â‚Ź 3,50 Trimestrale - Passioni, tecnica, storia e tendenze dei segnatempo
2015
anno III
11 PIAGET
alla scoperta dei segreti di uno dei marchi piĂš amati dai cultori della bella orologeria
VACHERON CONSTANTIN Intervista a
Juan-Carlos TORRES
CHANEL
Solo per lei la nuova collezione boy-friend
www.chanel.com
La Linea di CHANEL - Numero con addebito ripartito 840.000.210 (0,08€ al minuto).
editoriale
Monsieur Yves Piaget. Foto David Atlan
di Paolo Gobbi ppgobbi@gmail.com
Continuano a sbocciare...
Perché la vita è un brivido che vola via è tutt’un equilibrio sopra la follia... Sally Rossi Vasco
Tutto cambia, ma nulla in fondo cambia davvero. Dopo aver assistito al salto in alto del franco svizzero, non proprio un aiuto per chi, come le fabbriche orologiere, vuole esportare e si ritrova una valuta fin troppo forte. Dopo aver assistito al salto in basso dello yuan (ma non eravamo noi italiani gli esperti nell’arte della svalutazione competitiva… scrive nelle pagine seguenti Gian Paolo Bazzan - A.D. Saxobank Italia), ancora una volta non proprio un aiuto per chi, come le fabbriche orologiere elvetiche, vuole esportare e si ritrova il mercato più interessante con valuta fin troppo debole. Dopo tutto questo, non possiamo fare a meno di osservare che, a dispetto di tutto, anche di una incomprensibile politica dei listini, che ha visto dei ribassi suicidi su alcuni mercati orientali (quando per decenni per abbassare i prezzi si sono realizzate nuove versioni/collezioni di prezzo inferiore), l’orologeria sta andando alla grande. O meglio, l’orologeria soprattutto in Italia sta andando veramente bene. Nel periodo gennaio/luglio ha segnato un importante +9.6% nelle importazioni dalla Svizzera, scavalcando il Giapppone al quarto posto nella classifica
mondiale. Ma non sono solamente questi i segnali positivi. L’orologeria vintage, forse la spia più importante per segnalare la vitalità della passione per i segnatempo, sta lanciando dei segnali fortemente positivi. Il primo e più evidente, è l’arrivo di un nuovo player tra i pezzi da collezione: stiamo parlando del Day-Date di Rolex, sdoganato dai polsi dei potenti e atterrato nei combattimenti all’interno delle aste internazionali, con grande gioia dei vecchi e nuovi possessori che hanno visto le quotazioni triplicate, quadruplicate… Altro segnale importante, è l’ampliamento esponenziale del numero dei collezionisti, italiani, americani, asiatici. È il segno che l’orologeria nel suo insieme viene sentita come un investimento, un’ottima maniera per spendere i propri soldi, proprio mentre lo storico competitor, i diamanti, hanno visto De Beers tagliare i prezzi di vendita del 9% e non era mai successo prima. Infine, come se tutto questo non bastasse, continuano ad aprire le boutique dei marchi più importanti: Audemars Piguet, Jaeger-LeCoultre, Van Cleef & Arpels, Harry Winston, Piaget... Segnali di ticchettante vitalità.
GALILEUS 5
sommario
21
26
Sono le 9 di mattina si accende il "computer" si guarda con apprensione l’agenda e il telefono; è l’ora migliore per scegliere un orologio nuovo
Puntiamo l’obiettivo su quello che più ci piace (e fa rigorosamente tic-tac)
6 GALILEUS
complicati 12
molto piu' che orologi
gekko 14
windows economy
ARCHITETTURA 18
la forma del tempo
IL TEMPO DECLINATO AL FEMMINILE Il BRS Gray Camouflage di Bell & Ross
la guerra dello yuan it.saxobank.com
DA COSA NASCE COSA
La forma architettonica il parallelo con la bella orologeria
beauty 20
piacere quotidiano
wakeup 22
COSA c’è di nuovo
il profumo del tempo
il risveglio del tempo
Bullfrog
Nel mondo delle lancette
Focus 26
a milano vacheron constantin
Focus 30
RIBALTARE LE REGOLE
Focus 32
idea vincente
focus 36
nel segno di blÉriot
focus 38
manifattura
star del tempo
tempo inusuale
tempo veloce
tempo volante
classic style
Pisa Orologeria
Roger Dubuis
Chopard
Zenith
Ulysse Nardin
GALILEUS 7
sommario
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68 focus 41
Big wave riders
focus 42
strumento da polso
focus 44
ogni 4 anni
focus 46
il tempo in cattedra
focus 48
Il sorci verdi
tempo marino
TAG Heuer
tempo marino Tudor
il bello strumento Audermas Piguet
Contano più le emozioni Baume & Mercier o contano più gli orologi? Verbum de verbo Oppure sono le emozioni, quelle vere, che riescono ancora a farci sognare? IN ALTA QUOTA Terra Cielo mare Per fortuna non abbiamo la risposta e per maggiore fortuna ognuno ha la sua...
a milano è sbocciata una rosa
LE voci del tempo 60
etica e tradizione
le voci del tempo 68
creativitÀ prima di tutto
le voci del tempo 74
carattere senza tempo
faccia a faccia 78
8 GALILEUS
emozioni 50
cover story Piaget
vacheron constantin
Intervista a Carlos Torres
VAN CLEEF & ARPELS Intervista a Nicolas Bos
mido Intervista a Franz Linder
di padre in figlio
generation gap Stefano Superchi - Piero Superchi
GALILEUS 9
sommario
108
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10 GALILEUS
emozioni 84
do you have a boy-friend?
emozioni 88
serpenti il nuovo design
emozioni 92
big bang broderie
emozioni 96
blu come il cielo
passione per l'uso
solo per lei
sexy & glamour
pronti al volo
cinema 100
Chanel
Bulgari
Hublot
Patek Philippe
jaeger le-coultre in laguna
eventi Tempo di Festival
due lancette 104
lo sport che fa bene
ruote veloci 108
grand tour
SPECIALE LAUREUS 2015 Laureus F1 Charity Night
esperienze di viaggio
Mercedes
a tavola 110
l'ora del gourmet
al polso 112
le prove di janvier
sapori d'oriente
Ginza Ukai-tei
ultimo minuto iWatch
GALILEUS 11
COMPLICATI molto più che orologi
IL TEMPO DECLINATO AL FEMMINILE Il BRS Gray Camouflage di Bell & Ross
Numero 11 - Autunno 2015 Registrazione al Tribunale di Roma nr. 280/2012 del 19/10/2012 Direttore responsabile
Paolo Gobbi
Hanno collaborato
Valeria Altobelli, Romolo Bali, Gian Paolo Bazzani, Andrea Bono, Vasco Bretone, Daniela Fagnola, Luca Fontana, Roberto Quaglia, Francesca Vilone Art Director
Gianpiero Bertea Editore
GALILEUS Srl C.so Vittorio Emanuele II, 287 - Roma Presidente
Uberto Selvatico Estense Amministratore delegato
Fabrizio Verdolin
Concessionaria per la pubblicità
Il BR01 nell’edizione BRS Grey Camouflage costa 1.700 euro nella versione base e 5.400 euro in quella Diamonds.
Quando ci si chiama Bell & Ross, è più che naturale ispirarsi ai codici militari per interpretarli in modo chic e contemporaneo. Trasformare la mimetica militare in un motivo raffinato ed elegante era solo il passo successivo. I due nuovi modelli BRS Grey Camouflage rivisitano per la prima volta questo motivo e si arricchiscono di una varietà di dettagli che rivelano l’essenza della femminilità. La delicata lucidatura dei bordi smussati della lunetta illumina sottilmente la finitura satinata della cassa, mentre la corona liscia si adatta dolcemente al polso. Il quadrante interamente in madreperla, i cui riflessi grigi disegnano il motivo mimetico, sorprende per la sua personalità originale e sofisticata. La raffinatezza di numeri e indici applicati metallici, abbinati a lancette sottili, indica con eleganza ore e minuti, mentre la data è visualizzata in una finestrella. La versione più preziosa,vera ode all afemminilità, presenta un indice composto da numeri e da 8 diamanti bianchi per un totale di 0,12 ct e una lunetta con incastonati 66 diamanti bianchi per un totale di 0,99 ct. La sensualità del cinturino in satin grigio talpa completa l’armonia dei colori e aggiunge un ulteriore tocco di femminilità.
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Via Melzi D’Eril, 29 - 20154 Milano Tel. 02 76318838 - Fax. 02 33601695 info@emotionalsrl.com Responsabile di testata
Aldo Rosina Back office
Selene Merati Distribuzione Per L’italia
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Grafica Nappa srl Industria poligrafica Via Gramsci,19 - 81031 Aversa (Ce) I nostri partner
GALILEUS 13
gekko it.SaxoBank.com
di Gian Paolo Bazzani
la guerra dello yuan ravamo noi italiani gli esperti nell’arte della “svalutazione competitiva”, oggi la Cina ci ha copiato anche in quello*. Nel corso della prima metà del mese di agosto, la Banca Centrale Cinese ha, infatti, operato una pesante svalutazione della propria moneta, lo yuan, e la decisione rappresenta una conferma delle difficoltà dell’economia e il tentativo, proprio come in occasione delle svalutazioni della lira, di trasferire tali difficoltà sugli altri mercati. Oggi la Cina sta affrontando una doppia criticità macroeconomica: un rallentamento della crescita, cui si uniscono evidenti segnali d’instabilità finanziaria. A luglio l’export cinese ha subito un forte calo, scendendo dell’8,3% rispetto all’anno
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precedente e le immatricolazioni di nuove auto sono scese a luglio per il quarto mese di fila, il periodo più lungo di calo negli ultimi cinque anni. Questi segnali di rallentamento hanno spinto la Banca Popolare Cinese ad agire ed è il secondo intervento delle autorità nell’economia cinese in pochi giorni, dopo la mossa per arginare la caduta della Borsa di Shanghai. Anche in Occidente è noto che sono le scelte politiche del partito comunista cinese a guidare le decisioni della BPC. Finora il governo era stato più vicino al modello di intervento espansionistico “alla giapponese” ma una serie di tagli dei tassi di interesse non è riuscita, a rilanciare la crescita dell’economia, che è stata anche colpita dalle turbolenze sui mercati azionari, giunte peraltro dopo più di un anno di aumenti record. Lo yuan era diventato evidentemente troppo forte contro il dollaro nella visione dei politici cinesi. Con i timori di un rallentamento economico, svalutare era l’unica arma che la Cina non aveva ancora sfoderato. Ma una svalutazione competitiva della più grossa industria manifatturiera del mondo, proprio mentre l’Europa stava cominciando a vedere i benefici di un euro meno caro, equivale a lanciare la più grande guerra delle valute del terzo millennio. La BPC è una banca centrale generalista, senza cioè un mandato “vincolante”, in questo simile alla FED americana, e questo aumenta il rischio che il suo operato diventi uno strumento della classe politica che evidentemente ha tra i suoi piani, oltre che di rilanciare l’economia, quello di far diventare lo yuan una valuta di riserva mondiale. La Banca Centrale Cinese sta cercando di inondare di liquidità il sistema creditizio strutturando in questo modo una sorta di Quantitative Easing e, secondo molti analisti occidentali, la svalutazione della moneta rappresenta una sorta di prova generale per saggiare la reazione dei mercati che, altrimenti, lasciati a se stessi, potrebbero creare danni piuttosto cospicui. Politica monetaria che
Montblanc Heritage Chronométrie and Hugh Jackman Crafted for New Heights In omaggio all’esploratore europeo e alle sue esigenze di precisione, Montblanc ha creato il Montblanc Heritage Chronométrie Quantième Complet Vasco da Gama Special Edition: calendario completo, fasi lunari impreziosite da costellazioni in lacca blu, che mostrano esattamente lo stesso cielo notturno di Capo di Buona Speranza che osservava il portoghese nel 1497 durante il suo primo viaggio in India. Visit and shop at Montblanc.com GALILEUS 15
gekko it.SaxoBank.com
Fonte: Bloomberg
una svalutazione competitiva della più grossa industria manifatturiera del mondo, equivale a lanciare la più grande guerra delle valute del terzo millennio.
appare coerente peraltro con la “via socialista al capitalismo” inventata dalla Cina, in cui gli interventi statali hanno la funzione di orientare e sostenere lo sviluppo. L’ultimo intervento, ad inizio estate, ha visto l’acquisto massiccio di azioni per sostenere un mercato borsistico in caduta libera. Di fatto la Cina vuole un dollaro forte in modo da favorire il proprio export e mantenere in vita il proprio modello di espansione “dirigistica”. E questo non è una sorpresa. Guardiamo il grafico (sotto) del rapporto tra dollaro e yuan negli ultimi 5 anni. Il dollaro è sceso moltissimo rispetto alla valuta cinese e la mossa della BPC, a guardarla su un orizzonte temporale più ampio, rischia di essere solo un primo passo.
Conseguenze della mossa cinese? Molte. Partiamo dagli USA: cosa ne pensa l’altra economia che guida il mondo di questa manovra ferragostana? Per il momento gli americani, che da anni chiedono una rivalutazione dello yuan, preferiscono mostrare cautela. ‘’È troppo presto per giudicare le implicazioni. La Cina ha indicato che i cambi annunciati sono un ulteriore passo verso un tasso di cambio determinato dal mercato’’, afferma il Dipartimento del Tesoro. Questa
in collaborazione con
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la politica, ma la finanza ora guarda alla FED: la banca centrale americana dovrebbe aumentare i tassi d’interesse entro l’anno, ma il conseguente apprezzamento ulteriore del dollaro, esattamente ciò che vuole la Cina, potrebbe rallentare la ripresa americana e quindi spingere la stessa FED ad attendere. Non è un caso che mentre la banca centrale cinese svalutava, i rendimenti dei titoli di stato americani scendevano, segno che il mercato comincia a dubitare del rialzo dei tassi USA. La mossa cinese avrà poi un impatto ribassista anche sulle materie prime, proprio perché segnala la preoccupazione delle autorità cinesi per lo stato di salute dell’economia. L’Australia e il Brasile ad esempio pagheranno un conto molto salato. Sul mercato valutario tutte le monete asiatiche e in generale quelle dei paesi che più esportano in Cina subiranno un contraccolpo. Rublo, Won coreano, Rupia indonesiana e Real brasiliano valgono tra il 10 e il 20 per cento in meno ed esiste il rischio concreto che alcune valute (la Rupia e il Real su tutte) arrivino a perdere anche il 50%. La manovra cinese spaventa non solo i governi ma anche le multinazionali, soprattutto di alcuni paesi esportatori di materie prime concorrenti, come Brasile e Australia, e in alcuni settori, come l’informatica e la telefonia mobile, dove dominano gli Usa. Anche auto e beni di lusso pagano il conto: i cinesi avranno meno potere di acquisto per fare incetta di auto europee e moda italiana. Quello che abbiamo visto in agosto forse è la prima mossa sulla scacchiera di una partita più ampia. Di certo il rischio Cina è assai più alto rispetto alla famigerata Grexit e potrebbe condizionare i mercati con ben altra intensità. Staremo a vedere ma di certo la guerra delle valute è cominciata sul serio.
L’Italia degli anni ottanta era solita svalutare la lira riallineando la parità nei confronti delle valute forti, come il marco tedesco, con l’obiettivo di migliorare la propria capacità di esportazione. La nostra moneta si svalutò in due riprese nel 1981 (del 6% nel marzo e del 3% in ottobre), e poi nel 1982 (2,75%), nel 1983 (2,5%) e ancora nel 1985 (6%). La crisi economico-finanziaria del 1992 determinò un’altra svalutazione del 7% della lira e poi, poco tempo
dopo, l’uscita dal Sistema Monetario Europeo con la conseguenza di lasciar fluttuare liberamente il cambio fino al 1996, quando fu concordato il rientro della lira nello SME secondo la nuova parità di 990 lire contro 1 marco, che costituirà poi la base di calcolo del cambio lira/euro in vigore dal 1° gennaio 1999. Dopo la scelta di aderire alla moneta unica europea non è ovviamente più possibile fare ricorso alla leva della svalutazione competitiva.
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ARCHITETTURA la forma nel tempo
DA COSA NASCE COSA P
Un bell’esempio di design applicato all’orologeria. Il Rado HyperChrome Match Point con cassa monoblocco in ceramica hi-tech al plasma. Edizione limitata a 999 esemplari.
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linio63 HUBlab è venuto alla luce così: un’iniziativa pensata per creare uno spazio dove sviluppare nuovi concept nell’ambito della progettazione architettonica si è trasformata in una passione che ha coinvolto professionisti competenti in molteplici settori e ha dato vita a collaborazioni di successo su tipologie di clienti diversi. Quello che era stato ideato come un luogo dove incontrarsi per avere nuovi stimoli e ricercare nuove opportunità di business è oggi una piattaforma multidisciplinare di professionalità ed expertise, aperta e dedita allo sviluppo di tutti i servizi integrati a supporto delle aziende e dei privati, all’insegna dell’innovazione: dalla progettazione architettonica al design, dal marketing strategico alla digital convergence, passando per l’emotional travelling, la consulenza legale, la psicologia del colore, l’arte, il restauro ed il private banking. Con lo stesso spirito ed entusiamo è stata realizzata la sede di Hublab in via Plinio 63 a Milano, una location nuova, unica nel suo genere, facile da raggiungere, molto confortevole, all’altezza di ricevere un cliente e al tempo stesso versatile per poter accogliere una presentazione o un evento. Alla rete degli esperti, si è aggiunto il network dei partner di eccellenza sia del made in Italy sia internazionali che hanno scelto Hublab come vetrina e luogo di incontro a Milano per promuovere i propri prodotti e servizi. Le aziende che sono state selezionate per realizzare gli spazi prediligono l’innovazione, la customizzazione dei prodotti, nonchè la sostenibilità. Quello che è possibile vedere, sentire e toccare con mano in Hublab è di design ed è stato creato prestando molta attenzione alle materie prime e al ciclo di vita dei prodotti: camini e acquari sceno-
Plinio63 HUBlab Via Plinio, 63 20129 Milano www.plinio63.it
Per noi ogni presunto ostacolo si trasforma in spunto per disegnare strutture fruibili e personalizzate che, fondendosi con il design, diventano Architettura. Mara Carlotta Beretta
grafici, pareti verdi verticali anche commestibili per mostrare quali saranno “i campi del futuro”, finiture, pannelli decorativi e controsoffitti innovativi, luci e tessuti, rivestimenti per pavimenti, complementi d’arredo metallici, di materiali preziosi o alternativi, imbottiti ma anche di cartone, le migliori contract solutions per arredi personalizzati, device intelligenti e accessi digitali, opere d’arte e fragranze d’autore personalizzabili per il proprio ‘ambiente di vita o di lavoro’ e ultimo, ma non per importanza, il trattamento dell’acqua della propria casa come risorsa di vita imprescindibile. Lo spazio, oltre ad essere utilizzato dai professionisti e dai partner che fanno parte dei network, può ospitare eventi, corsi di formazione, conferenze, press day, meeting anche da parte di professionisti che intendono avvicinarsi a questo modo di lavorare produttivamente condividendo spazi ed esperienze oppure che necessitano di una postazione di lavoro fuori sede.
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BEAUTY IL PROFUMO DEL TEMPO
di Barbara Centurelli
piacere quotidiano
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Iniziamo la nostra rubrica dedicata al beauty, incontrando uno degli uomini d’oro di questo settore: Romano Brida, direttore marketing Womo, Bullfrog presso Percassi Group.
Bullfrog è il brand che per primo in Italia ha dato una spinta nel settore. Cosa succede oggi dopo due anni di successi in cui la barba lunga soprattutto a Milano era diventata una tendenza? La nostra sensazione nel 2013 era che il beauty maschile in Italia fosse trascurato. Viaggian-
20 GALILEUS
do spesso per lavoro ci siamo accorti che, soprattutto nei paesi anglosassoni, la tendenza era di avere un punto di aggregazione al maschile, con un’attenzione particolare alla qualità del servizio. Altro punto di forza è la puntualità. Gli uomini non vogliono perdere tempo e il fatto di avere un appuntamento dal barbiere e poter tornare al lavoro in mezz’ora è stato un approccio vincente. Le barbe stanno aumentando in Italia, anche se i trendsetter della moda internazionale stanno cominciando a tagliarla per privilegiare un look più anni ‘70 con baffi e basette o la rasatura totale .
BEAUTY IL PROFUMO DEL TEMPO
Viaggiando spesso per lavoro ci siamo accorti che, soprattutto nei paesi anglosassoni, la tendenza era di avere un punto di aggregazione al maschile, con un’attenzione particolare alla qualità del servizio.
