CULTURA nelle 20 REGIONI ITALIANE
Rivista20 N°2- marzo-aprile 2013 arte e cultura
Nino Aimone a Torino MIRO’a Genova MODIGLIANI a Milano
DE NITTIS a Padova
TIZIANO a Roma
Edito dal Centro Culturale ARIELE
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Enzo Briscese opere 2012
Rivista 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE
Direttore responsabile: Paola Simona Tesio
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Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Giuseppe Drammi Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Impaginazione: Enzo Briscese Silviu Tanasa Segreteria: Rosaria Di Dio
Le tre torri - tecnica mista su tela
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Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio
La torre - tecnica mista su tela
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L’editoriale di PAOLA SIMONA TESIO
Creare un sistema di “arte accessibile”? Aprire “Rivista20” con il primo editoriale dell’anno non è cosa facile, soprattutto quando si inizia con alle spalle un periodo di insicurezza che per il nostro paese non è ancora terminato, e pesa come un bagaglio ingombrante, carico della zavorra del passato e di quella del presente, e forse anche dell’incertezza del futuro . In tale contesto termini che dovrebbero essere investiti di responsabilità corrono sempre più il pericolo di impoverirsi ulteriormente, svuotandosi di senso. La cultura, figlia di quel verbo essenziale che in latino significava “coltivare” e che in epoca contemporanea indica l’insieme di conoscenze (tramandate e acquisite con l’esperienza) che concorrono a formare la personalità di un individuo (e quindi anche della collettività) consentendo di raggiungere un più alto grado di consapevolezza, rischia di diventare un involucro. Senza cultura non c’è arte, poiché si annichiliscono le forme creative di espressione estetica che attingono proprio da quel bagaglio di conoscenze che sta scomparendo, e che andrebbe appunto, come ben suggerivano gli antichi, “coltivato” e come mi sento di suggerire “condiviso”. Immaginiamo quindi la cultura come un germoglio che necessita di cure amorevoli e preziose per svilupparsi e crescere rigoglioso, sino a diventare una robusta e secolare pianta, dai molteplici rami, la cui linfa vitale è l’elemento comune che genera numerose forme. Una metafora in cui radici e diramazioni assurgono altresì a quel compito “di fare rete”, che ci siamo preposti, con l’intento di portare avanti un progetto editoriale che abbia come caratteristica tale imprescindibile finalità. In questo numero ho cercato di coinvolgere tra gli attori anche le associazioni che a vario titolo operano nel campo dell’arte, cercando di contattarne almeno una per ogni regione. Interessante anche il significato ampio che riveste il termine “associazione”, che possiamo intendere come compresenza, unione. Promuovere gli eventi di ogni località, farli conoscere al pubblico attraverso il ruolo che rivestono assessori, critici, curatori, galleristi, a cui oggi aggiungiamo le già citate associazioni. Vorrei rendere ancora più stimolante il loro compito, chiedendo a tutti, per il prossimo numero, di parlarci del tessuto in cui operano, di dirci cosa esattamente si muove nell’ambito artistico e cosa invece può essere migliorato in quanto statico. Non è certo un incarico facile ma ci permetterà di valutare le virtù e rafforzare le debolezze di un organismo pulsante che fa parte di quel magnifico albero che è la cultura. Vorrei infine evidenziare un ulteriore proposito e chiedere se è possibile, secondo voi, creare un sistema di “arte accessibile” in un duplice senso: da un lato permettendo agli artisti di trovare un terreno fertile in cui far crescere la loro voce liberandoli, almeno ogni tanto, dalle costrizioni monetarie, e dall’altro consentire ai fruitori di accedere a spazi altrettanto gratuiti. Un sogno? Una pazzia? Oppure un orizzonte condivisibile in cui tramandare e trasmettere la conoscenza? Pensiamo quindi a un modo per unirci, e creare una mostra annuale che si dirami contemporaneamente in ogni regione. L’unico ostacolo? Trovare luoghi adatti a creare questo sistema di “arte accessibile”. Possiamo farcela, semplicemente coltivando insieme il seme della cultura. direttore.rivista20@mail.com
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PIEMONTE
Assessore Michele Coppola
Omaggio a Fontanesi
Dal 15 febbraio 2013 al 16 giugno 2013
Alla Fondazione Accorsi – Ometto una mostra, curata da Giuseppe Luigi Marini e organizzata in collaborazione con Arte Futura di Giuliana Godio, dedicata ad Antonio Fontanesi: essa rappresenta un omaggio a una delle grandi figure dell’Ottocento che ebbero un importante ruolo nella storia artistica del Piemonte. Orari: da martedì a venerdì 10.00-13.00; 14.00-18.00 Sabato e domenica 10.00-13.00; 14.00-19.00 Lunedì chiuso Torino, Museo di Arti Decorative Accorsi–Ometto, Via Po n. 55 E-mail: comunicazione@fondazioneaccorsi-ometto.it
L'Oratorio della Compagnia di San Paolo Dal 01 marzo 2013 al 31 dicembre 2013
Nella Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto è finalmente riallestito, dopo un intervento di restauro a cura del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, il ciclo pittorico del distrutto Oratorio della Compagnia di San Paolo, in origine annesso all’antico palazzo del Monte di Pietà di Torino. Le dieci tele superstiti del ciclo secentesco -ideato da Emanuele Tesauro, il più grande letterato sabaudo del Seicento- appartenenti alle collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo, sono opera di diversi artisti di corte come Charles Dauphin e Bartolomeo Caravoglia, attivi anche per la Reggia sotto la regia dello stesso Tesauro. Torino, Reggia di Venaria Reale - Sacrestia della Cappella di San’Uberto, Piazza della Repubblica
Gianini e Luzzati. Cartoni Animati 23 gennaio - 12 maggio 2013
La mostra, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema, presenta per la prima volta, la maggior parte dei materiali originali dei film tuttora esistenti: più di duecento personaggi, bozzetti, scenografie, storyboard che testimoniano il processo creativo che ha dato origine ad alcuni tra i capolavori del cinema d’animazione mondiale. Federico Fellini descriveva il cinema di Giulio Gianini e Emanuele Luzzati plaudendone la fantasia figurativa, l’estro umoristico, il senso della fiaba e le geniali soluzioni grafiche. Torino - Mole Antonelliana - www.museonazionaledelcinema.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Tesori del patrimonio culturale albanese 24 gennaio - 7 aprile 2013
La mostra propone un itinerario attraverso il patrimonio storicoculturale dell’Albania dalla Preistoria al XVII secolo e consente di riscoprire le componenti europee di alcune delle civiltà formatesi sulla costa orientale del mare Adriatico. Per conoscere le attività e le visite guidate per il pubblico organizzate in occasione della mostra clicca qui. L’esposizione è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania con l’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Città di Torino. Come ci hanno insegnato i grandi storici delle Annales, molti dei luoghi che il Novecento ci ha abituato a percepire come barriere e come confini politici tra le nazioni, sono stati invece per secoli luoghi di incontro e di scambio tra diverse civiltà, aree di incubazione di nuove culture scaturite dall’intreccio dei linguaggi, delle tradizioni, delle idee. È con questo spirito che dobbiamo oggi guardare al Mediterraneo e a quello stretto ramo di mare che si insinua tra la costa orientale italiana e la penisola balcanica, l’Adriatico, in passato collegamento diretto con le coste dell’Albania e della Grecia, ponte verso le grandi civiltà dell’Oriente. Le 150 opere raccolte nella mostra “Tesori del patrimonio culturale albanese”, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912), raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della
PALAZZO MADAMA Museo Civico d’Arte Antica Sala del Senato Piazza Castello, Torino 24 gennaio - 7 aprile 2013 Ingresso: intero € 10 ridotto € 8, gratuito ragazzi minori di 18 anni Orario del museo: martedìsabato 10-18, domenica 10-19, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima Informazioni per il pubblico Tel. 011 4433501 palazzomadama@fondazione torinomusei.it www.palazzomadamatorino.it civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479). Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune (vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi chiamiamo Italia. Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora. Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla Preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del
bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936). Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.
Fonte: Fondazione Torino Musei - info@fondazionetorinomusei.i
NINO AIMONE
Da “Itinerario artistico” di Paolo Fossati.............................................................................................................. Oltre il figurativo. (..) Mentre da un lato,la mortificazione formale del dipingere denuncia una presa critica di Aimone, dall’altro cresce il ritmo di presenza dell’oggetto pittura, dell’essere dipinto. È la storia degli anni subito precedenti questi estremi del lavoro di Aimone, fra fine anni sessanta e metà anni settanta. (..) Nel settanta erano comparsi oggetti tridimensionali che ripetevano nello spazio i corpi bidimensionali dipinti sulla tela. Perchè una simile ripetizione? Perchè la pittura, l’arte, resta prima di tutto produttrice di oggetti che ci accompagnano come presenza quotidiana; perchè il carattere artigianale di fare cose, e collocare cose nel contesto umano, non è negabile. E se il quadro si riduce a progetto di una realtà, la tentazione di por mano, di fare, di costruire una presenza interlocutoria è troppo grande perchè se ne deva tralasciare la costruzione, non si provi l’azione, il gesto regolato che modifica e realizza. Con l’artigianato Aimone propone ancora una volta la regola, la composizione, la struttura e la sigla. E, del resto,la sua pittura creazione pop non avrebbe mai potuto esserlo, proprio per quanto di seriamente e definitivamente stabile Aimone gioca ogni volta dipingendo......................................................................................................................................................Riduzione di G. A.
OPERE PRESENTI NELLA MOSTRA PRESSO LA GALLERIA ARIELE DI TORINO
Nino Aimone e il disegno.................. (0pere su carta 1946-2006)........... Critica di Pino Mantovani - 2012 - (..) È nei disegni che si rende specialmente evidente una delle qualità più tipiche del l’invenzione di Nino, l’ironia. Che consiste nella capacità di “ interrogare “ e quindi smontare e rimontare a prova i meccanismi della realtà (segnalo, ad esempio, i disegni di animali morti e vivi che attraversano tutta la produzione) e della realtà in immagine ( segnalo l’uso anomalo del modello cubista), specialmente quando si applica al tema del teschio, o quando illustra storie di aggregazione e disgregazione ( allora mi sovviene lo scrittore Calvino, che dedicò a Nino una bella pagina, più di qualsiasi pittore), i meccanismi dell ‘immagine colta nella sua concretezza di struttura, non raramente rimescolando i diversi piani della realtà: la realtà fenomenica, la realtà concettuale, la realtà del linguaggio. È proprio nel disegno che l’esigenza di risolvere ogni parte e di capire ogni nesso raggiungono il massimo della chiarezza, della imtensità e perchè no? Del divertimento. Al di fuori dei generi, si può che
Aimone, è prima di tutto un disegnatore. Non è un caso che nella gran messe di disegni - diverse centinaia- accada di incontrare di grandi dimensioni, tecnicamente e concettualmente tanto complessi da far dubitare all’artista stesso se collocarli nel catalogo dei dipinti. -
Incisioni di Nino Aimone................... Torino 1992 - “ Intermittenze” Scritto dallo stesso artista NIno Aimone - (..) Quando comincio un lavoro, non ho mai in mente un’immagine compiuta, ma parto da un’idea momentanea, una sensazione, un gesto. Questo primo segno, che spesso ha una componente di aggressività o di violenza, divide lo spazio portandolo dalla superficie piatta in profondità e segnando quindi la traccia da seguire (ironica, atmosferica, tragica, etc). A questo punto si mette in moto un processo quasi automatico, un dialogo istintivo tra sensazioni interiori ed è citazioni da parte sia dell’immagine stessa sia del tipo di supporto e di strumento che uso Fin quando la linea scorre istintivamente, la lascio andare. Nel momento in cui si interrompe
il processo naturale, interviene un ripensamento su questa prima fase. Da qui scatta un secondo percorso “automatico”, che però tiene conto di quello che avviene in precedenza, (..) La difficoltà sta nel fatto che devo unire sempre di nuovo la mia componente razionale, più mentale, con l’altra più istintiva ed emozionale. Questa apparente contraddizione tra rigore e istinto porta spesso ad un movimento centrifugo dell’immagine, accentuato dalle diagonali e dai triangoli che evocano un certo senso di disagio nello spettatore. Questi stimoli conducono l’osservatore ad una posizione più critica e meno passiva, lasciando gli aperta la possibilità di interpretazione. (..) Riduzioni: G. Arancio=
Nino Aimone (Torino -1932) “artista dialettico” ha scritto di lui lo storico e critico dell’arte Marco Rosci, sottintendendo così implicitamente perche questo pittore, tra i più valorosi di Torino, forse la città più fertile lungo tutto il 900 italiano di movimenti di avanguardia e innovazione dell’arte visiva, non abbia avuto la storicizzazione che meritava. Artista dialettico Aimone, allievo prediletto della scuola di Felice Casorati, poi docente di pittura e decorazione dell’Accademia Albertina di Torino, sia perché pittore di confronti sia nel gioco colore/segno della sua tavolozza. Lungo mezzo secolo la sua pittura ha dialogato, contaminandosi, come si dice nel gergo critico, con spirito libero e tempi personali di poco asincroni, con i più importanti movimenti internazionali di avanguardia, dal tardo cubismo, passando attraverso l’informale, il new-dada, l’optical fino alla pop art. Questa dialettica di confronti, lucida, talora ironica,
appassionata sempre, è stata la sua forza come artista di valore e, insieme, il suo handicap come artista di successo perché l’istituzione “sistema dell’arte” che è il mercato chiede agli artisti per concedere loro di entrare nel suo esclusivo “castello di Kafka” una cifra sempre uguale, il conformismo manieristico a se stessi. Aimone – cui Casorati aveva fatto avere per vivere a inizio di carriera un posto in fabbrica di operaio e disegnatore grafico industriale e che aveva quindi nel suo cifrario linguistico, Rosci ha notato, la natura duale di una “geometria” fantastica e tuttavia marcata di passionale anarchismo neoespressionistico – mi disse il suo rammarico, un giorno che ero andato a incontrarlo a Pavarolo, di non avere opere sue nella Galleria d’Arte Moderna di Torino, lasciandomi capire senza dirlo che artisti in carriera che valgono meno di lui l’onore del museo torinese l’hanno avuto.r
Emoziona in lui la doppia radice della sua pittura: “apollinea”, che gli viene dalla educazione di matrice torinese-casoratiana al rigore formale, razionalistico del disegno e “dionisiaca”, derivante dalla sua soggettività gestuale, rapinosa, amara e protestataria. Il maestro di pittura torinese sarà in mostra personale dal 16 al 30 marzo alla galleria Ariele di via Lauro Rossi a Torino. Artista dialettico Nino Aimone anche nella resa cromatica della sua tavolozza. Sono in mostra da Ariele opere aniconiche delle ultime stagioni, contraddistinte da un colorismo araldico, ardente e vibrato. Astrazione lirica di Nino Aimone giocata su ampie stesure evocative di colori: caldi contro freddi, complementari contro fondamentali, in un campo/segno cromatico pulsante, anche a motivo di questa logica duale del colore, di segreta musicalità, fascinosa e suadente. SERGIO TURTULICI
CARATTERI LIMINARI DELLA NON FIGURAZIONE dal 16 marzo al 5 aprile 2013
A cura di Giovanna Arancio espone:
NINO AIMONE inaugurazione: sabato 16 marzo, ore 18.00
L’opinione di PAOLA SIMONA TESIO Emila Sirakova Il suo è un operare alchemico si dipana tra molteplici situazioni: performance, disegno, moda, fotografia digitale e illustrazioni che si compenetrano in un’evoluzione stilistica senza eguali. Ma quello che più sorprende in questa straordinaria artista è la capacità di avvincere attraverso il suo segno inconfondibile. L’importanza del disegno nella costruzione dell’opera d’arte è fondamentale, e lei mediante i suoi lavori lo esalta appieno, anche intervenendo con sovrapposizioni di strati di carta ed elaborazioni che assurgono a flussi di coscienza, istinti, ricordi. Un figurativo che talvolta si veste di un sapore melanconico. Il passato emerge come un’eco, pare addirittura di percepire, simile ad una reminiscenza, la mirabile descrizione che il filosofo Walter Benjamin aveva saputo tracciare sull’Angelus Novus di Klee . Mirabili linee si dipanano nella realizzazione dei suoi soggetti, densi di “pathos espressivo” e quasi sempre dai lineamenti femminili, come se fosse immersa in una sorta di riflessione autobiografica . Per Vasari il disegno è anima, fondamento di tutte le arti, ed è proprio questo sentire che emerge dalle opere di Emila Sirakova. Ella è in grado di cogliere e sintetizzare la realtà esterna facendo delle sfumature che incontra e delle apparenze che l’attraversano, incisive forme visive, che trasmettono appieno concetti, idee, moti interiori e lancinanti fisionomie. Del resto, come sosteneva Vasari, il disegno è «padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura, procedendo dall’intelletto cava di molte cose un giudizio universale, simile a una forma o vero idea di tutte le cose della natura, la quale è regolarissima nelle sue misure, di qui è, che non solo ne corpi umani e degl’animali, ma nelle piante ancora e nelle fabriche e sculture e pitture, cognosce la proporzione che ha il tutto con le parti e che hanno le parti fra loro e col tutto insieme». Era un tempo antico in cui lo studioso si esprimeva, ma che riassume appieno il significato dell’estetica di questa straordinaria creativa. Chi guarda le sue ideazioni, sin dal primo acchito, apprende che il Disegno è la scenografia predominante e contemporaneamente il protagonista di tutta la sua pittura. In lavori come “Can’t Leave Can’t Stay” la plasticità del corpo, l’evidenza della muscolatura e delle vene degli arti superiori possono in parte rievocare l’espressività di alcune delle più intense opere di Egon Schiele, sebbene la risultante sia del tutto personale e le incursioni di spruzzi e macchie di colore donino all’insieme un’ ulteriore ed elevata drammaticità. Interessante, come già accennato, l’incursione di tecniche differenti, quali la fotografia e le inscrizioni che compendiano i dipinti con intento didascalico. Si evince la capacità dell’artista di indagare gli stati più profondi dell’umano, di carpirne le sofferenze e intesserne fili di panorami, come in una fitta struttura che incarna il contesto in cui il soggetto raffigurato vive. In “I mille nomi”, descrive il legame indissolubile che unisce gli esseri umani al respiro della madre terra. D’impatto le striature rosse che nell’immaginario rievocano il fluttuare sanguigno, o le infinite radici degli organi della respirazione. Possiamo avere molteplici lingue, ma una e soltanto una è la matrice di derivazione: la linfa vitale comune da cui tutte le creature provengono
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LOMBARDIA
“MODIGLIANI, SOUTINE e gli artisti maledetti. La collezione Netter” Dopo il grande successo alla Pinacothèque de Paris, la mostra “MODIGLIANI SOUTINE e gli artisti maledetti. La collezione Netter”, a cura di Marc Restellini, giunge a Milano. Per la prima volta in Italia, si possono ammirare i capolavori appartenenti alla ricca collezione di Jonas Netter (1867 – 1946), acuto riconoscitore di talenti. La mostra presenta oltre 120 opere di straordinaria bellezza oltre a Modigliani, anche Soutine, Utrillo, Suzanne Valadon, Kisling e altri artisti che vissero e dipinsero a Montparnasse agli inizi del Novecento durante i cosiddetti “anni folli”, in cui il noto quartiere parigino divenne centro culturale di avanguardia e luogo di incontro di artisti e intellettuali. In questo turbine di cambiamenti e trasformazioni, Jonas Netter ricoprì indubbiamente un ruolo fondamentale. Il percorso espositivo mette a confronto i capolavori acquistati nell’arco della sua vita dal collezionista , che, affascinato dall’arte e dalla pittura, diventò un amateur illuminato, grazie all’incontro col mercante d’arte e poeta polacco Léopold Zborowski, che gli suggerì opere di artisti non famosi ma che Netter, che di mestiere faceva il rappresentante, poteva permettersi di acquistare. Grazie a lui Netter entrò in contatto con questi grandi artisti, la cui produzione lo affascinò e lo spinse a comprare dal mercante molti dei loro lavori.Di tutti i pittori con cui venne in contatto, il collezionista alsaziano rimase maggiormente colpito dall’arte del giovane livornese e fu tra i primi ad acquistare le sue opere. Di Modigliani Netter ammirò l’originalità del genio creativo, amò profondamente i suoi volti femminili stilizzati su lunghi colli affusolati, come Elvire con colletto bianco (Elvire con collettino) del 1918 e Fanciulla in abito giallo (Ritratto di giovane donna con collettino) del 1917, entrambi esposti insieme a Ritratto di Zborowski (1916) e Ritratto di Soutine, questo realizzato nel 1916 dopo l’incontro tra i due artisti che strinsero una solida amicizia, al punto che fu proprio Modigliani a presentare Soutine a Netter. Di quest’ultimo sono esposti in mostra oltre venti olii, tra cui Uomo con cappello, Scalinata rossa a Cagnes e La pazza.
