DALL’EMERGENZA COVID, A QUELLA DELLA BOLLETTA Gli italiani non hanno fatto in tempo a uscire dall’emergenza Covid, che si sono trovati nella cassetta delle lettere una bolletta che non è mai stata così alta. Un’emergenza che colpisce duro anche le aziende del settore ortofrutticolo IDEE TENDENZE MERCATI BUSINESS
ELNATHEDITORE
N.38 l FEBBRAIO 2022 l TRIMESTRALE
Editoriale
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Eugenio Felice
Il nemico in bolletta
Pig Beach, Big Major Cay, Bahamas
I dati diffusi dall’Istat relativi ai prezzi al consumo di gennaio confermano una crescita sostenuta del tasso di inflazione. L’indice generale registra un rialzo del 4,8%, con i beni energetici che proseguono la loro corsa, +38,6% su base tendenziale. Anche il carrello della spesa registra tassi di crescita significativi, del +3,2 per cento. I dati di gennaio confermano quindi la notevole incidenza dei beni energetici sull’incremento dell’inflazione, che cresce a tassi che non si vedevano da molti anni. L’effetto è molto rilevante sul sistema delle imprese e sulle famiglie e rischia di compromettere la ripresa economica. Secondo una recente rilevazione condotta da Federdistribuzione con Ipsos, il 43% degli italiani prevede di dover ridurre i consumi a causa dell’aumento dei prezzi e il 35% teme di non riuscire ad affrontare le spese ordinarie. Le imprese del settore ortofrutticolo se ne sono accorte, con bollette energetiche che sono salite di 4 volte rispetto a 12
mesi fa. “A parità di consumi, la nostra azienda ha pagato 66 mila euro solo per il mese di dicembre contro i 16 mila del dicembre 2020. L’elettricità sta toccando costi esorbitanti, fattori che non dipendono da noi e che spiazzano. E i nostri clienti, la grande ditribuzione in particolare, non vuole sentire parlare di rialzo dei listini”, ha dichiarato ad alcuni organi di stampa, a metà gennaio, Italo Catenaro, presidente della cooperativa abruzzese Rimfruit. Insomma siamo passati dall’emergenza Covid allo tsunami costi. l N.38 l FEBBRAIO 2022
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Quindi cosa dobbiamo aspettarci? “Il vero test sarà a Pasqua, quando le famiglie italiane, a seguito dei rincari nelle bollette, saranno costrette a tagliare anche il carrello della spesa”, questa la previsione dell’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. “Se si analizzano i bilanci degli ultimi due anni delle aziende produttrici - ha sottolineato - si nota che sono stati estremamente positivi. Ora non è possibile scaricare tutti i costi sui consumatori, come forse pensano di fare alcuni”. Ecco quindi l’appello a Ferrero & co. a rinunciare a parte dei propri margini. C’è poi però un’altro grande attore che può intervenire, ed è la mano pubblica. “Inutile prendersela solo con la grande distribuzione per questa crisi energetica e delle materie prime che sta mettendo fuori mercato tantissime imprese dell’ortofrutta”, ha dichiarato Giacomo Suglia, presidente di APEO Puglia. “Il problema non è tra noi e la Gdo, il problema sta più in alto: è il Governo che deve intervenire in modo convincente per alleggerire il carico delle bollette”. E, aggiungiamo noi, per regolare certi settori che adesso stanno facendo affari d’oro, come quello delle compagnie di navigazione, con la famiglia Aponte di MSC che, non contenta di un’isola alle Bahamas (e di essere sul podio dei più ricchi di Svizzera), ora vorrebbe prendersi l’ex Alitalia.
FRUITBOOKMAGAZINE
controeditoriale
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Eugenio Felice
I kiwi cinesi sbarcano in Cile Presto invaderanno l’Europa? 12
C’è stato un tempo in cui l’Italia era leader mondiale nel commercio di kiwi. Nel 2010 siamo arrivati ad esportarne 370 mila tonnellate. Solo un anno prima, il 4 marzo 2009, l’Italia festeggiava con Made in Blu la prima spedizione di kiwi verso la Cina. Si apriva un mercato da oltre 1 miliardo di potenziali consumatori. Passano gli anni, crescono nuove “origini” come Grecia, Turchia e Iran, la stessa Cina, da sempre primo produttore mondiale di kiwi, migliora gli standard qualitativi della produzione interna e la reputazione sul mercato interno e su quelli internazionali. Allo stesso tempo il kiwi italiano inizia a soffrire di batteriosi, di moria, di gelate primaverili, di attacchi di insetti. Un insieme di fattori avversi per cui la produzione, che a metà degli anni Duemila aveva superato anche il mezzo milione di tonnellate, si è ridotta sempre di più, in particolare per il classico kiwi verde Hayward, ormai attorno alle 200220 mila tonnellate. La Grecia con 275 mila tonnellate raccolte nel 2021 produce già oggi più kiwi verde dell’Italia. Con migliori condizioni pedoclimatiche e a costi più competitivi. Il presente è il kiwi giallo, su cui l’Italia può ancora dire la sua, con una produzione 2021 di 75 mila tonnellate. Il futuro è il kiwi rosso, tanto apprezzato dai consumatori quanto delicato e non propenso alla lunga conservazione. E la Cina? Beh, ce la siamo giocata. I kiwi se li producono a basso costo e se li mangiano loro. Resta una piccola quota di kiwi italiano venduto in Cina ma solo perché è commerFRUITBOOKMAGAZINE
cializzato con il marchio Zespri. Se non ci fosse di mezzo il colosso della Nuova Zelanda avremmo già chiuso, anche perché spedire oltremare oggi costa il doppio rispetto a due anni fa, sempre che si trovino i container, con l’aggravante di costanti ritardi nelle consegne. La Cina, anzi, sta emergendo sempre di più come esportatore di kiwi. Ha fatto notizia a fine gennaio il debutto dei kiwi cinesi nei supermercati Walmart del Cile. Un lancio possibile grazie agli accordi di libero scambio tra i due Paesi. Nella foto potete vedere una colorata performance culturale-artistica cinese organizzata da Asoex, l’associazione degli esportatori cileni, nel supermercato Walmart di Lider de Buenaventura. Il Cile fa parte dell’Emisfero Sud, quindi si incastra molto bene con le produzioni cinesi e viceversa. I kiwi dalla Cina, sia varietà verdi che rosse, sono arrivate sul mercato cileno con un tempismo perfetto, ovvero con la chiusura della stagione nazionale dei kiwi e dando così continuità di prodotto. Il Cile peraltro fa affari d’oro con la Cina, che è attualmente il secondo mercato di destinazione della frutta cilena, in termini di volume, dopo gli Stati Uniti e rappresenta il 70% del volume totale della frutta cilena inviata ai mercati asiatici. Secondo i dati di Asoex, durante la stagione 20202021, il Cile ha inviato 520 mila tonnellate di frutta fresca in Cina, con una crescita del 12% rispetto alla stagione precedente. I frutti più esportati sono le ciliegie (62% del volume), lavorate peraltro con la tecnologia italiana di Unitec. E in Italia? Beh, in parte della Gdo si trova in vendita kiwi greco, non ci resta che aspettare anche quello cinese.
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PAG. EDITORIALE IL NEMICO IN BOLLETTA
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CONTROEDITORIALE I KIWI CINESI SBARCANO IN CILE PRESTO INVADERANNO L’EUROPA?
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IMMAGINI
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BUONE NOTIZIE SPESA ONLINE: SONO ORTOFRUTTA E PASTA LE PIÙ ACQUISTATE NEL 2021 MARKETING IN REPARTO PER STUPIRE ALL’INSEGNA DEL BENESSERE LA NOTIZIA WALMART INVESTE NEL VERTICAL FARMING: ACCORDO CON PLENTY SCENARI UNA MELA SU TRE SPARIRÀ A CAUSA DEL GREEN DEAL? INNOVAZIONE CHIPS DI ZUCCA ZOSCAR: IN GDO LA NOVITÀ OP SERMIDE ORTOFRUIT LUTTI ADDIO A LUCA GARLETTI, MUORE IN NICARAGUA IL CEO DI MCGARLET PROGETTI PATATA DAL CUORE VENETO IN GDO CON CONFEZIONI IN CARTA DISCOUNT FATTURATI, NEL 2020 LIDL CORRE PIÙ DI EUROSPIN, MA MENO DI MD CRONACA T18, L’ATTIVITÀ CENTENARIA CHIUDE CON UN FALLIMENTO ORGANIC TRACCE DI PESTICIDI NELLE BANANE BIO DI ESSELUNGA E ALTROMERCATO TERRITORI LE ECCELLENZE DOP E IGP NEI MENU DI MCDONALD’S RETAIL NATURASÌ VEDE ROSSO, IN CASSA INTEGRAZIONE 400 DIPENDENTI ECCELLENZE SUI MERCATI LA GRANDE BELLEZZA DEL LIMONE DELLA COSTA IONICA IL LIBRO “LA CORRETTA ALIMENTAZIONE È LA PRIMA FORMA DI PREVENZIONE” NEURONEWS L’INFLUENZA DELLA PANDEMIA SUI CONSUMI DI FRUTTA E VERDURA MENS SANA PROBLEMI DI STOMACO, FRUTTA E VERDURA SONO AMICI O NEMICI?
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PANORAMA
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iFRESH
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CONTENUTI
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56 / MELE GOLDEN, I PREZZI IN GDO SONO A 2 EURO/KG
60 / MORGANA, LA MELA SUPER SUCCOSA, HA DEBUTTATO A SANREMO
36 38 40 42 44 46 48
62 / VIP, NUOVI PASSI 66 / BOLLINI LASER, LA PER LA SOSTENIBILITÀ SOLUZIONE GREEN PER DEL PACKAGING
MARCHIARE L’ORTOFRUTTA
50 52 54
68 / MACFRUT 2022: 72 / A MAGGIO IL GOTHA PIÙ AFFARI, CONOSCENZA DELLA CILIEGIA ED ESPERIENZA
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SI INCONTRA A MACFRUT
FRUITBOOKMAGAZINE
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ELNATHEDITORE Direttore responsabile Eugenio Felice Hanno collaborato: Valentina Bonazza, Salvo Garipoli, Irene Forte, Alice Gelmetti, Massimiliano Lollis, Giancarlo Sbressa, Matteo Sgaravato, Giovanni Turrino, Marco Zanardi
78 / PER I NUOVI TREND 84 / L’ORTOFRUTTA DI CONSUMO LA SELEZIONE DURA PIÙ A LUNGO CON
ANTONIO FRANCESCON
UNO SPRAY NATURALE
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86 / ORTOFRUTTA DI 88 / IBBA: «ECCO COSA APPEAL? «LAVORARE DI PIÙ STA SUCCEDENDO A SUL MARKETING»
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Foto: Armin Huber
Green Deal Alto Adige 15 ottobre 2021 La produzione di mele entro il 2030 potrebbe scendere del 30% in Italia e del 50% in Polonia. È questo il costo del Green Deal europeo e della strategia per la biodiversità, secondo uno studio pubblicato dall’Università di Wageningen in Olanda. Nella foto la mela yello prodotta in Alto Adige da VOG e VIP.
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Sempre di più Livorno, 15 gennaio 2022 Per la prima volta i proprietari di un gruppo distributivo entrano nella classifica della rivista Forbes dei più ricchi d’Italia. Sono Giuliana Albera e Marina Sylvia Caprotti, rispettivamente seconda moglie e figlia di Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga. Con 1,6 miliardi di euro sono al 34.mo e 33.mo posto.
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L’Italia ha sete Italia, 7 febbraio 2022 Questa immagine satellitare della Nasa, con le Alpi ben innevate, è stata scattata il 25 marzo 2003. Gennaio 2022 è stato invece tra i più secchi mai registrati: sono mancati all’appello circa 5 miliardi di metri cubi d’acqua. Deficit grave soprattutto al Nord Ovest, dove già dicembre è stato eccezionalmente asciutto.
buone notizie |
Irene Forte
Spesa online: sono ortofrutta e pasta le più acquistate nel 2021 24
Il terzo report annuale di Everli regala uno spaccato della spesa online degli italiani nel 2021, anno che ha visto consolidarsi l’abitudine negli italiani a fare la spesa online: lo scorso anno infatti il numero di ordini è cresciuto del 6,5%, se pur con una flessione del valore medio del carrello (-9,8%). Tra le categorie di prodotto più comprate nello Stivale compaiono verdura, frutta e pasta di semola. Messina è stata la provincia più veg del 2021 Il 2021, seppur in maniera differente rispetto al 2020, ha visto ulteriori cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini di consumo degli italiani, complice la continua evoluzione dell’emergenza sanitaria. In uno scenario in costante mutamento, Everli il marketplace della spesa online, già Supermercato24 - ha voluto analizzare i propri dati per fornire un’istantanea delle tendenze che hanno caratterizzato la spesa online lungo tutto lo Stivale nel secondo anno di pandemia. In base ai dati raccolti, la classifica delle 10 categorie di prodotto più acquistate dai consumatori del Bel Paese è parecchio cambiata rispetto allo scorso anno, con una crescente tendenza a comprare prodotti salutari. Nello specifico, si conferma capolista FRUITBOOKMAGAZINE
di questo speciale ranking la categoria “verdura”, subito seguita al secondo posto dalla “frutta”, spodestando la categoria merendine. Questa tendenza “healthy” si conferma anche guardando al resto della classifica, che vede quest’anno posizioni più alte occupate da categorie quali pasta di semola corta (terza), insalate lavate pronte al consumo (sesta posizione), pane al nono posto e agrumi al decimo. Escono dalla top 10 categorie particolarmente apprezzate nel 2020, come formaggi e salumi, latte e burro, gelati e scatolame, così come le farine e i preparati per pane e pizza fatti in casa. Lo scorso anno, complici limitazioni meno severe rispetto ai lockdown del 2020, il dato relativo alla spesa totale effettuata online in Italia è fisiologicamente leggermente sceso (-4%), mentre il numero complessivo di ordini è salito (+6%), benché con un valore medio del carrello inferiore (-9,8%): segno che i consumatori dello Stivale nel 2021 hanno integrato la spesa effettuata online nella loro quotidianità, gestendo un numero maggiore di spese, ma un po’ più “piccole”. La zona d’Italia che ha visto maggiormente l’affermarsi della spesa online nelle proprie abitudini è stato il NordEst (Friuli-VeneziaGiulia e Veneto), con Venezia a +17,5%, Udine a +17% e Trieste a +15%. Nel corso dell’ultimo anno, Messina è stata la provincia italiana che ha acquistato il maggior numero di prodotti della categoria frutta e verdura (18%), mentre l’Emilia-Romagna si riconferma per la terza volta consecutiva la regione più healthy dello Stivale. l N.38 l FEBBRAIO 2022
marketing |
Salvo Garipoli*
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*direttore SGMarketing
In reparto per stupire all’insegna del benessere In un contesto di consumi stagnanti, in cui i format distributivi tendono ad omologarsi fra loro e la leva d’attrazione principale è il prezzo, il reparto ortofrutta, tra tutti quelli del supermercato, è quello destinato a diventare l’area di riferimento a partire dal quale il consumatore proietta la propria percezione qualitativa sul punto vendita e sull’insegna. L’esempio di Terre Azur È innegabile che in rapporto al processo di spesa, l’esperienza di acquisto assume una funzione rilevante perché in grado di generare interesse e coinvolgimento. Il buon senso e le principali ricerche con-fermano il fatto che riuscire a generare discontinuità espositiva all’inizio del percorso di acquisto produce immediatamente sensazioni ed associazioni che conducono il cliente verso una shopping experience appagante che genera fedeltà al punto vendita. In uno scenario liquido, traghettato da spinte promozionali ed “in e out” tattici, il reparto ortofrutta assume un ruolo strategicamente rilevante per il posizionamento d’insegna. L’ortofrutta presenta naturalmente caratteristiche peculiari che mosse dalla stagionalità e dalla varietà sono in grado di cambiare volto e consistenza al reparto attraverso colori, profumi e forme. Analizzando le motivazioni d’acquisto per frutta e verdura, fonte Nomisma, è interessante notare come per gli italiani, siano tre i driver di innesco principali: in primis, l’apporto benefico nei pasti che risulta rilevante per il 57% degli intervistati, per secondo, il piacere di gusto (20%) e, a seguire, la versatilità in cucina (15%). Tre connotati che dettagliano ossimoricamente aspetti funzionali ed elementi edonistici. Darne rappresentazione, attraverso opportune attivazioni in store votate a promuoverne l’acquisto grazie a suggestioni che rimandano ai benefici del consumo, è una frontiera che produzione e distribuzione FRUITBOOKMAGAZINE
devono mettere in campo per migliorare rotazioni e performance. In tal senso, originale ed efficace è la proposta di Terre Azur - Gruppo Pomona in Francia (si veda la foto sopra di Ludovic Dechambre), costruita all’insegna del boost vitaminico di agrumi e kiwi in cui si rilevano i tre fattori d’innesco: - l’ampiezza assortimentale che mira a presidiare la varietà in particolare per quanto riguarda la categoria degli agrumi; - la teatralizzazione che genera autentica discontinuità e che ingaggia attraverso l’effetto cromatico ed una massificazione armonica che muove e promuove mostrando la polpa dei prodotti; - la comunicazione e i materiali promozionali che coerentemente ed efficacemente supportano il claim evocativo “bar des vitamines” che richiama il beneficio dai prodotti. Al netto della difficoltà di gestione di uno scaffale come questo, resta viva la consapevolezza che, oggi più che mai, risulta fondamentale attivarsi per negoziare non solo il prezzo ma, sempre di più, system comunicativi votati al sell-out in cui il coinvolgimento della rete di vendita diventa un prerequisito. Solo così si riuscirà a generare un effetto potente su percezione e comportamenti d’acquisto. Un sentito “bravo!” a chi ha ideato il format e a chi ne ha inteso il valore dandone opportuna visibilità. Per tutti noi un’ulteriore sollecitazione a fare meglio. l N.38 l FEBBRAIO 2022
la notizia |
Valentina Bonazza
Walmart investe nel vertical farming: accordo con Plenty 28
