Poesie di Mauro

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Mauro Fraboschi

Raccolta di canzoni

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Introduzione Mauro Fraboschi è nato a La Spezia nel ’65. Ha trascorso l’infanzia a Rocchetta Vara dove ha frequentato le scuole elementari. Poi ha frequentato le medie a Brugnato, terminate le quali ha pensato di considerare concluso il suo ciclo scolastico. Forse non come spiega ironicamente in una canzone, perché non ne avesse voglia o fosse particolarmente svogliato, ma forse più semplicemente perché sentiva di voler vivere una vita per lui più vera. Già da ragazzo si dedicò a diverse attività, venendo sempre apprezzato per il suo impegno, trascurando invece troppo spesso l’aspetto economico. Trascorse per alcuni anni un periodo beveronese, spostandosi da Rocchetta a Beverone con la sua R4 rossa che aveva nel portellone posteriore la calcomania dell’hippy di spalle con la chitarra. Lassù viveva la nonna Italina e lo zio Lino, e con lui andava nei boschi a fare mazzetti di bossi. In questo ambiente così tranquillo, visse certamente un bel periodo in cui la mente poteva fantasticare liberamente. Fu in quel periodo che gli venne la passione della chitarra, che imparò molto velocemente e perfezionò prendendo anche alcune lezioni. Da questa combinazione di musica e libertà nei boschi , nel giro di pochi anni compose le canzoni che sono in questo libretto. 3


A distanza di poco più di vent’anni, oltre che a sentire queste musiche a volte dolci altre un pò melanconiche, è interessante notare quanti cambiamenti siano avvenuti nel modo di vivere e anche nel modo di vedere la nostra vita, ma anche come alcune idee che allora sembravano un po’ fuori del normale, siano estremamente attuali.

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Indice Pag. 4 6 8 10 11 13 14 16 18 20 21 22 25 27 28 29 31 34 36

Stella del cielo Seduto sopra questo prato Camminando lungo questa strada Come era bello stare lassÚ Ho bisogno del bastone La bandolina Quando il bosco mette foglie Uomo animale strano Storia di un bambino Vivere in campagna Aveva sedici anni Giorni tristi della vita Giorno di primavera L’azzurro del cielo L’uccellino Ragazza che conosco appena Sopra il letto della mia stanza Sopra questo muro Tanto tempo fa

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Stella del cielo Stella del cielo dimmelo tu dimmelo tu che cosa si può fare l’acqua del mare è inquinata i pesci non ci nuotan più gli uccelli marini non riescono a volare sono morti e galleggiano coperti di petrolio la vita nel mare sta morendo dimmelo tu che cosa si può fare. Mi hanno detto che l’aria del cielo ormai non si può più respirare le fabbriche inquinano mandano i suoi fumi stanno consumando l’aria che e rimasta gli uccelli del cielo non cantano più solo il silenzio un giorno resterà stella del cielo diccelo tu chi mai si salverà.

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I pochi boschi ormai rimasti stanno cambiando il loro volto sono bruciati o son scavati per costruirvi sopra cemento natura ormai non ce ne è più stella del cielo aiutaci tu l’uomo è crudele e non vuole cambiare stella del cielo dicci tu che fare. La natura ha sempre dato e non ha chiesto ma niente in cambio e l’uomo ha sempre preso e non ha più restituito qualcosa si qualcosa si può fare questo uomo è da cambiare ormai è vecchio e non ne può più stella del cielo cambialo tu ormai è vecchio e non cambia più stella del cielo aiutalo tu.

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Seduto sopra questo prato Sono qui seduto sopra questo prato sull’erba più verde e fresca che ci sia con gli occhi rivolti in alto verso il cielo verso l’azzurro più bello che c’è, e tutto intorno a me c’è il bosco più bello avvolto nella sua più grande tranquillità. Si sentono gli uccelli che volano fra i rami che cantano felici e mi portano allegria e le farfalle più belle fanno da contorno volando fra i cespugli e lasciando i suoi colori. Eppure anche essendo in mezzo alla natura mi sento un poco triste e mi sfugge l’allegria ed è perchè sto pensando a tutto questo che un giorno non ci sarà e noi non vedremo più. La natura è minacciata dall’uomo che gli vive accanto lentamente la consuma e la sta portando via con tutte le sue scoperte e con il continuo progresso con l’avanzare delle fabbriche e del cemento sopra l’erba è come un lento veleno che va verso la distruzione che nessuno potrà fermare o spiegarne la ragione.

