MILENA SGAMBATO, ON-OFF, a cura di Luca Palermo, Galleria E23

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MILENA SGAMBATO ON-OFF

Galleria E23

BAD EDIZIONI



MILENA SGAMBATO ON-OFF a cura di Luca Palermo GALLERIA E23

BAD EDIZIONI


Milena Sgambato On-Off A cura di Luca Palermo/Curated by Luca Palermo 11 gennaio-22 febbraio 2017 / 11 january-22 february 2017 MOSTRA/EXHIBITION Progetto e ordinamento: Project and organization Luca Palermo Allestimento/Set-up Antonio Cocchia Ufficio stampa/Press office Antonio Cocchia CATALOGO/CATALOG Redazione editoriale/Editorial staff Salvatore Manzi Testi di /Essays by Luca Palermo Antonio Cocchia Crediti fotografici/Photo credits Danilo Donzelli De Giorgio Daniele In copertina/Cover Memento.2 (p.18) Traduzioni/Translation Ornella Antonelli

ISBN 9788890940347 Editore/Publisher Peppe Buonanno BAD EDIZIONI, 2017 BAD Bunker Art Division Via B. Croce, 1 -80025, Casandrino (Na) www.bunkerart.org Galleria E23 di Massimiliano Cafaggi Via T. G. Blanch, 23 801143 Napoli RINGRAZIAMENTI/ACKNOWLEDGEMENTS Ringrazio per il loro prezioso aiuto, dall’ideazione della mostra fino alla realizzazione del catalogo: Massimiliano Cafaggi, Salvatore Manzi, Antonio Cocchia, Luca Palermo, Danilo Donzelli, Ornella Antonelli, Giovanni Palmieri, Alessandro Bonardi, Ester Tagliafierro, mio padre, mia madre e mio fratello.


SOMMARIO/CONTENTS

TESTI/ESSAYS .......................................... p. 4 ON-OFF Luca Palermo .................................................. 5 UNA NOTA PER MILENA Antonio Cocchia ............................................. 7 OPERE/WORKS ........................................... 9 BIOGRAFIA/ BIOGRAPHY ........................ 33


ON-OFF Luca Palermo UNA NOTA PER MILENA Antonio Cocchia


ON-OFF Luca Palermo Era il 1992 quando venne inviato il primo sms della storia. Un banale Merry Christmas da parte di un ingegnere britannico ventiduenne di una società appaltatrice della Vodafone UK. Di lì, nell’incoscienza della massa, il nostro modo di comunicare sarebbe andato incontro ad un destino che i puristi della lingua avrebbero categoricamente condannato. Ciò cui stiamo assistendo è, dunque, un cambiamento radicale, un passaggio evolutivo. Il terzo millennio con il suo sviluppo tecnologico incessante è, tuttavia, contrassegnato dalla più straordinaria ed epocale crisi delle relazioni interpersonali favorendo l’ambiguità e la fluidità dell’identità. Ciò impedisce una stabile assunzione della stessa (esserci), che a sua volta si riflette nella instabilità della relazione (esserci con), la quale infine mina profondamente le possibilità generative e progettuali della relazione stessa (esserci per): si è passati, dunque, dall’uomo senza qualità di Musil all’uomo senza legami di Baumann in una sorta di continuità-sovrapposizione che viene a definire il nuovo orizzonte del tema identitario e del rapporto con l’altro.   “L’arte nasce dalla tecnologia – ha scritto Derrick de Kerkchove. È la forza contraria che bilancia gli effetti dirompenti delle nuove tecnologie nella cultura. L’arte è l’aspetto metaforico di quelle stesse tecnologie che utilizza e critica”. La pittura di Milena Sgambato e la sua ricerca artistica partono da tali presupposti, li interpretano e permettono allo spettatore di affacciarsi su una realtà, la loro realtà, nella quale il binomio uomo-tecnologia è quasi inscindibile e simbiotico e nella quale l’esplosione sensoriale è favorita dai nuovi strumenti, che diventano “prolungamenti tecnologici” del nostro corpo. 7

