Mostra legnano

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CONTEMPORANEA OVEST

A R T I S T I C E N T R O C U LT U R A L E A R I E L E


Centro Culturale ARIELE


CONTEMPORANEA OVEST

ARTISTI CENTRO CULTURALE ARIELE


“Contemporanea Ovest”

Galleria “Antonello da MESSINA” a Legnano

Il 28 maggio 2016 presso lo spazio espositivo “Antonello da Messina”, galleria centrale di Legnano (Mi ) in via Roma, 17 sarà inaugurata un’interessante mostra denominata “Contemporanea Ovest” rilevando significativamente attraverso il titolo il suo essere formata da un compatto gruppo torinese di diciotto artisti figurativi. Si tratta di una raccolta di opere scelte che si caratterizza come variegato ventaglio di lavori pittorici e plastici di ottimo livello, diversi per realizzazione tecnica e linguaggio poetico.

L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al giorno 11 giugno prossimo e rappresenta una panoramica intrigante che merita di essere visitata. La mostra è il primo fecondo risultato di uno scambio fattivo tra artisti dell’Associazione Culturale “Antonello da Messina di Legnano e quelli del Centro Culturale Ariele di Torino ed è un primo passo verso una proficua collaborazione fra le realtà artistico-culturali delle due città.


NUOVE CONCEZIONI DELLO SGUARDO a cura di Giovanna Arancio

“ Non c’è uomo in terra capace di emettere un giudizio definitivo su quella che potrebbe essere la forma più bella dell’essere umano”. (A.Durer) E’ nota anche l’abilità di Durer- considerata prodigiosa ancora ai giorni nostri -nel dipingere scene di natura, in particolare fiori e animali. L’apparato simbolico che si riferisce all’animale è quanto mai sfaccettato e le sue metamorfosi si perdono nella notte dei tempi. Nondimeno è oltremodo complessa la raffigurazione del corpo umano sia dal punto di vista della significazione come della struttura e della resa espressiva. . “La figura umana, per quanto sia regolare, se nulla o poco significa, non ha diritto a piacere” (G.Zuccala) C’è da aggiungere che la figura, in senso lato, rappresentando il sentire del tempo in cui è stata elaborata, è con forza legata ad un giudizio che tenga conto di questo fattore: tra la figura di un artista rinascimentale ed una dipinta da un espressionista della modernità ci sono continuità ed abissi. Colpisce la moderna riflessione di totale soggettività di E. Schiele:”Quando mi guardo, mi sento costretto a guardarmi anche interiormente e a seguire che cosa voglio, che cosa avviene in me” Noi siamo figli di nuove concezioni dello sguardo che non fanno riferimento a sfrenate e incomprensibili libertà di linguaggio soggettivo ma a cambiamenti progressivi di cui portiamo avanti

i segni. Resta determinante il pensare, nella nostra tradizione occidentale, che oltre all’analisi dei valori anatomici occorre la ricerca che porti al dinamismo interiore della figurazione elaborata: ossia all’insieme dell’emozione data dall’impatto con il reale deve seguire l’intelaiatura intellettuale che ogni artista porta con sé e che non si può negare né dimenticare. Ci chiediamo che tipo di visione del reale le forme attuali generano. “Non v’è bellezza eccellente che non abbia qualche stranezza/rarità nelle sue proporzioni” (F.Bacon). I nostri artisti hanno alle spalle il Novecento con stature artistiche che hanno dischiuso vie mai percorse nel campo compositivo, cromatico, espressivo. Si pensi a Bacon. ai corpi umani e ai cani di Freud, ai fuggevoli conigli e ai ritratti di V.Gogh, ai fantasiosi dipinti di Chagall, alle scene domestiche di Matisse e di Bonnard, alle semplificazioni di Picasso , al lirico uccello di Magritte, ai filiformi cani e uomini di Giacometti, solo per citare alcuni esempi tralasciando un elenco importante che ci scusiamo di omettere. La figura , deformata, reinterpretata in chiave espressiva, contaminata dalla pluralità dei registri compositivi in circolazione, è arrivata fino a noi portando appresso i suoi nuovi drammi laceranti e la vitalità di questi nuovi tempi che intravvediamo tra le maglie nebbiose del nostro futuro.


