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Claudio Basso (Azimut Investment
DRIVER DI PERFORMANCE
“Nel corso degli anni (e soprattutto nell’ultimo), i driver principali di performance sono state più le scelte di asset allocation e l’aggiustamento dell’esposizione tramite derivati sia azionari sia obbligazionari”
Claudio Basso
CIO, AZIMUT INVESTMENT
LA GESTIONE ATTIVA SI VEDE “NEI MOMENTI ESTREMI”
L’AZ Allocation Balanced FoF ha ottenuto Rating FundsPeople 2022. Ha masse in gestione per quasi 1,4 miliardi e gestisce attivamente l’allocazione con approccio top down.
A
ttraversare le crisi finanziarie adattandosi ai mutati contesti con un approccio convintamente dinamico. È la strategia messa in atto dall’AZ Allocation Balanced FoF, fondo di Azimut che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022. “Il fondo è stato lanciato ‘con un timing perfetto’ a marzo 2008”, ricorda Claudio Basso, CIO di Azimut Investment e gestore del fondo, sottolineando come, fin dalle origini, la costruzione del prodotto si sia adattata alle mutevoli condizioni del mercato. Tanto che il comparto, un fondo di fondi che gestisce attivamente l’allocazione utilizzando un approccio top down, ha oggi masse in gestione per quasi 1,4 miliardi di euro con un rendimento nettamente superiore alla media di mercato (a fine ottobre oltre il 30% YTD vs l’indice Fideuram). “Nel tempo – afferma Basso - il processo di investimento è rimasto invariato mentre è cambiata l’asset allocation sottostante”. E questo si è rivelato tanto più corretto quanto più “a partire dal 2008 abbiamo vissuto la più grande crisi finanziaria degli ultimi decenni, tassi a zero e sotto lo zero, un QE, una pandemia, tutti eventi ‘non standard’. Dinamiche per cui un portafoglio non può rimanere statico nella sua composizione, pur avendo i limiti per asset class sono definiti dal prospetto.
L’esposizione azionaria del fondo oscilla tra un minimo del 30 e un massimo del 60%, e “all’interno di questi limiti gestisco attivamente tutte le componenti: l’esposizione netta, quella geografica, per stili di investimento e per capitalizzazione di mercato”, prosegue il gestore. La quota restante è affidata alla componente obbligazionaria che spazia dai governativi, al corporate investment grade, agli high yield al debito emergente. “Gestisco altresì senza vincoli l’esposizione valutaria. E posso inserire l’esposizione a commodity fino a un 10%”.
LA COSTRUZIONE DEL PORTAFOGLIO
In quanto fondo di fondi, il sottostante dell’AZ Allocation – Balanced FoF è costituito da fondi gestiti da case terze. Nella costruzione di portafoglio si parte con un approccio top down per definire il quadro macro di riferimento, quindi “sulla base di tale quadro macro macroeconomico seleziono i fondi che in tale contesto potrebbero fare meglio”. Tuttavia il gestore rimarca che, nel corso degli anni (e soprattutto nell’ultimo), “i driver principali di performance sono state più le scelte di asset allocation e l’aggiustamento dell’esposizione tramite derivati sia azionari sia obbligazionari”. Un esempio sul fronte azionario arriva dal rapporto prezzo-utili, che il gestore “guarda” limitatamente in quanto “è un elemento molto volatile, e dunque meno affidabile. Il gestore preferisce monitorare le azioni come multiplo sul fatturato, grandezza più stabile e correlata, per avere una chiara indicazione se sono sopravvalutate o meno. L’anno scorso eravamo a livelli record, e ancora oggi rimaniamo a livelli elevati”. E questo in un contesto in cui oggi il biennale americano (il “risk free”) rende il 4,70%. “Il problema implicito è che quanto più il risk free sale di rendimento tanto più le altre asset class a loro volta, devono offrire rendimenti progressivamente più elevati. Ciò che abbiamo visto nel 2022 è stato un repricing delle varie asset class di mercato, conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse. Quello che i mercati non hanno ancora prezzato è il rischio recessione sia negli Usa sia in Europa”. Se la recessione arriverà (per contenere l’inflaizione) dobbiamo, dunque, aspettarci un altro ribasso, dal momento che le attuali stime di utili sono troppo ottimistiche. Basso parte da questo presupposto per spiegare le mosse operate sul comparto posizionandosi, fin dal 2021, sul segmento value dei listini: banche, società energetiche, minerarie e industriali. “Alla fine dell’anno scorso, la parte del mercato più sottovalutata era quella con prospettive migliori”, chiosa il gestore. A partire da metà 2021, quindi “mi sono posizionato quasi esclusivamente sullo stile value, prendendo posizioni short sul growth (principalmente sul Nasdaq). Ebbene, la parte di portafoglio su cui ero investito ha sovraperfomanto decisamente l’indice azionario globale, e al contempo il portafoglio ha guadagnato dal crollo dei titoli growth. Sul fronte obbligazionario, poi, ho tenuto solo l’equivalente di governativi a brevissimo termine (6-9 mesi massimo) niente che fosse sensibile a un rialzo dei tassi di interesse”. La performance del fondo ha beneficiato di questo posizionamento. “È in momenti ‘estremi’ che la gestione attiva è importante. Nella mia esperienza – conclude Basso – l’unico vero modo per battere significativamente il mercato è proteggere il capitale nelle fasi di ribasso”.