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E tutti quanti i fiumi che corrono verso il mare in un giorno non lontano verranno prosciugati e sopra di essi correranno strade che nuove auto porteranno e nuovo piombo spargeranno, e tutti quanti i boschi alti e rigogliosi verranno tagliati in nome del progresso sopra di essi nasceranno fabbriche per dare lavoro alla troppa gente e cosi senza verde senza più aria si resterà con le maschere dell’ossigeno l’uomo vivrà. E questo grande uomo non si e ancora accorto del male che sta recando alla terra su qui vive è troppo occupato a guardare nel domani e a che cosa il futuro gli preserverà. E in un giorno del domani che lui tanto aspetta si vedranno i risultati della sua grande scienza, e forse solo allora sulla sua faccia si leggerà la vergogna dell’uomo che ha distrutto la natura.

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Camminando lungo questa strada Camminando lungo questa strada in questo giorno caldo dell’estate sto osservando sotto di me l’acqua del fiume che scorre e va via. E quanta ne è già passata quanta ancora ne passerà, quante volte il fiume cambierà la sua corsa verso il mare. Come l’acqua del fiume siamo noi che corriamo sempre in una direzione, per arrivare infine al grande mare che nessuno di noi potrà fuggire. E allora io sto pensando che era molto meglio tempo fa quando non si facevano domande e non si chiedevano i perché, e certi pensieri nella mente non ci sono mai passati e la vita di tutti i giorni correva felicemente. Poi poco a poco crescendo per un qualcosa che non si sa spiegare, la mente ha cominciato a ragionare e a porsi un mucchio di domande, 10


e allora si comincia a capire che si è al centro di un grande gioco, pur non sapendo tutte quante le regole si deve giocare fino in fondo. Ed ognuno di noi che vive qui cerca di variare un po’ il percorso, per scoprire qualcosa di nuovo che dia un senso a questi giorni uguali. Ma uscire dal percorso non è facile, ormai si è troppo legati a questo ritmo strano della vita che ci porta con se. Quante volte si è cercata una risposta frugando dentro la mente del come si è arrivati qui e di dove un giorno si andrà, e quando si arriva sulla curva che si affaccia sopra il grande mare, non si capisce se il fiume già percorso sia stato vero oppure solo un sogno. E questo tempo che passa e se ne va che non ci da la possibilità di fermarsi e di ragionare su questa vita che piano se ne và. 11


Come era bello stare lassù Come era bello stare lassù quei giorni lunghi lontani dal tempo come una favola un sogno dorato che scompariva assieme al sole. Mi risvegliava di buona mattina e mi lasciava soltanto la sera assieme alle stelle e alla calda atmosfera. Quei giorni felici sdraiati al sole sull’alta collina che domina il mondo pensieri e parole vagavan nell’aria giorni dolci dove il sogno è realtà e sembra esser attorno e dentro di te. I nostri pensieri e i desideri assieme nell’aria viaggiavan leggeri come gli uccelli che stanno lassù e guardano il mondo scorrer laggiù.

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Ho bisogno del bastone M’incammino nella strada che mi porta verso il bosco e desidero restare un poco in mezzo alla natura voglio anche respirare questa aria profumata ed ascoltare gli uccellini mentre in volo fanno canto. Ma le gambe mie tremano non mi reggono più bene ho bisogno del bastone per potere camminare il mio fiato si fa corto quando affronto una salita e la vista mia non è più acuta come un tempo. Questo tempo che è passato sotto gli occhi miei troppo in fretta è volato se ne è andato come un lampo e non ho avuto neanche il modo di apprezzarlo seriamente quando c’ero non sapevo del tesoro che portavo le stagioni son passate soprattutto le migliori e quand’ero in primavera aspettavo sol l’estate ma non sapevo che l’estate è vicino assai all’autunno ci credevo con il cuore tutti i piani erano li.

