuratamente selezionate da uno staff di professionisti. Nell’ampia gamma di patate fresche ci sono Iodì, anche in versione Novelle; c’è Rossana che raccoglie solo le migliori patate di varietà Chérie, un prodotto dal gusto unico e inconfondibile grazie alla sua forma tipica e alla sua buccia dal colore rosso intenso; c’è Bianca, sinonimo di qualità e versatilità.
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SPOT DI PIZZOLI GUARDA L’ULTIMO
PATATE PER TUTTI LEGGI IL QRCODE!
mapeel, una soluzione innovativa in grado di abbattere di oltre il 20% il quantitativo medio di plastica rispetto alle tradizionali confezioni Vertbag, in più è 100% riciclabile”. Sotenibilità. “Tutto il comparto si muove verso una maggiore dinamicità, orientamento che indubbiamente passa dalla continua ricerca di soluzioni di prodotto pratiche e gratificanti oltre che significativamente etiche”, spiega Nicola Spanu. “Oggi il consumatore ha in mano tutti gli strumenti per premiare i brand che attuano politiche di valore concrete e coerenti. Questa premessa è perfettamente lineare con la vocazione e la mission dell’azienda Pizzoli: un impegno a offrire costantemente prodotti e servizi di qualità con il minimo impatto ambientale. Faccio qualche esempio: per la coltivazione delle nostre patate promuoviamo metodi di irrigazione water-saving e nel nostro stabilimento di Budrio (Bo) siamo dotati di un impianto l N.35 l APRILE 2021
di biomasse che utilizza gli scarti della lavorazione per produrre energia elettrica”. Comunicazione. “Nell’ambito delle patate, dove è elevato il rischio di banalizzazione ed appiattimento sul mondo delle commodity, è sempre più vitale strutturare architetture di marca distintive, concentrando investimenti in strategie di posizionamento e attività di comunicazione coerenti, efficaci e di lungo periodo”, sottolinea il responsabile marketing di Pizzoli Spa. “I valori cardine della comunicazione sul prodotto non possono prescindere dal racconto di temi quali il gusto, la convivialità e la componente di servizio, tutti driver fondativi nelle scelte di acquisto del consumatore. Il linguaggio scelto privilegia quindi codici di modernità e freschezza, adatti a creare
empatia e divertimento senza mai trascurare la competenza e la rassicurazione che derivano dall’importante lavoro che sta dietro ogni grande marca”. “Il concept della nostra ultima campagna pubblicitaria - conclude Nicola Spanu - ne è un chiaro esempio. Il claim dello spot è: Per ogni cosa che noi italiani amiamo fare c’è una patata Pizzoli. Uno spot che racconta gli innumerevoli modi che gli italiani hanno di cucinare le patate e di godersi il gusto straordinario di Pizzoli: dalle patate fresche Iodì al love brand Patasnella, dalle gustose novità del mondo WeLove, alle speciali Croccomagie Disney con uno sguardo inclusivo al mondo dei professionisti della ristorazione che ogni giorno scegliendo la qualità dei prodotti Pizzoli diventano stimati e autorevoli ambassador”.
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Nicofrutta, l’ananas della Repubblica Dominicana si fa solidale e sostenibile Importante accordo tra Nicofrutta, Nicoverde e Asopropimopla avvallato da GIZ Giancarlo Sbressa
Il più grande produttore di ananas al mondo è il Costa Rica e in generale il Centro America. Tra le varie origini la Repubblica Dominicana si è ritagliata nel tempo una quota di mercato rilevante per via della qualità elevata dei suoi ananas, raccolti maturi e inviati ai quattro angoli del pianeta con trasporto aereo. La novità è che ora questi ottimi ananas potranno arrivare anche via nave e saranno il frutto di una filiera solidale e sostenibile, rispettosa dei lavoratori e dell’ambiente L’azienda veronese Nicofrutta Srl, guidata da Luciano Nicolis, prosegue il suo percorso per valorizzare una filiera solidale e sostenibile dell’ananas. Al lavoro svolto in Costa Rica dall’azienda controllata Nicoverde Sa - i suoi ananas si trovano presso diverse insegne della grande distribuzione europea si affianca adesso il nuovo progetto per la Repubblica Dominicana, origine nota in particolare per le ananas raccolte mature e inviate ai quattro angoli del pianeta con trasporto aereo, grazie all’elevato traffico che si concentra su Santo Domingo per motivi turistici, traffico messo dal 2020 a dura prova dal Covid-19. L’accordo di cooperazione tecnica ed economica è stato siglato all’inizio di marzo 2021 tra l’Associazione dei Produttori di Ananas Monte Plata - Asopropimopla e le società Nicofrutta Srl (Italia) e Nicoverde Sa (Costa Rica), con l’obiettivo di promuovere la commercializzazione dell’ananas sul mercato europeo, a marchio Nicogold o a marchio del distributore e trasportato via nave. In sostanza Nicofrutta FRUITBOOKMAGAZINE
Srl ha la rappresentanza esclusiva davanti agli attori della distribuzione europea dell’ananas prodotto da Asopropimopla. Inoltre, tale associazione di produttori sta ricevendo assistenza tecnica da esperti di Nicoverde Sa. L’assistenza riguarda in primis l’inclusione di criteri di biodiversità nella produzione e l’inizio di un processo di transizione verso piantagioni sostenibili e responsabili.
