Centro Culturale Ariele presenta
Teresa Bortolin
Centro Culturale Ariele wwwrivista20.jimdo.com www.galleria20.jimdo.com www.galleria-ariele.com galleria20@outlook.com testo critico: Teodosio Martucci
in copertina
particolare dell’opera “Senza titolo”.
Centro Culturale Ariele presenta
Teresa Bortolin
BIOGRAFIA Tortonese anche se nata a Fontanelle (TV), l’ Artista dimostra molto presto il suo interesse per il disegno e la pittura anche se la sua formazione artistica si svolgerà poi in ambito veneziano doveritorna dopo aver compiuto i suoi studi a Tortona. Allieva di Luciano Gaspari, a Venezia la pittrice ha avuto la possibilità di entrare in contatto direttamente con importanti artisti ed anchesolo, per indirette suggestioni, con la tradizione della pittura veneta, così ricca di tonalismi cangianti, di atmosfere soffuse in cui la spiritualitàentra in armonia con i sensi. Il rapporto che si instaura con il suo “Maestro” rimarrà sempre, negli anni a seguire, una guida sicura. Ha modo, grazie a lui, di conosceree confrontarsi con molti artisti e personaggi di spicco nel mondo dell’arte. Espone in numerose collettive a Venezia, Mestre, Treviso, Mirano ecc., e frequenta il corso all’Accademia tenuto dal Prof. Luciano Gaspari. Nell’’82 alla galleria Meeting a Mestre inaugura la sua prima personale con la presentazione del critico Enzo De Martino. Nel 1983 è a Rimini e con un gruppo di artisti di quella città partecipa attivamente alla riapertura del “Circolo Culturale Tonini”, luogodove gli artisti non solo possono esporre ed incontrarsi ma anche relazionarsi e confrontarsi con il vivace mondo culturale ed artistico dellacittà. Negli anni partecipa a diverse manifestazioni e rassegne. In particolare ottiene premi e segnalazioni a : Bardolino 1979, Treviso 1981, Verucchio1983, Rimini 1985 Venezia 1988. La sua pittura si evolve. Come cita il critico Enzo De Martino, “nei lavori di Teresa si intravvede un lungo, paziente, tenace esercizio di ricerca di possibilità espressive nuove, di un mondo immaginativo segreto.” Nel 1987: personale alla Galleria l’Occhio di Venezia presentata dal critico d’arte Franca Bizzotto. Sempre nell’’87 si trasferisce a Milano e nell’’89 a Brescia ma continua a frequentare l’ambiente veneziano, i corsi all’Accademia di Veneziae lo studio del suo Maestro.Entra a far parte del “Progetto Parnaso” Gruppo di artisti che si occupano di pittura, fotografia, poesia, musica ecc. Nel 1990 e 91 espone (nell’ambito del Progetto Parnaso e con il patrocinio dell’Ass.to alla cultura di Venezia) nelle sale espositive Comunali di Mestre e, con sale personali, in varie località venete.
Nel 1994 incontra il gallerista Carini e ne frequenta la galleria di Piacenza. Conosce alcuni artisti e nel gennaio del 1995 sottoscrive, con loro, a Vigostano di Castell’Arquato, il Manifesto del Transvisionismo. Seguono esposizioni nella galleria dello stesso Carini a Piacenza e negli anni successivi, in altre sedi espositive di Venezia, Padova, Milanoe nuovamente a Piacenza. Nel 2005 ritorna a Tortona e negli anni più recenti espone nel: 2006 - Torino, Montecarlo con la galleria La Telaccia. Partecipa a ‘Immagina Arte in fiera a Reggio Emilia; 2007 - ARTènim a Grenoble e Pictor in fabula a Tortona; 2008 - Milano ad Artecultura e Venezia – galleria San Vidal; 2009 - Venezia e Udine con la galleria San Vidal, a Varazze a Palazzo Jacopo; 2010 - Milano alla galleria Lazzaro by Corsi, Varazze-Palazzo Jacopo, Savona – Palazzo dellaProvincia; 2011 - Tortona, Varazze, Savona; 2012 - Savona, Varazze e Piacenza. Antologica a Palazzo Guidobono – Tortona. Attualmente vive e lavora a Tortona
C R I T I CA “Nella galleria dell’Universo la vita germoglia nell’impatto intuitivo tra la mente e la materia” Spesso intorno alla complessa tematica di quell’insieme di esperienze artistiche che a partira dal XX secolovengono indicate con il termine di informale, sussiste un singolare equivoco. Ossia che queste diversificatecorrenti avrebbero in comune il rifiuto netto, drastico, di qualsiasi articolazione formale, sia di tipo naturalistico-figurativa che di natura geometrica. Ma trattasi, appunto, di un modo schematico, categorico di intendere l’arte e l’evoluzione dei suoi linguaggi espressivi. Al massimo, nel senso più autentico e verificabile, l’informale rappresenta una insanabile contraddizione con un orientamento pittorico geometrico, in quanto affida la sua profonda espressività all’energia del colore, della luce, nel suo puro essere fenomenologico, al di là di ogni pregiudizio