CORRADO ALDERUCCI

Nato ad Avola (SR) nel 1946, Corrado Alderucci vive e lavora in via Giacomo Balla 1/a a Torino, dove ha frequentato negli anni Sessanta il Liceo Artistico «Vittorio Veneto», sotto la guida di Raffaele Pontecorvo, e, successivamente, i corsi serali ENALC per cartellonistica e grafica, allievo di Pippo Bercetti. Dal 1966 partecipa alle mostre e concorsi organizzati dalle Associazioni «An-

drea Zerbino», «Arte Città Amica», «Galleria Europa», «Arte Totale», «Piemonte Artistico Culturale». Ha esposto al Circolo Ufficiali di Torino, Fiera Milano, Castello di Moncucco, Palazzo Salmatoris a Cherasco, 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia Torino, Palazzo Lucerna di Rorà Bene Vagienna, Paratissima Torino, Ecomuseo del Freidano Settimo Torinese, Centro Incontri Regione Piemonte,


Galleria20 Torino. Testi critici: V.Bottino, M.Rocca, M.Centini, G.Milani, S.Greco, G.G.Massara, G.Folco, F.Legger, E.Papa. S.Ferrara, A.Oberti. Le matite, le barchette di carta proposte dall’artista nei suoi più recenti lavori, si manifestano come segni di un universo di disarmante semplicità, sono le testimonianze di un passato, le tracce di quell’uomo faber che rappresentava attraverso la sua operatività manuale, l’ancestrale pulsione umana al conoscere attraverso l’esperienza. Il modello conoscitivo contemporaneo passa attraverso una percezione virtuale della realtà, la simulaziome elettro-

nica esclude le mani dal processo dal fare e produrre. L’artista propone la matita come simbolo e archetipo, il medium tra l’immaginazione e l’azione creativa. Alcune opere di Alderucci testimoniano come continuamente il suo “io” si sovrapponga a pensieri differenti talvolta più drammatici, altre più solari. Si creano dunque simbologie geometriche create trascendendo la realtà e immergendo la propria anima in un vortice di forme scomposte, che richiamano soggetti come la casa, la matita, un profilo di un uomo.


MARCO BARUCCI


Marco Barucci nato a Torino nel 1976. Studia a Torino dove,dopo aver conseguito il diploma artistico,si iscrive all’Accademia Albertina che frequenta per alcuni anni con indirizzo scultura. Dal 1999 al 2008 segue l’attività di famiglia mai trascurando la pittura, sua grande passione,che esprime soprattutto in lavori su commissione. Espone per la prima volta nel 2012 a Torino in galleria Davico, vive e lavora a Torino.


GIORGIO BILLIA

Ha frequentato il liceo artistico e l’ Accademia di belle arti di Torino - insegna materie artistiche al liceo artistico “ A. PASSONI” di Torino. Vive e lavora a Rivoli (TO), tel. 3385000741. Mostre collettive e personali dal 1987 al 2014. ...le opere di Billia rivelano un’inquietudine categoriale che le rende sfuggenti, come del resto sono sfuggenti le sue immagini, costruite con particolari tanto eloquenti quanto

evasivi, che colpiscono per la loro intensità, mai per la loro completezza. Questa continua indicibilità, questo continuo sottrarsi non è un’esigenza formale. E’ un’esigenza mentale. Il problema di Billia non è tanto quello di superare i generi espressivi. E’ già stato fatto. Il suo problema è quello di suggerire contrasti e irriducibilità, anche avvalendosi dell’opposizione dei mezzi espressivi. Elena Pontiggia



FRANCO BOLZONI

Diplomato al liceo artistico di Torino nel 74, un po’ di Accademia, un po’ di Architettura e tanta pittura. Nel 1977 inizio ad occuparmi di illustrazione e di grafica come free lance e come art director in importanti agenzie pubblicitarie. Nel 2006, riprendo la mia ricerca artistica, i primi studi, i primi tentativi, le prime garze colorate. Sono nati così i primi oggetti mummia, oggetti d’uso comune come una bottiglia, un libro, una fetta d’anguria, oppure animali, animali che mantengono la loro forma, la loro struttura, animali “vivi” che a tratti emergono dalle fasce che li avvolgono e li costringono.

