Carla Moretti

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Carla Moretti

C’era una bambina

Raccolta di poesie e pensierini



C’era una bambina In un paesino abbastanza piccolino, arrampicato in una grotta con una chiesetta in cima alla vetta, è nata un giorno una bambina. Era magra, piccolina, bionda con occhi celesti: il suo nome era Carletta. Ha vissuto un’infanzia abbastanza felice, fra campi, prati, fiori e boschi. È cresciuta ed è diventata una donna, si è innamorata … era il suo primo amore. Il ventuno agosto del sessantacinque in quella chiesetta in cima alla vetta si son detti: “si”, e le campane suonavano a festa per un nuovo amore legato per sempre: riso, fiori, grida di gioia, evviva gli sposi. Alla sera i due partivano per un lungo viaggio d’amore. Sono passati tanti anni, e i tre tornano ogni tanto al paesel … Si sono in tre, con loro adesso c’è il frutto del loro amore: un bel bambino biondo … Gianluca si chiama. La bambina adesso è donna ma … si ritrova bambina a camminare di corsa nei prati, in mezzo ai campi, ai fiori, e all’aria del suo paesel che le da quell’affetto che prima vi avevo detto.

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Mio figlio Era il quattordici di agosto, le ore diciannove, quando è nato. Per nove mesi l’ho aspettato, sentito dentro sgambettare. Per tanti anni avevo desiderato questo momento, adesso la contentezza aveva cancellato il dolore, ero mamma, avevo un figlio, un figlio al quale ho dato un nome, Gianluca. Ero felice, anche mio marito era felice, felice nel vedere quell’esserino piccolino, per adesso, perché presto crescerà. Da allora son passati tanti anni e si è fatto un ometto, mi da tante soddisfazioni, se penso a quando me l’hanno messo in braccio la prima volta mi sembra impossibile vederlo grande! Questa è la gioa di essere mamma.

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L’anniversario Ed eccoci giunti di nuovo al ventuno di agosto per un anniversario importante: di nuovo vestiti a festa i due del sessantacinque si apprestano a celebrare le nozze d’argento. C’è tanta gente, tanta come allora, che con riso, fiori, gioia, musica e il frutto del loro amore divenuto grande, che suona per loro, gli fanno festa, tanta festa, e gli danno un’immensa gioia. Ora più che mai la bambina divenuta donna, quando ritorna a Beverone si ritrova bambina.

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Ti voglio bene Caro sai che ti voglio bene che amo solo te. Non essere geloso perché non c’è motivo, tutto sei per me io voglio bene a te. Non voglio un altro uomo ma è il tuo amor che voglio, se tu mi aiuterai con il tuo amore grande saremo sempre uniti e non ci lasceremo mai. Ora che tu lo sai prendi il mio cuore fai di me quello che vuoi, sarò felice di stare accanto a te.

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Amore G. Il mio amore è G. Amore G. dedico a te queste poche frasi d’amore. Tu sei il mio primo amore, tu sei il mio grande amore. Saprò amarti per sempre, e non mi importa niente di tutta l’altra gente che vive intorno a me, perché amore G. io amo solo te.

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Il mio marinaio Oggi è un grande giorno per lui: vestito di bianco come un bimbo della prima comunione, si appresta a giurare fedeltà alla sua patria, in riga con i suoi compagni in un grande cortile. Ed ecco l’attimo culminante della cerimonia, LO GIURO … ed è fatta. Scroscianti applausi da parte di tutte le persone giunte per l’occasione … un attimo, ed il grande capo urla: ROMPETE LE RIGHE, poi una grande folla bianca si sparpaglia alla ricerca delle persone care. Un angelo corre verso di me, mi abbraccia e mi fa festa: questo è il mio piccolo grande uomo.

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Una vera favola Come in una favola che ‌ dopo aver studiato, studiato, tanto studiato, il ventinove giugno arriva il traguardo, un bel traguardo, il diploma di ... maestro di pianoforte. Una grande gioia per lui ed un grande grazie da mamma e papà . Grazie Gianluca, siamo fieri di te.