Bullfrog e Womo preferiscono seguire le mode o creare le mode? Noi preferiamo parlare di esigenze più che di mode . Siamo attenti nel seguire i consigli e i bisogni quotidiani dei nostri clienti, spesso la ricerca verso nuove tipologie di prodotti arriva proprio dal pubblico e dalle loro richieste. Chi sono i vostri clienti? Conoscete i loro gusti e le loro aspirazioni? Il nostro pubblico è veramente eterogeneo . I clienti abituali hanno diverse esigenze e la nostra missione è quella di consigliare a ognuno, in base alle diverse abitudini, la corretta beauty routine per la gestione quotidiana di barba e capelli . Cosa chiedono quando entrano nei vostri shop? Quali servizi e quali prodotti acquistano? La richiesta più frequente è come curare la barba, oggi vista anche in Italia come simbolo di fascino e accessorio di virilità. Il servizio più richiesto è il combo: taglio di capelli e regolazione barba. La barba viene modellata dal barbiere con pettine, forbici e trimmer per dare la forma desiderata e trattata con oli e panni caldi per migliorare la morbidezza dei peli e aiutare il cliente nella gestione quotidiana. Per la cura a casa, fondamen-
tale per la pulizia della barba è la military brush, una speciale spazzola da barba con setole di cinghiale, che permette di districare i nodi senza compromettere la struttura del pelo . Ottimo per tenere in ordine la barba, evitando l’effetto elettrizzante tipico dei pettini di plastica è il pettine in frassino di Womo . Per detergere in profondità è consigliato un leggero scrub un paio di volte alla settimana e il balsamo multi funzione a volontà! Quali sono le novità di Womo e Bullfrog? Dopo aver lanciato i primi prodotti Bullfrog per lo styling capelli nel primo semestre, in autunno presenteremo dei nuovi trattamenti professionali per la barba: si tratterà di “formule segrete” sviluppate insieme ai nostri barbieri e dedicate sia al grooming delle barbe lunghe, sia alla rasatura. Inoltre, stiamo preparando una vera e propria “pozione segreta”, una sorpresa che ci auguriamo piacerà ai veri adepti del mondo Bullfrog. Per ciò che riguarda Womo, ci stiamo concentrando sullo stile del gentleman moderno: abbiamo appena lanciato nel nuovo negozio di Milano Porta Nuova il servizio di camicie made-to-measure e scarpe made-to-order e, nei prossimi mesi, presenteremo nuovi prodotti per arricchire ulteriormente il guardaroba dei nostri uomini. GALILEUS 21
wakeup il risveglio del tempo
Interlocking G
ucci Timepieces & Jewelry ha recentemente presentato due nuovi orologi Interlocking caratterizzati dal colore brillante del quadrante: in rosa peonia o blu indaco, possono essere abbinati ad altri accessori Gucci disponibili negli stessi colori. Il motivo Interlocking, valorizzato da queste nuove tonalità di colore, è costituito da due audaci ‘G’, un richiamo alle iniziali intrecciate di Guccio Gucci, fondatore della Maison. Il motivo è lavorato in acciaio lucido e satinato a contrasto e le grandi dimensioni dell’orologio, 37 mm, accentuano le curve ampie di questa inconfondibile icona. I due modelli sono abbinati ad altrettanti cinturini in pelle di vitello in tinta, che aggiungono una nota dinamica.
INTERLOCKING LINE di gucci. cassa in acciaio da 37 mm di diametro, movimento al quarzo.
Lobster di Bulova P
rendendo spunto dal modello Bulova Accutron sportivo dei primi anni 70, il nuovo Lobster segna una nuova tappa nel completamento della collezione Bulova Accutron II. Il disegno della sua cassa in acciaio 316L di chiara ispirazione retro, evidenzia una lavorazione in parte manuale, impreziosita dal bracciale in maglia mesh “milanese”. Sul quadrante troviamo lancette e marcatori in Superluminova, mentre l’impermeabilità è garantita fino a 100 metri. Il Bulova Accutron II Lobster, sia nella sua versione solotempo che in quella cronografo, monta un movimento UHF (Ultra High Frequency).
A sinista Bulova Accutron II collezione Lobster, versione solotempo con movimento al quarzo con tecnologia UHF, cassa acciaio da 43,5 mm. Costa 510 euro. A destra la versione cronografo, cassa da 45 mm, costa 700 euro.
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wakeup il risveglio del tempo
Torna il Gran Feu
La collezione Megarotor Miniature di Paul Picot è disponibile in serie limitata di 300 pezzi in acciaio e 88 in oro rosa. La versione in acciaio costa 9.620 euro.
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l gesto lieve e leggero, un sottile pelo come strumento di precisione assoluta. Il tratto fine ma deciso a sottolineare le zone di contrasto così come ad unire uniformemente le parti più policrome. Il lavoro del miniaturista è frutto di sentimento e arte pura. Un lavoro minuzioso di pazienza e calma assoluta. Provate a pensare come può risultare il lavoro finito quando il tutto è composto da incalcolabili tratti di pennello finissimo. Alla fine il risultato è stupore assoluto: nell’epoca ipertecnologica verrebbe da dire che è così bello che sembra finto! Per produrre il nuovo Megarotor GMT “Gran Feu” Paul Picot si avvale della mano di valenti ed esperti miniaturisti che sarebbero in grado di riprodurre ogni scena, ogni ritratto o situazione. Sono necessari innumerevoli passaggi di pennello e cotture al forno a 850 gradi e più giorni d’intenso lavoro per ogni singolo pezzo.
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GALILEUS 25
focus MECENATISMO
Nel salotto milanese di pisa orologeria è stata presentata in anteprima italiana la collezione Harmony di vacheron constantin
a milano vacheron constantin P I modelli celebrativi dei 260 anni dalla fondazione hanno forma coussin e un design che s’ispira a uno dei primi cronografi da polso lanciato da Vacheron Constantin nel 1928. Nel cuore delle casse di dimensioni generose e dalle linee reinterpretate secondo canoni tecnici ed estetici contemporanei, sono racchiusi i nuovi calibri interamente progettati, sviluppati e prodotti in house, che recano tutti il prestigioso punzone di Ginevra e celebrano due complicazioni orologiere: il cronografo monopulsante e il dual-time.
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er celebrare il 260° anniversario della fondazione della Manifattura, Pisa Orologeria ha invitato invitato gli appassionati di Vacheron Constantin a scoprire in anteprima italiana la collezione Harmony presentata quest’anno al SIHH. Abbiamo colto l’occasione per scambiare qualche idea con i protagonisti di questo evento: Chiara Pisa, Direttore Generale di Pisa Orologeria e Marco Pagani, Brand Manager Vacheron Constantin Italia..
ta di inaugurazione al Museo Bagatti Valsecchi, organizzata di concerto con Ecal e la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. La ricerca di un sempre più elevato contenuto tecnico e di un design all’avanguardia è il faro che da sempre orienta la produzione orologiera di Vacheron Constantin, volta a sviluppare autentiche opere d’arte che sappiano comunicare al cuore e alla mente dei nostri estimatori. In questo senso Milano è una continua fonte di ispirazione.
La voce di Vacheron Constantin: Marco Pagani Vacheron Constantin e Milano, un legame fatto di passione per la meccanica o per il design? MP: L’amore comune per l’estetica, il design rappresenta il terreno fertile su cui è nato e che costantemente alimenta lo storico legame tra Vacheron Constantin e Milano. Città chiave per la presenza della marca in Italia, Milano è stata la culla di numerosi nostri eventi tra i più significativi, dalla Mostra Fotografica alla Pinacoteca di Brera all’esposizione della mostra “Arts & Crafts & Design: Time according to ECAL and Swiss Craftsmen” all’interno del Padiglione Svizzero ad Expo 2015, seguita alla straordinaria sera-
La produzione di Vacheron Constantin è stata più volte segnata, in positivo, dalle richieste e dal gusto del mercato italiano. E’ una situazione che continua ancora oggi? MP: Il mercato italiano è rappresentato da amanti dell’orologeria, collezionisti e concessionari storici il cui giudizio offre sempre spunti interessanti per lo sviluppo di nuovi prodotti. In Italia siamo presenti nelle principali città e nei più importanti negozi di alta orologeria, vetrine esclusive che costituiscono un approccio privilegiato con il nostro pubblico di conoscitori ed estimatori. Il rapporto con Pisa Orologeria si fa, di anno in anno,
focus MECENATISMO
sempre più stretto e importante. A chi va il merito? Il sodalizio con Pisa Orologeria dura da anni per una volontà condivisa. E’ un legame forte fondato su un solido trait d’union: il patrimonio di uno straordinario savoir faire orologiero custodito preziosamente e tramandato di generazione in generazione. Vacheron Constantin coltiva quest’eccellenza all’interno della Maison da 260 anni, analogamente la famiglia Pisa ha costruito la propria realtà commerciale, coltivando la passione per l’orologeria di alta gamma e operando scelte attente per un’offerta sempre ai massimi livelli. Qual è il modello Vacheron Constantin “più amato” dagli italiani? Il pubblico italiano, esperto e competente, dimostra da sempre di apprezzare la collezione Patrimony, in modo particolare le versioni con medie e grandi complicazioni. Purezza di forme, armonia nelle proporzioni e performance di eccellenza sono le peculiarità che il modello Patrimony offre in ognuno dei modelli della gamma, oggetto del desiderio dei più attenti estimatori che vi ritrovano l’eccellenza tecnica unita ad un elevato contenuto estetico.
La voce di Pisa Orologeria: Chiara Pisa Pisa Orologeria e Vacheron Constantin hanno molti punti in comune, a partire dal rispetto per la bella orologeria. Quali sono le vostre accortezze per trasmettere questo valore a chi entra nel vostro negozio? Cultura orologiera, internazionalità del personale, efficienza nel servizio, esclusività di prodotti e Manifatture rappresentate, accoglienza ed esperienza: questo è il nostro Valore aggiunto. Il punto di forza di Pisa Orologeria, che nel corso degli anni è mutata e cresciuta senza perdere la propria identità, è la capacità di dialogare con gli appassionati di orologeria trasmettendo loro i Valori e le tradizioni delle Manifatture che rappresentiamo. Grazie a questo, da un lato siamo riusciti a far scoprire Case emergenti con un’identità molto particolare (come, per esempio, negli anni ‘90 Frank Muller) e dall’altro siamo riusciti ad attrarre acquirenti, ma anche collezionisti, provenienti da tutto il mondo. La vita ruota intorno al negozio: un Salotto dei Segnatempo che nel corso degli anni è riuscito a diventare un punto di riferimento, un Club, per gli appassio-
La famiglia Pisa, che quest’anno celebra 75 anni di attività, da tre generazioni accompagna appassionati provenienti da tutto il mondo alla scoperta del valore nascosto dei segnatempo: dalla maestria artigiana all’estro dei designer, dalla storia delle Manifatture alle collezioni più attuali.
GALILEUS 27
focus mecenatismo
Sopra, Marco Pagani con Maristella Pisa, Presidente di Pisa Orologeria
nati dell’Alta Orologeria. Già con mio nonno Ugo Pisa il negozio era un punto di incontro, “di piazza”, in cui ci si ritrovava per “parlar di orologi” e anche nel nuovo spazio continuerà a “vivere” questo concetto. Raccontare e saper affascinare è il nostro “mestiere”: è molto importante conoscere la storia delle Manifatture e degli uomini che hanno contribuito allo sviluppo della cultura orologiera. Tutto questo Sapere, fatto di storia, arti e mestieri tramandati nel Tempo, è quel Valore aggiunto che spesso giustifica il prezzo di un orologio. La smaltatura di un quadrante, per esempio, è un’attività poetica: servono settimane di lavorazione, un movimento preciso ma delicato e una sensibilità artistica nella creazione della forma e nell’utilizzo del colore. Ma anche, non trovate affascinante il lento e preciso processo di incastonatura, realizzato interamente a mano, dei diamanti sul quadrante? Da Pisa Orologeria non si viene solo per acquistare ma anche per scoprire insieme questo mondo: l’estetica e la tecnica dei diversi modelli, la storia delle case ma anche le tendenze culturali di consumo.
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Ospitalità e competenza dovrebbero essere il bagaglio obbligatorio di ogni orologeria di alto livello che si rispetti. Come fate a garantirle ad una clientela che si fa, ogni giorno, più numerosa, eterogenea ed esigente? Siamo un’azienda familiare: essere accoglienti è nella nostra natura (ride). Per garantire una perfetta ospitalità abbiamo personale internazionale in grado di accogliere e raccontare i modelli degli orologi in 8 lingue: oltre all’italiano e all’inglese, anche francese, arabo, cinese, tedesco, russo e giapponese. Per sviluppare la conoscenza del settore, i nostri venditori partecipano a corsi di aggiornamento presso le Manifatture mentre noi ci occupiamo di strutturare cicli di appuntamenti interni durante i quali collaboratori più esperti raccontano la storia dell’orologeria e i maestri del laboratorio spiegano le caratteristiche tecniche degli orologi. All’interno del vostro negozio c’è uno spazio dedicato espressamente a Vacheron Costantin. Quali sono i servizi, oltre naturalmente alla vendita, che offrite ai vostri acquirenti? La Dream Room è uno spazio, creato nel 2009, de-
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dicato a Vacheron Constantin completamente integrato con lo Stile del negozio nel quale i clienti possono scoprire la marca e gli “orologi dei loro sogni”. Invitiamo gli appassionati a partecipare ad un calendario di attività sviluppato in collaborazione con la Manifattura: il cliente è sempre al centro e noi vogliamo “far vivere l’orologeria”. Dalle presentazioni esclusive delle nuove collezioni, ai viaggi in manifattura, dalle attività con i mastri orologiai, alle cene all’insegna dell’orologeria, dell’arte e del design. Quest’anno, per esempio, abbiamo presentato in anteprima italiana la collezione Harmony di Vacheron Constantin: cinque calibri, certificati con il Punzone di Ginevra, realizzati in edizione limitata, che si ispirano a un cronografo risalente al 1928 (del quale richiamano la forma a “coussin” e il design) creati in occasione del 260 anniversario dalla fondazione della Manifattura. La marca ha creato dei veri e propri capolavori che hanno fatto la storia dell’Orologeria: dall’orologio da taschino in oro smaltato con la cartina dell’Italia creato nella prima metà dell’800 al “Kallista”: un capolavoro creato in 6000 ore di lavoro e tempestato con 118 diamanti perfetti. Una delle più conosciute fusioni tra l’orologeria e la gioielleria del secolo scorso!
Qual è il modello Vacheron Costantin più amato dai vostri clienti? La Manifattura ha creato 9 collezioni, ognuna con una propria identità, in grado di appagare il gusto e l’interesse di una clientela esclusiva e sofisticata. Dai più classici Patrimony, ai più sportivi Overseas; dalla forma asimmetrica ed affascinante dei 1971 ai capolavori della Métiers d’Art. Chi non passerebbe ore affascinato dall’orologio tributo a Marco Polo o La lezione di Danza? Con questo ventaglio di possibili scelte il cliente è rassicurato e soddisfatto. Sicuramente gli orologi più amati dai nostri clienti sono le edizioni limitate che celebrano il legame che abbiamo con Vacheon Constantin: dai 12 Historiques American 1921, prodotti nel 2009, che presentano delle esclusive variazioni negli indici numerali e la dicitura “Pisa” sul fondello, al Cronografo Overseas Zero Time, del 2010, creato in soli 20 esemplari che riporta il nome Pisa nella minuteria. Quest’anno, invece, è stata creata un’edizione limitata in soli due esemplari di Metiers d’Art Mécaniques Ajourées che integra la firma Pisa, nella minuteria tra l’indice 7 e l’8, in un orologio scheletrato dal grande impatto visivo.
I protagonisti dell’evento milanese: Marco Pagani, Chiara Pisa, Fabio Bertini, Francesca Lucioni (Marketing & Communication Manager Vacheron Constantin Italia), Antonio Bergo.
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focus tempo INUSUALE
Excalibur Spider Tourbillon Volante Scheletrato con lunetta di caucciù rivestita di diamanti.
RIBALTARE LE REGOLE C aucciù tecnico e sportivo e diamanti “eternamente” preziosi: se è vero che per certi versi questi due materiali potrebbero essere a giusto titolo considerati agli antipodi, è vero anche che in qualche occasione sono effettivamente stati accostati nella creazione di segnatempo. Tuttavia cimentarsi con la vera e propria incastonatura delle gemme su un materiale elastico come il caucciù comporta delle difficoltà tecniche tali da averne resa impossibile la realizzazione prima d’ora, ovvero prima della nascita di questo straordinario modello che fa dell’unione degli opposti il suo punto di forza. Il suo movimento RD505SQ con trattamento nero insieme alla cassa e alla lunetta interna di titanio con rivestimento DLC creano una perfetta base total black
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su cui risulta possibile “dipingere” la lunetta in caucciù con una straordinaria fila di 60 diamanti taglio baguette per un totale di 2 carati. Su questa esclusiva edizione limitata a 88 esemplari, le pietre preziose sono letteralmente incastonate nel rivestimento di caucciù della lunetta in metallo, il che implica un perfetto controllo dello spessore e una tecnica basata sulla deformazione plastica. A questa incredibile sfida tecnica sono stati dedicati due anni di ricerca da parte del noto specialista dell’incastonatura ginevrino Pascal Vincent Vaucher e, per proteggere questa invenzione avvenieristica, è stato depositato un brevetto battezzato “Morbide pietre nel cielo”. Solo un brand come Roger Dubuis – animato da uno spirito di ricercatezza tecnica unito all’incessante desi-
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Roger Dubuis Excalibur Spider Tourbillon Volante Scheletrato
derio di esplorare espressioni inedite dell’abilità manifatturiera – poteva creare una base ideale come questa, su cui introdurre un’innovazione tecnica ed estetica così sorprendente. Il risultato è un capolavoro di tecnologia all’avanguardia e sublime incastonatura che si è dimostrata incredibilmente complessa da realizzare, ma che ha dato un risultato visivo semplicemente incredibile.
Questo modello attinge alle caratteristiche tipiche degli orologi scheletrati di Roger Dubuis: il disegno a stella, la gabbia del tourbillon a forma di croce celtica e finiture di pregio fra cui il perlage del Calibro RD505SQ a carica manuale. Inoltre, in linea con la determinazione della Manifattura a spingersi al di là di ogni limite difendendo impavidamente il proprio territorio, la cassa in titanio, leggera e robusta al tempo stesso e il rehaut sono anch’essi lavorati a traforo. Per chi ama i contrasti netti, il cinturino in versione caucciù bianco fa risaltare il titanio tecnico delle tipiche triple anse. Estendendo sull’esterno dei segnatempo il suo avanguardistico know-how nel campo dei calibri scheletrati contemporanei, la Manifattura Roger Dubuis ha trovato il modo ideale di mostrare al mondo la qualità superlativa della sua produzione certificata al 100% Poinçon de Genève.
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focus tempo VELOCE
da chopard Un cronografo fuori dal comune per celebrare un pilota leggendario.
idea vincente C hopard è “Official Timing Partner” di Porsche Motorsport dal 2014, da quando la scuderia tedesca ha fatto ritorno nelle gare di endurance. Lo stesso anno, per sancire questa partnership straordinaria, Chopard ha presentato il cronografo Superfast ispirato alla Porsche 919 Hybrid, la vettura che concorre al Campionato del Mondo di Endurance LMP1 e che ha recentemente trionfato alla 24 Ore di Le Mans. Quest’anno, Chopard ha realizzato un nuovo orologio, il Superfast Chrono Porsche 919 Jacky Ickx Edition, limitato a cento esemplari e dedicato a Jacky Ickx, pilota pluripremiato nonché da tempo Testimonial di entrambi i marchi. Un orologio dai colori emblematici Il Superfast Chrono Porsche 919 Jacky Ickx Edition esibisce i codici del bolide tedesco che concorre al
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Campionato del Mondo di Endurance, ma il suo quadrante riprende i colori mitici del casco di Jacky Ickx, grande campione e amico di Karl-Friedrich Scheufele, co-presidente di Chopard. I suoi podi alla 24 Ore di Le Mans sono all’origine del suo soprannome “Mister Le Mans”. In onore di questo pilota, sul quadrante il réhaut e i contatori sono di colore blu scuro punteggiati di bianco, come il casco indossato da Jacky Ickx per tutta la sua carriera. Questi colori in contrasto si stagliano con eleganza sul quadrante argenté, che riprende il grigio metallizzato del costruttore tedesco. La leggenda Jacky Ickx Jacky Ickx è uno dei più grandi piloti del XX secolo. La sua carriera inizia sulle due ruote, ma è nelle gare automobilistiche che questo sportivo ha davvero lasciato il segno. Pilota di Formula 1 dal 1967 al 1979, partecipa
Il pilota Nico Huelkenberg del Porsche Team: un momento di riposo durante la 24 Ore di Le Mans, una delle corse più dure e stancanti.
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24 Ore di Le Mans Doppietta della Porsche 919 Hybrid
Missione compiuta: Porsche ha conseguito la sua 17ª vittoria assoluta nell’83ª edizione della famosa 24 Ore di Le Mans centrando una doppietta esemplare. I piloti Earl Bamber (NZ), Nico Hulkenberg (GER) e Nick Tandy (GB) si sono aggiudicati l’ambito trofeo con l’innovativa Porsche 919 Hybrid, esattamente 45 anni dopo la prima vittoria assoluta di Porsche a La Sarthe. Timo Bernhard (GER), Brendon Hartley (NZ) e Mark Webber (AUS), a bordo della vettura gemella, hanno messo la ciliegina sulla torta piazzandosi al secondo posto. Romain Dumas (FR), Neel Jani (CH) e Marc Lieb (GER) hanno concluso al quinto posto con la terza Porsche 919 Hybrid. Nessun altro marchio è riuscito a vincere così tante volte la gara di durata più difficile al mondo e nessun altro marchio ha una legame così stretto con il mito di Le Mans.
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focus tempo VELOCE
CHOPARD Superfast Chrono Porsche 919 Jacky Ickx Edition
Questa edizione limitata è un concentrato dei codici delle gare automobilistiche. La cassa di 45 mm di diametro, impermeabile fino a 100 mt è sovrastata da una lunetta con tachimetro e 8 viti brunit. I fianchi striati della cassa, sui quali risalta la corona impreziosita da un volante e rivestita di caucciù nero, fanno pensare alle alette di raffreddamento dei motori da corsa. Come fosse un vero e proprio bolide da corsa, la cassa racchiude un “motore” interamente progettato, fabbricato e assemblato nei laboratori Fleurier Ebauches della Maison Chopard: il calibro Chopard 03.05-M. Questo movimento cronografo meccanico a carica automatica con funzione di ritorno in volo (flyback) vanta inoltre un’ottima precisione cronometrica, certificata dal Controllo Ufficiale Svizzero dei Cronometri (COSC). Il cinturino in caucciù nero che riprende il battistrada delle slick da gara completa questo modello.
a centoquattordici Gran Premi; nel 1968, a soli ventitré anni, sale per la prima vittoria sul gradino più alto del podio al Gran Premio di Francia. Ma Jacky Ickx è soprattutto celebre per le sue prestazioni nelle gare di resistenza, in particolare alla 24 Ore di Le Mans, che ha vinto per ben sei volte, di cui quattro a bordo di una Porsche. Un record rimasto imbattuto per diversi anni. La sua vittoria più memorabile è stata senza dubbio quella del 1969. Quell’anno, a inizio gara, le vetture sono allineate a spina di pesce al fianco della pista e tutti i piloti si apprestano a raggiungerle di corsa per salire e bordo. Tutti tranne uno: Jacky Ickx. Per protestare contro questo tipo di partenza che giudica pericolosa, trattandosi di una gara di ventiquattro ore (i piloti non si danno il tempo di allacciarsi le cinture), il pilota belga decide di camminare fino alla sua GT40.
