Martedì 25.11.2014
L’INTERVENTO di Antonio Di Natale 15
IL GOL NUMERO 200 CHE LIBERAZIONE! Prima di entrare in campo avevo un po’ di timore. Ero emozionato nel tunnel, anzi emozionatissimo. Ma volevo farlo a tutti i costi. Che giornata: 400 partite in Serie A e la possibilità di fare 200 gol in A. Mica una roba per tutti. Quando è cominciata la sfida col Chievo il pallone non pesava più. Era come sempre... L'ARTICOLO A PAGINA 15
IN CONTROPIEDE di Dan Peterson 19
Anno 118 - Numero 278 €1,40
ROMA&JUVE IL RISCHIA EURO Oggi a Mosca (ore 18) col Cska i giallorossi cercano una vittoria che potrebbe già valere la qualificazione. Totti dall’inizio. Nainggolan terzino?
CARO POZZECCO, HAI SBAGLIATO Dopo due giornate del campionato di Serie A, ho scritto in questa rubrica che Gianmarco Pozzecco - fino a quel momento in testa alla classifica con due vittorie stava facendo un egregio lavoro con la sua Varese. Anzi, aveva dato (secondo me) la giusta identità alla squadra, quella di correre e tirare, sfruttando al meglio le caratteristiche tecniche dei suoi.
STORIE DA NON PERDERE
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
1 L’INTERVISTA
Panucci a Capello: «Con il suo staff è stato vergognoso» 2 IL REPORTAGE
9 771120 506000
L’iridato al top della maturità: ritmo alla Schumi, stile alla Hunt ALLIEVI, PERNA A PAGINA 23
w
IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI
GRUPPO E CSKA MOSCA-ROMA (ORE 18) MANCHESTER CITY-BAYERN
GRUPPO F APOEL-BARCELLONA PSG-AJAX
GRUPPO G SCHALKE-CHELSEA SPORTING-MARIBOR
GRUPPO H BATE-PORTO (ORE 18) SHAKHTAR-ATHLETIC B.
BOCCI A PAGINA 7
MERCATO E’ IL PRIMO DELLA LISTA E POTREBBE ARRIVARE GIA’ A GENNAIO
Lavezzi nel mirino dell’Inter Il giovane Ibra in maglia Malmoe
3 LEGGENDE DELLO SPORT
Yankees, Marilyn Il mito DiMaggio compie 100 anni
41 1 2 5>
ANCHE UN PO’ DI SENNA NEL NUOVO HAMILTON
CHAMPIONS (ORE 20.45) DI MATTEO SFIDA IL SUO EX CHELSEA
Graffiti e minacce Malmoe, dove Ibra è diventato uomo
SALVINI PAGINA 29 COMMENTO DI LOPES PEGNA PAGINA 19
DiMaggio con Marylin Monroe
Moratti: «Bravo Mancini, terzi si può fare» 13
14
LA CRITICA
IL POSTICIPO
Confalonieri «Un derby da poveretti»
Dybala e Perinn si dividono gli applausi
Il presidente di Mediasett «Mi piace solo Inzaghi»
-1. Genoa-Palermo finisce 1-1. Dopo i guai, portiere super err
PASOTTO A PAGINA 13
DA RONCH, GRIMALDI, LONGHI A PAGINA 14
Scelto Arrivabene: «Serviva un leader che conoscesse bene la F.1»
23
BIANCHI, CECCHINI, CONDO', DELLA VALLE, GOZZINI, LICARI PUGLIESE, STOPPINI DA PAGINA 2 A PAGINA 6
CECCHINI A PAGINA 5
MARCHIONNE SPIEGA LA FERRARI REVOLUTION
CREMONESI A PAGINA 22
Domani a Malmoe tocca ai bianconeri. Tevez punta a sfatare il tabù dei gol in trasferta: ne ha segnato solo uno nel 2008 La Coppa vale 80 milioni
L’ARTICOLO A PAGINA 19
22
DALLA VITE, TAIDELLI PAGINE 10-11
SU EXTRATIME
PARLA RIBERY «IO, GUARDIOLA E LA FANTASIA»
Follie in terra elvetica dopo la conquista della Davis. Ieri a Locarno uno svizzero è passato col giallo.
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Champions League R Le italiane LA CORSA AGLI OTTAVI Giallorossi, possono bastare due pareggi Per i bianconeri necessari almeno 4 punti ma con due vittorie è qualificazione sicura ROMA AGLI OTTAVI SE Se fa 4 punti in 2 turni La Roma si qualifica se fa 4 punti negli ultimi due turni perché, a quota 8 in classifica, potrebbe essere raggiunta soltanto dal Cska col quale avrebbe comunque il vantaggio dello scontro diretto (fare 4 punti significa almeno pareggiare a Mosca). Naturalmente la Roma è agli ottavi vincendo entrambe le prossime partite. Se oggi vince e il City non batte il Bayern Una vittoria a Mosca potrebbe già dare la certezza aritmetica con un turno di anticipo ai giallorossi se stasera il City non batterà il Bayern. Se fa due pari (0-0 col City) e il Cska non vince a Monaco Roma qualificata agli ottavi anche in caso di 2 pareggi con Cska e City (soltanto 0-0) negli ultimi 2 turni (se il Cska non vince a Monaco nell’ultima giornata).
Miralem Pjanic, 24 anni, alla Roma dall’estate del 2011: il club giallorosso lo acquistò dal Lione ACTIVA
ROMA IN BILICO SE Se oggi perde a Mosca Una sconfitta contenuta a Mosca rispetto al 5-1 dell’andata costringerebbe invece i giallorossi a battere il City, sperando in una
Rudi Garcia e Massimiliano Allegri, tecnici di Roma e Juve LAPRESSE/ANSA vittoria del Bayern sul Cska. JUVENTUS AGLI OTTAVI SE Pur vincendo con l’Olympiacos nell’ultimo turno, il rigore sbagliato da Vidal nei minuti di recupero ha complicato tremendamente la qualificazione della Juventus perché, in caso di arrivo a pari punti, passerebbero i greci in virtù degli scontri diretti e dei gol segnati in trasferta (1-0 al Pireo, 3-2 a Torino). Se fa 4 punti in 2 turni (e l’Olympiacos ne perde una) La condizione indispensabile è
che domani i bianconeri vincano a Malmoe, augurandosi che l’Atletico al Calderon batta l’Olympiacos. La classifica sarebbe così: Atletico Madrid 12, Juventus 9, Olympiacos 6 e Malmoe 3. Così all’ultima giornata potrebbe bastare anche un pareggio in casa contro i Colchoneros di Simeone per evitare il penalizzante arrivo alla pari a quota 9 con l’Olympiacos (sempre che i greci vincano in casa col Malmoe). La classifica finale reciterebbe dunque: Atletico Madrid 13, Juventus 10, Olympiacos 9 e Malmoe 3. Se fa 6 punti in 2 turni Se la Juve, dopo aver vinto domani contro il Malmoe, dovesse battere anche l’Atletico in casa nell’ultima partita, con 12 punti sarebbe comunque qualificata perché soltanto una tra Atletico e Olympiacos (domani scontro diretto) potrebbe raggiungere la stessa quota. JUVE IN BILICO SE Se fa meno di 4 punti La Juve aritmeticamente potrebbe qualificarsi anche facendo 3, 2 o un solo punto, ma l’Olympiacos dovrebbe combinare un disastro. Caso limite, con un solo punto juventino: AtleticoOlympiacos 1, Malmoe-Juve X, JuveAtletico 2, Olympiacos-Malmoe 2. Classifica finale: Atletico 15, Juve e Malmoe 7, Olympiacos 6, bianconeri qualificati per gli scontri diretti (una vittoria e un pari) con gli svedesi.
L’Italia con Roma e Juve si gioca l’Europa e la faccia
1Torna la Champions con due trasferte abbordabili: ottavi obiettivo categorico
Non è questione solo di ranking, ma anche di immagine e fatturato del nostro calcio Paolo Condò
LA SITUAZIONE GRUPPO E PARTITE GIOCATE BAYERN MONACO-MANCHESTER CITY ROMA-CSKA MOSCA CSKA MOSCA-BAYERN MONACO MANCHESTER CITY-ROMA CSKA MOSCA-MANCHESTER CITY ROMA-BAYERN MONACO BAYERN MONACO-ROMA MANCHESTER CITY-CSKA MOSCA N
GRUPPO A PARTITE GIOCATE 1-0 5-1 0-1 1-1 2-2 1-7 2-0 1-2
CLASSIFICA
PT G
V
BAYERN MONACO* ROMA CSKA MOSCA MANCHESTER CITY
12 4 4 2
4 0 0 11 1 1 1 2 7 11 1 1 2 5 9 0 2 2 4 6
4 4 4 4
@PaoloCond
P GF GS
JUVENTUS-MALMOE OLYMPIACOS-ATLETICO MADRID ATLETICO MADRID-JUVENTUS MALMOE-OLYMPIACOS ATLETICO MADRID-MALMOE OLYMPIACOS-JUVENTUS JUVENTUS-OLYMPIACOS MALMOE-ATLETICO MADRID CLASSIFICA
PT G
V
N
ATLETICO MADRID OLYMPIACOS JUVENTUS MALMOE
9 6 6 3
3 2 2 1
0 1 10 3 0 2 6 7 0 2 5 4 0 3 2 9
4 4 4 4
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
OGGI CSKA MOSCA-ROMA MANCHESTER CITY-BAYERN MONACO 10 DICEMBRE BAYERN MONACO-CSKA MOSCA ROMA-MANCHESTER CITY
DOMANI ATLETICO MADRID-OLYMPIACOS MALMOE-JUVENTUS 9 DICEMBRE JUVENTUS-ATLETICO MADRID OLYMPIACOS-MALMOE
*GIÀ QUALIFICATA AGLI OTTAVI DI FINALE
2-0 3-2 1-0 2-0 5-0 1-0 3-2 0-2 P GF GS
E’
l’ora. L’inverno deve appena iniziare anche se a Mosca battono già i denti ma il quinto turno dei gironi di Champions è una finestra spalancata sulla sua fine, visto che le gare di ritorno degli ottavi sono in calendario alle porte della primavera. Ci vogliamo arrivare, e con due squadre: il concetto è antico e spesso contestato - l’insormontabile fatica di tifare per un club diverso dal tuo - ma quest’anno, dopo il secondo flop mondiale consecutivo, al nostro solito buonismo (che legittimamente può non piacere) si aggiunge lo stato di necessità. NON SOLO RANKING Abbiamo bisogno che la Juventus e la Roma superino la fase a gironi, come dobbiamo augurare lunga vita alle quattro italiane dell’Europa League, perché ormai il nostro calcio oscilla pericolosamente fra le delizie di un’élite in allontanamento e il grigiore dei Paesi fornitori, quelli nei quali può an-
3
● i gol segnati da Gervinho in questa edizione di Champions, principale goleador delle squadre italiane: nei 267 minuti giocati anche un assist
300
● i passaggi di Chiellini in queste prime quattro partite del torneo: è l’italiano con più passaggi, 274 quelli riusciti, pari al 91% del totale
che nascere (o formarsi) il fuoriclasse, ma senza illudersi di poterlo trattenere. Non è soltanto una questione di ranking, che pure conta perché il posto dei campioni è nei grandi tornei e quindi occorrono i passaporti, ma di immagine e di fatturato. Parafrasando il dibattito economico di questi tempi, il nostro football ha tagliato ciò che poteva tagliare, incidendo il muscolo e non soltanto il grasso a giudicare dalla povertà di certi spettacoli domenicali; per uscire dalla crisi ora occorre pensare allo sviluppo, la via indicata dalla Juve con la realizzazione dello Stadium e dalla Roma col progetto del nuovo impianto di Tor di Valle. Ma hai voglia a parlare di sviluppo se non riesci nemmeno ad arrivare agli ottavi di Champions... LA CHANCE ROMA Il discorso ha un traguardo comune ma percorsi diversi. Stasera a Mosca va in campo una Roma che il giorno del sorteggio abbiamo tutti prematuramente pianto, immaginando il match di oggi come una sorta di spareggio per proseguire la corsa in Europa League. Totti e compagni hanno invece esalta-
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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fCALCIO E AFFARI I PREMI UEFA
Champions business Sollevare la coppa vale oltre 80 milioni 1Grazie al ricco market pool italiano, Juve e Roma possono incassare cifre straordinarie andando avanti nel torneo
GIÀ GUADAGNATI 30 MILIONI (cifre in milioni di euro)
QUANTO HANNO GUADAGNATO
QUANTO POSSONO ANCORA GUADAGNARE
Dopo Market-Pool Totale Gruppi 4 giornate Campionato parziale
Dopo altre Market-Pool 2 giornate Ottavi Quarti Semifinale Vittoria Champions
TOTALE
fino a
8,6
2
22
32,6
2
3,5 3,9
4,9
10,5
8,6
1,5
18
28,1
2
3,5 3,9
4,9
10,5
27
84,4
fino a
27
79,9 GDS
