ALBERTO ZORZI EDIZIONI “IL PONTE” FIRENZE
ALBERTO ZORZI SCULTURE
PREZIOSE
EDIZIONI “IL PONTE” FIRENZE
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PORTOLANO DELLE ARTI
ALBERTO ZORZI
SCULTURE
PREZIOSE
testo di
Enrico Crispolti
EDIZIONI “IL PONTE” FIRENZE
ALBERTO ZORZI SCULTURE PREZIOSE
Galleria “Il Ponte” Firenze
3 dicembre – 14 gennaio 2005
SOMMARIO
a cura di
Andrea Alibrandi
Traduzioni in inglese Helen Glave Impaginazione computerizzata Punto Pagina, Livorno Selezioni cromatiche Selecolor, Firenze Stampa Tipografia Bandecchi & Vivaldi, Pontedera © 2005 EDIZIONI IL PONTE 50121 Firenze - Via di Mezzo, 42/b tel/fax 055240617 www.galleriailponte.com info@galleriailponte.com
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Enrico Crispolti Zorzi oggi / Zorzi today
pag. 21
Tavole
pag. 55
Susanna Fabiani Biografia / Biography
pag. 75
Indice delle tavole
Zorzi oggi Il suo lavoro di “artista-orafo” (nel senso di essere, originariamente, uno scultore tuttavia interamente e non soltanto occasionalmente nel tempo dedicatosi all’ambito orafo; secondo una distinzione che proposi nel 2001 nella mostra Immaginazione aurea. Artistiorafi e orafi-artisti in Italia nel secondo Novecento, nella Mole Vanvitelliana ad Ancona) lo seguo dai secondi anni Ottanta. Alberto Zorzi uno scultore che ha infatti convertito la propria vocazione d’inventività plastica entro la dimensione del gioiello. Al contrario, per esempio, di quanto accaduto ad uno dei maggiori in quest’ambito, in Italia e in Europa, fra anni Cinquanta e Ottanta, quale è stato Edgardo Mannucci, che, mezzo secolo fa, nella pratica dell’immaginario orafo, ha introdotto, appunto da scultore, il rivoluzionario ruolo del valore espressivo della matericità del metallo prezioso (tradizionalmente apprezzato invece in una sua sublime politezza). Operando dunque sì, Mannucci, in un estremamente proficuo smarginamento creativo dal proprio lavoro di scultore ma in stretta coerenza linguistica rispetto a questo, interamente dedito, com’era, ad ordire 9
grafiche trame segniche e materiche nello spazio, in allusività di dinamismo atomico e poi rotazioni cosmiche. Certamente fra i protagonisti plastici dell’Informale europeo storico. Da una iniziale prevalente impostazione di intrecci plastici costruiti da corpose entità formali geometrizzanti, la sua immaginazione orafa, lungo gli anni Novanta del Novecento, si è sempre più arricchita di possibilità invece di vibranti e spesso quasi vibratili librazioni lamellari e di conformazioni di rilevanza fattasi assai più materica che formale, arricchendo dunque originalmente il proprio patrimonio inventivo. Giungendo anzi a caratterizzarlo in misura ormai molto personale e memorabile. E se inizialmente il suo immaginario orafo, formalmente, poteva apparire tributario ad una sua impostazione operativa di scultore, in un margine insomma che in qualche misura poteva apparire inventivamente deduttivo, in quanto è venuto realizzando lungo gli anni Novanta e oltre (e la cui originalità è stata riconosciuta non soltanto attraverso numerosissime esposizioni internazionali, ma anche con l’acquisizione di opere da parte dei maggiori musei, sia europei, sia in particolare nordamericani) la sua inventività plastica risulta invece interamente introiettata entro la pratica orafa,
a liberarvi un immaginario che scavalca il riscontro formale attraverso l’invenzione strutturale sempre più aperta e la disponibilità alle suggestioni espressive materiche. Che vuol dire proporre l’entità qualitativa dell’oggetto d’oreficeria al di là dei tipici valori di preziosità materiologica, sostituendovi quelli appunto dell’eccellenza della qualità inventiva formale, materica e materiologica. Di qui dunque una disponibilità del tutto nuova nelle articolazioni e negli snodi strutturali, fattisi di consistenza lamellare e di distensione lineare (in particolare in collane, serpentine o meandriformi, che sembrano coniugare il biomorfo e il meccanico), fra richiami quasi archetipi a strutture geometriche (in un suo bracciale del 1997 ritorna persino una memoria di mazzocchio) e aggregazioni matericoformali complesse (soprattutto nelle spille, ma anche in anelli impegnativamente autorappresentativi). Il lavoro più recente di Zorzi, e in particolare dunque quello degli anni che aprono il nuovo secolo, si è sviluppato decisamente in questa direzione, in piena coerenza d’impostazione ma anche indubbiamente con una libertà nuova, che mi sembra abbia portato a maggiore e più originale consistenza d’immagine le invenzioni strutturali già precedentemente enunciate.