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Ricorda ancora l’incidente di Willy Mairesse dell’anno precedente, quando il pilota, senza cintura, è stato proiettato fuori dall’abitacolo per effetto dell’aquaplaning sul rettilineo delle Hunaudières, rimanendo gravemente ferito. Il 14 giugno 1969, alle ore quattordici, Ickx attraversa camminando la pista della 24 Ore, mentre gli altri piloti si precipitano nei loro abitacoli. Il belga vince la gara con un vantaggio di soli centoventi metri, il margine più ridotto nella storia delle pista di Le Mans. Con questo gesto, il pilota dimostra che non è necessario ricorrere a questo tipo di partenza per garantire le spettacolo e cambia il corso delle cose. L’anno successivo, il regolamento è modificato. Jacky Ickx, un pilota di carattere, ha corso il rischio di perdere una gara importante per far sì che le regole della partenza potessero essere cambiate.
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focus tempo volante
QUADRANTE IN METEORITE E INCISIONE PER UN MITO DELL’AVIAZIONE.
nel segno di BLÉRIOT A Pilot Type 20 Hommage à Louis Blériot di Zenith. Edizione limitata a 5 esemplari.
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gli esordi dell’aviazione, Zenith ha progettato strumenti di bordo che hanno accompagnato alcune delle sfide più straordinarie, come ad esempio la traversata in volo della Manica compiuta dal pilota francese Louis Blériot nel 1909. Come tributo allo spirito d’avventura e di conquista di questo pioniere dell’aria, la Manifattura presenta un segnatempo esclusivo con quadrante in meteorite animato dal Calibro 5011K, interamente inciso con un’effigie dedicata a questa storica impresa. Prodotto in soli cinque esemplari, il nuovo Pilot Type 20 Hommage à Louis Blériot diventa esclusivo oggetto del desiderio. Caratterizzato da una cassa del diametro generoso di 60 mm ricavata da un blocco di vetro zaffiro, dotata di lunetta, anse e ampia corona dentellata in oro bianco, questo orologio da aviatore sfoggia un carattere audace. Innanzitutto per l’affascinante quadrante in meteorite grigio profondo, impreziosito da un delicato motivo di nastri intrecciati su uno sfondo finemente sab-
biato. Questo frammento del meteorite Muonionalusta, che dopo aver attraversato l’atmosfera ha raggiunto la superficie della terra tra la Svezia e la Finlandia, proviene da un’area distante 140 km dal circolo polare artico. Sotto l’imponente vetro zaffiro bombato, una lettura ottimale delle funzioni, grazie a numeri arabi tipicamente sovradimensionati e lancette stilizzate evidenziate da materiale luminescente. La spettacolare cassa in vetro zaffiro impermeabile fino a 30 metri, dalle linee possenti e dal design caratteristico della collezione Pilot rappresenta un capolavoro di oreficeria alimentato da un cuore meccanico altrettanto degno di nota: il celebre Calibro 5011K, inciso interamente a mano. Battendo tutti i record di precisione della sua categoria - nel 1967 l’Osservatorio di Neuchâtel gli riconoscerà il record di cronometria più preciso mai registrato -, questo leggendario movimento meccanico ha alimentato cronometri marini e orologi da tasca prima di rivivere negli orologi da polso della collezione Pilot.
focus tempo volante
ZENITH Pilot Type 20 Hommage à Louis Blériot
Il fondello trasparente della cassa svela un pregevole lavoro di incisione, che raffigura la traversata della Manica compiuta da Louis Blériot nel 1909 a bordo dell’aeromobile Blériot XI, con al polso l’orologio Zenith. Proponendo le funzioni ore, minuti, piccoli secondi a ore 9 e indicazione della riserva di carica a ore 3, il Calibro 5011K batte a una frequenza di 18.000 alternanze/ora, assicurando un’autonomia di 48 ore.
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focus CLASSIC style
il primo movimento In House della collezione classico di ulysse nardin
Il movimento è un calibro UN-320 meccanico automatico, spirale ed ancora dello scappamento in silicio , 39 rubini. Costa 14.500 euro.
MANIFATTURA P er la prima volta, Ulysse Nardin presenta un orologio della Collezione Classico con un movimento in-house concepito e sviluppato in esclusiva dalla manifattura. Posto in un segnatempo dal design classico che suggerisce purezza nella forma ed eleganza naturale, il Calibro UN 320, vanta una spirale e uno scappamento ad ancora in silicio per una precisione assoluta. Sul quadrante dell’orologio troviamo l’ora e i minuti al centro, mentre i piccoli secondi e la data sono
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posizionati ad ore sei: un caposaldo del design della Collezione Classico. Con l’implementazione del movimento nel nuovo orologio, chi lo indossa può facilmente: aggiustare la data in avanti e indietro, una funzione da tempo offerta da Ulysse Nardin; usare la funzione di arresto dei secondi con la semplice estrazione della corona; fare affidamento su una riserva di carica di 48 ore. Disponibile in un suggestivo quadrante blu effetto soleil e in una versione panna, entrambi con cassa 40 mm in oro.
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focus tempo MARINO
TAG HEUER AQUARACER 300M CRONOGRAFO 43 MMM
Cassa in acciaio satinato e lucido. Lunetta girevole unidirezionale in acciaio con finitura satinata e lucida. Vetro zaffiro inscalfibile con trattamento antiriflesso. Corona a vite. Fondello a vite con finitura satinata e campana subacquea incisa. Quadrante con finestrella Grande Date smussata a ore 12. Movimento cronografo al quarzo.
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focus tempo MARINO
L’Orologio ufficiale del World Surf League & Big Wave Tour.
big wave riders S
Sopra, TAG Heuer Aquaracer 300M Calibre 16 Cassa 43mm in acciaio lucido e satinato. Quadrante nero o blu con righe orizzontali. Lunetta in ceramica unidirezionale. Corona a vite. Cinturino in tessuto nero con impunture e interno giallo o bracciale in acciaio con pulsanti di sicurezza. Movimento aut Calibre 16 .Impermeabilità 300 metri Prezzo: 3.150 euro cinturino; 3.250 euro bracciale.
urf, vela, acqua, sport e spirito sportivo... TAG Heuer è sempre stato vicino al mare, per i suoi orologi Aquaracer, naturalmente, ma anche per la sua storia, con il brevetto di una delle prime casse impermeabili per un orologio da tasca nel 1895 e il primo cronografo al mondo con quadrante specifico per le regate e indicatore del livello del mare: il Mareograph / Seafarer del 1950. È quindi più che naturale che il marchio, in qualità di Cronometrista Ufficiale e Orologio Ufficiale del World Surf League & Big Wave Tour, presenti un nuovo Aquaracer 300m ceramica - così chiamato perché in grado di immergersi a 300 metri di profondità, un perfetto orologio sportivo per chi ama vivere all’aperto e un ottimo orologio subacqueo. La nuova collezione Aquaracer
300M simboleggia più che mai le qualità e le prestazioni della linea, ma ne valorizza anche il raffinato fascino sportivo. Ogni orologio è un grande strumento marino e subacqueo sviluppato per soddisfare i requisiti estremi degli sport acquatici professionistici, con cassa impermeabile a 300 metri, lunetta girevole unidirezionale con 6 borchie per una presa perfetta, corona a vite, ceramica inscalfibile e indici luminescenti di estrema visibilità. Se l’acqua per voi significa immersioni, vela, surf o nuoto, l’Aquaracer è il vostro compagno ideale: non cederà mai alla pressione. La sua affidabilità è un criterio molto importante per chi desidera un orologio bello ed elegante, ma al contempo resistente: un orologio da indossare anche quando il gioco si fa duro!
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focus tempo MARINO
Svolgere attività dinamiche e affrontare rischi calcolati nella cornice dei grandi spazi aperti: questa la sfida del Pelagos di Tudor.
strumento da polso N ella cultura Tudor la qualità degli orologi prodotti e l’esperienza di chi li indossa occupano da sempre il centro della scena. Così come da sempre ai movimenti utilizzati dal Marchio, esclusivamente di costruzione svizzera, è richiesto un altissimo grado di affidabilità e precisione. Assumendosi il compito di produrre i nuovi movimenti, Tudor resta fedele a questi standard rigorosissimi, richiedendo per i suoi prodotti un livello di prestazioni senza precedenti.
Il movimento di manifattura Tudor calibro MT5612, meccanico a carica automatica. Cronometro svizzero certificato dal COSC.
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IL MOVIMENTO Il nuovo calibro Tudor MT5612 che ora anima il modello Pelagos garantisce un’autonomia di circa 70 ore. Ciò significa che chi indossa l’orologio può, ad esempio, toglierlo di venerdì pomeriggio e rimetterlo al polso il lunedì mattina senza doverlo ricaricare. Oltre alle ore, ai minuti e ai secondi al centro del quadrante, un’apertura a ore 3 ospita il datario. Con una frequenza di 28.800 alternanze/ ora, o 4Hz, il calibro
MT5612 è dotato di un organo regolatore a inerzia variabile con spirale del bilanciere in silicio, tenuto in posizione da un ponte passante che ne assicura la robustezza. Il suo sistema di carica automatica è bidirezionale. È il primo prodotto Tudor certificato dal COSC (Controllo Ufficiale Svizzero dei Cronometri). Alle novità tecniche del Tudor Pelagos si accompagna l’introduzione di una nuova combinazione di colori per il quadrante, la lunetta e il cinturino in caucciù. Oltre che nella versione originale in nero opaco, ora il modello è disponibile anche in blu opaco, il colore più caratteristico degli orologi subacquei del Marchio fin dagli anni ‘60, scelto dalla Marina francese per i Tudor Submariner in dotazione ai suoi sommozzatori. Per indicare la certificazione di cronometro del suo movimento, l’orologio presenta la dicitura aggiuntiva Chronometer Officially Certified, oltre al nome Pelagos. Un’altra caratteristica essenziale di un valido strumento subacqueo è la leggibilità. Allo scopo di otti-
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A fianco Tudor Pelagos ref. 25600TN, cassa in titanio, finitura satinata, fondello in acciaio inossidabile 316L. Lunetta girevole unidirezionale in titanio graduata 60 minuti, con disco in ceramica nero opaco e graduazioni con materiale luminescente bianco. Costa 3.850 euro.
mizzarla, nel modello Pelagos sono state adottate diverse soluzioni. Il quadrante presenta generosi indici squadrati completati da una grande quantità di materiale luminescente, per garantire un eccellente contrasto e una maggiore efficacia. La luminescenza è blu, l’ultimo colore dello spettro a restare visibile a grandi profondità. Le lancette sono immediatamente riconoscibili: quella delle ore in particolare si distingue a prima vista da quella dei minuti grazie alla caratteristica punta quadrata. Per inciso, questa configurazione che
i collezionisti chiamano “snowflake” è tipica degli orologi subacquei Tudor prodotti dal 1969 in poi: un altro motivo per cui il modello Pelagos si inserisce perfettamente nel solco della tradizione del Marchio. Sempre per garantire una perfetta leggibilità, il disco in ceramica della lunetta girevole unidirezionale in titanio è dotato di indici luminosi che permettono di leggere tutte le informazioni anche in condizioni di visibilità molto scarsa.
il fondamento tecnologico da cui derivano le linee sportive dei modelli North Flag, Pelagos, Fastrider e Grantour si traduce in un linguaggio estetico condiviso la cui caratteristica più rappresentativa è la finitura completamente opaca. Carrure spazzolate, dettagli sabbiati e colori opachi esprimono la scelta di privilegiare una lettura dell’oggetto mediata da volumi contrastanti piuttosto che da giochi di luce.
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focus il bello strumento
IL NUOVO CALENDARIO «QUADRIENNALE» CONSENTE DI REIMPOSTARE L’ORA UNA SOLA VOLTA NEGLI ANNI BISESTILI.
AUDEMARS PIGUEt MILLENARY QUADRIENNIUM
Movimento di manifattura calibro 2905/B01 a carica manuale, 38 rubini, 324 componenti, 168 ore di riserva di carica minima garantita (7 giorni). Cassa in oro rosa 18 carati, vetro e fondello in vetro zaffiro con trattamento antiriflesso, impermeabile fino a 20 metri. Quadrante e contatore dei piccoli secondi in oro con smalto bianco, numeri romani neri, lancette in oro brunito. Cinturino cucito a mano in alligatore marrone con motivo « grande scaglia quadrata » con fibbia pieghevole AP in oro rosa 18 carati.
ogni 4 anni L
’originale cassa ovale, i tradizionali motivi del quadrante e l’oro rosa lasciano inalterate le attraenti caratteristiche del Millenary, mentre il nuovo calendario «quadriennale» consente di reimpostare l’ora una sola volta negli anni bisestili. La precisione del modello è assicurata dallo scappamento Audemars Piguet e dal bilanciere a doppia spirale integrati nel movimento calibro 2905/B01.
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focus il bello strumento
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focus Verbum de verbo
Partner di molte grandes écoles e università internazionali, Baume & Mercier accompagna le nuove generazioni.
IL TEMPO IN CATTEDRA G li orologi Baume & Mercier celebrano da sempre i momenti memorabili della vita. Come il conseguimento della laurea: un momento decisivo che rappresenta il primo di una lunga serie di successi. Spesso, i laureati ricevono in dono un Classima, orologio “portafortuna” che conserveranno per lungo tempo e che rappresenta non solo l’ingresso nella vita professionale, ma anche l’ammissione nel mondo dell’orologeria di alto livello, senza compromessi e destinata a durare nel tempo.
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Partner delle grandes écoles internazionali Studi superiori e alta orologeria condividono senza dubbio le stesse affinità. Il legame tra Baume & Mercier e le migliori scuole e università del mondo è iniziato in Svizzera nel corso del 2014 con, tra le altre, la Haute École de Gestion de Zürich (HWZ) e la prestigiosa École hôtelière de Lausanne (EHL). In Italia, Baume & Mercier ha lanciato il Luxury Wrist Watch Design Contest agli studenti iscritti ai Corsi di Laurea in Design del prodotto industriale e in Culture e tecniche della moda dell’Università di Bologna, dove
focus Verbum de verbo
Baume & Mercier CLASSIMA
la tradizione dell’orologeria ha incontrato quella dei saperi del più antico ateneo del mondo occidentale. A Milano invece, Alain Zimmermann CEO di Baume & Mercier, ha tenuto due conferenze nella più illustre delle business school, l’Università Bocconi. Come prima cosa ha incontrato i 150 studenti del corso Competitive Strategy in Creative Industries, per lanciare il “Business game Baume & Mercier” che ha come obiettivo quello di dar vita a nuove strategie per attirare i “Millennials” nel mondo dell’orologeria e, nello specifico, nell’universo di Baume & Mercier.
I vincitori della sfida parteciperanno ad una visita esclusiva all’Headquarter della Maison a Ginevra e diventeranno così “ambasciatori” della marca. Inoltre, Alain Zimmermann è stato il protagonista della conferenza intitolata Leadership Series, durante la quale ha condiviso con gli studenti dell’MBA la sua visione di top leader di una compagnia internazionale e le sfide affrontate durante la sua carriera. Questo connubio con le grandes écoles proseguirà con altri istituti rinomati negli Stati Uniti, in Europa, Asia e Medio Oriente.
Particolarmente amato dai giovani laureati in corsa verso un avvenire radioso, questo orologio iniziatico è stato pensato per accompagnarli nei loro primi successi. Simbolo del loro ingresso nella vita professionale attraverso il conseguimento della laurea, la prima tappa fondamentale. Con le sue linee decise e contemporanee, l’orologio Classima - disponibile in versione maschile e ora anche femminile racchiude in sé l’eleganza senza tempo, l’incredibile aplomb e lo spirito combattivo dei giovani laureati.
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focus in alta quota
Svolgere attività dinamiche e affrontare rischi calcolati nella cornice dei grandi spazi aperti: questa la sfida del Pelagos di Tudor.
IL SORCI VERDI A Il Sorci Verdi di TCM è realizzato in edizione limitata a 79 esemplari. Costa circa 5.000 euro.
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ppena arrivato in distribuzione e già è un successo. Stiamo parlando de Il Sorci Verdi di TCM, modello dedicato alla 205esima squadriglia da bombardamento della Regia Aeronautica. La squadriglia “Sorci Verdi” fu la prima a ricevere nel 1936 i nuovi trimotore Savoia Marchetti S.M.79, aerei progettati per l’alta velocità che, tra il 1937 e il 1939, stabilirono 26 record mondiali e furono per un certo periodo i più veloci bombardieri del mondo. Proprio a questi primi bolidi dei cieli TCM rende omaggio con il suo nuovo Il Sorci Verdi. L’uso dell’articolo sottolinea volutamente l’unicità tecnologica e qualitativa di questo modello che non solo richiama con estrema precisione il design dell’orologio di bordo in dotazione agli S79, ma ne fa rivivere - nel vero senso
della parola - un pezzo di storia. Rara particolarità, infatti, la placchetta con l’incisione dei tre topi, a lato della cassa del Sorci Verdi, è realizzata con il metallo originale di un vecchio S79, donato a TCM dall’Associazione Ali Storiche. E 79 sono gli esemplari prodotti, in edizione limitata, proprio in onore al nome dell’aereo a cui si ispira l’orologio. Altra novità assoluta, il movimento: automatico con piccoli secondi al 3, è il primo calibro di manifattura in casa TCM. Creato su misura da Concepto di La Chaux De Fonds, una delle migliori Manifatture al mondo, il movimento, ad alta precisione, è stato studiato ad hoc per rendere operativo il particolare sistema corona di questo modello. Come per l’antico orologio di bordo, “Il Sorci Verdi” infatti non presenta la classica corona ma un sistema a sgancio brevettato, posizionato sul lato della cassa
focus in alta quota
a ore 9, che permette, girando la lunetta a leva chiusa, il caricamento del movimento e, a leva aperta, la regolazione dell’orario. Sistema fondamentale all’epoca che consentiva ai piloti di caricare l’orologio anche indossando i guanti. Nulla è lasciato al caso: ogni particolare dell’orologio è stato studiato per essere più fedele possibile all’originale. Così il quadrante, che riporta lo stesso disegno dello storico strumento di bordo, reca al suo interno il numero di edizione limitata, realizzato attraverso un procedimento di stampaggio, molto più complesso
rispetto all’incisione manuale, ma decisamente più fedele all’originale design industriale dello strumento di bordo. Ogni quadrante diventa così un pezzo unico, realizzato dal suo singolo cliché numerato. Per concludere con il fondello, progettato su due livelli e serrato con viti: il primo in vetro zaffiro, protegge il movimento per garantirne l’impermeabilità, mentre il secondo è costituito da un coperchio scheletrato in titanio che cela al suo interno la riproduzione dell’inclinometro, detto anche “Palin Paletta”, strumento indispensabile ai piloti durante le virate.
TCM IL SORCI VERDI
Movimento: automatico TCM-3900 by Concepto (La Chaux-de-Fonde) Diametro 13 1/4’’ - Altezza 6,60mm 28800 A/h - 4Hz 48h riserva di marcia. Finitura Perlage e Lucida su massa e ponti TCM-3900 riportato sul primo ponte. Funzioni: Solotempo con piccoli secondi al 9. Cassa: 43 mm in titanio sabbiato con trattamento PVD nero e placchetta laterale in acciaio 400 grezzo proveniente da un S79. Sistema leva a sgancio brevettato, per carica e regolazione orario Fondello: su due livelli in vetro zaffiro e titanio, serrato con viti, con funzione di inclinometro brevettato. Quadrante: con indici applicati e piccoli secondi a ore 3. Vetro: zaffiro bombato antigraffio e antiriflesso. Impermeablità: 5 atmosfere. Cinturino: in Crosta Inglese Vintage lavorato artigianalmente in Italia con tipiche impunture TCM
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COVER STORY PIAGET di Paolo Gobbi
A MILANO È sbocciata una rosa in via verri apre la prima boutique piaget in italia. con elena camera ripercorriamo le tappe della sua realizzazione
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opo una lunga attesa, Piaget ha aperto, nello scorso luglio, la sua prima boutique italiana a Milano, in quella via Verri ormai trasformatasi nel salotto buono dell’orologeria italiana ed europea. Siamo andati a scoprirne i segreti con Elena Camera, storico responsabile per il mercato italiano. A lei, l’onore e l’onere di condurci nel viaggio alla scoperta di questo straordinario templio dell’eleganza e della precisione. La storia di questa boutique nasce da lontano? Lavoro per Piaget da tredici anni, ed è da tredici anni che monsieur Yves Piaget mi chiede: “Elena quando apri la boutique a Milano?”
In alto, la rosa Piaget, voluta da Yves Piaget.
