Combattere in valle Varaita - l'eccidio di Valmala

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CAPITOLO III

Lo scontro VALMALA SANTUARIO, 6 marzo 1945 Qualcuno non ha avuto neanche il tempo di capire cosa capitava in quel diluvio di urla, spari e colpi che arrivavano da tutte le parti. Molte cose da nascondere e la vita da salvare salendo in alto tra ghiaccio e neve. Per qualcuno la salita è una scalata senza fine, per qualcuno la salita è la fine. Per altri è il piazzale che non finisce mai e il colle è solo un pensiero lontano tra sangue che cola e braccia spezzate. Resistere è anche morire, sparando fino all’ultimo o freddati senza alcuna pietà, da una furia bestiale.

Lo svolgimento dello scontro è stato raccontato, in modo più o meno fedele, in decine di interventi in occasione delle commemorazioni, come diremo più avanti. Questa narrazione ha come base principale il dattiloscritto Valmala martedì 6 marzo 1945...18, anche perché i resoconti scritti, non numerosi e soprattutto giornalistici, scontano spesso imprecisioni nei tempi, nel numero dei caduti e nelle modalità della battaglia. La cronologia della vicenda ci dice anzitutto che la marcia di avvicinamento degli uomini del Bassano avviene nella notte tra il 5 e il 6 attraverso le borgate dell’ubac di Brossasco (Vacot, S. Mauro, Duranda). In queste borgate prelevano con le buone e con le cattive (soprattutto con le cattive) alcuni civili e supposti “renitenti” facendosi da loro guidare attraverso i sentieri e caricandoli del peso del mortaio e del relativo affusto. «... la notte del sei marzo del 1945, verso le tre del mattino, la banda Pavan fece irruzione a casa mia e mi prelevarono. Mio fratello cercò ancora di nascondermi, facendomi salire nel solaio attraverso una botola, ma non feci più a tempo. Mi nascosi sotto il letto, ma mi videro subito e mi presero senza picchiarmi. Fu invece picchiato mio fratello, perché aveva cercato di nascondermi. Prima di me erano stati prelevati altri due del paese ed insieme fummo costretti ad accompagnarli al santuario di Valmala, attraverso pian Pietro. Prima di partire presero tutto l’oro che mia madre aveva...»19 18 Il titolo completo del documento, inedito, è Valmala, martedì 6 marzo 1945... testimonianze dedicate alle famiglie dei caduti e per non dimenticare e venne redatto nel 1995, in occasione del cinquantenario, dai sopravvissuti allo scontro. Le piccole parti in corsivo in questo capitolo sono attinte direttamente da questo documento. 19 Testimonianza di Giuseppe Chiotti in Civili e partigiani nella Resistenza in val Varaita, Tesi di Laurea di Milva Rinaudo, Università degli Studi di Torino, aa. 1993-1994, p.283. Al termine dello scontro gli “ostaggi civili” (ostaggi, quindi passibili di fucilazione per rappresaglia), otto in totale (compreso il figlio del capo della centrale idroelettrica di Brossasco), scendono coi prigionieri a Venasca e di qui sono condotti a Casteldelfino. Dopo parecchi giorni sono trasferiti a Cuneo, poi a Borgo San Dalmazzo e infine al colle della Maddalena per essere impiegati in lavori vari. L’antivigilia della Liberazione fuggono con due repubblichini, svalicano in val Maira e finalmente pochi giorni dopo il 25 aprile riescono a tornare a casa, dopo oltre 50 giorni, di penosa e faticosa “odissea”.

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