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Ma l’estate già si sa è come un volo di farfalla troppo in fretta è passata troppo in fretta mi ha lasciato volevo fare tante cose volevo stringere qualcosa ma cos’era quel qualcosa io non lo capito mai era forse il mio bisogno smisurato di avventura di veder e di capire cose nuove a me lontane per varcare la frontiera del normale e del reale per trovare chissà cosa al di la del vecchio mare. Ma ero dentro quel qualcosa dalla testa fino ai piedi ma non lo capito mai lo comprendo solo ora solo ora che l’inverno ormai bussa alla mia porta e l’inverno lo confesso a me non è piaciuto mai e se avessi un desiderio ora da far realizzare chiederei di ritornare come un tempo in primavera dove i sogni e le speranze sono ancora tutti in fiore ed il mondo grande intero sia ancora da scoprire. So che io devo partire l’inverno sta per arrivare l’ultima cosa mia da fare è soltanto ringraziare questa vita che è trascorsa, e una cosa devo dire l’ho vissuta con amore e l’ho amata con il cuore.

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La bandolina Camminando per la strada quanta gente tutti con gli sguardi vitrei dentro il vuoto, ma che razza di mondo è mai questo tutta gente che cammina e non sa dove. Le ragazze hanno maschere di colori e i vestiti all’arlecchino senza fiori, i capelli tirati indietro o all’insù e le gambe non si vedono quasi più. I ragazzi camminano diritti con quegli occhiali grigio scuro mi fan paura, nei capelli loro hanno la “bandolina” e nei giubbotti c’è scritto “casual” o giù di li. E’ perchè l’uomo ha bisogno di qualcuno che lo guidi e lo freghi tutti i giorni, da solo no non potrebbe andare avanti si troverebbe subito in mutande. Mentre io mi metto quello che mi pare e i negozi “double face” non son per me, nei capelli io non ho la “bandolina” e i barbieri a me mi guardano da lontano. 15


Quando il bosco mette foglie Tempo fa le giovinette saltellando nel giardino intessevan ghirlandette di verbene e gelsomino oggi pria che il tempo giunga d’indossar la veste lunga scappan via come folletti sotto l’ombra de’ boschetti belle il mondo è pien di voglie date retta a chi ne sa quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va. Tra i cespugli e tra le fronde striscia il serpe e il rospo annida e la vipera si asconde poveretta chi si fida quando poi ci pensa meno uno schizzo di veleno scende giù per la ferita langue gonfia e belle è ita se il demonio vi ci coglie sa Dio quel che nascerà quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va. Nella selva sul confine fresca auretta move l’ale ma le molli borraccine succhian l’umido letale ci si ghiacciano i sudori ci si pigliano i dolori e per colmo di ludibrio ci si perde l’equilibrio chi dal rischio non si toglie prima o poi ci cascherà quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va.

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Oh lo so tra la verzura presso al rio sovra a un bel prato più vicino alla natura balza un core innamorato ma l’amor che batte l’ala mentre stride la cicala fa arrossar più d’una guancia e finisce in una ciancia presto annoda e presto scioglie presto piglia e presto da quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va. Sulla siepe verdeggiante vola il grillo canterino e dal ramo dondolante dolce canta l’augellino ma tant’è de grilli ormai donne mie ne avete assai e pel canto dell’augello non sarà già il primo quello il male è che certe voglie non s’attutan con l’età quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va. Fanciullette a cui la gonna cuopre appena il bel piedino sotto gli occhi della nonna saltellate nel giardino che nel bosco tra gli orrori stanno spesso i cacciatori e vidi io più d’una volta cascar giù tra l’erba folta se ci sdrucciola chi ha voglie figurarsi chi non l’ha quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va quando il bosco mette foglie chi ha giudizio non ci va.

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Uomo animale strano L’uomo è un’animale strano non si è ancora capito com’è è da secoli che è qui sulla terra non ha ancora scoperto il perché. E di uomini qui ce ne sono tanti tutti uguali e tutti diversi e di uomini la terra ne è piena tutti hanno qualcosa da dire. E di lui ce ne sono tante specie tutti lottano per qualcosa di diverso sempre avanti vuole camminare alla ricerca di chissà che cosa. C’è l’uomo chiamato intellettuale quello che si crede di capire i problemi e le paure che hanno gli altri e poi non capisce neanche i suoi. Poi c’è quello chiamato di carta ed è lui che fa bene i conti in banca è seduto sempre li a calcolare per scoprire poi chissà che. 18


