Martedì 9.12.2014
Anno 118 - Numero 290 €1,40
ATLETICO GIA’ QUALIFICATO. ALLEGRI: «FUORI DALLA CHAMPIONS? NON ESISTE» E»
DELIO ROSSI E ROMA-CITY
Tevez e i bianconeri ancora una volta si giocano tutto negli ultimi 90’ Un pari e passano, ma se vincono con 2 gol di scarto sono primi
«Ljajic-Jovetic: vvi racconto i miei 2 genietti»
JUVE, PRENDI LA POLE
CALVI A PAGINA 17
ARCHETTI, BOCCI, CONDO’, DELLA VALLE, GRAZIANO PAG. 12-13-14-15
Liverpool e Zenit assalto al 2° posto ANALISI 1 di Gianni Valenti 25
MANCIO, IL CARISMA NON BASTA Sembra incredibile ma Mancini rischia di consumare velocemente il credito di fiducia che vantava nei confronti di critica e tifosi. E’ vero, 20 giorni per giudicare sono pochi perché ha dovuto mettere le mani su un impasto mal riuscito, ereditato da Mazzarri. L’ARTICOLO A PAGINA 25
ANALISI 2 di Alberto Cerruti 25
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
IL FALSO NUEVE E IL FALSO MILAN Al Milan si parla tanto, anche troppo, del modulo con il «falso nueve», mentre si dovrebbe parlare del «falso Milan», perché questa non può essere la squadra che sognano i tifosi, a cominciare da Berlusconi. L’ARTICOLO A PAGINA 25
DA NON PERDERE 1 Paltrinieri, acqua e oro «Parto a tutta e vado Odio inseguire»
9 771120 506000
GRUPPO B (ore 20.45) LIVERPOOL-BASILEA REAL-LUDOGORETS
MILAN & INTER IN GINOCCHIO
GRUPPO D (ore 20.45) BORUSSIA-ANDERLECHT GALATASARAY-ARSENAL
G GRUPPO C (ore 20.45) BENFICA-LEVERKUSEN B MONACO-ZENIT M
LA SITUAZIONE Inzaghi scivola a 5 lunghezze dal 3° posto, Mancini prende un punto in 3 gare, zona B più vicina IL PARERE Zaccheroni, doppio ex, ha fiducia, ma individua punti deboli: «Menez deve dare più riferimenti, Icardi va aiutato»
TEMPO SCADUTO Dalle batoste con Genoa e Udinese, un duro verdetto: le due grandi hanno il passo da provinciale. Altro che Expo...
IL MERCATO A gennaio bisogna agire: Galliani cerca Suso e Okaka (se parte Pazzini). Thohir accelera su Cerci. Tielemans per luglio
BREGA, DALLA VITE, GOZZINI, LAUDISA, TAIDELLI, VERNAZZA, PRADELLI PAG. 2-3-5-6
ARCOBELLI A PAGINA 32
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2 Mercatone Serie A Ma i padroni stranieri sono un vero affare?
41 2 0 9>
GRUPPO A (ore 20.45) JUVENTUS-ATLETICO OLYMPIACOS-MALMOE
FROSIO A PAGINA 21
3 Rivoluzione olimpica I Giochi «spalmati» come voleva Roma MERLO, PICCIONI A PAGINA 31
E’ UNA SAMPD’ORO OKAKA SCATENA L’ATTACCO ATOMICO
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MONDIALE PER CLUB: Caccia aperta LA MISSIONE ai gol fantasma REAL Tavecchio: «Ora DEI PAPA-BOYS la tecnologia»
Posticipi: 3-1 a Verona, i blucerchiati quarti. Il Chievo batte 2-0 il Cagliari e lo sorpassa: Zeman è terz’ultimo Cesena: in panchina arriva Di Carlo CECERE, D’URSO, GRIMALDI, LONGHI, BURIOLI ALLE PAGINE 9-11-22
EXTRATIME
SVOLTA DAL 2015
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IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI LICARI A PAGINA 23
Ghirardi: «Ho venduto il Parma ai russi per sette milioni. Pagabili in lasagne»
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Primo piano R Milanesi in sofferenza
AVVII A CONFRONTO
Filippo Inzaghi, 41 anni, prima stagione alla guida del Milan ANSA
AVVII A CONFRONTO
CON INZAGHI Vittorie
CON MANCINI
Sconfitte
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Vittorie
Sconfitte
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14
3
PARTITE
PARTITE
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PUNTI
PUNTO Pareggi
Pareggi
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6 Gol fatti
Gol fatti
4
23 Gol subiti
Gol subiti
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18 CON SEEDORF Vittorie
CON MAZZARRI
Sconfitte
8
Vittorie
Sconfitte
1
4
0
14
3
PARTITE
PARTITE
5
26 PUNTI
PUNTI Pareggi
Pareggi
2
2 Gol fatti
Gol fatti
8
19 Gol subiti
Gol subiti
1 14 D’ARCO
D’ARCO
Sapessi com’è strano sentirsi in crisi a Milano
1L’Expo 2015 proietterà la città al centro del mondo? Milan e Inter la mandano in periferia Inzaghi e Mancini, rivoluzioni a rilento: per ora hanno medie peggiori di Seedorf e Mazzarri
Sebastiano Vernazza twitter @GazzaVernazza
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ilan settimo e Inter dodicesima, le milanesi sono cadute in basso. Milano non più centrale, ma periferica. Perché? Come è potuto accadere? I due club assommano 36 scudetti, 18 a testa. Soltanto Torino - nell’albo d’oro delle città più scudettate - ha fatto di meglio, con 37 campionati vinti, i 30 della Juve più i 7 del Torino. San Siro «La Scala» degradata a «Scaletta». Non è la prima volta che succede, si vive di cicli: nell’era dei tre punti a vittoria, dopo 14 giornate Milano era già stata
così giù nel 1994-95 e nel 2002001, quando le due milanesi assommavano, come oggi, soltanto 38 punti. La cosa però fa lo stesso impressione, specie alla vigilia dell’Expo 2015 che in teoria – la pratica è un’altra faccenda – dovrebbe proiettare Milano al centro del mondo.
più, quantomeno nel breve periodo. Ci sono oggi due società che vivacchiano e che spendono male, perché altre realtà – tipo il Genoa terzo in classifica - dimostrano che si possono costruire ottime squadre senza fatturare quanto il Real Madrid.
AUSTERITA’ Sulla causa siamo tutti d’accordo, è una banale questione di soldi. Austerità. Milano non spende più, è entrata in recessione, e i pochi residui investimenti non rendono. C’era una volta Berlusconi che comprava Gullit e Van Basten, c’era una volta Moratti che ingaggiava Ronaldo e Vieri. C’erano e non ci saranno
ALLENATORI I numeri inchiodano i due attuali allenatori alle loro responsabilità. Pippo Inzaghi per ora ha fatto peggio del suo predecessore Clarence Seedorf. In 14 giornate l’olandese aveva accumulato 26 punti, SuperPippo nello stesso periodo ne ha portati a casa 21, cinque di meno. Reti fatte: 19 Seedorf, 23 Inzaghi. Reti subi-
GAZZAWEB www.gazzetta.it Secondo i lettori di gazzetta.it le due milanesi non raggiungeranno la Champions. È quanto emerso da un sondaggio pubblicato sul nostro sito. Secondo l’82,1% Milan e Inter hanno troppi limiti e per questo risulterà impossibile raggiungere l’Europa che conta. Soltanto il 17,9% dei votanti crede che il campionato ancora molto lungo e la possibilità di aggiustare le squadre a gennaio garantiscano ancora chance.
te: 14 Seedorf, 18 Inzaghi. Il Milan dell’olandese segnava di meno, il Milan «inzaghiano» incassa di più. Si parla di due tecnici praticamente esordienti. Seedorf ha preso la licenza per allenare con corsi online, Inzaghi si è formato nelle giovanili rossonere. Chi c’era prima di loro, Massimiliano Allegri, si è sciroppato una discreta e sana gavetta in provincia. Non è un caso che Allegri, esonerato poco meno di un anno fa dal Milan, sia oggi primo in classifica con la Juve. Se a un allenatore fatto e finito affidi una squadra forte, i risultati arrivano per matematica. E l’Inter? José Mourinho ha lasciato terra bruciata, nei quattro anni
post Triplete ad Appiano sono stati inghiottiti fior di allenatori. L’ultimo Walter Mazzarri, triturato dai fischi di San Siro e dall’intolleranza. È presto per fare paragoni, ma le cifre sono cifre e le prime tre giornate di Roberto Mancini sono state disastrose, appena un punto in casella, il pari nel derby, e due sconfitte. Col vituperato Mazzarri si viaggiava alla media di 1,45 punti a partita, col «Mancio» si è crollati a 0,33. ASIMMETRIE I focus di Optasports dipingono due formazioni asimmetriche. Il Milan di Inzaghi è rannicchiato in se stesso: il baricentro medio è basso a 49,3 metri, l’atteggia-
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Roberto Mancini, 50 anni, è tornato all’Inter da tre settimane ANSA
MERCATO MILAN
Suso è il primo della lista Okaka se parte Pazzini 1Le mosse di gennaio sono legate alle uscite: Saponara,
Niang e Zaccardo si guardano intorno. Il nodo Van Ginkel Carlo Laudisa twitter @carlolaudisa
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Suso, 21 anni, dopo un gol AFP
mento di recupero palla molto basso a 32,7 metri. La squadra ha enormi problemi sui palloni inattivi - a Genova ha preso l’ennesima rete su corner -, soffre da morire sui cross, come dimostrano i sei gol piovuti dalle fasce. Siamo ai confini del paradosso: il Milan si rinserra per distendersi in ripartenza, ma non conosce l’alfabeto della fase difensiva. Mancini ha rialzato l’assetto dell’Inter. Contro l’Udinese si è vista una squadra alta per baricentro (55 metri) e recupero palla (41,6 metri). Col predecessore bene che andasse si stava a un livelllo medio. L’Inter ha mutato pelle, i risultati sono peggiorati. Ogni rivoluzione ha bisogno del suo tempo, ma Mancini deve fare in fretta: la classifica è inquietante, i nerazzurri galleggiano appena sei punti sopra la zona retrocessione, il terzultimo posto del Cagliari, e l’incontro di lunedì prossimo col Chievo - oggi a meno quattro dai Mancio-boys - va registrato senza ironia alla voce «zona salvezza».
IL PRESIDENTE FIGC
Tavecchio: «Le milanesi disperate» ● Milan e Inter «in questo momento sono in situazioni disperate, ma il campionato è ancora lungo». Lo dice Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio, senza mezze misure. Intervenuto ai microfoni di «La politica nel pallone» su Gr Parlamento, augura alle due squadre «di recuperare e migliorare, anche se le prospettive non sono ideali. Gli investimenti – prosegue Tavecchio – si fanno se ci sono i soldi, altrimenti è difficile avere protagonisti importanti come in altre realtà europee. Prima avevano la bocca buona...».
Carlo Tavecchio, 71 anni GETTY
COSÌ A GENNAIO? (4-3-3)
DIEGO LOPEZ
ABATE
ALEX
MONTOLIVO
SUSO
MEXES
DE SCIGLIO
DE JONG BONAVENTURA
MENEZ
EL SHAARAWY GDS
MERCATO INTER
Ora il contatto per Cerci A luglio si punta Tielemans 1Malgrado il rischio di sanzioni Uefa, si cerca l’azzurro in prestito In regia piace il ‘97 dell’Anderlecht. Nel mirino pure Ayew e Salah Matteo Brega Luca Taidelli
C
AGGIUSTAMENTI A gennaio sarà dura aggiustare quel che non va, il mercato prende per la gola chi è in difficoltà. Qualcosa però bisognerà fare. Presto e bene, lo slogan. Nell’anno dell’Expo, Milan e Inter non possono «exporsi» a figuracce. © RIPRODUZIONE RISERVATA
a tela rossonera è pronta. Adriano Galliani è al lavoro da settimane, incamera notizie e muove le sue pedine. Tuttavia il mercato del Milan è appeso all’indispensabile turn over delle uscite. L’attuale rosa di Pippo Inzaghi conta 27 giocatori e (senza impegni europei) non sono previsti nuovi arrivi. Peraltro dalla prossima stagione le norme imporranno il tappo dei 25 tesserati, quindi ora non va gonfiato l’organico. Così si comprendono le logiche di un mercato di riparazione in cui il Milan dovrà anticipare lo sfoltimento dei ranghi per far posto a nuovi volti. Resta vivo, però, l’interesse per l’esterno spagnolo Suso, a sca-
denza di contratto con il Liverpool. Il club rossonero lo ha bloccato da mesi, ora bisogna vedere quanto chiederanno gli inglesi per cederlo subito a gennaio. Le manovre di avvicinamento sono iniziate, ma per ora senza successo. In vista degli impegni di Honda in coppa
Alessio Cerci, 27 anni EPA
on le mani legate, ma Piero Ausilio ha già messo nel mirino il mercato di gennaio. Ai paletti economici potrebbero aggiungersi quelli legati alle sanzioni Uefa - attese tra fine febbraio e i primi di marzo per il fairplay finanziario. Gli ispettori di Nyon la scorsa settimana hanno spulciato i bilanci per tre giorni nella sede nerazzurra. Sono liberi di tornare, se lo vorranno. La sanzione potrà andare da una multa fino al blocco del mercato o a punti di penalizzazione nella prossima stagione continentale. L’Inter ricorrerà in appello (lo fanno tutte) per vedersi mitigata la pena, ma dei 7 club nel mirino Uefa è
quella nella posizione peggiore e il mercato ne risentirà. CONTATTO CERCI Il d.t. dell’Inter potrebbe muoversi soltanto attraverso dei prestiti con diritto di riscatto. Proprio la formula con cui si cercherà di prendere l’esterno offensivo indispensabile nel
COSÌ A GENNAIO? (4-2-3-1)
HANDANOVIC
NAGATOMO RANOCCHIA JUAN JESUS MEDEL PALACIO
DODÒ
M’VILA KOVACIC
CERCI
ICARDI GDS
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d’Asia lo spagnolo può tornare utile, ma senza spese particolari. Così le relazioni diplomatiche proseguono sotto traccia. ATTACCO Lì davanti Pazzini sta sfogliano la margherita. Lo cercano in Premier, lui è tentato dalla Samp già a gennaio. E qui entra in scena Okaka, per il quale è in corsa anche l’Inter. Il sampdoriano non rinnova il contratto in scadenza nel 2016 e la sua scelta agevola non poco i pretendenti. Attenzione, poi, al futuro di Niang, ai margini. Il francese a questo punto appare diretto verso una società estera. CENTROCAMPO È il reparto che necessità di maggiori attenzioni, visto che Essien e De Jong sono in scadenza e difficilmente verranno confermati, ma è dura che partano a stagione in corso. E solo in quest’ottica è possibile un arrivo. A meno che non si chiuda in fretta l’esperienza di Van Ginkel in rossonero. L’olandese sinora è stato utilizzato poco. E morde il freno. Invece per Saponara sono in corsa Atalanta e Empoli. In difesa occhio alle partenze di Armero e Zaccardo. Possono aprire lo spazio per un nuovo mancino che faccia da spalla a De Sciglio. © RIPRODUZIONE RISERVAT
gioco di Mancini. In cima alla lista (oltre a Lavezzi, che a Parigi... frigge) c’è Alessio Cerci, che trova poco spazio nell’Atletico Madrid. E proprio l’arrivo dei colchoneros in Italia per il match contro la Juve è l’occasione per un contatto diretto. Per gennaio nel radar di Ausilio restano altri nomi tra cui Andrè Ayew, che però potrebbe rinnovare col Marsiglia, e l’egiziano Salah del Chelsea. TIELEMANS: PREDESTINATO Ma l’Inter lavora anche per risolvere l’altro «buco», quello del regista basso. L’uomo giusto per giugno - a fronte di una cessione eccellente - è il 17enne Youri Tielemans, da tempo nel mirino degli osservatori nerazzurri cui era stato offerto due anni fa a 2/3centomila euro. Tielemans è l’ennesimo prodotto della cantera dell’Anderlecht. Un predestinato che non riesce a giocare con i coetanei, tanto che è già una pedina chiave nel suo club e nell’Under 21 belga. Bravo con entrambi i piedi, tosto in copertura dove legge in anticipo il gioco, Tielemans è l’uomo con cui Mancini vorrebbe avviare l’azione. Costa 10 milioni e altre big europee potrebbero scatenare un’asta. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Zac: «Milanesi, abbiate fiducia» 1Dai tecnici ai club passando dal mercato: il doppio ex Zaccheroni analizza il momento-no Christian Pradelli
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ealtà diverse, situazioni simili. Perché se è vero che il Milan continua a portare avanti il progetto di inizio stagione, è anche vero che il k.o. di Genova ha messo a nudo tutti i limiti. E se Atene piange, certo Sparta non ride: la seconda sconfitta consecutiva della gestione Mancini è un sensibile passo
indietro dopo il pur pesante passivo di Roma. Morale: «Serve ugualmente fiducia». Questo, almeno, il pensiero di Alberto Zaccheroni, uno che ha navigato su entrambe le sponde del Naviglio, togliendosi anche lo sfizio di uno scudetto insperato, quello del 1999 con il Milan. Dai tecnici ai club, dai simboli ai correttivi fino al mercato: l’analisi di Zac sulle milanesi di oggi tocca i punti più importanti.
ALLENATORI
«A Inzaghi serve tempo Mancini è un vincente»
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a chi è determinato a chi sicuramente più esperto. «Il Milan ha alti e bassi, altrimenti non avrebbe la classifica che ha. Inzaghi è nel calcio professionistico da pochi mesi – spiega Zaccheroni – e sta cercando di crescere il più in fretta possibile. Da tecnico della Primavera scrutava certamente da vicino la prima squadra, ma allenarla è tutt’altra cosa: serve tempo per trovare la giusta chiave con gli uomini che si hanno a disposizione». Ma Pippo ha un bonus:
SOCIETÀ «Deve sfruttare la simpatia di tutti quelli che gli stanno attorno. È applicato, determinato, attento durante le partite, dinamico in panchina. E va valutato nel tempo: il Milan non sceglie gli allenatori per caso, conosco Galliani troppo bene...». Il tecnico romagnolo peraltro conosce bene anche Mancini, suo successore in nerazzurro nell’estate 2004: «È un vincente, parte da una posizione differente rispetto a Mazzarri. All’Inter, d’altronde, si era creata una situazione spiacevole. Lo so per esperienza: quando si forma una spirale negativa attorno alla squadra, i giocatori non ti ascoltano nemmeno più. Ora c’è più entusiasmo e meno pressione da parte dei tifosi. Prima era impossibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CORRETTIVI TECNICI
«Pippo, più uomini in area Mancio lavori su Kovacic»
L’
ex c.t. del Giappone, pur riconoscendo che «ognuno ha la sua filosofia», ha un piccolo consiglio per Inzaghi: «Serve presenza e densità in area. Posso accollarmi dei rischi augurandomi ugualmente di vincere, ma in area di rigore deve esserci più gente. Ad inizio stagione, ad esempio, Honda riusciva sempre a trovare i tempi per portarsi in avanti e trasformare quasi ogni palla giocabile. Da questo punto di vista i suoi gol sono quasi tutti in fotocopia, ma non può sem-
pre andare così bene. Auspico, piuttosto, la ripresa di Fernando Torres, che conferma la difficoltà di ambientamento degli spagnoli nel nostro campionato». In casa Inter, invece, «bisogna sperare che i giocatori qualitativamente più validi comincino a fare la differenza». Riferimento più che chiaro a Kovacic. «Ma confido anche in Palacio, che riuscirà a superare questo momento buio». Come ripartire, allora, dai giocatori di maggior talento? «Mancini avrà in mano il termometro della situazione: a volte basta l’intervento del tecnico, altre volte è necessario che i più giovani vengano seguiti passo passo dai più esperti. Solo così i potenziali campioni possono davvero diventare utili alla causa». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCATO
«A Galliani consiglio di intervenire in mezzo»
«H
o sempre pensato che il reparto più importante in una squadra di calcio sia il centrocampo». Di qui, il suggerimento all’amico Adriano Galliani: «Il Milan deve prima di tutto recuperare il miglior Montolivo, poi deve cercare di aumentare la qualità in mediana. Credo che Juventus e Roma siano un passo avanti soltanto per questo motivo». Anche perché, secondo Zaccheroni, a Milanello c’è uno dei talenti più cristallini che può esprimere il calcio italiano: «El Shaarawy
Jeremy Menez, 27 anni, prima stagione al Milan. Accanto c’è Mauro Icardi, 21, all’Inter dall’estate del 2013 A destra Alberto Zaccheroni, 61: ha allenato il Milan dal 1998 al 2001 e l’Inter nel 2003-04 FORTE/REUTERS
non sta giocando al massimo delle sue potenzialità, credo abbia qualità davvero straordinarie. Le ha già dimostrate in altri tempi, per questo Inzaghi deve andare avanti a lavorare su di lui per farlo esprimere al meglio». Processo di valorizzazione che dovrebbe attuare anche Mancini ad Appiano Gentile: «Questi giocatori hanno tutti una loro storia, sappiamo quello che possono dare o meno, ma prima di agire sul mercato occorre portarli almeno a un livello di rendimento medio». Anche perché «non mi sembra che all’Inter manchi una tipologia di giocatore come al Milan. In questo caso la qualità esiste anche a centrocampo, basti pensare a Guarin e a Hernanes. Serve solamente serenità. Tempo, fiducia e serenità». © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Berlusconi vicino è bene Thohir scacci le negatività»
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nzaghi ha autonomia. E se non gliela danno, se la prende». Nessuna forzatura, dunque, da Arcore: «Credo sia positivo che il presidente Berlusconi e la dirigenza siano così vicini alla squadra. Un gruppo come quello del Milan segue molto l’umore della società». Che pur vive sull’acclarata dicotomia degli amministratori delegati: «A Galliani è sempre piaciuto stare più vicino alla parte tecnica, all’inizio credo ci
UOMINI SIMBOLO possa essere stata un po’ di confusione, anche perché in due devi distribuire bene i compiti. Ma ora mi sembra viaggino bene con Barbara». E il passaggio da Moratti a Thohir? «Da un uomo d’affari come lui i tifosi si aspettano investimenti e risultati. Sarà concentratissimo a trovare il modo di mettere in piedi una macchina di cui, prima, deve creare tutto il contorno. L’era di Massimo Moratti è terminata per volontà del presidente, non so cosa lo abbia portato a questa scelta, ma ormai il nostro campionato si deve abituare alle proprietà straniere. Occorre riadattarsi a una nuova situazione: vedo grande negatività e non sono d’accordo. Bisogna semplicemente cambiare metodo, il più velocemente possibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Menez dia riferimenti E Icardi va aiutato»
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incertezza del momento non scalfisce le gerarchie attorno ai due uomini chiave: Jeremy Menez e Mauro Icardi. «Credo sia importante rendersi conto – sottolinea ancora Zaccheroni – che Menez è un giocatore ben diverso dal “falso nove” come lo stanno chiamando adesso. È un finto nove perché non deve dare punti di riferimento agli avversari, però deve crearli per gli ingressi in area dei suoi compagni. Quando
Totti si muoveva da finta punta, c’era Perrotta pronto ad infilarsi. Ovviamente questo tipo di combinazione dipende dalle disposizioni che dà l’allenatore, ma è chiaro che qualcuno deve provare a fare il Perrotta della situazione. Altrimenti in area chi c’è? E in questo contesto non si può chiedere allo stesso Menez lucidità sotto porta». Discorso più complesso in casa Inter. E naturalmente riferito a Icardi: «Ha qualità molto importanti, ma gli attaccanti fanno anche quello che i centrocampisti consentono loro di fare. Ora dovrà essere bravo Mancini a trovare la combinazione giusta per ridare equilibrio a tutto l’ambiente. A partire dai suoi uomini migliori: Kovacic, Guarin e, appunto, Icardi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo piano R
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Jack fa l’asso a sorpresa e stupisce Pippo e Silvio 1Il numero 1 del Milan a Bonaventura: «Non hai la cresta. Sei un calciatore?» Alessandra Gozzini MILANO
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Giacomo Bonaventura, 25 anni, prima stagione al Milan LAPRESSE
alato il Jack (sempre fin qui, eccetto nel k.o. con il Palermo), il Milan credeva di avere in mano anche l’asso. È una fase strana, siamo all’inizio del gioco, come se si stessero mischiando le carte: così il Jack (Bonaventura) è diventato l’asso, e il possibile asso (Niang) è diventato un jack qualsiasi. Il signor Bonaventura dei fumetti è un maldestro che si ritrova milionario: il calciatore Bonaventura è un jolly che arriva dalla provincia e che nel Milan, a venticinque anni, è diventato un pigliatutto. Fino a Genova si portava dietro anche una statistica: con lui titolare, Milan imbattuto. Ha mantenuto altre prerogative: Bonaventura è ora un insostituibile di Inzaghi e uno di quelli con la media voto migliore (unico sufficiente con il Genoa se si escludono portiere e un suben-
trato, Poli, e nella classifica generale va pure meglio di Menez). CALCIATORE? Uno, soprattutto, a cui ha deciso di dedicarsi il presidente Silvio Berlusconi: «Non hai creste, tatuaggi, orecchini... Niente di niente. Ma sei proprio sicuro di essere un calciatore?». La provocazione è, in questo caso, testimonianza di stima: c’è ancora chi si distingue sia per le qualità tecniche che per la faccia da bravo ragazzo. «Anche Galliani lo coccola: l’ho incontrato a una partita di basket dell’Armani e mi ha detto di portare anche Giacomo la prossima volta. Per un procuratore come me, che lo ha visto crescere, è un orgoglio incredibile» racconta Giocondo Martorelli, manager di Jack. Bonaventura è sempre più dentro Milano: dentro la squadra e dentro la città, se da poco si è trasferito in zona San Siro, la zona di chi ama la tranquillità e l’autostrada a portata di mano (direzione Milanello). Giacomo è jolly da sistemare ovunque, ma sempre sul tavolo da gioco: esterno d’attacco (nel 4-3-3 o anche nel 4-2-3-1), mezz’ala piazzata a destra (o anche a sinistra). Bonaventura è carta a sorpresa, calata in exremis, diventata mossa vincente: non serve ricordare il blitz che a fine mercato permise di vincere la mano (sull’Inter). C’è però anche l’altro faccia della carta, quella dell’asso calato da Pippo nel tentativo di rovesciare la partita di Genova: per Niang due palloni persi e poco altro. Era più probabile che fosse il volto da copertina di un baby talento, vent’anni tra dieci giorni, che già aveva conosciuto la Champions e il Camp Nou, a rappresentare il nuovo Milan. Niang ha invece fatto fatica a uscire dal mazzo, anche se gli verrà concesso altro tempo per crescere: nel frattempo l’asso lo ha fatto Jack. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Kovacic il baby «10» rimandato in incisività 1 L’Inter lo vuole molto più decisivo
E lui: «Ora non siamo una squadra vera» Matteo Dalla Vite MILANO
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ateo Kovacic è un Patrimonio dell’Inter. E l’Inter - che a giorni annuncerà il rinnovo fino al 2019 - questo patrimonio vuole non solo preservarlo ma esibirlo come uomo decisivo. Che ancora Mateo non è. Gli errori sottoporta dell’altra sera dicono quanto segue: il baby croato sa esserci, ma quella traversa presa al posto dello specchio della porta (oltre a quel tiro secco a... uscire nella ripresa) racconta che la decisività ancora non è emersa. E che d’ora in poi non può più tardare.
Il croato Mateo Kovacic, 20 anni, all’Inter da gennaio 2013 ANDREOLI
NON SQUADRA VERA Mateo Kovacic è tipo che non ha paura di nulla. Alla fine dello scorticante kappaò contro l’Udinese si è presentato a chiacchierare a più tappe, premettendo che «la testa è calda e si può di-
re di tutto» e raccontando che «in questo momento non possiamo parlare di Champions perché siamo dodicesimi». Preciso, netto, tagliente, realista. Poi? Ha aggiunto qualcosa che sa di brutale e coraggioso. Gli viene chiesto, visto che il terzo posto è roba difficile, se la possibilità di vincere l’Europa League sia alla portata di mano. «Mica è facile - ha raccontato il croato -, mica giochiamo contro gli scarsi: dalla Champions possono scendere squadre forti, potremmo trovarci contro squadre vere, cosa che ora noi non siamo». ESAMI INFINITI Kovacic ha il dono della schiettezza. E l’Inter attende che risolva le partite. Mancini lo ritiene perno assoluto per la propria seconda parentesi interista: lo ha provato largo e stretto e trequartista, considera Mateo una valvola talentuosa del suo gioco offensivo, però vuole da lui molti timbri sulla partita, lo vuole risolutivo. «Essendo giovane, più cose faccio più cose imparo» ha detto recentemente il baby croato. Gli esami di Kovacic non finiscono mai, tatticamente e non. Ora c’è quello delle decisività: da superare. SYLVINHO E SCINTILLE Intanto, oggi, dovrebbe presentarsi Sylvinho, il vice di Mancini (che ieri ha sentito Thohir). Il tecnico terrà a rapporto la squadra dopo il tracollo in casa: si prevedono scintille dopo l’«incazzato nero» detto a botta calda. Da valutare Dodò (trauma distorsivo al ginocchio) e Mauro Icardi (botta alla caviglia), Hernanes in via di rientro mentre Jonathan dovrebbe finalmente e definitivamente unirsi al gruppo. Un’arma in più, in linea di massima. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La festa genoana domenica dopo la partita vinta col Milan BOZZANI
«È un Genoa da Champions»
1Cinque ex della storia del Grifo giudicano la cavalcata sorprendente di Gasperini
Da Bagnoli a Braglia, da Ruotolo a Spinelli e Torrente: «Sì, questa squadra può durare»
Filippo Grimaldi GENOVA
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iuto, ci stanno portando via il primato. Sono i ragazzi della stagione 1990-91, quello del quarto posto, l’anticamera alla stagione di Oviedo e di Anfield, «il più bel Genoa del Secondo Dopoguerra», come ancora oggi viene universalmente riconosciuto. E sono tutti felicissimi, ammirando quasi quattro lustri dopo un altro gioiello rossoblù subito dietro Juve e Roma. Racconta Simone Braglia, grande protagonista della prima vittoria di un club italiano in casa del Liverpool, nell’anno della coppa Uefa: «Ero molto fiducioso già a inizio stagione, mi sentivo che il nostro quarto posto sarebbe stato in pericolo». Un ottimismo ragionato, si potrebbe dire: «Senza volare sulle nuvole, perché il campionato è ancora lungo, ma mi sembra di rivedere davvero quello che era il mio Genoa di allora. Faccio un appello alla squadra di oggi, e dico a tutti di crederci, perché secondo me il campionato italiano è scarso in questo momento, e la rosa del Genoa ha elementi davvero competitivi». Tutt’altro, insomma, che un Grifone già al massimo: «A mio giudizio non hanno ancora espresso il massimo del loro potenziale. Penso a quanto ancora possono offrire elementi come Rincon, il rientrante De Maio, oppure Lestienne. Questo Genoa può durare a lungo e piazzarsi davvero al terzo posto». Tutto perfetto? Sì, in cam-
RI protagonisti
della stagione 90-91, quella del 4° posto, ammirano la squadra di Gasp
po. Perché Braglia ha un solo punto interrogativo da sciogliere: «E mi riferisco al mercato di gennaio. Non a quello del Genoa, ma delle grandi, che a gennaio cambiano veste. Mi ha colpito la vivacità della squadra. Le avversarie, Juve a parte, passeggiano, il Genoa corre». RITMI IMPRESSIONANTI Vincenzo Torrente ha rappresentato una parte importante della storia genoana. Oggi fa l’allenatore e punta a tornare in pan-
china fra i cadetti: «Il ritmo del Genoa è altissimo, e credo che possa puntare sul serio al terzo posto finale. Fra l’altro, il gruppo è perfettamente funzionale alle esigenze e alle idee di Gasperini. C’è un grande spirito di gruppo, una notevole qualità, e considerando che le cosiddette grandi non stanno viaggiando forte e mancano di continuità, bisogna approfittarne». Un Grifo da Champions, lassù non per caso: «Faccio i complimenti allo staff di Gasperini, per un’ora contro il Milan ha tenuto un ritmo impressionante. Ho visto anche uno spirito di sacrificio notevole. Mi sembra una squadra migliore di quella del 2009, anche se là c’erano Milito e Thiago Motta». Senza dimenticare il fattore ambientale: «C’è un’alchimia pazzesca fra squadra, staff, società e tifoseria».
IL GRIFONE DEI MIRACOLI C’è un tifoso speciale intorno al Grifone: Aldo Spinelli, oggi anima del Livorno, di quella squadra guidata da Bagnoli è stato lo storico presidente: «Sono felice, penso che questo Genoa possa ambire ad arrivare in alto, com’era successo a noi. Ci sono elementi forti, e questo è un grande merito di Preziosi. Ma dove va a scovare certi giocatori? È bravissimo».
QUESTO GENOA NON HA ANCORA ESPRESSO IL MASSIMO
SQUADRA STRAORDINARIA: ORA BISOGNA CREDERCI
CREDETECI, CREDIAMOCI Un altro innamorato del Genoa è Gennaro Ruotolo. Pure lui sarebbe disposto a rinunciare ai primati di quel Genoa pur di rivedere in alto questo gruppo. «Un Genoa straordinario, ma io dico che adesso bisogna crederci. Quando metti in difficoltà Napoli, Juve e Milan vuol dire che c’è sostanza. Il Genoa di
oggi non è solo Perotti. Straordinario, ma il bello del Genoa di Gasperini è che tutte le giocate dei singoli sono finalizzate al bene del collettivo». GRIFONE QUANTO MI PIACI Poi c’è il predecessore di Gasperson, Osvaldo Bagnoli, l’anima della squadra del quarto posto: «Avevo visto giocare i rossoblù al Bentegodi contro il Verona, e mi erano piaciuti. Ora hanno un ritmo più alto, con Perotti, capace di fare la differenza. Per me è facile parlare bene del Genoa e del Verona. A Genova ho trascorso un periodo splendido. Ritengo che dopo la struttura societaria il gruppo sia alla base di tutto. Posso solo immaginare quanto sia forte adesso il Genoa con questa continuità di risultati». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA COSI’ NELLE ULTIME 8 GIORNATE GENOA JUVENTUS ROMA SASSUOLO PALERMO NAPOLI LAZIO FIORENTINA SAMPDORIA ATALANTA MILAN INTER EMPOLI CHIEVO TORINO UDINESE CAGLIARI VERONA PARMA CESENA
18 17 17 16 15 14 14 11 11 10 10 9 9 9 8 8 7 3 3 2
HANNO DETTO
PEROTTI SA FARE LA DIFFERENZA. E ADESSO IL RITMO E’ PIÙ ALTO OSVALDO BAGNOLI EX TECNICO
SIMONE BRAGLIA EX PORTIERE
GENNARO RUOTOLO EX CENTROCAMPISTA
MA DOVE LI TROVA PREZIOSI CERTI GIOCATORI? È BRAVISSIMO ALDO SPINELLI EX PRESIDENTE
ORA SI DEVE APPROFITTARE DELLE GRANDI IN DIFFICOLTÀ VINCENZO TORRENTE EX GIOCATORE
UNA SQUADRA CHE VOLA
I segreti di Gasp: partenze sprint e difesa goleador GENOVA
L
a quarta miglior difesa della A (12 reti subite), ma anche il 7° attacco (20 gol), con 9 giocatori a segno. Ma il dato che spicca è il fatto che se Matri è il capocannoniere a quota 6 (tutti realizzati lontano dal Ferraris), quattro difensori (Antonelli, 3 centri, Marchese, Antonini e Burdisso a quota 1) ne hanno segnati globalmente altrettanti, a riprova del fatto che questo Grifone ha, nel reparto arretrato, una sorta di attaccante in più. La frase di Preziosi, dopo il golvittoria di Antonini alla Juve («Ma cosa ci faceva davanti alla
porta in quel momento?»), è la prova che Gasp ha indottrinato tutti ad andare al tiro. HULK GENOA Poi c’è l’aspetto atletico, tutt’altro che da sottovalutare. Quando in ritiro Gasperini ha toccato con mano i valori fisici del nuovo gruppo rossoblu, s’è reso conto di avere fra le mani una supercar che, con gli opportuni aggiustamenti, poteva soltanto crescere e migliorarsi. Tanto che malgrado sia aumentata l’intensità degli allenamenti, in questa stagione sono in calo numero e gravità degli infortuni. Il tempo ha confermato il divario fra la forza espressa dai rossoblu e molte avversarie sin qui affron-
L’esultanza di Luca Antonelli, 27 anni, al gol contro il Milan BOZZANI
tate. Gasp non fa mistero che il suo Grifone ha l’abitudine a partire fortissimo in entrambi i tempi. «Attacco, colpisco, insisto». Ricetta facile da dire, meno da mettere in pratica.
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FATTORE… TRASFERTA Incredibile, ma vero. Undici punti raccolti in casa, ben sedici lontano dal Ferraris. Al Genoa giudicano questo dato assolutamente casuale, e dovuto semmai al differente peso delle squadre affrontate a Marassi. Però, ci si chiede, dove potrà arrivare questa squadra quando saprà sfruttare appieno il fattore-campo? fi.gri.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
● i gol dei difensori del Genoa segnati in questo campionato: 3 da Antonelli, uno da Marchese, Antonini e Burdisso
● I giocatori genoani andati a segno in campionato: Matri, Pinilla, Antonelli, Bertolacci, Perotti Kucka, Iago, Marchese e Antonini
Serie A R I posticipi della 14ª giornata LE PAGELLE di FI. GRI. MALE MORAS AGOSTINI NON CONVINCE BENE RAFAEL VERONA
5 IL MIGLIORE
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ma la Samp non molla il Grifo: 4a Eder-Okaka-Gabbiadini, che tris
1Esplode il trio d’attacco e dopo 45 anni la squadra di Mihajlovic torna a vincere in
casa del Verona. I gialloblù, al terzo k.o. di fila, penalizzati dall’espulsione di Marquez
TONI
Nicola Cecere
6,5
INVIATO A VERONA
Quarto centro stagionale. Gol cercato di forza, tiene a galla il Verona. Lotta sino alla fine, sfiorando il raddoppio, ma il confronto si rivela impari. RAFAEL 6 Ottimo riflesso su Eder e Gabbiadini nel primo tempo. Senza colpe sui gol. GONZALEZ 5,5 Nel primo tempo non si limita a compiti difensivi. Ripresa più incerta, sfiora il 2-3. MARQUEZ 4,5 Si fa scappare Eder, ma l’errore più grave è il fallo da espulsione. MORAS 5 Prova ad arginare le sfuriate dei blucerchiati. Cala alla distanza, finale in sofferenza. RODRIGUEZ 6 Debutto (coraggioso) in campionato. Una sola pecca: non chiude su Okaka nell’azione del raddoppio Samp. AGOSTINI 5,5 Non convince. Prova a dare sostegno al centrocampo, ma il cambio di ritmo blucerchiato nella ripresa lo manda in crisi. (Gomez s.v.) CAMPANHARO 6 Lodevole impegno ed improvvise accelerazioni sulla sinistra. (Valoti s.v.) TACHTSIDIS 5,5 Regia non impeccabile, ma metà del merito nel gol del pareggio è suo. CHRISTODOULOPOULOS 5,5 Dalla sua parte i blucerchiati spingono forte e lui non regge. LOPEZ 6 Guizzante e mobilissimo, appena può va al tiro. NENE’ 5 Servirebbe altro per ridare speranza a questo Verona. ALL. MANDORLINI 5 Allarme rosso, ma ha l’attenuante di una gara giocata in inferiorità numerica per 69 minuti. C’è il tempo per tirarsi fuori.
SAMPDORIA
7
IL MIGLIORE GABBIADINI
7,5 Un assist e un gol, il quinto stagionale. Prestazione importante per qualità e quantità. Messaggio a Ferrero: che delitto, se davvero partirà. ROMERO 6,5 Chiude su Lopez e si oppone a Tachtsidis, ma non può evitare il gol. DE SILVESTRI 6 Poco efficace nel primo tempo, Lopez lo tiene in apprensione. CACCIATORE 6,5 Diligente in una fase delicata della gara. SILVESTRE 5,5 Ammonizione ingenua, distrazione fatale su Toni. Esce per infortunio. GASTALDELLO 6,5 Mette ordine davanti a Romero. Molta sostanza. ROMAGNOLI 6 Poco attento all’inizio, quando il Verona va all’assalto. Concorso di colpa sulla rete veronese. MESBAH 6 Non sfrutta appieno la fiducia di Mihajlovic. RIZZO 6,5 Conferma di avere personalità e coraggio, sfiora il 2-1. PALOMBO 6,5 Cerca la profondità, non sempre la squadra lo appoggia. Evita il gol di Gonzalez. DUNCAN 5,5 Un po’ timido a sinistra: manca di personalità. KRSTICIC 6,5 Si piazza a sinistra. Attento quando deve coprire, ma anche a rilanciare l‘azione. OKAKA 7 Un gigante, è ovunque. Avvia la riscossa-Samp, poi nella ripresa il palo gli nega la doppietta. EDER 7 Si conquista il rigore con un’accelerazione che schianta Marquez. Freddo dal dischetto, poi serve l’assist del tris Samp. ALL. MIHAJLOVIC 7 Vittoria storica. Rompe anche il tabù delle vittorie fuori casa. Splendida reazione nella ripresa. TOMMASI Giusto il rigore:: netto il fallo di Marquez su Eder. Severa l’ammonizione a Duncan. MARZALONI 6,5-PETRELLA 6,5 CALVARESE 6,5-ABBATTISTA 6,5
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DOPPIO SHOW AL BENTEGODI PRIMA FERRERO, POI I SINISA-BOYS
G
enova, per noi, può farcela ad entrare in Europa. Questo suo assalto alla Champions muove da basi solide: le sue squadre hanno un impianto di tutto rispetto. Alla esaltante vittoria rossoblù sul Milan si aggiunge nel monday night quella blucerchiata colta su un campo tabù: erano 45 anni che la Samp non batteva il Verona qui al Bentegodi. La città della Lanterna guadagna così i riflettori della cronaca per imprese sportive: stavolta arrivano gol e punti in classifica, evviva. Genova davanti a Milano, Napoli, la Roma laziale... Può fare effetto, come no. Ma se uno vede giocare le
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● La sconfitta in campionato della Samp, alla 9ª giornata sul campo dell’Inter per 1-0: soltanto la Juve ha perso una sola gara come i blucerchiati
squadre di Mihajlovic e Gasperini si stupisce assai di meno. OTTIMISMO La Samp in trasferta era ferma al successo nel derby, che trasferta poi non è: dunque si può ben dire che ha finalmente trovato convinzione e autostima anche lontana da Fort Marassi. Finora era stato il suo limite, ma i risultati nello sport possono abbattere qualsiasi remora mentale. E questo ottimismo esibito in ogni occasione dal presidente Ferrero sta contagiando tutto l’ambiente doriano (1.500 tifosi al seguito di lunedì sera in una trasferta non breve...) a cominciare dai giocatori, evidentemente. Che hanno avuto ragione di un Verona niente affetto dimesso, come la classifica farebbe pensare. Nella circostanza la squadra gialloblu è stata tradita dal suo elemento più esperto, Rafa Marquez, l’unico di statura internazionale insieme con l’indomabile Luca Toni. Il difensore messicano ha steso Eder lanciato a rete al 26’ del primo tempo: troppo presto per lasciare la squadra
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3
● 1 Il gol del 2-1 firmato da Okaka che ha indirizzato il risultato a favore della Sampdoria 2 L’ennesimo show del presidente Massimo Ferrero, stavolta prima del fischio di inizio: sceso in campo per andare a salutare il gruppo di sostenitori blucerchiati, Ferrero è poi passato sotto la tribuna e a quel punto il pubblico di casa lo ha fischiato intonando un coro non proprio simpatico nei suoi confronti. Lui però è stato al gioco, e si è messo a saltare con i tifosi veronesi 3 La rete del 3-1 di Gabbiadini che ha chiuso la gara ANSA
VERONA
1
SAMPDORIA
3
MARCATORI Eder (S) su rigore al 28’, Toni (V) al 37’ p.t.; Okaka (S) al 12’, Gabbiadini (S) al 17’ s.t. VERONA (5-3-2) Rafael; Gonzalez, Marquez, Moras, Rodriguez, Agostini (dal 40’ s.t. Gomez); Campanharo (dal 35’ s.t. Valoti), Tachtsidis, Christodoulopoulos; Toni, Nico Lopez (dal 29’ s.t. Nené) (Benussi, Gollini, Saviola, Gomez, Marques, Brivio, Fares, Checchin). All. Mandorlini. ESPULSI Marquez al 26’ per gioco scorretto. AMM. Agostini, Valoti per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA dal 28’ p.t. 4-3-2, dal 30’ s.t. 3-4-2 SAMPDORIA (4-3-3) Romero; De Silvestri (dal 26’ s.t. Cacciatore), Silvestre (dal 40’ p.t. Gastaldello), Romagnoli, Mesbah; Rizzo, Palombo, Duncan (dal 10’ s.t. Krsticic); Gabbiadini, Okaka, Eder. (Da Costa, Viviano, Fedato, Bergessio, regini, Djordjievic, Marchionni, Fornasier, Wszolek). All.Mihajlovic. AMM. Silvestre, Duncan, De Silvestri g.s. CAMBI DI SISTEMA nessuno ARBITRO Tommasi di Bassano NOTE paganti 4.283, incasso di 60.186; abbonati 14.107, quota di 208.204. Tiri in porta 6-7 (con 1 palo). Tiri fuori 4-3. Angoli 10-4. In fuorigioco 2-3. Rec. 1’ p.t., 4’ s.t.
in 10. Meglio, molto meglio, sarebbe stato prendere il prevedibilissimo gol ma restando in undici: questo avrebbe dovuto calcolare in quei secondi il trentacinquenne guerriero. Invece ha obbedito all’istinto, alla pancia: Eder gli aveva bruciato due metri in un fazzoletto, e Rafa lo ha messo giù. Rosso inevitabile e rigore trasformato dallo stesso Eder. CORAGGIOSO ANDREA Sulle panchine c’erano due difensori centrali transitati per l’Inter con ottimi risultati. Andrea Mandorlini, discepolo del Trap, rimasto in dieci uomini si è giocato la sfida con Sinisa Mihajlovic a viso aperto rinunciando alla mossa di queste emergenze (fuori la punta e dentro il difensore) e attrezzando la difesa a quattro, dopo aver cominciato con quella a cinque per contrastare le tre punte avversarie. Così facendo ha trasmesso una scossa alla sua squadra che ha avuto nella zampata di Toni il felice epilogo: pareggio raggiunto in appena 10 minuti.
IL TECNICO SERBO
Sogliano «salva» Mandorlini: «Nessun ultimatum, dobbiamo recuperare serenità»
Filippo Grimaldi INVIATO A VERONA
S
oddisfatto Mihajlovic per un successo pesantissimo, non solo a livello di classifica: «Avremmo potuto fare meglio, ma resta il fatto che dopo quattordici turni ab-
LA BATTAGLIA Mihajlovic ha catechizzato i suoi nell’intervallo e la Samp di inizio ripresa ha giocato con maggiore lucidità e profondità. Dopo l’assist per Eder, Gabbiadini ne confeziona un secondo per Okaka e poi riceve a sua volta assistenza da Eder: le tre punte doriane contemporaneamente a bersaglio in un tourbillon che la difesa veneta (buono comunque il debutto del «dimenticato» Guillermo Rodriguez) non poteva arginare senza l’aiuto di Marquez. Sotto 1-3, Mandorlini cambia ancora, manda i suoi all’assalto all’arma bianca e ne ricava quattro chiare occasioni per acciuffare addirittura la vittoria: 1) Palombo salva sulla linea il tiro di Gonzalez; 2) Toni sfiora il palo con un diagonale imparabile; 3) Nené di testa non riesce ad angolare; 4) ancora Toni rimpallato nell’area piccola. Certo, il Chievo è a un punto e l’Hellas è da 8 turni che non vince (con 5 k.o.). Ma la squadra è viva, e questo dato oggettivo aumenta i meriti dei corsari di Genova. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CLASSIFICA
Mihajlovic contento solo a metà «Fidatevi, possiamo migliorare» 1Il d.s. del Verona
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biamo perso soltanto una partita, come la Juventus». Ribadendo poi un concetto già espresso più volte negli ultimi tempi: «Ci mancano quattrocinque punti che abbiamo perso a causa di nostre stupidate. Certo, qui a Verona siamo stati avvantaggiati dall’uomo in più, anche se poi abbiamo fatto di tutto per farli pareggiare. Nel secondo tempo, poi, abbiamo fatto due gol, e ne avremmo potuti segnare altrettanti». Con una nota di merito speciale per il genovesissimo Rizzo: «È molto forte, fisicamente ha gamba e tecnicamente è davvero bravo. Dovrebbe sfruttare di
più le occasioni, ma è giovane e di sicuro migliorerà. Potrebbe persino fare il trequartista». Sibillino il commento del tecnico su Gabbiadini: «Non mi piace parlare di mercato, ma abbiamo le idee chiare e, qualunque cosa succederà, resteremo competitivi». Atmosfera diversa in casa gialloblù, ma il terzo k.o. di fila non sembra mettere in pericolo la panchina di Mandorlini. Il d.s Sogliano: «Nessun ultimatum all’allenatore, dobbiamo soltanto recuperare serenità e trovare il modo di tornare a fare punti per uscire da questo momento». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SQUADRE
JUVENTUS ROMA GENOA SAMPDORIA NAPOLI LAZIO MILAN UDINESE FIORENTINA SASSUOLO PALERMO INTER EMPOLI ATALANTA VERONA CHIEVO TORINO CAGLIARI CESENA PARMA
PT
35 32 26 25 24 23 21 21 20 19 18 17 15 14 14 13 13 11 8 6
LE MOVIOLE di GUGLIELMO LONGHI
CHIEVO: OK L’1-0 PER LA SAMP C’E’ UN ALTRO RIGORE La moviola dei due posticipi. Cagliari-Chievo. regolare l’azione dell’1-0, il colpo di testa di Ekdal rimette in gioco Meggiorini. Giusto il giallo a Ibarbo per un intervento molto duro su Hetemaj. Al 31’ s.t. proteste del Cagliari per un tocco di Gamberini in area, ma la palla gli scivola sulla spalla. Verona-Sampdoria: c’è il rigore per la Samp, Rafa Marquez stende Eder (inevitabile anche il rosso). Ma Tommasi dovrebbe fischiarne un altro al 9’ s.t. (braccio largo di Rodriguez).
PROSSIMO TURNO
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14 14
11 10 7 6 6 7 5 6 5 4 4 4 3 3 3 3 3 2 1 2
2 2 5 7 6 2 6 3 5 7 6 5 6 5 5 4 4 5 5 0
1 2 2 1 2 5 3 5 4 3 4 5 5 6 6 7 7 7 8 12
30 27 20 19 26 23 23 17 16 15 17 21 16 8 16 11 10 20 11 16
5 11 12 11 18 17 18 18 11 18 22 21 21 15 25 17 17 26 25 34
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
SABATO 13 DICEMBRE PALERMO-SASSUOLO (ore 18) LAZIO-ATALANTA (ore 20.45) DOMENICA 14 DICEMBRE JUVENTUS-SAMPDORIA (ore 12.30) GENOA-ROMA (ore 15) PARMA-CAGLIARI (ore 15) UDINESE-VERONA (ore 15) CESENA-FIORENTINA (ore 18) MILAN-NAPOLI (ore 20.45) LUNEDÌ 15 DICEMBRE EMPOLI-TORINO (ore 19) CHIEVO-INTER (ore 21)
MARCATORI 9 RETI Tevez (2, Juventus). 8 RETI Icardi (2, Inter); Callejon (Napoli). 7 RETI Menez (4, Milan); Higuain (1, Napoli); Dybala (1, Palermo); Di Natale (Udinese). 6 RETI Matri (Genoa); Djordjevic (Lazio); Honda (Milan); Ljajic (1, Roma). 5 RETI Osvaldo (Inter); Cassano (1, Parma); Gabbiadini (Sampdoria); Thereau (Udinese). 4 RETI Ekdal e Sau (Cagliari); Defrel (Cesena); Babacar (Fiorentina); Morata e Vidal (2, Juventus); Mauri (Lazio); Destro (Roma); Eder (1, Sampdoria); Zaza (Sassuolo); Quagliarella (Torino); Nico Lopez e Toni (2, Verona).
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R I posticipi della 14ª giornata
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Zeman sempre più giù Il Chievo sorpassa e va
LE PAGELLE di A. D’U. TRA I ROSSOBLÙ SI SALVA SOLO IBARBO IL SINISTRO DI BIRSA ISPIRA I COMPAGNI CAGLIARI
1Prodezza di Meggiorini, poi Paloschi: Cagliari steso in 9’, per Maran 5° risultato utile di fila. Il boemo: «Avrei cambiato tutti all’intervallo» CAGLIARI
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CHIEVO
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Alessio D’Urso INVIATO A CAGLIARI
PRIMO TEMPO 0-2 MARCATORI Meggiorini al 4’, Paloschi al 9’ p.t. CAGLIARI (4-3-3) Cragno; Pisano (dal 1’ s.t. Avelar), Benedetti, Rossettini, Balzano; Crisetig (dal 1’ s.t. Donsah), Conti, Ekdal; Ibarbo, Cossu (dal 1’ s.t. Longo), Farias. PANCHINA Carboni, Murru, Ceppitelli, Capuano, Capello, Dessena, Caio Rangel, Joao Pedro. ALL. Zeman. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 50,6 metri AMMONITI Benedetti, Cossu, Conti e Ibarbo per gioco scorretto, Farias per proteste. CHIEVO (4-4-2) Bizzarri; Frey, Gamberini, Cesar, Zukanovic; Birsa (dal 23’ s.t. Schelotto), Izco, Radovanovic, Hetemaj; Meggiorini (dal 34’ s.t. Pellissier), Paloschi (dal 42’ s.t. Maxi Lopez). PANCHINA Bardi, Seculin, Sardo, Dainelli, Biraghi, Cofie, Bellomo, Lazarevic, Botta. ALLENATORE Maran. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO BASSO 48,4 metri AMMONITI Zukanovic, Izco e Frey per gioco scorretto. ARBITRO Mariani di Aprilia. NOTE paganti 12 mila, incasso non comunicato. Abbonati 4.059, quota n.c.. Tiri in porta 4-4. Tiri fuori 4-5. In fuorigioco 2-1. Angoli 5-3. Recuperi p.t. 1’; s.t. 3’
I
l tempo di una pausa caffè: 9 minuti. E il Chievo si beve un Cagliari ristretto, infeltrito, a tratti inguardabile e stanco dopo l’estenuante 9-8 sul Modena (qualificazione agli ottavi di Coppa dopo supplementari e rigori). Gol di uomini simbolo, a loro modo: Meggiorini e Paloschi, gente affamata. Così i gialloblù sorpassano i sardi - terz’ultimi con soli 11 punti in 14 gare - e aprono ufficialmente la crisi di Zeman, al quale nemmeno l’invocato «spostamento della porta», provocazione della vigilia rivolta ai suoi sciagurati attaccanti, sarebbe servito. «Avrei cambiato tutti nell’intervallo, ma non si può», ha poi detto il tecnico. AUTOSTIMA Dopo l’attesa, la pretesa. Il Chievo, forte già di 4 risultati utili di fila, inanella la seconda vittoria della gestione Maran, mostrando carattere e compattezza. Di più. I gialloblù fiutano il malessere dei sardi e impattano il match col sacro furore addosso: l’uno-due in avvio è un pugno di Tyson. Prima la rovesciata in area di Meggiorini, su assist di Birsa (maldestro rinvio di Ekdal),
Lo spettacolare gol in rovesciata di Riccardo Meggiorini, 29 LAPRESSE
poi la correzione d’interno sinistro di Paloschi, su passaggio di Zukanovic. Il Cagliari, scosso, fatica a rialzarsi e palesa una preoccupante involuzione di gioco. Schemi d’attacco saltati, difesa da brividi (Benedetti preferito a Ceppitelli), tutti attaccati al gigante Ibarbo. CONTESTAZIONE Nel tunnel i rossoblù, mai davvero in partita, ci entrano e la luce non la vedono più: saranno pure contestati dai tifosi. E’ dura con una squadra corta e pratica, a proprio agio anche quando l’eleganza lascia il posto alla cupa battaglia. Vecchi ragazzi come Izco o Radovanovic si trovano a meraviglia nella ba-
garre e non perdono lucidità. Si spiega una volta di più il motivo per cui il Cagliari non riesce a rompere l’incantesimo del Sant’Elia, dove non vince dal 27 aprile: contro un avversario così irriducibile, al netto dell’effetto sorpresa delle prime giornate, i fragili equilibri d’attacco si sgretolano se non hai la forza nelle gambe necessaria per sostenerli. Avrà un bel dire pure il presidente Giulini: «Non mi convincono gli schemi su palla inattiva, in Coppa non avrei fatto giocare Conti, Cossu e i due centrali difensivi… Ma andiamo avanti con Zeman». Come dire: ricominciamo, ma non c’è tempo da perdere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CHIEVO
6,5
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
IBARBO
BIRSA
6,5
7,5
Il colombiano non è al meglio, ma lucida la sua prestazione con iniziative continue. Il più pericoloso del Cagliari ma, purtroppo per lui, predica nel deserto.
Prezioso, il suo sinistro è ispirato, propizia l’1-0 e apre autostrade per i compagni. Lanci col contagiri. Efficace tra le linee, un valore aggiunto.
CRAGNO 5,5 Partita in sofferenza, riesce solo a toccare la traiettoria carica di veleno di Paloschi sul 2-0. Super riflesso su Izco. PISANO 4,5 Partecipa al naufragio della difesa, poco filtro. AVELAR 5 Non vede la luce, sovrapposizioni col contagocce. BENEDETTI 5 Va subito in confusione, Paloschi lo irretisce. ROSSETTINI 5 Commette errori da principiante in fase d’impostazione. BALZANO 5,5 Murato da Frey. CRISETIG 5 Serata da tregenda, più ombre che luci. DONSAH 5,5 Volitivo, cuore e muscoli, ma spostare l’inerzia è dura. CONTI 5 Tocca pochi palloni, Radovanovic è un piranha. Salterà il Parma. EKDAL 5 Chiamata in correità sull’1-0 di Meggiorini. COSSU 5 Impalpabile. Rischia pure il rosso. LONGO 5 Non è sempre festa. Però si sbatte. FARIAS 5 L’ex col dente avvelenato non lascia il segno. ALL. ZEMAN 5 Squadra in confusione e col fiato corto. Deve rialzare in fretta il Cagliari, cominciando dalla difesa.
BIZZARRI 6 Al limite del senza voto, sicuro sui palloni alti. FREY 6,5 C’è sempre nelle fasi calde, carattere da vendere. GAMBERINI 6 Rimedia sempre, con le cattive se serve. CESAR 6,5 Come prima, più di prima. Efficace, di testa sono tutte sue. ZUKANOVIC 6 Impacchetta l’assist per il raddoppio di Paloschi, fa quel che può con Ibarbo. SCHELOTTO 6 Minuti di sostanza, si sacrifica in copertura. IZCO 7 Azioni di guerriglia e saggezza da veterano. È lui l’uomo salvezza. RADOVANOVIC 6,5 Leonino, para e rilancia: si butta su tutti i palloni. HETEMAJ 5,5 Brutto cliente Ibarbo, perde il duello. MEGGIORINI 6,5 Gol in acrobazia e tanto pressing: l’attaccante (che non segnava in A da titolare da 55 gare) compie un salto di qualità in una serata non facile e ruba l’occhio con sponde per i compagni. (Pellissier s.v.) PALOSCHI 6,5 Acuto importante, spina nel fianco, fa ammattire i centrali del Cagliari e va vicino alla doppietta. Gara piena di bollicine. (Maxi Lopez s.v.) ALL. MARAN 6,5 Dicembre è il suo mese d’oro, al 5° risultato utile: il Chievo è solido e compatto.
MARIANI Partita nervosa, non facile. Grazia Cossu, giudica bene i contatti in area, protagonisti Paloschi e Longo, e tira dritto. Saggia distribuzione dei cartellini. LONGO 6-BIANCHI 6 DOVERI 6-GAVILLUCCI 6
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Champions League R Gruppo A
fL’ANALISI
Tre giorni di fuoco: la svolta è adesso
1Juve, Roma ed Europa League: dopo il flop Mondiale, arriva il momento chiave per il nostro calcio
del triplete l’unico titolare eleggibile in azzurro era l’oriundo Thiago Motta – esiste un rapporto ovvio fra rendimento delle squadre e comportamento della Nazionale, come del resto confermano i recenti cicli dei binomi Spagna/Barcellona o Germania/Bayern: più i giocatori sono rodati agli alti livelli delle coppe, meglio è per i commissari tecnici, ed è anche per questo che il nostro sistema-calcio, a partire da Antonio Conte che deve rifornirsi massicciamente in club di seconda fila (tredici dei suoi ultimi ventidue convocati, quelli di Italia-Croazia, non giocano le coppe), vivrà questi tre giorni col fiato sospeso e stringendo i pugni.
volta; oggi cambiamo fuoco, il momento impone una certa solennità.
Paolo Condò twitter @PaoloCond
AH, IL 2006... Tutti in piedi e inno di Mameli a er il calcio italiano questi sono i tre giorni palla mentre scorrono nella memoria le immagipiù importanti dal Mondiale in qua, perché ni dell’Italia mondiale 2006. Otto anni fa, mica decidono quantità e qualità delle squadre un’era geologica; ma se sbirciate il curriculum di promosse al 2015 delle coppe, e come sappiamo quegli azzurri, i dati che trovate suonano incredichi non scollina nell’anno nuobili. Nella formazione di Berlivo certifica la pochezza del prono c’erano cinque giocatori in prio valore. L’Europa League Possiamo portare campo nella finale di Chamandrà in campo giovedì con un League 2003: Pirlo e Gatavanti sei squadre pions pathos fortunatamente limitatuso che l’avevano vinta col Mito: Fiorentina, Inter e Napoli solan, Buffon, Zambrotta e CamoFarebbe bene no già qualificate e il Torino ha ranesi (più il subentrato Del sia al ranking discrete chance di aggiungersi, Piero, già campione nel 1996) completando il poker. Oggi e che l’avevano persa con la Juve. che all’immagine domani schiuma ben altra adreOltre a diverse altre campagne nalina dalla Champions, dove di Champions, Buffon e Cannanon siamo sicuri di nulla ma (quasi) tutto è anco- varo avevano vinto la Coppa Uefa 1999 col Parra possibile: la Juve può perfino vincere il girone ma, mentre Materazzi aveva fatto la semifinale – occhio, è molto difficile –, la Roma ha come Champions con l’Inter e il trio Totti-Perrotta-De obiettivo massimo il secondo posto, ma nel grupo Rossi (subentrato) contava sulle discrete espede la muerte avrebbe un significato forte. Insom- rienze con la Roma. ma, possiamo portare a febbraio la bellezza di sei squadre, un’epifania irraggiungibile dal 2009 LO SCOGLIO QUARTI Passate ora alla Nazionale (allora furono sette). Farebbe bene al ranking e che lo scorso giugno ha perso con l’Uruguay all’immagine, ma questo ve lo raccontiamo ogni uscendo subito dal Mondiale: a parte i campioni
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I BIANCONERI E QUEGLI SPRINT FINALI
Totti e Pirlo, grandi veterani di Juve e Roma LAPRESSE
del mondo – peraltro invecchiati di otto anni – nessuno aveva all’attivo una semifinale di Champions: Chiellini, Marchisio e Verratti erano arrivati al massimo ai quarti di finale. E chi della Celeste ha segnato il gol-qualificazione? Diego Godin, lo stopper che meno di un mese prima aveva realizzato la rete che stava per dare la Champions all’Atletico Madrid. FIATO SOSPESO Al di là del fatto che nel tempo molti club si sono svuotati di italiani – nell’Inter
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● Sprint Juve all’ultimo turno. 1) Eliminata dal Bayern nel 2009 (1-4 in casa), segnò anche il portiere Butt. 2) Avanti con lo Shakhtar nel 2012: 1-0, autogol di Kucher (a terra). 3) Fuori con il Galatasaray,2013. Sneijder-gol.
La Juve, i finali thriller e quel tabù spagnolo Signora, questa sera non fare l’italiana 1Tradizione bianconera: giocarsi tutto all’ultima del girone
Oggi basta il pari, ma pochi calcoli: l’obiettivo è il primo posto
Pierfrancesco Archetti
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assimiliano Allegri è stato l’ultimo allenatore di una squadra italiana capace di battere una spagnola in Europa: Milan-Barcellona 2-0 del 20 febbraio 2013. Poi ne prese quattro al ritorno, il primo di dieci confronti (tutti in Champions League) senza un nostro successo, però oggi non conta: non ci sarà un’altra opportunità, termina il girone e la Juventus lo chiude come sempre ha fatto da cinque anni, o in quattro partecipazioni perché in due edizioni non era presente: giocandosi tutto all’ultima giornata. Due volte è andata male, una si è conclusa con un festoso abbraccio collettivo. Nel 2009 arrivò a Torino il
Bayern di Louis van Gaal: se fosse stato eliminato, l’olandese avrebbe lasciato la Baviera, non avrebbe mai celebrato una mini tripletta con campionato, coppa e supercoppa nazionale, più la finale di quella Champions (persa con l’Inter). Invece trionfò 4-1, la Juve arrivò terza dietro anche al Bordeaux. Nel 2012, ultima sfida a Donetsk, nella tana di Mircea Lucescu: vittoria per 1-0 u autogol, quella squadra di Conte diventò l’ultima italiana ad arriv a r e a l m e n o a i qu a r t i nell’eurotorneo più prestigioso. Uscì sempre con il Bayern in aprile, ultima in assoluto ad aver vinto nella nuova arena bianconera (e segnò Mandzukic, stasera di nuovo di fronte) e unica a riuscirci in Europa. Un anno fa il ballottaggio
IL NUMERO
10
le ultime partite senza vittorie delle italiane contro le spagnole. L’ultimo trionfo: nel 2013 Allegri con il Milan Se vince con due gol di scarto, Allegri trionfa nel girone e va al sorteggio come testa di serie
con il Galatasaray di Roberto Mancini. Neve, rinvio, sconfitta, addio. Analogie: nei tre casi alla Juventus bastava il pareggio, come adesso; due allenatori su tre avevano già lavorato in Serie A (Mancini e Lucescu) come Diego Simeone. Conoscevano la mentalità italiana, il sapersi accontentare, il buffoniano «meglio due feriti che un morto». CORAGGIO E RISCHIO Dopo Firenze il capitano ha parlato però di «dose di coraggio superiore, per andare avanti». Troppo scafato Allegri per giocare per il pari stasera. Primo: per non lasciarsi rimpianti in probabilissimo sorteggio contro una delle big al primo posto. Secondo: per non correre il pericolo che gli spagnoli facciano finta
Carlo Tevez, 30 anni, e Koke, 22 ACTIVA/AFP
FACCIA FEROCE Occorre sfidare Ronaldo e Messi senza la rete di protezione del girone, ma in un turno a eliminazione diretta, per sviluppare le conoscenze e il carattere necessari a sopravvivere là fuori, nell’arena aperta agli esseri più letali, così distante dal confortevole campionato italiano, dove trovi sempre un arbitro che interrompa il gioco per una sciocchezza prima che il ritmo si faccia troppo incalzante. Juventus e Roma hanno davanti a loro l’ultima missione per finire il primo livello: assetto da gara, faccia feroce, e ora aprite pure le porte dello spogliatoio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
4-3-1-2
JUVENTUS BUFFON
LICHTSTEINER
BONUCCI
36 anni
30 anni
27 anni
1
26
19
COSÌ IN CAMPO TORINO ore 20.45 STADIO Juventus Stadium
Presenze Gol segnati
5 0
5 0
Presenze Gol segnati
CHIELLINI
PADOIN
MARCHISIO
30 anni
30 anni
28 anni
3
20
8
ARBITRO: Collum (Sco) GUARDALINEE: MacGraith (Irl), Chambers (Sco) GIUDICI DI PORTA: Madden (Sco), Clancy (Sco) QUARTO UOMO: Mather (Sco)
20. PADOIN 1. BUFFON
5 4
Presenze Gol subiti
MOYA
JUANFRAN
GIMENEZ
30 anni
29 anni
19 anni
1
20
24
3. CHIELLINI Presenze Gol subiti
6. POGBA 19. BONUCCI
14. LLORENTE
21. PIRLO
26. LICHTSTEINER
4-4-2
ATLETICO M.
9. MANDZUKIC
23. VIDAL
10. ARDA TURAN
4 0
Presenze Gol segnati
5 0
1 0
Presenze Gol segnati
GODIN
SIQUEIRA
ARDA TURAN
28 anni
28 anni
27 anni
2
3
10
8. MARCHISIO 14. GABI
10. TEVEZ Presenze Gol segnati
5 0
Presenze Gol segnati
2 0
5 0
Presenze Gol segnati
PIRLO
POGBA
VIDAL
35 anni
21 anni
27 anni
21
6
23
20. JUANFRAN
7. GRIEZMANN 5. TIAGO
6. KOKE
Presenze Gol segnati
24. GIMENEZ
2. GODIN
1. MOYA
5 1
Presenze Gol segnati
3 0
5 1
Presenze Gol segnati
GABI
TIAGO
KOKE
31 anni
33 anni
22 anni
14
5
6
3. SIQUEIRA Presenze Gol segnati
3 1
Presenze Gol segnati
5 1
4 0
Presenze Gol segnati
TEVEZ
LLORENTE
ALLEGRI
30 anni
29 anni
47 anni
10
14
ALLENATORE
Presenze Gol segnati
5 3
Presenze Gol segnati
4 1
PANCHINA 30. Storari, 5. Ogbonna, 33. Evra, 38. Mattiello, 37. Pereyra, 9. Morata, 12. Giovinco SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Lichtsteiner, Pogba, Morata INDISPONIBILI: Barzagli, Marrone, Caceres, Asamoah, Romulo, Coman
Alla Juventus dal 2014
10 CL
6 PARTITE
Vittorie Atletico Madrid
7
2
EL
2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 CL: Champions League - EL: Europa League
23 anni
44 anni
9
7
ALLENATORE
GOL FATTI
*Eliminata nei gironi di Champions
5 5
Presenze Gol segnati
SIMEONE
5 2
All’Atletico da dicembre 2011
LE ULTIME 5 STAGIONI
0
CL
5 2
Presenze Gol segnati
GRIEZMANN
CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI SEDICESIMI GIRONI
Pareggi
4
EL*
2 0
28 anni
I PRECEDENTI Vittorie Juventus
Presenze Gol segnati
3 0
MANDZUKIC
Presenze Gol segnati
TV: Sky Sport Plus HD INTERNET: www.gazzetta.it
LE ULTIME 5 STAGIONI CAMPIONE FINALE SEMIFINALE QUARTI OTTAVI SEDICESIMI GIRONI
Presenze Gol segnati
PANCHINA 13. Oblak, 18. Jesus Gamez, 4. Mario Suarez, 17. Saul, 8. Raul Garcia, 11. Raul Jimenez, 22. Cerci SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Gabi, Godin, Ansaldi INDISPONIBILI: Miranda, Ansaldi
GOL FATTI METEO Sereno, temperatura 7°
EL*
EL CL
EL EL 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 GDS
L’ALTRA GARA
Sogno Olympiacos Speranza Malmoe Ma il pari è vietato 1I greci con una
vittoria sperano ancora nel secondo posto, gli svedesi nell’Europa League
QUANDO PIRLO E IL CHOLO GIOCAVANO INSIEME ● Inter, stagione ‘98-99, quella famosa per i quattro allenatori (Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson), più che per il ritorno in Champions League: i destini di Andrea Pirlo e Diego Simeone si incontrano per la prima volta in nerazzurro. Il centrocampista oggi bianconero aveva 19 anni, ed era appena arrivato dal Brescia, mentre il Cholo, allora 28enne, era già alla sua seconda stagione alla Pinetina
di accettare dormicchiando e poi colpiscano, visto che fa più comodo lasciare strada all’Olympiacos piuttosto che ai campioni d’Italia, soprattutto per chi da noi c’è stato, come il Cholo. Terzo: perché la mentalità europea, quella che dovrebbe portare di nuovo la Juve nelle migliori otto, come da desiderio della proprietà, si costruisce anche accettando i rischi e cercando di demolirli. Ma dove per rischio non si intende dissennatezza. Quarto: perché all’andata trionfò l’idea provinciale del non osare, la Juve rinunciò a giocare e venne puntualmente castigata. «Sconfitta da polli», ha detto ieri l’allenatore. Non soltanto, i polli si muovono secondo istinto, non secondo logiche calcistiche. A ATLETICO IN VIAGGIO Oltre al-
le tre sconfitte in nove trasferte tra Liga e Champions, la banda di Simeone ha una percentuale di realizzazione molto inferiore quando viaggia: 12 reti (quattro in Europa) contro 29 (10 europee con un match in più) in casa. Non cambia atteggiamento (possesso quasi identico, sul 52%) ma è meno aggressiva: 40 tiri subiti in più. Un anno fa mai un k.o. in trasferta: si qualificò al quarto turno, a punteggio pieno, e in quello successivo lasciò l’unico pari in Russia (Zenit). Poi però passò a San Siro (Milan) e a Stamford Bridge (Chelsea), pareggiando a Barcellona. Aveva altri giocatori, però Simeone sa lavorare in maniera efficace sulla testa dei suoi. La Juve si dimentichi di essere italiana, per una sera. Può aiutare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE La Juve si qualifica se... 1) pareggia: arriverebbe a 10 punti (e i greci al massimo possono raggiungere quota 9 battendo il Malmoe nell’ultimo turno); 2) vince: raggiungerebbe a 12 punti l’Atletico Madrid. Vincendo con un gol di scarto sarebbe 2° posto nel gruppo; vincendo con due gol di scarto (2-0, 3-1...) la Juve conquisterebbe il primato e affronterebbe il sorteggio da testa di serie; 3) perde ma l’Olympiacos non vince: resterebbe a quota 9, ma i greci al massimo arriverebbero a 7 punti. La Juve è eliminata se... 1) perde e l’Olympiacos vince: in questo caso bianconeri e greci sarebbero a pari punti in classifica generale e in quella avulsa, e anche a pari differenza reti negli scontri diretti, ma i greci hanno segnato più gol in trasferta.
Giuliano Adaglio
I
l pari non serve a nessuno: Olympiacos e Malmoe sanno di non poter fare calcoli. I greci devono vincere e sperare in un passo falso della Juventus per mettere a segno il colpo grosso, la qualificazione agli ottavi. Gli svedesi con i tre punti e la vittoria dell’andata scavalcherebbero gli avversari diretti al terzo posto, guadagnandosi uno spot nei sedicesimi di Europa League. Sogni diversi, stesse motivazioni: probabile che ne esca un match aperto e divertente. UN TIFO INFERNALE L’Olympiacos non sta vivendo un momento particolarmente brillante: nelle ultime due uscite in campionato gli uomini di Michel hanno rimediato una sconfitta nel big match casalingo con il Paok (1-2) e un pareggio, sempre in casa, contro il modesto Giannina (2-2). Il tecnico spagnolo, che non può con-
Markus Rosenberg, 32 anni AFP
tare sul serbo Milivojevic e sull’ex della partita Jimmy Durmaz (infortunati), punta deciso al secondo posto, sottolineando l’importanza di giocare davanti al proprio pubblico e confidando in una vittoria dell’Atletico a Torino. Il Malmoe, che da oltre un mese non gioca gare ufficiali in patria, deve fare a meno dello squalificato Johansson: al suo posto dovrebbe scalare al centro della difesa Halsti, con Simon Thern (figlio dell’ex Napoli e Roma Jonas) titolare in mediana. Capitan Rosenberg suona la carica: «Sappiamo che ci aspetta un’atmosfera infernale, dobbiamo restare concentrati ma i tre punti sono alla nostra portata». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions League R Gruppo A
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Cento giorni da Allegri «Juve fuori? Non esiste»
1A tre mesi dalla prima in bianconero, arriva l’esame senza appello: «All’Europa League non voglio neanche pensare: noi siamo pronti»
drid abbiamo perso da polli, ad Atene ci mancò solo il gol».
Fabiana Della Valle Mirko Graziano INVIATI A VINOVO (TO)
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ento giorni dopo la prima panchina ufficiale in bianconero, Massimiliano Allegri ha vissuto ieri la vigilia più delicata da quando ha raccolto l’eredità di Antonio Conte. «Non prendo nemmeno in considerazione la possibilità di retrocedere in Europa League – dice il tecnico livornese –. Siamo forti e abbiamo tutte le carte in regola per andare avanti. L’obiettivo principale è passare il turno naturalmente, poi cercheremo anche di vincere con due gol di scarto per conquistare il primato nel girone: non sarà semplice, la squadra di Simeone è tosta, ma ci proveremo». Ottimismo e una sostanziosa iniezione di serenità: il solito rassicurante Max nelle ore che precedono impegni particolarmente delicati. Ma stavolta siamo davvero al primo esame senza appello: «Tutti ci giochiamo tutto, sia la Juventus sia il sottoscritto». TEMPO DI BILANCI Dalla vittoria in trasferta col Chievo (1-0 il 30 agosto scorso) allo 0-0 di Firenze: 19 gare, coppe comprese; 14 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Un periodo nel quale
Massimiliano Allegri, 47 anni, insieme con Claudio Marchisio LAPRESSE
607
● i giorni passati dall’ultima sconfitta in casa della Juventus, fra campionato e coppe: era il 10 aprile 2013, 0-2 contro il Bayern Monaco
Max è stato bravo e paziente a trasformare le prime dure contestazioni almeno in timidi applausi, grazie anche alle recenti vittorie in Champions contro Olympiacos e Malmoe. Ma per il salto di qualità definitivo a li-
vello di rapporti con il pianeta Juve, serve appunto l’accesso fra le grandi 16 dell’Europa che conta. «Siamo pronti per certe partite – continua il tecnico livornese –, i miei ragazzi hanno qualità tecniche e morali importanti, la condizione fisica è ottima, e dalla nostra ci sarà uno stadio esaurito che saprà fare la differenza. In generale, non invidio nulla all’Atletico Madrid: vogliamo gli ottavi di finale, e poi una grande Champions. Finora sono soddisfatto nel nostro cammino in Coppa, siamo stati costanti. Le due sconfitte? Immeritate. A Ma-
PIÙ LLORENTE DI MORATA La rifinitura sembra aver confermato un ritorno al 4-3-1-2, con Llorente leggermente favorito su Morata, accanto a Tevez (Coman non è convocato perché affaticato). In difesa, a sinistra, provato più Padoin di Evra, ma anche questo è un ballottaggio che resterà vivo fino a tarda mattinata. In mezzo al campo, i 4 titolarissimi: Pirlo in regia, Marchisio e Pogba interni, Vidal a ridosso delle punte. Fra questi, Marchisio respinge le accuse di una Juve quasi intimidita oltre confine: «Il primo anno siamo arrivati ai quarti, il secondo siamo stati eliminati nel girone, ma poi abbiamo raggiunto la semifinale di Europa League, che non è roba da poco. E ora siamo qui a giocarci il passaggio del turno. Non direi che abbiamo fatto tanto peggio in confronto alla A. Detto questo, con l’Atletico è la partita dell’anno: siamo pronti, entreremo fra le grandi d’Europa. Partiamo per cercare la vittoria con 2 gol di scarto, poi a gara in corso valuteremo. Per fortuna siamo in casa, il pubblico ci aiuterà. Di certo, non potremo mollare nulla a livello di concentrazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCATO JUVE
Piace Schmelzer E spunta un’idea: l’ex Roma Toloi Alessandro Russo
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irene bianconere (dopo quelle dell’Inter) per Marcel Schmelzer, terzino sinistro di 26 anni, ai margini del Borussia Dortmund nella prima parte della stagione e rientrato titolare solo nelle ultime gare. Il calciatore tedesco è stato offerto alla Juve, alla ricerca di una logica alternativa dopo l’intervento chirurgico e il forfait per diversi mesi di Asamoah. Schmelzer ha già giocato quest’anno in Champions con la maglia del Dortmund e dunque Allegri potrebbe utilizzarlo solo in campionato. L’ostacolo, al momento, è il costo del cartellino (sugli 8 milioni) e la necessità della Juve di rastrellare risorse per piazzare un affondo. I contatti sono avviati e c’è il gradimento del tedesco e del suo entourage. Si tratta di una occasione di mercato di livello per la Juve, che deve guardarsi da Inter, Napoli e Spartak Mosca. Sempre che Klopp non decida di opporre il veto alla cessione del suo terzino. SAVIC E GLI ALTRI Marotta e Paratici sono vigili anche per un difensore centrale ed
Marcel Schmelzer, 26 anni EPA
eventualmente un attaccante. Il gradimento della Fiorentina per Sebastian Giovinco potrebbe essere la chiave per arrivare a Savic. Nel casting per il difensore centrale, oltre al calciatore dei viola si collocano anche Schar del Basilea , Kjaer del Lille e Toloi (ex Roma) del San Paolo, soltanto se i brasiliani aprissero al prestito. Passando poi al fronte d’attacco, se dovesse uscire Giovinco, ecco la possibilità di portare a Torino, via Sassuolo, uno tra Zaza (favorito) o Berardi. Situazione in evoluzione come quella dell’arrivo del giovane argentino Pochettino, in attesa di nuovi esami medici prima dell’ok definitivo alla sua avventura juventina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Champions League R Gruppo A DIEGO, MARIO E QUEI GOL DA INCUBO
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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● 1 Diego Simeone segna nella partita Juve-Lazio stagione 1999-2000 2 Aprile 2013: rete di Mario Mandzukic contro la Juve nei quarti di finale di Champions 3 Diego Godin, con la maglia dell’Uruguay, mette in rete la palla al Mondiale in Brasile nella partita contro l’Italia LAPRESSE/REUTERS
Riecco Mandzukic, e ha ancora più fame
1Segnò a Buffon nell’ultima sconfitta della Juve allo Stadium. In fuga da Guardiola, ci riprova con l’Atletico arriva bene o male accompagnato, dipende dai punti di vista: con Mario c’è anche Godin, l’uomo che ha eliminato Buffon e tutta l’Italia dal Mondiale. «Buffon dovrebbe preoccuparsi», disse l’uruguaiano prima della gara d’andata. Una spavalderia premiata dal risultato, un 1-0 doloroso per la Juve arrivato in fondo a una partita sterile.
Alessandra Bocci
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l caffé lo rende nervoso, soprattutto se c’è da sedersi al bar con Pep Guardiola. «Non ha avuto rispetto per me. Un caffè con lui? Non accadrà mai: se sento un’energia negativa verso qualcuno, provo a evitare quella persona», ha detto Mario Mandzukic al croato Sportske Novosti. Il problema della Juventus è che la presenza di Gigi Buffon libera invece le energie positive dell’attaccante, scappato da Pep e passato all’Atletico Madrid l’estate scorsa. PRECEDENTI Mandzukic ha già messo in difficoltà Buffon sia in nazionale che in Champions League: l’Atletico conta su di lui per prendersi i punti che mancano e conservare il primo posto nel girone. E Mandzukic
Mario Mandzukic, 28 anni LAPRESSE
SGAMBETTO Ora l’Atletico ci riprova, con Godin ma soprattutto con Mandzukic, l’attaccante con un conto sempre aperto con Buffon: gol all’Europeo 2012, gol allo Stadium ad aprile 2013 nei quarti di finale fra Juventus e Bayern Monaco. E se la rete segnata in Italia-Croazia fu praticamente innocua visto che l’Italia arrivò in finale, in Champions League l’effetto Mandzukic fu assai negativo: la corsa della Juventus
si fermò proprio allo Stadium. Il Bayern chiuse 2-0, come all’andata in Germania. Dopo di allora in Champions League per il club bianconero sono arrivate quasi soltanto delusioni, neve, ghiaccio e polemiche. BUONE ABITUDINI La Juve fuori dall’Italia deve costruirsi un’autostima che al momento non possiede, ripete spesso Allegri, e il primo successo esterno colto a Malmoe dopo tanto tempo potrebbe essere un punto di partenza. Però la presenza di Mandzukic, alto, grande e famelico se possibile ancora più di quando giocava in Baviera, incombe. Perché Mandzukic sa come si fa: con Guardiola si sentiva sacrificato, e ha chiuso l’esperienza al Bayern con 33 gol in 54 partite di Bundesliga. Ha segnato in una finale di Champions a Wembley contro il Borussia Dortmund, è
RADIO UFFICIALE
radioitalia.it
abituato alle tensioni e ai gol decisivi. Non è un giocatore capace di creare grande bellezza e numeri raffinati, ma c’è e si sente. «Appena è arrivato Guardiola ho capito che il mio tempo al Bayern stava per finire. Mi sono rassegnato a lasciare il club e ho avuto il tempo di scegliere la mia destinazione». Cioè l’Atletico, che lo ha preso per sostituire Diego Costa, l’incubo Champions del Milan un anno fa. Con l’Atletico finora Mandzukic ha segnato sei gol in Liga e già cinque nel torneo europeo, però quello che inquieta di più la Juventus è ancora il colpo di testa su una respinta di Buffon che diede l’ultima spallata alle speranze. Da allora lo Stadium è tornato a fare la sua parte di fortino-talismano: arriva Mandzukic e la prima cosa è tenere ben chiuso il portone.
● TORINO (f.d.v.) L’Atletico è arrivato a Torino con circa un’ora di ritardo: colpa del malfunzionamento del radar di Linate, che governa tutto il nord Italia. La notizia ha creato qualche apprensione in Spagna: pare che l’aereo fosse sparito dai radar e stesse per tornare a Madrid, ma poi tutto si è risolto. Diego Simeone invece è apparso tranquillo anche perché, come ribadito in conferenza, è la Juve che rischia di non passare. «Faranno una gara d’assalto, ma anche noi giochiamo per vincere». Nessun biscotto, quindi, almeno a parole.
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Radar di Linate tilt Spagnoli in ritardo Simeone è sereno
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Champions League R Gruppo E
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La Roma sale sul Frecciarossa Maicon
1Scaricato dal City dopo una stagione di problemi, il brasiliano cerca la rivincita: «Sarà una grande partita» Massimo Cecchini ROMA
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a Grande Bellezza di Douglas Sisenando Maicon, forse, sta proprio nel suo modo di essere eccessivo. Lo racconta la sua vita, impastata di fatalità e magia, di classe e potenza, di voglia di rivincita e puro e semplice amore per il calcio. A 33 anni, d’altronde, quello che per alcune stagioni è stato l’esterno destro di difesa più forte al mondo azzanna il presente con la fame di chi sente che sta per arrivare il momento di alzarsi da tavola. Ma la sfida col Manchester City è pietanza troppo succulenta per non avere l’acquolina in bocca, soprattutto perché – giunto alla corte inglese sull’onda dei trionfi interisti – l’avventura in Premier League doveva essere la consacrazione di una carriera che attendeva solo il Mondiale brasiliano per la definitiva santificazione, non sapendo invece che, a causa (anche) di un infortunio al ginocchio, la storia si sarebbe conclusa con 13 presenze e 801’ complessivi giocati in prima squadra. IN SALITA «È finito», dissero in tanti quando la Roma un anno fa lo prese dal City gratis. Ovviamente un equivoco, ma il brasiliano in fondo ai «qui pro quo» ci è abituato, basti pensare che i suoi genitori – appassionati di cinema – volevano chiamarlo Michael Douglas come l’attore statunitense. L’anagrafe brasiliana, però, storpiò il no-
me, che scivolò così nel più aggressivo Maicon. Eccessivo, così come il fatto che mamma Anisia in realtà partorì due gemelli, Marlon e Maicon appunto, suggerendo a papà Manoel, difensore del Novo Hamburgo, una iniziativa dal sapore magico. «Quando nasceranno, seppellisci entrambi i cordoni ombelicali al centro del campo, così almeno uno dei due diventerà un grande calciatore». Manoel obbedì e la profezia in qualche modo si è avverata, anche se gli ostacoli sulla strada del futuro campione non erano finiti. Qualche anno dopo, infatti, un grande lutto colpì la famiglia: il fratellino Elton Luis morì investito da un camion ad appena 8 anni. Una disattenzione? Una disgrazia? Non è dato saperlo. Di certo, l’agguato della sorte si ripetè. «Avevo dieci anni – ha raccontato Maicon tempo fa a Rete Globo – quando vidi papà in strada, andai di corsa a prendere le chiavi di casa e poi quando corsi verso di lui scivolai, finendo sotto una macchina. In quel momento non mi resi conto di ciò che era successo. Rimasi lì sdraiato, mio padre mi prese in braccio e cominciò a piangere: in quel momento pensava di aver perso un altro figlio». Maicon rimase un mese senza camminare, «con papà che mi portava in giro in braccio per tutta la casa». GUAI E RINNOVO Poi però ha saputo rialzarsi, e ben saldo sulle sue gambe ha saputo conquistare 2 Coppe America e 2 Confederations Cup col Brasile;
club – tra lo stupore di qualcuno – nel rinnovargli il contratto in scadenza fino al 2016.
Il brasiliano Maicon, 33 anni, con la maglia della Roma e quella del City con cui ha giocato nel 2012-13 LAPRESSE-FOTOPRESS
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● i minuti giocati da Maicon in prima squadra col Manchester City, frutto di sole 13 presenze complessive tra campionato e Coppe
1 Champions, 1 Mondiale per club, 4 scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane con l’Inter; 1 titolo brasiliano e 3 volte il Mineiro col Cruzeiro. Quanto basta, a Roma, per scaldare il cuore dei tifosi giallorossi come riusciva solo a Cafu, che della Selecao è stato un leader assoluto. Non è stato un caso perciò che il c.t. Dunga – dopo l’epurazione seguita al flop dell’ultimo Mondiale – lo abbia voluto nel
nuovo gruppo, anche se a settembre una serata allegra (pare a tinte boccaccesche) gli sia costata un ostracismo che ancora dura. Saliscendi di una esistenza eccessiva, appunto. Come quel ginocchio destro che ha contribuito alle sue fortune e adesso lo tormenta per una infiammazione quasi cronica alla cartilagine che gli impedisce di giocare troppe partite ravvicinate, ma che non ha frenato il
LA RIVINCITA Niente male per un giocatore che il City aveva dato per finito e che domani invece i ragazzi di Pellegrini si ritroveranno contro con addosso una carica tutta particolare. La stessa, a pensarci bene, che ha messo una decina di giorni fa contro l’ex grande amore nerazzurro. A Trigoria lo raccontano carico. «Voglio fare una grande partita», dice a tutti. E non è un caso che ieri, a fine allenamento, si sia fermato anche a fare una seduta di tiri in porta. Nell’andata di Manchester all’inizio fu, al solito, eccessivo: prima provocò il rigore del vantaggio inglese per un evitabile fallo su Aguero, poi cominciò a macinare chilometri e fece anche tremare la traversa con un gran tiro che lasciò di sasso Hart. Storie alla Maicon, impastate di sfortuna e grandezza. Domani, però, un capitolo in qualche modo è destinato a chiudersi e di sicuro qualcuno si guarderà indietro con rammarico. Tra Roma e City, la Champions è destinata a perdere una protagonista, ma da osservatori ragionevolmente distaccati per dovere di professionismo, fra il sorriso potente dei milionari arabi e quello scanzonato del brasiliano «finito» e poi risorto, non abbiamo dubbi su quale abbia maggiore fascino. Professiamo ottimismo. D’altronde al calcio spesso piacciono le favole a lieto fine. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI INGLESI
Nasri: «Vinciamo noi» Pellegrini recupera Kompany e Silva 1Il legamento stirato
di Aguero sarebbe il collaterale non il crociato: oggi gli esami La nuova accademia
Stefano Boldrini CORRISPONDENTE DA LONDRA
L
a benedizione del ministro delle Finanze: nella nazione che ha inventato il capitalismo, gli auguri di George Osborne, potentissimo Cancelliere dello Scacchiere britannico, hanno dato lustro alla giornata vissuta ieri dal Manchester City. A 48 ore dalla sfida dell’Olimpico, la Roma è apparsa ancora lontana. L’8 dicembre 2014 è stato il grande giorno dell’inaugurazione dell’accademia, realizzata in 6 anni e dal costo che, in mancanza di dati ufficiali, oscilla tra i 150 e 200 milioni di sterline. È la nuova casa del Manchester City, dove si alleneranno gomito a gomito prima squadra, calcio femminile e giovanili. Un gioiello con 16 campi all’aperto, che ha impressionato Osborne e ha ricevuto gli elogi, come ha raccontato Zabaleta, di Lionel Messi. TESTA ALLA PARTITA Da oggi, però, solo Roma. Pellegrini si è fatto una ragione delle assenze di Yaya Touré e di Aguero. L’argentino dovrebbe sostenere oggi l’esame della risonanza ma-
Samir Nasri, 27 anni ACTION IMAGES
gnetica. Agli amici, formula in voga anche Oltremanica, avrebbe confidato di temere uno stop di un mese, forse due. Il legamento interessato del ginocchio sinistro potrebbe essere il collaterale e non il crociato anteriore. Kompany e Silva dovrebbero essere a disposizione. Quanto all’umore, ci ha pensato Samir Nasri a scuotere la truppa: «Se giochiamo come sappiamo fare, vinciamo. Siamo superiori alla Roma, abbiamo più qualità. La cosa importante è non farsi condizionare dalla pressione. Se però dovessimo uscire dalla Champions, non sarà colpa dell’allenatore. In campo vanno i giocatori». Poi, per completare l’opera, Nasri ha spedito un messaggio alla società: «Non so se resterò. Se verranno da me e mi diranno di fare i bagagli, ok. Andrò a giocare da un’altra parte». Quando si dice una vigilia tranquilla. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Champions League R Gruppo E
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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«Un gol di Ljajic mi farebbe felice Jo-Jo? Pare Totti» 1Rossi allenava a Firenze gli amici-nemici di Roma-City
«Adem ora trascina, è più sicuro. Jovetic tosto e geniale» Giuseppe Calvi
N
on può considerarli sue creature, anche se ha avuto l’opportunità di goderseli per una fugace avventura stagionale. Domani sera Delio Rossi guarderà con interesse all’incrocio dei suoi ex ragazzi Adem Ljajic e Stevan Jovetic, un confronto a distanza nella sfida Roma-Manchester City in programma all’Olimpico. Per quanto ancora segnato dal contatto violento tra lui e il giovane serbo, durante Fiorentina-Novara del 2 maggio 2012, l’allenatore romagnolo, legato alla Sampdoria sino al prossimo giugno, accetta di accendere le luci sui suoi ex giocatori. «Sì, mi piace il giochino, però a patto di non parlare a lungo dell’incresciosa lite tra me e Adem. Ho sbagliato a scagliarmi contro il giocatore. Per questo ho chiesto scusa a tutti, anche a lui. E ho pagato il conto». Per quel gesto, perse la panchina della Fiorentina e fu squalificato. Allora, togliamoci subito il pensiero. Se potesse mandare un messaggio a Ljajic, oltre due anni e mezzo dopo quel brutto giorno, che cosa gli direbbe? «Proverei, ancora una volta, a spiegargli che spesso viene prima la squadra e poi il singolo. E se un allenatore sostituisce un giocatore, talvolta, si sente responsabile di un errore, perché magari non è stata premiata la sua scelta dei titolari mandati in campo. Così, un applauso ironico del calciatore diventa un’ulteriore mortificazione per il tecnico. Ma chiudiamola
CASTAN A TRIGORIA
Pjanic fuori? Garcia ci pensa Ansia Gervinho ● La bella notizia di ieri per la Roma è che si è riaffacciato a Trigoria Leandro Castan, a sei giorni dall’operazione alla testa. Il brasiliano ha abbracciato tutti i compagni, fatto gli auguri per la partita di domani e vissuto una giornata di festa. Non ci dovrebbero invece essere timori per Gervinho, che ha fatto differenziato a causa di una contusione al ginocchio sinistro. L’ivoriano, però, dovrebbe esserci: oggi farà il provino decisivo, poi andrà direttamente in conferenza insieme a Rudi Garcia. Chi, invece, domani sera non ci sarà di certo è Skorupski, messo fuori causa da un problema muscolare alla gamba sinistra. Lo staff medico della Roma valuterà meglio l’entità del problema in queste ore, anche con degli esami strumentali. La speranza, comunque, è quello di riaverlo a disposizione già per la trasferta di Genova. Infine le scelte tattiche: Garcia sta pensando di tenere fuori Pjanic per costruire un centrocampo muscolare con Keita, De Rossi e Nainggolan. Andrea Pugliese
CONSIGLI E RISSE ALLA FIORENTINA
qui, pensiamo alla gara dell’Olimpico». Conosce bene Ljajic e Jovetic: chi può incidere di più sul match? «Hanno giocate straordinarie, in qualsiasi momento possono risolvere l’incontro con un colpo di genio. Certo, sarei un italiano felice se vincesse la Roma». Facciamo 1-0, con gol di Ljajic? «Eccome, ci metto la firma!».
Nel novembre 2011, Delio Rossi sostituisce Sinisa Mihajlovic alla guida della Fiorentina e punta da subito su Stevan Jovetic che riempie di consigli durante le sedute di allenamento ANSA
Delio Rossi viene esonerato dalla Fiorentina dopo la rissa con il serbo Adem Ljajic, che lo applaude sarcasticamente dopo essere stato sostituito durante la gara (2-2) col Novara del 2-5-2012 ANSA
EUROPA LEAGUE Inter, Fiorentina e Napoli già ok Il Torino quasi Giovedì si chiude la fase a gironi di Europa League. Già tre italiane sicure di un posto nei sedicesimi, il Torino ancora no. GRUPPO B (ore 19) Bruges-Hjk Helsinki, Copenaghen-Torino. Arbitro: Bezborodov (Rus) CLASSIFICA Bruges 9, Torino 8, Hjk Helsinki 6, Copenaghen 4. Torino qualificato in caso di vittoria e anche sconfitta, legata a una mancata vittoria dell’Hjk. In caso di pari del Torino e vittoria dell’Hjk, con conseguente arrivo di tre squadre a 9, entra in gioco la classifica avulsa che vedrebbe Hjk qualificato a 6 mentre fra Bruges e Torino a 5 deciderebbe la differenza reti: Toro (3-2) eliminato se i belgi (ora 3-0) perderanno al massimo con 2 gol di scarto. GRUPPO F (ore 18) DniproSt.Etienne, Qarabag-Inter. Arbitro Zelinka (Cec). CLASSIFICA Inter 11, Qarabag e St.Etienne 5, Dnipro 4. (Inter qualificata e già prima) GRUPPO I (ore 21.05) Young BoysSparta Praga, Napoli-Slovan Bratislava. Arbitro: Stavrev (Mac) CLASSIFICA Napoli e Sparta Praga 10, Young Boys 9, Slovan Bratislava 0. (Napoli già qualificato) GRUPPO K (ore 21.05) PaokGuingamp, Fiorentina-Dinamo Minsk. Arbitro: Balaj (Rom) CLASSIFICA Fiorentina 13, Guingamp e Paok 7, Dinamo Minsk 1. (Viola qualificata e già prima)
Quanto sono cresciuti rispetto ai tempi della vostra Fiorentina? «Stevan è stato condizionato da infortuni gravi, eppure resta un protagonista di assoluto livello, in un club tra i più quotati nel panorama mondiale. Arrivando in una società come il Manchester City, rischiava di essere schiacciato dalla concorrenza di campioni come Aguero, David Silva e Dzeko. Invece Jo-Jo ha spalle larghe, cresce ancora. È più maturo, anche per via dell’età, rispetto a Ljajic, che intanto sta compiendo un altro passo fondamentale per la sua carriera. Rispetto a Stevan, è più ragazzino ma, trovando continuità di rendimento, può sprigionare quel talento straordinario che gli consente ormai di essere un trascinatore nella Roma. Lo vedo più fiducioso, è consapevole delle sue doti e con Garcia ha trovato più sicurezza e coraggio. Neppure Ljajic sa quanto può diventare forte e devastante».
Stevan Jovetic, 25 anni, abbraccia Adem Ljajic, 23, autore di un gol della Fiorentina alla Lazio il 28 ottobre 2012 LAPRESSE
d’attacco? «Certo. Anche se sono più seconde punte, riescono a integrarsi e completarsi in modo eccezionale: sono rapidi, hanno fantasia e soprattutto il fiuto del gol, anche lontano dall’area di rigore. Con le qualità che si ritrovano, inventano pure assist perfetti per i compagni. In un particolare progetto tattico, entrambi possono esaltarsi partendo da esterni, per accentrarsi poi e tentare il tiro».
GARCIA PUÒ GIOCARSELA CON CHIUNQUE. E POI C’È LA CARICA DELL’OLIMPICO...
A quali giocatori somigliano, per caratteristiche e colpi, Adem e Stevan? «Ljajic mi ricorda un po’ Menez, anche se ancora non ha la forza del francese: è destinato, comunque, a imporre qualità e nu-
DELIO ROSSI SULLA PARTITA DI DOMANI
Rossi, continuerebbe a schierarli lì davanti come coppia
meri da potenziale fuoriclasse. Quando vedo giocare Jovetic, mi ritorna in mente Del Piero, ovviamente con le dovute proporzioni. E poi Stevan sembra, per movenze, guizzi e genialità, il Totti giovane, anche perché, come il capitano giallorosso, è un tipo tosto, sa farsi valere sul piano fisico e resiste ai trattamenti dei marcatori avversari». Lei crede davvero che la Roma vincerà? «Garcia dispone di una squadra fantastica, che può giocare alla pari contro qualsiasi avversario. In più, la carica dell’Olimpico avrà un peso fondamentale. E io vorrei essere un tifoso italiano felice…». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE NEI GIRONI DI CHAMPIONS GRUPPO A PARTITE GIOCATE JUVENTUS-MALMOE OLYMPIACOS-ATLETICO MADRID ATLETICO MADRID-JUVENTUS MALMOE-OLYMPIACOS ATLETICO MADRID-MALMOE OLYMPIACOS-JUVENTUS JUVENTUS-OLYMPIACOS MALMOE-ATLETICO MADRID ATLETICO MADRID-OLYMPIACOS MALMOE-JUVENTUS
GRUPPO B PARTITE GIOCATE 2-0 3-2 1-0 2-0 5-0 1-0 3-2 0-2 4-0 0-2
CLASSIFICA
PT G
V
N
ATLETICO MADRID* JUVENTUS OLYMPIACOS MALMOE
12 9 6 3
4 3 2 1
0 1 14 3 0 2 7 4 0 3 6 11 0 4 2 11
5 5 5 5
P GF GS
LIVERPOOL-LUDOGORETS REAL MADRID-BASILEA BASILEA-LIVERPOOL LUDOGORETS-REAL MADRID LIVERPOOL-REAL MADRID LUDOGORETS-BASILEA BASILEA-LUDOGORETS REAL MADRID-LIVERPOOL BASILEA-REAL MADRID LUDOGORETS-LIVERPOOL
GRUPPO C PARTITE GIOCATE 2-1 5-1 1-0 1-2 0-3 1-0 4-0 1-0 0-1 2-2
CLASSIFICA
PT G
V
REAL MADRID* BASILEA LIVERPOOL LUDOGORETS
15 6 4 4
5 0 0 12 2 2 0 3 6 7 1 1 3 4 8 1 1 3 5 10
5 5 5 5
N
P GF GS
BENFICA-ZENIT MONACO-BAYER LEVERKUSEN BAYER LEVERKUSEN-BENFICA ZENIT-MONACO BAYER LEVERKUSEN-ZENIT MONACO-BENFICA BENFICA-MONACO ZENIT-BAYER LEVERKUSEN BAYER LEVERKUSEN-MONACO ZENIT-BENFICA CLASSIFICA
PT G
V
BAYER LEVERKUSEN* MONACO ZENIT BENFICA
9 8 7 4
3 0 2 2 2 1 2 1 2 1 1 3
5 5 5 5
N
GRUPPO D PARTITE GIOCATE 0-2 1-0 3-1 0-0 2-0 0-0 1-0 1-2 0-1 1-0
P GF GS
7 2 4 2
4 1 4 6
BORUSSIA DORTMUND-ARSENAL GALATASARAY-ANDERLECHT ANDERLECHT-BORUSSIA DORTMUND ARSENAL-GALATASARAY ANDERLECHT-ARSENAL GALATASARAY-BORUSSIA DORTMUND ARSENAL-ANDERLECHT BORUSSIA DORTMUND-GALATASARAY ANDERLECHT-GALATASARAY ARSENAL-BORUSSIA DORTMUND CLASSIFICA
PT G
V
BORUSSIA DORTMUND* ARSENAL* ANDERLECHT GALATASARAY
12 10 5 1
4 0 1 13 3 3 1 1 11 7 1 2 2 7 9 0 1 4 3 15
5 5 5 5
N
P GF GS
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
OGGI JUVENTUS-ATLETICO MADRID OLYMPIACOS-MALMOE
OGGI LIVERPOOL-BASILEA REAL MADRID-LUDOGORETS
OGGI BENFICA-BAYER LEVERKUSEN MONACO-ZENIT
OGGI BORUSSIA DORTMUND-ANDERLECHT GALATASARAY-ARSENAL
GRUPPO E PARTITE GIOCATE BAYERN MONACO-MANCHESTER CITY ROMA-CSKA MOSCA CSKA MOSCA-BAYERN MONACO MANCHESTER CITY-ROMA CSKA MOSCA-MANCHESTER CITY ROMA-BAYERN MONACO BAYERN MONACO-ROMA MANCHESTER CITY-CSKA MOSCA CSKA MOSCA-ROMA MANCHESTER CITY-BAYERN MONACO
GRUPPO F PARTITE GIOCATE 1-0 5-1 0-1 1-1 2-2 1-7 2-0 1-2 1-1 3-2
CLASSIFICA
PT G
V
N
BAYERN MONACO* ROMA CSKA MOSCA MANCHESTER CITY
12 5 5 5
4 1 1 1
0 1 13 4 2 2 8 12 2 2 6 10 2 2 7 8
5 5 5 5
P GF GS
AJAX-PSG BARCELLONA-APOEL NICOSIA APOEL NICOSIA-AJAX PSG-BARCELLONA APOEL NICOSIA-PSG BARCELLONA-AJAX AJAX-BARCELLONA PSG-APOEL NICOSIA APOEL NICOSIA-BARCELLONA PSG-AJAX
GRUPPO G PARTITE GIOCATE 1-1 1-0 1-1 3-2 0-1 3-1 0-2 1-0 0-4 3-1
CLASSIFICA
PT G
V
PSG* BARCELLONA* AJAX APOEL NICOSIA
13 12 2 1
4 1 0 9 4 4 0 1 12 4 0 2 3 4 10 0 1 4 1 8
5 5 5 5
N
P GF GS
CHELSEA-SCHALKE 04 MARIBOR-SPORTING LISBONA SCHALKE 04-MARIBOR SPORTING LISBONA-CHELSEA CHELSEA-MARIBOR SCHALKE 04-SPORTING LISBONA MARIBOR-CHELSEA SPORTING LISBONA-SCHALKE 04 SCHALKE 04-CHELSEA SPORTING LISBONA-MARIBOR N
GRUPPO H PARTITE GIOCATE 1-1 1-1 1-1 0-1 6-0 4-3 1-1 4-2 0-5 3-1
CLASSIFICA
PT G
V
CHELSEA* SPORTING LISBONA SCHALKE 04 MARIBOR
11 7 5 3
3 2 0 14 2 2 1 2 11 9 1 2 2 8 14 0 3 2 4 12
5 5 5 5
2-0 1-1 0-3 4-1 1-2 0-4 3-3 4-1 2-0 2-0
P GF GS
ATHLETIC BILBAO-SHAKHTAR DONETSK PORTO-BATE BORISOV BATE BORISOV-ATHLETIC BILBAO SHAKHTAR DONETSK-PORTO BATE BORISOV-SHAKHTAR DONETSK PORTO-ATHLETIC BILBAO ATHLETIC BILBAO-PORTO SHAKHTAR DONETSK-BATE BORISOV BATE BORISOV-PORTO SHAKHTAR DONETSK-ATHLETIC BILBAO CLASSIFICA
PT G
V
PORTO* SHAKHTAR DONETSK* ATHLETIC BILBAO BATE BORISOV
13 8 4 3
4 1 0 15 3 2 2 1 14 3 1 1 3 3 6 1 0 4 2 22
5 5 5 5
N
0-0 6-0 2-1 2-2 0-7 2-1 0-2 5-0 0-3 0-1
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
DOMANI BAYERN MONACO-CSKA MOSCA ROMA-MANCHESTER CITY
DOMANI AJAX-APOEL NICOSIA BARCELLONA-PSG
DOMANI CHELSEA-SPORTING LISBONA MARIBOR-SCHALKE 04
DOMANI ATHLETIC BILBAO-BATE BORISOV PORTO-SHAKHTAR DONETSK
P GF GS
*GIÀ QUALIFICATE AGLI OTTAVI DI FINALE
REGOLAMENTO Le prime due di ciascun girone passano agli ottavi; la terza scivola in Europa League. In caso di parità sono decisivi nell’ordine: a) gli scontri diretti; b) la differenza reti negli scontri diretti; c) i gol in trasferta negli scontri diretti; d) la differenza reti; e) i gol segnati; f) il coefficiente Uefa di luglio 2014
18
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Champions League R Il programma
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Controlli antidoping, Messi: «Solo io doppio test» 1Cinque giocatori del Barcellona selezionati, Leo sul suo profilo Instagram rivela: «Io l’unico che ha fatto sangue e urine. Strano...» pigiamoni. Lo stress del lavoro, la quiete famigliare.
Filippo Maria Ricci CORRISPONDENTE DA MADRID
L
a famiglia Messi comunica i propri sentimenti via Instagram e ieri tra il post di lui, papà Leo, e quello di lei, mamma Antonella Roccuzzo, l’atmosfera che si percepiva era molto diversa. Nella prima foto il 10 del Barça sorridendo intabarrato in golf pesante con sciarpone al collo dice: «Giornata di doping. Dei 5 prescelti sono stato l’unico a fare sangue e urina. Strano no…???». Nel pomeriggio ecco la moglie, che posta un messaggio natalizio pieno di amore, con albero di Natale dorato e la famiglia Messi, Leo compreso, infilata nei rispettivi
JUVENTUS
(4-3-1-2)
ATLETICO M. OGGI Ore 20.45
8 MARCHISIO 10 TEVEZ
ESPULSI PER UN CORO Ovviamente sconosciuti i risultati delle
OLYMPIACOS
(4-1-4-1)
REAL MADRID
(4-3-3)
(4-4-2)
BASILEA
(4-3-3)
LUDOGORETS
(4-2-3-1)
GRUPPO A
OGGI Ore 20.45
GRUPPO A
OGGI Ore 20.45
GRUPPO B
3 CHIELLINI
20 PADOIN
6 POGBA
14 3 22 26 ELABDELLAOUI BOTIA ABIDAL MASUAKU 8 2 N’DINGA MANIATIS 11 10 19 KASAMI DOMINGUEZ FUSTER
14 LLORENTE
5 TIAGO
3 SIQUEIRA
2 GODIN
14 GABI
10 ARDA TURAN
20 24 GIMENEZ JUANFRAN
ATLETICO MADRID PANCHINA 13 Oblak, 18 Jesus Gamez, 4 Mario Suarez, 17 Saul, 8 Raul Garcia, 11 Raul Jimenez, 22 Cerci. ALLENATORE Simeone. SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Gabi, Godin, Ansaldi INDISPONIBILI Miranda, Ansaldi.
33 FORSBERG
11 THERN
2 FABINHO
(4-3-3) (4-2-3-1)
24 RAGGI
14 BAKAYOKO 11 OCAMPOS
17 SHATOV 4 CRISCITO
GRUPPO C
1 SUBASIC
5 21 ABDENNOUR ECHIEJILE
28 8 TOULALAN MOUTINHO 9 17 BERBATOV FERREIRA CARRASCO 23 RONDON 35 DANNY
28 WITSEL 24 GARAY
7 HULK 21 JAVI GARCIA 2 ANYUKOV 6 LOMBAERTS
1 LODYGIN
MONACO PANCHINA 16 Stekelenburg, 7 Dirar, 13 Wallace, 15 Silva, 18 Germain, 19 Traoré, 23 Martial. ALLENATORE Jardim. SQUALIFICATI Carvalho. DIFFIDATI Kurzawa, Toulalan, FerreiraCarrasco INDISPONIBILI Kondogbia, Kurzawa. ZENIT PANCHINA 16 Malafeev, 13 Neto, 5 Ryazantsev, 10 Arshavin, 19 Smolnikov, 20 Fayzulin, 44 Tymoshchuk. ALLENATORE Villas Boas. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Criscito, Javi Garcia, Hulk. INDISPONIBILI Kerzhakov, Rodic. ARBITRO Skomina (Slo). TV Sky Calcio 6 HD.
8 ADU
7 ERIKSSON
20 6 4 3 RICARDINHO HALSTI HELANDER TINNERHOLM
37 SKRTEL
6 LOVREN 8 GERRARD 24 10 ALLEN COUTINHO
31 STERLING
2 JOHNSON 20 LALLANA
11 GASHI
9 STRELLER
25 GONZALEZ
7 ZUFFI
20 FREI
33 ELNENY
19 SAFARI
17 SUCHY
16 SCHÄR
4 DEGEN
LIVERPOOL PANCHINA 1 James, 4 K.Touré, 23 Can, 21 Lucas Leiva, 30 Suso, 50 Markovic, 29 Borini. ALLENATORE Rodgers. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Balotelli.
MALMOE PANCHINA 27 Azinovic, 18 Hammar, 32 Konate, 14 Kroon, 31 Rakip, 15 Cibicki, 26 Mehmeti. ALLENATORE Hareide. SQUALIFICATI Johansson DIFFIDATI Eriksson, Rosenberg. INDISPONIBILI nessuno.
BASILEA PANCHINA 18 Vailati, 34 Xhaka, 6 Samuel, 21 Diaz, 10 Delgado, 24 Hamoudi, 36 Embolo. ALLENATORE Paulo Sousa. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Gonzalez, Xhala, Schar, Suchy. INDISPONIBILI Sio, Ivanov. ARBITRO Kuipers (Ola). TV Sky Calcio 2 HD.
BENFICA
(4-1-4-1)
GALATASARAY
BAYER
(4-2-3-1)
ARSENAL
OGGI Ore 20.45
GRUPPO C
1 ARTUR 14 LISANDRO LOPEZ 33 2 MAXI PEREIRA JARDEL 24 CRISTANTE 18 35 10 SALVIO PEREZ GAITAN
BENITO 23 9 DERLEY
5 SPAHIC
18 NACHO
24 8 ILLARRAMENDI KROOS 11 BALE
14 HERNANDEZ
6 ROLFES 21 TOPRAK 1 LENO
16 JEDVAJ
BENFICA PANCHINA 13 Paulo Lopes, 34 André Almeida, 37 Cesar, 15 Ola John, 21 Pizzi, 30 Talisca, 32 Tiago. ALLENATORE Jorge Jesus. SQUALIFICATI Luisao, Samaris. DIFFIDATI Salvio, Pérez. INDISPONIBILI Eliseu, Silvio., Ruben Amorin BAYER LEVERKUSEN PANCHINA 25 Kresic, 13 Hilbert, 26 Donati, 8 Bender, 15 Oztunali, 9 Drmic, 19 Brandt. ALLENATORE Schmidt SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Spahić INDISPONIBILI Papadopoulos, Reinartz. ARBITRO Kulbakov (Biel). TV Sky Calcio 7 HD.
5 COENTRAO 23 ISCO
7 C. RONALDO
17 DANI ABALO 93 7 84 MISIDJAN MARCELINHO ALEXANDROV 8 18 FABIO ESPINHO DYAKOV 25 MINEV
27 MOTI
55 TERZIEV
80 JUNIOR CALÇARA
REAL MADRID PANCHINA 1 Casillas, 15 Carvajal, 3 Pepe, 12 Marcelo, 26 Medran, 9 Benzema, 20 Jesé. ALLENATORE Ancelotti SQUALIFICATI Sergio Ramos DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Modric, James Rodriguez, Khedira. LUDOGORETS PANCHINA 26 Borjan, 5 Barthe, 12 Anicet Abel, 88 Wanderson,15 Aleksandrov, 99 Hamza, 11 Junior Quixadà. ALLENATORE Dermendzhiev. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Fabio Espinho. INDISPONIBILI nessuno.
BORUSSIA D.
(4-2-3-1)
ANDERLECHT
(4-2-3-1)
GRUPPO D
21 CHEDJOU
26 SEMIH
13 TELLES
11 BRUMA
3 FELIPE MELO
35 YEKTA
10 SNEIJDER
9 UMUT 22 SANOGO
38 BELLARABI
2 VARANE
(4-4-2)
1 MUSLERA
17 BURAK
10 CALHANOGLU 27 CASTRO
17 ARBELOA
(4-2-3-1)
77 TARIK
11 KIESSLING
18 WENDELL
13 K. NAVAS
ARBITRO Turpin (Fra) TV Sky Sport 3 HD e Sky Calcio 9.
OGGI Ore 20.45
11 LIMA
GRUPPO B
21 STOYANOV
OLYMPIACOS PANCHINA 42 Megyeri, 17 Diamantakos, 23 Siovas, 24 Avlonitis, 6 Afellay, 7 Mitroglou, 18 Bouchalakis. ALLENATORE Michel. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Maniatis, Botia INDISPONIBILI Milivojevic, Durmaz.
7 SON
OGGI Ore 20.45
1 VACLIK
ARBITRO Lannoy (Fra). TV Sky Calcio 3 HD.
ARBITRO Collum (Sco) TV Sky Sport Plus HD.
OGGI Ore 20.45
19 MANQUILLO
25 OLSEN
JUVENTUS PANCHINA 30 Storari, 5 Ogbonna, 33 Evra, 38 Mattiello, 37 Pereyra, 9 Morata, 12 Giovinco, . ALLENATORE Allegri. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Lichtsteiner, Pogba, Morata. INDISPONIBILI Barzagli, Marrone, Caceres, Asamoah, Romulo, Coman.
ZENIT
22 MIGNOLET
9 LAMBERT
9 ROSENBERG
24 THELIN
1 MOYA
MONACO
LIVERPOOL
27 BENITEZ
9 7 GRIEZMANN MANDZUKIC 6 KOKE
(4-2-3-1)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MALMOE 16 ROBERTO
21 PIRLO 23 VIDAL
Leo Messi ha utilizzato il suo profilo Instagram per spiegare il doppio controllo antidoping.
(4-4-2)
1 BUFFON 26 19 LICHTSTEINER BONUCCI
DOPPIO CONTROLLO Non è la prima volta che al Barça appaiono i vampiri dell’antidoping, ai tempi di Guardiola la Uefa passava per Sant Joan Despì con discreta frequenza, e la prassi vuole che solo a uno dei 5 calciatori che devono fare il test tocchi la doppia prova. Ieri Iniesta, Rakitic, Bravo e Jordi Alba si sono sottoposti al prelievo di sangue, Messi anche a quello delle urine. Ed evidentemente la «sfortuna» non è stata gradita dall’argentino mangiarecord.
analisi, mentre a proposito di Messi una notizia potenzialmente dirompente arriva da Madrid. Il Real ha espulso ben 17 dei suoi soci e abbonati, quelli che secondo i video delle telecamere a circuito chiuso sabato sera avrebbero iniziato il coro (un classico al Bernabeu) «Messi, Messi, Messi subnormal». Doppiato poi da un altro offensivo contro il Barcellona e la Catalogna. In seguito all’uccisione del tifoso del Deportivo la Liga ha studiato una serie di norme antiviolenza e una di questa vieta gli insulti allo stadio. Il Madrid ha agito prima dell’entrata in vigore e Ancelotti ieri ha parlato chiaro: «Anche gli insulti sono violenza».
OGGI Ore 20.45
26 PISZCZEK
GRUPPO D
1 LANGERAK 4 15 29 SUBOTIC HUMMELS SCHMELZER
5 6 KEHL S.BENDER 17 8 10 AUBAMEYANG GÜNDOGAN MKHITARYAN 20 RAMOS 45 MITROVIC 10 PRAET
28 15 CAMPBELL OXLADE-CHAMBERLAIN 20 16 FLAMINI RAMSEY 39 21 4 2 BELLERIN CHAMBERS MERTESACKER DEBUCHY
20 CONTE 19 KLJESTAN 39 18 22 VANDEN BORRE 3 ACHEAMPONG DESCHACHT MBEMBA
1 SZCZESNY
1 PROTO
9 PODOLSKI
GALATASARAY PANCHINA 38 Sinan, 22 Hakan Balta, 19 Pandev, 4 Altintop, 29 Olcan, 52 Emre Çolak, 88 Veysel. ALLENATORE Hamzaoglu. SQUALIFICATI Selçuk. DIFFIDATI Melo INDISPONIBILI Dzemaili.
15 CYRIAC
31 TIELEMANS
BORUSSIA DORTMUND PANCHINA 22 Weidenfeller, 19 Grosskreutz, 7 Kagawa, 9 Immobile, 37 Durm, 28 Ginter, 18 Sahin. ALLENATORE Klopp. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Blaszczykowski, Reus, Kirch.
ARSENAL PANCHINA 26 Martinez, 70 MaitlandNiles, 35 Zelalem, 38 Akpom, 73 O’Connor, 45 Iwobi, 47 Kamara. ALLENATORE Wenger. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Monreal. INDISPONIBILI Wilshere, Giroud, Ozil, Ospina, Arteta, Gnabry, Diaby.
ANDERLECHT PANCHINA 33 Roef, 12 Colin, 7 Najar, 32 Dedoncker, 42 Kabasele, 35 Iseka, 16 Defour. ALLENATORE Hasi. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Defour. INDISPONIBILI Suarez, Nuytinck.
ARBITRO Borbalan (Spa). TV Sky Calcio 5 HD.
ARBITRO Undiano Mallenco (Spa). TV Sky Calcio 4 HD.
Il Real contro il Ludogorets per un record: 19 vittorie di fila ● MADRID (f.m.r.) Il Real Madrid cerca un altro record: se stasera al Bernabeu batte il Ludogorets arriva a 19 vittorie consecutive, nuovo primato per una squadra spagnola, superato il Barça di Frank Rijkaard che nel 2005-2006 si fermò a 18. Il primato mondiale è stato fissato dal Guinness a quota 24: striscia del Coritiba brasiliano tra campionato statale del Paranà e coppa brasiliana, nel 2011. Ancelotti non ha James Rodriguez,
Modric e Khedira ma recupera Isco e Jesé, assenti sabato. Lecito attendersi dei cambi, anche in porta dove dovrebbe toccare di nuovo a Keylor Navas. Il Madrid è già certo anche del primo posto, il Ludogorets ha perso sia a Liverpool (di pochissimo) che a Basilea (nettamente) ma si gioca la prosecuzione della sua corsa in Europa League: per restare in Europa deve vincere, oppure pareggiare sperando in un k.o. del Liverpool col Basilea.
LE PARTITE DI DOMANI (20.45) GRUPPO E ROMA-MANCHESTER CITY ROMA (4-3-3) De Sanctis; Maicon, Manolas, Astori, Holebas; Pjanic, Keita, Nainggolan; Ljajic, Totti, Gervinho. (Curci, Yanga-Mbiwa, De Rossi, Strootman, Iturbe, Florenzi, Destro). All. Garcia.
GRUPPO G CHELSEA-SPORTING LISBONA CHELSEA (4-2-3-1) Cech; Ivanovic, Zouma, Terry, Filipe Luis; Matic, Mikel; Ramires, Oscar, Hazard; Costa. (Courtois, Cahill, Ake, Schurrle, Salah, Remy, Drogba). All. Mourinho.
MANCHESTER CITY (4-2-3-1) Hart; Zabaleta, Kompany, Demichelis, Clichy; Fernando, Milner; Navas, Jovetic, Nasri; Dzeko. (Caballero, Sagna, Mangala, Boyata, Lampard, Silva, Pozo). All. Pellegrini.
SPORTING LISBONA (4-3-3) Rui Patrício; Paulo Oliveira, Maurício, Sarr, Jefferson; Carvalho, Adrien, Martins; Adrien Silva, Carillo, Slimani. (Marcelo, Jonathan Silva, Esgaio, Nani, André Martins, Montero, Mané). All. Marco Silva.
ARBITRO Mazic (Ser)
ARBITRO Moen (Nor)
BAYERN-CSKA BAYERN (4-2-3-1) Neuer; Rafinha, Boateng, Dante, Bernat; Alonso, Rode; Robben, Müller, Ribery; Lewandowski. (Ziengerle, Sallahi, Shaqiri, Gaudino, Schweinsteiger, Højbjerg, Götze). All. Guardiola.
MARIBOR-SCHALKE MARIBOR (4-2-3-1) J. Handanovic; Stojanovic, Arghus, Rajcevic, Viler; Mertelj, Z. Filipovic; Sallalich, Vrsic, Ibraimi; Marcos Tavares. (Obradovic, Suler, Mejak, Dervisevic, Bohar, Zahovic, Mendy). All. Simundza.
CSKA MOSCA (4-1-4-1) Akinfeev; Mario Fernandes, V. Berezutski, Ignashevich, Schennikov; Wernbloom; Tosic, Natcho, Eremenko, Musa; Doumbia. (Chepchugov, V. Beresutski, Nababkin, Dzagoev, Milanov, Cauna, Efremov). All. Slutski.
SCHALKE (3-5-2) Fährmann; Neustädter, Kirchhoff, Höwedes; Uchida, Fuchs, Aogo, Barnetta, Max Meyer; ChoupoMoting, Huntelaar. (Giefer, Friedrich, Santana, Ayhan, Boateng, Clemens, Obasi). All. Di Matteo.
ARBITRO Benquerença (Por)
ARBITRO Marciniak (Pol)
CLASSIFICA Bayern 12; Roma, Manchester City e Cska 5.
CLASSIFICA Chelsea 11; Sporting Lisbona 7; Schalke 5; Maribor 3.
GRUPPO F BARCELLONA-PSG BARCELLONA (4-3-3) Ter Stegen; Montoya, Piqué, Mascherano, Jordi Alba; Rakitic, Busquets, Iniesta; Messi, Suarez, Neymar. (Bravo, Bartra, Mathieu, Sergi Roberto, Xavi, Pedro, Munir). All. Luis Enrique.
GRUPPO H PORTO-SHAKHTAR PORTO (4-3-3) Fernández; Ricardo, Martins Indi, Marcano, Alex Sandro; Rúben Neves, Evandro, Quintero; Quaresma, Adrián, Aboubakar. (Fabiano, Maicon, Herrera, Óliver, Brahimi, Tello, Jackson). All. Lopetegui.
PSG (4-3-3) Sirigu; Van Der Wiel, Thiago Silva, David Luiz, Maxwell; Pastore, Thiago Motta, Matuidi; Lucas, Ibrahimovic, Cavani. (Douchez, Marquinhos, Aurier, Digne, Cabaye, Verratti, Lavezzi). All. Blanc.
SHAKHTAR (4-2-3-1) Pyatov; Dentinho, Krivtsov, Rakitsky, Shevchuk; Fred, Stepanenko; Taison, Alex Teixeira, Douglas Costa; Gladkyi. (Kanibolotskiy, Ordets, Ismaily, Bernard, Marlos, Ilsinho, Wellington Nem). All. Lucescu.
ARBITRO Atkinson (Ing) ARBITRO Buquet (Fra) AJAX-APOEL AJAX (4-3-3) Cillesen; Van Rhijn, Veltman, Moisander, Viergever; Klaassen, Serero, Andersen; Schone, Milik, Kishna. (Boer, Denswil, Riedewald, Van der Hoorn, Duarte, Menig, Sightorsson). All. De Boer. APOEL (4-4-2) Pardo; Mario Sergio, Carlao, Papazoglu, Antoniades; Gomes, Vinicius, Morais, Aloneftis; Manduca, Sheridan. (Chiotis, Ioannou, Riise, Alexandrou, De Vincenti, Efrem, Djebbour). All. Donis. ARBITRO Carballo (Spa) CLASSIFICA Paris Saint-Germain 13; Barcellona 12; Ajax 2; Apoel 1.
ATHLETIC BILBAO-BATE ATHLETIC BILBAO (4-2-3-1) Iraizoz; De Marcos, San José, Laporte, Balenziaga; Mikel Rico, Iturraspe; Susaeta, Beñat, Muniain; Aduriz. (Herrerin, Aurtenetxe, Iraola, Erik Moran, Unai Lopez, Ibai Gomez, Viguera). All. Valverde. BATE BORISOV (4-2-3-1) Chemik; Olekhnovich, Gayduchik, Tubic, Mladenovic; A. Volodko, Yablonski; Gordeychuk, Karnitski, V. Volodko; Rodionov. (Soroko, Baga, Polyakov, Yakovlev, Pavlov, Signevich, Aleksievich). All. Yermakovich. ARBITRO Orsato. CLASSIFICA Porto 13; Shakhtar 8; Athletic 4; Bate Borisov 3.
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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NUOVI PADRONI
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CONTENUTO PREMIUM
Vendesi Italia SERIE A SERIE B LEGA PRO Monza
Venezia
Milano Pavia
POTREBBE ESSERCI IL PETROLIERE TAÇI NELLA CORDATA PER IL PARMA , TERZO CLUB DI A ACQUISITO DA CAPITALI ESTERI
Parma Bologna VENEZIA Yuri Korablin (Russia)
PAVIA Pingj Shanghai Investment (Cina) Roma INTER Erick Thohir (Indonesia)
MONZA Anthony Emery Armstrong (Inghilterra)
BOLOGNA Joe Tacopina-Joey Saputo (Stati Uniti-Canada)
PARMA (Cipro-Russia)
ROMA James Pallotta (Stati Uniti)
BOSS STRANIERI IN AUMENTO, MA I MILIONI? A PARMA TORNA IN SCENA L’IMPRENDITORE ALBANESE? Il Parma in mani straniere. Tommaso Ghirardi ha annunciato l’imminente cessione della società a una cordata russo-cipriota, rappresentata dall’avvocato Fabio Giordano e probabilmente accompagnata dal petroliere albanese Rezart Taçi che già un mese fa stava per rilevare il club. Oggi ci sarà un nuovo incontro e, se tutto sarà a posto, giovedì sarà firmato il passaggio di proprietà: il Parma diventerebbe il terzo club di A in mani straniere dopo Roma e Inter. I nomi dei nuovi proprietari sono ancora avvolti nel mistero, particolare che lascia qualche perplessità sul futuro del club, anche perché finora in Italia non sempre sono arrivati magnati come in Inghilterra.
Rezart Taçi, 43 anni, petroliere albanese EPA
L’ANALISI di ALEX FROSIO
L
a Premier League è il campionato più «straniero» che esista. Su venti club, dodici sono di proprietà non britannica. Particolare non indifferente: undici di questi dodici proprietari hanno un patrimonio stimato di almeno un miliardo di euro. L’unica eccezione è rappresentata dalla famiglia Allam, gli egiziani che possiedono la maggioranza delle azioni dell’Hull City. Ma bilanciano la presenza di autentici magnati come Abramovich (Chelsea), Mittal (azionista di minoranza del Qpr), Kroenke e Usmanov (Arsenal), tutta gente che vale intorno ai dieci miliardi di patrimonio, se non di più. Per non parlare dello sceicco Mansour, re Mida del Manchester City. E poco importa se la famiglia Glazer, nel 2005, scalò il Manchester United grazie soprattutto ai prestiti delle banche impegnando proprio le azioni del club di Old Trafford: dal punto di vista finanziario gli americani sono sempre stati solidissimi, e da un annetto e mezzo hanno anche l’«aiuto» di Ge-
Carlo Tavecchio, presidente della Figc. Ma solo a noi sembra paradossale che il padrone di casa lasci entrare ospiti senza sapere chi siano? Si è parlato addirittura del coinvolgimento di Suleiman Kerimov, patron dell’Anzhi: voce già smentita dal club russo. Sullo sfondo, invece, ha preso di nuovo corpo la figura di Rezart Taçi: il petroliere albanese stava per acquistare il club un mesetto fa, poi la trattativa era sfumata. In ogni caso, i nuovi padroni si accolleranno un’operazione da una cinquantina di milioni, 7 per rilevare il club e il resto, più o meno, per coprire i debiti. Se la trattativa andrà definitivamente in porto (oggi serve la garanzia della fideiussione, giovedì dovrebbero arrivare le firme sugli incartamenti per il passaggio di proprietà), il Parma diventerà il terzo club di Serie A in mani straniere, il settimo del calcio professionistico italiano. Prima dei russi-ciprioti, sono arrivati gli americani a Roma, cioè James Pallotta, e l’indonesiano all’Inter, cioè Erick Thohir. A ottobre, in B, è passato in mani americano-canadesi il Bologna: presidente l’avvocato Joe Tacopina, a capo di una cordata capeggiata dall’imprenditore Joey Saputo. Il Brescia, invece, sembra interessare a Khadir Sheik Abdul, uomo d’affari di origini pachistane. Più giù, in Lega Pro, altri tre club sono stranieri. Il Venezia dal 2011 appartiene al russo Yuri Korablin, già sindaco di Khimki dal 1991 al 2001 e fondatore del Football Club Khimki e del Khimki Basket. Il Pavia, da luglio, è cinese, attraverso il fondo Pingj Shanghai Investment. E poi c’è il Monza: dal 2003 è dell’anglo-brasiliano Anthony Emery Armstrong, l’uomo che si presentò a Monzello con una Ferrari noleggiata e che è recentemente stato coinvolto in una inchiesta della magistratura brasiliano, gettando nel caos il club brianzolo. VICENZA INGLESE Il problema è proprio questo. Senza regole di ingresso chiare, il rischio è sempre quello di accogliere semplici speculatori se non addirittura autentici avventurieri. Se è vero che il primo presidente del Milan fu un inglese, Alfred Edwards, in un secolo e mezzo di calcio l’Italia non è mai stata terreno fertile per gli stranieri. La prima proprietà estera vera e propria si registra a Vicenza, a fine anni Novanta: nel 1997, dopo aver conquistato la Coppa Italia, l’ex Lanerossi passa alla società britannica Enic (una finanziaria attiva nel campo petrolifero), e proprio in quella stagione si arrampicò fino alla semifinale di Coppa delle Coppe (persa contro il Chelsea di Zola). Poi il ritorno in B e l’addio degli inglesi. Altrove, tante voci e altrettanti bluff: lo stesso Taçi in passato è stato accostato al Milan e poi al Bologba, Lorenzo Sanz — già proprietario del Real Madrid — fu vicinissimo al club ducale nel 2005 in una vicenda controversa e poi al Bari nel 2008. Restando in Puglia, nel 2008 fu accolto da re Timothy Barton, sedicente miliardario di Dallas: ma in Texas non lo conosceva nessuno, e tutto finì nel nulla. Lo zio d’America, qui, non arriva mai. E nemmeno oligarchi o sceicchi, come quelli con cui si fece fotografare tempo fa Zamparini: spariti, e il Palermo è ancora suo.
orge Soros, proprio l’uomo che fu vicino alla Roma e che si è accaparrato circa il 2% dello United. Le INVESTIMENTI E REALPOLITIK La vecchia favola regole della Premier League, e del calcio inglese in di «al lupo al lupo» è quanto mai valida. E finisce generale, istituiscono bastioni piuttosto alti per chi per rimetterci anche chi fa sul serio. Così persino su ha intenzione di investire nel football: ne sa qualco- Pallotta si addensarono forti dubbi quando nella primavera del 2011, con altri imsa Massimo Cellino, la cui proprietà prenditori statunitensi tra cui Thodel Leeds è tuttora congelata perché I PRECEDENTI mas DiBenedetto, prese il comando l’ex presidente del Cagliari non ha della Roma. C’è dietro la solita banpassato i test «etici» per una vecchia Tutto cominciò nel ca, dubitavano gli scettici. Gli invecondanna fiscale in Italia. Chi vuole stimenti li hanno in parte dissipati, acquistare un club inglese, in sinte- 1997, quando il ma siamo ancora lontani da un si, deve uscire allo scoperto: si deve Vicenza passò a una Abramovich o un Mansour che pomsapere chi è, cosa fa, cosa ha fatto e società inglese pano soldi a palate. Lo stesso Thohir cosa intende fare. finora ha applicato una rigida reOligarchi e sceicchi PARMA E LE ALTRE In Italia non alpolitik nella gestione dell’Inter, scelgono la Premier: sempre è tutto così chiaro, anzi. L’uldopo gli anni gloriosi, ricchi, ditimo esempio è proprio di questi da noi meno regole spendiosi, un po’ pazzi e poco attengiorni. Domenica, prima della parti- e pochi investimenti ti ai bilanci di Massimo Moratti. Del ta, Tommaso Ghirardi annuncia di resto, il «ricco» della famiglia aver ceduto il Parma a una cordata di russi-ciprioti Thohir, secondo le classifiche di Forbes, è Garibalrappresentata dall’avvocato Fabio Giordano. Gente di, il fratello di Erick, numero 1.250 nella classifica che opera nel ramo petrolchimico. Ma il nome è top dei miliardari del mondo. I primi posti della Presecret. «Mi auguro che siano dei reali investitori, mier sono davvero lontanissimi. © RIPRODUZIONE RISERVATA questo sarebbe un bene per la società», ha detto
Dall’Inter al Venezia
ERICK THOHIR ● INTER L’indonesiano, 44 anni, è diventato azionista di maggioranza e presidente dell’Inter nel novembre 2013
JAMES PALLOTTA ● ROMA Americano, 56 anni, arriva nel 2011: presidente da agosto 2012, due anni dopo ottiene il controllo totale del club
JOE TACOPINA ● BOLOGNA Americano, 48 anni, presidente da ottobre 2014 in rappresentanza della cordata guidata dal canadese Saputo
YURI KORABLIN ● VENEZIA Russo, 54 anni, nel 2011 assume il controllo del Venezia diventandone presidente
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Serie A R
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Maratona Cesena Ballardini-Reja no, tocca a Di Carlo 1Esonerato l’artefice della promozione Bisoli:
ieri sera l’intesa fino a giugno con il nuovo tecnico
Alessandro Burioli CESENA
T
utto come previsto. Anzi, no. Dalle 10 di ieri mattina, Pierpaolo Bisoli non è più l’allenatore del Cesena. Ma non è arrivato Davide Ballardini, come sembrava scontato. Al posto di Bisoli arriva Domenico Di Carlo che ieri sera ha incontrato i dirigenti del Cesena e ha raggiunto l’accordo, ufficializzato dal club alle 22.30. Di Carlo ha firmato fino a giugno e verrà presentato oggi alle 18.
UN PAZZO LUNEDI’ Alla scelta di Di Carlo si è arrivati dopo una serie di passaggi. E’ stato Giorgio Lugaresi a comunicare l’esonero a Pierpaolo Bisoli, che era in viaggio verso Venezia per una breve gita con la moglie Rita. La decisione era maturata già domenica sera, dopo la sconfitta di Bergamo. Quando il presidente del Cesena aveva chiamato il tecnico per rincuorarlo e aveva trovato dall’altra parte del telefono un uomo rassegnato. A quel punto
Bisoli, 48 anni, via dopo il k.o. di Bergamo: a Cesena c’è Di Carlo AP-LAPRESSE
3
● Gli esoneri in Serie A: prima di Bisoli erano arrivati quelli di Corini (Chievo, dentro Maran) e Mazzarri (Inter, dentro Mancini)
è stato dato mandato al d.s. Foschi di trovare un sostituto. Individuato subito in Davide Ballardini. Il tecnico ravennate, che con Foschi aveva già lavorato a Palermo, inizialmente non ha avuto dubbi. E che il Cesena fosse certo di aver trovato in fretta il nuovo allenatore lo dimostra il fatto che alle 10.30
l’ufficio stampa del club aveva iniziato a contattare la stampa preannunciando una possibile conferenza stampa allo stadio alle ore 15. Conferenza stampa di cui nelle ore successive si è perso traccia in quanto Ballardini, poco dopo mezzogiorno, ha declinato l’offerta del Cesena dicendosi non più convinto, lui che vive a Ravenna, di riuscire a dare il massimo lavorando vicino casa. Radiomercato ha «spiegato» il voltafaccia di Ballardini con la volontà di aspettare segnali da altre piazze come Cagliario. Così alle 13 dopo l’annuncio dell’esonero di Bisoli il Cesena si è così messo nuovamente alla ricerca dell’allenatore. Tanti i sondaggi. Da Zenga, la cui richiesta non era in linea con l’offerta del Cesena, a Reja, che ha declinato. Da Calori a Delneri, due tecnici con cui Foschi ha lavorato in passato. Ma a spuntarla è stato Di Carlo, che in serata è partito in auto da Vicenza per incontrare i dirigenti del Cesena. Un summit iniziato alle 20 e che si è chiuso con la firma. Il nuovo staff sarà composto dal collaboratore tecnico Santoni e dal preparatore atletico Riela.
FIORENTINA
Gomez si sfoga «Interessano più i miei gol che la salute»
ADDIO BISOLI Nel comunicato d’addio, il Cesena ha ringraziato Bisoli e il suo staff «per il rapporto di stima reciproca instaurato e per l’operato svolto in questi anni, coincisi con una salvezza straordinaria e una cavalcata nella massima serie che rimarranno nella storia». Un addio sofferto, quello dal tecnico più vincente della storia bianconera: con tre promozioni (due dalla B alla A) in 4 stagioni e mezza. Una decisione resa necessaria dai numeri, impietosi: soli 8 punti in 14 giornate, con la vittoria che manca da 13 gare, nelle quali il Cesena ha sempre subìto gol.
● FIRENZE Sfogarsi in patria, si sa, è un po’ più semplice. E Mario Gomez ha scelto «Kicker» per far passare un concetto semplice: alcune critiche lo hanno infastidito. «Si è detto che non segnavo da 259 giorni – attacca il centravanti viola - , ma nessuno ricorda che 200 di questi giorni sono passati tra infortuni e vacanze estive. La notizia era diventata la mia astinenza, e poco importavano i motivi. La domanda più importante era “Quando torni?” e non “Come stai?”. L’infortunio è alle spalle. Guarire, però, è stato complesso: «In carriera non sono mai stato fermo così a lungo. Mi sono comprato persino un tavolo da ping pong perché avevo bisogno di adrenalina sportiva. Però mi faceva male il ginocchio e giocavo da seduto». Il peggio è passato, ma fino alla rete di Cagliari il fardello del digiuno era pesantissimo: «Ero inquieto e gli automatismi di squadra non funzionavano. In passato a volte giocavo male. Ma segnavo, e la gente mi trattava come un re. Ho pensato a Tomasson (anche ex milanista, ndr), nello Stoccarda era un maestro. Non cercava mai la potenza, solo la precisione. E alla fine ho segnato. Una liberazione, ne avevo un gran bisogno». Giovanni Sardelli
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TACCUINO «MAFIA CAPITALE»
Spunta telefonata Pradè-Carminati ROMA In una delle tante intercettazioni sulle utenze usate da Massimo Carminati e allegate alle carte dell’inchiesta Mafia Capitale spunta anche una telefonata con Daniele Pradè, d.s. della Fiorentina e per 13 anni d.s. Roma. Il 21 settembre 2012 Pradè chiama Carminati che gli chiede se quando tornava a Roma potevano andare a mangiare insieme «alla piazzetta nostra». Ieri Pradè ha commentato: «Lo dico con grande forza: sono assolutamente sereno, nessun tipo di interesse comune», pur non negando la conoscenza.
TORINO
Si rivede Basha Cure per Nocerino TORINO (f.bra.) Da oggi, seduta a porte chiuse alla Sisport verso la trasferta di Copenaghen. Ieri partitella in famiglia con il ritorno in campo di Basha dopo il lungo infortunio, solo cure per gli infortunati Nocerino, Masiello, Benassi e Larrondo.
ATALANTA
Dubbio Zappacosta Rientra Dramé BERGAMO (ma.sp.) Contro la Lazio tornano Boakye e Dramé che hanno scontato le squalifiche. Il dubbio riguarda ora Zappacosta, uscito malconcio durante il primo tempo col Cesena per un problema all’anca: nei prossimi giorni sarà sotto osservazione.
Serie A R
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LA SVOLTA ITALIANA
CONTENUTO PREMIUM
Sì alla tecnologia FUNZIONA COSÌ LE TELECAMERE
GOL/NON GOL
L’OROLOGIO
La tecnologia del «gol fantasma» (Goalcontrol-4D, Hawk-eye) prevede 7 telecamere per porta che registrano la posizione del pallone, segnalando all’arbitro quando supera la linea di porta
L’immagine della palla che ha superato o meno la porta viene mostrata anche sui megaschermi dello stadio
Se la palla è entrata, il sistema manda un doppio messaggio (sonoro e visivo) in meno di un secondo all’orologio dell’arbitro. È ammesso un margine d’errore di 1,5 cm in più o in meno
MAI PIÙ GOL FANTASMA LA PROPOSTA DI TAVECCHIO AL CONSIGLIO FEDERALE Si cambia. Il presidente Figc, Carlo Tavecchio, ha annunciato che al Consiglio federale proporrà la tecnologia sul gol fantasma dal 2015-16, con l’abolizione degli arbitri di porta. Ma sono due cose diverse. Costi, nuovi equilibri politici, vantaggi e svantaggi: ecco cosa può succedere. DENTRO LA NOTIZIA di FABIO LICARI
A
rbitri di porta addio. Arriva in Italia la tecnologia sul gol fantasma (l’unica possibile oggi). Dopo i tornei Fifa (Mondiali, Confederations, Mondiale per club...), dopo la Premier, e in probabile contemporaneità con la Bundesliga che la introdurrà la prossima stagione, ecco la Serie A. La rivoluzione di Platini e Collina — due «fischietti» dietro le linee di fondo — sta per essere spazzata via dalla nuova Figc. Una controrivoluzione. Se giusta o sbagliata, lo dirà il campionato. Meglio evitare equivoci però: arbitri e tecnologia sono due cose diverse, una non sostituisce l’altra. Potrebbero benissimo convivere, come sarà a Francia 2016. Ma la questione, oltre che tecnica, è anche politica: non si può negare lo «strappo» dalla filosofia di Platini. LA PROPOSTA Carlo Tavecchio era già stato chiaro. Ma più esplicito di ieri, parlando a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento, non si può: «Proporrò al prossimo Consiglio federale la creazione di una commissione tecnica per introdurre la “goal line technology”. L’indirizzo per la prossima stagione di A prevede la tecnologia “gol-non gol”, non l’impiego degli assistenti d’area». By-bye. IL RISPARMIO Il no agli arbitri di porta, per Tavecchio, avrebbe motivazioni economiche: «Il Coni ha ridotto di 25 milioni i con-
DAL 2015-16 LA FIGC PUNTA AD AVERE LE TELECAMERE IN CAMPO. ADDIO AGLI ARBITRI DI PORTA È «STRAPPO» CON PLATINI?
tributi. Siamo in difficoltà a reperire i fondi. In ambito federale la spesa più alta è quella arbitrale, un terzo del bilancio. Portogallo, Spagna, Inghilterra e Francia non hanno gli arbitri di porta che sono in Italia e in altre 18-19 piccole federazioni europee. C’è la necessità di ridurre i costi». LE CIFRE Però la tecnologia è più cara. Gli arbitri di porta valgono 1,2/1,3 milioni all’anno (e l’Uefa contribuisce per quasi 200mila euro). Un impianto tecnologico costa sui 200mila euro a stadio: in A serviranno circa 3,5 milioni all’anno per 16/17 stadi (e di solito il contratto con le ditte fornitrici è triennale). Chi paga? Serve lo sponsor, è chiaro, e non è escluso che arrivi il giorno dopo l’okay. Ma dire che non ci sono fondi, e poi introdurre uno strumento più costoso, sembra un controsenso. La scelta è anche politica. LA POLITICA Di sicuro la presidenza Tavecchio è molto più lontana dall’Uefa, e da Platini, di quella Abete (che grazie a Platini è diventato vicepresidente Uefa). Di sicuro, dopo il «caso» Optì-Pobà, l’accusa di razzismo e la sanzione non-sanzione, i rapporti Uefa-Figc non sono ideali. Di sicuro, infine, l’accenno di Tavecchio alle «18-19 piccole federazioni» non è stato apprezzato a Nyon. IL SISTEMA La commissione dovrà scegliere tra i due sistemi oggi in commercio: il Goacontrol-4D, usato dalla Fifa, e l’Occhio di falco, preferito da inglesi e tedeschi. Sistemi molto simili: 7 telecamere per porta, 14 in totale, che registrano la posizione del pallone e la elaborano al computer. Se la palla ha superato la linea di porta, l’orologio dell’arbitro riceve in tempo reale un doppio messaggio sonoro e visivo. Con un margine di errore, in più o in meno, di 1,5 cm. Al Mondiale la «goal line technology», grazie anche ai maxischermi degli stadi, è stata uno spettacolo. E ha funzionato. Non si può negare che il calcio del futuro, anche per motivi di giustizia, sarà tecnologico. Si va verso questa direzione, ma a piccoli passi perché i costi sono ancora proibitivi per il 99% delle federazioni (finora solo 2 su 209, le
più ricche, hanno dato l’okay, aspettando l’Italia). LA DIFFERENZA Ma la tecnologia «vede» solo una cosa: se è gol o meno. Gli arbitri di porta, oltre a questo (in due anni non ci sono più stati casi in Italia), servono a vedere le situazioni in area, falli di mano, trattenute, rigori, an-
goli. Non ce ne siamo accorti, ma il «far west» nei 16 metri s’è ridotto: il rischio, soprattutto in Italia dove le marcature sono più strette che altrove, è tornare al passato. LA CONVIVENZA Il problema è politico anche nel mondo. La Fifa ha scelto la tecnologia e rifiuta gli arbitri di porta. L’Uefa il contrario: ma all’Europeo 2016 affiancherà i due sistemi, visto che il costo sarà limitato a 10 stadi. In Champions non si può: troppi campi interessati. In fondo in Italia la differenza sarebbe un milione: davvero un sacrifi-
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cio enorme per questi sponsor? MOVIOLA? Resta in piedi la proposta Figc alla Fifa per ospitare la sperimentazione della moviola in campo. Ma mentre la tecnologia sul gol fantasma è già nelle regole, la «moviola» dev’essere testata e poi approvata. E il Board, nella riunione preliminare, non è sembrato favorevole, anche per le numerose complicazioni pratiche. Vedremo il 28 febbraio a Belfast. Per il 2015-16 sembra difficilissimo. Ma con Blatter, e in periodo elettorale, mai dire mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA TECNOLOGIA NON PUÒ RIMANERE FUORI DAL CALCIO, GLI STRUMENTI SONO AFFIDABILI CARLO TAVECCHIO PRESIDENTE FIGC
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OPINIONI La vignetta
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di Valerio Marini
ROGER FEDERER Campione di tennis ● Ho davvero apprezzato questo bel pane indiano @rogerfederer
USAIN BOLT Olimpionico di atletica ● Vedete anche voi quello che vedo io? #ArtBasel @Hublot @usainbolt
LINUS Conduttore radio e tv ● Non c’è modo più efficace per sembrare uno sfigato che vestirsi da ciclista in inverno. @LinusDJ
TIGER WOODS Campione di golf ● Felice per lindseyvonn per la sua 60a vittoria in Coppa del Mondo. Il duro lavoro paga. @Tigerwoods
Crisi nerazzurra
Crisi rossonera
MANCINI, IL CARISMA NON BASTA IL COMMENTO O ALENTI TI di GIANNI VALENTI email: gvalenti@rcs.it s.it
S
embra incredibile ma Roberto Mancini rischia di consumare velocemente il credito di fiducia che vantava nei confronti di critica e tifosi. E’ vero, venti giorni per giudicare il lavoro del tecnico dell’Inter sono pochi soprattutto perché ha dovuto mettere le mani su un impasto mal riuscito, ereditato da Mazzarri, che denota importanti lacune tecniche e di temperamento. Ma, detto questo, era lecito attendersi che le prime nozioni del Mancio unite soprattutto al carisma vincente che dovrebbe essere in grado di trasmettere potessero portare a una scossa immediata e di conseguenza a qualche risultato tangibile sul campo e in classifica. Così non è stato: un punticino nelle prime tre partite di campionato e la vittoria in Europa League sono davvero poca cosa. Si dirà che il suo esordio tra derby con il Milan e Roma
non era certo dei più agevoli. Vero solo in parte: contro i cugini non s’è notata nemmeno la tipica adrenalina che attraversa qualsiasi spogliatoio dopo un cambio di guida tecnica; paradossalmente, un po’ di coraggio l’abbiamo percepito a sprazzi proprio all’Olimpico nella sfida più complicata. Il secondo tempo contro l’Udinese con relativa sconfitta, ha lasciato davvero perplessi: squadra fisicamente sulle ginocchia, incapace di reagire alle prime difficoltà, con alcuni giocatori (in primis Palacio) in stato confusionale. Il risultato del trittico è che l’Inter si ritrova ben salda nella parte destra della graduatoria e vede allontanarsi pericolosamente la possibilità di centrare a fine stagione la qualificazione ai preliminari di Champions League. Anzi, il problema oggi come oggi non è quello di guardare avanti. Semmai di coprirsi bene le spalle evitando la cronicizzazione di un virus che sembra aver contagiato tutto l’ambiente. I fischi dei tifosi a San Siro sono il sintomo che la febbre, dopo una breve tregua, è tornata a salire. Pensare che l’impegno di lunedì prossimo a Verona contro il
Chievo diventi già decisivo per la stabilità del gruppo è una triste realtà dalla quale è impossibile fuggire. Insomma, almeno nell’immediato, per Mancini comincia un altro campionato nel quale si troverà a dover combattere dentro la giungla di chi lotta principalmente per non rimanere invischiato nella zona retrocessione. Un territorio insidioso che il tecnico di Jesi, fino ad ora, non ha praticamente mai frequentato nella sua brillante carriera in panchina. E dove testa, agonismo e attributi contano più del fioretto. Ma, allora, cosa non è accaduto in queste tre settimane di nuovo corso? Al di là delle novità tecniche introdotte (difesa a 4 e trequartista) che la squadra sembra assimilare con lentezza, Mancio stenta a far breccia nella testa dei giocatori non riuscendo a trasmettere loro grinta e soprattutto autostima, necessari per arrivare a «vincere in fretta», come lui stesso aveva pronosticato in sede di presentazione. Senza questi ingredienti anche un mercato di gennaio generoso sarà solo un palliativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla città al Paese
OLIMPIADI, SERVE SOLO UN «FOCOLARE» L’ANALISI TURI di FRANCO ARTURI email: farturi@rcs.it Twitter: @arturifra
L
e Olimpiadi, con la cautela di cui è capace il Cio, organismo che si muove alla velocità di un pachiderma stanco, sembrano sul punto di sganciarsi da una sedecittà, a cui da sempre i suoi regolamenti le vincolano. Con sfumature e distinguo di cui vedremo la portata (leggete all’interno la cronaca di Valerio Piccioni), l’area potrà allargarsi a tutto il Paese della sede principale. Giusto? Sbagliato? Si sta attentando ad una sacra usanza per abbassare i costi e favorire un fiorire di candidature fra cui quella italiana del 2024? L’umanità e lo sport non hanno mai considerato la tradizione come una prigione. Per restare alla
nostra materia, un paio di esempi: ad Atene 1896 non erano presenti le donne (messe al bando), mentre oggi la partecipazione femminile ha quasi raggiunto quella maschile; inoltre i Giochi si sono liberati dall’assurdo veto ai professionisti, ferocemente sbandierato per quasi un secolo. Tutto si muove, e in fretta. Ad Atene 1896 parteciparono 241 atleti, a Londra 2012 se ne stimano circa 10.500, con un seguito ancor più numeroso di assistenti di varia natura. Che cosa possono avere in comunque questi due eventi? Del resto nemmeno i Giochi della Grecia classica erano confinati nella sola Olimpia: diverse altre località ospitarono altre manifestazioni simili che ebbero grandissimo seguito: gli Istmici, i Nemei, i Pitici. Eventi che erano poi una sorta di «campionati» interellenici, dove competevano poche decine di atleti, tutti della stessa lingua e cultura.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2014
PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
Che cosa dobbiamo conservare di tutto questo? Ma prima facciamoci un’altra domanda: a chi appartengono davvero le Olimpiadi? Escludiamo fra i «proprietari» il Cio che le organizza e ne possiede il marchio. Restano due candidati: coloro che vi partecipano oppure i miliardi di terrestri che le seguono trepidanti e commossi alla tv e danno loro senso. Diciamo a entrambi: gli uni hanno bisogno degli altri. Ma agli spettatori, francamente, interessa poco dove abbia sede il palazzetto e lo stadio che ospita quelle gare. Basta, e avanza, che le competizioni godano dell’universalità garantita ai Giochi. E’ sufficiente allora che tutto venga fatto con equilibrio e che alla sede designata resti un non simbolico «focolare olimpico» dove abbiano luogo un numero significativo di eventi o quelli conclusivi della gran parte degli sport. Il resto è inutile e costosa sovrastruttura.
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IL FALSO NUEVE E IL FALSO MILAN TEMPI ARI SUPPLEMENTARI RRUTI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.itt
Caro Cerruti, ho visto un Milan confusionario pur se volenteroso che forse non avrebbe meritato di perdere, il solito Milan delle occasioni perse. Ogni volta che ci avviciniamo al terzo posto, incappiamo in qualche partita storta e prendiamo gol stupidi. Spero che Berlusconi metta mano al portafogli a gennaio, altrimenti dovremo rassegnarci a un altro campionato di transizione. Paolo Piazzolla, Muscat (Oman)
T
ra tanti milanisti delusi, precedenza a chi soffre lontano dall’Italia e per questo forse è meno duro nelle critiche. In realtà, anche se Inzaghi rimpiange la clamorosa occasione sprecata da Menez sullo 0-0, non si può negare un’amara certezza: Montolivo e compagni hanno meritato di perdere, perché il Genoa ha giocato di più e meglio. Su tutto il resto si può discutere, senza dimenticare un’altra verità più generale, al di là della prima sconfitta esterna. Si parla tanto, anche troppo, del modulo con il «falso nueve», mentre si dovrebbe parlare del «falso Milan», perché questa non può essere la squadra che sognano i tifosi, a cominciare da Berlusconi. Invece di pensare alla cornice di un imprecisato futuro, cioè il nuovo stadio, sarebbe meglio preoccuparsi del quadro del presente o del futuro immediato, perché il campo e la classifica non fanno sorridere. Inzaghi fa bene a difendere i giocatori e il proprio lavoro, con il supporto della società che ad altri, senza il suo curriculum rossonero, in passato era stato negato, ma se dice che il Milan a Genova «ha dato tutto», indirettamente mette a nudo i
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limiti della squadra, che riassumo in quattro punti. 1) La difesa, che ha incassato gol in 12 delle 14 gare disputate malgrado Lopez sia stato il migliore in campo anche domenica, è il primo e più evidente punto debole, per limiti individuali dei vari Bonera, Mexes e Rami, più rossi che rossoneri pensando ai cartellini già presi, o che avrebbero potuto prendere a Genova. Armero, quarto della compagnia, è stato in costante difficoltà a sinistra, mentre Antonelli lanciato nella «Primavera» da Baresi, ma scaricato in fretta come Darmian, è stato il migliore del Genoa. 2) Il centrocampo, in attesa del miglior Montolivo ancora in rodaggio ma senza valide alternative, si è retto troppo sui muscolari e fallosi Essien e Muntari, con una continua girandola di comprimari, da Poli a Van Ginkel, attraverso la meteora Saponara. 3) Il frullato di giocatori in ogni reparto non ha consentito alla squadra di avere una precisa identità, perché non basta giocare sempre con lo stesso modulo, il 43-3 spesso modificato in corsa nel 4-2-3-1, per dare certezze ai rispettivi interpreti. 4) Per tutti questi motivi, Inzaghi non soltanto non può più vantarsi di avere il miglior attacco del campionato, ma deve rendersi conto dei limiti di una squadra capace di vincere soltanto 5 partite su 14, contro Lazio, Parma, Chievo, Verona e Udinese, attualmente al settimo posto, uno in più rispetto alla fine dell’ultima stagione. Ecco perché l’obiettivo più realistico è un piazzamento in Europa League, senza illudersi troppo pensando al mercato di gennaio, che storicamente può essere di riparazione e non di ricostruzione. Con tanti saluti a Torres, scavalcato persino da Niang a Genova, sempre più simbolo di questo Milan: grande come lui, ma nel passato.
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Magic+3 R
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Torna Bruno Fernandes: da flop a eroe in 4 giorni
INVOLUZIONE
Napoli, aria pesante Oggi il faccia a faccia tra Rafa e i giocatori 1I 3 pareggi di fila
hanno raffreddato l’ambiente: manca un leader e il futuro del tecnico è un rebus
1A Udine era finito ai margini:
Mimmo Malfitano
con 2 reti di fila si è rilanciato
14a GIORNATA
Massimo Meroi UDINE
L’
imprevedibilità del pallone. Bruno Fernandes non più tardi di 10 giorni fa sembrava finito ai margini dell’Udinese. Il centrocampista portoghese, rivelazione della passata stagione per come aveva saputo assorbire il salto dalla Serie B alla Serie A (Pozzo lo ha pescato nel Novara, dove aveva segnato 4 reti in 21 partite), sembrava vivere una sorta di involuzione. Colpa del ruolo, si diceva. Con Guidolin giocava mezzala o trequartista, con Stramaccioni, complice anche il passaggio alla difesa a quattro, fa l’esterno di centrocampo. Poi, nell’arco di quattro giorni, il gran gol in Coppa Italia contro il Cesena, già sua vittima in campionato, e poi la super prestazione con l’Inter con la ciliegina del gol che ha dato il là alla rimonta friulana. E così Bruno è diventato a sorpresa l’eroe di San Siro.
SOLDATINO Il ragazzo è di pasta buona. Serio, umile, mai una parola fuori posto, mai una parola di troppo. Sa stare nel gruppo rispettando chi ha più esperienza di lui. Parla come un libro stampato il portoghese, che a inizio stagione disse: «Per me il difficile viene adesso. Arrivare è relativamente facile, confermarsi è complicato». L’ha provato sulla propria pelle. Di Natale dice sempre che uno con i suoi
NAPOLI
S
arà un confronto deciso quello che Rafa Benitez avrà, questa mattina, con la squadra. C’è più di qualche appunto che l’allenatore spagnolo farà ai giocatori dopo il pareggio interno con l’Empoli e la grande delusione che s’è impadronita dell’intero ambiente. Il momento è delicato, tre pareggi nelle ultime gare di campionato mettono sul banco degli imputati tutto il sistema Napoli, dalla proprietà alla guida tecnica fino ai giocatori.
mezzi può fare molto di più. «Non deve sbagliare i passaggi semplici». Lui annuisce e lavora in silenzio per migliorare. Come un bravo soldatino. RISCATTO Nello spogliatoio gli vogliono tutti bene. Dopo i gol a Cesena e Inter, Bruno è andato a festeggiare con i compagni della panchina e nel post partita ha sottolineato «l’importanza di chi come Thereau è subentrato a gara in corso risultando importante». E poi: «Questo è un gruppo compatto, c’è bisogno di tutti. Ho segnato 2 gol in 4 giorni? Bene, ma quello che conta sono i punti in campionato e la qualificazione agli ottavi di finale della Coppa Italia». QUALITÀ Stramaccioni, che nel precampionato lo ha anche provato regista basso davanti alla difesa, è consapevole che per la qualità che ha nei piedi il portoghese va sfruttato dalla metà campo in avanti. «Per una gara come quella di Milano lui è l’ideale alle spalle della prima punta», il pensiero di Strama. Il tecnico, nella pancia di San Siro, ha poi spiegato che «quello di Bruno non era un problema di ruolo, ma mentale. Gli manca ancora un po’ di continuità, ma non dimentichiamoci che ha vent’anni». Se poi ti inventi un gol come quello ad Handanovic, significa che la stoffa è più vicina alla seta che al cotone. Mica è da tutti calciare di prima intenzione per rubare il tempo al portiere invece di far scendere il pallone. Una gemma che gli è valsa il riconoscimento di migliore in campo. PRESENTE E FUTURO Bruno Fernandes è alla seconda stagione all’Udinese. Il suo per-
Bruno Fernandes, 20 anni, nello scorso torneo ha segnato 5 reti FORTE
corso di crescita dovrebbe prevedere tre campionati in Friuli. Poi, se continuerà a migliorare, spiccherà il volo verso altri lidi. Dicono che su di lui abbia già messo gli occhi la Juventus. Il profilo è quello giusto. Uno così, serio, con il capello corto e senza orecchini, piacerebbe a Boniperti. CONTROCORRENTE Non ha un profilo Facebook, non ha un profilo Twitter, contrariamente a tanti ragazzi della sua età che amano stare connessi col mondo virtuale in ogni momento della giornata. Il suo passatempo preferito è trascorrere il tempo libero con il suo cane. Poi alla domenica, come si è visto, gradisce sfornare qualche assist e regalare magie come quella della notte di San Siro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
7
● Le partite di campionato in cui Bruno Fernandes ha preso la sufficienza. La sua media voto, in 13 partite, è di 5,85
2
● Le partite in cui ha preso 7 in pagella. Due anche le reti stagionali in A: prima dell’Inter aveva fatto gol al Cesena, alla sesta giornata
RABBIA DE LAURENTIIS Al termine della gara, il presidente s’è catapultato negli spogliatoi per esprimere alla squadra tutto il suo malcontento. Le parole sono echeggiate all’interno dello stanzone nel silenzio totale. Tante teste chine, dinanzi allo sfogo del dirigente che ha preceduto quello di Benitez che, stamattina, contesterà alla squadra la mancanza di carattere e la maturità. Così come a Genova, contro la Samp, anche domenica il suo Napoli s’è dimostrato fragile, svogliato e confuso. Basti rivedere le immagini dei gol e delle opportunità fallite dagli avversari per farsi un’idea delle continue amnesie sia dei difensori sia dei centrocampisti. SENZA LEADER La partenza di Pepe Reina ha aperto una voragine all’interno dello spogliatoio che s’è ritrovato senza un punto di riferimento. Gonzalo Higuain, il giocatore più rappresentativo, si limita al compitino che gli spetta: segnare. Oltre questo non è parso che abbia una personalità tale
Marek Hamsik, 27 anni REUTERS
da poter scuotere o sollecitare il gruppo. Si era illuso, l’ambiente, che la fascia di capitano avrebbe responsabilizzato ancor di più Marek Hamsik: valutazione sbagliata, perché il centrocampista slovacco s’è dimostrato debole non solo dal punto di vista caratteriale, ma anche sotto l’aspetto tecnico. La sua involuzione è uno dei misteri napoletani. RENDIMENTO PEGGIORE Rispetto allo scorso anno, il Napoli si ritrova con sette punti in meno in classifica. Un dato che sintetizza la fase di crisi che è costata il terzo posto. In questo periodo c’è grande confusione all’interno dello spogliatoio, il distacco da Juventus e Roma è notevole, come le difficoltà che stanno evidenziando i vari Callejon, Hamsik, Mertens, Jorginho, giocatori che avrebbero dovuto contribuire a rendere il Napoli più competitivo. E nello stanzone c’è pure chi si sta interrogando su cosa sarà il futuro dell’allenatore, se continuerà o andrà via. Il suo rinnovo è uno degli argomenti più scottanti del momento. De Laurentiis sarebbe pronto a firmare il nuovo accordo, mentre l’allenatore spagnolo ha rimandato la discussione. C’è il rischio, così facendo, che possa ripetersi un nuovo caso Mazzarri: dopo tanti rinvii, a maggio disse no avendo già l’intesa con l’Inter da qualche mese. Eppure lui parlava, parlava, di fatturati e maturità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
GRAVE INFORTUNIO AL GINOCCHIO SINISTRO
Braafheid stop di 2 mesi Lazio, emergenza difesa ● ROMA (s.cie.) «Grazie per il sostegno. Vi prometto che tornerò presto e più forte». Edson Braafheid prova a pensare positivo. La botta però è stata dura. Gli esami cui si è sottoposto hanno confermato la diagnosi fatta a caldo domenica dopo la partita di Parma: lesione di secondo grado del collaterale interno del ginocchio sinistro. Tradotto: almeno due mesi di stop. Una tegola per la Lazio che nel reparto arretrato già deve a fare meno per lunghi periodi di Gentiletti e Ciani (5 mesi il primo, 2 il secondo). Ma è una disdetta soprattutto per l’olandese che, arrivato la scorsa estate in sordina, si era ritagliato un posto da titolare. Pioli, intanto, trattiene il fiato anche per
Edson Braafheid, 31 anni, difensore olandese, ex Hoffenheim, è alla prima stagione con la Lazio LAPRESSE Biglia. Stamattina l’argentino si sottoporrà ad accertamenti che chiariranno l’entità del problema muscolare emerso al termine del match di Parma. Si teme uno stiramento di primo grado all’adduttore destro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie B R I posticipi della 17a giornata MODENA
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LIVORNO
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CLASSIFICA SQUADRE
MODENA (4-4-2) Pinsoglio 6; Gozzi 6, Cionek 7, Zoboli 6, Manfrin 5; Calapai 6 (dal 7’ s.t. Luppi 6), Salifu 5,5 (dal 28’ s.t. Nardini 5), Signori 6, Nizzetto 6,5; Granoche 6, Beltrame 6 (dal 14’ s.t. Ferrari 6). PANCHINA Manfredini, Osuji, Marzorati, Schiavone, Rubin, Tonucci. ALLENATORE Novellino 6.
CARPI FROSINONE BOLOGNA LIVORNO SPEZIA TRAPANI LANCIANO AVELLINO PERUGIA VICENZA MODENA TERNANA PRO VERCELLI PESCARA CATANIA BRESCIA BARI ENTELLA CROTONE VARESE (-3) CITTADELLA LATINA
LIVORNO (4-3-3) Mazzoni 6,5; Maicon 6, Bernardini 6, Emerson 4, Ceccherini 6; Moscati 6, Luci 6 (dal 18’ s.t. Mosquera s.v.; dal 29’ s.t. Gonnelli 6), Biagianti 5,5; Siligardi 5,5 (dal 37’ p.t. Gemiti 6), Vantaggiato 6, Jelenic 6. PANCHINA Coser, Belingheri, Molinelli, Galabinov, Jefferson, Cutolo. ALLENATORE Gautieri 6. ARBITRO Fabbri di Ravenna 4,5. GUARDALINEE Segna 6-Di Francesco 6. ESPULSI Emerson (L) al 35’ p.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto); Ceccherini (L) al 50’ s.t. per proteste. AMMONITI Nizzetto (M) per gioco scorretto, Jelenic (L) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 1.881, incasso di 23.201 euro; abbonati 3.526, quota di 24.907 euro. Tiri in porta 2-2. Tiri fuori 6-2. In fuorigioco 33. Angoli 4-4. Recuperi: p.t. 2’, s.t. 4’.
IL MIGLIORE
7 ● CIONEK (MODENA) Compie un gran salvataggio sulla linea negando il gol a Vantaggiato, è come se avesse segnato lui.
33 29 27 26 26 26 25 25 24 23 22 22 21 20 20 19 19 17 17 16 15 15
PARTITE N
RETI
G
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P
F
17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 16 17 17 17 17 17 17 16 17 17 17 17
9 6 2 31 17 8 5 4 27 14 7 6 4 22 17 7 5 5 24 17 7 5 5 19 15 7 5 5 29 35 5 10 2 25 20 6 7 4 16 16 5 9 3 15 13 6 5 6 16 20 5 7 4 16 12 5 7 5 16 19 6 3 8 20 21 5 5 7 29 25 5 5 7 25 25 4 7 6 18 22 5 4 8 18 24 4 5 7 13 23 4 5 8 19 26 4 7 6 24 30 2 9 6 22 27 2 9 6 13 19
VICENZA
2
BRESCIA
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PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Moretti al 35’ p.t.; Sbrissa al 50’ s.t. VICENZA (4-3-3) Bremec 7; Sampirisi 6, Brighenti 6,5, Gentili 6, D’Elia 6,5; Sciacca 6, Moretti 7 (dal 26’ s.t. Di Gennaro 6,5), Cinelli 6,5; Laverone 6,5, Cocco 5,5, Giacomelli 6,5 (dal 35’ s.t. Sbrissa 6,5). PANCHINA Vigorito, El Hasni, Alhassan, Spiridonovic, Bartulovic, Lores, Figliomeni. ALLENATORE Marino 7.
S
BRESCIA (4-3-3) Minelli 7; Zambelli 6 (dal 26’ s.t. Coly 5,5), Lancini 5, Di Cesare 7, Scaglia 6,5; Bentivoglio 6, H’Maidat 6, Benali 5,5; Valotti 6, Olivera 5 (dal 43’ s.t. Razzitti s.v.), Morosini 6 (dal 24’ s.t. Corvia 6). PANCHINA Arcari, Andrenacci, Ragnoli, Gargiulo, Quaggiotto, Cistana. ALLENATORE Iaconi 6,5.
PROSSIMO TURNO
Pari con veleno Modena furioso Livorno ok in 9 l’arbitro per un gol annullato a Nizzetto Il designatore Farina: «Scelta ineccepibile»
PT
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SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
Novellino protesta con l’arbitro Fabbri LAPRESSE
1Novellino contesta
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Andrea Tosi INVIATO A MODENA
I
l Modena si mangia le mani per un pareggio pieno di veleni. I gialloblù non riescono a superare la triplice alleanza Livorno-Fifa-Fabbri. La squadra ospite per 60 minuti, causa l’espulsione di Emerson, si difende ad oltranza nella ripresa strappando il punto che voleva, aiutata dalle nuove disposizioni del board Mondiale che inducono il guardalinee Di Francesco e l’arbitro Fabbri ad annullare il gol su punizione di Nizzetto tra lo sconcerto generale, per un fuorigioco passivo di Granoche. Ma il designatore Stefano Farina, presente al Braglia, non ha dubbi: «La decisione è ineccepibile poiché segue la nuova linea Fifa che punisce l’atteggiamento antisportivo, col fuorigioco, degli attaccanti che fanno pressione dietro la barriera». Sarà così ma è più facile annullare un gol a Nizzetto del Modena in questo modo piuttosto che a Totti o a Pirlo. E comunque Farina non può certo assolvere Fabbri sul rigore
Venerdì 12, ore 20.30 TRAPANI-PERUGIA Sabato 13, ore 15 BOLOGNA-FROSINONE BRESCIA-SPEZIA CARPI-MODENA CITTADELLA-BARI CROTONE-PRO VERCELLI ENTELLA-VICENZA LIVORNO-CATANIA PESCARA-AVELLINO TERNANA-LANCIANO Lunedì 15, ore 20.30 LATINA-VARESE
negato al Modena quando nella ripresa Mosquera da dietro tampona e abbatte in area Granoche che si prepara a calciare, uno scontro non certo leggero visto che il colombiano del Livorno deve uscire dal campo senza quattro denti. MODENA IN APNEA Stavolta Granoche non colpisce ma Novellino le prova tutte per vincere, cambiando tre sistemi, col 4-2-3-1 e 4-2-4, e cercando la guerra contro difesa toscana. Invero, la pressione della squadra emiliana produce solo due tiri nello specchio, entrambi nel finale, di Nizzetto e Ferrari sventati da Mazzoni. Nel primo tempo, dopo il gol annullato, Signori sfiora il bersaglio con una girata di testa fuori di poco. Nel secondo Granoche invoca due penalty, il secondo per una trattenuta. Il punto sta stretto ai gialloblù e Novellino alla fine si sfoga: «Mi sento molto derubato per il risultato e gli episodi arbitrali. Ma andiamo avanti, la Serie B è questa». LIVORNO RESPIRA Va detto che Gautieri finisce in nove per il secondo rosso diretto a Ceccherini nella coda del recupero per un’ingiuria. Il Livorno nel primo tempo costruisce anche una palla gol con Vantaggiato che fila in area, salta Pinsoglio ma trova il prodigioso salvataggio di Cionek sulla linea a negargli il successo personale. Poi tanta trincea. E’ un punto che toglie Gautieri dalla graticola del presidente Spinelli.
L’esultanza di Federico Moretti, 26 anni LAPRESSE
Moretti-Sbrissa Vicenza in volo Brescia nei guai 1Veneti super
con Marino: 13 punti in 6 partite Iaconi sfortunato e ultrà scatenati IL MIGLIORE
7 ● MORETTI (VICENZA) Preferito a Di Gennaro come regista, ha meno qualità, ma fa girare bene la squadra e soprattutto segna
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Nicola Binda INVIATO A VICENZA
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ui, dove nel 1983 cominciò Roberto Baggio. Qui, contro la squadra dove il Codino finì, nel 2004. Qui, tra due squadre che conoscevano la Serie A e accarezzavano l’Europa. Qui, in uno stadio bello pieno e ribollente, finisce con una gazzarra scatenata dalla Curva Nord del Brescia, con un centinaio di ultrà a caricare verso la gradinata, dopo aver sparato una decina di botti terribili e senza interventi delle forze dell’ordine, dando il via a un dopopartita ad alta tensione. Brutta l’immagine offerta dai tifosi, preoccupante la situazione della società (oggi incontro decisivo), bella e sfortunata la prestazione della squadra, che s’inchina al Vicenza. Che dopo il Carpi è la squadra del momento. LE MOSSE L’unica vittoria interna di questa giornata è stata firmata nell’ultima gara giocata. Marino in 6 partite ha fatto 4 vittorie e un pareggio (unica sconfitta al debutto a Carpi), portando a 2 punti dai playoff una squadra ripescata ad
ARBITRO Ghersini di Genova 7. GUARDALINEE De Troia 6,5Bottegoni 6,5. ESPULSI Lancini (B) al 39’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe per gioco scorretto). AMMONITI Morosini (B), Brighenti (V), Gentili (V), Olivera (B) e Scaglia (B) per gioco scorretto; Sbrissa (V) per c.n.r. NOTE paganti 3.036, incasso di 38.393 euro; abbonati 5.294, quota di 15.635 euro. Tiri in porta 7-6. Tiri fuori 4-2. In fuorigioco 06. Angoli 9-12. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 5’.
agosto. Il tecnico siciliano è stato coraggioso a rinunciare a Di Gennaro proponendo un centrocampo meno tecnico, che però ha avuto il sopravvento sul giovanissimo Brescia. Iaconi ha fuori mezza squadra e fa quello che può, ha anche inventato Olivera centravanti (due errori grossolani davanti a Bremec, un gol annullato dopo evidente spinta) e alla fine avrebbe forse meritato il pareggio, se al 94’ il tocco sottomisura di Di Cesare non fosse stato respinto sulla linea da Brighenti. Pericolo scampato, contropiede di Sbrissa, 2-0 e partita chiusa. Era destino. LA SVOLTA Il gol che aveva spaccato la partita l’ha segnato nel primo tempo Moretti (perso da H’Maidat), di testa, su calcio d’angolo: sui 21 corner complessivi, è stato l’unico sfruttato. Il Vicenza ha giocato condizionato dai due gialli beccati dai centrali difensivi e ha corso qualche pericolo di troppo, soprattutto nel secondo tempo; nel primo, in particolare, si segnala una rete annullata a Valotti per un millimetrico fuorigioco. Le sgroppate di Laverone e Giacomelli non hanno trovato in Cocco il solito finalizzatore. Bisognava chiudere la gara prima e, se non ci fosse stato il salvataggio di Brighenti su Di Cesare (con il Brescia in dieci), sarebbe finita pari. Marino ha anche quel pizzico di buonasorte che non guasta. Se la merita tutta. Iaconi invece scivola verso la Lega Pro (è in arrivo il -4...) e non può fare nulla di più, se non prendersela con lo speaker che, all’annuncio delle formazioni ha indicato in Gigi Cagni l’allenatore del Brescia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lega Pro R Il posticipo della 16a giornata
Ancona, casa stregata La Lucchese rimonta ANCONA-LUCCHESE 2-2 MARCATORI D’Orazio (A) al 13’, Ferretti (L) al 23’ p.t.; Tavares (A) al 25’, Lo Sicco (L) al 27’ s.t. ANCONA (3-4-3) Aprea 5; Dierna 5,5, Mallus 6, D’Orazio 6,5; Di Dio 6, Camillucci 5,5 (dal 25’ s.t. Sampietro 6), Di Ceglie 5,5, Bondi 5,5 (dal 31’ s.t. Cognigni s.v.); Paponi 5 (dal 13’ s.t. Morbidelli 7), Tavares 7, Tulli 6. (Lori, Paoli, Parodi, Pizzi). All. Cornacchini 6. LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi 6; Calcagni 6,5, Espeche 5,5, Calistri 5,5, Nolè 6; Bianchi 5,5 (dal 1’ s.t. Santeramo 6), Degeri 6,5 (dal 33’ s.t. Ferrante s.v.); Ferretti 7, Lo Sicco 7, Boilini 6
(dal 43’ s.t. Dejori s.v.); Raicevic 6. (Casapieri, Bachini, Biasci, Chianese). All. Galderisi 6,5. ARBITRO Fanton di Lodi 7. NOTE paganti 963, abbonati 678, incasso non comunicato. Ammoniti Bianchi, Dierna, Santeramo, Tavares e Di Dio. Angoli 5-2.
Stefano Rispoli ANCONA
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el confronto tra gli ex goleador Cornacchini e Galderisi non potevano mancare reti ed emozioni per
un pareggio che conferma il tabù Del Conero – dove l’Ancona ha vinto una volta, due mesi e mezzo fa – e prolunga l’imbattibilità della Lucchese con il nuovo allenatore (cinque punti in tre gare). Tra errori e sviste, ne esce un match in bilico fino all’ultimo, con la chance del 3-2 per l’Ancona sfumata all’85’ col palo di Morbidelli. Due volte scappano i biancorossi con D’Orazio (tap-in dopo il legno di Camillucci) e Tavares (assist più gol) sulla punizione di Morbidelli. Due volte recupera la Lucchese con il sinistro da 20 metri di Ferretti e la gaffe di Aprea che esce male sulla punizione di Nolè e regala il 2-2 a Lo Sicco. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA SITUAZIONE Pavia di nuovo primo L’Ascoli non molla Salernitana in fuga Ecco le classifiche dopo 16 giornate. GIRONE A Pavia p. 33; Bassano* 32; Novara 31; Alessandria* e Como* 29; Real Vicenza 28; Monza* 26; Südtirol 25; Feralpi Salò 24; Arezzo 22; Torres* 20; Venezia e Giana 19; Cremonese*, Mantova e Renate 17; Lumezzane 14; Pro Patria (-1) 12; AlbinoLeffe 10; Pordenone 5. (* una gara in meno). GIRONE B Ascoli p. 31; Reggiana e L’Aquila 28; Pisa e Teramo 26; Gubbio, Pontedera e Pistoiese 25; Grosseto e Tuttocuoio 24; Ancona 22; Spal 21; Carrarese, Savona e Forlì 19; Lucchese 17; Prato 16; Santarcangelo
12; San Marino 8; Pro Piacenza (-8) 4. GIRONE C Salernitana p. 37; Benevento 33; Juve Stabia 32; Lecce 31; Foggia (-1) 28; Casertana 27; Matera 26; Catanzaro 24; Vigor Lamezia e Paganese 22; Lupa Roma 21; Melfi 19; Barletta, Cosenza e Messina 16; Martina 14; Savoia 12; Ischia 11; Aversa Normanna 7; Reggina (-4) 6. PROSSIMO TURNO VENERDI’ ORE 19.30 San Marino-Reggiana (B). ORE 20.45 Messina-Benevento (C). SABATO ORE 14.30 Südtirol-Pavia (A), L’Aquila-Pro Piacenza (B); CasertanaVigor Lamezia (C). ORE 15 Renate-Bassano (A), PratoGrosseto (B), Reggina-Foggia (C). ORE 16 Novara-Pordenone (A), Pisa-
Ancona (B), Barletta-Salernitana (C). ORE 17 Real Vicenza-Mantova (A), Ascoli-Santarcangelo (B), LecceMartina (C). ORE 19.30 Feralpi Salò-Giana (A), Gubbio-Pistoiese (B). DOMENICA ORE 11 AlbinoLeffe-Lumezzane (A). ORE 12.30 Savona-Forlì (B), Paganese-Catanzaro (C). ORE 14.30 Venezia-Torres (A), Lucchese-Tuttocuoio (B), CosenzaAversa Normanna e Lupa RomaSavoia (C). ORE 16 Monza-Arezzo (A), PontederaTeramo (B), Matera-Ischia (C). ORE 18 Como-Alessandria (A), SpalCarrarese (B), Juve Stabia-Melfi (C). LUNEDI’ ORE 20.45 Cremonese-Pro Patria (A).
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Ciclismo R Verso il 2015
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Battaglin: «Ora o mai più Voglio il salto di qualità»
1Il vicentino e l’anno della verità: «Una vittoria al Giro d’Italia salva la stagione, ma tutti da me si aspettano ben altro. Io per primo» Enrico Battaglin, 25 anni, in trionfo al Giro davanti a Cataldo LAPRESSE
Marco Pastonesi
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icapitolando: professionista da metà 2011, alla quinta corsa vince la Coppa Sabatini, che è una piccola Freccia Vallone. Poi: 2012 senza vittorie, 2013 con una vittoria di tappa al Giro d’Italia (a Serra San Bruno su Felline e Visconti) e 2014 con un’altra vittoria di tappa al Giro d’Italia (al Santuario di Oropa battendo Cataldo in rimonta). Enrico Battaglin, 25 anni, vicentino di Marostica, è una stella che non brilla. Battaglin, come giudica il suo 2014? «Una vittoria al Giro salva la stagione, le dà un senso, un significato, un valore. Ma so benissimo che tutti si aspettano di più da me: appassionati, tifosi, compagni, tecnici. Però, più di tutti, me lo aspetto io». Che cosa le manca? «La continuità nei risultati, a prescindere dalle cadute o dagli infortuni, che pure ci sono stati. Quella continuità che avevo tra gli under 23. E quella continuità che, nell’ultima stagione, c’è stata un po’ più che nel 2012 e nel 2013. Stavolta non ero più nascosto op-
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La preparazione? «Dopo il Trofeo Beghelli (12 ottobre, ndr) ho continuato a uscire in bici per una settimana, poi me ne sono concesse due di riposo, per staccare, anche psicologicamente, fra una stagione e l’altra. Ho ricominciato a lavorare a metà novembre alternando palestra, camminate e corse a piedi, quindi da fine novembre sono tornato in bici. Con voglia e determinazione». Le corse? «Fra poco più di un mese saremo già sul sentiero di guerra. Comincerò in Argentina con il Tour de San Luis (dal 18 al 25 gennaio, ndr). Siccome la mia squadra non vi parteciperà, ci andrò con la Nazionale, convocato dal c.t. Davide Cassani. Una novità, la corsa sudamericana. E un onore, la maglia azzurra». Ci andrà per allenarsi o già per vincere? «Non sarò certo al massimo della condizione, ma vorrei partire bene, forte, magari vincendo. Sarà comunque un bel test».
«NEL MIRINO HO PURE DUE OCCASIONI IN AZZURRO: IL MONDIALE E I GIOCHI OLIMPICI EUROPEI» ENRICO BATTAGLIN PRO’ DELLA BARDIANI-CSF
pure invisibile, però il cambiamento è ancora impercettibile. E invece deve fare la differenza».
con la mia squadra, la Bardiani-Csf: un motivo in più per dimostrare, a me e a tutti, il mio reale valore».
Una questione più di gambe o di testa? «Testa e gambe pedalano sempre insieme».
Cambierà qualcosa? «Finora eravamo liberi di scegliere un preparatore atletico, adesso possiamo contare su uno specialista indicato dalla squadra, Claudio Cucinotta, e stiamo già lavorando insieme».
Che cosa si aspetta dal 2015? «Un salto di qualità. Sarò anche in scadenza di contratto
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Il c.t. Cassani, per lei, sembra avere un debole. «Ero fra gli azzurri. Fuori dall’Italia per i Mondiali 2014, ci sono rimasto male. Ma nessuna recriminazione: gli altri andavano più forte di me. Nel 2015 avrò due occasioni: non soltanto il Mondiale, a Richmond, negli Stati Uniti, ma anche la prima edizione dei Giochi olimpici europei, a Baku, in Azerbaigian». Poi? «Dubai Tour… Giro del Qatar… Milano-Sanremo… Giro d’Italia… Ancora troppi puntini di sospensione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
TACCUINO CICLOCROSS
A Faè bis di Lechner e Baestens ● A Faè di Oderzo (Tv), vittorie di Vincent Baestens e di Eva Lechner nel tradizionale Cross internazionale del Ponte, entrambi già a segno il giorno prima a Rossano Veneto nel Gp Selle Italia. Il belga ha battuto il giovane valtellinese Gioele Bertolini, il campione nazionale francese Francis Mouray e gli altri azzurri Bryan Falaschi e Marco Aurelio Fontana. Per la viceiridata facile affermazione su Nicoletta Bresciani.
STASERA A MODENA
Fondazione Pantani per beneficenza ● Calcio e ciclismo oggi uniti nel nome di Pantani. A Modena serata di beneficenza per una raccolta fondi che sarà utilizzata dalla Fondazione nata in memoria del Pirata per la costruzione di un campo da calcio a Cesenatico destinato ai bambini senza possibilità economiche. Ci saranno anche i giocatori di Parma, Bologna e Modena, oltre alla pallavolista Francesca Piccinini e altri campioni come Crespo, Zambrotta, Iaquinta e Barone. Sarà possibile comprare all’asta (attraverso il sito www.charitystars.com/ pantani) tantissimi oggetti regalati dagli sportivi, come la maglia del Bayern firmata dalla squadra, il pallone della Juve autografato dai giocatori e il cappello Ferrari firmato da Alonso.
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Formula 1 R Verso la nuova stagione
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Alonso punto fermo McLaren Ma l’altro pilota e lo sponsor...
1Ok il contratto di Fernando, baruffa sulla scelta fra Button e Magnussen
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TACCUINO PATRIMONI IN SVIZZERA
In tasca a Vettel e Kimi tra gli 83 e i 125 milioni
e così l’annuncio slitta ancora. Boullier assicura: «Solo questione di giorni» Luigi Perna twitter@pernagazzetta
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ue rinvii. Tanti misteri. Una decisione che non arriva e che fa esclamare perfino a Jenson Button: «È strana questa incertezza del team». Già, che cosa succede alla McLaren? Nessuno lo sa, tranne loro. O forse neppure loro lo sanno, se è vero che ancora ieri da Woking affermavano: «Non c’è una data stabilita per l’annuncio dei piloti 2015». Lo stesso Ron Dennis non l’ha fissata. E il team principal Eric Boullier ha dovuto arrampicarsi sugli specchi, domenica alla cerimonia dei premi di Autosport, quando glielo hanno chiesto per l’ennesima volta: «È questione di giorni, spero. Tutti vogliamo sapere con chi lavoreremo l’anno prossimo. Ma la decisione al momento non c’è».
DUE SPONSOR L’unico che non si preoccupa è Fernando Alonso, forse perché in tutta questa storia lui è il solo punto fermo. La Honda l’ha voluto a ogni costo, con un’offerta da 40 milioni a stagione, e lo spagnolo ha potuto dettare certe condizioni, cosa che già di per sé ha portato ad allungare i tempi. Ma se l’ingaggio dell’ex ferrarista finora non è stato ufficializzato, è solo per il dubbio legato a chi lo affiancherà e probabilmente per il desiderio di annunciare contemporaneamente anche l’accordo con due grossi sponsor (uno potrebbe essere la Movistar, l’altro un partner arabo?) per la vettura del prossimo anno. FUMATA NERA Alonso in ogni caso ha detto la sua anche sulla scelta del secondo pilota, indicando una preferenza proprio per il più esperto Button rispetto al giovane Kevin Magnussen, che ha debuttato in F.1 quest’anno centrando subito il podio a Melbourne, ma poi si è un po’ perso dietro ai guai della vettura. Dennis invece sarebbe favorevole a confermare il danese, nella logica di non bruciare un pilota prodotto dal vivaio della squadra. E in McLaren ci devono essere parecchie discussioni su questo, se è vero
Seb Vettel, 27 anni, Kimi Raikkonen, 35 GETTY-ANSA ● Sebastian Vettel è stato nominato fra le 300 personalità più ricche residenti in Svizzera. Secondo il giornale elvetico Bilanz il pilota della Ferrari ha accumulato un patrimonio fra gli 83 e i 125 milioni di euro che potrebbe raddoppiare entro il 2020, dopo il passaggio a Maranello. Ma anche il patrimonio di Kimi Raikkonen, anch’egli residente nella Confederazione, è stimato nella stessa fascia, fra gli 83 e i 125 milioni. Cifre inferiori a quelle di Michael Schumacher, indicate attorno ai 700 milioni di euro.
BILANCIO 2014
Ecclestone ne ha per tutti Salva solo la Mercedes ● Bernie Ecclestone boccia il 2014 di Sebastian Vettel, Ferrari e Fernando Alonso. Il boss della F.1 — come riporta Autosport — spiega di essere rimasto deluso «dall’atteggiamento di Sebastian». Ecclestone non è positivo nemmeno con Fernando Alonso e la Ferrari: «Il Cavallino è stato molto deludente, si è smarrito come Vettel, quindi sono rimasto deluso anche da lui. Ringrazio invece la Mercedes, senza il loro duello...». IN COPPIA? Sopra, Fernando Alonso, 33 anni; sotto, Jenson Button, 34 anni
che dal primo dicembre a oggi l’annuncio è sempre slittato e anche la riunione del Consiglio di amministrazione di qualche giorno fa ha prodotto una fumata nera, nonostante Magnussen sembri il favorito.
GETTY-LIVERANI
CLAUSOLE È il primo risultato del ritorno di Alonso a Woking? Bisogna essere cattivi a pensarlo. Ma gli inglesi già lo insinuano, prevedendo altri conflitti come quelli che portarono alla brusca separazione del 2007, e infatti si domandano negli articoli sul web: «Alonso è il veleno delle squadre?». Fra le tante dicerie che circolano, anche quella secondo cui l’ex pilota della Ferrari avrebbe chiesto che il suo manager Flavio Briatore fosse coinvolto nel progetto. Cosa per la verità poco credibile: come potrebbe conciliarsi la presenza di Briatore con quella altrettanto ingombrante del capo Ron Dennis? Non devono essere state comunque poche le clau-
sole imposte da Alonso durante la trattativa per la firma del contratto. A partire dalla possibilità di liberarsi anzitempo, se la competitività della McLaren e della nuova power unit Honda non fossero sufficienti, rescindendo l’accordo di 2 anni più opzione per il terzo. Alonso infatti non ha perso la speranza di poter salire su una Mercedes nel 2016, se il rinnovo dei tedeschi con Hamilton saltasse. SOGNI La partenza della Honda nei test di Abu Dhabi è stata pessima: 5 giri in due giorni, con due stop in pista, significano che i giapponesi dovranno fare un miracolo per arrivare ai test di febbraio a Jerez (fra meno di due mesi) con una power unit affidabile e potente. Ma è vero che la Honda, abituata a sviluppare idee diverse dalla concorrenza, è riuscita spesso a stupire. Su questo fa affidamento Alonso, che l’ha preferita come scommessa alla Ferrari. Ieri su twitter ha scritto: «We are the dreamers». Siamo sognatori. Forse non a caso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RIl team spaccato
sul secondo pilota Jenson si stupisce: «Molto strana questa incertezza»
RCon l’ingaggio di
Fernando si punta all’ingresso di una multinazionale oltre alla Movistar
RHonda in crisi nei
primi test, ma lo spagnolo ci crede Anche se ha voluto la clausola d’uscita
WEEKEND IN URUGUAY
Vergne con Andretti in F.E aspettando la Formula Indy ● Jean-Eric Vergne affiancherà il connazionale Frank Montagny sulla seconda Spark Renault SRT_01E del team Andretti nella prossima tappa della Formula E, questo weekend a Punta del Este (Uruguay). Per l’ex pilota della Toro Rosso, fuori dalla F. 1, è un salto nel buio perché non ha mai provato la macchina. L’accordo con Andretti per la F.E può celare anche un più ampio programma visto l’interesse di Vergne per la Formula Indy.
GRANDE DUCATISTA SBK
Fogarty sbanca il reality È lui il «re della giungla» ● Il quattro volte campione del mondo della Superbike Carl Fogarty è stato votato come «re della giungla» e ha vinto il reality show televisivo «I’m A Celebrity Get Me Out of Here» grazie al voto del pubblico. La vittoria è stata annunciata in diretta tv sul canale britannico Itv, l’altra sera. La carriera di King Carl fu interrotta da un incidente nel 2000 dopo i titoli mondiali (19941995-1998-1999) tutti conquistati con la Ducati.
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Basket R Il sorteggio di Parigi
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
SERIE A IL POSTICIPO
DAL 5 AL 20 SETTEMBRE 2015 IN 4 PAESI LETTONIA
FASE FINALE
GIRONE A FRANCIA FINLANDIA BOSNIA POLONIA ISRAELE RUSSIA
Riga
GIRONE C CROAZIA SLOVENIA GRECIA MACEDONIA GEORGIA OLANDA
Berlino Lille GERMANIA FRANCIA
GIRONE B GERMANIA SPAGNA SERBIA TURCHIA ITALIA ISLANDA
Montepellier
Trento passa Caos Caserta Atripaldi lascia
Zagabria CROAZIA
GIRONE D LETTONIA LITUANIA UCRAINA BELGIO REP. CECA ESTONIA
1 Sorteggio terribile ma al completo solo la Spagna è davanti Il c.t. Pianigiani: «Contano salute, stato emotivo e chimica»
P
rima di invocare la solita sfiga che ci accompagna da qualche anno nei sorteggi del basket, pensiamo alla faccia che devono aver fatto le nostre avversarie all’Europeo 2015 sorteggiate ieri a Disneyland Paris, quando dall’urna Rascio Nesterovic ha pescato la palla con l’Italia invece del Belgio, della Polonia o della Macedonia. Ribaltare il concetto può aiutarci a vivere con maggiore carica un futuro difficile: sulla strada verso Rio 2016 troveremo subito Spagna, Serbia, Turchia, Islanda e la Germania che gioca in casa, pregustandosi il grande ritorno in Nazionale di Dirk Novitzki. Ne passano 4, ma siccome le cose facili non fanno per noi, bisogna tentare di evitare il quarto posto altrimenti negli ottavi finiamo tra le braccia di Tony Parker e della Francia che ha organizzato la fase finale dell’Europeo a Lille, nello stadio di calcio coperto da 27 mila spettatori, che ha già ospitato la coppa Davis.
LA GUIDA ● FORMULA Si qualificano agli ottavi di finale le prime 4 di ogni girone: la fase a eliminazione diretta sarà a Lille. Il girone B dell’Italia affronterà negli ottavi quello A (1a-4a, 2a-3a). Le prime due si qualificano all’Olimpiade di Rio, dalla terza alla sesta disputeranno il preolimpico. ● CALENDARIO 5 settembre: Italia-Turchia, Spagna-Serbia, Germania-Islanda. 6/9: ITA-Isl, Ser-Ger, Tur-Spa. 7/10: riposo. 8/10: Ser-Isl, ITA-Spa, Ger-Tur. 9/9: Isl-Spa, Tur-Ser, ITA-Ger. 10/9: Tur-Isl, Ger-Spa, Ita-Ser.
prima partita». Che sarà contro la Turchia, già battuta all’Europeo del 2013 e sempre poco performante lontano da casa. Ma che Italia sarà? La rosa ipotetica, per la prima volta da anni, è ampia, dotata anche di centimetri e di sicuro talento. Una squadra che costringerebbe Pianigiani a fare delle scelte anche dolorose e che può migliorare il risultato del 2013 e, cioè, arrivare almeno al preolimpico. Ma i punti interrogativi sono tanti: la salute, la disponibilità dei giocatori Nba, Belinelli, Bargnani e Datome sono in scadenza di contratto, la reciproca volontà di riaccogliere Hackett. La cosa più importante è che il gruppo si formi presto. Per la prima volta ci sentiamo di dire che se qualcuno non desse una disponibilità totale, è meglio rinunciare a priori, per quanto forte possa essere, Nba o meno. In queste manifestazioni, fanno strada le vere squadre, senza compromessi: può apparire una provocazione, ma non è un caso che nel 2011, con i 5 tenori assieme, Bargnani, Belinelli, Datome, Gallinari e Hac-
TRENTO
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DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Mitchell 28 (5/12, 4/10), Pascolo 11 (4/8, 1/2), Grant 11 (3/5, 1/3), Forray 2 (1/2), Owens 22 (9/10); Sanders 3 (1/2, 0/1), Baldi Rossi 2 (1/1, 0/4) Flaccadori, Armwood 2 (1/1), Spanghero 9 (0/1, 3/5). All. Buscaglia.
Il solito girone di ferro Quale Italia all’Europeo? PRONOSTICI Parlare oggi di pronostici è assurdo: non sappiamo che Italia vedremo né quali avversari dovremo battere. Come dice il c.t. Pianigiani: «Non mi fascio mai la testa in un sorteggio: in queste manifestazioni a contare è soprattutto lo stato emotivo, la chimica e lo stato di salute con cui vi si arriva. Questo sorteggio per noi è stato una scossa di adrenalina e ora spero che si traduca, per tutti, in energia positiva dalla
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(20-19, 41-42, 63-67) PASTA REGGIA CASERTA: Young 35 (5/8, 6/10), Vitali 4 (2/4, 0/4), Michelori 6 (3/3), Moore 8 (2/4, 1/5), Scott 9 (3/5, 1/1); Tessitori 2, Tommasini 3 (1/3 da tre), Ivanov 18 (5/6, 0/1), Antonutti 3 (0/4, 1/3), Mordente (0/1 da tre), Gaines (0/1 da tre). All. Markovski.
RCS
Luca Chiabotti
CASERTA
kett, abbiamo colto il peggior risultato della nostra storia. AVVERSARI Gli altri? Sono nelle nostre stesse condizioni, difficile capire oggi chi ci sarà a settembre. Dopo il «fracaso» dell’ultimo Mondiale, la Spagna, ancora senza c.t., si interroga su Pau Gasol. In ogni caso, è la più forte. La Serbia di Sasha Djodievic, grande estimatore dell’Italia, reduce dall’argento mondiale, a parte alcune punte, ha una esperienza simile alla nostra. La Turchia la cataloghiamo sempre come fortissima, e lo è, ma non convince mai. La Germania è l’incognita: Nowitzki ha detto che ci sarà, e ai soliti Pleiss, Benzing, Schaffartzik si aggiunge Dennis Schroder, il Rondo di Braunschweig, che sta giocando bene ad Atlanta. E’ presto per i pronostici, diamo retta a Petrucci: «Non dobbiamo aver paura di nessuno, perché anche gli altri dovranno batterci». Certo, avere subito la certezza delle armi a disposizione farebbe la differenza rispetto al passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ARBITRI: Seghetti, Martolini, Calbucci. NOTE - T.l.: Cas 18/21, Tre 13/16. Rimb.: Cas 38 (Young 9), Tre 30 (Pascolo 8). Ass.: Cas 16 (Moore 5), Tre 15 (tre con 3). Progr.: 5’ 10-6, 15’ 33-26, 25’ 52-54, 35’ 76-79. F. antisp.: Spanghero 10’28” (23-19), Tessitori 35’13” (76-79). Spett. 3552. ● CASERTA Anche Trento passa al Palamaggiò. Caserta incassa la 9a sconfitta consecutiva e contesta gli arbitri. Lo fa nel dopo partita il presidente Carlo Barbagallo: «Mi fa incazzare il non rispetto degli arbitri. È veramente scandaloso… la qualità arbitrale è ridicola, mi viene voglia di abbandonare il basket». Atripaldi, contestato dalla curva a fine partita affronta i tifosi e si dimette: «Lo 0-9 è anche colpa mia. Caserta ora ha bisogno di unione». Il socio di maggioranza Iavazzi a fine gara viene contestato da tifosi che chiedono di mandar via alcuni giocatori. La partita è stata un continuo punto a punto con piccoli allunghi e veloci recuperi (per Trento favoriti dalle 20 palle perse dai locali), con le triple di Young, Mitchell e Spanghero e poi decisa dal pallone di Vitali che a tre secondi dalla fine sull’88-90 si incastra fra ferro e tabellone, non completando il recupero dal 74-84 al 36’, regalando la vittoria a Trento, una squadra onesta, che gira intorno a due americani come Mitchell e Owens, 28 e 22 punti. Caserta invece di americani ne ha quattro che vanno a corrente alternata (ieri sera bene Young e Moore) e non riesce a trovare il bandolo della matassa per vincere almeno una partita. «Volevamo fortemente la vittoria ed è arrivata, superando momenti difficili», commenta coach Buscaglia. «Noi abbiamo preso otto rimbalzi in più, otto attacchi in più e 20 palle perse, questo è stato decisivo per non ottenere quello che meritavamo» replica Zare Markovski coach di casa. Lucio Bernardo
CLASSIFICA: Venezia 16; Reggio Emilia, Milano 14; Sassari 12; Cremona, Brindisi, Trento 10; Bologna*, Pistoia, Cantù, Roma, Avellino 8; Varese, Capo d’Orlando 6; Pesaro 4; Caserta 0. *pen -2
TACCUINO NBA
Cousins: meningite ● Non solo rockstar e attori alle partite di Nba. Ieri notte, LeBron James ha avuto degli spettatori speciali nella sfida contro i Nets. Sulla strada verso la casa Bianca, sono stati annunciati alla partita il principe William d’Inghilterra e la moglie Kate. DeMarcus Cousins (foto) dovrà stare lontano dai campi almeno un’altra settimana per una meningite virale. Dopo aver guidato i Kings alla miglior partenza degli ultimi anni, nelle 5 gare in cui è mancato la sua squadra ha vinto solo 1 gara. Pochissimo Gallinari nel k.o. dei Nuggets di domenica notte: 0/6 al tiro in 14’. Risultati Boston-Washington 101-93 (Green 25; Butler 22), Atlanta-Denver 96-84 (Millsap 23; Chandler 29), MemphisMiami 103-87 (Leuer 20, Wade 25), Detroit- Oklahoma City 9496 (Caldwell-Pope 19; Durant 28), Dallas-Milwaukee 125-102 (Parsons 28; Antetokounmpo 18), New York-Portland 99-103 (Anthony 23; Aldridge 24), LA Lakers-New Orleans 87-104 (Bryant 14; Davis 23).
EUROCUP
Oggi Reggio e Roma ● Oggi 9° turno. In campo Reggio Emilia, che si gioca le ultime speranze di qualificazione, e Roma già alle Last 32. Domani c’è Cantù. GIRONE A Oggi: Parigi Levallois-Bonn, Reggio EmiliaSaragozza (ore 20.30). Domani: BambergStrasburgo. Classifica: Strasburgo 7 vinte 1 persa; Bamberg 6-2; Saragozza, Levallois, Bonn 3-5; Reggio Emilia 2-6. GIRONE B Domani: Quakenbrueck-Gran Canaria, Villeurbanne-Ostenda, CantùDigione. Classifica: Gran Canaria 8-0; Digione 5-3; Ostenda 4-4; Cantù, Villeurbanne 3-5; Quakenbrueck 1-7. GIRONE C Oggi: RomaNymburk (ore 20.45). Domani: Charleroi-Oldenburg, SivigliaNancy. Classifica: Roma 6-2; Nancy 5-3; Siviglia, Nymburk 4-4; Charleroi 3-5; Oldenburg 2-6.
BRAVI&CATTIVI di VINCENZO DI SCHIAVI MILANO LINAS KLEIZA 29 ANNI
7,5
7,5
Le cinque triple consecutive imbucate a Sassari restituiscono a Milano il Linas Kleiza pensato nei progetti estivi. Ovvero un ex Nba capace di spostare gli equilibri. In Italia sta diventando un fattore, quindi prendiamo lui per dire che, ora che i 5 nuovi stanno ingranando, Milano ha prodotto 103.4 punti di media nelle ultime tre gare in serie A. E rieccolo, puntuale, il tormentone: chi potrà fermarla?
FONTECCHIO Non tanto per la tripla partita ma per come è arrivata. Dopo una gara da gregario, senza squilli e con tanti affanni. L’ala di Bologna non si è intristita, non gliel’ha data su. Ha cercato il suo momento con ostinazione e la forza mentale di un veterano, anche se ha solo 19 anni. Da oggi.
BROWN Arrivato in Toscana a settembre inoltrato, al posto di Fuquan Edwin tagliato per problemi fisici, sta dimostrando duttilità e doti offensive non banali. A Cantù ha fatto il botto: 25 punti e 6 rimbalzi. Pistoia l’ha indovinata? Non sarebbe una novità.
PERIC Nella ambiziosa e rinnovata Venezia di Recalcati brilla la costanza e la solidità di questa ala croata. Il suo segreto? Affronta Pesaro (25 punti e 9 rimbalzi) o le big allo stesso modo. Così sfoggia la valutazione più alta nella squadra che guida la Serie A. Da applausi.
SIMMONS Il voto è alla sfiga. Di Brindisi. Che investe per crescere (raro), portando a casa due giocatori di livello: Pullen e Simmons. Ma il lungo cade male contro Varese e si rompe il tendine. Stagione finita. Andare a Lourdes? Meglio sarebbe tornare sul mercato. Toccando ferro.
SACRIPANTI I due k.o. interni consecutivi alimentano dubbi a Cantù. Sacripanti: «Non siamo freschi di testa e di fisico». Colpa del doppio impegno? In Eurocup Cantù è in corsa, ma paga tutto in campionato. La proprietà adesso vuole risposte: dalla squadra e anche dall’allenatore
PESARO Il presidente Ario Costa se la prende con gli arbitri: «Vorrei perdere con le mie mani e non con quelle degli altri». Coach Dell’Agnello con i suoi: «Nel primo tempo perdiamo troppi palloni». Avranno entrambi le loro ragioni, ma correggendo i difetti ci si salva con gli alibi no
● PUNTI 12.4 ● PERCENTUALE DA TRE 50% ● RIMBALZI 4.9
● PUNTI 7.8 ● ASSIST 1.7 ● MINUTI 26
● PUNTI 11.9 ● RIMBALZI 3.0 ● ASSIST 1.4
● PUNTI 15.0 ● RIMBALZI 5.7 ● VALUTAZ. 16.8
● PUNTI 8.8 ● RIMBALZI 6.1 ● VALUTAZ. 12.5
● BILANCIO 4-5 ● P. FATTI 78.6 ● P. SUBITI 79.3
● BILANCIO 2-7 ● P. SUBITI 85.9 ● P. FATTI 71
8,5 L’uomo nuovo
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Olimpiadi R Il Cio a Montecarlo
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA SIMULAZIONE SUGLI SPORT: 12 CITTA’ IN POLE POSITION PER OSPITARLI MILANO Basket maschile Canottaggio Torino
Venezia Milano Padova
TORINO
VENEZIA
PADOVA
Basket maschile
Rugby a 7 BOLOGNA
Bologna Genova
Pallavolo maschile
Firenze
Basket maschile
GENOVA
BARI ROMA Bari
Pallanuoto maschile
Napoli Taranto
FIRENZE
Pallamano TARANTO
Cagliari
Pallavolo femminile CAGLIARI
CATANIA
Hockey prato
Pallanuoto femminile
Basket femminile Catania
NAPOLI
Vela RCS
E’ rivoluzione olimpica Gli sport si spalmeranno
1Molte novità nella costituzione dei Giochi: ma saranno realizzate? Sarà possibile gareggiare in più sedi. Soddisfatti Renzi e Malagò
Valerio Piccioni INVIATO A MONTECARLO
S
ì. Se le Olimpiadi torneranno a Roma nel 2024, una parte dei Giochi potrebbe essere disputata anche a Milano, a Napoli o a Firenze. E il discorso non riguarda solo il torneo di calcio. Ieri, per consentirlo, con una decisione che naturalmente varrà per tutti i Paesi, è stata cambiata pure la costituzione del Cio, cioè la Carta Olimpica. Il tutto all’unanimità, superando i mal di pancia della vigilia. La novità è una rivoluzione che va al di là di ogni immaginazione, in teoria intere discipline potrebbero essere organizzate fuori dalla città olimpica. Ma una cosa è l’assemblea plenaria, un’altra la prassi che si adotterà. Insomma, la porta sembra spalancata, in realtà potrebbe essere per ora solo socchiusa. Dice il Cio alle città per invogliare a candidarsi: tu sei libero di proporci tutto
quello che vuoi, noi ci teniamo l’ultima scelta. Insomma, va bene il decentramento, ma occhio a non esagerare perché potrebbe diventare un autogol. L’asticella sembra essere stata piazzata alla misura già indicata alla vigilia: i quarti di finale dei tornei eliminatori degli sport di squadra. In qualche situazione particolare, si potrebbero però prendere in considerazioni ulteriori aperture. E addirittura la possibilità di Giochi organizzati in condominio fra diverse nazioni. RENZI SODDISFATTO In ogni caso, ieri Malagò ha potuto telefonare a Renzi rassicurandolo. «Com’è’ andata?», ha chiesto il premier al presidente del Coni. «Meglio del previsto», ha risposto Malagò riferendosi a quest’apertura apparentemente senza limiti e al varo della linea low cost per le candidature olimpiche. «Siamo andati oltre le aspettative». «Sono molto soddisfatto», ha concluso il pre-
sidente del Consiglio. In effetti anche la raccomandazione che incoraggia l’uso di impianti già esistenti o strutture provvisorie, ci aiuta. Il Cio di Bach sta facendo i salti mortali per dire al mondo: «candidatevi, non vi svenerete e non ve ne pentirete». Certo ora cambia tutto. E naturalmente l’Olimpiade possibile può portare diverse città a iscriversi. Un contenimento delle spese invita Parigi a scaldarsi. Tony Estanguet, campione in canoa, dice che «si deciderà a fine gennaio, quando il comitato olimpico francese presenterà il suo rapporto alle autorità politiche». Che tentennano. Quanto a noi, si moltiplicano le possibilità che Renzi ufficializzi l’intenzione di candidarsi il 15 dicembre al Coni, quando consegnerà i collari d’oro dello sport. GIOCHI PERSONALIZZATI Ma la linea della «personalizzazione» dei Giochi è andata avanti anche in altre direzioni. Pure sul programma che assegna alle
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● Le gare del programma olimpico in cui si assegnerà la medaglia d’oro. All’Olimpiade di Londra due anni fa erano 302
città un margine di creatività sul piano della proposta di eventi o addirittura di discipline. Franco Carraro, che coordinava la commissione di lavoro sull’argomento, ha rassicurato che non si tratterà di una rivoluzione. E che l’ultima parola spetterà comunque al Cio. Ma ci si potrà provare. Le Olimpiadi avranno il tetto di 310 gare (a Londra erano 302). In qualche caso però ci sono anche competizioni a rischio. Si parla della marcia, ma Mario Pescante sottolinea che «si discute di tutte le discipline in cui c’è una grande discrezionalità dei giudici. Anche la ginnastica».
Un «gioco» che potrebbe diventare realtà ● Ecco la nostra «proiezione» che traduce la riforma dal Cio in una mappa per una candidatura di Roma 2024 spalmata sul territorio nazionale. Abbiamo tenuto in considerazione tre variabili: tradizione della disciplina nella città, qualità/capienza dell’impianto (in alcuni casi, come Venezia e Milano, da costruire), tentativo di arrivare alla massima copertura geografica delle Olimpiadi nel Paese. Si tratta ovviamente solo di un gioco. Per ora ci limitiamo a un’interpretazione prudente delle nuove regole, quelle che autorizzano lo svolgimento dei tornei eliminatori degli sport di squadra fino ai quarti di finale, fuori dalla città olimpica. Ci siamo concessi solo un ulteriore dirottamento, con il canottaggio all’Idroscalo. Il calcio è a parte: è già spalmato sul territorio.
BASEBALL FELICE La ritmica o il trampolino, a quanto pare. Lo conferma anche il presidente mondiale della ginnastica, Bruno Grandi: «Sappiamo di essere sempre sotto esame». Per il canadese Dick Pound bisognerebbe riflettere pure sul taglio di «nuoto sincronizzato e salto triplo». Esulta invece il presidente italiano del baseball e del softball mondiale, Riccardo Fraccari: la personalizzazione dei Giochi potrebbe riaprire le porte ai suoi sport già da Tokyo 2020. Mentre il ciclismo pensa a una prova su pista mista uominidonne. Fra le 40 raccomandazioni approvate all’unanimità c’è’ anche quella che riguarda la lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale, una novità storica per il Cio dopo gli imbarazzi dell’Olimpiade di Sochi sulla legge anti gay russa. DENTRO IL MONDO Per Thomas Bach, il presidente del Cio che ha spinto il pacchetto di riforme, è un successone. «Con queste scelte rafforziamo il legame fra lo sport è la società». Traduzione: non possiamo ignorare i venti di crisi che spirano praticamente in tutto il mondo. Ma dove si spingerà la riforma-rivoluzione? «I limiti sono la tutela dello spirito olimpico e la qualità delle gare e degli impianti». Senza dimenticare che il Cio terrà sempre in mano le chiavi di casa perché le 40 raccomandazioni sono in diverse parti una grande legge delega ancora da scrivere © RIPRODUZIONE RISERVATA
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GRANDI MANOVRE
Lord Sebastian Coe, 58 anni AP
L’unanimità «bulgara» Dietrofront su Tokyo Gianni Merlo MONTECARLO
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on era mai successo nel mondo olimpico che ogni proposta passasse all’unanimità. Un cambio era necessario, ma così sembra che questo mondo abbia dubbi sul suo futuro, così si è espresso con un’unanimità «bulgara». D’ora in avanti la Carta dei Giochi Olimpica prevederà un Programma Olimpico con un massimo di 310 specialità. In soldoni verranno distribuite 310 medaglie d’oro suddivise fra 28/30 o più sport. Finora l’Olimpiade Estiva aveva 28 sport con meccanismi di promozione e retrocessione. E fra le novità ci sarà anche un canale televisivo olimpico che trasmetterà 365 giorni all’anno. COE Per l’atletica si sussurra il pensionamento della marcia. Sebastian Coe, candidato presidente Iaaf, ha chiarito: «Se sarò eletto ed entrerò nel Cio, combatterò dall’interno, difenderò il nostro sport». A Lord Seb, si alleeranno altri presidenti che non vogliono vedere diminuire il denaro che arriva dalla cassaforte del Cio. Dividere la torta in 28 è un fatto, altra cosa in 30 o più. TOKYO Tokyo ha già variato il progetto iniziale e ha spostato tre sport fuori dal cerchio metropolitano: basket a Saitama, badminton a Chofu e pentathlon moderno a Setagaya-ku. Il Cio vorrebbe costringerli a tornare indietro, ma ha votato la possibilità di allargare l’evento a città contigue e perfino a nazioni confinanti, come farà a farli tornare indietro? © RIPRODUZIONE RISERVATA
SPORT MOVIES & TV
Quelle 181 paracadutiste stelle della solidarietà 1Il film sulla loro storia ha vinto il premio intitolato alla nostra Chicca Speroni. Il «Cannavò» a 100 anni di emozioni azzurre Gabriella Mancini MILANO
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i è concluso «Sport Movies & Tv», finale mondiale del Festival del cinema sportivo che ha coinvolto 55 nazioni. Le 150 proiezioni scelte hanno toccato una cinquantina di sport, dal calcio al tennis, dal pattinaggio su ghiaccio, all’ippica, dal motociclismo all’alpinismo. Originale il film Pink Skies The Movie, una produzione americana su 181 donne di oltre trenta Paesi che hanno creato una formazione di paracadutiste per raccogliere quasi un milione di dollari a favore della ricerca
contro il cancro al seno. Ha vinto il premio Opera PrimaEnrica Speroni, dedicato alla nostra collega che tanto si era battuta per i valori culturali e sociali dello sport. Il Premio Candido Cannavò per lo Spirito olimpico, in memoria dello storico direttore della «Gazzetta dello Sport», è andato al film 100 anni di emozioni azzurre, prodotto dalla Rai per il Centenario del Coni. Ha consegnato i premi il direttore della «Gazzetta» Andrea Monti, che ha ricordato Enrica, «giornalista straordinaria che sapeva insegnare anche agli uomini», e Cannavò, «campione di giornalismo» sottolineando quanto siano rimasti vivi dentro di noi.
BALLI E PREMI Danze organizzate dalla Federazione danza sportiva, ballerini messicani ed ecuadoriani per salutare Expo 2015, numeri di magia, il cantante Tony Dallara tra il pubblico e una sfilza di premiazioni, a cominciare dai giovani che hanno partecipato ai Trofei di Milano. Tra le produzioni italiane Guirlande d’Honneur per Un siciliano a Parigi, dedicato a Nibali e realizzato dalla Rai; Le Furie risorgono, le Fenici volano, sul football americano femminile, il seguito di Tremate le donne son tornate; Brevi storie sulla Torres, un racconto su come è nata la più antica società sportiva della Sardegna. Il Premio Gentleman Fair Play , consegna-
Il nostro direttore Andrea Monti (primo da destra) sul palco con l’organizzatore Franco Ascani (al suo fianco) e i premiati
to dal fondatore Gianfranco Fasan, è stato assegnato al belga Les entrainements au fair play, award speciale al cinese The sacred arrow sulle tradizioni del tiro con l’arco, in primo piano il britannico Unstoppables, su abili e diversamente abili insieme per superare i propri limiti. E un bell’applauso per Giuseppe Rovelli, 96 anni e tuttora atleta nella categoria master, campione di getto del peso, lancio del martello e pentathlon lanci. Aveva fatto conoscere lo sport a Franco Ascani, presidente della Ficts che organizza il Festival, un riconoscimento particolare anche a un uomo che non ha mai smesso di amare lo sport. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nuoto R L’oro di Doha
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I FENOMENI
CONTENUTO PREMIUM I cinque eroi dei Mondiali
● CHAD LE CLOS (4 ori) Il sudafricano è ormai il padrone della farfalla: tripletta e incursione vincente nei 200 sl. Ha 22 anni e una missione: oscurare Phelps a Rio GETTY
Paltrinieri «COME HACKETT IO VADO FORTE QUANDO CONTA» UNA VITTORIA CONQUISTATA ALLA MANIERA DELL’IDOLO: «MA ADESSO VOGLIO RIMANERE TRANQUILLO» Stefano Arcobelli INVIATO A DOHA (QAT)
Gregorio Paltrinieri, vent’anni, ha migliorato nei 1500 sl l’argento mondiale in vasca corta che aveva conquistato nel 2012 LAPRESSE
menti degli altri non mi servono. Fatemi decidere in pace. Non ho deciso nulla, e appunto non sopporto le pressioni». Però l’allenatore Morini chiede campo libero fino a Rio: il completo controllo di tutto. «Col Moro il progetto non è mai stato in dubbio: non ho mai pensato di rompere gli equilibri con lui, almeno fino ai Giochi di Rio».
● CESAR CIELO (3 ori e 2 bronzi) Ha fatto vincere il medagliere al Brasile insieme al ranista Franca. Simbolo di un Paese ambizioso verso i Giochi in casa AFP
L’oro serve a stemperare proprio questo? «Ma io in Australia non sono andato perché non mi piacciono i metodi di Morini, ma perché cercavo qualcosa di diverso per ricominciare, per motivarmi, per salvarmi l’inverno. E l’ho trovato, visti i risultati: nuoto più tranquillo e non sovraccaricato di lavoro, mi sento più fluido in acqua e chi mi vede lo dice. Anticipare tutti quei volumi a settembre non ha senso. Da gennaio, chiaro, i carichi torneranno pesanti, ma per fortuna si cambia ancora: andremo in Messico, mi parlano bene di quest’altura. La routine mi ammazza. Così come Ostia mi sta stretta, per l’extra nuoto: non posso chiudermi in camera senza far nulla. Meno male che arriva sempre il weekend». Rifarà un’altra parentesi a Melbourne il prossimo inverno? «Se è il giusto mix e funziona, perché no?».
«Si sta allenando, è un po’ vecchio, ma sarebbe stupendo sfidarlo e magari batterlo».
Domenica ha battuto Mellouli. reg come Grant? La favola, intanto, conti«Però il tunisino mi ha dato filo da torcere». nua. Ora l’ascesa di Gregorio Paltrinieri tra i grandi del mondo (nel mezzofondo) Ma lei lo stima o no per quella vecchia storia del si fa irresistibile. Il primo titolo iridato in vasca doping? corta nello stile libero (dopo l’unico precedente «Ci siamo parlati, mi ha chiesto dell’esperienza nei 100 rana di Fabio Scozzoli ad Istanbul 2012) australiana: io ho dovuto difendere persino Sun domenica è sembrata una tempesta nel deserto. Yang, magari l’avranno dopato a sua insaputa. Una volata lunga 60 vasche: 1500 metri Chissà. La storia non mi è piaciuta. Ma domati senza mai accusare cedimenti per non ho pregiudizi». ITALIANI DA RECORD sparare un 14’16”10 mai nuotato se non dal primatista australiano Grant Hackett, Gareggiare alla Hackett per sconvolgere detto «The Machine». Uno show che riogni tattica degli altri: si sente un po’ reporta in primo piano Greg, già il primo sponsabile...? uomo al mondo nelle classifiche 2014 in «E’ una mia difesa, un piacere o una nevasca lunga in 14’39”93. cessità: non so cambiare ritmo, e allora parto a tutta a me ne vado. Io odio inseItaliani da record: Che effetto fa, a mente fredda? guire. Domenica prima della partenza Pellegrini mondiale ed «Sono contento di tutto: è stato bello, belnon ero così tranquillo, poi mi sono tuffaeuropeo 200 sl in lunga, lo, bello. Un tempo impressionante». to e mi sono sentito bene: potevo fermarDetti europeo 800 sl in mi?». Anche lei quando nuota sembra una mac- lunga, Paltrinieri europeo china. La filosofia della serenità paga sempre? 1500 sl corta e lunga «Dopo i 1000 metri ho faticato, ma volevo «E’ una mia scelta di vita non mettermi vincere come a Berlino: con un tempone. E ci ansie, agitazioni. Sono gli altri che...». sono riuscito». ...Che le mettono pressioni? Un 2014 sotto il segno di Paltrinieri. «Già, mi chiamano per dirmi cosa devo fare del«D’estate e d’inverno: ho fatto le gare più belle la mia vita: non è possibile». quando contavano di più: non potrei chiedere di meglio». Aveva promesso che dopo i Mondiali avrebbe deciso. Un clamoroso crono dal ragazzo del destino lan«Ed invece sinceramente non lo so ancora: devo ciato verso Rio. ancora tornare a casa, ne parlerò con i miei a «E’ importante, ma conta un po’ meno rispetto ai Carpi. Ho lo svincolo, ho richieste, ma fatemi Mondiali in vasca lunga». pensare, e decidere: stare 3 anni in Polizia o uscire, non è facile decidere. In fondo l’extra Che saranno tra 8 mesi... nuoto non mi interessa, voglio solo nuotare be«Ma a Kazan ci sarà pure il cinese Sun Yang, che ne ed andare più veloce». è imbattuto, ci sarà il mio compagno di Melbourne, Greg Horton che ha due anni meno di me». Non sopporta essere tirato per la giacchetta? «Che mi diano consigli non richiesti, io so cosa E ci sarà Hackett? può essere giusto per me: le opinioni e i suggeri-
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● KATINKA HOSSZU (4 ori, 2 argenti, 2 bronzi ) L’ungherese è la donna che ai Mondiali in corta ha conquistato più medaglie in una edizione. Allenata dal marito EPA
● SARAH SJOESTROEM (3 ori, 1 argento) Per la svedese 2 mondiali con 2 muri abbattuti nei 200 sl (1’51”) e 100 farfalla (55”) in pochi minuti. Numero uno.
Paltrinieri sul tetto del mondo: nel giorno nero della Pellegrini stanno cambiando le gerarchie? «Non so dirlo, però mi sento bene». Se pensa alla finale dei Mondiali estivi? «Vedo pericoloso Horton, il compagno australiano: è serio e più veloce di me». Un fine anno d’oro. «Me lo voglio godere fino all’ultimo istante questo 2014: ora fino alla prossima gara importante avrò tempo, posso rilassarmi mentalmente senza pensare al resto».
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● FLORENT MANAUDOU (3 ori, 2 argenti, 1 bronzo) Ha perso solo i 100 sl di 11/100, altrimenti sarebbe stato un Mondiale perfetto per il francese
Fa il verso al gigante del basket Carmelo Anthony: ma lei sta in acqua... «La mia nuotata è migliorata, più redditizia: magari faccio più bracciate e movimenti dell’anca ma mi avvantaggia. Una bracciata in più non mi fa perdere in forza, perché io cerco sempre di stare sul ritmo. Mi fa stare alto in acqua. Mi sento planare». Come «Melo». Anzi come Grant. Ma è solo Greg d’Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
La cuffia autografata di Paltrinieri è in vendita con la Gazzetta a 8.99 euro oltre al prezzo del quotidiano fino al 31 marzo. Può essere acquistata anche su Gazzettastore.it.
Pallavolo R Superlega: posticipo nona giornata Paolo Reggianini MODENA
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odena capitale della pallavolo. Una definizione più che altro rispettosa, fino a ieri, nei confronti di una terra che, soprattutto in passato, ha dato tanto in termini di risultati a questa disciplina. In realtà Modena uno scudetto nel maschile non lo vince dal 2002, nel femminile addirittura dal 2000. L’ultima accoppiata tricolore (Panini e Fini) risale al 1972. Adesso, però, non ci sono solo i ricordi, ma un presente importante. Nell’ultimo weekend la città della Ghirlandina è tornata al centro del villaggio pallavolistico. I maschi di Lorenzetti sono davanti dalla prima giornata a punteggio pieno e un solo set perso. Le ragazze di Beltrami, invece, due giorni fa hanno spodestato dal trono Novara. Un primo posto a braccetto per le due squadre modenesi era successo l’ultima volta 17 anni, al termine della stagione regolare 1996-97, vinta da entrambe. IN 7000 I quasi quattromila spettatori per Liu-Jo-Novara di domenica, i tremila per Modena-AltoTevere, partita non certo di cartello, danno già un’idea sul clima che si respira da queste parti. Il Palapanini ricomincia a fare la differenza sui due versanti. Dietro questi due fenomeni sportivi, l’aspetto più importante: due società solide e ambiziose. Qui nulla è improvvisato. Modena maschile ha due soci importanti come Catia Pedrini e Dino Piacentini: hanno cambiato tutto, ricevendo in eredità dalla precedente gestione solo il coach Angelo Lorenzetti, vero valore aggiunto. Nel femminile, i fratelli Marchi imprenditori di successo con il marchio Liu-Jo, hanno acqui-
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Modena prima su tutti i fronti «Siamo sempre la capitale»
TACCUINO CHAMPIONS DONNE PIACENZA A BELGRADO
1Sansepolcro battuta 3-0, sia uomini che donne in testa soli, come nel 1997
Gli uomini di Modena hanno perso un solo set in 8 partite TARANTINI
MODENA
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SANSEPOLCRO 0 (25-19, 25-11, 25-21) MODENA Piano 2, Vettori 12, Petric 16, Verhees 5, Bruninho 3, Ngapeth 19; Rossini (L), Kovacevic 1, Sala 3. N.e. Casadei, Boninfante, Ishikawa, Donadio. All. Lorenzetti. ALTOTEVERE SANSEPOLCRO Corvetta 1, Della Lunga 8, Aganits 3, Maric 7, Randazzo 3, Mazzone 2; Tosi (L), Baroti 5, Teppan, Franceschini 1, Dolfo 1. N.e. Lensi, Daldello. All. Montagnani. NOTE: Spettatori 2908. Durata set: 25’, 21’, 27’; tot. 73’. Modena: battute sbagliate 15, vincenti 13, muri 4 , 2ª linea 7, errori 20. AltoTevere: b.s. 8, v. 1, m. 4, s.l. 5. e. 6. Trofeo Gazzetta: 6 Petric, 5 Ngapeth, 4 Bruninho, 3 Vettori, 2 Della Lunga, 1 Rossini. CLASSIFICA Modena 24; Macerata 22; Perugia 19; Trento 18; Verona*, Latina*, Ravenna* 15; Piacenza 11; Molfetta 9; Sansepolcro 6; Padova* 5; Milano 2; Monza 1. (* una partita in più)
stato personalmente la società e vogliono giustamente arrivare al massimo. E se la Liu-Jo è andata avanti sul percorso tracciato un anno fa, nel maschile la chimica che si è formata in spogliatoio ha permesso alla squadra di imporsi subito con un gioco efficace e spettacolare. CHE RITMO Angelo Lorenzetti, l’ultimo a vincere il titolo a Modena nel maschile nel 2002, conosce bene l’ambiente e non si fa troppo trarre in inganno dal primato. «Credo che solo alla fine dell’andata sapremo dare un valore reale alla nostra posizione di classifica. Sapevamo di avere un calendario all’inizio alla portata, anche se la prima partita con Perugia l’abbiamo vissuta quasi come una finale scudetto. Vincendola è stato tutto più facile». Modena avrà ora da affrontare nell’ordine Latina, Trento, Verona e Macerata. Sembra, vedendoli giocare sempre con il sorriso, che Bruninho e c. non vedano l’ora di misurarsi con le vere rivali per il titolo. «Ricordo sempre ai miei giocatori il valore di Trento, il cambio palla di Macerata. San-
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(a.a.) Scatta la terza settimana della Champions donne, già stasera Piacenza a Belgrado. Stasera anche il Fenerbahce Istanbul di Marcello Abbondanza (Fanni 2°, Ivan Bragagni preparatore), Leo Lo Bianco e Lucia Bosetti (potrebbe giocare) a Nantes (Fra). GIRONE C Oggi Salo (Fin)Dinamo Mosca (Rus), domani Busto Arsizio-Dresdner (Ger). Classifica: Dresdner, Mosca 4; Busto Arsizio 3; Salo 1. GIRONE E: oggi Belgrado (Ser)-Piacenza, giovedì Vakifbank Istanbul (Tur)Cannes (Fra). Classifica: Vakifbank 6; Cannes 4; Piacenza, Belgrado 1
DE CECCO RECUPERA (an.me.) – Nella Sir Safety Perugia c’è fiducia sul recupero per la sfida di sabato in casa della Lube Macerata del regista De Cecco, alle prese con un infortunio muscolare agli addominali. Ancora fuori lo schiacciatore americano Sunder (sciatalgia). Le donne di Modena hanno battuto Novara e l’hanno superata in vetta
no che non abbiamo vinto niente e che, forse, il bello deve ancora venire».Squadra nuova, dicevamo, sulla carte c’erano delle certezze. Ora lo sono anche sul piano pratico. «La sintonia è molto buona – racconta Lorenzetti – temevo, ad esempio, che uno con il carattere di Vettori potesse avere qualche problema. E invece non è stato così. Ho notato la crescita professio-
nale di Ngapeth senza rinunciare alla sua indole scanzonata. Qui si lavora tanto, soprattutto con De Lellis, ma si scherza anche. E la gente ci segue: nel finale con Sansepolco il pubblico batteva mani e piedi, ritmando il gioco a partita ormai finita. Queste sono cose che possono succedere solo qui». Solo nella ritrovata capitale del volley. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ARRIGHETTI OPPOSTO Il Lokomotiv Baku è in emergenza: Valeria Rosso si è fratturata un mignolo, mentre la Havlickova è in ripresa dopo l’intervento di menisco, così la centrale azzurra Valentina Arrighetti gioca opposto: nell’ultima uscita la prima sconfitta, 2-3 con l’Azeryol. MICOLI VIA Urbino esonera Stefano Micoli, squadra al secondo Andrea Ebana
Pallanuoto R World League
Il Settebello stregato da Di Fulvio: talento cresciuto in famiglia 1Il c.t. Campagna
contro il Montenegro punta sul figlio di Franco, campione col Pescara Anni 80
Franco Carrella INVIATO A BUDVA (MONTENEGRO)
V
enerdì, per dimostrare quanto sia un giocatore completo, è andato a piazzarsi addirittura tra i pali. All’inizio del terzo tempo, con Tempesti espulso temporaneamente, Francesco Di Fulvio ha provato a sventare il rigore di Rizzo: impresa fallita di un soffio. Poi il Brescia, la squadra in cui militava nella scorsa stagione, l’avrebbe spuntata all’ultimo secondo, 7-6 con la rete di Molina in superiorità numerica. È così che al comando del campionato sono rimasti soltanto i lombardi. «Ma la Pro Recco è stata encomiabile. Preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno: abbiamo perso di un gol, sul campo dei rivali per lo scudetto, senza schierare tre assi come Aicardi, Felugo e Giorgetti» osserva con tono consolatorio l’attaccante pescarese. A lui e ad altri giovani talenti purissimi si sta affidando
il c.t. Campagna per l’opera di rinnovamento, ottenendo risposte convincenti. C’era anche Francesco a Budapest, cinque mesi fa, quando il Settebello ha conquistato un’insperata medaglia di bronzo battendo 11-9 il Montenegro. È la stessa avversaria di oggi, a Budva, nella seconda giornata di World League. «Avranno un motivo in più per batterci. Mi aspetto una vasca molto calda». LA FAMIGLIA All’esordio, contro la Francia (superata 15-9), il ventunenne è stato il miglior marcatore azzurro con un bellissimo poker. Anche grazie ai suoi gol, negli ultimi anni le nostre giovanili hanno collezionato trionfi in serie: oro europeo Under 17 nel 2010, oro europeo
Under 19 nel 2012, oro mondiale Under 20 nel 2013 (tripletta nella finale con la Croazia terminata 10-7), sotto la guida di Pesci. «I momenti più belli della carriera» dice il mite gioiellino della Nazionale, protagonista del trasferimento più importante dell’ultimo mercato, pallanuoto nel sangue. Papà Franco, classe ’63, vinse scudetto, Coppa Campioni e Supercoppa nell’87 col Pescara. I fratelli Andrea (’88, difensore) e Carlo (’90, centrovasca) giocano a Monza nella Sport Management neopromossa e rivelazione dell’A-1. Per chiudere il quadro familiare, mamma Monica è una tenace triatleta e da un po’ fa l’istruttrice di nuoto. «Ma non pensiate che a casa parliamo solo di sport e di piscine, an-
La famiglia di Fulvio: Andrea, papà Franco, Carlo, Francesco e mamma Monica
Francesco Di Fulvio, 21 anni, attaccante: contro la Francia all’esordio è stato il miglior marcatore azzurro
che se i consigli di mio padre li ho sempre accettati volentieri. Di lui ho sempre apprezzato la concretezza: decise di ritirarsi quando nacque il primogenito, per dedicarsi completamente al lavoro e alla famiglia». Certo, i racconti sul Pescara dei tempi d’oro sono inevitabili. «Era la formazione di Estiarte, un mito per me e per tutti quelli che praticano questo sport. Sogno che la mia città torni in A-1 e che io possa giocarci» ammette Francesco, che a Pescara è stato tesserato con Simply e Waterpolis prima di indossare le calottine della Roma Vis Nova e (assieme ad Andrea) della Florentia. Un sogno abruzzese che passa anche tra le mani di papà Franco, allenatore dell’Original Marines (l’altra società locale di serie B è la Bustino). Curioso che il primo tecnico di Francesco nella Simply sia stato Marco D’Altrui (oro olimpico a Barcellona ‘92) mentre Franco era cresciuto con D’Altrui senior, Geppino (oro a Roma ‘60). «Mi emoziona allenare il figlio di un
mio ex compagno - ammette Amedeo Pomilio, vice di Campagna -. Franco avrebbe potuto fare una carriera brillante se non si fosse ritirato così presto. E Francesco è la testimonianza di quanto contino i geni ereditari». PRESENTE E FUTURO Di Fulvio, nonostante le attenzioni ricevute, non si monta la testa: «So che devo migliorare in ogni fondamentale». Ha smentito quanti immaginavano che trasferendosi a Recco avrebbe ridotto il minutaggio: «Non è stato facile lasciare Brescia, ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Milanovic mi dà fiducia, mi trovo bene. Ci stiamo adattando gradualmente alla sua mentalità slava». E guarda con interesse alla novità sperimentale del campo ridotto a 25 metri nella World League: «Cinque metri in meno sono tanti, l’intensità aumenta, gli attaccanti si divertono». Per uno abituato a fare tanti gol, un piacere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Si gioca alle 18 L’altra sfida è Francia-Croazia ● Montenegro-Italia, vicecampioni del mondo contro vicecampioni olimpici, stasera alle 18. Nella prima giornata, gli slavi hanno riposato. L’altra sfida del girone C è Francia-Croazia (riposa la Turchia). Class.: Italia, Croazia 3; Francia, Turchia, Montenegro 0. GLI AZZURRI Il c.t. Campagna ha convocato Tempesti, Del Lungo, Baraldi, Gallo, Figari, Giacoppo, Coppoli, Bruni, Renzuto, S.Luongo, Figlioli, A.Fondelli, F.Di Fulvio. LA FORMULA Alla Final Eight di Bergamo, dal 23 al 28 giugno, si qualifica la prima di ogni gruppo europeo oltre all’Italia (ammessa di diritto) e alle 4 degli altri continenti (le fasi preliminari si disputano successivamente).
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TUTTENOTIZIE IPPICA
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1HOCKEY PISTA: POSTICIPO (m.nan.) Oggi il posticipo della 10
a in A-1 ,Bassano-Valdagno (ore 21, diretta Raisport 2). Classifica: Forte dei Marmi 30; Breganze 22; Valdagno, Cgc Viareggio 18; Trissino, Lodi 16; Pieve, Follonica, Bassano 14; Giovinazzo 10; Sarzana, Matera 9; Correggio 6; Prato 3.
BOXE
TENNIS
Tony Gio e Titty Agli Assoluti Bolelli decisivo A Treviso solo Spahiu vince con Santopadre super Varennini nei supermassimi Aniene tricolore 1Sbancati Gran
1L’erede di
1Serie A: Genova
E’
Rocky Giuliano
Cristian Sonzogni
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Criterium e Filly Gli eredi a 116 GP
stata la giornata dei Varennini. A Treviso il convegno più importante per i due anni, quella del Gran Criteium e del Filly, ha visto emergere due figli del campionissimo, che sono così arrivati a 116 GP. Prima c’è stata la stoccata di Titty Jepson nella prova Filly, poi il capolavoro di Tony Gio (la mamma è la campionessa Ilaria Jet) che ha demolito il favoritissimo Telecomando Ok, che aveva preso subito il comando della corsa. Tony Giò è avanzato al passaggio, ha raggiunto il leader sulla curva finale e in retta ha preso la meglio con pieno merito. In sulky a Tony Giò il 58enne Mauro Baroncini, che ormai preferisce il training al sulky ma che non ha certo dimenticato come si fa. L’ultimo suo GP da driver era il Città di Padova 2012 con Orione degli Dei: «Ottimo puledro Tony
RUGBY
Cammarelle è di orgine albanese
Gio, dal padre ha ereditato la potenza, ma anche qualche problema meccanico di gioventù che dovrebbe sparire il prossimo anno. Sulla penultima curva ha fatto un trapassone e ho quasi temuto rompesse. Ma poi si è ripreso alla grande e all’ingresso in retta sapevo che avrei vinto».
i sono conclusi gli Assoluti elite al Palasport di Ugento (Lecce). Nei 48 kg il maggior allungo di Conselmo è l’arma vincente, di fronte al compatto toscano Barotti, 3-0; nei 52 kg il toscano Grande, 19 anni, alla prima esperienza élite supera il più alto Chebakia 3-0; nei 56 verdetto fischiatissimo per Gasparri, che ha ecceduto in colpi a sventola, contro il più consistente Bagatin.
5ª corsa - Gran Criterium filly - m 1609: 1 Titty Jepson (M. Minopoli jr) 1.15.3; 2 Terra dell’Est; 3 Talish As; 4 Tiffany Caf; Tot.: 4,61; 1,50, 1,82, 1,79 (13,58) Trio: 37,21. 7ª corsa - Gran Criterium - m 1609: 1 Tony Gio (M. Baroncini) 1.14.6; 2 Telecomando Ok; 3 Tresor Zs; 4 Theodor Grif; Tot.: 9,05; 2,05, 1,18, 5,16 (19,95) Trio: 569,18.
LOMBARDI Troppo ostruzionista nei 60 il romano Splendori, due richiami, che non ha permesso a Benkourichi, di svolgere azioni. Vittoria meritata 3-0 per il ventenne della Domino di Milano. La Lombardia non vinceva un tricolore dal 2007. Nei 64
Tony (n. 2) vince a Treviso PERRUCCI
Castro domenica a Leicester Non è passato sotto silenzio il ritorno di Martin Castrogiovanni a Leicester. L’azzurro, domenica sera col suo Tolone sul campo della squadra con la quale ha giocato per sette stagioni, dopo la partita di Champions Cup (persa), ha avuto parole di fuoco contro Richard Cockerill, il referente tecnico del club inglese. «Dice che me ne sono andato per soldi – ha ululato Castro in conferenza stampa –: la verità è che ho pagato 100.000 sterline per liberarmi. Voleva farmi passare da mercenario. Io volevo solo giocare. Nel mio ruolo doveva dar spazio a Cole, metà stipendio del quale è pagato dalla federazione... Avrei voluto confrontarmi con lui faccia a faccia, ma non ha mai accettato». Ieri Castro si è scusato «per il linguaggio utilizzato e con chi si è sentito offeso». Ma la Champions ha aperto un’inchiesta. TROFEO ECCELLENZA (ro.pa.) Definite le semifinali del trofeo Eccellenza: Calvisano-Padova, Fiamme Oro Roma-Mogliano. Nella 3a e ultima giornata, Calvisano-Prato 54-3; Mogliano-San Donà 31-3; L’Aquila-Lazio 28-26.
Nuove accuse: «Il figlio di Diack è corrotto» Dopo che la Ard, tv tedesca, domenica sera ha trasmesso un secondo documentario che metterebbe con le spalle al muro lo sport russo per fatti di doping, ieri il ministro dello sport Vitaly Mutko ha dichiarato che il Paese collaborerà con la Wada nell’inchiesta che verificherà se le accuse sono fondate. Tra i nuovi personaggi coinvolti, anche Papa Massata Diack, figlio di Lamine, presidente della Iaaf. Sarebbe coinvolto in un giro di fondi neri per coperture su casi di positività, legati a un consulente marketing cinese della stessa federazione internazionale. IN BRASILE (m.can.) La 26enne velocista brasiliana Vanda Gomes, è risultata positiva a un controllo antidoping «fuori dal periodo di gare» per anastrozole, un ormone e modulatore metabolico. L’atleta, personali di 11”64 nei 100 e 23”06 nei 200, è ricordata per avere lasciato cadere il testimone nella 4x100m ai Mondiali di Mosca 2013. E’ provvisoriamente sospesa.
Lamine Diack, 81 anni GETTY
SI RITIRA LA SLESARENKO La 32enne russa Elena Slesarenko, oro olimpico dell’alto ad Atene 2004, si ritira. Personale di 2.06, è stata anche due volte iridata indoor (2004 e 2006). La scorsa stagione, dopo uno stop per maternità di due anni, aveva tentato il rientro, fermandosi a 1.85 (a Pechino in maggio), prima di arrendersi a un infortunio a un ginocchio. Diventa direttrice di una Academy di sport invernali nella sua Volgograd. ● TEST LAVILLENIE (si.g.) Renaud Lavillenie ha saltato 5.85 nell’asta in un’esibizione al caldo sulla spiaggia di Boucan Canot (Reunion). Con questo test l’atleta ha concluso lo stage nell’isola ed è rientrato in Francia. ● RECORD DINIZ Yohann Diniz, primatista mondiale della 50 km di marcia, domenica Reins (Fra) ha migliorato il proprio record francese dei 5 km: 18’16’’76 (prec. 18’29”44; 26/1/14). ● ALLIEVI VELOCI (si.g.) Ai campionati australiani studenteschi ad Adelaide, in due sotto il primato mondiale u. 18 dei 100 (10”19 del giapponese Kiryu), ma con troppo vento. Uomini. 100 (+3.4): Hale (’98) 10”13; Rowning (’97) 10”18. ● ANCORA GEBRE (d.m.) Haile Gebrselassie, a 41 anni, 3° nella 10 km di Singapore: «Mai sofferto tanto l’umidità». Uomini: 1. S. Keter (Ken) 29’47”; 2. T. Maritim (Ken) 29’53”; 3. Gebrselassie (Eti) 30’00”. ● KIMETTO E RADCLIFFE (d.m.) Due primatisti mondiali di maratona alla Montferland Run di Hereenberg (Ola), sui 15 km: iDenis Kimetto (7°) e Paula Radcliffe (5a). Uomini: 1. Tewelde (Eri) 43’27”; 2. N. Kigen (Ken) 43’32”; 3. G. Koech (Ken) 43’32”; 13. Kimetto (Ken) 47’00”. Donne: 1. Merachi (Eti) 50’44”; 5. Radcliffe (Gb) 52’48”. ● MAGNANI OK (d.m.) A Margherita Magnani la Best Woman di Fiumicino (km 10). Uomini: 1. Chirchir (Ken) 29’27”; 6. Massimi 30’22”. Donne: 1. Magnani 33’38”. ● STRADA ITALIA (m.m.) Mezza di Vidoz (Tv), Prosecco Run. Uomini: 1. Sugut (Ken) 1h09’18”. Donne: 1. Giordano 1h20’24”. Mezza di Cagliari. Uomini: 1. Boudalia 1h08’05”. Donne: 1. Manca 1h20’24”. Mezza di Voltana (Ra). Uomini: 1. Karim (Mar) 1h10’01”. Donne: 1. Finielli 1h19’23”. Maratona di Sabaudia (Lt). Uomini: 1. Calcaterra 2h32’09”.
o scudetto maschile di A-1 targato Canottieri Aniene Roma, il secondo della storia del circolo del presidente Giovanni Malagò, è lo scudetto dell’equilibrio. E il Tc Genova, col vantaggio del fattore campo, si inchina 4-3 al termine di 10 ore da romanzo.
Alessio Spahiu, Tricolore +91 BOZZANI
vince Vangeli per wo (forfeit) di Rafik (Piemonte) infortunatosi alla mano sinistra, mentre i 69 kg premiano l’abruzzese Di Russo, al terzo tricolore, 3-0 su Marziali. Nei 75 la spunta Perugino, 2-1 su Bellancini, negli 81 bella prova di Capuano contro il quotato siciliano Rosciglione, sconfitto 3-0. Nei 91 l’aitante Faraoni si aggiudica la sfida contro l’umbro Betti, che nonostante le 36 primavere si batte bene (2-1). Nei +91 lotta entusiasmante tra il 23enne gigante (di orgine albanese. italiano dal 2013) Alessio Spahiu e un Carbotti in crescita e regolato 3-0.
Super tie-break Nella seconda parte di una sfida infinita vincono Cipolla per i romani, Picco per i liguri: 2-2, si va ai doppi ed è lotta vera, come fosse coppa Davis. Simone Bolelli e Matteo Berrettini, 18enne sorpresa dell’anno, portano avanti l’Aniene, ma Genova reagisce con Starace e Motti, doppista doc. Sei match non bastano, si va allo spareggio. E qui sale in cattedra Bolelli,
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ATLETICA ATLETICA
Castrogiovanni Prima si infuria poi si scusa
cede al doppio di spareggio
BASEBALL
massimo leggero Imre Szello (Ung, 4), tre stagioni nei Thunder Italia nelle Wsb, batte lo slovacco Idrany (4-16-1) ko 5.
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TRINCI A NETTUNO (m.c.) Guglielmo Trinci passa dalla panchina del Nettuno 2 a quella del Città di Nettuno per affiancare l’ex Major League Lenny Randle. La squadra più scudettata d’Italia riabbraccia uno dei campioni più amati, che guida anche la Nazionale under 21. ● COPPA CAMPIONI (m.c.) Il 2-7 giugno a Rotterdam e Parigi le eliminatorie della Coppa Campioni 2015, con due gironi da sei squadre (al via anche Rimini, Bologna e San Marino). La finale il 6-9/8.
BEACH VOLLEY ●
WORLD TOUR (c.f.) All’Open di Mangaung (Saf), ultimo atto del World Tour 2014, oggi qualifiche maschili, coi romagnoli Caminati-Ross opposti a Solomans-Mollgaard (Saf). Da domani tabellone finale con l’inedito duo NicolaiRanghieri, i gemelli Ingrosso e, tra le donne, Momoli-Giombini (vincitrici 20 giorni fa di un torneo indoor a Montpellier), Gioria-Bacchi e CavalluzziLuca. ● TRICOLORE INDOOR A Milano la prima tappa del primo campionato italiano di beach volley indoor è andata a Matteo e Paolo Ingrosso: in finale 2-0 a Andrea Abbiati-Tiziano Andreatta. Terzi CasadeiTomatis.
BOXE ●
SIGNANI CAMPIONE (r.g.) A Bellaria (Rn) Matteo Signani (21-4-3), 35 anni, ex tricolore medi, conquista la vacante cintura Ue battendo il francese Ahmed Rifaie (13-5-2) ai punti. L’italiano ha condotto il match sempre in attacco, salvo una parentesi nella parte centrale. Unanimi i giudici con vantaggio da 6 a 8 punti. Nei mosca, Simona Galassi (22-3-1) supera la russa Zablotskaya (7-10) sulle 6 riprese, test prima del Mondiale. Altri. Leggeri: Finiello (10-0-2) b. Barreto (Peru, 5-6-1). Welter: Esposito (7-1) b. Grassellini (20-7-3). ● TEDESCHI (r.g.) A Oldenburg (Ger) il locale Juergen Braehmer (45-2), titolare mediomassimi Wba, concede 43” allo sfidante polacco Pawel Glazewski (23-3). Nei medi jr. Jack Culcay (Ger, 19-1) mantiene l’Europeo superando Karim Merroudi (Fra, 13-4-2) ai punti ● PIANETA (r.g.) A Budapest (Ung) il massimo italiano Francesco Pianeta (31-11), residente in Germania, mantiene la cintura europea Wbo superando sui 12 round Ivica Bacurin (Cro, 8-7-1). Il
Simone Bolelli, n. 55 del mondo
55 Atp, con una spalla uscita da un altro tempo come Vincenzo Santopadre, 43 anni e non sentirli. Starace e Basso si arrendono, ma solo 10-6 al super tiebreak. Poi per i romani è festa, per Genova (a segno tra le donne) doppietta sfumata. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Canottieri Aniene b. Tc Genova 4-3 Basso (G) b. Santopadre (A) 6-3 6-3; Bolelli (A) b. Starace (G) 6-2 7-5; Picco (G) b. Berrettini (A) 3-6 6-4 6-3; Cipolla (A) b. Eremin (G) 6-4 5-7 6-3; BolelliBerrettini (A) b. Basso-Picco (G) 6-2 6-3; Starace-Motti (G) b. Cipolla-Santopadre (A) 7-6 3-6 10-6; Bolelli-Santopadre (A) b. Starace-Basso (G) 7-6 4-6 10-6.
IPPICA ●
GHIACCIO ●
FIGURA Così a Budapest (8a Santa Klaus Cup). Danza. Finale: 1. (2.1.) Kaliszek-Spodyriyev (Pol) 144.36; 3. (3.3.) KomatsubaraFabbri 129.37; 4. (5.4.) Sforza-Sforza 122.06.
GOLF ●
ULTIMO TIGER A Jordan Spieth, l’Hero World Challenge con 262 colpi (66 67 63 66, -26), 10 di vantaggio sullo svedese Henrik Stenson (272, -16). Sul percorso dell’Isleworth Golf & Country Club (par 72), a Windermere in Florida, il rientro di Tiger Woods alle gare si è risolto con uno score di 288 (77 70 69 72, par) per il 17° e ultimo posto condiviso con Hunter Mahan.
HOCKEY GHIACCIO ●
EAGLES K.O. (m.l.) Le Eagles Bolzano chiudono con tre sconfitte in tre partite il girone di semifinale di Champions Cup donne, battute sabato 7-3 dall’Espoo (Fin) e ieri 4-1 dall’Almaty (Kaz).
HOCKEY IN LINE ●
IN A-1 (m.l.) Il 7° turno: Cus VeronaCittadella 7-4; Padova-Monleale 5-3; Milano-Roma 18-1; Pol. Molinese-Asiago 70; P. Trieste-Vicenza 2-4. Problemi di tesseramento costano due sconfitte a tavolino (50) al Monleale (con Asiago e Molinese). Classifica: Milano 21; Cittadella 15; Asiago 13; Vicenza, Molinese 12; Verona 11; Padova 10; Monleale 6; Trieste 3; Roma 0.
NUOTO ●
PHELPS E HACKETT (al.f.) Michael Phelps ha fissato la data del rientro agonistico: a Chartres (Fra) il 15-16 agosto 2015 per la coppa del Mondo in vasca corta. I campionati australiani che vedranno il ritorno di Grant Hackett sono invece in aprile. ● SWIM-TO (al.f.) Trofeo Swim-To a Torino (25 m). Uomini: 100 sl, 50 do Pizzamiglio 48”84, 24”86; 400 sl, 400 mx Maestri 3’48”79, 4’20”58; 200 do Pancari 1’57”12; 50 ra Di Lecce 27”17; 100 fa Febbraro 53”24. Donne: 400 sl, 400 mx Trombetti 4’08”85, 4’34”94; 200 do Cartapani 2’09”55; 50 ra Bat (Mol, ‘91) 31”81.
IERI QUINTE’ 12-6-9-14-11 A Montecatini (m 1600): 1 Ricki Gill (V. Castiglia); 2 Rebeldia; 3 Soho dei Greppi; 4 Ris Bieffe; 5 Reebok Allez; Tot.: 5,98; 2,95, 5,36, 3,90. (93,90). Quinté: 25.509,48. Quarté: 1.547,01. Tris: 441,44. ● OGGI QUINTÉ A NAPOLI Ad Agnano (inizio convegno alle 15.25) scegliamo Orsa Jet (17), Passione d’Ete (16), Negrotto (20), Nazirs Lady (7), Orion (18) e Pireus Caf (3). Si corre anche - Galoppo: Roma (14.25). Trotto: Trieste (15.10) e Albenga (15.45).
JUDO ●
BRAVA EDWIGE (e.d.d.) Edwige Gwend è seconda a Tokyo nel Grand Slam, torneo di qualificazione olimpica con 419 atleti di 65 Paesi. Per l’azzurra vittorie su Bazynski (Ger), Di Cintio (Fra), Van Emden (Ola) e Nishikawa (Giap), poi nella finale dei 63 kg la slovena Trstenjak l’ha sorpresa con un attacco indietro iniziale.
TENNIS ●
STOP QUINZI Dopo i problemi al polso e sei mesi senza acuti, Gianluigi Quinzi (n. 437 del mondo) si qualifica alle semifinali del Futures di Mendoza (Arg, 15.000$, terra) poi cede 6-4 6-4 a Panfil (Pol, 435) che vince il torneo.
VELA ●
MONDIALE MELGES 32 (r.ra.) Ad Argo, dello statunitense Jason Carroll, il Mondiale di Melges 32 a Miami, bissando il successo di Porto Rotondo 2013. Argento per Torpyone di Edoardo Lupi (tattico Bressani), bronzo per i giapponesi di Mamma aiuto. 5° Stig di Alessandro Rombelli, 9a Robertissima di Roberto Grinover, 16a Fra Martina di Edoardo Pavesio. ● VOLVO OCEAN RACE (r.ra.) Team Vestas vorrebbe tornare in gara alla Volvo Ocean Race. La barca danese, danneggiata dopo l’incagliamento sul reef dello scorso 29 novembre, non può essere riparata in tempi opportuni e l’equipaggio di Nicholson sta valutando di costruirne una nuova. In testa ialla regata ntanto è passato Team Brunel seguito da Dongfeng e Abu Dhabi Racing.
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
ha compiuto la stranezza di andare a trovare a colpo sicuro il cadavere nel canalone. Indagato in quanto «atto dovuto».
IL FATTO DEL GIORNO CONTRADDIZIONI E BUGIE
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Sopra Veronica Panarello, coperta da un cappuccio, esce di casa per andare in Procura; a destra il figlio Loris Stival, ucciso sabato 29 novembre ANSA
Omicidio e occultamento di Loris La madre fermata a mezzanotte 1L’inchiesta di Ragusa alla svolta: la donna risentita per sette ore in Procura.
Il marito l’ha accompagnata: «Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso»
di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Veronica Panarello a mezzanotte è stata fermata per omicidio aggravato e occultamento del cadavere del povero figlio Loris dopo sei ore d’interrogatorio nell’ufficio della Procura di Ragusa. L’hanno interrogata il procuratore capo Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota. Veronica Panarello è la madre di 25 anni del bambino Loris Stival, di anni 8, trovato cadavere sabato 29 novembre nel cosiddetto canalone del Mulino Vecchio, quattro chilometri di distanza da Santa Croce Camerina, paese di diecimila anime in provincia di Ragusa dove la famiglia Stival abita. La salma del bambino Loris Stival è ancora chiusa nel sacco di platica verde, all’obitorio dell’ospedale Paternò Arezzo di Ragusa. Non è stata restituita alla famiglia per le esequie, perché gli accertamenti non sono finiti. Il caso sembra molto complicato, ma la
svolta nell’inchiesta potrebbe essere arrivata. Nelle ultime ore, infatti, si era lavorato per contestare alcuni elementi alla donna, il cui racconto va a sbattere con verifiche e riscontri.
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Tutti pensiamo che sia stata la madre. Potremmo non aver ragione. Ma la madre è ora indagata. Ieri alle cinque del pomeriggio è andato a trovarla in via Garibaldi, dove abita, il capo della squadra mobile di Ragusa, Antonino Ciavola, insieme con altri funzionari di polizia e carabinieri. Da quel sabato Veronica se ne sta chiusa in casa e di preferenza a letto. È stato necessario aspettare mezz’ora perché si alzasse e fosse pronta. È uscita coprendosi il capo con un cappuccio e siamo riusciti a intravedere che aveva indosso qualcosa di giallo. Nei giorni scorsi s’è spesso affacciata gridando ai cronisti di andare via, e ce l’hanno con i cronisti un po’ tutti al punto che domenica, al momento dell’omelia, s’è scagliato contro la
NOTIZIE TASCABILI DECINE DI MIGLIAIA PER L’OMAGGIO ALLA MADONNA
L’incontro fra Papa Francesco e il sindaco di Roma Ignazio Marino ANSA
stampa (e non ha detto una parola di consolazione per la famiglia) anche il prete. Ma giornali e televisioni stanno lì per onorare un dovere protetto dalla Costituzione, e se ficcano il naso, e se raccontano tutto quello che vedono o capiscono, è perché questo è addirittura il loro dovere. Un atteggiamento diverso sarebbe un attentato alla democrazia. In ogni caso, la Panarello è stata portata a Ragusa abbracciata al marito Davide, autotrasportatore, che
LA CHIAVE
La 25enne è rimasta sola col piccolo per 36 minuti: ha dovuto chiarire buchi e bugie nel suo racconto Ancora difficile capire se è accusata di aver fatto tutto da sola o con l’aiuto di un’altra persona
al momento del fatto si trovava in Veneto per una consegna.
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Davide difende la moglie. Sì, a spada tratta, anche se ieri in serata ha detto agli investigatori: «Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere...». E così il resto della famiglia. C’è però una prozia che ha postato su Facebook frasi inquietanti: «Questa non è la famiglia del Mulino Bianco», «Bastardi costituitevi», soprattutto «InFausto pensiero». C’è un Fausto nella storia che non è ancora saltato fuori? E come mai il marito, nelle prime ore, ha detto qualcosa come «stavolta lo strangolo con le mie mani»? Gli inquirenti pensano adesso che a strozzare Loris con la fascetta da elettricista possano essere stati in due: uno (una) gli ha tenuto fermi i polsi mentre l’altro (l’altra) lo legava, poi uno o una dei due gli ha stretto al collo la fascetta. fino a mezzanotte l’unico indagato (sequestro di persona e omicidio) era il cacciatore Orazio Fidone, il quale
Perché la madre mentirebbe? Lei insiste nella sua versione dei fatti e pare che ieri non abbia confessato: dice di aver portato Loris a scuola e di non sapere perché da quello che raccontano le telecamere questo non risulta. Il periodo critico si colloca tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29. Veronica ha appena portato l’altro figlio – Diego, 4 anni – alla ludoteca ed è tornata a casa. È sola con Loris, dentro. La telecamera piazzata di fronte al portone l’ha vista entrare ma non l’ha vista uscire. Ha messo la macchina in garage – cosa che non fa mai – ed è da lì che è passata quando è uscita una seconda volta. Aveva con sé Loris? Il bambino era già morto? O è andata all’appuntamento con qualcuno che l’ha aiutata nel suo proposito? Se è lei l’assassina…
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Perché una madre uccide il proprio bambino? Domanda senza risposta. Veronica ha tentato di ammazzarsi di sicuro nel 2003 e con una fascetta simile a quella che sarebbe servita a strangolare Loris. Forse c’è anche un altro tentativo di suicidio precedente.
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Veronica viene da una famiglia molto problematica. Sua madre ha avuto cinque figli con tre uomini diversi e le avrebbe detto chiaro e tondo, quando lei era piccola, di non averla voluta, di non volerla amare. La stessa Veronica ha partorito Loris forse troppo presto, 17 anni. È una donna infelice, depressa, poco equilibrata, che ha vissuto fino ad oggi sola con i due bambini perché il marito camionista sta sempre in giro per l’Italia. È anche un po’ mitomane, al tempo della scomparsa di Denise Pipitone si presentò ai carabinieri sostenendo di aver visto in paese la bambina (mai ritrovata). Una donna sicuramente problematica sotto tanti punti di vista. E ora, sembra, un’assassina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’APP FINISCE NEL MIRINO
In India autista stupra 27enne «Uber vietata a Nuova Delhi»
Donne in corteo a Nuova Delhi REUTERS
U
ber, la compagnia che permette di noleggiare un autista con un’app, è stata messa al bando a Nuova Delhi: «Non garantisce la sicurezza dei clienti». Un suo dipendente, accusato di aver stuprato nella notte fra venerdì e sabato nella capitale indiana una donna di 27 anni, da ieri è infatti in carcere a disposizione della polizia. Le autorità indiane hanno così intimato alla compagnia internazionale con base a San Francisco di sospendere il servizio nella città. L’ennesimo episodio di violenza su una donna ha suscitato sgomento, risvegliando nella memoria il ricordo del mortale stupro di gruppo su un bus di una studentessa nel 2012. Shiv Kumar Yadav, 32 anni, presunto violentatore della donna, è stato portato in tribunale sotto scorta. Sposato e padre di tre figli, era sfuggito alla cattura per due giorni. LE POLEMICHE L’uomo, nel 2011, aveva trascorso sette mesi in carcere con l’accusa di violenza carnale, ma poi aveva «ripulito» la sua fedina penale ed era stato assunto. E così Uber è finita nell’occhio del ciclone. Da parte sua, il Ceo di Uber, Travis Kalanick, si è detto «dispiaciuto per l’accaduto» e ha assicurato di «voler fare tutto per consegnare il colpevole alla giustizia ed aiutare la vittima e la sua famiglia». Ma Kalanick ha provato a scaricare parte delle responsabilità sulle autorità indiane. «La nostra compagnia — ha detto — lavorerà con il governo per introdurre controlli sui precedenti del personale nei programmi di concessione delle licenze di trasporto».
DISAGI E CANCELLAZIONI
LA RIVELAZIONE DI UN EX 007 DEL KGB
Milano, va in tilt centro di controllo Traffico aereo k.o.
Anna «la rossa», sexy-spia nel Datagate «Putin le disse: devi sedurre Snowden»
● Disagi, ritardi e cancellazioni dalla Lombardia alla Sicilia, ieri, per il blocco temporaneo al sistema di gestione del traffico aereo del centro di controllo di Milano. A Catania è stato cancellato il volo Easy Jet per Malpensa. Problemi per i passeggeri nei voli tra Torino, Milano, Venezia e Bergamo.
Anna Chapman ha 32 anni
NEGLI USA - 4,6%
TEMPERATURE GIÙ
● Sexy-risvolto nel caso di Edward Snowden, la talpa del Datagate accolta in Russia dopo aver scoperchiato il sistema di sorveglianza dei cittadini operato dagli Stati Uniti in complicità con altri Paesi. Anna Chapman, detta «la rossa», l’agente segrete russo arrestata nel 2010 a New York per spionaggio, era stato incaricata dal Cremlino di trattenere a Mosca Snowden (quasi coetaneo: lei 32 anni, lui 31) in modo da continuare gli interrogatori sui segreti della sicurezza americana. Secondo quanto rivelato da un ex 007 del Kgb, Boris Karpichkov, la donna avrebbe tentato di sedurre Snowden, chiedendogli anche di sposarla. L’uomo, però, è rimasto con la sua storica fidanzata, Lindsay Mills, che dalla scorsa estate vive in Russia. La Chapman si è riciclata come modella e conduttrice televisiva.
AVEVA 92 ANNI
Il Papa a piazza di Spagna «Prego per noi e per Roma»
Crisi McDonald’s Neve e vento, Calo delle vendite da oggi l’Italia - 2,2% nel mondo è «al freddo»
Addio a Baer: è stato il pioniere dei videogiochi
● «Sarà un pomeriggio tutto dedicato alla Madonna», ha detto il Papa all’Angelus ieri mattina, invitando i fedeli a seguirlo, e questo è stato. Per Bergoglio una preghiera, con invocazione della «materna protezione» della Madonna, «per noi, per le nostre famiglie e per questa città». Poi saluti ripetuti con il sindaco Marino e oltre venti minuti a salutare i malati in carrozzella: così si è svolto l’omaggio alla statua della Madonna in piazza di Spagna, appuntamento carissimo ai romani, accorsi a decine di migliaia a vedere il Papa, arrivato dopo la sosta a Santa Maria Maggiore. Francesco ha invitato a non ridurre il Natale a una festa fatta di luminarie e rivolto alla Vergine ha detto: «Insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci».
● La crisi soffia anche su McDonald’s che a novembre registra un crollo delle vendite del 4,6% negli Stati Uniti e del 2,2% nel mondo. Secondo gli analisti le cause sono la concorrenza e lo scandalo dei fornitori in Cina (l’accusa: uso di carne avariata e date di scadenza modificate). L’utile netto nel 3° trimestre 2014 è sceso del 30%.
● Se giocate con la PlayStation dovete essere devoti a Ralph Baer, ingegnere Usa scomparso ieri a 92 anni: è stato lui a inventare la prima console di gioco collegabile alla tv, la Magnavox Odissey, lanciata sul mercato 40 anni fa. Baer, ebreo tedesco, ha creato molti giochi, oltre alla prima pistola ottica per colpire bersagli sullo schermo.
● Dopo il maltempo, ora l’Italia sarà nella morsa del gelo. Da oggi sono previste nel Nord precipitazione nevose, con un brusco calo delle temperature. «Si passa dall’autunno caldo al grande freddo e si rischiano pesanti danni alle coltivazioni», è stato l’allarme lanciato dalla Coldiretti. Il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un
Oggi attesa neve a bassa quota ANSA avviso di condizioni meteorologiche avverse in Piemonte, Liguria, Lombardia e Trentino. Attesi, invece, forti venti con «rischio burrasca» in Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise e Marche.
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AltriMondi R
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L’Eurogruppo all’Italia: «Altri sforzi entro marzo»
MAFIA CAPITALE
1Preoccupa il debito: chieste nuove misure, ma non un’altra manovra E Padoan avverte: «Tutto dipende dall’attuazione rapida delle riforme»
Filippo Conticello
L’ANALISI DELL’OCSE
@filippocont
Pensioni, spesa salita al 31% «Giù nel 2015»
I
l falco più falco di tutti e alcune parole scivolose da correggere: «L’Italia ha appena approvato una impressionante riforma del mercato del lavoro, e anche la Francia sta accelerando sulle riforme», ha detto ieri il potente ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Eccolo il tentativo di raddrizzare le dichiarazioni rilasciate solo ventiquattro ore prima da Angela Merkel: la cancelliera, da parte sua, in un’intervista in Germania aveva definito «insufficienti» i passettini di Roma e Parigi, facendo inalberare Renzi. Eppure il terribile Schaeuble, al Consiglio Ue per la riunione dell’Eurogruppo dedicata alle bozze di legge di bilancio dei Paesi dell’Eurozona, ha rasserenato il nostro governo. E dopo le sue esternazioni, anche da Berlino commenti addolciti rispetto a domenica: «L’Italia sta affrontando un processo di riforme che richiede pazienza e che ha l’appoggio della Merkel, ma deve convincere l’Unione Europeo», ha detto il portavoce leader, Steffen Seibert.
GIÙ LO SPREAD La riunione, assai importante, serve per l’ok politico alle opinioni della Commissione, che ha dato tempo fino a marzo a Italia, Belgio e Francia per fare ulteriori sforzi e rispettare i patti. Del resto, sia il commissario Pierre Moscovici che il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem hanno messo le mani avanti sulla certezza delle stime, usate come base per indicare gli obiettivi di bilancio. Insomma, si deciderà entro primavera, ma bisogna rimetter mano ai conti, come precisa lo stesso comunicato finale che invita a «rispettare la regola del debito». Un riferimento preciso alla Francia, per la quale di certo servono interventi «ag-
Il ministro dell’Economia Padoan ai lavori dell’Eurogruppo, ieri a Bruxelles AP
L’ITALIA HA DATO L’OK A UN’IMPRESSIONANTE RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO. E ANCHE LA FRANCIA ACCELERA WOLFGANG SCHAEUBLE MIN. FINANZE GERMANIA
giuntivi», mentre a noi il comunicato dell’Eurogruppo ricorda che la correzione del deficit strutturale nel 2015 deve essere dello 0,5% del Pil, mentre secondo le ultime valutazioni della Commissione lo sforzo previsto si ferma allo 0,1%. Tradotto nella lingua dell’euro, circa 6 miliardi in più da raccattare: «Su questa base, delle misure efficaci sarebbero necessarie per permettere un migliora-
mento dello sforzo strutturale», si legge ancora. Il ministero dell’Economia Pier Carlo Padoan ha comunque dato una sua lettura dei numeri: «Non è l’esigenza né la richiesta di una manovra finanziaria aggiuntiva, me serve ad accelerare l’attuazione delle riforme strutturali con grande determinazione». E poi, a rintuzzare il concetto, un tweet al termine dell’incontro di Bruxelles: «Anche Eurogruppo apprezza agenda riforme dell’Italia. Effetti sulla nostra economia dipendono da implementazione efficace e tempestiva». Almeno per il momento, però, a dare fiducia non sono i cinguettii ma i mercati: ieri il tasso del Btp a 10 anni ha chiuso al nuovo minimo storico dell’1,94% e adesso lo spread con il Bund tedesco è giù a 122. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I GUAI DEL PAPARAZZO
inviato la richiesta a Napolitano. «Con lo sconto di 5 anni, per lui servizi sociali»
Fabrizio Corona, 40 anni ANSA
Pensionati in attesa all’Inps ANSA
L’impegno di Renzi «Non lascerò Roma nelle mani dei ladri» 1Il premier chiede
«processi rapidi» Alemanno si difende: «Soldi in Argentina? Accuse infamanti»
C’
è la smentita della Procura di Roma: «Non ci sono riscontri di trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all’estero». E ci sono le parole dello stesso Alemanno: «Accuse infamanti, ero in Sudamerica solo per una vacanza». Ma l’ultimo sasso gettato nella palude di Mafia Capitale continua a fare onde. «Ma sai che Alemanno ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valige piene de’ soldi in Argentina...», dice in un’intercettazione Luca Odevaine, ex-vice capo di gabinetto di Walter Veltroni, uno degli arrestati nell’inchiesta: e le tracce del denaro porterebbero anche a Lugano, in Svizzera, dove la cosca pilotata dall’ex terrorista nero Massimo Carminati e dall’imprenditore vicino al Pd Salvatore Buzzi, avrebbe “pulito” i soldi delle mazzette. E, a proposito di Carminati, Alemanno (che militava nel Fronte della Gioventù quando Carminati navigava tra eversione e Banda della Magliana), l’ex sindaco dice: «Mai conosciuto, neanche da giovane. E un anno e mezzo fa, dopo gli articoli usciti su di lui, avevo messo in guardia i miei collaboratori: mi hanno spergiurato che non avevano a che fare con lui». Mentre Odevaine «l’ho al-
lontanato dal Comune, mi è evidentemente ostile». VATICANO Altre intercettazioni coinvolgono Luca Gramazio, consigliere regionale del Pdl, accusato di aver tentato di pilotare l’esito del voto 2013 nel Lazio; mentre i contatti con un collaboratore dell’ex ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, svelerebbero il tentativo di mettere le mani su un Centro di accoglienza in Sicilia (lei smentisce). Nel 2013 Odevaine chiamò Tiziano Zuccolo, camerlengo dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, chiedendogli se ci fossero «novità dal Vicariato» per «favorire una società riconducibile al Gruppo Pulcini», scrivono gli inquirenti. I “burattinai” di Mafia Capitale vantavano contatti (da verificare) tra Quirinale e Guardia di Finanza. Intanto, sul possibile scioglimento del Comune, il ministro dell’Interno Alfano ammette «valuteremo il da farsi», mentre il premier Matteo Renzi attacca: «Non sappiamo se quello che emerge dipinge dei tangentari all’amatriciana o dei mafiosi, lo dirà la magistratura, ma noi non lasceremo la capitale in mano ai ladri. Bisogna fare rapidamente i processi». E c’è chi fa notare che, a fine 2014, la Legge di Stabilità avrà erogato 130 milioni a Roma per sanare il bilancio. f.riz. © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOPO L’11 SETTEMBRE
La mossa di Corona «Chiedo la grazia, voglio rieducarmi» 1L’ex fotografo ha
● Nonostante le riforme ad impatto «importante» e ad «ampio spettro» operate tra il 2012 e il 2014, la spesa pensionistica italiana continuerà ad aumentare in rapporto al Pil, sia a breve che a lungo termine. Lo calcola l’Ocse (che ha però promosso la sostenibilità della manovra italiana), nella sua analisi sui sistemi previdenziali, stimando che nel nostro Paese la spesa pensionistica arriverà al 14,9% del Pil nel 2015 e salirà fino al 15,7% all’orizzonte 2050. L’aumento nei prossimi decenni sarà, però, contenuto rispetto a quello registrato in altri Paesi europei, come il Lussemburgo, che arriverà a sforare quota 18% del Pil, il Belgio, che balzerà dall’11,9% al 16,7%, e la Spagna, in cui la quota salirà di 4 punti percentuali, dal 10% al 14%. Nel 2011, ultimo anno per cui l’organizzazione parigina ha dati completi, l’Italia era prima tra i Paesi Ocse per il peso della spesa destinata alle pensioni sull’insieme della spesa pubblica: 31,9%, quasi il doppio della media.
Matteo Renzi, 39 anni, durante l’incontro con i giovani del Pd LAPRESSE
L’
ex re dei paparazzi Fabrizio Corona stupisce dal carcere. In cella da quasi due anni e condannato per i vari procedimenti giudiziari a suo carico ad un cumulo di pene di oltre 14 anni di reclusione (poi ridotti a 9 anni e 8 mesi), ha chiesto la grazia parziale, ossia la cancellazione dei 5 anni a lui inflitti in via definitiva per il presunto foto-ricatto all’ex calciatore della Juventus David Trezeguet. È questo, infatti, il reato per il quale è stato dichiarato soggetto pericoloso, alla stregua di un mafioso e con tutte le restrizioni del caso. Come riporta La Repubblica, Corona ha firmato in carcere una richiesta di grazia parziale da inoltrare al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Nessun favoritismo, nessun colpo di spugna, nessuna volontà di usare la fama per avere un percorso privilegiato — ha spie-
gato il suo legale Ivano Chiesa —. Corona sconterà la sua condanna, ma l’obiettivo è quello di essere un detenuto come gli altri, di essere trattato per quello che è e non per quello che non è. Vuole essere rieducato». L’ITER Lo “sconto” gli consentirebbe di accedere all’affidamento terapeutico e ad altri benefici alternativi. In caso di grazia parziale, dai 9 anni e 8 mesi che l’ex fotografo sta scontando bisognerà sottrarre i 5 anni: il risultato sarebbe 4 anni e 8 mesi. Di questi due li ha già trascorsi in cella e quindi rimarrebbero 2 anni e 8 mesi, quanto basta per chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. L’iter per la grazia è ancora lungo: ci sarà prima il procedimento davanti al magistrato di Sorveglianza di Milano, poi il parere del ministro della Giustizia quindi la decisione del Capo dello Stato Napolitano. «Abbiamo posto una questione di buon senso e di rispetto. Speriamo — ha aggiunto l’avvocato — che la domanda possa essere accolta. Alla luce del suo comportamento nel carcere di Opera ci sono buone speranze». dan. va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Usa, atteso oggi il rapporto Cia sulle torture ● La Commissione intelligence del Senato Usa renderà pubblico oggi un «esplosivo» rapporto sulle brutali tecniche di interrogatorio adottate dalla Cia dopo l’11 settembre 2001. Molti lodano l’iniziativa, ma cresce anche il timore che il documento possa innescare all’estero una nuova ondata di sentimenti anti-Usa. Non a caso il Dipartimento di Stato ha potenziato le misure di sicurezza in ambasciate e postazioni militari degli Stati Uniti nel mondo, in Medio Oriente e in Nord Africa, nel timore di nuove violenze, mentre migliaia di Marine all’estero sono stati messi in stato di allerta. Tra i militari pronti a intervenire, 2 mila Marine di stanza a Sigonella, in Sicilia, e Moron, in Spagna, e altrettanti stazionati in Medio Oriente e 2.200 soldati inquadrati in una forza di spedizione dislocata su navi che stazionano nel mare arabico e golfo di Aden.
MAXI INCENDIO A LOS ANGELES ● Un incendio di vaste dimensioni ieri ha distrutto tre palazzi in costruzione nel centro di Los Angeles e ha costretto le autorità a chiudere due superstrade. Le fiamme, visibili a chilometri di distanza, sono state spente dopo diverse ore da 250 vigili del fuoco. Non ci sono feriti.
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MARTEDĂŒ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL RICORDO di IVAN BASSO
TRASMETTEVA AMORE, COME LA SUA MUSICA Ivan Basso ha vinto il Giro d’Italia nel 2006 e nel 2010. La colonna sonora di questi trionfi, ma anche dei suoi momenti bui e delle gioie famigliari, sono sempre state le canzoni di Pino Mango. Il cantante Mango, 60 anni, morto domenica notte: aveva debuttato nel 1976 e ha inciso, 16 album in studio ANSA
Se n’è andato Mango Un infarto sul palco mentre cantava Oro 1L’artista lucano aveva 60 anni: era il maestro del pop mediterraneo Da Baglioni a Mogol: Autore particolare con una voce inimitabile
Francesco Rizzo
U
n po’ come la sua Basilicata, che nasconde ricchezze poco note ai piÚ, Mango era famoso (grazie pure alla tv) soprattutto per un brano, Oro. Ma aveva alle spalle pezzi scritti per Mia Martini, Patty Pravo, Andrea Bocelli, Mietta e Loredana BertÊ, una ventina di album (alcuni in spagnolo), due libri di poesie, nove apparizioni a Sanremo (due da autore), un premio della Critica al Festival, nel 1985, per Il viaggio. E la Basilicata, che è un sano principio, diceva, gli ha dato l’ultimo saluto domenica notte quando, durante un concerto a Policoro, un po’ piÚ a Sud di Lagonegro, dove era nato, il cantante è morto per un infarto, proprio mentre interpretava Oro. Scusate, ha fatto in tempo a dire, chiedendo aiuto a un assistente lÏ accanto. Un addio a 60 anni da poco compiuti, reso ancor piÚ pubblico dal video postato su You-
Tube, visualizzato migliaia di volte ieri. Il mio tour sta andando benissimo. Certo, si fa fatica sul palco, devi cantare almeno un paio d’ore. E poi sono ingrassato dieci chili, aveva spiegato lui, pochi giorni fa. FALSETTO Figlio di un mastro muratore, Giuseppe Mango sale a Milano negli Anni 70 per inseguire la passione per la musica (e Peter Gabriel in particolare): debutta con l’album La mia ragazza è un gran caldo, nel 1976. Nel 1984 il successo di Oro, scritta da Mogol, due anni dopo il Disco d’Oro Lei verrà , nel 1987 la hit estiva Bella d’estate, con un testo firmato da Lucio Dalla. Nel frattempo approda alla Fonit Cetra, sotto l’ala di Mara Maionchi, che oggi lo ricorda cosÏ: Uomo introverso, ma capace di umorismo, poteva avere piÚ successo ma ha fatto scelte diverse: per esempio, era molto legato alla Basilicata, dove viveva, non amava troppo Milano. Resta il ricordo di una voce for-
midabile: usava il falsetto con grande personalità , sembrava sospeso tra cielo e terra, come i testi che sceglieva per i suoi brani. E la musica gli aveva anche dato una famiglia: nel 2004 si era sposato, dopo tanti anni di fidanzamento, con Laura Valente, ex cantante dei Matia Bazar, da cui ha avuto due figli, Filippo e Angelina. Ieri tanti artisti hanno reso omaggio al cantante di Come Monna Lisa e Nella mia città , volto del pop mediterraneo (E Mediterraneo era un suo successo). Addio Pino. Voce nella voce, luce nella luce, pace nella pace, ha scritto Claudio Baglioni su Facebook, seguito da Mogol (era capace di melodie particolarissime), Francesco De Gregori (uomo anche troppo discreto) e Caterina Caselli (meticoloso, generoso, rendeva unico ciò che cantava). E tanti citano il testo di un suo vecchio brano: Non moriremo mai, il senso è tutto qui / mi piace quest’idea di eternità . Š RIPRODUZIONE RISERVATA
T
rovare le parole per ricordare un amico che scappa via non è facile. Io e Pino ci siamo conosciuti nel 2004 in Gazzetta e in breve tempo s’è instaurato un rapporto bellissimo, di amicizia. Mango era una persona fantastica, magnetica, positiva, che trasmetteva amore ed entusiasmo: attorno a lui è come se si creasse una scia d’affetto. Un carattere che si rispecchiava nelle sue canzoni. Di tutti i suoi album ho tre copie: una da collezione, una da ascoltare e una scaricata sull’iPhone. Con le nostre professioni, un po’ da zingari, non era facile vedersi: però, due o tre volte all’anno, capitava. Magari quando aveva un concerto o quando veniva in sala di registrazione a Milano. Le telefonate, invece, erano molto piÚ frequenti. L’ultima volta è stata quando è nato Tai, il mio quarto figlio (il 26 novembre, ndr) e ci siamo lasciati con lo promessa di rivederci...
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SHOWBIZ GLI ARTISTI RICEVUTI DAL PRESIDENTE OBAMA
Gli artisti (tra cui Hanks e Sting) premiati domenica da Obama EPA
I premiati per la cultura Usa Ci sono anche Hanks e Sting � La rockstar Sting, l’attore Tom Hanks, il mito della musica soul Al Green ma anche la comica Lily Tomlin e la ballerina Patricia McBride: a loro sono andati i Kennedy Center Honors di quest’anno, la massima onorificenza nel campo dell’arte e dello spettacolo negli Stati Uniti. Tutti i premiati si sono ritrovati domenica sera alla Casa Bianca, dove si è svolta la cerimonia con tradizionale cena col presidente americano Barack Obama (che è apparso in forma e in vena di battute) e la first lady Michelle.
DUE DATE NEL 2015
GIOVEDĂŒ IL VINCITORE
Gli U2 a Torino: X Factor, Guetta biglietti esauriti è il super ospite in quindici minuti della finalissima � I biglietti per i due concerti che gli U2 terranno a Torino il 4 e 5 settembre 2015 sono già esauriti. Sono stati messi in vendita online, ieri, e sono stati venduti nel giro di un quarto d’ora. La prima delle due date è andata sold out in cinque minuti, la seconda nel giro di dieci. I biglietti sono stati comprati sul web anche a prezzi alti, fino a 195 euro.
� Oltre 8 milioni di album venduti in tutto il mondo, oltre 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube: sono alcuni dei numeri che descrivono David Guetta, super ospite della finale di X Factor prevista per giovedÏ (alle ore 21.10 su Sky Uno HD). L’artista francese eseguirà live, con la sua band, il singolo Dangerous, brano già certificato platino per il numero di vendite.
AL VIA LA RASSEGNA TRA GRANDI OSPITI E NOVITĂ€
Deaver, Salvatores e pure il tennis A Courmayeur il noir diventa festival � Di nuovo a caccia del Leone Nero, il premio del Noir in festival, rassegna dedicata alla letteratura e al cinema mistery in scena a Courmayeur, Val d’Aosta, da oggi a domenica. Alla 24esima edizione, la rassegna tratta i temi del doppio, la paura e la memoria e presenta la novità del torneo di tennis con attori ed ex giocatori. Tra gli ospiti, lo scrittore Jeffery Deaver (nella foto), l’attore e figlio d’arte Colin Hanks e Gabriele Salvatores.
Ivan Basso, 37 anni BETTINI
DOVE GLI ANIMALI SONO PREZIOSI. ELETTA CATENA PET DELL’ANNO!
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
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Certi progetti potrebbero subire qualche modifica, la solitudo punge un cicinÏn. Don’t lament: presto migliorerà . Bene i soldi, smuntina la fornicazione.
Viaggiare, comunicare e organizzare piani d’attacco vi viene bene. Il fascino stecchisce chiunque, ovunque il sudombelico attecchisce.
Eventuali insicurezze possono cessare e il pragmatismo vi fa stravincere, anche nella gestione dei soldi. Ma la fornicazione è un cicinÏn elettrica.
La Luna vi mette in evidenza per fascino, talenti, creativitĂ , fortuna. Alla grande il lavoro, grande il sudombelico, quasi inaspettatally.
Lagnarvi è inutile. Ma isolarvi no. Senza che azzanniate, però. Il lavoro è comunque faticosino, oggi, e la fornicazione vi ipotende. Siate ottimisti.
La serenitĂ si radica nel cuore. E avete davanti una giornata di soddisfazioni, magari insieme agli amici. Il suino inside you rutila e espleta.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
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Potreste accusare stanchezza e sfigoscontentezza. Per via di impicci, fatiche e fallocefali. Il sudombelico, però, è vivacino. E compensa un po’ il tutto‌
Certi processi di trasformazione sono utili. E oggi la Luna ve lo palesa inequivocabilmente. L’amor, poi, sbanca, il suino che c’è in voi sgomenta. Uau.
Lavoro e amore sembrano sbiadire o affaticare un po’. Scacciate però le paranoie che peggiorano pure ciò che di buono (e di suino) c’è nella vostra vita.
La giornata non appare granchÊ. Fors’anche perchÊ voi vedete sfighe e rogne pure dove non ci sono. Non fatelo. Amor e sudombelico, però, risarciscono.
Un po’ inversi, probabilmente, lo siete. E con l’umorismo dello Yeti. Cambiate registro, non trascurate dettagli. Fornicazione paciugosa.
La Luna vi dona risorse emotive notevoli. E sopperisce alla vostra probabile svagatezza. Lavoro e amore filano bene, sudombelico azzarda e ottiene.
LO SPORT IN TV
IL FILM: ÂŤDIETRO I CANDELABRIÂť
DOUGLAS-DAMON E UNA PASSIONE SEMPRE NASCOSTA Vincitore di due Golden Globe, vetrina per il talento di Michael Douglas e Matt Damon. ÂŤDietro i candelabriÂť, film HBO diretto da Steven Soderbergh, va in onda oggi in prima tv. Ăˆ un ritratto lucido dell’ultimo decennio del pianista e showman Liberace (Douglas): negli Anni 50 aveva avuto successo con spettacoli eccentrici. Ma per tutta la vita ha nascosto l’amore per il suo autista Scott Thorson (Damon). DA VEDERE: SKY CINEMA 1, OGGI ALLE 21.10
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MARTEDÌ 9 DICEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
SPECIALE MONDIALE PER CLUB
E X T R A T I M E @ GA ZZE TTA . IT - @ E TG A Z ZET T A S E T T I M A N A LE D I C A LC IO INTE RNA ZI ON AL E M A R T E D Ì 9 D IC E MBRE 2 0 1 4 - N. 1 5 8
SOMMARIO PRIMO PIANO SPAGNA
SOLARI: «ANCELOTTI È MEGLIO DI DEL BOSQUE» FILIPPO MARIA RICCI a pag. 4
Cruz Azul
Real Madrid
SANTIAGO SOLARI, 38 ANNI, EX REAL MADRID (OMEGA)
MONDO NORD-CENTRO AMERICA
CRUZ AZUL, MESSICO E FAVOLE
San Lorenzo de Almagro
Moghreb Athletic de Tetouan
IACOPO IANDIORIO a pag. 5
ASIA
LA ROCCA DI SYDNEY: «DEL PIERO RE, IO VINCO» ALEC CORDOLCINI a pag. 6
Entente Sportive Setifienne
Western Sydney Wanderers MONDO
Auckland City
INGHILTERRA
SOUTHAMPTON K.O. LO UNITED E’ TERZO STEFANO BOLDRINI a pag. 7
STATI UNITI
LOS ANGELES CAPITALE NEL SEGNO DI KEANE GIULIANO ADAGLIO a pag. 7
Inizia domani la competizione fra i vincitori dei tornei continentali. Real favorito ma il San Lorenzo...
A cura di ALEX FROSIO con CONDÒ e SEU alle pagine 2 e 3
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MONDO
il commento
E SE CI FOSSE IL CAMPIONE IN CARICA? PAOLO CONDÒ
Il Mondiale per club inizia domani a Rabat nel solito modo: gli allegri ragazzoni dell’Auckland City - eterni campioni di un’Oceania privata dell’Australia dal 2006, e stiamo dunque parlando di Nuova Zelanda contro isole dove tutto faremmo tranne che giocare a pallone - incrociano i tacchetti con i motivatissimi campioni del Paese ospitante, per il secondo anno il Marocco. Nel 2013 il Raja Casablanca, spinto dall’entusiasmo di un popolo, arrivò addirittura alla finale, battendo in fila i kiwi appunto, i messicani del Monterrey e gli spenti brasiliani dell’Atletico Mineiro, il cui uomo migliore - Ronaldinho - passeggiava per il campo in attesa di un calcio di punizione (che poi segnava, certi piedi restano magici fino a novant’anni). LE FAVORITE FRA GIORNI Domani ci prova il Moghreb Tetouan, mentre al solito le due favorite, Real Madrid per l’Uefa e San Lorenzo per la Conmebol, entreranno in scena la prossima settimana, direttamente in semifinale. Figuratevi che prima di partire per il Marocco, Ronaldo e soci dovranno prima espletare un turno di Champions Leavgue (oggi contro i bulgari del Ludogorets) e uno di Liga (venerdì con l’Almeria): non proprio l’approccio a un torneo che conta. Ma è possibile che la Fifa, una volta presa la promettente decisione di evolvere la vecchia coppa Intercontinentale in Mondiale per club (da due a sei squadre, che diventano sette con i campioni del Paese ospitante), non abbia il coraggio dell’ultimo passo? IL DERBY IN SEMIFINALE Occorre iscrivere un’ottava formazione per superare la cervellotica trafila dei turni preliminari e disegnare un tabellone - uguale per tutti - dai quarti fino alla finale. Questa ottava formazione non può che essere il campione uscente. Il torneo che inizia domani, realisticamente destinato ad arricchire la sala trofei del Real Madrid (una sola vittoria extraeuropea, il Corinthians nel 2012, nelle ultime sette edizioni), vive sulla curiosità di vedere se il San Lorenzo caro a Papa Francesco saprà conquistare la finale, recuperando l’onore perduto dal Sud America dodici mesi fa. Non granché, vero? Se invece il Bayern, vincitore l’anno scorso, partecipasse al torneo, saremmo tutti in fibrillazione per il duello prenatalizio fra le due migliori squadre del mondo in quest’autunno: Guardiola contro Ancelotti, Neuer contro Ronaldo, pensate cosa ci stiamo perdendo. La Fifa vuole una finale tra continenti diversi? Basta disegnare un tabellone nel quale il «derby» europeo o sudamericano si svolga in semifinale. Coraggio Blatter, l’idea è gratuita.
SAN LORENZO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
ALEX FROSIO © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’
influenza «dall’alto» sui successi del San Lorenzo è già letteratura. Da quando Jorge Maria Bergoglio è diventato Papa Francesco, il Ciclon è tornato grande, e dopo aver conquistato il Torneo Inicial 2013 ha vinto per la prima volta nella sua storia la Libertadores, procurando al San Lorenzo un biglietto per il Mondiale per club. Il vero uomo dei miracoli del Boedo, però, ha la faccia da caratterista di film americani, da difensore ha segnato più di Facchetti e ora sta seduto in panchina. Si chiama Edgardo Bauza e l’impresa col San Lorenzo ha bissato quella, ancora più incredibile, del 2008 con la Liga Deportiva Universitaria di Quito: anche lì un record, prima e unica squadra dell’Ecuador a dominare l’America. Ma le similitudini finiscono qui. «Il successo con la Ldu fu il frutto di 2 anni di lavoro: arrivai nel 2006 e costruimmo la squadra passo dopo passo. Al San Lorenzo, invece, arrivai per guidare una squadra che aveva appena vinto il campionato, fu un exploit di 3 mesi», dice. La sua mano però si è vista. «Nei primi giorni, entrai in spogliatoio e dissi: “Se non cambiamo, non vinciamo niente”. I giocatori mi guardarono male: ma come, abbiamo appena vinto il campionato? Sì, ma con 33 punti, mai così pochi, e non vincendo mai nelle ultime 3 gare. In libertadores dobbiamo difendere meglio, ammonii». Così fu. «In 7 partite in casa, abbiamo preso un solo gol, segnandone sempre almeno uno. La chiave è l’equilibrio: le mie squadre devono difendere e attaccare tutti insieme. E controllare il possesso del pallone». Il cammino in Libertadores però fu travagliato. «Ci qualificammo quasi per caso.
All’ultima giornata dei gironi, dovevamo battere con 3 gol di scarto il Botafogo e sperare che in Cile gli ecuadoriani dell’Independiente vincessero con un solo gol di scarto. Là finì 5-4, noi vincemmo 3-0 con un gol di Piatti all’89’. Poi due confronti terribili con Gremio e Cruzeiro». Dura in trasferta, eh? «Voi non capite come possa essere giocare in trasferta in Libertadores. È una lotta. Te ne accorgi già quando scendi dall’aereo. Ricordate il Milan con l’Estudiantes nell’Intercontinentale 1969? Ecco, il clima è ancora quello. Noi quando andiamo fuori assumiamo agenti di sicurezza privata e chiediamo la custodia raddoppiata alla polizia locale». Ora lei può giocarsi per la seconda volta il Mondiale per club. «Questa è la gara più importante che esista a livello di club. E per una sudamericana è una grande sfida confrontarsi col calcio europeo. Da argentini porteremo l’esperienza maturata nel nostro torneo: uno dei pochi al mondo in cui l’ultima può battere la prima». Che lezione ha tratto dalla sconfitta del 2008 con il Manchester United? «Io affronterò questa sfida con molta più tranquillità, so a cosa vado incontro. Stavolta vorrei sfruttare meglio le occasioni. Allora finì 1-0, gol di Rooney: gara equilibrata, dura». E contro Ronaldo Pallone d’oro, allora come adesso. «Tutto il Real sta attraversando un momento molto alto, individuale e collettivo. Da tanto non vedevo un Real così. E non c’è solo Ronaldo. Anche Benzema, James... e tanti altri. Ma non mi preoccupo ora: prima voglio vincere la semifinale». Che meriti ha Ancelotti? «Moltissimi. Ora lo vedo molto più tranquillo, le sue squadre hanno cambiato struttura, gioca-
no molto di più. Prima c’era molto di italiano, nel suo stile: difficile da affrontare, contundente nel contropiede. Questo Real invece è un piacere da vedere. Sembra il Milan di Sacchi. Al Real sei quasi obbligato ad attaccare sempre, ma devi avere le capacità per assemblare i pezzi nel modo giusto».
EDGARDO BAUZA, 56 ANNI, DI SANTA FE, TECNICO DEL SAN LORENZO DA INIZIO 2014. HA VINTO PURE CON LA LDU QUITO (IPP)
Anche i tecnici sudamericani però vanno forte: Simeone, Bielsa, Pellegrini... «Il calcio del Sud America è molto formativo. Se si cresce in questo contesto, ci si può adattare ovunque. Perché la pressione è permanente, terribile. Col San Lorenzo siamo diventati campioni del Sudamerica e 15 giorni dopo ci stavano già puteando (insultando) perché non vincevamo. Ma è questa pressione che non ci fa mai sentire sazi e ci permette di migliorare sempre». E lei ci pensa, all’Europa? «Ho avuto un paio di proposte dalla Spagna. Ora invece mi hanno offerto delle nazionali in Sud America. Ma credo che rinnoverò con il San Lorenzo. C’è ancora tanto da vincere». La chiamano «El Paton», il piedone. Ma da giocatore ha segnato tanto. «108 gol. Ma quasi tutti di testa. Sono il 4° difensore ad aver segnato di più nella storia del calcio mondiale. Dopo Koeman, Passarella e Hierro». Si dice che se doveste vincere il Mondiale non tornereste subito a Baires, ma andreste a Roma dal Papa. «Ah non saprei, è l’ultimo dei miei pensieri. Ma sarebbe un piacere, come lo è stato quando gli portammo la Libertadores e gli regalammo la camiseta. Fu un incontro all’insegna dell’allegria. E poi Francesco è muy futbolero, si informa, sa tutto della squadra». Il Real, che per il mercato arabo ha appena tolto la croce dal simbolo del club, faccia attenzione. Alle influenze divine e all’uomo dei miracoli.
BAUZA, L’UOMO DEI MIRACOLI
Nel 2008 ha vinto la coppa Libertadores per la prima volta in Ecuador. A luglio ha fatto lo stesso col San Lorenzo, il club tifato da Papa Francesco. «Qui c’è ancora tanto da vincere: il Mondiale per club, è la gara più importante della storia», dice a ET il tecnico argentino
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MONDO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
VILLALBA «ORA VIVO IL SOGNO DI NIÑO»
li, sì, Cristiano: grande giocatore. Se ci sarà la possibilità, gli chiederò la maglia al Mondiale. Ma dovrei dargliene cento delle mie per averne una sua...». Da lì, l’Europa è vicina. L’estate scorsa è stato vicino al Verona («L’Hellas», specifica Tito) e si è parlato pure del Milan. Occhio però al Messico: Tito è fidanzato con la figlia di Antonio Mohamed, «El Turco», allenatore argentino che guida i messicani dell’America, in finale dicampionato giovedì. Ma si riparla di sogni: «Chiunque vorrebbe giocare in Europa, con un gran club. E se potessi scegliere, mi piacerebbe l’Italia. Barrientos e Yepes me ne parlano sempre in modo positivo».
La punta del San Lorenzo è nata di fronte allo stadio in una «villa miseria» e ha sempre tifato per il club, in cui gioca da dieci anni
Versatile Di certo un torello come lui farebbe comodo a tanti. Tito è un attaccante tecnico, potente, veloce, Bauza lo schiera a destra, chiedendogli anche ripiegamenti in copertura sulla fascia. Ricardo Caruso Lombardi, il tecnico che lo fece debuttare in Primera, ne aveva apprezzato la versatilità: «Tra i giovani che avevo provato, era quello che si adattava con più disinvoltura a tutti i ruoli dell’attacco». Per Villalba, del resto, è il percorso di una vita: «La mia vicenda dimostra che tutto è possibile, e questo alla gente di qua dà forza. Alla villa mi considerano un esempio, e non mi piace molto perché tutti fanno degli errori. Semplicemente dico che nella vita devi sempre guardare avanti». E allora avanti con il prossimo sogno: il Mondiale per club. ALEX FROSIO
A
vent’anni si vive di sogni. E non capita a tutti, però, di doverli aggiornare in fretta perché sui avverano uno dopo l’altro. Hector «Tito» Villalba, per fisico e tecnica forse il talento del San Lorenzo più adatto al calcio europeo, è «cuervo fino alla morte». È nato proprio di fronte al Nuevo Gasometro, è entrato nel Ciclon quando aveva 10 anni, e il suo primo sogno era giocare con la camiseta del club di cui era ed è tifoso: fatto, il 18 agosto 2012, contro l’Estudiantes. Il suo secondo sogno era vincere il campionato con il San Lorenzo: fatto anche questo, il 15 dicembre 2013, conquistando il Torneo Inicial. A quel punto i desideri si sono fatti sempre più ambiziosi. Il successivo, e questo davvero sembrava improbabile, era alzare la Coppa Libertadores: mai successo al San Lorenzo, e inve-
ce c’era anche Tito a festeggiare nella notte del 13 agosto scorso quando al Boedo, dopo l’1-0 al Nacional Asuncion, lui e i compagni sono saliti sul trono del Sud America. «Un sogno che ho condiviso con Angel Correa, ora all’Atletico Madrid, e con Navarro, due ragazzi cresciuti con me nelle giovanili», ricorda Villalba. Nessuno come lui, però, sente l’appartenenza.
SOPRA, A SINISTRA, HECTOR VILLALBA, 20 ANNI, FRA ZE ROBERTO E PARÀ DEL GREMIO. ACCANTO, IN FESTA DOPO UN GOL (IPP/PHOTOGAMMA)
Cresciuto nella 1-11-14 Dalla casa della sua infanzia al teatro del trionfo, ci sono solo pochi metri. Villalba però di strada, nel vero senso della parola, ne ha fatta tanta. Il suo quartiere, la Villa 1-11-14, nel Bajo Flores, è un cumulo di baracche, una favela tra le più malfamate di Buenos Aires. Tito come Tevez, cresciuto a Fort Apache. «Se dicessi che è stato facile, mentirei. Ma non mi è
mai mancato niente. E poi ho sempre visto il lato positivo della villa. La tv mostra solo gli omicidi e il degrado, io invece mi ricordo la gente che va a lavorare all’alba e torna al tramonto per dar da mangiare alla famiglia. Anch’io ho dovuto lavorare: in una lavanderia, ma solo per comprarmi dei vestiti firmati. Sapete, chi arriva dalla villa è discriminato, volevo sentirmi come gli altri. E poi il calcio mi ha aiutato, mi ha aperto la testa, mi ha mostrato cose che nel mio quartiere non avrei mai visto. E la mia formazione mi fa sempre dare il 110%». Ronaldo e l’Italia I suoi orizzonti stanno per allargarsi ulteriormente. Intanto, in Marocco si troverà di fronte il suo idolo Cristiano Ronaldo: «Ammiro Messi, ovviamente, e Robben, ma se parliamo di ido-
IDENTIKIT
AL PROVINO È EMERSO FRA 500 RIVALI
VILLALBA CON LA LIBERTADORES CONQUISTATA AD AGOSTO (PHOTOGAMMA)
Hector Villalba è nato a Buenos Aires il 26-7-1994. A 10 anni entra nelle giovanili del San Lorenzo, dopo un provino con altri 500 ragazzini. Dopo aver seguito la trafila del vivaio, ha debuttato in Primera il 18 agosto 2012, al 38’ del secondo tempo contro l’Estudiantes. Con la maglia del San Lorenzo ha giocato finora 77 partite, segnando 10 gol. Nato come attaccante centrale, con Bauza gioca esterno destro. Ha vinto Inicial e Libertadores.
IL GASOMETRO
I CORVI STANNO PER TORNARE A BOEDO I tifosi del Ciclon stanno raccogliendo fondi per riacquistare i terreni del vecchio stadio, espropriato nel 1979 ADRIANO SEU © RIPRODUZIONE RISERVATA
DA SINISTRA: IL SAN LORENZO RICEVUTO DA PAPA FRANCESCO NEL DICEMBRE 2013 CON I DIRIGENTI LAMMENS E TINELLI. AL CENTRO, LO SCORSO 13 AGOSTO LA FESTA PER LA VITTORIA DELLA LIBERTADORES E, A DESTRA L’ESULTANZA DEL TECNICO BAUZA DOPO L’1-0 IN FINALE COL NACIONAL (AFP/IPP)
er Mabel Gomez, incallita tifosa del San Lorenzo, «il P popolo cuervo sta vivendo un momento storico». Ma sbaglia chi pensa stia parlando del periodo magico del Ciclon iniziato col trionfo in campionato dopo anni di vacche magre e dissesto societario, proseguito con la scalata al trono continentale e ora il Mondiale per Club. Il momento di cui parla Mabel, incarnando il sentimento di ogni fan del San Lorenzo, è la tanto agognata «Vuelta a Boedo», cioè il ritorno del Ciclon nel quartiere abbandonato nel 1979 dopo la confisca del vec-
chio stadio durante la dittatura. Un sogno che sta diventando realtà grazie allo sforzo e al sacrificio di soci e semplici tifosi di barrio come lei. Guardiani di un sogno Sì, perché l’approvazione della legge di Restitucion Historica nel novembre del 2012, frutto di lotte e rivendicazioni durate anni, è stato solo il primo passo. Poi si è trattato di reperire i 10 milioni di euro necessari sia per riacquistare i 36 mila metri quadrati su cui prima sorgeva il Viejo Gasometro tanto caro anche a Papa Francesco, sia per risarcire la catena francese Carrefour, che negli anni 80 acquistò il terreno per piazzarci un ipermercato tuttora in esercizio. Con le casse del club a secco, si sono subito fatti avanti i tifosi, scucendo di tasca propria e avviando una maxi colletta: chi versando direttamente alla Subcomision del Hincha (organo dei soci del club) la quota minima prevista per l’ac-
IL VECCHIO GASOMETRO, CONFISCATO DURANTE LA DITTATURA NEL 1979
quisto simbolico di un metro quadrato (270 euro); chi aderendo al progetto Guardianes, che Mabel ha lanciato un anno fa con altri tifosi per dare a tutti la possibilità di contribuire anche solo con una cifra simbolica. «La quota minima è proibitiva per tanti che, invece, vorrebbero contribuire a realizzare il sogno di ogni tifoso cuervo: il recupero delle nostre radici»,
spiega Mabel a ET. «Chiunque dà ciò che può, anche solo 5 euro, con il diritto di partecipare a un successivo sorteggio per stabilire il proprietario simbolico di ogni metro quadro acquistato». Il progetto ha raccolto poco più di 10 mila euro, utili al (ri)acquisto di 39 metri quadri in tutto. Una goccia nel mare, «ma ci sono tanti tifosi che non ci conoscono e non sanno come
poter contribuire», spiega Mabel, lamentando anche «la scarsa pubblicità fatta dal club» nonostante l’avallo ufficiale al progetto nato un anno fa. Il progetto Guardianes è approdato anche su Facebook, dove conta già oltre 8.300 membri, e qualche donazione è arrivata dall’Italia. Come quella di Andrea Brianda, che vive in Sardegna e segue il San Lorenzo dal 2008 in poi in tv. «Sono rimasto conquistato dalla passione, dal folklore e dal sentimento dei tifosi», racconta Andrea che, dopo aver approfondito la storia delle rivendicazioni del popolo cuervo, ne ha sposato la causa al punto da acquistare il proprio simbolico metro quadrato. Il presidente del San Lorenzo, Lammens, ha annunciato che mancano ancora 1,5 milioni per completare il risarcimento a Carrefour e dare il via ai lavori piazzando le prime ruspe. Se la storica «vuelta a Boedo» è vicina è anche merito di gente come Mabel e Andrea.
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MONDO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
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identikit HA VINTO 18 TITOLI CON 3 CLUB DIVERSI NAZIONALE: 11 GARE
Dal River Sul tetto d’Europa
Alla Scala del calcio
L’ultimo brivido
A MADRID NEL 2001-02 LA MIGLIOR STAGIONE. DISPUTA 53 PARTITE E REALIZZA 5 GOL, DI CUI 4 IN CHAMPIONS: VINCE LA COPPA IN FINALE CONTRO IL LEVERKUSEN (FOTO, AFP)
A MILANO IN 3 STAGIONI ARRICCHISCE LA BACHECA, VINCENDO 6 TITOLI MA IN CHAMPIONS AL MASSIMO RAGGIUNGE I QUARTI NEL 2006, K.O. COL VILLARREAL (AFP)
DOPO IL RITORNO IN ARGENTINA AL SAN LORENZO NEL 2010 È IN MESSICO ALL'ATLANTE; DISPUTA IL 4° MONDIALE PER CLUB, PERDE CONTRO IL BARCELLONA (FOTO, REUTERS)
EUROPA/REAL MADRID
SANTIAGO SOLARI «ANCELOTTI HA FATTO PIÙ DI DEL BOSQUE» L’arg L’argentino, ex Inter e merengue, dice: «Il tecnico italiano ha osato di più in fase offensiva, rispetto al team campione mondiale del 2002»
Nell’estate 2000 passa ssa esta 5 al Real Madrid. Vi resta stagioni: vince 2 Liga, a, 2 supercoppe spagnole, ole, la Champions, la supercoppa Uefa e l’Intercontinentale 2002. In totale in Liga col Real 131 presenze e 10 reti, eti, ue in Champions League 48 gare e 7 gol.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A MADRID
FILIPPO MARIA M RICCI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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All’Inter r Nell’estate 2005 si trasferisce a Milano,, dove disputa 3 stagioni. oni. Con i nerazzurri conquista nquista 3 scudetti, 1 coppa (e e2 finali perse) e 2 supercoppe ercoppe italiane. In serie A 39 presenze ze e 4 gol, in Champions 15 partite, 17 match e 3 centri in Coppa Italia
Fine corsa sa Nel 2008 torna in patria al San Lorenzo (FOTO, sopra): disputa 26 partite e sigla 4 reti, compreso il playoff per il titolo (perso) con Boca e Tigre. Nel 2009 è all’Atlante in Messico: 33 gare e 5 reti, e 3 presenze nel Mondiale per club 2009. Nel ’10-11 chiude al Peñarol. In nazionale: 11 partite dal 1999 al 2004.
SANTIAGO SOLARI, OGGI A 38 ANNI IN MAGLIA REAL (GETTY IMAGES)
antiago Solari, 38 anni, vive a Madrid drid, dove allena il C Cadete A del Ma Madrid con un ce certo profitto: è p primo in classifi fica col Rayo V Vallecano. Da gio giocatore ha partecipato a 4 Intercontintali/Mondiali. Nel ’96 viaggiò a Tokyo col River ma finì in tribuna ne nella sconfitta D Piero. Nel con la Juve di Del Mad 2000 col Madrid perse col Palerm 2 anni doBoca di Palermo, panch po era in panchina ed entrò nel finale della vittoria con l’Olimpia. E nel 2009 con l’Atlante messicano perse p in semifinale col Barça di Messi e Guardiola. «Questa storia di mettere a fare i mediani gente che ch prima faceva un altro mestiere mestie io la conosco… Nel 2001-0 2001-02 giocai tutta la Champions acc accanto a Makelele. La vincemmo vincemmo, sì, ma io poi per 2 mesi ho ffatto fatica a camminare per qu quanto mi facevano male le gino ginocchia. Correvo come un matto m matt per coprire Roberto Carlos e uno spazio che mi sembrava immenso». Solari ride di gu gusto. E poi? «Presero Cambia Cambiasso, che quel ruolo lo faceva da sempre, e mi arrabbiai moltissimo. moltiss E infatti nell’Intercontinen nell’Intercontinentale giocò lui Così ime io finii in panchina. panch lamentarmi…». paro a lamentarm 1.0, Storie di Galacticos Gala
corsi e ricorsi tattici che oggi Ancelotti ha fatto tornare di moda riciclando Isco e Rodriguez in mediana e giocando con un centrocampo di mezzepunte: Rodriguez, Kroos, Isco, più Bale, Benzema e Ronaldo. «A Glasgow nella finale di Champions 2002 con Makelele c’eravamo io, Figo, Zidane, Morientes e Raul. Sì, un po’ come oggi. E se possibile Ancelotti ha fatto ancor di più in termini offensivi perché Kroos non è Makelele. Che era un fenomeno a fare ciò che doveva fare, recuperare la palla e passarla a 10 metri: non sbagliava mai né l’una né l’altra cosa. Ma Kroos costruisce di più il gioco, mantiene l’equilibrio ma ha una caratura offensiva più rilevante rispetto a Makelele». Isco come Solari? «Sì, anche se io ero più uomo di fascia e lui più mezzapunta. Il concetto di riciclaggio però è simile, e vale anche per James Rodriguez. Merito di Ancelotti e della maturità dei giocatori: la personalità individuale passa in secondo piano e il campione s’impegna per la squadra. Non ho mai visto Isco lavorare così, e gli fa bene: oggi è un giocatore molto migliore, più completo di quando è arri-
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Al Real
Isco come me? Io ero più uomo di fascia e lui più mezzapunta ma ora è molto migliorato
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Santiago Solari è nato a Rosario (Argentina) il 7 ottobre 1976, figlio di Eduardo, mediano del Central, e nipote di Jorge (ex Velez e River, detto l’Indio). Santi inizia con le giovanili del River, con cui debutta il 12 maggio 1996, vincendo subito l’Apertura, e poi altri 2 titoli nazionali. Vince pure la Libertadores 1996 (senza mai giocare) e la Supercoppa 1997. Nel gennaio 1999 passa all’Atletico Madrid con cui l’anno dopo retrocede in Segunda.
L’Intercontinentale? Da bimbo sognavo di vincerla, invece in Europa s’inizia a pensarci sull’aereo vato. A volte i calciatori forti fanno fatica a capire che possono migliorare ancora, non accettano l’idea di correre anche per gli altri. A Bale in fase difensiva manca ancora una punta di intensità, però aiuta, eccome. Ed era lo stesso ai miei tempi: correva anche Zidane». Altre similitudini tra le due squadre? «Il terzino sinistro che spinge più del destro, Marcelo come Roberto Carlos e Carvajal come Salgado, e i due allenatori. Del Bosque e Ancelotti sono simili per maturità, conoscenza calcistica, personalità, esperienza e la capacità di trasmettere sempre tranquillità a un ambiente complicato dalle grandi aspettative e dalla quantità di ego differenti. Allora come oggi mi sembra ci sia gran rispetto mutuo tra allenatore e giocatori, che tutto scorra partendo dalla fonte della normalità. Nelle conferenze stampa e nelle partite Carlo come Vicente è in totale controllo, tanto della situazione come di se stesso, sembra ancora calciatore, come lo sembrava Del Bosque: attorno grande pressione e loro lì a fare gioco. Devono prendere milioni di decisioni, alcune complicatissime, e lo fanno con tale naturalezza
che sembra non ne prendano nessuna. Tutto appare semplice e vi assicuro che non lo è. Rido quando sento definire Ancelotti, come anche Del Bosque per il suo lavoro con la nazionale, un “gran gestore”. Come se fosse cosa da poco!». Il Mondiale per club. «Una competizione che si vive in maniera opposta qui in Europa e in Sudamerica. Io da bambino sognavo di vincerla e da ragazzo il giorno della partita scappavo da scuola per andare a vederla al bar. In carriera ho vinto 18 titoli e quello cui tengo di più è l’Intercontinentale. Così sono stato educato. Per i sudamericani è come un Mondiale, l’occasione per misurarsi con l’Europa. Ricordo che quando vincemmo la Libertadores col River ‘96 iniziammo subito a pensare alla Juve. E oggi è ancora così: la gente, la stampa, l’ambiente in Sudamerica guarda al Mundialito con attenzione enorme. La preparazione a livello emozionale è molto forte». E in Europa? «Qui è diverso: s’inizia a pensare al torneo sull’aereo. Non perché non sia importante ma perché ci sono altre priorità, come la Liga e la Champions. Poi è chiaro che il Madrid una volta in campo vorrà vincere però per i sudamericani, e ora anche per i messicani, si tratta di una sfida memorabile. Per un club come San Lorenzo poi questa non è la partita dell’anno, ma della storia: qui in Spagna sono pochi i giornalisti che possono nominare i calciatori della squadra argentina, lì tutti sanno tutto del Madrid, e anche del Castilla!».
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MONDO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
LUIS FERNANDO TENA, 56 ANNI, TECNICO DEL CRUZ AZUL (PER LA QUARTA VOLTA) DAL DICEMBRE 2013 (AFP)
NORD-CENTRO AMERICA
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CRUZ AZUL MESSICO E FAVOLE
La coppa non è più in gara secca ma nel calcio le sorprese sono sempre possibili
Il team della capitale, il più vincente in Concacaf, si è affidato di nuovo a Tena in panchina. E in regia Gimenez, cresciuto alla scuola di Riquelme ma chance per il Cruz Azul di chiudere in bellezza l’anno, visto che in campionato non si è nemmeno qualificato ai playoff a 8 squadre (la peggior temporada dal Clausura 2009) e nella Champions Concacaf 2014-15 è già stato eliminato ai gironi da un club costaricano, l’Alajuelense, perdendo con uno di Panama il Chorrillo.
IACOPO IANDIORIO © RIPRODUZIONE RISERVATA
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on ricordandosi più come si vince un titolo, il 10 dicembre dell’anno scorso il Cruz Azul è ricorso a Luis Fernando Tena, 56 anni, l’ultimo tecnico a portare Los Cementeros al successo sia in patria (Inverno 1997) sia all’estero, in Champions League Concacaf (nord-centro America) nello stesso anno. E l’ex volante dell’Atletico Español in 4 mesi ha compiuto il miracolo, rivincendo la Champions Concacaf, la sua terza visto che ci era riuscito pure nel 1996; ora è secondo solo a un altro messicano, Raúl Cardenas che ne ha vinte 4 in panchina. Per Tena questa è la quarta esperienza sulla panchina blu. E il Mondiale per club algerino è l’ulti-
CHRISTIAN GIMENEZ, 33 ANNI, EX AMERICA E PACHUCA, AL CRUZ AZUL DAL 2010 (REUTERS)
Sindrome del fratellino Ma proprio al Cruz Azul iniziò l’avventura di Tena da allenatore 20 anni fa, dopo un altro ventennio da centrocampista (soprattutto al Guadalajara). Inizi sorprendenti visto che il Cruz Azul dell’allora 36enne Tena giunse in finale di campionato contro il Necaxa nel 1995. Ci è tornato al Cruz Azul nel 1997-2000 e nel 2004 ma senza riuscire nell’impresa di vincere. È dovuto andare al
L’ARGENTINO-MESSICANO GIMENEZ, N.10, ABBRACCIATO DAI COMPAGNI DOPO IL GOL ALL’ALAJUELENSE DEL 5 AGOSTO SCORSO IN COPPA (REUTERS)
Morelia per riconquistare un titolo nazionale e con l’Under 23 Tricolor ha preso l’oro più importante nella storia del calcio messicano: quello di Londra 2012. Dai Giochi inglesi a ragione è considerato come uno dei migliori tecnici messicani e nordamericani. Così, forse, l’ex veterinario, che ama leggere El futbol sin trampa del maestro argentino Cesar Menotti, scritto con Angel Cappa (lo scopritore di Javier Pastore), ha superato il complesso del «fratello minore». Sì, perché è cresciuto nel mito del fratello Alfredo, più grande di due anni, difensore detto «Capitán Furia» all’America, con cui ha vinto 6 titoli nazionali (mentre Luis da giocatore non vinceva niente), ex nazionale al Mondiale 1978. Alfredo è stato il primo messicano a vincere la Champions Concacaf da gioca-
tore e da tecnico (nel 1977 e nel 2002 col Pachuca). Poi i due hanno finanche lavorato insieme nel 2006 all’America, con Alfredo vice di Luis. Chaco in Libertadores Oggi grazie a Luis, invece, il Cruz Azul è il club più vincente della Champions Concacaf (6 trofei) proprio davanti ai rivali dell’America (a quota 5) e a quelli del Pachuca (a 4). Tutti club dove invece è passato Christian Gimenez «El Chaco», 33 anni, centrocampista offensivo, ora numero 10 e leader dei Cementeros, cresciuto alla corte di Riquelme al Boca (dove vinse 2 Libertadores con Bianchi in panchina, nel 2001 proprio contro il Cruz Azul, primo club messicano ad arrivare in una finale sudamericana). Con i messicani il Chaco (argentino di Resistencia, na-
turalizzato Tricolor) ha vinto ben 4 Champions League Concacaf: nel 2006 con l’America, poi col Pachuca (2) e ad aprile coi Cementeros, divenendo così il giocatore più vincente in questa manifestazione. E dei suoi è il più esperto in un Mondiale per club, avendo disputato due edizioni col Pachuca (con 2 gol nel 2008). Ha un conto in sospeso col Real Madrid, che potrebbe incontrare se prima batte il Western Sydney: nell’Intercontinentale del 2000, infatti, Gimenez non viaggiò in Giappone col Boca per impegni con la nazionale giovanile e così non affrontò le merengues. «Ma ora la coppa non si decide più su gara secca. Anche se nel calcio le sorprese sono sempre possibili», ha detto. Proprio come ha dimostrato, all’Olimpiade inglese, il maestro Tena.
AFRICA
SETIF NEL NOME DELLA RIVOLUZIONE ALGERINA tali anche a Mustapha Dahleb (anni 70-80), terzo bomber nella storia del Paris St. Germain, non distante da lì andò in cerca delle sue origini Zinedine Zidane.
Il club del nord est, campione del Continente Nero, è stato sede della peggiore strage nel ’45 nella lotta d’indipendenza. Negli ultimi 8 anni ha vinto 4 titoli DARIO FALCINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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anno Sessanta dal proclama della Rivoluzione non è ancora terminato e Kheireddine Madoui soffia per tenere in vita la scintilla, almeno fino al 20 dicembre. «I miei giocatori devono trarre ispirazione dallo spirito guerriero dei loro avi», disse il mister dell’Entente Setif alla vigilia della Champions League africana, a fine ottobre. Allora funzionò: due pareggi contro il Vita Club di Kinshasa sono bastati per la seconda gioia continentale. Succedeva il primo novembre, nello stesso giorno del 1954 il popolo algerino ricevette via radio l’invito all’insurrezione dal Fln (il Fronte di Liberazione antifrancese). La guerra sarebbe durata fino al 1962, ma i francesi avevano iniziato a per-
dere molto tempo prima, proprio da queste parti. L’8 maggio 1945, giorno della resa tedesca, i colonizzatori aprirono il fuoco contro il popolo di Setif che chiedeva il rispetto delle promesse di autonomia. Le vittime furono 40 mila. La città campione d’Africa è nel nord est dell’Algeria, su un altopiano nevoso che gli antichi romani avevano destinato a granaio. Martiri e talenti Una terra di patrioti e martiri, di commercianti e calciatori straordinari. Prima ancora dell’Entente Ferhat Abbas, futuro presidente del governo provvisorio, aveva fondato l’USFMS, l’Unione Sportiva Franco-Musulmana di Setif. Qui tirarono i primi calci campioni come Rachid Mekhloufi (4 titoli di Francia con il Saint Etienne), Abdelhamid Kermali (ex Lione negli anni 50) e Mokhtar Arribi
LA GIOIA DEI GIOCATORI DEL SETIF PER LA CONQUISTA DELLA CHAMPIONS 2014 (REUTERS)
(già Cannes e Lens). Assieme a Zitouni e Brahimi furono tra i fondatori dell’equipe del Fln: nel 1958 abbandonarono clandestinamente la Francia, dove dominavano con i rispettivi club, e riapparvero al porto di Tunisi qualche settimana do-
po. Fino al 1962 insegnarono calcio in giro per il globo con una squadra osteggiata dalla Fifa e contribuirono al processo di liberazione del Paese a colpi di verticalizzazioni e botte all’incrocio. In epoche più recenti la regione ha dato i na-
I 165 cm di Belameiri Grazie alla consueta scorta di talento i bianconeri di Setif sono di recente tornati ai massimi livelli del campionato algerino, con quattro vittorie nelle ultime otto edizioni di un torneo dove i valori in campo escono stravolti ogni settimana. In bacheca fanno compagnia alle otto coppe nazionali, sacre a queste latitudini. Comunque vada al Mondiale per Club un nuovo traguardo attesta la crescita del movimento calcistico algerino. A Setif non gioca nessuno dei 23 Fennec che erano in Brasile alla coppa del Mondo : la nazionale tende a privilegiare gli atleti formati nei campionati europei e snobba i prospetti di casa, non è una novità. Mister Madoui, 37 anni (il più giovane tecnico nella storia della finale africana), ex
centrocampista di casa che ha conseguito il patentino da pochi mesi (anche se allena qui da oltre sei mesi), proverà a imporre il suo gioco alle big del pianeta. Lo spettacolo da queste parti è un credo, come il fair play. Per 22 anni vestì questa maglia Abdelhamid Salhi, premiato nel 2006 dal Cio per un’intera carriera senza la macchia di un cartellino giallo. I suoi epigoni si chiamano Farid Mellouli, il capitano, Akram Djahnit e El Hedi Belameiri, 23 anni, alto appena 165 cm e in grado di fare male alle difese con le sue partenze da destra. L’uomo del momento è il centravanti Sofiane Younes, autore del gol decisivo nello stadio talismano di Blida, che ha ospitato l’esodo di migliaia di tifosi in delirio per una Coppa che sa di miracolo. «Non c’è modo migliore per festeggiare la Rivoluzione» fu il suo commento dopo il successo. In Algeria sperano che quel surplus di motivazioni continui a sostenere il volo delle nere Aquile di Setif anche in Marocco.
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MONDO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
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U ARGENTINA/PARAGUAY
ARGENTINOS TORNA IN A, LIBERTAD BISSA ●● (seu) In Argentina torna in massima divisione dopo solo un anno l’Argentinos Juniors, ex club di Maradona e oggi guidato da Riquelme in campo e in panchina da Néstor Gorosito. L’Argentinos ha vinto il girone A della B con Colón de Santa Fe e San Martín de San Juan. In Paraguay il Libertad concede il bis e, dopo essersi imposto nell’Apertura, conquista anche il Clausura. Decisiva la vittoria all’ultima giornata per 1-0 col Nacional che ha lasciato a -2 il Cerro Porteño, secondo.
GIAPPONE
GAMBA OSAKA 2° TITOLO E ORA LA COPPA ●● È bastato un pareggio (0-0) all’ultimo turno al Gamba Osaka per vincere il titolo giapponese con 63 punti, 1 davanti agli Urawa Reds che hanno perso (all’89’ in casa) col Nagoya Grampus. Per il club di Osaka, allenato da Kenta Hasegawa, con in campo i nazionali Endo e Konno, è il secondo titolo dopo quello del 2005, oltre alla Champions del 2008. Sabato il Gamba è atteso alla finale di coppa dell’Imperatore contro il Montedio Yamagata, neopromosso in serie A.
AFRICA
AL AHLY VINCE LA COPPA N.19, IL PIÙ TITOLATO ●● La Confederation Cup (seconda manifestazione per club africana) l’Al Ahly non l’aveva ma vinta. Ci è riuscito sabato battendo gli ivoriani del Séwé Sport per 1-0 con gol di Emad Moteab al 96°. Rete fondamentale perché all’andata ad Abidjan era finita 2-1 per il Séwé. Gli egiziani sono allenati da Juan Carlos Garrido, ex tecnico di Villarreal, Bruges e Betis. Questo successo per l’Al Ahly è il titolo internazionale numero 19 (fra cui 8 Champions), gli egiziani sono il club più titolato al mondo.
CAMPIONI
«SCUDETTO» PER SPORTING (PERÙ) E U DE CHILE ●● (seu) In Perù è bastato un gol di Sergio Blanco al 56’ per regalare il Clausura allo Sporting Cristal nella sfida decisiva contro l’Alianza Lima. Stanotte lo Sporting se l’è giocata all’andata col Juan Aurich (re d’Apertura) per il titolo nazionale. A Santiago dopo una volata a tre l’Universidad de Chile (17° titolo) vince l’Apertura: all’ultimo turno è bastato l’10 all’88° su rigore di Gustavo Canales; mente i Santiago Wanderers vincevano 2-0 sul Colo Colo nello scontro diretto, ma chiudevano a 1 punto sotto l’U de Chile.
n italiano andato a Sydney a scrivere la storia del calcio australiano. Fin troppo facile pensare a Alessandro Del Piero. Invece no, i trofei li ha alzati tutti Iacopo La Rocca. Roba tosta: Hyundai A-League 2013 (la regular season, ma non la finale che perse coi Central Coast Mariners), Champions League asiatica lo scorso novembre. Mai prima un club aussie era riuscito a laurearsi campione continentale (in Asia dal 2007). E adesso per i Western Sydney Wanderers inizia l’avventura del Mondiale per club. Verrebbe da chiedersi se adesso l’italiano più famoso a Sydney sia proprio questo incontrista romano classe 1984. «Assolutamente no», esordisce La Rocca, «Del Piero è un’icona, tanto in Australia come nel resto del mondo. Lui ha dato una nuova prospettiva al calcio australiano, non solo in termini di visibilità ma anche di sviluppi futuri. Il fatto che la mia squadra sia più forte del Fc Sydney è un altro discorso».
che a livello tattico il movimento è cresciuto molto».
IACOPO LA ROCCA, 30 ANNI, A DESTRA, CONTRASTATO DA ALESSANDRO DIAMANTI DEL GUANGHZOU DI LIPPI NEI QUARTI DI CHAMPIONS ASIATICA (GETTY IMAGES)
I suoi Wanderers più di tutti, visto che 3 anni fa nemmeno esistevano. «Sì, la nostra è una squadra giovane, ma questa conta poco per il campionato. La A-League è una lega sul modello americano, senza retrocessioni e con il salary cap, che rende il torneo molto equilibrato. Ogni squadra si può permettere un solo marquee player straniero, come è accaduto con Del Piero, ma poi bisogna rispettare il budget. I marquee player sono su un’altra dimensione, anche a livello economico, perché a pagarli sono dei privati, degli sponsor: poi però gli va costruita la squadra attorno». Parlando di stelle, al Mondiale del club potreste trovarvi di fronte una squadra che le colleziona: il Real. «Non ci pensiamo, prima abbiamo il quarto di finale contro i messicani del Cruz Azul, e sarà durissima. Non dobbiamo dimenticare la realtà dalla quale proveniamo. Se poi arriveremo alla semifinale contro il Real Madrid, beh, per noi sarà la partita del secolo. E per il sottoscritto un piccolo derby tricolore con uno dei grandi del calcio italiano, Carlo Ancelotti».
Siete i migliori d’Asia, non solo di Sydney. «La Champions è stata una grande impresa, totalmente
ASIA
LA ROCCA DI SYDNEY: «DEL PIERO ICONA, IO VINCO» Il romano, da tre stagioni in Australia: «Ale è l’italiano più famoso qui, ma il mio team è più forte. Col Guanghzou ho capito che ce l’avremmo fatta» inaspettata. Il nostro obiettivo iniziale era quello di mostrarci competitivi per una simile manifestazione. Dopo la prima partita, che abbiamo perso in casa contro l’Ulsan Hyundai (1-3), ci siamo detti: ok, vediamo di fare un girone quantomeno dignitoso. Alla fine lo abbiamo vinto, e non ci siamo più fermati». Quando avete capito che potevate arrivare in fondo? «Ai quarti col Guanghzou di Lippi, allora campione in carica 2013, squadra tecnicamente di un altro livello rispetto alla
nostra: Diamanti, Gilardino, Elkeson. Li abbiamo battuti in casa, pur soffrendo, e ci è andata anche bene, perché uno dei loro fu espulso ingiustamente. Le immagini di Lippi che entrava in campo dando in escandescenza hanno fatto il giro del continente, ma non aveva tutti i torti». In Cina avete subito l’ultimo gol del vostro torneo. «Le due semifinali e la doppia finale le abbiamo chiuse con la porta inviolata, e il nostro portiere Ante Covic è stato votato MVP della Champions. Siamo
una squadra molto british, il nostro allenatore Tony Popovic ha giocato e allenato in Inghilterra (al Crystal Palace, ndr), e l’imprinting è chiaro». Tatticamente per lei in Australia è cambiato molto? «Sono avanzato a centrocampo, perché i centrali di difesa sono il capitano e il suo vice, quindi due intoccabili, e come terzino sinistro non mi trovavo. In Australia si gioca un calcio molto fisico, ma non pensate - come avevo fatto io all’inizio - che siamo fermi ai lanci lunghi e alle corse, perché an-
PAESE OSPITANTE
IL TETOUAN CHE GIOCAVA IN SPAGNA E VINCE IN MAROCCO ●● (iandi) La squadra del Paese ospitante (il Marocco) è il Moghreb Tetouan che ha vinto il campionato 2013-14. Il team è l’erede dell’Atletico Tetouan (nato nel 1922 sotto dominio spagnolo) e per questo veste il biancorosso come i colchoneros di Madrid, nel 1951-52 disputò la Primera Division iberica e fu subito retrocesso. TITOLI: 2 campionati, l’altro (il primo) nel 2012 IN STAGIONE: nel torneo 2014-15 marocchino il Moghreb è sesto in classifica PRESENZE IN CHAMPIONS: 1 sola nel 2013, k.o. con Casa Sports (Senegal) al primo turno VALORE DELLA ROSA: 5,55 milioni di euro ETÀ MEDIA: 27,4 anni STRANIERI: 3 in rosa, nella lista dei 23 per il Mondiale per club solo uno, il senegalese Serigne Fall, 26 anni, difensore IL TECNICO: Abdelaziz El Amri, 64 anni, marocchino di Sidi Kacem, al club dal 2011, ha vinto 2 titoli qui e nel 2009 una coppa nazionale con il Far Rabat (che ha guidato dal 2009 al 2011) LA STELLA: Mouhcine Iajour, 29 anni, punta di Casablanca, Raja, Chiasso, Charleroi, Wydad e ancora Raja (9 gol nel 2013-14), con cui ha disputato il Mondiale per club; 3 presenze di recente (2 gol) in nazionale SITO: http://www.matfoot.com STADIO: Stade Saniat Rmel da 15 mila spettatori
Playoff Moghreb Tétouan --Auckland 10 dicembre Rabat Quarti Vincente --Sétif 13 dicembre Rabat
ASIA
KEWELL E DAEI HALL OF FAME L’ex nazionale australiano (e Liverpool) Harry Kewell, 36 anni; Hong Myung-bo, l’ex difensore sud coreano e già c.t. di Seul nel 2013-14; e l’iraniano Ali Daei, primatista di gol in nazionale (109 reti in 149 partite). Sono fra i primi 10 «eroi» entrati nella Hall of Fame asiatica
IL TABELLONE Semifinali
Semifinali
San Lorenzo --Vincente
Real Madrid --Vincente
17 dicembre Marrakesh
16 dicembre Rabat
FINALE 20 dicembre Marrakesh 17 dicembre: Finale 5° posto 20 dicembre: Finale 3° posto
MOUHCINE IAJOUR, 29 ANNI, PUNTA DEL MOGHREB TETOUAN; L’ANNO SCORSO COL RAJA ERA AL MONDIALE PER CLUB 2013 (AFP)
Quarti Cruz Azul --Western Sydney 13 dicembre Rabat
IVAN VICELICH, 38 ANNI, CAPITANO E DIFENSORE ALL’AUCKLAND, HA GIOCATO CON RODA E WAALWIJK IN OLANDA (AP)
A proposito di Italia: rimpianti per non aver mai giocato in Serie A? «L’unico rimpianto è quello di non essermene andato prima. Se non giochi per un club di A o per qualche società blasonata di B, è solo una perdita di tempo. Vanno male un paio di partite e ti trovi i tifosi sotto casa, gli stipendi – se te li pagano arrivano in ritardo. Non ne vale la pena, questo non è calcio. In Svizzera invece ho giocato cinque anni e mi sono tolto piccole soddisfazioni: su tutte, la finale di coppa raggiunta con il Bellinzona dell’ex tecnico laziale Petkovic, e giocavamo in serie B, anche se poi fummo promossi». Com’è la crisi del calcio italiano vista dall’Australia? «Seguo pochissimo la Serie A ormai, non la trovo interessante e, dal punto di vista dello spettacolo, il suo appeal è pari a zero, specialmente se confrontato con Liga e Premier League. Guardo soltanto la Lazio, il club che mi ha formato e di cui sono sempre stato tifoso, e la Fiorentina, perché lì gioca un amico. Punto».
OCEANIA
L’AUCKLAND HA PIÙ CHAMPIONS CHE «SCUDETTI» ●● (iandi) L’Auckland City fondato nel 2004 è ormai un habitué del Mondiale per club. È alla sua sesta partecipazione, un record per la formula voluta dalla Fifa. Ma solo nel 2009 ha vinto il preliminare: 2-0 all’Al Ahli Dubai, ospite. L’ultima Champions oceanica è stata però sofferta: nei gironi ha perso con l’Amicale Vanuatu, arrivando 2°; in semifinale k.o. al ritorno col Pirae di Papeete (Polinesia), in finale ancora con l’Amicale ha vinto all’87’... TITOLI NAZIONALI: 5 campionati IN STAGIONE: nel 2014-15 è secondo in classifica dopo 6 turni, a meno 2 dal Team Wellington VITTORIE IN CHAMPIONS: 6 trofei oceanici vinti VALORE DELLA ROSA: 5,2 milioni di euro ETÀ MEDIA: 26,3 anni STRANIERI: 14 in rosa, nella lista dei 23 per il Mondiale per club sono 12 IL TECNICO: Ramon Tribulietx, 42 anni, catalano di Barcellona, qui da luglio 2011, ha vinto 4 Champions oceaniche e 2 titoli nazionali LA STELLA: il capitano Ivan Vicelich, 38 anni, dal 2008 nel club, il giocatore più alto del torneo coi suoi 193 cm, ha vinto 5 Champions e 2 «scudetti», con 88 gare il kiwi più presente in nazionale, con cui ha vinto 3 coppe oceaniche SITO: www.aucklandcityfc.com STADIO: Kiwitea Street, capienza 5 mila spettatori
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MONDO
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
SOUTHAMPTON
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MANCHESTER UN.
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BRASILE
PELÉ ESCE OGGI DALL’OSPEDALE DI SAN PAOLO
Marcatori Van Persie (M) al 12’, Pellé (S) al 31’p.t.; Van Persie (M) al 26’ s.t. Southampton (4-2-3-1) Forster 5,5; Clyne 6, Fonte 5, Yoshida 5,5, Bertrand 6; Davis 6, Wanyama 5,5; Long 5 (dal 34’ Mayuka s.v.), Tadic 6 (dal 25’ s.t. Hesketh 5,5), Mané 5,5; Pellé 6,5. Panchina K. Davis, Gardos, Targett, Reed, Isgrove. Allenatore R. Koeman 5,5. Manchester United (3-4-1-2) De Gea 7; Smalling s.v. (dal 18’ p.t. Evans 6), Rojo 5,5, McNair 5 (dal 39’ p.t. Herrera 5,5); Valencia 6, Carrick 6, Fellaini 6, Young 5; Mata 5,5 (dal 44’ s.t. Fletcher s.v.); Rooney 6,5; Van Persie 8. Panchina Lindegaard, Januzaj, Wilson, Falcao. Allenatore Van Gaal 6,5.
●● L’annuncio arriva dai medici dell’ospedale Albert Einstein di San Paolo del Brasile dove è ricoverato da due settimane per una infezione urinaria. Pelé uscirà questa mattina alle 12,30 perché come recita il bollettino medico ha una buona evoluzione clinica e l’infezione è sparita. Già nei giorni scorsi O Rei, 74 anni, si era mostrato su twitter suonando la chitarra e tranquillizzando tutti i suoi tifosi sulle sue condizioni.
Arbitro K. Friend 6,5 Ammoniti Mané (S), Fonte (S), Rooney (M) Note Spettatori 31.420. Tiri in porta: 4-2. Tiri fuori: 8-1. Fuorigioco 4-1 Recuperi: p.t. 3’, st 5’. Angoli: 5-1
SPAGNA
PIOVACCARI APRE LE DANZE CON L’EIBAR ROBIN VAN PERSIE, 31 ANNI, SIGLA IL 2-1 PER LO UNITED: È IL SESTO GOL IN PREMIER PER L’OLANDESE IN STAGIONE (ACTION IMAGES)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A LONDRA
STEFANO BOLDRINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
T
anto per dare ulteriore «olandesità» alla sfida tra Ronald Koeman e Van Gaal, i protagonisti di questo Southampton-Manchester United sono Van Persie che è nato a Rotterdam e Pellé che nei Paesi Bassi ha costruito la sua fortuna. Un bel duello. Alla fine, è decisiva la doppietta del centravanti dei Red Devils, migliore in campo di un match, a tratti spettacolare, ma con diversi errori da parte delle due difese, in pieno stile olandese per capirci. Analisi Il successo dello United, il quinto di fila per la banda Van Gaal, è figlio della maggiore esperienza complessiva dei Devils, delle parate di De Gea e degli abbagli dei Saints. Long divora due occasioni colossali. Yoshida si avvita su stesso invece di stangare in porta. Mané esagera nel dribbling: rimedia qual-
INGHILTERRA
UNITED NON SI FERMA PIÙ AI SAINTS PELLÉ NON BASTA Quinta vittoria di fila del Manchester di Van Gaal, che arriva al terzo posto. L’italiano torna al gol dopo oltre un mese, ma la difesa Southampton balla che parolaccia da parte dei compagni. Sbaglia anche Pellé, con un pallone spedito in curva sull’1-1. Lo United è più cinico. Soffre molto, commette qualche svarione di troppo con McNair e Rojo, sfrutta lo sfruttabile con Van Persie. Il primo gol è un regalo di Fonte: il retropassaggio sballato è un assist per il centravanti. Due passi e pallone tra le gambe di Forster. L’italiano c’è Il Southampton reagisce da grande squadra. Mette alla frusta lo United, che perde dopo 18’ Smalling per l’ennesimo
guaio muscolare della tribolata stagione: ecco Evans, al rientro dopo quasi 3 mesi. La difesa di Van Gaal balla. McNair svirgola un pallone che Tadic consegna a Pellé: botta assassina e Saints in paradiso. L’italiano, al 10° gol stagionale – 7 in Premier e 3 in Coppa di Lega –, non segnava dalla doppietta allo Stoke del 29 ottobre in coppa. Epilogo Van Gaal azzarda il 2° cambio: dentro Herrera, fuori McNair. Carrick si piazza al centro della difesa per mettere ordine. L’errore del Southampton è quello
LA CLASSIFICA
I SANTI SCAVALCATI Chelsea 36, Manchester City 33, Manchester United 28; West Ham 27; Southampton 26; Arsenal e Newcastle 23; Swansea 22; Liverpool e Tottenham 21; Aston Villa 19; Everton e Stoke 18; Sunderland 15; Crystal Palace, Wba e Qpr 14; Hull 13; Burnley 12; Leicester 10.
di sprecare troppo. De Gea para tutto e quando al 71’ Rooney su punizione invita Van Persie al gol, il centravanti risponde presente: tocco di esterno, di sinistro, 2-1 e United che sale al 3° posto, scavalcando il West Ham e i Saints, ora quinti dopo 3 ko di fila. Una cavalcata, quella dello United, che riesce in qualche modo a evitare che il casoFalcao diventi ingombrante. Il colombiano non gioca mai. Van Gaal sostiene che non ha più di 20-30’ nelle gambe. Il sospetto è che Falcao non sia ancora del tutto recuperato dopo il grave infortunio al ginocchio.
STATI UNITI
el giorno dell’addio al N calcio del suo giocatore più rappresentativo, Landon Donovan, Los Angeles si conferma la capitale del soccer: con la vittoria 2-1 ai supplementari sui New England Revolution, i Galaxy conquistano la loro quinta Mls Cup, staccando nell’albo d’oro della massima competizione calcistica statunitense il D.C. United dell’interista Thohir, fermo a quota 4. Un risultato straordinario, tenuto conto che le vittorie del club losangelino sono arrivate tutte nel nuovo millennio (dal 2002). In un Paese in cui la statistica applicata allo sport è quasi una religione, salta subito all’occhio il ruolino di marcia quasi perfetto dei Galaxy dal 2002: 6 finali disputate, 5 vittorie (k.o. nel 2009). L’esatto opposto dei New England Revolution, prigionie-
ri di una maledizione che anche domenica non ha risparmiato i ragazzi di Jay Heaps. Decide Robbie Keane Sotto il sole della California, la squadra della costa Est era riuscita in extremis a impattare con Chris Tierney il vantaggio dei padroni di casa firmato dalla stellina Gyasi Zardes, illudendo la gente di Boston e dintorni che le cose, questa volta, potessero andare diversamente. I tifosi dei Revolution, però, non avevano fatto i conti con Robbie Keane, autore del gol decisivo a nove minuti dalla fine dei supplementari. Per il centravanti irlandese è il terzo titolo in 4 anni al di là dell’Oceano: davvero niente male, per un attaccante – mai celebrato a sufficienza – capace di realizzare più di 300 gol tra club e nazionale. Quello segnato ai Revolution, con un piatto destro chirurgico sull’uscita del portiere, gli è valso il premio
WILSHERE FUORI 5 MESI INVECE CHE 3 ●● (si.mar) Se qualcosa può andar male, andrà peggio: pare che la legge di Murphy sia stata scritta per Wenger, che ora aveva bisogno di tutto tranne che di scoprire che Jack Wilshere resterà fuori fino a fine marzo. Per il Sun il centrocampista, all’8° infortunio alla caviglia in carriera, avrebbe avuto una ricaduta dopo l’operazione del mese scorso, con conseguente allungamento dei tempi di recupero a 5 mesi rispetto agli iniziali 3.
FABIO LIVERANI ALLENATORE DEL LEYTON ●● È Fabio Liverani, 38 anni, il nuovo allenatore del Leyton Orient, della League One, terza divisione inglese, e da luglio di proprietà dell’imprenditore italiano Francesco Becchetti. Ha firmato un contratto di due anni e mezzo e prende il posto di Mauro Milanese, che torna dietro la scrivania. Ingaggiato lo scorso agosto come direttore sportivo, il 43enne ex difensore era stato chiamato ad affiancare in panchina Nugent per Slade.
I Galaxy conquistano la quinta Mls Cup battendo i New England Revolution con un gol dell’irlandese nel giorno dell’addio della star Landon Donovan
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LOS ANGELES CAPITALE NEL SEGNO DI KEANE GIULIANO ADAGLIO
●● In Spagna nei posticipi del 14° turno: l’Eibar batte 5-2 l’Almeria, con rete di Piovaccari (la terza nella Liga, è uscito poi al 22’ del secondo tempo), Berjon, Raúl Albentosa, Raúl Navas e Capas (Soriano ed Edgar Méndez per gli ospiti); fra Levante e Getafe è finita invece 1-1 (con reti di Rafael Martins per i padroni di casa e Yoda). In classifica: l’Eibar (9°) a 19 punti, Getafe a 15, Levante a 13 e Almeria a 10.
di Mvp della finale e del campionato, davanti all’altro ex interista Oba Martins e al centrocampista dei Revolution, Lee Nguyen di origine vietnamita. L’addio di Donovan Se Keane è il braccio dei Galaxy, Donovan ne è la mente e il simbolo. Il suo ritiro segna uno spartiacque nella storia del calcio a stelle e strisce: nessuno ha vinto (6 Mls Cup: 4 con Los Angeles, 2 con San José) e segnato (144 gol esclusi i playoff) quanto lui. Anche nell’ultima stagione, Donovan si è aggiudicato a mani basse la classifica degli assist (19): semplicemente, il miglior giocatore statunitense di tutti i tempi. Tra gli artefici del successo dei Galaxy non va dimenticato Bruce Arena: l’ex c.t. della nazionale Usa, già due volte campione con il D.C. United, ha vinto il terzo titolo sulla panchina dei Galaxy, confermandosi stratega principe
FRANCIA
BRANDAO RINUNCIA AL RICORSO ROBBIE KEANE, 34 ANNI, FESTEGGIA IL TITOLO MLS CON I LOS ANGELES GALAXY REUTERS
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L’ex Inter Mvp della finale e del campionato davanti a Martins e Nguyen
del campionato. Una Lega in crescita sotto il profilo mediatico e degli spettatori (oltre 20 mila a gara, terza dietro Nfl e Mlb negli Stati Uniti), ma che fatica a sviluppare talenti: nella top 11 del torneo, il più giovane è il portiere Bill Hamid (classe ’90), le altre stelle sono tutte ultratrentenni, compreso l’eterno Thierry Henry, anch’egli al passo d’addio.
●● Condannato a un mese di carcere e ad una multa di 20.000 euro dal Tribunale di Parigi per aver colpito con una testata Thiago Motta nel sottopassaggio del Parco dei Principi lo scorso 16 agosto, Brandao non farà appello alla decisione del giudice. L’attaccante del Bastia aveva dieci giorni di tempo per opporsi al verdetto ma, dopo aver inizialmente negato l’accaduto, ha confessato e accettato la punizione.
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EXTRA FUN
BRASILE
DEL PIERO A RIO CON ZICO PER BENEFICENZA
�� Ora che è diventata una modella mainstream, che è diventata una delle donne piÚ condivise della rete e che domina i social network di cui padroneggia perfettamente certe dinamiche (dieci foto in bikini e una del cane, dieci in bikini e una del cane...) , si può dire che è andata bene cosÏ. Eppure Abigail Ratchford, gemma della Pennsylvania, abbiamo rischiato di ammirarla su pagine sportive in quanto atleta. Segue da una vecchia intervista: Da ragazzina giocavo a calcio e mi piaceva un sacco. Ancora mi ricordo quando segnai il primo gol e vidi tutta la mia famiglia esultare in tribuna. Poi si manifestò l’asma, fui costretta a smettere e mi si spezzò il cuore. Se mi piace qualche giocatore? Non ne conosco molti... direi Beckham però. Un evergreen, ma ci sta.
�� (m.can.) In India sono avversari: Del Piero gioca col Delhi Dinamos, mentre Zico allena il Goa (e ha vinto 2 volte negli sconti diretti). Ma il brasiliano ha già invitato l’italiano per la partita delle stelle, fissata per il 27 dicembre al Maracanã, in cui si incontrano fuoriclasse del presente e del passato, brasiliani e stranieri. La gara viene organizzata ogni fine anno da Zico per beneficenza.
FRANCIA
DE ROSSI DIVIENE OGGETTO DI PIECE TEATRALE
LEON COI PIZZI Juan Antonio Pizzi, 46 anni, ex Valencia, è il nuovo allenatore del Leon, campione messicano negli ultimi 2 tornei, ma ora eliminato nei quarti dei playoff, dove in finale ora ci sono America e Tigres Uanl.
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ADDIO (NICO) CAMBIASSO Lo stadio Islas Malvinas ha salutato Nicolas Cambiasso, che ha giocato l’ultima partita prima di appendere i guanti al chiodo. Il fratello di Esteban, l’ex interista, portiere, ha annunciato il ritiro a 36 anni, dopo oltre 300 gare con l’All Boys, dove gioca dal 2007 (2 promozioni in A). LA CINA Ăˆ VICINA? Daniel Passarella, 61 anni, campione del Mondo nel 1978, ha deciso di tornare ad allenare, dopo esser stato presidente del River. Sta valutando ÂŤun’offerta dal calcio cineseÂť.
VEDOVA SPEED VENDE VILLA DEL SUICIDIO
S INGHILTERRA
VAN PERSIE FESTEGGIA ALLA FELLAINI �� (si.mar) Magari non vinceranno la Premier neanche quest’anno, ma il titolo di campioni della festa (natalizia) non lo leva nessuno ai giocatori dello United, che la scorsa settimana hanno fatto l’alba in un locale. E se Robin Van Persie ha svettato sugli altri grazie alla parrucca alla Fellaini (con lui in FOTO e Lindegaard in mezzo), Rooney ha ammorbato i presenti col karaoke. Mogli e fidanzate sono poi crollate a fine serata, come successo a Stacey Giggs, addormentatasi in taxi sulle ginocchia del marito.
SI VENDE LA BOMBONERA Ogni xeneize potrĂ assicurarsi una porzione del manto della Bombonera. Per 18 euro si potrĂ acquistare una zolla del campo di gioco del Boca, che sarĂ rinnovato a gennaio. I fondi servono per costruire un nuovo centro sportivo.
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CIAO RIVALDO Rivaldo, 42 anni, ex Barça e Milan, non sarà piÚ presidente del Mogi Mirim, neo promosso in B. Lo ha annunciato lo stesso Rivaldo da Instagram. La decisione di passare la mano dopo 5 anni è dovuta a motivi personali.
�� (a.g.) E De Rossi finisce in teatro. Suo malgrado. Come caso tipico della difficoltà di fare l’arbitro. L’episodio che arricchisce lo spettacolo di Clement Turpin, fischietto in Ligue 1, elaborato in 90 minuti sul palco che mischiano pedagogia, fiction e dialogo con il pubblico, è quello della gomitata a McBride al Mondiale 2006, ch egli cosò l’espulsione dopo 28 minuti. Un fallo che avrebbe potuto passare inosservato senza un buon piazzamento del direttore di gara, l’uruguayano Larrionda. Il match finÏ 1-1.
DIVORZIO KAKĂ€-CARO IN CAMPO LEGALI TOP
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INGHILTERRA
�� (s.m.) Troppo dolorosi i ricordi legati a quella casa per continuarci a viverci. E cosÏ, 3 anni dopo aver trovato il corpo senza vita del marito Gary Speed, impiccato in garage (ma l’inchiesta non è riuscita a stabilire se si sia trattato di suicidio o morte accidentale), la vedova Louise ha deciso di mettere in vendita la villa di Huntington, vicino Chester, che l’ex c.t. del Galles aveva acquistato nel 2005 per 1,6 milioni di euro. Risalente al 1670, ha 6 camere da letto e campo da tennis illuminato, piscina e con lago privato.
BRASILE
sms
SOCCER E GOL, POI L’ASMA HA DETTO NO
�� (seu) Per la stampa la fine del matrimonio tra Kakà e Caroline si prepara a trasformarsi in una battaglia legale senza esclusione di colpi. E di milioni, a giudicare dagli avvocati scelti. A difendere Kakà , Priscila Corrêa, nota come la Regina dei divorzi. Con Caro Gladys Chammas, nota per aver vinto la causa di divorzio piÚ ricca degli ultimi anni: quella tra l’imprenditore Maluf e l’ex moglie, che grazie a Chammas si è vista riconoscere un assegno mensile di 90 mila euro.
FRANCIA
RAPINATO SIRIGU IN AUTO NELLA BANLIEU PARIGINA �� Brutta avventura nella banlieue di Parigi per Salvatore Sirigu, il portiere del Paris SaintGermain. Ieri sera, l’italiano si trovava al volante della sua auto, una Porsche 911, ad Aubervilliers, nella periferia nord della capitale, quando due uomini su uno scooter approfittando di un semaforo rosso hanno accostato la vettura e frantumato il finestrino sul lato del passeggero rubando la borsa della cognata che conteneva solo pochi soldi e nessun oggetto di valore.
ARGENTINA
EL CHAÑAR DEDICA LE VIE A MESSI E SOCI. LAVEZZI NO �� (seu) Il Municipio di El Chaùar (San Miguel de Tucuman) ha battezzato le vie di un quartiere coi nomi dei giocatori che hanno conquistato il 2° posto ai Mondiali. Per le tre mila anime, Messi e soci si sono guadagnati un riconoscimento per aver ispirato tanti giovani. Parole di Carlos Salazar, il sindaco. A Mascherano, incoronato leader, è stata dedicata la strada principale che incrocia con calle Messi, vicino alle strade Higuain, Aguero e Di Maria. Manca però calle Lavezzi.
GERMANIA
PORTIERE PUNTA PISTOLA SUL MISTER: MA Ăˆ DI PEPE â—?â—? (el.ber) L’Oberbilk ha perso 15-0 nelle giovanili in casa dell’Hochdahl. Quando l’allenatore degli ospiti ha sgridato il suo portiere nello spogliatoio, lui ha tirato fuori una pistola minacciandolo di morte. L’allenatore gli è saltato addosso picchiandolo e la questione, scoppiata in rissa, si è risolta solo con l’intervento di 7 voltanti della polizia. Il ragazzo è stato portato in ospedale, l’allenatore in questura. Alla fine si è scoperto che la pistola non era vera ma al pepe.
La frase
INGHILTERRA
A SUNDERLAND HANNO PRESO L’UOMO RAGNO Hanno ucciso l’Uomo Ragno, cantavano gli 883 nei primi anni 90. A Sunderland l’hanno solo allontanato dal campo... Ăˆ successo mercoledĂŹ, durante il match di Premier fra i padroni di casa e il Manchester City. Sul 4-1 per gli ospiti l’Uomo Ragno ha iniziato a scorrazzare sul prato e gli stewart l’hanno beccato. Forse sarebbe stato meglio se fosse andato in porta per Pantilimon...
EDDIE JONES C.T. DEL GIAPPONE DI RUGBY
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Abigail
EXTRATIME - 9 DICEMBRE 2014
Sono andato a scuola da Guardiola, tra i nostri sport ci sono molte analogie
Mondovisione LE PARTITE DA NON PERDERE NEI PROSSIMI GIORNI IN TV
OGGI
DOMANI
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CHAMPIONS LEAGUE BARCELLONA PARIS ST. GERMAIN Sky Sport 1 20.45
BUNDESLIGA HOFFENHEIM EINTRACHT Sky Calcio 2 HD 20.45
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PREMIER LEAGUE ARSENAL NEWCASTLE Fox Sports 18.30
EREDIVISIE PSV TWENTE Fox Sports Plus 14.30
LIGA ATLETICO MADRID VILLARREAL Fox Sports 19.00
DOMENICA 14 DICEMBRE