Walmart ha avviato una partnership strategica con Plenty, l’azienda agricola di South San Francisco specializzata in vertical farm idroponico high-tech. Alla base anche un investimento azionario da parte di Walmart nella società Plenty, come parte del loro round di finanziamento da 400 milioni di dollari che porterà Walmart a far parte del cda di Plenty. È il primo grande gruppo distributivo americano a investire in modo significativo nel vertical farming Walmart ha avviato una partnership strategica a lungo termine con Plenty, l’azienda agricola di South San Francisco specializzata in colture di vertical farm idroponico high-tech. Una collaborazione che vede anche un investimento azionario da parte di Walmart nella società Plenty, come parte del loro round di finanziamento Series E da 400 milioni di dollari. Come parte dell’investimento, Walmart farà parte del consiglio di amministrazione di Plenty. L’investimento di Walmart rientra in una più ampia partnership strategica volta a utilizzare la piattaforma tecnologica di agricoltura verticale indoor di Plenty al fine di fornire insalate fresche nei punti vendita Walmart, di fatto creando una nuova categoria di prodotti leader di mercato nel vertical farm, che saranno diFRUITBOOKMAGAZINE
sponibili in tutti i negozi Walmart della California a partire dalla fine del 2022. Tutte le insalate saranno prodotte dall’avveniristica vertical farm Plenty di Compton. Fondata nel 2013, Plenty, che vede tra i suoi finanziatori Jeff Bezos e Softbank, ha aperto nel 2018 la sua prima vertical farm a San Francisco e mantiene una vertical farm adibita a laboratorio di ricerca e sviluppo a Laramie, nel Wyoming. Plenty produce insalate (ma anche fragole) in vertical farm high tech indoor idroponiche, grazie anche all’utilizzo di luci led studiate per massimizzare i risultati. A questo si aggiunge un mix di ingegneria, software e scienza delle colture che permette un’attenta e automatica analisi dei dati volta alla sempre maggior efficienza, senza utilizzo di pesticidi. L’impianto è alimentato da energia eolica e solare, utilizza meno dell’1% della terra e consuma solo il 5% di acqua rispetto all’agricoltura tradizionale. “Il sistema realizzato da Plenty permette coltivazione al coperto tutto l’anno”, ha affermato Arama Kukutai, ceo di Plenty. “Le nostre vertical farm possono essere realizzate ovunque, permettendoci di offrire frutta, verdura e ortaggi freschi in ogni momento e in velocità. Come leader di mercato nell’innovazione al dettaglio, Walmart è un partner ideale per testare e scalare l’accesso ai nostri prodotti di qualità per i loro clienti. Questo è un game-changer per l’industria agritech”. “La partnership accelera l’innovazione agricola e rafforza il nostro impegno per la sostenibilità, fornendo una nuova categoria di prodotti freschi buoni per le persone e per il pianeta”, ha dichiarato Charles Redfield, chief merchandising officer di Walmart. Un progetto che fa di Walmart il primo grande retailer statunitense a investire in modo significativo nel vertical farming. l N.38 l FEBBRAIO 2022
scenari |
Giovanni Turrino
Una mela su tre sparirà a causa del Green Deal? 30
L’Università di Wageningen ha recentemente pubblicato uno studio di impatto del Green Deal europeo che ha, tra i numerosi fini, quello di una produzione sostenibile entro il 2030. Lo studio analizza sei obiettivi della strategia Farm to Fork (F2F) e della strategia per la biodiversità (BD), sviluppando quattro scenari per i quali sono stati valutati gli impatti della riduzione di fitofarmaci, fertilizzanti e nutrienti e l’aumento dell’area coltivata in modo bio La valutazione d’impatto è stata eseguita a livello di azienda agricola, coprendo dieci colture e sette Paesi dell’Ue. I risultati degli studi sono stati usati per esplorare le conseguenze nel caso di raggiungimento degli obiettivi sul volume di produzione delle colture, i prezzi di mercato, il commercio internazionale e l’uso indiretto della terra. Tra le colture analizzate ci sono le mele. Dallo studio dell’Università olandese emerge come la produzione europea verrebbe particolarmente minata dalla realizzazione degli obiettivi delle strategie F2F e BD. Per esempio, rispetto alla produzione di mele, l’Italia potrebbe perdere fino al 30% della produzione e la Polonia il 50%. Secondo lo studio, l’effetto combinato del primo e secondo scenario con FRUITBOOKMAGAZINE
l’abbandono del 10% della superficie per favorire la biodiversità, avrebbero un impatto significativo sulla produzione, con perdite previste superiori al 20% e prezzi in riduzione del 15% per le mele italiane. Inoltre, l’espansione dell’area biologica al 25% del totale potrebbe per i melicoltori italiani risultare in un calo di produzione generalizzato. Per quanto riguarda il commercio internazionale lo studio prevede un calo nelle esportazioni dell’Ue, che passerebbe da circa 1,3 milioni di tonnellate a 450 mila tonnellate, a fronte di importazioni in Ue in aumento, con effetti gravi per l’Italia, che nel 2021 ha esportato circa 370 mila tonnellate di mele verso Paesi terzi. Il sistema italiano delle mele sarebbe, quindi, tra i più colpiti dalle politiche del Green Deal con una grave perdita di produzione e reddito per la melicoltura europea ed italiana, che metterebbero a rischio la permanenza stessa delle aziende nelle campagne. Lo studio conclude con una raccomandazione sull’importanza dell’innovazione nell’area dei fitofarmaci e fertilizzanti, nonché sulla necessità di sviluppare nuove tecniche di coltivazione, per favorire il progresso nei campi dell’agricoltura di precisione, dell’innovazione digitale e dei mezzi tecnici che potrebbero rafforzare il settore agricolo in vista delle criticità emergenti. Obiettivi ambiziosi, come quelli del Green Deal europeo - fa sapere Assomela - per essere anche realistici, dovrebbero essere accompagnati da dati e studi sugli impatti reali in grado di individuarne le criticità, coinvolgendo il mondo della produzione. l N.38 l FEBBRAIO 2022
innovazione |
Carlotta Benini
Chips di zucca Zoscar: in Gdo la novità OP Sermide Ortofruit 32
Zoscar è una linea di chips di zucca Delica confezionate in buste da 70 grammi, ideali per l’aperitivo o la pausa snack. L’idea nasce dall’incontro fra due giovani imprenditori con una visione dinamica sul settore ortofrutticolo: Oscar Zerbinati e Francesca Nadalini di OP Sermide Ortofruit Zucca Delica in formato pocket, dolce, croccante e sfiziosissima, a prova di snack. Se nessuno fino ad oggi ci aveva ancora pensato, forse è anche perché, per un’idea così rivoluzionaria, ci volevano non una, ma due menti: quelle di Oscar Zerbinati e Francesca Nadalini. Entrambi giovani imprenditori con una visione dinamica sul settore ortofrutticolo. Entrambi produttori del pregiato melone mantovano e specializzati nella zucca mantovana stagionata, vera e propria eccellenza del territorio. Insieme hanno dato vita a “Zoscar”, la nuova linea di chips di zucca che ha fatto il suo debutto sui banchi del supermercato e che sta già conquistando i consumatori e anche la Gdo. Tutto nasce da un’idea di Oscar Zerbinati, titolare della Zerbinati Agricoltura specializzata in cu-
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curbitacee, che non si spiegava perché nessuno avesse ancora pensato alla comodità di un sacchetto per poter gustare sempre, a tutte le ore del giorno, le amate zucche fritte. La scintilla scocca da un incontro e scambio di idee con Francesca Nadalini, socia con il padre Roberto dell’azienda ortofrutticola Nadalini e vicepresidente di OP Sermide Ortofruit, di cui fa parte anche l’azienda agricola Zerbinati. Insieme, dopo mesi di ricerche e di test, arrivano a trovare il “nuovo sapore croccante” della zucca Delica. Nascono così le chips di zucca Zoscar, naturalmente buone perché vengono lavorate direttamente dalla materia prima fornita dalla produzione 100% made in Italy e capaci di sorprendere all’assaggio grazie al loro sapore intenso e gustoso. Sono ideali come pausa snack sfiziosa, ma apportano anche preziosi nutrienti in quanto ricche di calcio per la presenza della buccia, da gustare durante l’aperitivo in compagnia con gli amici o i famigliari. La linea è composta da tre referenze, in confezioni da 70 grammi: chips di zucca Classiche al naturale (solo aggiunta di sale), Salvia e Rosmarino e Paprika. Il posizionamento auspicato nei punti vendita è accanto alle zucche sfuse, per richiamare l’origine della materia prima e la correlazione diretta con una produzione sostenibile, certificata SQNPI.
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lutti |
Eugenio Felice
Addio a Luca Garletti, muore in Nicaragua il ceo di McGarlet 34
Il 14 dicembre McGarlet, azienda bergamasca leader nella frutta esotica, ha annunciato la scomparsa prematura di Luca Garletti, ceo dell’azienda, durante un viaggio in Nicaragua. I funerali si sono tenuti il 30 dicembre. Così lo ricorda McGarlet in una nota stampa: “Luca ha sempre viaggiato in lungo e in largo, innanzitutto per conoscere le persone, per ascoltarne e rispettarne la cultura, i pensieri, il territorio, e per tessere con loro lavoro e sogni” È con immenso dolore che McGarlet, azienda bergamasca specializzata nell’importazione e distribuzione di frutta esotica, ha annunciato il 14 dicembre la morte improvvisa di Luca Garletti, ceo dell’azienda, durante un viaggio in Nicaragua: “Chi ha avuto l’occasione di conoscerlo sa che descrivere in poche righe Luca Garletti è tutt’altro che semplice. Il ceo di McGarlet è stato per tutti un punto di riferimento, un vero e proprio audace timoniere capace di tenere e indicare la rotta maestra anche nelle condizioni più difficili”, dichiara un comunicato di McGarlet. “Uomo tenace e determinato, di solidi princìpi e dall’intelligenza istrionica, come “pirata” esploratore e ispiratore dell’azienda, ha sempre viaggiato in lungo e in largo, innanzitutto per conoscere le persone, per aFRUITBOOKMAGAZINE
scoltarne e rispettarne la cultura, i pensieri, il territorio, e per tessere con loro lavoro e sogni. Lo sguardo di Luca Garletti - continua la nota - ha saputo proiettare l’azienda nel futuro, grazie alle forti radici piantate nella terra: un profondo amore e rispetto per l’ambiente e l’ecosistema del pianeta, nella consapevolezza di essere ospiti di un giardino globale”. “Per questo e con il suo sguardo - continua la nota McGarlet ha scelto di portare avanti una filosofia aziendale basata sul rispetto e sulla tutela dei lavoratori, in Italia come nei Paesi produttori, applicando, in accordo con loro, i migliori standard internazionali. Ad ogni ritorno dai suoi viaggi, Luca sapeva come portare nuova linfa in azienda: estroverso, geniale, a volte spigoloso, fiero esploratore da zaino in spalla e umiltà di cuore, sensibile tessitore di relazioni tra continenti. In cerca dell’armonia e della bellezza con il respiro del mondo”. “La famiglia, gli amici e l’azienda, come anche l’intero settore - conclude la nota di McGarlet - possono ora percorrere il sentiero aperto da una guida forte e visionaria. Ciao Luca. La famiglia, l’azienda e i dipendenti tutti chiedono, e per questo ringraziano, il dovuto riserbo per la dolorosa scomparsa che vuole essere vissuta con riservatezza e intimità”. I funerali di Luca Garletti si sono svolti il 30 dicembre - si è dovuto attendere il rientro della salma dal Nicaragua - presso la Chiesa di Ognissanti, all’interno del Cimitero Monumentale di Bergamo. Numerosi i messaggi di cordoglio arrivati sui social. Lorenzo T. scrive su Linkedin: “Per me è stato un onore e un privilegio accompagnare una piccola parte del percorso di una persona speciale, vero vulcano del suo settore, che lascia un’azienda che sono sicuro riuscirà a continuare nel solco delle sue intuizioni”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
progetti |
Carlotta Benini
Patata dal Cuore Veneto in gdo con esclusive confezioni in carta 36
Nasce la Patata dal Cuore Veneto, un nuovo progetto di filiera nato in seno al Consorzio dal Cuore Veneto, che riunisce oltre 25 soci e 450 ettari coltivati nel veronese, padovano e vicentino. Il progetto, che coinvolge, fra gli altri, Baratella Commerciale e Agriveneto, ha il compito di valorizzare le caratteristiche uniche del pregiato tubero a polpa semi soda, che si fregia del marchio regionale Qualità Verificata - QV. Per i piccoli c’è anche la mascotte Pepi Dora È coltivata nei terreni alluvionali stratificati e ricchi di ossigeno che si estendono tra le province di Verona, Padova e Vicenza, con metodi agronomici all’avanguardia che si basano sui principi dell’agricoltura rigenerativa, nel rispetto del suolo e dell’ambiente circostante. È La Patata dal Cuore Veneto, pregiato tubero a polpa semi soda che si fregia del marchio Qualità Verificata - QV, disciplinare voluto dalla Regione Veneto per una produzione di eccellenza. Un nuovo progetto di produzione e commercializzazione, presentato lo scorso 29 novembre, che riunisce le cooperative La Buona Terra di Roveredo di Guà (Verona) e Terre del Guà di Alonte (Vicenza), con i loro 25 produttori che dedicano alla coltivazione delle patate oltre 450 ettari. FRUITBOOKMAGAZINE
Il progetto di filiera conta su due centri di conservazione e confezionamento, quello di Baratella Commerciale di Roveredo e quello di Agriveneto di Montagnana, Padova, e sull’operatività di due realtà della Bassa Veronese: l’azienda di logistica Bertrans di Pressana e la Sprea di Villafontana Bovolone specializzata in prodotti tecnici per l’agricoltura. È nata così una realtà che lavora e commercializza 25 mila tonnellate l’anno di produzione locale, contando su tre siti di stoccaggio e conservazione a temperatura controllata, con capacità di accantonamento di 16 mila tonnellate e su due centri di confezionamento, in grado di lavorare, su più linee, 90 mila pezzi al giorno. “Il fulcro del progetto è costituito dalla pratica dell’agricoltura rigenerativa, che mira a sfruttare le proprietà della terra, senza impoverirla”, precisa Piergiorgio Agostini, coordinatore dell’iniziativa, che ha trovato sponda in Carlo Nicoletto dell’Università di Padova, per il quale “coltivare mantenendo un’attenzione spiccata alla sostanza organica e al miglioramento del suolo è possibile”. Le caratteristiche superiori della Patata dal Cuore Veneto e la qualità del progetto di filiera sono valorizzate da un piano di comunicazione trasversale che ha l’obiettivo di dare valore e visibilità al prodotto patata, rivolgendosi a un pubblico di tutte le età, compresi i più giovani. Ecco allora la mascotte Pepi Dora, il sito realizzato in ottica b2c e l’innovativa linea di packaging eco-friendly, di grande impatto, che valorizza il legame al territorio senza dimenticare l’aspetto ludico. l N.38 l FEBBRAIO 2022
discount |
Giancarlo Sbressa
Fatturati, nel 2020 Lidl corre più di Eurospin, meno di MD 38
Nel 2020, confrontando i fatturati, Lidl Italia è cresciuta più di Eurospin, registrando un +9,05% contro il +7,48% de “La spesa intelligente”. Quanto a redditività, vince invece a mani basse Eurospin, con un rapporto tra utile netto (290 milioni di euro) e fatturato del 4,58% mentre Lidl Italia con un utile netto 2020 di 145 milioni di euro arriva al 2,81%. In termini di crescita, ancora meglio ha fatto MD, che è terzo player in Italia nel canale discount Il canale discount continua a correre, incontrando le esigenze crescenti degli italiani per una spesa veloce, appagante e conveniente. La pandemia e le continue aperture di nuovi punti vendita non hanno che accelerato questo processo e le variazioni in aumento del fatturato stanno lì a dimostrarlo. Il numero
uno in Italia per quota di mercato, Eurospin - La spesa intelligente, ha fatturato 6,34 miliardi di euro, in aumento del 7,48% rispetto al 2019. In sostanza nel 2020 ha fatturato 440 milioni di euro in più rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. FRUITBOOKMAGAZINE
Il gruppo nato nel 1993 su iniziativa delle famiglie Mion (Migross, Verona), Odorizzi (DAO, Trento), Pozzi (Dugan, Milano) e Barbon (Vega, Treviso) si conferma anche nel 2020 uno straordinario macinatore di profitti, con un utile netto di 290 milioni di euro, in crescita del 15,3% rispetto al 2019. Il rapporto tra utili e fatturato è da primo della classe, essendo stato del 4,58% nel 2020. La rete vendita, che copre praticamente tutto il territorio nazionale, isole comprese, con un format da poco rinnovato, ha superato 1.200 negozi in Italia, di cui il 75% circa sono di proprietà e a gestione diretta. Com’è andata invece alla seconda insegna del canale discount per quota di mercato? Lidl Italia è cresciuta in realtà più di Eurospin, avendo fatturato 5,15 miliardi di euro nel 2020, il 9,05% in più rispetto a quanto fatturato nel 2019. In termini assoluti la variazione in aumento è stata di 427 milioni di euro nel primo anno di pandemia. L’utile netto è cresciuto del 16,9% a 145 milioni di euro. Il rapporto tra utile e fatturato si è fermato quindi al 2,81% nel 2020. La rete vendita oggi ha raggiunto i 700 negozi in Italia, tutti di proprietà e a gestione diretta. C’è però un’insegna del canale discount che è cresciuta più di Lidl ed Eurospin. Si tratta di MD, che nel 2020, con circa 800 negozi, ha registrato alle casse un +15%, con un fatturato di 2,82 miliardi di euro. L’utile netto è stato di 68,5 milioni di euro (+59%). l N.38 l FEBBRAIO 2022
