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Emilio Pastore (HDI Assicurazioni

INFLAZIONE

“Un’inflazione elevata implicherà ancora attenzione ai prodotti inflation linked, nonostante siano divenuti cari e abbiano già scontato i picchi del ciclo inflattivo”

Emilio Pastore

HEAD OF FINANCE AND TREASURY, HDI ASSICURAZIONI

“PIÙ CORPORATE, MENO PRIVATE MARKETS”

Cautela sul mercato azionario, attenzione ai prodotti inflation linked, al mondo delle small cap e della sostenibilità. Ecco come si sta preparando la compagnia assicurativa al nuovo anno in arrivo.

A

bbiamo davanti ancora volatilità ma anche interessanti opportunità, spiega Emilio Pastore, head of Finance and Treasury di HDI Assicurazioni. Le conseguenze sui mercati sono sotto gli occhi di tutti. Per questo, secondo il professionista, “era sensato anche attendersi un’uscita da una situazione di tassi addirittura negativi per gran parte del reddito fisso, situazione anomala e anch’essa foriera di problematiche legate alla redditività futura per il business Vita, che nel 2022, a settembre, registra un calo del -17,3% rispetto al 2021, in particolare sulle unit linked (-24,7%)”. Si attendono, dunque, momenti migliori ma non è facile capire dove rivolgere l’attenzione nel 2023. Per Pastore “dipenderà da quello che accadrà nelle prossime settimane. Mai come in questa fase i mercati pendono dalle parole dei governatori centrali per anticiparne le mosse o per interpretarne la lettura della situazione, molto complicata, che stiamo vivendo”.

OPPORTUNITÀ

Eppure, come detto in prima battuta, le opportunità non mancano, basta saper guardare con attenzione. Per il responsabile investimenti della compagnia assicurativa romana serve in primis essere ancora cauti rispetto al mercato azionario, almeno nella prima parte dell’anno. Non solo. “Un’inflazione elevata implicherà ancora attenzione ai prodotti inflation linked, benché divenuti cari e aver già scontato i picchi più alti del ciclo inflattivo”. Un altro possibile treno da prendere in corsa è il settore delle small cap. “Tendono ad avere un potenziale di crescita significativo, ma sono anche generalmente meno stabili rispetto a quelle imprese più grandi e affermate. Il mercato delle small cap quindi, è sicuramente uno di quelli da osservare e analizzare con cautela nei prossimi mesi” spiega. E poi ancora la sostenibilità, con l’attuazione degli RTS (Regulatory Technical Standard) e l’applicazione dei PAI (potential adverse impact) quantitativi. “Una sfida difficile per gli operatori alle prese con gli adempimenti legati alla commercializzazione di prodotti sostenibili”, dice.

POSITIVI SUL CORPORATE

Per quanto riguarda i prodotti assicurativi tradizionali, Emilio Pastore non ha dubbi: “stando così le cose continueremo a ritenere interessante il mercato corporate e,

meno che in passato, i mercati private che non avranno più l’esclusiva della redditività che anche le emissioni pubbliche stanno mostrando di poter dare, con meno impegno lato look through e/o due diligence”, afferma. “Il mondo corporate offre redditività, diversificazione settoriale e geografica, rischio nella misura preferita, connotazione in chiave di sostenibilità. Inoltre, la curva appiattita consente rendimento con profilo di rischio contenuto dalla duration, che diventa un calmierante anche dell’assorbimento di capitale nel caso delle compagnie di assicurazioni”.

Inoltre l’esperto è alla ricerca di emissioni ampie e liquide, da acquistare a sconto sul mercato primario, in euro, emesse da player leader nei rispettivi settori. “Stiamo trascurando l’high yield in queste settimane, in quanto lo spread sui senior è sufficiente per costruire la redditività futura ed allinearla complessivamente nel portafoglio agli attuali rendimenti core di mercato. Gli emittenti finanziari in questo momento sono da noi preferiti agli Industrial in quanto meglio posizionati nel gestire la crisi e la imminente recessione, nonché quelli più attrezzati per beneficiare della elevata inflazione e dei tassi di interesse in crescita che consentono loro di aumentare la marginalità rimasta per anni ristretta, se non prossima a zero. Anche alcuni prodotti CLO (collateralized loan obligation) mostrano una buona dinamica di rischio-rendimento e assorbimento che li rendono interessanti, con rendimenti vicini al 6% a fronte di una duration 7-10 anni e un rating pari ad A”, conclude Pastore.

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