Nicofrutta è un’azienda italiana che dal 2003 opera nell’import-export di ananas dal Costa Rica. Nel Paese, l’impresa possiede la controllata Nicoverde, proprietaria di un impianto di confezionamento e di produzioni proprie nella regione di Pital di San Carlos, nella provincia di Alajuela. La filiera di Nicofrutta è supportata da circa 120 piccoli produttori organizzati in cooperative e associazioni.
Foto: GIZ
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I tratti distintivi del progetto sono il trasporto via “nave che dalla Repubblica Dominicana è una novità
e la sostenibilità che fa bene ad ambiente, lavoratori e comunità nei luoghi di produzione e si traduce in frutti più sani e buoni per i consumatori europei ” Luciano Nicolis (presidente di Nicofrutta)
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L’assistenza copre anche la modernizzazione dei processi di produzione e garantirà la qualità dell’ananas ai fini dell’esportazione verso i mercati internazionali. Grande attenzione viene riservata alle comunità e al rispetto dei diritti dei lavoratori. Il progetto prevede nuove assunzioni e contribuirà alla crescita economica e sociale della provincia di Monte Plata, dove Asopropimopla conta 160 produttori e circa 1.000 ettari di piantagioni. La firma dell’accordo è stata effettuata in Costa Rica e ha visto la partecipazione di Luciano Nicolis, presidente di Nicofrutta; Jorge Sanchez, direttore generale di Nicoverde; Joelin Santos Contrel N.35 l APRILE 2021
ras, presidente di Asopropimopla; e Svenja Paulino, direttrice di GIZ, il programma tedesco per la cooperazione e lo sviluppo From Field to Plate, commissionato dal Ministero Federale Tedesco per l’Ambiente (BMU). GIZ ha accompagnato la sottoscrizione dell’accordo, finalizzato allo sviluppo di azioni a favore del miglioramento della produzione e all’implementazione di processi produttivi responsabili in termini di biodiversità. “I nostri tecnici - ci ha riferito Luciano Nicolis, presidente di Nico-
frutta - sono già in Repubblica Dominicana per formare i produttori. Il progetto quindi è entrato subito nella fase operativa. Il primo container è partito già in aprile. Gli aspetti più rilevanti di questo progetto sono, da una parte il trasporto via nave che per la Repubblica Dominicana rappresenta una novità, dall’altra la sostenibilità, che si traduce in tecniche di coltivazione più rispettose dell’ambiente e in un trattamento equo dei lavoratori impiegati, ma si traduce anche in frutti più sani per i consumatori europei, con l’obiettivo di arrivare a ottenere il residuo zero”.
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Agricola Moderna tra i pionieri del vertical farming La visita alla vertical farm di Melzo (Mi) che produce dal 2020 Barbara Righini
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Dal 2015, anno dell’Expo di Milano, il vertical farming è diventato una tecnica di coltivazione indoor concretamente nelle opzioni anche delle aziende italiane. Negli ultimi cinque anni, in effetti, se ne sente parlare sempre più spesso e fra il 2020 e il 2021 hanno debuttato diverse realtà che, oltre a sperimentare sono entrate sul mercato come fornitrici della Gdo e di altri canali di vendita. È il caso di Agricola Moderna, giovane azienda di Melzo. L’abbiamo visitata in esclusiva Aprire una vertical farm non è più qualcosa che appartiene al futuro, basti dire che a Pordenone si tiene annualmente, Covid-19 permettendo, Novel Farm, mostra convegno dedicata proprio alle nuove tecniche di coltivazione, al fuori suolo e al vertical farming, appunto. Le aziende che offrono soluzioni tecniche sono cresciute parallelamente all’interesse. Siamo andati a visitare Agricola Moderna - giovane azienda milanese nata anche grazie a Milano Food District, polo didattico e incubatore che si occupa di food - una delle prime aziende italiane ad essersi buttata nell’avventura del vertical farming. Ma andiamo con ordine e facciamo prima un quadro del settore e delle prospettive di sviluppo. Innanzitutto, per vertical farming si possono intendere diversi sistemi. È comunque un sistema intensivo di produzione vegetale indoor che si sviluppa in verticale con l’ausilio di luci led, ma cambia nome a seconda che sia situato in capannoni industriali, in container oppure, in scala minore, all’interno di supermercati dove la produzione FRUITBOOKMAGAZINE
incontra il consumatore (in-store farm), in ufficio (prima che lo smart working spopolasse) o direttamente in casa (appliance farm). Secondo il Global Cea Census Report del 2020, censimento realizzato sull’agricoltura in ambiente controllato, sentendo oltre 370 persone del settore, in 58 Paesi, il 60% dei coltivatori in ambiente controllato lavora utilizzando un sistema di vertical farming. Si tratta di un 20% in più rispetto al 2019. Più del 70% dei fondatori di queste aziende è giovane o giovanissimo e quasi la metà degli intervistati non ha alcuna esperienza in agricoltura. Un settore dunque, il vertical farming, che si prospetta molto dinamico. Secondo la ricerca Vertical Farming in Europe: present status and outlook (2019) firmata da Leo Marcelis e Michele Butturini dell’Università di Wageningen, “il vertical farming coinvolge ancora un numero relativamente piccolo di aziende in Europa ma sta attraendo molti investimenti”. È notizia recente, per esempio, quella dell’investimento dell’ex patron di Diesel Renzo Rosso in Planet Farms, la
Agricola Moderna di Melzo (Mi) è probabilmente la prima vertical farm in Italia ad aver portato, nella primavera 2020, le sue insalate in distribuzione, presso alcuni Carrefour e nell’e-commerce di Cortilia. “Buone. Sane. Fresche. Più vicine a te e all’ambiente”: questo si legge nella homepage del ricco sito web dell’azienda fondata da Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti (nella foto sopra).