I curiosi e intriganti quadri mummia di Franco Bolzoni. Formatosi al Liceo Artistico, ha lungamente lavorato nel campo dell’illustrazione e della pubblicità come art director dell’agenzia Armando Testa, mentre alla fine degli anni Settanta ha allestito una personale alla Galleria Quaglino di Torino con opere classicamente figurative. Ora la sua esperienza si identifica con una ricerca intorno alle mummie, a un universo di immagini celate dalle fasce, a una realtà negata all’osservatore, ma sicuramente misteriosa e, talvolta, sottilmente inquietante: «Rappresentare un oggetto qualsiasi - suggerisce il pittore - da


un animale ad una fetta d’anguria, senza mostrarlo nei suoi colori, nelle sue superfici e materiali, apre ampi spazi di libertà...». E’ la libertà dell’immaginazione che unisce la forma di un pesce verde a quella di una bottiglia blu o di una tazzina arancio. Così le scarpe dal colore oro, i sassi grigi, una stilografica e un libro aperto avvolto con strisce di tela, diventano altrettanti capitoli di un racconto che si snoda sulle pareti della galleria in una sorta di percorso tra immaginazione, sogno e affiorante struttura degli oggetti. In particolare, le composizioni di Bolzoni possono essere viste e «lette» come quadri-sculture

estremamente essenziali, nitidi, caratterizzati dall’impiego del colore acrilico e dal poliuretano per formare l’immagine: «Desidero che in qualche modo siano vissuti ancora come veri e propri quadri e cerco più che altro il gioco, l’ironia, il divertimento anche a rischio di apparire ingenuo». Non solo gioco. Perchè tra le opere esposte si nota l’opera «Aviaria gallina rossa»: un documento dell’angoscia che ha coinvolto la popolazione mondiale. Angelo Mistrangelo La Stampa 17-12-2007


ENZO BRISCESE

“ L’ arte illumina quella capacità della luce a dare il tangibile della vita e un accesso al l’essere e al simbolico “ (F. Malaval) Nasce a Venosa, in provincia di Potenza. Inizia a dipingere negli anni sessanta. A partire dagli anni settanta, trasferitosi a Torino, frequenta l’amico pittore naturalista Marcello Cavallo, il quale influenza la sua tematica figurativa. Una svolta importante avviene con la frequentazione degli studi di Giacomo Sof-

fiantino e in seguito di Giorgio Ramella; il primo lo stimola a raffinare il disegno mentre il secondo ne arricchisce l’uso del colore. È in questi laboratori che Briscese stringe amicizia con il compianto pittore Italo Zopolo, tale incontro è fonte di arricchimento reciproco e dà inizio a una fattiva sinergia.


Tra le esposizioni recenti ricordiamo: nel 2005, Piemonte Artistico e Culturale, Torino, ‘Dialoghi pittorici’; nel 2006 alla Galleria Antigone, Dolceacqua, Imperia; alla Galerie Brehova “Maestri italiani a Praga”; nel 2007 alla Galleria Ars Habitat, ‘Intuizione globale forma e colore’, Genova; Atelier Chagall, ‘Paesaggi della memoria’, Milano; Archivi del ‘900, ‘Le ragioni del cuore’, Milano; Genova, ‘Ragione e sentimento’; nel 2008 alla Galleria Ariele di Torino; finalista alla terza biennale di Pero, Milano; alla Galerie Brehova, Praga; città di Alassio, ‘Artisti ad Alassio’; Galleria Ariele, Torino, personale ‘Fabbriche dismesse’; nel 2009 alla Pinacoteca Civica di Imperia, la mostra ‘Oltre la realtà’, alla

Galleria Ariele di Torino e alla Galleria Il Rivellino di Ferrara. La mostra itinerante Postavanguardia nel 2010 presso la galleria Zamenhof di Milano a maggio al castello Estense di Ferrara e a settembre al castello Malaspina di Massa e infine termina dal 30 ottobre al 5 dicembre al castello Carlo V di Lecce.Nel luglio 2011 “paesaggi della mente” alla galleria Ariele di Torino.Ottobre 2011 esposizione del 2012 personale alla galleria Ariele di Torino, Galerie Brehova, Praga, 2013 collettiva alla galleria20, 2014 collettiva alla Regia di Quisisana a Castellammare di Stabia, 2015 personale galleria20, al 2016 collettive e personali presso la galleria20.