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Come è in particolare evidente nell’articolazione di modularità lamellari, risolte non più tanto serialmente in cadenze di setti iterati (sopratutto in flessibilissime collane), quanto organizzando componenti formali fra di loro fortemente differenziate d’un insieme interconnesso non più per compiti di serialità ma al contrario di differenziata concorrenza. Come nei profili, aerei o meno, della sky-line urbana. E infatti proprio a una sorta di molteplicità di repertorio di visioni de “La città” si riferiscono queste nuove soluzioni, in spille in particolare, ma anche spericolatamente in anelli, fattisi perciò ancor più strutturalmente vistosi nella loro espansione plastica fortemente autorappresentativa. E la sfida che Zorzi scultore-orafo oggi si dà porta tale impostazione al livello dell’inedita complessità strutturale dei bracciali, d’argento o d’alpacca, che alla trama di profili de “La città” sempre immaginativamente si rifanno; quasi in sintonia con le spericolatezze strutturali che caratterizzano il libero plasticismo architettonico postdecostruttivo. Il tutto lavorando il metallo prezioso a grezzo, a ruvido, sfuggendo sempre tradizionali preziosità e lucentezze, ed esaltandovi invece immagine, forma, materia. Sculture da indossare, dunque, veramente, le sue, en-
tro il cui patrimonio iconico, dunque ora addensatosi, le suggestioni sono molteplici, sempre meno formali certamente, e sempre più invece, direi, comportamentali, cercando di connettere il flettersi strutturale e il dichiararsi materico delle componenti anche ad una condizione di nesso corporeo nell’uso effettivo del monile. Una sorta dunque di agilità di questo, come d’altra parte una sua connessione performativa anche nel rapporto d’incidenza materico-luminosa. Nel modo cioè di come il trattamento materico del metallo prezioso, la particolare aggettivazione delle sue superfici solleciti particolari effetti di riflessione luminosa, che arricchiscono la qualità autorappresentativa di quell’invenzione plastica che è di volta in volta diversamente il gioiello di Zorzi. E ciò in connessione anche alla varietà materiologica preziosa messa in campo: dall’oro al rame, all’acciaio, dall’ebano ai quarzi. Non che Zorzi si sia ormai abbandonato ad un puro materismo entro un puro materiologismo, ma certo affida all’espressività materico-luminosa l’evidenza dell’invenzione strutturale, alleggerita, librata, delle sue proposizioni, entro tuttavia una funzionalità espressiva che fa appello soprattutto alla complessiva suggestione iconica (né soltanto a quella de “La città”, seppure sovente in
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vario modo ricorrente). In una varietà e complessità di soluzioni strutturali entro la quale tuttavia a volte riaffiora anche una remota componente di conformazione plastica geometrizzante, ora tuttavia come precarizzata, quasi soggetta a metamorfosi. E mi sembra che Zorzi stia vivendo una propria maturità di maestro e protagonista della più autenticamente inventiva artisticità orafa contemporanea. Enrico Crispolti
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Zorzi today Since the late eighties, I have been following the work of Zorzi as ‘artist/jewellery-maker’ (in the sense of being originally a fully-fledged sculptor as opposed to a casual approach from the standpoint of a jewellerymaker - a distinction suggested in 2001 by the exhibition Immaginazione aurea: Artisti-orafi e orafi-artisti in Italia nel secondo Novecento, ‘Artist-jewellery makers and jewellery-maker/artists in Italy in the late twentieth century’, in the Mole Vanvitelliana in Ancona). Alberto Zorzi is a sculptor who has brought his vocation for plastic invention to the dimension of jewellery. A reverse situation occurred from the fifties to the eighties with Edgardo Mannucci, one of the great names in this field in Italy and Europe who, as a sculptor fifty years ago, introduced into his jewellery-making a revolutionary role for the expressive value of precious metal (hitherto appreciated for its sublime polish). Mannucci, then, successfully stretched his work as a sculptor to its limit, although he remained faithful to it in linguistic terms, entirely devoted as he was to graphically plotting, through signs and subjects in space, allusions to atomic dynamism and cosmic 15
rotations. He is certainly one of the greats of the European plastic informal scene. Initially preoccupied with the plastic weaving together of chunky geometric shapes, his inventiveness developed during the 1990s to include vibrant and often almost vibratile lamellar librations and conformations which were more to do with matter than form. His work became altogether more personal and memorable. Initially his formal imagination as a jewellery-maker seemed to come second to his work as a sculptor, to an extent that in some way might appear inventively deductive since it did not develop until the nineties and later, (his originality being recognized not only through numerous international exhibitions but also through the purchase of his works by major museums both in Europe and North America). Yet his plastic inventions are entirely introjected in his jewellery making, liberating an imagination which soars free of any formal comparison, borne aloft by increasingly open structural inventions and a readiness to liberate the expressiveness of the material. Thus the quality of an item of jewellery relates to far more than the usual values ascribed to precious materials, depending as it does on creative excellence in relation to form, subject and material. Hence a new