cronaca |
Eugenio Felice
T18, l’attività centenaria chiude con un fallimento 40
La decisione di Edoardo Ramondo, amministratore delegato del Gruppo T18, di cessare improvvisamente lo scorso 10 dicembre l’attività centenaria nel commercio di ortofrutta, aveva lasciato sconcertati gli operatori del settore. “Il mondo è cambiato, mi auguro di sbagliare, ma non vedo più prospettive per il commercio tradizionale di ortofrutta”, ci aveva dichiarato amareggiato Edoardo Ramondo. L’epilogo, poco prima di Natale, con le sentenze di fallimento Poco prima di Natale, tra il 16 e il 22 dicembre 2021, il Tribunale di Torino ha dichiarato il fallimento delle tre società del Gruppo T18: Agro T18 Italia Srl, che si occupava dei rapporti con la Gdo, dell’esportazione e dei grandi clienti (sentenza del 16 dicembre); Ramondo Srl, azienda all’ingrosso presente all’interno del Centro Agro Alimentare di Torino (nella foto, sentenza del 16 dicembre); FV-EFFEVI Srl, società di importazione, maturazione e distribuzione di banane (sentenza del 22 dicembre). Lo stesso Tribunale ha nominato come giudice delegato la dott.ssa Vittoria Nosengo e come curatori il dott. Fabrizio Torchio (Agro T18 Italia Srl), la dott.ssa Manuela Viotto (Ramondo Srl) e il dott. Maurizio Gili (FVEFFEVI Srl). Le udienze si terranno il 17 marzo per Agro T18 Italia Srl e RaFRUITBOOKMAGAZINE
mondo Srl e il 31 marzo per FV-EFFEVI Srl. La dichiarazione di fallimento del Tribunale di Torino segna l’epilogo del Gruppo T18, realtà commerciale di riferimento nel settore ortofrutticolo italiano, una delle poche con attività centenaria, dato che tutto ebbe inizio nel 1890 con il negozio di primizie di frutta e verdura in via Santa Teresa a Torino. “Venerdì 10 dicembre chiuderemo l’attività, pur a fronte di un bilancio in salute e di un 2020 paradossalmente positivo proprio grazie alle chiusure e alla pandemia”, ci aveva dichiarato il 7 dicembre, pochi giorni prima della chiusura, l’amministratore delegato del Gruppo T18, Edoardo Ramondo. Una decisione sofferta, frutto di una riflessione su un futuro sempre più incerto per le aziende operanti nella produzione e distribuzione di frutta e verdura. “Il mondo è cambiato, non vedo più prospettive”, ci aveva spiegato . “La decisione presa da Edoardo Ramondo di cessare l’attività del Gruppo T18 è sintomo di un malessere generalizzato di tutto il settore, tuttavia pare troppo pessimistica e, pertanto, non è condivisibile”, aveva commentato APGO-Fedagro Torino, l’associazione dei grossisti di ortofrutta di Torino, di cui peraltro Edoardo Ramondo è stato anche presidente. In merito alle sentenze del Tribunale di Torino, lo stesso Ramondo ha specificato: “La mia decisione, molto determinata e reputo anche coraggiosa, si è tradotta in una sentenza di fallimento per le tre società del Gruppo. Si tratta di un iter breve ed efficace, anche se apparentemente poco gradevole. I creditori sono stati pagati fino alle scadenze in cui le aziende erano aperte, i dipendenti anche con 13.esima e Tfr, così come i contributi e le imposte. L’ultimo mese verrà gestito dai curatori nominati dal Tribunale”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
organic |
Carlotta Benini
Tracce di pesticidi nelle banane bio di Esselunga e Altromercato 42
Si potrebbe definire uno scivolone su una buccia di banana, in senso letterale. È quello che è capitato a Esselunga e Carrefour che a gennaio hanno avviato procedure di controllo su due fornitori di banane biologiche sulle quali la rivista Il Salvagente ha rilevato, nell’ambito di un dossier su questo frutto, tracce di residui di fitofarmaci. Per Esselunga e il fornitore CTM Agrofair la presenza di pesticidi è da ricondurre a una contaminazione involontaria Il Salvagente, rivista dedicata alla tutela dei diritti del consumatore, ha dedicato la copertina del numero di febbraio alla banana, il frutto più commercializzato e il quinto prodotto agricolo più venduto al mondo. In 17 campioni su 20 le analisi hanno rilevato tracce di residui di fitofarmaci. Fanno eccezione solo tre referenze, tutte biologiche, in cui non è stata rilevata alcuna traccia di sostanza chimica. I test, si specifica, sono stati effettuati sulla parte edibile del frutto, ossia solo sulla polpa e, altra precisazione, si tratta in ogni caso di “contaminazioni da pesticidi in quantità certamente al di sotto dei limiti di legge (quando previsti)”. La prima e più importante anomalia messa in luce dal Salvagente è la presenza di tracce di residui chimici FRUITBOOKMAGAZINE
anche in alcuni prodotti biologici. In particolare finiscono sotto la lente le banane Esselunga Bio Altromercato e le banane Carrefour Bio. In quelle commercializzate da Altromercato - il fornitore è CTM Agrofair Italia con sede a Bolzano - per Esselunga, provenienti dal Perù, sono state trovate tracce di residui di quattro fitofarmaci non ammessi nel biologico. Esselunga ha risposto prontamente al dossier comunicando a Il Salvagente di avere già avviato una procedura di controllo interna che ha interessato anche l’ente di certificazione (Altromercato). “La merce già in viaggio via nave - ha dichiarato - proveniente dai codici sospetti verrà bloccata”. Esselunga e Altromercato, in una nota congiunta, hanno specificato, tra le altre cose: “Esselunga esegue controlli su tutta la filiera produttiva effettuando, a campione, analisi chimiche. Nelle verifiche sulle aziende agricole, viene verificato anche l’ambito territoriale nel quale è inserita l’azienda, per escludere la presenza di fonti inquinanti che potrebbero compromettere la biologicità dei prodotti”. Ancora: “Per due molecole il valore riscontrato risulta in tracce e neanche un controllo ufficiale avrebbe aperto una non conformità. La Lambda-Cyhalothrin è un insetticida che ha ottenuto una deroga all’uso in agricoltura bio, lo Spinosad è un insetticida di origine naturale ammesso in agricoltura bio. Per poter approfondire la problematica sarebbe stato utile eseguire un’analisi su una parte di campione non analizzato e/o sull’omogenato ottenuto dai frutti prelevati”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
territori |
Carlotta Benini
Le eccellenze Dop e Ipg nei menu di McDonald’s 44
McDonald’s mira a espandersi in Italia e a raggiungere quota mille ristoranti, contro gli attuali 630. Per farlo punterà sempre di più su una cucina che valorizza le eccellenze del territorio, comprese frutta e ortaggi, come le mele dell’Alto Adige Igp o la cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp. Sono infatti questi alcuni degli ingredienti del nuovo menù My Selection, curato dallo chef Joe Bastianich. I fornitori italiani oggi hanno una quota dell’85% A McDonald’s piace il BelPaese, è innegabile. Con le sue città, la sua storia, le sue tradizioni e soprattutto con le sue eccellenze enogastronomiche, il nostro è un territorio strategico per il colosso americano dei fast food, che, secondo le ultime indiscrezioni, conta di espandersi sempre di più raggiungendo quota mille ristoranti italiani, contro gli attuali 630. Per crescere in Italia la multinazionale americana continuerà a puntare sempre di più su una cucina legata al territorio e alle sue eccellenze, che fa uso di materie prime di qualità prodotte dai fornitori locali e che valorizza una selezione di prodotti Dop e Igp. Al momento l’indotto di McDonald’s nel nostro Paese è costituito dall’85% da fornitori italiani (erano il 30% nel 2008) per un valore di 250 milioni di euro. La carne bovina proviene da 15 mila allevamenti sparsi in tutta la Penisola, il pollo è allevato e fornito da Amadori, il latte utilizzato per i gelati è Granarolo, senza contare le 450 tonnellate di Parmigiano reggiano utilizzate ogni anno, il pane e i salumi. E poi c’è l’ortofrutta, anche questa prevalentemente made in Italy. “Le nostre insalate sono coltivate in Italia e sono preparate fresche nei nostri ristoranti, ogni giorno - scrive l’azienda sul suo sito -. Per la maggior parte dei nostri panini utilizziamo l’insalata iceberg. Nelle insalate miste ci sono iceberg, romana, radicchio rosso, riccia, indivia riccia, gentilina, FRUITBOOKMAGAZINE
valerianella, rucola, carote, pomodori, finocchi”. I fornitori sono Bonduelle e Sab Ortofrutta. “Ogni anno acquistiamo da produttori italiani 2.400 tonnellate di verdura fresca”, continua l’azienda. Per le patatine il fornitore storico è Pizzoli. “La nostra frutta, già lavata, tagliata e pronta da mangiare, arriva nei nostri ristoranti da fornitori italiani che ne garantiscono stagionalità e freschezza - si legge sempre sul sito di McDonald’s Italia -. Le mele provengono dall’Alto Adige (fornitore VOG), mentre per le nostre spremute utilizziamo solo arance siciliane (di Oranfrizer). Kiwi, ciliegie, pesche e uva sono coltivati in Italia e lavati e confezionati in un’azienda emiliana che prepara anche l’ananas (si tratta di Macè)”. E poi ci sono gli ingredienti Dop e Igp, tutelati dai relativi consorzi con cui McDonald’s collabora da 14 anni. Dalla carne ai salumi, ai formaggi e all’ortofrutta, questi ingredienti sono valorizzati nel menù My Selection, creato nel 2018 in collaborazione con Joe Bastianich. La nuova selezione curata dal pluristellato chef americano è arrivata in tutti i 630 McDonald’s italiani a gennaio 2022. My Selection propone tre hamburger gourmet dall’effetto wow realizzati con ingredienti che si fregiano dei bollini che ne certificano l’origine geografica: My Selection Chicken Asiago Dop con petto di pollo e salsa di olive taggiasche liguri; My Selection Montasio Dop & Pancetta con carne bovina e una salsa alla Mela Alto Adige Igp; infine My Selection BBQ, con la Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp. l N.38 l FEBBRAIO 2022
retail |
Eugenio Felice
NaturaSì vede rosso, in cassa integrazione 400 dipendenti 46
La pandemia e la concorrenza serrata delle catene tradizionali della Gdo, che ormai presidiano piuttosto bene questo segmento di mercato, hanno messo in crisi NaturaSì, insegna leader nella vendita di prodotti alimentari biologici, biodinamici e naturali, che a partire dal 7 febbraio ha messo in cassa integrazione i quasi 400 lavoratori occupati nei poli logistici, tra cui il principale di San Vendemiano (Tv). Nel 2020 era uscito dall’azionariato Renzo Rosso La crisi non risparmia l’insegna della Gdo italiana leader del biologico e del biodinamico, NaturaSì, che a partire dal 7 febbraio 2022 ha messo in cassa integrazione quasi 400 dipendenti sul territorio nazionale, di cui 230 lavorano nel polo di San Vendemiano, in provincia di Treviso, il principale hub logistico del gruppo tra i cinque presenti in Italia, di cui due a Verona, uno a Bologna e uno a Torino. Ed è proprio nel trevigiano, dove si concentrano i due terzi della forza lavoro occupata nei cedi, che si sono svolte le trattative tra il sindacato, la Filcams Ggil, e l’azienda. “Abbiamo chiesto formalmente che all’applicazione dell’accordo corrisponda, per un principio di equità nel sacrificio chiesto ai 230 lavoratori NaturaSì di San Vendemiano, un’equivalente riduzione delle retribuzioni di FRUITBOOKMAGAZINE
dirigenti e amministratori - ha dichiarato Alberto Irone, segretario provinciale Filcams Cgil di Treviso, come ha riportato Il Mattino di Padova -. L’azienda ci ha risposto che procederà con le proprie valutazioni interne e poi risponderà”. Le rappresentanze sindacali hanno messo in chiaro che la priorità deve essere data alla salvaguardia dei posti di lavoro e dei salari. E, insieme alla misura della cassa integrazione, hanno proposto quindi che nelle operazioni necessarie per ridurre l’ammontare delle spese rientrino anche i compensi dei manager, “in modo che tutte le parti che compongono l’azienda contribuiscano equamente alla sua ripresa in questo momento di difficoltà”, ha aggiunto Irone sulle colonne de Il Mattino. Dal 7 febbraio dunque, e fino al 31 gennaio 2023, per i 392 lavoratori di NaturaSì dei poli logistici è scattato il regime di cassa integrazione con causale “contratto di solidarietà”. Nello specifico viene loro applicata una riduzione massima fino al 40 per cento dell’orario lavorativo, ovvero fino a 16 ore. Per i 230 dipendenti del trevigiano la riduzione sarà tra il 10 e il 20 per cento, ovvero tra 4 e 8 ore settimanali. “Per circa 30 anni l’insegna italiana leader del biologico ha visto una crescita in positivo, poi gli ammortamenti legati ad alcuni grossi investimenti e, soprattutto, lo tsunami del Covid hanno creato difficoltà”, ha scritto invece il Gazzettino di Padova. Da qui la necessità di ridurre i costi e rivedere l’organizzazione generale. I primi, chiari segnali della crisi si sono intravisti già un anno e mezzo fa quando Renzo Rosso, patron della Diesel e tra i principali azionisti di Ecor NaturaSì con una quota del 26% tramite la controllata Red Circle Investments, decise di uscire dalla società cedendo per intero le sue quote. l N.38 l FEBBRAIO 2022
eccellenze |
Eugenio Felice
Sui mercati la grande bellezza del limone della costa ionica 48
La Grande Bellezza Italiana mette il suo sigillo al limone, a garanzia di una filiera corta e 100% italiana, dalla raccolta ai banchi di vendita della grande distribuzione. Leonardo Odorizzi: “Abbiamo deciso di valorizzare il limone coltivato lungo la costa ionica, baciata dal mare e dal sole”. Un limone di eccellente qualità dal colore giallo intenso e con pochi semi, disponibile da novembre ad aprile sia in vassoio quattro frutti in flowpack che sfuso con bollino Il limone è tra i frutti più benefici per la salute. A ribadirlo, recentemente, è stato anche il professor Enzo Spisni, docente all’Università di Bologna e direttore del laboratorio di Fisiologia Traslazionale e Nutrizione, nel suo libro “I magnifici 20 per le tue difese” (ne parliamo a pagina 50). Un frutto che si trova tutto l’anno sui banchi di vendita della grande distribuzione e nel canale tradizionale, con numerose origini, tra cui le principali sono l’Italia, la Spagna, la Turchia, l’Argentina e il Sudafrica. Ecco, in vendita difficilmente è ben evidenziata l’origine e sostanzialmente non esiste un brand che sia esclusivamente legato all’origine italiana, eccezion fatta per quelli legati alle indicazioni geografiche protette. FRUITBOOKMAGAZINE
Almeno fino ad oggi, perché La Grande Bellezza Italiana, rete d’imprese nata nel 2018 per valorizzare le migliori produzioni ortofrutticole italiane, ha deciso di proporre sui mercati nazionale ed esteri il limone coltivato lungo la costa ionica della Calabria. “Vogliamo agevolare la scelta di acquisto di un consumatore che sempre più vuole essere informato sull’origine della frutta che acquista e al tempo stesso rassicurato, perché, lo sappiamo tutti ormai, in altri Paesi sono ammessi trattamenti sui frutti vietati in Italia e al tempo stesso le settimane di trasporto via nave dalle origini più lontane vanno a penalizzare la salubrità e la sostenibilità dei frutti”, ci spiega Leonardo Odorizzi, tra i sei soci fondatori di La Grande Bellezza Italiana. “Abbiamo scelto il limone della costa ionica - sottolinea Leonardo Odorizzi - per le sue caratteristiche qualitative eccellenti. Viene coltivato da secoli in questo areale, che gode di un microclima ideale alla coltivazione di piante da frutto e in particolare del limone, che si distingue per il colore giallo intenso e il profumo straordinario. Il frutto ha forma allungata, di medie dimensioni, con alta resa in succo. Inoltre è pressoché privo di semi e il sapore è particolarmente gradevole. I risultati delle analisi hanno evidenziato infine un alto contenuto in limonene e preziose essenze naturali”. I limoni de La Grande Bellezza Italiana sono proposti da novembre ad aprile sia in vassoio da quattro frutti in flowpack che sfusi in padella con bollino applicato su ciascun frutto. l N.38 l FEBBRAIO 2022
il libro |
Giancarlo Sbressa
«La corretta alimentazione è la prima forma di prevenzione» 50
Esistono cibi straordinari che, mangiati regolarmente, contribuiscono a potenziare il sistema immunitario. Questo non solo per i nutrienti che contengono ma perché sono capaci di interagire con la vastità dei batteri che popolano il nostro microbiota e con quel secondo cervello che è l’intestino. Tra i venti “magnifici”, secondo il volume di Enzo Spisni, la frutta fresca fa la parte del leone, meglio se di stagione e a km zero. E a tavola? Mai senza dei limoni Esistono cibi straordinari che possono potenziare il sistema immunitario: dalle noci al kefir, dall’avena agli spinaci, dalle banane ai frutti di bosco, senza farsi mancare un po’ di cioccolato fondente, un sorso di tè verde e una spolverata di curry. Li ha selezionati Enzo Spisni nel libro I magnifici 20 per le tue difese, quarto volume della collana Sonzogno «Scienze per la vita», collana ideata e diretta da Eliana Liotta. Direttore del laboratorio di Fisiologia traslazionale e nutrizione all’Università di Bologna, Enzo Spisni studia da anni il modo in cui gli alimenti interagiscono con il sistema immunitario e con la vastità di batteri che popola l’intestino, il microbiota, strettamente connesso alle nostre capacità difensive. Nel volume pubblicato lo scorso settembre il ricercatore ci conduce, con un linguaggio semplice e accattivante, alla scoperta di una nuova disciplina che si occupa del rapporto tra quello che mangiamo e il nostro esercito personale: l’immunonutrizione. I magnifici 20 superfood rappresentano un suggerimento concreto per comprendere come arricchire la tavola con le vitamine e i minerali indispensabili al corretto funzionamento del sistema immunitario. Il vassoio su cui servirli è l’alimentazione corretta, che è un’ancella delle difese, come ha ribadito durante la pandemia da Covid-19 l’OMS. FRUITBOOKMAGAZINE
