Giovedì 4.12.2014
Anno 118 - Numero 286 €1,40
STRATEGIE BIANCONERE: È GIA’ SCATTATA L’OPERAZIONE FUTURO
Daniele Rugani, 20 anni, Domenico Berardi, 20, e Simone Zaza, 23
Juve più giovane e italiana In difesa a gennaio è in arrivo Rugani dall’Empoli. E se partirà Giovinco, l’attacco potrebbe essere rinforzato con Zaza o Berardi dal Sassuolo GRAZIANO, IANDIORIO A PAGINA 6
IL COMMENTO di Fabio Licari 21
NEUER È GRANDE CRISTIANO È MEGLIO Maledetto Pallone d’oro, chi ti merita veramente? Ogni anno la querelle si ripropone (sarebbe bello se i problemi del calcio fossero solo questi). Meglio il più forte in assoluto, cioè Messi, oppure il più bravo nell’anno solare, combinazione ideale di prestazioni personali e successi di squadra? L’ARTICOLO A PAGINA 21
IN CONTROPIEDE di Dan Peterson 21
L’OLIMPIA HA AVUTO UN UOMO IN PIÙ Alla mia Evanston (Illinois) High School, ho avuto un grande maestro per la mentalità sportiva, sia per il football che per il basket: coach Danny Blaze. Due dei suoi principi. Prepartita: non temere la squadra che arriva in campo urlando...
RANOCCHIA IL CAPITANO GENTILUOMO E’ UN’INTER DA CHAMPIONS IVO LUS C S E
A CAAZSZETTA G
«Vorrei arrivarci vincendo l’Europa League Facchetti il mio esempio»
DALLA VITE, FROSIO, TAIDELLI ALLE PAGINE 2-3
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IL ROMANISTA
Castan operato al cervello tornerà a giocare
CATAPANO, CECCHINI ALLE PAGINE 8-9
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MILAN-GENOA
Galliani&Preziosi amici da spiaggia e da mercato
GOZZINI, GRIMALDI A PAGINA 12
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
L’ARTICOLO A PAGINA 21
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CONTENUTO PREMIUM 1 TECNICO RIVELAZIONE
Di Francesco fra Zeman e Sassuolo
L’Atalanta ritrova i gol Udinese a fatica BIANCHIN, D’URSO, PIERELLI ALLE PAGINE 16-17
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Eusebio Di Francesco, 45 anni
Ecco la squadra dei «figli» d’arte 9 771120 506000
COPPA ITALIA
LONGHI A PAGINA 11
2 CICLISMO DI FAMIGLIA 41 2 0 4>
Ranocchia in redazione posa accanto alla foto dell’Inter che vinse la seconda Coppa dei Campioni nel 1965 a San Siro con l’1-0 sul Benfica: da sinistra si riconoscono Peirò, Bedin, Mazzola, Facchetti, Burgnich, Corso, Suarez e sotto Picchi con il trofeo in mano BOZZANI
MARABINI A PAGINA 30
3 LA SCIATRICE USA
Vonn: «Amo Tiger e sono la più forte» LOPES PEGNA A PAGINA 33
UNA FERRARI MOSTRUOSA SPINTA DA 1050 CAVALLI La FXX K è una vettura ra ibrida per pochi elettii perché costa quasi 2 milioni e mezzo di euro, ro, ma fa sognare FERRONATO A PAGINA 26
La Ferrari FXX K ha un motore termico e uno elettrico
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EUROBASKET
Milano col cuore e super Hackett vede le Top 16 CHIABOTTI A PAGINA 28
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Dura punizione a Balo per il suo post razzista. Dovrà fare un servizio fotografico nudo con Salvini.
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Primo piano R
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
CASA GAZZETTA
NON MI BASTA VINCERE VOGLIO ESSERE FACCHETTI: UN ESEMPIO
Ranocchia L'INTERVISTA di MATTEO DALLA VITE E LUCA TAIDELLI MILANO
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me frega la faccia: ora mi faccio crescere la barbona lunga e pure la cresta. Poi vediamo...». Il capitano gentiluomo ha anche spirito. Gli hanno detto che in campo non urla abbastanza, che non è brutto e nemmeno cattivo. E lui, Andrea Ranocchia, fa: «Ma dove siamo rimasti, al calcio del ‘500? Per far vedere che sono un duro devo spaccare una gamba a qualcuno? Non scherziamo: chiaro che è successo anche a me di essere espulso, ma non diciamo sciocchezze. Da grande, quando sarò grande, spero in due cose: di essere ricordato come un vincente e come una bella persona. Come Giacinto». E Giacinto è ovviamente Facchetti. «Perché se sei un vincente ma an-
IL CAPITANO GENTILUOMO NERAZZURRO HA DETTO NO AL BAYERN PER DIVENTARE LA BANDIERA DELLA PROSSIMA GRANDE INTER «SAN SIRO FARÀ DI NUOVO PAURA»
che un pezzo di m... nessuno ti ricorderà; se invece vincente lo sei con dentro una bella persona nessuno ti scorderà mai». Ufficiale e gentiluomo. E si parte da qui. Anche da qui. Allora dica subito: Mancini che tipo è? «Mancini ci crede da morire: a tutto ciò che si può pensare di buono per l’Inter futura, a tutti noi e alla Champions. Lo vedi quando ci parla: nelle riunioni, singolarmente, quando fa tattica e il resto, trasmette serenità e fiducia. E in più ha vinto: e questa cosa conta, pesa». Più accessibile prendersi la Champions attraverso il terzo posto o la vittoria in Europa League? «La via preferita potete immaginare qual è: alzare un trofeo sarebbe splendido. E credo che, rispetto al campionato, proprio questa sia la strada più accessibile. Poi, è chiaro: serve fortuna nei futuri sorteggi e che la squadra sia al meglio nei momenti delle sfide in campo». Anche il Milan ha l’obiettivo del terzo posto. E le genovesi vanno fortissimo. «Sinceramente non so nemmeno quanti punti abbia il Milan... E le genovesi sì, vanno spedite, ma spero si fermino prima o poi, che non durino».
Ma oggi come sta l’Inter? Anzi: dopo Roma e dentro la classifica di destra come se la passa? «Bene. E sa perché? Per la mentalità che ci ha dato Mancini e che abbiamo portato in campo. Qualcuno ha detto: perché non accontentarsi del 2-2? Ecco: è qui che ci si sbaglia. Fai il due a due e vuoi vincere. Ce la giochiamo e basta». E prima magari non succedeva così. «Il problema è che negli ultimi due mesi entravamo in campo con tanta pressione e tensione. Era una “guerra” continua: titoli, titoloni, critiche. C’era bisogno di maggior serenità». Mazzarri era sicuro di potercela fare. «Non voglio dare colpe all’allenatore, non sarebbe corretto: parlo di responsabilità, sue ma anche nostre. Mazzarri era molto tartassato: la tensione c’era e ce l’avevamo tutti. Troppa. Forse lui doveva gestire meglio tutta questa pressione, ma anche noi. Solo che dentro alla nostra squadra ci sono anche ragazzi di 21 e 22 anni, che fra qualche anno saranno top player europei ma pur sempre 21-22 anni hanno... E se appena sbagli un pallone senti borbottare, ecco, non è esattamente facile. I fischi di San Siro? Noi abbiamo fatto mancare ai tifosi i risultati, ma è anche vero che se qualcuno poteva darci una mano, beh, non è successo».
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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CONTENUTO PREMIUM Giochiamo di più la palla, a Roma siamo andati per vincere ed è quello che cerchiamo e cercheremo di fare sempre di più». Detto questo, contro l’Udinese fallire non si può. «Contro l’Udinese non toppiamo. Sicuro». Anche perché San Siro va riconquistato. «Vero. Verissimo. Quando gli altri vengono da noi devono tornare ad avere paura. Sì, dobbiamo riprenderci... casa». Stramaccioni e Stankovic: i ritorni a San Siro. «Due amici. Strama è un talentuoso: non ha ancora tanta esperienza ma forse è ancora più bravo perché non è stato calciatore e quindi non ha avuto il vantaggio di diventare esperto sul campo. Con Deki ho un rapporto spettacolare, ci sentiamo spesso: mi ha dato una mano enorme in momenti molto bui».
«BELL0 ALZARE UN TROFEO L’EUROLEAGUE SCORCIATOIA PER LA CHAMPIONS» Andrea Ranocchia, 26, durante l’incontro in Gazzetta. Il difensore azzurro si presta al fotomontaggio con la sagoma della Champions
Piccola parentesi: la super Roma che ne prende 7 dal Bayern cosa la induce a pensare. «Due cose: se non ci fosse stato Neuer, i giallorossi ne avrebbero segnati di più. E che quelli del Bayern sono autentici marziani».
BOZZANI
Ecco: il tifoso dell’Inter adesso vuole vedere sul campo che la situazione cambierà. «Eccerto che cambierà. Deve cambiare. In 7-10 giorni di Mancini non può esserci un tocco di baccheta magica: lavoriamo e tanto, anche oggi abbiamo fatto tante prove: moduli diversi con interpreti diversi e tutti coinvolti. Vedrete, ci sarà spazio per tutti, la fiducia esiste per ognuno di noi.
E che lei poteva far squadra coi marziani di Guardiola... «E’ vero, ci fu un sondaggio (del Bayern Monaco, ndr): e per un po’, ammetto, ci pensai. Ma avevo fatto e preso la mia scelta: l’Inter».
sano che fare il duro con un compagno davanti a tutti ti dia l’etichetta di grande giocatore? Vede: se io ho qualcosa da dire a Juan Jesus, per esempio, aspetto la fine della partita, lo prendo da una parte e gli spiego come avrei fatto. E non glielo direi mai in faccia a tutti, allo stadio e alle telecamere. No. Essere una bella persona è la cosa prioritaria: così mi hanno insegnato i miei genitori e così insegnerò a chi vorrà ascoltarmi».
MANCINI CI HA CAMBIATO LA TESTA: ORA CONTA VINCERE ANDREA RANOCCHIA CAPITANO INTER
Tipo (da lontano) in quei giorni in cui poteva andare al Galatasaray? Da Mancini, fra l’altro. «Sa cosa ho detto al mister quando ci siamo visti? Meglio qui a Milano eh...» (ride). In quei momenti di tanta panchina erano pressanti certi giudizi: Ranocchia è un bravo giocatore, ma il salto di qualità... «Il campione lo fa anche il periodo e il ciclo di una squadra. Chi è alla Juve ora è cresciuto con una mentalità vincente, ha vinto e ricontinua a vincere. Ecco: mi auguro di poter vincere e rivincere».
Ascolti certi temi più prosaici: da grande farà l’allenatore? «No, quello no. C’è tempo, vediamo: quando smetterò vorrò farlo da vincitore. Di certo, pur se giovane, ne ho già vissute tante: un crociato rotto, ho perso un mondiale, il calcioscommesse, tanti allenatori che per forza di cosa ti arricchiscono il bagaglio». Tanti allenatori hanno detto: siamo l’Inter e dobbiamo fare l’Inter. Negli ultimi anni, perdoni la ripetizione, l’Inter vera non s’è vista. «Perché è mancata la mentalità vincente, quella che sta inculcando Mancini. In dieci giorni non si possono vedere già i grandi cambiamenti, ma fiducia, mentalità, serenità e lavoro sono punti-base dai quali stiamo ripartendo. E poi, ripeto: le squadre devono tornare ad avere paura di venire a San Siro. E’ fondamentale».
STRAMACCIONI GRANDE TALENTO STANKOVIC È UN AMICO VERO
Ed è fondamentale che Palacio torni Palacio... «Ne verrà fuori, sono sicuro. Come sta? Lui dice bene, ma non aspetta altro che fare gol. In queste situazioni si tende a dire che ANDREA RANOCCHIA va sempre tutto bene, ma ricordo CAPITANO INTER un mio episodio: feci un assist a... Di Vaio, dicevo di stare bene ma per due settimane non ho dormito. InCome Javier Zanetti. «Non posso e non potrei minimamente e mai pa- somma: prima o poi a Rodrigo passa, i suoi gol ragonarmi a lui, ma è vero che fra otto anni vorrei arriveranno e saranno importanti come semessere ancora qui, da capitano e dopo aver alzato pre». tanti trofei. Insomma: mi piacerebbe invecchiare E quando tornerà Thohir cosa vorrebbe potergli all’Inter». dire? E quale potrebbe essere, fra i centrali passati, un «Mi auguro che torni presto. Ricordo che poco prima del match contro l’Atalanta mi prese da giocatore di riferimento? «Walter Samuel. E in assoluto, come dicevo pri- parte e mi disse: “Capitano, prendi in mano la ma, Giacinto Facchetti. E sa perché? Perché credo squadra e vinciamo questa partita”. Vinta, 2-0. nel poter dare messaggi positivi, perché bisogna Altri replay così non mi dispiacerebbero...». © RIPRODUZIONE RISERVATA avere più figure che stanno dentro un calcio capace di mostrare un’etica, perché esiste e deve esistere un modo di comportarsi sano. Il rispetto L’esultanza di Ranocchia dell’avversario, dell’arbitro, del compagno che dopo il gol alla Roma magari ti para il culo in campo. Qualcuno ha det- domenica scorsa all’Olimpico. to che dovrei fare delle sfuriate proprio lì, in cam- Il primo centro della sua po: ma non si rendono conto che tutto è cambia- stagione in cui in nerazzurro to, che hai mille telecamere? E, soprattutto, pen- ha giocato 16 gare
L'IDENTIKIT ANDREA RANOCCHIA NATO IL 16 FEBBRAIO 1988 A BASTIA UMBRA (PG) RUOLO DIFENSORE IN NAZIONALE 16 GARE (0 GOL)
Difensore centrale alto 195 centimetri (scarpe misura 47), Andrea Ranocchia cresciuto con Perugia e Arezzo - ha esordito tra i professionisti nel 2006 con la maglia del club toscano in Serie B. Dopo aver giocato anche con il Bari (vittoria del campionato di Serie B e promozione in Serie A) e il Genoa, nel gennaio 2011 è passato all’Inter con cui ha vinto subito la Coppa Italia. Dopo l’addio di Javier Zanetti, la scorsa estate è diventato il capitano del club nerazzurro. Nel suo palmares anche un 3° posto all’Europeo Under 21 nel 2009. Ha esordito in Nazionale con Prandelli c.t. in Italia-Romania 1-1, il 17 novembre 2010 in amichevole a Klagenfurt (Austria). LE SUE SQUADRE AREZZO 2006-2008 BARI 2008-2010 GENOA 2010-GEN. 2011 INTER DA GENNAIO 2011
IL NUOVO SISTEMA
Da cinque a quattro: com’è cambiata la difesa G
Alex Frosio
I SUOI APPUNTI TATTICI
● Nei disegni di Andrea Ranocchia (sopra), le differenze tra difesa a 5 e a 4: nel primo caso, un difensore può uscire per cercare l’anticipo; a quattro, i centrali coprono il cono dello specchio della porta
GDS
li allenatori sostengono sempre che i numeri non contano nulla. Lo stesso Ranocchia ha rivelato come in allenamento Roberto Mancini tenda a provare più sistemi di gioco. Il cambiamento più evidente tra nuova e vecchia gestione dell’Inter, tuttavia, è proprio nei numeri: dalla difesa a tre – o meglio: a cinque, precisa subito il difensore nerazzurro – alla linea a quattro. E le differenze ci sono eccome. «Primo: da cinque a quattro, sei con un uomo in meno dietro, ed è tanto perché devi coprire uno spazio maggiore», spiega Ranocchia mentre disegna sul foglio le due diverse disposizioni. Le conseguenze riguardano l’atteggiamento e i movimenti, che non rendono immediata l’assimilazione del nuovo sistema, in un senso o nell’altro. Uno come Vidic, abituato a giocare a quattro da sempre, ha sofferto il passaggio a tre all’arrivo all’Inter, ammette Ranocchia. «Quando giochi a cinque, sei più libero di andare in anticipo, anche forte, sull’uomo uscendo dalla linea, anzi sei quasi in marcatura, perché sai che hai comunque quattro compagni che ti coprono e
almeno uno che copre il “lungo”. A quattro, invece, devi ragionare di più, non puoi sempre cercare l’anticipo, perché se sbagli l’intervento l’avversario non lo prendi più, sei “del gatto”», chiosa il capitano nerazzurro con tipica espressione perugina. Non era solo Mazzarristyle, anche Conte in nazionale ordina: mai a tre dietro, se uno esce, gli altri quattro coprono. CENTRALI E TERZINI La «3» pura è abbastanza inusuale in Italia. Perché ti fa guadagnare un uomo davanti per la fase offensiva ma scopre la retroguardia. E’ sempre una questione di distanze: tre uomini devono dividersi una porzione maggiore sulla larghezza del campo. Con l’ulteriore complicazione di costringere i centrali di destra e di sinistra ad allargarsi per coprire sulla corsa gli esterni avversari. Motivo per cui Gian Piero Gasperini, cattedratico della difesa a tre vera ed estremista dell’anticipo, sceglie sempre almeno un terzino di ruolo nel terzetto difensivo (Marchese o Antonini, per esempio). Più abituati a scivolare sull’esterno e anche con la reattività per cercare l’anticipo rispetto a un centrale classico. Gli altri due, nel caso, possono soffrire gli inseri-
menti dal lato debole (quello opposto a dove si subisce l’attacco). Ed è per questo che quasi tutti contano sull’aiuto del centrocampista esterno che scala in copertura. Per quanto riguarda la «4», i due centrali sono più statici, perché hanno la copertura esterna dei terzini, dunque il loro compito principale è coprire il cono dello specchio della porta. La zona da cui arrivano i gol è quella, difficile prenderli dalla linea di fondo… Fermo restando che se uno dei due centrali è costretto a uscire su un avversario che arriva frontale, l’altro scappa verso la porta e i terzini stringono la posizione verso il centro. Quando il pallone è laterale, invece, il manuale di Coverciano dice che – si giochi a tre, a quattro o a cinque – il difensore si sistema sulla bisettrice tra la palla e il centro della porta. Cambiare sistema può richiedere tempo, perché i movimenti e l’atteggiamento (coprire o cercare l’anticipo, giocare individualmente o di reparto) sono diversi. Ma aiuta se il giocatore è intelligente e magari ha esperienza in più ruoli. E infatti Ranocchia ammette: «Mancini ci prova in due o tre ruoli diversi in allenamento». Mica scemo, il Mancio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Matteo Dalla Vite MILANO
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ei giorni scorsi il d.t. Piero Ausilio ha incontrato Alejandro Mazzoni, procuratore di Hugo Campagnaro ma soprattutto di Ezequiel Lavezzi. Fra i due, panoramica e tavola imbandita: Mancini vuole apparecchiare la futura Inter con il Pocho, per esperienza, qualità, perché conosce a memoria il calcio italiano. Lavezzi è davanti ad altri due big, Lamela (durissima per gennaio) e Cerci (meno possibile di quanto si pensi). NESSUN RINNOVO Nemmeno per Lavezzi c’è facilità operativa per l’alba del 2015, ma l’Inter le tenterà tutte e l’incontro Ausilio-Lavezzi è servito per gettare alcune basi: il Psg difficilmente vorrà privarsene prima di luglio, ma in futuro non pare voler contare su di lui. L’entourage dell’argentino ha lanciato segnali di sondaggio per un eventuale rinnovo ai quali il club parigino non ha mai dato riscontro: tradotto, a un anno dalla scadenza di contratto (2016) il Pocho potrebbe salutare la capitale francese. Naturalmente anche la Premier gli farebbe gola ma si sa che Milano e l’Inter gli fanno la corte da anni. Lo ammise lui stesso che in passato decise di dire no all’Inter per rispetto al Napoli, ma adesso è tutto è diverso: l’idea nerazzurra è quella di poter agganciare il Pocho con un prestito con diritto di riscatto (dilazionato negli anni) a una cifra compresa fra i 10 ei 15 milioni. Il Psg l’anno prossimo vorrà puntare su Di Maria, l’addio con Lavezzi è quasi certo. A tal punto che in Francia sono convinti che a gennaio possa esserci una accelerazione. MARRAKECH DECISIVA Ma attenzione a un incontro che potrebbe diventare determinante: l’amichevole Psg-Inter in Marocco del 30 dicembre potrebbe rappresentare un importante snodo per tutta la vicenda-Lavezzi. I due club sono in sintonia ed è chiaro che parleranno anche del Pocho: l’ipotesi che Erick Thohir possa riuscire a convincere Al Thani non è così assurda, poi è chiaro che durante quei giorni a Marrakech lo Stato Maggiore dell’Inter e quello del Psg colloquieranno pure del mercato. SALAH E GASTON Ma se Lavezzi fosse una montagna troppo alta da scalare? L’Inter le alternative le ha. Ausilio, si sa, l’altroieri e ieri è stato a Londra: ultima gara vista, Chelsea-Tottenham. Il d.t. voleva vedere all’opera un
Fairplay finanziario In arrivo a Milano i controllori Uefa ● La prossima settimana sono attesi a Milano alcuni funzionari dell’Uefa che avranno il compito di valutare nel dettaglio i conti e i piani di sviluppo dell’Inter in chiave fairplay finanziario. Dopo l’incontro di Nyon (il 7 novembre scorso, presente anche Thohir). «Al momento ci stanno esaminando - aveva detto il Ceo Bolingbroke a margine dell’ultima Assemblea dei soci -,il cambio di allenatore e ogni altra decisione con impatto finanziario deve essere discussa con loro. Stiamo collaborando, loro sanno tutto ciò che devono sapere». Gli uomini dell’Uefa avranno a disposizione un ufficio nella sede nerazzurra e si fermeranno a Milano tre giorni. Le eventuali sanzioni arriveranno in primavera. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Inter all’attacco Contatto-Lavezzi E piace pure Salah
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STAFF AL COMPLETO
1Incontro fra Ausilio e il manager del Pocho
In alternativa, sentito il Chelsea per l’egiziano Icardi: pressing di Atletico, Mourinho e Liverpool Altri nomi nel mirino
Il nuovo vice allenatore dell’Inter, Sylvinho, 40, ai tempi del Barça AFP
Mancio nel destino: il brasiliano Sylvinho sarà il nuovo vice 1L’ex terzino già
allenato da Roberto al City. E in patria è stato l’assistente di Vagner Mancini
MOHAMED SALAH ● 22 anni, Chelsea A Londra dal gennaio 2014, egiziano, centrocampista-ala, mancino, sa giocare a destra: può andare via in prestito
Ezequiel Lavezzi, 29 anni, al Napoli dal 2007 al 2012. È del Psg AP
obiettivo, l’egiziano Mohamed Salah. Non ha giocato, l’ipotesi che i Blues possano darlo in prestito c’è: ma è un’alternativa, come Gaston Ramirez (in prestito all’Hull City dal Southampton) il cui contratto scade nel 2015. Veniamo al primo: classe 1992, tipica ala mancina ma che può giocare a destra, Salah ha un contratto con il Chelsea fino al 2019, l’ipotesi del prestito secco (stile Wallace, sperando possa avere più fortuna...) non è da escludere ma prima ci sarà pure un sondaggio per Gaston Ramirez: l’uruguaiano è caduto un po’ nel dimenticatoio e al momento è all’Hull City in prestito dal Southampton, che lo prelevò dal Bologna per 15 milioni di euro: fa gola per la duttilità offensiva (è un “10” che sa pure saltare l’uomo
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da terza punta in un 4-3-3) e soprattutto per la scadenza di contratto nel 2016. Konoplyanka? Occhio alla Roma. NASTASIC E ICARDI L’Inter cerca pure un centrale di centrocampo (è seguitissimo Mocinic, classe ‘93 del Rijeka) e, già detto dell’ interesse vivissimo e molto manciniano per Matja Nastasic (su cui c’è pure il Milan), ecco spuntare la Premier su Mauro Icardi: oltre all’Atletico Madrid, ecco gli interessamenti-sondaggi di Chelsea e Liverpool. Piero Ausilio li ha toccati con mano proprio in questa due giorni inglese. Stiamo parlando di giugno ovvio, e sempre dentro a quel mirino in cui ci sono Okaka (Samp) e Gignac (Marsiglia). © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ERIC LAMELA ● 22 anni, Tottenham Argentino, più volte l’Inter ha tentato di prenderlo in varie sessioni di mercato. Per gennaio sarà dura muoverlo.
GASTON RAMIREZ ● 24 anni, Hull City Di proprietà del Southampton, è un «10» dotato di versatilità: può giocare sugli esterni e anche da seconda punta
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Luca Taidelli twitter @LucaTaidelli
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arà Sylvinho il vice di Roberto Mancini. Il 40enne brasiliano, ex difensore della Seleçao ma anche di Corinthians, Arsenal, Celta, Barcellona e Manchester City, è l’uomo individuato dal neo tecnico interista come secondo che dovrà curare soprattutto la parte difensiva della squadra, chiamata a svoltare già domenica sera contro l’Udinese di Stramaccioni. DOPO IL NO DI ADANI Dopo il no di Daniele Adani, il primo nella lista del Mancio, che però ha preferito non lasciare Sky, il toto nomi era stato infinito. E nel mentre in panchina al fianco dell’allenatore si era seduto Giulio Nuciari, addirittura come «primo» nella sfida di Europa League contro il Dnipro, giovedì scorso, causa squalifica del Mancio. Che stava appunto cercando un profilo ben preciso: straniero ed ex difensore. MANCINI NEL DESTINO La scelta finale è caduta su un uomo che ha Mancini nel destino. Perché da Roberto è
stato appunto allenato nel 2009-2010 al City e perché – dopo aver lasciato il calcio giocato nel 2011 – Sylvinho è stato il vice di Vagner Mancini – tecnico 48enne ora al Botafogo –, sulle panchine di Cruzeiro, Recife e Nautico. AL SECONDO TENTATIVO Nel luglio 2013 l’ex terzino sinistro era invece tornato al primo amore, il Corinthians, come assistente di Adenor Leonardo «Tite» Bacchi e poi di Mano Menezes. E proprio dai tempi tecnici per separarsi dal c.t. del Brasile tra 2010 e 2012 dipende la presenza di Sylvinho in panchina già dal posticipo contro l’Udinese. Ma resta la sostanza: al secondo tentativo Mancini ha fatto centro. Infatti il tecnico di Jesi aveva già chiesto all’ex Barcellona di fargli da assistente ai tempi di Manchester. Allora era stato un no. Questa volta è arrivata la fumata bianca che porta all’Inter un altro vincente. Silvio Mendes Campos Júnior, questo il nome completo di Sylvinho, da giocatore infatti ha messo in bacheca 3 campionati paulisti e uno brasiliano, una Community Shield, tre volte la Liga, una Coppa di Spagna, due Supercoppe di Spagna e – sempre con il Barcellona – le Champions League 2006 e 2009. STAFF AL COMPLETO Completato dunque il nuovo staff tecnico, che non a caso sul sito ufficiale in questi giorni risultava in aggiornamento. Oltre a Sylvinho, col Mancio ci sono anche i fidati Fausto Salsano, Giulio Nuciari e Ivan Carminati. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Torna Nagatomo Niente Udinese per Hernanes e Jonathan
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E L P R I M E R O C H R O N O M A S T E R 19 6 9 TR I BUTE TO THE ROLLI NG STONES
WWW.ZENITH-WATCHES.COM | WWW.ROLLINGSTONES.COM
● Doppia seduta ieri alla Pinetina dopo il riposo concesso martedì da Mancini. Dopo il problema alla spalla accusato contro il Dnipro, è tornato in gruppo Nagatomo che dovrebbe rientrare tra i convocati per il match di domenica sera contro l’Udinese. Niente da fare invece per Jonathan (guarito dal problema al polpaccio ma fuori condizione, potrebbe farcela per Chievo-Inter del 15) ed Hernanes (adduttore). Al termine della seduta mattutina, Mancini si è fermato a parlare con Icardi, escluso a Roma dall’undici titolare e voglioso di tornare protagonista già domenica contro l’Udinese. Così come Kovacic, inizialmente in panchina all’Olimpico a causa anche di un pestone al piede preso nel derby. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R È già mercato
Mirko Graziano TORINO
L'IDENTIKIT
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SIMON KJAER
JEISON MURILLO
DANIELE RUGANI
STEFAN SAVIC
SIMONE ZAZA
NATO IL: 26/3/1989 A: HORSENS (DANIMARCA) RUOLO: DIFENSORE ALTEZZA: 190 CM PESO: 86 KG
NATO IL: 27/5/1992 A: BARRANQUILLA (COLOMBIA) RUOLO: DIFENSORE ALTEZZA: 182 CM PESO: 78 KG
NATO IL: 29/7/1994 A: LUCCA RUOLO: DIFENSORE ALTEZZA: 188 CM PESO: 78 KG
NATO IL: 8/1/1991 A: MOJKOVAC (MONTENEGRO) RUOLO: DIFENSORE ALTEZZA: 186 CM PESO: 73 KG
NATO IL: 25/6/1991 A: POLICORO (MATERA) RUOLO: ATTACCANTE ALTEZZA: 187 CM PESO: 75 KG
LA CARRIERA Nel 2008 il Palermo lo acquista dai danesi del Midtjylland. Resta in Sicilia 2 stagioni per poi passare al Wolfsburg. Un anno in Germania, il ritorno in Italia in prestito alla Roma, quindi di nuovo al Wolfsburg. Dal 2013, al Lilla, in Francia. In Serie A ha 84 partite e 5 reti.
LA CARRIERA Nel 2009 l’Udinese lo acquista dai colombiani del Deportivo Calì ma con i friulani non gioca nemmeno una partita. Nel 2010 viene girato al Granada, club spagnolo della famiglia Pozzo. Nel 2012-2013 è al Las Palmas (41 presenze e 4 reti), dall’estate 2013 è tornato al Granada (46 gare, 1 gol).
LA CARRIERA È cresciuto nelle giovanili dell’Empoli, con il quale ha esordito nel 2013 in Serie B e nel 2014 in A. Con i toscani quest’anno ha 14 partite e 1 gol. Vanta anche 5 presenze e 2 reti con l’Under 21. Nell’estate del 2012 la Juve ha acquistato dai toscani la metà del suo cartellino.
LA CARRIERA Ha esordito tra i professionisti nel 2008 con la maglia del Bsk Borca, passando poi nel 2010 al Partizan Belgrado. Nell’estate del 2011 viene acquistato dal Manchester City, dove resta un solo anno prima del trasferimento alla Fiorentina. Con i viola ha un bilancio di 82 partite e 3 reti
LA CARRIERA Esordisce in Serie A con l’Atalanta nel 2009. Nel 2010 da svincolato passa alla Samp dove gioca un anno, poi va in prestito a Juve Stabia, Viareggio e Ascoli. Nell’estate 2013 la Juve lo ha acquistato dai blucerchiati cedendo la comproprietà al Sassuolo. Con gli emiliani 45 partite e 12 reti.
icuro un innesto in difesa, da non escludere interventi anche a centrocampo e in attacco: la Juventus inizia a pianificare concretamente il mercato di gennaio. Lo fa costretta da una serie di eventi sfortunati, lunghi guai fisici che di fatto hanno parzialmente minato un mercato estivo completo per qualità e quantità. IN DIFESA Evidenti i problemi dietro: Barzagli è k.o. da inizio stagione e si rivedrà in campo, nella migliore delle ipotesi, a fine gennaio; c’è poi Caceres, fuori da due mesi e alle prese con muscoli da rimettere attentamente a regime; infine, da non trascurare le difficoltà che sta incontrando Evra, finora mai veramente convincente nella sua avventura italiana. La probabilissima cessione di Gabbiadini al Napoli (entreranno circa 7 milioni per la metà del cartellino in possesso dei bianconeri) è una buona base per approcciare anche affari di un certo rilievo, ma l’amministratore delegato Beppe Marotta e il direttore sportivo Fabio Paratici potranno comunque sfruttare l’ottimo lavoro svolto nei mesi precedenti, quando per tempo furono bloccati i migliori talenti di casa nostra. E allora, là dietro, ci sono buone possibilità di riportare alla base Daniele Rugani, classe 1994, in comproprietà con l’Empoli: rapporti davvero ottimi fra i due club. Cinque presenze e due gol con l’Under 21, il baby di Lucca è già entrato nel giro della Nazionale di Antonio Conte. Piace pure a Massimiliano Allegri, uno dei tecnici migliori in assoluto quando c’è da lavorare con i giovani. Rugani è la pista sulla carta più semplice, e pure tecnicamente è in cima ai taccuini dei vertici di corso Galileo Ferraris. Le alternative? Costose, e forse praticabili solo a giugno 2015. Piacciono il danese Kjaer del Lille (che vanta già un passato in serie A), Gimenez dell’Atletico Madrid (nazionale uruguaiano), quindi Savic (Fiorentina) e Nastasic (Manchester City). Così Savic ieri: «Nessuno mi ha mai detto di questo interesse della Juventus per me, qui alla Fiorentina ho ottimi rapporti con la società e voglio rimanere un elemento importante di questa squadra. Sono in scadenza nel 2016, il mio procuratore parlerà con i dirigenti, abbiamo ottimi rapporti quindi non ci saranno problemi». Occhio anche a Jeison Murillo, 22enne colombiano che gioca in Spagna nel Granada. È dunque di proprietà dei Pozzo, con i quali Marotta vanta da tempo una corsia preferenziale: non pochi, infat-
La meglio Juventus Già a gennaio Rugani Zaza o Berardi: si può 1Linea verde per Allegri. Piace il difensore empolese
Se Giovinco parte, arriva uno dei due gioielli del Sassuolo RPiù difficile invece
convincere l’ambizioso Genoa a restituire subito il giovane Sturaro
ti, gli affari conclusi fra Juventus e Udinese negli anni dell’era Andrea Agnelli. Murillo è nel mirino anche di altri club europei e in Italia ci sarebbe l’Inter a monitorare la situazione. Vanta quattro presenze con la nazionale colombiana: chiamato per la prima volta a inizio ottobre da José Néstor Pekerman, già commissario tecnico dell’Argentina. Dal Messico, infine, arrivano voci di qualche sondaggio in generale del nostro calcio per Oswaldo Alanís Pantoja, 25enne nazionale messicano, erede di Rafa Mar-
quez, difensore centrale del Santos Laguna: costa non più di tre milioni di euro e può giocare anche sulla fascia sinistra in una difesa a tre e a quattro. E SE GIOVINCO... In attacco non sono ad oggi previsti nuovi innesti, ma tutto cambierebbe nel caso in cui Giovinco (in scadenza di contratto) decidesse di lasciare la Juventus. Già pronto infatti il piano B: anticipare l’arrivo a Torino di Zaza o Berardi; più probabile il primo, soprattutto con i bianconeri ancora in corsa in Champions Le-
ague e il Sassuolo in una posizione tranquilla di campionato: entrambe situazioni al momento più che probabili. Per quanto riguarda Giovinco, sarebbero già stati fatti sondaggi importanti dall’estero, in particolare dalla Germania, Borussia Dortmund e Wolfsburg in testa. Resta invece alla finestra il Torino, che potrebbe fare il «colpaccio» a giugno, a costo zero appunto. L’ALTRO BABY E sono giorni di attenta valutazione anche a livello di centrocampo, a prescindere dall’arrivo del 18enne
Pochettino (oggi le visite mediche). Saranno infatti lunghissime le assenze del ghanese Asamoah (oltre tre mesi) e dell’italobrasiliano Romulo (tre mesi circa). Anche qui la Juve avrebbe in mano una carta praticamente a costo zero, ovvero quella di Stefano Sturaro, 21enne interno acquistato in estate e lasciato in prestito al Genoa: l’ultima parola, fino a giugno, spetta solo al club ligure, che di questi tempi sta oltretutto frequentando posizioni di classifica piuttosto nobili. © RIPRODUZIONE RISERVATA
C’è Pochettino: studia da Riquelme, ha piedi da Pastore 1Il 18enne a Torino per visite e firma
in Argentina con un ottimo tiro in movimento e dalla distanza e buona capacità di inserirsi in zona gol. Con Riquelme, appunto, da modello: «Roman è un giocatore geniale».
L’ex Boca è un interno molto tecnico, e in agosto ha già battuto la Roma
Iacopo Iandiorio
S
ul suo profilo Facebook ha messo una foto di sé in allenamento con Roman Riquelme. El Mudo, il suo idolo, ha fatto a tempo ad ammirarlo e anche a stargli accanto nei primi mesi del 2014 al Boca. Perché Tomas Pochettino, classe 1996 degli xeneizes di Baires, è cresciuto fra i ragazzi della Bombonera e ogni tanto è stato aggregato alla prima squadra, nella quale non ha ancora debuttato. Lui infatti è un Prima-
vera e pure nella squadra Reserva è una… riserva e gioca di solito nella Quinta allenata da Navarro Montoya (gli Under 18, che hanno appena vinto il loro campionato argentino). L’ultimo colpo di mercato bianconero, in proiezione, con prestito di 18 mesi e diritto di riscatto (1,5 milioni di euro), è arrivato ai gialloblù di Buenos Aires a 9 anni, dalla natia Rafaela, provincia di Santa Fe. Si è fatto 9 stagioni nel club da «volante» offensivo, centrocampista cioè, mezzala di destra o sinistra, anche se di piede è destro, dicono
Tomas Pochettino, 18 anni, centrocampista preso dal Boca Juniors
NUOVO POGBA A Torino sperano in un altro colpo alla Pogba o alla Coman. Specie ora che con Romulo e Asamoah k.o. ci sarebbe bisogno di centrocampisti. Anche se è da vedere se a gennaio Pochettino - che fra oggi e domani è atteso a Torino per visite e firma - sarà più aggregato alla squadra di Allegri o alla Primavera di Grosso. Lui si dice «encantado» di arrivare alla Juve di Tevez, «altro idolo della Bombonera», oltre allo scontato Messi fra gli esempi in campo mette «Di Maria, Reus e
Pastore», tutti molto tecnici a indicare che lui, Tomas, sarà anche un volante ma non un mediano. A settembre scorso, da numero 8, nel derby della Quinta Categoria ha messo in mostra un gran destro su punizione, lasciando basito il portierino del River, e un paio di tocchi alla Pastore, appunto. In agosto si era messo in evidenza in un torneo Under 19 a Durban, in Sudafrica, dove il Boca è giunto terzo, dopo aver perso le semifinali ai rigori contro il Santos brasiliano. Lì pare l’abbiano notato gli osservatori della Juve. Lì c’era anche la Roma che col Boca di Pochettino ha perso 2-0. Che sia un segno del destino (bianconero) anche questo? © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Uno sgarbo alla Signora Gomez ci prova ancora
1Il tedesco contro il Cagliari è finalmente tornato al gol
Ai bianconeri ha già segnato lo scorso anno e con il Bayern Giovanni Sardelli FIRENZE
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o e Cuadrado dovevamo dare una mano per difendere sul loro Pirlo». Il giocatore in questione è Daniele Conti, a pronunciare la frase Mario Gomez. Il luogo, il corridoio inter viste dello stadio di Cagliari dove il bomber tedesco un’oretta prima si era sbloccato segnando il primo gol stagionale. «Il loro Pirlo», appunto: Fiorentina-Juventus era già iniziata.