arrangement of structural joins and joints, emerging from lamellar consistency and linear distension (in particular in coiling or meandering necklaces which seem to blend the biomorphous with the mechanical), recalling geometrically structured archetypes (a 1997 bracelet recalls the mazzocchio, a wicker head-dress worn in fifteenth century Florence) and complex formal-material aggregations (especially in brooches, but also in staunchly self-representative rings). Zorzi’s most recent work, in particular from the start of this new century, has certainly developed in this direction, fully consistent with such a world view but also undoubtedly with a new freedom, which seems to me to have led to structural inventions with a more forceful and original image than ever before. Evidence lies particularly in their lamellar modular arrangement, no longer in series of repeated sets (especially in highly flexible necklaces) but rather with formal components which differ wildly one from the other, interrelated not through likeness but because they are different and vie with one another. Just like the view, aerial or otherwise, of an urban skyline. These new ideas, indeed, really culminate in a kind of multiplicity of visions of ‘La città’ in brooches above all, but also, daringly, in rings whose highly
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self-representative plasticity makes them even gaudier in structure. Zorzi has set himself the challenge of taking this direction to a hitherto-unknown structural complexity in silver or nickel silver bracelets which imaginatively refer to the outlines of ‘La città’; this relates closely to the structural daring that defines post-deconstructive liberal architectural plasticity. At the same time he works always with precious metal in its rough, raw form, eschewing its traditional polish and preciousness, and exalting image, form and material. His, then, are real wearable sculptures whose now substantial iconic patrimony is rich in suggestion, becoming less formal, certainly and, I would say, more behavioural as it attempts to relate the structural inflection and material claims of each component to a corporeal connection in the effective use of the item. There is a kind of agility there, just as there is a performative connection in the material-bright impact. That is, in the way the material treatment of the precious metal, its superlative surface, provokes special bright reflections which enrich the self-representative quality of the plastic invention that is, albeit always differently, Zorzi’s jewellery. This also relates to the variety of precious materials 18
deployed: gold, copper, steel, ebony and quartz. Not that Zorzi has abandoned himself to a pure love of matter within a pure love of material, but it is from within that material-bright expressiveness that the smoother, lighter structural invention of his ideas emerges, encapsulated in expressive functionality which appeals above all to the iconic idea as a whole (not only to that of ‘La città’, although this recurs often in various ways). In this variety and complexity of structures, a remote component of geometrizing plastic conformation appears once in a while, made nevertheless more precarious, almost subject to metamorphosis. To me it seems that Zorzi is reaching his maturity as a master and one of the great names in truly inventive, contemporary jewellery-making artistry. Enrico Crispolti
traduzione di Helen Glave
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TAVOLE
1. Senza titolo, 1981
2. Senza titolo, 1988
3. Opera aperta, 1988
4. Senza Titolo, 1990
5. Scarabeus, 1991
6. Omaggio a Piero della Francesca, 1982
7. Senza titolo, 1994
8. La città, 1995
9. La città,1995
10. VibratilitĂ , 1995
11. VibratilitĂ , 1996
12. Senza titolo, 1996
13. Senza titolo, 1996
14. Structura, 1996
15. Structura, 1996
16. Senza titolo, 1997
17. Senza titolo, 1999
18. Structura, 2001
19. VibratilitĂ , 1998
20. La città, 1999
21. La città, 1998
22. Opera aperta, 1999
23. Opera aperta, 2000
24. Structura, 2000
25. Scritturale, 2000
26. Scritturale, 2000
27. Scritturale, 2000
28. Structura, 1998
29. La cittĂ , 2002
30. Scritturale, 2004
31. Opera aperta, 2004
Biografia Alberto Zorzi nasce a Santa Giustina in Colle (Padova) nel 1958. Qui studia all’Istituto d’Arte “Pietro Selvatico”, scuola che vanta una grande tradizione per l’oreficeria d’avanguardia, e dove, durante un periodo di formazione di cinque anni, si occupa di pittura, scultura e arte orafa. Dal 1976 frequenta una sezione separata per l’arte della lavorazione dei metalli e dell’oreficeria prendendo la Maturità d’Arte Applicata due anni dopo. Si forma quindi come artista-orafo alla Scuola di Padova, in un periodo di vivacità creativa che si espande nell’area veneta e durante il quale si approfondiscono le ricerche ottico-cinetiche (il Gruppo N) e si reinterpretano le analisi effettuate dal Bauhaus tedesco e dalla scuola di Max Bill. Terminata la scuola, sempre a Padova, si laurea alla Facoltà di Lettere in Storia dell’Arte Contemporanea con una tesi sul gioiello d’artista, analizzando in particolar modo l’operato di Lucio Fontana pittore, scultore e creatore orafo. La sua formazione, volta ad esprimersi in un modus operandi che lo slega da certe impostazioni “scolastiche”, conosce un’intensa attività di ricerca, proiettata prevalentemente verso referenze internazionali, soprattutto germaniche e anglosassoni. La ricchezza della sua attività progettuale, in gran parte composta di annotazioni e disegni, evidenzia una sua primaria voglia di sperimentazione, di studio, di indagine estetica ammirevoli per il continuo richiamo alle forme e alle particolarità delle materie. Dal 1987 insegna Arte dell’Oreficeria presso l’Istituto d’Arte 55
Pietro Selvatico, dal 1991 al 1993 all’Istituto Europeo di Design di Milano (Dipartimento del Gioiello) e dalla seconda metà degli anni Novanta è professore di Oreficeria alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze (Corso di Laurea in Cultura e Stilismo della Moda, dove dal 2000 è Coordinatore del corso di Oreficeria) e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Rappresentante tra i più ricercati della nota scuola orafa padovana per i risultati di notevole capacità creativa raggiunti, l’artista, per la sua intensa attività progettuale e artistica, già dalla seconda metà degli anni Ottanta è protagonista di molte personali in Italia (Milano, Galleria Schubert; Padova, Galleria Fioretto; Verona, Galleria Borghesi; Firenze, Galleria Fallani Best) e all’estero (Berna, Galerie Michèle Zeller; Hanau, Deutsches Goldschmiedehaus; Zurigo, Galerie Schmuck Forum). Vincitore nel 1982 del primo premio al concorso internazionale Die Kette di Hanau, dell’Associazione tedesca di arte orafa, è particolarmente conosciuto e apprezzato in Germania e in Svizzera dove partecipa, già da allora, a molte mostre collettive (Pforzheim, Schmuckmuseum; Monaco, Sonderschau der Internationalen Handwerksmesse; Lugano, Galleria Cubo). Nel 1993, nell’ambito della Fiera Internazionale del Gioiello a Vicenza Oro I, la collaborazione con l’azienda orafa Galante di Vicenza lo vede vincitore del concorso Premio Design Gallery. Contemporaneamente e successivamente ai significativi riconoscimenti ottenuti (del 2003 l’assegnazione del Premio Nazionale Argò a Roma per le novità della gioielleria con l’opera “la Città”, gioielli d’avanguardia per ricerca, sperimentazione e scelta studiata di materiali), le creazioni dell’artista vengono