VALENTINA CAMPAGNI

Valentina Campagni nasce a Pisa il 15/12/1974, si diploma al liceo scientifico sperimentale di Pisa nel 1993 e poi alla Scuola del Fumetto di Milano nel 1997. Negli anni seguenti i lavori, svolti nel campo dell’illustrazione e del fumetto, riguardano prevalentemente l’erotismo e il fantastico. Per qualche anno si dedica alla Pin-up Art su commissione ed espone all’interno di associazioni culturali e di locali milanesi. Collabora con riviste come “Il Sole 24ore”, “Max”, “Selen” e come visualizer insieme a importanti registi per progetti cinematografici e grandi eventi.

Poi il suo percorso cambia, si approfondisce, nasce la voglia di guardarsi dentro sul serio, anche per essere in grado di vedere dentro gli altri, di capirli meglio. Le storie (personali e altrui) e i diversi filtri con cui si può vivere una qualsiasi esperienza, diventano i temi preponderanti. Per rappresentarli negli ultimi anni utilizza trasparenze e sovrapposizioni. Dal 2009 ha esposto i suoi lavori in mostre collettive e “La mia immaginazione è guidata dal desiderio di raccontare storie, che cercano di spiegare il complicato rapporto emozionale tra un individuo e il suo ambiente privato. Le paure, le


angosce, le paranoie, tutti i gomitoli intricati dell’inconscio escono fuori e si fanno vedere: polpi antropomorfi, creature marine, oggetti misteriosi dai quali escono getti di colore... Ma anche la forza vitale, la gioia e la bellezza finalmente si mostrano: come emanazioni, fasci di colori che avvolgono la persona in un vestito lucente. Non esiste un’unica realtà, e quella che mi interessa rappresentare comprende i sentimenti del personaggio raffigurato, espressi da figure metaforiche il cui significato a volte è volutamente indecifrabile, a volte è esplicito. I soggetti sembrano cristallizzati, immobili, spesso sono in bianco e personali in varie città italiane ed europee. nero, mentre il loro mondo interiore vive, è colorato e fluttua intorno a loro.”


ANNA CERVELLERA

Nata a Monopoli il 1942 vive ed opera a Rivalta di Torino. Per il suo innato talento inizia a dipingere giovanissima con disegni a china, tempera e acquerelli che vengono apprezzati dai Dirigenti Scolastici. Trasferitasi a Torino con la famiglia, termina gli studi

scientifici ma continua la sua passione artistica e non smette di sperimentare diverse tecniche pittoriche. Frequenta vari corsi di Scuola Libera del Nudo all’Accademia Albertina di Torino ed affina la sua pittura studiando i grandi dell’Impressionismo e osservando da


vicino l’operato di vari maestri quali, tra gli altri, Carena, Albano e Soffiantino. Nel 1985 l’incontro con il Maestro Pietro Annigoni le imprime quella certezza del segno e del colore rafforzando il suo modus espressivo. Con l’ausilio costante di una passione supportata da una ammirevole alacrità lavorativa, dal 1980 si è gradatamente imposta per una caratterialità stilistica, in virtù della quale può vantare una serie consistente di presenze in Mostre e Rassegne in Italia ed all’Estero, accompagnate puntualmente da riconoscimenti e da significative affermazioni.