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Allora perché non avete aperto prima? All’inizio era troppo presto per pensare all’aper-
tura di una boutique. Inoltre il gruppo Richemont in Italia non era propenso ad una scelta di questo genere. Poi nell’arco degli anni il canale del retail diretto è diventato sempre più importante. Per quale motivo? Prima di tutto per una questione di immagine globale della marca, possibile da ottenere solo con la boutique. Inoltre si entra in un mondo che è esclusivamente Piaget, dove tutte le boutique hanno lo stesso concept, arredamento, profumo, musica. Il cliente quindi è portato a vivere il mondo Piaget nella sua totalità. Perché avete scelto Milano? È la città italiana del design, del business, degli affari, ma soprattutto dello shopping. Proprio per questa sua vocazione, non sarà sta-
La nuova boutique Piaget al numero 10 di via Pietro Verri a Milano, è stata pensata come una location unica e contemporanea caratterizzata da calore ed eleganza che gli ospiti potranno vivere in uno spirito nutrito dalla simbiosi tra Alta Orologeria e Alta Gioielleria.
to facile trovare una location adeguata. Non è facile trovare una boutique nel quadrilatero. Via Verri, via Sant’Andrea qualche anno fa non erano così importanti come lo sono oggi. Voi avete scelto Via Verri. Sì, è una posizione che, grazie soprattutto a Pisa Orologeria, è cresciuta tantissimo e sarà ancora è più importante con l’apertura del loro nuovo negozio. Quando avete realmente dato il via al progetto “boutique Milano”? Cinque anni fa abbiamo iniziato a cercare la location. Il problema è che ogni volta riuscivamo a trovare dei negozi o troppo grandi, più adatti per la moda, oppure troppo piccoli. Bisogna considerare che nelle nostre boutique esponiamo orologi, gioielli, alta orologeria, alta
gioielleria... serve uno spazio adeguato, al quale non possiamo rinunciare. Tanta perseveranza è stata premiata? Sì. Van Cleef & Arpels ha deciso di spostarsi in Via Montenapoleone, lasciando libero questo negozio che ha la posizione giusta, e lo spazio giusto, con i suoi 250 metri quadrati. Quando avete iniziato a coordinare l’apertura, avvenuta nel luglio di quest’anno? In realtà abbiamo iniziato preparare lo stock, da mostrare nella boutique, già a febbraio del 2014. Bisogna avere le collezioni complete, dando il tempo alla manifattura di prepararle, avere gli orologi di scorta, in quanto non basta solamente quello esposto... Per Piaget produrre 200, 250 orologi in più all’anno è comunque un impegno extra che va programmato con attenzione.
Alla presenza di Monsieur Yves Piaget, di Philippe Léopold-Metzger - AD di Piaget - e di molte altre personalità, Jessica Chastain ha tagliato quindi il nastro della prima boutique Piaget in Italia.
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Accanto, Elena Camera, brand manager Piaget per l’Italia, con Philippe Léopold-Metzger AD di Piaget, durante l’inaugurazione della boutique milanese di via Verri: una location di 250 metri quadrati distribuiti su due livelli maestosamente arredati, pavimenti e preziose pannellature in legno di quercia intrecciata. Scrigni ricoperti in foglia d’oro che risplendono alla luce di lanterne di Burano, invitano gli ospiti a salire al primo piano per scoprire le creazioni più preziose di Piaget. Nella pagina accanto, il nuovo cronografo ultrapiatto a carica manuale che fa parte dell’iconica collezione Altiplano. Questo modello fissa un nuovo record nel campo della creazione di segnatempo ultra-piatti: lo spessore del movimento è di soli 4,65 mm, mentre quello della cassa è di 8,24 mm.
250 orologi in più sono un problema? Sì, visti i canoni qualitativi che ci imponiamo in produzione. Inoltre bisogna anche considerare che praticamente in concomitanza con Milano, ha aperto in Rue de la Paix 7, a Parigi, un flaghship store da ben 500 metri quadrati. Una boutique importante, che a sua volta ha posto un’importante richiesta di produzione. Tutto questo, per la Manifattura, deve essere programmato almeno un anno prima. Da fuori si sarebbe portati a pensare: si chiama un architetto, parallelamente si fa un ordine per la “merce” e il gioco è fatto! Sarebbe troppo bello se fosse così semplice. È un lavoro complesso, di dettagli, di tempistica. Bisogna coordinare l’impiantistica, gli arredi, le autorizzazioni per il negozio stesso. Il focus per l’apertura è durato un anno e mezzo. Un progetto importante, impegnativo. Sì. Un progetto che porta con sé anche tante aspettative e, cosa da non trascurare, anche una grande gioia da parte nostra. La parola “gioia”, usualmente, non fa parte del dizionario svizzero orologiero. Per il nostro team sì. È da tanti anni che lavoriamo assieme per la marca. Oggi abbiamo un canale nuovo che ci permette di lavorare in maniera diversa.
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Anche un riconoscimento di maturità da parte della Casa madre? Sì, soprattutto è un riconoscimento per il mercato italiano, per l’Italia. Non è così semplice e scontata l’apertura di una nuova boutique Piaget. Quante boutique ha Piaget oggi? Nel mondo sono cento. In Europa sono solamente a Ginevra, Zurigo, Montecarlo, Parigi e Londra. Solamente quattro nazioni, inclusa l’Italia. Una grande soddisfazione. Tutte con lo stesso concept? Sì. In realtà noi, come pure Parigi, abbiamo aperto con il nuovo concept, rivisto in tutti i dettagli. Dalla luce agli allestimenti. Ci sono dei particolari innovativi? Tanti, impossibili da elencare. Uno su tutti: il grande Chandelier al centro della scala, il lampadario che diventerà uno dei nuovi segni distintivi delle boutique e che oggi è visibile solamente a Milano e Parigi. è stato realizzato in Italia e questo è un altro piccolo motivo di orgoglio. Tutte le boutique hanno non solo gli stessi prodotti, ma anche gli stessi colori, arredi, persino lo stesso profumo: non temete che questa standardizzazione porti ad un appiattimento? No. Sono le persone a fare la differenza. L’at-
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l’orologio PIAGET Altiplano Chronograph Ref. G0A40030 Cassa: in oro rosa 18K. Fibbia ardiglione in oro rosa Funzioni: ore e minuti, piccoli secondi ad ore 6, cronografo con funzione flyback e contatore da 30 minuti ad ore 3, secondo fuso orario ad ore 9. Quadrante: con satinatura effetto soleil. Movimento: crono flyback a carica manuale, spessore 4,6 5mm. Riserva di carica di circa 50 ore. 21.600 alternanze/ora, 30 rubini, 240 componenti. Finiture: Côtes de Genève circolari, platina perlata, ponti smussati, blasone Piaget inciso sulla platina, viti azzurrate Cinturino: in alligatore
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Creati in oro rosa con diamanti incastonati, i modelli della nuova collezione Possession diventano un intimo compagno molto esclusivo, un gioiello che rappresenta un’infinita fonte di piacere per tutte quelle donne che seguono regole tutte proprie.
mosfera e l’impatto visivo è sempre uguale, la nostra è la “casa” di Piaget ed è giusto che ci sia un’uniformità. La differenza la fanno il direttore, i venditori e le venditrici… sono loro che devono dare un qualcosa di diverso, di italiano, che sia specifico del nostro modo di essere. Tanto più che i nostri clienti sono abituati a girare il mondo: Parigi, New York, Londra, Dubai, Pechino... Bene, perché questo vostro cliente dovrebbe scegliere Milano, e non Parigi o New York? Perché ha trovato un ambiente, delle persone, che lo hanno fatto sentire in maniera diversa. Questo non vuol dire che gli altri, ad esempio i parigini, sono più antipatici? No! (sorridendo) Assolutamente no! Ognuno ha le proprie caratteristiche, noi abbiamo le nostre e le dobbiamo far valere. Dobbiamo essere così bravi da portare i nostri clienti a dire: “io questo orologio o questo anello, lo voglio andare a comprare da Piaget in via Verri, a Milano”. Dobbiamo creare un ambiente piacevole, dove non si sentano tensioni, dove si possa vivere con tranquillità l’emozione della scelta. Come è cambiato il suo lavoro? Durante l’allestimento della boutique è cam-
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biato tutto: gli interlocutori, le modalità, i tempi. Oggi, che è aperta e funzionante, sono evidenti delle responsabilità nuove, diverse da quelle del passato. Un esempio? Scegliere lo staff è stata un’esperienza nuova e interessante. Servono delle persone per la vendita, che sappiano proporre e capire un prodotto complesso come Piaget. Com’è avvenuta la selezione? Normalmente vado molto a istinto. Si capisce quando la persona che hai davanti non pensa esclusivamente allo stipendio a fine mese. Lavorare per Piaget è diverso; è la tua casa, la tua azienda, è una marca particolare, non comune. Quindi ho tentato di capire il carattere delle persone che avevo davanti, i loro interessi, le passioni. Quali sono le differenza tra una boutique e un concessionario ufficiale? La prima differenza è proprio nel cliente. Alcuni prediligono i monomarca, altri i plurimarca. Sono due mondi distinti. Cambia qualcosa nel vostro rapporto con i concessionari?
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No, non cambia assolutamente nulla. Ho sempre curato personalmente e con attenzione il rapporto con loro e continuerò a farlo nella stessa esatta maniera di prima. Sono da tredici anni parte del mio lavoro e i loro risultati positivi hanno aiutato a diffondere il marchio in Italia.
nel monomarca. Si tratta, in quest’ultimo caso, quasi sempre di clienti stranieri, che provengono da zone dove la certezza dell’acquisto non è così garantita come in Italia. Noi italiani, al contrario, per tradizione siamo abituati a frequentare la nostra bottega di fiducia.
Non hanno paura di veder diminuito il loro lavoro, con un concorrente così autorevole quale può essere una boutique? No, non hanno questa paura. Il nostro modo di lavorare è sempre stato totalmente trasparente e i concessionari sono stati e rimangono fondamentali. Soprattutto in Italia, ma alle volte anche alcuni stranieri, ci sono degli acquirenti che amano avere a che fare direttamente con il proprietario, con il “padrone”. Cercano la semplicità nella vendita, ma anche il rapporto personale. Inoltre i concessionari hanno una visione molto ampia del mercato e questa scelta è gradita da tanti compratori.
Ci sono dei pezzi in vendita esclusivamente nella boutique? Sì, ci sono alcuni prodotti che non possono essere acquistati tramite il concessionario, ma vengono venduti in esclusiva nella boutique.
Com’è invece il cliente della boutique? È quello che vuole la tranquillità del monomarca, la sicurezza del monomarca, la garanzia che è tutto garantito e certificato. Ci sono persone che, per cultura, non si fidano dei concessionari e vanno sempre e solo
Ci sono tempi diversi? No. Il laboratorio è unico. Se c’è un urgenza oppure un occhio di riguardo per una situazione critica, lo si ha indistintamente per tutti. Quello che salvaguardiamo è prima di tutto il cliente. È lui il centro di tutte le nostre attività.
Da sempre musa ispiratrice di Piaget, una rosa stilizzata di 3,5 metri creata in esclusiva dai migliori maestri vetrai veneziani, rende unica l’atmosfera della boutique così come l’eccezionale mosaico in foglia d’oro che fa da cornice ad una vetrina visibile dall’ingresso principale.
Boutique vuol dire assistenza post vendita diversa dall’usuale? No. Il nostro servizio customer service fa lo stesso servizio e applica le stesse tariffe dei concessionari ufficiali. Ad esempio l’assistenza tecnica degli orologi è affidata, sia per la boutique che per i concessionari, al laboratorio Richemont a Milano.
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Celebrazione stessa dell’Alta Gioielleria, Secrets & Lights è ancora una volta una rappresentazione della totale libertà creativa della Maison Piaget
“Secrets & Lights – A Mythical Journey by Piaget”, la nuova collezione di Alta Gioielleria e di Alta Orologeria di Piaget, celebra la storia della via della seta e le città e culture toccate da questo antico tragitto. In particolare, la nuova collezione trae ispirazione da due città leggendarie: Venezia e Samarcanda. Scelti per la loro ricchezza culturale, per l’architettura e per la loro creatività, ambedue questi luoghi offrono una grande varietà di espressione dalla quale gli eccezionali artigiani della Manifattura Piaget hanno potuto attingere.
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Dalla collezione Secrets & Lights “A Mythical Journey by Piaget�, il collier in oro rosa con uno smeraldo taglio coussin (circa 4,18 ct), 84 diamanti taglio marquise (circa 9,30 ct), 208 perline di turchese (circa 16,22 ct) e 430 diamanti taglio brillante (circa 7,44 ct). Al polso, bracciale in oro rosa con 105 diamanti taglio marquise (circa 5,18 ct), 5 perline di turchese (circa 4,50 ct) e 717 diamanti taglio brillante (circa 9,38 ct).
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L’Emperador Coussin 1270S di Piaget è l’orologio tourbillon automatico squelette più sottile al mondo con una cassa dello spessore di soli 8,85 mm. Questo modello interamente scheletrato mette in risalto la pregevole architettura invertita e, grazie all’estetica risolutamente contemporanea, si s’inserisce perfettamente all’interno della collezione Black Tie. Il Calibro automatico tourbillon squelette ultrapiatto coussin 1270S (5,05 mm) è stato progettato e sviluppato appositamente per la cassa della stessa forma che lo ospita, è adornato da eccezionali finiture d’Alta Orologeria e rivela la propria struttura grazie alla trasparenza del quadrante.
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Come viene vista Piaget dal cliente italiano? Come una marca di prestigio, di alto livello. Non sempre però è a conoscenza del fatto che si tratta di una vera manifattura completa. Sicuramente ci viene riconosciuto un alto valore tecnico, nella scelta dei materiali e nella creatività. Per gli italiani Piaget è sinonimo di orologio. Sì, siamo senz’altro conosciuti oggi in Italia principalmente per i nostri orologi ma, chi ha vissuto lo spirito libero degli anni ’60 e ’70, sa che Piaget ha segnato quel periodo con grande creatività e innovazione grazie ad un’esplosione di colore e di nuove forme e dall’utilizzo dei materiali più preziosi quali diamanti, pietre colorate e oro. Durante quegli anni, con le sue audaci creazioni Piaget diventò il brand preferito di celebrità ed esponenti del jet-set internazionale amanti del glamour della Costa Azzurra e regolari frequentatori di party leggendari, alcuni organizzati persino da Yves Piaget in persona. Oggi? Piaget è una marca molto attiva, che nel corso degli anni ha sviluppato tanto la parte tecnica e di manifattura nell’orologeria. Non dimentichiamo
che siamo nati come produttori di movimenti e ancora oggi le nostre meccaniche sono tra le più importanti tra quelle prodotte in Svizzera. E il mondo femminile? La boutique ci permette proprio di mostrare quest’anima di Piaget, dedicata alle donne e rappresentata dalla gioielleria, l’alta gioielleria. Le donne sono più complicate da raggiungere? No, al contrario, nella gioielleria c’è meno competizione. La nostra proposta parte da una gamma di accesso dove troviamo, ad esempio, le fedi matrimoniali, fino ad arrivare ai pezzi straordinari presentati alla Biennale des Antiquaires a Parigi. Sono pochissime le marche che posso permettersi tutto ciò: Cartier, Van Cleef & Arpels, Harry Winston. C’è quindi un discorso di manifattura importante anche nei gioielli? Assolutamente sì. C’è una legittimità indiscussa di Piaget nell’alta gioielleria. A Ginevra abbiamo uno degli atelier più importanti per l’alta gioielleria. I nostri artigiani e i nostri designer sono unici, insostituibili. C’è una parte di ricerca anche nei materiali unica nel suo genere. Senza dimenticare
Traendo ispirazione dal motto di Piaget “Fare sempre più del necessario”, la boutique milanese è un tributo ai Maestri artigiani della Maison che da 140 anni contribuiscono sapientemente ad affermare il brand Piaget come indiscusso protagonista di veri e propri capolavori di gioielleria e orologeria.
che nell’alta gioielleria la manualità è indispensabile e insostituibile. Addirittura gli artigiani si producono da soli gli strumenti che poi utilizzeranno per la lavorazione dell’oro. Non è difficile raccontare al cliente finale tutto questo. Vero e infatti proprio per questo abbiamo realizzato le nostre boutique. Per avere il tempo, il luogo e l’attenzione per riuscire a far comprendere a chi scopre i gioielli Piaget, quanto lavoro e attenzione e originalità c’è dietro. Possiamo mostrare dalle fedi nuziali ai pezzi di altissimo valore. Passando per collezioni come Possession, dove ad un valore intrinseco si aggiunge una parte “ludica” con il movimento dell’anello interno. Non siete i soli a fare questo “gioco”. Lo so bene (sorridendo) ma noi lo facciamo meglio! Le nostre finiture, il nostro pavè, sono di livello superiore. Si vede la differenza e la si sente immediatamente indossandolo. Questo perché la cura, l’attenzione, la manualità, è la stessa sia che si realizzi una fedina, che un collier milionario. Non tutti possono garantire tutto ciò. Abbiamo detto che Piaget è riconosciuto a me-
rito come uno dei brand più importanti di alta gioielleria al mondo ma quali progetti avete per promuovere la gioielleria Piaget alla nuova generazione? Come intendete far conoscere Piaget anche alle ragazze di oggi? Come molti altri brand del lusso, abbiamo intenzione di attivare alcune iniziative e progetti legati al web, collaborando però solo con alcune giovanissime “icone femminili” . Avremo cura di selezionare i personaggi più giusti e coerenti per la marca che si distinguono per eleganza e originalità. La boutique, poi, sarà al centro di svariati eventi e shooting fotografici. Ovviamente non trascureremo la comunicazione tradizionale sulle riviste femminili; il rapporto con la moda sarà consolidato grazie all’amore per il brand da parte di gran parte dei fashion editor e stylist. L’Italia è stato per lungo tempo un trend setter nel mondo dell’orologeria. Lo è ancora oggi? Sì. Per gli svizzeri il nostro concetto di design, di moda, dei mestieri d’arte, è unico e originale. Il nostro concetto di classe, di lusso, ha delle caratteristiche irripetibili e inimitabili. Siamo considerati fortunati, per il nostro clima, per il nostro cibo, per la nostra cultura.
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LE VOCI DEL TEMPO vacheron constantin di Paolo Gobbi
Juan-Carlos TORRES
etica e tradizione
260 ANNI DI STORIA, MA ANCORA UNO SPIRITO AUDACE E INTRANSIGENTE, CHE NON CONOSCE COMPROMESSI. IN DUE SOLE PAROLE VACHERON CONSTANTIN
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a iniziato a lavorare in Vacheron Constantin nel 1981, quando la manifattura era composta da 55 persone, oggi sono diventate 1.200 nel mondo, 900 delle quali solamente in Svizzera. Stiamo parlando di Juan-Carlos Torres, straordinario ceo di Vacheron Constantin, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare a Ginevra, nella cornice di una manifattura dove è chiaro l’amore per il bello, dove si cerca sempre ed esclusivamente di far incontrare il mondo degli orologiai con quello dei clienti. Il loro incontro avviene per mezzo di un linguaggio comune, che è quello dell’orologio.
è l’ampliamento considerevole che riguarderà la sede ginevrina di Vacheron Constantin. Possiamo quindi affermare che il trend è positivo? È più una volontà che una realtà. Siamo obbligati a investire, ad andare avanti. Quello che è però importante mettere in evidenza è che le marche non stanno cambiando il modello di business, quanto quello di produzione.
L’orologeria sta vivendo un momento di grande sviluppo. Ne sono testimonianza gli investimenti che riguardano il mondo delle lancette, dalle tante boutique monomarca ai nuovi atelier di produzione. Esempio perfetto
Anche Vacheron Constantin sta partecipando a questo processo? Sì, ad esempio noi nella Valle de Joux abbiamo acquistato due ditte di componentistica, ruote, pignoni, dove erano impiegate circa ses-
Volete aumentare la produzione? No. Non vogliamo fare più pezzi, piuttosto internalizzare tutti i mestieri dell’orologeria. Questo cambia totalmente la struttura della produzione: si eliminano gli intermediari e i fornitori e tutto viene realizzato internamente.
LE VOCI DEL TEMPO vacheron constantin
Juan-Carlos Torres CEO di Vacheron Constantin
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LE VOCI DEL TEMPO vacheron constantin
Prima di tutto, per me il Punzone di Ginevra non è un sistema di comunicazione, ma un elemento indispensabile per garantire nel futuro la tecnologia e le prestazioni cronometriche dei movimenti. Ma soprattutto ci stimola per realizzare un prodotto perfetto. Un ottimo risultato. Si sente soddisfatto? Assolutamente no! Stiamo combattendo una vera e propria battaglia all’interno delle istituzioni ginevrine, affinché i criteri del Punzone di Ginevra siano resi ancora più restrittivi. Soprattutto per quanto riguarda lo Swiss Made, che io vorrei realizzato al 100%, senza nessuna concessione esterna. Tutto fatto in Svizzera? Sì. La cassa, il quadrante, il bracciale, il movimento, ogni parte deve essere Swiss Made. La domanda a questo punto è scontata: ma allora, fino ad oggi che cosa abbiamo comprato quando si parlava di Swiss Made? Uno Swiss Made che non era tale al 100%. La regola attuale parla di Swissness, che equivale al 60% del valore di un orologio. santa persone. Oggi, in queste due unità produttive, lavorano per noi trecento persone. È molto importante, perché così possiamo garantire una qualità al cento per cento Vacheron Constantin.
Harmony cronografo grande complicazione ultra-piatto di Vacheron Constantin, modello di punta della nuova collezione presentato in edizione limitata e numerata di soli dieci esemplari, stabilisce ben due record mondiali: il primo per il movimento a carica automatica di soli 5,20 mm di spessore e il secondo per la cassa a forma coussin di 8,40 mm. L’assemblaggio e la regolazione dei 459 componenti del nuovo calibro automatico Vacheron Constantin 3500, tra cui le molle di soli 3/100 di mm, sono stati affidati agli orologiai più esperti della manifattura.
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I vostri movimenti sono di manifattura? Un tempo utilizzavamo movimenti JaegerLeCoultre oppure Frederique Piguet. Oggi non più. Tutte le meccaniche dei nostri orologi sono Vacheron Constantin. Fatte da noi con i nostri standard di finitura e materiali. Sono previsti degli sviluppi per quanto riguarda le meccaniche? L’anno prossimo presenteremo un movimento con uno scappamento Vacheron Constantin totalmente inedito. Una grande sfida realizzare un nuovo scappamento. Anche la spirale sarà vostra? Sì. Realizzata in manifattura come tutto il resto del movimento, che ci è costato anni di ricerca e sperimentazione e costi altissimi per l’industrializzazione. Vacheron Constantin è in prima linea riguardo al Punzone di Ginevra.