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Foto: Marco Garofalo
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più grande vertical farm d’Europa che si trova a Cavenago (Mi). Secondo la ricerca citata l’espansione del settore è stata spinta finora dall’abbassamento dei prezzi della tecnologia legata alla luce led e dalla domanda di cibo sano, fresco e a km zero dei consumatori. Gli investimenti iniziali sono molto alti ma è un metodo di coltivazione che promette tanto in termini di sostenibilità ambientale, anche se, ancora, c’è da lavorare sul consul N.35 l APRILE 2021
mo di elettricità. Proprio su questo punto lascia ben sperare una dichiarazione di Mattia Accorsi, ricercatore che lavora per la romagnola C-Led, azienda che si occupa di illuminazione per l’indoor farming: “Negli ultimi sei mesi - ha detto Accorsi durante un evento organizzato da Novel Farm - abbiamo portato a termine una lampada che permette un abbattimento dei consumi energetici del 40-50%. Ciò significa ridurre di altrettanti Watt l’energia che serve per la dissipazione termica delle lampade: potremmo quindi essere agli albori di una svolta nella tecnologia Led”. FRUITBOOKMAGAZINE
è continuo, il percorso è lungo ma “giàL’investimento rispetto allo scorso anno siamo cresciuti nei
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Foto: Marco Garofalo
volumi di vendita e abbiamo imparato tantissimo. Crediamo molto che questa coltivazione avrà spazio nei prossimi anni, anche se la domanda va creata ” Pierluigi Giuliani (cofondatore Agricola Moderna)
Allo stesso incontro ha partecipato anche Pierluigi Giuliani, uno dei due fondatori di Agricola Moderna, azienda che ha debuttato con la sua produzione di insalate in piena emergenza Covid, durante il primo lockdown, e che oggi rifornisce Carrefour e Cortilia. Entrando nell’impianto produttivo, un anonimo capannone nella zona industriale di Melzo (Mi), colpiscono subito il fermento e la giovane età di tutti coloro che sono impegnati in azienda: i due fondatori, oltre a Giuliani c’è Benjamin Franchetti, hanno 33 anni e la media in azienda è di 32 anni. L’odore di insalata fresca, nonostante la mascherina FFP2, pervade l’aria. L’impianto, per adesso, coinvolge circa 800 mq di superficie coltivata, su otto piani, ma a breve, probabilmente già entro il 2021, partirà la costruzione di un nuovo sito produttivo, sempre a Melzo, che porterà la superficie a un ettaro coltivato. I due imprenditori sono convinti della scelta: FRUITBOOKMAGAZINE
“Con Benjamin abbiamo fondato Agricola Moderna nel 2018. Abbiamo raccolto i fondi che ci servivano - ci ha spiegato Pierluigi Giuliani e nel 2020 siamo realmente partiti con la produzione per il mercato. L’investimento comunque è continuo, il percorso è lungo ma, già rispetto allo scorso anno siamo cresciuti nei volumi di vendita e abbiamo imparato tantissimo: dopo un anno di dati capisci molto di più, ogni giorno apprendi qualcosa di nuovo. Solo un anno fa eravamo in 7, oggi siamo 18 persone, otto delle quali ricercatori. Crediamo molto che questa coltivazione avrà spazio nei prossimi anni, ma la domanda va creata”. L’entusiasmo per la nuova avventura è palpabile, d’altra parte Agricola Moderna con una manciata di altre imprese sta facendo strada: “Coltiviamo, per ora, insalate a foglia, fra baby
leaf e aromatiche. Lavoriamo su lattughe e brassiche di diversi tipi. Stiamo inoltre sperimentando, con il reparto ricerca e sviluppo, l’idea di coltivare, in futuro, anche pomodori e fragole. È tutto una continua scoperta. Creare un’azienda è difficile sempre ma qui noi non abbiamo standard industriali, riferimenti per efficientare il sistema. Stiamo creando noi gli standard”. Le camere di crescita sono pervase da luci che tendono al rosa e, su ogni ripiano, si possono vedere i diversi stadi di crescita delle insalate. In pochi metri quadrati si passa dalla semina al prodotto finito, già