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PapĂ ti voglio bene Quando al mattino ti alzi presto e passi in silenzio per non svegliarmi, ti voglio bene. Quando alla sera ritorni stanco e non hai voglia di parlare, ti voglio bene. Quando mi sgridi per le mie malefatte o mi mandi a studiare, ti voglio bene.

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Mio papà e mia mamma Mio papà e mia mamma, sono arrivati a un bel traguardo: cinquant’anni di matrimonio. Quanti anni sono passati da quando si sono detti “si” in quella chiesetta isolata lassù nel suo paese dove sono nati. Per l’occasione si son vestiti a festa e fanno tanta tenerezza, proprio come quel giorno (io non c’ero, me l’hanno detto). Ribrillano come quei tempi, oggi attorniati da amici e parenti.

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Il mio paesel Al mio paesel c’è un campanile con tre campane e tutto intorno un praticello, ci van le pecore a pascolare. Ci son poche case con il tetto rosso, la mia famiglia che scordar non posso. O mio paesel piccolo e lontano anche se son lontana da te di te non mi potrò scordare mai.

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Amore per Beverone Oh! Beverone, mio piccolo paesel, quando non ti son vicino mi manchi tanto, ti penso sempre. Qui sono nata e son cresciuta, ho conosciuto le prime pene, le prime gioie. Qui ho vissuto la mia infanzia e ho conosciuto il mio primo amore e unico ‌ no, non unico, con esso ho conosciuto l’amore di mamma.

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Ai nostri tempi L’altro giorno ho sentito due amici che si raccontavano quello che facevano da giovani. Dì, ti ricordi – dice uno all’altro – quando alla domenica per fare due balli e stringere una ragazza, dico stringere, dovevamo camminare a piedi per quattro chilometri e arrivare nella sala da ballo? A mezzanotte o l’una, per tornare a casa, dovevamo rifare di nuovo quei chilometri e arrivare a casa stanchi ma contenti. Questi erano i nostri tempi! I giovani di adesso non sono mai contenti, eppure hanno tutte le comodità: vanno a ballare in macchina, ballare per modo di dire, perché se li vedi ballare si scrollano che sembrano tanti ubriachi, e la ragazza è distante due metri. Io non so cosa si ballano, ma d’altronde è il loro tempo, lasciamoli fare. – E l’altro gli diceva – hai ragione, ai nostri tempi era meglio, eravamo più giovani. – 16


Amore e vino Amore e vino ti dan lo stesso effetto, il vino se non lo provi non puoi saper se è buono, e quando l’hai provato se è poco non va bene, se è molto ti ci ubriachi. L’amore se non l’hai provato non sai cos’è, se lo provi non ti basta mai se non è corrisposto impazzisci.

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Una festa nell’orto La domenica dopo San Vito, verso la metà di giugno, in un orto a Marola fanno una riunione: una riunione per modo di dire, perché è di forchetta. Infatti li si radunano tanti amici, di tutte le specie e categorie: dottori, barbieri, avvocati, infermieri, cuochi, camerieri, pescatori e tanti ancora. Mangiano a crepapelle, bevono ancor di più, e alla fine si sfottono con le poesie. Tutto questo sotto la direzione di un presidente che in verità in confronto agli altri non ha bevuto e mangiato niente. “Il presidente Giaeta” (così lo chiamano gli amici) fa, briga, si danna, tutto questo per gli altri. In questo mondo non è facile trovare qualcuno che fa qualcosa per gli altri, e se non ci credete … andateci a vedere.

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Due amici Siamo due amici, in comune abbiamo la finale del nome, l’orto e il vino, ma non dimentichiam le belle donne. Ad uno piaccion bionde all’altro more, c’è poi chi dice: bionde vagabonde more traditore. A questo non diam peso noi non ci crediamo, amiamo le nostre mogli e siam fedeli a loro.