Paul Pogba, 21 anni, alla Juve dal 2012: i bianconeri lo hanno preso dopo lo svincolo dal Manchester United LIVERANI
to nelle prime due gare, raggranellando quat- abbandonato. Una certa dose di casualità è ovtro succosi punti, e nelle altre due hanno subi- via, ma la coincidenza fra il varo della difesa a to gli schiaffoni del Bayern senza frignare quattro e il cambio di passo della Juve fa imtroppo, visto che nel frattempo il Manchester pressione: i dieci gol a zero inflitti in campioCity s’è quasi ritirato dal torneo. Se stasera alle nato a Parma e (a domicilio) Lazio dipingono 18 vincesse nello stadio vuoto del Cska, la Ro- una squadra che sembra la crisalide trasforma andrebbe a cena con le scatolette di caviale mata in farfalla. E il momento generale è torallineate sul tavolo: un pari del Bayern in In- nato dalla parte bianconera, anche per colpa ghilterra e gli ottavi sarebbero certi, con la fe- dell’1-7 dell’Olimpico targato Bayern. Fino a sta conseguente. Sinceramente, dopo aver as- quel giorno il tema della stagione italiana era sistito alla gara d’andata non avremmo mai la Roma in caccia e la Juve a resisterle; la compensato di dover fare un discorso prudente og- binazione tra la grande delusione dell’Olimpico e il rifiorire anche tattico gi: all’Olimpico finì 5-1, e la serabianconero ha ribaltato la situata diede le stesse sensazioni - ovzione, restituendo alla Juve lo viamente ribaltate - che avremLE DUE MISSION status di squadra più forte e in mo provato il mese successivo Senza il passaggio piena salute, e alla Roma quello col sacco da parte del Bayern. del turno i piani di di sfidante in attesa dell’occasioStasera, nel silenzio congelato ne. dell’arena Khimki, la Roma deve sviluppo di Pallotta ritrovare l’ispirazione speciale sarebbero vanificati UNA SERIE IRREALE Qualche che l’ha sostenuta a Empoli e a giorno fa Andrea Agnelli ha diBergamo, quella che ti fa vincere Agnelli vuole il 5° chiarato pubblicamente che le partite che devi vincere anche l’obiettivo industriale della Juve se non stai benissimo. Nello sta- fatturato al mondo? La qualificazione è il quinto fatturato al mondo dio svuotato dal teppismo dei dietro le quattro irraggiungibili suoi tifosi (la squalifica termina non è negoziabile (per ora) Real, Barça, Bayern e con questo match) il Cska ha già resistito dignitosamente al Bayern, passato 1-0 United, e che per centrarlo un piazzamento fra su rigore, ed è tornato da uno svantaggio di le prime otto d’Europa, ovvero i quarti di due gol col City che pareva la pietra tombale Champions, non è negoziabile. Allegri deve sulla sua Champions. Non stiamo certo parlan- vincere domani a Malmoe per guadagnare un do di una grande squadra, ma è importante prevedibile vantaggio sull’Olympiacos - diffiche Garcia sia consapevole di dover piantare cile che faccia risultato a Madrid - e giocarsi un paletto nel cuore del Cska atterrato. Altri- poi il primo posto nel girone a Torino contro l’Atletico. Ma anche al di là delle impellenze di menti ritorna. classifica, Allegri deve vincere a Malmoe per LA NUOVA JUVE Pronti a celebrare come una spezzare finalmente l’irreale serie negativa in splendida conquista - viste le premesse di sor- trasferta, cinque sconfitte e un pari nelle sei teggio - la qualificazione romanista, non desi- gare più recenti. Quelli forti sanno vincere fuoderiamo sorprese per quella juventina: giudi- ri casa: è una legge dello sport identica a se cata più che accessibile a urne calde, si è molto stessa dalla notte dei tempi, e per i Pogba e i complicata con la sconfitta del Pireo e un po’ Tevez di queste settimane non dovrebbe essere sciolta dopo quella che potrebbe essere la svol- difficile osservarla come merita. E’ l’ora, maleta della stagione, la gara casalinga con l’Olym- dizione. Siate tutti puntuali, perché non c’è più piacos vinta in rimonta e con l’abito tattico tempo da perdere. nuovo che da quella sera Allegri non ha più © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fabio Licari
Q
uanto vale andare avanti per Juve e Roma? Un’enormità (fino a 50 milioni) se una delle due dovesse vincere la Champions. Tanti soldi (almeno 30 milioni) in ipotesi meno fantascientifiche, cioè andando avanti fino ai quarti, risultato non impossibile magari con l’aiuto dei sorteggi. Soldi (più di 20 milioni) anche fermandosi agli ottavi. Soldi che aumenterebbero il gap tecnico — già notevole — con le altre italiane e necessari per mantenersi tra le top d’Europa. Soldi utili fin dal mercato di gennaio. Ma il portafogli di bianconeri e giallorossi è bello pieno: di fatto, dopo le prime 4 giornate, sono entrati una trentina di milioni. SITUAZIONE OGGI Per la precisione, la Juve ha già incassato 32,6 milioni. Così: 8,6 di diritti di partecipazione; 2 per i due successi nel gruppo; 22 di market pool. La Roma un po’ meno: oltre agli 8,6 fissi, soltanto 1,5 di risultati (un successo e un pari) e 18 di market pool. Meglio spiegare in dettaglio questa voce criptica. MARKET POOL CAMPIONATO Il market pool è un po’ il quarto segreto di Fatima, o di Nyon. Si tratta di una cifra fissa da distribuire tra le va-
rie nazioni in base al valore dei contratti tv. Per il triennio 201215 la cifra italiana è altissima: l’anno scorso sono stati distribuiti ai nostri club poco più di 80 milioni (così dovrebbe essere anche quest’anno). Ma come vengono poi divisi i soldi tra i club di una stessa nazione? Il 50% del totale dipende dalla posizione nel campionato precedente: la Juve, campione in carica, prenderà il 55% (22 milioni) e la Roma, seconda, il 45% (18 milioni). Cifre così alte perché la terza italiana, il Napo-
James Pallotta, 56 anni, presidente della Roma LAPRESSE
Andrea Agnelli, 38 anni, presidente della Juventus AFP
li, è stata eliminata ai playoff: altrimenti la quota procapite sarebbe stata inferiore. MARKET POOL CHAMPIONS C’è poi l’altro 50% (40 milioni) che dipende dal numero di partite in Champions. Esempio: se una italiana arriva in finale giocando in totale 13 partite, e l’altra è eliminata ai gruppi giocandone solo 6, la prima prende all’incirca il 68% (27 milioni) e la seconda il 32% (13 milioni). Cifre da confermare, naturalmente, ma non lontanissime dalla realtà. Precisazione: questa «voce» arriverebbe anche in caso di eliminazione ai gruppi, solo con distribuzione diversa. SOLDI DAI RISULTATI Contano anche i risultati in campo: le italiane potrebbero vincere le restanti 2 partite del gruppo (2 milioni) e poi guadagnare dalla partecipazione ai vari turni dell’eliminazione diretta (0,5 per chi solleva il trofeo). Totale massimo ancora conquistabile: altri 24,8 milioni. TOTALE DA SBALLO Ipotesi estrema: la Juve batte Malmoe, Atletico e poi vince la Champions mentre la Roma è eliminata nei gruppi. Ebbene: i bianconeri guadagnerebbero in totale 84/85 milioni. Stesso discorso, al contrario, a favore della Roma? 80 milioni circa. Facciamo l’ipotesi meno «folle»: se una arriva ai quarti può guadagnare fino a un totale di 60 milioni. Non male comunque. © RIPRODUZIONE RISERVATA
A 180’ DAGLI OTTAVI
Balo, la neve di Istanbul e i finali che non ti aspetti 1Nell’anno del Triplete l’Inter ce la fece per un pelo grazie a Mario, negli ultimi anni quante occasioni sprecate dalla Juve Alessandra Gozzini
T
ema: le italiane in Champions dopo 4 giornate, risultati e prospettive future. Primo protagonista della storia? Balotelli. Il motivo spiegato nello svolgimento: siamo dentro l’edizione 2009-10, dopo quattro gare del girone l’Inter è prima con 6 punti (a Kiev, nei cinque minuti finali dell’ultima uscita si era presa vittoria e primato), uno di vantaggio su Rubin Kazan e Barcellona, quindi Dinamo Kiev a chiudere, quota 4. Ma alla quinta
i nerazzurri vanno k.o.: perdono con il Barcellona, e ottengono il passaggio del turno solo con la vittoria a San Siro sul Rubin, all’ultimo tuffo: segna Eto’o, sigilla Balo. E in una serata di maggio, a Madrid, l’Inter solleverà la Champions al cielo, ultima volta italiana. Morale della favola: porta bene accumulare punti nelle prime quattro e cadere alla quinta. Ma si può anche pensare di ribaltare il pronostico: a stento fin qui, poi l’exploit di fine novembre. Se lo augurano Juventus e Roma, arrivate a questo punto in una posizione non troppo comoda.
PRECEDENTI Nelle ultime 10 edizioni, nello stesso periodo, molti verdetti erano già stati scritti: nel 2004-05 Inter e Juve già qualificate (Milan quasi), Roma già fuori (ecco perché ora vale la pena sperare). L’anno dopo l’Italia è ancora un’altra Italia: Inter e Juve guidano i loro gironi, il Milan secondo farà poi un balzo in extremis (lascia solo l’Udinese battuta in chiusura dal Barcellona). Edizione 2006-07: Inter e Milan andranno avanti, la Roma è seconda dopo 4 giornate e...si qualificherà all’ultimo turno. E passata una stagione la storia si ripete: Roma seconda e poi qualifica-
Eto’o e Balotelli esultano dopo il 2-0 dell’Inter al Rubin Kazan INSIDE
Conte sotto la neve di Istanbul durante Galatasaray-Juventus EPA
ta. Meglio ancora nel 2008-09: Juve già promossa, la Roma vice padrona del girone vince le ultime due e chiude da leader. Del 2010 si è già detto, ma non tutto: la Juve è seconda ma perde le ultime due, chance azzerate. Basta allora non ripetere gli errori... E nel 2011? A questo punto Roma seconda dietro il Bayern e alla fine ancora dentro. Infine un passaggio ancor più rassicurante: due stagioni fa Juve terza dopo 4 giornate e poi vincitrice del girone. Poteva farcela pure l’anno scorso, da ultima del gruppo: poi nevicò, a Istanbul... © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions League R Gruppo E
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ghiaccio e Mosca Totti e la Roma sanno come si fa 1Qui nel 2001 i giallorossi batterono la Lokomotiv
Francesco c’era, così come il suo rivale Ignashevich politica, Nadal e Federer nel tennis, Real Madrid e Barcellona nel calcio. Opposti contro, Totti non guarda in faccia nessuno. A 38 anni la voglia d’Europa non gli è passata, anzi, si è rafforzata. «Vincere la Champions è il mio grande sogno», ha raccontato anche di recente nell’intervista alla Gazzetta. E un campione che sogna, alla soglia dei 40, è il messaggio migliore che la Roma possa mandare all’avversario.