confezionato e pronto per essere inviato ai centri logistici. Si produce 365 giorni l’anno e il ciclo delle piante è più veloce: “Noi facciamo fra i 17 e i 19 sfalci annui quando, a pieno campo, si arriva al massimo a sette”, ha detto ancora Giuliani. Nell’attuale impianto di Melzo si producono 500 kg a settimana di insalate mentre, quando sarà pronto quello nuovo, la produzione dovrebbe attestarsi a 10 mila kg a settimana. “Tecnicamente il sistema si chiama idroponico flusso e riflusso - ci ha spiegato Davide Sosso, agronomo ricercatore che, per guidare il team di agronomi di Agricola Moderna, è rientrato in Italia dagli Stati Uniti - si tratta di un idroponico avanzato. Le radici sono a contatto con la soluzione nutritiva solamente una volta al giorno per alcuni minuti, mentre la pianta cresce su un substrato a base di torba i cui componenti sono comunemenl N.35 l APRILE 2021
Foto: Marco Garofalo
Libere da pesticidi, al 100%. Kilometro (quasi) zero. Un gusto e una croccantezza come nemmeno le insalate di prima gamma hanno. Non c’è bisogno di lavarle, proprio come le insalate di prima gamma. Una shelf life incredibile, che arriva a 10 giorni. Gli assi nella manica per le insalate, le aromatiche e un domani, chissà, pomodori e frutti di bosco, sono tante. La sfida più grande non è oggi quella del prezzo, allineato con il prodotto bio, ma superare lo scetticismo del consumatore finale (medio) per un’insalata prodotta senza vedere mai la luce del sole (ef ).
te in commercio, ma la ricetta specifica della miscela è da noi studiata. La torba quindi fa da buffer, protegge le radici da sbalzi idrici, sbalzi di nutrienti, e fa in modo che l’apporto di nutrienti sia omogeneo”. Nel reparto ricerca e sviluppo si confrontano continuamente agronomi, ingegneri, data scientist, la mole di dati che ogni giorno va analizzata è enorme: “Controlliamo tutti i parametri - ci racconta ancora Sosso -. Per ogni specie, per ogni stadio di crescita abbiamo la ricetta di luce, acqua, aria, nutrienti di cui ha bisogno la pianta. Le nostre celle sono piene di sensori. È come se ogni giorno la pianta vedesse il suo giorno migliore. Analizziamo anche la qualità con panel di degustazione e quantifichiamo i metaboliti presenti in insalate e brassiche, con l’aiuto dell’Università di Milano”. Giuliani, Franchetti e il team di Agricola Moderna stanno cercando di mettere a punto un modo nuovo di fare agricoltura, che sia economicamente sostenibile e che vada contemporaneamente a vantaggio del consumatore e dell’ambiente: “Consumiamo il 98% in meno di suolo, il 95% in meno di acqua, il prodotto è nickel free - ha precisato Giuliani. Uno dei valori aggiunti qui è che tutto succede in pochissimi metri di filiera. Nell’impianto attuale, fra la semina e il confezionamento non ci sono più di 20 metri di distanza e il prodotto non esce mai dalla vertical farm. Poi consegniamo a 50, 100 km al massimo. Non ci sono passaggi intermedi fra l N.35 l APRILE 2021
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la produzione e la consegna ed evitiamo quindi anche sbalzi termici. Questa è una filiera integrata a km zero”. Il consumatore però è pronto a riconoscere il valore di un prodotto di questo tipo? “In Italia ci vorrà del tempo ma qualche consumatore è già pronto, è un percorso che faremo. Ci saranno consumatori più attenti di altri, siamo un nuovo segmento che entra in scaffale e non andiamo a sosti-
tuire l’agricoltura tradizionale. La Gdo ci ha accolto bene. Noi usciamo a un prezzo in linea con il biologico di alta gamma e tecnicamente non possiamo essere definiti biologici per una questione legislativa che andrà portata all’attenzione di Bruxelles, è un tema che andrà affrontato. Chi c’è infatti più bio di noi? Il sistema è controllato, non possono entrare patogeni e di conseguenza non usiamo alcun tipo di pesticida. La tecnologia corre sempre più veloce delle normative”.