LORENZO CURIONI

Lorenzo Curioni, pittore brianzolo, intesse sulla tela un profondo rapporto tra l’uomo e lo spazio, una relazione per lo più giocata nell’habitat urbano dove la presenza umana traccia la sua storia e si affaccia facendo sentire i diversi ritmi della sua quotidianità

o impregna di sé attraverso i segni del suo passato con cui ha imparato da sempre a coabitare. L’artista dipinge questa realtà complessa, ne conosce luci ed ombre. Inoltrandosi nelle sue periferie, facendosi largo tra gli interni dei suoi angoli più degradati od


occhieggiando i luoghi deserti delle sue fabbriche dismesse si rimane catturati ascoltando il silenzio che ci investe e ci avvolge in un’atmosfera intrisa da questo inquieto legame uomo-spazio. Sono opere senza retorici rimpianti che ritraggono un mondo trascorso di intensa vita vissuta. Il novecento lombardo, con la sua rapida industrializzazione, ha lasciato un ricco bagaglio di fermenti, testimonianze, e nondimeno di arte, che arriva fino ai nostri giorni e con il quale il terzo millennio fa i conti. L’arte di Curioni racconta l’uomo e il suo operato e vi affonda profonde radici ed è proprio questo che permette all’artista di sottolineare con continuità e fresca immediatezza l’attualità dei suoi paesaggi urbani. Sono scenari racchiusi da una sobria luce, tratteggiati con sottile lirismo e mossi da un’evocazione quasi magica.


FRANCESCO DI MARTINO


nato a Caltagirone, la Faenza della Sicilia, frequenta l’istituto d’arte per la ceramica conseguendo il titolo di Maestro d’Arte. Trasferitosi a Torino si iscrive all’accademia Albertina e ottiene il diploma in discipline plastiche seguito dallo scultore artista Sandro Cerchi. Si impegna nell’insegnamento d attività artistiche nelle scuole dell’obbligo di 1° e di 2° grado. Da anni si dedica alla ceramica sonora. Ha partecipato a molte manifestazioni, mostre collettive e concorsi nazionali riportando lusinghieri successi. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, vive e lavora a Torino dove tiene corsi di ceramica


DISCEPOLO GIRARDI

Discepolo Girardi: parlo di me Chi sono: Discepolo Girardi è nato ad Avellino nel 1963, La sua formazione artistica ha i suoi albori presso la scuola d’arte del padre Vinicio, rinomato pittore della scuola napoletana del novecento. Si è laureato in architettura a Napoli e qui ha cominciato e continua la sua ricerca nel campo

delle arti figurative senza disdegnare a periodi la scultura e le arti applicate. Ha partecipato a centinaia di concorsi di pittura in Italia ed all’estero riscuotendo successi , elogi dalla critica nazionale ed oltre 50 primi premi. Sue personali si sono tenute in enti pubblici e privati di diverse città italiane ed europee: Napoli,


Torino,Salerno, Roma, Foggia, Benevento, Ischia, Nizza, Lione, Parigi ecc. Tuttora la sua presenza è permanente in diverse gallerie pubbliche e private, particolarmente la galleria ARIELE Torino. Si sono interessati alla sua pittura critici ed esponenti del mondo culturale tra cui: G. Grassi, A. Calabrese,Sgarbi , R. Zani, E.Treccani , G.A. Leone. , M .Vitiello, F.De Santis etc. riviste specializzate del settore : Il Tempo, Cronaca Politica, Il Mattino, Il Giornale di Napoli , Eco dell’arte moderna, Ciociaria oggi Ha illustrato con sue litografie e xilografie le pagine di racconti e poesie di scrittori e di alcune canzoni napoletane, inoltre ha realizzato murales per enti pubblici e privati in Campania ed Abruzzo.


FRANCO ERRENI

Nato a Milano nel 1952, ha ereditato dal padre Sergio la passione per la pittura iniziando sotto la sua guida ad usare gli oli e ad “ imbrattar tele” (come dice il pittore stesso). Diplomato perito meccanico nel 1971 ha continuato, nei ritagli di tempo, a dipingere, cercando valide alternative al classico paesaggio a cui lo aveva iniziato il padre. Nel 1989 frequenta il corso di disegno, pittura e Storia dell`Arte organizzato dal Comune di Gorgonzola e tenuto dai maestri Loris Riva e Giorgio Carlassara,

che è rimasto in ottimi rapporti col pittore. Nel 1990 partecipa alla mostra collettiva organizzata dalla scuola stessa. Nel 1991 vince il primo premio all`esposizione concorso della “Biblioteca Popolare del Volontariato” di Cernusco sul Naviglio. Nel 2009 ha frequentato il corso di pittura tenuto dalla pittrice Luciana Meazza presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), mentre dal 2008, sempre al NABA, ha seguito per 4 anni i corsi di disegno dal vero tenuti dal prof. Emanuele Mocarelli.