esposte ancora in personali e collettive in sedi pubbliche e private tra le più importanti in Europa (Vienna, Galerie V&V; Parigi, Palais de Chaillot, Musée du Luxembourg; Londra, Electrum Gallery; Anversa, Provinciaal Diamantmuseum; Legnica, State Gallery of Art; Lubiana, Museo Etnografico Sloveno; Istanbul, Museo di Arte Islamica e Turca) e nel mondo (Buenos Aires, Museo Nacional de Bellas Artes; Perth, Art Gallery of Western Australia; Corea del Sud, Seoul Arts Center; Tokyo, Yarakucho Art Forum). Vantando un posto di primaria importanza nel panorama dell’oreficeria d’avanaguardia (last,but not least, si evidenziano le esposizioni dell’artista a Firenze, Palazzo Pitti, L’Arte del Gioiello e il Gioiello d’Artista dal ’900 ad oggi e ad Ancona, Mole Vanvitelliana, Immaginazione Aurea. Artisti Orafi e Orafi Artisti in Italia nel Secondo Novecento) i suoi pezzi unici sono presenti nelle collezioni pubbliche di Milano (Civico Museo Archeologico), Arezzo (Museo Nazionale di Oreficeria Contemporanea), Hanau (Deutsches Goldschmiedehaus), New York (Museum of Art and Design), Montreal (The Montreal Museum of Fine Arts), Perth (Art Gallery of Western Australia), Graz (Landesmuseum Joanneum), Erbach (Deutsches Elfenbeinmuseum). Quanto al tracciato stilistico vero e proprio, in Zorzi il linguaggio della struttura che guarda all’oggetto e alla materia come forma pura, armonia, luce (senza alcuna volontà rappresentativa) è basilare. Il gioco con la geometria, spesso presupposto per infinite variazioni di cambiamenti di forme, compare sempre in primo piano. L’invenzione dell’artista punta ai movimenti, alle espansioni, agli
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sviluppi e agli “scivolamenti” dei prismi e dei parallelepipedi e al rapporto con la parte del corpo da ornare, conservando una forma equilibrata e misurata che fa dei suoi gioielli vere “sculture” da indossare. L’attenzione per la leggerezza e la diversità del materiale, per la mutevolezza e la frantumazione della luce sul metallo e sugli smalti colorati abilmente eseguiti, caratterizza le creazioni di Zorzi. Il materiale, in genere argento o rame, parzialmente dorato e rivestito con smalto alla nitrocellulosa dalle tonalità cromatiche che variano dal rosso al verde, dal bianco al beige, viene usato in lamine sottili, lavorate in forma di rosetta, di ovale, di quadrato o di triangolo, brunite o lucidate, piegate in modo da rendere molteplici i giochi di rifrazione e vibrazione della luce e conferire così una dimensione di mobilità, di vitalità e di particolare luminosità all’oggetto. Lasciando il repertorio delle forme classiche della Scuola di Padova - cerchio, quadrato, cilindro, cubo, forme geometriche, l’utilizzo delle quali assume un ruolo essenziale per la struttura formale - Alberto Zorzi si rivolge ad espressioni più libere: affascinato dalle forme tridimensionali, in bilico tra l’arte informale e l’ispirazione organica, compatta le forme, ricerca i movimenti naturali della materia che si unisce, si separa, si riunisce e si espande in articolazioni ritmiche. Egli subisce il fascino dell’incanto della forma pura che esalta la materia luminosa, gli smalti lucenti; ricerca un rapporto di armonia tra forma e materia, luce e spazio (sia esso relativo al corpo che all’ambiente). Nell’artista c’è un bisogno di ordine formale, l’attenzione alle qualità precipue delle materie impiegate, alla plasticità della forma semplice, ma al tempo stesso
egli ama la ricerca e la sperimentazione tanto da elaborare proposte personali e originali. Zorzi lavora i più svariati materiali - dall’oro al rame, all’acciaio, all’ebano, ai quarzi - usa il colore e pietre particolari, crea sempre invenzioni nuove sia riguardo alla materia che alla struttura, per lo più di tipo geometrico sulle quali può effettuare aperture e mostrare “…cavità, spazi interni: il gioiello - dice l’artista - non è solo quello che appare, ma può avere un vuoto che può venire alla luce”. Nelle opere più recenti l’ornamento raggiunge quasi la provocazione e si individuano creazioni dedicate al tema della “Città”, dove lamine aguzze, punte acuminate svettano e si orientano in modo irregolare, addossandosi le une sulle altre in un calcolato disordine. Per Zorzi il gioiello si propone come oggetto “culturale”, inserendosi nell’ambito specifico delle arti visive e assume una valenza di opera d’arte: è fondamentale includervi contenuti che vadano al di là della decorazione e dell’abbellimento. Il gioiello viene così valorizzato e inteso anche e soprattutto come oggetto che sia al contempo scultura, pittura, creazione artistica. Come artista-orafo Alberto Zorzi ricerca la validità delle forme ma soprattutto egli ha una attenzione nuova per l’oggetto in relazione alla persona. La persona diventa una parte supplementare dell’oggetto, così come l’oggetto diventa parte della persona. Susanna Fabiani