LIBERAZIONE Cuadrado-Gomez, la coppia d’attacco viola, domani dovrà difendere sul Pirlo vero. Ma soprattutto trovare il modo di pungere davanti. Entrambi hanno segnato in Sardegna. Ma se il colombiano nelle ultime gare sembrava già tornato al top, l’acuto di Gomez ha deflagrato di emozioni il diretto interessato e tutta una città, esplosa di gioia dopo il primo squillo del centravanti. «Adesso non si ferma più», il pensiero comune della tifoseria viola. Ci spera Gomez. E soprattutto Montella, che finalmente può contare a pieno regime almeno su uno dei due fuoriclasse del reparto offensivo. L’altro, Giuseppe Rossi, tiferà solo dalla tribuna. «Spero in una vittoria con gol di Gomez», ha ribadito Pepito non più di due giorni fa. CONTO APERTO In una stagione, quella scorsa, quasi interamente saltata causa infortunio, Gomez è riuscito comunque a giocare tre delle
QUI JUVE
QUI FIORENTINA
Ballottaggi a centrocampo e in attacco
Confermata la squadra di Cagliari
● Oggi rifinitura, nel pomeriggio la banda Allegri raggiungerà Firenze. Rispetto al derby, dentro Padoin (terzino destro), Pereyra e probabilmente Morata: fuori sicuramente lo squalificato Lichtsteiner, poi ballottaggi Pirlo-Marchisio in mezzo al campo e, appunto, MorataLlorente in attacco. Intanto, Allegri ha parlato a Jtv: «Con la Lazio la miglior Juve della stagione, il nuovo sistema è ok, ma abbiamo parecchi margini di miglioramento, di certo la guardia non va abbassata. Lo scudetto? Sarà un campionato equilibrato, non solo per il primo posto. E in Champions sia noi sia la Roma possiamo passare il turno, senza dimenticare le squadre in Europa League che di fatto hanno già portato a termine il compito». Buffon ha invece parlato di Pallone d’oro a Fifa.com: «Lo darei a Ronaldo. Neuer? Per vincere, un portiere deve diventare campione del mondo dopo aver parato tutti i rigori...». Drastico sul momento italiano: «La qualità tecnica dei nostri giocatori è bassa. Ma ci sono i cicli. Bisogna ricominciare a progredire». m.gra.
● Se squadra che vince non cambia, immaginatevi quella che «rivince». Andare a modificarla sarebbe davvero rischioso, per questo Montella sembra orientato al tris. Dopo Verona e Cagliari, quindi, anche la Juventus dovrebbe trovarsi davanti la stesa Fiorentina, quella con il 3-5-2 ideato dall’Aeroplanino che ha fruttato due successi, con tanto di sei gol fatti e uno solo, quello di Nico Lopez, subito. Davanti a Neto, quindi, tre difensori guidati da Gonzalo Rodriguez, anche se è Savic al momento il più in forma. A centrocampo, impossibile fare a meno del Mati Fernandez dell’ultimo periodo. Per Montella, quando sta bene, è insostituibile. Ed ora il cileno sta bene davvero come testimonia la doppietta segnata al Cagliari. A destra il redivivo Joaquin, già in grado di «matare», vista l’esultanza da torero, la Juventus (nel 4-2 dello scorso anno). Anche davanti, tutto confermato. Con Cuadrado, ancora Mario Gomez. Tre gli assenti, ovviamente, Rossi, Bernardeschi e Pasqual. Gio.Sar.
quattro partite contro la Juventus. Male in Serie A: assente nel trionfo (4-2) di Firenze, quasi nullo a Torino. Protagonista assoluto invece nella doppia sfida di Europa League. Nell’andata degli ottavi fu suo il gol dell’1-1. Fra l’altro bellissimo, su assist in verticale di Ilicic. A conti fatti l’unico gol «europeo» con la maglia della Fiorentina. Al ritorno, lottò come un leone, anche se fallì una potenziale occasione per il vantaggio viola. Poi nella ripresa lasciò il posto a Matri, ma l’espulsione di Gonzalo Rodriguez e la magia di Pirlo spedirono avanti i bianconeri. FORMA Fin dal suo arrivo SuperMario era entrato perfettamente nella testa dei fiorentini. «La gara con la Juventus è come Bayern Monaco-Borussia Dortmund. Ma con più emozioni», disse sulla questione. Niente male, considerando ovviamente la sua provenienza. Chi lo segue in allenamento giura di vedere un Gomez tirato a lucido come forse mai dal suo arrivo. Determinato, fresco e, dopo Cagliari, anche più libero psicologicamente. Il suo limite? Si sente ancora troppo in debito verso una tifoseria che gli ha donato amore incondizionato. E forse ancora non è al cento per cento per quanto riguarda il ritmo gara: del resto sono state tante le gare saltate causa guaio muscolare. Ma è convinto di poter riprendersi il tempo perduto. A inizio stagione sperava di vincere la classifica cannonieri. La rincorsa ormai è troppo lunga, ma intanto in quella classifica ci è entrato. Da ora contano solo gli obiettivi di squadra. Che passano dalla verve del tedesco. Si è sbloccato. Serve confermarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mario Gomez, 29 anni, è al secondo anno alla Fiorentina PEGASO
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● Le partite giocate da Gomez contro la Juventus: 3 con il Bayern (2 vittorie e un pari) e 3 con la Fiorentina (2 sconfitte e un pari)
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● Le reti segnate dal tedesco ai bianconeri: una col Bayern nella Champions 2009-2010 e una con i viola la scorsa stagione in Europa League
L’ANTICIPO DI DOMANI
Al Franchi circa 400 agenti Prevenzione sì, allarme no 1Stadio pieno,
questa mattina saranno in vendita anche i biglietti nei settori con tariffa ridotta per la scarsa visibilità: Tribuna laterale prima fila, Tribuna esterna prima fila, Maratona centrale prima fila e Curva Ferrovia parterre.
saranno replicate le procedure che hanno funzionato la scorsa stagione
FIRENZE
N
essun allarme, semmai un occhio di riguardo. Perché Fiorentina-Juventus non è una partita come le altre in campo, quindi nemmeno fuori. Il Tavolo tecnico svoltosi ieri dal Questore ha definitivamente stabilito le varie misure relative all’ordine pubblico, partendo dal presupposto che i piani della passata stagione hanno funzionato alla grande. Due sfide a Firenze, risultati sportivi opposti, esito della serata identico: tutto ok. Piani che quindi verranno ripetuti. Circa 400 uomini delle forze dell’ordine fuori e nelle vicinanze dell’im-
Tutto esaurito al Franchi: il match con la Juve è tra i più sentiti dai tifosi viola
pianto: 423 coloro che, dal capo della sicurezza all’ultimo degli steward, garantiranno che tutto fili via liscio dentro il Franchi. IL CUSCINETTO Fino a ieri sera erano circa 900 i biglietti venduti per il settore Ospiti. Certo qualche tifoso bianconero può essere in possesso di tagliandi per altri settori, e la vendita proseguirà anche oggi. Difficile però che i supporter juventini superino le 1300-1400 unità. Solo una delle due parti del «Formaggino» (ovvero la parte
dove verranno collocati i tifosi ospiti) sarebbe quindi riempita. Per questo ieri gli uffici della Fiorentina hanno chiesto al Questore la possibilità di sbloccare i posti del settore «cuscinetto», ovvero quello lasciato generalmente vuoto tra le due tifoserie a garanzia di assenza totale di contatto. Se dovesse arrivare l’ok, il Franchi avrebbe davvero un colpo d’occhio eccezionale. Oggi la decisione. SOLD OUT Tra abbonamenti e biglietti venduti è previsto il pienone, tanto che dalle 10 di
DISAGI Anche il percorso dei pullman dei tifosi bianconeri sarà il medesimo. Arriveranno direttamente al parcheggio davanti al «prefiltraggio». Prima di incanalarsi per entrare nel settore loro preposto. A prescindere dal meteo (pioggia prevista fino a metà pomeriggio), alcune difficoltà potrebbero esserci per quei sostenitori viola abituati ad arrivare al Franchi con i mezzi pubblici o proprio nei minuti che precedono la gara, visto che è stato anticipato proprio a domani per Firenze e provincia lo sciopero nei trasporti. «Se non altro quasi tutti i tifosi gigliati sono abituati a raggiungere lo stadio in scooter», fanno sapere dagli uffici viola. In un modo o nell’altro, di sicuro, al fischio d’inizio il Franchi sarà pieno. g.sar. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R
Pjanic & Nainggolan in missione «Portiamo lo scudetto a Roma»
1Uno è la mente, l’altro il braccio: sono gli eredi delle storiche coppie di centrocampo giallorosse. Il bosniaco : «Sono rimasto qui per vincere». Il belga: «È l’anno giusto» Massimo Cecchini ROMA
I
l braccio e la mente? Troppo riduttivo per entrambi. Più bello chiamarli gemelli diversi, eredi di una tradizione che faceva recitare – quasi fossero una sola parola – «falcaocerezo» per arrivare a «derossipizarro». Adesso, invece, è arrivato il tempo di Miralem Pjanic e Radja Nainggolan, poesia e potenza allo stato puro. Quanto basta perché alla Roma pensino in grande. CECCHINI A TRIGORIA D’altronde, se il centrocampo giallorosso è primo per possesso palla e precisione di passaggi, il merito è soprattutto di questa coppia, che ha nel bosniaco anche un giocatore dotato di una straordinaria precisione sui calci piazzati. E allora, pur vivendo nell’era della magie di Pirlo, si scopre come Pjanic sia
LA STORIA DA FALCAO AI SUPER ESTERNI
il giocatore che abbia segnato di più su punizione dal 2011, cioè dall’arrivo alla Roma: ben il 13%, cioè 7 su 52. «Con Parma e Inter quest’anno è andata bene – spiega Pjanic a Roma Radio – ma non vivo per il gol. Forse tiro poco, ma a volte preferisco passare ai compagni, questo è il mio gioco. I calci da fermo? Mi piace tirare le punizioni e ho sempre la sensazione di poter fare gol. Non tiro come il mio maestro Juninho Pernambucano, il suo è proprio un calcio diverso, ma segnare è sempre bellissimo». E se si pensa che nelle ultime due partite dei giallorossi abbiano fatto gol da fermo prima Totti (contro il Cska) e poi Pjanic (contro l’Inter) si capisce come la Roma da questo punto di vista abbia degli eccezionali tiratori scelti. BAGNO DI FOLLA Con queste premesse, nessuna meraviglia ANNI OTTANTA LA COPPA SFUMATA Dopo lo scudetto conquistato nel 1982-83, nella Roma di Ledholm accanto a Falcao arriva Cerezo (nella foto) per puntare alla vittoria della Coppa dei Campioni: il trofeo sfuma in finale all’Olimpico, con i giallorossi battuti ai rigori dal Liverpool
RDal 2011 nessuno
segna su punizione come il regista: 7 gol su 52 tiri, il 13% di realizzazione
che ieri, in un centro commerciale romano, ci fossero tremila tifosi ad applaudire la coppia. «A Roma c’è un entusiasmo enorme – aggiunge il bosniaco –. Vincere lo scudetto sarebbe un sogno. È quello che mi ha dato una motivazione in più per firmare e rimanere: vedere l’entusiasmo dei nostri tifosi. Viviamo per questo e vogliamo assolutamente vincere qualcosa qui. Nel prossimo futuro della Roma c’è lo scudetto, ne sono sicuro. Stiamo lavorando bene, abbiamo una squadra forte, tutti vogliamo imporci, a cominciare da sabato col Sassuolo. Dobbiamo farci trovare pronti all’appuntamento. È un match importantissimo: l’obiettivo è solo quello di ottenere i tre punti». IL NINJA NON MOLLA Vicino a lui, Nainggolan annuisce, confermando il grande momento. «Sto molto bene e sono inserito in una grande squadra – dice a
CONTI
FALCAO
CEREZO
PRUZZO
GRAZIANI
CHIERICO (Ancelotti)
Roma Tv –. Sono convinto che potremo toglierci tante soddisfazioni. Già nella scorsa stagione siamo stati in lotta per lo scudetto, ora vogliamo fare di più. Questo deve essere per forza l’anno giusto. La Juve è molto forte, però dobbiamo vincerne una in più di loro». A livello personale, poi, il Ninja si racconta così. «Io do tutto me stesso. Di base a me piace recuperare palla e far ripartire in fretta la squadra. Per il ruolo che faccio, dovrei migliorare in zona gol, anche se per me conta più la squadra». I titoli di coda sono sulla sua caratteristica «estetica»: i tatuaggi: «Per me è una forma d’arte. Ho iniziato da giovane, ma se trovo una ispirazione nuova ne aggiungo ancora. Tanto spazio in qualche modo ne trovo». Non abbiamo dubbi. Per questo non saremmo affatto sorpresi se a maggio vedessimo fiorire anche uno scudetto sulla sua pelle. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’era Spallettiana TOTTI UNICA PUNTA Luciano Spalletti dal 2005 al 2009 nella Roma adotta il 4-2-3-1. Sono gli anni del dominio Inter: quella squadra arriva due volte seconda, sfiora un titolo (perso solo all’ultima giornata), conquista due volte la Coppa Italia e una Supercoppa italiana
DE ROSSI TADDEI
PIZARRO
PERROTTA TOTTI
MANCINI
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
alla fine una risonanza magnetica che ha dato esiti confortanti. Certo, la prognosi non è ancora sciolta e il giocatore è in terapia intensiva, ma già parla e ha chiesto subito informazioni sulla sua condizione. Sia lui sia la sua famiglia sono apparsi molto sereni. Se tutto andrà bene domani (oggi, ndr) Castan tornerà in camera e successivamente proverà ad alzarsi».
fIL DELICATO INTERVENTO AL CERVELLO
Castan, operazione ok: quattro ore sotto i ferri «Ritornerà a giocare»
IL FUTURO Con queste premesse, è logico che Maira al momento si interessi più all’uomo che all’atleta. «Se è vero che altri calciatori in passato sono tornati a giocare dopo un intervento del genere (ad esempio Melchiorri del Pescara, ndr), c’è da dire che ogni cavernoma è diverso dall’altro. Bisogna aspettare e vedere se ci saranno conseguenze di qualche tipo, neurologiche e non. Comunque, qualora le cose andassero nel migliore dei modi, prima di due-tre mesi sarebbe impensabile che ricominci a fare attività fisica, quindi questa stagione per lui è virtualmente chiusa. Ma ogni discorso sul tema attualmente è prematuro. Ciò che conta è che Castan abbia risolto il grave problema che lo ha limitato e che non è stato di facile individuazione. Tutto il resto, viene dopo».
1Il chirurgo che ha rimosso il cavernoma: «Se tutto andrà bene,
tra un anno sarà in gruppo». Leo già parla, il calcio gli fa gli auguri ROMA
L
Miralem Pjanic, 24 anni, e Radja Nainggolan, 26 anni INSIDE
La formula Garcia SUPER ESTERNI PER IL 4-3-3 È questa la Roma che ha battuto l’Inter domenica sera. Stavolta De Rossi ha cominciato in panchina: a partita in corso sono subentrati anche Florenzi e Iturbe, altri giocatori rivelatisi sinora molto utili per gli schemi del tecnico francese
PJANIC LJAJIC
KEITA NAINGGOLAN (De Rossi) TOTTI
GERVINHO
a partita più difficile è durata quasi quattro ore. Dalle 8.30 di ieri mattina fino ad oltre mezzogiorno Leo Castan ha giocato per la propria vita, mentre tutto il mondo del calcio – a partire dalla sua Roma – ha fatto il tifo. E al fischio finale l’arbitro sembra aver sorriso: dopo la delicata operazione al cervello, la malattia – il cavernoma – sembra sconfitta, anche se gli effetti collaterali per un intervento del genere andranno verificate nelle prossime ore. «GUARITO» A farci da guida nella giornata particolare del difensore brasiliano è l’uomo che, insieme ai professori Di Lazzaro e Colosimo – che avevano diagnosticato la malattia – è stato l’artefice della «vittoria» di ieri. Parliamo del professor Giulio Maira, il neurochirurgo che a Roma ha operato Castan. «È stato un intervento molto complesso – racconta – perché il cavernoma del
Leandro Castan, 28 anni, brasiliano, è alla Roma dal 2012 PEGASO
peduncolo cerebellare medio di sinistra si trovava molto in profondità nella testa, circa tre centimetri, e per di più vicino al nervo facciale. Per questo, oltre al microscopio chirurgico e il neuronavigatore, abbiamo utilizzato costantemente anche un neurostimolatore, effettuando
RIl brasiliano resta
in terapia intensiva Il professor Maira: «Il problema adesso è risolto»
TUTTI PER LEO Tra le centinaia di messaggi di solidarietà giunti al brasiliano tramite i social, segnaliamo quello di Rudi Garcia, che dice: «Abbiamo avuto delle buone notizie, appena potremo ti verremo a fare una piccola visita». E Pjanic aggiunge: «Speriamo possa tornare presto e più forte. Leo è un ragazzo d’oro, un grande, e nel gruppo è molto amato». La vittoria più bella di Castan, forse, è proprio questa. ma. cec. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’EX GIALLOROSSO
LOCMAN ITALY
1L’autobiografia
del Bomber tra gol e demoni: «Vittorie volate via, sono rimaste le sconfitte» Alessandro Catapano
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alla fine arriva l’uomo nero. «Ogni tanto — scrive — penso che sia giunto il momento di togliermi dai coglioni...». Poi per fortuna arrivano anche i suoi amici, i cacciatori di Dezza, provincia di Lucca, «quelli che riescono a farmi tornare il sorriso allontanando l’uomo nero che ogni tanto mi viene a trovare, gli stessi che riescono a farmi pensare che forse in fondo è meglio aspettare un altro po’». Almeno fino alla prossima visita. Perché l’uomo nero se ne va, ma poi torna. E il Bomber deve aggrapparsi a qualcosa per sopravvivere. «La vita — ci svela — continua ad essere una sfida, come quand’ero sul campo, innanzitutto con me stesso».
NIENTE SCONTI E cioè con i suoi demoni, tanti quanti i gol che Roberto Pruzzo ha segnato in quindici anni di carriera con Genoa, Roma, Fiorentina e maglia azzurra, e ora tutti insieme — gol segnati e sbagliati, esultanze e arrabbiature, ricordi bel-
li e, soprattutto, brutti — riempiono la sua autobiografia, scritta con Susanna Marcellini per Ultra Sport (sarà presentata lunedì a Roma nella giornata conclusiva della fiera «Più libri più liberi»). Una storia bella e crudele. Il Bomber non fa sconti, prima di tutto a se stesso. «Cosa mi resta della mia carriera da centravanti? I gol sbagliati e le sconfitte. Delle vittorie ho goduto poco, perché sono subito volate via. Le sconfitte no, sono rimaste qui. E ancora ci combatto. La retrocessione in B del Genoa cau-
A VOLTE MI VIENE A TROVARE L’UOMO NERO, POI PER FORTUNA ARRIVANO GLI AMICI IL CALCIO NON MI È MAI PIACIUTO, MI SONO DOVUTO APPASSIONARE PER FORZA ROBERTO PRUZZO EX GENOA, ROMA, FIORENTINA
sata anche da un mio rigore sbagliato e la finale di Coppa Campioni persa con il Liverpool (nonostante il mio gol...) ancora mi vengono a trovare ogni tanto». E in quei casi, oltre agli amici di Dezza e alla moglie Brunella («Ci siamo sposati a vent’anni, mi sopporta da un po’»), gli vengono in soccorso i ricordi di compagni («Uno su tutti: Bruno Conti»), avversari («Brio è diventato un amico»), allenatori («Liedholm è stato un secondo padre») e, per fortuna, anche qualche gol segnato. 57 tra A e B con il Genoa, quando era l’O Rei di Crocefieschi, 106 in A con la Roma, quando divenne il Bomber, che gli sono valsi tre titoli di capocannoniere. Almeno un paio vale la pena citarli. «Quello all’Atalanta che evitò la retrocessione alla Roma nel 1979 e quello alla Juve nel 3-0 del 1986, perché corsi sotto la Sud e mi tolsi la maglia per darla idealmente ai miei tifosi: fui il primo a farlo». E l’ultimo, l’unico segnato con la maglia della Fiorentina, proprio alla Roma? Pruzzo lo definisce «un gol da orgasmo». «Perché la mia carriera stava finendo — racconta — e io volevo dimostrare che ancora valevo qualcosa. Forse era scritto nel destino, come il primo che feci in A, anche quello alla Roma». Il calcio di oggi non lo aiuta. «Noioso, ma in realtà non mi è mai piaciuto. Mi sono dovuto appassionare per forza». Inguaribile Bomber. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Photo: Studio Bortolotti e Sandro Leonelli - Lega Navale Gruppo Sub
La confessione di Pruzzo «Ogni tanto penso che dovrei farla finita»
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valido fino a fine gennaio 2015
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CONTENUTO PREMIUM
Di Francesco
IL TECNICO DEGLI EMILIANI, MAI COSÌ IN ALTO IN A, SABATO TORNA ALL’OLIMPICO, DOVE VINSE LO SCUDETTO CON CAPELLO: «SE PENSO ALLA ROMA PENSO A FRANCESCO. NOI? VOGLIAMO CONQUISTARE CREDIBILITÀ»
«IO, IL SASSUOLO, ZEMAN E ORA CI PROVO CON TOTTI» (gioca nella Cremonese, ndr), gli ho soltanto raccomandato di avere passione per questo lavoro».
L’INTERVISTA di GUGLIELMO LONGHI INVIATO A SASSUOLO (MODENA)
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assuolo mai così in alto: parte sinistra della classifica. Sabato il ritorno all’Olimpico, per 4 anni il suo stadio, lo stadio di un lontano scudetto. Non sono giorni banali per Eusebio Di Francesco. Scandali, corruzione, caos, degrado: la Grande Bruttezza di Roma. «Amo quella città, ho anche comprato casa per tornarci. E soffro a vederla così. Lasciamo perdere il traffico, che fa parte del gioco. Il resto è intollerabile». Per fortuna c’è la Roma. «Per fortuna c’è Totti: se penso alla squadra, penso a lui. Mostra le sue grandi qualità anche nelle cose più semplici. E ha una bella famiglia». Ricordi dello scudetto 2001? «Il mio primo gol contro il Napoli. Il giovane De Rossi, che veniva ad allenarsi con noi. Tommasi, che qualcuno chiamava “anima candida”, ma che per me era il “gemello” visto che giocavamo nello stesso ruolo. Si capiva che avrebbe fatto una carriera importante fuori dal campo: ama parlare e discutere. Lo vedrei bene come presidente della Figc». Capello, l’allenatore dello scudetto, non se la sta passando bene in Russia. «Mi spiace, anche se quando giocavo non avevamo un gran rapporto. Ha un carattere forte, che non significa essere arrogante: nel rispetto dei ruoli, ci siamo sempre detti le cose in faccia. Per uno come lui, abituato a vincere, non deve essere facile accettare un flop. Ma ci sta: non vedo campioni in quella Nazionale». L’idea di andare all’estero? «Perché no, è un’esperienza interessante: Inghilterra o Spagna. Ma prima dovrei studiare le lingue». E dovrebbe essere esonerato, così avrebbe molto tempo libero. «Allora speriamo che non accada». L’anno scorso non l’ha presa molto bene... «Ho sofferto, ma non volevo piangermi addosso. Così ho traslocato in pochi giorni, ho preso la famiglia e me ne sono tornato a casa, a Sambuceto vicino a Pescara». È vero che non vorrebbe allenare suo figlio Federico? «Preferirei di no, deve fare la sua strada da solo
«Qualcosa di incredibile. Come la mail che mi ha mandato Borgonovo prima della partita promozione con il Livorno (18 maggio 2013, ndr). Diceva “Che succede, avete pura di andare in A?”. L’ho consegnato a Magnanelli, il capitano, perché la leggesse a tutti».
Ha il ruolo di papà? «Non proprio, lui è un esterno offensivo. E ci divide un’altra cosa: sabato tiferà Roma».
Eusebio Di Francesco, 45 anni, è nato a Pescara. Giocava a centrocampo e ha vinto lo scudetto con la Roma nella stagione 20002001. Nel 2012 ha trascinato il Sassuolo in Serie A ANSA
Lei non vuole che i giocatori stiano per ore davanti alla playstation e si facciano i tatuaggi. «I tatuaggi non li capisco, devono avere un significato importante. Che senso ha coprirsi il corpo? E i videogiochi tolgono energia e concentrazione, l’ha dimostrato uno studio scientifico. Io lo dico e lo ripeto ai ragazzi, ma non posso entrare a casa loro». Meglio il sesso prima della partita? «Certo, meno dannoso».
DEL CAMPIONATO VINTO RICORDO IL GOL AL NAPOLI E IL GIOVANE DE ROSSI CHE S’ALLENAVA CON NOI SULLO SCUDETTO VINTO NEL 2001
Ha cambiato modulo solo una volta: 3-4-3 con la Juve. E’ andata bene. Farà così anche con la Roma? «No, sono squadre diverse». Ha sempre pensato di allenare? «Macché, proprio non ci pensavo. Finito di giocare, ho fatto anche il team manager alla Roma, ma ho capito che mi mancava troppo l’adrenalina del campo».
COSA È SUCCESSO A ZAZA DOPO LA NAZIONALE? NON ERA ABITUATO A CERTE PRESSIONI SU SIMONE ZAZA ATTACCANTE SASSUOLO
In estate ha detto anche: «Il Sassuolo e Zaza saranno le sorprese». «Davvero? Allora ci ho visto bene». Ma che sta succedendo a Zaza? La Nazionale gli ha fatto male? «Di sicuro non era abituato a certe pressioni». Cosa ha significato il gol segnato da Acerbi contro il Parma?
Lei giocava nel Piacenza autarchico di Cagni, l’anno scorso il Sassuolo si è salvato segnando soltanto gol italiani. «Una bella coincidenza, non una scelta ideologica. Non sono contrario agli stranieri, ma devono fare la differenza». A proposito di stranieri: si aspettava il boom di Vrsaljko? «Io sì, e può ancora migliorare». Prima dell’esonero e del trasloco lampo viveva in un ex convento: anche per questo è così religioso? «Non scomodo Dio per una partita di calcio — ride — e multo chi bestemmia. Non lo sopporto».
Ha detto: «Dopo gli allenamenti mi porterei Berardi a casa». «Una battuta per far capire che è un talento che deve maturare e che a volte sbaglia, prendendosi qualche cartellino di troppo». Berardi come Balotelli? «Il contrario: Domenico è l’antipersonaggio, rifiuta di apparire».
Cosa sta leggendo? «Ho finito Il sogno di Futbolandia di Jorge Valdano e ho cominciato L’arte della guerra di Sun Tzu». E’ sempre impegnato nel sociale? «Certo, da oltre dieci anni sono presidente della onlus William Bottigelli, dedicata al figlio di un ex massaggiatore del Piacenza. Aiutiamo i bambini in difficoltà».
Ha detto: chi fa il viziato lo manderei a stare qualche giorno con Zeman. «Capirebbe che cosa sono il sacrificio e l’impegno». A parte il 4-3-3 cosa le è rimasto di zemaniano? «Negli anni con lui alla Roma mi ha insegnato la cultura del lavoro e la curiosità per lo sport. Potrei parlare per ore con lui senza annoiarmi».
Di Francesco non sembra un allenatore che urla, con quegli occhialini da intellettuale. «Urlare non serve, il sergente di ferro è una figura da preistoria del calcio. Io intellettuale? A dir la verità ho interrotto ragioneria e mi sono pentito, anche se poi ho continuato a studiare da solo».
Quando ha sentito Squinzi per l’ultima volta? «Dopo la vittoria sul Verona».
BERARDI È IL CONTRARIO DI BALOTELLI, È L’ANTIPERSONAGGIO, RIFIUTA DI APPARIRE SU DOMENICO BERARDI ATTACCANTE SASSUOLO
E dopo il 7-0 con l’Inter? «No, tutti in silenzio, io per primo». E’ successo anche l’anno scorso: come avete fatto a riprendervi trasformando un disastro in una risorsa? «Campo e testa, solo questo. Stavolta è stato peggio, ha rischiato di cancellare quattro mesi di lavoro». Il Sassuolo è come il Chievo? «Il punto di riferimento è quello: conquistare credibilità e mantenere la categoria». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R
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fLA STORIA
VERSO LA SFIDA DI DOMENICA
Galliani&Preziosi Amici da spiaggia e da calciomercato 1Genoa-Milan è il loro derby: vacanze insieme
a Forte o a Rio e giocatori scambiati come figurine
Alessandra Gozzini MILANO
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otto il sole della Versilia, o sotto la neve di New York, a Ferragosto o a Capodanno. Stessa spiaggia, stesso mare e pure stesso stabilimento: prima fila per Galliani, a portata di piscina, tenda centrale per Preziosi, più verso riva. Che non sarà Copacabana, Rio de Janeiro, dove le famiglie festeggiarono il Natale e poi l’arrivo del 2011: i botti erano già scoppiati a New York, un anno prima, con il solito il gruppo riunito. A Dubai sarebbe stato più per scaramanzia (considerata la profezia di Preziosi) che per voglia di stare insieme: «Galliani si affretti a venire. Qui sto passando le feste con Conte. Considerando che l’anno che abbiamo festeggiato in Brasile poi il Milan ha vinto lo scudetto... Magari succede che stavolta porto fortuna alla Juve...».
E QUANTI INTRECCI Estate scorsa, stessa spiaggia, stesso mare e pure stesso tavolo: l’affare è servito. Matri saluta Pippo e va da Gasp, in prestito. Domenica Galliani se lo ritroverà nemico e fa buon viso a cattivo gioco, almeno spera: «I gol li ha sempre fatti e li sta facendo ancora. Mentre ora parliamo di falso centravanti, l’anno prossimo finiremo per fare collezione di numeri nove...». Affare fa rima con...provocare: il Milan punta l’asso Diego Lopez, Preziosi mischia le carte «lo prendo io e a Galliani, che non ha soldi, cedo Perin». Stessa storia con Rabiot: c’è il Milan sul ribelle del Psg e Preziosi improvvisa conversazioni in francese al cellulare. E poi affare fa rima con...disturbare: Maxime Lestienne è un identikit di talento, un esterno del Bruges che da tempo è stato proposto a Galliani, in cerca di qualità in corsia. Dove gioca ora Lestienne? Con Matri, appunto. Ma da trent’anni Adriano (Galliani) ed Enrico (Preziosi) si sentono quasi una volta al giorno, tranne che nella settimana degli incroci sul campo. Facciamo conto sia lunedì: chi alza la cornetta?
STORIA DI UN’AMICIZIA Meglio come amico che am...uleto. Galliani partì (ma per il Brasile, viaggio di lavoro) e lo scudetto atterrò davvero su Torino. L’amicizia dicevamo: si intrecciò trent’anni fa, quando Galliani era vice-presidente al Monza e Preziosi era già nella (serie) C di calcio. O forse era stato il destino ad averli messi sulla stessa strada, o ad avergli fatto seguire lo stesso segnale. Berlusconi era padrone di Fininvest, il (futuro) presidente del Genoa era quello della sigla «Giochi pre-zio-siii»: a inizio anni 80 quella dei balocchi era una delle réclame che più spesso passava sul canale berlusconiano. Fu una reciproca scommessa di mercato. QUANTI AFFARI Il mercato, appunto. Patti chia-
Galliani e Preziosi in tribuna nell’ultimo Genoa-Milan, 1-2 PEGASO
L’ANEDDOTO DI GALLIANI
MILANO
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Adriano Galliani, 70 anni, solleva la Champions 2007 LIVERANI
na per metterti all’opera...beh, complimenti». CANTANTE Dal ritratto che ne fa Galliani esce un Preziosi da battaglia...peperonata e karaoke. L’amarcord infatti prosegue, dalla cucina al canto: «Dicevamo, bravo dirigente, bravissimo cuoco e pure bravissimo cantante. Cavallo di battaglia “Tutto il resto è noia”, voce simile a quella di Franco Califano. Mentre il mio pezzo forte è certamente “Sapore di Sale”, Gino Paoli». TRIBUNA Domenica chi le suonerà a chi? Come sempre Galliani ci sarà, nonostante sia Sant’Ambrogio, giorno della consegna dell’Ambrogino d’Oro, il più alto riconoscimento della città (a quei milanesi – di nascita o d’adozione – che si sono distinti nelle professioni o si sono resi protagonisti di gesti significativi), che quest’anno gli verrà riconosciuto dal comune di Milano. «Cerimonia in mattinata, poi alle una e mezzo mi fionderò a Genova per vedere la partita con l’amico Preziosi». A cui questo messaggio sarà già arrivato: vince in arte culinaria e canora, per un’altra classifica ripassare a fine week-end. a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO
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INSIEME L’aneddoto è pescato tra i ricordi di una notte a Forte dei Marmi, che è più di una tappa estiva, è il luogo
ESTATE 2010 ● Boateng Il Genoa prende Boateng dal Portsmouth e lo gira al Milan in comproprietà, in cambio di soldi e metà Beretta. Un anno dopo il ghanese è tutto rossonero
ESTATE 2011 ● El Shaarawy Il Genoa cede il Faraone al Milan in cambio di 7 milioni più metà cartellino di Merkel. L’estate successiva la comproprietà viene risolta in favore del Milan
ESTATE 2014 ● Matri A luglio Matri fa il percorso inverso: lascia il Milan, dove era tornato nell’estate del 2013, per passare in prestito secco al Genoa. Qui è già a quota 6 gol in 11 partite
DA MILANELLO
«Caro Adriano quella volta con “Roberta” hai steccato!» aro Adriano, ti ricordi quella volta che... «Quella volta che tu che vuoi sempre competere con me a cantare... quella volta in cui all’Imperiale di Forte dei Marmi hai voluto comunque intonare “Roberta”, di Peppino di Capri, hai ovviamente steccato, e io ho vinto?». Non è un incrocio di mercato, una sfida sul campo: l’aneddoto che Preziosi pesca tra i ricordi della lunghissima amicizia con Galliani è una vittoria... al karaoke. L’a.d. rossonero (di fianco) lo aveva onestamente ammesso: come cantante, il presidente del Genoa, è avanti.
Quanti affari tra i due club
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L’ANEDDOTO DI PREZIOSI
«Caro Enrico, che peperonata! Lì hai superato la prova del cuoco» aro Enrico, ti ricordi quella volta che... «Quella volta che, al teatro Alberti di Desenzano, cena dei presidenti di Serie A, cucinasti per trecento persone? Tutto il giorno a pulire aragoste. Ma quel pacchero era davvero ottimo, a detta di tutti. Devo dirti caro Enrico che in cucina non sei bravo, ma di più, bravissimo. Ma non è quell’episodio che ti fece superare la prova del cuoco, quello fu due anni fa a Ibiza, ero tuo ospite in barca: pasto a base di peperonata, che sai non essere proprio il piatto ideale per la mia digestione...Risultato? Peperonata magicamente digerita. Grande dirigente, lo sanno tutti, ma in cucina...insuperabile, straordinario. Al Roma di Levante, durante l’estate in Versilia, sei tu c he di nascosto ti infili in cuci-
ri, amicizia lunga. «Io e Adriano siamo troppo amici per fare affari: non è il caso di litigare. Allora è meglio che mi mandi degli ambasciatori. Li scelga pure lui...». Era l’aprile 2011, la lista dei giocatori in ballo tra i due club riempie molte lettere dell’alfabeto: Amelia, Beretta, Boateng, Oduamadi, Paloschi, Strasser, Zigoni. Più che «troppo amici per fare affari», sembra più appropriato quest’altro virgolettato di Preziosi: «Le cene con Galliani sono cene d’amicizia, ma poi si sa...da cosa nasce cosa». E di cose... ne nacquero: nel 2007 Borriello passa in comproprietà dal Milan al Genoa (un anno dopo riscattato dal Milan, con l’aggiunta della comproprietà di Di Gennaro). Agosto 2010: il Genoa acquista Boateng dal Portsmouth, quattro giorni più tardi girato per metà in rossonero in cambio di contanti e la comproprietà del baby Beretta. Un paio di mesi prima Milano-Genova anche per Kaladze. Estate 2011, epicentro è il ristorante «Il Consolare» di Milano, l’invito parte da Galliani e sull’asse si registrano altre scosse. Preziosi: «Adriano ebbe una felice intuizione su Stephan. Mi fece fare tutto in fretta e non credo proprio si sia pentito». Giusto, si parla di El Shaarawy: dal Genoa a San Siro ancora in comproprietà, in cambio 3 milioni più la metà di Merkel. Altri 6 milioni (più la seconda metà di Merkel) per il riscatto definitivo. Altri nomi in carreggiata, in un senso o nell’altro: Amelia, Papastathopoulos, Paloschi, Birsa, Acerbi, Antonini, Simic, Sampirisi. Nel 2012 Constant fu accompagnato da uno scambio di cortesie, Galliani: «Appena ho saputo del grave infortunio al ginocchio di Muntari ho chiamato Preziosi. Ci ha fatto prendere al volo Constant e lo ringrazio». Si fermerebbe anche Pato, con Preziosi di nuovo in versione pronto-soccorso: spunta l’idea Ze Eduardo, bocciato da Allegri prima che il brasiliano imbocchi l’autostrada. Ma certe cene al Forte sono davvero dei banchetti d’amicizia che si ripetono da anni. Una volta, per non mancare, Preziosi si fece Torino-Forte dei Marmi in taxi (a Ibiza aveva mancato la coincidenza per Pisa...)
Enrico Preziosi, 66, festeggia sotto la curva dei tifosi genoani ANSA
dell’amicizia, recentemente aperto anche al collega Lotito, oltre che a Cairo, presidente del Toro. La colazione in piazzetta, il lunghissimo pranzo al condiviso stabilimento (e sempre allo stesso tavolo), il pomeriggio di relax (Galliani in spiaggia, Preziosi al circolo del tennis) e poi il ritrovo serale, in hotel (l’estate scorsa dotato di maxi schermo in veranda per la visione dei Mondiali) o al ristorante, sempre in compagnia delle famiglie.
Alex, Abate e De Sciglio: nuovo forfait MILANO
MUSICA Le notti in musica finiscono quasi sempre nel programma del dopo cena, se non saltano per imprevisti di mercato. L’ultima volta doveva essere sulla pista della «Capannina», locale storico della Versilia: al concerto di Pupo però solo Preziosi si scatenava in pista, Galliani fu costretto a rinunciare da... Diego Lopez, arrivato al Forte per definire i dettagli dell’accordo con il Milan. Dunque non c’è ancora stata l’occasione per la rivincita (canora) rossonera. Domenica gli amici si sfideranno su un altro spartito: quella rossoblù è un’orchestra allenata, quella rossonera sta iniziando ora a muoversi con armonia. Di chi sarà la musica migliore? a.g.-fi.gri.
● Emergenza difesa? Passata l’Udinese, il tema resta attuale: per il viaggio a Genova sarà difficile recuperare Alex, Abate e De Sciglio. Ieri i tre hanno continuato il lavoro personalizzato in palestra: per tutti filtra pessimismo, con Inzaghi che sta già pensando a come sostituirli. Probabilmente come ha fatto quattro giorni fa a San Siro: piazzando Bonera e Armero in corsia, con Rami al centro («Con il Genoa sarà difficile, ma non abbiamo mai perso in trasferta e se giochiamo con voglia possiamo vincerle tutte» ha detto ieri a Milan Channel), a tirar su il muro francese con Mexes. Capitolo mediana: De Jong verso il sì, Muntari in forse (ieri era in palestra con il gruppo degli acciaccati), Essien sarà fermo per squalifica. In attacco? Tutto uguale, Menez e non Torres o Pazzini, né tantomeno Niang («In futuro sogno la maglia del Psg»). a.g.