Nel febbraio 2010 partecipa alla collettiva “Spaccato artistico 2010” organizzata dalla Galleria Ariele di Torino. A settembre dello stesso anno presenta le sue opere in una personale presso “Art e Caffè” di Trezzo sull`Adda. Nell`aprile 2011 partecipa, con i colleghi del NABA, all`esposizione collettiva “ Insoliti Percorsi”, presentando una serie di disegni realizzati con gessi Contè. A Maggio 2014 ha partecipato alla collettiva “Martesana” in Vaprio organizzata dal Lions Club. Nel Novembre 2014 ha partecipato ad una collettiva organizzata da “Gallerie Ariele” Nel 2015 è stato selezionato dallo storico e critici d`arte Dott. Giorgio Grasso per partecipare alla mostra collettiva internazionale, da lui curata, dal 2 Maggio al 31 Ottobre 2015, presso la prestigiosa sede della centrale idroelettrica di Trezzo sull`Adda, in concomitanza con EXPO Milano.


GIULIO GAMBERUCCI

Nasce a Volterra nel 1981, risiede e lavora nel suo studio a Pomarance (PI). Si è diplomato presso il Liceo Artistico e nella sezione pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, nel 2008 si abilita all’insegnamento per la classe di concorso A021 Discipline Pittoriche. Dal 2006 è docente di Discipline Pittoriche presso il liceo artistico.


L’artista di getto pone sul supporto in legno inchiostri, resine smalti e la sua pittura lascia spazio all’inconscio in una sorta di gioco. Le immagini che realizza sono paesaggi della memoria che appaiono illuminati da fosforescenza che avvicinano i lavori a delle installazioni figurate. Queste immagini sono attualizzate con un segno informatico (classico triangolino che indica l’apertura).


DOMENICO LASALA a cura di Giovanna Arancio

“Pittura, scrivere la vita” (greco antico) Per Domenico Lasala la rilettura degli antichi classici e lo studio degli ulteriori passaggi artistici avvengono alla luce degli sviluppi internazionali contemporanei. Ne deriva un’interpretazione personale in cui le ambientazioni all’aperto e gli interni colpiscono per la loro essenzialità: i paesaggi rammentano vagamente il rigore dell’ultimo Carrà e le architetture urbane fanno pensare alle solide costruzioni sironiane, ma il tutto si presenta come un fondale cristallizzato in una struttura arcaica da cui, da un momento all’altro, si possono dischiudere delle quinte teatrali. I personaggi, enigmatici alla stregua di quelli di Piero della Francesca e torniti secondo l’in-

segnamento masaccesco, si inseriscono in una ritmica di incastri senza tradire emozioni, offrendosi come figure topiche, spesso sotto le sembianze di musici e cantori. Non è da dimenticare che la musica nella trattatistica classica possedeva uno spessore sapienziale in seguito smarrito e l’artista evoca, quasi fosse un magico antidoto, questo antico e vitale collante sociale per farne dono ad un mondo pervaso da un’anonima e drammatica frenesia. Quando si accenna alla musicalità antica come parte integrante del corredo sapienziale vanno sia ricordate le sue origini razionali che legano la bellezza con l’armonia, la misura , l’equilibrio, la perfezione e l’ordine sia non possono essere


