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Itinerario 3 - Roero Albese
Il sentiero della Masca Micilina Pocapaglia (CN)
Area Asfodelo
Area San Sebastiano
Rogo della Masca San Giacomo
POCAPAGLIA
Piazza Chiesa Parrocchiale Municipio
Pocapaglia (380 mslm)
+150 m
4,5 km
1h 30’ adult 2 h con bambini
Passeggiata-avventura alla scoperta delle Rocche di Pocapaglia, formazioni di un’erosione iniziata millenni fa e tuttora in evoluzione. I pinnacoli si elevano da forre profonde e calanchi candidi, con terreni sabbiosi. Alcuni sentieri ne attraversano le profondità e ne costellano le altezze vertiginose, permettendo di addentrarsi in un mondo ben diverso dalle dolci rotondità delle colline langarole, un mondo in cui, per il tempo del tragitto, si può immaginare di vivere ai tempi delle “masche”, delle streghe.
nPercorso Dal centro di Pocapaglia, nella piazza a lato dell’edificio del Comune, dopo aver dato una prima occhiata al panorama ci si avvia seguendo la segnaletica che fa passare davanti alla Chiesa Parrocchiale (fontana) per prendere Via Cavour e, sfiorando la mole del Castello, scendere alla confluenza con la Provinciale 340 (fontana e panchina) dove, un tempo 39
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Come arrivare in bus: linea 045 Cavallermaggiore-Alba-Asti (www.grandabus.it) in treno: stazione di Pocapaglia (www.sfmtorino.it). in auto: ampio parcheggio gratuito nella piazza del Municipio.
sorgeva l’abitazione della Masca Micilina. Si prosegue dritti lungo la Provinciale camminando sull’asfalto fino a raggiungere un’area delimitata sulla destra denominato Rogo della Masca. Si apre una spettacolare vista sulle formazioni de Le Rocche e sull’aspetto selvaggio del luogo. Si ritiene che in questa radura, a picco sulle rocce, sia stata messa a morte la Masca. Un ulteriore tratto asfaltato porta all’Area San Sebastiano, una zona cintata con fontana, tavolini in ombra e vista sulla Rocca dell’Eremita, una zona dove visse l’Eremita di Pocapaglia nei primi anni del Novecento e dove, si dice, le masche si riunivano per celebrare i loro sabba. Ancora un tratto di asfalto (1,2 km dalla piazza del Comune) porta all’Area Asfodelo, una vasta area per il pic-nic fornita di fontane e wc. Sotto gli alberi ci si può rinfrancare attardandosi un poco per giocare. Dall’altro lato, rispetto l’asfalto, si apre una vista spettacolare sulle rocce (attenzione: ci si trova in una zona molto scoscesa e il pendio, qui, precipita
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in basso in modo piuttosto impressionante). Il cartello bianco-rosso fa imboccare il sentiero che con una discesa alquanto ripida porta nel cuore de Le Rocche. Questo tratto può essere assai rovinato dalle piogge e infestato dai rovi ma in breve si giunge ad un bel passaggio nel bosco che si apre nell’Anfiteatro della Ghia, una radura che veniva utilizzata dai militari come poligono di tiro. Ci si inoltra con una pendenza inavvertibile nel bosco che si fa continuo. Una bella passeggiata all’ombra lungo la quale soffermarsi spesso per ammirare dal di sotto le formazioni geologiche de Le Rocche che fanno capolino tra la vegetazione. Si attraversa così anche l’area umida di Località Berta per giungere alla chiesa di San Giacomo del 1693 (fontana e tavolino), da dove si percorre circa 1 km di asfalto per tornare, con un’ultima, decisa salita, alla piazza del Comune.
Un po’ di storia L’origine è antica, risalirebbe alla preistoria mentre la storia è ricca di cambi di mano e passaggi di proprietà. Il nome più antico attestato è Paucapalea, del XII secolo, che sembra derivare dalla particolare natura del terreno locale, assai argilloso, dal quale si otteneva un grano dallo stelo assai corto. Caratteristica che portava ad ottenere tanto grano ma “poca paglia”. Lo stemma del comune raffigura, in effetti, due spighe di grano incrociate e dal corto stelo. 41
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Ideale all’inizio della primavera e nel tardo autunno, quando la vegetazione è più rada e la vista sulle formazioni rocciose de Le Rocche è più aperta. In estate il tratto su asfalto è tutto esposto al sole. Ben segnalato, non presenterebbe alcuna difficoltà tranne l’eccessiva vegetazione. La presenza di rovi e ortiche infestanti rende, infatti, questo tragitto sconsigliato a bimbi piccoli (meglio non utilizzare zainetti porta-bimbi) mentre i più grandicelli troveranno affascinante l’inoltrarsi in questa sorta di “giungla” dove, a volte, è necessario farsi strada a colpi di bastone usato come un machete... che avventura!