Proprio per questo Spisni dedica un capitolo all’immunodieta, con tantissimi consigli pratici per augurare a se stessi una vita lunga e in salute, abbattendo le probabilità di ammalarsi di tutte le patologie, da quelle croniche non trasmissibili a quelle infettive di origine virale o batterica. “Per sostenere il sistema immunitario “I magnifici 20 per le tue - spiega Spisni - difese”, Enzo Spisni, Sonzogno dovremmo privile- Editore, 208 pagine, 16,00€, giare frutta e ver- pubblicato il 30 settembre 2021 dura, se possibile a km zero o comunque biologiche. E di stagione. Un vegetale coltivato in un periodo dell’anno diverso rispetto alla sua naturale stagionalità può, infatti, subire in media dal doppio al triplo dei trattamenti chimici. Meglio evitare. Fondamentale inoltre è variare a ogni pasto. Questo in teoria. Poi, è vero, non possiamo fare la spesa tutti i giorni. Non è pratico. Ricordiamo però che i magnifici venti hanno tutti gli immunonutrienti necessari al nostro esercito difensivo. Motivo per cui dovrebbero essere molto presenti sulle nostre tavole”. “Tornando ai vegetali - sottolinea Spisni - con sei nomination la frutta fresca fa la parte del leone. Se ci pensate è una controtendenza perché, per via della sua quota zuccherina, viene spesso tagliata dalle diete. Io ne stresso l’importanza perché è un alimento che ci portiamo dietro da quando eravamo cacciatori. Non può che fare bene. Per cui via libera ad arance, banane (si coltivano anche in Italia), frutti di bosco, melagrana, uva nera e limone, Ecco, il limone durante i pasti non dovrebbe mai mancare”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
neuronews |
Matteo Sgaravato*
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La definizione di nuovi comportamenti d’acquisto e di una maggiore consapevolezza e attenzione dei consumatori nei confronti di un’alimentazione sana e sostenibile, hanno indotto NielsenIQ a realizzare uno studio sul settore ortofrutticolo, sottolineando un incremento nelle vendite pari all’11% nel 2021. Le nuove abitudini d’acquisto sono state in parte raggiunte grazie all’applicazione delle neuroscienze al marketing all’interno dei punti vendita Il 2021 è stato un anno governato dall’incertezza e da un crollo dei consumi negli store, causato da lockdown e restrizioni. Negli ultimi due anni si è registrato un’impennata delle vendite on-line; tuttavia, anche supermercati, vendite al dettaglio specializzate e discount hanno riscontrato un aumento della loro quota di mercato; confermando una tendenza positiva grazie alle nuove abitudini in fatto di frequenze d’acquisto, con crescenti acquisti nel corso della settimana o durante la pausa pranzo per rispettare il distanziamento sociale Le nuove abitudini d’acquisto riscontrate all’interno del settore agroalimentare sono state in parte raggiunte, grazie all’applicazione delle neuroscienze al marketing all’interno dei punti vendita al dettaglio e nei supermercati. Le neuroscienze permettono di comprendere in anticipo i comportamenti d’acquisto come reazione a determinati stimoli, quali un sorriso, un messaggio verbale o la comparsa di un’emozione piacevole, ridefinendo così la propensione agli acquisti dei consumatori che risulteranno più inclini ad acquistare un certo bene o servizio. Il neuromarketing e le scienze cognitive hanno lo scopo di individuare i processi cerebrali che FRUITBOOKMAGAZINE
entrano in gioco di fronte a sollecitazioni di diversa natura, per poter decifrare, catalogare e anticipare i comportamenti dei consumatori. Numerose sono le tecniche di neuromarketing che vengono applicate nei supermercati e che guidano il viaggio del consumatore nelle sue scelte, non solo a vantaggio del contesto economico ma anche invogliando i consumatori a intraprendere comportamenti più sostenibili come la riduzione dello scarto alimentare. L’utilizzo di diverse tecniche neuroscientifiche, come i bias cognitivi all’interno dei supermercati, forniscono una linea guida per invitare il consumatore all’azione. I bias sono automatismi mentali messi in atto inconsciamente dal consumatore da cui si traggono decisioni veloci che determinano il processo d’acquisto. Un negozio biologico, ad esempio, strutturerà la sua comunicazione sottolineando i benefici dei prodotti naturali, il loro processo produttivo ecosostenibile, il benessere derivante dal loro consumo, stimo-
lando così la propensione sempre maggiore alla salute e alla salvaguardia del pianeta. Gli ultimi due anni hanno ridefinito anche il settore ortofrutticolo, il quale si presenta oggi più attento ed eticamente sostenibile, ponendo sempre maggiore attenzione, ad esempio, ai prodotti a Km0, assicurandosi spazi sempre più ampi nella mente dei consumatori. l N.38 l FEBBRAIO 2022
*amm. delegato Sgaravato Srl
L’influenza della pandemia sui consumi di frutta e verdura
mens sana |
Alice Gelmetti (dietista)
Problemi di stomaco, frutta e verdura sono amici o nemici? 54
L’argomento è dibattuto e si surriscalda ancora di più nel momento in cui ci prepariamo al cambio di stagione: frutta sì o frutta no se ho gastrite e reflusso gastrico o problemi di stomaco? I problemi digestivi infatti non spesso vanno d’accordo con le indiscutibili proprietà nutrizionali attribuite a frutta e ortaggi. I problemi fondamentali sono due: i quantitativi di fibra, associati all’acqua contenuta in frutta e verdura e il grado di acidità di alcuni particolari frutti Il famoso detto del “mangia 5 porzioni di frutta e verdura al giorno per stare bene” è ormai un mantra nella vita di tutti noi, ma questa che dovrebbe essere un’abitudine fa bene a tutti? È vero infatti l’ortofrutta è nostra alleata nella prevenzione delle malattie e nel mantenimento della nostra salute, ma non si può dire che valga per tutti. Le persone che hanno problemi di acidità di stomaco, reflusso gasto-esofageo, gastrite o addirittura ulcere ed ernie gastriche lo sanno bene. I problemi digestivi infatti non spesso vanno d’accordo con le enormi proprietà nutrizionali attribuite a frutta e ortaggi. I problemi fondamentali sono due: la fibra e l’acidità contenuta da alcuni tipi di frutta come gli agrumi e i cibi ricchi di vitamina C. Per dimagrire e stare bene si sa, la fibra è imporFRUITBOOKMAGAZINE
tante. Con il termine fibra intendiamo un elemento per definizione indigeribile per il corpo umano presente prevalentemente in frutta, verdura e alimenti integrali. Le fibre per essere ben digerite hanno bisogno di un intestino molto lungo, tipico degli animali erbivori. Essendo noi onnivori non ne siamo dotati. Le fibre quindi divengono prodotti di scarto e vengono eliminate attraverso le feci. Fin qui tutto bene, ma se qualcuno ha problemi digestivi? Le fibre creano un effetto palloncino, sia a livello gastrico (gonfiore post- prandiale), che a livello intestinale (meteorismo, fermentazione e stitichezza o diarrea). Chi presenta peraltro uno stomaco già danneggiato per infiammazioni come la gastrite rischia poi di soffrire di forti dolori in seguito a questo rigonfiamento. Ricordiamoci poi che anche l’acqua passa dallo stomaco. Alimenti come frutta e ortaggi che ne sono ricchi aumentano ulteriormente il gonfiore già causato dalle fibre. Ecco perché è sconsigliabile - per chi soffre di stomaco - bere durante i pasti. Nei pazienti con problemi di gastrite o reflusso, il pH gastrico risulta ancora più basso del normale. Fornire quindi ulteriore acidità allo stomaco con cibi acidi non giova. Agrumi, kiwi, pomodori, peperoni, broccoli, sono tutti alimenti ricchissimi di vitamina C (detta acido ascorbico in gergo tecnico) che fa benissimo al sistema immunitario ma non ad uno stomaco alterato. Ecco perché anche questi alimenti andrebbero assunti con parsimonia nelle dispepsie. Quindi frutta e verdura vanno escluse dalla dieta? Assolutamente no! Bisogna solo adottare delle piccole accortezze e imparare, anche con l’aiuto di uno specialista, a riconoscere cosa ci fa stare male ed eliminarlo. Come sempre, buona dieta a tutti! l N.38 l FEBBRAIO 2022
Mele Golden, prezzi nella gdo a 2,00€/kg Ma crescono vertiginosamente anche i costi di produzione Eugenio Felice
INTERSPAR / VERONA
La mela Golden Delicious con il suo tipico colore giallo è la mela più prodotta e consumata in Italia. Qual è il suo prezzo nel canale della grande distribuzione? Il 1° febbraio abbiamo visitato 10 supermercati di Verona, di metrature medio-grandi, per vedere le differenze di prezzo nel prodotto venduto sfuso. Il prezzo variava da un minimo di 1,69 €/kg, applicato dai discount Eurospin e Lidl, a 1,99 €/kg, applicato dalle insegne nazionali. La forbice di prezzo è quindi di 30 centesimi La mela della varietà Golden Delicious, con il suo tipico colore giallo, a volte sfaccettato di rosso, è storicamente la mela più prodotta e consumata in Italia, nonostante l'ascesa negli ultimi anni delle nuove varietà, quasi sempre varietà gestite a club, solitamente a buccia rossa o bicolore (le uniche new entry gialle sono la yello e la Opal). Ma la Golden Delicious è ancora la regina delle mele? In termini di volumi senz’altro. Basti pensare che oggi 36 mele su 100 prodotte in Italia sono ancora di questa varietà. Nel 2021 ne sono state raccolte 744 mila tonnellate su un totale in Italia di 2,04 milioni di tonnellate (fonte Assomela, si veda tabella della pagina a seguire). Insomma la regina delle mele, in termini di fatturato generato, è ancora lei e, dato il distacco dalle seconde (Gala e Red Delicious) lo sarà ancora per molti anni.
Vista la situazione in produzione, ci siamo chiesti: quanto costa oggi una mela Golden, se volessimo acquistarla sfusa nel canale della grande distribuzione? Il primo febbraio abbiamo fatto visita a 10 supermercati di Verona e provincia per scoprirlo. Con 930 mila abitanti, Verona è, con Padova, la provincia più popolosa del Veneto. Abbiamo scelto quattro insegne nazionali - Conad, Esselunga, Interspar e Pam - quattro insegne locali - Migross, Famila, Martinelli e Rossetto - e le due insegne discount leader in Italia per fatturato, Eurospin e Lidl (non ce ne vogliano MD, In’s, Aldi, Dpiù e Prix Quality, tutte insegne discount ben radicate a Verona). Solo Martinelli non vende mele Golden sfuse, per-
Nella foto a lato, l’isola dedicata alle mele nell’Interspar che si trova all’interno del centro commerciale Adigeo a Verona. Il prezzo delle Golden Delicious Melinda vendute sfuse era il primo febbraio di 1,99 euro/kg. Di 10 centesimi più basso il prezzo delle mele a private label Passo dopo Passo. Stesso prezzo abbiamo rilevato da Spazio Conad, Pam Panorama ed Esselunga.
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yello. È l’altra gialla, una mela club di origine giapponese prodotta e commercializzata in esclusiva dai consorzi altoatesini VOG e VIP. Nei primi mesi del 2022 è stata protagonista di diverse iniziative a supporto della campagna di commercializzazione. Tra queste le “settimane gialle”, rivolte agli operatori del settore e al consumatore finale. La varietà Shinano Gold si caratterizza per la buccia dal colore giallo carico, la forma sferica, la polpa croccante e succosa, l’elevato grado brix. Da questa campagna è stato inoltre rinnovato e arricchito il sito internet.
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ché per sua scelta, da ben prima dell’emergenza sanitaria da Covid, vende tutta l’ortofrutta confezionata (la maggior parte in store). Ma, al contrario di quello che si potrebbe pensare, i prezzi non sono penalizzati, tutt’altro. Da segnalare che nel giorno del rilevamento non abbiamo trovato alcuna offerta per le mele Golden Delicious nei supermercati visitati. Nelle insegne nazionali il prezzo era perfettamente allineato ai 2 euro/kg. Da segnalare la scelta territoriale di Esselunga, con mele coltivate in Veneto, al contrario di Conad, Interspar e Pam che si approvvigionano dalle regioni più vocate per la varietà, vale a dire il Trentino e l’Alto Adige. Anche nei due discount che abbiamo visitato, Eurospin e Lidl Italia, i prezzi sono perfettamente allineati a 1,70 euro/kg. Il differenziale è quindi di 30 centesimi rispetto alle insegne nazionali, dove lo scontrino per le mele Golden è quindi più caro del 18%. Non è poco ma si sa, i discount ricaricano di meno perché sono più efficienti in termini di logistica e di spazi di vendita. Veniamo alle insegne locali, note in tutta Italia tra gli addetti ai lavori per l’aggressività sui prezzi. Ci perdonerà Tosano (ma recupereremo), vero category killer per l’ortofrutta, che, questa volta, non abbiamo visitato. Abbiamo trovato prezzi flottanti tra quelli dei discount, con 1,70 euro/kg da Martinelli, e quelli delle insegne nazionali, con 2,00 euro/kg da Migross, che peraltro con la famiglia Mion è FRUITBOOKMAGAZINE
PRODUZIONE DI MELE IN ITALIA PER VARIETÀ VARIETÀ IN TONNELLATE
RACCOLTO 2020
RACCOLTO 2021
Annurca
45.000
45.868
Braeburn
42.752
42.182
Cripps Pink
99.256
90.132
Fuji
166.540
151.323
Gala
379.638
379.481
Golden Delicious
703.052
743.689
Granny Smith
167.714
119.739
2.535
4.292
Morgendurf/imperatore
54.117
26.889
Pinova
44.160
44.145
237.207
196.245
32.744
22.552
101.651
147.553
45.342
28.927
2.121.713
2.043.022
11,73%
12,79%
Janagold
Red Delicious Renetta Altre nuove varietà Altre TOTALE % industria Fonte: Assomela
tra i quattro soci di Eurospin e infatti da Eurospin abbiamo trovato le cassette di mele Melinda (si veda foto) con attaccato un foglio con scritto Migross. Da notare che il prezzo più basso, da discount, di Martinelli si riferisce a vassoi da quattro frutti di mele Melinda con faccetta rossa. In generale abbiamo notato offerte nelle insegne per il prodotto confezionato (ad es. da Migross vassoio Melinda da quattro frutti cal. 75/80 a 1,32 euro/kg).
Il nodo dell’aumento dei costi. Se i prezzi delle mele Golden Delicious in questa campagna sono apparentemente sostenuti, essendo attorno ai 2,00 euro/kg nei supermercati tradizionali e attorno ai 1,70 euro/kg nei discount, va considerato che le vendite stanno andando a rilento a causa dei minori acquisti da parte delle famiglie italiane, in affanno per bollette energetiche alle stelle, e delle difficoltà ad esportare, date da costi di trasporto che sono raddoppiati nel via nave (ma, attenzione, le compagnie di navigazione stanno facendo affari d’oro con bilanci record). l N.38 l FEBBRAIO 2022
La produzione sta vivendo un momento molto “difficile. Invito la grande distribuzione a prendersi
carico dei problemi della filiera ortofrutticola, sostenendola, perché ne è responsabile, altrimenti i discorsi su fare partnership diventano aria al vento ” Marco Rivoira (executive manager Gruppo Rivoira)
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EUROSPIN / VERONA
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MARTINELLI / VERONA
“Il problema - ha dichiarato Marco Rivoira, ceo del Gruppo Rivoira di Verzuolo (CN) - non è solo una stagione con vendite a rilento, con Wapa che parla di stock di mele al 1 gennaio in Europa a +5,1% rispetto a un anno fa. Il problema sono anche i costi energetici che sono andati alle stelle, cresciuti in pochi mesi del +350%. Per un’azienda come la nostra che fa frigoconservazione significa centinaia di migliaia di euro in più ogni mese solo per tenere attaccata la spina. Poi ci sono i costi della logistica, schizzati anche quelli alle stelle e con problemi a reperire camion e container. Si aggiungono i maggiori costi per il packaging, mediamente siamo a +25%. Tutti i nuovi casi di covid, poi, esplosi a gennaio, non hanno riempito gli ospedali ma hanno ridotto in modo drammatico la forza lavoro. Questa situazione impatta su tutta la filiera”. “Invito la grande distribuzione italiana ed estera - è l’appello di Marco Rivoira - a prendersi carico dei problemi della filiera ortofrutticola, sostenendola, perché ne è responsabile, altrimenti tutti i discorsi sul fare partnership diventano aria al vento. Il rischio concreto è che i produttori, quelli che sopravviveranno a queste annate rese già molto difficili dalle avversità climatiche e dagli attacchi di insetti dannosi, smettano di fare rinnovamento varietale e questo andrebbe a penalizzare le vendite del reparto ortofrutta e alla fine il consumatore finale, che già non è
un grande mangiatore di ortofrutta come si evince dall’ultimo rapporto Eurostat. Un settore che non si rinnova è un settore che muore. È questo che vogliamo per noi e per i nostri figli? Parliamo meno di
covid, di tamponi, di report giornalieri; sediamoci a un tavolo e discutiamo di come salvare l’agricoltura, l’economia, il Paese”.