formalistico o intellettuale. Più in generale l’informale è una dimensione del linguaggio artistico che evoca e nel contempo abbraccia il il suo oggetto espressivo, lo rigenera in una infinita serie di variazioni, di emozioni e sentimenti che diventano effettivamente il cuore pulsante dell’opera, il suo sensitivo magnetismo. Di questa particolare “natura” del dinamismo informale ne è pienamente consapevole la pittrice Teresa Bortolin e l’ampiezza espressiva dei suoi dipinti lo testimonia in modo assai eloquente. I suoi dipinti svelano un mondo sotterraneo di sensazioni, desideri, impulsi che la potenzialità della luce e del colore trasfigura in una percezione quasi onirica. Naturalmente sarebbe errato cercare sistematicamente in dipinti così strutturati il referente vincolante della realtà, un punto oggettivo di orientamento. Tuttavia non è che esso non esista deltutto, solo che è interiormente assorbito nel fluido magma della luce, nel concretarsi materico del pigmento, nella infinita vibrazione dell’insieme compositivo. Esso appare, semmai, nella dimensione sfuggente del ricordo, del sogno, sospeso in una malìa che nello stesso tempo è e non è. Ed è in questa magica sospensione, ma non interruzione definitiva della realtà e del suo raccontarsi, che si avverte il pregio più interiormente profondo della pittura della Bortolin. Nelle sue composizionisi intuisce il raffinato gioco delle trasparenze cromatiche e luminose che aprono squarci insidiosi e seducenti nell’apparente compattezza della materia
che in realtà svela la sua fragilità, le sue perlacee ferite che poi l’intuizione dell’artista rivela all’impatto della luce, nel tonalismo ibrido e fluttuante del colore. Ecco quindi come l’informale, inteso ormai non più come scuola o dottrina artistica, ma quale stato d’animo, condizione mentale dell’artista, esprime l’altra faccia della realtà, quella che la logica, la razionalità non possono percepire, anche se esiste e batte all’unisono con la nostra esistenza. “Tradurre” tutte queste sensazioni, lasciarsene trascinare senza esserne però coinvolti o storditi, sottolinea la finezza psicologica della Bortolin, il suo essere pittrice “dentro” ancor prima che per esperienza tecnica o professionale che pur non mancano. Uno straordinario critico, Arcangeli sostenne nel lontano 1954 che proprio l’informale, o almeno quel particolare informale sorto nell’immediato dopoguerra in area padana, costituisse l’ultima chance per una pittura di orientamento naturalistico che fosse oltre il limite della pura descrizione o del bozzettismo verista. Pittura, quindi, di paesaggio del tutto particolare, come realtà della e nella mente, rilevazione psicologica e non certo geografica, ma non di meno carica di suggestioni, umori, sensazioni che si inscrivono nelle atmosfere irrorate dalla luce, dal colore. E’ un passo ulteriore al di là di una certa accademia post-impressionista, per cogliere, invece, il significato del paesaggio come metafora. In questa direzione con raffinata esplorazione del suo animo, come dell’ambiente che la circonda, si sviluppa la pittura della Bortolin, il suo coerente approfondimento di temi e la verifica delle soluzioni proposte. Il senso del tempo e dello spazio, sia pure inteso come realtà interna, personale, coincide con il senso del colore e della luce, si possono infatti magicamente sovrapporre. La forza dell’immagine allora si sprigiona in questa sintesi che non è frutto della velocità, dell’impazienza, ma del tempo che fa il suo corso e che artisticamente si trasforma in realtà visibile e visionaria. Da qui si schiude, ne fosse anche solo il miraggio, una nuova armonia di poetica pacificazione tra l’uomo e il suo ambiente, la sua storia, le sue lontane, e sempre altrove, radici. Teodosio Martucci
OPERE
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 80 x 60
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 100 x 100
Senza titolo olio su cartone telato - 2013 - cm 70 x 50
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 60 x 80
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 70 x 50
Senza titolo olio su tela - 2013- cm 50 x 40
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 70 x 70
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 70 x 50
Senza titolo olio su tela - 2012 - cm 80 x 60
Senza titolo olio su tela - 2013 - cm 80 x 60
Teresa Bortolin Studio/Abitazione Tortona
Cell. 335-5848568 E-mail: bortolinteresa@libero.it
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Centro Culturale ARIELE - Edizione 2015