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Neve, neve, neve Tutto è incominciato quando Bernacca ha detto che l’Italia vestirà di bianco, tanto bianco; ma a Spezia nessuno se l’aspettava un lavoro simile, e quando i primi fiocchi incominciavano a cadere, tutti pensavano alla solita neve che arriva e se ne và. Balle! Sta qui è di quella buona eccome, ed ecco gli effetti: per primi gli autoaccessori: tutti volevano le catene, sino a pagarle oro, al punto che i poveri negozianti si son venduti anche quella della cesso! Per non parlare dei negozi sportivi: facevano a botte per un paio di doposci. Nel secondo giorno Spezia è piombata nel caos: squadre di spalatori, appelli televisivi, ruspe e persino i carrarmati, manco fossimo in guerra. Beh in fin dei conti era una guerra, contro il ghiaccio, e gli unici ad essere felici erano i ragazzi che si divertivano a tirar palle di neve. In effetti la neve a Spezia non è abituale, ma forse è stato un po’ tutto esagerato: cosa dovrebbero dire quelli del sud che la neve gli sta proprio … sul pisello? Con questo nulla tolgo al comune che si è prodigato, lo dico a tutti quelli che dicevano “mamma mia! ohimé!” non era che un po’ di neve … Gianluca Cavicchi 20


Le strade di Spezia Senza nulla in contrario alla ben nota canzone: “A Speza l’è bèla anca quando la cèva”. La Spezia è bella, anche perché è la mia città, ma che sia bella quando piove, no. Se non esci con la tuta da palombaro, ti fai il bagno dalla testa ai piedi, non per l’acqua che viene giù dal cielo, ma per quella che rimane in terra: ci sono più buche per le strade di La Spezia che ai boschetti (detto questo ho detto tutto). L’ho sperimentato di persona: mi trovavo in una via del centro carica di borse per la spesa, quando tentando di attraversare sulle strisce … un certo imitatore di Niki Lauda mi è sfrecciato davanti facendomi fare uno di quei bagni da fare invidia a Maiorca. Ma questa non è altro che la mia storia, chissà se a qualcun altro è capitato di peggio.

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La segretaria innamorata Uffa domani è sabato ed io non son con te, e poi vien la domenica ed io non ti vedrò. Ma finalmente ritorna il lunedì ed io sarò con te fino a venerdì. Quando non sei con me dimmi amore, cosa fai? Ti immagino con lei, DIMMI SE MI PENSI MAI. Ma finalmente ritorna il lunedì ed io starò con te fino a venerdì.

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La torre Quassù dall’alto della torre pendente in mezzo a tanta gente mi sento sola, perché? Chi mi manca sei tu. La torre pende, io guardo giù mi sembra di cadere, non c’è nessuno che mi tira su, chi mi manca sei tu.

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Strani pensieri Sono qui alla stazione seduta su di una panchina: guardo i treni che passano e vanno in tutte le direzioni. Vorrei tanto salire su uno quello che va più lontano, lontano da chi mi fa tanto soffrire da chi non mi crede più. Poi penso che anche lontano lo sentirei vicino … con il pensiero, e con il pensiero c’è la sua presenza. Poi penso … a casa ho un bambino che ha tanto bisogno di me. Ormai scende la sera, ed io con il mio bagaglio pieno di solitudine e tristezza riprendo la via di casa e penso, domani andrà forse meglio, avrò dimenticato tutto e ritornerò allegra come sempre.

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Frasi L’amore non conosce ostacoli. Amore è … essere vicini anche quando si è lontani. Amare vuol dire … entrare in un vicolo cieco, io sono entrata in quel vicolo dal quale non ne uscirò più. Amarsi è anche … raccontarsi i propri segreti. Amare è … donare se stessi alla persona amata. Amare è … soffrire in silenzio anche quando non si è compresi. Amare è … soffrire per i difetti della persona amata. Se l’amore fa soffrire meglio non innamorarsi mai. 25


Mai dire mai Mai dire mai, perché quello che non vuoi fare potresti un dì fare. Perché nella vita non sai mai … chi comanda è il tuo cuor, perciò mai dire mai amor.