PALAZZO REALE Piazza del Duomo, 12, 20100 Milano INFOLINE E PREVENDITA Telefono: 02/54918 Online: Ticket.it/Modigliani ORARI Lunedì: 14-30-19.30 Dal martedì alla domenica: 9.30-19.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30 BIGLIETTI Intero: € 11,00 Ridotto: € 9,50 Ridotto speciale: € 6,50 La pazza - 1919 circa Chaïm Soutine Olio su tela, cm 87 x 65,1 © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset © Chaïm Soutine by SIAE 2013
Tel: 02 88465230 / 02 88445181
http://www.mostramodigliani.it/
Elvire con colletto bianco (Elvire con collettino) - 1917 o 1918 Amedeo Modigliani Olio su tela, cm 92 x 65 © Pinacothèque de Paris /Fabrice Gousset
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Terre di confine. Una necropoli dell'età del Ferro a Urago d'Oglio 30 ottobre 2012 - 31 marzo 2013
Inaugura martedì 30 ottobre la mostra "Terre di confine. Una necropoli dell'età del Ferro a Urago d'Oglio, che ha per tema il ritrovamento di una piccola necropoli protostorica di V sec. a.C.. La scoperta rappresenta l’esito dell’indagine archeologica effettuata a Urago d’Oglio (BS) in occasione dei lavori per la realizzazione dell’Autostrada Brescia-Bergamo-Milano (BreBeMi) che, attraversando i terreni agricoli della media pianura ha intercettato tra il 2009 e il 2011 ben 130 siti archeologici e altri ne sta portando alla luce. L’interesse della scoperta sotto gli aspetti storici e archeologici è davvero notevole: una necropoli della Cultura di Golasecca, ubicata oltre il confine orientale tradizionalmente definito dagli specialisti, in prossimità di un tracciato fluviale importante quale il fiume Oglio, al centro di vivaci rotte di scambio con il mondo etrusco-padano, l’area veneta, il mondo alpino, l’area ligure. Tale situazione di commistione culturale sembra riflettersi anche nella composizione dei corredi, espressione dell’incontro e della mescolanza di genti diverse, e nel rituale funerario misto, a inumazione e a cremazione. L’iniziativa, accompagnata dall’edizione dello studio dei materiali, vuole porsi come un buon esempio dei risultati che può produrre la collaborazione tra pubblico e privato in particolare nella prassi dell’archeologia preventiva e nella sua applicazione alle grandi opere pubbliche. Il catalogo a corredo della mostra intende rappresentare il primo quaderno di una serie che si ponga come fine il dar conto in tempi rapidi dei risultati più significativi ottenuti in Lombardia negli interventi di archeologia preventiva legati alla realizzazione di grandi opere pubbliche e anche ai progetti, in parte conseguenti, di valorizzazione del patrimonio archeologico. L’ospitalità nel Museo della città in Santa Giulia da parte del Comune di Brescia conferma una tradizione di collaborazione di lunga data, con l’obbiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico della città e del territorio e di sensibilizzare i visitatori del musei ai temi fondamentali della tutela e della conoscenza di esso. La mostra è a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia in collaborazione con Comune di Urago d’Oglio, BreBeMi, Associazione “Al Castelaro”, Comune di Brescia, Santa Giulia. Museo della città
Brescia, Santa Giulia, Museo della città - Via dei Musei 55 - Tel: 030.2400640 info@bresciamusei.com - http://www.bresciamusei.com Fonte: © Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Massimiliano Muner - Fractured Polaroid 21 marzo – 4 maggio 2013 inaugurazione giovedì 21 marzo alle ore 18 Il comune denominatore della mostra di Massimiliano Muner è il senso di frattura, visto sotto un duplice aspetto: materico, dato dalla tipicità del taglio dei ready made realizzati con pellicole fotografiche a sviluppo istantaneo, tagliate e riassemblate nella ricerca di una nuova spazialità; e spirituale, che richiama ad una frattura psicologica in un viaggio introspettivo fatto di composizioni di fotografie e messaggi impressi fotograficamente su pellicola a sviluppo istantaneo.
Il taglio sulla materia perpetrato da Fontana, il genio delle composizioni di Hockney e Galimberti: dall’alchimia di questi fattori nasce l’idea di utilizzare la Polaroid in maniera del tutto diversa e nuova. I ready-made così concepiti sono la scomposizione di un’opera, attraverso il taglio delle sue forme e la ricomposizione della stessa combinandone insieme i singoli elementi. I lavori presentati sono rivisitazioni di opere famose e composizioni originali, rivisti in chiave polaroid e proposti sotto un nuovo taglio Massimiliano Muner (Trieste 1984) Si avvicina alla fotografia nei primi anni di università, utilizzando dapprima macchine fotografiche digitali, presto abbandonate nel riscoprire il fascino della pellicola. Si concentra quindi sulla fotografia istantanea, iniziando a scattare con gli ultimi stock di pellicole Polaroid prodotte. Segue poi gli sviluppi del marchio IMPOSSIBLE nella produzione di nuove pellicole a sviluppo istantaneo. La passione per la fotografia lo porta a fondare, assieme ad altri appassionati, l’Associazione Fotografica Officina Istantanea, di cui è anche Presidente. L’Associazione si pone come obiettivo di promuovere e diffondere la pratica e la cultura della fotografia analogica, in particolar modo di quella a sviluppo istantaneo, attraverso incontri, laboratori, esposizioni, proiezioni e competizioni.
Barbara Frigerio Contemporary Art - Via dell’orso, 12 (entrata via Ciovasso, 3) - 20121 - Milano orario ma-sa 10-13 16-19.30 www.barbarafrigeriogallery.it
L’opinione d i Vi r g i l i o P a t a r i n i Alle radici della pittura (da “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di V. Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2013) Se l’Espressionismo Astratto americano si gioca tutto sulla duplice polarità Pittura d’Azione (Action Painting) e Pittura d’Inazione (Shapes) che alla triade Pollock, De Koonig, Kline vede contrapporsi l’altra triade Rothko, Reinhardt, Newman e dunque oscilla tra gesto che lascia un segno e campitura di colore che crea un clima, l’Informale francese vede contrapporsi gesto e materia: Hartung, Mathieu, Soulages contro De Stael, Tapies, Riopelle, Fautrier. Il segno-gesto contrapposto al colore in America, il segno-gesto contrapposto alla materia in Francia e in Europa. Abbandonato ogni rapporto di significazione con la realtà, la Pittura con la stagione dell’Informale si mostra per quello che è e si affida solo a se stessa: non cerca altrove il proprio senso e la propria ragion d’essere. Non si nasconde dietro un tema convenzionale o non cerca di stupire proponendo soggetti inediti. Ma si mette in gioco direttamente. E per fare questo punta su due elementi da sempre costitutivi del dipingere: il segno (il disegno) e il colore. O, ancora meglio: il gesto-segno e la materia-colore. Il segno e il colore che liberati da vincoli contenutistici e da necessità icastiche esprimono solo, o cercano di esprimere, emozioni o altro nella maniera più diretta e immediata possibile. Ma occorre evitare di cadere nella trappola di pensare che si tratti di un’espressione “spontaneistica”, non filtrata né mediata da strutture significanti: nient’affatto. Solo che in questo caso non è la rappresentazione della realtà, la raffigurazione, la “Mimesis”, a mediare l’espressione, ma le regole più generali e portanti del linguaggio pittorico: la composizione delle forme o delle masse informi, l’accostamento dei colori, e così via… insomma il disegno e il colore allo stato puro e assoluto, nel duplice aspetto sintattico e lessicale. Per dirla con altre parole, l’Informale è la Pittura allo stato puro: la Pittura che dipinge se stessa, la Pittura che mette in scena se stessa e che si mostra, si mette a nudo, mette a nudo i suoi meccanismi, le sue regole compositive, la sua tecnica, la sua sintassi, il suo lessico. La Pittura che riflette su se stessa. In questo senso potremmo addirittura dire che l’Informale è “Meta-Pittura”. Ma occorre insistere sul fatto che non si tratta assolutamente di un’espressione completamente
“libera” e senza regole. Al contrario forse: l’assenza di rapporti con una realtà da raffigurare e con la quale relazionarsi, toglie ogni possibile stampella alla pittura, ogni alibi, ogni scorciatoia, e ogni motivo di distrazione. E costringe l’artista ad un maggior rigore, ad una maggiore padronanza tecnica, ad una maggiore maestria compositiva. Non c’è nessun soggetto nel quadro che possa attirare l’attenzione del fruitore e risultargli piacevole in modo da fargli piacere di conseguenza anche il quadro, nulla che possa sedurre i sensi e l’intelletto del fruitore al di là del puro e semplice gioco dei segni e dei colori.
Fontana
Galleria San Fedele
CLAUDIO OLIVIERI
- LA GLORIA DELL’INVISIBILE -
La mostra dal titolo La gloria dell’invisibile, presenta alcune tele recenti del grande artista di origine romana Claudio Olivieri. La luce è uno dei punti fondanti la sua poetica artistica che, dagli anni settanta, presenta una coerenza, una continuità e un’essenzialità inconsuete nell’arte contemporanea. Una luce intensa al centro della tela si fa strada, emergendo tra due campiture esterne colorate che, quasi la inquadrassero, si interpongono tra la luce e lo spettatore. È una luce in costante movimento, vibrazione, come se dall’interno dell’opera cercasse di affiorare, diffondersi, irradiarsi. Abbiamo la percezione di assistere a un evento che si sta dischiudendo ai nostri occhi, in una continua dialettica, in un ritmo costante di chiusura e apertura, di inspirazione ed espirazione, di un battere e di un levare. Come in un respiro del cosmo. E l’opera accade, davanti a noi, grazie a un acceso cromatismo, fatto di velature sottili, di lievi sfumature, nei toni chiari del giallo, del bianco, dell’azzurro... La tela non rappresenta ma presenta nel tempo un evento che ci conduce alla soglia del mistero. Per Olivieri, la tela è infatti il passaggio dal visibile all’invisibile. Le forme assumono un carattere incerto, fluttuante, sospeso. Segnano il sorgere d’un senso, la nascita del racconto del fragile irrompere di una luce originaria, fatta di modulazioni delicate, sottili. Esaltando il valore cromatico del colore, l’artista crea un universo spirituale, uno spazio sospeso, metafisico. Attraverso tenui modulazioni, talvolta quasi impercettibili, ci immergiamo in uno spazio di luce. È un’apparizione, colta come in attesa di dileguarsi, di svanire, per poi risorgere. E le campiture esterne si squarciano su questa “rivelazione”. Diventano porte che si aprono sull’infinito. Si pongono come veli di meditazione, diaframmi di contemplazione, tende colorate che lasciano intravedere il divino, per poterlo proteggere, custodire. Sono veli che lasciano scorgere una visione, quasi si trattasse della manifestazione della shekinah, della gloria divina, di una presenza inaccessibile che può essere solo suggerita, evocata, ma non posseduta né manipolata. È una luce inafferrabile che dall’al di là di una realtà senza tempo, accede al nostro mondo per irradiarlo e trasformarlo. Meditazione e raccoglimento sono le chiavi di lettura per entrare in questo mondo fatto di silenzi, ricolmi di una pienezza infinita. È la gloria dell’invisibile. Andrea Dall’Asta SJ
Fino a sabato 11 maggio 2013 (chiuso dal 25 marzo al 1 aprile; chiuso dal 25 al 28 aprile) Sede Galleria San Fedele, Via U. Hoepli 3 a/b, Milano Inaugurazione 20 marzo 2013, ore 18,30 Durata 21 marzo – 11 maggio 2013 (chiuso i festivi e dal 25 marzo al 1 aprile, dal 25 al 28 aprile) Orari e ingresso 16,00-19,00 dal martedì al sabato, aperto lunedì 22 e lunedì 29 aprile, ingresso libero
SPIRITO ITALIANO è un progetto di FABBRICA BORRON Fabbrica Borroni è nata e si è sviluppata come una struttura culturale indipendente e autofinanziata che ha come oggetto il sostegno e lo sviluppo della giovane arte italiana. L'origine e l'idea fondante è naturalmente la Collezione Borroni, ormai nota a livello nazionale, e lo sviluppo quasi ovvio è stato di organizzare una lunga serie di mostre rivolte ai giovani e giovanissimi talenti italiani. Tutto ciò con l’intervento di giovani o giovanissimi curatori, anche alle prime armi, proprio per dimostrare la verità di quello che sosteniamo da sempre: dare la possibilità ai giovani di crescere e di prendere consapevolezza dell’importanza che rivestono per la società. www.spiritoitaliano.org www.fabbricaborroni.it Facebook: Spirito Italiano Arte Twitter: SI_arte Per informazioni: info@spiritoitaliano.org tel. 02.36507381 – 02.36507046 (fax)
Fabbrica Borroni Bollate Via Matteotti 19 – 20021 Bollate (MI)
13 febbraio - 5 aprile 2013 Serata di inaugurazione del progetto Spirito Italiano e presentazione dell’atto I di Spirito Italiano. Artisti in mostra: Guido Airoldi, Diego Mazzaferro, Davide Paglia
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LIGURIA
Miró! Poesia e luce 5 ottobre 2012 – 7 aprile 2013
Genova, Palazzo Ducale, Appartamento del Doge
Palazzo Ducale ospita dal 5 ottobre 2012 al 7 aprile 2013 una rassegna esaustiva dell’opera di Joan Miró (18931983), il grande artista catalano che lasciò un segno inconfondibile nell’ambito delle avanguardie europee. La mostra, dopo il successo della prima tappa espositiva a Roma, presso il Chiostro del Bramante, giunge a Genova nell’Appartamento del Doge e presenta oltre 80 lavori, tra cui 50 olii di sorprendente bellezza e di grande formato, ma anche terrecotte, bronzi e acquerelli. Si potranno ammirare tra i capolavori, gli olii Donna nella via (1973) e Senza titolo (1978); i bronzi come Donna (1967); gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University, tutti provenienti da Palma di Maiorca dove la Fundació Pilar i Joan Miró detiene molte opere dell'artista, concesse in via del tutto eccezionale per questa esposizione. Promossa dal Comune di Genova e dal Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, la mostra Miró! Poesia e luce è prodotta e organizzata da Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Fundació Pilar i Joan Miró e Ajuntamento De Palma De Mallorca. La curatrice è María Luisa Lax Cacho, ritenuta a livello internazionale tra i maggiori esperti dell'opera di Miró, la quale ha voluto illustrare l'ultima fase della produzione della lunga vita dell'artista, quando finalmente concretizzò a Maiorca nel 1956 un suo grande sogno: un ampio spazio tutto suo, dove lavorare protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli. In occasione della mostra, lo studio che Miró aveva tanto desiderato è stato ricostruito scenograficamente all'interno degli spazi espositivi. Orario: da martedì a domenica 9-19; lunedì 14-19.00 Biglietti (audioguida e microfonaggio obbligatorio inclusi) € 13 intero € 10 ridotto € 10 ridotto Gruppi (pren. obbligatoria min 15 max 25 persone) € 5 scuole € 13 Biglietto Speciale Aperto € 16 cumulativo con la mostra Steve McCurry Dal 6 al 14 ottobre possessori del biglietto del Salone Nautico (6-14 ottobre 2012) entrano con biglietto ridotto. I gruppi che prenoteranno entro il 4 ottobre 2012 potranno accedere alla mostra dal 5 ottobre al 4 novembre 2012 con uno sconto speciale. Informazioni e prenotazioni: 0109868057 Informazioni e prenotazioni scuole: 0105574 004 biglietteria@palazzoducale.genova.it http://www.palazzoducale.genova.it www.mostramiro.it www.facebook.com twitter.com/miro_genova www.arthemisia.it Joan Miró Senza Titolo, 1978 Olio su tela, Fundació Pilar i Joan Miró, Mallorca © Successió Miró by SIAE 2012 Foto: © Joan Ramón Bonet & David Bonet / Cortesía Archivo Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca A cura di María Luisa Lax Cacho Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
L’opinione d i Va l e n t i n a S a v a s t a n o ANDREA CUCCHI
La poliedrica collezione di Andrea Cucchi, frutto di una produzione irrequieta e caotica, mescola con gusto sicuro esperienze artistiche e culturali tra le più diverse ottenendo un mélange grafico di grande sostanza. Le opere si alterneranno tra: legni incisi, tele dipinte con colori acrilici e smalti, i “quadri-scultura tridimensionali” e oggetti decorativi frutto dei medesimi grafismi presenti nelle tele. Nella sua ricerca si intravedono esperienze formative dell’astrattismo classico, dell’espressionismo, ricordi più recenti che arrivano dalla pratica della grafica, del design e dell’illustrazione; tutto miscelato con un pizzico di arte brut si esprime attraverso una forte gestualità, la riscoperta del segno e della sintesi iconografica, in colori decisi e primari. Il risultato è di grande energia. Di ritorno da New York, dove nel mese di ottobre ha esposto alla Broadway Gallery per “Politics, Practices and Emotions”, presenterà per il suo primo solo show Bolognese alcune tele più tre installazioni site specific volte a ricreare un’ambiente suggestivo e fantastico con cui si potrà avere contatto diretto con I pensieri dell’artista nel suo momento Creativo ironicamente definito “periodo digestivo” . Immancabili saranno le produzioni tridimensionali, gli elefantini, I colori e le forme che contraddistinguono la continua ricerca di media espressivi al di fuori della tela tradizionale. Tutto frutto dell’assiduo lavoro estivo e del bagaglio emozionale portato dalla recente esperienza Americana. Andrea Cucchi, 1974, designer di professione ha collaborato con importanti agenzie di pubblicità e studi grafici tra cui InArea a Roma e Forchets a Milano, attualmente vive a Bologna e si occupa della direzione creativa per una delle maggiori web agencies italiane. Nel 2006 è stato selezionato da ADI, IED e BMW tra i migliori designer under 35 operanti nel territorio italiano per partecipare alla seconda edizione del Mini Design Award e conseguente esposizione alla Triennale di Milano, recentemente ha esposto a New York per la mostra collettiva Politics, Practices and Emotions @ Broadway Gallery. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su Arkitip (USA), Rojo Magazine (BCN) e Urban (ITA).
Galleria ANTIGONE Direzione artistica CLAUDIO MARCIANO
Arte antica e moderna da tutto il mondo, sculture e pitture.
Spazio disponibile per allestimenti di personali e collettive, su selezione. Operte in permanenza dei seguenti artisti: Briscese Enzo, Fiorini Felice. Marciano Claudio, Raffaele Capuana, Sante Battaglia. Angela Merli, Claudine Poinsard, Giglioli Marco, Chiappalone Saverio, Sergio Longhi, Normanno Locci, Curioni.
Via castello, 46 - 18035 - Dolceacqua - (Imperia) tel. 0184.20 69 69 mail: marciano.claudio@libero.it www.claudiomarciano.altervista.org
SILVIA CASILLI
Galleria ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VALLE D’AOSTA
L‘esposizione temporanea che accompagna l‘apertura al pubblico del Castello Gamba è un doveroso omaggio all‘artista che, in età moderna, più ha contribuito a far conoscere la Valle d‘Aosta al di fuori dei confini locali. Il rilevante numero di opere – 68 per l‘esattezza – presente nelle collezioni regionali testimonia l‘attenzione che la pubblica amministrazione ha rivolto e continua a rivolgere verso Italo Mus, attraverso un’ininterrotta politica di acquisti. Curata da Sandra Barberi, la mostra presenta una selezione di circa quaranta opere esemplificative del percorso evolutivo dell‘artista, secondo una scelta che privilegia le più significative e quelle databili con maggiore certezza, che possono costituire i poli di ancoraggio per organizzare secondo una scansione cronologica attendibile una produzione quanto mai vasta e non ancora inventariata integralmente. Nato a Châtillon pochi anni prima che sorgesse il Castello Gamba, Mus si forma nel solco del tardo Verismo piemontese, allargando poi i suoi orizzonti alla pluralità di linguaggi che tra Otto e Novecento, aderendo alla poetica del vero, si fanno interpreti della realtà contadina nel contesto alpino e fuori. Celebrato soprattutto per la sua affettuosa e dolente epopea della quotidianità montanara, che ha consolidato l‘immagine di una Valle d‘Aosta strettamente legata al mondo rurale e alla religione dei padri, nel corso degli anni Quaranta Mus supera la matrice realista ottocentesca per approdare a una visione artistica più moderna, attingendo alle principali correnti della pittura italiana e francese del Novecento, da Cézanne al Primitivismo italiano. Accanto alle scene di vita agreste, rivisitate alla luce di una nuova sintesi formale, si affacciano nuovi soggetti e nuove sperimentazioni cromatiche. I lavori più tardi introducono una nota fantastica e visionaria nei luoghi abituali e decompongono spazi e volumi attraverso una pennellata sempre più sfatta e sommaria. La sezione conclusiva della stra è dedicata alle opere ottenute con la tecnica del monotipo, largamente utilizzata da Mus soprattutto negli anni Cinquanta. 25 anni dopo la grande retrospettiva aostana dedicata all‘artista, Italo Mus: De nouveau sous le soleil (Centro Saint-Bénin, dicembre 1987 – marzo 1988), con questa rassegna mirata l‘Assessorato istruzione e cultura della Regione Valle d’Aosta, intende dare l‘avvio dal punto di vista metodologico a uno studio filologico sistematico della produzione di Mus, attento alle ragioni storiche e alle componenti culturali che, in un contesto esteso alla prospettiva europea, hanno nutrito il percorso artistico del pittore.