Pensa che sia un cambiamento possibile? Sì, ma attenzione: non sto parlando dello Swiss Made in generale. Sto parlando esclusivamente del Punzone di Ginevra, il quale dovrebbe garantire che ogni componente sia Svizzero. Senza nessun compromesso. L’industria orologiera svizzera è pronta ad un cambiamento di questo tipo? Diciamo che si sta adeguando. Basta osservare le scelte fatte in questi ultimi anni da Swatch Group, che ha deciso di chiudere alcune unità produttive in Thailandia, Cina, Italia. Lo stanno facendo perché le nuove tecnologie permettono di eseguire in maniera automatica delle lavorazioni che prima avevano bisogno di un intervento umano? È una delle spiegazioni plausibili. Cosa state cambiando nella vostra produzione? La più importante novità è che, a partire dal prossimo anno, tutti i Vacheron Constantin saranno dotati del Punzone di Ginevra, senza nessuna eccezione. Inoltre saranno tutti prodotti al nostro interno.
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Tutti? Anche i quarzi per i modelli da signora? Sì, anche i quarzi sono nostri di manifattura. A dire il vero, c’è un movimento che ancora non produciamo al nostro interno. Quale? Il cronografo Lemania (ndr. il calibro base CH27, divenuto successivamente cal. 2320 e cal. 321), sicuramente uno dei migliori movimenti a carica manuale realizzati. Già lo utilizziamo sui nostri cronografi, abbiamo deciso di reingegnerizzarlo totalmente, lasciando invariato il suo standard qualitativo e funzionale. Quindi tra un paio d’anni usciranno i primi calibri “Lemania” totalmente realizzati da Vacheron Constantin. È stato difficile ottenere l’autorizzazione per farlo? No (sorridendo). Sono andato da Marc Hajek e gli ho detto: “Tu hai il più bel calibro cronografo a carica manuale del mercato, che tieni in sordina”. Abbiamo trovato un accordo molto facilmente, anche perché il CH27, pur rimanendo un progetto fantastico, sentiva comunque il peso del tempo. Noi lo rifaremo sfruttando tutte le tecnologie e i materiali più all’avanguardia e sarà al 100% un calibro Vacheron Constantin di altissima qualità.
di produzione e vendita? Sì. Senza lasciare nulla al caso. Neanche la pubblicità, che deve essere veritiera e verificata. Non si può dire, ad esempio, che un orologio ha tre giorni di riserva di carica e poi dopo 48 ore si ferma. Tutto quello che viene dichiarato deve essere verificato, ma non da noi, da un ente esterno, imparziale. Non pensa che tutto questo alzerebbe notevolmente il livello del Punzone di Ginevra, rendendolo difficilmente accessibile ai piccoli marchi? La nostra unica preoccupazione deve essere la qualità e le garanzie che si offrono al cliente. Certo, è una cosa molto dispendiosa, ma necessaria. Per tornare all’esempio fatto poc’anzi, noi abbiamo acquistato tre macchine estremamente sofisticate, che servono proprio al controllo dell’effettiva riserva di carica di ogni singolo pezzo. Ognuna di queste macchine è tarata su di un numero di ore diverse. Quindi controllate ogni pezzo singolarmente? Certo, vengono tutti controllati ma, attenzione, non siamo solo noi a farlo. Il quadrante di
Harmony cronografo. Il movimento cronografo calibro 3300, monopulsante, che vanta una riserva di carica di ben 65 ore, adotta l’architettura classica dei nuovi movimenti cronografici presentati dalla manifattura in concomitanza con le celebrazioni per il suo 260° anniversario e beneficia delle moderne tecniche di produzione. Per questa edizione dedicata all’anniversario, il modello è proposto in una serie limitata di 260 esemplari numerati individualmente.
Quanto è complicato, oggi, mantenere il massimo livello qualitativo? Noi siamo una marca del gruppo Richemont e come tale rispettiamo dei parametri ben precisi e codificati. Tutti i nostri fornitori e i loro subfornitori sono controllati. Abbiamo delle regole per il personale, per la sicurezza, per l’etica del lavoro. Abbiamo delle regole strettissime anche per l’invio degli orologi finiti nei luoghi di vendita, che siano boutique o concessionari. Tutto questo è destinato, nel tempo, a creare un profondo gap tra chi “certifica” il rispetto delle regole e chi non lo fa. In tutto ciò è inclusa anche una visione etica del vostro prodotto? Assolutamente sì. Controlliamo i materiali, le miniere per l’oro e i diamanti. Non c’è un solo particolare che non sia tracciato e totalmente legale. Questo costa tempo e soldi, ma fa e farà sempre di più la differenza. Una sorta di ricerca della perfezione non solamente nella meccanica, ma in tutti gli aspetti
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eccellenza senza compromessi? Le regole ci costringono a realizzare un prodotto perfetto e mettono al riparo l’acquirente da tutte le problematiche legate alle scelte “umane”. Io stesso, che sono l’uomo guida di Vacheron Constantin, non posso in nessuna maniera abbassare uno o più parametri qualitativi. Mi sembra evidente, dalle sue parole, che per l’orologeria tradizionale si prospetta un futuro interessante e ricco di sfide. Un futuro dove il gap tra i marchi più importanti e quelli più piccoli diventerà praticamente incolmabile? Certo, questo è uno dei pericoli, ma è una necessità. Le regole sono indispensabili per poter competere tutti ad armi pari, o perlomeno partire tutti uguali. È un po’ come in Formula Uno: le auto sono realizzate tutte seguendo un regolamento particolarmente restrittivo, però alla fine solamente uno vince.
ogni orologio viene inquadrato da una telecamera per verificare funzionamento e precisione. Questa immagine, per ogni singolo pezzo, viene inviata nella sede del Punzone di Ginevra che può decidere, in tal modo, di fare tutti i controlli del caso, sempre sull’intera produzione, senza dover chiedere autorizzazioni o altro. Attenzione. L’ok finale non viene dato da noi, ma da loro. Non è una procedura facile, al contrario è molto pesante e complessa, ma garantisce appieno chi acquisterà l’orologio. Per curiosità, quanto costa una macchina del genere? Ognuna ci è costata circa due milioni di franchi. La collezione Harmony comprende il nuovo cronografo con doppio pulsante, un’elegante interpretazione di una complicazione orologiera in versione femminile. Realizzata in edizione limitata a 260 esemplari numerati, il cronografo petit modèle trova la massima espressione nella cassa di dimensioni generose e di forma coussin in oro rosa. Sulla lunetta si trovano 1,20 carati di diamanti della più alta qualità.
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Ci sono altri cambiamenti? Uno visibile anche da chi compra: il Punzone di Ginevra non sarà più un vero e proprio “punzone”, quanto piuttosto un’incisione. Questo perché il colpo necessario a imprimere il punzone, poteva alterare le caratteristiche meccaniche di alcune parti del movimento. Inoltre per fare l’incisione utilizzeremo un macchinario al laser realizzato proprio su nostre specifiche e studiato, ancora una volta, con i responsabili del Punzone di Ginevra. Cosa obbliga Vacheron Constantin a questa
Cosa ne pensa di Vacheron Constantin da un punto di vista collezionistico? Ci stiamo accorgendo che molte persone stanno comprando dei Vacheron Constantin d’epoca, perché il mercato sta crescendo e si possono ottenere degli ottimi guadagni, anche del 30% o 40%. Con alcuni nostri competitor, che negli anni precedenti hanno visto delle valutazioni altissime, questo non accade: per loro il mercato è fermo. Torniamo alla produzione attuale. Il 2015 è un anno importante per Vacheron Constantin? È l’anno del nostro anniversario. Stiamo lavorando all’ampliamento della nuova manifattura. Proponiamo delle collezioni nuove, prima fra tutte Harmony. Bellissima la collezione Harmony. L’unico “difetto”, se così lo vogliamo chiamare, è un prezzo di listino decisamente alto. Si paga però la nostra onestà intellettuale e produttiva. La qualità si paga, non può essere diversamente. Inoltre noi siamo molto attenti alla nostra distribuzione, la controlliamo attivamente, perché rispettiamo i nostri clienti e non vogliamo che i prezzi subiscano delle variazioni significative. Chi acquista un Vacheron Constantin deve avere la certezza che il suo valore rimarrà tale e non deve correre il rischio di trovarlo scontato o iperscontato da qualche altra parte.
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È un lavoro difficile, anche rispetto ai vostri concessionari. Certo, è molto difficile, ci vuole pazienza. Io ho iniziato a lavorare in questa maniera dieci anni fa e tutto quello che avevo promesso ai miei concessionari è stato realizzato. Ne è un perfetto esempio il rapporto fortissimo con Pisa Orologeria a Milano oppure con Wempe, che proprio dieci anni fa non era ancora nostro concessionario. Ho iniziato con loro in punta di piedi e oggi, quando Wempe ha aperto la sua boutique in Cina, ci siamo ritrovati al primo posto con loro. Scendiamo nell’attualità. Negli anni ’70 l’orologeria tradizionale ha subito un pesante attacco da parte del mondo dell’elettronica, con l’avvento del quarzo. La storia poi ci ha raccontato come questa “guerra” sia stata sostanzialmente vinta dai meccanici. Oggi questo tema si ripropone con gli smartwatch. Qual è la sua idea in proposito? C’è una battaglia, ma non è la stessa degli anni ’70. È più uno scontro generazionale che di prodotto. Si tratta di una grande opportunità, che è quella di rimettere l’orologio al polso dei più giovani. Personalmente mi sento un po’ geek, vivo e utilizzo continuamente tutto quello che l’elettronica propone. Penso che nel futuro ci sarà spazio sia per l’orologeria tradizionale che per i device indossabili, magari una ad un polso e uno nell’altro.
se uniamo insieme gli investimenti in ricerca e sviluppo di Apple, Samsung e Google, arriviamo ad una cifra pari all’intero fatturato dell’orologeria svizzera: oltre 22 miliardi. Servono degli investimenti in ricerca, dobbiamo dare forza alle nostre università, ai nostri ricercatori, alle teste pensanti. L’unica cosa possibile è lavorare con i grandi dell’elettronica, tipo Microsoft e Intel. Può bastare? Per il momento sì. Il problema è che questi colossi stanno vendendo la tecnologia attuale, non quella che faranno. Non si può vincere. Bisogna semplicemente continuare a lavorare al meglio, investendo in ciò che sappiamo fare. Quindi investire in cosa? Nella manualità, nel nostro saper fare. Trasmettere il nostro sapere, l’eccezionalità e l’unicità di quello che produciamo. Chi oggi vuole acquistare un cronografo meccanico di alta orologeria non viene neanche sfiorato dall’idea di sostituirlo con un congegno elettronico. Il futuro vedrà convivere i due strumenti assieme,
L’Harmony cronografo tourbillon di Vacheron Constantin comprende un notevole numero di componenti. Abbinando l’eleganza del cronografo monopulsante e il prestigio del tourbillon a forma di croce di Malta, questo nuovo modello d’eccezione è realizzato in una serie esclusiva di 26 esemplari numerati individualmente. Il calibro Vacheron Constantin 3200, adagiato nella preziosa cassa in platino, reca il prestigioso Punzone di Ginevra ed esibisce un ponte inciso a mano con delicate volute.
Eppure il mercato non sembra rispondere positivamente agli smartwatch come in molti si sarebbero aspettati. La ragione è che il processo evolutivo non si è ancora compiuto. Lo smartwatch è legato oggi indissolubilmente allo smartphone. Potrà dire veramente la sua quando riuscirà a soppiantarlo completamente, quanto lo smartphone potrà essere indossato al polso. Quelli odierni non servono praticamente a nulla. Però non possiamo pensare che questa situazione durerà a lungo. Quando si potrà telefonare con l’orologio, allora il competitor sarà reale. Quale risposta pensa sia possibile? La cosa più semplice sarà di trasformare una parte dell’orologio tradizionale in un device smart. Il grande limite nostro, ma di tutta l’orologeria tradizionale, è che questa tecnologia richiede investimenti enormi. Basti pensare che
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LE VOCI DEL TEMPO vacheron constantin
Métiers d’Art Mécaniques Gravées di Vacheron Constantin, Tourbillon 14 giorni. Il suo quadrante regala una splendida vista sulla gabbia del tourbillon a forma di croce di Malta, impreziosita con le finiture più raffinate. Il quadrante in zaffiro, sul quale risaltano le lancette in oro bianco con un tono color antracite, si divide in due parti distinte: le zone smerigliate permettono una perfetta leggibilità delle scale graduate dei piccoli secondi e della riserva di carica, incise e dipinte a inchiostro, mentre l’anello color ardesia esibisce la minuteria e la croce di Malta in oro bianco.
magari su polsi diversi. Juan-Carlos Torres, nella sua vita privata, da bravo geek come si comporta? Io il sabato e la domenica indosso due “orologi”. Il nostro Overseas e l’AppleWatch: l’utilità e il piacere. Questo perché, durante il week-end, non consulto sempre lo smartphone, mi basta metterlo in tasca e lasciare che lo smartwatch mi garantisca quel minimo di “collegamento” necessario a chi dirige una grande società. Non uso Facebook, Whatsapp o Twitter. Lo smartphone mi garantisce la comunicazione e l’informazione: ma viene comunque spento alle otto di sera. Cosa pensa dell’Italia? L’Italia è il trendsetter dell’eleganza. Gli italiani amano differenziarsi, essere originali e in questo sono unici al mondo. Proprio dall’Italia mi aspetto che nasca una maniera nuova di indossare i device al polso: a sinistra rimarrà l’orologio tradizionale, a destra verrà messo lo smartwatch. C’è un rapporto particolare tra Vacheron Constantin e il nostro paese? Assolutamente sì. Vacheron Constantin deve moltissimo all’Italia e alla famiglia Pagani. Nel 1981 io ho iniziato qui il mio lavoro grazie all’allora direttore finanziario Capitoni, un italiano molto vicino a Leonardo Pagani, storico importatore proprio per l’Italia. A lui dobbiamo la sopravvivenza stessa della nostra manifattura
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negli anni più difficili: nel 1982, 1983, quando Vacheron Constantin si trovava in difficoltà per pagare i salari degli orologiai, la prima e unica telefonata che partiva da Ginevra era per Leonardo Pagani, l’unico in grado di acquistare in contanti gli orologi. È stato la nostra salvezza e non lo dimentichiamo. Con lo stesso spirito abbiamo accolto Marco Pagani come brand manager attuale per l’Italia, perché sappiamo che la sua cultura, la sua storia, la sua preparazione, è in perfetta sintonia e in armonia con Vacheron Constantin. Cosa pensa del futuro di Juan-Carlos Torres? Ho la fortuna di lavorare per Vacheron Constantin, ma ancora di più di lavorare in questo straordinario mondo dell’orologeria. Anche con i nostri competitor ci accorgiamo di vivere in un sistema del tutto particolare, dove tutti sono differenti, hanno passione, cultura, interessi che vanno ben oltre la misurazione del tempo. Quindi, se sono così aperti e propositivi, saranno anche difficili da gestire? Certo, si gestisce molto meglio la stupidità, l’ignoranza. Ma il risultato è diverso, la soddisfazione è diversa, unica, piena di emozioni. Un’ultima domanda: si sussurra che state per mostrare al mondo un nuovo orologio straordinario. Sì. Ancora un po’ di pazienza. Lo vedrete fra pochissimo tempo.
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LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS di Paolo Gobbi
Nicolas Bos
creatività prima di tutto
emozione, poesia, cultura, rispetto per la tradizione e per la manualità: tutte peculiarità che hanno reso van cleef & arpels una marca leader nel mondo
N
el mondo, il nome Van Cleef & Arpels è sinonimo di alta gioielleria, di creatività senza compromessi, ma anche di orologeria importante e assolutamente originale. Ce lo racconta Nicolas Bos, CEO e Creative Director.
Come riesce a conciliare nell’arco di una sua normale giornata, anche solo da un punto di vista della tempistica, gli impegni e gli oneri di un CEO con il suo ruolo di direttore creativo? Non ci sono mai delle giornate “tipo”. In generale, direi che opero sia “dietro le quinte” che in maniera pubblica. Nel primo caso lavorando con i designers, i componenti del team, i gioiellieri e gli orologiai. Tutto questo sia nella nostra sede, che nei diversi studi di design, o nei laboratori, intervendo direttamente sia nella fase creativa che produttiva. Poi c’è un’altra parte della
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giornata “di rappresentanza” durante la quale incontro i giornalisti, i clienti, i partner oppure i responsabili di musei o istituzioni pubbliche o private, con i quali cerco di interagire e di trovare nuove forme di collaborazione. In realtà passo continuamente da un tipo di lavoro all’altro. Riesce quindi a trovare il tempo per la creatività e la poesia, caratteristiche foondamentali delle creazioni Van Clee & Arpels? È molto importante che io riesca a trovare questo tempo. Innanzitutto perché questa Maison è nata ed è fondata sulla creatività, sul design e sull’artigianalità. Certo, molti sostengono che questi concetti sono comuni a molti altri marchi, ma lo sono ancor di più per Van Cleef & Arpels, che non si basa sul marketing o strategia ma è basata sulla creatività e sull’arte artigianale, fattori che ne rappresentano il cuore e l’amima vera. Ammetto che mi piace sapere
LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS
i gioielli ricoprono usualmente una funzione decorativa, ma si può andare ben oltre questo limite. Tutto dipende da come si presentano. c’è una storia dietro ogni creazione, un’ispirazione, un elemento di sorpresa.
Nicolas Bos, CEO & Creative Director di Van Cleef & Arpels
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LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS
che la mia figura sia associata a questo concetto, che mi rispecchia totalmente. Quindi, sì, se non ho il tempo, lo trovo. Alla fine si riesce sempre a fare tutto, ma la cosa più importante è riuscirre a creare degli oggetti che siano belli, il più possibile belli. Preferisco portare a termine con il massimo dell’attenzione un gioiello o un orologio, piuttosto che utilizzare il tempo per fare un meeting oppure lavorare su di un qualcosa di nuovo. La fase essenziale è quella creativa. Nel rapporto con i vostri clienti, siete ispirati o ispirtatori? Credo entrambe le cose, anche se è quasi sempre Van Cleef ad ispirare i suoi clienti. La nostra è una Maison che si fonda dichiaratamente sullo stile, basato su di un concetto di ispirazione, nel disegnare e creare orologi e gioielli, ben definito, identificabile e riconoscibile. Tutti i nostri clienti vengono da noi sia per questa caratteristica specifica, sia perché amano indossare degli oggetti straordinari e quindi, nella maggior parte dei casi, apprezzano sia l’identità che lo stile di Van Cleef & Arpels. Realizzate anche dei pezzi tailor made? Ovviamente spesso lavoriamo su degli ordi-
ni speciali, personalizzati, ma la base è sempre fondata sul nostro stile e sulla nostra identità. Non facciamo e non faremo mai, anche se dovessero chiedercelo i nostri clienti, design che non riflettono la nostra identità. Alcuni nostri competitor basano la loro offerta su di uno stile di vita, più che su uno stile di manifattura. Altri sono basati sull’immagine. Altri ancora sono spinti da criteri di marketing, in senso positivo, in quanto vogliono rispondere alle richieste dei loro clienti seguendone i trend. Noi siamo qui per sviluppare e proteggere uno stile ben preciso, oltre che una dimensione puramente artistica. Lo abbiamo fatto da anni, sarà così sempre. Esiste secondo lei il lusso democratico? Ci sono milioni di definizioni per il concetto di lusso. La sua definizione di lusso? Al di là della definizione basica e tradizionale del lusso, per me si tratta di oggetti che vanno al di là della loro funzione: è quello che cerchiamo di creare. Ad esempio i gioielli ricoprono usualmente una funzione decorativa, ma si può andare ben oltre questo limite e arrivare a dimensioni diverse, che non siano necessariamente funzio-
Lady Arpels Jour Nuit Uccello del Paradiso di Van Cleef & Arpels, cassa da 38 mm in oro bianco, quadrante in smalto cloisonné, lunetta diamanti.
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Charms Extraordinaire Désir di Van Cleef & Arpels, cassa da 32 mm in oro bianco, quadrante in madreperla, oro bianco, smallti policromi cabochonné, serie limitata.
nali. Tutto dipende da come uno li presenta, se c’è una storia dietro ogni creazione, un’ispirazione, un elemento di sorpresa. In pratica? Quando si lavora su un oggetto, si può considerarlo di élite oppure si può andare oltre questo concetto, aggiungere emozione, poesia, una dimensione personale. Per me il lusso è questo valore aggiunto, l’esperienza apportata, le emozioni suscitate. Tutto ciò lo rende ovviamente molto personale, visto che nessuno reagisce mai alla stessa maniera o ha le stesse aspettative. Un concetto che si applica a tutte le categorie? Noi nasciamo in una categoria ben precisa, che tradizionalmente si definisce parte integrante del lusso, poiché lavoriamo su oggetti che hanno un costo alto. Inoltre i materiali che utilizziamo sono rari e pertanto costosi, e necessitano per la loro lavorazione di un’arte artigiana rara ed sofisticata. Per me esiste un elemento di lavoro e manifattura ed un livello di cura per il dettaglio che fa parte del lusso, ma forse perché considero l’aspetto delle arti decorative. Probabilmente definirei ciò che facciamo e la categoria in cui ci stiamo evolvendo più in termini di arti decorati-
LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS
ve piuttosto che lusso. Il lusso è più astratto. Le arti decorative le inserirei più nella categoria artistica che non si basa solamente sull’ispirazione, ma anche sulla tradizione manufatturiera. I nuovi mercati, che ormai non sono più neanche così “nuovi”, come l’Asia e il Sud America, influenzano le vostre scelte sui nuovi prodotti? No, perché sempre per le stesse ragioni menzionate prima, noi non siamo una Casa spinta da criteri di opportunità o di marketing. Noi proviamo a fare ciò che crediamo di fare meglio e ciò che facciamo meglio è la gioielleria e l’orologeria Van Cleef & Arpels. Cerchiamo di realizzare le migliori condizioni possibili per i compratori di tutto il mondo, ma non cambieremo mai lo stile o l’identità perché questo possa far piacere a quel tipo di clientela o cultura: non è quello che facciamo. Il rischio sarebbe di creare qualcosa di artificiale, perdendo le proprie origini e la propria identità. Come definirebbe il vostro stile? Siamo felici che molte delle ispirazioni e simboli ed elementi di stile di Van Cleef & Arpels, siano pressoché universali: quindi il nostro stile non è specificatamente Europeo oppure Ameri-
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LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS
Semplicemente straordinario questo orologio bracciale in oro giallo Carpe Koï di Van Cleef & Arpels,. Tra le pietre usate sulla sua superficie, notiamo diamanti, zaffiri gialli, granati, tormaline .