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Biography Alberto Zorzi was born in Santa Giustina in Colle (Padua) in 1958. He studied at the ‘Pietro Selvatico’ Institute of Art, which boasts a long tradition in avant-garde jewellery design. During his five years there he studied painting, sculpture and the art of jewellery-making. From 1976 he attended a separate department to learn the arts of metal-working and jewellery and obtained his leaving diploma in Applied Arts two years later. His training as an artist/jewellery-maker of the Paduan school thus evolved during a fertile creative period - which also involved the Veneto - best remembered for extensive optic-kinetic research (the N Group) and a reinterpretation of the analyses carried out by the German Bauhaus and the Max Bill School. After school, he enrolled in the Arts Faculty of Padua University where he graduated in Contemporary Art History with a thesis on artistic jewellery, focusing on the work of Lucio Fontana, painter, sculpture and creator of jewellery. His training, which has generated a modus operandi unfettered by a rigidly ‘scholastic’ framework, involved intensive research, with reference mainly to international sources, particularly Germanic and Anglo Saxon. Zorzi’s prolific design production, mostly composed of notes and drawings, shows a clear desire to experiment and to probe and explore aesthetics, with an admirable emphasis on form and the special qualities of materials. Since 1987, he has taught jewellery-making at the Istituto d’Arte Pietro Selvatico. From 1991 to 1993 he taught in the Jewellery
Department of the European Institute of Design in Milan and in the late nineties was Professor of Jewellery-Making in the Faculty of Arts at the University of Florence (Degree course in Cultura e Stilismo della Moda, co-ordinating the course on JewelleryMaking) and at the Accademia di Belle Arti of Ravenna. Owing to his considerable creative accomplishments, Zorzi, as an artist from the famous Paduan jewellery-making school, is very much in demand. His design and artistic production has been intense since the late eighties, culminating in several personal exhibitions in Italy (Milan, Galleria Schubert; Padua, Galleria Fioretto; Verona, Galleria Borghesi; Florence, Galleria Fallani Best) and abroad (Bern, Galerie Michèle Zeller; Hanau, Deutsches Goldschmiedehaus; Zurich, Galerie Schmuck Forum). In 1982 he won first prize in the Die Kette international competition of Hanau organized by the German Association of Jewellery-Making and is especially admired in Germany and Switzerland, where he has taken part in several collective exhibitions (Pforzheim, Schmuckmuseum; Munich, Sonderschau der Internationalen Handwerksmesse; Lugano, Galleria Cubo). In 1993, at the Fiera Internazionale del Gioiello a Vicenza Oro I, his work with the jewellery company Galante of Vicenza won him first prize in the Premio Design Gallery competition. In 2003 he won the Premio Nazionale Argò in Rome for new jewellery ideas with his jewellery ‘la Città’, which can truly be described as avant-garde in terms of research, experimentation and selection of materials, and his success has led to further personal and collective exhibitions in some of the most important public and private venues in Europe (Vienna, Galerie V&V; Paris, Palais de Chaillot, Musée du Luxembourg; London, Electrum
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Gallery; Antwerp, Provinciaal Diamantmuseum; Legnica, State Gallery of Art; Lubiana, Slovenian Ethnographic museum; Istanbul, Museum of Islamic and Turkish Art) and throughout the world (Buenos Aires, Museo Nacional de Bellas Artes; Perth, Art Gallery of Western Australia; South Korea, Seoul Arts Centre; Tokyo, Yarakucho Art Forum). He has achieved a high profile on the avant-garde jewellery scene and his work has also appeared in Florence, Palazzo Pitti, L’Arte del Gioiello e il Gioiello d’Artista dal ’900 ad oggi and Ancona, Mole Vanvitelliana, Immaginazione Aurea. Artisti Orafi e Orafi Artisti in Italia nel Secondo Novecento. His unique items are in public collections in Milan (Civico Museo Archeologico), Arezzo (Museo Nazionale di Oreficeria Contemporanea), Hanau (Deutsches Goldschmiedehaus), New York (Museum of Art and Design), Montreal (The Montreal Museum of Fine Arts), Perth (Art Gallery of Western Australia), Graz (Landesmuseum Joanneum) and Erbach (Deutsches Elfenbeinmuseum). As regards Zorzi’s style, the purity, harmony and light of the object and the material (without resorting to symbolism) is of prime importance. A play on geometric shapes, often a precondition for infinite variations of form, is always in evidence. The artist’s creations evolve around prisms and parallelepipeds which move, expand, shift and ‘slide’ in relation to the part of the body to be adorned, all the time retaining a balanced, moderate form as befits ‘wearable sculptures’. Zorzi’s work is characterized by the lightness and diversity of the material, by the shifting and fragmentation of light on metal and on skilfully coloured enamels. The material, usually silver or copper, partially gilded and coated with nitrocellulose enamel, varying from red
to green and white to beige, is used in thin sheets and worked into rosettes, ovals, squares or triangles. Burnished, polished, it is folded so that the light refracts and vibrates, giving movement, vitality and a special brightness to each item. Zorzi has moved away from the classical repertoire of the Paduan school - circles, squares, cylinders, cubes, geometric forms - which plays an essential role in the formal structure, and abandons himself to free expression. Intrigued by three dimensional forms, hovering between informal art and organic inspiration, he unites shapes to enhance the natural movement of his material, which blends, separates, reunites and expands rhythmically. Zorzi worships the pure form which exalts the brightness of the material and the shiny enamels, and creates harmony between form and material and between light and space (both relative to the body and the environment). The artist indulges his need for formal order, attending to the principal qualities of the material used and to the plasticity of the simple form, but at the same time he deploys research and experiment to come up with original and personal ideas. Zorzi works with a wide variety of materials - gold, copper, steel, ebony and quartz - and uses colour and particular stones to come up with new subjects and forms. Mostly, however, they are geometrical to open and reveal, in his own words, ‘… cavities, inside spaces. Each piece of jewellery,’ says the artist ‘is not just what it appears to be: it also has an emptiness that can be brought to light’. In his most recent works each ornament comes near to being provocative. It is easy to discern creations dedicated to the