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Debutta a Sanremo Morgana, la mela super succosa di Melinda Giancarlo Sbressa
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La succosità estrema di Morgana è pronta a conquistare clienti e consumatori. Questa varietà, la cui produzione sta aumentando di anno in anno nei meleti del Consorzio Melinda, ha debuttato all’interno del piccolo schermo e non solo. In concomitanza con l’inizio delle vendite, a inizio febbraio, Melinda ha deciso di investire in maniera importante sulla comunicazione di questa mela, programmando una campagna multimediale ad hoc. Durante tutto il mese di febbraio è andato on air il nuovissimo spot TV dedicato a Morgana, con una programmazione che ha previsto 1.500 passaggi sulle più importanti reti televisive italiane (Rai, Mediaset, Sky, Cairo, Discovery). Nel corso della prima settimana di comunicazione, la pubblicità è andata in onda durante il festival di Sanremo, l’evento televisivo dell’anno, assicurando massima visibilità alla varietà e al brand Melinda oltre che confermare un posizionamento da mela premium. In affiancamento alla campagna TV, è stata organizzata un’importante campagna stampa sui principali quotidiani nazionali e sulle riviste specializzate più lette. Sarà compito della campagna digital da oltre 12 milioni di impressions, raggiungere anche coloro che sono meno affini al mezzo televisivo. “La decisione di investire in maniera così importante sul brand Morgana è frutto del naturale processo di sviluppo di una mela club destinata a lasciare il segno. AbFRUITBOOKMAGAZINE
Il lancio stagionale di Morgana, con vendite iniziate a inizio febbraio, è stato supportato da un’importante campagna TV, digital e stampa. Il nuovo spot è andato in onda per la prima volta durante il Festival di Sanremo il primo febbraio. Morgana è il brand name scelto per la commercializzazione della cultivar super succosa Kizuri, protagonista di un progetto di respiro europeo che vanta partner prestigiosi come Krings in Germania, Fruitmasters in Olanda e BFV in Belgio
biamo prima selezionato un prodotto con delle caratteristiche organolettiche distintive, ne abbiamo certificato la qualità grazie ai test di mercato e ora è tempo di rendere riconoscibile il brand e consolidarne il posizionamento premium”, ha spiegato Paolo Gerevini, direttore generale Consorzio Melinda. Lo spot realizzato dalla casa di produzione BigMama con la creati-
vità dell’agenzia Nadler Larimer e Martinelli, presenta Morgana in modo fresco e innovativo, utilizzando un linguaggio adatto a colpire i target più giovani. Morgana, infatti, è una mela ideale anche per un pubblico dinamico e on-the-move: la sua compattezza e croccantezza, unita ad una succosità esplosiva, la rendono perfetta per uno spuntino dissetante e gustoso, sempre. l N.38 l FEBBRAIO 2022
VIP, nuovi passi per la sostenibilità del packaging La sostenibilità per VIP è uno dei pilastri della strategia di sviluppo Giancarlo Sbressa
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L’Associazione dei Produttori Ortofrutticoli della Val Venosta ha rafforzato l’organico per implementare delle linee guida per rispondere alle sempre più pressanti richieste dei mercati e delle legislazioni in termini di sostenibilità. Stephan Gorfer: “Abbiamo dato inizio a un percorso per indirizzare le nostre scelte future, un percorso che speriamo influenzi e ispiri anche i nostri partner della distribuzione in un’ottica di miglioramento della sostenibilità reale del packaging” La sostenibilità per VIP, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta che riunisce sette cooperative e 1.650 frutticoltori, è uno dei pilastri della strategia di sviluppo. Un valore importante che trova applicazione concreta anche nelle scelte effettuate in materia di imballaggi. Ecco perché l’organizzazione altoatesina ha introdotto in organico una figura specifica che, insieme al team vendite e al team sostenibilità, ha implementato alcune linee guida sintetizzabili nelle “5R” del packaging, volte a garantire una logica sostenibile nella scelta dei materiali e dei formati delle confezioni adottate. Che cosa significano queste “5R”? Ecco la spiegazione: “R” come Rimuovere ovvero evitare imballi dove non necessario; “R” come Ridurre, riferito alla dimensione del packaging, per sprecare meno materia prima ed efficientare la logistica; “R” come Riusa & Ricicla, intendendo l’uso, ogniqualvolta sia possibile, di materiali riciclati o, in alternativa, imballi monomateriale completamente riciclabili, proFRUITBOOKMAGAZINE
muovendo quindi l’economia circolare; ultimo ma non meno importante, “R” come Rinnovabile, impiegando materiali provenienti appunto da risorse di questo tipo. Il lavoro intenso dedicato al materiale di imballaggio conferma il Consorzio di Laces ancora una volta all’avanguardia in fatto di innovazione e sostenibilità. Un posizionamento che VIP intende sviluppare ulteriormente giorno dopo giorno valutando soluzioni alternative, che siano ottimali per la conservabilità della mela e, al contempo, implementabili in modo efficiente durante tutte le fasi di produzione. Non solo: grande attenzione viene data alla modalità di impiego delle materie prime disponibili nel lungo periodo, che tiene conto di come lo stesso materiale viene trattato al momento dello smaltimento nei diversi territori italiani. Così ha commentato Stephan Gorfer, product manager di VIP: “Sia-
L’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta viene fondata nel 1990, riunisce sette cooperative e 1.650 frutticoltori (1.400 a produzione integrata, 250 a produzione bio), con 5.200 ettari di terreno per 320 mila tonnellate di mele raccolte mediamente ogni anno. Nella foto sopra i vassoi Blitz 100% carta nello stabilimento bio della Juval.
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Foto: NextVideoProduction.com
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mo all’inizio di un percorso intrapreso per indirizzare le nostre scelte future, che speriamo influenzi e ispiri anche i nostri partner della distribuzione in un’ottica di miglioramento della sostenibilità reale del packaging. Siamo sulla buona strada ma sappiamo di avere ampi margini di crescita”. "Il nostro obiettivo - sottolinea Gorfer - è migliorare sempre più e non smettere mai di farlo”. In questo senso la ricerca di VIP è sempre in l N.38 l FEBBRAIO 2022
continua evoluzione. Ad oggi infatti si sta lavorando, insieme a fornitori selezionati, per trovare materiali sostitutivi ai film in plastica usati nei cartoni oltre ad alternative innovative, sostenibili e accattivanti per gli imballaggi più piccoli. Oggi va purtroppo sottolineato come all’interno del dibattito sul packaging e sulla sostenibilità si sia inserita prepotentemente l’esplosione dei prezzi delle materie prime e la difficile reperibilità delle stesse, che ha di fatto quasi bloccato alcune filiere complicando il lavoro giornaliero e alcuni progetFRUITBOOKMAGAZINE
Dobbiamo considerare il fattore della sostenibilità “economica nelle proposte di mercato nostre o dei
nostri clienti. Oggi la difficoltà di portare sul mercato delle idee che si inseriscano in una proposta di prezzo comprensibile per il consumatore è reale ” Stephan Gorfer (product manager VIP)
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ti di lungo periodo. Non solo i prezzi di carta, cartone, legno e plastiche sono esplosi, ma i tempi di fornitura estremamente lunghi e la poca sicurezza sulla consegna rendono difficile sia essere proattivi sul mercato con proposte innovative o sperimentali, sia reagire in tempi brevi alle richieste dei clienti. Lo stesso accade per materiali provenienti da fonti rinnovabili come la bioplastica da canna da zucchero, coinvolgendo quindi anche quanto di più innovativo e rendendo la pianificazione davvero difficile. FRUITBOOKMAGAZINE
“Nel medio periodo - ritengono i vertici di VIP - immaginiamo la situazione possa tornare alla normalità, ma non possiamo non considerare il fattore della sostenibilità economica nelle proposte di mercato nostre o dei nostri clienti; l’impatto del costo dell’imballaggio deve avere una relazione con il valore reale del prodotto, e al momento la difficoltà di portare sul mercato idee che si inseriscano in
una proposta di prezzo comprensibile per il consumatore è reale. Certo è che non ci si può attendere che le aziende di produzione possano ammortizzare questi costi senza doverne portare almeno una parte al consumo”. Detto questo, il processo green di VIP continua. Un impegno importante per il futuro di tutti e dell’ambiente, che sta dando importanti risultati, facendo del Consorzio della Val Venosta un partner di riferimento, senza compromessi.
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Bollini laser, la soluzione green di Retarder per marchiare frutta e ortaggi Il laser labelling è ideale oggi per la marcatura bio e dei prodotti dall’elevato profilo green Eugenio Felice
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Il “tatuaggio laser” che sostituisce il classico bollino e volendo anche l’etichetta è l’alternativa green ai sistemi tradizionali? Parrebbe proprio di sì. Niente materiali, niente colla, carbon footprint quasi nullo, nessuna produzione di rifiuti. Il laser labelling esiste già da diversi anni, anni che sono serviti a perfezionare questa tecnologia, che oggi è diventata di grande attualità, viste le normative sempre più orientate a ridurre i materiali di confezionamento e le emissioni di gas serra Ne ha parlato a inizio gennaio anche il Corriere della Sera: il “tatuaggio laser” che sostituisce il classico bollino, e volendo anche l’etichetta, è l’alternativa green ai sistemi tradizionali. Nell’articolo, tra le altre cose, si legge che il laser usato per incidere la buccia di frutta e ortaggi emette meno dell’1% dell’anidride carbonica necessaria alla produzione di un’etichetta o bollino delle stesse dimensioni. Alla base di questa tecnologia c’è un macchinario che si inserisce nelle linee di lavorazione presenti nelle centrali ortofrutticole e incide una parte infinitesimale della buccia per far apparire un’etichetta o un logo che sembrano un tatuaggio, il tutto con un consumo energetico ridottissimo. “Per gli addetti ai lavori non è una novità - spiega Luca Rivoira, responsabile vendite e marketing di Retarder Srl - essendo il laser labelling una tecnologia presente sul mercato da diversi anni e già richiesta per il biologico da alcune insegne della grande distribuzione del Nord Europa. Con le vigenti normative europee che richiedono, FRUITBOOKMAGAZINE
Nel 2021 Retarder Srl festeggia i venti anni di attività nel campo delle soluzioni per il post raccolta di frutta, dalla conservazione al packaging, dai data logger agli accessori. La sede dal 2013 si trova nel moderno magazzino di via Falicetto 92 a Verzuolo (CN).
per la frutta e gli ortaggi, un confezionamento sempre più green e la riduzione delle emissioni di gas serra, è una tecnologia che diventa di grande attualità. Va detto anche che in questi anni la tecnologia di laser labelling si è perfezionata, ha un campo di applicazione più ampio e ha raggiunto una notevole velocità di esecuzione, che può arrivare fino a 100 mila frutti o ortaggi all’ora”.
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Retarder Srl è un’azienda piemontese con sede a Verzuolo (CN), leader nelle soluzioni di conservazione e confezionamento per il settore ortofrutticolo, con un’esperienza ventennale. Recentemente ha stretto una partnership con la tedesca EcoMark GmbH, specializzata dal 2013 proprio nelle incisioni con marcatura laser, per lo sviluppo del mercato italiano. “Si tratta di un’azienda leader in Europa per questa tecnologia, con grande esperienza”, sottolinea Luca Rivoira. “Ci rivolgiamo sia alle centrali ortofrutticole che ai gruppi della grande distribuzione ital N.38 l FEBBRAIO 2022
liana. Il laser labelling si può fare oggi su quasi tutti i tipi di frutta e ortaggi e rappresenta una grande e concreta opportunità per la filiera, in linea con gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo”. “Non ci aspettiamo che il laser labelling vada a sostituire l’etichettatura tradizionale”, mette in chiaro Luca Rivoira. “Un brand famoso è legato indissolubilmente anche alla palette colori, che non si può riprodurre con la tecnologia
laser, non ancora almeno. Siamo però a un punto di svolta, il consumatore finale, in particolare quelli più attenti all’ambiente e alla sostenibilità, chiede una confezione essenziale e solo quando necessaria, il laser labelling permette di rispondere a questa esigenza ma al tempo stesso di personalizzare e quindi di dare un’identità a frutta e ortaggi. Il laser labelling è sicuro, flessibile, efficiente, delicato, economico, ideale oggi per la marcatura bio e dei prodotti dall’elevato profilo green”.
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Per Macfrut più affari, conoscenza ed esperienza In primavera riprendono le fiere e gli eventi in presenza Eugenio Felice
Macfrut 2022 si svolgerà a Rimini dal 4 al 6 maggio. Per il suo presidente, Renzo Piraccini, sarà l’edizione della svolta: “La nostra è storicamente una fiera di filiera, questo ci differenzia dalle altre fiere di settore, il nostro unico obiettivo è dare valore a questa filiera. Macfrut è uno strumento a disposizione degli operatori e stiamo lavorando per renderla un evento imperdibile, focalizzato su business, conoscenza ed esperienza, con il digitale che va ad agevolare gli incontri fisici”
“La diversità è la nostra forza”: questo il filo conduttore della nuova strategia fieristica di Macfrut, presentata lo scorso 10 dicembre a Dubai in occasione di Expo Dubai 2020, evento globale che nonostante la pandemia dovrebbe avvicinarsi al numero di visitatori di Expo Milano 2015. La 39.esima edizione di Macfrut, unica fiera di filiera in Europa per i professionisti dell’ortofrutta in rappresentanza di tutti gli anelli del settore dalla produzione al consumo, si svolgerà al Rimini Expo Center dal 4 al 6 maggio 2022. Un’edizione che segna il punto di svolta, come ha sottolineato il suo presidente Renzo Piraccini, un nuovo modo di fare fiera, non più basato solo sui grandi numeri (il perdurare del proble-
ma pandemico insegna), bensì sulla partecipazione a un evento che vuole essere unico e imperdibile in quanto imperniato su tre assi portanti: il business, la conoscenza e l’esperienza. Prima di tutto “più business”, con incontri b2b sempre più programmati e inviti mirati a buyer italiani e internazionali, pianificati nei giorni precedenti la manifestazione. “Più conoscenza”, grazie a una serie di eventi specialistici messi a punto con grande attenzione, per ogni area tematica, da un team di esperti. “Esperienza”, per tuffarsi nel mondo dell’ortofrutta in modo nuovo, più attenti ai valori che ai volumi, alla ricerca delle tendenze e dei contenuti innovativi. “L’edizione 2021 di Macfrut ci ha spinto a progettare un vero e proprio nuovo modo di fare fiera”, ha dichiarato Piraccini alla conferenza stampa di Dubai. “Il tempo dei
La quarta ondata Covid che ha colpito l’Europa tra dicembre e gennaio è stata la più rilevante in termini di infezioni ma per fortuna la meno pesante in termini di vite umane. Le fiere di inizio anno sono state quasi tutte spostate alla primavera. Tra queste Fruit Logistica, in calendario dal 5 al 7 aprile a Berlino, e Marca, programmata per il 12 e 13 aprile a Bologna.
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organizzare per gli specialisti del settore “unVogliamo evento unico e imperdibile che sia di stimolo,
che offra contatti di business ma anche la possibilità di toccare con mano il futuro. Abbiamo un unico obiettivo: dare più valore alla filiera ortofrutticola ” Renzo Piraccini (presidente Macfrut)
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Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, durante la conferenza stampa che si è svolta a Dubai il 10 dicembre. Alla delegazione partita dall’Italia hanno partecipato diversi imprenditori ed export manager del settore ortofrutticolo. La missione ha comportato anche la visita a importatori e attori della grande distribuzione locale. La conferenza stampa è stata ospitata in uno spazio della Regione EmiliaRomagna all’interno di Expo Dubai 2020.
grandi numeri forse è finito e comunque non lo giudichiamo poi così importante, e il successo dell’ultima edizione della nostra fiera ce lo ha confermato”. “Vogliamo organizzare per gli specialisti di ortofrutta un evento unico e imperdibile - ha sottolineato il presidente di Macfrut - che sia di stimolo agli operatori, che offra contatti di business ma anche la possibilità di toccare con mano il futuro. Così come siamo stati pionieri di una fiera digitale con Macfrut Digital, lo stesso vogliamo essere con Macfrut 2022. La piattaforma digitale agevolerà in modo formidabile la programmazione degli incontri di business già un FRUITBOOKMAGAZINE
mese prima dell’inizio della fiera e permetterà anche ai visitatori nei giorni di fiera di organizzare gli incontri fisici, che restano e rimarranno fondamentali. Se il Covid ci preoccupa? Meno dello scorso anno, grazie ai vaccini e al periodo in cui si terrà Macfrut 2022”. Diverse le novità che sono state presentate a Expo 2020 Dubai. Il simbolo dell’edizione 2022 sarà la ciliegia, tanto da farne, di Macfrut, la capitale mondiale, ospitando l’International Cherry Symposium. Il focus internazionale sarà dedi-
cato al continente africano con gli Africa Days. Altra grande novità è Spice & Herbs Global Expo, il salone dedicato alle spezie, erbe officinali e aromatiche. Torna il Tropical Fruit Congress, giunto alla terza edizione e coordinato da Ncx Drahorad: i riflettori saranno puntati sull’avocado. Ci saranno poi Smart Agriculture, con la rivoluzione 4.0 al centro dell’attenzione, e Acquacampus, che presenterà le più moderne tecnologie applicate alle risorse idriche in serra e pieno campo. Confermato infine Biosolutions International Event, il salone internazionale sui biostimolanti.
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A maggio il gotha della ciliegia si incontra a Macfrut L’International Cherry Symposium si svolgerà dal 2 al 6 maggio Giancarlo Sbressa
L’Emilia-Romagna diventa capitale mondiale della ciliegia con l’International Cherry Symposium (ICS), dal 2 al 6 maggio. Diversi gli appuntamenti, tra cui una due giorni di alta formazione a Bertinoro; un simposio mondiale sui temi chiave del ciliegio ospitato a Macfrut a Rimini; un evento con i top player del settore sui trend del mercato globale, moderato dalla nostra testata; visite guidate e un tour tra i principali produttori di ciliegio per toccare con mano le innovazioni
FRUITBOOKMAGAZINE
6 maggio. Tra questi c’è la Scuola di Alta Formazione sul tema della “Gestione sostenibile dei frutteti in un ambiente che cambia”. Il sistema frutticolo, in particolare la filiera del ciliegio, fronteggia sfide immense poste dai cambiamenti climatici, sociali ed economici, e da una globalizzazione sempre più pervasiva. Il programma prevede 10 seminari nei giorni 2 e 3 maggio sui principali temi legati alla gestione sostenibile dei frutteti insieme ad attività interattive fra dottorandi, professionisti e docenti. La due giorni sarà gestita e coordinata dalle tre università organizzatrici - Bologna, Modena e Reggio Emilia e Politecnica delle Marche - con l’ausilio di relatori internazionali e specialisti del ciliegio. La scuola sarà in lingua inglese e a numero chiuso, con 30 posti riservati a studenti di dottorato e giovani ricercatori e altri 30 posti per professionisti provenienti da ogni parte del mondo.
INFO SUL SIMPOSIO SULLA CILIEGIA?