Castello Gamba Località Cret de Breil 11024 Châtillon info.castellogamba@regione.vda.it http://www.castellogamba.vda.it/
Orari: OTTOBRE-MARZO 9.30 – 13.00 / 14.00 – 17.30 chiuso mercoledì, 25 dicembre e 1° gennaio APRILE-SETTEMBRE 10.00 – 18.00 Ingresso intero € 5,00 - Ingresso ridotto € 3,00
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Terra ALL’UOMO
Yann Arthus-Bertrand
DALLA
un ritratto aereo dell’uomo
Gli incredibili ritratti aerei del fotografo-registra francese Yann Arthus-Bertrand dedicati ai profondi e inquietanti cambiamenti ambientali del pianeta sono al centro del nuovo grande evento espositivo del Forte di Bard, Dalla Terra all’Uomo, visitabile dal 7 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 nelle sale delle Cannoniere. L’esposizione si pone l’obiettivo di presentare in chiave artistica e divulgativa la migliore produzione dell’artista. Si tratta della prima retrospettiva italiana a lui dedicata.
LA TERRA VISTA DAL CIELO Il percorso espositivo presenta oltre cento fotografie di grandi dimensioni che rappresentano la migliore produzione del progetto “La terra vista dal cielo – La Terre Vue du Ciel” realizzato sotto l’Alto patronato dell’Unesco e sostenuto da Air France comprese le più recenti immagini scattate nel corso degli ultimi viaggi dell’artista e quindici fotografie realizzate site specific sulla Valle d’Aosta. HOME Alle fotografie, che sono corredate da didascalie ricche di contenuti, si affiancano spettacolari film realizzati da ArthusBertrand, tutti proiettati in alta definizione e su maxi schermi. Il film “Home” viene per la prima volta proposto con la voce narrante di Isabella Rossellini. La pellicola, presentata nel 2009 in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e realizzata con la collaborazione di Luc Besson e François Henri Pinault, vuol essere una fotografia dello stato di salute del pianeta e dei problemi cui l’umanità deve fare fronte. VU DU CIEL VAL D’AOSTE In mostra anche il nuovissimo video “Vu du ciel Val d’Aoste”, incredibile viaggio sulle montagne più spettacolari delle Alpi. La produzione dell’artista è accompagnata dalle straordinarie musiche originali di Armand Amar, compositore israeliano, autore di numerose colonne sonore per il teatro, il cinema e la televisione. Armand Amar ha vinto il Premio César nel 2010 per la miglior colonna sonora per il film Il Concerto. 7 MILIARDI DI ALTRI Una sezione del percorso è dedicata al progetto della Fondazione GoodPlanet presieduta da Arthus-Bertrand, dal titolo “7 miliardi di Altri” che, rifocalizzando l’attenzione dalla Terra all’Uomo, raccoglie decine di interviste realizzate in 84 paesi che raccontano esperienze di vita, sentimenti e valori, dando così testimonianza dell’universalità e dell’individualità che caratterizzano tutti gli uomini. Si tratta di un’installazione di grande effetto, suggestiva e immersiva, che pone i visitatori di fronte a immagini giganti raffiguranti testimoni reali di ogni razza del pianeta: dal pescatore brasiliano all’artista tedesco, all’agricoltore afgano. Ognuno ha risposto alle stesse domande in merito alle proprie paure, ai propri sogni, alle proprie speranze per il futuro. Il progetto “7 miliardi di Altri” è stato realizzato dalla Fondation GoodPlanet con il sostegno di BNP Paribas. Prezzi: Intero: 6,00 € Ridotto/Ragazzi: 4,00 € Orari: dal mercoledì al venerdì 10.15 | 18.00 sabato, domenica e festivi: 10.15 | 19.00 Info: + 39 0125 833811 www.fortedibard.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSANDRO ROSSI
ALESSIA BROZZETTI
LAURA SCARINGI
ALBERTO BESSON
CONSUELO RODRIGUEZ
ANGELA IPPOLITO
ANGELO PANTALEO
GAETANO FIORE
MILENA PEDROLLO
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
L’opinione di Nicoletta Balani Influenze artistiche contemporanee Come viene influenzato un artista al giorno d’oggi? Come e cosa l’inconscio elabora in un mondo così caotico di immagini che provengono da ogni luogo? Come valutare l’originalità di un lavoro? L’artista è bombardato incessantemente da milioni d’informazioni e d’immagini che, volente o nolente, contribuiscono al personale percorso artistico-culturale. Stili e tecniche diversi si propongono sulla scena ormai composta da piccoli pixel che viaggiano instancabilmente in tutto il globo terrestre. E’ sufficiente cliccare sull’immagine, osservare, valutare, appropriarsi di ciò che impressiona. L’opera non è più “per pochi”, anzi è volutamente catapultata in uno spazio culturale aperto, dove circola liberamente, senza limiti. I dati vengono così elaborati consciamente e inconsciamente, andando a infittire quel bagaglio culturale specifico di ogni artista che con il tempo e con il costante apprendimento contribuisce a formare un determinato stile. Gli influssi sono sempre esistiti anche se in maniera assolutamente differente nel corso dei secoli. Con la fotografia prima e il cinema poi, ma più in generale con l’avvento della società industriale, l’opera d’arte entra, come afferma Benjamin, nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica). La prepotente affermazione di internet provoca un radicale cambiamento nella "identità" stessa delle immagini, provocando una conseguente fruizione immediata e universale. La circolazione di dati diventa caotica e dispersiva ma anche foriera d‘idee e di spunti per una nuova creazione. L’artista può arrivare a una peculiare cifra stilistica e spesso ciò è il risultato di molteplici influenze, di tecniche e stili interiorizzati, di figurazioni fatte proprie. Ora è quanto mai difficile per i critici identificare ciascun condizionamento artistico in un tale magmatico flusso d’informazioni. Il contatto critico-artista è sempre stato di fondamentale importanza per comprendere appieno il retaggio del passato, i legami con altri artisti, gli influssi ambientali e culturali e non solo. E' sempre stato necessario instaurare un proficuo scambio tra queste due figure ma ora per chi analizza è indispensabile più che mai esaminare direttamente le creazioni, contestualizzandole. Occorre “vedere e rivedere” (A. Venturi), indagare in modo approfondito attraverso uno studio incessante dei documenti e delle opere d’arte, analizzando ogni influenza e condizionamento possibile. In tal modo, nella frastornante diffusione di espressioni artistiche, forse si riesce a cogliere l’originalità e la peculiarità del lavoro di un artista.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
VENETO
GIUSEPPE DE NITTIS 19 gennaio - 23 maggio 2013 120 capolavori provenienti dai più prestigiosi musei e collezioni pubbliche italiane e francesi costituiranno il percorso espositivo della più importante mostra mai realizzata su uno dei protagonisti assoluti della pittura dell’Ottocento europeo. Prendendo avvio da quanto emerso dalla rassegna che, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, il Petit Palais di Parigi ha riservato all’artista, l’iniziativa segnerà una svolta negli studi e nella valorizzazione internazionale del pittore pugliese, grazie anche al recupero di lavori non presenti in quella occasione, alcuni dei quali ignoti alla critica, altri assenti dall’Italia da molto tempo, come quelli che appartengono al ciclo delle vedute londinesi. Le opere arriveranno dalle maggiori istituzioni francesi, tra cui il Petit Palais di Parigi, il Musée Carnavalet di Parigi, il Musée des Beaux-Arts di Reims, e dai più importanti musei e gallerie pubbliche italiane: oltre alla Pinacoteca De Nittis di Barletta, che possiede la straordinaria raccolta di dipinti rimasti nell’atelier dell’artista dopo la sua morte precoce, l’elenco dei prestatori può contare sull’apporto della Pinacoteca Provinciale “C. Giaquinto” di Bari, della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, delle Raccolte Frugone di Genova, della Galleria d’Arte Moderna di Milano, del Museo di Capodimonte di Napoli, della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, del Civico Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna di Trieste, della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia. Incisivo è stato il contributo di prestigiose raccolte private, di storici collezionisti di De Nittis, da cui provengono i dipinti meno noti, capolavori assoluti riproposti al pubblico in questa occasione. Padova - Palazzo Zabarella, - Fondazione Bano, Via degli Zabarella 14 Orario: Dal martedì alla domenica 9.30 – 19.00 Chiuso i lunedì non festivi Aperto lunedì 1 e 29 aprile Tel. 049 8753100 info@fondazionebano.it - info@palazzozabarella.it http://www.zabarella.it/
VISITE GUIDATE E GRUPPI Gruppi € 110.00, scuole € 50.00 (tariffa non applicata a scuole di specializzazione e scuole di adulti; per visite effettuate il sabato e la domenica viene applicata la tariffa dei gruppi) Scuole fino a 25 alunni visita € 50.00 + € 6.00 biglietto singolo partecipante + € 1 di prevendita + 2 gratuità per gli insegnanti senza prevendita. (tot 27 pax) Gruppi da 15 a 25 persone max , visita € 110.00 + € 9.00 biglietto singolo partecipante + € 1 di prevendita + 1 gratuità per capogruppo senza prevendita Con esclusione delle scuole, le visite guidate per i gruppi verranno effettuate con l’ausilio di un apparato microfonico e cuffie personalizzate. Questo servizio è compreso nel costo della visita guidata. Per i gruppi con guida propria è obbligatorio il noleggio di apparecchiature audio per un costo di € 50.00 *Le scuole che non si servono per le visite di personale incaricato dalla Fondazione Bano devono avvalersi del proprio personale docente. Non sono consentite visite guidate se non autorizzate dalla Direzione. GUARDAROBA Gratuito. Obbligatorio per valigie, borse, zaini, caschi, ombrelli e oggetti il cui ingombro sia ritenuto pericoloso dal personale di sorveglianza. Non sono ammessi all’interno delle sale passeggini, animali, cibi e bevande.
Giornata d’inverno, 1882 Pastello, cm. 150x89 Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis
I pioppi Olio su tavola, cm. 40,7x32,4 Collezione privata
AUDIOGUIDE È disponibile il servizio di noleggio audioguide in italiano e inglese al costo di € 5.00 (audioguida singola); € 8.00 (audioguida doppia)
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI CALL CENTER Tel. +39 049 8753100 Fax +39 049 8752959 prenotazioni@palazzozabarella. it www.zabarella.it
In riva al lago, 1875 Olio su tela, cm. 64x75,5 Collezione privata, courtesy Società di Belle Arti, Viareggio
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
FRANCO BATTIATO PARTECIPA ALLA MOSTRA DEL MUSEO MACIA A VENEZIA “Sinfonia dei colori” IN CONCOMITANZA DELLA 55.BIENNALE
FRANCO BATTIATO partecipa con la sua arte pittorica alla Mostra che il Museo Macia terrà a Venezia in concomitanza della 55. Biennale, che si svolgerà a Palazzo Merati d’Audiffret de Greoux, nei mesi giugno e luglio 2013. Interpellato il Direttore e Curatore del Museo e della Mostra Gregorio Rossi ha così espresso la motivazione di tale sodalizio:” Quando venne progettata l’idea di un Museo di Arte Contemporanea Italiana all’estero, si decise per la Repubblica di Costa Rica come sede più idonea in quanto Nazione che ha abolito dal 1947 l’esercito e che anche nelle epoche remote ha sempre avuto una popolazione pacifica, rispettata dagli imperi sanguinari che la circondavano. Tutto questo nel convincimento che l’arte sia un linguaggio universale fin dalla notte dei tempi e che le tradizioni di tutti i popoli ricordino un’età dell’oro, quando l’idioma era comune e le guerre sconosciute. Inoltre l’amicizia tra Italia e Costa Rica è ormai datata da più di cinquecento anni, cioè da quando vi sbarcò Cristoforo Colombo, incontrandovi una popolazione ospitale.Incoraggiati e spronati, ci si sta quindi incamminando alla realizzazione di una seconda sede su territorio costaricense, onorati ospiti di una struttura museale che viene identificata a San Josè, già pronti con un importante nucleo di opere che anche se di artisti italiani, proprio grazie alla loro collocazione, diventeranno patrimonio universale. E’ per noi un onore e un piacere avere fra i nostri artisti un grande personaggio come Franco Battiato che con la sua arte pittorica e il suo linguaggio musicale porta avanti un messaggio di pace e di uguaglianza analogo a quello intrapreso dal Museo Macia. Profetico è stato il titolo della Mostra ” “Sinfonia dei colori”. Mostra a Palazzo Merati alla 55. Biennale di Venezia Data della mostra: dal 01/06/2013 al 31/07/2013 In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, il M.A.C.I.A. Museo d’Arte Contemporanea Italiana in America organizzerà un’esposizione d’arte contemporanea a Palazzo Merati d’Audiffret de Greoux, storico palazzo del circuito storico veneziano, ove visse per anni Giacomo Casanova e la sua famiglia. L'inaugurazione della mostra intitolata "Sinfonia dei colori" sarà nell'estate 2013 (nel periodo giugno / luglio 2013), con data esatta da stabilirsi. Il M.A.C.I.A. Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America per l'organizzazione si avvale delle collaborazioni dello Studio Daniela Lombardi e di Artouverture Milano. Gli artisti saranno segnalati da una commissione del Museo, nell'ambito della pittura, scultura e fotografia. La mostra ed il catalogo sono a cura di Gregorio Rossi. La mostra vanterà gli avvalli di: Stemma della Repubblica Italiana, Patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica di Costa Rica presso il Quirinale, Logo del M.A.C.I.A. e l'inserimento del catalogo nella Collana editoriale del Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America.
IL MELONE arte contemporanea - Rovigo - via Oberdan, 31
L’opinione di Sergio Turtulici ARTE CRISTIANA NEL CONTEMPORANEO
Fare arte sacra, o cristiana è meglio dire, dopo la “morte di Dio”, nelle società dell’Occidente post-cristiano che non hanno più nella fede tavole normative condivise è ancora possibile? In un tempo in cui le stesse agenzie della fede, le chiese, del sacro hanno smarrito le orme quando non decretano che lo stesso avvento cristiano ne ha segnato la fine? Come se non fosse stato permeato di tensione sacra il tempo cristiano delle cattedrali, meraviglie costruttive e visive dell’homo faber occidentale, preghiere di pietra salienti nella loro vertigine verticale verso l’alto, che “per guardarle da sotto in su – è stato scritto – ci si doveva raddrizzare la schiena”, mai finite perché quella tensione si tramandava da una generazione all’altra. Il desolato panorama dell’edilizia cultuale di oggi, tranne pochi casi indegna del titolo di architettura, rispecchia quella che Giulio Carlo Argan ha chiamato la “crisi dell’arte come scienza europea”- La frammentazione dell’arte e dei suoi linguaggi è misura della frammentazione del mondo, Proprio per questo l’arte visiva può ancora, meglio di altre espressioni di pensiero, di cultura, sondarne il reale, i penetrali. Quando l’arte sa riflettere ed emozionare chi guarda nell’ascolto delle domande del vivere che abitano ogni uomo, andare al cuore della realtà e rivelarla, il suo dialogo con la fede è contemporaneo. Non è più certo il dialogo medievale di arte e cristianesimo trascendente o il moderno, di arte e cristianesimo umanistico. E’ il dialogo di oggi, post-moderno se vogliamo, dell’immanenza, della soggettività, della ricerca di senso senza Dio o “come se Dio non ci fosse”. Si fa arte nella dimensione del sacro quando il suo linguaggio attinga alla verità profonda dello spirito, dell’essere e la testimoni. Alle sorgenti del sacro hanno attinto nell’arte moderna credenti come Rouault ma anche Monet, Cezanne, Chagall, Picasso, Rothko, Newman che alla fede cristiana non facevano riferimento. E, più di recente l’artista statunitense Bill Viola nel video “Emergence” del P.Getty Museum di Los Angeles richiamando il “Cantico dei Cantici” per evocare la Resurrezione, un altro statunitense, il minimalista Dan Flavin con l’utilizzo di luci colorate al neon all’interno della “chiesa rossa” di Maria Annunciata a Milano. Una collettiva di arte cristiana ha in programma quest’anno la galleria Ariele di Torino.
PIERA BESSONE mostra personale
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Galleria ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Rudolf Steiner L'alchimia del quotidiano Mart, Rovereto - 09 FEBBRAIO 2013 / 02 GIUGNO 2013 Rudolf Steiner (1861-1925), considerato uno dei più influenti riformatori del XX secolo, ha fondato il movimento antroposofico, sviluppato una nuova arte dell’educazione (oggi denominata pedagogia Steiner-Waldorf) e sostenuto una visione del mondo che ha permeato molti ambiti della nostra vita di oggi, dalla medicina alla crescente consapevolezza ambientale, dalla biocosmesi fino ai prodotti dell’agricoltura biodinamica. Il pensiero di Steiner ha influenzato trasversalmente tutte le discipline della cultura contemporanea, ispirando il lavoro di artisti del calibro di Piet Mondrian, Wassily Kandinsky e Joseph Beuys. Steiner ha sempre ricercato una profonda armonia tra uomo e natura, declinandola anche nel campo dell’architettura organica, così come nel design. Nei suoi progetti entrano in gioco elementi antropomorfi generati dal suo desiderio di creare un design di forme “animate”. Il percorso espositivo si apre con una prima sezione, Contesto, che offre allo spettatore una panoramica introduttiva sulla visione del mondo di Steiner, mettendo in luce l’influenza che i movimenti sociali e culturali degli inizi del XX secolo hanno avuto sulla formazione del suo pensiero. Si potranno apprezzare in mostra i suoi interessanti disegni su lavagna, gli scritti e le pubblicazioni da lui curate. In Metamorfosi sono messe in evidenza le modalità con cui Steiner ha dato vita a una nuova estetica del quotidiano, applicandola all’architettura, al design, agli spettacoli teatrali e a molti altri ambiti culturali. Esemplare è il Goetheanum, realizzato in legno e inaugurato nel 1920, bruciato nel 1922 e ricostruito tra il 1924 e il 1928. L’edificio, di cui in mostra sarà possibile vedere una riproduzione in scala, rappresenta una pietra miliare nella storia dell'architettura, in particolare per l’ampio impiego del calcestruzzo. La parte finale della mostra, Pratica, illustra come Steiner abbia sviluppato il suo pensiero apportando numerosi mutamenti nella vita quotidiana e testimonia come queste influenzino ancora la società contemporanea, anche attraverso numerosi esempi di design applicato che saranno presenti nelle sale. Il percorso si conclude offrendo al visitatore la possibilità di entrare nelle Farbkammer, camere terapeutiche colorate ideate da Steiner già nel 1913 e ricostruite in dimensioni reali. Dalle lettere con Piet Mondrian e Franz Kafka ai testi di Nietzche e Goethe da lui tradotti, dalle foto alle locandine delle conferenze, dai dipinti e disegni ai mobili e agli oggetti di design, dai gioielli da lui disegnati alle sedie di Henry Van de Velde e Frank Lloyd Wright, la mostra è anche l’occasione per proporre, in collaborazione con la Società Antroposofica in Italia, giornate di convegni e spettacoli di euritmia per conoscere più approfonditamente il mondo di Rudolf Steiner. A cura di Mateo Kries. Una mostra ideata dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Germania
MART ROVERETO Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN) T 0464 438887 - Numero verde 800 397760 info@mart.trento.it http://www.mart.trento.it Orari Martedi - Domenica 10.00 - 18.00 Venerdi 10.00 - 21.00 - lunedi chiuso Biglietti Intero 11 € - Ridotto 7 € Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del MART
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Assessore Christian Tommasini
Hans Glauber: “Dalla città meccanica” 1963 – 1973 09/03/13 – 20/11/13 Museion e la Galleria Prisma del Südtiroler Künstlerbund presentano opere di Hans Glauber. Con circa cinquanta lavori su carta tratti dalla propria collezione, Museion offre una panoramica d’insieme sull’opera di Glauber. La Galleria Prisma espone tredici opere fotografiche di grande formato provenienti anch’esse dalla collezione di Museion. Fra il 1963 e il 1973 nascono circa 150 lavori fotografici con il titolo “Dalla città meccanica”. Sono immagini che rappresentano visioni urbane e architettoniche, affascinanti e minacciose al contempo, di una vita determinata dalla tecnica. Le opere di Glauber si possono interpretare come rappresentazione, nello spirito di Adorno e Horkheimer, di un mondo che si va facendo sempre più ostile all’uomo. I lavori di Glauber prendono le mosse da fotografie di elementi meccanici delle macchine da scrivere e calcolatrici come quelle prodotte dall’Olivetti. Glauber sottopone queste fotografie a un complesso processo di solarizzazione, riconversione e collage. La fotografia di Glauber, pertanto, non è una semplice riproduzione fotografica delle cose, bensì genera la visione nel momento stesso della sua costruzione.
Rosemarie Trockel “Flagrant Delight” 02/02/13 – 01/05/13 Museion apre la stagione espositiva 2013 con la personale di una delle più importanti artiste del nostro tempo: Rosemarie Trockel. Dai famosi quadri a maglia, alle ceramiche fino alle sculture e ai collage, la vivace e sfaccettata produzione dell’artista è messa in luce attraverso più di 80 opere provenienti da collezioni pubbliche e private nella mostra “Flagrant Delight”. Il titolo, traducibile come “piacere sfacciato”, allude alla natura sensuale, quanto scomoda e penetrante, del lavoro dell’artista tedesca. Dagli anni settanta Rosemarie Trockel (Schwerte, Germania 1952) ha prodotto un’opera eterogenea, mescolando stili e generi diversi, ma sempre con uno sguardo preciso, poetico ed esplicitamente femminile. Con i suoi lavori più noti – dai quadri a maglia alle piastre elettriche per cucinare – Trockel ha affrontato i tabù di un mondo dell’arte in prevalenza maschile. Il percorso al Museion rispecchia il modo di lavorare metaforico e associativo dell’artista, che rifiuta classificazioni accademiche e griglie cronologiche. I diversi nuclei di opere – collage, quadri a maglia, sculture e assemblage – benché distinguibili, sono interconnessi e mescolati lungo un filo che evoca legami tra temi, versioni e materiali.
MUSEION - Via Dante, 6 Bolzano - t. + 39 0471 223413 - f. + 39 0471 223412 Orario: da martedì a domenica: 10.00 – 18.00 - info@museion.it - www.museion.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Provincia
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
"I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese" dal 17/11/2012 al 1/4/2013
Dal 17 novembre 2012 al 1° aprile 2013 nella Galleria d’Arte Antica di Udine si terrà la mostra I colori della seduzione. Giambattista Tiepolo e Paolo Veronese, organizzata dai Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine in occasione della quarta edizione della “Giornate del Tiepolo”. La mostra espone per la prima volta riunite le due tele che compongono il Mosè salvato dalle acque di Giambattista Tiepolo, opera tagliata negli anni ‘20 dell’800 e mai ricomposta. Sarà così possibile vedere il quadro nella sua composizione originaria, riaccostando il Mosè delle National Galleries di Edimburgo con l’Alabardiere della collezione Agnelli di Torino, così come viene documentato da una copia coeva attribuita a Giandomenico Tiepolo della Staatsgalerie di Stoccarda. Ideale risulta qui l’accostamento al Mosè salvato dalle acque di Paolo Veronese dei Musées des Beaux Arts di Dijon, sia per rilevare le assonanze ma anche la personale soluzione adottata da Tiepolo. Dal confronto diretto tra le due opere, nasce il senso dell’esposizione che vuole riportare l’attenzione
sullo speciale rapporto intessuto da Tiepolo con uno dei più importanti esponenti della tradizione pittorica veneziana del Cinquecento. La mostra si articola in quattro sezioni nelle quali Tiepolo e Veronese vengono messi a confronto nella trattazione di alcuni temi religiosi, mitologici e della storia antica: il Ritrovamento di Mosè, il Ratto d’Europa, le Cene e i Banchetti, l’Adorazione dei Magi e le pale d’altare. A partire dagli affreschi della galleria del Palazzo arcivescovile di Udine (databili intorno alla metà del terzo decennio del Settecento), che fornisce una sorta di prologo e punto di partenza della mostra, Tiepolo intraprende un percorso di ‘emulazione’ di Veronese destinato a maturare nei decenni successivi. Tale accostamento non sfuggì ai contemporanei, soprattutto al critico Francesco Algarotti, che definì l’amico Tiepolo ‘l’emulo di Paolo’. Al di là di puntuali derivazioni di forme e motivi, per Tiepolo guardare a Veronese significa
sia rivisitarne l’interpretazione di temi religiosi o della storia antica, mediante scenografiche impostazioni di natura teatrale, prospettive architettoniche e opulenza decorativa, sia appropriarsi di una tavolozza squillante di colori puri e ombre colorate. L’esposizione, che si avvale di un Comitato scientifico costituito da Svetlana Alpers, William L. Barcham, Linda Borean, Caterina Furlan, Vania Gransinigh, Peter O. Krückmann, Giuseppe Pavanello e Catherine Whistler, sarà curata da William L. Barcham, Linda Borean e Caterina Furlan.
Castello di Udine Piazzale castello - Udine - tel +39 0432 271 591 http://www.udinecultura.it/ Orari 10.30 - 17.00 (orario continuato) - chiuso lunedì sabato e domenica servizio gratuito di bus navetta (ore 10.30 - 12.30 e 14.30 - 16.30 da piazza Libertà al Castello) Info PuntoInforma - tel +39 0432 414 717 puntoinforma@comune.udine.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ALESSIA ZOLFO
BANAFSHEH RAHMANI
ROSSELLA FAVA
MAX GASPARINI
ALESSANDRA LAMPIASI
CLAUDIA PICCOLO
FEDERICA MIANI
ANNA GRITTI
DOMENICO LASALA
GALLERIA ARIELE - Via Lauro Rossi, 9c - 10155 - Torino - Tel. 011.20 73 952
PIERANTONIO MASOTTI
L’opinione di Giovanna Arancio
LUOGHI FISICI E MENTALI DEL PAESAGGIO Questa mostra si apre al femminile presentando cinque artiste che partecipano con lavori caratterizzati da poetiche e tecniche diverse ma tutte interne al variegato panorama dell’arte astratta e informale. E’ una proposta espositiva che intende testimoniare la vivacità di due generi artistici, originati da contesti storici novecenteschi, scelti e rielaborati dalle nuove leve; tale passaggio generazionale comporta anche la perdita di una certa aura avanguardistica a vantaggio di un novello sviluppo di senso, lasciato libero di crescere e di sprigionare differenti forme espressive. Le indagini e i problemi di oggi si spostano su altri terreni di analisi. Anzitutto non vanno dimenticati la notorietà e il successo finanziario dell’arte neo oggettuale. Si tratta dell’estetica del kitsch che è anche essa una filiazione del Novecento. Anche se cavalca l’onda della fama il kitsch rimane soltanto una parziale rappresentazione del mondo artistico. La sua forza è nella provocazione che ha origine dal processo dissacratorio attraverso il quale estremizza il concetto di oggetto merce, defunzionalizzandolo definitivamente; l’oggetto viene irriso come feticcio e nello stesso tempo sfornato in tutti i comparti, specie in quelli di moda e costume. La storica contestazione di Duchamp è stravolta e l’anticonformismo di facciata del neo oggettuale è aristocratica presa di distanza dalla “massa” attraverso una denuncia barbina. Il neo astrattismo e il neo informale restano invece capaci di uno sguardo critico, a partire dalle rispettive scelte, pronto a confrontarsi con la tecno arte che mette a disposizione la sua interattività, le sue continue evoluzioni declinabili con ogni forma artistica che si metta in gioco. E’ anche da sottolineare l’abbattimento degli steccati che opponevano in passato gli artisti figurativi a quelli che non lo erano: le difficoltà restano, ma la comunicazione e gli scambi sono più fluidi e si può accennare ad una estetica eclettica, aperta, ad un’arte totale che era già il vecchio sogno dei
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
Borderline. Artisti tra normalità e follia Da Bosch a Dalì, dall'Art brut a Basquiat 17 febbraio - 16 giugno 2013 Nella cultura europea del XX secolo diversi protagonisti delle avanguardie e psichiatri innovatori guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate nei luoghi di cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una revisione radicale di termini quali "arte dei folli" e "arte psicopatologica", prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale. Oggi il termine Borderline individua una condizione critica della modernità, antropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la mostra intende esplorare gli incerti confini dell'esperienza artistica al di là di categorie stabilite nel corso del XX secolo, individuando così un'area della creatività dai confini mobili, dove trovano espressione artisti ufficiali ma anche quegli autori ritenuti "folli", "alienati" o, detto in un linguaggio nato negli anni '70, "outsiders". La mostra curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del museo e da Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, con il supporto della Fondazione Mazzotta di Milano sarà inaugurata il prossimo 16 febbraio per proseguire fino al 16 giugno 2013. Dopo una ampia INTRODUZIONE INTROSPETTIVA, con opere di Géricault e Goya, l'esposizione sarà organizzata per sezioni tematiche. Le creazioni di Art Brut saranno comunque una presenza costante nel percorso della mostra.
Antonio Ligabue, Autoritratto - 1954, Collezione Banca Popolare di Bergamo
Nel DISAGIO DELLA REALTA' verranno presentate importanti opere di protagonisti riconosciuti quali Bacon, Dubuffet, Basquiat, Tancredi, Chaissac, Wols, affiancate ai lavori di artisti dell'Art Brut, outsider della scena artistica, per stabilire confronti sull'ambiguo confine tra la creatività degli alienati e il disagio espresso dall'arte ufficiale dell'ultimo secolo. Il DISAGIO DEL CORPO esporrà una serie di lavori dove è protagonista il corpo, che diviene l'estensione della superficie pittorica e talvolta opera stessa nelle sue più sorprendenti trasformazioni, descritte in toni ludici o violenti, con Recalcati, Moreni, Fabbri, Perez, De Pisis, Zinelli, alcuni protagonisti del Wiener Aktionismus e del gruppo Cobra come Jorn e Corneille. All'interno dei RITRATTI DELL'ANIMA ampio spazio verrà dedicato ad una sequenza di ritratti, e soprattutto autoritratti, una delle forme di autoanalisi inconsapevole più frequente nei pazienti delle case di cura, con opere di Ghizzardi, Kubin, Ligabue, Moreni, Rainer, Sandri, Van Gogh, Jorn, Appel, Aleshinsky, Viani. La mostra proseguirà con una sezione dedicata alla scultura, la TERZA DIMENSIONE DEL MONDO, con spettacolari sculture art brut, con inediti di Gervasi e grandi manufatti di arte primitiva. Infine, nel SOGNO RIVELA LA NATURA DELLE COSE , verrà definito l'onirico come fantasma del Borderline con una selezione di dipinti di surrealisti come Dalì, Ernst, Masson, Brauner, oltre ad una nutrita presenza di lavori di Klee, grande estimatore dell'arte infantile e degli alienati.
MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna Orari: fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18, sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì
dal 1 aprile: martedì - giovedì 9-18; venerdì 9-21; sabato e domenica 9-19 , chiuso lunedì aperture festive: Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 Aprile, 1° Maggio e 2 Giugno - (la biglietteria chiude un'ora prima) Ingresso: Intero: 9 euro - Ridotto: 7 euro - Studenti Accademia e Università, insegnanti: 4 euro
Sito: www.museocitta.ra.it
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Delvaux e il Surrealismo
Un enigma tra De Chirico, Magritte, Ernst, Man Ray 23 marzo — 30 giugno 2013
Tele dominate da baluginanti nudità, da scheletri implicati in scene religiose. Le mostre di Paul Delvaux hanno destato scandalo, come la retrospettiva di Ostenda del 1962, che consacrerà definitivamente l’artista sul piano internazionale, vietata ai minori di diciotto anni. Oppure la Biennale di Venezia del 1954, nella quale il patriarca, futuro papa Giovanni XXIII, proibì ai preti l’eccesso di una pittura che avrebbe potuto turbarli. Affabulatore dell'inconscio, intrigante stratega di atmosfere da sogno, Delvaux trova fonte d’ispirazione in quelli che lui considera i suoi due mentori, Giorgio De Chirico, il metafisico “faro” per i surrealisti, e René Magritte, insieme a Delvaux il più grande pittore belga del XX secolo: "Cercavo negli altri l'alimento che mi permettesse di scoprire me stesso. Perciò ho fatto pittura espressionista. Ho fatto pittura come quella di Ensor. C'era qualcos'altro che volevo trovare: fu allora che scoprii Giorgio de Chirico, e fu lui, d'un tratto, a mettermi sulla strada giusta". Si presenta con queste parole Delvaux, protagonista della stagione del Surrealismo, il movimento d'avanguardia nato nel 1924 col Manifesto di André Breton, che eleva il sonno a stato di coscienza e realtà, con Sigmund Freud inconsapevole profeta: “Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.” Questa dimensione artistica viene indagata dalla nuova mostra della Fondazione Magnani Rocca dal titolo "DELVAUX E IL SURREALISMO” dal 23 marzo al 30 giugno 2013, a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d’Ixelles-Bruxelles, dove l’enigma, perfettamente surreale, sull’adesione o meno dell’artista al dettato del movimento surrealista (egli la negava, contraddicendo una apparente evidenza, definendosi un “realista poetico”) costituisce il tema della mostra stessa che, con circa 80 opere scandite tematicamente (Il paesaggio, L’enigma della ferrovia, Il mistero femminino, Le coppie, La classicità, Gli scheletri) offre anche il confronto con i lavori di accertati surrealisti quali lo stesso Magritte, Max Ernst, Man Ray, oltre al grande De Chirico; con loro Delvaux partecipa a “L’Exposition Internationale du Surréalisme” nel 1938 a Parigi, in un incontro artistico fra i più sorprendenti del Novecento, dopo essere rimasto molto colpito dalle opere che aveva visto alla mostra “Minotaure”, tenutasi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1934. Nella “Villa dei Capolavori”, sede a Mamiano di Traversetolo (Parma) della Fondazione Magnani Rocca, presieduta da Giancarlo Forestieri, accanto alle celebri opere di Dürer, Rubens, Van Dyck, Goya, Canova, Monet, Renoir, Morandi e molti altri, i lavori di Delvaux trovano dialoghi di raffinata suggestione. La mostra, che si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole, è corredata da un ricco catalogo, contenente saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne.
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4 - 43029 Mamiano di Traversetolo, Parma Tel. 0521 848327 / 848148 - info@magnanirocca.it - http://www.magnanirocca.it Orari: Dal martedì al venerdì: continuato 10.00 – 18.00 (la biglietteria chiude alle 17.00). Sabato, domenica e festivi: continuato 10.00 – 19.00 (la biglietteria chiude alle 18.00). Lunedì chiuso (aperto il lunedì di Pasqua). Ingresso: Intero € 9,00 (comprensivo delle Raccolte permanenti). Ridotto € 5,00 per studenti in visita d’istruzione. Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Fondazione Magnani Rocca
GIULIO GAMBERUCCI
Il mio scopo in pittura è sempre stato quello di usare la natura e la realtà che mi circonda come mezzo, per cercare di fissare sulla tela le mie reazioni più intime di fronte al soggetto. Grazie a questo procedimento interiore il soggetto supera le contingenze specifiche ed assume un significato più vasto e profondo. Centro Culturale Ariele - tel. 011.20 73 905 - sede espositiva - via lauro Rossi, 9c - Torino mail: info@galleria-ariele.com sito: www.galleria-ariele.com
L’opinione Michele Govoni presenta
Marcello Carrà Sembra muoversi su due direzioni l’arte del pittore ferrarese Marcello Carrà. Classe 1976, Carrà si è di recente dedicato alla realizzazione di disegni di animali su fogli di grandi dimensioni (fino a 8 metri di lunghezza), utilizzando unicamente la penna Bic. Da un lato (ed è questa la prima direzione) Carrà ha deciso di dedicarsi al disegno in maniera precisa e tecnicamente unica, realizzando opere di grande impatto mimetico che riprendono in maniera quasi maniacale l’aspetto naturale degli animali rappresentati. Dall’altro (ed è questa la seconda direzione) l’artista intende muoversi sul terreno concettuale legato alla caducità dell’esistenza animale. Proprio in questa direzione Carrà ha realizzato in passato una straordinaria serie di disegni dedicata agli insetti. Più recenti sono, invece, e opere dedicate a scrofe e maiali, di cui ha indagato, anche in questo caso la caducità. Nell’ultimo l’artista si è invece concentrato, grazie anche alla collaborazione con una biologa marina della Nuova Caledonia, su di una nuova serie di opere che riflettono sui pericoli che l’attività antropica sta determinando per la fauna marina tropicale. L’artista, che ha sviluppato una sua propria “maniera” incentrata sull’uso della penna e con il solo ausilio di una sottile quadrettatura, ha esposto nel 2011 alla Galerie Antonio Nardone di Bruxelles, alla Biennale di Venezia e ad ArteFiera a Bologna; nel 2010 a Ferrara (MLB home gallery, Museo di Storia Naturale, Museo Casa Ludovico Ariosto), a Bologna, Broni (Villa Nuova Italia), Milano. Nel corso del 2012 sue personali sono state presenti a Berlino e Barcellona.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
TOSCANA
Assessore Cristina Scaletti
THE DALI’ UNIVERSE FLORENCE Dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 Più di 100 opere del Maestro del Surrealismo in un’esposizione unica, in programma dal 1° febbraio al 25 maggio 2013 a Palazzo Medici Riccardi, “The Dalí Universe Florence”. La mostra interamente dedicata a Salvador Dalí è un’occasione davvero speciale, che permette al pubblico di avvicinarsi agli aspetti meno noti del lavoro del grande artista, scoprendo collezioni ancora poco conosciute, un’ampia selezione di diverse opere rare tra cui sculture in bronzo, oggetti in vetro, collages e raccolte grafiche che illustrano i grandi temi della letteratura. “The Dalí Universe” intende rivelare la fonte di ispirazione del genio di Salvador Dalí e, per promuovere la comprensione della vita e dell’arte di questo artista, consentirà ai visitatori di immergersi nel labirinto della mente del Maestro e di ammirare i risultati creativi della sua infinita immaginazione. Palazzo Medici Riccardi apre le porte ad una mostra unica nel suo genere, curata dal Presidente della Fondazione Ambrosiana Beniamino Levi, uno dei personaggi che ha conosciuto più da vicino l’opera di Dalí, venendo a contatto personalmente con lui e con il suo entourage fin dagli anni Sessanta, incontrandolo personalmente nelle sue residenze di Parigi, New York e nella sua terra natale, la Spagna. È proprio da questa serie di incontri col carismatico ed eccentrico artista che visse e applicò alla sua vita i principi del Surrealismo, che è nata l’ispirazione di Levi nel raccogliere le sue opere, formando negli anni una delle più ricche e interessanti collezioni del Maestro Catalano esistenti al mondo. La mostra evidenzia due aspetti particolarmente importanti della creatività di Dalí, che hanno avuto poche occasioni di essere visti e apprezzati nel passato: la scultura tridimensionale e le rare opere grafiche che illustrano temi importanti della letteratura.
Palazzo Medici Riccardi Via Camillo Cavour, 1 Firenze Tutti i giorni 9.00 - 19.00 T +39 02 893 56256 info@thedaliuniverse.com Costo biglietto: - Intero 10 € - Ridotto 9 € con Flyer e brochure - Ridotto 8 € - Ridotto 5 Euro per convenzioni particolari - Ingresso gratuito (Bambini sotto i 6 anni) Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Norma e Capriccio
Spagnoli in Italia agli esordi della 'maniera moderna' 5 marzo – 26 maggio 2013
La mostra rappresenta il primo evento espositivo dedicato all'attività degli artisti spagnoli approdati in Italia fra l'inizio del Cinquecento e gli anni venti del secolo, partecipi del fervido clima culturale animato a Firenze, a Roma e a Napoli. Nel numero di queste personalità, spinte al viaggio da un vorace desiderio di confronto con i testi fondamentali dell'arte moderna, si contano figure come quelle di Alonso Berruguete, di Pedro Machuca, di Pedro Fernández (meglio noto come lo "Pseudo-Bramantino"), di Bartolomé Ordóñez e Diego de Silóe, provenienti da diverse località della penisola iberica Palencia, Toledo, Murcia e Burgos - e capaci di imporsi come protagonisti del 'manierismo' europeo. Sono le fonti storico-artistiche italiane a riconoscer loro una posizione preminente sulla scena internazionale del Cinquecento. Giorgio Vasari, ad esempio, nelle Vite de' più eccellenti pittori, scultori ed architettori ricorda il Berruguete accanto a Rosso e Pontormo nello studio delle opere di Michelangelo e Leonardo; ma anche Pietro Summonte, celebre letterato campano, cita i lavori di Ordóñez e De Silóe in una lettera del 1524 sui più importanti monumenti di Napoli. La mostra si articola pertanto in quattro sezioni che, nel rispetto di una scansione geografica, intendono accostare prestigiosi capolavori creati da simili artisti a straordinarie testimonianze della produzione italiana fra Quattro e Cinquecento. In quella d'apertura, dedicata a Firenze, si ricostruirà l'attività italiana di Alonso Berruguete, studiata da Roberto Longhi e Federico Zeri: si avrà così l'inedita possibilità di confrontare direttamente le opere riferite all'artista - oggi per lo più conservate agli Uffizi e in altri importanti musei italiani e stranieri (la Collezione Loeser in Palazzo Vecchio e la Galleria Borghese a Roma) - valutandone allo stesso tempo la modernità nell'accostamento a risultati significativi di pittori e scultori a lui contemporanei, fra cui Andrea del Sarto, Rosso, Pontormo, Baccio Bandinelli e Jacopo Sansovino. Si potrà giudicare il peso che la tradizione cittadina ebbe sull'arte di Alonso anche grazie ad autografi di Donatello, Leonardo, Michelangelo, Filippino Lippi e Piero di Cosimo, tutti presenti in mostra. Nella seconda sezione, attorno alle tavole di Pedro Machuca, si rifletterà invece sul contributo di questo pittore alla bottega di Raffaello a Roma fra gli anni dieci e venti, verificando l'influenza che la lezione del Sanzio ebbe sull'Italia del Sud attraverso i dipinti di Pedro Fernández, attivo nella penisola fra Milano, il Lazio e la Campania. La terza sezione proporrà al pubblico alcune eccezionali sculture eseguite da Bartolomé Ordóñez e Diego de Silóe durante la loro residenza partenopea nel secondo decennio del secolo, vertici assoluti della statuaria 'manierista': di esse si illustreranno i riflessi sulla cultura campana, grazie alle opere di Girolamo Santacroce e di Domenico Napolitano. Nell'ultima sezione della mostra si presenteranno invece creazioni realizzate da questi stessi artisti iberici al loro rientro in patria, fra Valladolid, Granada e Toledo, così da permettere ai visitatori di valutare l'eredità della lezione italiana sul loro stile e sul loro linguaggio figurativo.
Firenze – Galleria degli Uffizi, Piazzale degli Uffizi Tel. 055 2388651 - http://www.polomuseale.firenze.it Biglietto: intero: € 11.00 - ridotto: € 5.50 Orario: Martedì - Domenica ore 8.15 - 18.50; la biglietteria chiude alle 18.05 Chiuso il lunedì e il 1 maggio Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
IL VOLTO E LA MASCHERA
Marta Gierut. Il volto e la maschera - Sculture Dipinti Disegni Poesie - a cura di Giovanni Faccenda Pietrasanta (Lucca) - Palazzo Panichi 10 febbraio – 3 marzo 2013 La retrospettiva di Marta Gierut, giovane poetessa e artista scomparsa nel 2005, svela per la prima volta in modo esaustivo il suo percorso creativo fatto di sculture (tra cui quelle dedicate al ciclista Marco Pantani e al letterato Piero Bigongiari) e di dipinti, dove emergono intensi autoritratti, tratti dalle serie denominate “Camminando in un’Anima” e “Farfalle”, oltre che alcune grafiche. Sono esposte altresì duecento liriche, selezionate tra il corpus delle seicento ritrovate dopo la sua scomparsa e raccolte nel volume di recente pubblicazione “Il volto e la maschera, poesie e opere”, edito nel novembre 2012, da Giorgio Mondadori, che accompagna la mostra, con testi di Manlio Cancogni, Giovanni
Faccenda, Rosangela Mura e Roberto Valcamonici. Marta Gierut è nata a Pietrasanta, in Provincia di Lucca, nel 1977 ed è deceduta per propria volontà a Massarosa nel 2005. Allieva del pittore e scultore Franco Miozzo, ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte “Stagio Stagi” di Pietrasanta e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ha studiato a fondo l’attività di alcuni dei più interessanti creativi tra cui Vladimir Majakovskij, Vincent Van Gogh, Hermann Hesse. Le sue opere sono state acquisite da istituzioni pubbliche quali il Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, quello della Resistenza a Sant Anna di Stazzema, il Telesia Museum di San Roberto, e i comuni di
Forte dei Marmi e di Cascina oltre che essere acquisite in collezioni private. Di sua ideazione è il monumento intitolato “Il volto e la maschera” posto in Marina di Pietrasanta ed inserito nel “Parco della Scultura”, accanto a lavori di Fernando Botero, Pietro Cascella, Novello Finotti, Jean Michel Folon, Franco Miozzo, Igor Mitoraj, Francesco Messina, Kan Yasuda e altri ( www.museodeibozzetti.com). Le liriche di Marta Gierut sono raccolte altresì nei volumi editi dall’omonimo Comitato Artistico Documentario che la ricorda: “Camminando in un’Anima” e “In Franco Miozzo”, nonché contenute nell’e-book “La valigia. Trentacinque poesie” consultabile su you tube.
L’opinione “MOTHERBOARDS PROJECT A full immersion in multimedia arts… FINALMENTE!!!..”
VANESSA RUSCI INCONTRA FRANCESCO BAIOCCHI Francesco Baiocchi classe 1982, inizia a suonare da bambino e oggi padroneggia chitarra acustica, basso elettrico e batteria, nonché molti software per la produzione di musica. Cresce in una famiglia d’artisti: il padre Giancarlo Baiocchi è pittore affermato, come il fratello Emiliano che attualmente vive ed espone a Berlino. Si laurea nel 2008 in Filosofia a Firenze ed è li che inizia il suo percorso artistico: dipinge e produce musica. Numerose le mostre in patria e all’estero, negli ultimi anni si sposta tra l’Italia e Berlino e i suoi lavori , come le sue performance vengono esposte in molte gallerie e luoghi d’arte. (www.francescobiocchi.com). Le sue tele raccontano paesaggi che nascono dalla rivisitazione grafica di moduli di schede madre e componenti elettronici. Il suo progetto artistico diventa Motherboards Project quando le tele si incontrano con le sue performance video e musicali che realizza con una crew di musicisti (Fabio Contorni e Stefano Forti). Viene recensito da molte testate italiane, notato da figure clou del mondo artistico delle nuove avanguardie e nel 2012 partecipa a un grande evento a Malta: si cimenterà in un live painting, concerto con arte visual e istallazione audio in una performance che durerà 9 ore durante la Notte Bianca della Valletta insieme alla sua compagna Consuelo Bambagioni, che sarà parte attiva e fondamentale in tutto il progetto. Quello che colpisce di Francesco è la complessità della sua ricerca, resa però facilmente fruibile allo spettatore: le sue opere sono intrise di impegno civile, culturale, sociale, politico, indaga la sinestesia e la materia, fondendo materia e sensazioni, suoni e azioni, cerca il pubblico, desidera un contatto sensoriale totale. Studia e sperimenta: il suo è un fare colto e curioso. La sinestesia diventa comprensibile, la riflessione davanti alle sue performance scatta automatica. Il suo lavoro ci racconta la nostra società, i suoi deliri, i suoi paesaggi alienanti, ma anche la bellezza e la grandezza della natura sottolineando la potenza dei nuovi mezzi di comunicazione. C i avvolge e ci investe, rendendoci forse, per la durata delle sue performance, consapevoli. Una promessa brillante del panorama artistico italiano che come molti giovani artisti trova molte più conferme e stimoli all’estero, dove si è più svincolati dalla produzione del mero oggetto vendibile e si lascia più spazio, si presta più attenzione alla fruizione dell’opera. Attualmente in mostra fino al 7 febbraio nella collettiva Dialogho al Museo di arte mineraria ad Abbadia San Salvatore (Si).
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
UMBRIA
“1963/2013 - Nerone Claudio Druso Germanico” al Museo di Amelia (Tr)
Per il cinquantesimo anniversario dal ritrovamento della statua di Germanico una serie di incontri nell'arco di tutto il 2013 Un calendario ricco di eventi, conferenze, mostre, approfondimenti, riflessioni, visite tematiche, laboratori per ricordare l’eccezionale scoperta, avvenuta nell’estate del 1963, della statua di Nerone Claudio Druso, detto Germanico, oggi esposta al Museo Civico Archeologico e Pinacoteca "E. Rosa" in Amelia. La statua, realizzata secondo la tecnica della “fusione a cera persa”, ha reso celebre Amelia e portato in città, nel corso degli anni, studiosi da tutto il mondo. Il 22 febbraio 2013 inaugura il ciclo di conferenza che ripercorrerà, in presenza di studiosi, appassionati e dei materiali archeologici, la storia del personaggio e del suo eccezionale ritrovamento. Tra gli eventi collaterali la mostra personale "Bronzi preziosi” (dal 30 marzo al 12 maggio) e la presentazione dell’ampliamento della sezione preromana del museo (20 ottobre). Nell’estate da non perdere le cene tematiche che riproporranno il “Banchetto romano”.
Per informazioni: 0744 978120 amelia@sistemamuseo.it www.sistemamuseo.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
DOMENICO LASALA
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ROSSELLA FAVA - CATROUGE
L’opinione d i Va l e n t i n a G r e c c o
Savino Letizia, artista torinese, dopo circa trent’anni dedicati alla pittura tradizionale, sente di nuovo il bisogno di palpare la materia, di assecondarla nella sua utilità, di sentirla così viva fino a toccarla con mano. Ed ecco che la Forbice diventa l’unico strumento di realizzazione. Il taglio è netto, unico, preciso e segue una linea senza ripensamenti su materiale in pvc, atta a produrre un effetto di tridimensionalità. Letizia, padrone dell’attrezzo, lavora a mano libera e non conosce confini nella gamma delle forme e dimensioni. La sua arte, istintiva e irruente, ma mai aggressiva, celebra la bellezza di svariate opere con una manuale genialità creativa.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MARCHE
“De rerum fabula” L’antologica di Valeriano Trubbiani alla Mole Vanvitelliana
(Ancona, Banchina G. da Chio, 28. 20 ottobre 20 | 17 marzo 2013) Guai a definirlo semplicemente scultore. Perché, per Valeriano Trubbiani, la scultura è solo un pretesto per introdurre l’ignaro spettatore in mondi fiabeschi in cui regnano e dominano animali e cose strane. Un mondo fatto di visioni, suoni, odori, percorsi labirintici, foreste di plastica e vegetazione metallica. La mostra, curata da Enrico Crispolti in collaborazione con Simone Dubrovic e magistralmente allestita da Massimo di Matteo e Mauro Tarsetti, guida i sensi del visitatore attraverso un percorso di 20 ambientazioni disposte secondo un asse cronologico e suddivise per cicli tematici. Sculture sì, dunque, ma anche installazioni ambientali, disegni, pirografie e scenografie vere e proprie, memori di una nostalgica “Dolce Vita” che Trubbiani rivive durante la collaborazione al film “E la nave va” di Federico Fellini fra il 1981-’83. Una mostra per cui si consiglia di raddoppiare (ma anche moltiplicare) la visita e fare, una delle due (o più), tassativamente con gli occhi chiusi perché, l’intento pienamente riuscito del Museo tattile statale Omero, promotore della mostra, è proprio quello di permettere anche ai non vedenti di vivere le opere e le ambientazioni attraverso il tatto, gli odori, i suoni e i fruscii, nonché i diversi tipi di pavimentazione che ingannano e sorprendono il fruitore, che non è più solo un freddo utente e spettatore, ma si trasforma in un “camminatore di fiabe”, fra poesie volanti, animali appesi e micro mondi tutti da scoprire.
Notizie in breve Ancora pochi giorni per visitare la LXII Rassegna d’arte del “Premio G. B. Salvi” di Sassoferrato (quest’anno conferito all’artista jesina Simona Bramati). Degna di merito la retrospettiva dedicata all’artista Guelfo da Fabriano con opere databili fra il 1957 e il 1997. In mostra anche alcune opere di Pablo Picasso, René Magritte e André Masson appartenute all’artista e provenienti dal Museo Guelfo di Fabriano.
Sempre a Fabriano è stata inaugurata sabato 27 ottobre, presso la Pinacoteca B. Molajoli la mostra “Ri-cicli, bici d’autore” a cura di Giuseppe Salerno in collaborazione con INarte. La mostra resterà aperta fino a domenica 11 novembre.
L’opinione Laura Coppa
“troviamo il tempo per accorgerci che il tempo passa”. “twentytwoDecember2012” - Attinia solo show - a cura di Franko B alla Quattrocentometriquadri gallery di Ancona Installazioni, oggetti, sculture e cose. I lavori di Attinia sono scenari che appaiono silenziosi “blocchi scultorei” saturi di senso. Un’implosione di concetti che, colti all’interno degli oggetti simbolici che li racchiude, si svelano urlando, dentro quel mondo a parte che li confina dal restante spazio di una semplice sede espositiva. Solo uno sguardo disconnesso dalla ragione e l’assenza di una semplice domanda può disorientare perché, accendendo l’interruttore input, il senso è quanto mai evidente. Così vale per uno degli ultimi lavori quali “Spirito di conservazione” dove 193 barattoli da confettura vuoti, ordinati - ma separati - da una rete metallica per lavorazione edile, rappresentano gli Stati riconosciuti dall’ONU all’Ottobre 2011. Sono barattoli/stati ben confezionati, ma che, sotto i colori di una bandiera che fa da scudo, nascondono fragilità e nessun contenuto. Un insieme strutturato di colori ai cui singoli elementi la rete impedisce il reale contatto. Ancora più diretto è il concetto dell’ultima “impresa” di Attinia. Un’installazione il cui titolo ne dichiara già il senso: “twentytwoDecember2012”. Il fatidico giorno dopo. 356 formelle in cemento di 21x14 cm ciascuna, una per ogni giorno dal primo gennaio al 21 dicembre 2012. La previsione Maya che tanto ha fatto discutere e pensare, il terrore generato dal preavviso, seppur incerto, del giorno in cui verrà quell’ineluttabile fine. Attinia lavora proprio su questo: sul valore del tempo a nostra disposizione, quello perso e quello che verrà e che solo la paura di non averne più permette di rivalutare.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
MOLISE
Nascita di un museo in tempo di crisi. Il Museo Nazionale di Castello Pandone.
Il 18 dicembre 2012 presso il castello Pandone di Venafro (IS) è stato inaugurato il nuovo museo, Museo Nazionale di Castello Pandone, voluto dalla soprintendenza per i beni storico-artistici e che presenta un affascinante percorso nella pittura molisana e centro-meridionale. A Venafro, “porta del Molise” nel punto di incontro con Lazio, Campania e Abruzzo, si ha così un museo frutto del lavoro delle strutture territoriali del Ministero per i beni e le attività culturali. Il percorso museale ha inizio con le più antiche testimonianze pittoriche molisane, i frammenti di affresco del VII secolo da Santa Maria delle Monache di Isernia, e prosegue con opere medievali quali l’affresco con i Santi Bartolomeo e Michele dalla chiesa di San Michele di Roccaravindola e la scultura trecentesca della Madonna con Bambino da Santa Maria della Strada di Matrice. Il polittico con scene della Passione di Cristo, realizzato in alabastro nel XV secolo da una bottega inglese di Nottingham, è indicativo di una committenza esigente, tutt’altro che estranea all’internazionalità del gusto, ruotante intorno alla chiesa dell’Annunziata di Venafro e all’importante Confraternita dei Flagellanti. Opere prodotte a Napoli per il Molise o da artisti molisani formatisi a Napoli nel Sei e Settecento sono state poste ‘in dialogo’ nel percorso museale con dipinti provenienti da importanti musei statali: Museo Nazionale di Capodimonte e Museo Nazionale di San Martino, Napoli; Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, Roma; Palazzo Reale, Caserta. Scaturisce un itinerario nella pittura centro-meridionale al cui interno è possibile notare la Madonna con Bambino e santi dalla Chiesa del Carmine di Venafro,
che il raro pittore napoletano Simone Papa, allievo di Belisario Corenzio, firmò e datò 1612 influenzato dalla pittura tardo manierista e dal realismo caravaggesco. Raccoglie disegni e stampe appartenenti a famiglie di artisti provenienti dal centro molisano di Oratino – i Brunetti, i Falocco, seguaci di Francesco Solimena – la collezione di Giacomo e Nicola Giuliani, di cui viene esposta una selezione illustrante disegni di soggetti sacri decorazioni per edifici civili e arredi. Spicca la qualità del San Sebastiano curato da Irene, proveniente dalla Chiesa Parrocchiale di Gildone, del caravaggesco Giuseppe Di Guido, in precedenza detto “Maestro di Fontanarosa”, che si esalta nel confronto con l’Andata al Calvario di Pacecco De Rosa, (Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli), in cui il realismo caravaggesco – che ispirò anche due suoi maestri, Massimo Stanzione e Filippo Vitale - si coniuga con il classicismo emiliano e romano. Per la pittura della fine del Seicento e del Settecento due artisti napoletani furono punto di riferimento per l’Italia e l’Europa. Uno è Luca Giordano, l’altro è Francesco Solimena, che sviluppò uno stile tra il naturalismo e il barocco di Giovanni Lanfranco e Mattia Preti, concreto e definito come nella Madonna con Bambino della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini di Roma, ove è quella saldezza formale ricorrente in pale d’altare e decorazioni scenografiche. Con i due citati protagonisti della scena pittorica si confrontarono inevitabilmente gli altri artisti, interpretandone le novità e diffondendole nei diversi territori. Per il Settecento spiccano per qualità a Venafro la Madonna con Bambino e san Nicola da Tolentino, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro, opera di Nicola Maria Rossi, molto influenzato da Solimena, oppure i Misteri del Rosario di un Seguace di Francesco De Mura, dalla Chiesa di Sant’Agostino in Venafro. A suggerire il gusto per la pittura di genere, che probabilmente caratterizzò le dimore della nobiltà napoletana in Molise, sono state esposte nature morte di Gaetano Cusati (Museo Nazionale di San Martino, Napoli), che contribuì a evolvere tali soggetti dal naturalismo al barocco, e Baldassarre De Caro (Palazzo Reale, Caserta), dai densi bagliori e ombre che riflettono l’influsso di Solimena.
Museo Nazionale di Castello Pandone
Piazza Castello – 86079 Venafro (IS) - Tel. 0865 904698 Info e contatti: http://www.molise.beniculturali.it/ Orari:Aperto dal Martedì al Sabato ore 9,00-13,00; Domenica ore 9,00-13,00 (Mattino) 15,00-19,00 (Pomeriggio) - Chiuso il Lunedì Il castello rimane aperto con gli stessi orari domenicali anche nei giorni festivi infrasettimanali, mentre per le giornate di Natale Capodanno e primo Maggio il castello rimane chiuso salvo aperture di progetti straordinari. Ingresso gratuito - Visite guidate
Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
FRANCO MARGARI
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L’opinione di
To m m a s o E v a n g e l i s t a Nicola Dusi Gobbetti. Mappe Cognitive. … Una mappa cognitiva nasce da un procedimento semi-meccanico di fissazione per contatto; c’è una matrice, forse litografica, che accoglie del colore (rosso), un supporto (la tovaglia di lino) e un’azione. Tale azione non è mai del tutto casuale in quanto è pianificata sul momento dall’artista che è capace, con un procedimento volutamente tenuto nascosto, di indirizzare in parte i segni e le macchie formando appunto un palinsesto di memorie. Attraverso lo svolgere del lenzuolo, quindi, Dusi compie un viaggio sulla superficie che avanza e che man mano accoglie delle tracce, e all’interno di se stesso, tra memorie e segnali. E’ il tentativo di strutturare una conoscenza segnica tanto labile che ha bisogno di ancorarsi lentamente al supporto prelevando frammenti cognitivi, appunto, dal colore esclusivamente rosso. Si tratta di un’esigenza, di un voler superare il confine nel tentativo di incanalare flussi e impressioni su un piano mobile e volubile come può essere la trama di un lenzuolo. Ecco allora che leggiamo macchie, campiture, linee, solchi, spazi bianchi, interruzioni, mancanze, saturazioni come “eventi” accaduti nell’attimo della fissazione e per questo da considerare non come forme casuali o caotiche bensì come estreme composizioni e riflessioni sullo spazio. L’immagine di fronte, infatti, solo apparentemente può ritenersi astratta in quanto parte sempre dal tentativo di fornire un paesaggio intimo eppur così connaturato al reale. E’ lo stesso artista che, parlando delle sue superfici, le accosta a delle reti neurali organizzate nella plasticità delle sinapsi oppure ai canali e alle vallate di un pianeta, come vengono letti da un telescopio (i canali di Marte visti da Schiapparelli), o ancora a immagini elettroniche, segnali radar o sistemi cibernetici. Dal micro, quindi, si arriva al macro ma si ha di fronte pur sempre uno spazio saturo di tracce che deve essere messo a fuoco da un oggetto meccanico (microscopio o telescopio) per svelare i suoi meccanismi e i suoi collegamenti che altrimenti rimarrebbero celati alla vista. L’artista compie proprio questo processo di avvicinamento. C’è così, all’inizio, sempre un’idea approssimativa della composizione che andrà delineandosi solo attraverso l’intervento di riproduzione dalla e sulla matrice tanto che solo a posteriori è possibile intuire nei lenzuoli appesi ipotesi di paesaggi o di vedute aeree, di torri enigmatiche e inquietanti funghi atomici. E’ l’immagine che emerge dall’intricato lavorare sul dettaglio, con anche l’artista come inconsapevole artefice di ipotesi di significato… Tommaso Evangelista Tratto dal testo Il senso dell’impronta. Tracce e svelamenti nell’idea delle Mappe cognitive. Info: http://www.studiodartedusi.it
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
LAZIO
Tiziano
Scuderie del Quirinale - 5 marzo - 16 giugno 2013 Il Concerto e la Bella di Palazzo Pitti, la Flora degli Uffizi, la Pala Gozzi di Ancona, la Danae di Capodimonte, il Carlo V con il cane e l’Autoritratto del Prado o lo Scorticamento di Marsia di Kromeriz sono solo alcune delle opere più conosciute di Tiziano (Pieve di Cadore 1485 circa - Venezia 1576) che saranno esposte alle Scuderie del Quirinale. Una mostra concepita per concludere idealmente l’ampio progetto di rilettura della pittura veneziana e di riflessione sul ruolo cardine che essa avuto nel rinnovamento della cultura italiana ed europea. Un percorso che le Scuderie del Quirinale hanno sviluppato analizzando l’opera dei protagonisti della rivoluzione pittorica moderna - da Antonello da Messina a Giovanni Bellini, da Lorenzo Lotto a Tintoretto - di cui Tiziano è testimonianza finale e altissima quale artista europeo per eccellenza. Visitando la mostra sarà possibile ripercorrere i tratti salienti dell’inarrestabile ascesa del grande artista italiano: dagli esordi veneziani in seno alle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione all’autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e poi del figlio Filippo II. Decennio per decennio, l’intera carriera di Tiziano sarà rappresentata al massimo livello sottolineando il magistrale senso del colore e l’evoluzione di una pennellata capace di travalicare i limiti dell’immaginario pittorico. Attraverso confronti iconografici - tra i molti, emblematico, quello tra la Crocifissione della chiesa dei domenicani di Ancona, il Crocifisso dell’Escorial di Madrid e il frammento di Crocifissione oggi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna - il pubblico potrà percepire direttamente la novità d’impostazione e la grammatica compositiva del Maestro, in una mostra attenta a narrarne non solo la fondamentale dimensione di pittore religioso ma anche la complessa attività di ritrattista della nobiltà del tempo. Una mostra ideata - grazie al sostegno e ai prestiti delle massime istituzioni museali italiane e straniere - per far comprendere al grande pubblico l’eccezionalità di un Tiziano capace di accordare “la grandezza e terribilità di Michel Agnolo, la piacevolezza e venustà di Raffaello, et il colorito proprio della Natura”, secondo l’immagine del poligrafo contemporaneo Ludovico Dolce, suo grande estimatore. Ad accompagnare il percorso espositivo, gli esiti dell’ampia campagna di analisi scientifiche che ha interessato gran parte della produzione dell’artista. Compiuta dal Centro di Ateneo di Arti Visive dell’Università degli Studi di Bergamo, la campagna ha offerto risultati di assoluto rilievo per riuscire a definire i rapporti tra opere autografe e opere di bottega e per documentare compiutamente l’evoluzione tecnica di Tiziano, a partire dai suoi anni di formazione.
Orario Da domenica a giovedì dalle 10.00 alle 20.00 venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30 L'ingresso è consentito fino a un’ora Il catalogo scientifico è edito da Silvana Editoriale con i contributi di alcuni fra gli prima dell’orario di chiusura studiosi più riconosciuti del grande maestro veneto. Biglietti http://www.scuderiequirinale.it Intero € 12,00 Ridotto € 9,50 Le immagini e i testi di queste pagine sono prelevati dal sito delle Scuderie del Quirinale
I mercoledì di Tiziano INCONTRI 13 marzo - 17 aprile 2013 Palazzo delle Esposizioni - Sala Cinema -Ingresso dalla scalinata di via Milano 9 A, Roma Ogni mercoledì, per sei settimane, tornano gli attesi incontri di approfondimento sui grandi temi dell'arte e della cultura che ogni mostra delle Scuderie del Quirinale pone in primo piano. Storici dell'arte tra i più autorevoli offriranno ai visitatori l'occasione per conoscere, da diverse prospettive, la figura di Tiziano, le sue opere, la sua arte. 13 marzo, ore 18.30 Augusto Gentili La pittura infinita del vecchio Tiziano (1555-1575) Un pittore che riflette sui temi e i problemi d’attualità, tra letteratura, politica e religione, pronto a staccarsi da Venezia e dalle ultime signorie italiane per affrontare il rischio della dimensione europea. Un pittore che sperimenta fino all’ultimo, cercando un linguaggio essenziale che ancora non esiste – che ancora nemmeno è stato pensato – per mantenere coerenza programmatica e dignità conoscitiva alle ultime storie e alle ultime poesie. Il vecchio Tiziano, lungo un percorso di radicale indipendenza dentro la storia delle idee. 20 marzo, ore 18.30 Mauro Lucco Una lettura degli anni giovanili Quello della data di nascita di Tiziano è un problema che continua a far discutere gli storici dell'arte; conoscerla sarebbe cruciale per inquadrare esattamente la sua figura all'interno del complesso panorama artistico del tempo e comprendere il suo ruolo e la sua importanza rispetto ai fatti salienti di un'epoca, in cui il tempo volava più rapido di una freccia e gli altri artisti si chiamavano Giovanni Bellini, Giorgione, Sebastiano Luciani e Lorenzo Lotto. 27 marzo, ore 18.30 Claudio Strinati Tiziano tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del '500 . L'affermazione italiana ed europea Chiave della rivoluzione di Tiziano è il suo pensare a una forma pittorica nuova, capace di regalare all'osservatore l'idea di una presenza delle immagini che non è quella della percezione quotidiana, che non è dimostrazione della sovrana bravura dell'artefice, ma che è essa stessa l'afflato possente del sentimento della vita nell'immagine dipinta. 3 aprile, ore 18.30 Antonio Paolucci X'è Tician che tiene la bandera... Così scriveva Marco Boschin nel suo poetico sciovinismo, ed è vero: la grande civiltà figurativa italiana è stata veneziana in larga e decisiva misura. Dopo le mostre su Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto e, prima ancora, Dürer, nel suo rapporto con l'Italia, alle Scuderie del Quirinale non poteva mancare una riflessione su Tiziano. 10 aprile, ore 18.30 Giovanni C. F. Villa Note per una mostra Tiziano Vecellio, tra i massimi esponenti della grande stagione del Cinquecento veneziano, indifferente alle mode e attento soprattutto alla verità emotiva delle sue opere, attraversa due terzi di un secolo mantenendo una qualità pittorica altissima, pur fra i cambiamenti più radicali: dal classicismo monumentale dell'esordio ai brillanti contrasti cromatici dei ritratti fino alle opere degli ultimi anni di una forte spiritualità e una spiccata teatralità. 17 aprile, ore 18.30 Elisabetta Rasy Tiziano sulla scena del suo tempo Tiziano Vecellio non è stato soltanto un sommo maestro della pittura, è stato anche un protagonista della metamorfica cultura del suo tempo, trasformandosi, attraverso un percorso straordinario, da giovane montanaro del Cadore a primo pittore imperiale.
ROBERTO BORRA
les deus mistères - 2012 - digital-art - 50x70cm
L’uomo del lago - 2012 - digital-art - 50x70cm
l’unità ritrovata- 2012 - digital-art - 50x70cm
incontri naturali - 2012 - digital-art - 50x70cm
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L’opinione d i A n g e l o A n d r i u o l o e F r a n c e s c o F a r a cchi EVOLUZIONI è solo la prima tappa di un percorso che si svilupperà in numerose sedi alternative, sia pubbliche che private. Evoluzione è movimento circolare, vortice e spirale, percorso a vite che immerge fino al profondo magma dell’esistenza, e che in sublime simmetrica inversione torna ad avvolgere il mondo, il tutto, l’anima e la bellezza dell’universo. Visioni, stracci d’anima sciorinati alle pareti, materie d’illusioni lasciate agli angoli, immagini d’immaginazione portate ad abitare luoghi dove mente e corpo esercitano energie di cambiamento, di conoscenza. Per condividere tensioni, per suscitare innamoramenti. Ecco, in sintesi ellittica, il farsi di un dialogo, la prova di un’intesa e di un confronto, l’evoluzione audace di sei artisti che misurano lo spazio, il pensiero, lo sguardo per cercare oltre le soglie oscure delle prigioni personali, per provare a a intravedere un orizzonte di luce aperta, un
passo avanti, una prospettiva diversa e più larga. (francesco giulio farachi) Metodo De Rose Il Metodo De Rose è una proposta di stile di vita che si basa sul miglioramento della qualità della vita attraverso l’arricchimento della cultura, la corretta alimentazione, il raggiungimento di una buona forma fisica e relazioni umane piacevoli. La rieducazione respiratoria, la gestione dello stress, le tecniche corporee che migliorano il tono muscolare e la flessibilità, i procedimenti per incrementare la stabilità emozionale e la concentrazione mentale.......... al fine di condurre all’espansione della coscienza e all’autoconoscenza.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
ABRUZZO
Pinacoteca Civica La Pinacoteca Civica, nella vicenda culturale cittadina, scandisce le tappe del recupero della sua memoria storica e del suo percorso di musealizzazione a partire dal 1868 quando si concretizzò, per volontà dell'allora Sindaco Settimio Costantini, l'idea di raccogliere dipinti provenienti dal teramano. Il nucleo originale della collezione affluirà nella palazzina di proprietà della Reale Società di Agronomia, sita nei Giardini pubblici, trasformata nel 1930 in Museo dall'Amministrazione Comunale. Alle opere pittoriche si aggiungeranno di lì a poco le sculture dell'artista ottocentesco Raffaello Pagliaccetti, affidate in custodia alla Pinacoteca dal proprietario Pasquale Ventilj. Rinnovata nei suoi spazi espositivi nel 1958, negli anni 1974-1979 e nel 1996, la Pinacoteca, restaurata ed ampliata, ha riaperto i suoi battenti al pubblico proponendosi in una veste rinnovata negli spazi e nella logica allestitiva, anche per la presenza del deposito, un ambiente microclimatizzato in grado di accogliere in modo idoneo e razionale le opere non esposte. Una preziosa opportunità per operare scelte allestitive non di "pura visibilità" ma di ragionata periodica opzione tra tutte le opere d'arte conservate nella Pinacoteca: dalle tavole quattrocentesche al prezioso dipinto su tavola di mano cinquecentesca; dai dipinti del '600 e '700 napoletano alla serie di ritratti ottocenteschi; dalle preziose sculture ottocentesche, in gesso e marmo, di Raffaello Pagliaccetti alle opere bronzee di Venanzo Crocetti, lo scultore di origine giuliese autore fra l'altro della Porta dei Sacramenti della Basilica di San Pietro.
Pinacoteca Civica - Viale G. Bovio - 64100 Teramo (TE) - Tel. 0861-250873; 0861-247772 Giorni di apertura: Martedi, Mercoledi, Giovedi, Venerdi, Sabato, Domenica http://www.teramomusei.it/
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CITTÀ DI CARTA E DI TELA. STORIA DELL'ABRUZZO ATTRAVERSO I CARATTERI DELLA CARTA GEOGRAFICA
Si inaugura il 16 Dicembre 2011 alle ore 17.00 presso l’Auditorium Enrico Fermi a Celano (L’Aquila) la mostra “Città di Carta e di Tela” che rimarrà aperta fino al 26 febbraio 2012 (prorogata fino al 13 maggio 2012) Organizzata dall’Associazione Culturale Antiqua e dal Comune di Celano, l’esposizione cartografica ha l’intento di ripercorrere la storia d’Abruzzo, e in particolar modo della Marsica, attraverso antiche carte geografiche e vedute. Una particolare sezione sarà dedicata al viaggio letterario degli scrittori del Settecento e dell’Ottocento, tra cui Edward Lear e Alexander Dumas, grazie ai cui racconti rivivranno i luoghi illustrati nelle carte esposte. Si tratta di una mostra che racconta l’Abruzzo, da prima ancora che fosse regione, nel suo divenire; un excursus storico geografico, dalle carte tolemaiche del XV secolo sino alle raffigurazioni del XXI secolo, che narra l’evoluzione della geografia di un territorio, spesso illustrato in modo diverso o poco rispondente a come oggi lo conosciamo, e che chiarisce, al tempo stesso, la cultura, le conoscenze e i mezzi a disposizione di coloro che si sono ingegnati per rappresentarle. L’esposizione si è resa possibile grazie alla preziosissima collaborazione della Società Geografica Italiana, della Biblioteca Nazionale di Napoli, delle Biblioteca Provinciale dell’Aquila, della Biblioteca di Santa Maria di Valleverde, della collezione privata di Fiorenzo Amiconi e di Telespazio. "Città di Carta e di Tela", un’esposizione insolita con un accattivante allestimento, nasce con l’intento di essere apprezzata dagli appassionati del genere ma anche di coinvolgere un pubblico ampio e i visitatori di tutte le età. (Sofia Leocata) DATA: 16 dicembre 2011 - (26 febbraio 2012) PROROGATA FINO AL 13 MAGGIO 2012 ORARI: Tutti i giorni escluso il lunedì, 16.00 – 19.00 (Mattina solo su prenotazione) INGRESSO GRATUITO Associazione Culturale Antiqua, Tel. 349 4542826 - 339 4098861 E-mail: info@associazioneantiqua.it Sito: www.associazioneantiqua.it
Massimo Catalani a Tortoreto a cura di Manuela e Patrizia Cucinella Massimo Catalani, scrive Barbara Martusciello, tradizionale nell'accezione comune del termine.
è
un
artista
figurativo
solo
apparentemente
La sua tecnica, innanzitutto, permette ben più dell'illusione tridimensionale cui l'immagine dipinta aspira: dal magma coloristico le figure emergono con forza e con vero spessore, ricavato proprio da tale affioramento della materia pittorica. Spatolata su spatolata, i suoi ortaggi, la sua frutta, soggetti quotidiani - quindi a una prima lettura facili - s'impongono all'attenzione del fruitore incuriosendolo, seducendolo, divertendolo. Sul quadro non v'è una pedissequa fotocopia della realtà, ma una realtà altra, molto simile a quella oggettiva, ma tradotta, interpretata, manipolata. Sempre verosimile. E il gioco è fatto. Il riconoscimento è la regola che vige e al contempo un primo traguardo. Perché per Catalani è fondamentale il criterio basato sulla considerazione che "...Non può esistere un fatto artistico senza un suo pubblico...", che va conquistato/riconquistato, portato all'arte, arte non come fatto elitario, ma quotidiano (nell'intenzione di certe esperienze degli anni '60) che tenti il recupero del rapporto con il senso comune. Questa, del resto, è l'utopia che mosse le Avanguardie russe: l'avvicinamento all'arte d'una quantità più ampia possibile di pubblico. Ma, per Catalani, questa comunanza con tale assunto non arriva a condividerne quello "spirito di partito" al quale dovevano adeguarsi gli intellettuali di quei tempi. Egli, infatti, segue il proprio di spirito, curioso, attento, polemico e sempre al lavoro concettuale legato intimamente a quello, per così dire, artigianale.
Galleria Piziarte, via Sardegna 3
Quando 7 dicembre - 29 marzo Orari 17-20 mart-ven Info 339 4935925 335 7712492 info@piziarte.net
L’opinione di Giovanna Arancio FRONTIERE VISIVE La definizione del titolo “Frontiere visive”si giustifica in quanto l’arte precorre o evidenzia ogni rinnovamento culturale; in questo caso non è solo sintomatico l’utilizzo creativo dei nuovi media, antecedente al boom di internet, da parte degli artisti perché esso è sostanziale e mette in luce la ricerca di vie alternative intesa non come scoperta di meri strumenti da sperimentare quanto piuttosto come movente di potenzialità espressive e relazionali. Di certo è un tema sfaccettato, problematico e in pieno svolgimento. L’attuale esposizione si presenta tutta interna a tale fenomeno di meticciamento comunicativo il quale si innesta e svecchia la tradizione figurativa. Vengono ridefinite le mappe concettuali che sembravano consolidate: la percezione muta e fa i conti con la peculiare “fluidità” epocale entro cui i futuristici entusiasmi circa la velocità, il dinamismo, “la macchina”, resistono ma si venano di un’ironia portatrice di modifiche riflessive. Sono esse che captano il senso di precarietà diffuso e inquinante la qualità dei rapporti. Un contesto di simultaneità, di anarchia iconografica e di dominanza seriale origina uno sforzo artistico di disamina delle ragioni e del sentire: si tratta pertanto di dotarsi di facoltà interpretative adeguate alla crescente e instabile complessazione del reale. Sono individuabili nuove aperture volte verso zone di confine per le nostre abituali attitudini mentali e ciò permette di rinforzare le difese analitiche e valutative facilmente a rischio nel contemporaneo intrico di scelte imposte. Inoltre vengono abbandonate le contrastanti prese di posizione del Novecento che opponevano un fronte centrato sulla soggettività dell’opera d’arte, tacciato dagli avversari di esibire un ego ipertrofico e tardoromantico, ad una linea reattiva che ammetteva solo il lavoro collettivo perlopiù anonimo, a sua volta criticato da molti di essere asettico e contestatario. Aldilà degli eccessi ideologici, ed in seguito manierati, i percorsi delle avanguardie trascorrono nel nuovo stemperando le contrapposizioni e la protesta aperta e offrendo una più meditata e composta critica, sia sul piano personale che su quello interdisciplinare. Tecniche e supporti si moltiplicano sotto l’onda d’urto della sovrabbondanza materico-sensoriale e virtuale e nel contempo trovano un bilanciamento nella riscoperta della perizia e del mestiere: si intravvedono nuovi traguardi. Le immagini mostrano una libertà cromatica, segnica e compositiva senza precedenti, prorompono spesso con dissonanze deformanti, procedono di frequente sulla strada della smaterializzazione figurativa oppure propongono inusuali soluzioni volumetriche.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
PUGLIA
Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona 15 dicembre 2012 – 8 aprile 2013
La mostra si svolge attorno a due temi fondamentali: i rapporti tra Tiziano Bordon e gli Acquaviva d’Aragona e la presenza massiccia dei pittori veneziani in Puglia per oltre un secolo di storia dell’arte, dai Vivarini a Palma il Giovane. Con la sconfitta dei francesi durante la guerra di Napoli nel 1528, gli esponenti del ramo principale degli Acquaviva d’Aragona, Duchi di Atri, Marchesi di Bitonto, Conti di Conversano, furono banditi dal Regno e andarono in esilio in Francia. Solo il ramo dei Duchi di Nardò, rimasto fedele alla corona di Spagna, non perse i suoi privilegi. In Francia gli esiliati, ovvero i fuoriusciti, trovarono un ruolo alla corte di Francesco I e di Enrico II, mentre il ramo cadetto subentrava in gran parte degli antichi feudi dell’Italia centro meridionale, in Abruzzo, Puglia, Campania. Gli Acquaviva banditi dal Regno di Napoli si unirono agli altri fuoriusciti napoletani e fiorentini, tentando più volte, invano, di sovvertire il regime spagnolo e di rientrare in patria. Nel corso del loro esilio gli Acquaviva intrattennero rapporti con Roma e con Venezia. Gian Francesco II Acquaviva commissionò a Bordon il ritratto del padre, Giulio Antonio II (Cat. 2) e, tramite l’Aretino, il proprio ritratto a Tiziano (Museo di Kassel). La mostra si pone al centro della riscoperta di tutte le opere veneziane in Puglia, come documenta capillarmente il catalogo. Quasi tutte rimangono accessibili nelle loro sedi naturali (chiese o musei), mentre le pale del Pordenone a Gallipoli (Cat. 13) e del Savoldo a Terlizzi (Cat. 14) sono presenti in mostra nella Galleria Nazionale della Puglia. Accanto a queste e alle opere veneziane appartenenti alla raccolta della Galleria, sono esposte al pubblico per la prima volta più di una ventina di opere di pittori veneziani del Cinquecento, provenienti da collezioni private. Le opere scelte fanno quasi sempre riferimento ad artisti presenti ancora oggi o in passato in Puglia. Ricreato così un panorama di riferimenti figurativi al contesto storico e stilistico della pittura veneziana del Cinquecento, la comprensione della pittura veneziana in Puglia acquista un significato più profondo e consente di orientare il visitatore in una percezione di più ampio raggio del ruolo svolto dalla Serenissima nell’imposizione della propria egemonia culturale lungo il mare Adriatico e quella parte dell’Italia meridionale rivolta ad Oriente.
Sebastiano Luciani, detto Sebastiano del Piombo (1485 – 1547) Maria ed Elisabetta (Visitazione), 1519 Olio su carta incollato su tela, 42 x 57 cm
Paris Bordon (Treviso 1500 – Venezia 1571) Nettuno e Anfitrite, 1560 ca. Olio su tela, 106 x 99 cm
GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA - Palazzo Sylos Calò via G. Rogadeo, 14 – Bitonto (BA) - Tel. 080 099708 http://www.gallerianazionaledellapuglia.it/ Ingresso gratuito
Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
La Puglia, il manierismo e la controriforma 15 dicembre 2012 – 8 aprile 2013 La mostra “La Puglia, il manierismo e la controriforma” ha l’obiettivo di raccontare, attraverso un percorso di circa 90 opere d’arte, le complesse vicende storiche, sociali e culturali che nell’arco di circa un secolo vedono l’affermazione della cultura manieristica in Puglia e il susseguirsi delle nuove istanze estetiche legate alla Controriforma. L’esposizione ha luogo contemporaneamente a Bitonto nelle sale della Galleria Nazionale della Puglia «Girolamo e Rosaria Devanna» e a Lecce all’interno dei suggestivi spazi della chiesa di San Francesco della Scarpa. A Bitonto sono esposte opere che raccontano le vicende di Bari e Capitanata, ma un gruppo di dipinti e sculture provenienti dal Salento introducono il pubblico alla visita che potrà fare anche a Lecce. Nel capoluogo salentino infatti sono esposte oltre 50 opere che raccontano la Terra d’Otranto lungo tutto il ’500 insieme ad alcune testimonianze provenienti dal Nord della Puglia che anticipano al visitatore i temi della sezione di Bitonto. Lo scambio di una parte delle opere consente di mettere in relazione diversi episodi e fatti artistici della regione, individuare personalità artistiche e dinamiche di sviluppo delle nuove correnti figurative anche alla luce di prestigiose importazioni da Venezia prima e Napoli poi. La presente esposizione riunisce prevalentemente dipinti ma vi figurano anche sculture, argenteria sacra, tessuti che testimoniano lo sviluppo della cultura manieristica in Puglia fino all’affermazione delle istanze estetiche controriformate. L’indagine si arresta al momento in cui inizia a diffondersi il nuovo linguaggio figurativo di marca caravaggesca. Alle opere note che caratterizzano la cultura figurativa della regione nel periodo esaminato si affiancano numerosi capolavori inediti rintracciati in occasione della mostra.
Alonso de Corduba (notizie dal 1594 al 1619) Madonna del Rosario, 1604 Olio su tela, 278 x 183 cm Ruvo di Puglia (BA), Chiesa di San Domenico
Gaspar Hovic (1150ca. – 1627) Adorazione dei magi, 1613 ca. Olio su tela, 211 x 169 cm Ruvo di Puglia (BA), Chiesa di Sant’Angelo
GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA - Palazzo Sylos Calò via G. Rogadeo, 14 – Bitonto (BA) - Tel. 080 099708 http://www.gallerianazionaledellapuglia.it/ Ingresso gratuito
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Primo Piano LivinGallery Viale G. Marconi 4 Lecce, Italy 73100 tel/fax: 0832.30 40 14 www.primopianogallery.com primopianogallery@gmail.com GIORNI E ORARI dal lunedì al venerdì dalle ore 1113/16-19:30 Sabato: 17-20 CHRYSALIS Il simbolo della trasformazione 16 MARZO - 10 APRILE 2013 Inaugurazione SABATO 16 MARZO ore 19:30 A cura di Rose & Dores Sacquegna Ciò che per il bruco è la fine del mondo, il mondo chiama farfalla ( Lao Tze) CHRYSALIS: Il simbolo della trasformazione è una mostra d’arte contemporanea al femminile, organizzata a cadenza annuale dalla Primo Piano LivinGallery. La mostra è patrocinata dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce ed è inserita nel calendario di “Itinerario Rosa”. ARTISTE IN MOSTRA MONICA ARMENGOL (Principato d’Andorra), BEATRICE BUREL (Francia), NADIA CERA (Lecce), DANIELA CHIONNA (Brindisi), TANIA DIMITRAKOPOULOU (Grecia) , POLYXENE KASDA (Grecia), ALISON KENNEDY (Australia), ASLI KUTLAY(Turchia), JOELLE KEM LIKA(Francia), XIAO LU (Cina), MARIA LUISA IMPERIALI (Milano) , KATARINA NORLING (Svezia), MARIA PESMAZOGLU (Grecia), HELLE RASK CRAWFORD (Danimarca), DORES SACQUEGNA (Lecce), MADDY SCHWARTZ (The Netherlands), DIANA VERGALLO (Lecce),PATRICIA WHITTINGHAM (Canada).
L’opinione di Angelo Andriuolo !NAVIGATORE D’OMBRA Valerio de Filippis Navigare le Ombre,e farlo bene, non è da tutti...è un’arte rara e ormai perduta. Occorrono anni ed anni di preparazione.Un applicazione costante e maniacale, quasi monastica. Occorre farne uno scopo di vita. La parola più consona e usuale è... Sacrificio.Il possibile errore, che vanifica tutto e ci perde, è dietro l’angolo. In agguato. Navigarla, l’Ombra, significa, però, anche restare in Luce. Dominarla, l’Ombra, significa non esserne posseduti. Un percorso senza fine che si sviluppa, e ci avviluppa, in infinite ricorrenti visioni. Incessanti e pressanti ma tutte meravigliosamente necessarie.Per un Artista è facile essere luce o essere ombra...Ci si abbandona all’una o all’altra con estatica tranquillità...quasi senza sforzo. Valerio de Filippis ha scelto,invece, la via più dura. Sulla linea di confine,sempre, vive la sua Arte ogni volta con l’intensità dell’ultima volta.Come se poi mai più dovesse dipingere. Ogni sua opera è il suo “Jisei no ku”, la sua Poesia Finale. Quello che la sua mano crea ha radici profonde nel suo Io, non nasce da un desiderio ma da una necessità.Valerio è un Navigatore d’Ombra. Uno che la conosce bene, e bene conosce le rotte per navigarla. Senza perdersi e confondersi nell’abbraccio soffocante della tenebra. Un nichilista si! Ma fornito di una certa dose di istintiva speranza. Alcune sue figure sembrano disfarsi mentre vivono nella metamorfosi latente del decadimento che ogni giorno prende i nostri corpi e di cui non ci accorgiamo....Il distacco finale avverrà improvviso, durerà un attimo soltanto.Ma il cammino per arrivarci durerà una vita.... e , in questo vivere, ci daranno forza le nostre poesie, di parole o di colori. La pittura di de Filippis, per sua stessa natura, cambia. Varia come varia l’umore...A volte è possente e materica,come i personaggi che dipinge,con Rossi e Bruciati che dominano la scena. Altre volte è tenue e sfumata con personaggi eterei e situazioni surreali in cui i Gialli e gli Azzurri danno all’opera la dimensione del sogno. Non varia però il messaggio simbolico,sempre potente, sempre penetrante. E’ il linguaggio dell’ Artista da onirico diventa reale, da impalpabile diventa sostanza, materia,nuovo territorio,mare sconfinato....mare d’ombra. Diventa Dipinto. (angelo andriuolo) verso un altrove che non sono i personaggi intorno,compagni solo casuali di avventura. E anche nell’unico caso in cui questo sembra non accadere, c’è una maschera (verde come la speranza) a nascondere la direzione degli occhi. L’obiettivo fissato è ben fuori dalla tela. E’ la gente. Causa e ri-
medio alla disperazione e all’apatia. L’uomo è solo una canna, la piú fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo (blaise pascal) E’ chiaro che senza la pratica dell’indulgenza il viaggio e l’incontro, allora, non sono pienamente possibili. Si resterà in ogni caso incantati negli ipnotici grovigli di uomini e cose che la mano magistrale di Solari sa creare, ma per apprezzare appieno e godere la narrazione occorrerà animo puro. Sarà necessario cercarlo, questo sguardo, che non è distratto e vacuo ma attento e indagatore. Alla ricerca di chi vuol vedere. Alla ricerca di chi sa capire.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
BASILICATA
Omaggio a Bruno Conte in occasione della mostra "Le carte, i libri" al MART MUSMA, biblioteca "Vanni Scheiwiller" - dall'8 febbraio al 7 aprile 1013 Dall’8 febbraio 2013, in parallelo con il MART di Rovereto, dove all’insegna di “Le carte, i libri”e a cura di Giuseppe Appella, si inaugura la mostra di Bruno Conte, il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, rende omaggio all’artista romano esponendo, nella Biblioteca Scheiwiller, l’intero corpus della sua collezione formata da 27 opere datate 1970-2007, particolarmente significative per la serie completa dei monumentinimi donati in occasione della presentazione, nel 2007, del Presepe dischiuso, uno dei primi interventi in ambito sacro, teso a rileggere il grande mistero della Natività. La mostra della collezione del MUSMA, a partire da Pressanza del 1970, un legno esposto all’ingresso del quinti ipogeo, vuole essere il momento, per chi non avrà l’opportunità di recarsi a Rovereto, diricomporre in sintesi il percorso di Conte, affidato a segni, costruzioni, oggetti che attraverso un linguaggio espressivo tanto originale e semplice quanto inquietante, riescono a coniugare la pittura con la scultura, l’architettura, la letteratura e la scienza. Le oltre settanta opere che compongono la mostra antologica del MART, portano titoli quali testoimmagine, scritturaimmagine, antolonginea, biverbio, verso diverso, tra scritto, tra verso, verbale – erbale, tra oltre, ideanimo, paginomenico, vegepagine, endomondo nei quali è possibile avvertire la necessità di tracciare un alfabeto che, giocando con la rielaborazione di registri diversissimi, schiuda i segreti della pagina e del libro. Ne vien fuori un autentico campo d’azione, fatto di presenze che si dividono tra la carta e il legno naturale sui quali, l’una alimentando l’altra, la pittura e il collage mimano sporgenze e la scultura predispone intagli, con una sempre più evidente capacità manuale e una autonoma oggettualizzazione formale originata da un viaggio interiore carico di stupori e di sorprese, prime fra tutte la capacità di intravedere in piccoli frammenti quanto vi è celato o imperscrutabile. È possibile visitare la collezione delle opere di Conte con il biglietto unico di ingresso al MUSMA nel quale è allestita, dal 19 gennaio scorso, la mostra dedicata a “Lacerba. Un centenario”, rilettura, attraverso immagini e documenti, della celebre rivista futurista diretta da Ardengo Soffici e Giovanni Papini.
MUSMA, biblioteca “Vanni Scheiwiller” Palazzo Pomarici - Via San Giacomo (Sasso Caveoso) Matera http://www.musma.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
ENZO BRISCESE
Paesaggio torinese - omaggio a Casorati 60x70 cm - t.m. su tela - 2011
Galleria ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905
Associazione culturale “Napoli Nostra L’associazione culturale “Napoli Nostra” iscritta nell’Albo Regionale Campano del Volontariato, intende promuovere tra gli associati, gli artisti ed i cittadini la cultura intesa come momento di crescita e di sviluppo morale e sociale della popolazione, realizzando mostre di pittura, scultura e grafica in Italia e all’estero e pubblicazioni di cataloghi e testi di storia dell’arte. Oltre alle esposizioni personali promuove anche numerose collettive, come le consuete “Arte in Vetrina” e “Arte fra la Gente”, grazie alle quali talenti di differenti stili e correnti possono esprimere il loro sentire, liberando voci molteplici. Si tratta di iniziative patrocinate dal comune di Napoli, che mettono a disposizione degli artisti luoghi inusuali, quali possono essere quelli delle vetrine degli esercizi commerciali, la magnifica scalinata liberty in via dei Mille, la splendida Galleria Umberto I, che da salotto della città si trasforma così in una gigantesca location espositiva. Dall'ottobre del 1997 ad oggi sono state organizzate numerose collettive anche in prestigiose sedi internazionali, come il Museo Etnografico di San Pietroburgo, teatro dell’evento "Stagioni Italiane" e di recente l'Art Centre di Silkeborg Bad in Danimarca e la Maison d'Italie presso la Cité Internationale Universitaire de Paris, che ha ospitato la mostra itinerante dal titolo "Luci, Colori e Forme del Terzo Millennio. Da segnalare inoltre l’ideazione del prezioso testo di storia dell’arte “Fra tradizione e innovazione, artisti italiani da non dimenticare” che costituisce il secondo volume di un’opera enciclopedica che ha già visto pubblicare il primo tomo, dedicato agli artisti del mezzogiorno, e darà a breve alla luce il terzo, che riguarderà quelli europei. Quest’ultimo è attualmente in fase di ultimazione è sarà costituito da oltre cinquecento pagine in cui ogni artista verrà storicizzato dal professor Rosario Pinto, storico dell’arte e docente presso rinomate università ed accademie. L’opera sarà inoltre utilizzata come materiale di studio dagli studenti universitari. La finalità è quella di avviare una ricerca scientifica, che prevede l’inserimento gratuito degli artisti, ed instaura una collaborazione con il Metropolitan Museum of Art di New York, che conserva l’enciclopedia nella biblioteca Thomas John Watson. Il terzo volume sarà presentato a Parigi presso la Citè Internazionale Universitaire. Tra le prossime esposizioni di rilievo quella che verrà realizzata dal 16 al 23 marzo 2013 presso la galleria “La Pigna” di proprietà del Vaticano e sede dell’ Ucai (Unione cattolica artisti italiani) di Roma, sita in via della pigna 13/a, nel seicentesco Palazzo Pontificio Maffei Marescotti. La mostra, aperta a differenti discipline come pittura, scultura e grafica sarà intitolata “Linee artistiche a confronto”; le selezioni sono ancora aperte e l’intento è quello di promuovere, in un contesto d’eccellenza, un insieme di voci capaci di compenetrarsi in un’esperienza estetica aperta a molteplici incursioni.
ASSOCIAZIONE CULTURALE “NAPOLI NOSTRA” vico Berio, 4 (di fronte Galleria Umberto I, via Toledo) - 80132 – Napoli tel.081/4249786, tel-fax 081/415123 www.napolinostra.com info@napolinostra.com Direttore Artistico Ingegner Gennaro Corduas cell. 3393218464, 3349273338
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L’opinione di Giovanna Arancio
ATEMPORALITA’ E STORA DELL’IMMAGINE I termini immagine e figura, entrambi di derivazione latina, hanno subito un percorso plurisecolare adattandosi alle esigenze e agli sviluppi sociali ed artistici succedutisi. Nel secolo scorso immagine è diventata sinonimo di un raffigurare ed un interpretare il reale fisico, il concetto, l’idea. Anche la parola figura, originariamente così legata alla materialità (“plasmare”), ha acquisito un’accezione allargata di significato. Questa mostra si accentra sulla nuova figurazione; occorre chiarire. Se nel Novecento si sono via via imposte in modo dominante le articolate correnti di arte astratta ed informale (a cui vanno ad aggiungersi le ricerche in campo analitico, concettuale, minimalista, ecc.) ora invece i filoni figurativi, prima molto spesso in sottotraccia, emergono tramite nuove manifestazioni originali e diverse. Per figurazione si torna a parlare in senso stretto di un rimando alla fisicità, per quanto trasfigurata e “ricreata”. Gli attuali materiali e le tecniche utilizzate sono molteplici e innovativi ma tutti segnati da un profondo debito ora verso la tradizione ora, in particolare, verso i linguaggi stilistici novecenteschi. La figura che si manifesta ha quindi i tratti caratteristici della contemporaneità, radicata su un sostrato profondo, e ripropone prepotentemente anche il corpo umano, come se troppo a lungo esso fosse stato compresso. E’un’immagine sia atemporale, fuori dal tempo, in quanto portatrice di una ricerca universale di senso, e sia storica perché capace di offrire la singolarità dell’analisi odierna. Appare pertanto un aspetto intransitivo, trasversale, una sorta di linea di congiungimento tra l’adesso e il non più, fra l’adesso e il non ancora; esso si carica degli interrogativi esistenziali insiti nella natura umana, caleidoscopica ed immutabile; ad esso si intreccia senza soluzione di continuità l’inserto temporale che “passa”, fragile ed unico, pervaso dalle inquietudini in cui viviamo. Di conseguenza da questo scenario si declinano le interpretazioni più svariate di un’arte giovane: emergono non soltanto le pesanti ombre dell’attuale fase di passaggio ma anche le fantasie, la risignificazione e la voglia di farcela.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CAMPANIA
Metro Art Tour NAPOLI
Le Stazioni dell’Arte nascono da un progetto promosso dall’amministrazione comunale per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea. Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, oltre 180 opere di 90 tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico. La realizzazione delle stesse stazioni, affidata ad architetti di fama internazionale ha rappresentato un momento di forte riqualificazione di vaste aree del tessuto urbano. Ogni martedì visite guidate alle stazioni dell'arte L'appuntamento è alle ore 10.30 presso l'atrio stazione Toledo (ingresso tornelli) per proseguire poi su Università, dove la visita avrà termine (durata complessiva circa 90 minuti). I partecipanti dovranno essere muniti del titolo di viaggio. Non è necessaria la prenotazione. Contatti: infoarte@metro.na.it Metro Art Tour è un'occasione di viaggio inedita, tra arte e architettura. L'iniziativa punta a favorire la conoscenza del ricco patrimonio di arte contemporanea presente nelle stazioni del metrò di Napoli. Un vero e proprio museo aperto a tutti, in cui gli spazi funzionali ed eleganti, progettati da architetti di fama internazionale, si fondono con i lavori dei massimi esponenti dell'arte contemporanea mondiale
Castel dell’Ovo Napoli Patrocinio di Comune di Napoli Consolato generale del Giappone in Napoli Centro d’arte e cultura Il Ramo d’Oro Curata da Vincenzo Montella , presidente de “Il Ramo
NIJIIRO (Rainbow Connections) Exhibition Mostra d’arte internazionale One Mind and One Heart dalla calamità alla creatività 9-21/3/2013 Orario: Feriali: 10-18 Festivi 10-13 L’11/3/2013 ore 11 gli artisti incontreranno il pubblico; dalle ore 16 alle 18, cerimonia inaugurale con dimostrazione d’arte calligrafica orientale in commemorazione dello tsunami e del disastro nucleare di Fukushima, Giappone, e in ricordo delle vittime. Artisti da Italia, Francia, USA, Indonesia, Bahrain, Cina, Corea, Giappone reagiscono con le proprie opere ai disastri naturali esprimendo insieme al lutto la forza dei sentimenti e dell’umana creatività.
Partecipano: Zain Alsaie, Yoshiko Anzai, Kousei Asano, Elisabeth Baraduc, Paola Billi, Hope BonenClark, Marlow Brooks, Elisabeth Burgun, Virgine Cadart, Toni Carlton, David Chang, Christine Dabadie-Fabreguettes, Guido Della Giovanna, Giuseppe Di Franco, Gianfranco Erbani, Chris Haggarty, Michiko Hamasaki, Toukoku Harada, Makiko Hoshide, Ikuko Ishii, Beth Johnson, Jenny Johnson, Sandee Johnson, Susan Johnson, Hiroko Kawanishi, Kim Jongwon, Kim Juewhe, Claire Kito, uyoh Kobayashi, Teigetsu Koyama, Kwak Jungwoo, Lee Byeongdo, Lee Byoungnam, Lee Kyungja, Franco Lista, Erika Lizee, Kichung Lee Lizee, Setyo Mardiyatoro, Susan Marlow, Treva McLean, Ryokusui Motegi, Fujie Motoki, Gyokuryu Nishiwaki, Michiko Oda, Park Geumsook, Nicola Piccioli, Junco Sato Pollack, Paola Rago, Unso Sagawa, Shin Eunsook, Pasquale Sica, Yukiko Sugaya, Kouen Sumi, Tosen Usuda, Pat Viles, Kaisyu Yanagisawa, Yu Seoungeui
GALLERIA IL CATALOGO SALERNO
http://www.ilcatalogo.com/
L’opinione di Annamaria Parlato
Pamart Consulenza e Progettazione Culturale - www.pamart.it ALESSANDRO PAPARI Nome: Alessandro; Cognome: Papari; Professione: Artista. Classe 1971, grandi occhi scuri, sguardo fiero, carattere solare e mediterraneo, vive e lavora a Napoli. Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti nella sua città, Papari per la prima volta nel 1998 presenta la sua personale alla Galleria Spazio Arte di Napoli. Alla sua carriera sono stati assegnati a ragione tantissimi riconoscimenti e premi, tra cui nel 1999 il Premio Lefranc Bourgeois, Milano e Parigi, è secondo al Premio Morlotti di Imbersago, mentre nel 2002 è risultato vincitore e primo classificato ancora al Premio Morlotti. Le sue personali più importanti sono quella del 2005 “Philip Dick a Bagnoli”, curata da Flaminio Gualdoni al Ta Matete in Roma; “Missing” del 2009 presso la Galleria Spazio Arte di Milano con la critica di Giorgio Seveso; “Blessed” del 2011 presso la Changing Role Move Over Gallery di Napoli; “Nina” nuova immagine napoletana, al museo Pan di Napoli del 2012. Papari nel 2011 ha partecipato alla 54 edizione della biennale di Venezia, al “padiglione accademia” a cura di Vittorio Sgarbi. Tra i suoi recent works vi è il ciclo “Circle” del 2012, sul quale Papari da vigoroso e coraggioso pioniere del XXI secolo ha posto le basi per nuove ricerche di sperimentazione sulle tecniche pittoriche e nuovi spunti di riflessione su cui focalizzare l’analisi storico-artistica. Papari è cresciuto in un ambiente dove mare, terra, gente, tradizioni influenzano la visione della vita e tutto ciò è ravvisabile nella sua produzione, di cui “Circle” è l’emblema. “Circle” è un mondo surreale creato dall’artista, che si pone in bilico tra gli spazi della fantasia e della memoria e le forti emozioni, la fatica, il dolore. A far parte di questo mondo vi sono uomini, donne, giocolieri che come in grande circo immaginario creano attraverso le rotazioni di uno o più oggetti o attraverso le loro acrobazie, grandi cerchi e spirali dai contorni a volte definiti a volte rarefatti e quasi cancellati. La storia dell’arte è ricca di rappresentazioni circensi e di giocolieri dall’aria inquietante e malinconica, soprattutto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ravvisabili nelle opere di Toulouse Lautrec, di Degas, di Seurat, di Picasso, Lèger, Mirò e Chagall. Ma giocolieri come quelli rappresentati da Papari non se n’erano mai visti prima, così spiazzanti e terribilmente contemporanei. Le strepitose tele Circle e Circle of water, mettono in primo piano giocolieri che spesso fanno parte di realtà dimenticate, spesso ai margini della società, vengono sulla tela silenziosamente messi in primo piano, come degli eroi che con il loro vortici, le spirali e i frenetici movimenti creano un magistrale equilibrio compositivo di luci e ombre sino a rendere il senso dell'indefinito una sospesa immobilità. Il cerchio è sicuramente una forma geometrica che ha simboleggiato durante l’Umanesimo e il Rinascimento la perfezione, la vita e la morte, il principio e la fine, e che in “Circle” ha ispirato Papari per una visione più moderna della pittura, che in lui si sviluppa partendo da solide basi riconducibili ad aspetti contenutistici e formali appartenuti alla tradizione e che qui si traducono in un personale linguaggio espressivo, sempre teso al perfezionamento, all'acquisizione di ulteriori requisiti formali, cromatici e contenutistici. Costruzioni di luci, vortici di un caos paradossalmente composto, shock cromatico: il colore si scompone e si ricompone, offre una visione inaspettata della quotidianità. I personaggi che affollano le tele di Papari senza mezzi termini e in maniera poco convenzionale, sono nudi, indifesi, perduti talora ed incapaci di affrontare se non con un urlo privo di suoni le circostanze storiche. Papari è l’artista-giocoliere e costruisce in questo modo una nuova estetica basata sulla tragedia della solitudine, in un contesto sociale dove vige il relativismo dei valori, ma che egli stesso è capace di disintegrare facendosi portavoce di azioni tese alla protesta che sono poi indentificabili nell’arte stessa. Il senso delle opere di Papari va ben oltre il visibile e citando Guy de Maupassant si può affermare che: “Un’opera d’arte è superiore soltanto se è, nello stesso tempo, un simbolo e l’espressione esatta di una realtà”, ovvero espressione e figlia del suo tempo.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
CALABRIA
Assessore Mario Caligiuri
Museo d’ Arte moderna e contemporanea di Catanzaro-MARCA Il Museo Provinciale di Catanzaro veniva inaugurato nel 1879 ed aveva, come molte istituzioni museali contemporanee, un' impronta di carattere "antiquariale" con una prevalenza di materiale archeologico ed una limitata collezione di opere pittoriche. Queste si sarebbero nel tempo incrementate grazie, anche, alla partecipazione della Provincia di catanzaro in qualità di azionista della Società Promotrice di Belle Arti Napoletana. Al nucleo originario appartengono alcune opere provenienti dagli enti ecclesiastici soppressi quali la Madonna degli angeli di Antonello de Saliba e, probabilmente, anche la Madonna in gloria di Battistello Caracciolo oltre ad un consistente patrimonio archeologico e numismatico, oggi confluito nel museo civico archeologico di Villa Trieste. Nel secondo dopoguerra (1963) viene acquistata una consistente raccolta di ben 38 dipinti del cortalese Andrea Cefaly e nel 1966 vengono acquisiti ben 34 calchi in gesso dello scultore Francesco Jerace. L' attuale esposizione museale inaugurata nel 2008 risulta suddivisa in tre ambienti e consiste di un notevole patrimonio di opere databili tra il 500 e il '900, cui si aggiungono quelle della Fondazione Rotella che prende nome da uno dei più grandi maestri del secolo appena trascorso, il catanzarese Mimmo Rotella. Altra esposizione temporanea è quella degli artisti Perina e Vele con 20 opere (sculture, installazioni, disegni e progetti) ed una serie di nuovi lavori del 2008 proposti in anteprima. Con l’intento di collegare il linguaggio artistico contemporaneo con le tradizioni legate ai luoghi catanzaresi, il museo ha ospitato anche 15 scatti inediti della fotografa Paola De Pietri (ritratti e paesaggi di Catanzaro e dintorni); due installazioni site - specific di Flavio Favelli, autore del bar del museo Mambo; sculture in gesso, bronzo e resina di Davide Rivalta raffiguranti alcuni tra gli animali dipinti nelle tele realizzate da paesaggisti ottocenteschi e custodite nella Pinacoteca e Gipsoteca. Museo MARCA - Via Alessandro Turco, 63 - 88100 Catanzaro Mimmo Rotella - Lamiere
Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30; chiuso lunedì. Ingresso: 3 euro
Angelo Savelli. Il Maestro del bianco Dal 15 dicembre 2012 al 30 marzo 2013
Una retrospettiva di uno dei maggiori protagonisti del dopoguerra, la cui ultima mostra pubblica risale al 1995, anno della sua morte e dell’invito alla Biennale di Venezia, quando le sue opere furono presentate dal museo Pecci di Prato. Angelo Savelli, nato nel 1911 a Pizzo Calabro, proprio in Calabria ha avuto i suoi primi riconoscimenti con il Premio Mattia Preti ricevuto nel 1935. Sebbene negli anni ottanta si fosse trasferito a New York, non dimenticò mai i legami con la sua terra e nel 1991 venne aperto a Lamezia Terme il Centro Angelo Savelli. Orario: tutti i giorni 9.30 / 13.00 - 15.30 / 20.00; chiuso lunedì
MARCA - Museo delle Arti - Catanzaro
Via Alessandro Turco 63 Telefono: 0961. 746797 E-mail: info@museomarca.com Sito web: http://www.museomarca.info/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Pierfrancesco Solimene
Discepolo
GIRARDI
L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Calabria
Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE
SICILIA
Pinacoteca Palazzo dei Filippini Il palazzo di San Filippo Neri venne costruito nel 1703, progettato dall’architetto Simone Mancuso. Fu eretto accanto alla chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1656 e affidata, fino alla fine del secolo scorso, alla Congregazione dei Padri Filippini. Fu così che prese piede ad Agrigento il culto per il santo fondatore del loro ordine, al quale è dedicata una cappella all’interno del Santuario. Del palazzo si apprezza l’atrio con pozzo centrale e l’edificio a tre piani. Nel 1860 il Palazzo dei Filippini ospitò le scuole superiori intitolate a Michele Foderà, un Museo di Storia Naturale, un osservatorio astronomico e una biblioteca con seimila volumi. L’attuale piano terra è stato costruito nella seconda metà dell’ottocento in seguito ad una ristrutturazione che abbassò l’ingresso monumentale centrale e rifondò le antiche basi, in occasione del livellamento della strada maestra. La ristrutturazione comportò la recisione di un antico ipogeo e mise alla luce aggrottamenti e cisterne di probabile origine araba. Oggi questo palazzo storico è sede di diverse mostre permanenti e temporanee, sono presenti quadri del Giambecchina, LoJacono, Politi e Santella.
Agrigento, Piazza Pirandello Orario visite: dal Lunedì al Sabato dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00.
Museo Regionale di Messina Il Museo Regionale di Messina si trova nella parte nord della città e ad ospitarlo è l’ex filanda Barbera- Mellinghoff, del tardo ottocento. Nel corso degli anni sono state diverse le ristrutturazioni del palazzo, tutte atte a portare migliorie e tutelare l’esposizione delle opere. All’interno del Museo Archeologico di Messina sono documentati i fasti della città nei secoli (dal XII al XVIII), testimoniate da personaggi come Antonello, di Girolamo Alibrandi, di Polidoro e di Caravaggio, personaggi di spicco della cultura artistica messinese. Dopo il sisma del 1908 hanno preso parte alla collezione dipinti ed opere scultoree e preziosi manufatti decorativi, appartenuti ad edifici danneggiati e poi abbattuti. Oggi il Museo vanta un patrimonio immenso di opere che, accanto ai dipinti e alle sculture di autori prestigiosi e di artisti locali, annovera oggetti di arte decorativa di grande rilevanza.
Museo Regionale di Messina Viale della Libertà, 465, 98121 Messina - Telefono:090 361292 Orari ingresso : Chiuso il lunedì. Da martedì a sabato dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 18.30). Domenica e festivi dalle 9 alle 13 (ultimo ingresso alle 12.30) Biglietto singolo intero : 3,00 € Biglietto singolo ridotto: 1,50 € Biglietto unico cumulativo: Unico cumulativo Note: Biglietto per l'ingresso residenti nella provincia: 1,00 € Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione
Il processo creativo che si evince da un attento esame di queste opere è riconducibile a tre essenziali campi di intervento: il primo è caratterizzato dall’interpretazione, in chiave moderna, del processo attraverso il quale la natura afferma la propria esistenza nelle molteplici forme e varietà che pervadono il nostro mondo. Il secondo si manifesta nello studio compositivo e architettonico della loro struttura portante: innumerevoli combinazioni geometriche che si intrecciano tra loro permettono all’osservatore di entrare in un mondo ricco di suggestioni visive; lo spazio viene così riempito, in un gioco di piani che si sovrappongono pur mantenendo ben salda l’armonia d’insieme . Il terzo campo d’intervento invece si svela quando la scultura viene accesa. Al suo interno sono infatti inserite, in modi diversi a seconda dell’opera, fonti luminose che, una volta azionate, hanno diverse funzioni: esaltare i volumi e la profondità della composizione, creare un gioco di chiaro-scuri di diverse tonalità che evidenziano l’alternanza dei pieni e dei vuoti, proiettare geometrie d’ombra sulle superfici limitrofe o inserite al suo interno . Il risultato di ciò che è stato finora descritto è stato ottenuto anche grazie alla scelta e alla combinazione di alcuni materiali, tra i quali si evidenziano il ferro e altre leghe più o meno leggere (alluminio) utilizzate come ossatura o telaio e una speciale mescola di sabbie e polveri di marmo che serve a dare sostanza ai volumi .
Studio Barnum contemporary NotArte artisti associati del Val di Noto Centro di NOTOrietà Ex Collegio dei Gesuiti via Silvio Spaventa, 4 corso Vittorio Emanuele, 91 96017 - Noto - Sicilia +39 347 6390763 - +39 0931 574797 vimedica@studiobarnum.it www.studiobarnum.it www.notarte.it
L’opinione di Nuccio Mula Scrittore – giornalista
Docente universitario - Critico internazionale d’Arte e Letteratura Presidente della Giuria Internazionale del Concorso “Esponi e Vinci” 2012
Valentina Russo Opera di lettura complessa ed immediata al tempo, ergo riuscita a sintetizzare al meglio, iconograficamente e concettualmente, il rimando diretto ad una celebre novella di Luigi Pirandello, qui raffigurato per intensità e spessore di tratti ad evocare, da uno sfondo di policromie funzionalmente assemblate ad interfacciarne le fattezze identitarie, un messaggio che diviene severo monito all’abbandono d’una omologante “mediocritas”, amplificato da inserimenti di “writing” a controbilanciarne la drammaticità per segnali e tragitti di Speranza.
Giuseppe Porretta Attimo immoto e pulsante d’una sequenza naturalistica di grande forza espressiva nel riprenderne i toni, le carature, le cromie, le compostezze, le vibrazioni e le trasfigurazioni attraverso un figurativismo fuori da qualsivoglia oleografia di prevedibilità, intriso “in toto” di minuziosi precisionismi ad ottimizzarne la visione ambientale e di pastosi rilievi del tocco a riequilibrarne la riscrittura pittorica tramite quiete luminescenze ed invisibili brezze d’un altrettanto rarefatto sommovimento atmosferico a sublimarne la liricità di sicilitudine.
Marina Moscato Epifania di un’Affabulazione gravida e sussultoria, in apparenza deprivata da ogni concreto incombere sullo scenario immoto del raffigurare rarefatto ma, in realtà, affollata d’insondabili presenze nascoste, di sortileghe assenze presentificate, di esoterismi echeggianti, di silenziose ma percepibili coralità a salmodiare enigmi e vaticini, di trasmutazioni cromatiche e luministiche abilitate a conferire superiore dimensione di surrealtà ad un contesto che, per tali ondulazioni di supersegni, diviene “container” di fascinose, inquietanti attrazioni. Angela Melfa Espressione esemplare d’una reale e duttile polivalenza del creare che permette all’Artista di attestarsi, e con esiti costantemente a pregevole livello, su posizioni di alta, oggettiva, magistrale predominanza nell’intuire, monitorare, selezionare e riprendere nei diversi aspetti espressivi delle Arti Visive, l’opera, in cui il soggetto, per dominare ogni altro elemento configurativo, é fatto emergere da un contesto solo accennato e sfuggente, diviene Icona dell’Eros, limpida di dettagli e di carne nel trepidante scorrere di un’attesa ebbra di promesse.
EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA
SARDEGNA
Visioni di Sardegna. Stampe e disegni dalle Collezioni statali Se la Sardegna degli inizi del XX secolo fatica a uscire dall’isolamento e i suoi artisti stentano - tranne che in rari casi e momenti - a ottenere riconoscimenti e visibilità, è con il diffondersi della pratica dell’incisione che si afferma invece una sua preminenza in campo nazionale, alimentata dalla creazione di una vera e propria scuola, riconosciuta e apprezzata in Italia e all’estero. Visioni di Sardegna sono quelle che complessivamente regala la Collezione di stampe di Giuseppe Tomè, riunita nell’arco dei circa trent’anni che costituiscono il periodo d’oro della scuola - dagli anni Venti ai Cinquanta - e ricca di una settantina di pezzi, quasi tutti di maestri sardi, ma non solo. È la prima volta che si ha modo di esporre in modo organico almeno parte di questa importante sezione della Collezione, a più di quarant’anni dalla sua donazione allo Stato; l’accompagna e completa una piccola scelta di opere appartenute a un altro grande collezionista di arte sarda del Novecento, Antonio Dessena. Accanto alla selezione delle incisioni si presentano alcuni disegni, soprattutto ritratti realizzati a gessetto, come l’inedito Ragazzo di Mario Paglietti, un bel monotipo di Antonio Ballero (Serafina: se ne conosceva finora una copia di qualità inferiore, pubblicata nella monografia sull’artista), e una raccolta di strumenti e matrici originali, sia in legno che in metallo, di Felice Melis Marini e Iginio Zara, provenienti da collezioni private. La sezione didattica della mostra è costituita da un pannello con semplici spiegazioni sulle tecniche e un video, prodotto per l’occasione, nel quale l’incisore Enrico Piras illustra concretamente le varie tecniche. Accompagnano le classiche stampe in bianco e nero le colorate linoleografie di Giuseppe Biasi, che riveste anche per l’incisione il ruolo di pioniere nell’Isola; ma la presenza in mostra di quasi tutti i maggiori autori del periodo permette di valutare le varie attitudini e differenze, e gustare i risultati eccezionali raggiunti dagli altri incisori, quelli, per così dire, più “puri” - Stanis Dessy, Mario Delitala, Remo Branca, Carmelo Floris. La sicura e salda amicizia di Giuseppe Tomè con Stanis Dessy, autore di un terzo delle opere collezionate, fa sì che siano le sue stampe a far la parte del leone: sua perciò la maggior parte delle stampe in mostra, sua l’immagine simbolo della mostra, la splendida xilografia Concerto, esposta a Firenze nel 1933 nella I Mostra Sindacale Nazionale, chiamata a comporre, in un accordo a più voci, una sequenza armonica di Visioni di Sardegna, esempi di rara bellezza.
Pinacoteca Mus’a al Canopoleno Piazza Santa Caterina 4 Sassari Telefono: 079231560 http://www.pinacotecamusa.it/
Data Inizio:11 dicembre 2012 - Data Fine: 05 aprile 2013 Orario: 9.00 - 13.30 (dal lunedì al venerdì)/ 15.00-17.00 (lunedì-martedì) ; Chiuso Sabato e domenica Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
L’opinione S P A Z I O R I S E R VAT O A Critico/Curatore della Sardegna
Questa Rivista nasce dall’esigenza di creare una rete di rapporti con artisti e operatori del settore al fine di far emergere talenti e creatività presenti e sommersi nelle nostre varie regioni e in tal modo valorizzare le realtà artistiche del nostro territorio nazionale. Pertanto intendiamo.coinvolgere per ogni regione Critici, Curatori, Galleristi, Associazioni Culturali e Artisti, offrendo a ciascuno uno spazio dove poter far conoscere e pubblicizzare le loro specifiche attività. Ciò permette a chi sia interessato, di avere un agevole punto di riferimento su tutto il territorio circa le opportunità istituzionali e private (ivi presenti). Apriamo uno spazio per condividere esperienze, sensazioni, opinio ni e permettere una reale collaborazione e scambio tra le varie realtà culturali italiane nonchè una finestra verso il mondo internazionale. Intendiamo cioè superare per quanto ci compete l’attuale frammentazione espositiva e propositiva e far emergere quanto di meglio affiora nel nostro settore. Vi invitiamo pertanto ad aderire alla nostra iniziativa scrivendoci a: direzione@rivista20.com
Archeologia del 6000. Reperti dalla contemporaneità Piccola storia dell’arte nel Ticino 23 febbraio – 16 giugno 2013 Il Museo in erba di Bellinzona propone, per la primavera, due mostre che invitano a un fantastico viaggio fra futuro e passato. Al primo piano i bambini vivono l’esperienza dell’archeologo per allenarsi a guardare con occhi diversi il quotidiano ma anche per scoprire il dadaismo, Man Ray e Marcel Duchamp. Al piano inferiore, invece, i piccoli visitatori oltre a scoprire alcuni importanti artisti ticinesi e i musei che ospitano le loro opere, si confrontano con tradizioni, mestieri e usanze che appartengono al nostro passato recente.
Piccola storia dell’arte nel Ticino La mostra è stata realizzata nel 2001 dal Museo in erba di Bellinzona (Loredana Bianchi, Stella Nessi, Maria Will) in collaborazione con il Musée en Herbe di Parigi (Sylvie Girardet e Norbert Journo). L’atelier propone un ricco programma di attività, incontri con artisti, laboratori per tutta la famiglia e, su appuntamento, anche per gruppi di adulti. Il programma dettagliato dell’atelier così come le comunicazioni per i docenti sono scaricabili dal nostro sito: www.museoinerba. com 23 febbraio – 17 giugno 2013 Orari: lu - ve: 8.30 - 11.30 * 13.30 - 16.30 Sabato, domenica e vacanze scolastiche: 14.00 - 17.00 Chiuso: festivi. Per informazioni e prenotazioni (visite scolaresche, gruppi e atelier): Il Museo in erba, Piazza Giuseppe Buffi 8, 6500 Bellinzona, Svizzera Tel. + 41 91 835.52.54; ilmuseoinerba@bluewin.ch; www.museoinerba.com Con il sostegno di: Coop Cultura; Dicastero Cultura Bellinzona, Repubblica e Cantone Ticino–Fondo Swisslos, AMB-Aziende Municipalizzate Bellinzona, LaRegioneTicino, Ticino Turismo, Ente Turistico Bellinzona, uessearte. Ufficio stampa: uessearte tel. (0039)031269393 fax (0039)031267265 e-mail info@uessearte.it.
CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905
Enzo Briscese
Presidente C.C. Ariele
STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 40 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 20 x 20 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E NEL 2013, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI
LO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA GALLERIA ARIELE E’ DISPONIBILE PER PERSONALI E COLLETTIVE NELLE SEGUENTI DATE: - Anno 2013 - dal 29 giugno al 30 luglio - dal 14 al 28 settembre - dal 05 al 19 ottobre - dal 6 al 20 aprile - dal 26 ottobre al 9 novembre - dal 27 aprile al 11 maggio - dal 16 al 30 novembre - dal 08 al 22 giugno - dal 07 dicembre al 09 gennaio NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com
SANDRA VANDELLI ENRICO CHALLIER
ALESSIA ZOLFO