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theme of the ‘City’, where sharp points and spikes emerge and cluster together in careful disarray. For Zorzi each jewellery piece is a ‘cultural’ object that claims a rightful place in the visual arts: it is therefore of the utmost importance that it transcends decoration and ornament. Only then can it claim to be a work of art and be understood as a sculpture, painting and artistic creation. As an artist/jewellery-maker, Alberto Zorzi is concerned with form; what distinguishes his work is his concern for the object in relation to its wearer. The wearer becomes part of the item, just as the item becomes part of the wearer. Susanna Fabiani traduzione di Helen Glave
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MOSTRE PERSONALI / PERSONAL EXHIBITIONS 1987 - Galerie Schmuck Forum, Zürich (CH) - Galleria Cubo, Lugano (CH) 1988 - SchmuckGalerie Knauth und Hagen, Bonn (D) - Hilde Leiss Galerie für Schmuck, Hamburg (D) - Cardillac SchmuckGalerie, Karlsruhe (D) Gioielli: tra segni del corpo e simboli dell’arte: - Galleria Fioretto, Padova (I) 1989 - Galleria Schubert, Milano (I) - Galerie Kunstformen Jetz!, Salzburg - Galerie Michèle Zeller, Bern (CH) 1990 - Schmuck - Skulptur - Graphik 1975 - 1990 – Gioielli Sculture Disegni: - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) 1991 Gioielli - Sculture: - Galleria Schubert, Milano (I) 1992 Schmuck - Skulptur - Graphik: - Landesmuseum Joanneum, Graz (A) - Galerie Sibylle Schloss, Darmstadt (D) - Galerie Christine Marschalek, Wien (A) - Galerie Elsa Drobny, Linz (A) 1993 - Galerie Michèle Zeller, Bern (CH) 1994 Die Farbe nimmt Form an Schmuck: - Galerie Birò, München (D) 1995 Ornamenti: - Galleria Schreiber, Brescia (I) 1996 Schmuck: - Galerie SO, Freiburg (D) 1997 - Galerie Aurum, Frankfurt (D) 1998 - Galleria Borghesi, Verona (I) 1999 L’arte e il gioiello da millennio a millennio, le opere di Zorzi: - Civico Museo Archeologico, Milano (I) - Angermuseum Barfüberkirche, Erfurt (D) - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) 2000 - Valmore Studio d’Arte, Vicenza (I) - Galleria Fallani Best, Firenze (I) - Galerie V&V, Wien (A) Gioielli: Galleria Luisa Delle Piane, Milano (I)
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2001 2002 -
Galleria Borghesi, Verona (I) Galleria Michèle Zeller, Bern (CH) Galleria Schubert, Milano (I) Show-room Pampaloni, Miami Beach (USA)
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MOSTRE COLLETTIVE / COLLECTIVE EXHIBITIONS 1982 Die Kette Internationalen Schmuchwettbewerbs: - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) - Schmuckmuseum Pforzheim (D) 1983 10 Orafi Padovani Moderne Goldschmiedekunst aus Italien: - Schmuckmuseum Pforzheim, Pforzheim (D) - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) - Provinciaal Diamantmuseum, Antwerpen (B) - Museum Bellerive, Zurich (CH) 1984 Schmuck und Gerät 1959 - 1984 Internationale Schmuckschau 84: - Sonderschau der Internationalen Handwerkmesse, München (D) 1985 Oreficeria d’Avanguardia Italiana: - Galleria Cubo, Lugano (CH) - Galerie Schmuck Forum, Zurich (CH) Schmuck für Kopf und Haar, Sechster Internationaler Schmuckwettbewerbs: - Schmuckmuseum Pforzheim, Pforzheim (D)) 1986 Italianisches Schmuckdesign: - Cardillac Schmuckgalerie, Karlsruhe (D) International Jewellery Art Exhibition. The 6th Tokyo Triennal: - Yarakucho Art Forum, Tokyo (J) - Tsukashin Hall, Osaka (J) The Italian Fair, Prestige and Art Seibu Department Stores: - Yarakucho Seibu, Tokyo (J) - Shibuya Seibu, Tokyo (J) - Kansai Takanawa-kai, Osaka (J) - Ikebukuro Seibu, Tokyo (J) - Tsukashin Seibu, Osaka (J) - Galerie Mattar, Köln (D) - Contemporary Jewellery Gallery, Sidney (Australia) - Studio Noko, Sidney Perspectives Platinum Design Competition for Avant-Garde Jewellery: - Fiera Europea dell’Orologeria e della Gioielleria, Basel (CH)
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- Staatsgalerie moderner Kunst im Haus der Kunst, München (D) 14°Biennale Internazionale del Bronzetto Piccola Scultura, Prima Biennale di Sperimentazione Orafa, Nove Artisti Orafi di Scuola Padovana: - Museo Civico agli Eremitani, Padova (I) Perspectives Platinum Design Competition for Avant-Gard Jewellery: - Electrum Gallery, London (GB) Italian Master Goldsmiths from the Veneto Region : - Masters Gallery - Art Department San Diego State University, San Diego (USA) - Concepts Gallery, Palo Alto (USA) - Hoffman Gallery of the Oregon School of Arts and Crafts, Portland (USA) - Concepts Gallery, Carmel (USA) - Bellevue Museum of Bellevue, Washington (USA) Der Grune Schmuck : - Galerie Schmuck Forum, Zurich (CH) - Staatsgalerie moderner Kunst im Haus der Kunst, München (D) Becker/Sharlin/Watkins/Zorzi : - Galerie Mattar, Köln (D) 1° Biennale du Bijou Paris 1987: - Bibliothèque Forney Hotel de Sens, Paris (F) Biennale Svizzera del Gioiello d’Arte Contemporaneo: - Villa Malpensata, Lugano (CH) 1er Festival des Arts 1900 – 2000: - Palais de Chaillot, Paris (F) Gold: Art+Design Internationaler Kunstlerwettbewerb: - Museum für Kunst und Gewerbe, Hamburg (D) - Galerie Pels-Leusden Villa Grisebach, Berlin (D) - Stadtmuseum, Düsseldorf (D) Oro d’Autore Materiali e Progetti per una Collezione Orafa: - Sottochiesa di San Francesco, Arezzo (I) Perth International Crafts Triennal European Metal Jewellery & Objects: - Art Gallery of Western Australia, Perth (Australia) - Galleria Maurizio Corraini, Mantova European Metal Jewellery and Objects: - Powerhouse Museum, Sidney (Australia) Triennale Europeenne du Bijou: - Musée du Luxembourg, Paris (F) Gioielli e Legature – Artisti del XX secolo:
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- Biblioteca Trivulziana, Castello Sforzesco, Milano (I) 1991 Schmuckstucke der Impuls der Moderne in Europa 1900-1990: - Museum für Kunst und Gewerbe, Hamburg (D) - Kulturhistorisches Museum, Osnabruck (D) - Stadtische Kunsthalle, Mannheim (D) - Maximilian Museum, Augsburg (D) - Mittelrhein Museum, Koblenz (D) - Kurhaus Muschelsaal, Wiesbaden (D) 1992 Mannerschmuck: - Schmuckgalerie Rudi Ritter, St.Gallen (CH) L’Evoluzione dell’Arte Orafa Veneta: - Palazzo Agostinelli, Bassano del Grappa, Vicenza (I) Oro d’Autore Omaggio a Piero: - Museo Statale d’Arte Medioevale e Moderna, Arezzo (I) - Galleria Shubert, Milano (I) - Galerie V&V, Wien (A) Gioielli: - Galleria Luisa Delle Piane, Milano (I) - Galleria Borghesi, Verona (I) - Galleria Michèle Zeller, Bern (CH) - Galleria Schubert, Milano (I) - Galerie El-Avantgarde, Linz (A) - Galerie Christine Marschalek, Wien (A) Internazionale Schmuckausstellung: - Galleria Michèle Zeller, Bern (CH) - Vismara Arte, Milano (I) 1993 Neue Ringe Internazionale Sommerschmuckausstellung: - Museum Bellerive, Zurich (CH) 1994 Oro d’Autore: - International Jewellery Tokyo 94, Makuhari Messe, Tokyo (J) - Deutsches Elfenbeinmuseum Erbach, Erbach (D) Schmuck und Gerät - Eine Ausstellung der Gesellschaft für Goldschmiedekunst: - Deutsches Goldschmiedehaus Hanau, Hanau (D) - Waidspeicher des Kulturhofes Kronbacken Angermuseum, Erfurt (D) - Iparmuvészeti Muzeum, Budapest (H) Fibula – Die Fantastiche Welt Der Broschen: - Schmuckgalerie Rudi Ritter, St.Gallen (CH) Weihnachtsausstellung:
- Galerie V&V, Wien (A) Kunststoff Schmuck Kunst 1923-1993: - Iparmuvészeti Muzeum, Budapest (H) Le Stelle del Sud: - Provinciaal Diamantmuseum, Antwerpen (B) 1995 Quando l’Oro Parla: - Galleria Fallani Best, Firenze (I) 11.Silber Triennale 1995 - Deutsches Goldschmiedehaus (D) Sofa Art Chicago Exposition 1995: European Contemporary Jewellery - Galerie Charon Kransen, Festival Hall at Navy Pier, Chicago (USA) Kunst Wien 95,Galerie V&V: - Osterreichischen Museum fur Angewandte Kunst, Wien (A) Oro de Autor – Oro di Autore: - Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (Argentina) Oro di Autore: - Gioielleria Fortunoff, New York (USA) 1996 Arte Fiera 96 Bologna, Galleria Fallani Best - 20° Mostra Mercato Internazionale d’Arte Contemporanea, Quartiere Fiera, Bologna (I) 11° Silber Triennale 1995: - Galerie Handwerk, München (D) Orfevrerie et Bijou Contemporain: - Chateau Grimaldi, Cagnes-Sur-Mer (F) Kunst im Turm: - Museum im Wasserturm, Wesel (D) Sixtie’s Revival, Internationale Sommerschmuck-Ausstellung: - Galerie Michéle Zeller, Bern (CH) Gioielli Italiani d’Artista: - Museo di Arte Islamica e Turca, Istanbul (Turchia) Granulation 1996. Internationaler Schmuckwettbewerb: - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) 1997 Arte Fiera 97 Bologna, Galleria Santo Ficara - 21° Mostra Mercato Internazionale d’Arte Contemporanea, Quartiere Fiera, Bologna (I) Granulation 1996 Internationaler Schmuckwettbewerb: - Inhorgenta, 24. Internazionale Fachmesse für Uhren, Schmuck, Edelsteine, Perlen und Silberwaren, München (D)
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- Juwelier Backmann, Munster (D) - Juwelier Lux, St.Gallen (CH) - Galerie Aurum, Frankfurt (D) - Kreissparkasse, Augsburg (D) - Juwelier Hofacker, Koblenz (D) - Galleria Ravagnan, Venezia - Museu Tèxtil i de la Indumentària, Barcellona (E) Importanti gioielli: - Palazzo della Gherardesca, Firenze (I) - Palazzo Doria Pamphilj, Roma (I) - Palazzo Brogli, Sotheby’s, Milano (I) - Galerie Michèle Zeller, Bern (CH) 1998 9th National Review of Goldsmithery Silver 96: - State Gallery of Art in Legnica, Legnica (PL) - Sukiemmice Gallery of Polish Artists Association, Cracovia (PL) - Gallery of Goldsmithery, Varsavia (PL) - Polish Culture Institut, Stoccolma (S) - Gallery of Accademy of Fine Arts, Vilnius (Lituania) Schmuck Tendenzen von Jugendstil bis heute: - Galerie Kreutziger, Worpswede (D) 12. Silber Triennale 1988: - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) - Goldschmiede mit Uhrmacherschule, Pforzheim (D) - Kumstgewerbemuseum, Budapest (H) 1999 12. Silber Triennale 1988: - Kunst gewerbemuseum, Prag (Tschechische Republik) - Stichting Mederlands Goud - Zilver en Klokkenmuseum (NL) - Provinciaal Museum Sterckshof-Zilvercentrum, Antwerpen (Belgio) - Städtisches Museum, Göttingen (D) Oro d’Autore, collezione di arte orafa contemporanea: - Sottochiesa di S.Francesco, Arezzo (I) Jewellery by Artist in Italy: - The Singapore Art Museum, Singapore (Indonesia) über Allen Gipfeln...Naturerfahrung zwischen Goethe und Gegenwart: - Museum für Kunsthanwerk, Frankfurt Am Main (D) Internationaler Wettbewerb – Für dich, für mich: - Museum fur Natur & Stadtkultur, Schwäbisch Gmünd (D) 1999 Seoul International Metal Artist Invitational Exhibition: - Seoul Arts Center, Metal Arts Department, Art College Hong-IK
University, Hong-Ik Metal Arts Foundation (South Korea) Jewellery by Artists in Italy 1945-1995: - Harry Oppenheimer Diamond Museum, Raman Gat, Tel Aviv (Israel) 2000 Schmuck der Moderne 1960-1998: - Schmuckmuseum Pfhorzeim (D) Alles Schmuck-Sammlung Inge und Elisabeth Asembaum: - Museum für Gestaltung, Zürich (CH) Kunst Wien 2000, Galerie V&V - österreisches Museum für Angewandte Kunst, Wien (A) Parures d’Ailleurs, Parures d’Ici:Incidences, Coïncidences?: - Musee de Design et d’Arts Appliques Comtemporaines, Lausanne (CH) 2001 Il Valore della Mano - The Importance of the Artisan’s Hand : - Vicenza Oro 1, Mostra Internazionale di Oreficeria, Gioielleria, Argenteria e Orologeria, Vicenza (I) The Ring: - Mobilia Gallery, Cambridge (UK) L’Arte del Gioiello e il Gioiello d’Artista dal ‘900 ad oggi: - Museo degli Argenti, Palazzo Pitti, Firenze (I) Immaginazione Aurea – Artisti Orafi e Orafi Artisti in Italia nel Secondo Novecento: - Mole Vanvitelliana, Ancona (I) SOFA New York 2001, Mobilia Gallery - Sevent Regiment Armory, New York (USA) Art et Joaillerie en Italie 1950-2000 - Banque Audi; Achrafien, Beyrouth (Libano) The Ring: - Charles A. Wustum Museum of Fine Arts, Racine, Wisconsin (USA) Schmuck Design Gerät : - Congress Innsbruck, Innsbruck (A) 2002 Schneekristall, Swarovsky Secrets and More: - Galerie V&V, Wien (A) The Ring: - Colorado Springs Art Center, Colorado Springs, Colorado (USA) - University of Texas, El Paso, Texas (Usa) 20 Jahre Aurum 5 Gramm Gold+: - Galerie Aurum, Frankfurt (D) - Museum für Kunsthandwerk, Frankfurt (D)