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Campagna uva alle porte: soluzioni di imballaggio per un approccio green Come gli operatori possono avere un ruolo attivo nello sviluppo di un’economia circolare? Marco Zanardi
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Carton Pack, seguendo un approccio strategico in cui si considera la sostenibilità come un valore fondamentale del mix di prodotto, presenta alcune soluzioni innovative per la prossima campagna uva. Molte insegne della Gdo ormai richiedono imballaggi in carta leggeri, riciclabili o compostabili per rispondere alle esigenze di riduzione dell’impatto ambientale, economico e funzionale. L’azienda con sede a Rutigliano propone un ricco assortimento, composto anche da soluzioni plastiche Soluzioni che presentano peraltro un’ampia possibilità di personalizzazione. Le FlatBag per esempio sono buste a doppio fondo quadro in carta riciclabile al 100% dotate di manici molto resistenti che hanno un effetto “teaser”, cioè invogliano il consumatore a prenderle e portarle via. Sono il risultato dell’ottimizzazione delle borse per il settore ortofrutta. La loro dimensione è personalizzabile in base alle esigenze del cliente, si può andare dai 350 grammi di contenuto fino a più di 1 kg. Si possono disporre perfettamente in un plateau da 56 pezzi nel formato 30x40 (4.5-5 kg). Il doppio fondo quadro consente una facile apertura durante il riempimento e l’alta densità delle carte utilizzate, determina inoltre una forte resistenza all’umidità. Il loro materiale permette una completa personalizzazione: sono disponibili sia in colore neutro naturale “avana” che in carta bianca. Un assoluto valore aggiunto, in termini di valorizzazione del prodotto contenuto e della visibilità di marca, è la possibilità di stampare fino a 10 colori e decoraFRUITBOOKMAGAZINE
re graficamente le FlatBag con qualsiasi tipologia di motivo grafico rendendole un importante strumento di comunicazione per le aziende. Un best seller è tutt’ora la busta basic, senza manico e con il bordo lavorato, una soluzione molto semplice più adatta al prodotto convenzionale. Sempre all’interno del mondo buste, un’ottima soluzione per ridurre la quantità di plastica è la busta in LDPE, un film resistente, con un ottimo appeal verso il consumatore. Anche in questo caso è fornito un servizio completo, dalla progettazione grafica, alla stampa,
Carton Pack, global packaging expertise, è tra le aziende leader in Italia nell’imballaggio alimentare, con oltre 50 anni di esperienza e una capacità produttiva che si attesta a 35 mila tonnellate l’anno. In questa pagina, sotto: il modello D2, riferimento nei termoformati; il bicchiere BK, che può essere termosaldato o con coperchio. Nella pagina a lato: in basso le buste FlatBag a doppio fondo quadro in carta riciclabile al 100%. Sopra le buste nel film resistente LDPE.
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Carton Pack sviluppa soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale del packaging, ottenendo un riscontro positivo anche dalla grande distribuzione: Aldi Italia infatti è stata la prima insegna a inserire a scaffale prodotti confezionati in Social Plastic e in molti si stanno interessando a questo progetto.
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alla distribuzione capillare, seguendo le esigenze specifiche del settore produttivo dell’uva. Sempre dal punto di vista del materiale plastico e grazie alla collaborazione con Plastic Bank, Carton Pack può fornire una gamma di imballaggi termoformati interamente prodotti in Social Plastic, plastica recuperata dall’ambiente e destinata ad inquinare gli oceani. Social Plastic ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita delle persone che vivono nei Paesi in via l N.35 l APRILE 2021
di sviluppo, dove l’inquinamento da plastica è il più alto in assoluto. L’assortimento spazia dai formati snack, alle piccole grammature, fino ai modelli per grandi formati. Il bicchiere BK, che è specifico per l’uva sgrappolata, è disponibile in varie altezze, con un manico integrato e brevettato, per fornire una soluzione d’imballaggio trendy e funzionale, completamente monomateriale. Il BK è stato progettato per il confezionamento sia con film top seal, partendo da formati pic-
coli da 250 grammi, fino al formato da 500 grammi, ma anche con un innovativo coperchio a chiusura interna. Ancora, il modello D2 è il nuovo punto di riferimento nell’ingegneria degli imballaggi termoformati. Il profilo del bordo superiore è stato ridisegnato per garantire la massima resistenza durante il processo di termosaldatura. I profili angolari sono stati rinforzati da nervature solide con linee arrotondate. Entrambi i lati sono stati resi più luminosi e più lineari per consentire una perfetta visibilità del contenuto. Il valore più grande tuttavia sta nella struttura del fondo: il layout presenta alcune placche per la migliore distribuzione del peso e l’innalzamento dell’intera struttura. La respirazione ottimale del prodotto fresco (anche se impilato) è rafforzata da speciali bocche di aerazione studiate per raccogliere l'aria esterna e introdurla dal fondo e dal lato del vassoio.