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Serie A R È già mercato
Benitez d’accordo Napoli-Gabbiadini oggi si diranno sì
CLASSIFICA SQUADRE
JUVENTUS ROMA NAPOLI GENOA SAMPDORIA MILAN LAZIO FIORENTINA UDINESE SASSUOLO INTER PALERMO EMPOLI VERONA TORINO CAGLIARI ATALANTA CHIEVO CESENA PARMA
1Il doriano arriverà a gennaio: scelto per la duttilità, guadagnerà quanto Insigne. Ora caccia al difensore Gianluca Monti NAPOLI
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l prezzo è giusto (circa undici milioni di euro, più bonus, da dividere tra Juventus e Sampdoria), ora manca solo l’intesa tra il Napoli e Manolo Gabbiadini per formalizzare il trasferimento dell’attaccante di Calcinate in maglia azzurra. Un accordo che verrà cercato oggi in un incontro a Roma tra il presidente De Laurentiis, il direttore sportivo Bigon e l’agente del giocatore Silvio Pagliari. La svolta è vicina, anzi imminente. MODELLO INSIGNE Gabbiadini ha scavalcato Perisic nella lista delle preferenze del Napoli per ragioni tattiche e, soprattutto, economiche. Manolo, infatti, può sostituire sulla fascia sinistra l’infortunato Insigne, ma anche costituire una valida alternativa a Higuain in caso di necessità e, infine, giocare sulla corsia destra in luogo di Callejon per sfruttare poi al meglio il suo tiro mancino. Inoltre, Gabbiadini guadagna me-
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● i gol stagionali in Serie A di Gabbiadini, a Torino, Genoa, Cagliari e Atalanta. Per lui 10 partite per un totale di 782’ in campo
no di Perisic e non ha problemi relativamente ai diritti di immagine, così trovare in giornata l’accordo per la stesura del contratto potrebbe risultare abbastanza semplice. De Laurentiis farà la sua offerta, Pagliari ascolterà. Gabbiadini a Genova guadagna circa 800.000 euro a stagione, ma ovviamente chiede un ritocco dell’ingaggio in virtù del suo ottimo avvio di campionato (quattro gol in dieci presenze). Probabile che si lavori sul «modello Insigne»: il talento di Frattamaggiore ha rinnovato da poco con il Napoli fino al 2019 con un ingaggio base di 1,2 milioni più vari premi legati agli obiettivi personali e di squadra che durante l’annata possono essere raggiunti.
CAOS IN SARDEGNA
Una arbitro aggredita Daspati minorenni Mario Frongia CAGLIARI
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ggressioni, cazzotti, colpi da dietro. In Sardegna, ma non solo, nei campionati dilettanti e in quelli giovanili, va in scena il peggio del calcio. In provincia di Cagliari, senza confini né pudore. Senorbì-Andromeda, campionato juniores, arbitra una ragazza di diciotto anni. Espelle un attaccante per doppia ammonizione. La reazione è da incubo: viene inseguita, deve rifugiarsi negli spogliatoi. Un film già visto: MonserratoSestu, l’arbitro viene rincorso, si barrica in uno stanzino. L’Associazione arbitri minaccia la serrata. Intanto, il questore del capoluogo, Filippo Dispenza, accelera: ieri ben quattro Daspo per «il dilagare degli episodi di violenza nel calcio dilettantistico e giovanile, con lesioni riportate dagli arbitri».
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Un segnale chiaro. Il divieto a presenziare ad eventi sportivi è un primo deterrente. Mentre si aspetta la riscossa civile dalle famiglie e dai club. Intanto, un Daspo di un anno ciascuno ha colpito i due sedicenni dell’Is Arenas di Quartu che hanno dato vita a una rissa con calci e pugni, frattura del setto nasale e di 3 denti per uno dei ragazzini. Dopo un «rosso» la gazzarra ha coinvolto dirigenti, tecnici e genitori. Cinque anni sono la pena per un giocatore dell’Atletico Masainas (seconda categoria) che, dopo l’espulsione, ha colpito l’arbitro con un calcio sulla schiena: 15 giorni di cure. Daspo da cinque anni anche per un ventenne dell’Andromeda di Siurgus Donigala che a Serramanna (Ca) alla vista del «rosso» ha colpito l’arbitro con due pugni in faccia. Il questore ha incontrato i vertici Aia e alcuni degli arbitri aggrediti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TACCUINO AGGREDIRONO ARBITRI
COPPA ITALIA PRIMAVERA
Quattro daspo in Puglia
Milan eliminato
● (m.e.) Quattro daspo per aggressioni a giovani arbitri. Per il pestaggio del 17enne Luigi Rosato in Cavallino-Cutrofiano (2a categoria), tre daspo di 5 anni, di cui uno al presidente del Cavallino, Rosario Fina. Tre anni per Vincenzo Elìa, presidente del Trepuzzi, che aveva colpito il 22enne Giammarco Miccoli.
● Ottavi di finale: Fiorentina-Inter 2-3 (dcr, 0-0 al 120’), Lazio-Napoli 6-3 (dcr, 2-2 al 120’), AtalantaMilan 2-1, Juventus-Livorno 3-2, Roma-Parma 5-0, ChievoUdinese 1-0, Palermo-Bologna 2-1, Torino-Empoli il 10 dicembre (ore 14). Quarti (20 dicembre): ChievoAtalanta, Roma-Inter, LazioPalermo, Torino/Empoli-Juventus.
RAFA CONVINTO Dunque, se tutto andrà come prevedibile, a gennaio Gabbiadini sarà il primo rinforzo del Napoli, non l’unico però visto che il club azzurro cerca anche un esterno difensivo che possa giocare su entrambe le fasce. Il giro esplorativo di Bigon in Inghilterra gli è servito anche a incontrare i dirigenti del Sunderland per chiedere la situazione di Giaccherini come eventuale alternativa nel caso saltasse all’ultimo minuto l’arrivo di Gabbiadini. In ogni caso il direttore sportivo del Napoli è stato il grande «sponsor» proprio di Gabbiadini e Benitez - che oggi è atteso alla Cappella San Severo per ammirare il Cristo Velato - si è convinto osservandolo nelle ultime settimane e la trattativa, complice il desiderio di Juve e Samp di monetizzare, si è definita in tempi brevi. QUESTIONE DI FEELING Non a caso ieri Pagliari sul sito internet della sua agenzia (la Player Management) aveva rilasciato dichiarazioni interessanti, senza però trascurare che Gabbia-
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PROSSIMO TURNO DOMANI FIORENTINA-JUVENTUS (ore 20.45) SABATO 6 DICEMBRE ROMA SASSUOLO (ore 18) TORINO-PALERMO (ore 20.45) DOMENICA 7 DICEMBRE NAPOLI-EMPOLI (ore 12.30) ATALANTA-CESENA (ore 15) GENOA-MILAN (ore 15) PARMA-LAZIO (ore 15) INTER-UDINESE (ore 20.45) LUNEDÌ 8 DICEMBRE CAGLIARI-CHIEVO (ore 19) VERONA-SAMPDORIA (ore 21)
Manolo Gabbiadini, 23 anni, in Serie A con Atalanta, Bologna e Samp LAPRESSE
dini è ancora un giocatore blucerchiato: «Mi sembra del tutto normale che un calciatore come Manolo piaccia, sia nel nostro campionato che all’estero. Ho ricevuto qualche telefonata sia da club italiani che stranieri e mi sono state chieste informazioni, anche se lui ora è concentrato solo sulla Sampdoria. Anche se fa piacere essere cercati sebbene il mercato si aprirà fra un mese». Gabbiadini era
rimasto inizialmente in panchina lunedì nella sfida Sampdoria-Napoli, ma Pagliari si è affrettato a ribadire che tra «Manolo e Mihajlovic c’è grandissimo feeling perché il tecnico ha contribuito in maniera determinante alla sua crescita». Un feeling, sussurra qualcuno, che potrebbe rinsaldarsi proprio a Napoli, qualora Sinisa succedesse a Benitez. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARCATORI 9 RETI: Tevez (2, Juventus). 8 RETI: Callejon (Napoli). 7 RETI: Icardi (2, Inter); Menez (4, Milan); Higuain (1, Napoli); Di Natale (Udinese). 6 RETI: Matri (Genoa); Djordjevic (Lazio); Honda (Milan); Dybala (1, Palermo). 5 RETI: Osvaldo (Inter); Cassano (1, Parma). 4 RETI: Ekdal e Sau (Cagliari); Babacar (Fiorentina); Morata e Vidal (2, Juventus); Destro e Ljajic (Roma); Gabbiadini (Sampdoria); Quagliarella (Torino); Thereau (Udinese); Nico Lopez (Verona).
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R L’intervista
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
«Rimpianto Cavani e mai più Malesani I Ci salverà Maran»
Fabiana Della Valle INVIATO A VERONA
1Il patron del Chievo racconta la sua epopea:
«Potevo prendere Edi, poi... Corini non tornerà»
Allora ci racconti il ricordo più bello legato al Bottagisio. «Una partita in C2 con il Mantova nell’87-88, 1-1. Pioveva, fu una sfida al cardiopalmo».
Calcio e molto altro: il nuovo centro è diventato realtà ● VERONA Il sogno è diventato realtà. Ieri, alla presenza del presidente del Coni, Giovanni Malagò e di Andrea Abodi (vice presidente della Figc), Luca Campedelli ha inaugurato il nuovo Centro d’Eccellenza Sportiva Bottagisio. Una volta campo parrocchiale, è stata la casa del Chievo per tanti anni, che qui ha giocato fino agli Anni 80. Campedelli, grazie al mutuo del Credito Sportivo, l’ha trasformato in un centro polifunzionale per calcio, scherma e canoa/kayak: quattro campi da calcio in sintetico, due a 11 e due a 8. Qui si alleneranno anche le giovanili e le scuole calcio. «Straordinario — ha detto Malagò —, gli altri presidenti della Serie A dovrebbero seguire l’esempio del Chievo». f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
l fiume Adige scorre placido, Luca Campedelli lo guarda dalla terrazza del Bottagisio e si lascia andare ai ricordi. «Rimettere a posto il campo storico del Chievo era il sogno di mio padre. Io da bambino venivo qui a giocare, era un’ex cava. Mancava qualcosa che potesse distinguere il quartiere, ho avuto la fortuna di poter dare il la a questo progetto. Spero diventi una cosa di tutta la città. Ero commosso e agitato, non amo parlare in pubblico: me lo porto dietro dall’infanzia, colpa di una recita».
Che effetto le fa vedere Sartori, che ha fatto la storia del Chievo, con un’altra maglia? «Strano. L’ultimo anno è stato pesante, lo capisco. Qui la porta per lui sarà sempre aperta, magari però troverà la sua sedia occupata». A proposito di maglie, i tifosi del Verona vorrebbero che il Chievo cambiasse colori... «Fossero solo i colori. Mi vorrebbero togliere anche Cangrande e la Scala. Se ne facciano una ragione. O gli va bene o posso anche non parlare con questi signori». I giocatori di cui va più fiero? «Pellissier, Perrotta, Corini e Yepes».
Luca Campedelli, 46 anni, presidente del Chievo dal 1992 LIVERANI
Avrebbe potuto avere anche Drogba: cos’è successo? «Con tre miliardi di lire era nostro, poi la Lazio, che doveva comprare Eriberto e Manfredi-
ni, s’è tirata indietro. Ibrahimovic, invece, l’avevamo visto, ma era più vicino al Verona. Cavani è il vero rimpianto: costava tanto, ma con il senno di poi non l’avrei perso». Che effetto le fa essere uno dei presidenti più longevi della Serie A? «Vuol dire che sto diventando vecchio». È stato più difficile ereditare il Chievo o la Paluani? «In azienda ci sono anche mio fratello e i miei cugini, si fanno meno stupidaggini. Nel calcio siamo sempre stati solo io, Sartori e l’allenatore: è più facile sbagliare».
«MALESANI CAPISCE MOLTO DI VINI È UN AMICO, MA DOPO QUELLA CORSA NEL DERBY...» «LA PORTA PER SARTORI È SEMPRE APERTA. MAGARI TROVERÀ LA SUA SEDIA OCCUPATA» LUCA CAMPEDELLI PRESIDENTE CHIEVO
Ha mai pensato di vendere? «Solo una volta, 10 anni fa, ma il compratore non era serio». Che cosa è successo con Corini, esonerato, richiamato, poi esonerato di nuovo? «A parte i risultati, sono cose che è giusto restino negli spogliatoi. Non è stata un scelta facile, ma era quella giusta». Anche per lui le porte sono sempre aperte?
GRUPPO
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«Per me sì, ma conoscendolo penso che per lui sia un discorso chiuso». Perché ha voluto Maran? «Può aiutare la squadra a ritrovare lo spirito del Chievo. Ho rivisto il branco di lupi alla ricerca del pallone, come con Delneri e Di Carlo». Un anno fa, dopo il ritorno di Corini, il Chievo era ultimo, ma lei era certo che si sarebbe salvato. Ora cosa dice? «Ho fatto il pronostico, ma non voglio sembrare sbruffone». Chi vince lo scudetto? «La Juve. Ha più solidità e poi ha Pogba, il vero top player». Qual è il problema del calcio italiano? «Non abbiamo pazienza perché il rischio di retrocedere è devastante e ti affidi ai giocatori d’esperienza. Ci vorrebbero dei campionati Primavera per gli Under 21-22». Che ne pensa della gaffe di Tavecchio su Optì Poba? «Credo che volesse dire altre cose, magari anche giuste, ma ha usato i termini peggiori». Dopo quella frase non ha mai pensato di aver puntato sul cavallo sbagliato? «Non c’era molta qualità neanche dall’altra parte. E Tavecchio porta la pace sociale». Chi capisce di più di vini, lei o Malesani? «Malesani, anche perché ha una cantina. È stato il mio primo allenatore da presidente, tra noi c’è un rapporto di amore. Come idee calcistiche è uno dei più all’avanguardia, ma non lo potrei mai riprendere dopo la corsa sotto la curva quando allenava il Verona». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Coppa Italia R Quarto turno
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GOL SPETTACOLO
L’Empoli batte il Genoa con i giovani e le idee 1Laxalt c’è, Mchedlidze tacco da urlo. Sarri si regala la Roma EMPOLI
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GENOA
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Alessio D’Urso INVIATO A EMPOLI
PRIMO TEMPO 1–0 MARCATORI Laxalt al 4’ p.t.; Mchedlidze al 28’ s.t. EMPOLI (4-3-1-2) Bassi 6,5; Hysaj 5,5, Bianchetti 6,5, Barba 6,5, Mario Rui 6 (dal 19’ s.t. Tonelli 6); Croce 6,5 (dal 13’ s.t. Valdifiori 6,5), Signorelli 6, Laxalt 7,5; Zielinski 7; Mchedlidze 7,5 (dal 29’ s.t. Aguirre 5,5), Pucciarelli 6,5. PANCHINA Pugliesi, Sepe, Agrifogli, Rugani, Gemignani, Dioussè, Verdi, Piu. ALLENATORE Sarri 7. AMMONITI Mchedlidze per proteste, Zielinski per gioco falloso. GENOA (4-2-3-1) Lamanna 6; Antonini 5 (dal 19’ s.t. Matri 5,5), De Maio 5,5, Burdisso 5,5, Marchese 6; Sturaro 5, Greco 5,5 (dal 35’ s.t. Rincon s.v.); Rosi 5, Mussis 6, Lestienne 6,5; Fetfatzidis 5,5 (dal 9’ s.t. Pinilla 5). PANCHINA Perin, Sommariva, Izzo, Edenilson, Falque, Kucka. ALLENATORE Gasperini 5,5. AMMONITI Greco per gioco falloso, Matri e Burdisso per proteste, Pinilla per comportamento non regol. ARBITRO Di Bello di Brindisi 6,5. GUARDALINEE Tasso 6,5-Del Giovane 6,5. NOTE paganti 1.470, incasso di 8.401 euro. Tiri in porta 5 (1 traversa)-4(1 palo). Tiri fuori 4-5. In fuorigioco 3-2. Angoli 5-3. Recuperi: p.t. 0; s.t. 3’.
E
poi ci sono quelli come Laxalt e Mchedlidze, giovani eppure già califfi, treccine al vento e colpi dello «Scorpione» alla Ibrahimovic in ordine sparso, spirito operaio e idee da big che s’incrociano sul far della sera. Sì, la sera in cui l’Empoli, per una volta po’ uruguaiano e un po’ georgiano, si regala la Roma agli ottavi di Coppa costringendo il Genoa a bere fino in fondo l’amaro calice di una sconfitta in trasferta: non era mai successo quest’anno (otto gare in Serie A). PENSATORI Sognare la Champions, d’accordo. Ma il Genoa da trasferta non fa i conti al Castellani con l’esuberanza dei biancazzurri, simboleggiata da un colpo di tacco vincente di un ex ribelle come Levan, ieri in versione fenomeno, l’ultima volta decisivo con la maglia del Palermo contro la Juve (1-2) a Torino nel 2008. E così la Coppa Italia dell’Empoli ha lo stesso valore di quella con le grandi orecchie. Perché è un sogno di provincia, e riempie lo stesso la «Coppetta» di gloria (ottavi già raggiunti 2 volte nella storia, mentre ai quarti i toscani sono arrivati nella stagione 2006-’07, eliminati poi dall’Inter).
GIOVANI LEONI Gasperini si concede, sbagliando, un robusto turnover (in campo solo i titolari De Maio, Burdisso, Sturaro e Marchese): troppi brevilinei davanti, per quanto Mussis si sbatta e Lestienne dimostri talento, ma senza un centravanti di peso e con un modulo iniziale rischioso (4-2-3-1) l’Empoli prende le misure e non stacca mai. Altro errore, Gasperini, allungarsi in quel modo: messo all’angolo dalla velocità e dalla precisione dei colpi dei toscani, il Genoa è già al tappeto al minuto 4. Taglio di Mchedlidze, liscio di Antonini e palla a Laxalt tramite Pucciarelli: il tiro è irresistibile. ALL’ASSALTO Pancia piena dopo 2 vittorie e un pari in campionato? Macchè. E allora, con la spinta di Zielinski, i biancazzurri lasciano il segno anche nel secondo tempo. Il Genoa prova a dispiegare il suo gioco (palo di Sturaro più fortuito che voluto), ma quanto a precisione negli appoggi i rivali sono superiori. La mossa Pinilla-Matri è tardiva. E la punizione dietro l’angolo: al 29’, sul corner di Valdifiori, Mchedlidze s’inventa un colpo di tacco al volo e il pallone s’insacca: novello Ibra ormeggia in un porto sicuro gli ottavi dell’Empoli, squadra costruita sulle idee. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL TABELLONE IIIº turno eliminatorio
16 Chievo 25 Pescara
0 1
17 Sassuolo 24 Cittadella
4 1
9 Lazio 72 Bassano
7 0
33 Varese 34 Entella
1 0
IVº turno
IVº turno
25 Pescara 17 Sassuolo
0 1
Roma 3 Empoli 19
1 Milan 17 Sassuolo Quarti 4-2-15 Ottavi 14-1-15
8 Torino 9 Lazio
4 1
39 Brescia 40 Latina
1 0
Fiorentina 6 Atalanta 11
FINALE Roma, 7-6-2015
9 Lazio 33 Varese
2 0
3 0
IVº turno
Semifinali
5 1
20 Cesena 61 Casertana
1 0
Atalanta 11 Avellino 38 IVº turno
Semifinali
IVº turno
12 Sampdoria 39 Brescia
1 0
5 Inter
Verona 10 Perugia 35
Juventus 7 Verona 10 Quarti 4-2-15
13 Udinese 20 Cesena
Genoa 14 Lanciano 27
3 0
Empoli 19 L’Aquila 59
2 0
Atalanta 11 Pisa 51
1 2
Bari 37 Avellino 38
3 Verona 10 0 Cremonese 50
2 1
Perugia 35 Spezia 36 d.t.s.
Ottavi 14-1-15
4 Napoli 13 Udinese
IVº turno
1 0
4-3-15/8-4-15
IVº turno OGGI
Ottavi 14-1-15
13 Udinese 28 Ternana
IIIº turno eliminatorio
Ottavi 14-1-15
4-3-15/8-4-15
12 Sampdoria 52 Como
Empoli 19 Genoa 14
2 0
Parma 2
Cagliari 15 Modena 23
4 2 d.t.s.
IVº turno OGGI
2 0
Cagliari 15 Catania 26
0 3
Palermo 18 Modena 23
In rosso sono indicate le squadre che disputano in casa le gare in turno unico (i numeri definiscono la griglia) GDS
LA GUIDA Oggi si completa il quadro del quarto turno eliminatorio di Coppa Italia. Il programma di oggi Ore 18: Cagliari-Modena (diretta RaiSport 1, arbitro Di Paolo di Avezzano). Ore 21: Sampdoria-Brescia (diretta RaiSport 1, arbitro Baracani di Firenze).
Regolamento Gara unica, in caso di parità al 90’ tempi supplementari e rigori. Solo le semifinali saranno decise in due partite. Le altre date Ecco le altre date della Coppa Italia, tenuto conto che i turni verranno spalmati su più giorni con anticipi e
posticipi. Le prime otto dello scorso campionato di Serie A, sorteggiate in un tabellone tennistico come teste di serie, entrano in gioco dagli ottavi. Ottavi di finale: 14 gennaio. Quarti di finale: 4 febbraio. Semifinali: andata 4 marzo, ritorno 8 aprile. Finale: 7 giugno allo stadio Olimpico di Roma (gara unica).
Coppa Italia R Quarto turno
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
L’Udinese ci mette un po’ Evangelista fa il profeta Al 120’ la resa del Cesena 1Bisoli pensa al campionato e lascia fuori gli uomini chiave
Strama schiera una squadra d’attacco e si guadagna il Napoli UDINESE
4
CESENA
2
DOPO TEMPI SUPPLEMENTARI PRIMO TEMPO 2-1 AL 90’ 2-2; AL 105’ 3-2 MARCATORI Djuric (C) al 4’, Allan (U) al 20’, Bruno Fernandes (U) al 44’ p.t.; Succi (C) al 10’ s.t.; Lucas Evangelista (U) al 9’ p.t.s., Thereau (U) all’8’ s.t.s. UDINESE (3-5-1-1) Scuffet 5,5; Belmonte 5, Danilo 6,5, Bubnjic 6; Piris 6 (dal 40’ s.t. Lucas Evangelista 7), Pinzi 6, Guilherme 6 (dal 27’ s.t. Thereau 6), Allan 7, Pasquale 6; Bruno Fernandes 6,5 (dal 12’ p.t.s. Kone 6), Geijo 5,5. PANCHINA Brkic, Meret, Wague, Widmer, Heurtaux, Hallberg, Jadson, Di Natale, Zapata. ALLENATORE Stramaccioni 6,5. ESPULSI nessuno. AMMONITI Danilo, Allan, Bubnjic per gioco scorretto, Bruno Fernandes per proteste. CESENA (3-5-2) Agliardi 6; Volta 5, Capelli 5,5, Krajnc 6; Tabanelli 6 (dal 1’ s.t. Defrel 6,5), Valzania 5,5 (dal 3’ s.t. Cazzola 6), De Feudis 6, Coppola 6, Mazzotta 6; Succi 6 (dal 24’ s.t. Lucchini 6), Djuric 6,5. PANCHINA Leali, Bressan, Nica, Magnusson, Renzetti, Cascione, Zé Eduardo, Rodriguez, Garritano. ALLENATORE Bisoli 6. ESPULSO Volta al 16’ s.t. per gioco scorretto. AMMONITI Djuric, Capelli e Cazzola per g.s., Krajnc per c.n.r. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa 5,5. GUARDALINEE Vivenzi 6-Raparelli 6. NOTE paganti 2.400 circa. Tiri in porta 14 (2 pali)-3. Tiri fuori 6-2. In fuorigioco 2-0. Angoli 7-1. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 3’; p.t.s. 1’, s.t.s 0’.
Lucas Evangelista, 19 anni, prima stagione all’Udinese, dopo il 3-2 GETTY
Luca Bianchin @lucabianchin7 INVIATO A UDINE
IL MIGLIORE
U
n Evangelista arrivato dal San Paolo ha deciso Udinese-Cesena, partita vagamente biblica: sviluppo lungo, pioggia degna di Noè e una parabola di Bruno Fernandes all’incrocio. Il 3-2 di Lucas Evangelista, brasiliano del ’95 arrivato in estate, ha mandato Stramaccioni agli ottavi più del 4-2 di Thereau, arrivato quando l’Udinese era già in controllo. Cross di Pasquale, deviazione di Agliardi e tuffo di testa di Lucas: è stato abbastanza per negare i rigori ai 24 tifosi arrivati da Cesena, gli unici rimasti all’acqua per 120
7 ● ALLAN Allan mezzala non è un mezzo giocatore. Gol con doppio dribbling, inserimenti, la solita corsa: decisivo in attacco e in difesa.
minuti. Applausi anche a loro, perché Udinese-Cesena aveva l’attrattiva di un cine-panettone per un accademico della crusca: 5 gradi, in campo due squadre con zero vittorie a novembre, le ultime due di A per occasioni create. Invece no, il film è stato apprezzabile: sette occasioni da gol già nel primo tempo, primizie e un paio di rimonte. UDINESE CREATIVA Stramaccioni sorride più di Bisoli perché si è meritato il Napoli: l’Udinese ha attaccato molto e riscoperto il 3-5-2 con buoni risultati. Senza Karnezis e Di Natale, Widmer e Thereau, ha avuto molto sia da Allan – primo gol in Italia, partita niente male come mezzala sinistra – sia da Fernandes. Bruno ha avviato l’azione dell’1-1 e messo in porta un 2-1 grande stile: no look di Pasquale, alla Ronaldinho ma senza treccine, e destro forte vicino all’incrocio. L’attacco, senza Di Natale, ha fatto l’attesa fatica. Geijo ha preso un palo calciando dal nulla ma ha mandato nel cantiere la palla migliore della partita: uno contro uno con Agliardi e tiro alto. BISOLI ALTERNATIVO Il Cesena invece è venuto a Udine con una specie di squadra B. Solo tre titolari confermati rispetto al weekend e chiara strategia conservativa. Bisoli domenica si gioca la panchina a Bergamo e ha tenuto seduti molti giocatori chiave, con risultati più che discreti: avanti dopo 4 minuti, ha subito con una certa, masochistica, costanza, però ha tenuto. Certo, Volta dopo un’ora ha perso palla e, per recuperare, ha piantato i tacchetti sulla tibia di Fernandes: espulso. La partita non è cambiata perché a uomini pari Succi aveva fatto 2-2, un po’ episodicamente, con un colpo di testa da punizione. Non è cambiata ma non è girata: l’Udinese ha vinto con merito e ora potrebbe ripensare sia al 35-2 sia a Evangelista. Può tornare utile anche di domenica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TROVERÀ LA FIORENTINA
1Squalificato in campionato, il ghanese si scalda in coppa. L’Avellino si arrende
INVIATO A BERGAMO
N
on sarà certo questa vittoria a far cambiare tonalità alla fin qui grigia stagione dell’Atalanta. Il successo sull’Avellino, però, potrebbe dare quella carica di autostima necessaria alla squadra di Colantuono per ritrovare la retta via anche in campionato. Il problema principale è il gol? Stavolta lo risolve Richmond
IL MIGLIORE
7 ● BOAKYE Si muove con intelligenza e segna due bei gol.
LE SFIDE DI OGGI
Famiglia Samp in campo anche per i bambini
Gastaldello, Ferrero, Mihajlovic e Palombo con le figlie di Mantovani PEGASO
SAMPDORIA (4-3-3)
Filippo Grimaldi INVIATO A BOGLIASCO
BRESCIA
(4-3-2-1)
OGGI ORE 21 ARBITRO BARACANI 2 VIVIANO 86 44 28 19 CACCIATORE FORNASIER GASTALDELLO REGINI 6 DUNCAN
32 10 KRSTICIC MARCHIONNI
11 GABBIADINI
19 SESTU 17 BENALI 8 SCAGLIA
12 SANSONE
18 BERGESSIO
9 ANDREA CARACCIOLO
18 H’MAIDAT 11 29 OLIVERA BENTIVOGLIO
6 DI CESARE
3 15 ANTONIO ZAMBELLI CARACCIOLO 12 MINELLI
PANCHINA 33 Romero, 1 Da Costa, 29 De Silvestri, 26 Silvestre, 5 Romagnoli, 14 Obiang, 3 Mesbah, 17 Palombo, 23 Eder, 22 Rizzo, 9 Okaka, 77 Wszolek. ALLENATORE Mihajlovic. BALLOTTAGGI Gabbiadini-Wszolek 6040%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Soriano. PANCHINA 1 Arcari, 22 Andrenacci, 2 Lancini, 20 Gargiulo, 24 Coly, 31 Boniotti, 4 Ragnoli, 21 Quaggiotto, 23 Morosini, 26 Bertoli, 28 Valotti, 33 Razzitti. ALLENATORE Iaconi. BALLOTTAGGI H’Maidat-Morosini 8020%. SQUALIFICATI Corvia. DIFFIDATI Budel, Andrea Caracciolo, Olivera, Zambelli. INDISPONIBILI Budel, Felipe Sodinha, Ntow.
L
a Samp di ieri, di oggi e di domani. Strana vigilia al «Mugnaini», con la coppa Italia di stasera (spazio ai comprimari, con Viviano fra i pali) passata in secondo piano davanti a una sorta di riunione di famiglia, per presentare l’edizione numero 31 del Torneo Ravano-Coppa Paolo Mantovani, la manifestazione sportiva per le scuole più importante d’Europa (oltre 20 mila bambini in campo dal 2009 ad oggi) , che torna dal 4 al 14 maggio prossimo (sotto la tensostruttura all’aperto presso la Fiera), proprio sotto l’ala della famiglia Mantovani. Ieri c’erano Ludovica e Francesca, figlie di Paolo, il presidente della Sampd’oro tricolore nel ‘91, al fianco di Massimo Ferrero e Sinisa Mihajlovic. Tante le novità in programma, compreso l’ampliamento delle discipline previste (per maschi e femmine). Ferrero s’è fatto un augurio: «Ho un figlio di un anno, spero che pure lui possa partecipare a questo evento fra qualche tempo». Sinisa ha preso spunto da Mandela: «Come diceva, lo sport può cambiare il mondo».
PREZZI da 10 a 30 euro. TV RaiSport 1.
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IL DIKTAT DEL BOEMO
Boakye scatenato: doppietta Ora l’Atalanta cerca la svolta Matteo Pierelli
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Boakye (doppietta), domenica contro il Cesena chissà visto che il 21enne ghanese sarà ancora squalificato. Forse questa è la peggior notizia della giornata per i bergamaschi che per il resto approdano agli ottavi di Coppa Italia (a gennaio l’incrocio con la Fiorentina, contro cui hanno perso la finale del 1996) senza penare più di tanto. Proprio come voleva il pragmatico Colantuono per il quale «non prendere gol è sempre importante e non dovevamo vincere 8-0 ma solo passare il turno». SENZA FATICA Per farlo l’allenatore nerazzurro dà spazio alle seconde linee, ma i rincalzi bastano e avanzano contro un Avellino rimaneggiato che non dà mai l’impressione di essere in partita. L’Atalanta parte col solito, collaudato 4-4-2 e spinge prevalentemente a destra con Molina e soprattutto Scaloni, che dà il via ad entrambe le azioni che portano ai gol. Dopo un quarto d’ora serve Boakye che la butta dentro con un preciso rasoterra. Ancor più bello il raddoppio cinque minuti più
Zeman, turnover a chi? «In campo i migliori» CAGLIARI
(4-3-3)
MODENA
(4-4-2)
Mario Frongia ASSEMINI (Ca)
ATALANTA AVELLINO
2 0
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORE Boakye al 14’ e al 19’ p.t. ATALANTA (4-4-2) Avramov 6; Scaloni 6,5, Biava 6 (dal 35’ s.t. Dramé s.v.), Benalouane 6, Bellini 6; Molina 6,5, Migliaccio 6, Baselli 6 (dal 1’ s.t. Grassi 6), Spinazzola 5,5 (dal 19’ s.t. D’Alessandro 6); Bianchi 6, Boakye 7. PANCHINA Frezzolini, Zappacosta, Cherubin, Forgacs, Pugliese, Carmona, Napol. ALLENATORE Colantuono 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Baselli, Bellini e Migliaccio per gioco scorretto. AVELLINO (5-3-2) Frattali 6; Petricciuolo 6, Ely 5 (dal 25’ s.t. Vergara 5), Fabbro 5, Pisacane 5, Angeli 5,5; Soumaré 6, Arini 5,5 (dal 1’ s.t. Kone 5,5), D’Angelo 5,5; Castaldo 6 (dal 12’ s.t. Comi 5,5), Pozzebon 5. PANCHINA Gomis, Bavena, Vergara, Chiosa, Filkor, D’Attilio, Arrighini. ALLENATORE Rastelli 5,5. ESPULSI nessuno. AMMONITI Pozzebon e Vergara per gioco scorretto. ARBITRO Minelli di Varese 6. GUARDALINEE Preti 6-Segna 6. NOTE paganti 914, incasso di 3.313 euro. Tiri in porta 5-4. Tiri fuori 52. In fuorigioco 2-3. Angoli 2-2. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 5’.
tardi: traversone a mezz’altezza sempre di Scaloni, assist al volo di Bianchi per Boakye che fulmina Frattali e diventa il capocannoniere atalantino della stagione con quattro reti (ne aveva già fatti due in campionato). RITMI BLANDI La partita in pratica finisce qui, l’Avellino schierato da Rastelli con la difesa a cinque mostra solo un ottimo Soumaré e tira per la prima volta in porta dopo 36 minuti con Arini, ma Avramov è attento. Nella ripresa l’Atalanta si presenta senza Baselli (sufficiente e nulla più la sua prova) e arretra il baricentro, consapevole di poter controllare senza rischiare nulla, perché l’Avellino (mai vittorioso a Bergamo) è troppo rinunciatario per far male agli avversari. E così gli irpini danno mestamente addio a quella Coppa Italia che lo scorso anno agli ottavi gli aveva regalato la trasferta allo Juventus Stadium. Dall’altra parte l’Atalanta, con la mente un po’ meno sgombra per aver ritrovato il successo (non succedeva da metà ottobre, dalla gara interna col Parma), può pensare con più serenità alla sfida con il Cesena, che dirà molto sulla tonalità della stagione nerazzurra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
OGGI Ore 18 ARBITRO Di Paolo 27 CRAGNO 21 32 BALZANO CEPPITELLI
15 14 ROSSETTINI PISANO
4 CRISETIG
20 EKDAL
5 CONTI
23 IBARDO
17 FARIAS
19 BELTRAME 11 GATTO
23 SCHIAVONE
33 RUBIN
34 TONUCCI
7 COSSU 10 LUPPI
26 SIGNORI
4 NARDINI
6 5 MARZORATI OSUJI
1 MANFREDINI
PANCHINA 28 Carboni, 3 Murru, 33 Capuano, 24 Benedetti, 12 Capello, 16 Dessena, 30 Donsah, 10 Joao Pedro, 18 Barella, 13 Caio Rangel, 9 Longo. ALLENATORE Zeman. BALLOTTAGGI Pisano-Capuano 6040%; Crisetig-Dessena 70-30%; CossuLongo 70-30%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Avelar, Colombi, Sau, Eriksson. PANCHINA 12 Pinsoglio, 28 Zoboli, 13 Gozzi, 2 Calapai, 27 Manfrin, 25 Martinelli, 8 Nizzetto, 32 Granoche, 37 Guidiala. ALLENATORE Novellino. SQUALIFICATI Salifu. INDISPONIBILI Ferrari, Acosty, Marsura. PREZZI da 1 a 10 euro. TV RaiSport 1.
«L
a coppa Italia è una competizione ufficiale, gioca la miglior formazione possibile. Vogliamo la vittoria». Idee chiare e nessun turn over per Zeman. Si riparte dai primi undici visti con la Fiorentina. Ma Dessena, Capuano, Donsah, Joao Pedro e Longo scalpitano. Ventidue convocati, out Sau, Colombi e Avelar («Non è convocato per motivi precauzionali. Ha ancora dolore, inutile rischiare»), il tecnico del Cagliari torna sulla sconfitta con i viola. «Il primo gol era in fuorigioco. Se guardo il risultato penso a una disfatta, se vedo cosa è successo in campo dico che poteva finire anche con la nostra vittoria. Ma se hai dieci palle gol e non segni, c’è poco da fare». Sul Modena poche storie: «Una buona squadra, con la miglior difesa della serie B. Ha avuto un andamento altalenante ma dobbiamo stare attenti. Dipende in fase realizzativa da Granoche, ma ha anche dei giovani interessanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Mondo R Inghilterra
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Un Chelsea forza tre Tottenham spazzato via
TACCUINO INGHILTERRA
Beckham lancia linea di abbigliamento ● David Beckham, annuncia «Harper’s Bazaar», lancerà la sua prima linea di abbigliamento maschile. Il calciatore ha stretto un accordo con Simon Fuller, ex manager delle Spice Girls, che lo ha portato a un contratto con Global Brands.
SPAGNA
Paura per Khedira, ma gli esami sono ok
1In gol Hazard, Drogba e Remy
● Il centrocampista tedesco del Real Madrid, Sami Khedira, ha trascorso una notte in osservazione dopo una commozione cerebrale nella partita di Coppa del Re contro il Cornella. Tutto ok
La squadra di Mou ok da 23 gare CHELSEA
3
TOTTENHAM
0
Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
PRIMO TEMPO 2-0 MARCATORI Hazard al 19’, Drogba al 22’ p.t.; Remy al 28’ CHELSEA (4-2-3-1) Courtois 6; Ivanovic 7, Cahill 6 (dal 1’ s.t. Zouma 6), Terry 6,5, Azpilicueta 7; Fabregas 6 (dal 31’ s.t. Mikel s.v.), Matic 6,5; Willian 6,5, Oscar 6,5, Hazard 7,5; Drogba 7 (dal 22’ s.t. Remy 6,5). PANCHINA Cech, Filipe Luis, Salah, Schurrle. ALLENATORE Mourinho 7. AMMONITO Matic per gioco scorretto. TOTTENHAM (4-2-3-1) Lloris 5; Chiriches 5, Fazio 5, Vertonghen 5, Davies 5,5; Mason 5,5 (dal 13’ s.t. Paulinho 5,5), Bentaleb 6; Lennon 5,5 (dal 13’ s.t. Chadli 5,5), Eriksen 5,5, Lamela 5 (dal 28’ s.t. Soldado 5,5); Kane 6. PANCHINA Vorm, Kaboul, Dier, Naughton. ALLENATORE Pochettino 5. AMMONITO Chiriches per gioco scorretto. ARBITRO Dean 6,5. NOTE spettatori 41.518. Tiri in porta: 8-3 (1 traversa). Tiri fuori: 3-3. Angoli: 1-6. In fuorigioco: 2-2. Recuperi: 2’ p.t.; 3’ s.t.