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PREMI INTERNAZIONALI / INTERNATIONAL AWARDS
MEMBRO DELLA GIURIA / MEMBER OF THE JURY
1982 - Primo Premio, I Preis des Internationalen Wettbewerbs Die Kette des Deutsches Goldschmiedehaus und der Gesellschaft für Goldschmiedekunst, Hanau (D) 1993 - Premio Design Gallery, Fiera Internazionale del Gioiello, Vicenza Oro I, Vicenza (I) - Primo Premio del Concorso dell’Orafo Italiano, Design Gallery 1992-93, Milano (I) 1994 - Premio / Belobigung des Deutschen Elfenbeinmuseums Erbach, Internationalen Wettbewerb Schmuckstücke, Erbach (D) 1997 - Prize of the President of the city of Legnica, State of Art, Legnica (PL) 2003 - Premio Nazionale Argò 2003 per le novità della gioielleria con l’opera la città e collezione 2002, Roma (I)
1994 - 25. Deutscher Schmuck und Edelsteinpreis, Idar-Oberstein, 6. Deutscher Nachwuchswettbewerb für Edelstein und Schmuckgestaltung, IdarOberstein (D) 1995 - Premiere 96, Oro Arezzo: XVI Mostra Internazionale dell’Oreficeria, Argenteria e Gioielleria, Arezzo (I) 2000 - Concorso Internazionale di Design del Gioiello in Omaggio agli Emirati Arabi Uniti, Dubai, Auritalia, Fiera di Vicenza, Vicenza (I)
COLLEZIONI PUBBLICHE / PUBLIC COLLECTIONS
1996 1999 2000 2001
- Civico Museo Archeologico, Milano (I) - Musee de Design et d’Arts Appliques Contemporains, Mu. Dac., Lausanne (CH) - Museum of Art and Design, New York (USA) - Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau (D) - Museo Nazionale di Oreficeria Contemporanea, Arezzo (I) - Art Gallery of Western Australia, Perth (AUS) - Landesmuseum Joanneum, Graz (A) - Deutschen Elfenbeinmuseums Erbach, Erbach (D) - Wasserturm Museum, Wesel (D) - Schmuckmuseum Pforzheim (D) - Museum für Kunsthandwerk, Frankfurt (D) - Wilhelm Muller GMBH & Co., Schwabisch Gmund (D) - Museo di Oreficeria Contemporanea, Sartirana Lomellina, Pavia (I) - State Gallery or Art, Legnica (PL) - Angermuseum, Erfurt (D) - Gesellschaft für Goldschmiedekunst, Hanau (D) - Civica raccolta del Disegno, Salò (I) - Makösterreisches Museum für Angewandte Kunst, Wien (A) - Museum für Kunsthandwerk, Leipzig (D) - The Montreal Museum of Fine Arts, Montreal (Canada) - Collezione Inge Asembaum, Vienna (A)
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CONFERENZE – SEMINARI - CONVEGNI LECTURES – SEMINARS - CONVENTIONS - Aspetti dell’Oreficeria di ricerca, Istituto Europeo di Design, - Il Gioiello Maschile, le Arti Orafe – Jewellery School, Firenze (I) - La Città, Firenze - New York, Le Arti Orafe – Jewellery School, - The Ring Symposium, Massachussets College of Arts, Cambridge (USA) - Le prospettive dell’oreficeria d’avanguardia attraverso la documentazione di artisti-orafi internazionali, Akademie der Bilden Kunst, Nürnberg (D) 2002 - Presentazione del corso di oreficeria, argenteria, gioielli e accessori moda, Facoltà di Lettere, Università degli Studi di Firenze (I) - L’oreficeria di ricerca contemporanea: quali tendenze?, Istituto Statale d’Arte, Arezzo (I)
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Elenco delle opere 1. Senza titolo, 1981
bracciale argento 925, cm 24×2×3,5 collezione privata, Milano
2. Senza titolo, 1988
spilla oro giallo 750, onice, rubino sintetico collezione privata, Milano
3. Opera aperta, 1988
spilla oro giallo 750, rubino sintetico, onice, quarzo verde, cm 6×3×2; cm 5×6×3; cm 4×4,2×2 collezione privata, Parma
4. Senza Titolo, 1990
anello oro giallo 750, onice, cm 4,8×4×4,2 collezione privata
5. Scarabeus, 1991
collier oro 750 con pendente oro giallo 750, onice e quarzo madera, spilla oro e onice, paio di orecchini oro: pendente, cm 12×6×3; spilla, cm 5×4,5×2,5; orecchini, cm 2,5×1,2×9,5 collezione Cornaro, Milano
6. Omaggio a Piero della Francesca, 1982 anello oro 750, rubino sintetico, cm 5×3,2×2,4 collezione Oro d’Autore, Arezzo
7. Senza titolo, 1994
anello oro giallo 750, cristallo di rocca, cm 5×4×3 collezione privata, Roma
8. La città, 1995
spilla argento 925, cm 5×3 collezione Museo für Kunsthandwerk, Francoforte
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9. La città,1995
spilla argento 925, cm 5×2,5 collezione Museo für Kunsthandwerk, Francoforte
10. Vibratilità, 1995
collana argento 925 brunito, cm 80×3×3 collezione The Montreal Museum of Fine Arts, Montreal
11. Vibratilità, 1996
collana argento 925, sabbia, cm 90×2×3 collezione Galleria V&V, Vienna
20. La città, 1999
pendente argento 925 e smalto, cm 10,5×5,5×3,8
21. La città, 1998
spilla-pendente oro giallo 750, cm 10×4×2 collezione Museum of Art&Design, New York
22. Opera aperta, 1999
spilla-pendente oro giallo 750 e quarzo rutilato, cm 7,5×5,8×6,9
23. Opera aperta, 2000
spilla-pendente oro giallo 750, quarzo madera, cm 8,5×5×4,2
12. Senza titolo, 1996
anello oro 750 e acciaio, cm 3×3,5×2,3
24. Structura, 2000
spilla argento 925, cm 12×5×3,5
13. Senza titolo, 1996
anello oro 750, onice, cm 5×4,2×1,8 collezione Crema-Fallani, Firenze
14. Structura, 1996
orecchini oro 750, cm 3,3×2,5×1
25. Scritturale, 2000
bracciale argento 925 e smalto, cm 9,5×8,3×5 collezione Galleria V&V, Vienna
26. Scritturale, 2000
15. Structura, 1996
bracciale argento 925, smalto, cm 12,5×8×7,8
spilla oro giallo 750, cm 7,5×2×3 collezione Galleria V&V, Vienna
27. Scritturale, 2000
bracciale alpaca, pigmenti, cm 7,2×13,5×6
16. Senza titolo, 1997
anello oro giallo 750, onice, cm 4,5×3×2,8 collezione privata, Firenze
17. Senza titolo, 1999
anello oro giallo 750, agata bianca, cm 4,5×3×2,5; quarzo mutilato, cm 4,8×4,5×3 collezione privata, Parigi
28. Structura, 1998
spilla oro giallo 750, cm 6,5×5×3,5
29. La città, 2002
anello oro giallo 750, cm 6,3×4×3,8
30. Scritturale, 2004
bracciale argento 925, smalto, cm 8,5×6,5×5,5
18. Structura, 2001
spilla oro giallo 750, cm 6×3,5×4,2
19. Vibratilità, 1998
bracciale argento 925, cm 22×3×2 Galleria Luisa delle Piane, Milano
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31. Opera aperta, 2004
orecchini oro giallo 750, madreperla, cm 4,5×3,5×2
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Questo volume a cura di Andrea Alibrandi È stato stampato dalla Tipografia Bandecchi & Vivaldi di Pontedera Per i tipi delle Edizioni “Il Ponte” Firenze Firenze, novembre duemilacinque