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Andrea Dolsa (Euromobiliare AM SGR

ESPOSIZIONE AZIONARIA

“Al momento è intorno al 15%, neutrale in quanto l’economia si sta rivelando più resiliente rispetto al quadro iniziale dipinto da molti macroeconomisti e anche da molti strategist”

Andrea Dolsa

CIO E VICE DIRETTORE GENERALE, EUROMOBILIARE AM SGR

FLESSIBILITÀ, LA PAROLA CHIAVE PER ATTRAVERSARE I MERCATI NEL 2022

L’Euromobiliare Flessibile 30 (Rating FundsPeople 2022) si colloca nella categoria dei fondi che fanno della flessibilità la propria bandiera, con una gestione attiva e focalizzazione sull’obbligazionario.

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a volatilità è una condizione che ha modellato le piazze finanziarie nel 2022 e si candida a mantenere una presenza “importante” anche nei mesi a venire. Per contro, un altro requisito, la flessibilità, ha consentito a determinati prodotti di attraversare l’anno senza troppe perdite. L’Euromobiliare Flessibile 30, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022, si colloca, appunto, nella categoria dei fondi che fanno della flessibilità la propria bandiera, supportato da una gestione attiva e una forte focalizzazione sul reddito fisso. D’altronde, come specifica Andrea Dolsa CIO e vice direttore generale di Euromobiliare Asset Management SGR, il nome stesso dà un’indicazione precisa delle caratteristiche del comparto “lo stesso numero 30”, afferma Dolsa, “è da riferire alla percentuale massima di esposizione azionaria del fondo”. Tutto lo spettro obbligazionario è quindi la colonna su cui si articola la strategia di investimento “in termini di temi, di geografia e di valute”. Altra caratteristica: è un fondo High Water Mark, “per cui gli obiettivi del gestore coincidono con quelli del cliente di avere un rendimento assoluto nel medio termine”. Le politiche di gestione, avviate ad aprile del 2018, hanno portato il fondo a detenere masse per 452 milioni (dati al 31 ottobre 2022, fonte Euromobiliare AM SGR) e una performance che, nonostante un triennio positivo (dal +5,57% del 2019 al +2,44% del 2021), nel 2022 ha risentito (come i peer) dell’andamento complessivo dei mercati (-8,89%). Appunto alla luce di questa incertezza, nel corso dell’anno il fondo ha mantenuto un’esposizione cauta sugli asset più rischiosi, posizionandosi in particolare sul governativo USA ed europeo (circa il 34% del portafoglio) e nell’investment grade (fino al 24%), meno nell’high yield (circa l’8%). Ridotta la quota mercati emergenti (circa il 7%) mentre una parte del fondo è in monetario (il 10%) e l’azionario è ridotto al 15 per cento.

LA STRATEGIA DI INVESTIMENTO

Come detto, la flessibilità ha consentito al comparto di reggere l’urto del 2022 “laddove i nostri peer hanno visto performance negative anche a due cifre”. A titolo esemplificativo, Dolsa ricorda l’esposizione al dollaro “portata quest’anno fino al 30-35%”. Nel momento in cui si scrive, tuttavia, la divisa statunitense è tornata sotto il 10% in quanto “l’obiettivo era un cambio euro dollaro attorno alla parità. Una volta raggiunto, abbiamo ridotto l’esposizione”. Un altro passaggio implicito nel concetto stesso di flessibilità è la scelta di duration. “Se a inizio anno era inferiore a 2, adesso siamo intorno a 3,5-4 aumentando il governativo americano ed europeo”. La decisione è recente: “Quando abbiamo visto che il target implicito dei Fed Fund era arrivato a 4,5-5, abbiamo iniziato ad allungare la duration sul Treasury – afferma Dolsa –. Sull’Europa siamo un po’ più indietro, tuttavia le due politiche monetarie, seppur con uno scarto temporale di qualche settimana, viaggiano nella stessa direzione. Perciò immaginiamo che quando il mercato USA raggiungerà il pivot, presto seguiranno i Bund e i governativi italiani”. Qualche cautela in più sull’Italia: “Ma una volta verificato che le prime mosse del nuovo governo fossero in linea con i dettami Ue abbiamo aumentato l’esposizione anche qui”. L’Europa si rivela invece dominante nella componente investment grade: “In questo momento abbiamo circa un 25% allocato in questa asset class, di cui il 20% circa in Europa”, precisa il CIO. La motivazione è pratica: “È inutile andare a correre rischi di cambio avendo nomi solidi qui”. Maggiore prudenza sulla parte High Yield (“su cui abbiamo un 5-6%”) che, seppure presenti rendimenti maggiori “non ha ancora un premio per il rischio sufficiente a giustificare uno spostamento. È una mossa che faremo verosimilmente dal secondo semestre 2023”. Ridotta l’esposizione anche sugli emerging market che “soffrono molto del rialzo dei tassi e hanno mediamente duration molto lunghe”.

In accordo con la linea di cautela che ha caratterizzato la gestione in questi mesi “rimaniamo in middle range sulla parte azionaria”. Al momento l’esposizione è intorno al 15% “neutrale”, la definisce Dolsa, in quanto “l’economia si sta rivelando più resiliente rispetto al quadro iniziale dipinto da molti macroeconomisti e anche da molti strategist”. Tuttavia permangono i problemi legati al conflitto e ai prezzi del gas in Europa, mentre negli Usa, conclude l’esperto, “anche se i consumi non si sono ancora ridotti (e neanche l’occupazione) i multipli sono ancora elevati (fino a 18 volte gli utili)”.

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