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S I C H I A M A N O S U M M ER L O V E R ’ Z L E N U O V E R I C ET T E E S T I V E F I R M A T E Z E R B I N A T I
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Creme, minestre e zuppe quest’anno non vanno in vacanza: i toccasana invernali per eccellenza diventano ricette ideali anche per la stagione calda con la linea “Summer Lover’Z” di Zerbinati. Cinque ricette healthy che si ispirano ai sapori e ai profumi tipici dell’estate italiana, con naming e packaging dai rimandi appositamente stagionali che stimolano, in maniera allegra, l’acquisto. Le referenze Summer Edition sono perfette per un pasto buono, sano e soprattutto già pronto, da gustare a casa o in ufficio: 100% vegetali e con un’etichetta cortissima, sono a base di legumi, cereali e verdure fresche e di stagione. Pratiche e gustose, sono l’alleato ideale per evitare di mettersi ai fornelli nelle giornate calde, senza rinunciare a gusto e praticità. Le cinque referenze coprono infatti sia il formato da 620 grammi, due porzioni pensate per il consumo domestico, sia il formato da 310 grammi monoporzione. Nelle ricette Summer Lover’Z vengono utilizzate verdure italiane fresche, solo olio extravergine di oliva italiano e, nelle ricette che lo prevedono, il basilico di origine genovese. Il
PE R L A MD D , S E L E X S C E G L I E S O R MA P E E L C H E PE R ME T T E D I R I D U R R E L A P L A S T I C A D E L 3 0% Sormapeel, l’innovativa e ultra-leggera linea di packaging per l’ortofrutta, entra nei supermercati del Gruppo Selex. Conclusa con successo la fase di test, la soluzione di Sorma Group sarà adottata per tutte le confezioni in rete del reparto ortofrutta dei prodotti a marchio del distributore di Selex. Il gruppo distributivo si classifica così come la prima insegna ad aver apportato un cambio totale e radicale, applicando Sormapeel a tutta la propria offerta MDD.
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basilico, oltre ad essere un ingrediente di forte connotazione territoriale, è anche rimando diretto a sapori freschi e prettamente estivi. Come sempre, tutte le ricette Zerbinati sono senza glutammato, senza conservanti, senza coloranti o aromi artificiali. Sono confezionate in ciotola microondabile 100% riciclabile e cartoncino certificato FSC. Su tutti i packaging Zerbinati sarà presente il bollo “sosteniamo il nostro ambiente”, che comunica i primi passi del brand verso confezioni sempre più sostenibili e riciclabili.
Si tratta di una piccola grande rivoluzione: la componente in plastica delle confezioni scelte da Selex sarà mediamente inferiore del 30% rispetto agli imballaggi tradizionali e avrà un 30% di componente in carta in più, fattore che veicolerà la concreta attenzione delle insegne del Gruppo Selex alla sostenibilità ambientale. “Questo passaggio - ha dichiarato Luca Vaccaro, direttore MDD del Gruppo Selex - rientra all’interno di un ampio progetto legato alla sostenibilità di tutti i prodotti a marchio del distributore. Selex si sta impegnando da oltre un anno in un percorso che tocca 4 pilastri: la tutela delle condizioni di lavoro dei nostri fornitori e della relativa filiera, la qualità delle materie prime impiegate, l’educazione alimentare e la riduzione dell’impatto ambientale dei nostri pack. Stiamo lavorando per ridurre la quantità di plastica a parità di prestazioni, stiamo convertendo imballaggi non riciclabili in riciclabili e stiamo eliminando eventuali overpack”. Siamo molto soddisfatti che aziende di questo calibro si siano mosse così velocemente per concretizzare il proprio impegno nella sostenibilità - ha commentato Mario Mercadini, large scale manager di Sorma Group - Sormapeel soddisfa infatti le 3 “r”: riduzione, riciclabilità e riutilizzabilità”. l N.35 l APRILE 2021
A S PA R A G I , L O SP E CI A LI ST A CO N D I N P U N TA A L L E C O N FE Z I O N I 1 0 0% C A RT O N E ZI PP S OL U T I O N D I F RU T M A C Tra i maggiori specialisti italiani nella produzione e commercializzazione di asparagi c’è l’azienda altoatesina Condin, sede a Termeno (BZ), che 15 anni fa ha deciso di diversificare gli investimenti, fino a quel momento tutti orientati alle mele, per puntare agli asparagi, che con gli anni sono diventati la coltura principale dell’azienda, con una crescita progressiva, fino ad avere oggi circa 200 ettari tra Rovigo e Padova. Il magazzino di lavorazione si trova a Castelbaldo (PD), dove ha sede anche l’OP Asparago Condin & C., magazzino che è certificato peraltro IFS High Level. “Devo dire che la nostra crescita non è casuale, è il risultato di un lavoro costante sulla qualità degli asparagi che produciamo”, ci spiega Hans-Jörg Weissteiner, responsabile commerciale di Condin. “Iniziamo a produrre a metà febbraio, terminiamo a fine maggio. Abbiamo clienti sia nella Gdo italiana ed estera, sia nel canale all’ingrosso, oltre ad avere una attività al dettaglio e un e-commerce attivo per il CentroNord Italia sotto il brand Asparagus. La ricerca dell’eccellenza e della costanza da un punto di vista qualitativo, la piena soddisfazione dei clienti, la capacità di leggere il mercato e