grazie alla forza espressiva e drammatica che lo costituisce. Intuire questo nesso che alimenta la cultura antica, animandola con una sua saggezza di verità vuol dire avvicinarsi alla comprensione della natura complessa che sostiene la potenza di quell’arcaica e vitalissima filosofia del bello. Le arti ne fanno parte esternandosi in una esperienza collettiva, al contempo ricca di contrasti ammessi e ricomposti, tragici e coreutici, intensi e catartici nello stesso tempo. La dismisura, anche il caos ha un suo senso, nella magia e nel mistero di un mondo di vibrante marca razionale, lontana da razionalismi e da languenti aridità semantiche e di sentimento. Di certo è facile cadere in ingenue nostalgie e mitizzazioni del passato. Così pure mi pare distruttivo abbarbicarsi ad un sogno lontano alla ricerca di una storica ripetizione tra l’apollinea luce della ragione e la dionisiaca ebbrezza, con una disperante ricerca nietzscheana. Al di là di formule perfette, restiamo in questo difficile presente senza però privarci della suggestione che “il bello”, in senso pieno, ci lascia trapassare silenziosamente per mezzo dei secoli. Già così fece, a suo modo, il quattrocento che Domenico Lasala guarda con occhi particolari. Su questo fascino influisce, credo, anche quella luminosità cromatica che vivifica la prospettiva e che intride spazio e tempo di colori intensamente puri, saturi e magnetici, così come sono stati scoperti nei restauri. La tavolozza lasaliana evoca la limpidezza di quella atmosfera colorata e i suoi luoghi e le sue stanze animate, ci trasportano in scenari, oppure in ambienti, dove suoni, danze, rapporti, perfino il sonno, non vengono sbarrati da mura di solitudine. e figure umane del pittore emergono tramite un leggero chiaroscuro; non ci sono ombre passate sotto silenzio le profonde radici del portate e lo spazio diventa “assoluto”, percorso da pathos che apporta all’insieme tono e vigore una sonorità silenziosa.


MARCO LONGO

Nato a Torino il 27/11/56. insegna disegno e pittura presso lo studio” Ricerche Visive di Torino” Diplomato al liceo artistico, ha frequentato

l’Accademia Albertina, diplomato alla “scuola Internazionale di grafica”a Venezia. Nel 2004 riceve il 1° premio concorso pittura “Città di Novara”


Longo propone immagini di città plumbee e oscure, che riflettono le strade vuote e silenziose nell’asfalto bagnato dalla pioggia, nell’acqua delle pozzanghere, nei vetri dei palazzi. Anche le luci dei fari delle automobili, unico elemento che suggerisce la presenza dell’uomo, sono opache e avvolte nella nebbia. Il mondo urbano che viene evocato è umido,silenzioso, malinconico e ha un ‘unico colore: il grigio. Eppure non è una pittura ferma e monocorde: le tracce lasciate dalle pennellate sicure e compatte, le mescolanze dei toni (dal nero al grigio perla) illuminate dai gialli, la lucentezza dei riflessi trasformano le immagini in superfici specchianti dentro le quali entrare e ritrovare i propri spazzi quotidiani. Emiliana Mongiat (corriere di Novara / 24Maggio/2014)


RALUCA MISCA

“RalucaMisca, artista rumena dall’espressività intensa e decisa, realizza nelle sue opere una relazione tra le forme presenti e gli spazi negati, per la quale la geometria e la razionalità cedono il passo alla libertà interiore, all’emotività pura, agli inestricabili meandri della psiche. L’evoluzione del soggetto, non potendo esplicarsi verso l’esterno in spontanee mutazioni,

finisce per avvilupparsi in grovigli inestricabili, dai quali è difficile uscire. La tecnica mista, che prevede nella fattispecie l’uso dei colori ad olio ed acrilici, nonché l’uso della plastica, vede nei colori con le loro sfumature tonali il mezzo per sviluppare l’immagine nelle sue componenti essenziali e per permettere alla mente di vagare liberamente, varcando i limiti spaziali


imposti. A ciò concorrono in modo determinante nelle opere di RalucaMisca il rapporto tra luminosità ed ombra, il legame tra rettilineo e curvo e la relazione tra pieno e vuoto; esente da condizionamenti psicologici ed ambientali, ogni spazio lasciato senza materia diventa il luogo dell’immaginazione, delle vi-

sioni liriche ove immergersi e affrancarsi dalla materialità incombente. I volumi creati vivono intensamente la quotidianità e si svincolano da ogni imposizione per librarsi in un mondo che, se pur limitato, non impedisce di librarsi alla ricerca di una purezza fresca e genuina. ”[Carlo Roberto Sciascia, critico d’arte]