Davide Stoppini INVIATO A MOSCA (RUSSIA)
«M
a quale Locomotiva, noi c’avemo il Pendolino»: nei bar di Roma si esultava così, il 17 ottobre 2001. La sera prima, 13 anni e un pezzettino fa, la squadra di Fabio Capello e Marcos Cafu aveva battuto la Lokomotiv, il freddo, il portiere avversario Nigmatullin che allora pareva a un passo dalla Lazio: gol del laterale, per modo di dire, visto che tremendamente decisiva fu la deviazione di Tcherevtchenko. Comunque tre punti fondamentali per la qualificazione Champions della Roma. Cafu oggi si gode la vita tra Miami e il suo Brasile, impegnato com’è nel ruolo di testimonial Fifa. Altro calcio, altro mondo: un mese prima di quel Lokomotiv-Roma, a New York le Torri Gemelle erano venute giù e dalla Russia osservavano la tragedia con un certo distacco. Il presidente era Vladimir Putin. Lo stesso che pochi mesi fa ha annunciato al mondo di avere le prove che quell’attacco era una montatura, organizzato dagli Usa. IL SOGNO Nell’attesa, è bene ricostruire la storia partendo da punti fermi. E quella calcistica racconta di Francesco Totti e Sergei Ignashevich, in campo stasera come allora, unici due reduci, unici due punti di contatto di una Roma che torna in Russia con la voglia di Champions in testa. Sempre a Mosca, sempre con il freddo, sempre con il termometro sotto zero: stasera, ore 20. Totti sa già cosa vuol dire, basta solo adattarsi all’avversario. Tredici anni fa la Lokomotiv, la squadra delle ferrovie e della rivoluzione d’ottobre. Oggi il Cska, la squadra dell’esercito russo. Vincere oggi sarebbe per Totti come aver battuto la destra e la sinistra in
Totti ieri in campo a Mosca ASROMA
208
● I minuti giocati da Totti in questa Champions League: 46’ contro il Bayern Monaco all’andata, 72’ col Manchester City e 90’ con il Cska Mosca
17
● I gol segnati da Totti in carriera in Champions League (in 53 gare, 4.402’ in campo). Per il capitano dei giallorossi anche 11 assist
GLI ALTRI Oltre che una specie di miracolo della natura, l’ultima trasferta per Totti ha avuto il sapore dell’impresa, la prodezza al Manchester City. Due mesi dopo il visto per la Russia è un visto per l’Europa, da rinnovare per febbraio e i mesi successivi. Totti sogna, suda e si riscalda nel freddo moscovita. E’ l’eccezione alla regola, perché vai a guardare i 10 compagni con cui nel 2001 venne a vincere a Mosca e ti accorgi che il calciatore ad altissimi livelli, oggi, lo fa solo il capitano della Roma. Antonioli allena i portieri del Cesena, Zebina non si arrende e sgobba in Ligue 2 con l’Arles Avignon, Samuel ha strappato un contratto al Basilea, Zago ha scelto di entrare nello staff tecnico di Lucescu allo Shakhtar. Di Cafu s’è detto prima, Guigou ha smesso nel 2010, Lima è tornato a vivere in Brasile, Tommasi è presidente anche di Totti, ovvero dell’Aic, Emerson ha stretto accordi con la Roma per far arrivare a Trigoria nuovi Francesco dalla sua scuola calcio, il Fragata. E infine Batistuta, i suoi dolori alle ginocchia, stilista a tempo perso (ha fondato il marchio di abbigliamento «GB») e giocatore di polo quando in Argentina splende il sole e fa caldo. Totti no. Totti gioca anche sotto zero. E stasera guarderà di nuovo in faccia Ignashevich, forse con l’animo di chi ha saputo fermare il tempo.
Francesco Totti, 38 anni, in azione con Sergey Ignashevich in Lokomotiv Mosca-Roma 0-1 del 2001 LAPRESSE
COSI’ IN CAMPO ALLE ORE 18 TV Sky Sport 1 HD, Sky Sport Plus HD, Sky Calcio 1 HD INTERNET gazzetta.it
ARBITRO Felix Brych (Ger) GUARDALINEE Mark Borsch (Ger) e Stefan Lupp (Ger) QUARTO UOMOMarco Achmuller (Ger) ADDIZIONALI Bastian Dankert (Ger) e Marco Fritz (Ger)
42. SCHENNIKOV 35. AKINFEEV 24. V. BEREZUTSKI
4. IGNASHEVICH
18. MUSA 25. EREMENKO
6. A. BEREZUTSKI
24. FLORENZI
2. M. FERNANDES 88. DOUMBIA
3. WERNBLOOM
15. PJANIC
ALLENATORE: Slutski PANCHINA: 1 Chepchugov, 14 Nababkin, 91 Chernov, 7 Tosic, 15 Efremov, 31 Vitinho, 71 Bazelyuk SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Eremenko INDISPONIBILI: Elm e Natchko
4. NAINGGOLAN 16. DE ROSSI
27. GERVINHO
CSKA MOSCA 4-1-4-1
20. KEITA
10. TOTTI
10. DZAGOEV
44. MANOLAS
26. DE SANCTIS
23. ASTORI
ROMA 4-3-3
25. HOLEBAS
ALLENATORE: Garcia PANCHINA: 28 Skorupski, 50 Somma, 3 Cole, 6 Strootman, 8 Ljajic, 22 Destro, 7 Iturbe SQUALIFICATI: nessuno DIFFIDATI: Maicon e Nainggolan INDISPONIBILI: Balzaretti, Castan, Curci, Maicon, Yanga-Mbiwa e Torosidis GDS
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I RUSSI
Garcia, l’ultima tentazione Nainggolan terzino destro
Farà molto freddo: -6° In campo a porte chiuse
1L’allenatore
Fabio Bianchi
ammette: «Anche un pari ci terrebbe in corsa. Maicon? Non era pronto»
Andrea Pugliese INVIATO A MOSCA
«C
i servirà un terzino. Ma a prescindere dal modulo, l’importante è che la squadra abbia lo stesso atteggiamento e crei problemi all’avversario». Che poi sono i due grandi enigmi della Roma a caccia della qualificazione. Chi far giocare come esterno destro e se cambiare pelle. Garcia ci ragio-
nerà fino alla fine, per poi scongelare la squadra nel freddo della Khimki Arena. CERCASI ESTERNO Le assenze di Torosidis e Maicon costringono la Roma a una soluzione di emergenza, con Garcia che sperava in un recupero in extremis del brasiliano. «Volevo portare tutti quelli con una chance. Ma Maicon non si è mai allenato con la squadra e abbiamo capito che non era pronto. Né lui, né Torosidis». E allora Garcia sta pensando a una soluzione nuova, con l’arretramento di Nainggolan per sfruttare forza, esplosività e resistenza. «Tre le soluzioni: Florenzi (che stava per giocare terzino a Monaco), Somma (che l’ha fatto a Bergamo) o un altro che tengo per me». Alla fine dovrebbe spuntarla l’altro, che lì ci ha già gioca-
to a Napoli. «Il destino è nelle nostre mani, faremo di tutto per vincere, anche se un pari ci terrebbe in corsa. Dopo i sorteggi nessuno pensava che alla quinta potessimo ancora giocarci la qualificazione». L’altro dubbio è capire se cambiare di nuovo volto o meno. Fino ad oggi, la Roma lo ha fatto solo a Monaco, dove ha tradito il 4-3-3 (e 4-2-3-1) per un 4-4-2 più compatto. Al francese è venuta la tentazione di rifarlo, per dare più copertura. Ma, alla fine, dovrebbe restare con il 4-3-3, con Florenzi davanti per aiutare nei rientri e nei recuperi. «L’importante è che la squadra sia pronta, non solo a iniziare con un altro modulo, ma anche a cambiare in corsa. Il Cska è forte, il risultato dell’andata non conta». Quello di stasera, però, sì. E anche tanto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
INVIATO A MOSCA
I
l colonnello autunno ci dà dentro, anche se di recente si è dato una calmata. In ottobre a Mosca il termometro ha segnato -15, per stasera è previsto soltanto un -6. Abbastanza però per dare un vantaggio ai russi. Annullato, se vogliamo, dall’assenza dei tifosi. Il Cska gioca ancora a porte chiuse all’Arena Khimki, punita per i fumogeni e le risse dei suoi ultrà all’Olimpico con i tifosi e la polizia. La sfida ambientale è in parità. RINCORSA WERNBLOOM Anche in fatto di dolori siamo lì. Il tecnico Slutsky deve
fare a meno del nazionale israeliano Natcho, uno degli uomini chiave, e dello svedese Helm, che rischia addirittura di chiudere la carriera. Poi c’è il dubbio dell’altro svedese Wernbloom. «Ho problemi in mezzo, cercheremo di recuperarlo», dice Slutsky. La netta impressione è che giocherà. Dopo due scudetti consecutivi, a tre giornate dalla pausa di campionato l’ex squadra dell’esercito è lontana 10 punti dalla vetta Zenit, ma ha recuperato qualche uomo (Dzagoev e Shennikov) e l’attacco, con Musa e Doumbia, il castigatore del City, è veleno puro. «La Roma – dice Slutsky – è fortissima ma sarà una partita diversa da quella dell’andata. Abbiamo una chance di qualificarci e ci proveremo con tutte le forze». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Youth League Anche la Primavera sfida il gelo russo ● La Primavera della Roma aprirà oggi la 5a giornata della Youth League, la Champions dei giovani. I ragazzi di De Rossi, secondi a quota 6, sfideranno il Cska alle 11.30 a Mosca. Domani toccherà invece ai baby della Juventus, impegnati a Malmoe alle 15.30. Ecco il programma di oggi. Ore 11.30: Cska Mosca-Roma (gruppo E); ore 12: Sporting Lisbona-Maribor (G); ore 13: Bate Borisov-Porto (H), Shakhtar Donetsk-Athletic Bilbao (H); ore 13.30: Schalke 04-Chelsea (G); ore 15: Apoel-Barcellona (F); ore 16: Manchester City-Bayern Monaco (E); ore 20.45 Anderlecht-Galatasaray (D). La classifica del gruppo E: Manchester City 12, Roma 6, Cska Mosca 3, Bayern 3.
Champions League R Gruppo E
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
A TU PER TU
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CONTENUTO PREMIUM
Panucci
«ROMA, SE CORRI IL CSKA LO BATTI CAPELLO INGRATO» L’EX VICE DEL C.T. RUSSO: «COL SUO STAFF FABIO E’ STATO VERGOGNOSO, GLIELO DIRÒ IN FACCIA» L’INTERVISTA di MASSIMO CECCHINI INVIATO A MOSCA
I
n tempi di esterni difensivi malinconici (Cole e Holebas), spariti (Emanuelson), infortunati (Torosidis) e in qualche modo imbronciati (Maicon), uno come lui - che sapeva correre su entrambe le fasce e all’occorrenza giocare anche da centrale - avrebbe fatto davvero comodo alla Roma. Ma Christian Panucci a 41 anni è solo un ricordo (bello) per tanti club, ma soprattutto per la Roma, la squadra in cui ha giocato più a lungo e che (forse) ha amato di più. Al netto degli impegni tv, l’ultima avventura l’ha vissuta da assistente tecnico di Fabio Capello nella Nazionale russa, da cui è stato sedotto e abbandonato poche settimane fa, dopo biennio culminato nella qualificazione al Mondiale.