E poi quello che va sulla luna e che investe miliardi nello spazio mentre qui sulla terra dove cammina c’è gente che muore ancor di fame. Poi c’è l’uomo che costruisce armi con l’intento e dunque la speranza che un bel giorno ci sia una grande guerra e con lei tutto si risolverà. Poi c’è la specie che fa l’inquinamento perché lo faccia questo non si sa sicuramente non ha ancora capito il valore che ha la natura. C’è rimasta la specie più strana ed è l’uomo che fa la politica è una razza che io non saprò mai i suoi pensieri sono troppo grandi per me. L’uomo è un’animale strano non si è ancora capito com’è è da secoli che è qui sulla terra e non ha ancora scoperto il perché. 19


Storia di un bambino In un giorno di sole un bambino è nato è venuto al mondo anche lui è venuto qui a vivere la vita. Dopo pochi giorni “che bello questo bambino cammina già da solo oppure no? ma presto anche lui imparerà”. Ma che bravo ce l’hai fatta, ora puoi camminare, hai già fatto anche i dentini, ma che belli, sei già grande sei già quasi un ometto. Dimmi caro quand’è che tu inizi la scuola, ormai tu sei grande ed è ora che tu vada, puoi iniziare ad imparare la vita. Mi hanno detto che tu sei il più bravo della classe fai così fai onore ai tuoi, chissà cosa tu diventerai. Tu continui nello studio lo sapevo che sei bravo, sei un ragazzo alquanto intelligente non lo sai? ma come, stai scherzando? Hai finiti con gli studi e hai bisogno di un lavoro, eh si ormai tu sei grande che cosa ti piacerebbe fare? Hai trovato il lavoro, davvero, che bravo e dimmi sei contento non è vero? come insomma, ma dai che sei fortunato. E dimmi il militare tu l’hai fatto, non ancora? e beh è ora che tu lo faccia figliolo 20


è un onore servire la patria. La ragazza ce l’hai già, che cosa dici no? e chi era l’altra sera su puoi dirlo, tua cugina? a te piace scherzare. E quand’è che prepari i confetti e li mandi, un bel ragazzo come te ma si sposa, è per sabato che è pronta la chiesa? Passano un pò di anni e la calma finalmente sembra sia raggiunta in famiglia finalmente un pò di pace anche per lui. Ma come non fai figli, un ragazzo come te, pensa dai, su di qualcosa hai già comprato il nastro rosa? Dopo un pò di anni, quando hai i capelli bianchi arriva qualcuno che ti dice, ciao nonnetto quanti anni voi avete? accidenti avete già una bella età, mio nonno della vostra è già morto, però come li portate bene. E così il bel bambino che era nato tempo fa ora muore lasciando tutto qua e lui muore neanche tanto dispiaciuto, finalmente lui ora riuscirà a stare in pace, più consigli nessuno gli darà, ora lui ha trovato la libertà. 21


Vivere in campagna A me mi piace vivere in campagna respirare l’aria pura che c’è vedere il cielo cambiare colore e sentire la pioggia bagnare le piante. Poi mi piace camminare in mezzo a un prato sentire il profumo dei fiori e ascoltare gli uccellini cantare mentre in volo giocano felici. Credetemi non c’è niente non c’è niente di meglio di un mattino all’alba nei giorni dell’estate camminare in una strada di bosco mentre il sole che penetra le piante illumina le gocce di rugiada. Si sentono i rumori di natura il mondo piano piano si risveglia e in fondo al cuore c’è qualcosa che germoglia. Ora non si capisce perché l’uomo voglia distruggere queste cose e perché in una foglia in mezzo al bosco si trovino tracce di smog. Ma in fondo questo non ha importanza se nei nostri cuori c’è la speranza loro non potran niente contro di noi perché la natura è con noi. 22


Aveva sedici anni Aveva sedici anni e cercava la libertà aveva sedici anni e cercava chi lo sa. Un giorno radunò le sue cose e partì partì per il viaggio senza biglietto del ritorno. Andò fin dove la sua mente lo portava fin dove il suo cuore da sempre lo richiamava, il verde del gran prato l’azzurro del gran cielo ora erano la sua nuova casa. La visse felice per molto tempo la visse in pace da uomo libero. Ma un giorno un brutto giorno due uomini a cavallo arrivarono da lui e gli dissero “ragazzo, questa terra è mia e non permetterò, non permetterò che tu la porti via, molti come te abbiamo cacciato via tu sei l’unico rimasto perciò tu devi andare”. Allora lui partì e andò nell’alto della montagna dove il cielo incontra la terra la visse felice per molti anni ancora, e quando gli occhi suoi si chiusero sul mondo si chiusero da uomo, da uomo felice da uomo che aveva trovato la pace.

