3 minute read
Matteo Campi (Arca Fondi SGR
Matteo Campi
HEAD OF ACTIVE MANAGED INVESTMENTS, ARCA FONDI SGR
Il fondo Arca Oxygen Plus, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022, fonda la sua strategia di investimento sull’universo investibile legato al benchmark ESG Paris Aligned.
I
nvestire con un impatto concreto sull’ambiente, perseguendo sia il rendimento sia l’opportunità di migliorare il profilo di rischio del portafoglio finale “grazie all’effetto di diversificazione” offerto dalla strategia di investimento. Le direttrici su cui si sviluppa la famiglia di fondi Arca Oxygen Plus sono una sorta di compendio al buon investire, in termini finanziari, certo, ma anche in termini socialmente responsabili. Ne è certo Matteo Campi, gestore del prodotto di Arca Fondi SGR che vanta Rating FundsPeople 2022 e che si qualifica come famiglia di fondi, graduata sul fronte equity in base al rischio. Arca Oxygen Plus si divide infatti in tre comparti: 50, 60 e 30 (quest’ultima declinazione ha fatto il suo debutto lo scorso 2 maggio), in cui la cifra corrisponde alla percentuale di componente azionaria. “Il resto del portafoglio è composto da obbligazioni corporate di società che hanno come obiettivo la minimizzazione di CO2”, afferma Campi sottolineando come i fondi siano tutti classificati come articolo 9 ai sensi del Regolamento UN FONDO ART. 9
“I titoli che compongono il benchmark appartengono o ad aziende di settori a basse emissioni o a società che hanno adottato politiche volte alla loro riduzione. L’obiettivo è avere in gamma fondi bilanciati articolo 9 SFDR”
europeo SFDR. Nel dettaglio dell’Arca Oxygen Plus 50, il primo fondo della famiglia, “è il restyling, avvenuto nel 2021, di un fondo esistente e oggi vanta masse intorno ai 290 milioni di euro”, i due fondi 30 e 60 sono più recenti, “per cui non abbiamo ancora masse significative”.
LA STRATEGIA DI INVESTIMENTO
La strategia di investimento si fonda sull’universo investibile legato al benchmark ESG Paris Aligned (PAB). Non esiste dunque una selezione settoriale o geografica, “tuttavia la parte azionaria è suddivisa al 50% tra Europa e Nord America su aziende caratterizzate da un ottimo profilo di sostenibilità”. Tra i titoli sono presenti “società con un impatto positivo sulla quantità di CO2, che in media corrisponde alla metà delle emissioni di un indice classico. I titoli che compongono il benchmark appartengono o ad aziende di settori a basse emissioni di carbonio, o a società che hanno adottato politiche volte alla loro riduzione”, afferma Campi. “Non sono fondi flessibili, ma fanno della diversificazione nelle loro strategie di scelta titoli ‘l’à tout’ principale sia dal punto di vista obbligazionario sia azionario”. Obiettivo finale: avere in gamma fondi bilanciati articolo 9, ossia “virtuosi dal punto di vista etico”. A questo si somma un secondo aspetto: “utilizzando una strategia delineata sulla minimizzazione di CO2 da un punto di vista finanziario si ottengono risultati ben diversi rispetto a quelli degli indici tradizionali, di conseguenza si ha un elevato effetto di diversificazione all’interno del portafoglio”. L’idea, poi, non è solo quella di investire in aziende virtuose “ma si punta alla creazione di ossigeno nella pratica: parte dei proventi commissionali dei fondi è infatti destinata alla piantumazione di alberi in Italia. La gamma è dunque legata all’ossigeno sia da un punto di vista dell’investimento sia da quello di iniziative collaterali e di marketing”.
E la creazione di un percorso di sensibilizzazione con l’investimento si collega, parallelamente, anche agli eventi sanitari di questi due anni e a quelli geopolitici degli ultimi mesi “ricordando l’importanza degli aspetti extrafinanziari. Ad esempio: in un momento in cui si concentrano diverse criticità sull’approvvigionamento di combustibili fossili, si guarda molto al settore delle energie rinnovabili. Una diversificazione del portafoglio sui titoli sostenibili – conclude l’esperto – potrebbe essere la strategia più adatta”.