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cano, inoltre per tante ragioni ha subito molteplici influenze in tempi diversi. Quindi anche in creazioni degli anni Venti, Trenta, Sessanta, si ritrovano ispirazioni asiatiche, persiane, indiane, che vanno ad integrarsi nel nostro stile e che oggi rappresenta un valore aggiunto superiore. Se le mostriamo ad un cliente Asiatico oppure Mediorientale, spesso lui vi ritroverà degli elementi che rispondono alla sua cultura: ad esempio, alcune creazioni dell’Art Deco degli anni Trenta hanno subito un’influenza asiatica, sia artistica che culturale, tanto da risultare ancora oggi perfettamente attuali.
to che rimane comunque in famiglia. Vediamo delle signore, chiaramente di un certo prestigio e potere, che vengono a scegliere il loro gioiello accompagnate dai loro mariti, o con la famigla. La gioielleria ancora rimane legata al concetto familiare di acquisto.
C’è differenza tra gli acquisti nel mondo della gioielleria e dell’orologeria? Mi scuso se il mio discorso sembrerà un po’ antiquato, ma gli acquisti di gioielleria rimangono sono vissuti, ancora oggi, in maniera molto, molto tradizionale. Anche se la società si evolve, così come si evolvono gli stili di vita, ci sono comunque tante donne che comprano, per se stesse, anche degli oggetti decisamente costosi. Ma quando si tratta di gioielleria, gli acquisti si compiono ancora in modo molto tradizionale. Non è una questione di disponibilità finanziarie o potere di acquisto, ma si tratta un ogget-
Se qui ci fosse un cliente che volesse acquistare un orologio, cosa gli direbbe? Dipende. Solitamente parliamo della nostra Maison, dell’ispirazione anche se per prima cosa si parte sempre dall’oggetto; com’è stato disegnato, creato, le fonti di ispirazione, il suo inserimento nella storia della gioielleria, quale il suo background e i legami con le altre creazioni. Credo sia un buon modo per iniziare la discussione e per capire un po’ cosa vuole il cliente, l’amatore, a cosa è interessanto, se alla dimensione storica oppure alla tecnica, alle pietre. Più in generale, non vendiamo mai il semplice og-
Il gioiello è ancora un regalo? Ci sono eventi che tradizionalmente si celebrano con l’acquisto di un gioiello, come il compleanno oppure la nascita di un figlio. Quindi l’idea del regalo è ancora molto molto importante.
LE VOCI DEL TEMPO VAN CLEEF & ARPELS
getto, ma forniamo tutti gli elementi affinchè il cliente riesca a crearsi un proprio giudizio. Cosa pensa quando si trova all’aeroporto oppure a teatro e vede una signora con un orologio Van Cleef oppure un vostro gioiello? Sono decisamente contento (sorridendo)! Soprattutto se mi trovo a teatro. Innanzittutto i gioielli sono fatti per essere indossati. Indubbiamente c’è da considerare anche l’ottica di investimento, ma l’aspetto più importante rimane il fatto che i gioielli vanno indossati. Anche se non tutti i giorni, devono comunque essere vissuti. Magari intonati e coordinati con vestiti bellissimi e con il giusto atteggiamento: penso che sia una cosa molto bella. Solitamente la donna che indossa i nostri gioielli è fiera, è sicura di se stessa, si sente ed è elegante; una cosa bellissima. Ci sono delle occasioni importanti, dove le clienti che indossano dei pezzi molto molto importanti, all’improvviso sembrano trasfigurate, si muovono perfino in modo diverso. Le assicuro che è vero. È un po’ come indossare una corona. Ci si sente in una diversa dimensione, la gente ti guarda in modo diverso... è una cosa che amo. Generalmente il primo obiettivo di tante Mai-
son è quello del fatturato, seguito dai pezzi venduti e dal potere all’interno del proprio mercato. Qual è l’obbiettivo di Van Cleef & Arpels? Il nostro primo obiettivo è la solidità, il trasmettere emozioni e cultura, ma anche il pensare a lungo termine. Ovviamente siamo nel commercio e quindi la nostra società deve essere comunque efficiente. Ma c’è una questione importante: Van Cleef & Arpels si è evoluta in cento anni e ogni cosa che facciamo deve essere coerente e gratificante anche nei prossimi cento anni. È una questione di rispetto nei confronti dei clienti, passati e presenti, ma anche del nostro team di lavoro, dei nostri disegnatori
Cadenas Sertie di Van Cleef & Arpels, cassa da in oro giallo, quadrante madreperla, diamanti.
La vostra è una filosofia a lungo termine? Lungo termine e identità. Non cominciamo mai nessun progetto dicendo “dobbiamo raggiungere un determinato incasso, dei numeri precisi”. Piuttosto crediamo che si debba iniziare un lavoro quando capiamo che c’è qualcosa di interessante da fare su di un disegno in particolare, su di una tecnica. Ovviamente una volta creato l’oggetto lavoriamo affinché riscuota il maggior successo possibile, sempre rispettando la nostra filosofia centenaria. Fino ad ora ha funzionato, perché cambiare?
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LE VOCI DEL TEMPO MIDO di Paolo Gobbi
Franz Linder
CARATTERE SENZA TEMPO Sin dalla sua fondazione, Mido è sinonimo di orologi robusti e affidabili con un ottimo rapporto qualità/prezzo
C
In alto, Cronometro Commander Calibro 80 di Mido. Cassa in acciaio da 40 mm, movimento cronometro certificato COSC. Costa 1.090 euro, un prezzo straordinario per un cronometro.
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onosciuto e apprezzato un po’ in tutto il mondo, Mido, marchio orologiero del Gruppo Swatch, in Italia da qualche mese può essere acquistato non più unicamente nelle Boutique Hour Passion, ma su tutto il territorio. Ne abbiamo parlato con Franz Linder, da oltre un decennio presidente di Mido SA. Perché Mido in Italia? Pensiamo sia un prodotto perfetto per il
cliente Italiano: Swiss Made, classico, automatico. Inoltre gli italiani hanno buon gusto, quindi siamo tranquilli che scegliendo Mido dimostrano il loro buon gusto. Perché proprio ora? Tradizionalmente siamo un brand dalle radici Latino Americane. Negli ultimi 15 anni ci siamo concentrati sull’Asia, dove siamo diventati un marchio molto conosciuto. Il prossimo passo è l’Europa, partendo proprio dall’Italia. Certo, sappiamo che si tratterà di una sfida
LE VOCI DEL TEMPO PIAGET
Franz Linder è presidente di Mido SA dal 2002
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LE VOCI DEL TEMPO MIDO
stanza in quello che si realizza. Non è un caso se la storia di Mido inizia da molto lontano, dai Multifort del 1934, il Commander del 1959, poi l’Ocean Star. In alcuni casi si tratta di segnatempo ancora oggi in produzione, come accade proprio con il Commander. Per riuscire in questo complesso risultato, bisogna sempre avere l’accortezza di creare dei design in grado di andare oltre le mode. Non è quindi un caso se, nella nostra comunicazione, si possono trovare spesso dei cenni all’eternità dell’architettura. Quanto è importante la comunicazione per il lancio del Mido? Per essere acquistati bisogna essere prima di tutto conosciuti. Quindi, ovviamente, il primo passo sarà proprio quello legato alla comunicazione. Senza comunicazione, in un mercato come quello italiano, non è possibile fare nulla. Non ci sono le possibilità. Bisogna pensare infatti che l’Italia non è “in attesa” di un nuovo brand, il mercato propone abbondanza d’offerta. Di conseguenza, abbiamo assoluto bisogno di informare le persone che saranno i nostri potenziali clienti. L’All Dial Special Edition di Mido coniuga uno sportivo design contemporaneo con una assoluta precisione. Un modello di comprovata robustezza dal quadrante nero opaco ravvivato da tocchi di arancio, in perfetto contrasto con la cassa e il bracciale in acciaio. Al suo interno il calibro 80 certificato COSC, che garantisce una riserva di carica fino a 80 ore.
complicata in un mercato maturo come il vostro, dove, per poter affermare il marchio, ci troveremo a togliere o condividere degli spazi già occupati. In Italia ci sono moltissimi marchi. Perché un vostro acquirente dovrebbe scegliere Mido? Di sicuro Mido offre un livello qualitativo alto. Inoltre offriamo un design senza tempo. Un terzo motivo, comunque importante, è che si tratta di soldi spesi bene. Siamo molto, molto attenti alla qualità di ogni componente tecnico, a partire dalle meccaniche. Cosa offrite in più rispetto alla concorrenza? Riusciamo a mettere in vendita dei modelli automatici con certificazione di cronometro al prezzo di circa 1.000 euro. È una particolarità senza dubbio interessante. A questo uniamo anche una grandissima attenzione all’estetica, perché puoi anche fare l’orologio migliore del mondo, ma se non è anche bello non lo vorrà nessuno. Valore e design, come riesce a metterli assieme? Si riesce a farli convivere quando c’è della so-
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Quando un nuovo marchio arriva, tutti si domandano come verranno espletati i servizi post-vendita? Da questo punto di vista ci possiamo ritenere fortunati, perché siamo parte di Swatch Group e quindi ereditiamo tutta l’esperienza dei centri di assistensa che già oggi si occupano di: Omega, Longines, Tissot... Nessun problema quindi, a livello non solo italiano ma mondiale, in merito al post-vendita e al customer-care. Per mercati diversi, come Europa e Asia, proponete dei modelli diversi? Come base, la nostra collezione principale, suddivisa in diversi segmenti, rimane invariata in tutti i mercati nei quali siamo presenti. L’unica cosa che non cambia veramente mai è l’assortimento di automatici di alto livello, uguale in ogni parte del pianeta. Riuscite a conquistare anche il difficilissimo pubblico femminile? Questo è uno degli aspetti, del nostro arrivo in Italia, che confesso desta di più la mia curiosità. Se considero il mercato asiatico, dove le signore usano principalmente orologi pensati
LE VOCI DEL TEMPO MIDO
Il nome Mido deriva dallo spagnolo “Yo mido”, che significa “Io misuro”
appositamente per il loro polso, il 40% delle vendite è rappresentato da modelli a loro dedicati. In Italia la questione, credo, sarà molto complicata proprio per quanto riguarda le misure della cassa, in quanto molte clienti sceglieranno dei modelli maschili. La moda conta nelle vostre realizzazioni? Non seguiamo le mode e non facciamo orologi moda. Facciamo dei modelli belli e destinati a mantenere il valore nel tempo. Cos’è il Mido Watch Design Contest? Ad ogni collezione abbiamo idealmente legato un monumento, che rappresenti un tocco di vero design, famoso e di grande importanza. Attualmente stiamo usando come modello i monumenti italiani, che sono senza alcun dubbio tra i migliori in termini di architettura. Per il Watch Design Contest, quest’anno abbiamo deciso di chiedere a tre designer professionisti di creare un modello ispirato al Big Ben di Londra. Mostreremo poi in pubblico questi progetti, rendendoli vivi grazie alla spiegazione di tutte le fasi del processo di produzione orologeria. Il designer avrà la piena e finale scelta su quale prodotto vorrà partecipare alla gara.
Sarà molto rischioso, non lo abbiamo mai fatto. Sceglieremo tre progetti di questi tre creativi, saranno selezionati grazie a una votazione pubblica: tutti potranno votare per quello che poi diventerà un orologio vero e proprio presentato all’edizione 2016 di Basilea e poi successivamente commercializzato.
Mido, Cronografo Multifort Special Edition, cassa in acciaio 44 mm trattamento PVD nero, movimento automatico con datario. Costa 1.690 euro.
È il primo anno che fate questo? Sì, non lo abbiamo mai fatto prima. Un tempo chiedevamo al designer di fare, per esempio, ‘l’orologio Colosseo’ e pertanto eravamo fortemente coinvolti nel processo evolutivo: dal concetto al risultato per soddisfare i diversi requisiti. Qui invece il processo è diverso. I creativi avranno una scadenza e saranno loro a dover scegliere mentre noi avremo la sorpresa come chiunque altro. Ci domandiamo fin dove si spingeranno. Per il designer si tratta di una sfida… se si tratta di un prodotto molto originale forse alcuni lo apprezzeranno, se lo è troppo allora per alcuni non sarà più un orologio. Quindi anche per il designer si tratterà di una nuova esperienza perché non sarà il brand a decidere ma si tratterà di un voto decretato dal pubblico.
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STEFANO SUPERCHI
generation gap 78
PIERO SUPERCHI
padre e figlio, due generazioni a confronto un’unica maniera di vivere e far scoprire la bella orologeria.
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doppiacoppia
Breva Genie 03 Speedmeter
Da quanti anni nel mondo dell’orologeria? PS Circa cinquanta. SS Circa trent’anni.
Chi conosce e fa dell’alta orologeria una professione sa bene quanto questo mondo, fatto di lancette e meccanismi complicati, debba a Piero Superchi e a suo figlio Stefano. Oggi la loro società si chiama Tempo Prezioso: snella e dinamica, con un grande fiuto nel campo delle lancette e un’esperienza consolidatasi negli anni con la rappresentanza in Italia fino al 2001 di brand quali: IWC, Gérald Genta, A. Lange & Söhne. Piero e Stefano Superchi, nella loro avventura a capo di Tempo Prezioso, hanno introdotto alcuni tra i più importanti marchi indipendenti: Parmigiani Fleurieur, Hautlence e Greubel Forsey, cui è seguito Habring2 nel 2013 e l’anno successivo BrevaGenève e Dietrich. Li abbiamo incontrati a Milano, mettendoli a confronto l’uno “contro” l’altro.
Stanco? PS No! SS No. Anzi!
Il momento più bello? PS Quando la IWC ha presentato il Da Vinci nel 1985 e quando
nel 1995 il Sig. Günter Blumlein mi ha chiesto di occuparmi della distribuzione di Lange & Sohne. SS Nel 2001.
Nome? PS Piero Superchi. SS Stefano Superchi.
Il momento più brutto? PS Nel 2007 SS Non c’è ancora stato.
Età
Il tuo difetto peggiore?
PS 78. SS 49.
PS Ne ho tanti (ridendo), sono un po’ permaloso. SS A volte sono forse un po’ troppo impulsivo.
Orologio al polso?
Il difetto peggiore di Piero/Stefano?
PS Un Dietrich OT2 SS Un Dietrich OT1.
PS Non ha difetti! E’ un grande lavoratore, molto attaccato alla
famiglia. Forse è solo un po’ suscettibile.
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doppiacoppia
SS E’ un grande uomo e un grande padre, è stato un maestro
Greubel Forsey GMT 5N
PS Una maggior competenza da parte di tutto il sistema. SS Delle realtà retail più strutturate e moderne. Con la forza fi-
eccezionale e molto di quello che ho imparato è grazie a lui. Un difetto? A volte è troppo tollerante con chi non se lo merita.
nanziaria accumulata negli ultimi trent’anni e con l’influenza sul territorio in cui operano, avrebbero potuto fare molto di più e affrontare l’ultimo periodo così difficile con minori patemi.
Vi capita alle volte di litigare? PS Non litighiamo, alle volte discutiamo. SS Un tempo succedeva, ormai da anni non accade più.
Come sta oggi il mercato italiano? PS Sta bene. SS Convalescente.
Chi chiede scusa per primo? PS Quello che ha torto. SS Nessuno dei due.
Il nemico peggiore della distribuzione: lo stato o la malavita? PS Sicuramente lo Stato. I limiti al contante e la tracciabilità dei
Cosa ha reso grande l’orologeria in Italia?
pagamenti non sono certo misure che aiutano un acquisto di un bene voluttuario. SS Oggi lo Stato.
PS La svolta dell’orologeria, per quanto mi riguarda, è avvenuta
negli anni ottanta. Ricordo che quando IWC presentò il Da Vinci, Mr Golay - allora presidente di Audemars Piguet - venne nello stand di Basilea e disse: “Vous avez vulgarisé l’haute horlogerie”. L’orologio costava 14.300.000 lire e in Italia ne abbiamo venduti circa 3.000 nelle varie versioni; un fenomeno del tutto nuovo per il mondo delle lancette, che aprì la strada alla conoscenza dell’alta orologeria anche a un pubblico più ampio. Più tardi un successo analogo è stato quello del Portoghese SS La Svizzera, lo Swatch, le aste di settore.
Il ruolo del distributore è molto cambiato negli ultimi anni? PS Siamo rimasti in pochi, ma non è detto che non sia positivo! SS Sì, ma non si è estinto! Il funerale alla distribuzione classica
è un processo iniziato tanti anni fa, quando la formazione di gruppi ha portato oltre alla verticalizzazione del processo produttivo, anche di quello distributivo. Per fortuna (nostra), ogni anno nascono piccole realtà orologiaie o giovani artigiani che necessitano di farsi conoscere e, non avendo adeguate risorse finanziarie, hanno bisogno di qualcuno come “noi”. Non ti dico,
Cosa “avrebbe” reso imbattibile l’orologeria in Italia?
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FACCIA A FACCIA
relativamente ai costi, direi che per ogni marca si ha un’incidenza diversa.
solamente nell’ultimo anno, quante proposte di collaborazioni abbiamo ricevuto... Quando trattate con la casa madre, l’essere italiani vi aiuta? PS Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto con le case, indipendentemente dall’essere o meno italiani. SS Da una parte aiuta, dall’altra siamo considerati fin “troppo particolari”; chiediamo sempre cose diverse da tutti gli altri distributori del mondo (quadranti, lancette, cinturini,..). Tutte cose che una volta era più facile ottenere, perché il nostro peso sul mercato mondiale era diverso.
Boutique monomarca o concessionario generalista? PS Concessionario generalista SS In Italia è il concessionario a vincere. Perché? PS Perché la cultura e la tradizione del cliente italiano sono
sempre state quelle di andare dal gioielliere di fiducia, che era lo stesso dove si servivano il padre, il nonno... SS Principalmente per una convenienza economica.
Come funziona il vostro servizio post-vendita? E’ un costo? PS Noi ci affidiamo ad un laboratorio esterno per i nostri mar-
Al cliente cosa conviene?
chi, mentre per Greubel Forsey ogni orologio deve andare in fabbrica, qualunque sia la natura dell’intervento. I costi sono correlati al valore dell’orologio. SS SS Abbiamo un laboratorio esterno che ci segue da sempre;
PS Il plurimarca conviene sempre. SS Sicuramente il multimarca.
A proposito di clienti. Gli italiani hanno in parte smesso di comprare l’alta orologeria oppure semplicemente la comprano fuori dall’Italia? PS Gli italiani continuano a comprare alta orologeria. Bisogna ricordare che si tratta quasi sempre di un acquisto emozionale: lo vedi, ti piace, lo compri. Certo, i limiti del contante e della tracciabilità sono purtroppo un deterrente. SS Hanno rallentato, non credo che abbiano spostato i loro acquisti al di fuori dell’Italia. Questo perché c’è un forte legame con l’orologiaio di fiducia. Se domani dovesse fare un viaggio in auto fino a Ginevra con dei suoi colleghi, chi metterebbe alla sua destra? PS Mi è capitato di portare Franco Armentano (ridendo). SS Andrei da solo, perché quando guido mi piace pensare. Neanche ascolto la musica. Nel portabagagli? PS Nessuno SS No, mi sembrerebbe di fargli un torto, anche se il mio por-
tabagagli è aperto…
Il nuovo Dietrich OT4, con lunetta in fibra di carbonio, nella versione con il cinturino in gomma.
Qual è l’orologio al quale è rimasto legato? PS IWC SS Purtroppo o per fortuna, per quanto mi riguarda sono tutti legami che finiscono quando incomincia una nuova collaborazione. Quello che avrebbe voluto possedere?
FACCIA A FACCIA
zione Dietrich è stata faticosa da realizzare, e visti i tempi una bella scommessa vinta, che va al di là di una possibile futura gratificazione economica.
PS Ne ho molti, Patek Philippe, Rolex... Gli
orologi che mi sono piaciuti li ho sempre comprati. SS Se proprio devo dirne uno, che per inciso non potrò mai permettermi, è il Greubel Forsey “Invention One”.
Guardando avanti che cosa vedi?
Quello invece che un po’ si è vergognato di vendere?
PS In generale, nel futuro, le cose miglioreranno.. SS In Italia penso che ci sia ancora tanto da fare e nello specifi-
co credo che, nel bene o nel male, l’Italia resti un Paese a cui tutto il mondo guarda.
PS Vergonato mai. Mi sono pentito di aver venduto un perpe-
tuo cronografo Patek Philippe, ma questa è un’altra storia. SS No. Ho sempre cercato di vendere orologi che piacessero a me per primo, molto più facile!
Che cosa avresti voluto vedere? SS Un po’ più di serenità.