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Giorni tristi della vita Quando nei giorni tristi della tua vita senti combatter dentro di te una lotta senza eroi e ti sembra di dover urlare per far finire la guerra liberarti finalmente dei rumori, tu non riesci ad urlare se anche lo fai la guerra non cessa. Vorresti correre saltare sudare scalare una montagna camminare per giorni senza fermarti sentire il dolore alle gambe che cresce e la fatica scavalchi te stesso. Vorresti volare come gli uccelli vedere com’è su dall’alto entrare nel sole bruciare con lui aprire le nuvole scure con le tue mani far piovere giù liberare quel nero, e far tornare il sereno. Vorresti parlare con gente amica parlare di te di quello che pensi, dei problemi che hai dentro e ascoltare poi i loro, e dividere insieme lo stesso pensiero. E girare un po’ il mondo in lungo ed in largo conoscere gente, paesi stranieri e vedere anche i mari ed i cieli lontani. 24


Dormire all’aperto sotto le stelle sentirsi sopra il manto scuro della notte e il giorno dopo risvegliarsi, assieme al sole che risorge e iniziare il viaggio verso nuovi orizzonti. E la strada che incontri, la più lunga che vedi camminaci dentro non guardare mai indietro e più avanti tu vai più nuovo sarai non ci sarà da pensare all’ieri o al domani ma quello che davanti a te tu vedi. Senza rimorsi e problemi moderni uscire dal mondo e dalle sue noie assurde vivere una vita di quelle sul serio dove l’amore è alla base di tutto. Cercare le cose semplici e vere le cose difficili e complicate lasciarle a quelli per cui l’amore è reato. Combattere sempre per la tua pace per quella del mondo ormai è troppo tardi e la gente non l’ha, o non ha ancora capito che per la pace di tutti non ci vuole poi molto, basta credere un poco più in se stessi e nella natura ed in quello che offre per una vita da fare all’aperto come una volta in cui il mondo era verde. 25


Non più che l’uomo faccia scoperte che inventi attrezzi e macchine spaziali fuori dal mondo e alla portata di chi. Ma che si abitui a vivere qui in questo mondo qui sulla sua terra la vita più adatta all’uomo più vero. Ma tutti questi sono solo pensieri che escono fuori dalla mia mente, dalla mente di chi vorrebbe cambiare e si vede costretto a restar chiuso qui. E quindi si dice tanto per consolare il mondo è così e non si può più cambiare noi siamo qui e proviamo a restare aiutiamoci noi per una vita migliore.

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Giorno di primavera In un giorno di primavera tutta la gente si riunirà e si parlerà di come affrontare il lungo viaggio che si inizierà. Perchè tutti insieme noi partiremo verso una nuova realtà e tutti insieme arriveremo nel mondo nuovo che risorgerà. E nella terra nuova noi vogliamo ricominciare dal verde di un prato dall’acqua più chiara dal cielo più azzurro, una vita nuova che ci darà: pace amore e libertà pace amore e libertà. E vogliamo che l’aria che noi respiriamo sia fresca e sia pulita che non contenga fumi o scarichi di fabbriche ma l’aroma ed il profumo dei fiori. E che tutti gli uccellini tornino a cantare e nessun uomo più gli sparerà l’azzurro nel cielo tornerà a brillare non ci sarà più fumo che l’oscurerà.

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E la vita nel grande mare come una volta ritornerà da una specie un’altra nascerà nel mondo nuovo che risorgerà. E dai torrenti delle montagne l’acqua fresca giù scenderà e porterà con sé le vite nuove per la grande vita che r’inizierà. E noi vogliamo potere coltivare la buona terra che ci donerà il grano maturo nei giorni dell’estate del suo pane dorato noi si vivrà. E che la vigna faccia i suoi frutti che l’uva maturi nei giorni dell’autunno il suo buon vino ci disseterà nei giorni lunghi dell’estate, poi noi si canterà: pace amore e libertà pace amore e libertà.