Se c’è un frutto che sta diventando sempre più global è la ciliegia. Ci sono varie chiavi di lettura per spiegare il boom che sta riscontrando la coltivazione del ciliegio a livello mondiale. Un primo aspetto si può dedurre guardando la mutata geografia della cerasicoltura a livello mondiale (si veda la tabella di pagina 74). Paesi come Turchia, Cile e Uzbekistan negli ultimi due decenni hanno puntato forte sul ciliegio e stanno raccogliendo i frutti dei loro investimenti, scelte mirate sulle moderne tecnologie di impianto e nel post raccolta e sulle innovazioni varietali. Da Paesi emergenti sono divenuti in pochi anni leader nella produzione e commercio delle ciliegie a livello mondiale. E non si parla solo di superfici investite ma di produzioni e rese degli impianti, che crescono costantemente negli anni. La ciliegia sarà il prodotto simbolo di Macfrut 2022, fiera che organizza, insieme a diverse università, l’International Cherry Symposium, evento di respiro internazionale con il gotha del settore e diversi appuntamenti programmati dal 2 al
VUOI AVERE PIÙ
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NAVIGA NEL SITO!
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Il 4 maggio a Macfrut si svolgerà l’International Cherry Symposium che riunirà i principali esperti mondiali di ciliegio. Il convegno, in programma nell’intera giornata di fiera, ospiterà esperti provenienti da Usa, Cile, Germania, Francia e Italia per affrontare temi fondamentali per la cerasicoltura: dalla sostenibilità economica dei nuovi ceraseti, passando per le biotecnologie applicate all’innovazione varietale, per finire con le tecnologie l N.38 l FEBBRAIO 2022
di precisione applicate alla produzione, difesa ed al post-raccolta. Il 5 maggio sarà la volta di Cherry Global Players. Una mattina, moderata dalla nostra testata giornalistica, dedicata interamente alla scoperta di alcune delle principali realtà mondiali operanti nella produzione e commercializzazione delle ciliegie: un confronto sulle strategie di mercato globale nei sei Paesi leader della filiera: Turchia, Cile, Stati Uniti, Uzbekistan, Spagna e Italia. Nel pomeriggio (ore 15-18) dello stesso giorno, sempre in fiera, ci sarà il focus sulle innovazioni di FRUITBOOKMAGAZINE
Il sistema frutticolo, in particolare la filiera del ciliegio, fronteggia sfide immense poste dai cambiamenti climatici, sociali ed economici, e da una globalizzazione che è sempre più pervasiva. L’ICS prevede due giorni di alta formazione a Bertinoro, il 2 e 3 maggio, con 10 seminari sui principali temi legati alla gestione sostenibile dei frutteti. Per avere frutti di qualità e in grado di affrontare senza sorprese i mercati globali diventa sempre più importante la cura e la protezione dei frutteti e l’utilizzo di tecnologie avanzate all’interno delle centrali ortofrutticole.
CILIEGIE: I DATI DEI MAGGIORI PRODUTTORI MONDIALI Paese
2016
2017
2018
SUPERFICI RACCOLTO (ha)2020
2019
2020
RACCOLTO 2021
84.746
85.401
84.087 45.000,0083.447
82.729 45.868,68
2 CILE
24.498
25.109
30.179 42.752,3038.392
39.645 42.182,01
3 USA
36.300
37.430
34.400 99.256,0534.600
34.400 90.132,41
4 ITALIA
29.113
29.274
29.160 29.210 166.540,07
<——> 29.010 151.323,76
5 SPAGNA
26.946
27.592
27.370 27.470 379.638,67
<——> 27.760 379.481,10
6 IRAN
18.921
18.784
12.581 28.330 703.052,46
24.033 743.689,83
7 GRECIA
14.887
15.308
16.050 16.100 167.714,84
20.550 119.739,07
9.047
9.830
12.161 2.535,0111.983
12.718 4.292,25
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PRODUZIONI (t) 54.117,97
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664.224 724.944 599.650 627.132 639.564 44.160,07 44.145,12
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319.870 294.900 237.207,00 196.245,68 315.454 396.940 312.430
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175.861 185.068 4 UZBEKISTAN 111.855 136.609 172.036 101.651,92 147.553,35 <——> 128.354 164.080 5 IRAN 45.342,69 28.927,04 140.081 135.723 88.906 6 ITALIA
104.380 <——> 94.888 118.2592.121.713,03 114.800 98.600 2.043.022,52
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Fonte: MACFRUT
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prodotto e di processo introdotte dalla ricerca e dall’industria nella filiera del ciliegio: varietà e portinnesti, sistemi di copertura multitasking, tecnologie di lavorazione e packaging. Un gruppo di esperti professionisti guideranno i partecipanti a Macfrut in una serie di visite dedicate presso gli stand delle principali aziende che hanno investito nella filiera del ciliegio. Il 6 maggio sarà la volta dei tour del ciliegio, a Vignola e Cesena, per toccare con mano le innovazioni introdotte nella filiera di questo frutto. Sono in programma due visite in campo nei vivai, nelle aziende agricole e negli stabilimenti di lavorazione delle ciliegie, in una regione che conta circa 3 mila ettari dedicati alla cerasicoltura. Un tour si svolgerà nel comprensorio di produzione della ciliegia di Vignola, caratterizzato dall’alta specializzazione degli impianti e dall’alta qualità delle ciliegie a marchio IGP. Un secondo tour porterà gli ospiti di Macfrut nelle colline cesenati, alla scoperta di moderni sistemi di impianto realizzati con tecniche di produzione biologiche o biodinamiche. Nel corso della conferenza stampa di presentazione di ICS che si è svolta a metà febbraio sono intervenuti alcuni tra i massimi esperti mondiali del ciliegio. Sulle soluzioni innovative che consiglierebbe a un frutticoltore che desidera impiantare un nuovo ceraseto, così ha risposto Greg Lang, della Michigan State University (Usa). “Dato che l’impianto di un frutteto è un l N.38 l FEBBRAIO 2022
Paesi come Turchia, Cile e Uzbekistan hanno puntato forte sul ciliegio e stanno raccogliendo i frutti dei loro investimenti, su moderne tecnologie di impianto e nel post raccolta e sulle innovazioni a livello varietale. Da Paesi emergenti, sono divenuti leader nella produzione e commercio mondiale.
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impegno che dura diversi decenni, è fondamentale prevedere i potenziali sviluppi della tecnologia nei prossimi 25 anni; basti pensare alla velocità con cui si sono evolute le tecnologie in questo ultimo quarto di secolo. Di conseguenza, io consiglierei a tutti i cerasicoltori di prevedere delle strutture di sostegno e un sistema di allevamento a chioma stretta (piana) che permetta la cimatura meccanica. Consiglio inoltre l’uso di piattaforme motorizzate per i lavoratori, telecamere a visione artificiale montate sui trattori, droni, o veicoli autonomi per la raccolta di immagini e dati, e di utilizzare la struttura di sostegno non solo per l’allevamento dei ciliegi, ma anche per l’installazione di accorgimenti prol N.38 l FEBBRAIO 2022
tettivi all’interno del frutteto, quali reti antipioggia, antigrandine o contro gli insetti”. Moritz Knoche, dell’Università di Hannover (Germania), ha posto il suo focus sulle ultime ricerche nel contrasto al fenomeno della spaccatura nelle ciliegie. “Sulla problematica sono emersi nuovi risultati. Il cosiddetto ‘modello della cerniera lampo’ rimane la spiegazione più accreditata per quanto riguarda la spaccatura. La buccia si apre come una cerniera lungo le pectine della lamella mediana delle pareti cellulari ingrossate. Il calcio può arrestare questo processo,
ma sarebbe necessaria una concentrazione di calcio nelle pareti cellulari della buccia che è difficile da raggiungere anche dopo diverse applicazioni fogliari. Numerose ricerche affermano che l’idea della ciliegia vista come un contenitore omogeneo di succo dolce è errata. È stato dimostrato che la distribuzione degli zuccheri nel frutto è eterogenea, probabilmente perché il processo di assorbimento all’interno del frutto attraverso il sistema vascolare è più veloce rispetto alla distribuzione. Questo spiega la variabilità del fenomeno della spaccatura e fornisce una spiegazione ragionevole del perché possa succedere anche dopo il confezionamento”.
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Sunions, arriva dagli Usa la cipolla senza lacrime, coltivata anche in Italia La campagna di lancio ha coinvolto in distribuzione Esselunga e Coop Alleanza 3.0 Massimiliano Lollis
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Sunions, la cipolla “tearless”, è arrivata anche in Italia. Dolce e croccante, dell’azienda sementiera Nunhems, una volta tagliata, non fa piangere né bruciare gli occhi. è arrivata nei punti vendita Esselunga e Coop Alleanza 3.0 lo scorso dicembre, grazie ai partner produttori Agrioltrepò e Apofruit Italia. Nei prossimi anni le vendite si chiuderanno in aprile. Non potevamo non provarla e sì, possiamo confermarlo: si taglia senza versare una lacrima e senza perdere l’aroma delicato Dopo il successo negli Usa, in Spagna e più di recente in Uk, abbiamo deciso di provare Sunions, la cipolla completamente “tearless” ovvero senza lacrime - che, una volta tagliata, non fa piangere né bruciare gli occhi, e che dallo scorso dicembre ha raggiunto il mercato italiano. Si presenta in una simpatica confezione color verde acqua accompagnata dal claim “addio lacrime”. E in effetti è vero, non fa versare nemmeno una lacrima al taglio. Al contempo, sprigiona un buon aroma di cipolla in grado di insaporire i piatti sia a crudo che in cottura. In Italia è stata disponibile sugli scaffali della Gdo italiana - in particolare quelli dei punti vendita Esselunga e Coop Alleanza 3.0 - in rete da 700 grammi color verde acqua, smaltibile nella plastica e avvolta da una fascetta in carta FSC che contiene all’esterno informazioni sul prodotto e all’interno numerose curiosità, suggerimenti su come affettarla a regola d’arte e ricette, con tanto di QR code che rimanda al sito web dedicato (quello della pagina affianco). FRUITBOOKMAGAZINE
Origine e sviluppo. La varietà per il nostro mercato coltivata in Italia da Agrioltrepò e Apofruit Italia - è nata in Usa, ma ci sono voluti una trentina d’anni per portarla sulle tavole dei consumatori, da una parte e dall’altra dell’Atlantico. A farlo è stato il team Usa di Nunhems - la divisione sementi orticole del gruppo Basf, che l’ha acquisita nel 2018 da Bayer - in collaborazione con coltivatori ed
l N.38 l FEBBRAIO 2022
Il programma di incroci varietali tutto naturale e senza Ogm ha portato alla messa a punto di una cipolla dolce, dorata e croccante che, per il fatto di risultare completamente senza lacrime - qualità certificata anche da laboratori esterni - rappresenta per i produttori una svera volta nella categoria.
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FA PIANGERE
SUNIONS LA CIPOLLA
DOLCE CHE NON
NAVIGA NEL SITO! esperti, grazie a un investimento complessivo di oltre 5 milioni di dollari. Il procedimento di sviluppo - si tratta di un programma di incroci varietali 100% naturale e senza Ogm - ha portato alla messa a punto di una cipolla dolce, dorata e croccante che, per il fatto di risultare completamente senza lacrime - qualità certificata, a detta dell’azienda, sia da Basf che da laboratori esterni - rappresenta secondo i produttori una vera e propria svolta nella categoria: quando tagliata non irrita gli occhi e risulta quindi ideale anche per chi cucina assieme ai bambini. Secondo l’azienda, a contraddistinguere le cipolle Sunions - letteralmente le cipolle del sole - sono, oltre alla qualità zero-lacrime, anche la loro dolcezza, grazie ai livelli di piruvati che - contrariamente alle varietà tradizionali di cipolla diminuiscono nel tempo e quindi rendono la cipolla meno piccante l N.38 l FEBBRAIO 2022
man mano che prosegue la fase di conservazione; e la croccantezza, che la rendono adatta anche al consumo crudo. Una cipolla che, in questo primo anno di campagna, è stata disponibile da dicembre fino a fine febbraio. Il lancio in Uk. A metà gennaio - a distanza di alcune settimane dal debutto in Italia - la cipolla di Nunhems è stata lanciata nel Regno Unito dall’insegna Waitrose, in quella che è a tutti gli effetti una prima prova importante per il prodotto sul mercato d’Oltremanica. Come ha scritto tra gli altri The Guardian, una confezione da tre
cipolle di Sunions costa 1,50 sterline. Circa il triplo rispetto alle cipolle più economiche della private label di Waitrose, che costano 14 pence l’una. Veniamo allora ai prezzi in Italia. In un punto vendita veronese di Esselunga, che abbiamo visitato il 24 gennaio, la differenza di prezzo tra le cipolle Sunions (origine Italia) e le loro omologhe tradizionali rimane importante. Una rete di Sunions da 700 grammi calibro 60 -80, cat.1, costava 1,68 euro cad. (2,40 euro/kg) contro gli 0,98 euro/kg delle omologhe dorate tradizionali private label. Il prezzo è lo stesso anche sul portale Easy Coop di Coop Alleanza 3.0.
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Consumi polarizzati? Arriva la selezione Antonio Francescon Si chiama Antonio Francescon la nuova Selezione del fondatore Eugenio Felice
Arriverà il prossimo giugno sui mercati la nuova linea premium Antonio Francescon, che garantirà eccellenti caratteristiche organolettiche, grazie agli investimenti fatti sia in campagna che nel magazzino di lavorazione con tecnologie di selezione di ultima generazione. La linea firmerà la qualità del melone della tipologia retato e si presenterà con “finiture” di pregio, come la ceralacca rossa e un bugiardino su ogni frutto. Ecco il progetto, spiegato da Bruno Francescon e Alessio Orlandi Lo scorso 14 dicembre si è svolto il Retail Transformation Summit, l’evento del Sole 24 Ore dedicato ai player dell’industria di marca e della distribuzione. Nell’occasione, il presidente di Adm - Associazione Distribuzione Moderna e di Coop Italia, Marco Pedroni, ha dichiarato: “La pandemia ha accelerato almeno nel nostro Paese elementi di diseguaglianza. E questo lo si vede anche nei comportamenti di acquisto delle persone, che si stanno sempre più polarizzando. Da un lato aumenta l’attenzione per l’alta qualità, il biologico, il veg e per tutti quegli aspetti che possono essere in sintonia con quella che è la tradizione enogastronomica italiana, e dall’altro continuano a crescere in modo forte i consumi cosiddetti di base o low. Questo fenomeno di polarizzazione dei consumi, viene accentuato da un secondo fenomeno, che è quello dell’aumen-
to dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti, un fenomeno che si sta ribaltando sul sistema delle imprese, sul sistema della distribuzione e sul consumatore”. Come adeguare la propria proposta commerciale a un mercato che sta evolvendo velocemente? Un esempio virtuoso arriva dalla OP Francescon, l’Organizzazione di Produttori che ha sede a Rodigo, nel Mantovano parte di AOP Mantuafruit, che nel 2022 porterà sui mercati la nuova linea premium Antonio Francescon, Selezione del fondatore. “In Italia abbiamo sempre più due tipi di consumatori - ci spiega il presidente Bruno Francescon - quello che ha basso budget per la spesa e chi vuole mangiare bene senza compromessi. La nuova selezione si rivolge a questi ultimi, che potranno acquistare un super melone, di qualità garantita”.
Antonio Francescon, detto “Tony”, è il nome del nonno di Bruno Francescon, che nella seconda metà degli anni ’60 iniziò l’attività di produzione di ortaggi e allevamento di mucche da latte. La nuova linea premium vuole porre l’accento su tutta la passione e il know-how accumulato in oltre 50 anni dalla famiglia Francescon nella coltivazione e commercializzazione dei meloni.
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accorgimenti messi in campo e le tecnolo“gieCondi gli ultima generazione da poco installate nel
magazzino siamo in grado di selezionare un melone fantastico in mezzo a tanti meloni buoni. Con la tipologia retato non lo aveva ancora fatto nessuno ” Bruno Francescon (presidente di AOP Mantuafruit)
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Da sinistra, Alessio Orlandi, nuovo direttore commerciale di AOP Mantuafruit, con grande esperienza lungo i diversi anelli della filiera ortofrutticola, e Bruno Francescon, presidente di AOP Mantuafruit.
“Vogliamo segmentare il mercato del melone, non solo tra varietà liscia e retato, per portare valore aggiunto al cliente, che potrà così scegliere tra un prodotto standard e uno premium”, aggiunge Alessio Orlandi, nuovo direttore commerciale di AOP Mantuafruit, organizzazione da cui oggi passa tutta la commercializzazione di OP Francescon e OP Guidizzolo. “Abbiamo una grande opportunità, quella di offrire qualcosa che oggi manca sul mercato - sottolinea Orlandi ovvero il melone retato in versione premium, un segmento finora coperto da linee a private label, di solito con il liscio, una tipologia che non è apprezzata in egual modo in tutte le regioni italiane e FRUITBOOKMAGAZINE
che quando le temperature sono molto alte non sempre esprime il meglio di sé a livello qualitativo. Ecco quindi che si è aperta una finestra interessante, con un melone retato premium, un’operazione che vorrei specificare non è semplicemente di marketing, quello che andremo a offrire da giugno a settembre con il brand Antonio Francescon - Selezione del fondatore sarà veramente un melone dalle eccellenti caratteristiche organolettiche, grazie al grande lavoro che viene fatto in campo e nel magazzino di lavorazione”.
“Antonio, detto Tony, era mio nonno - ci riferisce Bruno Francescon - a lui abbiamo voluto dedicare questa linea premium, anche per sottolineare il fatto che la nostra famiglia produce meloni dalla seconda metà degli anni ’60. Venivamo dal Veneto, il nonno si occupava anche di allevare vacche da latte, oltre a produrre diversi tipi di ortaggi, oltre al melone, che poi venivano portati giornalmente nei mercati all’ingrosso. Una passione e un know-how che quindi è iniziato lontano, con sempre al centro un grande rispetto per la natura e i suoi ritmi. Ad esempio rispettiamo le rotazioni, come fosse un vangelo, non coltivando mai meloni su meloni ma su cereali. La nuova linea Antonio Francescon andrà proprio a valorizzare questo knowhow, sarà coltivato sui terreni più adatti, solo quelli di proprietà dei soci, dove le acque scorrono meglio, terreni del Mantovano che conosciamo da decenni”. “Era da qualche anno che avevamo in mente questo progetto - prosegue Bruno Francescon - e oggi è venuto a maturazione, grazie in particolare a due fattori. Da una parte una ricerca di 7-8 anni su un pool di varietà molto pregiate, non solo con grado zuccherino molto elevato e con grande aromaticità, ma anche con la giusta consistenza, che non vuol dire per forza duro e croccante, ma con una certa morbidezza, perché forse negli ultimi anni il mercato si è spinto un po’ troppo in là per garantire una shelf life superiore”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
Senegal, 10° anniversario. Lo scorso febbraio sono iniziati i primi raccolti di meloni prodotti in Senegal dall’azienda Frutta Italia, che fa riferimento alla OP Francescon, di cui segue i capitolati produttivi, azienda certificata GlobalGAP e Grasp, gestita da due tecnici italiani che sono residenti in loco. Frutta Italia è dotata di un magazzino di 3.000 mq con celle per abbattere la temperatura e di calibratrice per la selezione del prodotto. Saranno 150-180 i container di meloni veicolati al Senegal, circa 20 quelli contenenti zucche e 30 quelli di Perla Nera.