ANNA MARIA MORETTO

Nata ad Aosta nel 1952, inizia come scultrice nell’ambito dell’artigianato valdostano di tradizione nel 1994. Partecipa alle rassegne organizzate dalla Regione Valle d’Aosta (Fiera di Sant’Orso, Mostra Concorso) riscuotendo consensi e premi. Nel 2010 ha esposto alla Maison du Val d’Aoste a Parigi nella mostra

“Au coeur du bois”, organizzata dalla Regione autonoma Valle d’Aosta. Da qualche anno dipinge cercando di indagare l’uomo, la sua psicologia e per questo si interessa alle persone, ai volti e ai corpi. Nel realizzare le sue opere si spinge oltre lo scopo che si prefigge il ritrattista, cioè la somiglianza del


soggetto. Infatti, nelle persone che raffigura vuole cogliere le passioni, le voglie, ma anche il disincanto, la noia e l’incapacità di sentirsi in comunione con gli altri. I soggetti esprimono una sorta di straniamento, di chiusura in se stessi. I suoi quadri sono stati esposti nel 2014 nella personale “Noi” alla Galleria San Grato di Aosta e nello stesso anno a Paratissima.


ALEX OGNIANOFF

Di origine bulgara, da sempre a Torino, Alex Ognianoff si è formato al Liceo Artistico dell’Accademia Albertina sotto la guida di Mauro Chessa, Sergio Saroni, Renzo Regosa e poi con Raffaele Pontecorvo. Creativo a Torino Esposizioni, si ricordano in particolare le locandine del Palaghiaccio del 1969 e “in vacanza siamo tutti bambini…” del 1975.

Art Director al gruppo G illustra nel 1980 il manifesto per la birra Wuhrer: “La birra è fatta, facciamo gli italiani”. Insegnante di figura disegnata al Liceo Artistico di Ivrea e di Iillustrazione all’Istituto Europeo di Design, ha contemporaneamente sviluppato un’intensa attività di ricerca espressiva ed espositiva.


in quarant’anni di esperienze, il suo discorso ha trovato significativi punti di riferimento nelle mostre a partire dal debutto alla galleria “Il Ponte” nel 1964, alla galleria “Cassiopea” e da “Quaglino Incontri” a Torino, alla galleria “Borgo Pinti” di Firenze e alla galleria “10” di Padova. In seguito suoi lavori sono stati inviati alla 3^ Biennale d’Arte Sacra a S. Giovanni Rotondo, alle gallerie torinesi “La Cittadella”, “Nuova Albertina”, “Promotrice delle Belle Arti, “Raduno Pittori Piemontesi ad Amalfi”, “Davico”, “Studio Laboratorio”, “Berman” e “Spazio Arte Vergnano“ a Chieri.


WALLY WASER

Consegue la maturità artistica nel 1982, presso l’Istituto statale d’Arte per il Disegno di Moda e Costume di Torino. Approfondisce i suoi studi seguendo i corsi privati di maestri di pittura e scultura lignea (S. Albano, Caffaro Rore, A. Gamba, F. Casorati). Negli anni a seguire inizia un intensa produzione di opere proprie e copie d’autore. Nel 1998

arriva finalista nel “Premio Arte” organizzato dal mensile “Arte Mondadori”. Partecipa, e si qualifica fra i vincitori, a diversi concorsi e premi Nazionali di pittura. Studia le tecniche del passato ed è costantemente impegnata nella ricerca e nell’approfondimento di tutto ciò che riguarda la tecnica artistica e i pittori sia antichi che moderni.


Come restauratrice e decoratrice esegue numerosi lavori nel settore pubblico e privato, lavora, tra i molti, per la G.A.M., Palazzo Reale. Museo del Risorgimento, Galleria Sabauda di Torino. Dal 2007 ad oggi collabora come restauratrice di dipinti e affreschi con diversi studi torinesi.



www.galleria-ariele.com www.rivista20.jimdo.com galleria20 - Corso Casale, 85 - Torino - tel. 011.37 24 087 mail: galleriaventi@gmail.com



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