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L’azzurro del cielo Quando l’azzurro del cielo si stingerà l’erba dai prati scomparirà dal mare l’acqua si prosciugherà l’uomo potrà ammirare la fine del mondo costruita da lui. Allora indietro si cercherà di tornare ma niente ormai più servirà la terra di noi non avrà più pietà la terra di noi non avrà più pietà. Le verdi montagne coperte di alberi di un rosso fuoco si coloreranno e rimarranno soltanto le pietre grigio ricordo del tempo passato. E tutti i fiumi pieni di vita senza più acqua resteranno, gli innocenti moriranno e resteranno soltanto le pietre. Anche gli uccelli via voleranno in cerca di un mondo più azzurro e solo il silenzio resterà e il mondo vuoto rimarrà. E rimarranno soltanto le fabbriche con il loro fumo nero di morte e il solo uomo che resterà rimarrà a cercare la verità. 29


L’uccellino In una notte buia ed oscura un uccellino vagava senza meta vide una finestra illuminata e dentro quella stanza incantata c’era un uomo che al fuoco del camino un libro un libro lui leggeva. L’uccellino fece giri nella stanza poi tornò li fuori da dove era venuto poi tornò li fuori da dove era venuto. Dell’uccellino nulla più si seppe ma dell’uomo ancora oggi se ne parla e tutti noi nel nostro cuore abbiamo ancora la speranza di essere noi quell’uccellino che entra e al fuoco del camino si fermi per un tempo un pò più lungo e parli con l’uomo li vicino. E quando poi giorno verrà dovremo uscire dalla stanza, che non sia il buio la di fuori ma un grande sole che ci attenda e con i suoi raggi luminosi tutti assieme ci riscaldi, la nel cuore di quel sole dove il tempo è ciel sereno.

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Ragazza che conosco appena Ragazza che conosco appena di te conosco il tuo sorriso e quei tuoi occhi tanto verdi in cui dentro ci si perde. E i tuoi capelli sciolti sulle spalle la tua immagine da ricordare e quel tuo viso tanto dolce non si può dimenticare. Io non sono per giudicare ma quello che volevi fare era stato un tuo pensare una scelta tua di vita, e niente c’era di cattivo in cui non c’entrava il male, ma si sa che c’è qualcuno che è sempre pronto a giudicare. E la gente che è cattiva nella sua malignità ha parlato male di te ti ha valutata e giudicata, e così te ne sei andata ti han mandato via da qui, e io mi chiedo se sia giusto fare questo oppure no. 31


E poi quando sei tornata per una breve vacanza è stata solo una settimana son stati solo brevi saluti, e nei tuoi “ciao” c’era qualcosa che sapeva di tristezza forse tristezza di tornare via e di non poter restare. Ragazza che conosco appena di te mi voglio ricordare ed in cambio del tuo sorriso un mio saluto ti voglio donare, e attraversando mari e monti che un giorno giunga sino a te un saluto mio sincero dal profondo del mio cuore.

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Sopra il letto della mia stanza Sono qui seduto sopra il letto della mia stanza e sto strimpellando con la mia chitarra, sto cercando di trovare qualche bell’accordo che vada bene insieme e che mi faccia anche cantare. Vorrei provare a scrivere una canzone a tradurre i miei pensieri sotto forma di poesia, ma la mente mia si rifiuta e non vuole troppe sono le cose che io avrei da dire. E come tutte le volte che ho provato a far qualcosa ci ho messo tutta l’anima e non ho mai concluso niente. Da quand’ero piccolino ho sempre pensato a quello che avrei fatto diventato un vero uomo. Mi ricordo nei giorni delle tanto amate scuole la maestra ci diceva che cosa vuoi fare da grande, chi diceva il calciatore chi preferiva il cantante chi l’ingegnere il muratore o addirittura l’astronauta. E adesso sono qui e mi ritrovo come prima ho passato i diciott‘anni e non ho ancora concluso niente.

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Le scuole non le ho finite non ho voluto continuare fare una cosa che m’imponevan gli altri non era per me, o solo più semplicemente è perché sono ignorante nella mia testa dura poche cose ci sanno entrare. Di lavorare non ne ho voglia e poi mi stanco presto ci vado solo quando non ho più soldi in tasca. Non sono un play boy con le ragazze non ci so fare se una mi guarda mi vergogno e m’intoppo nel parlare, ma in quanto al guardare non ci siamo mica tanto nessuna mi hai mai fermato e mi ha detto “ti voglio amore”. Sarà forse per i capelli un po’ più lunghi del previsto per i blue jeans rattoppati che io uso portare, o forse solamente per il modo mio di fare di pensare di parlare e di dire quello che sento. E in mezzo a tutta questa gente io mi sento un po’ a disagio tutti corrono con il tempo mentre io rimango indietro, tutti al ritmo della moda e della canzone estiva il taglio anni sessanta e la camicia colorata.