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La scogliera La sulla scogliera, mentre il sole mi asciugava la pelle bagnata dall’acqua salata, tu mi sussurravi parole dolci e toccanti. Il vento mi asciugava le lacrime che scendendo bruciavano gli occhi come il fuoco. A distoglierci arrivò lui: si, lui, il mio bambino che tanto amo. Tu mi sussurrasti … guarda chi c’è: io non volevo alzare gli occhi ancora bagnati di pianto. Quanto ero felice e nel contempo quanto soffrivo. Amore perché ci siamo incontrati, perché … forse non solo per amarci, ma anche per soffrire.

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Solo di passaggio Si, la sua fu una breve missione, solo tre anni, tre corti anni. In questo breve tempo ha saputo fare tanto, ha dato tutto se stesso non solo come prete ma anche come uomo. Aveva per tutti una parola buona di conforto, di amicizia. Ha impresso nel cuore di tutti gioia, speranza, una profonda fede e tanta voglia di vivere. Lo si è visto lavorare con la gente e darsi da fare per la buona riuscita della festa, ma un giorno … un brutto annuncio: “I miei superiori mi vogliono per un’altra missione”. Quelle parole impressero nel cuore di tutti amarezza, tristezza, sconforto. A nulla sono valse le nostre proteste, così era deciso e così fu. Se la sua missione è lontana da qui rivolgiamo un pensiero a Dio: che lo aiuti nel suo cammino. Don Giorgio sarai sempre nei nostri cuori.

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Una data da non dimenticare Premessa Ettore, persona semplice, socievole, una parola con tutti, un bacio, una carezza per un bimbo, un complimento per un ragazzo, una parola di conforto per un anziano.

21 gennaio 1995 Nessuno può descrivere l’espressione celestiale di quel volto, mentre diceva “si lo voglio”: tre semplici parole con le quali consacrava la sua vita a Dio, quel Dio in cui crede fermamente. Quell’espressione mi è rimasta impressa nella mente, e non la scorderò mai. Questo è il nostro diacono don Ettore Randazzo: dalla comunità di Beverone chiedo per lui una preghiera e un dolce ricordo di questa giornata.

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Cronaca di una giornata Premessa: I protagonisti di questa storia per me non sono solo amici, ma amici veri. Quel mattino era nuvoloso e pioveva, eravamo tutti preoccupati ma … come per incanto le nubi si diradano ed il sole fa capolino, e anche la sposa appare, avvolta in una nuvola bianca, un vestito fiabesco. La vediamo percorrere le vie del paese che l’hanno vista crescere, raggiungere la chiesa dove ad attenderla vi è il suo principe azzurro. L’organista intona l’inno nuziale e i due si avviano verso l’altare ove c’è il parroco che li accoglie. Durante la cerimonia sono commossi felici e sorridenti. Alle comunione il massimo della commozione: nell’aria si sentono le note di “Dolce sentir”. Al termine della cerimonia gli sposi escono accompagnati dalla marcia conclusiva. Fuori ci sono genitori, amici e parenti che li accolgono con riso baci strette di mano e congratulazioni. Le campane suonano a festa e i due partono per una lunga vita a due. Tantissimi auguri Roberta e Gianfranco.

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Favola del 1993 C’erano una volta due sposini che desideravano tanto avere dei bambini. Un giorno una cicogna passando di li per caso ascoltò … e si ripromise di esaudirli. Ritornò così di buon mattino, il diciotto marzo del novantatre, con nel becco un fagottino, scese piano giù per il camino e posò un bel pupetto in un candido lettino. Fu così che Roberta e Gianfranco accolsero con gioia quel bambino, e gli imposero il nome di Luca. Un grande benvenuto a te, Luca, dalla più grande amica.

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Caro Luca Oggi è per te un bellissimo giorno, non solo perché ricevi Gesù per la prima volta, ma perché puoi chiedergli tutto ciò che vuoi per te e per la tua famiglia. Ti auguro che tutta la tua vita sia gioiosa come questo giorno.