G
iovani fuoriclasse e vecchi leoni. Hazard e Drogba non si prendono per mano come nella celebre canzone di Francesco Guccini, ma trascinano il Chelsea verso l’undicesima vittoria in campionato, allungando la striscia dell’imbattibilità stagionale a quota 21 e arrivando al totale assoluto di 23. I Blues non perdono dal 30 aprile 2014, quando furono superati in casa (1-3) dall’Atletico Madrid. Da allora 17 successi e 6 pareggi. La grancassa dei giornali inglesi si esalta con gli «invincibili». È la risposta ai record del Real dell’ex Ancelotti. Un primato storico, ma Mourinho ha orizzonti più larghi. «Confesso che mi interessa poco. Quello che conta è il successo finale». Già, ma nel momento in cui si è risvegliato il Manchester City e la Premier ripropone il duello annunciato dai pronostici estivi, non perdere punti è fondamentale.
LA RABBIA Dicembre comincia bene per i Blues. Da ieri a Capodanno, per la banda di Mou 9 gare in programma. Strapazzare il Tottenham nell’ennesimo derby londinese non è cosa da poco. La squadra di Pochettino non gioca male. Ha qualità. Ci sono giovani da seguire. Manca però quella che va considerata come una delle caratteristiche fondamentali del Chelsea: la rabbia. La cattiveria agonistica. La voglia di divorare il pasto spolpando anche le ossa. Non si concede nep-
BULGARIA
Insulta l’arbitro, 10 turni di stop
L’esultanza di Didier Drogba, 36 anni, dopo la rete del 2-0 per il Chelsea sul Tottenham GETTY IMAGES
E il City risponde: 4 reti al Sunderland Arsenal che fatica ● LONDRA (bold) Il City risponde al Chelsea: poker in casa del Sunderland, doppio Aguero più Jovetic e Zabaleta. L’Arsenal soffre fino all’89’, poi Sanchez firma l’1-0 sul Southampton. Pari tra Everton (Lukaku) e Hull (Aluko). RISULTATI ArsenalSouthampton 1-0, ChelseaTottenham 3-0, Everton-Hull 11, Sunderland-M. City 1-4. CLASSIFICA Chelsea 36, Man City 30, Southampton 26, Man Utd 25, West Ham 24, Arsenal 23, Swansea 22, Liverpool, Newcastle, Tottenham 20, Everton 18, Aston Villa 16, Stoke 15, Sunderland 14, Crystal Palace, WBA 13, Hull, Burnley 12, QPR 11, Leicester 10.
pure una briciola all’avversario: la sublimazione del calcio «mourinhiano». IL FILM Quello che accade dal primo secondo al 19’ è esemplare. Il Tottenham, con Lamela al posto di Soldado, scatta pancia a terra. Kane colpisce la traversa su cross di Lennon e ancora Kane, su errore dell’intontito Cahill – colpito alla testa da Vertonghen, uscirà nell’intervallo -, vola verso la porta, ma calcia male. Il Chelsea non si scompone e si accende all’improvviso, trovando il gol: Hazard chiama al triangolo Drogba e sull’assist dell’ivoriano, il belga annienta Lloris. Il Tottenham è stravolto: ma come, gioco bene e l’altro segna? Persa nel suo smarrimento, la squadra di Pochettino sprofonda e un rinvio sballato di Lloris consegna il pallone a Hazard. La ripartenza è fulminante: Oscar serve Drogba e l’ivoriano non perdona. In tre minuti il Chelsea
FRANCIA
Cavani fa e Sirigu disfa Psg, sfuma il primo posto 1Un autogol
del portiere regala il pareggio al Lilla: parigini un punto dietro al Marsiglia
Alessandro Grandesso twitter @agrandesso LILLA (FRANCIA)
L’
occasione era ideale. Dal punto di vista contabile, per scavalcare il Marsiglia e accomodarsi a colpo sicuro alla poltrona del primo posto. Ma anche dal punto di vista psico-mediatico, per dare una replica definitiva alle critiche delle ultime settimane, confortando il morale di uno spogliatoio comunque alle prese con qualche malumore di troppo. Che potrebbe magari contaminare la trasferta al Camp Nou,
Il gol del vantaggio di Cavani, ma il Psg è stato rimontato a Lilla AFP
la settimana prossima, per maturare gli ottavi di Champions da prima della classe. E invece il PSG brucia entrambi i jolly nella trasferta a Lilla, recuperando un punto (1-1) che fa sorridere la squadra di Bielsa, che rimane leader, e consolidando i dubbi sul gioco sempre meno convincente dei campioni di Francia. Soprattutto in assenza di Ibrahimovic, lasciato a riposo per gli impegni d’oltre confine.
PARI GIUSTO Non va negato però alcun merito ai padroni di casa che venivano da un filotto di 6 partite di campionato senza vittorie, di cui 5 sconfitte. Comunque 2 mesi di bastonate, coppe incluse, da alleviare appunto con una prestazione all’altezza dell’avversario di turno. Cioè una squadra abituata a dare del tu ai vertici europei. E che a Lilla però si è presentata senza l’elisir della vittoria, cioè quell’Ibra che aveva timbrato le
ultime quattro gare, certificando il cambio di passo dal punto di vista caratteriale di una squadra che veniva comunque da nove successi consecutivi. Ma in assenza dello svedese, è tornato a galla il gioco traballante, alternando momenti di dominio assoluto e improvvisi sbandamenti. Lo stesso che ha attirato le critiche poco gradite da Blanc, mettendo sotto pressione una squadra passata in vantaggio con Cavani, su assist di Lavezzi, ma ripresa sul corner di Corchia deviato in porta da Sirigu. E comunque incapace di concretizzare le numerose occasioni della ripresa. Nonostante l’ingresso di Verratti, in appoggio a Motta. E nonostante le giocate velenose di Lucas. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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16a GIORNATA
Lorient-Marsiglia 1-1; Nantes-Tolosa 1-2; Monaco-Lens 2-0; Bastia-Evian 1-2; Guingamp-Caen 5-1; Metz-Bordeaux 0-0; Montpellier-St Etienne 0-2; NizzaRennes 1-2; Lilla-Psg 1-1. Oggi: Lione-Reims.
CLASSIFICA
Marsiglia 35; Psg 33; St Etienne 29; Rennes, Bordeaux 28; Lione 27; Nantes 24; Monaco 23; Reims 22; Montpellier 21; Tolosa 20; Metz, Evian 19; Nizza 18; Lilla, Lorient 17; Guingamp 15; Caen, Lens, Bastia 14.
ha chiuso la pratica. Il Tottenham non si riprende più. Pochettino mostra tutta la sua insofferenza di ex difensore di carattere di fronte alla morbidezza dei suoi. Cerca di cambiare qualcosa con gli inserimenti di Paulinho e Chadli, ma la mossa vincente è quella di Mourinho. Drogba è stanco ed entra Remy. Il francese ci mette appena cinque minuti per lasciare il segno: aggira Vertonghen e infila Lloris. Il popolo Blues è in delirio. Il Tottenham, che non vince allo Stamford dal 1990, scopre sulla sua pelle che cosa sia la praticità: possesso palla 69 a 31 per gli Spurs, ma trionfa il Chelsea. Mou sorride largo: «Il Tottenham è partito meglio e avrebbe potuto segnare, ma dopo il primo gol abbiamo controllato la gara. Sono contento per i punti, per lo spirito che abbiamo dimostrato e per la qualità del nostro gioco». © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Diyan Moldovanov: il difensore della Lokomotiv Plovdiv, espulso sabato contro il Cherno More Varna, è stato squalificato per 10 turni e multato di 8 mila lev, circa 4 mila euro. Uscito per infortunio, Moldovanov si è visto mostrare il rosso a fine partita, dopo aver insultato e cercato di colpire con una bottiglietta l’arbitro Stavrov.
BRASILE
Santos, pronto contratto per Pelè ● (seu) Il Santos ha pronto un regalo per il suo idolo più grande. Una volta dimesso dall’ospedale Einstein di San Paolo, dov’è ricoverato da dieci giorni per complicazioni legate a un’infezione alle vie urinarie, O’Rei troverà un contratto da firmare per iniziare a lavorare con il suo ex club, di cui è già ambasciatore nel mondo.
HONDURAS
Licenziato il c.t. Medford ● La Federcalcio dell’Honduras ha annunciato il licenziamento di Hernan Medford. E’ stato il presidente Rafael Callejas a incontrare il c.t. per dargli il benservito.
LILLA
1
GERMANIA
PSG
1
Boateng si candida come capitano
PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Cavani (P) al 29’, Sirigu (P) aut. al 42’ p.t. LILLA (4-3-1-2) Enyeama 7; Corchia 7, Rozenhal 6,5, Kjaer 6,5, Beria 6; Balmont 6 (dal 38’ p.t., Delaplace 7), Mavuba 7, Gueye 7; Martin 6 (dal 29’ s.t., Souaré 6); Roux 6 (dal 38’ s.t., Frey 6), Origi 7. PANCHINA Elana, Sidibe, Rodelin,, Mendes. ALLENATORE Girard 6 CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI nessuno PSG (4-3-3) Sirigu 6,5; Van Der Wiel 6, Thiago Silva 6, David Luiz 6,5, Maxwell 6,5; Matuidi 6 (dal 37’ s.t., Bahebeck 6), Motta 6,5, Pastore 6,5; Lucas 7, Cavani 6,5, Lavezzi 6,5 (dal 17’ s.t., Verratti 6). PANCHINA Douchez, Marquinhos, Aurier, Digne, Rabiot. ALLENATORE Blanc 6. CAMBI DI SISTEMA nessuno ESPULSI nessuno AMMONITI Motta per gioco scorretto ARBITRO Jaffredo 6. NOTE Spettatori 48mila circa. Tiri in porta 7 (1 palo)-8 (1 traversa). Tiri fuori 9-4. In fuorigioco: 1-2. Angoli: 2-7. Recuperi p.t. 2’; s.t. 2’.
● Jerome Boateng si dice onorato della possibilità di essere il primo capitano di colore della nazionale tedesca. In un’intervista a Sport Bild ha detto: «Ho già indossato la fascia per qualche minuto ma sarebbe diverso poterla avere la braccio all’inizio». Il padre di Jerome è ghanese, il fratellastro Kevin-Prince (ex Milan) ha scelto una strada diversa e gioca con il Ghana. E in questo periodo è al centro delle critiche per i continui problemi al ginocchio. Il club ha però autorizzato una visita da un fisioterapista a Milano.
COPPA D’AFRICA
Sorteggiati i gironi ● Sorteggiati a Malabo (Guinea Equatoriale) i 4 gironi della prima fase della Coppa d’Africa, che scatterà il 17 gennaio con Guinea-Congo. Gruppo A: Guinea Equatoriale, Repubblica del Congo, Gabon, Burkina Faso. Gruppo B: Zambia, Tunisia, Capo Verde, Congo. Gruppo C: Ghana, Senegal, Algeria, Sud Africa. Gruppo D: Costa d’Avorio, Camerun, Mali, Guinea.
Mondo R
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA TRAGEDIA IN SPAGNA
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CONTENUTO PREMIUM
IL SILENZIO «CONTRO LA VIOLENZA» (f.m.r.) Clima triste e surreale ieri sera a Riazor per Depor-Malaga (1-1), andata dei sedicesimi di Copa del Rey. Come programmato la curva Marathon dove di solito si sistemano i Riazor Blues era vuota (foto AFP) per il primo dei due turni di chiusura decisi dal club, e prima della gara è stato osservato un minuto di silenzio (ma giocatori senza lutto al braccio). Dopo le polemiche delle ultime ore sull’opportunità a meno di dedicarlo a «Jimmy» lo speaker ha annunciato che il minuto di silenzio era per la lotta alla violenza. Decisone stramba, club che sembra in confusione, e alla fine il coro «Tino dimision», dedicato a Tino Fernandez, presidente del Depor. Coro fischiato da parte dello stadio, semivuoto e con la tifoseria divisa.
L’ultimo Jimmy
«SE VA BENE FINIRÒ SUI GIORNALI OPPURE NEL FIUME» Aveva due figli e una fedina penale con nove arresti
Il punto del fiume Manzanarre di Madrid dove è stato ritrovato il corpo di Javier Francisco Romano Taboada, l’ultrà del Deportivo ucciso domenica scorsa REUTERS
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE A MADRID twitter @filippomricci
«D
omenica vado a Madrid e finisco sui giornali, mi può andare bene o male. Se va male, finisco nel Manzanarre». Parole profetiche, quelle di «Jimmy», morto prima di Atletico-Deportivo. Parole pronunciate in una conversazione con un amico, David, che non ha avuto problemi a raccontare la storia di fronte alle telecamere di Mediaset Spagna, a viso scoperto. Alcuni sospettano che David voglia il suo quarto d’ora di fama, però nessuno l’ha smentito, e a La Coruña la tensione è tale che fare il fanfarone sul tema non pare consigliabile né sano.
TUTTO PREPARATO E infatti il racconto ha occupato per l’intera giornata di ieri l’homepage della Voz de Galicia, e non è l’unico: anche Juan Manuel Veiga, altro amico della vittima, conferma che da giorni era stata programmato l’appuntamento violento sulle rive del Manzanarre. E an-
che l’altro tifoso del Deportivo buttato nel fiume madrileno da quelli del Frente Atletico, tale Santi, il sabato aveva raccontato agli amici che il giorno dopo andava a Madrid «a regolare una serie di conti». È andata proprio così, solo che a forza di darsele Jimmy ha perso la vita, con cranio e milza sfondati a colpi di spranga e un volo mortale nel gelo del Manzanarre. Una morte che ha scioccato la Spagna. VITA SPERICOLATA Ieri Javier Francisco Romero Taboada è stato seppellito. Al funerale non c’era nessuno del Deportivo, però sì l’ex storico presidente del SuperDepor Lendoiro che ha pagato la
● Javier Francisco Romero Taboada aveva 43 anni, una figlia di 19 e un figlio di 4. Tifoso del Deportivo da sempre, «Jimmy» aveva una lunga militanza con Los Suaves, il gruppo più radicale degli ultrà Riazor Blues. Habitué della curva Marathon Inferior di Riazor e delle trasferte più complicate, le alternava alle visite al commissariato: tra il 2001 e il 2013 è stato arrestato 9 volte per furto di vario genere (incluso con scasso), violenza calcistica e non, maltrattamento femminile, spaccio e altro. L’ultima volta nel 2013 per incidenti contro gli ultrà del Saragozza. f.m.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA
sua presenza con l’immediata espulsione dal ruolo di ambasciatore della Liga. E poi a tanta polizia, diversi giornalisti, familiari e amici del «Nonno», abuelo in spagnolo. Così era conosciuto. «Jimmy, nonno, riposa in pace» e «Jimmy vive» sono due grandi striscioni che ieri sono stati affissi sulle passerelle pedonali di due grandi arterie in entrata a La Coruña. Anni 43, una figlia di 19 e uno di 4 anni, aficionado di lunghissima data del Depor e partecipante attivo alle trasferte più pericolose dei Riazor Blues. Lui era dell’ala dura del movimento, che paradossalmente aveva scelto di chiamarsi «Los Suaves». Viveva in centro, quartiere Sagrada Familia, e portava il piccolo a giocare a palla al parchetto di Plaza del Humor con la sua compagna. Non aveva un mestiere conosciuto, però lui lo conoscevano tutti. Anche la polizia, visto che l’aveva arrestato non meno di 9 volte tra il 2001 e il 2013. L’ultima dopo una rissa a La Coruña con quelli del Ligallo, gli ultrà del Saragozza, il 13 maggio dell’anno scorso. La penultima dentro Riazor, il 30 gennaio 2012, dove l’avevano pizzicato a spacciare. In quell’occasione il Depor non aveva potuto far altro che impedirgli l’ingresso allo stadio. Solo per sei mesi. La fedina penale racconta di arresti per furto, violenza, maltrattamento femminile, spaccio e altre amenità. GIOCATORI CRITICI Lunedì all’allenamento i giocatori del Deportivo hanno osservato un minuto di silenzio per lui: «Molta gente non era d’accordo – ha raccontato l’attaccante Toché a Onda Murcia – però il club non ci ha chiesto un parere. Se l’avessero fatto non so come sarebbe andata a finire». Altri hanno espresso il proprio malessere in privato. Tra questi il bosniaco Medunjanin, uno che a 6 anni è stato costretto a rifugiarsi in Olanda per scappare dalla guerra nell’ex Jugoslavia che gli aveva portato via il padre e che conosce molto bene i problemi legati all’hooliganismo nei Balcani. «Il minuto di silenzio all’allenamento come quello di ieri sera allo stadio non vogliono rappresentare nessun omaggio al defunto. Però un tifoso del Deportivo ha perso la vita e ci sembra giusto ricordarlo», ci ha detto martedì notte il presidente del Deportivo Tino Fernandez, poi però ieri sera a Riazor il minuto di silenzio è stato dedicato alla «lotta contro la violenza». Del resto il presidente della Liga Javier Tebas domenica scorsa aveva vietato i minuti di silenzio in memoria di «Jimmy» sui vari campi della Liga, non tutti l’hanno ascoltato e il dibattito è rimasto aperto sull’opportunità di ricordare un pregiudicato di 43 anni che ha lasciato a casa un bambino di 4 per andare a picchiarsi. Non era la prima volta, è stata fatale. E se è vero ciò che ha raccontato David, il «Nonno» sapeva cosa faceva, e cosa rischiava. I suoi assassini intanto sono ancora liberi. Così come i 21 hooligan di vario colore arrestati domenica. Il pm voleva che almeno in 8 restassero in carcere, il giudice non ha ritenuto ce ne fossero i motivi. Molti ultrà piangono un amico, in giro per la Spagna oltre alla tristezza ci sono indignazione e preoccupazione: gli amici di Jimmy sul pullman di ritorno da Madrid hanno giurato vendetta per «l’abuelo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ULTRÀ DEL DEPOR UCCISO A MADRID SCHERZANDO CON GLI AMICI AVEVA QUASI PREANNUNCIATO IL TRISTE EPILOGO
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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OPINIONI
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La puntura
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di Roberto Pelucchi
f CASSANO È PRONTO AD ANDARE A GENOVA DA FERRERO. A PATTO CHE LO PAGHI IN NUTELLA.
LEWIS HAMILTON Campione del mondo F.1 ● Grande vedere il mio amico @ValeYellow46 al Monza Rally Show! @LewisHamilton
considerato che il mitico Jascin, 1963, è l’unico premiato, e che da allora Zoff (1973) e lo stesso Buffon (2006), due italiani, sono arrivati secondi, più il tedesco Kahn (due volte) e il ceko Viktor al terzo posto. Ben poco, in quasi 60 anni.
IL COMMENTO di FABIO LICARI Twitter: @Fabiolicarigaz
M
aledetto Pallone d’oro, chi ti merita veramente? Ogni anno la querelle si ripropone (sarebbe bello che i problemi del calcio fossero soltanto questi). Meglio il più forte in assoluto, cioè Messi, oppure il più bravo nell’anno solare, combinazione ideale di prestazioni personali e successi di squadra? Qualunque sia la risposta, Buffon sembra aver centrato l’«eccezione»: il Pallone d’oro possono conquistarlo tutti tranne i portieri, «a meno che non vincano il Mondiale e parino rigori in finale». Il problema è riproposto dal tedesco Neuer, finalista 2014 con Cristiano e Messi: il più originale, forte, prepotente, moderno interprete del ruolo dai tempi di Buffon (non ce ne voglia Casillas, un po’ dietro in un’ipotetica classifica). Difficile dar torto a Buffon,
Si potrebbe aggiungere che l’esclusione coinvolge i difensori: Beckenbauer (1972 e ’76), Sammer (1996) e il nostro Cannavaro (2006), quest’ultimo unico centrale puro, sono gli iscritti all’albo d’oro. Ma è giusto? Secondo logica, no: ma una visione più emozionale del calcio, la fascinazione per il «10» e per il grande attaccante, il potere del gol, tutto congiura per restringere il campo dei pretendenti nella zona di campo più avanzata. Neuer è un degnissimo medagliato: gioca con il Bayern, squadra, se non più forte, meglio organizzata (ma che non ha vinto la Champions), e s’è preso il Mondiale con l’insuperabile Germania. Favorito dal fatto che, escluso Thomas Muller, non c’è il fenomeno da leggenda, non ci sono altri
Rummenigge, Matthaus, Beckenbauer, Gerd Muller, e quindi il simbolo è lui. Ma vogliamo mettere con lo spettacolo di gol, dribbling e agonismo che è stato, per il secondo anno di fila, Cristiano Ronaldo, campione d’Europa e con il peccato originale d’essere portoghese? Insomma, non sarebbe uno scandalo se CR7 sollevasse ancora il premio: bravo e vincente, sì, d’oro. Con buona pace di Neuer, meritato 2° nella stagione meno super di Messi. Più scandaloso, se permettete, è l’«avvertimento» preventivo di Florentino che ha intimato a Platini di non immischiarsi. Platini, tre volte sul podio, aveva detto che il trofeo, per lui, spetta a chi ha vinto il Mondiale. Un’opinione personale, appunto, in un mondo troppo spesso omologato. A prescindere dal fatto che queste parole sono arrivate a votazione chiusa, quindi ininfluenti a fini del risultato, è ammesso avere idee nel calcio oppure chi comanda per coppe e fatturato ha anche un potere di veto sul pensiero? © RIPRODUZIONE RISERVATA
Eurolega
MILANO CON LA RABBIA E SUPER HACKETT IN CONTROPIEDE DE ON di DAN PETERSON
A
lla mia Evanston (Illinois) High School, ho avuto un grande maestro per la mentalità sportiva, sia per il football che per il basket: coach Danny Blaze. Due dei suoi principi. Prepartita: non temere la squadra che arriva in campo urlando perché è un «fuoco» falso ed è meglio temere la squadra che arriva in silenzio perché è venuta per giocare fino in fondo per vincere. L’intervallo è il «nemico» della squadra in testa, perché si rilasserà, forse impercettibilmente, quindi meglio andare nello spogliatoio un po’ sotto nel punteggio. Dopo la pausa tornerai in campo con più rabbia. Bene, in EA7 Armani-Bayern, ho visto due squadre entrare in partita
con i muscoli delle facce tese e le vene del collo che battevano con abbastanza sangue da riempire Central Park. Infatti, due ottime squadre, ben attrezzate e ben allenate, si sono date battaglia senza tregua per i primi 20’, un periodo in cui l’Armani ha vissuto con la fantasia di Ale Gentile e Joe Ragland e un grande 7 su 15 nel tiro da tre punti, mentre il Bayern ha risposto con un dominio fisico - in centimetri e chilogrammi - che veniva tradotto sul parquet in un vantaggio netto nel numero dei rimbalzi catturati (26-16) e in un muro di muscoli nell’area dei tre secondi. Bene, ancora. L’Armani è rientrata in campo per il terzo quarto con quella rabbia di cui parlava coach Danny Blaze. Milano ha lottato su ogni rimbalzo, ogni palla vagante, ogni contatto fisico, ogni intervento difensivo, ogni sforzo «extra». Sia chiaro: due squadre che si equivalgono. Anzi, con pochi secondi da giocare, erano ancora 81-
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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ROMAIN GROSJEAN Pilota della Lotus F.1 ● Che grandi campioni! Grazie #Giuly #Deschamps @SebastienLoeb #Muffat @RGrosjean
Il ruolo magico
NEUER GRANDE, MA CRISTIANO È MEGLIO
VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it
ARIANNA FONTANA Stella dello Short Track ● Pizza per mio marito stasera !! Ti amo Anthony Lobello #LovePizza @AryFonta
STEPHAN EL SHAARAWY Attaccante del Milan ● Io mi sto preparando ma adesso tocca a voi! Portiamo in alto @acmilan twittando #LoveFootballMore @OfficialEl92
Pallone d’oro
DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it
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PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
81, con una partita destinata ai supplementari. Due o tre volte Milano sembrava avere la gara in mano, ma prima Heiko Schaffartzik (due canestri da tre) e poi John Bryant (un canestro da due e uno da tre) hanno rimesso la partita sui binari per l’overtime. In quelle circostanze, qualcuno deve «emergere» per prendere la situazione in mano. Quel «qualcuno» è stato Daniel Hackett. Mai il mio voto per l’mvp della partita è stato più facile. Certo, facile citare uno che ha fatto 25 punti. Non solo. Nel quarto periodo ha fatto una serie di canestri - da due e da tre - impressionante. Alla fine, come detto, sull’81-81, ci ha pensato lui: entrata, arresto, tiro, canestro, vittoria allo scadere del tempo. Difficile vedere una partita più emozionante o più bella. Entrambe le squadre hanno onorato l’impegno. Ma sarà l’Armani ad andare tra le Top 16.
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PORTIERE, UN’ARTE DA SALVAGUARDARE LA ROVESCIATA di ROBERTO BECCANTINI
S
entimenti IV, il portiere che per primo, in Italia, trasformò un rigore, e Samir Handanovic, l’ultimo che ne ha parati sei di fila, fissano i confini di un ruolo che ha accompagnato la storia del calcio, alimentandone la vena romanzesca. Nacque nel 1871, e fino al 1913 poteva darci «di mano» per tutto il campo. Dal 1992 deve usare i piedi per domare i passaggi dei compagni. Minuziosi e maliziosi studi della Fifa l’avevano beccato: le sue scarpinate rubacchiavano il 10 per 100 del tempo effettivo. Umberto Saba gli dedicò una struggente poesia: «Il portiere caduto alla difesa ultima vana». In porta, giocarono il premio Nobel Albert Camus e Julio Iglesias, cantante spagnolo da 300 milioni di dischi. Vladimir Nabokov, l’autore di «Lolita», si cimentò quando abitava a Cambridge. In «Dura solo un attimo, la gloria», Dino Zoff celebra quel profumo dell’erba che riassume l’elisir della loro solitudine. Ecco: dicembre è il mese in cui la riffa per il Pallone d’oro assurge a vera e propria scienza (dei complotti, spesso). Il pianeta si divide tra Cristiani e Messiani. Con l’intrusione, visto il nuovo ordine mondiale, di Manuel Neuer, Germania uber alles. Tifo per lui. L’albo d’oro è uno scrigno di attaccanti. Rare le ingerenze: nel 1963 si impose Lev Jascin, mito sovietico, unico portiere ad aver alzato il trofeo. Nel 1973 arrivò secondo Zoff; e nel 2006, Gigi Buffon. Terzi, il cecoslovacco Ivo Viktor nel 1976 e il tedesco Oliver Kahn due volte, nel 2001 e 2002. Tutto qui. Scritto che l’emozione del gol prevarrà sempre sul caos sentimentale della parata, mi pare oggettivamente poco. Il portiere è un lungo viaggio, non solo un esercizio spirituale. Intoccabile, insostituibile. Penso alle
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panchine infinite di Massimo Piloni e Giancarlo Alessandrelli, riserve di Zoff alla Juventus. Piano piano, la sacralità della «primogenitura» venne discussa e confutata. Cominciò l’alternanza campionatocoppa nazionale, si diffuse l’eresia sacchiana del doppio binario, Andrea Pazzagli titolare la domenica, Giovanni Galli il mercoledì in Coppa dei Campioni (stagione 1989-90). Lo stesso piatto che, al Real, Carlo Ancelotti ha cucinato per Diego Lopez (Liga) e Iker Casillas (Champions). La tappa più pittoresca riguarda il portiere di rigore, sdoganato da Louis Van Gaal agli ultimi Mondiali. In Costa Rica-Olanda, il c.t. batavo avvicendò Jasper Cillessen con Tim Krul. Mancava un minuto scarso al termine dei supplementari. L’impiego di Krul - un esorcista, più che uno specialista - fu giustificato dall’esigenza di turbare i cecchini avversari. Andò bene, e sul carro del c.t. faticarono a salire i familiari, tale era la ressa. C’è poi il travaglio tattico, con la cesura del 1974, quando il calcio totale dell’Olanda produsse Jan Jongbloed, il portiere battitore, i piedi non meno strategici e sinergici delle braccia. Portava il numero otto, e tra le sciate di Johan Cruijff e le sgommate dell’altro Johan, Neeskens, rigò i luoghi comuni. Oggi si scrive Jongbloed e si pronuncia Neuer: lo ricordo contro l’Algeria, così «libero» da non sembrare nemmeno un guardiano. Le trovate circensi di René Higuita hanno contribuito a spalmare allegria su un mestiere fin troppo serio, prigioniero com’è dell’insostenibile pesantezza dell’errore. Michelangelo Rampulla, ai tempi eroici della Cremonese, segnò addirittura di testa: all’Atalanta, nel 1992. In passato, potevano permettersi qualsiasi ribalderia. La stretta di fine secolo li ha ghettizzati: guai a loro, anime prave. Rigori, rossi, cicatrici: un martirio. A proposito. Nei bar sport, spacciatori seriali di moviole, vige la legge del «rigore uguale gol». Anche per questo sono grato ad Handanovic.
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COLLATERALI * con The Beatles Collection N.2 11,30 - con Speciali Go Nagai Robot N. 1 21,39 - con Il Cane N. 3 11,39 - con Il Teatro di Eduardo N. 5 12,39 - con The Walking Dead N. 6 12,39 - con DVD Poirot N. 6 11,39 - con I grandi del Tennis ai raggi X N. 7 6,39 - con Guida Serie A Basket 3,90 - con Tessera Mediaset Premium 13,39 - con Libri Guerra N.10 16,30 - con Mila e Shiro N. 11 11,39 - con CD Vecchioni N. 12 11,39 - con DVD Ufo Robot N. 15 11,39 - con DVD 007 Collection N. 15 11,39 - con Blueberry N. 15 5,29 - con Diabolik Nero su Nero N.20 8,39 - con Geronimo Stilton N. 23 8,30 - con Ric Roland N. 26 4,39 - con Skylanders N. 27 11,30 - con Tutto Pratt N. 34 12,39 - con Subbuteo Vintage Edition N. 30 14,39 - con Le Grandi Storie Disney N. 46 9,39 - con Robot Collection N. 50 14,39 - con Ferrari Build Up N. 22 11,39 - con Passione Rally N. 86 14,39 PROMOZIONI Nel Comune di Roma. La Gazzetta dello Sport è in vendita a 1,00. ARRETRATI Richiedeteli al vostro edicolante oppure a Corena S.r.l e-mail info@servizi360.it - fax 02.91089309 - iban IT 45 A 03069 33521 600100330455. Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,20; Argentina $ 16,50; Austria 2,20; Belgio 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,20; Croazia Hrk 17; Francia 2,20; Germania 2,20; Grecia 2,50; Irlanda 2,20; Lux 2,20; Malta 2,20; Monaco P. 2,20; Olanda 2,20; Portogallo/Isole 2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,20; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria Huf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R Lo studio
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL CONFRONTO IL RECORD DI CATANIA E TERNANA
TACCUINO 8
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BOLOGNA
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Abbonamenti natalizi Ecco la 3a campagna
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Avellino
Bari
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Frosinone Lanciano
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Latina
Livorno
Modena
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Pescara Pro Vercelli
Spezia
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Varese
Vicenza GDS
Gianni Tacchi
G
ioco violento, stress, provocazioni, cartellini e sviste arbitrali. E tanti infortuni. Sì, la Serie B si è rotta. È vero che nell’ultimo weekend la bufera è leggermente calata, ma è altrettanto vero che le espulsioni – con il rosso di domenica a Oikonomou – hanno toccato quota 100 in 16 giornate: la maggior parte per interventi scomposti, poche per proteste. E così il numero dei giocatori ai box è altissimo. Attualmente – tra le 22 squadre – ci sono 77 infortunati, 43 dei quali a causa di traumi articolari. QUANTI CRAC Crociati a pezzi, lesioni dei legamenti, fratture, distorsioni e contusioni: la B è piena di queste diagnosi, provocate principalmente da scontri di gioco. Come quello che ha sconvolto tutti a settembre. La pellicola horror di questa stagione si è infatti fermata subito davanti all’intervento di Di Cesare su Baldanzeddu, neanche sanzionato: ginocchio destro k.o. (coinvolti il crociato anteriore, il crociato posteriore e il collaterale interno) e doppia operazione. Si parlava di un anno di stop, ma il terzino potrebbe tornare prima: «Conto di rientrare a marzo», ha detto a inizio settimana. Sì, a 6 mesi da quell’entrata. L’Entella non è però tra le squadre con il maggior numero di infortunati: in questa maledetta classifica comandano il Catania e la Ternana con 8, uno in più del Trapani. Stop più o meno gravi e tempi di recupero spesso incerti. Sfortuna anche a Vicenza, dove sono saltati 3 crociati in due mesi e mezzo: prima Tutino, poi Maritato, quindi Ragusa. E se i primi due sperano di rientrare tra febbraio e marzo, per il terzo la strada è più lunga. Come per tanti altri, in
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Gioco violento e preparatori flop La B si è spezzata 1 Ora sono 77
gli infortunati: 43 per scontri in partita, 34 per guai muscolari
attesa di capire se riusciranno a rientrare per il finale di stagione: missione quasi impossibile per Lora (Cittadella) e Moreo (Entella), qualche speranza per Esposito (Latina), Ronaldo (Pro Vercelli), Masi (Ternana) e Scozzarella (Trapani). La sosta aiuterà invece tantissimi a recuperare da acciacchi vari e a tornare quasi al top per la prima di ritorno, il 17 gennaio.
GUAI MUSCOLARI E gli altri 34 infortuni? Tutti di natura muscolare: strappi, stiramenti e contratture. Ma qui esce di scena il nervosismo di questa prima parte di campionato ed entra in gioco la preparazione estiva. E il caso del Catania è eclatante: da inizio stagione a ora, 16 giocatori su 27 hanno avuto problemi muscolari (stiramenti e forti contratture, nessuno strappo), alcuni dei
100
● Le espulsioni nelle prime 16 giornate di B: la media è quindi di oltre 6 cartellini rossi a turno
20,6
● La media di falli commessi a partita dal Latina, la più alta tra le 22 squadre di Serie B
16 Uno dei tanti infortuni registrati in Serie B in questa stagione LAPRESSE
● I giocatori del Catania, in una rosa di 27, che hanno avuto problemi muscolari dall’inizio della stagione
quali hanno accusato anche una pericolosa ricaduta. E nel mirino è finito il preparatore atletico Ventrone, ex Juventus, per aver caricato eccessivamente la squadra in estate. Comunque oggi Sannino ha 8 elementi fuori, 7 dei quali con guai muscolari (l’ottavo è Gyomber, out per una grave distorsione alla caviglia destra): 6 sono ai box per stiramento (Rolin, Sauro, Martinho, Barisic, Castro e Peruzzi) e uno per pubalgia (Aveni). Caos anche a Modena, dove un mese fa è cambiato il preparatore atletico dopo l’ennesimo infortunio: via Scotti, dentro Ferrone. Bjelica, a La Spezia, ha invece rinunciato a questa figura: il croato allena e cura anche la parte atletica. E lo scetticismo iniziale è evaporato tra la buona condizione, i pochi infortuni e gli ottimi risultati. Insomma, un’isola felice in un arcipelago a pezzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
clic OUT PURE UN ARBITRO: TENDINE D’ACHILLE K.O. E PINZANI È AI BOX ● Tra gli infortunati di Serie B c’è anche un arbitro, Riccardo Pinzani di Empoli. Che il 25 ottobre - durante il match tra Pescara e Carpi, vinto 5-0 dagli ospiti - ha riportato la lesione del tendine d’Achille destro. Fatale uno scontro fortuito con Gagliolo al 27’ del primo tempo, che lo ha costretto a uscire dal campo in barella. Lungo stop quindi per il fischietto toscano, che spera di rientrare a fine campionato.
● BOLOGNA Dopo la sessione estiva e quella di ottobre successiva all’ingresso della nuova proprietà americana, il Bologna ha riaperto la campagna abbonamenti con lo slogan «per Natale regala l’abbonamento del Bologna». Le nuove tessere comprendono le rimanenti 13 partite casalinghe del campionato, a partire dalla sfida interna col Frosinone del 13 dicembre. Il dato attuale è di 9.243 abbonati.
FROSINONE
Occhi sul primo posto senza Gori e Paganini ● FROSINONE (m.d.r) Domani sera al Matusa, nell’anticipo con la Ternana, il Frosinone dovrà fare a meno degli squalificati Gori e Paganini, pedine fondamentali del centrocampo. Nella partitella in famiglia Stellone non ha scoperto le carte, ma probabilmente al loro posto ci saranno Altobelli e Masucci. In difesa, al fianco di Russo, uno tra Schiavi e Blanchard. I ciociari puntano alla sesta vittoria interna per scavalcare il Carpi, ora avanti di un punto e impegnato sabato a Bari, e riprendersi - anche se momentaneamente - la vetta della classifica.
LA SITUAZIONE
Avellino e Spezia per salire ancora ● Ecco la classifica dopo 16 giornate: Carpi p. 30; Frosinone 29; Bologna 26; Livorno, Spezia, Avellino e Trapani 25; Lanciano 24; Perugia 23; Modena* e Pro Vercelli 21; Vicenza 20; Catania, Brescia, Ternana e Bari 19; Pescara 17; Entella* 16; Varese (-3) 15; Cittadella, Latina e Crotone 14. (* una partita in meno). Così domani (ore 20.30): Frosinone-Ternana. Così sabato (ore 15): AvellinoCrotone, Bari-Carpi, CataniaBologna, Lanciano-Trapani, Perugia-Latina, Pro VercelliPescara, Spezia-Cittadella, Varese-Entella. Così lunedì: Modena-Livorno (ore 15) e Vicenza-Brescia (ore 17.30).
Lega Pro R GLI OTTAVI DI COPPA ITALIA
PAURA A SALERNO
LA SITUAZIONE
Como, che poker! Bassano ok ai rigori Derby al Pontedera
Negro e Trevisan, trauma cranico in allenamento
Domani sera il Lecce a Foggia: derby in diretta tv
Si è chiuso il quadro degli ottavi di finale della Coppa Italia di Lega Pro. Ecco i risultati:
SALERNO Paura durante l’allenamento di ieri della Salernitana. Negro e Trevisan, sul finire della seduta, si sono infatti scontrati nel corso di una partita di calcio-tennis. Il contatto è stato molto violento: Negro ha perso i sensi, mentre Trevisan è apparso piuttosto frastornato. Entrambi sono stati subito trasportati all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. È andata peggio a Negro, comunque dimesso in serata, che ha subito un trauma cranico con frattura della regione frontale del cranio e delle ossa nasali: sarà sottoposto a una visita specialistica e non giocherà la prossima partita. Anche Trevisan è già tornato a casa: ha riportato un trauma cranico con ferita alla testa (6 punti di sutura) e nei prossimi giorni sarà valutato il suo eventuale recupero.