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Non mi sento di andare con loro preferisco restare qua fra la gente di campagna gridiamo “abbasso la città”. Ma riprendendo dal discorso che stavo facendo prima se io la penso un po’ diversa non vado bene in rima. E allora sto pensando se mai servirò a qualcuno se per qualcuno sarò qualcosa o se solo un numero resterò. Certi giorni mi domando che cosa sto qui a fare non ho nessuna meta a cui volere arrivare.

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Sopra questo muro Sono qui son seduto sopra questo muro che si erge tanto alto sopra i boschi sottostanti e questa vista molto ampia mi da un senso di gran pace ed il tempo quassù in alto sembra sia sospeso, ed in contrasto a questa pace mi viene da pensare a tutto quello che succede al mondo che mi è attorno. A cominciare dalla paura che è subentrata dentro l’uomo a quando un altro uomo ha costruito il nucleare eppure mille volte ormai gli hanno ripetuto di non costruire più morte ma alla pace di pensare. Ma lui non ha voluto seguire queste parole sempre più avanti è andato dentro la folle corsa eppure anche lui è un uomo come noi che cos’è che lo spinge ad agire così. Oggi la verità si è perduta chissà dove e la parola quella d’onore è un ricordo del passato questo grande egoismo che attanaglia tutti quanti che ha reso piccoli anche quelli definiti più grandi. L’uomo ormai è malato seriamente non sa più quello che fa ed ha perduto la ragione ed uccide un suo fratello a una partita di pallone io mi chiedo come possa accadere tutto ciò. Noi che siamo abituati a vivere nell’abbondanza 36


e che ci lamentiamo se qualcosa non va bene se pensassimo soltanto per un piccolo momento a quelle persone a noi lontane ma che sono nostri fratelli che non hanno neppure il necessario per campare e che sanno che il domani non sarà che peggiore. Allora noi dovremmo vergognarci solamente quando la mattina ci guardiamo nello specchio. E quelle signore ben vestite che attraversano le vie e quei signori alti e distinti con il giornale sottobraccio che vanno la domenica in chiesa a pregare e pregano a voce alta l’uguaglianza tra fratelli e prendono l’ostia e si stringono la mano in segno della pace e col sorriso sulle labbra, come mai se un giorno incontrano un fratello che ha bisogno del suo aiuto glielo negano? E con la mente io ritorno quassù sopra l’alto e non voglio più pensare a quello che succede attorno e guardo dietro me il tappeto d’erba verde mi sdraio con lo sguardo rivolto verso l’alto, e quell’azzurro su del cielo mi libera la mente dai mille e più pensieri che mi girano attorno, e leggero mi abbandono al tepore che fa il sole i miei occhi si chiudono e piano mi addormento. 37


Tanto tempo fa Tanto tempo fa è nato l’uomo è nato nudo senza scarpe ai piedi non sapeva che fare né cosa pensare e il tempo scorreva lento. Pian piano con gli anni si è unito agli altri ha costruito villaggi e ha fatto scoperte, con le scoperte rovina dell’uomo è iniziata la fretta e la lotta col tempo. Ha voluto vedere com’era il gran mare e se dall’altra parte c’era la vita, poi l’ha scoperto ma era meglio di no ha ucciso la vita di chi stava di là. Ha voluto volare tra le nuvole in cielo e ha dovuto morire ma è riuscito anche li ce l’ha fatta a sporcare l’azzurro di un dì solo per guardare la terra da lassù.

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Poi un bel giorno ha scoperto le armi e si e fatto la guerra per vedere com’è, ha distrutto la terra e si è ucciso da se senza sapere ne come e perché. Poi con le industrie ha inquinato la terra ed ha ucciso il verde che l’aria ci da soltanto perchè il progresso è progresso e non va fermato altrimenti ahimè! Dopo la terra ha inquinato lo spazio vagando lassù, cercando altre vite le vite che qui ancora muoiono di fame non sono problemi di gente per bene. Poi un giorno di troppo casino si ritornerà indietro nel tempo che fu senza scarpe ai piedi l’uomo tornerà si guarderà in faccia dicendo “perché”?

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