Curiosità Le origini de Le Rocche (la leggenda): Sembra che il Diavolo stesso si fosse messo a scavare nel territorio di Pocapaglia, palate e palate di terra che poi trasportava oltre lo Stura così che al di qua si formarono le gole profonde de Le Rocche, mentre al di là cresceva una collina, un bastione naturale su cui venne fondata la città di Cherasco. Le origini de Le Rocche (la storia): Circa 250mila anni fa il Tanaro deviò il suo corso causando una serie di scompensi geologici. I corsi d’acqua del Roero arretrarono verso la nuova vallata del Tanaro scavando con profondi burroni il terreno sabbioso. Il risultato sono Le Rocche: profonde voragini che si aprono all’improvviso e che formano guglie e anfiteatri spettacolari. 42
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nIl gusto del territorio Tra i vini prodotti in zona ricordiamo: Roero DOCG, Roero Arneis DOCG, Barbera d’Alba, Nebbiolo. Tra la gastronomia il Tartufo bianco delle rocche, il miele, asparagi, fragole, pesche e, ultimo solo in ordine di citazione, la Castagna della Madonna. È la prima ad arrivare sui mercati poiché ha una maturazione precoce (prima decade di settembre). Il nome “della Madonna” richiamerebbe proprio il periodo di maturazione, ma fuori dal Roero è nota soprattutto come “castagna canalina” da Canale, principale mercato di questo frutto. La zona di produzione va da Pocapaglia a Montà e Cisterna, seguendo la linea delle Rocche. La produzione di castagne del Roero è stimata in 200 tonnellate l’anno, di cui ben il 90% coperta da questa varietà precoce.
nCosa visitare Ad appena 6 chilometri si trova Bra che oltre al centro storico tra antichi palazzi e angoli storici offre il Museo del Giocattolo. Ospitato nella Biblioteca Comunale, presenta la vasta raccolta di Michele Chiesa, antiquario che nel corso degli anni ha acquistato e collezionato molti esempi di giocattoli: oltre mille “pezzi” che raccontano l’evolversi del gioco e, soprattutto, di come venivano considerati i bambini. Diviso in sette sale, si viene accompagnati attraverso vari temi: prima infanzia, le bambole, la scuola, giochi maschili, mezzi a pedali (tra cui un aereo costruito dai rottami di un vero mezzo militare italiano!), teatrini e fumetti (via Guala, 45, tel. 0172.41.30.49, biblioteca@comune.bra.cn.it).
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Un paese, un personaggio La Masca Micilina: Si narra che si chiamasse Michelina, che fosse originaria di Barolo e che fosse piccola, brutta, scura, con capelli rossi e che camminando gesticolasse borbottando parole incomprensibili. Un giorno toccò una bimba, e alla poverella crebbe la gobba. Una ragazza, al suo tocco, divenne invece tutta storta mentre un ragazzo, fuggito al suo apparire, cadde e quando si rialzò, si trovò un piede torto in avanti e l’altro all’indietro! Il marito, poi, si lamentava che quando voleva picchiarla (!) non riuscisse mai a trovarla, come se fosse in grado di scomparire grazie alla magia. Quando l’uomo morì, cadendo da un gelso, la gente decise di agire e venne chiamato un inquisitore. Meglio non chiedersi come venne interrogata la povera donna, ma la sventurata confessò le sue relazioni con il diavolo e così, dopo esser stata impiccata, venne bruciata. Una leggenda, purtroppo reale e documentata in un manoscritto del 1700.... “Masca” è un termine piemontese che indica persone, donne ma anche uomini, con poteri strani e particolari. Un termine che si può, genericamente, tradurre come “strega”, anche se in alcune zone indica piuttosto persone generalmente malvagie.
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