Ecco il programma della 16a giornata di Lega Pro:
Paganese (C) Ore 16 Santarcangelo-Gubbio (B), Catanzaro-Casertana (C) Ore 18 Alessandria-Feralpi Salò (A), Reggiana-Savona (B), Vigor LameziaBarletta (C) COSÌ LUNEDÌ Ore 20.45 Ancona-Lucchese (B)
COSÌ DOMANI Ore 19.30 Pavia-Venezia (A) Ore 20.45 Foggia-Lecce (C): diretta su Rai Sport COSÌ SABATO Ore 14.30 Torres-AlbinoLeffe (A), Pistoiese-Pisa (B) Ore 15 Giana-Novara (A), ForlìL’Aquila (B), Savoia-Reggina (C) Ore 16 Arezzo-Como (A), Tuttocuoio-Spal (B), MartinaCosenza (C) Ore 17 Pro Patria-Renate (A), Pro Piacenza-Pontedera (B), MelfiLupa Roma (C) Ore 19.30 Mantova-Südtirol (A), Benevento-Matera (C) COSÌ DOMENICA Ore 11 Ischia-Messina e Salernitana-Juve Stabia (C) Ore 12.30 Bassano-Real Vicenza (A), Teramo-Prato (B) Ore 14 Lumezzane-Cremonese (A) Ore 14.30 Pordenone-Monza (A), Carrarese-Ascoli e Grosseto-San Marino (B), Aversa Normanna-
LE CLASSIFICHE Questa la situazione nei 3 gironi dopo 15 turni: GIRONE A Bassano* p. 31; Pavia 30; Novara 28; Real Vicenza 27; Como* e Alessandria* 26; Feralpi Salò 24; Monza* 23; Südtirol e Arezzo 22; Venezia e Giana 19; Torres* e Mantova 17; Cremonese* e Renate 16; Lumezzane 13; Pro Patria (-1) 11; AlbinoLeffe 10; Pordenone 5. (*una gara in meno). GIRONE B Ascoli p. 30; L’Aquila 27; Pisa 26; Reggiana 25; Pontedera 24; Teramo 23; Gubbio e Pistoiese 22; Grosseto, Ancona, Tuttocuoio e Spal 21; Savona 19; Carrarese e Forlì 18; Lucchese e Prato 16; Santarcangelo 12; San Marino 8; Pro Piacenza (-8) 3. GIRONE C Salernitana p. 34; Benevento e Juve Stabia 32; Lecce 31; Matera e Foggia (-1) 25; Casertana e Catanzaro 24; Vigor Lamezia 22; Lupa R. 21; Paganese 19; Melfi 16; Cosenza e Messina 15; Martina e Barletta 13; Ischia 10; Savoia 9; Aversa Normanna 7; Reggina (-4) 6.
COMO-ALESSANDRIA 4-0 Defendi al 14’, Ganz al 28’ e su rig. al 33’ p.t.; Cortesi al 14’ s.t. Defendi e Ganz spingono il Como ai quarti. Positivi anche i giovani, tra i quali Cortesi, punta della Berretti, che ha servito il poker all’Alessandria. FERALPI SALÒ-BASSANO 4-5 d.c.r. (2-2 al 120’) Pietribiasi (B) al 2’, Carboni (FS) al 4’, Abbruscato (FS) all’8’, Munarini (B) al 39’ p.t. Il Bassano supera la Feralpi Salò ai rigori dopo il 2-2 al 120’. Tutti i gol nel primo tempo. E tutti sugli sviluppi di calci da fermo. SPAL-PRATO 3-2 d.t.s. (2-2 al 90’) Gentile (S) su rig. all’8’ p.t.; Di Quinzio (S) all’8’, Pasa (P) al 34’, Malotti (P) al 49’ s.t.; Veratti (S) su rig. all’8’ s.t.s. La Spal passa grazie anche a 3 rigori: 2 realizzati, compreso quello decisivo, e uno sbagliato (De Cenco). Buona la
Simone Andrea Ganz, 21 anni LAPRESSE reazione sul 2-0 del Prato, capace di portare il match ai supplementari. PONTEDERA-PISA 3-1 Giovinco (Pi) al 31’ p.t.; Polvani (Po) al 4’, Della Latta (Po) al 26’, Bartolomei (Po) al 31’ s.t. Il Pontedera ribalta il Pisa e vola ai quarti. Tre rossi nel recupero: due per il Pisa (Misuraca e Frediani) e uno per il Pontedera (Settembrini). Braglia ha portato in panchina il figlio Thomas direttamente dagli Allievi. ●
QUARTI DI FINALE Ecco gli accoppiamenti: Como-Renate, Bassano-Spal, Pontedera-Casertana, Juve Stabia-Cosenza.
VERSO IL DERBY Intanto cresce l’attesa per il derby con la Juve Stabia, che vale il primato. Domenica, allo stadio Arechi (si
Maikol Negro, 26 anni LAPRESSE gioca alle 11), sono annunciati 10 mila spettatori. Le premesse per una partita spettacolare ci sono tutte: la Salernitana comanda e viene da 5 vittorie di fila, la Juve Stabia è a -2 ed è in serie positiva da 14 giornate. Attesi almeno 600 tifosi ospiti, che si sistemeranno in curva Nord. Le misure di sicurezza saranno definite domani a Salerno, nel corso di una riunione in Questura: sarà potenziato il numero di agenti in servizio, mentre i sostenitori della Juve Stabia saranno scortati durante il trasferimento (il percorso sarà deciso dalle forze dell’ordine). Si valuta infine l’ipotesi di chiusura della vicina stazione della metropolitana. Roberto Guerriero
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA SPECIALI
1Il primo Top Gear era una trasmissione prodotta da BBC Birmingham tra il 1977 e il
2001 che durava mezz’ora. Oggi il programma vanta 350 milioni di spettatori al mondo, 8 milioni dei quali lo seguono ogni settimana nel Regno Unito su Bbc Two
SETTE PUNTATE
•Ogni giovedì da oggi, per sette settimane, una puntata della serie Top Gear divisa in tre pillole alle 11.30 Tra i protagonisti della seguitissima trasmissione inglese Tom Cruise, Cameron Diaz e Rubens Barrichello
Top Gear è su Gazzetta.it
1Jezza, Hamster, Captain Slow, The Stig: battute, vip e prove speciali. La quindicesima stagione della mitica serie tv della Bbc in onda ogni giovedì alle 11.30 sul nostro sito
Marco Gentili @marcogentili80
J
ezza, Hamster, Captain Slow e The Stig. Al secolo Jeremy Clarkson, Richard Hammond, James May e... The Stig. Che dei quattro è l’unico a non mostrare mai la faccia, sempre coperta da un casco con visiera nera. Chi ha già sentito i loro nomi è sulla buona strada: stiamo parlando di Top Gear, uno dei programmi di maggiore successo nella storia della Bbc. Ma soprattutto il format che ha rivoluzionato il modo fin troppo istituzionale di affrontare il mondo delle auto. CHE NUMERI La serie tv, vista da oltre 350 milioni di persone nel mondo, adesso è in arrivo sugli schermi di Gazzetta.it. Ogni giovedì alle 11.30, a partire da oggi, il nostro sito trasmetterà una puntata della quindicesima
stagione della fortunata serie. RICETTA VINCENTE Il successo di Top Gear è stato quello di uscire dal corto circuito per cui in tv non si poteva mai parlar male delle automobili recensite. Invece lo stile dissacrante e l’invenzione di format innovativi ha fatto la fortuna di un programma seguito da un pubblico sempre più trasversale. Come il Cool wall, ossia una sorta di «lavagna delle auto fighe» dove i presentatori collocano le vetture a seconda del loro grado di attrattiva estetica e motoristica. Oppure il Power lap, ossia il giro veloce compiuto dal collaudatore The Stig a bordo di un’auto nuova comparato con i giri veloci fatti con le altre auto provate in precedenza. O ancora «Star su un’auto a buon mercato» dove un vip si esibisce in un giro veloce a bordo di un’utilitaria sul tracciato di Top Gear. Un mix di auto veloci, vetture normali, celebrità e battute al vetriolo, nel tipico stile irriverente dei tre conduttori. E soprattutto di Jeremy
Clarkson, noto per le sue prese di posizione politicamente scorrette. Parlando di auto è riuscito nell’impresa di far arrabbiare ambientalisti, omosessuali, americani e il governo tedesco: nella prima puntata della prima stagione le autorità di Berlino si risentirono per la famosa battuta sul navigatore di un’auto tedesca «che porta solo in Polonia», facendo riferimento alla campagna condotta dalla Germania nella seconda guerra mondiale. IN ONDA Le imprese dei ragazzi terribili di Top Gear hanno fatto storia, dai test più improbabili, alle gare tra autocarri fino alle sfide tra roulotte sino alle imprese più assurde come i chilometri lanciati su un dragster a 500 all’ora (che per poco non costavano la vita a Richard Hammond) o la ricerca delle migliori auto prodotte nei paesi dell’ex blocco comunista. La 15a stagione della fortunata serie (quella in onda su gazzetta.it) vedrà il meglio della produzione messa alla prova dai
Da sinistra, Richard Hammond, Jeremy Clarkson e James May
tester del programma: Bentley Continental Supersport, Porsche 911, Mercedes E63 Amg, Audi R8 V10 Spyder, Ferrari 458 Italia, Aston Martin Rapide e Porsche Panamera Turbo. Inoltre tante celebrità: vedremo Cameron Diaz e Tom Cruise alle prese con un giro veloce in pista a bordo di un’utilitaria. E piloti professionisti come Lewis Hamilton alla guida della McLaren di Senna del 1988, o Rubens Barrichello alle prese con un giro veloce. Ma non solo, ci attendono alcune delle comparative più bizzarre degli ultimi anni: la ricerca della migliore supercar per accompagnare gli sposi all’altare, la gara tra una Volkswagen Touareg contro dei piloti di motoslitta svedesi, la a chi costruisce il miglior camper sul retro di un’auto e infine la Toyota Hilux impegnata in un test in salita su un vulcano attivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Formula 1 R L’inchiesta
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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TASCABILI
A SUZUKA IL TERRIBILE SCHIANTO
WTCC: SULLA MITICA NORDSCHLEIFE
Addio a Spa e Macao Si corre al Nürburgring
L’INTERVENTO IN PISTA ● PER RIMUOVERE LA SAUBER La Sauber di Adrian Sutil finisce contro le barriere alla curva Dunlop al 42° giro: entra una gru per spostare l’auto dietro alle barriere IPP
IL TERRIBILE SCHIANTO ● BIANCHI SBATTE SULLA GRU Bianchi esce di pista nello stesso punto di Sutil un giro dopo: la sua Marussia va a sbattere contro il mezzo pesante, l’impatto è fortissimo IPP
I SOCCORSI ● IL FRANCESE IN OSPEDALE Bianchi viene operato per i gravi danni cerebrali riportati e resta in coma indotto per un mese e mezzo all’ospedale di Yokkaichi GETTY José Maria Lopez, 31, campione del mondo turismo
La Fia dà la colpa a Bianchi «Non rallentò abbastanza»
1La commissione assolve Whiting e accusa la Marussia: «Sistema di
frenata assistita incompatibile». Cambia la Superlicenza: no ai minorenni Paolo Ianieri
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ules Bianchi non «rallentò abbastanza per evitare di perdere il controllo» durante il 43° giro del GP Giappone del 5 ottobre, quando giunto in prossimità dei settori 7 e 8 della pista di Suzuka non rispettò il regime di doppie bandiere gialle esposto dai commissari per segnalare l’uscita di pista della Sauber di Adrian Sutil, avvenuta il giro primo. INCOMPATIBILITÀ Ma la sua Marussia montava allo stesso tempo un brake by wire (la frenata assistita posteriore) incompatibile con il sistema FailSafe della Fia: si tratta di un algoritmo che nel caso contemporaneo di accelerazione e frenata (come risulta che Bianchi abbia fatto nei 2” intercorsi tra uscita di pista e contatto) bypassa il comando dell’acceleratore e taglia potenza. Il Torque Coordinator (coordinatore di coppia) della Marussia, che controlla la frenata assistita, avrebbe inibito il FailSafe. INCHIESTA Sono queste le due conclusioni principali alle quali è giunto il panel di 10 esperti (presidente Peter Wright, tra i membri l’ex team principal Ferrari, Stefano Domenicali e quello di Brawn e Mercedes, Ross Brawn) istituito dal presidente Fia, Jean Todt, chiamato a investigare sulle cause e sul comportamento della direzione gara nel doppio incidente culmi-
nato nel terribile impatto della Marussia contro il posteriore del trattore di soccorso intervenuto per spostare la Sauber. Nella violentissima decelerazione di 95G (il panel ha calcolato che l’impatto della Marussia contro il mezzo pesante 6500 chili sia avvenuto a 126 orari), Bianchi ha subito un grave danno assonale diffuso al cervello dalle conseguenze irreversibili: trasportato il 19 novembre dall’ospedale di Yokkaichi a Nizza, il pilota francese della Ferrari Driver Academy resta sempre in coma (anche se non indotto, visto che respira autonomamente). WHITING ASSOLTO Il rapporto ufficiale, illustrato ieri a Doha al Consiglio Mondiale Fia, elenca 11 punti che hanno contribuito alla tragedia di Suzuka, punta quindi l’indice sulle responsabilità di Bianchi e della Marussia, ma scagiona l’operato di Charlie Whiting, il direttore di gara, delegato alla sicurezza, addetto alle partenze nonché responsabile del dipartimento tecnico F.1. Per la commissione (punto 5), «le azioni prese dopo l’incidente di Sutil sono state consistenti con i regolamenti e la loro interpretazione ha seguito 348 incidenti avvenuti negli 8 anni precedenti. Non c’era nessuna ragione apparente per la quale la Safety Car avrebbe dovuto essere impiegata prima o dopo l’incidente di Sutil». MARUSSIA IRREGOLARE? A lasciare perplessi, però, è che la
Marussia corresse con un BBW non idoneo («Il fatto che il FailSafe non abbia inibito la coppia del motore potrebbe avere influito sulla velocità del veicolo»). Si tratta di parametri di software molto complicati da controllare e non c’è certezza che il problema si sia verificato solo a Suzuka e sulla macchina di Bianchi, o anche il resto della stagione. Per questo la commissione suggerisce l’adozione di determinati parametri di sicurezza che possano essere controllati in maniera più diretta.
1Yeongam inserita
il 3 maggio, ma non è ancora ufficiale Monza il 6 settembre Addio doppi punti
I
l 2015 potrebbe entrare nella storia della F.1 prima d’iniziare. Diventerebbe infatti la stagione record per numero di gare (21), superando le 20 del 2012 e pure... le auto sullo schieramento. Il condizionale però è ancora d’obbligo, visto che la rientrante Corea del Sud non è ancora ufficiale. Il Consi-
glio mondiale della Fia, riunito ieri a Doha, l’ha inserita provvisoriamente in calendario il 3 maggio, come quinta gara della stagione, dopo il Bahrain (19 aprile) e prima della Spagna (10 maggio). Il circuito è ancora quello di Yeongam, che ha già ospitato il GP dal 2010 al 2013. Una delle nuove piste progettate da Hermann Tilke, l’architetto di Ecclestone, senza infamia e senza lode. Il posto, invece, è uno dei meno amati dall’immensa carovana della F.1: 400 km a sud di Seul, scomodo da raggiungere, in mezzo al nulla. Evidentemente a Ecclestone que-
Bernie Ecclestone, 84 anni LAPRESSE
Riparte da Montecarlo la caccia all’iridato Ogier
● Invariato rispetto al 2014 il nuovo calendario del Mondiale rally, tranne per l’inversione Argentina-Portogallo. Queste le date: Montecarlo 22-25 gennaio; Svezia 12-15 febbraio; Messico 5-8 marzo; Argentina 24-26 aprile; Portogallo 21-24 maggio; Italia 11-14 giugno; Polonia 2-5 luglio; Finlandia 20 lug.-2 ago.; Germania 20-23 agosto; Australia 10-13 settembre; Francia 1-4 ottobre; Catalogna 22-25 ottobre; Galles 12-15 novembre.
VENDUTO A 255MILA EURO
Le stelle del motociclismo firmano il casco dei primati
Anthony Constantinou (a sin.) si è aggiudicato l’asta
Jules Bianchi, 25 anni, francese, 9° a Montecarlo 2014 IPP
CALENDARIO
Il 2015 è già da record: 21 gare, torna la Corea
MONDIALE RALLY
Sebastien Ogier e Julien Ingrassia, iridati 2013-14 AP
SUPERLICENZA Dopo avere escluso che l’esito avrebbe potuto essere differente in caso di cockpit chiuso o protezioni attorno alla gru, poiché «la struttura di impatto di una F.1 è semplicemente insufficiente per assorbire l’energia di un impatto simile», la commissione offre alcune proposte: dall’imposizione di un limite di velocità con doppie bandiere gialle, fino ai criteri della concessione della Superlicenza. Di queste alcune sono state immediatamente recepite dal Consiglio Mondiale, che dal 2015 introdurrà la Safety Car virtuale, ma soprattutto cambia radicalmente i termini di concessione della Superlicenza: il più appariscente è che il pilota deve avere compiuto 18 anni e avere i requisiti per la patente. Max Verstappen, che debutterà nel 2015 con la Toro Rosso a soli 17 anni può tirare un sospiro di sollievo: il suo record non sarà battuto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
● Molte novità nel mondiale Turismo 2015. Restano 12 le gare: via dal calendario Spa (Belgio) e Macao. Queste le date: Argentina 6-8 marzo; Marocco 17-19 aprile; Ungheria 1-3 maggio; Germania 15-16 maggio; Russia 5-7 giugno; Slovacchia 19-21 giugno; Francia 26-28 giugno; Portogallo 10-12 luglio; Giappone 11-13 settembre (da confermare); Cina 25-27 settembre; Thailandia 30 ott.-1 nov.; Qatar 20-22 novembre.
ste motivazioni, sommate al fatto che i costi per i team lieviteranno ancora, non interessano granché, di fronte alla possibilità di raggranellare qualche altra decina di milioni di euro. Per il resto, le date sono (quasi) immutate: si parte il 15 marzo in Australia, si finisce il 29 novembre ad Abu Dhabi, una settimana dopo rispetto a quest’anno... Il GP d’Italia a Monza è in programma il 6 settembre. Cambiano data, rispetto alla prima versione del calendario, i GP Cina (dal 19 al 12 aprile) e Bahrain (dal 5 al 19 aprile). ADDIO DOPPI PUNTI Il Consiglio mondiale ha anche ufficialmente abolito il doppio punteggio all’ultima gara e ha bocciato la proposta della ripartenza da fermi dopo la safety car. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE DATE Ecco il calendario 2015. Si parte il 15 marzo in Australia, si finisce il 29 novembre ad Abu Dhabi. GP d’Italia il 6 settembre. 15/3 Australia (Melbourne) 29/3 Malesia (Sepang) 12/4 Cina (Shanghai) 19/4 Bahrain (Sakhir) 3/5 Corea del Sud* (Yeongam) 10/5 Spagna (Montmelò) 24/5 Monaco (Montecarlo) 7/6 Canada (Montreal) 21/6 Austria (Zeltweg) 5/7 Gran Bretagna (Silverstone) 19/7 Germania (Nürburgring) 26/7 Ungheria (Budapest) 23/8 Belgio (Spa) 6/9 Italia (Monza) 20/9 Singapore (Marina Bay) 27/9 Giappone (Suzuka) 11/10 Russia (Sochi) 25/10 Stati Uniti (Austin) 1/11 Messico (Città del Messico) 15/11 Brasile (Interlagos) 29/11 Abu Dhabi (Yas Marina) *da confermare
● Il casco firmato dai più grandi campioni della storia del motociclismo (tra cui Agostini, Nieto, Rossi, Lorenzo, Marquez, Pedrosa, Rainey e Capirossi) è stato venduto all’asta per 255mila euro nell’ambito di un’iniziativa promossa da Alberto Hernandez e da Oscar Haro, del team Lcr di Lucio Cecchinello. Il casco ha battuto il record che apparteneva a quello di Ayrton Senna (battuto nel 2012 a circa 94.200 euro).
POLEMICA IN RETE
Stoner a caccia con la figlia «Siamo gente di campagna»
Stoner (nel mezzo) assieme a Spies e alla figlioletta ● L’ex campione del mondo di MotoGP Casey Stoner dopo il ritiro si è scoperto pescatore e cacciatore. Ma la battuta di caccia all’anatra fatta con Ben Spies, le rispettive mogli e la figlioletta Alessandra Maria ha suscitato più di una polemica in rete per la presenza della bimba (per di più in tuta mimetica). «Sono un ragazzo di campagna, e sono cresciuto vivendo di quello che la terra ha da offrire» ha replicato Stoner.
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SUPERCAR SENZA COMPROMESSI 1
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● L’abitacolo della FXX K (1) lascia a bocca aperta, così come la linea super aggressiva (2) e il «lato B» (3) che fa della sportività il suo marchio di fabbrica. Gli ingegneri hanno sviluppato l’auto senza alcun vincolo
Tutta vera: è la Ferrari FXX K 1Ad Abu Dhabi si svela la nuova ibrida laboratorio. Costa quasi 2,5 milioni di euro Giusto Ferronato
C
hiunque abbia pigiato l’acceleratore di un’auto almeno una volta non può guardare la nuova Ferrari FXX K e non desiderare di farci un giro. Il Cavallino ha colpito nel segno ancora una volta, creando anzitutto un sogno: nel fine settimana ad Abu Dhabi la presentazione di questa versione da pista della sua prima ibrida, LaFerrari. La FXX K (dove K sta per Kers, il sistema di recupero dell'energia cinetica) è un sogno esclusivo, riservato al ristretto gruppo di clienti-collaudatori che la scatenerà sulle piste di tutto il mondo, un programma di ricerca e sviluppo da testare nell’arco dei prossimi due anni. ESTREMA Questa Ferrari è speciale perché gli ingegneri l’hanno sviluppata senza vincoli, liberi da norme omologative e regolamentari. Non è insomma una vettura utilizzabile in strada e neppure nelle
RNon è omologata
per strada e competizioni, verrà testata dai clienti-collaudatori
competizioni. Un sogno da poco meno di 2,5 milioni di euro. L’esperienza di guida, assicurano da Maranello, è senza precedenti. BOLIDE E come potrebbe essere altrimenti visti i numeri di questo bolide? Alcune cifre: 1.050 cavalli di potenza complessiva di cui 860 erogati dal motore termico V12 e 190 assicurati dal motore elettrico con
oltre 900 Nm di coppia massima. Il motore ha una cilindrata di 6.262 cmc. Il sistema HYKERS ha 4 posizioni gestibili dal pilota: Qualify (per la massima prestazione entro un numero limitato di giri), Long Run (per ottimizzare la costanza della prestazione), Manual Boost (per l’erogazione istantanea della massima coppia) e Fast Charge (per attivare la ricarica rapida).
AERODINAMICA Per controllare questa potenza, il lavoro sull'aerodinamica è stato estremo. L’ala anteriore a due elementi con lo splitter maggiorato, lo spoiler mobile posteriore, il diffusore posteriore espanso e la parte di fondo piatto davanti alle ruote del retrotreno, arrivano a garantire un carico verticale di 540 kg alla velocità di 200 km/h.
LA SCHEDA FERRARI FXX K
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POTENZA MAX 1.050 CV COPPIA MAX OLTRE 900 NM POTENZA E COPPIA MOTORE TERMICO 860 CV E 750 NM POTENZA MOTORE ELETTRICO 190 CV TIPO MOTORE TERMICO V12, 65° CILINDRATA 6.262 CMC POTENZA SPECIFICA 137 CV/L SISTEMA KERS LUNGHEZZA 4.896 MM LARGHEZZA 2.051 MM ALTEZZA 1.116 MM DISTRIBUZIONE DEI PESI 41% ANT., 59% POST. CAMBIO F1 DOPPIA FRIZIONE A 7 MARCE PREZZO QUASI 2,5 MILIONI DI €
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La FXX K è un’evoluzione de LaFerrari, la prima ibrida della storia del Cavallino
LA POTENZA COMPLESSIVA
1.050 Cv
Di questi, 860 sono erogati dal motore termico V12, mentre 190 sono assicurati dal motore elettrico
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X6, l’eleganza è diventata cattiva 1Bmw raffina il look del suo Suv coupé e aggiunge due motori. Da 70.880 a 128.500 euro Alfonso Rizzo
LA SCHEDA
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sistono poche automobili capaci di dividere come la X6: piace molto o per niente. Una qualità che la prima Sports Activity Coupé può vantare fin dall’esordio nel 2008. In meno di sette anni ne sono state prodotte oltre 260.000 nello stabilimento di Spartanburg, Sud Carolina (Usa). Un bel risultato per un mastodontico Suv con una linea da coupé che in Italia ha trovato 15.600 clienti entusiasti facendo, del nostro, il quarto mercato al mondo. Il nuovo modello, in vendita da sabato, promette di fare ancor meglio grazie a un profondo rinnovamento sia nella forma sia nella sostanza. ELEGANTE Seppur apparentemente molto simile all’originale, la nuova Bmw X6 si presenta con forme più raffinate ed eleganti, a cominciare dal posteriore ribassato e dalle linee più orizzontali. Il frontale sfoggia il nuovo family feeling Bmw, con i fari che si collegano alla tipica griglia sdoppiata del radiatore. Le nuove linee laterali conferiscono un nuovo look più aggressivo, mantenendo la classica forma rastremata del tetto a conferire il caratteristico look da coupé con le scarpe grosse. SPAZIO Omologata per cinque passeggeri la nuova X6 ha ora un vano bagagli più capiente di 75 litri (580 litri in tutto) e modulabile, grazie anche agli schienali delle poltrone posteriori reclinabili anche in modo frazionato che portano a 1.525 litri il volume massimo di carico. Facile l’accesso grazie al portellone automatico con Soft Close di serie. Tre gli allestimenti disponibili: base, Extravagance, che punta su comfort e raffinatezza, e MSport, che sottolinea invece gli aspetti più sportivi e dinamici della vettura. All’interno si respira un’aria di vera novità grazie alla plancia di ultima generazione con
BMW X6 M50D
Il frontale della nuova Bmw X6 richiama lo stile delle ultime nate della casa di Monaco. La calandra sdoppiata alla quale si collegano i fari le conferisce un look muscoloso
GALLERIA POSTERIORE PIÙ BASSO 1
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● 1 Il posteriore della X6 è stato ridisegnato, risultando ora più basso 2 Gli interni sono spaziosi ed eleganti, con nuovi poggiaginocchia nella consolle centrale 3 La linea elegante dall’alto
Control Display incastonato al centro, cruscotto digitale, nuovi materiali pregiati e abbinamenti cromatici. Il volante sportivo in pelle multifunzione con paddles è stato disegnato appositamente per la nuova X6, come i poggia-ginocchia nella zona della consolle centrale. MOTORI I prezzi sono compresi tra i 70.890 euro della X6 30d da 258 Cv (la più venduta in Italia) e i 128.500 della X6 M da 575 Cv. Le nuove motorizzazioni 35i e 40d (306 e 313 Cv), disponibili dal primo trimestre 2015, sono già ordinabili con prezzi d’attacco fissati, rispettivamente, a 72.140 e 74.840 €. Più o meno a metà della gamma si trova la più sfiziosa, ma comunque “umana”: la M50d con il suo strepitoso sei cilindri
in linea triturbo da ben 381 Cv e una coppia massima di 740 Nm (poco meno di una Ferrari California T). Il cambio Steptronic automatico sequenziale a 8 marce (di serie su tutte le X6) la fa sembrare una Formula E. Un giocattolone da 98.950 euro che si lascia guidare come una Rolls-Royce su strada, in assoluto silenzio e comfort, ma che sa dire la sua anche fuori dai nastri asfaltati, disimpegnandosi con leggiadrìa a dispetto degli oltre 22 quintali di massa. La trazione integrale permanente xDrive con Performance Control la rende agile e scattante in ogni situazione. Pur vantando consumi da berlina media (6,6 litri/100 km, -19%) può scattare da 0 a 100 orari in soli 5”2 e raggiunge i 250 km/h.
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IL NOSTRO GIUDIZIO
Sì Motori Il meglio oggi sul mercato xDrive La trazione integrale permanente è all’avanguardia
No Prezzi Un investimento Abitabilità Migliorata al posteriore, ma pur sempre da coupé
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AL FREDDO
NOVITÀ GOODYEAR
Mercedes, voglia integrale E le vette non fanno paura Mario Vicentini INVIATO A INNSBRUCK (AUSTRIA)
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a trazione integrale è un concetto datato? Le nuove super gomme invernali e i tanti aiuti elettronici l’hanno resa inutile con risparmi nell’uso e meno peso? La Mercedes risponde di no e lo fa proponendo la gamma più vasta di automobili a trazione integrale del mercato: oltre settanta modelli differenti di 13 gamme. PRESTAZIONI Per sostenere questa affermazione impegnativa la Casa di Stoccarda ha messo a disposizione di un gruppo di giornalisti 25 automobili rappresentative della gamma: dalla Classe A alla rinnovata Classe V. Poi ha consigliato una salita dura per scoprire la verità. Da notare che le macchine erano calzate con pneumatici di tutte le marche. Nella prova, effettuata di slancio ma in condizioni di ragione-
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TIPO SUV 5 PORTE, 4/5 POSTI BAGAGLIAIO 580-1.525 LITRI LUNG./LARG./ALT. 491/199/170 CM MASSA 2.260 KG SERBATOIO 85 LITRI MOTORE DIESEL 6 CILINDRI IN LINEA TRITURBO DI 2.993 CMC TRAZIONE INTEGRALE PERMANENTE XDRIVE CAMBIO AUTOMATICO SEQUENZIALE STEPTRONIC A 8 MARCE POTENZA MAX 381 CV COPPIA MAX 740 NM ACCELER. 0-100 KM/H 5”2 VELOCITÀ MAX 250 KM/H CONSUMO MEDIO 6,6 L/100 KM PREZZO 98.950 EURO
La Mercedes propone oltre 70 modelli a trazione integrale
vole prudenza, gli pneumatici hanno fornito prestazioni simili. È invece mancato il confronto con una trazione a due sole ruote motrici. Un dettaglio interessante: tutte le auto a trazione integrale erano dotate del cambio automatico a 7 marce 7GDCT. Un segnale della Merce-
des: per viaggiare in sicurezza (e massimo comfort) meglio il cambio automatico anche d’inverno. I prezzi? La trazione integrale costa circa il 10 per cento del prezzo dell’auto. Per esempio la Classe V da 40.000 euro passa a 44.000 con la trazione sulle 4 ruote. La prova si è
svolta ai piedi del lato austriaco del Passo del Rombo, da 2.025 a 2.509 metri, sino al confine con l’Italia. La salita, ripetuta molte volte con differenti modelli di tutte le potenze ha dimostrato che qualunque vettura, a prescindere dalle sue caratteristiche, se dotata di trazione 4Matic può affrontare una salita impegnativa dove erano presenti tutti i tranelli dell’inverno, dalla neve al ghiaccio. CONFRONTO La prova, svolta con una GLA 250 4Matic da 211 Cv, poi con una Classe S coupé da 455 Cv, una Classe V multispazio da 190 CV e infine con una C 400 4Matic, ha permesso di confrontare il comportamento delle differenti vetture e scoprire che, fino a 130 orari, più o meno il limite della prova in montagna nell’unico rettilineo, tutte le auto provate danno risposte omogenee. Lo abbiamo visto accelerando con due ruote sull’asfalto e due sul verglas: nessun’auto ha mai puntato fuori dalla linea ideale. Nessun problema di trazione anche in uscita dagli stretti tornanti, con le auto sempre aggrappate al fondo stradale sia a ruote dritte sia quando lo sterzo non è ancora riallineato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
UltraGrip 9, la gomma con l’olio vegetale per battere la neve Per garantire la stessa prestazione lungo tutto il suo ciclo di vita, su ogni UltraGrip 9 ci sono 2.400 lamelle, di 83 specie differenti
● Dal 15 novembre è possibile circolare su molte strade e autostrade italiane solo montando pneumatici invernali o avendo catene a bordo. Una delle più innovative proposte in tema di gomme invernali è l’UltraGrip 9 di Goodyear. Al suo sviluppo si sono dedicati per due anni 200 ingegneri e designer del Centro Innovazione che ha sede in Lussemburgo: sono stati costruiti 3.000 prototipi che sono stati valutati secondo 70 diverse specifiche, effettuando 7 sessioni di test su circuiti e strade di tutto il mondo. Il risultato finale è l’UltraGrip 9, disponibile in 33 misure e con due differenti disegni del battistrada per massimizzare le performance al variare delle misure. Rispetto alla versione precedente che ha equipaggiato 7 milioni di veicoli, è minore la resistenza al rotolamento. Innovativa anche la mescola che presenta una resina per la trazione sul bagnato e un olio vegetale per aumentare le prestazioni su neve e ghiaccio. Per garantire la stessa prestazione lungo tutto il suo ciclo di vita, su ogni pneumatico ci sono 2.400 lamelle, di 83 specie differenti. Goodyear conta di vendere un milione e mezzo di UltraGrip 9 in Europa. Giovanni Cortinovis © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Basket R Eurolega
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Hackett fa il fenomeno Milano vede le Top 16
LE PAGELLE di CHIABO MOSS FA SCATTARE L’INTENSITÀ DIFENSIVA BROOKS, SOLO OTTO MINUTI E TANTA RABBIA MILANO
1Stende il Bayern con 17 punti nel 4° periodo e il canestro vittoria
a 1” dalla fine. Banchi: «Quel tiro non era malvagio... Credibili per 40’» MILANO
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BAYERN
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EA7 MILANO: Ragland 14 (3/4, 2/5), Hackett 25 (7/11, 3/5), Gentile 9 (4/5, 0/3), Melli 4 (1/2, 0/1), Samuels 10 (2/7, 1/2); Brooks (0/1, 0/2), Cerella, Meacham (0/1 da 3), Kleiza 13 (2/3, 3/8), James, Moss 8 (0/1, 2/6). N.e.: Gigli. All.: Banchi. BAYERN MONACO: McCalebb 8 (2/7, 0/2), Dedovic 13 (3/9, 1/3), Benzing 7 (2/3, 1/3), Jagla 5 (1/1, 0/1), Bryant 11 (4/6, 1/1); Schaffartzik 15 (3/4, 2/4), Stimac 3 (1/2), Savanovic 11 (2/7, 1/3), Gavel 8 (2/2, 0/4). N.e.: Steiger, Zipser, Idbihi. All.: Pesic. ARBITRI: Perez (Spa), Anastapoulos (Gre), Cmikiewicz (Pol). NOTE - T.l.: Mil 12/18, Mon 23/27. Rimb.: Mil 34 (Melli, Moss, Samuels 6), Mon 39 (Stimac 8). Ass.: Mil 15 (Gentile 4), Mon 12 (Schaffartzik 5). Progr.: 5’ 7-8, 15’ 28-27, 25’ 59-60, 35’ 69-70. Usc. 5f.: Kleiza 36’19” (73-70). Esp.: Pesic 20’ 37-38 (doppio tecnico 14’57”, 28-27). Spett. 10.957.
Luca Chiabotti MILANO
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FANTASIA Le immaginiamo: quando Savanovic segna l’ultimo vantaggio Bayern mancano poco più di 2’. Daniel risorpassa, pareggia con un libero, riporta avanti Milano e, nell’ultima azione, con 17” sul cronometro, tiene la palla perché sa che serate così, quando capitano, hanno un solo possibile epilogo: il successo. Sette punti di fila: «Quel tiro non era malvagio» dice Ban-
Daniel Hackett, 26 anni, guardia di Milano, festeggia dopo aver realizzaato il canestro decisivo CIAM
chi che non fa il fenomeno e ammette che la differenza tra l’EA7 e gli avversari l’ha fatta solo la prodezza di Daniel. Partita entusiasmante, che regala emozioni ma non perfetta: che il Bayern sia più attacco che difesa si sa, Milano ha fatto la stessa cosa, per troppi minuti fino a quando Moss e Melli non hanno alzato l’asticella dell’energia. «So che dopo una partita così è facile guardare la difesa come un aspetto negativo – dice il coach dell’EA7 – ma il Bayern è una squadra difficile, più grossa di noi, capace di segnare 100 punti. Siamo stati credibili per 40’, abbiamo cercato di mascherare le difficoltà, anche con una spruzzata di zona. La squadra ha interpretato e gestito bene una sfida che sapevamo difficile, uno spareggio è una situazio-
ne nuova per questo gruppo. La reazione è stata promettente, poi ci sono state le giocate di Hackett protagonista assoluto in attacco dell’ultimo quarto». EQUILIBRIO Una sfida in equilibrio assoluto, dove la taglia dei tedeschi toglie molto sotto canestro a Milano. Ragland e Gentile si dividono i 20 punti dell’EA7 (11 e 9) del 1° quarto, che poi ne trova 8 da Kleiza nel 2°, che risponde a un 8-0 del Bayern con un 11-2 ma non riesce mai ad andar via. Così il Bayern si trova ancora avanti (45-48) mentre Hackett, Melli, Gentile arrivano a 3 falli. E’ evidente che così Milano rischia troppo, il ritorno di Moss che alza l’intensità della gara, un po’ di zona con Melli che copre tutti gli spazi producono un 7-0 che sembra cambia-
EUROCUP
Cantù, un successo che vale doppio col Villeurbanne
ferenza canestri degli scontri diretti (-12 all’andata, +6 al ritorno). A 3-5 c’è anche Bonn, che la Reggiana sfiderà all’ultima giornata e col quale ha perso in casa di 1 all’andata. Sconfitta indolore per Roma, che martedì col Nymburk si giocherà il primato nel girone.
1Ribaltata anche
Girone A Saragozza-Bonn 90-75; Strasburgo-Reggio Emilia 74-66 (Polonara 15, Taylor 14). Classifica: Strasburgo 7-1; Bamberg 6-2; Levallois, Bonn, Saragozza 3-5; Reggio 2-6. Prossimo turno (9/12): Reggio EmiliaSaragozza; Parigi-Bonn; (bambergStrasburgo (10/12). Girone B FoxTown Cantù-Villeurbanne 79-69; Ostenda-Quackenbruck 84-82; Gran Canaria-Digione 94-60. Classifica: Gran Canaria 8-0; Digione 5-3; Ostenda 4-4; Cantù, Villeurbanne 3-5; Quackenbruck 1-7. Prossimo turno (10/12): Quackenbruck-Gran Canaria; Villeurbanne-Ostenda; Cantù-Digione. Girone C Nymburk-Charleroi 67-73; Oldenburg-Nancy 71-85; Siviglia-Roma 98-80. Class.: Roma 6-2; Nancy 5-3; Nymburk, Siviglia 4-4; Charleroi 3-5; Oldenburg 2-6. Prossimo turno (10/12): Roma-Nymburk (9/12); Charleroi-Oldenburg; Siviglia-Nancy.
la differenza canestri, brianzoli ancora in corsa. A Reggio invece serve un miracolo
Darius Johnson Odom, 25 anni CIAM
Fondamentale vittoria di Cantù, che supera in casa i francesi del Villeurbanne e può ancora sperare di qualificarsi alle Last 32 di Eurocup. Trascinata dai 17 punti di Johnson-Odom, la FoxTown ha anche ribaltato il -8 dell’andata, vincendo di 10, assicurandosi quindi il vantaggio in caso di arrivo alla pari con l’Asvel. Cade invece Reggio Emilia, battuta a Strasburgo, che resta in corsa ma ora deve fare la corsa su Saragozza (che ospita nel prossimo turno al PalaDozza), partendo però dal -14 dell’andata, e sul Paris Levallois, col quale è in svantaggio nella dif-
re finalmente la partita (55-50). Ma il Bayern resiste, anzi risorpassa, con due triple pazzesche di Schaffartzik. Si decide tutto nell’ultimo quarto, dove l’EA7 difende se non sulle ultime iniziative da fuori di Bryant. La partita diventa bellissima, Hackett è straordinario. «L’ho vista sul camion di Sky - dice coach Pesic espulso all’intervallo - e sull’ultima entrata di McCalebb, sull’81 pari, c’è stato un fallo sul primo passo che lo ha sbilanciato. Ha sbagliato, ma questo non è calcio: i contatti si fischiano, è una regola che esiste da sempre. La seconda è che gli arbitri hanno sempre ragione». Sorride: ha una buona cera per essere stato appena eliminato dall’Europa all’ultimo secondo dopo una grande prestazione.