saper anticipare le sue richieste, ci hanno permesso di crescere ogni anno di più”. E così Condin è stata la prima azienda del settore asparagi in Europa a installare, nel mese di maggio, la macchina confezionatrice per vassoi in cartone Zippmatic di Frutmac, azienl N.35 l APRILE 2021
da di Nalles (BZ) che da 50 anni progetta e costruisce linee di confezionamento per alimenti freschi, ortofrutta in primis. “Il tema degli imballaggi, così come quello della sostenibilità, passata l’emergenza sanitaria, torneranno al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e quindi della distribuzione”, dichiara Weissteiner. “La nuova confezione Zippsolution ci permette di raggiungere due importanti risultati: il primo,
proteggere gli asparagi, in particolare le punte solitamente esposte, e questo si traduce in minori sprechi e perdite; il secondo, dare al mercato quello che sta tornando a chiedere a gran voce, un imballaggio senza plastica, 100% cartone, che oltretutto comunica e identifica gli asparagi a scaffale, un imballaggio che lascia vedere bene il prodotto grazie al disegno della fustella. In questo finale di campagna - conclude Weissteiner - stiamo facendo dei test con alcuni clienti della Gdo italiana ed estera e stiamo prendendo le misure con la macchina, così da essere pronti per la campagna 2022”. “Con Zippsolution l’ecodesign delle confezioni diventa praticamente senza limiti, a beneficio di confezionatori, distribuzione e consumatore finale”, dichiara Stephan Christoph, amministratore delegato di Frutmac. “Con Zippsolution possiamo personalizzare non solo la grafica da applicare alla confezione ma anche la fustella e quindi la forma della confezione, oltre al suo materiale, raggiungendo possibilità finora inesplorate in termini di comunicazione al consumatore finale. Si aprono quindi grandi opportunità di marketing. Da non sottovalutare poi la nostra grande expertise nella progettazione di macchine automatiche per il confezionamento. In questo caso la nostra Zippmatic è la soluzione ideale per un confezionamento veloce, facile, affidabile e flessibile”. FRUITBOOKMAGAZINE
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C O O P S O L E : AL V I A I L N U O V O P AC K A G I N G S Ì B O N S O S T EN I B I L E D A 5 0 0 G R A M M I P ER LE F R A G O LE
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Ecocompatibile, funzionale, raffinato. È con questi tre aggettivi che Pietro Ciardiello, direttore generale di Coop Sole, ha presentato il nuovo packaging da 500 grammi della linea premium SìBon. “Questa confezione - ha spiegato - è il risultato di un lavoro avviato da mesi, nel quale sono state impiegate risorse tecniche e creative focalizzate su un improrogabile obiettivo: ottenere una soluzione ancora più green senza abbassare la capacità attrattiva del marchio; al contrario, accrescendola. Non è stato facile ma, alla fine, grazie anche alla collaborazione con Carton Pack che ci ha seguiti in questa ostinata ricerca, siamo riusciti a realizzare la nostra idea iniziale”. “Nel nuovo packaging SìBon - ha aggiunto il direttore abbiamo voluto concentrare tutti i requisiti che il consumatore attuale può ricercare e che la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente e del mercato esige: la confezione è realizzata in carta kraft, dotata di coperchio con finestra in materiale biodegradabile e un sistema ad incastro che ne assicura la perfetta tenuta. Siamo così passati dallo smalti-
AM B R O S I A V A S O L D O U T A I N I Z I O A P R I L E : A S I A M E R C A T O S T R A T E GI C O , S O R P R E S A G E R M A N I A “In questa stagione 2020-21, le vendite di Ambrosia sono state molto dinamiche fin dal primo momento - afferma Marco Rivoira dell’omonimo gruppo piemontese - sia in Spagna che in Italia, ma un finale di stagione anticipato a inizio aprile è stato una sorpresa. Avevamo inizialmente programmato di coprire con le normali forniture tutto il mese di aprile, ma i
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mento facile della confezione precedente, ove era possibile separare i materiali per la raccolta differenziata, a una soluzione di totale derivazione vegetale, smaltibile interamente nella carta e riciclabile al 100%. Altro aspetto è quello della funzionalità: oltre a proteggere ottimamente il prodotto e a preservarlo da qualsiasi eventuale manipolazione successiva al confezionamento, questo packaging monostrato consente la visibilità di ogni singola fragola SìBon, così che il consumatore potrà valutare appieno l’integrità di ciascun frutto”. ”Terzo punto - ha concluso Ciardiello - è l’eleganza, con l’essenzialità del design e il cartone neutro”.