L’orologio del futuro è uno smartwatch o un cronometro meccanico? PS Un meccanico. SS Sicuramente un cronometro meccanico Smartwatch: opportunità, pericolo o gadget? PS Un gadget, niente di più. SS Una grande opportunità per l’orologeria
classica, così come è stato lo Swatch negli anni ’80: perché riporta l’attenzione sul polso di ognuno di noi. Più in generale lo smartwatch è un complemento agli smartphone, l’orologio serve ad altro: è un disintossicante dall’elettronica. Voi siete riusciti a tramandare il vostro mestiere di padre in figlio. C’è posto anche per la prossima generazione? PS Non so cosa vorranno fare le figlie di Stefano nel futuro, più in generale direi che nel mondo dell’orologeria c’è comunque spazio per le nuove generazioni. SS Mi piacerebbe che ci fosse, se non altro per tramandare la nostra tradizione di famiglia. Ci vuole tanta passione per fare questo lavoro. Ad esempio, la distribu-
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emozioni solo per lei
DO YOU Have a boy-friend chanel presenta un nuovo orologio esclusivamente dedicato alle donne
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uando l’ho visto la prima volta, era evidente. Bello. Chic. Grande. Soprattutto non pretenzioso. Discreto. Discreto, sì, ma non troppo: è bene che si sappia che stiamo insieme! Perfetto con i jeans, ottimo con una giacca, stupendo in abito da sera.Con lui, il tempo scorre nè troppo veloce nè troppo lento. Semplicemente il ritmo ideale. Le altre non sono gelose... Ma alla fine, un pochino lo sono comunque. Non mi è piaciuto “a pelle”, ma “sulla” pelle, e mi permette di sorridere tutto il tempo. Mi sento forte e fiduciosa. Non solo mi sento più bella io, sento che tutto il mondo è più bello. Immagino che sia sufficiente indossare qualcosa al polso per avere fiducia nel futuro.
Chanel Boy·Friend, cassa in oro bianco impreziosita da 66 diamanti taglio brillante (~0.92 ct). Movimento meccanico a carica manuale. Dimensioni: 28.6x37x7.75 mm
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emozioni passione solo perper l’oro lei
«Non solo mi sento più bella io, sento che tutto il mondo è più bello. Immagino che sia sufficiente indossare qualcosa al polso per avere fiducia nel futuro»
Lontano dalle manifestazioni orologiere ufficiali e con l’understatement che accompagnia ogni sua nuova creazione «Horlogerie», Chanel ha ufficialmente presentato proprio in questi giorni la sua nuova collezione Boy-Friend. Si tratta di un modello con un’allure maschile, ma totalmente ed esclusivamente dedicato alle don-
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ne. Per capirlo al meglio, proviamo ad analizzarlo nelle sue componenti fondamentali. La cassa è ottagonale e ricorda l’emblematico e iconico orologio Premiere, tributo al mitico flacone del N°5 e a Place Vendôme. Il risultato è una creazione scritta nel vocabolario orologiero della Maison, con la sua sobrietà, la sua estetica
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l’orologio PIAGET Boy-Friend Ref. G0A40212
raffinata, le sue linee forti e la sua forma firmata naturalmente Chanel. Il risultato è un disegno allo stesso tempo moderno e classico, caratterizzato dalla finitura degli angoli lucida o satinata. Abbiamo parlato all’inizio di “ispirazione maschile”. Non si tratta di una novità, quanto di un tratto caratteristico per la Casa parigina: Gabrielle Chanel amava giocare con il guardaroba maschile, ottenendo dei risultati sorprendenti. Inoltre il Boy-Friend, con questo suo nome emblematico, sconvolge ancora una volta i codici classici dell’orologeria femminile. Lo fa con dei dettagli importanti, fatti di allure, equilibrio, proporzione: un formato XL di 37 x 28,60 millimetri, con un movimento mecca-
nico a carica manuale dotato di indicatore dei piccoli secondi ad ore 6; un formato L di 34,60 x 26,70 millimetri, con un movimento al quarzo dotato di datario ad ore 6; una cassa curva sottolineata da angoli smussati con finiture satinate o lucide, in oro beige 18 carati con o senza diamanti, o in oro bianco 18 carati impreziosito da diamanti; un quadrante opalino lavorato guilloché sottolineato da una forma oblunga senza cifre ; un cinturino in alligatore Mississipiensis semi-opaco con fibbia ad ardiglione o tripla chiusura pieghevole. Quando il maschile svela il femminile, il risultato è un orologio unico, originale, indiscutibilmente Chanel.
A SINISTRA Cassa in oro beige 18 carati, lunetta impreziosita da 64 diamanti taglio brillante (~0.71 ct). Quadrante opalino guilloché, corona in oro beige con cabochon in onice. Cinturino in alligatore nero con fibbia in oro impreziosita da 48 diamanti taglio brillante (~0.28 ct). Movimento al quarzo ad alta precisione. Funzioni: ore, minuti, data . Impermeabille fino a 30 metri . Dimensioni: 26.70x34.60x7.33 mm. A DESTRA Versione senza diamanti. Movimento meccanico a carica manuale. Autonomia di funzionamento 42 ore Funzioni: ore, minuti, secondi Impermeabilità 30 metri. Dimensioni: 28.60x37x7.75 mm.
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SERPENTI IL NUOVO DESIGN Un’ode al rinnovamento: nuovi capolavori arricchiscono l’iconica collezione di bulgari
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l serpente è divenuto il segno distintivo per eccellenza di Bulgari e la linea Serpenti un emblema oggi riconosciuto in tutto il mondo. Sinuoso simbolo che riporta alla mitologia antica, il serpente rappresenta saggezza, forza e rinascita, custodendo 2.700 anni di storia antica che la Casa romana ha fatto rivivere e ha reso contemporanea. In omaggio al suo ricco passato romano, Bulgari ha reinterpretato questo simbolo di potenza e rinnovamento fin dagli anni ’40, in un’inconfondibile collezione di orologi-bracciale a serpente, ora divenuti icone dell’universo Bulgari. Che sia
Orologio gioiello Serpenti in oro rosa con quadrante laccato rosso. Cassa curva in oro rosa da 26mm decorata con 6 diamanti taglio brillante (0,46 ct). Quadrante laccato rosso decorato con 33 diamanti taglio brillante sugli indici (0,054 ct).
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emozioni BULGARI E IL CINEMA
Dagli inizi del XX secolo a oggi, i gioielli Bulgari continuano a creare una magia speciale quando incontrano le più grandi star sullo schermo o nella realtà, scintillando in innumerevoli film e coronando la bellezza delle stelle in tutto il mondo, sui red carpet come in occasione di importanti premières.
Il legame magico tra Bulgari e il mondo del cinema si intensifica negli anni ‘50 e ‘60, quando Roma divenne il set preferito delle produzioni cinematografiche hollywoodiane epiche o romantichE
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l’orologio BULGARI Orologio Gioiello Serpenti in oro rosa
Cassa curva in oro rosa da 26mm decorata con 6 diamanti taglio brillante (0,46 ct). Diamante in madreperla rosa decorato con 33 diamanti taglio brillante sugli indici (0,054 ct). Bracciale a 1 giro in oro rosa decorato con 168 diamanti taglio brillante (12,43 ct). Movimento al quarzo svizzero personalizzato per Bulgari, Calibro B033.
interpretato in maniera realistica o geometricamente astratta, Serpenti unisce tutti i tratti distintivi Bulgari: l’amore per il colore, l’unione di materiali insoliti, la massima portabilità e tecniche artigianali all’avanguardia. Il nuovo volto: la testa poggia sulla coda. Scintillanti nelle loro decorazioni in pavé di diamanti e con una nuova forma in cui la testa del serpente poggia sulla coda, mutuata dal design dell’Alta Gioielleria Bulgari, queste flessuose creazioni della gamma Serpenti sono i nuovi, iconici segnatempo del rinomato gioielliere. Sinuose e morbide come una seconda pelle, le nuove creazioni Serpenti sono massime espressioni di maestria orafa, una creatività gioielliera nata dal genio italiano e dal meticoloso savoir-faire degli orologiai svizzeri di Bulgari. Con grande cura, le brillanti “squame” del serpente vengono assemblate, lavorate, incise una a una, decorate con lacca rossa o pavé di diamanti, ogni pietra viene tagliata e incastonata a mano – un’esecuzione esperta che rimanda alle tecniche delle creazioni orologiere Serpenti vintage. Dimostrando sempre massima innovazione
e creatività, i bracciali per la prima volta sono realizzati senza la classica molla interna, tecnica che dona loro una sinuosità e portabilità tale da renderli adatti anche ad un uso quotidiano. Grazia ed eleganza sono espresse anche dal meccanismo di chiusura del bracciale, assicurato con una doppio fermo a pressione, mentre il confort del bracciale è assicurato da maglie regolabili. Le spire e la cassa curva di ciascun segnatempo Serpenti sfoggiano invece una lavorazione a traforo lungo i lati e sul retro, permettendo alla luce di penetrare nel cuore della creazione ed esaltare la brillantezza delle pietre che compongono il pavé. Come finitura speciale, per sottolineare i colori brillanti dei segnatempo Serpenti in oro rosa e spire di color rosso, una lacca semi-trasparente viene applicata a mano, ripetutamente, in modo che si cristallizzi con l’asciugatura. Il metallo degli orologi presenta un particolare motivo a strisce, che esalta ancor più la brillantezza di questa lacca speciale. Occorrono due giorni interi per realizzare i diversi strati di lacca per una maglia di un bracciale, dopodiché si passa alla fase di levigatura e lucidatura a mano.
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Di fianco, Hublot Big Bang Broderie, versione All Black con diamanti. Edizione limitata a 200 esemplari. numerati.
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emozioni SEXY & GLAMOUR
BIG BANG BRODERIE Nel segno della fusione, un inno alla femminilità di Hublot, che coniuga passato e futuro, rispetto della tradizione svizzera e creatività tecnologia
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empre irresistibile il merletto, materiale femminile per eccellenza, straordinario nelle trasparenze, sinonimo di intimità: romantico, sexy, evoca ogni fantasia... Delicato e frivolo, padroneggia l’arte sofisticata di svelare senza mostrare. Con questo omaggio alla memoria dei lavori d’ago dei nostri antenati, con i ricami di San Gallo - un’arte ancestrale totalmente Swiss Made - realizzati dalla Maison svizzera di riferimento Bischoff, Hublot continua il suo viaggio del tutto personale nel mondo delle professioni artigiane.
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emozioni HUBLOT & JUVENTUS
Accolti da Jean-Claude Biver, Presidente di Hublot, e Ricardo Guadalupe, CEO, gli sportivi della Juventus di Torino si sono prestati per il calcio d’inizio di una partita con dei ragazzi davanti alla manifattura, alla presenza di Michel Pont. Hanno inoltre potuto cimentarsi con il lavoro di orologiaio e capire le fasi della fabbricazione di un orologio, in particolare di quello dedicato al calcio, il Big Bang Unico Chrono Bi-retrogrado, seguendo i consigli degli esperti orologiai della manifattura. Una visita molto simpatica svoltasi in un’atmosfera di buon umore! In alto a destra, Augusto Capitanucci e David Trezeguet durante la Unesco Cup.
la juventus, Campione d’Italia negli ultimi quattro anni (per la 33a volta nella sua storia) e vincitrice quest’anno della finale di Coppa Italia, in visita da Hublot
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emozioni SEXY & GLAMOUR
Il pizzo di San Gallo Bischoff di St. Gallen è un nome di riferimento in tutto il mondo per ricami di prestigio, di tendenza ed esclusivi nel disegno. Non è un caso se il suo team creativo, assieme a quello di Hublot, ha sviluppato un motivo esclusivo che potesse fondersi con il design iconico del Big Bang. La realizzazione tecnica di questo orologio dallo spirito ribelle, con il motivo a teschio su un quadrante impreziosito da 11 diamanti e dolci arabeschi per lunetta e bracciale,
ha richiesto diversi mesi di ricerca e sviluppo. Mentre gli elementi del ricamo prodotti a San Gallo sono stati consegnati a Hublot nel cantone di Vaud, è nel Giura che è stata trovata e sviluppata una parte della soluzione: con un processo analogo a quello della produzione di componenti high tech in fibra di carbonio, gli elementi di ricamo su tulle vengono imprigionati e stampati (come una pila di fogli) nella fibra di carbonio per amplificarne la texture. Il procedimento è nuovo e esclusivo.
Il Big Bang Broderie, orologio ultra-femminile che si diverte con i dettagli più intimi, è presentato in tre prime referenze nei toni oro, argento e All Black con diamanti neri incastonati. Una prima per l’orologeria e una bella storia che comincia in Hublot.
l’orologio HUBLOT Big Bang Broderie Referenze 343.SX.6570. NR.0804 (Acciaio diamanti, edizione limitata di 200 esemplari) 343.SX.6580. NR.0804 (Oro giallo diamanti, edizione limitata di 200 esemplari) 343.SX.6510. NR.0800 (All Black diamanti Edizione limitata di 200 es.). Movimento meccanico a carica automatica HUB1110, componenti 63 (21 rubini), frequenza 4 Hz (28.800 alternanze-ora). CASSA Big Bang - Diametro 41 mm. Acciaio lucido con 198 diamanti incastonati per un totale di 1,12 carati. Oro 3N 18 carati lucido con 198 diamanti incastonati per un totale di 1,12 ct. Acciaio PVD nero lucido con 198 diamanti neri incastonati per 1,12 ct. LUNETTA Fibra di carbonio e ricamo argento, pizzo oro o nero, 6 viti in titanio PVD nero a forma di H. VETRO Zaffiro con trattamento antiriflesso. Quadrante Fibra di carbonio e ricamo argento, oro o nero, con incastonati 11 diamanti bianchi o neri per un totale di 0,20 carati. BRACCIALE Caucciù nero e ricamo argento, pizzo oro o nero su cinturino completamente in seta nera. Chiusura deployante in acciaio, acciaio placcato oro 3N o acciaio PVD nero.
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la storia Fu da un’idea di Philip van Horn Weems, ufficiale della US Navy, e dai suggerimenti di Charles Lindbergh, che nacque l”orologio ad angolo orario”. Questo strumento, utilizzato insieme a un sestante e a un segnale radio, permetteva di calcolare la posizione in modo semplice, rapido e preciso per gli standard dell’epoca. Patek Philippe sviluppò due esemplari particolarmente interessanti di questi orologi da polso (uno è visibile nella foto a destra) ad angolo orario, chiamati anche “siderometri”, che con cadenza biennale sono esposti nelle collezioni del Patek Philippe Museum.
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emozioni PRONTO AL VOLO
Harry W. Generoso, accanto al suo biplano nel 1930.
emozioni PRONTO AL VOLO
BLU COME IL CIELO Patek Philippe aggiunge alla sua collezione classica un modello che si ispira all’estetica orologi da pilota
I Il Pilot Travel Time Referenza 5524 di Patek Philippe è un segnatempo che non vuole compromessi tra tecnica ed eleganza contemporanea, ma che li unisce in perfetta armonia.
l Calatrava Pilot Travel Time Referenza 5524 è un orologio decisamente maschile che rende omaggio a due storie: quella della conquista del cielo da parte dell’aviazione e quella della “conquista del polso” da parte dell’orologeria. Anziché proporre una nostalgica reminiscenza dell’orologio ad angolo orario, divenuto obsoleto con l’avvento della navigazione GPS, Patek Philippe ha preferito creare un segnatempo affidabile e preciso, dotato di un secondo fuso orario, particolarmente utile nei viaggi aerei. Tra l’ora locale di Parigi e quella di Londra vi è un’ora di differenza, tra New York e Pechino, tredici. Quando si va verso est l’ora avanza, quando si va verso ovest l’ora arretra. Qualche centinaio di chilometri, e si atterra in un fuso orario diverso da quello che si è lasciato. L’ora
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emozioni PRONTO AL VOLO
La lunetta piatta esibisce un profilo leggermente smussato, la carrure si prolunga elegantemente nelle anse di forma slanciata. La corona e i due pulsanti dei fusi orari a ore 8 (+1 ora) e a ore 10 (–1 ora) presentano un rilievo scanalato che conferisce l’ergonomia e il tocco tecnico consoni a uno strumento di precisione. I pulsanti dispongono di un sistema di sicurezza brevettato che impedisce qualsiasi alterazione accidentale dell’ora locale. Per attivarli, occorre innanzitutto sbloccarli ruotandoli di un quarto di giro, si riportano poi in posizione di blocco ruotandoli nuovamente di un quarto di giro dopo l’attivazione.
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locale è quella del luogo in cui ci si trova, l’ora “di casa” è quella del luogo in cui si risiede abitualmente con i propri cari. Da circa ottant’anni, gli orologi da viaggio Patek Philippe risolvono i problemi di fuso orario con una semplicità che non ha eguali. In collaborazione con il geniale orologiaio Louis Cottier, la manifattura sviluppò negli anni ‘30 i suoi primi orologi a “Ora Universale”. Nel 1959 ottenne il primo brevetto per il meccanismo Travel Time, che da allora è entrato nella leggenda. In un mondo in cui, grazie ai jet commerciali, si poteva ormai volare dall’Europa all’America in poche ore senza effettuare scali, questo sistema, che consentiva di visualizzare simultaneamente due diversi fusi orari mantenendo una grande comodità d’uso, arrivava come un gradita novità. Il movimento Fedele al binomio tradizione-innovazione che da oltre 175 anni rappresenta il nucleo centrale
della sua filosofia, Patek Philippe ha sviluppato ulteriormente il meccanismo del doppio fuso orario portandolo, nel 1996, a un nuovo stadio di perfezione che le è valso un secondo brevetto. Quando si fa avanzare o arretrare la lancetta dell’ora locale a salti di un’ora per volta tramite uno dei due pulsanti alloggiati nella carrure, un sistema di isolatore scollega il meccanismo dei fusi orari dal movimento di base, impedendo che, attraverso il ruotismo, queste manipolazioni possano incidere sull’ampiezza del bilanciere o sulla regolarità delle oscillazioni, cosicché l’orologio conserva intatta la sua precisione di marcia. Nel nuovo Calatrava Pilot Travel Time Referenza 5524, questo sofisticato dispositivo è integrato nel calibro automatico 324 C FUS con secondi al centro, calendario a lancetta e rotore centrale pesante in oro 21 carati. Un movimento leggendario, decorato con cura e mantenuto anch’esso all’avanguardia della meccanica orologiera grazie alla costante ricerca dell’innovazio-
emozioni PRONTO AL VOLO
l’orologio PATEK PHILIPPE Calatrava Pilot Travel Time ReferenzA 5524. Movimento Meccanico a carica automatica calibro 324 S C FUS, due fusi orari (ora locale e ora di casa), indicazioni giorno/notte separate per l’ora locale e l’ora di casa, data a lancetta. 294 componenti, 29 rubini. Bilanciere Gyromax con spirale Spiromax, 28.800 alternanze l’ora. Rotore centrale in oro 21 carati, carica unidirezionale. CASSA Oro bianco 18 carati, fondo cassa in cristallo di zaffiro, corona a vite impermeabile. Diametro 42 mm, spessore 10,78 mm. Impermeabile fino a 30 metri. Quadrante Ottone blu verniciato. Cifre arabe in oro bianco 18 carati applicate con rivestimento luminescente Superluminova. CINTURINO Pelle di vitello marrone “vintage” con cuciture a contrasto, fibbia ad ardiglione a doppia “traversa” in oro bianco 18 carati. PREZZO 42.300 euro.
ne. Il bilanciere Gyromax® è accoppiato a una spirale Spiromax® in Silinvar®, un derivato del silicio. Le qualità impareggiabili di questo materiale e la geometria brevettata della spirale garantiscono l’alta affidabilità e l’estrema precisione di marcia imposte come requisito dal Sigillo Patek Philippe, con una tolleranza di –3/+2 secondi al giorno. Un fondo cassa trasparente con cristallo di zaffiro permette di ammirare tutta la bellezza dei ponti anglé decorati a “Côte de Genève”, la raffinatezza del rotore in oro con “Côte de Genève” circolari, centro decorato a perlage, fianchi ornati da motivi a chiocciola e croce di Calatrava, nonché i magnifici contrasti tra superfici lucidate, incisioni dorate e rubini scintillanti. Il quadrante Questo movimento da 294 componenti si nasconde sotto un quadrante rivestito non di nero, come avviene solitamente per gli orologi da pilota, bensì di un elegante blu verniciato
che ricorda i caccia americani degli anni 1930. Le cifre arabe sovradimensionate in oro bianco applicate e le grandi lancette a bastone in acciaio con rivestimento luminescente Superluminova garantiscono un’ottima leggibilità dell’ora locale, sia di giorno che di notte. Come in tutti gli orologi Travel Time, la lancetta dell’ora “di casa”, traforata, resta discretamente in secondo piano. E quando l’ora locale e quella “di casa” coincidono, va a nascondersi completamente sotto la lancetta dell’ora locale. I due fusi orari dispongono di una indicazione giorno/notte (a ore 9 per l’ora locale, a ore 3 per l’ora “di casa”). Il nuovissimo calendario a lancetta, a ore 6, indica per la prima volta a tre, assicurando una estrema facilità di lettura senza appesantire visivamente la scala. Ad accompagnare il sobrio e classico volto del Pilot Travel Time, una cassa di grandi dimensioni (42 mm di diametro) in oro bianco in perfetto stile Calatrava.