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IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
DANIEL HACKETT
HEIKO SCHAFFARTZIK
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Pensate che era partito male. I 17 punti nell’ultimo quarto con il tiro decisivo potrebbero spiegare tutto ma ci sono anche 6 rimbalzi e tre assist.
Rimette in piedi da solo la gara con due triple incredibili in faccia a Ragland, giocatore pericolosissimo anche quando a 1’30” dalla fine perde una palla assurda sul 79 pari.
RAGLAND 6.5 Primo quarto pazzesco: segna 11 punti con 4/5 al tiro, poi si nota soltanto la sua difficoltà nel difendere. BROOKS N.G. Difficile giudicarlo: dopo 2 partite da protagonista viene trattato come l’ultimo della panchina. Gioca 8’, si arrabbia sul cambio, ma è radioso sul tiro di Hackett. GENTILE 6.5 Partenza clamorosa in attacco con 9 punti nel primo quarto, poi si ferma lì. Probabilmente ancora condizionato dalla schiena, fa la partita con una scivolata difensiva nell’ultimo quarto che fa perdere palla a Dedovic. CERELLA N.G. Gioca solo 14”, commettendo un fallo. MELLI 6.5 Difensivamente molto valido, 6 rimbalzi, una stoppata. MEACHAM 6 Con lui al fianco di Hackett nel secondo quarto, la palla gira ed esplode Kleiza, 7’ di utilità. KLEIZA 6.5 Difensivamente è un problema (come tanti) ma in ritmo, nel 2° quarto e all’inizio dell’ultimo, è determinante. JAMES 5 Gioca 11’ nei quali non tira ma non sarebbe un problema se non si facesse cogliere nel sonno da Bryant da tre. SAMUELS 6.5 Si sa che non è la sua partita, contro i corpaccioni avversari la porta a casa con onore pur tirando maluccio. MOSS 7 E’ la chiave che fa scattare l’intensità difensiva di Milano nel terzo quarto. Marca McCalebb, segna anche due triple.
MCCALEBB 5.5 Ha perso la magia dei suoi anni senesi e la grande energia. Alla fine viene marcato dall’ex compagno David Moss, segna i liberi dell’81 pari, sbaglia il tiro del sorpasso Bayern prima della prodezza di Hackett. BENZING 6 Non riesce a far valere i suoi centimetri in ala piccola, all’inizio subisce Gentile poi si sistema un po’. DEDOVIC 6.5 Mette in difficoltà Hackett all’inizio con le penetrazioni, gioca una gara molto solida, subisce 6 falli ma le percentuali negative non la rendono davvero buona. STIMAC 6.5 In area si dà da fare soprattutto in difesa dove prende sette dei suoi otto rimbalzi SAVANOVIC 6 Solito giocatore indigesto per Milano, stavolta meno letale grazie a Melli. Prende 5 rimbalzi, ma anche lui tira male. GAVEL 6 Gioca un ottimo primo tempo, anche in difesa, poi nella ripresa si spegne e alla fine non è più un fattore determinante. JAGLA 6 Fa il suo lavoro in 12 minuti nei quali il Bayern è davanti a Milano. BRYANT 6.5 Determinante con i suoi chili che pareggiano quelli di Samardo Samuels con cui si elide. Ma quando da fuori riporta avanti il Bayern a 1’24” dalla fine fa davvero paura.
LA SITUAZIONE Stasera (20.30) Sassari per l’onore in casa col Kazan Sassari ospita il Kazan stasera alle 20.30 (diretta Fox Sports2 e live su Gazzetta.it), in una partita ormai quasi svuotata di significati essendo praticamente compromesso il passaggio alle Top 16. Per avere una remota chance, la Dinamo deve almeno ribaltare il -23 dell’andata. «Un onore giocare l’Eurolega, e molti giocatori sono venuti a Sassari proprio per questo- dice coach Meo Sacchetti – E’ una vetrina che permette di compiere step importanti. Il numero di impegni e i tanti viaggi, comportano un dispendio di energie mentali, ma è un passaggio da fare per crescere e lo sapevamo».
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TACCUINO EUROCHALLENGE
Brindisi e Biella facili vittorie casalinghe ● Vincono sia Biella (coi finlandesi del Kotka) sia Brindisi (olandesi del Den Bosch) nella 4a giornata di Eurochallenge. Gruppo A Ulm-Sodertalje 8862; Enel Brindisi-Den Bosch 76-62 (Denmon 20, Turner 12). Classifica: Ulm, Brindisi 3-1; Den Bosch 2-2; Sodertalje 0-4. Prossimo turno (11/12): Brindisi-Ulm; Sodertalje-Den Bosch. Gruppo G Bonprix Biella-Ktp Kotka 81-77 (Voskuil 25, Raymond 18). Classifica: Le Mans, Biella 3-1; Ktp, Anversa 1-3. Prossimo turno (11/12): Le Mans-Biella; Anversa-Ktp.
BAYERN
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(20-19, 37-38; 59-60)
aniel Hackett, partita e vittoria straordinaria. Cosa ha provato sull’ultimo tiro? «....». Sapevamo che sarebbe successo: Daniel realizza il canestro a 1.5 secondi dalla fine che porta al 90% Milano alle Top 16 di Eurolega, ma possiamo registrare solo la sua gioia, il salto a pie’ pari oltre le prime file sui nostri tavoli e l’ovazione del pubblico. In Italia, da squalificato, non può rilasciare dichiarazioni.
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Fernando Martin in maglia Blazers
L’ALA DEI BULLS
Gasol ricorda Martin a 25 anni dalla scomparsa ● Toccante ricordo dello spagnolo Fernando Martin, morto in un incidente d’auto 25 anni fa (3 dicembre 1989), scritto ieri da Pau Gasol su Marca: «E’ stato un pioniere. All’epoca non era facile fare il salto tra i pro’. Non fosse per lui, oggi io non sarei qui».
Girone A Oggi: Nizhny NovgorodReal Madrid; Sassari-Unics Kazan; Zalgiris Kaunas-Efes Istanbul. Class.: Efes, Real 5 vinte-2 perse; Zalgiris 43; Kazan, Nizhny 3-4; Sassari 1-6. Girone B Oggi: Limoges-Unicaja Malaga; Maccabi Tel Aviv-Alba Berlino. Domani: Cska MoscaCedevita Zagabria. Class.: Cska 7-0; Malaga e Maccabi 4-3; Alba 3-4; Cedevita 2-5; Limoges 1-6. Girone C Ieri: Milano-Bayern 83-81. Oggi: Fenerbahce IstanbulPanathinaikos Atene. Domani: Turow Zgorzelec-Barcellona. Classifica: Barcellona 7-0; Panathinaikos e Fenerbahce 5-2; Milano 3-5; Turow 16; Bayern 1-7. Prossimo turno (11/12): Milano-Panathinaikos. Girone D Oggi: Galatasaray IstanbulLaboral Kutxa Vitoria; Olympiacos Pireo-Neptunas Klaipeda; ValenciaStella Rossa Belgrado. Classifica: Olympiacos 6-1; Stella Rossa 4-3; Vitoria, Galatasaray e Neptunas 3-4; Valencia 2-5. Alle Top 16 le prime 4 di ogni girone.
SERIE A
Chase non supera le visite mediche Niente Caserta ● (l.b.) Salta l’arrivo di Brian Chase a Caserta. Lo statunitense, chiamato dai campani per sostituire Ronald Moore, non avrebbe infatti superato le visite mediche. Probabile quindi che il play resti sino a fine stagione. Da ieri intanto si sta allenando al Palamaggiò Amedeo Tessitori, che dovrebbe essere in procinto di firmare un biennale. Gaines sarà tagliato appena il mercato offrirà valide alternative. La Pasta Reggia è ancora a zero punti, avendo perso tutte le 8 partite disputate sin qui in campionato. I casertani, che hanno già cambiato allenatore, sostituendo Lele Molin con Zare Markovski, torneranno in campo lunedì nel posticipo televisivo di Rai Sport 1 in casa contro la Dolomiti Energia Trento.
Basket R Nba
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Atletica R La candidatura
Carmelo Anthony, 30 anni, allarga le braccia. I suoi Knicks sono il simbolo della pochezza dell’Est AFP
L’Est è diventato una barzelletta Ma se arriva San Antonio... 1Il dominio dell’Ovest fa nascere l’idea
di uno scambio con l’Eastern Conference Massimo Oriani Deprimente. E’ la prima e forse unica parola che viene in mente dando un’occhiata alla Eastern Conference. Togliete Toronto, che sta andando secondo previsioni, Cleveland che è destinata a crescere e a vincere l’Est, Chicago che è però aggrappata alla salute di Derrick Rose, e rimanete con 13 squadre da buttare. Washington è discreta, ma siamo sicuri che in una serie di playoff non perda con l’8a a Ovest? Atlanta è... beh, Atlanta. Miami post LeBron resta a galla, Milwaukee è la rivelazione, ma se centra la postseason è già tanto. Ci sono 7 squadre con bilancio sopra il 50%, anche perché giocando spesso una contro l’altra è inevitabile che una delle due vinca. CUBAN Ecco allora che la proposta dei giorni scorsi di Mark Cuban, di spostare le tre texane (Dallas, San Antonio e Houston) e New Orleans a Est spedendo nella Western Conference Chicago, Indiana, Milwaukee e Detroit, non è del
tutto peregrina. Ma siamo certi che fra 4-5 anni non ci ritroveremmo nella medesima situazione? Chi garantisce che in un lustro non si ribaltino gli equilibri e ci siano una decina di team scarsamente competitivi a Ovest? Prendiamo in considerazione gli ultimi vent’anni: 12 volte la squadra campione Nba è uscita dalla Western Conference, 8 dalla Eastern. Non c’è dunque una spoporzione notevole. CRÈME Ma stiamo però parlando della crema, di 2-3 superpotenze. Non è un caso infatti che quei 12 anelli se li siano divisi solo 4 squadre: Lakers (5), San Antonio (5), Dallas (1) e Houston (1). Anche ad Est alla fine sono emerse le solite sospette: Miami (3), Chicago (3), Boston (1) e Detroit (1). Notate un comune denominatore? La Superstar, con la S maiuscola. Bryant, Duncan, LeBron e Jordan si sono presi 16 titoli su 20. Fossero stati in un’altra squadra, in un’altra conference, staremmo parlando di un’altra storia. Forse il vero problema è quella tanto agognata parità che l’ex
commissioner David Stern, nonostante i tanti sforzi fatti in quella direzione, non è mai riuscito ad ottenere, risultati alla mano. Uno dei motivi principali del fallimento – a nostro parere – è il mancato rinnovamento del sistema di ripartizione delle scelte collegiali. Fino a quando il draft continuerà a premiare chi perde, come sta facendo con grande successo Philadelphia, puntando tutto su dei giovani nel cui Dna imprime però la cultura della sconfitta, un cancro difficilissimo poi da debellare, a primeggiare sarà sempre chi invece opera nella direzione opposta (gli Spurs sono il modello opposto in questo senso). Più della proposta del proprietario dei Mavs, avrebbe senso implementare quella del gm dei Suns, Ryan McDonough, che vorrebbe vedere ai playoff le migliori 16, senza distinzione di conference. Stando alla classifica attuale (prima delle gare di ieri notte), alla postseason accederebbero 9 squadre dell’Ovest e 7 dell’Est. Cambierebbe poco quindi. Princi-
15-72 ● E’ il bilancio (vinte-perse) delle ultime 5 squadre a Est, Boston (4-11), Charlotte (414), New York (4-15), Detroit (3-15) e Philadelphia (0-17)
palmente però per il discorso fatto in precedenza, quello del calendario. Eliminando la distinzione di conference, andrebbe ovviamente rivisto anche quello. Se l’Est affrontasse le rivali dell’Ovest più di due volte all’anno (casa e fuori), molto probabilmente avremmo ben più di 9 squadre della Western tra le prime 16. LAKERS L’esempio più lampante sono i Los Angeles Lakers. Con il successo in casa dei Pistons di martedì notte, hanno portato il loro bilancio stagionale a 5-13, 4-0 contro l’Est, 113 contro l’Ovest... Detroit e Charlotte sono forse le principali colpevoli dell’ulteriore calo della «Costa destra». Con l’arrivo in panchina di Stan Van Gundy ci si aspettava una crescita dalla squadra di Motown, arrivata invece alla 9a sconfitta in fila, proprio come gli Hornets di Michael Jordan. Per non parlare poi dei Knicks, che col k.o. contro i Nets hanno eguagliato il peggior avvio della loro storia (4-15). La formula magica non c’è, ma qualcosa si può fare. Basta volerlo. E non tutti lo vogliono, purtroppo. Perché con lo status quo hanno più chance di vincere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DATOME FINALMENTE IN CAMPO ● Alla diciottesima partita stagionale, Detroit si è decisa a far scendere in campo Gigi Datome. L’azzurro ha giocato 12’ chiudendo con 7 punti nella sfida persa dai suoi Pistons contro i Lakers. Nella foto AFP Datome lotta a rimbalzo con Jordan Hill
Risultati Cleveland-Milwaukee 111-108; Atlanta-Boston 109-105; Detroit-Lakers 96-106; New York-Brooklyn 93-98; Chicago-Dallas 129-132 d2ts; New Orleans-Oklahoma City 112-104; Denver-Portland 103-105; Phoenix-Indiana 116-99; Sacramento-Toronto 109-117; Golden State-Orlando 98-97.
«Sviluppare l’atletica nel nuovo mondo», il motto elettorale di Lord Sebastian Coe, 58enne inglese AP
Coe punta su giovani, piazze ed ex campioni Rivoluzione in 10 anni 1Le linee programmatiche di Seb che sfida Bubka per la
presidenza Iaaf: «Primo obiettivo, la crescita commerciale»
Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
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onquistare i giovani, portare l’atletica nelle strade e nelle piazze. Sono le due grandi visioni del programma elettorale di Sebastian Coe, sceso in campo la scorsa settimana per candidarsi alla presidenza Iaaf. Le elezioni si svolgeranno il 18 agosto 2015 e il grande avversario dell’ex campione britannico – oro nei 1500 e argento negli 800 a Mosca 1980 e Los Angeles 1984, dodici primati mondiali – è un altro mosto sacro dell’atletica, l’ucraino Sergei Bubka, il più grande saltatore dell’asta di tutti i tempi. Una sfida che, se ha il merito di portare al centro della contesa ex atleti di immenso livello, contrappone anche filosofie diverse. ROAD MAP Coe si propone come uomo del cambiamento. Il programma, presentato ieri nella sede del comitato olimpico britannico, ha quattro punti cardinali: 1) Cambiare per garantire un futuro migliore; 2) Decen-
tramento e sviluppo; 3) Massimizzazione della crescita commerciale; 4) Garantire l’integrità e la fiducia nell’attività. «La mia road map va realizzata in dieci anni – le parole di Coe –. L’atletica deve andare incontro a una nuova era, recuperando centralità e accettando nuove sfide. Dobbiamo entrare nel futuro conquistando i giovani, nella consapevolezza della concorrenza di altri sport e di altre attività sociali. Aprirsi al mondo significa intraprendere cambiamenti, come ad esempio portare alcune delle nostre 47 discipline nelle piazze e nelle strade delle grandi città, creando eventi attorno alle gare. Coinvolgere il pubblico è importante. L’altra via da seguire è quella di allargare il circuito delle manifestazioni importanti, cercando di esplorare quei Paesi dove l’atletica ha un grande seguito o prospettive di sviluppo. Bisogna intervenire anche sul calendario. Serve chiarezza. L’atletica ha perso appeal, deve riconquistarlo. Bisogna concedere maggior spazio agli ex campioni, che conoscono bene il nostro mondo». POLITICA E AFFARI Coe non è però solo un uomo di visioni. Ha l’esperienza politica matu-
rata negli anni vissuti tra il 1992 e il 1997 come deputato del parlamento britannico, dove rappresentava il partito conservatore. E’ stato il direttore d’orchestra di Londra 2012 e per questo la politica ha cercato di ottenere la disponibile per candidarsi a sindaco di Londra: offerta rifiutata. Ed è consulente globale della Nike. Il terzo punto del programma è figlio di quest’aspetto dell’uomo e qui Coe può usare tutta l’esperienza maturata coi Giochi. DOPING Dove la sua voce ieri è apparsa meno convincente è nel quarto punto, quello in cui parla di incremento della lotta al doping. Coe propone di creare un tribunale indipendente per occuparsi dei casi di doping durante le grandi manifestazioni «per rendere più snello il sistema, ridurre il numero degli appelli legali e proteggere gli atleti puliti». Coe fa anche un accenno generico al nuovo fenomeno che sta sconvolgendo lo sport mondiale: le scommesse. Eppure proprio questi due mostri, doping e «puntate», sono i veri mali da combattere. Per affrontarli, servono misure efficaci e qualcosa di più incisivo di proclami generici. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL DOCUMENTARIO
Doping sistematico Bufera sulla Russia Accuse gravissime 1Rivelata dalla tv
tedesca Ard una situazione esplosiva: inchiodata pure l’oro olimpico Savinova
P
otrebbe avere conseguenze più gravi della vicenda Balco. Potrebbe smascherare un caso di doping di Stato simile a quello che ebbe al centro la Germania Orientale. L’emittente tedesca Ard, con uno scioccante documentario di 60’ trasmesso ieri sera («Dossier doping: come la
Russia fabbrica i propri campioni»), ha alzato il coperchio su una situazione esplosiva. SHOBUKHOVA E SAVINOVA Le accuse sono circostanziate e pesanti. Riguardano due atlete, ma colpiscono più discipline. Nello specifico affondano la maratoneta Liliya Shobukhova, con 2h18’20” seconda di sempre, che il mese prossimo finirà di scontare una squalifica per doping di due anni. L’ex vincitrice di Chicago 2009-2011 e di Londra 2010, avrebbe sborsato 450.000 euro a favore della federazione russa per coprire una precedente positività. E Maria Savinova, oro olimpico in cari-
ca degli 800, viene ripresa mentre ammette l’uso di oxandrolone, un anabolizzante. La Iaaf ha immediatamente reso noto che, in merito, la propria commissione etica ha aperto un’inchiesta. Ce n’è per tutti: nuotatori, ciclisti, fondisti, biathleti e sollevatori di peso. OLtre ai fendenti di Vitaly Stepanov, ex dirigente dell’agenzia antidoping nazionale e della moglie Yulia, secondo i quali «numerose federazioni russe offrono soldi a responsabili dell’antidoping per insabbiare i risultati di certi test». «Siamo pronti a prendere provvedimenti» ha detto un portavoce del Cio. Anche la Wada, con un comunicato, ha preso atto della situazione. Il rischio è che si sia alla prima di tante puntate. Intanto Dmitriy Komutov (10”28 nei 100 quest’anno), per metenolone e il lanciatore Mikhail Ferapontov, che ha rifiutato un controllo in luglio, sono stati squalificati. a.b. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ciclismo R
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I PREDESTINATI
La bici nel Dna BUON SANGUE NON MENTE Spesso gli atleti che seguono le orme dei padri, come quelle dei fratelli o degli zii, riescono ad essere all’altezza dei loro predecessori di famiglia. Forse per questo il Team Colpack, squadra dilettantistica bergamasca, ha deciso di investire sul Dna. E, in un colpo solo, ha tesserato 5 ragazzi che hanno il ciclismo nel sangue.
BIKE DYNASTY PRESENTE E PASSATO
DAVIDE MARTINELLI Nato il 31/5/1993, bresciano, 4° anno da dilettante, 8 vittorie
BEPPE MARTINELLI Nato l’11/5/1955, papà di Davide, pro’ dal ‘77 all’85, 10 vittorie
UMBERTO ORSINI Nato il 6/12/1994, pisano, tricolore junior 2012, 3° anno dilettante
ANDREA TAFI Nato il 7/5/1966, zio di Umberto, pro’ dall’89 al 2003, 30 vittorie
ATTILIO VIVIANI Nato il 18/10/1996, veronese, 5 vittorie da junior, 1° anno dilettante
ELIA VIVIANI Nato il 7/2/1989, fratello di Attilio, pro’ dal 2010, 30 vittorie
SANDRO BRESCIANI Nato il 16/6/1996, bresciano, 2 vittorie da junior, 1° anno dilettante
ENRICO ZAINA Nato il 27/9/1967, zio di Sandro, pro’ dall’89 al 2000, 6 vittorie
LA CURIOSITA’ di PAOLO MARABINI
U
no si chiama Andrea Tafi, e in quindici anni di carriera ha centrato una Parigi-Roubaix, un Giro delle Fiandre, un Lombardia, una Parigi-Bruxelles, un tricolore e tanto altro ancora. L’altro è Nicola Minali, velocista da 52 volate vincenti, con in testa due Parigi-Tours e dodici successi di tappa nei tre grandi giri, col capolavoro sui Campi Elisi al Tour ‘97. Poi c’è Enrico Zaina, secondo al Giro d’Italia ‘96 dietro a Pavel Tonkov, con la perla del trionfo solitario sul Pordoi. E, restando in provincia di Brescia, c’è anche Beppe Martinelli, argento olimpico a Montreal ‘76 e vincitore di tre tappe al Giro, ma oggi più noto per essere il d.s. di Vincenzo Nibali all’Astana e per aver guidato dall’ammiraglia altri quattro vincitori di grandi giri come Marco Pantani, Stefano Garzelli, Gilberto Simoni e Damiano Cunego. Infine, e qui parliamo di un professionista tuttora in piena attività, ecco Elia Viviani, il venticinquenne veronese appena approdato al Team Sky, che alterna con successo l’attività su strada a quella su pista, tutto proteso verso il decollo della carriera, con il mirino puntato sin d’ora sui Giochi di Rio ma non solo. DUE SQUADRE IN UNA Cinque campioni del pedale — in tutto fanno 128 vittorie nel ciclismo che conta — da pochi giorni hanno anche qualcosa in comune. Nel 2015, infatti, un po’ del sangue di ciascuno scorrerà nelle vene dello stesso team. Anzi, per la verità le squadre in questione sarebbero due, ma di fatto fanno parte di un unico gruppo, guidato dagli ex professionisti Antonio Bevilacqua, Gianluca Valoti e Diego Ferrari: la Colpack, formazione ai vertici del movimento dilettantistico italiano, e l’Uc Bergamasca 1902, che della prima è il vivaio diretto, nella stessa categoria under 23 ma costruito con corridori al debutto dopo il biennio da juniores. Ebbene, nella prossima stagione il nipote di Tafi, il figlio di Minali, il nipote di Zaina, il figlio di Martinelli e il fratello di Viviani saranno compagni di squadra. Caso più unico che raro, per lo meno in Italia: mai c’era stato infatti un team con cinque figli - o parenti - d’arte. TRICOLORE Davide Martinelli, secondogenito di Beppe, è l’unico che faceva già parte quest’anno
FIGLI, FRATELLI E NIPOTI D’ARTE: CINQUE NELLA STESSA SQUADRA RICCARDO MINALI Nato il 19/4/1995, veronese, 50 vittorie a livello giovanile, 2° anno dilettante
NICOLA MINALI Nato il 10/11/1969, papà di Riccardo, pro’ dal ‘93 al 2002, 52 vittorie BETTINI
CONTENUTO PREMIUM del gruppo. Ragazzo di 20 anni dotato di una particolare attitudine soprattutto per le corse contro il tempo, alla Colpack ha già regalato il titolo italiano e l’argento europeo proprio nella cronometro. Pareva destinato al passaggio tra i professionisti con il Team Sky, ma all’ultimo momento c’è stato un intoppo e il grande salto è stato rimandato di un anno, probabilmente nella seconda parte della prossima stagione e sempre nelle file della formazione britannica. Nell’attesa, restare alla Colpack è stato pressoché automatico e la sua conferma darà non solo un maggior peso specifico al team, ma servirà anche per stimolare i cronoman più giovani in particolare quel Seid Lidze di cui si fa un gran parlare. PISTA E STRADA A proposito di talenti, lo è anche Riccardo Minali, 19 anni, veronese figlio di Nicola, che al pari di papà Nicola si destreggia molto bene allo sprint, ma mette sul piatto anche una buona predisposizione per l’attività su pista: già argento europeo juniores nell’omnium lo scorso anno, è uno dei pallini del c.t. Marco Villa e non a caso in questi giorni si trova a Londra per la seconda prova di Coppa del Mondo. Nelle categorie giovanili ha fatto incetta di vittorie su entrambi i terreni e nel 2014, con la maglia della General Store-Bottoli, ha bagnato il suo debutto tra gli Under 23 con piazzamenti di rilievo e un atteggiamento agonistico che gli sono valsi l’interessamento della formazione bergamasca. E con lui non poteva non arrivare il conterraneo e avversario di tante sfide, vale a dire Attilio Viviani, considerato una sorta di suo gemello, anche se di un anno più giovane. Tra l’altro anche il fratellino di Elia — e non poteva essere diversamente, visto l’esempio di famiglia — si sdoppia con successo tra asfalti e velodromi. E approda al debutto tra i dilettanti portando con sè in dote il titolo europeo juniores dello scratch, oltre che cinque vittorie da stradista. I NIPOTINI Infine c’è chi non metterà sul piatto il cognome pesante, ma ha tutto a sua volta per non deludere le attese e ricalcare le orme di famiglia. Il primo è il pisano Umberto Orsini, ventenne figlio della sorella di Andrea Tafi. Proviene dalla Mastromarco, il vivaio da cui è uscito anche Vincenzo Nibali, e arriva dopo due stagioni di apprendistato tra i dilettanti che non gli hanno fruttato vittorie. Ma non può certo essersi dissolto improvvisamente il talento mostrato appena due anni fa, quando da junior si laureò campione italiano e mise a segno altre sei vittorie pesanti, lanciando segnali da predestinato. Per questo Bevilacqua e Valoti hanno deciso di scommettere su questo ragazzo che, come lo zio famoso, non difetta di coraggio. Lo stesso che ha accompagnato i primi anni di corse di Alessandro Bresciani: diciottenne nipote di Enrico Zaina, non si presenta accompagnato da valanghe di vittorie, ma la costante presenza nelle fasi calde di corse importanti è stata sufficiente per convincere i nuovi tecnici a puntare sul ragazzino bresciano. Poi, se son rose... © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL NUMERO
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le vittorie ottenute tra i dilettanti nella stagione su strada 2014 dal Team Colpack
Nuoto R I Mondiali in corta
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Staffetta flop Fede si scatena su Twitter Carli in lacrime
I tweet di Federica
@mafaldina88 Non ho parole..sono incazzata nera..non si può stare fuori da una finale così importante per non aver fatto le giuste valutazioni!!kmq . @mafaldina88 brave lo stesso alle ragazze
1La terza frazionista
@MafaldinaFans MERDA MERDA MERDA
della 4x200 affonda, niente finale e la Pellegrini si sfoga come a Roma e Montreal
Stefano Arcobelli INVIATO A DOHA (QATAR)
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l flop senza Fede. E poi con il furore di Fede. La 4x200 sl rosa si liquefa in batteria: svanisce l’obiettivo di allinearsi alle migliori 8 nazioni e a nulla serve la scelta (magari logica) di risparmiare la Pellegrini per una finale che si prenderà l’Ungheria senza Katinka Hosszu grazie ad un margine di 1”40. Azzurre none ed all’inferno e la più giovane del quartetto, Diletta Carli, protagonista al contrario, incappata in una controprestazione fatale da 1’59”21 nella terza frazione. Le campionesse d’Europa escono traumatizzate da quella che il c.t. Cesare Butini definisce «una mazzata, ma non demonizziamo Diletta, si vince e si perde insieme e io voglio tenere unito il gruppo», ancora ignaro delle frasi di fuoco twittate da Federica subito dopo l’esclusione: «Non ho parole, sono “incazzata” nera: non si può stare fuori da una finale così importante per non aver fatto le giuste valutazioni. Comunque brave le ragazze». Un finale più temperato che non basta a delimitare il senso di queste affermazioni d’istinto, d’impatto, durissime della fuoriclasse. Non è la prima volta che Fede anche per troppo attaccamento e orgoglio poi si scagli furibonda contro tutti davanti ad una delusione così forte. E non è la prima volta che all’Italia succeda un episodio simile: proprio ai Mondiali in vasca lunga a Montreal 2005, sempre con Federica a riposo, le azzurre Cuppone, Zoccari, Ricciardi e Spagnolo rimasero fuori dal Canada col nono tempo in 8’09”14.
Sopra, Federica Pellegrini, 26 Sotto, da sinistra, Diletta Carli, Chiara Masini Luccetti e Alice Mizzau, tre delle quattro frazioniste della batteria del mattino INSIDE
Masini Luccetti sembrava aver lanciato la 4x200 che avrebbe dovuto tirare al massimo e avrebbe potuto centrare anche senza Fede il record italiano fermo a Istanbul 2012 in 7’46”01: soltanto migliorando quel crono e non il 7’47”61 cui hanno contribuito Alice Mizzau (1’56”38) e in ultima Stefania Pirozzi (1’56”09), reduce dai 200 farfalla, l’Italia avrebbe potuto prendersi la finale. «Peccato, ma in vasca corta siamo indietro, siamo dispiaciute tutte. Le parole di Fede? Non dico niente, sì è vero potevamo arrivarci più facilmente in finale, anche se avessi buttato giù mezzo secondo, non sarebbe bastato. Ma ormai la frittata è fatta». La Carli esaurisce le lacrime e torna in hotel insieme alla compagna di allenamenti Pirozzi, la rasse-
gnazione ormai va oltre la rabbia. E la preoccupazione del c.t. azzurro è il contraccolpo sul morale del gruppo: «Sì, l’1’59” di Diletta è inspiegabile, ha provato ad aumentare le frequenze ma non ci è riuscita, sarà stato un momento di poca lucidità, sarà qualche problema fisico e forse ha bisogno di riposo, ma sarebbe bastato l’1’58” di Massarossa fatto in pieno carico e oggi saremmo dentro. Lei dava garanzie ed è stata determinante la sua controprestazione. Se avessi avuto la certezza che stava così avrei proposto a Fede di nuotare in batteria. Idem se me l’avesse detto lei, ma era tutto concordato con Fede già martedì, con lei si facevano i piani per la finale. E’ una delusione clamorosa, ma successe anche a Montreal una situazione simile: non è che mi faccia meno male adesso. Non posso mettere in croce una ragazza del ‘96 le cui qualità non posso mettere in discussione per una controprestazione: lei s’è presa tutta la responsabilità». MINACCIA OLANDESE C’è un’altra reazione di Fede che fece molto discutere a Roma nel 2009 per i Mondiali in vasca lunga: perché secondo lei non davano tutto quello che avevano dentro. Una staffetta che doveva dare dei segnali a Fede anche in chiave gara individuale: la svedese Sjoestrom in quarta frazione, non è andata oltre l’1’55”14, la russa Popova in prima oltre l’1’54”09 e l’americana Vreeland oltre l’1’54”65, l’australiana Kilye Palmer in ultima è da 1’53”27 e l’ungherese Hosszu che non si stanca mai è da 1’53”13. Così arriva dall’Olanda d’oro col record mondiale di 7’32”85 il vero pericolo per l’azzurra: Femke Heemskerk ha nuotato lanciato in 1’51”22, mentre la nuova ninfa di Philippe Lucas, Sharon Van Rowendaal ha chiuso in 1’52”73. Pericoli dopo il flop, e il fiele. Si fa festa, solo di domenica?
LANCIO Eppure l’1’55”93 di Chiara
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LE ALTRE GARE
Maledizione 4x100 sl Orsi non basta, è quarta DOHA
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l legno dei velocisti nella giornata nera degli azzurri. Come a Dubai: la staffetta veloce è da record italiano, ma resta senza medaglia. C’era anche Leonardi, nel frattempo diventato bronzo europeo dei 100 sl, nel quartetto che scende dal podio d’argento di due anni fa e lascia l’Hamad Acquatic Center senza neanche il bronzo. Ci sono globalmente 21 centesimi di differenza tra gli Usa di Shields e Lochte, ancora col fiatone ma per dirla con il Bomber Orsi «ancora caldi» e scatenati per raccogliere e lasciarci tutto l’agro del mondo. Se gli Usa non stanno facendo
sfracelli, l’Italia s’aggrappa a questo quarto posto della 4x100 sl, al quinto posto di una ritrovata Alessia Polieri nei 200 farfalla, e a null’altro, di sera. Si perde pure Fabio Scozzoli, la punta di ritorno che due anni dopo vede il mondo alla rovescia, da dietro: per riprendere i grandi e scoprire, detentore uscente dei 100 rana, che nessuno aspetta più: come Adam Peaty, autore di un 56”43 mai nuotato ai Mondiali in corta: il romagnolo 13° in 57”74, incassa, incredulo. FRUSTRAZIONE Nella frustrazione degli staffettisti e di mister rana c’è il compendio di un’Italia che non può più pensare di essere ancora agli Europei di Berlino ma
deve cercare di accelerare anche se più di spremersi così, uno come Magnini non può. Già sfortunato per appena 4 centesimi di troppo rispetto a Lochte, che gli aveva negato la gioia di una finale nei 200 sl (poi vinti dall’uragano Le Clos in 1’41”45, il nono crono della storia), il trentaduenne pesarese si tuffa con la staffetta lasciata virtualmente terza da Leonardi (46”87) ma paga pegno a Tom Shields (46”02/46”36). Dopo un poderoso e mai visto Marco Orsi con stacco al centesimo e un 45”39 da sballo che rilevava il Dotto d’apertura (47”17), Filippo faceva ricorso a tutto il suo mestiere, non abbastanza per tenerci dietro gli Usa come succede raramente: «C’è sempre un ramma-
rico, peccato, il record (3’05”79, ndr) non ci consola». E’ Orsi ad animare il gruppo: «Prima o poi ci riprenderemo tutto, magari quando conterà di più». La Francia di uno stratosferico Manaudou (44”80) scopre anche Mignon e Metella in attesa di Agnel e trionfa in 3’03”78 bruciando di 40/100 la Russia di Morozov (45”51 allo stacco) e del «casertano» Fesikov. IL MURO DI MIREIA Due duelli appassionanti e da record: entrambi regolati da Mireia Belmonte, macchina col sorriso, sull’incessante magiara Katinka Hosszu che in questa vasca aveva in agosto frantumato il mondiale dei 400 misti e qui lo consegna alla catalana insuperabile. Niente, rispetto a quanto aveva fatto 40 minuti prima nei 200 farfalla nei quali rompeva il muro dei 2 minuti per una donna ed un record stavolta strappato alla cinese Liu Zige con superbody. Sublime. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Filippo Magnini, 32 anni LAPRESSE
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LA GUIDA E’ anche dorso amaro e delfino amaro per l’Italia: Arianna Barbieri raggiunge la semifinale dei 100 ma si peggiora di sera e resta inchiodata al 16° posto. Nella prova maschile, Simone Sabbioni nuota il 4° crono italiano di sempre in 51”65 ma è solo 18° in batteria davanti a Niccolò Bonacchi. Debutto-shock assoluto (causa emozione) per Arianna Castiglioni, nei 50 rana, e per Ambra Esposito sempre nel dorso, mentre Matteo Rivolta resta nel tunnel dei 100 farfalla prenotati da Le Clos, che intanto si prende i 200 sl. RISULTATI (1a giornata, 25 metri). Finali. Uomini. 200 sl: 1. Le Clos (Saf) 1’41”45; 2. Izotov (Rus) 1’41”67; 3. Lochte (Usa) 1’42”09; 4. Kozma (Ung) 1’42”25; 5. Bernek (Ung) 1’42”44; 6. Sjepanovic (Ser) 1’42”48; 9. MAGNINI 1’43”01 (24”14, 50”50, 1’16”87); 11. D’ARRIGO 1’43”31 (24”59, 50”27, 1’16”48, 2° t.ital. all time, rec. it. cadetti). 4x100 sl: 1. Francia 3’03”78 (rec. camp., Mignon 47”05, Gilot 46”13, Manaudou 44”80, Metella 45”80); 2. Russia 3’04”18 (Morozov 45”51, Fesikov 46”01, Izotov 45”79, Polishchuk 46”87); 3. Usa 3’05”58 (Feigen 47”41, Grevers 46”13, Lochte 46”02, Shields 46”02); 4. Italia 3’05”79 (rec. ital., prec. 3’06”56 del 15-12-2010 a Dubai, Dotto 47”17, Orsi 45”39, Leonardi 46”87, Magnini 46”36); 5. Australia 3’06”48. Donne. 200 farf.: 1. Belmonte (Spa) 1’59”61 (rec. mond., prec. 2’00”78, Liu Zige, Cina, del 15-1195, record europeo 2’01”52 del 12-12-2013 a Herning, 27”75, 58”24, 1’28”96); 2. Hosszu (Ung) 2’01”12 (26”97, 57”39, 1’28”40); 3. Hentke (Ger) 2’03”89; 4. Zhang Yufei (Cina) 2’04”91; 5. POLIERI 2’05”52 (1’01”25, p., 2° t. ital.alltime); batt.: 11. PIROZZI 2’06”42. 400 mx: 1. Belmonte (Spa) 4019”86 (rec. mond. ed eur., prec. Hosszu 4’20”83 del 28-8 a Doha); 2. Hosszu (Ung) 4’22”94; 3. Miley (Gb) 4’24”74; 4. Beisel (Usa) 4’25”56; 6. Miho (Gia) 4’27”61; 6. Leverenz (Usa) 4’28”74. 4x200 sl: 1. Olanda 7’32”85 (rec. mond., prec. 7’35”94 Cina del 1512-2010 a Dubai, rec. europeo prec. 7’38”33 Francia del 12-122012 a Istanbul, Dekker 1’54”73, Heemskerk 1’51”22, Kromowidjojo 1’54”17, Van Rouwendaal 1’52”73); 9. ITALIA 7’47”61 (Masini Luccetti 1’55”93 p., Mizzau 1’56”38, Carli 1’59”21, Pirozzi 1’56”09). Semifinali. Uomini. 100 dorso: 1. Larkin (Aus) 49”62; 2. Guido (Bra) 50”12; 3. Irie (Gia) 50”16, 4. Grevers (Usa) 50”26; batt.: 18. Sabbioni 51”56 (4° t. ital.alltime), 19. Bonacchi 51”65. 100 rana: 1. Peaty (Gb) 56”43 (rec.cam.); 2. Prigoda (Rus) 56”93; 3. Yasuhiro (Gia) 57”06; 5. Van der Burgh (Saf) 57”18; 13. Scozzoli 57”74; batt.: 18. Toniato 58”69 (7° t. ital. allitme,p.). 100 farf.: 1. Le Clos (Saf) 49”25, 2. D’Orsogna (Aus) 49”69; 3. Shields (Usa) 49”91; 6. Lochte (Usa) 50”09; 25. Rivolta 51”73. Donne, 100 dorso: 1. Zevina (Ucr) 56”23; 2. Seebohm (Aus) 56”32; 3. Hosszu (Ung) 56”65; 16. Barbieri 58”50 (batt. 58”26); batt.: 51. Esposito 1’02”53. 50 rana: 1. Meilutyte (Lit) 28”81 (rec. cam.); 2. Atksinson (Giam) 28”99; 3. Nijhuis (Ola) 29”69; 33. Castiglioni 31”52. OGGI (batterie ore 7.30, semif. e finali 16 italiane, dirette Rai Sport 1 e 2 ed Eurosport): 4x50 mx U (Italia), 100 sl D (Ferraioli, Galizi), 400 mx U (Turrini, Pelizzari), 50 farf. D (Bianchi, Di Pietro), 50 sl U (Orsi, Dotto), 100 mx D (Polieri), 4x200 sl U (Di Fabio, Belotti, D’Arrigo, Detti), 4x50 mx U/D (Italia), 800 sl D. Finali: 4x50 mx U, 400 mx U, 50 rana D, 100 dorso U, 100 dorso D, 100 rana U, 100 farf. U, 800 sl D, 4x200 sl U, 4x50 mx U/D. SUN YANG RESPINTO (al.f.) Dopo la sospensione per doping annunciata con mesi di ritardo dalla Cina, l’Australia e il coach Dennis Cotterell hanno chiuso definitivamente le porte a Sun Yang che nei mesi scorsi si è allenato a Miami (Aus) con il mentore di Hackett. AMERICANI (al.f.) Nella notte italiana a Greensboro (Usa) sono iniziati i campionati americani invernali: al via i campioni olimpici Adrian e Ledecky. BROWN LASCIA (al.f.) Lo stileliberista britannico Adam Brown, campione del Commonwealth, si ritira a 25 anni. Completerà gli studi negli Usa prima di iniziare ad allenare.