«Le dico solo questo: qualche settimane fa in Nazionale parlavo con alcuni dei loro giocatori che mi dicevano: “Passiamo con 8 punti”, calcolando già un successo con la Roma e un pari a Monaco. Ma non si illudano. I tedeschi li conosco: anche se già qualificati, giocheranno per vincere come sempre». Allora ci dia altre buone notizie per i giallorossi. «Giocare senza pubblico per il Cska sarà un handicap, il tifo li aiuta parecchio. E poi hanno un tallone d’Achille: sono abba-
stanza deboli nel difendere sulle palle inattive, senza contare che in campionato - reduci da tre sconfitte di fila - non sembra che stiano attraversando un ottimo momento». Perciò, tenendo conto dell’andata e del rientro di Totti e Gervinho, si può dire che per la Roma è quasi fatta? «Per niente. I giallorossi sono favoriti, però innanzitutto i calciatori del Cska sono più abituati al freddo, e questo conta. Eremenko e Musa, poi, sono giocatori che possono mettere in dif-
ficoltà chiunque. E non dimentichiamo che davanti c’è Doumbia. Tecnicamente non è un fenomeno, ma ha tantissima forza nelle gambe». Come si batte il Cska? «Per prima cosa usando la velocità, perché in Russia generalmente si gioca a ritmi bassi. E poi usando l’esperienza». Quella che avrebbero dovuto dare quest’anno Maicon e Cole. «Non sapendo le cose dall’interno, dico solo che forse possono dare di più».
A destra Christian Panucci, 41 anni, in panchina con Fabio Capello, 68
Con l’emergenza difensiva che c’è, farebbe bene Garcia a cambiare modulo come a Monaco, passando dal tridente a un più coperto 4-4-2? «Le scelte toccano a lui, ma io non snaturerei la squadra. Così si trasmetterebbe al gruppo un segnale di debolezza».
«Francesco è fenomenale: dall’attore all’allenatore, può fare tutto».
Per fortuna che Totti continua spesso a fare la differenza. «Finché si diverte fa bene a continuare, e visti i risultati...».
Avviso ai lettori: il tono e la grinta della risposta sono le stesse che metteva in campo quando giocava. Uno come Panucci meglio prenderlo sempre sul serio.
Ha detto che un giorno vorrà allenare: è sorpreso?
E lei invece che farà da grande? «Aspetto una panchina». Magari un giorno della Roma? «Io sono disponibile».
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L’IDENTIKIT CHRISTIAN PANUCCI NATO IL 12 APRILE 1973 A SAVONA RUOLO EX DIFENSORE ALTEZZA 184 CM PESO 76 KG
Panucci, la crisi economica della Federcalcio russa ha travolto anche lei. «Che dirle? Tornati dal Brasile mi avevano promesso il rinnovo tante volte e poi non sono mai passati dalle parole ai fatti. Ho lavorato addirittura senza contratto, ma alla fine ho detto basta. E pensare che per loro avevo rifiutato una panchina...». Eppure il c.t. è il suo amico Capello: non ha potuto aiutarla? «Senta, io lo ringrazio per l’opportunità che mi ha dato, ma si è comportato in modo vergognoso con me e con tutto lo staff italiano. Glielo dirò in faccia la prima volta che lo vedrò. Un grande allenatore dovrebbe difendere i suoi uomini (nella stessa situazione c’è anche il preparatore Massimo Neri, ndr) e lui non lo ha fatto». Se la Russia l’ha perduta, visto il 5-1 dell’andata magari avrebbero bisogno dei suoi consigli anche i difensori del Cska. «In effetti all’Olimpico non fecero bene, ma stavolta sarà un’altra partita. Ignashevich e Berezutski, i due centrali, non sono velocissimi, però giocano insieme da tanti anni e hanno un’esperienza enorme». Come al Mondiale, però, il portiere Akinfeev all’andata non ci è parso impeccabile. «Non è stato perfetto, ma sbagliate a sottovalutarlo: è un giocatore affidabilissimo». Secondo lei il Cska crede davvero alla qualificazione?
MAGGIO 1992 ESORDIO IN A NEL GENOA Esordisce in Serie A con la maglia rossoblu il 24 maggio 1992 in Genoa-Napoli 1-0. ESTATE 1993 PASSA AL MILAN Nel ‘93 va al Milan: vince 2 scudetti e una Champions. Dal ‘97 al Real (una Champions e una Liga). Poi Inter, Chelsea, Monaco, Roma e Parma. IL DOPO BALLI, PALERMO E TV Ha partecipato a «Ballando con le stelle», ha lavorato un mese per il Palermo, ha fatto l’opinionista e poi il vice di Capello nella Russia NEI CLUB GENOA 1990-1993 MILAN 1993-GENNAIO 1997 REAL MADRID GENNAIO ‘97-1999 INTER 1999-2000 CHELSEA 2000-GENNAIO 2001 MONACO GENNAIO-GIUGNO 2001 ROMA 2001-2009 PARMA 2009-2010
IN NAZIONALE 1994-2008
PRESENZE 57 GOL 4
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Juve, Tevez e l’ultimo tabù In Champions fuori non fa gol
LE CIFRE
1In trasferta l’Apache ne ha segnato
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PREMIO FIFA
Il portiere dell’anno: c’è in corsa anche Buffon
1988 ● i giorni senza gol in Champions per Tevez: l’argentino ha interrotto il suo digiuno nella gara di andata contro il Malmoe
L
8
● le reti segnate in Champions da Tevez: 4 nell’edizione 2007-2008, vinta con il Manchester United in finale contro il Chelsea
solo uno nel 2008. A Malmoe per la svolta
● i gol segnati dalla Juve in trasferta in questa edizione di Champions League: bianconeri a secco sia a Madrid che ad Atene Carlitos Tevez, 30 anni, argentino, è alla seconda stagione con la Juventus: è arrivato nell’estate 2013 dal Manchester City AFP
Fabiana Della Valle MILANO
C
i sono storie d’amore che filano via lisce senza nessun intoppo e altre che seguono percorsi tortuosi. Se dovessimo scegliere un aggettivo per descrivere il rapporto tra Carlitos Tevez e la Champions League, forse il più appropriato potrebbe essere complesso. Un colpo di fulmine che poi si è trasformato in una specie di sortilegio. Carlitos ha vinto la Coppa il primo anno in cui l’ha giocata, poi però non è mai più riuscito a essere protagonista: 37 partite, 8 gol, pochi per un campione come lui, che in campionato è solito tenere medie-gol impressionanti. Lui e la Juve in questo si assomigliano, perché anche la storia bianconera in Europa è bella e strana: sette finali di Coppa Campioni o Champions, due sole vittorie e appena tre gol segnati nelle finali. Un sortilegio, quasi. Tevez conosce i sintomi del mal di gol, è stato costretto a conviverci a lungo: contro il Malmoe nella gara d’andata è tornato a esultare in Champions dopo 1988 giorni d’astinenza. Quella sera si è regalato una doppietta, poi è andato a
dell’eroe: è coraggioso, forte, sa come trascinare i compagni di battaglia. Non si spaventa di fronte alle imprese difficili. Il Malmoe non è un avversario di prestigio, però è un ostacolo insidioso sul cammino bianconero verso gli ottavi di Champions League. Carlitos può essere l’uomo giusto per cambiare la storia della Juve in chiave europea. Servono i suoi gol in casa altrui per la prova di maturità: quest’anno nelle precedenti due partite in trasferta i bianconeri non hanno segnato neanche un gol.
mille in campionato ma in Europa si è fermato lì. Malmoe è il posto giusto per chiudere il cerchio e interrompere un altro sortilegio: quello dei gol segnati in trasferta in Champions League. Carlitos ne ha realizzato uno solo, più di sei anni fa a Lione (20 febbraio 2008). Poi è iniziata una lunga attesa: sono passati 2470 giorni. Quasi un’eternità. GOL E TROFEO Il Tevez versione Manchester United aveva i capelli lunghi e la stessa ferocia agonistica di adesso. Entrò al posto di Scholes e poco più di venti minuti dopo segnò di destro. Era l’andata degli ottavi di finale, finì 1-1 e lo United passò il turno con il successivo 1-0 in Inghilterra. Carlitos firmò quattro reti europee quell’anno, poi si prese la responsabilità del primo rigore contro il Chelsea nella finale. Segnò e poco dopo sollevò il trofeo. Il primo e unico, come la rete in trasferta, arrivata proprio in quella stessa stagione fortunata. Strana coincidenza. MAL D’EUROPA Tevez è nato a Forte Apache, un posto dove difficilmente si va in villeggiatura. Fin da piccolo si è abituato a combattere per inseguire i suoi sogni. Carlitos ha il carattere
UNICO LAMPO 7 ANNI FA QUANDO GELÒ IL LIONE ● Andata ottavi di finale, 20 febbraio 2008, Lione-Manchester United 1-1: con un destro al veleno all’87’, Carlitos Tevez pareggia il gol di Benzema e avvicina i Red Devils ai quarti (1-0 al ritorno). In Champions League resta l’unico gol segnato dall’Apache in trasferta
Un Vidal in formato europeo per tenere a bada Pereyra 1Il cileno è favorito
ma l’argentino è in ottima forma. Allegri ritrova Evra e sceglie ancora Llorente
MILANO
A
nche il cinema può essere un modo per caricarsi per la sfida più importante della stagione. Considerando che Arturo Vidal domenica pomeriggio ha accompagnato suo figlio Alonso (come documentato da foto su twitter), probabilmente si sarà trattato di un cartone o comunque di qualcosa di poco «cruento». Vidal però è guerriero dentro, tipico giocatore che s’esalta nelle battaglie e riesce a dare il meglio di sé. Per questo Massimiliano Allegri difficilmente rinuncerà a lui in una gara praticamente da dentro e fuori per la Juventus.
77 minuti e la sua faccia, inquadrata spesso dalle telecamere, raccontava bene tutta la sua insofferenza. Vidal era tornato solo giovedì pomeriggio tardi dal Sudamerica e Allegri ha preferito risparmiarlo proprio per il Malmoe, lui però avrebbe preferito giocato.
PANCHINA A ROMA Arturo a Roma è rimasto in panchina per
INSIDIA TUCU Pereyra, che ha sostituito il cileno, ha fatto di
Arturo Vidal, 27 anni LAPRESSE
tutto per riempire di dubbi la testa di Massimiliano Allegri. Maxi sta diventando sempre più prezioso nella nuova formula con tre attaccanti. Con lui contro la Lazio Allegri ha fatto il 43-2-1, con Pereyra accanto all’altro argentino Tevez e Llorente davanti. Con Vidal invece è facile che si torni a un solo trequartista dietro a due punte. Così la Juventus ha giocato contro l’Olympiacos, vincendo in rimonta una partita fondamentale. A fare da rifinitore c’era appunto Arturo, che parte in vantaggio anche per la gara di mercoledì in Svezia. Vidal ha giocato tre partite in Champions ma non ha ancora mai segnato. Un guerriero in mezzo al campo serve sempre in partite così, Pereyra può tornare utile anche a gara in corso. In difesa è prezioso il recupero di Evra, pronto per giocare dal primo minuto nel ruolo in cui si muove meglio, quello di terzino sinistro. In attacco ancora fiducia a Llorente, che a Roma non ha segnato ma è piaciuto molto ad Allegri. f.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
a Fifa ha reso noti i nomi dei cinque finalisti per il premio FifPro di «portiere dell’anno», e fra loro c’è Gianluigi Buffon. Il riconoscimento viene assegnato sulla base dei voti degli iscritti al FifPro, che è il sindacato mondiale dei calciatori. Oltre a Buffon, sono stati scelti il tedesco Manuel Neuer, vincitore del premio nel 2013 e grande favorito anche quest’anno; il cileno Claudio Bravo, passato in estate dalla Real Sociedad al Barcellona dopo l’ottimo Mondiale disputato in Brasile; lo spagnolo Iker Casillas e il belga Thibaut Courtois, ora al Chelsea dopo aver vinto il titolo spagnolo con l’Atletico Madrid. Il vincitore del premio al miglior portiere dell’anno verrà annunciato, assieme a coloro ai quali andrà il riconoscimento per gli altri ruoli, nel corso del Gala Fifa di Zurigo del 12 gennaio 2015, in cui verrà anche proclamato il vincitore del Pallone d’Oro 2014.
ALTRA MUSICA IN A Eppure Tevez in campionato sa bene come si fa male agli avversari a casa loro: delle 32 reti realizzate finora in A, poco meno della metà (15) le ha fatte in trasferta. In Italia ha un passo da primo della classe: 9 centri in 11 gare. In Champions invece solo una doppietta in quattro gare. Sono passati due mesi da quella partita. Poco rispetto ai sei anni abbondanti dall’ultima rete in trasferta in Champions League. A Malmoe Tevez cercherà la formula magica per interrompere il sortilegio e ritrovare l’antica sintonia con la Champions League. Se ci riesce lui, anche per la Juve diventerà tutto più facile.
PARATE E RINNOVO Per Buffon, con l’esclusione dell’errore in Nazionale contro la Croazia, è un ottimo periodo. Il portiere della Juve ha incassato appena quattro gol nelle prime dodici giornate di campionato: due in casa (entrambi segnati dalla Roma) e due in trasferta (Sassuolo e Genoa). Da pochi giorni Gigi ha anche rinnovato fino al 2017 il contratto che lo lega alla Juve: prosegue una splendida storia iniziata nel 2001. Domani a Malmoe il capitano bianconero guiderà la squadra in una trasferta delicata e molto importante per il passaggio del turno. Buffon ha dichiarato più volte che la Champions League è il suo sogno e che spera di riuscire ad alzare la coppa prima della fine della carriera.
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LA SITUAZIONE NEGLI ALTRI GIRONI GRUPPO B PARTITE GIOCATE
GRUPPO C PARTITE GIOCATE
LIVERPOOL-LUDOGORETS REAL MADRID-BASILEA BASILEA-LIVERPOOL LUDOGORETS-REAL MADRID LIVERPOOL-REAL MADRID LUDOGORETS-BASILEA BASILEA-LUDOGORETS REAL MADRID-LIVERPOOL
2-1 5-1 1-0 1-2 0-3 1-0 4-0 1-0
PT G
V
N
P GF GS
CLASSIFICA
PT G
V
REAL MADRID* BASILEA LIVERPOOL LUDOGORETS
12 6 3 3
4 2 1 1
0 0 0 0
0 11 2 2 6 6 3 2 6 3 3 8
BAYER LEVERKUSEN MONACO ZENIT BENFICA
9 5 4 4
3 0 1 1 2 1 1 1 2 1 1 2
4 4 4 4
N
0-2 1-0 3-1 0-0 2-0 0-0 1-0 1-2
CLASSIFICA
4 4 4 4
GRUPPO D PARTITE GIOCATE
BENFICA-ZENIT MONACO-BAYER LEVERKUSEN BAYER LEVERKUSEN-BENFICA ZENIT-MONACO BAYER LEVERKUSEN-ZENIT MONACO-BENFICA BENFICA-MONACO ZENIT-BAYER LEVERKUSEN
P GF GS
7 1 3 2
3 1 4 5
BORUSSIA DORTMUND-ARSENAL GALATASARAY-ANDERLECHT ANDERLECHT-BORUSSIA DORTMUND ARSENAL-GALATASARAY ANDERLECHT-ARSENAL GALATASARAY-BORUSSIA DORTMUND ARSENAL-ANDERLECHT BORUSSIA DORTMUND-GALATASARAY CLASSIFICA
PT G
V
BORUSSIA DORTMUND* ARSENAL ANDERLECHT GALATASARAY
12 7 2 1
4 0 0 13 1 2 1 1 9 7 0 2 2 5 9 0 1 3 3 13
4 4 4 4
N
P GF GS
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
DOMANI BASILEA-REAL MADRID LUDOGORETS-LIVERPOOL 9 DICEMBRE LIVERPOOL-BASILEA REAL MADRID-LUDOGORETS
DOMANI BAYER LEVERKUSEN-MONACO ZENIT-BENFICA 10 DICEMBRE BENFICA-BAYER LEVERKUSEN MONACO-ZENIT
DOMANI ANDERLECHT-GALATASARAY ARSENAL-BORUSSIA DORTMUND 9 DICEMBRE BORUSSIA DORTMUND-ANDERLECHT GALATASARAY-ARSENAL
GRUPPO F PARTITE GIOCATE
GRUPPO G PARTITE GIOCATE
AJAX-PSG BARCELLONA-APOEL NICOSIA APOEL NICOSIA-AJAX PSG-BARCELLONA APOEL NICOSIA-PSG BARCELLONA-AJAX AJAX-BARCELLONA PSG-APOEL NICOSIA
1-1 1-0 1-1 3-2 0-1 3-1 0-2 1-0
CLASSIFICA
PT G
V
PSG* BARCELLONA* AJAX APOEL NICOSIA
10 9 2 1
3 1 0 3 0 1 0 2 2 0 1 3
4 4 4 4
N
P GF GS
6 8 3 1
3 4 7 4
CHELSEA-SCHALKE 04 MARIBOR-SPORTING LISBONA SCHALKE 04-MARIBOR SPORTING LISBONA-CHELSEA CHELSEA-MARIBOR SCHALKE 04-SPORTING LISBONA MARIBOR-CHELSEA SPORTING LISBONA-SCHALKE 04 PT G
V
CHELSEA SCHALKE 04 SPORTING LISBONA MARIBOR
8 5 4 3
2 2 0 1 2 1 1 1 2 0 3 1
4 4 4 4
N
GRUPPO H PARTITE GIOCATE 1-1 1-1 1-1 0-1 6-0 4-3 1-1 4-2
CLASSIFICA
P GF GS
9 8 8 3
2-0 1-1 0-3 4-1 1-2 0-4 3-3 4-1
2 9 8 9
ATHLETIC BILBAO-SHAKHTAR DONETSK PORTO-BATE BORISOV BATE BORISOV-ATHLETIC BILBAO SHAKHTAR DONETSK-PORTO BATE BORISOV-SHAKHTAR DONETSK PORTO-ATHLETIC BILBAO ATHLETIC BILBAO-PORTO SHAKHTAR DONETSK-BATE BORISOV
0-0 6-0 2-1 2-2 0-7 2-1 0-2 5-0
CLASSIFICA
PT G
V
N
P GF GS
PORTO* SHAKHTAR DONETSK BATE BORISOV ATHLETIC BILBAO
10 8 3 1
3 1 2 2 1 0 0 1
0 12 3 0 14 2 3 2 19 3 2 6
4 4 4 4
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
LE PROSSIME PARTITE
OGGI APOEL NICOSIA-BARCELLONA PSG-AJAX 10 DICEMBRE AJAX-APOEL NICOSIA BARCELLONA-PSG
OGGI SCHALKE 04-CHELSEA SPORTING LISBONA-MARIBOR 10 DICEMBRE CHELSEA-SPORTING LISBONA MARIBOR-SCHALKE 04
OGGI BATE BORISOV-PORTO SHAKHTAR DONETSK-ATHLETIC BILBAO 10 DICEMBRE ATHLETIC BILBAO-BATE BORISOV PORTO-SHAKHTAR DONETSK
*GIÀ QUALIFICATE AGLI OTTAVI DI FINALE
REGOLAMENTO Le prime due di ciascun girone passano agli ottavi; la terza scivola in Europa League. In caso di parità sono decisivi nell’ordine a) gli scontri diretti; b) la differenza reti negli scontri diretti; c) i gol in trasferta negli scontri diretti; d) la differenza reti; e) i gol segnati; f) il coefficiente Uefa di luglio 2014
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A CASA DI...
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Ibrahimovic
Ibrahimovic (foto AFP) si diverte allo Zlatan Court, il campo dove è diventato calciatore: come regalo alla sua città d’origine, lo ha totalmente rinnovato. A destra dall’alto: l’ingresso dell’ospedale neonatale dove lo svedese è nato, la casa popolare dove è cresciuto e la villa multimilionaria che si è costruito a Malmoe e che poi ha deciso di vendere. Per ora senza successo
ROSENGARD, REGGIA SENZA RE VIAGGIO NEL QUARTIERE DI MALMOE DOVE ZLATAN È CRESCIUTO TRA GIOIE E LACRIME: GRAFFITI, MINACCE E QUEL VILLONE BIANCO CHE NESSUNO COMPRA ALESSANDRA BOCCI INVIATA A MALMOE (SVEZIA)
N
elle case vicine le lampade sono accese. Non ci sono praticamente tende in un paese che deve catturare la luce in giornate cortissime: attraverso i vetri si vedono i salotti, le cucine, le decorazioni di Natale. La villa di Zlatan invece è bianca, immensa e fredda nel primo buio del pomeriggio. In vendita da anni, nessuno la compra. L’ultima idea di Helena Ibrahimovic è trasformarla in uffici visto che così è invendibile nonostante la vista mare, il giardino, la piscina, il centro benessere interno, la sala cinema. O forse è proprio per questo che non si può piazzare sul mercato: se uno ha i soldi per comprarsi una casa del genere, dicono in città, difficilmente resta a Malmoe. Come ha fatto Ibra, appunto. Ma il suo essere filtra nella vigilia della partita più importante per questa Juve a caccia di glorie europee. CUORE E CASA A Fridhem, intorno al villone, gente a passeggio con cani bianchi e soffici, biciclette, laghetti, alberi curati. Venti minuti di strada e si arriva a Rosengard, che non è un ghetto alla Spike Lee, ma neppure un posto dove uno si comprerebbe un pied a terre. La casa dove è cresciuto Ibrahimovic dà su un campetto che ora si chiama orgogliosamente Zlatan Court: invece delle porte ha due specie di archi blu, il fondo è verde, tutt’intorno alberi che cercano di stare dritti nell’erba spelacchiata. Sulla fiancata di un palazzo di mattoni lì di fianco c’è una specie di insegna al neon rossa e rosa, un ghirigoro zuccheroso: «La casa è dove c’è
L’attaccante del Psg gioca a calcio con una ragazzina di Malmoe allo Zlatan Court AP
il tuo cuore». Difficile pensare che l’abbiano messa per l’attaccante giramondo, che non si è fermato da nessuna parte e una volta finita la carriera si rifugerà sull’isola più chic di Stoccolma. A Malmoe Zlatan ha la famiglia, il padre Sefik con il quale ha finalmente fatto pace, ma tutti sanno che non tornerà più, anche se su un muro da qualche parte c’è scritto: «Puoi portare Zlatan via da Rosengard, ma non puoi portare Rosengard via da Zlatan». Tutto poetico, come i racconti dei primi allenatori che con lui diventavano matti e di quello che una volta fermò l’auto in un altro quartiere e gli disse: «Basta,
RLa famiglia dell’ex
Malmoe e Juve vive ancora qui, ma tutti sanno che Zlatan non tornerà
RDa ragazzino era
in crisi: lo convinse ad andare avanti un amico ispettore di Polizia
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mi hai stufato, ora ti mollo qui». Zlatan si mise a piangere e rispose: «Se mi lasci qui io non so come ritrovare la mia casa». FALLIMENTI Eppure poi Malmoe è stato il suo giardino, anche se gli inizi non sono stati magnifici. L’unico campionato italiano lo ha perso con Massimiliano Allegri in panchina, come sottolineano i maligni, ma il peggior fallimento è stato quello iniziale: nel 1999 Ibra esordì con il Malmoe e la squadra retrocesse per la prima volta dopo 65 anni. Poi andò meglio e di lì a un paio di stagioni Ibrahimovic si trasferì all’Ajax. Ma quella prima sconfitta non era
stata indolore: Zlatan ha passato tante crisi e raccontano anche che fu un suo amico, oggi ispettore di polizia, a convincerlo ad andare avanti perché il talento non mancava. E così, fra scoppi d’ira e sbalzi d’umore, Ibra fece il suo apprendistato a Malmoe, dove ormai lo trattano come un re. Non c’è ancora la statua equestre nel centro della piazza principale, ma poco ci manca. Fosse ancora qui, Zlatan piuttosto della villa si comprerebbe forse un appartamento ai piani alti (ce ne sono 54) di Turning Torso, la torre progettata da Santiago Calatrava che domina il panorama piatto. Esiste soltanto dal 2005: Zlatan si è arrampicato senza bisogno del grattacielo e può guardare dall’alto in basso quelli che a Rosengard gli davano del matto quando ripeteva che sarebbe diventato il più grande. DESTINI Ibrahimovic ha avuto successi e milioni, ma non ha ancora vinto un titolo europeo e forse gli piacerebbe incontrare la Juve al prossimo turno, visto che nelle ultime Champions League ha fatto collezione di incroci con le sue ex squadre. Perché ciò avvenga Allegri dovrà portare i suoi oltre lo scoglio svedese e oltre l’Atletico Madrid. «Sono molto contento per il Malmoe, sta facendo una bella esperienza», ha detto di recente Ibra. Ma nei giorni scorsi ha anche dichiarato: «Sono orgoglioso di avere indossato la maglia della Juve». Però Zlatan qui non c’è e non deve neppure sforzarsi di conciliare i ricordi. Per fortuna della Juve, a Malmoe ha lasciato soltanto il suo nome che vaga come un folletto, e una villa abbandonata vista mare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Champions R Guida alla 5ª giornata
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Di Matteo, che notte: sfida Mou e il suo passato 1Il tecnico dello Schalke ospita il Chelsea, con cui vinse la Champions 2012 prima di essere licenziato: «Nessuna nostalgia» Pierfrancesco Archetti INVIATO A GELSENKIRCHEN (GER)
R
oberto Di Matteo è un cittadino del mondo e i tedeschi gli cambiano spesso i passaporti, secondo convenienza. «Dovete chiedere a loro come mi vedono, io resto uguale», spiega l’allenatore dello Schalke prima di entrare in conferenza. Qui lo vedono inglese quando fa bella figura («Il miglior colpo della Bundesliga, dopo Guardiola» ha scritto SportBild); lo giudicano italiano quando si difende ma perde («Ecco il catenaccio», stessa fonte); lo considerano svizzero, dove è nato, quando
CSKA MOSCA
(4-1-4-1)
scoprono che giocava a Sciaffusa con Joachim Löw, e il c.t. ha detto: «Io avevo 28 anni, lui 18 eppure mi spiegava i movimenti a centrocampo. Non solo aveva ragione, ma ho capito che sarebbe diventato un grande allenatore». RIVEDERSI E IGNORARSI La gloria in panchina si misura con i trofei e 920 giorni fa Di Matteo con il Chelsea sfilò la Champions al Bayern, a Monaco. «Non conservo i souvenir, tutti mi ricordano quella notte ma non ci penso troppo, guardo sempre avanti e non indietro», racconta. Stasera rivede i Blues dal campo dopo due anni, perché il 21 novembre 2012
Roberto Di Matteo, 44 anni EPA
venne licenziato, da detentore, dopo un 3-0 con la Juve. «Se li batto cambia solo che avremo tre punti in più e molte possibilità di qualificarci. Non cerco rivincite». Di Matteo è stato assunto il 7 ottobre in sostituzione di Jens Keller; si è portato una truppa italiana con Attilio Lombardo assistente e Massimo Battara per curare i portieri. Finora ha viaggiato senza compromessi: mai un pari, o perde (tre volte) oppure vince (quattro, tutte in casa). La vita allo Schalke per gli allenatori è sempre precaria, l’italiano è il settimo in sei anni e dal 2002 nessuno ha resistito due stagioni intere. Lui è un tipo glaciale rispetto alle pulsioni dell’am-
BATE BORISOV
(4-3-3)
MAN. CITY
(4-2-3-1)
SHAKHTAR
(4-2-3-1)
ROMA
(4-3-3)
PORTO
(4-3-3)
BAYERN
(4-2-3-1)
ATHLETIC B.
(4-2-3-1)
OGGI ore 18
GRUPPO E
OGGI ore 18
GRUPPO H
OGGI ore 20.45
35 AKINFEEV
10 3 25 DZAGOEV WERNBLOOM EREMENKO
18 MUSA
88 DOUMBIA
25 BAGA
3 33 22 GAYDUCHIK POLYAKOV MLADENOVIC
2 23 8 LIKHTAROVICH OLEKHNOVICH A. VOLODKO 9 62 13 ALEKSIEVICH GORDEYCHUK SIGNEVICH
27 GERVINHO
10 TOTTI
24 FLORENZI
9 J. MARTINEZ
8 BRAHIMI
11 TELLO
15 PJANIC
16 DE ROSSI
20 KEITA
30 ÓLIVER
16 HERRERA
36 RÚBEN NEVES
25 HOLEBAS
23 ASTORI
44 MANOLAS
4 NAINGGOLAN
26 ALEX SANDRO
3 INDI
26 DE SANCTIS
OGGI ore 20.45
GRUPPO H
1 HART
16 CHERNIK
4 24 2 IGNASHEVICH V. BEREZUTSKI 42 M. FERNANDES SCHENNIKOV 6 A. BEREZUTSKI
GRUPPO E
4 MAICON
2 DANILO
5 ZABALETA
30 PYATOV
4 26 22 KOMPANY DEMICHELIS CLICHY 6 FERNANDO
15 NAVAS
33 SRNA
18 LAMPARD
35 JOVETIC
5 KUCHER
8 NASRI
11 MARLOS
ADURIZ 20
25 10 MULLER ROBBEN 20 3 RODE ALONSO 4 DANTE
5 13 BENATIA RAFINHA
19 MUNIAIN
7 14 BEÑAT SUSAETA 8 17 ITURRASPE MIKEL RICO
24 4 18 10 BALENZIAGA LAPORTE GURPEGUI DE MARCOS
1 NEUER
12 FABIANO
28 TAISON
9 LUIZ ADRIANO
LEWANDOWSKI 9
18 BERNAT
6 STEPANENKO
29 A. TEIXEIRA
16 AGUERO
7 RIBERY
44 13 RAKITSKIY SHEVCHUK
17 FERNANDO
1 IRAIZOZ
CSKA MOSCA PANCHINA 1 Chepchugov, 14 Nababkin, 91 Chernov, 7 Tosic, 15 Efremov, 31 Vitinho, 71 Bazelyuk. ALLENATORE Slutski. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Eremenko. INDISPONIBILI Elm e Natchko.
BATE BORISOV PANCHINA 34 Soroko, 42 M. Volodko, 5 Yablonski, 15 Klimovich, 7 Karnitski, 77 Yakovlev, 20 Rodionov ALLENATORE Yermakovich SQUALIFICATI Khagush DIFFIDATI nessuno INDISPONIBILI Filipenko, Mozolevsky.
MANCHESTER CITY PANCHINA 13 Caballero, 3 Sagna, 20 Mangala, 33 Nastasic, 38 Boyata, 7 Milner, 78 Pozo. ALLENATORE Pellegrini. SQUALIFICATI Fernandinho (1) e Yaya Touré (3). DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Silva, Dzeko e Kolarov.
SHAKHTAR PANCHINA 32 Kanibolotskiy, 31 Ismaily, 8 Fred, 10 Bernard, 20 Douglas Costa, 77 Ilsinho, 21 Gladkiy. ALLENATORE Lucescu. SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Kucher, Luiz Adriano, Srna. INDISPONIBILI Azevedo, Kryvtsov, Ordets.
ROMA PANCHINA 28 Skorupski, 50 Somma, 3 Cole, 6 Strootman, 8 Ljajic, 22 Destro, 7 Iturbe. ALLENATORE Garcia. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Maicon e Nainggolan. INDISPONIBILI Balzaretti, Castan, Curci, Maicon, Torosidis e Yanga-Mbiwa.
PORTO PANCHINA 25 Fernández, 5 Marcano, 6 Casemiro, 10 Quintero, 7 Quaresma, 18 Adrián, 99 Aboubakar. ALLENATORE Lopetegui. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI nessuno.
BAYERN MONACO PANCHINA 22 Starke, 17 Boateng, 31 Schweinsteiger, 11 Shaqiri, 15 Scholl, 34 Hojbjerg, 19 Gotze. ALLENATORE Guardiola. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Alaba, Badstuber, J.Martinez, Lahm, Pizarro, Reina, Starke, T.Alcantara.
ATHLETIC BILBAO PANCHINA 13 Herrerin, 15 Iraola, 16 Etxeita, 5 Erik Moran, 6 San José, 29 Unai Lopez, 21 Viguera. ALLENATORE Valverde. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Gurpegui e Susaeta. INDISPONIBILI Ibai Gomez.
ARBITRO Brych (Ger). TV Sky Sport Plus HD, Sky Sport 1 HD, Sky Calcio 1 HD.
ARBITRO Haţegan (Rom). TV Sky Sport 3 HD e Sky Calcio 2 HD.
ARBITRO Královec (R. Ceca). TV Sky Calcio 1 HD, Sky Sport Plus HD.
APOEL
(4-4-2)
PSG
(4-3-3)
SCHALKE
(3-5-2)
BARCELLONA
(4-3-3)
AJAX
(4-3-3)
CHELSEA
(4-2-3-1)
GRUPPO F
OGGI ore 20.45
OGGI ore 20.45
GRUPPO F
OGGI ore 20.45
78 PARDO
30 SIRIGU
5 3 CARIAO JOAO GUILHERME 15 28 MARIO SERGIO ANTONIADES 26 16 7 8 NUNO MORAIS VINICIUS EFREM TIAGO GOMES 21 79 MANDUCA DJEBBOUR
23 32 2 VAN DER WIEL DAVID LUIZ T. SILVA
17 MAXWELL
25 RABIOT
14 MATUIDI
27 PASTORE
9 CAVANI
10 IBRAHIMOVIC
22 LAVEZZI
11 NEYMAR
9 SUAREZ
10 MESSI
20 SCHONE
6 XAVI
5 BUSQUETS
4 RAKITIC
25 SERERO
9 16 SIGHTHORSSON ANDERSEN 26 VIERGEVER
10 KLAASSEN
18 14 3 22 JORDI ALBA MASCHERANO PIQUÉ DANI ALVES
5 4 6 2 BOILESEN MOISANDER VAN DER HOORN VAN RHIJN
1 TER STEGEN
22 CILLESEN
APOEL PANCHINA 22 Chiotis, 6 Riise, 30 De Vincenti, 4 Artymatas, 46 Aloneftis, 9 Sheridan, 20 Sotiriou. ALLENATORE Donis. DIFFIDATI nessuno. SQUALIFICATI nessuno. INDISPONIBILI Charalambides, Kakà. BARCELLONA PANCHINA 13 Bravo, 15 Bartra, 24 Mathieu, 20 Sergi Roberto, 12 Rafinha, 7 Pedro, 31 Munir. ALLENATORE Luis Enrique. DIFFIDATI Dani Alves. SQUALIFICATI nessuno. INDISPONIBILI Iniesta e Vermaelen. ABRITRO Rocchi. TV Sky Calcio 4 HD
ARBITRO Clattenburg (Ing). TV Sky Calcio 5 HD.
PSG PANCHINA 16 Maignan, 5 Marquinhos, 19 Aurier, 21 Digne, 20 Chantome, 6 Camara, 7 Lucas. ALLENATORE Blanc. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Bahebeck, Cabaye, Douchez, Thiago Motta e Verratti. AJAX PANCHINA 33 Boer, 24 Denswil, 29 Ligeon, 8 Duarte, 11 Kishna, 32 Zimling, 21 El Ghazi. ALLENATORE De Boer. SQUALIFICATI Veltman. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Fischer, Leeuwenburg. ARBITRO Jug (Slo). TV Sky Calcio 2 HD.
GRUPPO G
1 FÄHRMANN 33 5 NEUSTÄDTER SANTANA 22 UCHIDA
12 HÖGER
SPORTING L. MARIBOR OGGI ore 20.45
4 HÖWEDES
9 3 K. BOATENG 15 KIRCHHOFF AOGO
GRUPPO G
41 26 29 CÉDRIC PAULO OLIVEIRA SARR 14 23 WILLIAM CARVALHO ADRIEN 18 CARRILLO
D. COSTA 19
3 FILIPE LUIS
(4-2-3-1) 1 PATRÍCIO
25 13 HUNTELAAR CHOUPO-MOTING 10 HAZARD
(4-3-3)
77 NANI
4 JEFFERSON
17 JOÃO MÁRIO 9 SLIMANI
TAVARES 9
8 OSCAR
14 SCHÜRRLE
4 FABREGAS
21 MATIC
26 TERRY
24 CAHILL
2 IVANOVIC
13 COURTOIS
SCHALKE 04 PANCHINA 28 Wetklo, 23 Fuchs, 24 Ayhan, 7 Meyer, 32 Matip, 27 Barnetta, 11 Clemens. ALLENATORE Di Matteo SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Boateng, Huntelaar INDISPONIBILI Draxler, Obasi, Sam, Farfan, Kolasinac, Giefer. CHELSEA PANCHINA 1 Cech, 5 Zouma, 28 Azpilicueta, 7 Ramires, 22 Willian, 11 Drogba, 18 Remy, ALLENATORE Mourinho. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Filipe Luis. INDISPONIBILI nessuno. ARBITRO Eriksson (Sve) TV Sky Sport 3 HD e Sky Calcio 3 HD.
92 N'DIAYE
28 VILER
8 10 SALLALICH IBRAIMI 5 70 FILIPOVIC MERTELJ
44 ARGHUS
30 26 RAJCEVIC STOJANOVIC
33 HANDANOVIC
SPORTING LISBONA PANCHINA 22 Boeck, 3 Maurício, 33 Jonathan Silva, 8 André Martins, 11 Capel, 36 Carlos Mané, 10 Montero. ALLENATORE Marco Silva. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Heldon. MARIBOR PANCHINA 69 Cotman, 4 Suler, 36 Zivko, 22 Vrsic, 39 Bohar, 14 Mendy, 11 Zahovic. ALLENATORE Simundza. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI nessuno. INDISPONIBILI Trajkovski. ARBITRO Thomson (Sco). TV Sky Calcio 6 HD.
biente; Boateng ha detto: «Più che freddo è uno che congela». Di Matteo conferma: «Al Chelsea ho ancora amici, ma niente nostalgia o sentimentalismo, magari dopo la partita affiorerà qualche emozione, prima non ho tempo per pensarci». MOU E IL LUOGO DEI RICORDI «Se dovessi giocare contro di lui perderei, perché Roberto era un giocatore migliore di me. Ma non è una sfida tra allenatori, per fortuna. Tutto può succedere nel girone, anche che noi arriviamo terzi. Sarebbe come andare contro l’evoluzione della mia squadra». Un termine gentile per definire un fiasco, racconta Josè Mourinho
prima della rifinitura a Londra. Non ha bisogno di conoscere questo stadio, 10 anni fa a Gelsenkirchen abbracciò la prima Champions, con il Porto. Il Chelsea non ha mai perso in stagione: 18 gare e 14 vittorie. Due pareggi in Europa però tengono i dominatori della Premier ancora in bilico, nonostante il primo posto nel gruppo: con un successo i giochi sarebbero chiusi. Mou ha anche risposto a Sergio Ramos che aveva dubitato degli infortuni «salta nazionale» di Fabregas e Diego Costa: «Ramos è un giocatore fantastico, ma non è un medico per capirne». I due però erano già guariti sabato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LE PARTITE DI DOMANI (20.45) GRUPPO A ATL. MADRID-OLYMPIACOS ATL. MADRID (4-4-2) Moyá; Juanfran, Gimenez, Godin, Ansaldi; Raul Garcia, Tiago, Koke, Arda Turan; Mandzukic, Griezmann. (Oblak, Siqueira, Mario Suarez, Gabi, Saul, Raul Jimenez, Cerci). All. Simeone.
GRUPPO C LEVERKUSEN-MONACO LEVERKUSEN (4-2-3-1) Leno; Jedvaj, Toprak, Spahic, Wendell; Bender, Rolfes; Bellarabi, Calhanoglu, Son; Kiessling. (Kresic, Hilbert, Boenisch, Donati, Castro, Brandt, Drmic). All. Schmidt.
OLYMPIACOS (4-2-3-1) Roberto; Elabdellaoui, Abidal, Botia, Masuaku; Maniatis, Milivojevic; A. Dominguez, Kasami, Afellay; Mitroglou. (Megyeri, Siovas, Ndinga, Leandro Salino, Avlonitis, Fuster, Diamantakos). All. Michel.
MONACO (4-2-3-1) Subasic; Fabinho, Carvalho, Raggi, Elderson; Toulalan, Kondogbia; Silva, Moutinho, Carrasco; Berbatov. (Stekelenburg, Abdennour, Bakayoko, Ocampos, Traoré, Germain, Martial). All. Jardim.
ARBITRO Stark (Ger).
ARBITRO Tagliavento (Ita)
MALMOE-JUVENTUS MALMOE (5-3-2) Olsen; Timmerholm, Helander, Halsti, Johansson, Ricardinho; Eriksson, Adu, Forsber; Thelin, Rosenberg. (Azinovic, Blomqvist, Concha, Hammar, Konate, Kroon, Mehmeti). All. Hareide.
ZENIT-BENFICA (ORE 18) ZENIT (4-2-3-1) Lodygin; Anyukov, Lombaerts, Garay, Criscito; Javi Garcia, Witsel; Hulk, Danny, Shatov; Kerzhakov. (Malafeev, Neto, Ryazantsev, Arshavin, Rondon, Fayzulin, Tymoschuk). All. Villas Boas.
JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Llorente. (Storari, Mattiello, Padoin, Pereyra, Morata, Coman, Giovinco). All. Allegri.
BENFICA (4-1-4-1) Julio Cesar; Maxi Pereira, Luisao, Jardel, André Almeida; Samaris; Salvio, Perez, Jonas, Gaitan; Lima. (Artur, Lisandro Lopez, Cristante, Pizzi, Ola John, Talisca, Derley). All. Jorge Jesus.
ARBITRO Proença (Por).
ARBITRO Rizzoli (Ita)
CLASSIFICA Atetico Madrid 9, Olympiacos e Juventus 6; Malmoe 3.
CLASSIFICA Bayer Leverkusen 9, Monaco 5, Zenit e Benfica 4.
GRUPPO B BASILEA-REAL MADRID BASILEA (4-3-3) Vaclik; Degen, Suchy, Schar, Safari; Elneny, Frei, Diaz; D. Gonzalez, Embolo, Gashi. (Vailati, Degen, Calla, Zuffi, Serey Die, Kakitani, Delgado, Hamoudi). All. Paulo Sousa.
GRUPPO D ANDERLECHT-GALATASARAY ANDERLECHT (4-5-1) Proto; Vanden Borre, Mbemba, N’Sakala, Deschacht; Najar, Tielemans, Praet, Dendoncker, Conte; Cyriac. (Roef, Kljestan, Heylen, Kabasele, Kawaya , Acheampong, Mitrovic). All. Hasi
REAL MADRID (4-3-3) Casillas; Arbeloa, Sergio Ramos, Varane, Coentrao; Illarramendi, Kroos, James Rodriguez; Bale, Hernandez, Cristiano Ronaldo. (Keylor Navas, Carvajal, Pepe, Nacho, Marcelo, Isco, Benzema). All. Ancelotti.
GALATASARAY (4-3-3) Muslera; Sari, Chedjou, Kaya, Camdal; Inan, Felipe Melo, Kurtulus; Olcan Adin, B. Yalmaz, Pandev. (Bolat, Balta, Zan, Altintop, Sneijder, Emre Colak, Bulut). All. Prandelli.
ARBITRO Mazic (Ser).
ARBITRO Bebek (Cro)
LUDOGORETS-LIVERPOOL LUDOGORETS (4-2-3-1) Stoyanov; Junior Caiçara, Moti, A. Alexsandrov, Minev; Espinho, Abel; M. Alexsandrov, Marcelinho, D. Abalo; Bezjak. (Gospodinov, Angulo, Zlatinski, Dyakov, Wanderson, Hamza, Quixada). All. Dermendzhiev.
ARSENAL-BORUSSIA D. ARSENAL (4-2-3-1) Martinez; Chambers, Mertesacker, Monreal, Gibbs; Arteta, Ramsey; OxladeChamberlain, Cazorla, Sanchez; Welbeck. (Huddart, Flamini, Rosicky, Walcott, Podolski, Campbell, Sanogo). All. Wenger.
LIVERPOOL (4-1-4-1) Mignolet; Manquillo, Skrtel, Lovren, Johnson; Gerrard; Sterling, Allen, Coutinho, Lallana; Lambert. (James, K. Touré, Can, Lucas Leiva, Suso, Markovic, Borini). All. Rodgers.
BORUSSIA D. (4-2-3-1) Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Ginter, Durm; S. Bender, Kehl; Aubameyang, Kagawa, Mkhitaryan; Immobile. (Langerak, Schmelzer, Gundogan, Kirch, Joijc , Grosskreutz, Ramos). All. Klopp.
ARBITRO Lahoz (Spa).
ARBITRO Kassai (Ung)
CLASSIFICA Real Madrid 12, Basilea 6, Liverpool e Ludogorets 3.
CLASSIFICA Borussia Dortmund 12, Arsenal 7, Anderlecht 2, Galatasaray 1.
10
Serie A R
Lavezzi-Inter si riparte Mancini spinge per il Pocho
Quanti nomi nel mirino
ERIC LAMELA ● 22 anni, attaccante ex Roma, esterno argentino del Tottenham: l’Inter aveva già provato a prenderlo nell’estate del 2013 (offrendo Guarin). Ora è nei primissimi posti della lista di Mancini
1Si punta a chiudere con l’argentino
per luglio, ma a gennaio non va esclusa un’accelerata se il 3° posto sarà vicino L'IDENTIKIT
Matteo Dalla Vite
EZEQUIEL LAVEZZI
icordate cosa successe con Rodrigo Palacio? Successe che per tre sessioni di mercato l’Inter ci provò senza riuscire ad agganciarlo. Poi – nell’estate 2012 – aggancio fu. L’insistenza premia, è storia. Ecco: se è vero, come è vero, che da almeno due sessioni di mercato il club nerazzurro sta sondando, provando e riprovando la pista-Lavezzi, è altrettanto vero che per il Pocho potrebbe arrivare la volta buona. Più per giugno che per gennaio, ma nessuno può escludere un altro regalone thohiriano stile-Hernanes al principio dell’anno che verrà.