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CINEMA eventi di Daniela Fagnola
Diane Kruger
Jaeger-LeCoultre 10 anni di cinema a Venezia 100 GALILEUS
CINEMA eventi
il nome di Jaeger-LeCoultre campeggiava su ogni manifesto della Mostra con cui la Biennale ha tappezzato la città
MariaGrazia Cucinotta
Milkhalkova Nadezhda e Daniel Riedo
“La Haute Horlogerie e l’arte cinematografica nascono dalla stessa passione e condividono valori comuni: entrambi, infatti, ricorrono alla maestria tecnica ed estetica per dare vita ai sogni e creare stupore”. Così il CEO Daniel Riedo spiega il rapporto fra Jaeger-LeCoultre e il mondo del cinema, che porta la Grande Maison a sostenere i principali festival in tutto il mondo: da San Sebastian a Toronto, da Los Angeles a Shanghai. Ma soprattutto in Laguna: anche quest’anno, per la decima volta consecutiva, la Manifattura è stata infatti main sponsor del Festival di Venezia - o, per essere più precisi, della 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, appena conclusa. Un ruolo di primissimo piano, che da sempre si traduce in un impegno importante: a tal punto da aver meritato l’encomio di Paolo Baratta, Presidente della Biennale, durante il discorso ufficiale di inaugurazione della Mostra - tenuto in Sala Grande, la sera del 2 settembre, al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarel-
la, delle tante autorità, del cast del film Everest (proiettato fuori concorso, in prima assoluta) e di un selezionato parterre internazionale. “Un atto spontaneo, non concordato: ancora più gradito, da parte nostra, proprio perché del tutto inatteso”, ha commentato il Brand Manager Claudio Angé con comprensibile soddisfazione. Come ogni anno, Jaeger-LeCoultre ha quindi trasferito l’intero quartier generale al Lido, e la sede operativa nella lounge appositamente allestita all’interno dell’Hotel Excelsior, per promuovere al meglio una serie di iniziative - programmate su diversi fronti e con un calendario reso più ricco dai festeggiamenti per la decade di sponsorizzazione. A cominciare dal consueto Reverso, creato ad hoc per l’occasione in edizione speciale, millesimata: fregiato sul fondello, inciso e laccato in rosso e nero, dall’effigie del Leone alato (simbolo della città nonché logo della manifestazione) e dalla cifra “72”, impreziosito da un diamante per celebrare l’anniversario della collaborazione. Com’è ormai
Sara Cavazza Facchini
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Elisa Sednoui indossa un Jaeger-LeCoultre prima dei Glory to Flmmaker 2015 Award
CINEMA eventi
Sotto a sinstra, Stefania Rocca. Sotto a destra, il regista Terry Gilliam con Cristiana Capotondi
Glory to the Filmmaker Trophy Copyright Sebastiano Pessina
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tradizione, un esemplare dell’iconico orologio è stato consegnato ai vincitori del Leone d’Oro e della Coppa Volpi, durante la cerimonia di chiusura della Mostra. Un altro esemplare, ulteriormente personalizzato, è stato poi attribuito il 9 settembre al regista/sceneggiatore Brian De Palma, che si è aggiudicato l’ambìto “Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award 2015”: un riconoscimento istituito otto anni orsono per premiare una personalità che si è particolarmente distinta nel panorama del cinema contemporaneo. Come evento collaterale all’Award, la Grande Maison quest’anno ha poi curato la retrospettiva fotografica “Behind the Scenes”, dedicata ai registi che hanno vinto il premio nelle passate edizioni: da Takeshi Kitano ad Abbas Kiarosta-
mi, da Agnès Varda a Sylverser Stallone, da Mani Ratman ad Al Pacino, e ancora Spike Lee, Ettore Scola, James Franco, cui è stato reso omaggio attraverso suggestive immagini di backstage dei loro set. Esposta proprio nella lounge di JaegerLeCoultre all’Excelsior per tutta la durata della kermesse, è stata inaugurata con un vernissage, il 3 settembre, presenziato da Daniel Riedo, dal Direttore del Festival Alberto Barbera e dalla stessa Agnès Varda. Del resto, l’aspetto più eclatante della Mostra è stato come al solito il glamour: tant’è che, ogni sera, numerose celebrities hanno sfilato sul tappeto rosso davanti al Palazzo del Cinema con una creazione Jaeger-LeCoultre al polso. Qui basti almeno citare le star della Cerimonia di Apertura: la splendida madrina Elisa Sednaui,
CINEMA eventi
Chiara Mastroianni consegna a Brian De Palma l’ambìto “JaegerLeCoultre Glory to the Filmmaker Award 2015”.
che ha indossato il Rendez-Vous Ivy Secret, un “montre-à-secret” interamente tempestato di diamanti; l’elegantissima attrice (da anni legata al Marchio) Diane Kruger, membro della Giuria, che sfoggiava un celeberrimo 101 Joaillerie, lillipuziano ma non per questo meno prezioso; l’attrice russa Nadezhda Mikhalkova (per chi non lo sapesse, figlia del cineasta Nikita Mikhalkov), apparsa al braccio di Daniel Riedo “vestita” con un modello vintage; la presentatrice tv russa Ekaterina Mtsitouridze, accompagnata dal Direttore della Comunicazione di JLC Laurent Vinay, con un diverso pezzo degli anni Cinquanta; e l’attrice australiana Radha Mitchell, con un altro esemplare d’antan. Cui si aggiungono gli italiani Maria Grazia Cucinotta, che esibiva un Reverso Cordonnet completamente incastonato; Ales-
sandro Preziosi, con un Grande Reverso Ultra Thin; e Sara Cavazza Facchini (designer della Maison di moda Genny) con un Rendez-Vous Moon. Ma il côté mondano ha avuto culmine nella serata di gala del 7 settembre, organizzata sempre all’Excelsior e seguitissima da tutti gli appassionati di cronaca rosa. A proposito di visibilità, non va dimenticato che il nome di Jaeger-LeCoultre campeggiava su ogni manifesto della Mostra con cui la Biennale ha tappezzato la città. Fra tanti, l’immagine più emblematica è stata comunque quella della campagna, appesa dalla Maison sulla facciata in restauro della Chiesa di Santa Maria della Pietà: una mega-affissione impossibile da non vedere per chiunque si sia trovato ad attraversare il Canal Grande lungo la Riva degli Schiavoni.
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DUELANCETTE
SPECIALE LAUREUS 2015
LO SPORT CHE FA BENE
A Numerosi gli ospiti e gli Ambassadors Laureus protagonisti del red carpet: sportivi di oggi e di ieri, attori e personaggi del mondo dello spettacolo, insieme per contrastare il disagio giovanile attraverso lo sport.
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ll’inizio di settembre, il Mercedes-Benz Center di Milano ha ospitato, per il secondo anno consecutivo, la Laureus F1 Charity Night: una serata dedicata allo sport ed al sociale, nata per sostenere i progetti della Fondazione Laureus Italia che, ad oggi, hanno dato la possibilità ad oltre 1.500 bambini e ragazzi che vivono in contesti disagiati di partecipare ai progetti sportivo- pedagogici. Alla Laureus F1 Charity Night hanno partecipato leggende dello sport di ieri e di oggi, a fianco dei campioni di Formula 1 Nico Rosberg, Ambassador della Fondazione insieme a Lewis Hamilton. Rosberg, che, con il proget-
Laureus F1 Charity Night, una notte dedicata allo sport e al sociale to #DriveForGood, dona a Laureus Sport for Good Foundation 100 euro per ogni chilometro percorso durante le gare vinte in questa stagione, ha già raccolto ben 66.000 euro grazie ai 660 km percorsi alla vigilia del Gran Premio di Monza: «Laureus è un progetto che ho davvero molto a cuore - ha dichiarato il pilota del team Mercedes AMG Petronas - sono orgoglioso di essere un Ambassador della Fondazione. È per me una grande fonte di ispirazione vedere il grandioso lavoro che Laureus sta svolgendo con bambini e ragazzi in tutto il mondo». Insieme ai piloti del team Mercedes, e ai nuovi Ambassador Adriano Panatta, Valentina Diouff e Simone Ragusi, protagonisti dell’esclusiva serata sono stati anche Edwin Moses, Presidente della Laureus World Sport Academy, Franz
DUELANCETTE
SPECIALE LAUREUS 2015
Klammer e Giacomo Agostini, Accademy Members. “Laureus è una grande famiglia”, ha dichiarato Moses. “La presenza di tutti voi questa sera ne è la dimostrazione.” Dal canto suo anche il mondo dello spettacolo non è rimasto indietro in questa gara di solidarietà. Tanti volti noti, un parterre di stelle del cinema italiano e ‘friend ambassadors’ della Fondazione: Cristina Chiabotto, Filippa Lagerbäck, Martina Colombari, Giorgio Pasotti, Jean Alesi, Marco Tardelli, Adriano Panatta, Fabio Capello, Ambassador della Fondazione, Andrea Berton, Alessandro Fabian, David Trezeguet, Fabrizio Macchi, Marco Bortolami, Mirco Bergamasco, Daniele Massaro, Dino Meneghin, Cadel Evans e Pierluigi Pardo. Nel corso dell’evento, Edwin Moses ha consegnato a Mirco Bergamasco il Laureus Sports for Good Award Italiano, il riconoscimento che la Fondazione ogni anno riserva a chi si è contraddistinto nella stagione per i risultati ottenuti e i valori rappresentati. «È per me un grande onore essere qui e sono grato per questo importante riconoscimento che davvero non mi aspettavo - ha dichiarato Bergamasco - Laureus rappresenta davvero i miei valori. Se ogni adulto potesse aiutare un bambino, il mondo sarebbe migliore. Il rugby mi ha insegnato l’importanza del rispetto, non solo nello sport ma anche nella vita, e sono orgoglioso di esserne ambasciatore». Laureus Fondata nel 2005, la Fondazione Laureus Italia Onlus opera all’interno delle periferie delle grandi città italiane con l’obiettivo di sostenere minori a rischio utilizzando lo sport come strumento di supporto psico-pedagogico. “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza là dove prima c’era solo disperazione”: queste le parole del patron di Laureus Nelson Mandela, pronunciate durante i Laureus World Sports Awards di Monaco del 2000. Le attività sportive gestite da Laureus prevedono, oltre al coinvolgimento di allenatori, la
presenza in campo di educatori e psicologi al fine di utilizzare la pratica sportiva come strumento per la realizzazione di obiettivi educativi: «Laureus fa un percorso che aiuta a far emergere il concetto di resilienza - ha dichiarato Daria Braga, direttore Fondazione Laureus Italia Onlus - cioè la capacità dell’individuo di ricostruirsi una vita in condizioni di difficoltà». Laureus Italia Onlus pianifica e gestisce i progetti, monitorandone i risultati in collaborazione con centri di ricerca specializzati. Costruisce
Ingenieur Automatic Edition «Laureus Sport for Good Foundation» con il caratteristico blu Laureus sul quadrante e il fondello inciso. Costa 6.500 euro.
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DUELANCETTE
SPECIALE LAUREUS 2015
una rete di partner territoriali formata da associazioni sportive ed enti che hanno in carico i minori a rischio, garantendo la formazione in termini di competenze relazionali degli allenatori ed operatori sociali coinvolti. L’obiettivo è la costituzione di una comunità socio sportiva capace di farsi carico dei minori più fragili. Ad oggi Fondazione Laureus Italia Onlus è attiva a Milano, Roma e Napoli con 5 progetti e sostiene oltre 1500 bambini. Partner a livello mondiale di Laureus Sport For Good Foundation, che hanno sostenuto anche la serata, sono Daimler AG e Richemont, con i marchi Mercedes-Benz e IWC Schaffhausen.
IWC Portofino monopusher edizione Laureus Charity Night 2015, pezzo unico realizzato in platino, quadrante blu Laureus. Partito da una base d’asta 17.500 euro, è stato battuto a 28.000 euro.
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L’asta Grazie all’asta benefica battuta da Renato Pennisi, direttore Christie’s Italia, sono stati raccolti oltre 351.000 euro che saranno destinati ai progetti della Fondazione in Italia. In catalogo, sono stati venduti: il ritratto a mosaico fotografico personalizzato di Maurizio Galim-
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SPECIALE LAUREUS 2015
berti, la Vespa 946 limited edition firmata Marc Newson, la preziosa borsa Santoni, il bracciale Cartier “Juste un Clou” in oro rosa 18 carati con pavé di diamanti, l’MV Agusta Turismo Veloce, la smart fortwo twinamic personalizzata da Fabio Novembre (la cui grafica riprende il motivo già sviluppato per il Triennale Design Museum, in collaborazione con lo studio grafico LeftLoft) e l’esclusivo orologio IWC Portofino Hand-Wound Monopusher Edizione Laureus Charity Night Milan 2015 (pezzo unico, in platino). Fuori catalogo sono stati anche battuti un cronografo Baume & Mercier Cobra Limited Edition, e alcune bottiglie di Champagne Mumm. La serie speciale IWC Nello scorso aprile, in occasione del Laureus World Sports Awards di Shanghai IWC Schaffhausen ha presentato l’edizione speciale limitata Ingenieur Automatic Edition «Laureus Sport for Good Foundation» con il caratteri-
stico blu Laureus sul quadrante. Nell’ambito dell’impegno a lungo termine a fianco della Laureus Sport for Good Foundation, questo segnatempo sportivo porta avanti un’importante tradizione della manifattura orologiera di Schaffhausen: parte dei proventi delle vendite sarà devoluta ai bambini che vivono nelle regioni del mondo più in difficoltà. Da mettere in evidenza un tratto caratteristico delle edizioni speciali Laureus (oltre al quadrante blu): l’incisione sul fondello della cassa. Questa riproduce il disegno vincitore del concorso che IWC Schaffhausen ha indetto anche nel 2014: con il motto «Time to celebrate» IWC è riuscito a coinvolgere ancora una volta tanti giovani e bambini di ogni continente. La scelta della giuria è caduta su Nakayenga Zahara, 13 anni, proveniente da Nakulabye (Uganda). Il suo disegno raffigura delle allegre cheerleader che con i loro pompon festeggiano un goal segnato.
Il pilota Mercedes GP Nico Rosberg, assieme a Edwin Moses, che guida la Laureus Sport for Good Foundation.
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RUOTE VELOCI
esperienze di viaggio
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grand tour
l Grand Tour era un lungo e profondo viaggio in Italia, da nord a sud, effettuato dai giovani ricchi dell’aristocrazia nord europea del ‘700 e poi dell’alta borghesia nel secolo successivo. Un’esperienza finalizzata alla formazione del giovane gentiluomo attraverso il quotidiano esercizio della scoperta e del confronto tra luoghi, situazioni e persone. Molti storici attribuiscono al Grand Tour italiano il merito di aver trasformato il concetto di viaggio puro in turismo moderno.
Alla scoperta dell’Italia al volante della Mercedes-AMG GT Ispirato proprio al tradizionale ‘Grande Giro’ settecentesco, l’interpretazione contemporanea del Grand Tour regalerà a clienti ed appassionati, coinvolti dagli AMG Performance Center italiani, un vero e proprio arricchimento culturale, enogastronomico ed esperienziale attraverso i percorsi automobilistici più belli d’Italia, le più affascinanti dimore storiche ed esclusive visite culturali. L’obiettivo è quindi quello di offrire un’esperienza unica ed irripetibile sotto ogni aspetto al volante della nuova MercedesAMG GT ed insieme ad esperti ed istruttori della AMG Driving Academy italiana.
Dalla Sicilia allo Stelvio, un viaggio emozionante ed unico al volante della prima, vera, Granturismo ad alte prestazioni della Casa di Affalterbach.
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RUOTE VELOCI
esperienze di viaggio
Mercedes-AMG GT Un sogno divenuto realtà: la GT entra in un nuovo segmento come quintessenza dell’innata sportività Mercedes-AMG. Ha tutto quello che contraddistingue un’autentica vettura sportiva firmata Mercedes-AMG: dal caratteristico design alla tecnologia purosangue derivata dal Motorsport, fino ad una ripartizione ottimale dei pesi. Il perfetto completamento è rappresentato dalla catena cinematica coerentemente improntata alla dinamica di marcia. Il cuore della Mercedes-AMG GT, il nuovo V8 biturbo da 4,0 litri, sviluppa spontaneamente e con estremo vigore tutta la sua potenza già ai bassi regimi, consentendo prestazioni straordinarie. Valori record come 3,8 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h e una velocità massima di 310 km/h, insieme una taratura straordinaria in termini di dinamica di marcia, promettono giri estremamente veloci su pista. Allo stesso tempo, grazie al pratico portellone posteriore, un comodo bagagliaio, un elevato
comfort nei lunghi viaggi e una gamma completa di sistemi di assistenza alla guida Mercedes-Benz Intelligent Drive, la nuova due posti Mercedes-AMG, rappresenta una compagna di viaggio funzionale, confortevole e affidabile. Le tappe del Grand Tour: l’Italia più bella Il Grand Tour al volante della nuova Mercedes-AMG GT si svolge su cinque percorsi. Dalla Sicilia allo Stelvio, scenari unici al mondo, perfetta sintesi tra bellezza del paesaggio, sinuosità delle strade e tradizioni enogastronomiche. Di volta in volta la voce narrante sarà un autorevole personaggio del mondo della cultura, dell’economia, delle arti e dello sport legato al territorio ed al marchio Mercedes. Ogni tappa vedrà quindi la partecipazione, insieme agli altri ospiti, di un personaggio famoso ed autorevole che sarà a sua volta protagonista dell’evento, per un’esperienza indimenticabile da ogni punto di vista.
Un’esperienza, una nuova idea di viaggio. Questa è l’idea alla base del Grand Tour che Mercedes-Benz Italia, in collaborazione con gli AMG Performance Center, organizza lungo le strade più belle della Penisola per coinvolgere e far vivere un’esperienza indimenticabile a clienti ed appassionati della nuova Mercedes-AMG GT.
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a tavola sapori d’oriente
di Luca Fontana
L’Ora del Gourmet Ginza Ukai-tei
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l Teppanyaki non trova la sua origine nella lunga tradizione culinaria Giapponese: è stato introdotto nel 1945, con la volontà di creare un crossover tra cucina giapponese e cucina occidentale. Ma i Giapponesi sono grandi interpreti, infatti questo nuovo stile culinario si è fortemente radicato, rendendo la cottura sul teppan (piastra) una preparazione ormai definibile come tradizionale. L’Ukai-Tei è un grande interprete di questo concetto di tradizione moderna: propone infatti un eccellente ibrido di cucina franco-giapponese, a sottolineare la volontà originale del ristorante Misono (inventore dello stile Teppanyaki) di creare una cucina che sposi le due culture. Il menù scelto comprende diverse portate, alcune di stampo occidentale, altre di stampo giapponese, ed altre ancora cotte sul teppan, ma il punto centrale rimane sicuramente il manzo.
Parliamone... Carne Ukai-gyu: la pregiata selezione del ristorante, dal costo esorbitante (il trancio fotografato, da 120g, se ordinato fuori menù, viene circa 150 euro). Tagliata e cotta alla piastra, è servita con salsa di soya caramellata, pepe, aglio fritto e daikon, con salsa ponzu. Piccoli assaggi di paradiso! Il grasso, ben amalgamato tra le fibre muscolari della carne, si è in parte sciolto. La morbidezza è incredibile. Ogni morso è una soddisfazione infinita per il nostro palato, che a gran voce esclama arigatou gazaimasu (grazie infinite). Una cena all’Ukai-tei è sicuramente un’esperienza da provare, oltre che per l’ottima cucina, soprattutto se si vuole approfondire l’influenza che ha avuto il mondo occidentale sulla cultura Giapponese, e se si vuole comprendere la capacità di questo popolo di fare proprie ed evolvere tradizioni che vengono dai Gaijin (stranieri).
Menù “special course”: 24840 JPY (circa 220 euro) Voto: 17/20
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Ginza Ukai-tei 5-15-8 Jijitsushin Bld., Ginza, Chuo-ku, Tokyo http://ukai.co.jp
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al polso ultimo minuto
in collaborazione con signoridegliorologi.tgcom24.it
Le prove di Janvier iWatch
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pple, negli anni, è riuscita a stabilire nuovi standard e nuove mode nell’elettronica. Ci sta riprovando con l’Apple Watch che ho provato per voi nella versione Sport; gli altri 2 modelli, pur con identico software, si chiamano Watch, con cassa in acciaio e vetro zaffiro e Edition, che ha le caratteristiche del Watch, ma la cassa in oro. Il modello Sport è in alluminio ed ha la cupola sul retro in plastica e il vetro minerale rinforzato per sopportare i graffi. Comune a tutti i modelli è la doppia versione in 38 o 42mm (che ho provato e che suggerisco). Come sempre per Apple, il packaging in cui viene consegnato l’orologio è ben curato. La custodia è in ottima plastica e l’interno rivestito di un vellutino che trovo piacevole al tatto. L’orologio, così come poi moltissimi dei cinturini addizionali, viene fornito con uno spezzone aggiuntivo di cinturino per permettere l’utilizzo anche su polsi non enormi (grazie Apple!). A corredo vi è solo il cavo di ricarica (che avviene per contatto); cavo essenziale perché, purtroppo, l’orologio dura poco più di un giorno e questo accessorio vi dovrà seguire ovunque. Il mio consiglio è quello di ordinarne subito uno aggiuntivo. L’orologio ha una forma rettangolare con gli angoli smussati e veste bene ogni tipo di polso anche grazie al cinturino. I limiti fondamentali dell’orologio sono due: la durata della batteria di un solo giorno e la necessità di un iPhone per la maggior parte delle attività. La cosa mi ha stupito molto sul versante GPS. L’orologio non l’ha integrato e quindi, senza iPhone, l’orologio non sa quanto e come vi stiate muovendo. Questo lo rende meno interessante per chi lo avesse magari voluto prendere per correre, ad esempio. Ad onor del vero devo dire di averlo provato durante una camminata, una corsa e
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un giro in bici ed alla fine, grazie ai vari sensori di cui è dotato, ha stimato la lunghezza della corsa in maniera precisa. Il vantaggio del modello Sport è quello di essere leggerissimo e di poter essere utilizzato durante gli sport (non il nuoto, non essendo subacqueo). Ora, la domanda più difficile a cui rispondere è quella se serva o no un orologio del genere. La mia risposta è sì, in alcuni casi. Un orologio del genere vi serve quando preferite non dover tirar fuori o usare il telefono. Avrete infatti a portata di mano le funzioni basilari come mail e messaggi (a cui potete rispondere con dei testi precompilati), il telefono (rispondendo in vivavoce) e varie App. Torna utile quando si è in giro su due ruote, sia per dare un rapida occhiata a eventuali messaggi, sia per usarlo come navigatore. Trovo che l’orologio possa essere davvero utile per le donne che hanno il telefono in borsa e che potranno almeno dimezzare le volte in cui sarà necessario aprire la borsa per cercare il telefono. Il pregio di questo orologio, secondo me, è che abituerà molti giovani ad avere un segnatempo al polso e, con gli anni, qualcuno di loro si avvicinerà al meraviglioso mondo dei meccanici. Se io lo userei? Solo in rare occasione e quindi, per persone come me, è un orologio con poco senso.
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