principali mercati hanno mostrato una richiesta più elevata del previsto ad inizio 2021, e abbiamo quindi deciso in accordo con i nostri clienti di non frenare e concludere anticipatamente”. “Anche la Germania è stata certamente una sorpresa molto positiva - precisa da parte sua Fabio Zanesco, direttore commerciale di VIP - dato che l’accoglienza da parte di clienti e consumatori è stata continua e superiore al previsto. Sapevamo di poter fare bene ma una richiesta così stabile è comunque la conferma di una varietà che si è affermata su basi davvero solide. In Scandinavia abbiamo ampliato la distribuzione e avremmo potuto fare senza dubbio di più, ma abbiamo mantenuto in equilibrio gli impegni sui diversi mercati, perché questo era l’obiettivo da raggiungere”. Da segnalare che in Asia la campagna è stata invece ridotta e interlocutoria, a causa dei problemi dovuti alla pandemia, alla logistica e a un mercato che solo a momenti è stato effettivamente ricettivo. “Crediamo comunque che i Paesi del Sud -Est asiatico restino molto interessanti per il profilo gustativo di Ambrosia - afferma Marco Rivoira - e quindi abbiamo del lavoro da fare per rilanciare la strategia commerciale nella prossima stagione”. l N.35 l APRILE 2021
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Irene Forte
Ortago, l’e-commerce padovano con logistica e qualità al centro 112
Ortago è il primo e-commerce con logistica integrata che parte dal Mercato ortofrutticolo di Padova (MAAP), in grado di consegnare frutta e verdura, che si possono acquistare a porzione, in un minimo di 12 ore, o al massimo 48 durante i fine settimana, raggiungendo oltre 600 comuni nell’area del Triveneto. Tra i punti di forza della start-up di Matteo Zorzato ci sono la flotta con 40 mezzi e il packaging ad hoc sanificato Ortago è una start-up che mira a quotarsi in borsa e che si occupa, fondamentalmente di e-commerce di ortofrutta. L’ideatore e fondatore è Matteo Zorzato, imprenditore molto noto nel Veneziano con una lunga storia famigliare nel settore dell’ortofrutta. La ricetta di Ortago è la seguente: logistica integrata che parte dal Mercato ortofrutticolo di Padova (MAAP), in grado di consegnare, con la propria flotta di 40 mezzi a temperatura controllata, frutta e verdura, che si possono acquistare a porzione, in un minimo di 12 ore, o al massimo 48 durante i fine settimana, raggiungendo oltre 600 comuni nell’area del Triveneto. Un progetto ambizioso che era impossibile da realizzare con la normale rete logistica esistente soprattutto per il mantenimento della temperatura ideale - tra gli otto e i dieci gradi - per la conservazione degli ortaggi e con le crescenti necessità di protezione causate dal Covid. Il packaging è uno degli aspetti su cui più si è concentrata l’attenzione della start-up. Ortago utilizza box isotermici sostenibili e riciclabili, realizzati in polistirolo alimentare, che d’estate vengono tenuti freschi dal ghiaccio alimentare in gel e d’inverno sono invece isolanti. Date le elevate quantità di merce trattate e movimentate e il particolare periodo storico, è stato siglato un accordo con Colors per l’adozione di Regenesis Viraloff Shield Spray con tecnologia Polygiene all’interno e all’esterno dei box per gaFRUITBOOKMAGAZINE
rantire protezione antimicrobica sulle superfici e inibire la proliferazione dei batteri, mantenendo inalterata la qualità dei materiali trattati, preservandoli dagli odori. Il nostro progetto sta ottenendo un grande successo soprattutto tra i giovani - spiega Matteo Zorzato, fondatore di Ortago - e per questo stiamo lanciando una linea di prodotti bio, molto richiesta da questo target, per la quale stiamo studiando un packaging speciale che deve mantenere le proprietà dei prodotti ed evitare il contatto con il resto della merce”. Ortago è nata durante il primo lockdown, quando la richiesta di frutta e ortaggi a domicilio è cresciuta in modo esponenziale. Da una parte si garantisce una elevata qualità di frutta e ortaggi, dall’altra prezzi comunque competitivi. Rispetto ad altri e-commerce a fare la differenza è il servizio logistico. Il primo prelievo avviene alle otto di mattina, presso il mercato di Padova, il secondo entro mezzogiorno, a Dolo (Ve) nella sede dell’azienda della famiglia Zorzato che da 70 anni lavora nel settore ortofrutticolo. Ortago non è un fruttivendolo o un grossista che si organizza per fare consegne a domicilio nella zona, ma un vero e proprio modello di business, che ha l’obiettivo di espandersi in tutte le regioni d’Italia, compreso il Centro-Sud. l N.35 l APRILE 2021