“Narciso come narcosi” ha scritto Marshall McLuhan: il giovane Narciso scambiò, infatti, la propria immagine riflessa nell’acqua per un’altra persona e quest’estensione speculare di sé stesso attutì le sue percezioni fino a fare di lui il servomeccanismo della propria immagine estesa.   I rapporti umani, le relazioni sociali, persino il silenzio e la solitudine possono essere accesi e spenti come una lampadina. ON-OFF, dunque, input ed output, reale o artificiale, dentro o fuori, perché l’uso (o sarebbe meglio dire l’abuso) massivo e stratificato del mezzo tecnologico incide e determina l’essere e l’essere in relazione agli altri. L’era descritta da Milena Sgambato è quella delle solitudini interattive, contrassegnate dal costante e ossessivo bisogno di essere sempre reperibili, sempre connessi. L’individuo che vive ed agisce in tale situazione sviluppa stati di angoscia, ansie e paure che l’artista puntualmente registra nelle sue tele, nelle quali un passato neanche troppo lontano è costantemente richiamato da elementi simbolici ed un sapiente uso del mezzo coloristico.   L’arte sembra essere, dunque, l’unica funzione che non è ostacolata dalla velocità del cambiamento; del resto l’avanzamento dell’arte e quello della tecnologia rispondono a capacità e aspirazioni tipicamente umane quali creatività, comunicazione, innovazione.


ON-OFF Luca Palermo It was 1992 when the first text message was sent by a 22-year-old test engineer for Sema Group in the UK via the Vodafon network. The text message read “Merry Christmas”. Since then, in the recklessness of society, the way we communicate would face a destiny that the language purists would have categorically convicted. What we are witnessing then, is a radical change, an evolutionary step. However the third millennium, with its incessant technological development, is characterised by one of the most exceptional and epochal crisis of interpersonal relationships, facilitating the ambiguity and the fluidity of identity. This prevents a stable assumption of identity (being here) which, in turn, is reflected in the instability of relationships (being here with) which, finally, undermines deeply the generative and design possibilities of these relationships (being here for). We have therefore moved from the man without qualities of Musil to the man without bonds of Baumann with some sort of continuity. An overlap that comes to define a new horizon between both identity and relationships.   Derrick de Kerkchove wrote: “Art arises from technology. It is the opposite force that balances the disruptive effects of new technologies in culture. Art is the metaphorical aspect of those same technologies that it uses and criticises”. Milena Sgambato’s paintings and her artistic research are based on these assumptions. They allow the audience to interpret them and to enter into a reality, their reality. The relation between man and technology is nearly indissoluble and symbiotic in which the sensory explosion is favoured by the new tools that become “technological extensions” of our body.

Marshall McLuhan wrote: “Narciso as narcosis” in which a youth Narciso mistook his own reflection in the water for another person. This extension of himself by mirror numbed his perceptions until he became the servomechanism of his own extended or repeated image. These interpersonal relationships, social networks and even silence and loneliness may be turned on and off like a light bulb. Therefore: ON-OFF, input and output, real or artificial, in or out are massive and layered use (or it would be better to say abuse) of technological means which affects and determines beings and their relations with others.   The era described by Milena Sgambato is that of interactive loneliness marked by a constant and obsessive need to be always available and stay connected. The individual who lives and acts in such a situation develops states of distress, anxiety and fears. The artist cleverly records these emotions in a colouristic way in which a not too distant past is constantly recalled by symbolic elements. Thus art seems to be the only function that is not hampered by speed of change. Its progress in conjunction with technology fulfils the creative, communicative and innovative abilities, needs and aspirations of individuals.

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UNA NOTA PER MILENA Antonio Cocchia Riflettere sul lavoro di Milena Sgambato ci dà l’opportunità di ripensare una questione di fondo del “rapporto simbiotico” uomo-macchina. Da sempre il corpo umano è stato ampliato da strumenti e apparati che ne hanno esteso e moltiplicato le possibilità d’interazione col mondo, in senso sia conoscitivo sia operativo. Dopo un lungo periodo di esplosione in cui l’uomo si è circondato di vere e proprie estroflessioni satellitari, oggi la tecnologia implode: il nostro corpo è invaso da dispositivi miniaturizzati che interagiscono in modo fine con gli organi e con le cellule del corpo. Come l’uomo fa la tecnologia, così la tecnologia fa l’uomo.   Infatti, la dimensione altamente tecnologica che caratterizza la nostra epoca sta profondamente mutando la concezione umanistica del mondo. Se prima della rivoluzione digitale la comunicazione si svolgeva nell’ambito della specificità dei diversi linguaggi, oggi si assiste ad una convergenza delle varie forme che la veicolano verso una forma unica di codifica. Vale a dire che sulla rete immagini, suoni e parole sono la risultante di un calcolo matematico e non più la traccia di un processo generato del gesto umano.   L’immagine sintetica che non necessita più di un rapporto analogico con il proprio soggetto per esistere, è l’espressione più eclatante di un nuovo tipo di creatività che esclude ogni rapporto con la realtà psicofisica. Significa che la rivoluzione digitale, riducendo l’eterogeneità delle forme e dei contenuti che finora ha contraddistinto le diverse esperienze dello sviluppo del sapere, sta intervenendo di fatto profondamente sul nostro rapporto con la produzione e la trasmissione del sapere, più di quanto noi stessi riusciamo ad averne consapevolezza. 9