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“Dall’altra parte abbiamo investito nella tecnologia in magazzino per poter selezionare in modo scientifico alcuni parametri come il grado zuccherino interno dei meloni, che per la linea Antonio Francescon sarà di 14 gradi Brix minimo. Considerando che lavoriamo per stagione dalle 300 alle 400 tonnellate al giorno di meloni, potremmo destinare alla nuova linea premium fino al 10% della produzione, vale a dire circa 2.500-3.000 tonnellate di meloni l’anno. Un melone premium con questi volumi finora in Italia non si era mai visto: l N.38 l FEBBRAIO 2022
questo rappresenta una grande opportunità per il cliente finale, che potrà mangiare sempre frutti fantastici, ma anche per la distribuzione, italiana ed estera, che potranno aumentare i fatturati. Proprio quella estera ci sta richiedendo un melone retato premium”. La linea Antonio Francescon sarà subito identificabile grazie alla ceralacca rossa certificata ad uso alimentare sul peduncolo di ogni
frutto, ceralacca che, oltre a impreziosire il prodotto, avrà anche la funzione di proteggerlo dalle infezioni e di fermare il bugiardino che giocherà, come l’imballaggio in cartone 30 x 40 da 4 o 5 pezzi, sui colori nero e oro oltre a contenere un numero univoco legato a quel singolo melone. “Ci ispiriamo al mondo del vino - concludono Francescon e Orlandi - per la segmentazione della qualità, crediamo fortemente che questo si possa fare anche nel mondo dell’ortofrutta”.
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Ally, da una start-up italiana la pellicola da scarti vegetali che allunga la shelf life Carlotta Benini
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Una nuova start-up si affaccia sul mercato italiano con una proposta innovativa e sostenibile per ridurre gli sprechi in ortofrutta. Si chiama Agree e nasce dall’incontro di tre studenti e ricercatori universitari, Arianna Sica, Gustavo Gonzalez e Irene Masante. Insieme i tre giovani startupper hanno progettato Ally, un rivestimento protettivo di origine vegetale che, applicato su frutta e verdura, è in grado di rallentare il loro processo di deperimento, allungando la loro shelf life, fino a triplicarla. Ally è un composto naturale derivante a sua volta da sottoprodotti della filiera agroalimentare. Viene nebulizzato sui frutti e funge da barriera protettiva, come una seconda buccia, inodore, insapore e commestibile. I benefici in termini di sostenibilità ambientale e riduzione del food waste sono doppi: allungando la shelf life dell’ortofrutta Ally permette di ridurre significativamente gli sprechi, inoltre gli scarti agricoli vengono a loro volta valorizzati e non diventano rifiuti. Un valido esempio di economia circolare. “In questo modo conserviamo la freschezza di frutta e verdura per più tempo e riduciamo le perdite nella fase distributiva - spiega Gustavo Gonzalez, co-founder e ceo di Agree, in una e.mail alla nostra redazione -. Inoltre in questo modo valorizziamo le risorse necessarie per la produzione dell’ortofrutta come acqua, suolo ed energia”. Ora i tre giovani fondatori di Agree lanciano una call to action. FRUITBOOKMAGAZINE
Si chiama Ally ed è un rivestimento commestibile di origine vegetale, derivante a sua volta da sottoprodotti agricoli, che allunga la vita di scaffale di frutta e verdura fino a tre volte in più. L’innovativa soluzione anti spreco è stata progettata dalla startup Agree ed è in concorso ai Green Alley Award, premio europeo per le migliori idee nel ramo della Circular Economy. I tre giovani fondatori di Agree auspicano di poter brevettare il progetto verso la metà del 2022
“Siamo stati selezionati tra le prime 20 startup europee su 177 partecipanti al Green Alley Award, concorso internazionale che premia le migliori idee nel ramo della Circular Economy - prosegue Gonzales -. In sette edizioni nessun progetto italiano è mai giunto in finale a Berlino. Ora ci serve il supporto di tutti per accedere all’ultimo step del concorso. Sarebbe una opportunità unica per concretizza-
re la nostra idea contro lo spreco in ortofrutta, as soon as possible!”. L’auspicio, infatti, è quello di riuscire a brevettare il progetto nella metà del 2022. Per poter accedere alla gran finale del concorso Agree con la sua pellicola Ally deve essere fra i progetti maggiormente votati: chi vuole sostenere la startup italiana può farlo cliccando al link sul sito dei Green Alley Award. l N.38 l FEBBRAIO 2022
L’ortofrutta dura di più con uno spray naturale I primi risultati di una ricerca promossa da Lidl Svizzera Valentina Bonazza
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Inizia a dare i primi frutti il progetto di ricerca avviato da Lidl Svizzera con Empa, azienda con decennale esperienza nel campo di ricerca dei materiali, per realizzare un film protettivo ecologico spray da utilizzare su frutta e verdura per proteggerla e aumentarne la shelf life. Il composto deriva dagli scarti di frutta e verdura. Dai primi risultati la shelf life delle banane è aumentata di una settimana, risultati simili anche per i cetrioli solitamente racchiusi singolarmente in pellicola Lidl Svizzera sta cercando da tempo di ridurre il packaging in ortofrutta, promuovendo laddove possibile lo sfuso o packaging riciclabili o compostabili. Per la frutta bio, ad esempio, vengono impresse scritte con la tecnologia laser, evitando l’utilizzo di packaging. Per questo ha deciso di rivolgersi a Empa per avviare un progetto di ricerca per un coating per ortofrutta. Nel laboratorio “Cellulose & Wood Materials” dell’Empa i ricercatori, in oltre un anno di lavoro, sono riusciti così a sviluppare su incarico di Lidl Svizzera uno speciale film protettivo di cellulosa che può essere applicato su frutta e verdura. I risultati fanno ben sperare visto che la frutta e la verdura che ha ricevuto questo strato protettivo conserva la sua freschezza molto più a lungo. I test condotti hanno dimostrato, per esempio, che le banane durano una settimana di più. In questo modo si riduce notevolmente lo spreco alimentare. “L’obiettivo finale è che questi rivestimenti possano sostituire nel futuro gli imballaggi basati sul petroFRUITBOOKMAGAZINE
lio”, ha commentato Gustav Nyström, direttore della divisione dedicata alla ricerca. In futuro sarà soprattutto la sansa a essere trasformata in cellulosa fibrillata. La sansa è composta dai residui solidi derivanti dalla spremitura del succo di frutta, verdura o piante. Finora questi residui vegetali venivano smaltiti in impianti di biogas oppure direttamente nei campi; in futuro questi residui contribuiranno alla produzione del film protettivo per la frutta fresca. Il rivestimento, a seconda dei risultati dei diversi studi, viene spruzzato sulla frutta oppure applicato tramite immersione dei prodotti, ed è facilmente eliminabile sotto l’acqua corrente. Poiché non pone alcun rischio per i consumatori, può anche essere consumato insieme al frutto. A questo rivestimento di cellulosa in futuro sarà anche possibile aggiungere additivi come vitamine o antiossidanti, per esempio.
Il progetto di natural coating, promosso da Lidl Svizzera, gode del finanziamento dalla agenzia governativa Innosuisse.
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Dopo lo studio preliminare condotto dal 2019 a metà 2021, è iniziato lo studio principale. Il rivestimento di cellulosa sarà testato e perfezionato nei prossimi due anni presso Lidl Svizzera e un fornitore di ortofrutta. Il progetto è finanziato dall’Agenzia svizzera per la Promozione dell’Innovazione (Innosuisse). L’obiettivo è far sì che questa nuova tecnologia possa fare il suo ingresso, se andrà a buon fine lo studio principale, in tutte le oltre 150 l N.38 l FEBBRAIO 2022
filiali Lidl in Svizzera. “La nostra nuova tecnologia di rivestimento potrebbe rappresentare una pietra miliare nella storia della nostra azienda. Con questo coating - ha affermato Torsten Friedrich, ceo di Lidl Svizzera - non solo riduciamo notevolmente lo spreco alimentare e l’impiego di imballaggi, ma prolunghiamo anche la data di scadenza dei prodotti alimentari che i nostri clienti si portano a casa. Infine con questo progetto mostriamo ancora una volta forza innovativa e grande dinamismo”.
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Ortofrutta di appeal? Curti, Dole: «Occorre lavorare sulla cultura di marketing» Il manager modenese ha lavorato in multinazionali come P&G, Danone, Mars e Ferrero Carlotta Benini
Come fare innovazione in ortofrutta? Come valorizzare l’esposizione in punto vendita e dare maggiore appeal a un prodotto healthy per natura, dal grande potenziale comunicativo, sviluppando politiche di brand atte a sfruttare al meglio e mettere a valore questo potenziale? Ne abbiamo parlato con Giusto Curti, managing director di Dole Italia, leader globale nella produzione e distribuzione di frutta fresca di qualità premium. Il manager modenese ha alle spalle un percorso ventennale di crescita verticale in ambito commerciale e ha ricoperto ruoli di responsabilità in multinazionali come P&G, Danone, Mars e Ferrero. Alla guida di Dole Italia da poco più di un anno, oggi è punto di riferimento per l’intero management e supervisore di tutte le attività italiane in ambito commerciale, logistico, finanziario e amministrativo. Partiamo dall’aumento dei costi energetici, delle materie prime e della logistica. “Purtroppo lo scenario è chiaro a tutti e le cause dei rincari sono oggettive; nel nostro caso, poi, il cambio euro-dollaro è FRUITBOOKMAGAZINE
COMPLETA A GIUSTO CURTI DI DOLE
La frutta, in fatto di appeal, non ha nulla da invidiare a un Ferrero Rocher. Potrebbe perfino essere più seducente, con la giusta cultura di marketing. Parola di chi, in Ferrero, ha lavorato ai vertici per quattro anni prima del debutto in ortofrutta, alla guida di Dole Italia in veste di managing director. Con Giusto Curti abbiamo parlato di innovazione e di esposizione nel punto vendita, di convenience e di prodotti mainstream, con uno sguardo sul mercato e sui nuovi trend
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LEGGI IL QRCODE! particolarmente penalizzante. Allo stato attuale c’è una forte pressione sul sistema; sistema che di per sé è già abbastanza limitato dal punto di vista delle marginalità. Quindi è chiaro che questi aumenti, al netto delle speculazioni che qualcuno ha provato a innescare, debbano essere riconosciuti dal mercato. Non farlo sarebbe pericoloso. Se l’unica alternativa, in un contesto negativo, è quella di sopravvivere, il rischio è che qualcuno prenda scorciatoie che possono penalizzare tutti, mettendo in discussione valori fondamentali come il lavoro o la sicurezza alimentare”. Veniamo all’appeal dell’ortofrutta. “Agli occhi dei consumatori potrebbe averne anche di più, di appeal, rispetto a un cioccolatino come il Ferrero Rocher”, sostiene Giusto Curti. “Il trend di lungo periodo lo conferma. L’ortofrutta è un prodotto healthy, sano per natura, se parliamo di potenziale, non c’è nessun l N.38 l FEBBRAIO 2022
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dubbio che ce ne sia in abbondanza. C’è fermento nel settore ed è in corso un lavoro molto consistente per sviluppare nuove categorie con ampio margine per l’innovazione: penso ad esempio all’esotico e in primis alla banana, a prodotti che sono già mainstream, alla quarta gamma e alla frutta pronta al consumo. C’è tanto lavoro da fare in questo senso, con pazienza, con fantasia e migliorando una cultura di marketing a volte limitata, sia a livello di aziende e brand che di sistema”. Parliamo di esposizione a punto vendita. “Bisogna lavorare per rendere il prodotto sia più interessante che più fruibile, comodo da consumare da un lato, di appeal dall N.38 l FEBBRAIO 2022
l’altro. Vedo - sottolinea Curti nelle tante nuove aperture dell’ultimo periodo un grande lavoro da parte degli operatori della Gdo nel valorizzare il reparto ortofrutta. I retailer negli ultimi anni hanno capito definitivamente che l’ortofrutta è uno di quegli elementi che può fare la differenza, nella scelta dello shopper. Certo, si può fare ancora di più. Si può ad esempio lavorare meglio sull’assortimento, che a volte ha delle carenze, altre volte una sovra offerta. Sulle proposte, a volte troppo sbilanciate su convenienza e prezzo: una logica
che si può comprendere, ma che non deve mai essere a discapito della qualità. Infine c’è ancora tanto da fare in fatto di sostenibilità, lotta allo spreco e comunicazione”. “Io credo - conclude Curti - che sia fondamentale investire in comunicazione, anche per categorie come la nostra. Abbiamo investito sulla nuova campagna “Il sole anche quando non c’è”, dal concept fortemente positivo, perché pensiamo che l’ortofrutta sia il prodotto ideale per questo. L’ortofrutta non è solo salute, è anche gioia. A questa filosofia si ricollega il nostro sostegno ad iniziative rivolte a coloro che praticano abitualmente sport”.
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Ibba: «Vi spiego cosa succede con Leader Price» La nostra intervista esclusiva al presidente di Leader Price Italia Eugenio Felice
Foto: NextVideoProduction.com
I negozi Leader Price di Madone (BG) e Cologne (BS) hanno cambiato insegna e proprietà: dal 2 febbraio sono diventati Penny Market. Altri punti vendita Leader Price della Lombardia sono stati o saranno convertiti in Crai Extra nei prossimi mesi. La marca Leader Price sarà inserita nell’assortimento Crai come private label di convenienza. Che fine farà l’insegna in Italia? Lo abbiamo chiesto a Giangiacomo Ibba, il presidente di F.lli Ibba, di Crai Coop. e di Leader Price Italia
Leader Price è l’insegna discount portata in Italia della joint venture tra Crai e il gruppo francese Geimex/Casinò. La prima apertura era stata a Como nel maggio 2018. L’obiettivo era molto ambizioso: aprire 200 punti vendita nei primi 5 anni di attività. Ne sono passati quattro, c’è stato di mezzo il Covid che certamente ha penalizzato le nuove aperture, ma la rete non ha avuto quella crescita esponenziale che era programmata. Anzi. In Lombardia una parte dei negozi sono stati venduti - ad esempio a Penny Market - una parte è stata o sarà convertita in Crai Extra. Cosa sta succedendo quindi a Leader Price? Vedremo presto scomparire l’insegna dal suolo italiano? Lo abbiamo chiesto al suo
presidente, Giangiacomo Ibba. “No, le prospettive per l’Italia sono le medesime di quando siamo partiti. Con Leader Price vogliamo presidiare tutte le aree dove “prossimità” e “format di convenienza” hanno ancora oggi necessità di trovare una risposta adeguata. Siamo in fase di riorganizzazione mette in chiaro Giangiacomo Ibba - come tante start-up abbiamo deciso di cambiare il modello di sviluppo della società per dare ai nostri soci un’opportunità che sia economicamente sostenibile. Ricordiamoci che il mondo Crai è fatto di un’imprenditorialità diffusa, non siamo un grande gruppo distributivo internazionale che può stanziare risorse pressoché illimitate per penetrare un nuovo mercato”. Cosa prevede il nuovo modello di sviluppo di Leader Price? “Siamo alla continua ricerca del format ideale - ci spiega Ibba - un format
Nella foto a lato Giangiacomo Ibba (a sinistra), presidente di Leader Price Italia, di Crai Coop e del gruppo sardo F.lli Ibba. Al suo fianco c’è Stefano Pruneddu, responsabile acquisti ortofrutta di F.lli Ibba. La foto è stata scattata all’interno del Crai Extra di Oristano nell’estate del 2019. Il nuovo format Extra ha debuttato in Italia proprio con questo negozio, nel 2016.
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nostra nuova strategia prevede di aumentare “laLanotorietà di Leader Price attraverso l’inserimento del brand nella rete dei negozi Crai come private label di qualità e convenienza, con un assortimento di prodotti progettati da noi e per lo più italiani ” Giangiacomo Ibba (presidente Leader Price Italia)
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che deve tenere conto delle comunità e dei territori in cui andrà a operare ogni singolo punto vendita. Abbiamo deciso di passare da un’organizzazione centrale autonoma a un modello più snello che si appoggia ai magazzini e alle strutture esistenti di Crai. Conseguenza di questa scelta è stato l’accorpamento per la gestione logistica della private label della marca Leader Price negli stessi magazzini dove attualmente Crai Secom gestisce la private label Crai. La rete diretta di Leader Price Italia è in conversione in Crai, mentre in Sardegna continuerà lo sviluppo e il 2022 vedrà incrementare la rete di ulteriori sei punti vendita”. Quindi l’insegna Leader Price scompare sul continente ma cresce in Sardegna? “Come dicevo siamo FRUITBOOKMAGAZINE
in fase di riorganizzazione - ribadisce Ibba -. Saranno i miei soci delle varie regioni a governare lo sviluppo dell’insegna Leader Price nel loro territorio. Stiamo cercando di migliorare il nostro format, anche grazie al gruppo francese Geimex/Casinò con cui abbiamo mantenuto una stretta collaborazione. Io stesso sono stato in Francia a febbraio per vedere il nuovo format che stanno sperimentando nell’area parigina. Mi auguro anch’io che presto rivedremo l’insegna Leader Price anche nel continente. In Sardegna siamo a uno step più avanzato in quanto Abbi Group aveva già un accordo di master franchising con Leader Price.