8 giugno 2003

la tua amica del cuore Carla

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Benvenuto Andrea Benvenuto in questo mondo Andrea, non ci si sta poi tanto male. La tua famiglia ti ha accolto benissimo, e il tuo fratellino Luca non vede l’ora che cresci per giocare con te. La tua amica Carla ti vuole un mondo di bene, e ti augura tutto il bene del mondo. Auguroni Andrea. 14 luglio 1999

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Ăˆ nato un fiore Erano le prime ore di marzo quando un bel fiore sbocciò: un fiore di nome Cristian. Dopo un lunga attesa di nove mesi anche Bruna prova la gioia di essere mamma e Alberto papĂ . Complimenti ai neo genitori e benvenuto a Cristian.

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E venne il giorno del battesimo La chiesa per l’occasione è piena di fiori, i neo genitori seguiti dai padrini si avvicinano all’altare per la benedizione, felici con il loro piccolo bebi in braccio, mentre il sacerdote pronunzia le parole “io ti battezzo ecc.” I fedeli ascoltano in silenzio; alla fine del rito uscendo dalla chiesa tutti si complimentano con i neo genitori. Un augurio grandissimo dalla zia Carla. Va Cristian, ora sei un soldato di Dio.

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Una giornata normale Sembrava una giornata come tante, invece no … si rivelò splendida, perché? Perché si sposavano Manuela e Moreno. Per l’occasione il paese è stato ornato di fiori, e si sono riuniti amici e parenti. Fra canti e musiche si sono detti si, un si che deve durare per tutta la vita. Alla fine della cerimonia battimani, riso, baci, abbracci e suoni di campane a non finire. Auguri Manuela e Moreno, avete una lunga strada da percorrere insieme.

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Cara Lisa Non pensare che gli zii, perchÊ non vengono al tuo matrimonio, non ti vogliono bene. A volte si vorrebbe fare una cosa, ma le sorti della vita ti portano a farne un’altra. Noi ti vogliamo un mondo di bene, e quel giorno saremo col pensiero li con te, anzi con voi, tu e Gordon. Vi auguro che per tutta la vita insieme, i vostri giorni siano felici come questo.

20 luglio 2007

zia Carla

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Da ricordare: il diciotto agosto 2007 Non sapevo se essere triste, allegra o commossa, una cosa sapevo di essere ‌ felice per mio figlio, perchĂŠ si sposava, e sposava Paola che ama tanto. La giornata era bella, mentre assieme agli invitati aspettavamo la sposa. Eccola che arriva, avvolta in un abito bianco, raggiante, felice, bellissima. Una bella cerimonia, e dopo il “siâ€?, applausi, riso, baci, abbracci, congratulazioni, felicitazioni e auguri. Per una lunga vita insieme un augurio speciale da mamma Carla.

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Ricordo di una bella giornata Anche il quindici settembre è una data da ricordare, Mauro e Tiziana hanno deciso di sposarsi. La giornata è bella, il sole splende, per l’occasione Beverone si è vestito a festa. Saliamo fino alla chiesa ad attendere la sposa. Eccola che arriva, ed un po’ per l’emozione un po’ per la salita ha il fiatone, ma alla vista del suo sposo gli va incontro. Inizia il rito e con grande gioia si dicono si, tra canti e musiche. Alla fine del rito baci, auguri, riso e suoni di campane, tanta festa per sancire un amore che non deve finire mai. Una lunga vita insieme ragazzi, e gli auguri più sinceri.

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È sbocciato un fiore Ciao Niccolò, benvenuto in questo mondo un po’ bizzarro, si perché gli abitanti sono un po’ pazzi, e a volte non si comportano bene. Comunque mamma e papà ti hanno atteso per nove mesi, ed ora che ci sei il mondo per te sarà bellissimo. È l’augurio di zia Carla. 26 novembre 2007

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Volevo Volevo regalarti il mondo ma costava troppo, volevo darti un grande cuore ma ‌ è meglio piccolo e buono che grande e non.

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La poesia a pag. 18 è di Gianluca Cavicchi, il figlio della Carla.

I disegni che sono in copertina sono di Erica Marchi, cuginetta di terzo grado.

L’introduzione nel retrocopertina, e la composizione del libretto sono di Sergio Antognelli, cugino.


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