L’opera di Milena Sgambato ci aiuti a sentire, a comprendere, a capire proprio tutto questo. La sua è una pittura “semplice” e lontana da ogni virtuosismo o raffinatezza ma trasmette con forza dei messaggi grazie all’uso intenso del colore. La scena dei suoi quadri è sempre silenziosa ed i personaggi dipinti appaiono fermi come se ripresi nell’attimo di un pensiero, di un momento di solitaria riflessione, proprio perché manca la condizione necessaria per la felicità. Sono condizioni altre, impedimenti esterni a spezzare la dolce tensione e il vagheggiamento del loro irrealizzabile sogno. In tutte le situazioni lo spettatore non è invitato a partecipare ai momenti rappresentati, è l’osservatore silenzioso di parte della scena, osserva i personaggi, ma non quello che ne cattura l’attenzione, come se ciò che viene raffigurato fosse il frammento di un’immagine, qualcosa guardato da un treno in corsa.


A NOTE FOR MILENA Antonio Cocchia The work of Milena Sgambato draws attention to a fundamental issue: the “symbiotic relationship” Human – Machine. The human body has always been expanded by tools and sets which have extended and multiplied its opportunity to interact with the world, both cognitively and operational.   After a long period of explosion, in which man surrounded himself by real satellite extroversions, technology now implodes: our body is flooded by miniaturized devices that interact subtly with the organs and the body cells. As man that makes technology in the same way technology makes man.   In fact, the technology size that characterizes our age is profoundly changing the humanistic conception of the world. Whereas communication, before the digital revolution, took place within the specificities of different languages, today we are witnessing a convergence of various forms that convey it toward a unique form of coding. That is to say that images, sounds and words on the network are the result of a mathematical calculation rather the trace of a spawned process of human gesture. The synthetic image, which doesn’t require anymore an analogue relationship with their subject in order to exist, is the most striking expression of a new kind of creativity that excludes any relationship with psychophysics reality. It means that the digital revolution, reducing the heterogeneity of forms and contents that so far has characterized the different experiences of the development of knowledge, is intervening deeply, more than we realize, in our relationship with the production and transmission of knowledge. Therefore, the work of Milena Sgambato aids

to feel, understand exactly this. Her painting is “simple” and far from any virtuosity or refinement but forcefully it transmits messages through the intense use of colour. The scene of her paintings is always silent and the characters painted appear being firm as if they are caught in a moment of thought, a moment of lonely reflection because of the lack of the necessary condition for achieving the happiness. In fact, the sweet tension and the yearning of their impossible dream are broken by external impediments. In all the situations the audience is not invited to participate in the moments represented. Thus, the audience becomes the silent observer of part of the scene, observing the characters but not what captures its attention, as if what it is being depicted was the fragment of an image, something looked at by a passing train.

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OPERE


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On-Off.7, 2016, acrilico su tela, 55x82 cm.

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On-Off.2, 2015, acrilico su lino, 40x60 cm.


On-Off.3, 2016, acrilico su tela, 65x50 cm.

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On-Off.12, 2016, acrilico su tela, 140x140 cm.


On-Off.13, 2016, acrilico su tela, 100x120 cm.

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The secret, 2016, acrilico su lino, 65x60 cm.


Memento.2, 2016, acrilico su tela, 85x80 cm.

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On-Off.8, 2016, acrilico su tela, 75x110 cm.


On-Off.4, 2015, acrilico su tela, 100x60 cm.

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Limbo.2, 2015, acrilico su lino, 65x50 cm.


On-Off.6, 2015, acrilico su lino, 62x62 cm.

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On-Off.5, 2015, acrilico su tela, 60x65 cm.


On-Off.16, 2016, acrilico su lino, 178x444 cm. (trittico)

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On-Off.11, 2016, acrilico su tela, 70x52 cm.