Quindi in Sardegna nessuna chiusura, anzi nuove aperture”. “La nuova strategia prevede di aumentare la notorietà di Leader Price attraverso l’inserimento del brand nella rete di negozi Crai come private label di qualità e convenienza. L’idea - conclude Giangiacomo Ibba - è quella di utilizzare il marchio Leader Price come soglia di accesso nei nostri punti vendita e mantenere invece Crai come marca centrale dell’assortimento. La marca del distributore oggi è quanto mai fondamentale per differenziarci dai competitor e rafforzare la nostra proposta a scaffale. Leader Price ha un vasto assortimento, fatto di prodotti progettati da noi e realizzati soprattutto da aziende italiane”.
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S U L L E R E T I R A I I L NU O V O S PO T D E D I C A T O A L L E Z U PP E F R E S C H E D I M MI D I S Ì
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DimmidiSì ha iniziato il 2022 con una grande novità: uno spot televisivo che ha dato spazio al racconto dei valori che sostengono il mondo DimmidiSì per elevare la reputation del brand ed entrare sempre più in contatto con le aspettative e la sensibilità dei consumatori. La Linea Verde ha scelto nuovamente la TV generalista: a partire da domenica 16 gennaio lo spot sulle Zuppe Fresche è stato on air su tutte le reti RAI. Una pianificazione di qualità principalmente in prime time, con tutti i passaggi in posizione speciale “fuori break” e con cornice personalizzata. La stima dei contatti lordi previsti sulle responsabili acquisti è di 115 milioni, intercettati durante spazi pubblicitari all’interno di trasmissioni affini per interesse al target. Da sempre, DimmidiSì è un brand attento ai temi della freschezza, della genuinità e del servizio cui i consumatori accordano la propria fiducia grazie a prodotti buoni, gustosi e pronti. La marca, in questo “new deal della comunicazione”, si fa promotrice anche di una “filosofia di vita”, riassunta nel claim: Il gusto delle cose fatte buone.
S P IC E S & H E R B S G L O B A L E X P O , A MA C F R U T I L P R I M O S A L O N E D E D I C A T O A L LE S P E Z I E
Fa il suo esordio a Macfrut 2022 (Rimini, 4-6 maggio), Spices &Herbs Global Expo, il salone dedicato al mondo delle spezie, erbe officinali ed aromatiche. Un evento unico nel panorama espositivo europeo, che si compone di un’area espositiva con operatori da tutto il mondo, incontri di business con buyer internazionali, workshop tecnici con esperti di settore e FRUITBOOKMAGAZINE
Nel nuovo spot è centrale il tema della bontà che si intreccia all’impegno di DimmidiSì nel generare benessere per le persone nel rispetto della natura. Il SÌ pronunciato alla vita diventa il filo conduttore di una narrazione che punta sul desiderio di benessere e si conclude con il consumo del prodotto. Protagonista dello spot è lo storico Jingle DimmidiSì, elemento distintivo e caratterizzante della comunicazione del brand. La campagna è multichannel, con presenza forte sul digital per ampliare ulteriormente la visibilità.
prova prodotti tramite show cooking tematici. Uno dei cardini di Spice&Herbs Global Expo è appunto il settore delle spezie ed erbe aromatiche rappresentato a Macfrut dalla partnership con Cannamela, azienda leader in questo mercato. Nata a Bologna nel 1956, Cannamela è oggi parte del Gruppo Montenegro, realtà italiana che le ha permesso di conservare un approccio specializzato alla categoria e al contempo di investire in innovazione, comunicazione e sviluppo tecnologico. Il mercato delle spezie in questi ultimi anni ha conosciuto un notevole impulso tanto da crescere in doppia cifra, come evidenzia Fausta Fiumi, marketing & new business director food di Gruppo Montenegro: “La scelta di Macfrut di sviluppare un focus su spezie ed erbe aromatiche è molto importante perché questo settore mostra segnali di vivacità da diversi anni a questa parte. Le ragioni sono diverse. Da un lato, il filone della ricettazione e dell’esperienza in cucina è un trend consolidato, che ha ricevuto un ulteriore impulso durante la pandemia, impulso che non si è ancora esaurito. D’altro lato gli italiani sono sempre più interessati a provare ricette ‘dal mondo’. Non da ultimo citiamo gli aspetti salutistici sempre più associati a spezie come curcuma, zenzero, cannella”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
A P O F R U IT , U V A S E E D L E S S : C O MM E R C I A L IZ Z A T I 9 0 M I L A Q U I N T A L I N E L 2 0 21 , I L 3 0 % È B I O Sono state interamente ritirate e avviate ai mercati, soprattutto esteri, le produzioni di uva da tavola dei soci della cooperativa Apofruit. Sono stati ritirati complessivamente 90 mila quintali di uve seedless, di cui un 30% di produzione biologica e biodinamica. La campagna partita a metà luglio si è conclusa a inizio dicembre. La campagna non è stata facile, caratterizzata da ingenti volumi produttivi. “Ci troviamo in uno scenario che vede l’aumento degli ettari investiti a varietà licenziate, a cui non sempre è seguita un’adeguata politica di marketing e un coerente adeguamento produttivo in un mercato che si è dimostrato ancora non pienamente maturo”, ha evidenziato Marcello Guidi, responsabile del mercato estero di Apofruit. “Q uesto forte incremento produttivo di uva seedless brevettata ha influito sulla difesa dei valori economici, anche delle varietà più pregiate. Nonostante questi elementi di criticità, Apofruit è riuscito a commercializzare l’intera produzione dei soci, facendo sì che neppure una piccola parte della produzione di uva di qualità rimanesse in campagna”.
S E C O N D U L F O C O N L A T EC N O L O G I A U N I T E C V I NC E I L P R E M IO “ V IV E R E A S P R E C O Z E R O ”
O P Secondulfo si è aggiudicata il premio “Vivere a Spreco Zero 2021” nella categoria ortofrutta. Il contest, promosso dalla campagna di sensibilizzazione Spreco Zero e giunto alla sua nona edizione, è incentrato sulla promozione delle buone pratiche per la prevenzione e riduzione degli sprechi da l N.38 l FEBBRAIO 2022
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Elemento quest’ultimo che, viste le difficoltà riscontrate in generale sui mercati, ha rappresentato un indubbio valore aggiunto per i produttori del Basso Tarantino (Castellaneta, Palagiano, Ginosa, Palagianello, Metapontino) che afferiscono al magazzino di lavorazione di Scanzano Ionico, e del Sud Est Barese (Noicattaro) che invece afferiscono alla struttura cooperativa O p Terra di Bari, partner del gruppo.
parte di enti pubblici, aziende, cittadini, scuole e associazioni. La campagna Spreco Zero di Last Minute Market è stata fondata dall’agroeconomista e divulgatore scientifico Andrea Segrè. Fra gli sprechi alimentari, quelli sui freschi sono i più complessi da ridurre per la velocità con cui marcescenze e altri difetti che compromettono la commestibilità dei prodotti si manifestano. Diverse ricerche evidenziano che fino al 50% del gettato dopo l’avvio al mercato è dovuto a vizi occulti sul prodotto, ovvero fenomeni di degrado e marcescenza che erano già in atto nel momento della selezione, ma che si manifestano in modo evidente solo in negozio o a casa del cliente. O P Secondulfo, grazie all’introduzione di un impianto Unitec equipaggiato con il sistema di visione “Peach Vision 3” per la classificazione della qualità esterna e interna di pesche e nettarine - in grado di lavorare e classificare la qualità anche di kiwi e albicocche - riesce ad individuare difetti esterni e interni in fase di selezione, orientando i frutti che presentano difettosità (e che potrebbero avere problematiche dopo la spedizione) verso altri canali di massima valorizzazione, contribuendo così a ridurre lo spreco di questi alimenti. FRUITBOOKMAGAZINE
O R T O R O M I, L E E C C E L L E NZ E D E I R A D I C C H I IG P IN Q U A T T R O R E F E R E N Z E P R O NT E A L C O N S U M O
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Una proposta di alto valore qualitativo e di servizio: O rtoRomi è in grado di offrire ai propri consumatori le esclusive referenze stagionali che hanno come protagonisti il Radicchio Rosso di Treviso ed il Radicchio Variegato di Castelfranco, due ortaggi tipicamente veneti che si fregiano del marchio IGP, a tutela e garanzia della loro straordinaria qualità. La Cooperativa Agricola aderisce da anni ai due consorzi di tutela, presidia la coltivazione di questi ortaggi affinché rispetti il disciplinare di produzione, mettendo a disposizione dei suoi consumatori il meglio proveniente dalla raccolta dei due radicchi trevigiani, attentamente lavati per essere pronti al consumo, riducendo i tempi di preparazione dei pasti. Estremamente pregiati e versatili, i Radicchi IGP O rtoRomi sono ottimi al naturale, come contorno; ricettati, sanno esaltare svariati piatti, sia in abbinamenti classici, che raffinatamente originali: dai risotti, alle vellutate, dalle torte salate alle lasagne al forno, dai condimenti per la pasta fino alle confetture agrodolci. Grigliati, si accompagnano piacevol-
T E R R A M I A I T A L I A , N E L L A B L O C K C H A I N A N C HE I POMODO RI DI PAC HINO DI COO P SAN LORENZ O Prosegue il lavoro capillare di Terra Mia Italia nelle diverse regioni finalizzato a coinvolgere nel suo progetto le O P capaci di fare realmente la differenza. Un impegno importante che giorno dopo giorno sta prendendo sempre più forma e trovando consensi. Ne è un esempio quanto sta succedendo
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mente a carne e formaggi. Consumati a crudo, sono particolarmente apprezzati da chi ricerca prodotti che contribuiscono al benessere dell’organismo. Il territorio in cui vengono coltivati è ricco di risorgive e si estende in zone geografiche ben delimitate: le province di Treviso, Padova e Venezia. I Radicchi IGP sono prodotti stagionali: il Radicchio Variegato di Castelfranco IGP è disponibile da inizio ottobre fino a metà-fine marzo; mentre il Radicchio Rosso di Treviso IGP Tardivo, è disponibile da novembre fino a fine febbraio.
in Sicilia e a Pachino, luogo simbolo quando ci si riferisce all’IGP e alla grande qualità. La Cooperativa Agricola San Lorenzo rappresenta un’eccellenza di settore e quando si parla di pomodori è in grado di garantire una produzione unica che prende forma in una terra vocata, appunto quella di Pachino. La cooperativa, nata nel 2012, fa riferimento alla famiglia De Luca, attiva fin dagli anni Novanta, e coltiva tre tipologie principali di pomodoro, ovvero il ciliegino, il datterino e il costoluto. “Siamo entrati a far parte di questo progetto attraverso il contratto di rete - ha spiegato Giuseppe De Luca - e riteniamo che la qualità e la tracciabilità del prodotto attraverso la blockchain rappresentino garanzie assolute a tutela del consumatore e della Gdo. Lavoriamo principalmente con il mercato italiano, quello tedesco e quello francese. È proprio quest’ultimo che ci ha dato negli anni le maggiori soddisfazioni in quanto a riconoscimento della qualità delle nostre principali referenze. L’italiano e il tedesco faticano ancora a riconoscere invece la nostra unicità. Crediamo che proprio grazie alle sinergie che stiamo mettendo in atto con Terra Mia Italia e al sistema blockchain il nostro pomodoro possa trovare la valorizzazione che merita”. l N.38 l FEBBRAIO 2022
K I S S A B E L , U N B I L A NC I O C O N I F I O C C H I P E R LA C A M P A G N A D E L L E M E L E A P O L P A R O S S A “Semplicemente squisite!”, “Sono le mele più buone che abbia mai mangiato”, “Buone e croccantissime”. Sono solo alcuni dei commenti condivisi sui canali social dai consumatori di Kissabel, che confermano il buon esito di una stagione ricca di promesse per il futuro del brand. Il bilancio finale della campagna vendite di quest’anno nell’Emisfero Nord è infatti ottimo: le mele dalla polpa rossa hanno incontrato l’entusiasmo e il gradimento del pubblico, con grande soddisfazione dei produttori che hanno scommesso sul loro successo in oltre vent’anni di ricerche. Dotate di freschezza e croccantezza, con un sapore straordinario, arricchito da note di frutti di bosco o agrumate a seconda della varietà - Rouge, O range o Jaune - le mele premium dalla polpa rossa sono un esempio unico di innovazione varietale nel campo agroalimentare. Proprio per la loro unicità, in occasione del Sival Innovation Awards Roll of Honor le Kissabel hanno conquistato la medaglia d’oro nella categoria delle varietà innovative, coronando così una stagione già molto positiva.
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Si riconfermano molto promettenti i feedback che arrivano dal mercato italiano, con risultati commerciali all’altezza delle previsioni: “Siamo molto contenti, le vendite sono state dinamiche e coerenti con quanto avevamo pianificato. Nella quasi totalità dei casi, chi ha acquistato una prima volta la mela Kissabel ha poi ripetuto l’acquisto”, ha spiegato Fabio Zanesco, sales and marketing manager di VIP.
R OS A R I A , B E N E L A T A R O C C O I N N O R D E UR O P A M A N C A I L 9 0 % D E L L A C L E M E N T I N A “ N OV A ” La prima parte della campagna, per la Tarocco a marchio arancia rossa Rosaria, è positivo: se in Italia il mercato è andato bene per il prodotto di punta dell’O P catanese presieduta da Aurelio Pannitteri, all’estero le vendite sono andate ancora meglio, con un +20% rispetto al previsto grazie ai mercati scandinavi. Una campagna con volumi più bassi a causa delle pessime condizioni climatiche degli ultimi mesi, ma con una qualità altissima. “È venuto totalmente a mancare il prodotto di pezzatura medio-piccola”, precisa Pannitteri. “Tutte le arance al momento raccolte sono grosse, gustose e succosissime”. La campagna sembra destinata a essere breve, al contrario di quella lunghissima del 2020-21. Il presidente Pannitteri ritiene si concluderà tra fine marzo e inizio aprile. E purtroppo manca il 90% della clementina Nova, un prodotto su cui Rosaria sta puntando, parallelamente al Tarocco. Nova è un ibrido, derivante da un incrocio tra una clementina Comune e un’arancia. È una varietà tardiva, prodotta tra dicembre e febbraio. O P Rosaria ha deciso di inserire Nova l N.38 l FEBBRAIO 2022
nel paniere dei suoi prodotti già la scorsa stagione. Da subito, ha riscosso grande successo tra i consumatori, e non è difficile capire il perché: ha un gusto intenso e una polpa soda e succosa, il sapore ha un piacevole contrasto tra acidità e dolcezza. la buccia è completamente edibile. FRUITBOOKMAGAZINE
iFresh |
Irene Forte
Rohlik, tra i leader del food delivery, in Italia con Sezamo 96
Rohlik, gruppo ceco leader in Europa nel food delivery, scommette anche sul nostro Paese e dalla primavera 2022 approda a Milano con consegne rapide di prodotti freschi e freschissimi, in una finestra di tre ore. Un servizio che si inserisce nel mercato del quick-commerce, che fa leva su un assortimento profondo e di alta qualità, composto da circa 8 mila referenze tra cui frutta e verdura e prodotti locali. Il dark store si trova all’Ortomercato di Milano Rohlik, gruppo leader in Europa nel food delivery, si prepara a lanciare nella prima metà del 2022 anche in Italia e Romania i suoi servizi di consegna online di generi alimentari con un nuovo brand: Sezamo. Fondato nel 2014 in Repubblica Ceca, Rohlik oggi è disponibile nel Paese di origine (Rohlik.cz) e anche in Ungheria (Kifli.hu), Austria (Gurkerl.at) e Germania (Knuspr.de). Utilizzando una tecnologia e una logistica leader a livello mondiale che permette di consegnare una vasta gamma di prodotti di qualità, il servizio si distingue per la velocità massima di consegna, che avviene anche in una finestra di 15 minuti, ed entro 90 minuti dall’ordine in alcuni Paesi. Rohlik fornisce una customer experience superiore e il cibo più fresco da agricoltori e produttori locali, così come una vasta selezione di prodotti da supermercati, per un assortimento che conta oltre 17 mila referenze. L’azienda, finanziata con un round di 290 milioni di euro nel 2021, ha un fatturato che nel 2020 ha superato i 300 milioni. Oggi scommette anche sull’Italia, con l’obiettivo di fare del nostro Paese il secondo mercato dopo la Germania in ordine di grandezza. Si parte da Milano (e Bucarest per la Romania), che fa da apripista per un futuro sviluppo del servizio nel resto della Penisola. Il magazzino italiano ha una superficie di circa 5 mila mq ed è situato all’interno FRUITBOOKMAGAZINE
dell’Ortomercato, il polo agroalimentare della città. Questa posizione è altamente strategica per Rohlik, data la distanza di soli 6 km dal centro della città e la vicinanza alla Tangenziale Est di Milano e all’aeroporto internazionale di Linate. Sezamo in Italia - e in Romania - sarà in grado di consegnare circa 8 mila diversi prodotti freschi e di qualità direttamente a casa dei clienti entro 3 ore a partire dal primo giorno nel nostro Paese, entro due ore in Romania. Prodotti regionali freschi come frutta e verdura, carne, pesce, latticini e prodotti da forno, saranno il cuore dell’assortimento, che comprende inoltre marchi internazionali e prodotti a marchio Rohlik. Tutto per offrire una migliore alternativa alla spesa quotidiana che si fa al supermercato. A guidare l’espansione del progetto nel nostro Paese sarà Andrea Colombo, nominato amministratore delegato per Sezamo in Italia. Colombo avrà un ruolo chiave nella crescita del brand e sarà il principale promotore della cultura aziendale, con un focus su cibo di qualità, un servizio clienti straordinario e una rapida innovazione. Il manager lombardo ha 30 anni di esperienza nei settori della vendita al dettaglio e della produzione alimentare e non alimentare, a livello nazionale e internazionale. Prima di Sezamo, ha trascorso gli ultimi cinque anni in Coop Lombardia nel ruolo di direttore generale. Dopo l’approdo a Milano, nella seconda metà del 2022 Se-zamo sarà lanciato anche in Spagna, al motto: “Man-gia bene, vivi bene”. l N.38 l FEBBRAIO 2022