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I FENOMENI
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CONTENUTO PREMIUM Lindsey Vonn, 30 anni, olimpionica di discesa e medaglia di bronzo in supergigante ai Giochi di Vancouver 2010 AFP,
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Sportweek ...E SABATO C’È TINA MAZE IN EDICOLA ● Intervista in musica con Tina Maze. Sul prossimo Sportweek la slovena rivela le motivazioni che potrebbero portarla presto al ritiro e parla di carriera, amore, futuro e figli. Per ogni argomento una canzone.
«AMO TIGER, SONO PIU’ FORTE E ME NE FREGO DEGLI ALTRI» LA NOTIZIA: L’OLIMPIONICA TORNA IN PISTA DOPO QUASI DUE ANNI Il grande rientro sarà domani, nella prima discesa dell’anno, quella di Lake Louise dove ha vinto 14 volte, più di chiunque altro, maschi compresi. Intanto, però, fra ieri e martedì, Lindsey Vonn ha potuto riassaporare l’atmosfera della Coppa del Mondo nelle due prove cronometrate che hanno rotto il «digiuno» dopo 346 giorni di inattività. Contratta nella prima, in cui ha chiuso 18a con un ritardo di 1”82 dalla norvegese Sejersted; meglio nella seconda in cui si è classificata 8a a 1”62 dalla rivale slovena Tina Maze. RACCONTO di MASSIMO LOPES PEGNA INVIATO A BEAVER CREEK (USA)
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ieccola, Lindsey Vonn. Chi dubitava, è servito. La più decorata sciatrice d’America (più dei maschi) è tornata dopo quasi due anni di assenza per infortunio, a parte un rientro troppo affrettato e da fuori di testa esattamente un anno fa. E’ successo martedì, nella prima prova cronometrata della discesa di Lake Louise, la sua pista, quella che ha espugnato 14 volte (impresa mai centrata da nessuno sullo stesso percorso). Il sorriso era più radioso del solito, come spiegava a chi, a fondo valle, aspettava come Vangelo il suo primo verdetto. Diceva: «Mentre scendevo giù, non riuscivo a smettere di pensare a quanto ero felice. Sono pronta per gareggiare. GLI INFORTUNI Mi sento fisica- Ai Mondiali di mente persino più forte di pri- Schladming 2013 cade ma: forte e velo- in superG: rottura ce». Però, avver- del crociato destro tiva tutti di essere cambiata, più A novembre cade in rilassata, forse maturata. Rac- allenamento a Copper contava: «Non Mountain, si rompe di sono più preoc- nuovo e salta Sochi cupata dalle aspettative che la gente ripone e ha sempre riposto in me. Sono concentrata sul mio recupero, senza fretta. So che ci vorrà tempo per raggiungere la forma dei giorni migliori. E questo mi dà serenità». Poi, aggiungeva: «Gli ultimi due anni sono stati emotivamente difficili: un divorzio, gli infortuni e la nuova storia d’amore: davvero ho imparato a fregarmene di ciò che gli altri pen-
sano di me». Mai banale, Lindsey. Che in questi lunghi mesi ha collezionato decine di inviti come ospite in tv, copertine di magazine modaioli e si è trovata spesso pedinata da quelli di Tmz, il sito dei gossip, dopo l’ufficializzazione della sua relazione con il fenomeno del golf, Tiger Woods. E per strani intrecci del destino, ora anche Tiger tornerà a giocare in questi giorni, dopo un lungo infortunio. Prima di riavere pace affettiva, Lindsey aveva dovuto affrontare il doloroso divorzio (gennaio 2013) da Thomas Vonn, di cui inspiegabilmente porta tuttora il cognome. Era il suo allenatore e la loro separazione venne sancita pubblicamente nel novembre 2011, quando trapelò la notizia che lui, per gelosia, le aveva sabotato gli scarponi prima di una gara.
ming, durante il superG. Una diagnosi impietosa: rottura del legamento crociato e collaterale e frattura del piatto tibiale del ginocchio destro. Tempi di recupero lunghissimi e tanta incertezza. Non per Lindsey. Ci aveva dato dentro in palestra facendo gli straordinari. Alla sua maniera: tosta e infaticabile. A ottobre aveva rimesso gli sci: troppo presto, aveva obiettato qualcuno. Il 19 novembre 2013 era ruzzolata durante un allenamento a Copper Mountain, a un passo da casa sua. Il legamento si era allentato, ma Lindsey si era ostinata ad andare avanti con un ginocchio solo, pur di non deludere se stessa e gli sponsor e non saltare l’Olimpiade. «Le ho guardate in tv, ma è stato difficilissimo», ha raccontato a Usa Today.
SENZA FRETTA Ora dice che quell’errore non lo vuole più ripetere. «Senza fretta. Non come l’anno passato quando avevo ricominciato e volevo andare sempre a tutta. Non sarebbe una cosa intelligente: adesso l’ho capito». Ma anche dopo il secondo k.o., non aveva mai spento il sorriso da inguaribile ottimista, neppure quando era nel buio pesto di quel tunnel lunghissimo, senza sapere se sarebbe sbucata dall’altra parte. Figuriamoci adesso che si sente guarita e in forze. Ha già fatto la lista della spesa, insomma degli obiettivi che vorrebbe raggiungere. In stretto ordine cronologico: superare il record assoluto di vittorie in Coppa del Mondo (62) dell’austriaca Moser-Proell (lei è ferma a 59 dall’ultimo trionfo in gigante, Maribor 26 gennaio 2013), mettersi al collo qualche altra medaglia al Mondiale di Beaver Creek, praticamente casa sua, e, perché no, puntare al secondo oro olimpico, nel 2018 in Corea del Sud. Dice: «E’ la cosa a cui tengo di più: avere un’altra chance ai Giochi. A Salt Lake City, Torino e Vancouver ero ancora immatura e non me li sono goduti».
E oggi torna anche Woods dopo tre mesi di stop ● Dopo tre mesi di riposo forzato torna in campo anche Tiger Woods (nella foto sotto con Lindsay Vonn) nell’Hero World Challenge a Windermere in Florida. In campo i migliori al mondo, tranne il n.1 McIlroy. Woods, che si è imposto 5 volte in 15 edizioni dell’evento da lui organizzato, ha lasciato il coach Sean Foley per affidarsi a Chris Como: «Il mio swing - ha detto - è nuovo, ma ricalca quello vecchio. Da junior tiravo la palla con grande potenza. Stiamo cercando di ottenere quel tipo di colpo e siamo al primo test».
19 anni, oltre a un titolo olimpico e mondiale e due coppette di slalom, ha già vinto 10 gare di Coppa, mentre alla sua età la Vonn, che allora si chiamava ancora Lindsey Kildow, aveva centrato appena un successo. «Nella prima stagione le ho offerto aiuto, ma lei ha declinato. Le ho detto che le mie porte erano aperte: non hai mai bussato. Ci sono rimasta male? Ma no, è solo molto giovane». Forse si è offesa. E anche per questo sogna la gloria dei tempi andati. Lake Louise ormai lo chiamano «Lake Lindsey» in onore dei suoi trionfi. «Senza fretta», ripete lei. Ma dentro di se freme dalla voglia di andare veloce. Più veloce di tutte.
I soccorsi di Schladming 2013: l’inizio del calvario
DA BATTERE Soprattutto, vorrebbe continuare a essere Lindsey Vonn, la donna da battere. Perché un po’ soffre l’incalzare della giovanissima connazionale, la peperina, Mikaela Shiffrin: a
INFORTUNI Non sciava dal 21 dicembre 2013, Lindsey, quando non riuscì a completare la discesa di Val d’Isere. Le era nuovamente saltato il ginocchio. Poche settimane dopo si arrendeva all’evidenza: invece che all’Olimpiade di Sochi, sarebbe andata in sala operatoria per il secondo intervento chirurgico. Il primo crac se l’era procurato il 5 febbraio 2013, al Mondiale di Schlad-
«NON SONO PIÙ PREOCCUPATA DALLE ASPETTATIVE CHE LA GENTE HA SEMPRE RIPOSTO IN ME. SONO CONCENTRATA SUL MIO RECUPERO, SENZA FRETTA»
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Pallavolo R Champions League: terza giornata
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Grozer lascia di stucco Macerata
A-1 DONNE: 7ª GIORNATA CLASSIFICA Novara 20; Modena 18; Piacenza 15; Casalmaggiore, Conegliano 14; Bergamo 13; Busto Arsizio 11; Montichiari 8; Scandicci 6; Firenze 4; Forlì 3; Urbino 0. PROSSIMO TURNO (domenica 7); Piacenza-Firenze (sabato 6); ForlìConegliano; Bergamo-Busto Arsizio (sabato 6); Modena-Novara; Urbino-Casalmaggiore; Scandicci-Montichiari
1Il tedesco trascina il Belgorod MACERATA
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iù il cappello davanti ai campioni. La Lube si illude, lotta con orgoglio ma alla fine deve arrendersi alla potenza ed alla classe di un Belgorod dal motore diesel. Una partenza lenta, condita anche di tanti errori nel set d’apertura (12) che avevano acceso la speranza del Fontescodella di riuscire nell’impresa di fermare gli invincibili. Che, invece, col passare dei minuti sono cresciuti esponenzialmente al servizio ed in attacco, trascinati di monumentali Tetyukin (58% in attacco) e Muserskiy (71% e 3 muri) sotto la regia di Dragan Travica. Omaggiato dal suo vecchio pubblico, cui regalò anche uno scudetto nel 2012, e dalla sua famiglia presente quasi al completo nelle Marche con mamma, sorella e nipotina in tribuna. Giuliani ha provato a giocarsela dall’inizio preferendo Kurek a Kovar, ha perso per infortunio Fei e, sotto 2-1 quando la gara sembrava indi-
MACERATA
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BELGOROD
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(25-22, 23-25, 19-25, 23-25) LUBE MACERATA Parodi 9, Podrascanin 5, Baranowicz, Kurek 13, Stankovic 7, Sabbi 16; Henno (L), Fei, Monopoli, Kovar 8. N.e. Paparoni (L), Shumov. All. Giuliani. BELGORIE BELGOROD: Khtey 5, Muserskiy 14, Grozer 17, Tetyukhin 16, Smolyar 6, Travica 6, Bragin (L), Safonov, Kalandadze 1, Bagrey Ilinykh 2, Kosarev. All. Kolcins. ARBITRI Ormonde (Por) e Kolarevis (Ser). NOTE Spettatori 2067, incasso di 8830 euro. Durata set: 26’, 28’, 27’, 30’ totale 111’. Lube: b.s. 25, v. 6, m. 9, s.l. 12, e. 30. Belgorod: b.s. 23, v. 7, m. 10, 2L. 14, e. 31.
rizzata verso Belgorod ha rilanciato in campo Kurek per Parodi riaccendendo la luce della sua squadra che si era spenta. Macerata è stata capace di assaporare il tie-break per conquistare almeno un punto che sarebbe stato preziosissimo. GROZER MOSTRUOSO Ma non aveva fatto i conti con Grozer: andato in battuta con la Lube avanti 21-15 l’opposto tedesco ha sfracellato la ricezione maceratese rovesciando una partita che appariva destinata al tiebreak. Lasciando tanto amaro in bocca ai marchigiani. «In una gara di alto livello mai dare nulla per scontato –ha detto Dragan Travica- e noi siamo stati bravi ad averci creduto sempre e fortissimamente. Abbiamo dei vecchietti in squadra che si devono gestire ma sono grandi campioni e lo hanno dimostrato anche stavolta. Nel quarto set siamo stati assolutamente perfetti nel finale a non sbagliare nulla ed abbiamo conquistato punti importanti, anche perché ora ci concentreremo sulla coppa di Russia». La Lube si era illusa in un primo set ricco di errori (12) degli avversari ma col passare del tempo la potenza degli avversari al servizio abbinata a qualche errore di troppo dei marchigiani nel decisivo quarto set hanno fatto il resto. Nella Lube si sono salvati Kovar e soprattutto i centrali che per lungo tempo sono state le uniche bocche di fuoco. «Dopo un quarto set del genere resta una brutta sensazione –ha ribadito Giuliani-. Loro hanno indovinato una serie in battuta impressionante, mentre noi abbiamo fatto qualche nefandezza in attacco che ci ha penalizzato. Peccato perché fare punti sarebbe stato importante. Ma le gare che non dovremo fallire assolutamente sono quelle con Fenerbhace e Parigi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SCANDICCI
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LA GUIDA Bernardi vince Stasera Piacenza in casa con Lugano (a.a.) L’Halkbank Ankara di Lorenzo Bernardi (Caponeri 2°, Giolito prep., Contrario stat.) e Osmany Juantorena espugna Tours e si porta a due punti da Perugia. GIRONE A: oggi 20.30 Copra Piacenza-Lugano (Sui), Costanza (Rom)-Roeselare (Bel). Classifica: Costanza, Roeselare 5; Piacenza 2; Lugano 0. GIRONE E: Macerata-Belgorod (Rus) 1-3, Fenerbahce Istanbul (Tur)-Parigi (Fra) 3-2 (23-25, 23-25, 25-22, 25-22, 16-14). Classifica: Belgorod 9; Macerata, Fenerbahce 4; Parigi 1. GIRONE G: Maaseik (Bel)-Sir
Safety Perugia 0-3, Tours (Fra)Halkbank Ankara (Tur) 1-3 (22-25, 26-24, 20-25, 17-25). Classifica: Perugia 8; Halkbank 6; Maaseik, Tours 2. Formula le prime e le migliori sei seconde agli ottavi (le migliori quattro eliminate alla Cev Cup). Tribunale chiede condanna a tre mesi per Ngapeth Il Tribunale di Montpellier ha chiesto una condanna a tre mesi per lo schiacciatore di Modena e della nazionale francese Earvin Ngapeth. Convocato quattro volte dallo stesso tribunale, Ngapeth non si è mai presentato. E’ accusato di aver partecipato ad una rissa fuori da una discoteca lo scorso 12 agosto quando era a Montpellier in ritiro con la nazionale. «A quella rissa ho solo assistito», ha scritto Ngapeth su Facebook.
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URBINO
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(25-15, 25-16, 21-25, 25-20)
IGOR GORGONZOLA NOVARA Hill 14, Chirichella 4, Barun 14, Klineman 14, Bonifacio 6, Signorile 1; Sansonna (L), Zanette, Kim, Alberti. N.e. Partenio, Guiggi. All. Pedullà.
REBECCHI PIACENZA Leggeri 8, Van Hecke 24, Angeloni 5, Wilson 7, Dirickx 4, Sorokaite 18; Carocci (L), Vargas 9, Caracuta, Di Iulio, Valeriano 1. N.e. Brussa e Poggi (L). All. Chiappini
ARBITRI: Simbari, Pristerà. NOTE Spettatori 1500. Durata set: 22’, 22’, 25’. tot. 69’. Igor: battute sbagliate 12, vincenti 4, muri 5, errori 6. Savino Del Bene: b.s. 4, v. 3, m. 3, e. 14. T. Gazzetta: 6 Hill, 5 Barun, 4 Klineman, 3 Lipicer, 2 Sansonna, 1 Ruzzini. (a.cri.)
Georg Grozer a muro si oppone a Bartosz Kurek SPALVIERI/LUBE
PIACENZA
(25-15, 25-18, 25-18)
SAVINO DEL BENE SCANDICCI Muresan 7, Vanzurova 4, Stufi 4, Vincourova 1, Lipicer Samec 8, Garzaro 5; Ruzzini (L), Astarita, Perinelli 3, Scacchetti, Menghi. N.e.: Lussana. All. Bellano.
e nega alla Lube anche il tiebreak Mauro Giustozzi
NOVARA
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ROBUR TIBONI URBINO Lestini 16, Leggs 11, Spelman 9, Santini 3, Walker 1, Agostinetto; Bruno (L), Richey 1, Zecchin 1, Vujko 1, Fresco 8. Ne: Giacomel (L). All. Micoli ARBITRI: Zanussi e Sessolo NOTE Spettatori 2000, incasso 7000. Durata set: 20’, 23’, 27’, 28’; tot. 98’. Rebecchi: b.s. 12, v. 7, m. 14, s.l. 3, e. 25. Robur: b.s. 11, v. 4, m. 8, s.l. 4, e. 20. Trofeo Gazzetta: 6 Van Hecke, 5 Lestini, 4 Sorokaite, 3 Leggeri, 2 Leggs, 1 Dirickx. (m.mar.)
BUSTO
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FORLI’
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(25-18, 29-27, 25-16)
(25-19, 16-25, 25-17, 25-14)
LIU-JO MODENA Piccinini 9, Folie 6, Fabris 18, Rosseaux 16, Heyrman 8, Rondon 2; Arcangeli (L), Ikic, Maruotti. N.e. Kostic, Muri, Petrachi (L), Crisanti; All. Beltrami.
UNENDO BUSTO ARSIZIO Wolosz 6, Havelkova 8, Michel 9, Diouf 25, Marcon 4, Lyubushkina 13; Leonardi (L). Degradi 1, Rania, Camera. N.e. Perry, Pisani. Allenatore: Parisi.
FOPPAPEDRETTI BERGAMO Paggi 6, Mori 1, Sylla 12, Melandri 6, Plak 10, Mambelli 6; Mel (L), n.e. Deesing, Loda, Tagliaferri, Radecka Sadurek; all.: Lavarini.
VOLLEY 2002 FORLI’ Aguero 8, Neriotti 8, Koleva 24, Ventura 4, Nazarenko 4, Stoltenborg 6; Cardullo (l). Lancellotti, Guasti. N.E. Ceron, Rossi, Ferrara, Prsa. All. Marone.
ARBITRI: Frapiccini e Puletti NOTE Spettatori 1.500. Durata set: 22’, ,31’, 2,1’; tot. 74’. Lio-Jo: b.s 9, v. 3, m. 7, s.l. 8, e. 20. Foppapedretti: b.s. 9, v. 0, m. 8, s.l. 3, e. 20. Trofeo Gazzetta: Rosseaux 6, Fabris 5, Piccinini 4, Sylla 3, Arcangeli 2, Merlo 1. (p.r.)
ARBITRI: Cappello e Chimento NOTE Spett. 2523, incasso: 14.837. D.s.: 24’, 24’, 25’, 22’; tot 95’. Unendo: b.s. 10, v. 4, m. 18, s.l. 6, e. 12. Volley 2002: b.s. 10, v. 3, m. 8, 2a l. 3, e. 21. T.Gazzetta: 6 Diouf, 5 Koleva, 4 Lyubushkina, 3 Michel, 2 Neriotti, 1 Leonardi. (m.b.l.)
CONEGLIANO
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CASALMAGG.
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(25-17, 25-23, 31-29)
(13-25, 25-18, 15-25, 25-27)
IMOCO CONEGLIANO Adams 6, Glass 5, Barcellini 9, Barazza 6, Nikolova 21, Ozsoy 17; De Gennaro (L). Arimattei. N.e.: Vasilantonaki, Boscoscuro, Fiorin, Nicoletti, Furlan, Katic. All. Negro.
IL BISONTE FIRENZE Caloni 13, Turlea 15, Negrini 9, Mastrodicasa 2, Petrucci 5, Liliom 7; Parrocchiale (L), Pietrelli 4, Bertone 6, Vingaretti. N.e. Poggi, Pascucci, Savelli (L). All. Vannini.
POMI’ CASALMAGGIORE Bianchini 10, Tirozzi 10, Stevanovic 11, Skorupa, Ortolani 6, Gibbermeyer 7; Siressi (L). Gennari 2, Zago 3, Agrifoglio 1. N.e.: Quiligotti, Klimovich. All. Mazzanti.
METALLEGHE MONTICHIARI Dalia 3, Brinker 7, Olivotto 11, Tomsia 22, Vindevoghel 12, Gioli 11; Ghilardi (L), Sacomani. N.e. Alberti, Mingardi, Milani, Zampedri. All. Barbieri.
ARBITRI: Gnani e Satanassi NOTE Spett. 2.200. D.s.: 23’, 26’, 33’: tot. 82’. Imoco: b.s. 5, v. 2, m. 12, s.l. 8, e. 19. Pomì: b.s. 10, v. 3, m. 3, s.l. 4, e. 17. T. Gazzetta: 6 Nikolova, 5 Ozsoy, 4 Stevanovic, 3 De Gennaro, 2 Tirozzi, 1 Stevanovic. (a.r.)
ARBITRI: Goitre – Pozzi. NOTE Spettatori 700. Durata set: 21’, 24’, 22’, 32’; tot. 99’. Il Bisonte: b.s. 7, v. 0, m. 8, e, 29. Metalleghe: b.s. 9, v. 2, m. 16, e. 17. T. Gazzetta: 6 Tomsia, 5 Olivotto, 4. Calloni, 3 Gioli, 2 Vindevoghel, 1 Turlea
L’evento R Presentate le manifestazioni 2015
Color Run e gran fondo ciclistiche Lo sport Rcs sempre più divertente Simone Battaggia MILANO
C’
è sempre più gente, in tutto il mondo, che allo sport tradizionale preferisce una corsa in mezzo al fango e tra ostacoli di ogni tipo, oppure una sgambata per le vie della città tra la musica e i colori. Gente che magari si iscrive a una maratona, ma in squadra con tre amici, e non guarda tanto al tempo ma al divertimento di una mattinata in compagnia e si accontenta della sottile soddisfazione di
arrivare prima di un gruppetto di colleghi. Ieri sera a Milano, Rcs Sport ha presentato «Be In 2015», il programma degli eventi di massa destinati a questo pubblico, sempre più vasto. PROGRAMMA POTENZIATO Nel 2014, il solo circuito della Color Run in Italia ha attratto 60.000 persone (il 70% di sesso femminile) in sei tappe. Quest’anno si punta alle 80.000. Confermato l’evento finale di Milano (il sogno è aprirlo a 25.000 iscritti), ci saranno due tappe in più, tutte in località tu-
La Color Run nel 2015 passerà da sei a otto tappe, finale a Milano
ristiche. Raddoppia l’Electric Run, la corsa in notturna tra musica e luci, che quest’anno ha debuttato a Torino. Nel 2015 sarà estesa anche a Milano, per due eventi previsti a marzo e a settembre. La Strongman Run, poi, diventa addirittura un circuito. La giornata clou sarà quella ormai tradizionale di Rovereto (quinta edizione), una 20 km per podisti d’assalto, ma a essa si affiancheranno altre tre gare, di lunghezza ridotta, nelle quali ci sarà la possibilità di qualificarsi per l’evento finale in Trentino. Una di esse si disputerà sul percorso della Cinque Mulini, lo storico cross di San Vittore Olona, il 6 giugno. Lombardia protagonista anche per gli amanti delle due ruote: il 17 maggio, la Gran Fondo partirà da Pinzolo e arriverà all’Aprica, sul tracciato di una delle tappe del Giro d’Ita-
lia. Due i percorsi da scegliere: per i più coraggiosi ci sarà anche la possibilità di scalare il Mortirolo. E poi c’è la Milano Marathon del 12 aprile, con l’ormai tradizionale staffetta. «Stiamo studiando anche altri format spiega Andrea Trabuio, responsabile Mass Event -, già esistenti in giro per il mondo ma anche totalmente nuovi. La gente ha voglia di partecipare, di condividere esperienze». MERCATO ESTERO Il direttore generale di Rcs Sport, Paolo Bellino, spiega la filosofia del progetto. «Crediamo negli eventi di massa. C’è grande richiesta di sport inteso come ricerca del benessere fisico e intrattenimento. I format sono molto attraenti e hanno un valore turistico. Attraggono anche gli stranieri». © RIPRODUZIONE RISERVATA
GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE PALLANUOTO
Brescia e Recco travolgenti nella giornata dei derby
N
ella 7a giornata di A-1, all’insegna dei derby, non tradiscono le capolista Brescia e Pro Recco. E domani, nell’anticipo, c’è la rivincita scudetto.
1SPORT MOVIES E TV Da domani a lunedì, a Palazzo Giureconsulti a Milano (Piazza
Mercanti 2), «Sport Movies & Tv 2014 - 32° Milano International Ficts», finale di 14 Festival del World Challenge. In programma 150 proiezioni (ingresso gratuito) di 55 Paesi e 50 discipline.
RUGBY
«Coppa Mondo 2023 L’Italia si candiderà all’organizzazione» 1Il presidente Fir Gavazzi: «C’è accordo con il Coni e l’ok della presidenza del Consiglio»
COMO-BRESCIA 3-9 (0-2, 0-2, 1-2, 2-3) Como: Oliva, Foti, Krizman, Susak, Busilacchi, Ferraris, Milakovic 1, Jelaca, Pellegatta, E.Pagani, Gaffuri 2, Cantaluppi, Garancini. All. Stritof. Brescia: Del Lungo, Bruni 1, C.Presciutti, F.Pagani, Molina 2 (1 rig.), Rizzo, Giorgi, Nora 1, N.Presciutti2, Bodegas, D.Fiorentini, Napolitano 3, Dian. All. Bovo. Arbitri: Collantoni e Pascucci. Note: sup. num. Como 8 (3 gol), Brescia 9 (5). (si.cle.) PRO RECCO-SAVONA 14-5 (4-0, 3-1, 3-0, 5-4) Pro Recco: Tempesti, F.Lapenna 2, Prlainovic 4, F.Di Fulvio, Felugo 1, A.Fondelli 3, A.Ivovic 1; Figlioli 3, Giacoppo, Figari, N.Gitto, Bassani 1, Pastorino. All. Milanovic. Carisa Savona: Antona, Alesiani 2, Damonte 1, L.Bianco, Pesenti 1, G. Bianco, G.Fiorentini; Nicche, Agostini, Tomasic, Colombo, Fulcheris 1, Missiroli. All. Angelini. Arbitri: Pinato e Taccini. Note: sup. num. Pro Recco 8 (5), Savona 6 (2). (i.v.) ACQUACHIARA-POSILLIPO 10-6 (1-1, 2-1, 3-2, 4-2) Carpisa Yamamay Acquachiara: Caprani, Perez, Rossi, Paskvalin, Scotti Galletta 1, Petkovic 3 (2 rig.), Lanzoni 2, Marziali, S.Luongo 2, Valentino 2, Astarita, M.Gitto. N.e. Lamoglia. All. De Crescenzo. Posillipo: Caruso, Dolce, Foglio 1, Klikovac, Radovic 2, Renzuto, Gallo 1 rig., E.Russo, Bertoli, Saccoia 2. N.e. Nina, Mauro, Pirone. All. Cufino. Arbitri: Brasiliano e Colombo. Note: sup. num. Acquachiara 8 (5 gol), Posillipo 11 (1). Esp. per proteste Gallo 25’19’’. (f.nap.) S.MANAGEMENT-BOGLIASCO 13-8 (2-2, 3-1, 6-4, 2-1) Bpm Sport Management: Volarevic, M.Luongo 2, Binchi, Zimonjic, D.Filipovic 1, A.Di Fulvio, B.Ivovic 2, Steardo 2, M.Lapenna, Bini 4 (1 rig.), Razzi 1, Sadovyy 1, Conti. All. Baldineti. Bogliasco: Prian, De Trane 1 rig., A.Di Somma, Gavazzi, E.Di Somma, Ravina, Looms 1, Monari, Boero 1, Guidaldi 4, Novara, Deserti 1, Insollitto. All. Bettini. Arbitri: Calabrò e Ricciotti. Note: sup. num. Sport Management 15 (5), Bogliasco 9 (5). Esp. M.Lapenna per proteste 3° t. (giu.ma.) FLORENTIA-CAN.NAPOLI 9-12 (1-5, 2-2, 3-2, 3-3) Florentia: Mugelli, Gambacorta, Generini, Coppoli 4 (1 rig.), Liang Nianxiang, Gobbi 1, Tan Feihu 1; Panerai, Brancatello 1, Dani, Gragnani, Ercolano 2. N.e.: Cicali. All.. Vannini. Canottieri Napoli: Vassallo, Buonocore 2, Dar.Brguljan 4 (1 rig.), Campopiano 1, G.Mattiello 1, Velotto 1, Baraldi 3; Borrelli, Ronga, Esposito. N.e. Turiello, Lanfranco, Di Tullo. All. Zizza. Arbitri: L.Bianco e Fusco. Note: sup. num. Florentia 8 (2), Can.Napoli 7 (6). Liang Nianxiang esp. per brutalità al 2’02”. (a.p.) ROMA VIS NOVA.-LAZIO 9-11 (3-5, 3-3, 2-2, 1-1) Roma Vis Nova: Bonito, Pappacena 2, Murro, Cusmano 1, Banovac 2, Parisi 1, Spinella, Innocenzi, Vitola, Rigo 1, Reynolds 1, Cuccovillo 1, Nicosia. All. Ciocchetti. Lazio: Vespa, Samuels 2 (1 rig.), Di Rocco, Africano 2, Gianni 1, Colosimo, Cannella 1, Vittorioso 2, Leporale 1 A.Calcaterra 2, Maddaluno, Mele, Correggia. All. Formiconi. Arbitri: Caputi e Rovida. Note: sup. num. Roma 14 (6), Lazio 10 (4). Esp. per proteste Ciocchetti 3° t., Cuccovillo 4° t.; Di Rocco e Parisi per reciproche scorrettezze 3° t. (g.s.) Class.: Brescia, Pro Recco 21; Sport Management 18; Acquachiara 15; Can.Napoli, Como* 9; Lazio, Bogliasco*, Savona*, Roma Vis Nova 6; Posillipo* 3; Florentia 0. (*una in meno). Pr. turno (sabato): Bogliasco-Acquachiara, Savona-Florentia, Brescia-Pro Recco (domani), Lazio-Sport Management, Posillipo-Como, Can.NapoliRoma Vis Nova.
Una fase di Italia-Argentina del 14 novembre al Ferraris di Genova FAMA
Andrea Buongiovanni MILANO
«C
on il Coni siamo in sintonia su tutto, adesso abbiamo anche l’ok della presidenza del Consiglio: mancano alcuni passi formali, ma diciamo pure che l’Italia si candiderà ufficialmente all’organizzazione della Coppa del Mondo 2023. Per
SCI ALPINO
Beaver: Paris e Fill ok nella prova di discesa ● (m.l.p.) Il francese Adrien Theaux è stato ieri il più veloce (1’40”30) nella seconda discesa cronometrata di Beaver (Usa). Alle sue spalle gli azzurri Peter Fill (19/100), che martedì si era piazzato terzo (due volte terzo qui a Beaver nella discesa e superg 2013) e Dominik Paris (32/100), che il giorno prima era 50° con 3”13 di ritardo. Il re di Coppa, il norvegese Kjetil Jansrud, che martedì aveva dominato la prova, è retrocesso al 5° posto (39/100). Gli altri italiani: 8° Werner Heel 62/100; 19° Silvano Varettoni 1”48; 29° Christof Innerhofer 2”04; 51° Matteo Marsaglia 3”17; 52° Siegmar Klotz 3”19; 62° Mattia Casse 4”14; Henri Battilani Sq. Luca De Aliprandini, dopo aver inforcato nel gigante NorAm di mercoledì ad Aspen, è rientrato in Italia questa mattina. Sembrerebbe esclusa la rottura del legamento crociato. ● COPPA EUROPA(s.f.) Ieri a Hemsedal (Nor) nel primo slalom femminile di coppa Europa successo della svedese Blomqvist; Benzoni 17a a 2”30, S. Fanchini 19a a 2”47.
Peter Fill, 32 anni AFP
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il Paese potrebbe diventare l’aperitivo dell’Olimpiade estiva 2024 e del Giubileo 2025, con stadi e infrastrutture comuni». Parola del numero uno federale Alfredo Gavazzi, nel corso dell’ormai tradizionale appuntamento conviviale post test-match di novembre. «Il progetto dovrà essere finalizzato entro il 2016 – spiega il dirigente bresciano che, nel mentre, annuncia l’intenzione di ricandidarsi alla presidenza a
ATLETICA
Europei cross I 25 convocati Lalli rinuncia
Stefano La Rosa, 29 anni COLOMBO Definita la squadra azzurra per gli Europei di cross di Samakov, in Bulgaria, di domenica 14. Venticinque i convocati, tante le defezioni. Comprese quelle tra condizione non all’altezza e infortuni dei già selezionati Lalli, De Nard, i gemelli Dini e, tra le donne, Ejjafini e Inglese. Tra le donne assente in toto la formazione under 23. Tra i seniores, le punte saranno La Rosa, Dal Ri, Maraoui e Romagnolo. Uomini (14). Sr: El Mazoury, La Rosa, Nasti, Razine. U. 23: N. Crippa, D’Onofrio, Ed Derraz, Quazzola. Jr: Bouih, Y. Crippa, Chiappinelli, Ettaqi, Giacobazzi, Riva. Donne (11). Sr: Dal Ri, Maraoui, Pulina, Roffino, Romagnolo. Jr: Cocco, Martinetti, Matese, Olmo, Reina, Stefani. ● ADDIO MAY (si.g.) E’ morto in Australia, a 69 anni, Phil May, 6° con 17.02 nello storica finale olimpica del triplo a Città del Messico 1968 in cui venne battuto quattro volte il record del mondo: fu Beppe Gentile ad aprire la serie con 17.22 (dopo il 17.10 in qualificazione). May vinse poi i Giochi del Commonwealth 1970.
scadenza di mandato, tra meno di due anni – e permetterà di rimettere a nuovo otto stadi di calcio. Alcuni sedi, da Roma a Milano, da Padova ad almeno una del Sud, saranno imprescindibili e non è escluso che un girone di qualificazione si possa disputare anche all’estero. Due, al momento, le potenziali avversarie: il Sudafrica e, meno pericolosa, l’Irlanda». Oltre, naturalmente, al problema della contemporaneità con la stagione del pallone. IL C.T. La candidatura arriverebbe dopo quella — degnissima, ma perdente – per l’edizione 2015, che si svolgerà in Inghilterra (il via tra nove mesi, poi toccherà a Giappone 2019). Gavazzi, al proposito, parla di Nazionale e relativo c.t. «A Jacques Brunel, in scadenza di contratto col Sei Nazioni 2016, ho proposto il rinnovo. Ma, come sapete, ha rifiutato. Quindi abbiamo preso a sondare il mercato. Wayne Smith è il sogno, ma lo è di tanti altri. E un altro big sul quale puntavo, Michael Cheika, si è già ben accasato con la sua Australia. Nel mirino abbiamo tre o quattro nomi, tutti di alto profilo». Nel futuro prossimo anche il cambio di sede federale: «A Roma – ribadisce – abbiamo individuato un palazzo di quattro piani di 5000 metri quadrati, due li affitteremo al Coni». E’ intanto confermato: Calvisano, Mogliano e Viadana il 16-18 e 23-25 gennaio disputeranno il girone della terza coppa europea. Il resto, con le consuete diatribe da provincia, è noia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
IPPICA
Ready torna sabato a Parigi nel Bourbonnais ● L’assalto al terzo Amérique del campione francese Ready Cash, che ha già vinto nel 2011 e 2012 , inizierà sabato nel Prix de Bourbonnais (m 2850-2875), secondo test di avvicinamento alla classica dopo il Bretagne vinto da Tiego d’Etang stavolta assente. Ci sarà invece Up and Quick, 2° nell’Amérique di gennaio vinto da Maharajah. Ready Cash era stato ritirato dalle corse nello scorso inverno, ma a sorpresa è stato rimesso in allenamento negli ultimi mesi, con esiti confortanti, da verificare appunto sabato. Al via anche il Varennino Napoleon Bar, affidato a Enrico Bellei. E a proposito di italiani in pista a Vincennes, oggi tocca ad Oropuro Bar (G. Gelormini) e a Oibambam Effe (S. Carro) nel Prix de Blois (m 2100). ● BRAVA JESSICA Altra vittoria francese della nostra fantina Jessica Marcialis, ieri a Deauville nel Prix de Mointeillerie (m 1300) in sella a Gloss di colori e allenamento (Gianluca Bietolini) italiani.
BIATHLON COPPA DEL MONDO VINCE SVENDSEN Il norvegese Emil Hegle Svendsen vince la 20 km di Oestersund (Sve), prima prova di Coppa del Mondo, con una prova senza errori. Gi++ornata da dimenticare per il francese Martin Fourcade, campione olimpico in carica e detentore del trofeo, che ha chiuso all’81° posto a più di 10 minuti. Miglior azzurro Dominik Windisch, 13°, ma ottima la prova del debuttante Thomas Bormolini, classe ‘91, che sbaglia solo l’ultimo tiro ed è 19°. Uomini, individuale 20 km: 1. Svendsen (Nor) 53’25”6 (0); 2. Semenov (Ucr) a 1’17”6 (1); 3. Slesingr (Cec) a 2’08”3 (1); 13. D. Windisch a 3’35”1 (2); 19. Bormolini a 4’49”3 (1); 48. Hofer a 7’15”0 (4); 51. De Lorenzi a 7’36”6 (4).