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On-Off.10, 2016, acrilico su tela, 65x52 cm.


On-Off.15, 2016, acrilico su lino, 65x65 cm.

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Limbo, 2015, acrilico su lino, 65Ă—62 cm.


Feritoie.1, 2016, acrilico su tela, diam 30 cm.

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Feritoie.2, 2016, acrilico su tela, diam 30 cm.


Feritoie.3, 2016, acrilico su tela, diam 30 cm.

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Biografia Milena Sgambato


Milena Sgambato Nata ad Assemini (CA) Nel 2008 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Vive e lavora a Milano. Born in Assemini (CA) In 2008 she graduated in Painting at the Brera Academy of Fine Arts in Milan. She lives and works in Milan.

2013 Iside contemporanea, a cura di Ferdinando Creta, ARCOS Museo d’arte contemporanea, Benevento. PostQards, a cura di Marta Cereda, Circoloquadro, Milano. Buste Dipinte, Festival delle Lettere, a cura di Luisa Castellini, Donatella Rocca, Claudia Amato, Spazio Oberdan, Milano. AAM Arte accessibile, Galleria Ufofabrik, Spazio Eventiquattro, Milano.

MOSTRE COLLETTIVE/ GROUP EXHIBITIONS

L’ arte che aiuta i bambini, a cura di Ivan Quaroni, Spazio Eventiquattro, Milano.

2015 Shapes, Circoloquadro, Milano.

2012 Qristmas Fireworks, Circoloquadro, Milano.

2014 Dolly, a cura di Marta Cereda, Circoloquadro, Milano.

I nuovi mostri, Costantini Art Gallery, Milano.

13x18, a cura di Mario Francesco Simeone, La casa di Schiele, Benevento. Silenziosi e un po’ anarchici, a cura di Pasquale Ruocco, Stella Cilento, Salerno. Interazioni illusorie, a cura di Ferdinando Creta, Castello di Guardia Sanframondi (BN). Aliens, Casa di Ludovico Ariosto, Ferrara.

Krakow Art Fair, Galleria Ufofabrik, Krakow, Poland. The Others art fair, Galleria Ufofabrik, ex carceri Le Nuove, Torino. Statements 2012, a cura di Ivan Quaroni, Circoloquadro Milano. InteRail un viaggio nell’immagine, a cura di Marcella Ferro e Pasquale Ruocco, Galleria Art’s events, Torrecuso(BN).

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L’ amor che move il sole e l’altre stelle, a cura di Vera Agosti, Cologno Monzese (MI). Affordable Art Fair, Galleria Ufofabrik, Superstudio Più, Milano. Art factory, Galleria Ufofabrik, polo fieristico le ciminiere, Catania. 2011 Lo stato dell’arte, 54. Biennale d’arte di Venezia. Padiglione Italia Campania, a cura di Vittorio Sgarbi, Pontecagnano Faiano (Salerno).

MOSTRE PERSONALI/SOLO EXHIBITIONS 2017 ON-OFF, a cura di Luca Palermo, Galleria E23, Napoli. 2011 Lolite, a cura di Virgilio Patarini, Atelier Chagall, Milano.

Premio Ufofabrik 2011, Galleria Ufofabrik Moena (Trento).

PREMI/AWARDS

Libere variazioni contemporanee, a cura di Giovanna Arancio, Galleria Ariele Torino.

2015 Vincitrice del trofeo, premio LICC (LONDON INTERNATIONAL CREATIVE COMPETITION), Londra (Inghilterra).

Miti e fantasie, a cura di Vera Agosti, Spazio Taccori, Milano. 2009 Artisti della Galleria, Orignal Global Art Gallery, Stockholm, (Svezia). Il segno, Galleria Zamenhof, Milano. Freedom, Symposium arte, Milano. Artisti in cielo e in terra, Libreria Bocca, Milano.

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2012 Vincitrice del premio Test time prize labor ominia vincit, Galleria Ufofabrik Moena (Trento). Finalista del premio mitteleuropa concept-art prize, Galleria Ufofabrik Moena (Trento) segnalata da parte della giuria. 2011 Finalista del premio Ufofabrik 2011 Galleria Ufofabrik Moena (Trento). 2009 Finalista del premio Il segno, Galleria Zamenhof Milano, menzionata da parte della giuria.




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Finito di stampare nel mese di marzo 2017


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