Galleria Ariele presenta
Virgilio Patarini
Galleria Ariele www.galleria-ariele.com testo critico
Paolo Levi impaginazione e grafica
Gianguido Oggeri Breda Rosaria Di DIo
in copertina
particolare dell’opera “La caduta di Berlino”
Galleria Ariele presenta
Virgilio Patarini
BIOGRAFIA
Virgilio Patarini (Breno, 1967) pittore, scrittore, regista teatrale e curatore di mostre, ha al suo attivo la messa in scena di numerosi spettacoli teatrali, l’ideazione, l’organizzazione e la direzione artistica di festivals e rassegne teatrali e multidisciplinari, la curatela di oltre trecento mostre d’arte contemporanea (per lo più artisti giovani e emergenti), di oltre cinquanta cataloghi d’arte contemporanea (idem) e, come autore, la pubblicazione di alcune opere letterarie di poesia, narrativa e teatro. E’ attualmente direttore artistico di due gallerie milanesi: l’Atelier Chagall (dal 2003, con Valentina Carrera) e la Galleria Zamenhof (idem, dal 2008). Nel 2010 ha privilegiato la realizzazione di sculture e grandi installazioni ‘site specific’ in spazi e contesti museali: nel mese di maggio ha presentato un’installazione dedicata ad Ofelia al Castello Estense di Ferrara, reinterpretata poi a luglio alla Pinacoteca Civica di Imperia, a settembre dieci sue installazioni hanno invaso il Castello Malaspina di Massa; a novembre un’installazione al Castello di Carlo V a Lecce (Post-Avanguardia, a cura di P. Levi e V. Patarini, catalogo Editoriale Giorgio Mondadori, maggio 2010) e una al Grand Palais di Parigi (‘Art en Capital, Salon Comparaisons 2010’, sezione ‘Installazioni libere’, a cura di Ewa Novak, catalogo ed. Casta Diva, Paris, nov. 2010). Nel gennaio 2011 una grande mostra antologica a cura di Rosamaria Desiderio e Cristina Stashkevich, alla Galleria Zamenhof di Milano.
CRITICA “Le installazioni di Patarini, in un contesto di dimensione corale, raccolgonoracchiudono non solo l’anima, il gioco, il tormento, la riflessione dell’artista, ma diventano “altro” nutrendosi delle chiavi di lettura offerte dallo spettatore in un processo di continuo arricchimento. Si tratta di opere in cui viene ridotto al minimo l’intervento dell’artista e la creazione viene abbandonata al suo destino, connettendosi solo al luogo e al momento in cui si esprime, in netta antitesi con il principio della riproducibilità seriale dell’opera d’arte”. (estratto dal testo critico di Rosamaria Desiderio) Quando si guarda un quadro la lettura non è mai unica. La verità di un quadro è poliedrica, come siamo poliedrici noi. Così, se prendiamo un quadro di Patarini, abbiamo la chiave di lettura informale, poi ci accorgiamo che ci siamo ingannati e vediamo che c’è l’elemento figurale, poi scopriamo che abbiamo trascurato l’aspetto buio, oscuro, misterico, assolutamente non infero, della sua tipologia di pittura… Sono quadri di cui ognuno di noi può dare una spiegazione in base alla propria soggettività. Io credo che il compito di un critico d’arte debba essere assolutamente umile. Non deve essere dittatoriale. Il critico d’arte non deve dare dei messaggi se non di carattere etico, se si è laici, o spirituale se si è dei devoti. In effetti io sono un critico d’arte che unisce non solo l’eticità, ma anche la devozione… Quindi un quadro va letto per la sua carica di spiritualità”. (estratto dal testo critico di Paolo Levi)
“La caduta di Berlino (B side)� tecnica mista e cemento su tela, cm 100x100, 2011
“La riscossa di Davide� tecnica mista e cemento su tela, cm 100x100, 2011
“Di che reggimento siete, fratelli� tecnica-mista e cemento su tela, cm 150x100, 2011
“Le notti di Argo”, 2010
“Nostalgia di Arianna� 2010, cerchi di legno di botte, straccio, spago, h. cm 200
“La luna sul pozzo� cerchi di ferro e spago, Massa, Castello Malaspina, sett. 2010
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