BOXE MARSILI, DERBY EUROPEO? (r.g.) La difesa volontaria dell’europeo leggeri di Emy Marsili (30-0-1) fissata dalla OPI200 il 24 gennaio a Bergamo, potrebbe essere l’ultima del campione, in vista di un’opportunità mondiale. Tra i possibili sfidanti, si fa il nome di Massimiliano Ballisai (17-2). ● SARRITZU (r.g.) L’Ebu ha indicato nell’ex europeo Andrea Sarritzu (34-7-5) lo sfidante ufficiale del francese Vincent Legrand (15) di 23 anni, contro i 38 dell’italiano, titolare della cintura UE. La OPI2000 concorrerà all’asta per far svolgere l’incontro in Italia. ● PIANETA (r.g.) Il 6 dicembre a Budapest (Ung) il massimo italiano Francesco Pianeta (30-1-1) residente in Germania, sfidato da Ivica Bacurin (Cro. 8-6-1) per la cintura europea WBO. Il cruiser Imre Szello (Ung. 3) per tre edizioni nei Thunder Italia nelle Wsb, tenta di conquistare la cintura nazionale contro Sandor Nagy (101). ● RIGONDEAUX (r.g.) Il doppio oro olimpico, il cubano Gulliermo Rigondeaux (14) andrà a difendere le cinture supergallo WBO e WBA sul ring di Osaka (Gia) il 31 dicembre opposto la locale Hisashi Amagasa (28-4-2), che nell’occasione scenderà di categoria. In programma il derby giapponese tra Katsunari Takayama (27-7) e Go Odaira (113-3) per la vacante cintura paglia Ibf.
CRICKET ANCHE IL «COLPEVOLE» AI FUNERALI DI HUGHES In centinaia hanno partecipato, commossi, alle esequie di Phillip Hughes, lo sfortunato batsman morto in seguito ai danni subito dopo essere stato colpito da una palla. Nella sua Macksville, in Australia, tra tanti amici, dirigenti e giocatori, anche il lanciatore della palla fatale, Sean Abbott.
GHIACCIO FIGURA: FARI SU ZAGABRIA Da oggi a sabato, al 47° Golden Spin di Zagabria, 10a e ultima tappa delle Chellenger Series, ritorno dopo due anni della finlandese Kiira Korpi e numerosi azzurri di punta: Ivan Righini, Carlo Palermo, Roberta Rodeghiero, Valentina Marchei-Ondrej Hotarek, Alessandra Cernuschi-Filippo Ambrosini e, nella danza, Charlene Guignard-Marco Fabbri. Alla Tallinn Cup, in contemporanea, Sara Casella e Guia Tagliapietra. E alla Santa Claus di Budapest, Giada Russo e, nella danza, Misato Komatsubara-Andrea Fabbri e Sofia Sforza-Leo Luca Sforza.
HOCKEY GHIACCIO HALL OF FAME PER VAIRO Oggi Lou Vairo, 70 anni il prossimo febbraio e neo responsabile dei programmi tecnici federali azzurri, insieme a Karyn Bye Dietz, Brian Rafalski e Jeff Sauer, sarà ufficialmente introdotto nella Hall of Fame statunitense, come riconoscimento di una carriera con pochi eguali. ● SERIE A (m.l.) Oggi si gioca il 19° turno di serie A. All’Egna, intanto, tre cechi: il 33enne difensore Angel Krstev, il 35enne attaccante Vojtech Kubincak e il 28enne attaccante Jan Stehlik. Programma. Ore 20.30: Asiago-Appiano (diretta RaiSport 2); Caldaro-Cortina; Fassa-Egna (19.30); Valpellice-Renon (al Tazzoli di Torino); Val Pusteria-Gardena; Vipiteno-Milano. Classifica: Val Pusteria, Valpellice, Renon 40; Asiago 39; Milano 37; Gardena 28; Vipiteno 24; Appiano 23; Cortina 20; Egna 14; Fassa 12; Caldaro 7.
IPPICA ●
Ready Cash ha vinto 2 Amérique
IERI TORINO QUINTE’ (m 1600): 1 Olympian Warning (T. Di Lorenzo) 1.14.3; 2 Negresco Milar; 3 Push Up Valley; 4 Pg del Cigno; 5 Marcello; Tot.: 3,15; 1,60, 2,23, 2,54 (21,90) Quintè 13-15-10-8-6 euro 4.874,95.
Quartè 1.014,54. Tris 119,13. OGGI BOLOGNA QUINTE’ (ore 18.30, Inizio 15,10). In 14 sui 2060 m. Indichiamo Osiride Ron (10), Mr Charm (4), Perla di Roberto (1), Luster Sf (11), Maraja (12), Naxos (3). Anche - Gal.: Pisa (14). Tr.: Napoli (15.05).
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RUGBY ●
COPPE EUROPEE (i.m.) La RochelleExeter (nei francesi titolare Cedaro) di Challenge Cup dà inizio stasera alla terza giornata di coppe europee. Domani alle 19.30 Grenoble-Rovigo (Challenge), sabato alle 14 Treviso-Northampton (Champions), domenica alle 16.15 Glucester-Zebre (Challenge). ● ONGARO CHIUDE (i.m.) Fabio Ongaro, 37 anni, tallonatore con 81 caps azzurri, ex team manager delle Zebre, darà l’addio al rugby giocato domenica al Casale sul Sile (Tv), con la maglia della società dove è cresciuto, nel derby di serie B contro il Paese. Domani alle 16 il saluto con l’evento «Ongaro-The day before». ● MOON RODIGINO (i.m.) E’ arrivato a Rovigo Geoff Moon, tecnico neozelandese ex Auckland specialista della mischia (ha allenato quella del Bristol in Premiership), che lavorerà tre settimane con la squadra rossoblù.
TENNIS ●
CAPITANI DI FRANCIA Dopo aver consultato i giocatori, la Federazione francese ha confermato per altri due anni Arnaud Clement e Amelie Mauresmo capitani di Davis e Fed Cup. Clement ha perso la finale, in casa, contro la Svizzera di Federer e Wawrinka, la Mauresmo è tornata nel gruppo mondiale rimontando gli Usa da 1-2 a 3-2, e nel 1° turno 2015, il 78 febbraio sfiderà l’Italia al 105 Stadium di Genova. Biglietti stampabili direttamente da casa, da www.vivaticket.it.
TIRO A VOLO ●
ROSSI CONFERMATO (an.me.) Al congresso di Monaco di Baviera, il presidente della Fitav Luciano Rossi è stato confermato vicepresidente Issf, la federazione internazionale. Presidente è stato confermato il messicano Olegario Vazquez Rana (79 anni, in carica da 34) e segretario il tedesco Franz Scheriber. Quattro i vice eletti, con Rossi che ha ottenuto 222 voti, davanti al cinese Wang Yifu (209), allo statunitense Gary Anderson (184) e al russo Vladimir Lisin (182), Presidente della Confederazione Europea di Tiro ed entrato nel quartetto con 182.
VARIE ●
CALENDARIO FORESTALE Ci sono anche Gloria Hooper, Daniele Molmenti, Luca Dotto, Stefania Belmondo, Rossella Fiamingo e Kurt Brugger tra gli atleti della Forestale protagonisti del calendario 2015, che celebra i 60 anni del gruppo sportivo. Oggi presentazione nel Salone d’Onore del Coni a Roma, presenti il capo del corpo forestale Cesare Patrone e il n. 1 del Coni, Giovanni Malagò. ● WINGS FOR LIFE Presentata ieri alla libreria Feltrinelli Red di piazza Gae Aulenti a Milano l’edizione 2014 della Wings For Life, corsa benefica allestita da Red Bull che si disputerà il 3 maggio 2015 a Verona e in contemporanea in circa 150 città nel Mondo. Presenti, tra gli altri, Marco Aurelio Fontana, medaglia di bronzo nella mountain bike ai Giochi di Londra, la beacher già campionessa d’Europa Marta Menegatti e il comico Giovanni Storti del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Presentato anche un progetto fotografico legato all’evento di Maurizio Galimberti.
LE NOSTRE SCUSE A CASTRO ● Ieri, per un deprecabile errore, in una didascalia, abbiamo attribuito a Martin Castrogiovanni, rugbista azzurro e alla fidanzata Giulia Candiago, ex nazionale di sci alpino, un figlio. Ci scusiamo con gli interessati e i lettori.
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03).
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
ha detto Veronica. E che lei lo abbia fatto scendere davanti a scuola poco prima delle otto e mezza lo ha detto Veronica. Tutte bugie.
IL FATTO DEL GIORNO IL MISTERO DI RAGUSA
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Bugie perché? Ah, saperlo. Bugie tra l’altro ripetute ostinatamente anche l’altra sera, quando gli inquirenti l’hanno riconvocata e interrogata per quasi tre ore. Per il momento non è indagata e ufficialmente neanche sospettata. Del resto anche l’indagine sul cacciatore Orazio Fidone, quello che è andato a colpo sicuro a ritrovare il cadavere nel canalone a quattro chilometri di distanza, è un «atto dovuto». Dovuto alla necessità di compiere sulla sua Suzuki bianca tutta una serie di accertamenti che non ti sono permessi se hai a che fare solo con un testimone.
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La polizia scientifica entra nella casa dei coniugi Stival, i genitori del piccolo Loris ucciso sabato ANSA
Proviamo a ipotizzare qualcosa? Mistero fittissimo imperniato a questo punto su quattro nodi e tre personaggi. Al cacciatore e alla madre si deve infatti aggiungere un Christian, alto smilzo, biondo, diciottenne, che ogni tanto portava Loris a fare un giro in moto. È stato convocato e interrogato, ma neanche lui è indagato o sospettato.
Ma la mamma di Loris ha detto troppe bugie 4 sulla morte del piccolo? 1Il bimbo non fu mai portato a scuola e aumentano anche i nodi irrisolti nella ricostruzione dei fatti sull’infanticidio di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
La mamma di Loris dice le bugie, e siccome Loris è stato varie volte stuprato nella sua vita, e sabato scorso è stato addirittura strangolato e buttato poi in un canalone, queste bugie suonano gravi.
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Che bugie? Il paese di Santa Croce Camerina, dove è avvenuto il fatto, fa parte dal gennaio di quest’anno di un Progetto Sicurezza finanziato con i fondi Por della Comuni-
tà europea. Grazie a questo Progetto Sicurezza praticamente ogni angolo del paese è videosorvegliato da una rete di 41 telecamere. Una di queste telecamere sta pure su via Garibaldi, e guarda la porta di casa della famiglia Stival. Il filmato di questa telecamera relativo alle ore 8,00-8.30 di sabato scorso fa vedere, all’ incirca verso le otto e un quarto, la signora Stival, ovvero Veronica Panarello, che esce dal portone con i due bambini, il più grande di 8 anni Loris (o Andrea Loris) e il più piccolo di 4 anni Diego. Non abbiamo visto il filmato e riferiamo quanto se ne dice: in una ver-
NOTIZIE TASCABILI IL DDL È DIVENTATO LEGGE: 166 I FAVOREVOLI
sione, mamma Veronica litiga col piccolo Andrea, che gira i tacchi e torna a casa o comunque si avvia in una direzione opposta a quella della madre; in una seconda versione, Veronica esce di casa tenendo per mano un solo bambino, e questo bambino è Diego. Qualunque di queste due versioni sia vera, è un fatto che sulla Polo nera della Panarello Loris non c’era, come si evince da molti altri filmati in cui si vede passare la macchina, si individua con chiarezza il piccolo Diego, ma Loris, seduto davanti, non c’è. E che fosse seduto davanti lo ha detto Veronica. E che ci fosse lo
I quattro nodi? Primo nodo: davanti alla scuola, sotto una macchina parcheggiata, lunedì mattina è stato trovato uno slippino blu con la scritta “cool skater boy” e la figura di un lupetto marrone. Lo slippino coincide col tipo di indumento che indossava Loris. La mattina precedente non c’era, quindi qualcuno (qualche cretino?) l’ha buttato lì apposta per farlo trovare. Veronica ci ha pensato su parecchio e poi «non lo ha riconosciuto». Ma si può «riconoscere» uno slippino? Secondo nodo: Loris aveva i pantalonci-
C’È UN INDAGATO... NON CI SARANNO TEMPI LUNGHI PER CHIARIRE LE PRIME COSE CARMELO PETRALIA PROCURATORE RAGUSA
ni abbassati, ma non aveva, appunto, gli slip. L’assassino ha avuto la freddezza di rimettergli i calzoni dopo averlo ammazzato? E perché? Che differenza poteva fare questa perdita di tempo? E come mai, allora, senza gli slip? Terzo nodo: il percorso per portare il cadavere al canalone. Sono quattro chilometri e, stando alle telecamere (finora), non li hanno percorsi, tra le 9 e 30 e le 10 e 30 di sabato mattina, né la Polo della madre né la Suzuki del cacciatore. È vero che c’è un’altra strada, non sorvegliata dalle telecamere, per arrivare a quel punto. Quarto nodo: lo zainetto a forma di uovo di color blu. È sparito e la questione è: come mai l’assassino ha pensato di toglierlo di mezzo? Tutte domande senza risposta. Intanto, il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia ieri ha dato qualche notizia in più sulle indagini: «Oltre al fascicolo a carico di ignoti c’è l’iscrizione nel registro degli indagati di una persona, ma per ora non possiamo dire chi sia»: E poi: «Non ci saranno tempi lunghi per chiarire le prime cose».
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Supponiamo che sia uno di quei tristissimi delitti in cui la madre... Anche qui, un guazzabuglio. La madre è tornata a casa e non ha trovato il bambino? E perché non ha dato l’allarme subito? Forse la madre - una venticinquenne minuta, fragile, carina, con foto su facebook in mise bionda - non è tornata a casa e ha qualcosa da nascondere per il periodo 8.30-12.30? Però forse sapeva già qualcosa, perché davanti a scuola, quando è stato chiaro che Loris non c’era, non s’è rivolta alle maestre ma direttamente ai vigili, cioè alle forze dell’ordine. Questa madre, secondo testimonianze tutte da capire, non sarebbe stata poi così protettiva verso i bambini come s’è creduto all’inizio. Qualcuno dice che certe volte non ne poteva più e li mollava. Un paio di volte avrebbe tentato di suicidarsi. Una vita difficile, col marito sempre fuori, a far su e giù con il camion per tutta l’Italia. In che modo queste turbe, questi viluppi psichici precipitino alla fine nelle violenze su un bambino e nel suo strangolamento è tutto da capire.
L’ITALIA TORNA K.O.
Pioggia e vento Ancora allerta E da domenica arriva il freddo
Allagamenti, ieri, a Frosinone ANSA
Il maltempo non dà tregua e anzi torna a minacciare oggi con più forza il nord ed il centro. Sono, infatti, in arrivo forti piogge, con fulmini e raffiche di vento. Dall’Europa centrooccidentale continuano ad arrivare perturbazioni che ancora nei prossimi giorni daranno origine a tempo instabile. I rovesci colpiranno Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Umbria, L’allerta meteo sul Lazio sarà, anzi, di 36 ore, ma già ieri si sono verificati disagi e allagamenti in provincia di Latina e Frosinone a causa di un violento nubifragio. La criticità gialla per rischio idraulico e idrogeologico riguarderà buona parte del territorio italiano. GIÙ LE TEMPERATURE La Lombardia ha dovuto tenere sott’occhio il Po nelle province di Cremona e Mantova. In Emilia Romagna è stata attivata la fase di preallarme per la piena del fiume nel tratto ferrarese. Interessati i comuni di Berra, Bondeno, Ferrara, Mesola, Ro e Goro. Stessa procedura anche per il tratto veneto. Disagi anche a Venezia: l’acqua alta ha raggiunto i 119 centimetri. Il caldo anomalo che fino ad ora ha fatto temere per la partenza della stagione sciistica dovrebbe svanire — secondo le previsioni dei meteorologi — per il ponte dell’Immacolata. Tra domenica e lunedì ci sarà un calo delle temperature con un raffreddamento più sensibile al Nord per l’arrivo di una massa d’aria di origine nordatlantica. E ci potrebbero essere le prime nevicate anche a bassa quota.
IL PETROLIO AI MINIMI
IL PAPA FA UN ALTRO CAMBIO IN VATICANO
Benzina in calo Fino a -2 centesimi i prezzi consigliati
Via il capo delle guardie svizzere, per Francesco era troppo severo
● Il calo del prezzo del petrolio determina nuovi ribassi per i prezzi dei carburanti. Tutte le compagnie hanno ridotto i prezzi consigliati: sia sulla benzina che sul diesel, tagli compresi tra 0,5 e 2,5 centesimi. Per il Gpl, TotalErg, IP e Tamoil riducono il prezzo consigliato di 2 centesimi al litro, Esso di 0,5 centesimi.
Il colonnello Anrig col Papa REUTERS
IL GRANDE DIRETTORE
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● Il «decisionista» Papa Francesco fa un’altra vittima. Stavolta è toccato al comandante delle Guardie svizzere. Bergoglio, come ha riportato l’Osservatore romano, ha deciso che il colonnello Daniel Rudolf Anrig, comandante del corpo della Guardia svizzera pontificia, termini il suo ufficio il 31 gennaio 2015. Anrig aveva già ottenuto una proroga alla fine del primo mandato quinquennale. Francesco non avrebbe gradito la disciplina militare troppo rigida imposta da Anrig (per altri, invece, il grande appartamento che si sarebbe assegnato). I vescovi svizzeri avrebbero già suggerito il nome del sostituto che potrebbe guidare le cento guardie. È quello di Christoph Graf, attuale vicecomandante con il grado di tenente colonnello. A Roma da 27 anni, Graf entrò nella guardia svizzera da semplice alabardiere.
PEDINATA FINO A CASA
ALLA SAPIENZA DI ROMA
Jobs Act, il Senato vota sì Fuori giornata di scontri
Muti al Quirinale Tentata violenza «È solo una bufala, a giovane egiziana: io faccio musica» 3 arresti a Milano
Esami comprati con duemila euro Denunciato prof
● Con 166 sì, 112 no e un astenuto, l’aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul Jobs Act, approvando in terza lettura la delega per la riforma del mercato del lavoro nella stessa versione licenziata dalla Camera. Il sì alla fiducia chiude l’iter parlamentare del ddl delega, che diventa così definitivo. Ora sarà il governo a emanare, entro giugno, i relativi decreti delegati. Vicino al Senato, in via delle Botteghe Oscure, si sono vissuti momenti di tensione. Un corteo di precari, studenti e Cobas (i sindacati di base) organizzato contro l’approvazione del Jobs Act si è mosso verso Palazzo Madama. ll tentativo di forzare il cordone predisposto dagli agenti ha portato al contatto e ai tafferugli. Il bilancio finale è sei feriti (tre poliziotti e tre manifestanti) e due fermati.
● «Io al Quirinale? Non scherziamo, è una bufala: ognuno deve fare il suo mestiere, io sono da sempre un musicista e voglio continuare a farlo. Renzi, inoltre, ha già abbastanza grattacapi». Il direttore d’orchestra Riccardo Muti smentisce così le voci di una sua candidatura per il ruolo di Capo dello Stato in caso di dimissioni di Giorgio Napolitano.
● Bastava pagare per superare l’esame di «Statica e Teoria delle Strutture» o quello di «Tecnica delle costruzioni» alla facoltà di Architettura dell’Università «La Sapienza» di Roma. Con duemila euro era assicurato un bel 28. Il prezzario era quello di Antonio Patruno, ex professore a contratto dell’Ateneo, che è stato denunciato dai finanzieri.
Scontri al corteo anti Jobs Act in via delle Botteghe Oscure LAPRESSE
● Tre uomini, tutti egiziani, sono stati arrestati dalla polizia locale di Milano con l’accusa di aver cercato di violentare una ragazza di 23 anni, anch’essa egiziana. A luglio la donna si trovava in città per uno stage post-laurea. Alla stazione Centrale, scesa da un treno, era stata avvicinata e insultata da tre uomini che dopo averla seguita
I tre uomini “incastrati” dai video fino a casa, tentarono di abusarne nell’androne del palazzo. Le indagini hanno portato anche a due denunce a piede libero nei confronti di altri due uomini accusati di aver minacciato la ragazza, per indurla a tacere.
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Mafia Capitale, Pd nel caos Alemanno si autosospende
1Carminati non risponde ai pm, ma si indaga anche sulla Regione Lazio
Renzi nomina Orfini commissario del partito a Roma. E i grillini attaccano
Da sinistra. Salvatore Buzzi, “scudiero” del boss Carminati intercettatto dai Ros; Matteo Orfini, commissario a Roma e l’ex sindaco Gianni Alemanno
LA GRADUATORIA DI TRANSPARENCY INTERNATIONAL
Corruzione, l’Italia va in castigo È la peggiore tra i Paesi europei ● Un primato europeo lo abbiamo: siamo il Paese più corrotto del Vecchio Continente (e del G7). Lo dice l’ultima edizione della classifica di Transparency International sulla corruzione percepita, basata su dodici differenti fonti di dati elaborati da undici istituzioni internazionali e che registra la percezione della corruzione nel settore pubblico. C’è di buono che l’Italia non peggiora: si conferma sugli stessi valori del
2011 e del 2013. E se il dato si riferisce alla percezione, va ricordato che può influenzare gli investimenti dall’estero. Allo stesso livello dell’Italia si trovano Bulgaria, Grecia, Romania, Senegal e Brasile. Meglio di noi, tra le altre, la Germania (12° posto), la Gran Bretagna (14°), gli Usa (17°), la Francia (26°). I Paesi più virtuosi sono Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia. Maglie nere, Corea del Nord e Somalia, a pari merito.
Filippo Conticello @filippocont
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vivi sopra, i morti sotto, loro nel mondo di mezzo. Attorno, una città allo sbando che culla da troppo tempo ormai una mafia Capitale. Così ieri Roma ha continuato a interrogarsi sulla sua anima nera: sono stati interrogati a Regina Coeli 14 dei 37 arrestati lunedì per associazione mafiosa nell’operazione «Mondo di mezzo». Solo Franco Panzironi, ex segretario generale dell’Unire, l’ente che gestisce l’Ippica italiana, ha abbozzato qualche giustificazione. Per gli altri facoltà di non rispondere, anche per Salvatore Buzzi, l’uomo che al telefono diceva: «Quest’anno abbiamo chiuso...
con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi li abbiamo fatti sugli zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati». Non ha aperto bocca, soprattutto, il capo dei capi, Massimo Carminati, l’ex terrorista dei Nar invischiato in troppe pagine oscure di questa Italia. Sarebbe stato lui a comandare il «ramificato sistema corruttivo» per farsi assegnare appalti e finanziamenti pubblici dal comune e dalle municipalizzate. Un groviglio «fascio-mafioso» su cui indagano i magistrati, al lavoro per allargare il campo anche all’amministrazione regionale: è probabile che a breve salteranno fuori nuovi indagati perché il veleno di Carminati sarebbe arrivato fin dentro alla Regione Lazio. Nell’ordinanza si legge che, su una gara pubblica da
60 milioni, il boss «ricordava che alla regione potevano contare anche sull’appoggio di Luca Gramazio». È l’ex capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale e ieri, come tanti, ha respinto le accuse. TSUNAMI Roma è sgomenta e la sua politica, tutta o quasi, in macerie: alle fondamenta trema la nuova giunta Marino e non resta quasi nulla dell’allora governo Alemanno, indagato anche lui per 416bis e corruzione aggravata. Una corruzione che pare bipartisan, così ieri in una lettera alla leader di Fdi-An Giorgia Meloni lo stesso Alemanno ha comunicato la sua «irrevocabile decisione di autosospendersi da tutti gli organi del partito». Ha lasciato l’incarico anche un altro indagato piddino: Eugenio Patanè, ormai ex presidente della commissione Cultura alla Regione Lazio. Così, sottolineato assai bene dallo sdegno del presidente della Camera Laura Boldrini, il caos si concentra sui Dem della Capitale: solo in serata è arrivato Renzi con la ruspa annunciando il commissariamento del partito e la nomina del presidente dell’assemblea nazionale, Matteo Orfini. Il sindaco Marino, personalmente risparmiato dalla bufera, lunedì ha perso un assessore alla casa, Daniele Ozzimo, e il presidente del Consiglio Comunale Mirko Coratti, ma ieri si è riconosciuto il merito di «aver sbarrato la porta agli interessi, agli inciuci» e il proposito di «cambiare la città». Del resto, nel 2013, quando era planato «un alieno» al Campidoglio, Buzzi tranquillizzava la banda di Carminati: «E mo vedemo Marino, poi ce pijamo e misure con Marino». In uno scenario tanto desolante una delegazione del Movimento Cinque Stelle è andata dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro: chiedono lo scioglimento del comune. Per mafia, Capitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ma dai!
ADDIO COMMOSSO ALL’ANGELO DEL MCDONALD’S
IL NOME PIÙ AMATO DAGLI INGLESI? ORA È MOHAMMED
● Lacrime, dolore e rabbia per una morte così ingiusta. Una folla di 1500 persone ieri ha partecipato, in Germania, alla cerimonia per dare l’estremo saluto a Tugce Albayrak, la ragazza-coraggio che ha pagato con la vita la difesa di due giovani molestate dal branco nel bagno di un McDonald’s il 15 novembre. Il padre ha staccato la spina nel giorno del suo 23° compleanno e ora potrebbe essere insignita della croce al valore civile. La cerimonia funebre è stata organizzata nella moschea di Waechtersbach, nello Stato di Hesse. Tugce è stata uccisa da un diciottenne che ora si trova in carcere e rifiuta di parlare.
● Non si può più nemmeno dire che gli inglesi siano attaccati alle tradizioni. Un sondaggio di BabyCentre.co.uk, confermato malvolentieri dall’Ufficio nazionale di statistica britannico, ha scoperto che il nome di battesimo più gettonato dai sudditi di Sua Maestà è Mohammed: ha superato i più british Oliver e Jack. Entro il 2030 i musulmani saranno l’8% della popolazione inglese. E i nomi della famiglia reale? George è precipitato addirittura al 18° posto...
L’UDIENZA A GROSSETO
Concordia, Schettino: «Ho limitato il panico»
Francesco Schettino, 54 anni ANSA
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el secondo giorno di udienza a Grosseto per il naufragio della Costa Concordia, Francesco Schettino non ha perso l’animo battagliero e ha ostentato fiducia. «Io ho avuto un’idea chiara di come gestire la situazione, conoscevo bene la nave e lassù ero il primo dopo Dio». Il tema del contraddittorio con la procura è stato il ritardo con cui l’ex comandante ha dato l’allarme: «Volevo far arrivare la nave più possibile sotto l’isola, altrimenti se avessimo dato i sette fischi brevi e uno lungo, con le vibrazioni che c’erano state, la gente si sarebbe buttata in acqua», si è difeso. Il pm Alessandro Leopizzi lo ha anche incalzato sul perché non abbia subito detto di abbandonare la nave: «Dissi di mettere le scialuppe a mare per indorare la pillola. Non volevo dire né all’equipaggio né ai passeggeri le parole “abbandonare la nave”, una frase che avrebbe aumentato la tensione». Un profilo basso che avrebbe tenuto anche con la capitaneria di porto di Livorno, parlando di «black out» sulla nave. SENTENZA NEL 2015 Schettino ha anche detto che «i 600 crocieristi saliti a Civitavecchia ancora non erano stati addestrati» col corso per informarli sulle misure da osservare in caso di emergenze. Martedì, la procura ha manifestato la volontà di chiedere per il comandante più di 20 anni di carcere. La sentenza è prevista per gennaio. Messo agli atti anche un nuovo video dei vigili del fuoco in cui Schettino, in giacca e cravatta, è nei pressi di una scialuppa. Secondo la procura avvalora l’accusa che lui abbandonò la nave prima dei passeggeri. dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ACCIAIERIA DI TERNI
STUDIO SULLE TV EUROPEE
Ast, trovata l’intesa «Nessun licenziato e non ci sarà la Cig» 1Soltanto esuberi volontari, 290 e verranno
mantenuti i due forni. «Accordo fondamentale»
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umata bianca al Ministero dello Sviluppo Economico dove ieri mattina è stata trovata l’intesa sullo stabilimento Ast di Terni. Tutte le parti hanno firmato l’accordo. L’annuncio è arrivato dal sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. Tra i punti principali: confermati i 290 esuberi volontari, non ci saranno licenzia-
menti né Cig, con il mantenimento dei due forni, i contratti aziendali e tagli sui costi per 100 milioni all’anno. «Soddisfazione» è stata espressa dal premier Matteo Renzi ma anche da tutti i soggetti interessati. Ora la parola passa all’assemblea dell’azienda e al referendum tra i lavoratori. Si conclude una vicenda aperta da 9 mesi: è infatti
dallo scorso marzo che i lavoratori dell’Ast aspettano indicazioni precise sul futuro del sito. A luglio l’azienda tedesca aveva proposto la chiusura di un forno, 537 esuberi e l’azzeramento dei i contratti aziendali. Ieri il lieto fine, dopo un percorso fatto di quattro mesi di trattative e di quasi due mesi di sciopero da parte dei lavoratori. Il Ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha definito l’accordo come «importante» perché «l’Ast è strategica e ha compenetrazione nel territorio. La siderurgia è un settore da difendere». L’ILVA Molto più creativa la soluzione che si delinea per l’altra grande acciaieria, l’Ilva di Taranto dove appare probabile l’ingresso dello Stato nel capitale. Renzi ha confermato l’intenzione di statalizzare, seppure temporaneamente il gruppo di proprietà della famiglia Riva.
Rai, allarme evasione Il canone è il più basso
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Gli operai dell’Ast di Terni ANSA
a tv pubblica più vista con il canone più basso (ma più evaso) d’Europa. Produttività superiore a quella dei tedeschi, conti decisamente migliori di quelli di Francia e Germania, buona trasparenza dei dati contabili. Un’analisi di Mediobanca R&S, che ha comparato le principali tv pubbliche europee, restituisce fiducia all’immagine della Rai, troppo spesso considerata solo un «carrozzone». Certo, gli analisti non considerano la qualità dei prodotti, ma confermano che il canone Rai è il più basso tra quello dei grandi Paesi del Continente: 113,5 euro contro i
131 della Francia. Occhio, però, al tasso di evasione molto più alto (il 27%) degli altri (il Regno Unito, ad esempio, è al 5%). Così nel 2013 gli incassi da canone si sono fermati a 1.737 milioni (5.433 nella tedesca Ard) e ne consegue che la nostra tv è costretta alla pubblicità a differenza. Per portare in pareggio il servizio pubblico, che nel bilancio separato del 2012 ha perso 346 milioni, occorrerebbe ridurre l’evasione al 7% senza però toccare il canone. Altro capitolo, gli ascolti: con uno share del 40% in prima serata la Rai batte anche la BBC (32,7%).
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GIOVEDĂŒ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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LA CANZONE DI PSY
Mania Gangnam Style “Rompe� i contatori dei video su YouTube
I due volti di Hiro e di Baymax. Il robot si prende cura del ragazzino, che poi trasforma l’amico in un “guerriero� per sfidare un complotto criminale
Ecco l’anti supereroe Big Hero 6 prova a prendersi il Natale 1Il protagonista goffo e gommoso s’ispira a un fumetto Marvel
Negli Stati Uniti ha battuto ÂŤInterstellarÂť, qui sfida i cinepanettoni
1Un robot-medico che cura gli umani aiuta a crescere un 14enne talento della tecnologia
Francesco Rizzo
ÂŤL
o sviluppo di una piena intelligenza artificiale potrebbe innescare la fine del genere umanoÂť, avverte il geniale fisico inglese Stephen Hawking. ChissĂ quale emoticon apparirebbe sul petto di Baymax, il nuovo robot di casa Disney che avrete giĂ notato spuntare sui manifesti o su Facebook. E chissĂ che faccia farebbe il giovane Hiro, 14enne asso dei microchip che, accanto al suo amico Baymax, vuole scassinare il cine-Natale italiano con Big Hero 6, cartone figlio delle nozze fra Disney e Marvel. Esce il 18 dicembre, come Il ragazzo invisibile di Salvatores, due film che sfidano i cinepanettoni offrendo uno specchio agli spettatori piĂš giovani: lĂŹ un supereroe
che sparisce ma prende coscienza di sĂŠ e pure del suo corpo, qui un super nerd che si perde in un lutto ma trova una missione. La ferita di Hiro, beniamino riconoscibile dalla generazione 2.0, viene curata da Baymax, un automa goffo, buffo e gommoso pensato per guarire gli umani, non per ammaccarli, come altri cine-robot. E che anzi diventa, grazie alla stampante 3D di Hiro, il membro di una banda anti-cattivi, di Avengers in salsa Disney.
IL PRODUTTORE ÂŤĂˆ UN FILM PER CHI PROGETTERĂ€ IL FUTUROÂť Roy Conli, produttore Disney di ÂŤBig Hero 6Âť, ha origini italiane
ARIA Celebriamo l’intelligenza degli adolescenti tecnologici che progetteranno il futuro — spiega Roy Conli, storico produttore Disney — raccontando l’evoluzione di un giovanissimo ma anche del suo robot, ispirato a veri automi che si progettano a Pittsburgh: è gonfio d’aria e cammina come un pinguino. Big Hero 6, che negli Usa ha battuto Interstellar negli incassi di novembre, rielabora un fumetto Marvel con sole 20 uscite, strizza l’occhio a ricordi e atmosfere del pubblico dei genitori e spalma la sua storia di amicizia sullo sfondo di una città inventata (8mila edifici creati da un software specifico), metà San Francisco, metà Tokyo. Le spezie sono il mix di culture e la nostalgia, come i riferimenti a Blade Runner. Ogni dieci anni il cinema cambia il modo di raccontare ma si deve sempre attingere dal passato — dice Conli —: e Big Hero 6 ruba la capacità della Marvel di farci innamorare dei suoi supereroi. Un sequel? Il materiale c’è. Se, nel frattempo, non verremo schiavizzati dagli automi.
Gli U2 a Torino Doppio show il 4 e 5 settembre � Appuntamento a Torino il 4 e 5 settembre 2015: saranno le prime date europee dell’Innocence+ Experience Tour 2015 degli U2, che partirà il 14 maggio da Vancouver. La band irlandese si esibirà al Pala Alpitour prima di volare, tra le altre tappe, tutte indoor, ad Amsterdam, Barcellona e Londra. Ieri la conferma ufficiale, accompagnata dalla data da cui si potranno acquistare i biglietti: l’8 dicembre. A Torino sono previste anche le prove della band, a partire dalla fine di agosto. Il tour segue la recente pubblicazione del 13° album in studio degli U2, Songs Of Innocence, offerto a tutti gli iscritti al sito U2.com e regalato da Apple a oltre mezzo miliardo di clienti di iTunes Music Store, in tutto il mondo. Songs Of Innocence è stato scaricato finora da 30 milioni di fan.
Il rapper sudcoreano Psy ANSA
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giugno aveva già sbancato YouTube con 2.000.000.000 (sÏ, due miliardi) di visualizzazioni, cifra mai raggiunta nella storia della piattaforma video di Google. E adesso che siamo all’inizio di dicembre Gangnam Style, la hit del rapper sudcoreano Psy, ha rotto i contatori del sito per la condivisione di filmati. Il video del singolo (che ha venduto oltre 9,7 milioni di copie durante il 2012, risultando cosÏ il terzo piÚ venduto di quell’anno) ha infatti raggiunto i 2.147.483.647 visualizzazioni. Un numero oltre il quale YouTube, semplice-
mente, non è programmato per contare. In pratica, il sito ha quindi dovuto aggiornare il suo sistema di conteggio. A spiegarlo è stata la stessa Google nella sua pagina sul social Google Plus: Non abbiamo mai pensato che un video sarebbe stato visto in numeri maggiori di una variabile intera a 32 bit, che appunto può arrivare fino a 2.147.483.647. Ma questo è stato prima di conoscere Psy. Gangnam Style è stato visto cosÏ tante volte che dobbiamo fare un aggiornamento. Ed eccoci, l’aggiornamento è stato fatto, e il contatore del video ora segna oltre 2,15 miliardi di visualizzazioni. L’episodio ricorda un po’ quanto accaduto alla vigilia dell’anno 2000 con il Millennium Bug, quando si temeva un disastro informatico perchÊ i computer non erano pensati per andare oltre il 1999 e il 2000. Se conteggiato solo con le ultime due cifre, poteva essere frainteso con il 1900, con conseguenze imprevedibili in molte banche dati del pianeta. Oggi come allora nessun problema e tutto è stato risolto molto rapidamente.
LIBERO RAJU, ELEFANTE IN LACRIME Bono Vox degli U2, 54 anni AFP
� Raju, l’elefante indiano le cui lacrime hanno commosso il mondo, è finalmente, totalmente libero: tenuto in catene e maltrattato per piÚ di 50 anni, a luglio era stato liberato dalla Wildlife Sos. Mentre gli toglievano le catene, dai suoi occhi scorrevano lacrime. Gli aguzzini, 2 mesi dopo, avevano tentato una causa, ma il tribunale ha dato loro torto: un elefante non è mai di proprietà di nessuno.
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DOVE GLI ANIMALI SONO PREZIOSI. ELETTA CATENA PET DELL’ANNO!
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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La pacatezza dei ritmi odierni vi consente di produrre presto, bene. Le finanze si sistemano, resa ormonale e entusiasmi da teen ager.
Il successo coglie quasi di sorpresa. Spinge a seminare accuratamente negli ambiti che desiderate. Avete fiuto e siete in recupero, suinally too!
Mercurio esige che vi calmiate. Subito. PerchĂŠ rispostacce (vostre) e disorganizzazione non vi giovano. Ma vi si apre un mare di chance fornicatorie.
Luna, Saturno e Nettuno vi fanno compiere quasi miracoli (specie nel lavoro) e stringere alleanze piĂš che utili. E che afrori suini e seducenti, emanate!
La vostra autonomia, anche nel lavoro, viene imbrigliata. E certe persone le dareste in pasto ai coleotteri. La fornicazione è pure plumbea. State su.
I vostri talenti vengono riconosciuti, voi potete ricavare soddisfazione da ogni circostanza, di lavoro, amorosa e suina. Approfitt, please.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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7+
Il morale è forse bassino. E un cambiamento di programma irrita. Il lavoro, poi, arranchicchia, ma il sudombelico si muove agilmente e indica che è vivo.
Certa gente vi fa lievitar gli zebedei come un impasto col grano saraceno. Negoziate, siate furbi, tir water to your mulin. C’è carestia suina, però.
Curare i dettagli e volare un po’ bassi, senza però tagliare a julienne gli zebedei altrui, significa vincere per voi. Soldi e sudombelico in ascesa.
Con la bella Luna di oggi, potete guadagnare parecchi punti nel lavoro, in campo economico, in amore. E compiete pure exploit sportivi e suinissimi!
Certe noie in casa o di lavoro potrebbero farvi cadere gli zebedei a 60 gradi latitudine Sud. La forma fisica però migliora, specie in zona sudombelico.
Contatti, telefonate, dritte e news vi fanno gioco un po’ a tutto campo. Sono forse gli affetti e la fornicazione a fare l’effetto-colite. Miglioreranno.
LO SPORT IN TV
IL FILM ÂŤTUTTI I SANTI...Âť
QUANDO L’AMORE Ăˆ PIĂ™ FORTE DEL PRECARIATO Tutti i santi giorni... tentano di trovare un posto nel mondo, in questa era di precariato soffocante. Due fidanzati, lui colto portiere di notte, lei irrequieta aspirante musicista, sono i protagonisti del film di Paolo VirzĂŹ. ÂŤTutti i santi giorniÂť racconta la forza delle relazioni umane oltre i drammi quotidiani. Una delicata commedia sentimentale datata 2012, ma due anni dopo attualissima. Purtroppo. DA VEDERE SU RAI 3, OGGI ALLE 21.05
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GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT