Galleria Ariele presenta
Marco Bettio
Galleria Ariele www.galleria-ariele.com testo critico
Giovanna Arancio impaginazione e grafica
Gianguido Oggeri Breda Rosaria Di Dio
in copertina
particolare dell’opera “Landscape’s frame - de profundis”.
Galleria Ariele presenta
Marco Bettio
BIOGRAFIA
Marco Bettio è nato a Padova nel 1974. Dopo aver vissuto diversi anni in Toscana, dal 2002 vive e lavora tra Milano ed Imperia. Dopo il diploma di maturità artistica, ha studiato “Pittura” presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e “Scultura” presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha seguito inoltre i corsi di “Restauro” presso l’Istituto di Restauro di Greve in Chianti (FI), distaccamento del Museo Archeologico Egizio di Firenze nell’anno accademico 1990/1991.
CRITICA
“Nei dipinti di Marco Bettio il transito umano e” tacitamente avvertito e vissuto nella sua debole forza di passaggio temporaneo. All’interno di alcuni lavori s’intravvedono ancora minute sagome di persone ma sono apparizioni rare e appena avvertibili. Perlopiù però traspaiono solo pochi cenni lasciati dall’uomo, attraversamenti sparsi, testimonianze tradite da un cancello,un reticolato, un palo, un gomito di strada. La ricerca del pittore, influenzato all’origine dalla poetica del sublime nel paesaggio di Friedrich, di marca mitteleuropea, si sviluppa verso nuove direzioni conservando la scia di quell’influsso ma strutturando l’impianto attraverso un processo di semplificazione che premia una radicale essenzialità’ compositiva. Inoltre Marco Bettio lavora su un doppio binario pittorico in apparenza contraddittorio: la pittura del fondale e’ legata al gesto in un linguaggio quasi sempre informale e dinamico, mentre il primo piano paesaggistico contrasta - si esalta grazie ad un segno controllato, attento al dettaglio e cromaticamente tonale. Via via lo sfondo dilaga, la figurazione si assottiglia ulteriormente, scompare, ritorna trasfigurata in un gioco singolare di spazialità e di colori e luci. Mente e pennello si intrecciano. Il colorismo e’ una tastiera dai tocchi esperti. Proviamo ad attraversare con i sensi l’installazione in mostra, composta da sedici oli. E’ come entrare in una rapsodia ungherese lisztiana”. (estratto dal testo critico della mostra “Attraversamenti sparsi”)
“Landscape’s frame” olio su tela, 2009, cm 30 x 20.
“Landscape’s frame” olio su tela, 2009, cm 50 x 35.
“Landscape’s frame” olio su tela, 2010, cm 50 x 35.
“Landscape’s frame - mattatoio” olio su tela, 2010, cm 60 x 40.
“Landscape’s frame - de profundis” olio su tela, 2010, cm 60 x 40.
“Installazione di 16 tele” olio su tela, 2011, cm 215 x 155.
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