NATO IL 3 MAGGIO 1985 A VILLA GOBERNADOR (ARG) RUOLO ALA ALTEZZA 173 CM PESO 75 KG
2004 L’ARRIVO IN ITALIA Lo acquista il Genoa per un milione di euro nell’estate del 2004. Per farlo giocare lo dà in prestito al San Lorenzo che, a fine stagione, fa rientrare il Pocho in Italia. La retrocessione del club genoano fa sì che per 1,2 milioni di euro Lavezzi torni ad essere un giocatore del San Lorenzo a titolo definitivo. 2007 STAR A NAPOLI Il Napoli lo preleva San Lorenzo per 6 milioni iniziali più 5,7 milioni versati come riscatto. 2012 ORA C’È PARIGI Il Paris Saint Germain decide di puntare sulla sua classe da attaccante esterno: versa al Napoli ben 30 milioni.
@Emmedivu
R
ADATTATI E NECESSITÀ Il grido (si fa per dire) di Roberto Mancini è stato chiaro, introduttivo ed esaustivo: serve un attaccante esterno. E’ un... grido che ha coinvolto pure Kovacic, sfiancatosi sulla parte sinistra fino a snaturarsi. «Al City avevo Silva che poi trasformai in ala, e in quel ruolo divenne anche più bravo...» ha aggiunto il Mancio. Tradotto: fino a gennaio si «adatta» e ci si adatta, ma all’alba del 2015 qualcosa dovrà arrivare. E il primo della lista, anche per la sua voglia di tornare in Italia, è proprio Ezequiel Lavezzi, più o meno serenamente a Parigi, oggi ventinovenne e col contratto in scadenza nel 2016. L’ex Napoli guadagna 4,5 milioni: l’ipotesi interista, già fatta l’estate scorsa, parte da 3,5 bonus compresi a salire negli anni. CAPODANNO COL POCHO Nelle chiacchierate avute con Erick Thohir, Roberto Mancini (carismatico anche nel saper essere convincente in fatto di mercato) ha accennato a questa necessità. Non è stato ovviamente l’argomento principe nei due incontri fra presidente e tecnico, ma di certo il dt Piero Ausilio si è già mosso: ripetiamo, l’orizzonte porta più a giugno che a gennaio ma il solito diktat «comprare per comprare non serve a niente» vale sempre. Quindi: o a gennaio arriverà un fuoriclasse (come disse Mancio alla prima conferenza) oppure tutto il resto potrebbe essere una scommessa. Il fatto è che per avere Lavezzi serve una classifica sicura. Se a gennaio Mancini lotterà per il 3° posto, allora potrebbe averlo in regalo. Se in quei momenti il Psg farà ancora muro, ecco che
ALESSIO CERCI ● 27 anni, esterno passato in estate dal Toro all’Atletico Madrid per 16 milioni di euro. Anche nell’ultima gara, è rimasto in panchina: quanto resisterà?
Ezequiel Lavezzi, 29 anni, gioca con il Psg dal 2012: l’Inter cerca un attaccante come lui AFP
RIl 30 dicembre,
a Marrakech, l’incontro in campo con l’attaccante del Psg
RUna buona
posizione in classifica potrebbe spingere ET ad anticipare i tempi
gli eventuali Preliminari-Champions dell’anno prossimo (raggiungibili o col terzo posto o vincendo l’EL) potranno essere il richiamo per il Pocho. Un do ut des, il classico dare per avere. Ah, il primo contatto (sul campo) fra le parti sarà a Marrakech per l’amichevole di fine anno contro il Psg. GLI ALTRI L’Inter, è ovvio, di idee alternative ne ha. Naturale che piacciano altri due giocatori, anzi tre: il primo è Eric Lamela (Tottenham), il secondo è Alessio Cerci (in panchina anche nell’ultima gara e «ammonito» dal capitano Godin), il terzo è Zakaria Bakkali, classe ‘96, belga del Psv, in scadenza nel giugno 2015 e prelevabile a zero fra 7 mesi a meno di accordo a 2 milioni a gennaio. Non passano inosservati Konoplyanka (Dnipro, avversario giovedì) e pure Patrick Hermann, attaccante esterno del Borussia Monchengladbach. Ma Lavezzi è Lavezzi (ed era il preferito di Mazzarri): un’impennata in classifica potrebbe convincere Thohir ad accelerare tutto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mancio, compleanno a San Siro. Ma in tribuna 1Giovedì il tecnico farà 50 anni però non
sarà in panchina: ha un turno di squalifica dai tempi del Gala. Toto-vice: 5 nomi in lizza
C
inquant’anni alla Prima a San Siro. Una Prima vera, in casa, perché il derby era catalogato come... trasferta. Roberto Mancini giovedì 27 — giorno di Inter-Dnipro, Europa League — compirà il suo 50° compleanno ma non sarà in panchina. Beffa. Deve scontare un turno di squalifica per un’espulsione presa in Chelsea-Galatasaray dell’ultima Champions League (18 marzo): ergo, a dirigere le danze saranno Salsano e Nuciari, anche perché — a meno di accelerazioni improvvise — il vice potrebbe esserci solo nella seconda parte della settimana. I CANDIDATI Dopo aver ricevuto il boato alla lettura delle
formazioni contro il Milan, il Mancio guarderà la penultima gara del girone dagli spalti. In compenso, però, si presenterà in sala stampa alla vigilia, mentre per il dopo-partita si vedrà. Resta il fatto che dopo i tentativi con Platt, Adani e Puyol, il tecnico nerazzurro sta ancora sfogliando la margherita alla ricerca del giusto partner: la lista dei papabili resta ancora quella che vede Vincent Candela, Alberto Bollini, Dario Marcolin, Fernando Orsi e il franco-marocchino Nasser Larguet. Da non escludere l’ipotesi di un mister x per il quale potrebbero esserci problemi di patentino non ancora acquisito. Il tormentone, insomma, continua.
Roberto Mancini, 49 anni, alla seconda avventura all’Inter REUTERS
KOVACIC NO, VIDIC SI’ Di certo, giovedì sera (inizio ore 21,05), basterà un punto contro il Dnipro per accedere ai sedicesimi di finale dell’Europa League in maniera aritmetica: è molto probabile che Mateo Kovacic non farà parte della gara; il croato è uscito dal match contro il Milan con un pestone su un piede ora livido ed è probabile che venga conservato per la prossima trasferta a Roma. Mancini opererà un discreto turnover e probabilmente, per fargli riprendere i giusti minuti e soprattutto per vederlo all’opera, inserirà Gary Medel (squalificato nel derby) dal 1’. La sensazione è che per Roma sia ancora avvantaggiato Kuzmanovic davanti alla difesa mentre per il match contro il Dnipro dovrebbe rivedersi Vidic e, al posto di Dodò, D’Ambrosio, pronto a tornare dopo l’infortunio e i tre gol già segnati in Europa League (contro Stjarnan, Dnipro e Qarabag).
TUTTI A MARRAKECH L’unico senza ancora una data precisa per il rientro è Jonathan. Mancini dovrà decidere se puntare anche in Europa League su Guarin che domenica sera è uscito con una botta al collo del piede: niente di preoccupante. E Obi? Solo stanchezza. Nel frattempo è stata ufficializzata l’amichevole Psg-Inter del 30 dicembre a Marrakech (Marocco): il club nerazzurro sta organizzandosi ipotizzando o una partenza il 29 con ritorno il 31 o un prolungamento di soggiorno lavorativo anche nei primi giorni di gennaio. WM E IL DERBY Curiosità: ma Walter Mazzarri avrà guardato il derby? Ovviamente sì, a Empoli. Il tutto mentre l’ex team manager Beppe Santoro a ore avrà un colloquio con la dirigenza. Esattamente come Beppe Baresi. m.d.v. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ZAKARIA BAKKALI ● 18 anni, ala sinistra Del PSV, belga-marocchino: è in scadenza di contratto nel giugno dell’anno prossimo, l’Inter lo sta seguendo da diversi mesi
EVGEN KONOPLYANKA ● 25 anni, punta esterna Gioca nel Dnipro, avversario dell’Inter in Europa League: ha il contratto in scadenza nel giugno 2015. All’andata impressionò i nerazzurri.
LA GUIDA Giovedì torna l’Europa League con la quinta giornata della fase a gironi (la sesta ed ultima si giocherà l’11 dicembre). Quattro le italiane in campo, con la sola Fiorentina ad essere già certa della qualificazione ai sedicesimi di finale. Hanno comunque ottime possibilità anche Inter, Napoli e Torino. Questo il programma delle nostre squadre, con gli arbitri designati ieri dall’Uefa: GIOVEDÌ, ORE 19 Sparta Praga-NAPOLI Arbitro Marriner (Ing) Guardalinee Child-Kirkup Quarto uomo Beswick Guingamp-FIORENTINA Arbitro Eskov (Rus) Guardalinee Mosiakin-Danchenko Quarto uomo Averyanov GIOVEDÌ, ORE 21.05 INTER-Dnipro Arbitro Madden (Sco) Guardalinee Chambers-Ross Quarto uomo Stevenson TORINO-Bruges Arbitro Nijhuis (Ola) Guardalinee Van de Ven-Schaap Quarto uomo Boonman
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
11
Moratti: «Bravo Roberto, terzi si può»
1L’ex patron dovrebbe vedere il tecnico ed essere a S. Siro giovedì. Staffetta con Thohir, che torna a gennaio presidente verrà quotidianamente aggiornato sul fronte sportivo e commerciale, ma il prossimo viaggio italiano sarà concentrato su due grandi temi. Il primo è legato allo stadio, sia per i lavori ordinari a San Siro già in essere per la finale Champions del 2016 sia per il progetto di un Meazza più moderno e funzionale – pronto non prima del 2019 –, soprattutto se il Milan confermerà l’intenzione di creare un suo impianto in area Fiera.
Luca Taidelli @LucaTaidelli
D
a primo tifoso nerazzurro, anche Massimo Moratti era molto curioso di vedere la prima uscita dell’Inter targata Roberto Mancini. L’ex patron ha giustificato con il consueto «non potevo» di ogni post derby col Milan padrone di casa la propria assenza in tribuna domenica. È rimasto però incollato davanti alla tv e l’impressione che ne ha tratto è positiva. «Un pareggio è già un buon esordio – ha commentato ieri Moratti –, anche perché un derby è emotivamente difficile. E poi Mancini è stato bravo, visto che ha la squadra in mano solo da una settimana. L’entusiasmo per il nuovo tecnico era previsto perché lui evoca tante vittorie. Quando ci sono situazioni di stanca, un cambiamento già di suo porta emozioni. In questo caso poi è arrivato uno di grande qualità e che conosce già l’ambiente».
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ADATTAMENTO E MOGGI Oltre a quel «situazione di stanca», che Moratti spingesse per un cambiamento viene confermato dalla frase successiva: «Cosa penso del cambio di modulo? Che fosse necessario per il tipo di giocatori in rosa. Se poi tutto questo basterà per arrivare al terzo posto è difficile dirlo. Dipenderà da come Mancini si adatterà ai giocatori e da come loro si adatteranno a lui. Certo che bisogna puntare in alto e
Presente e passato dell’Inter: il presidente Erick Thohir, 44 anni, con l’ex Massimo Moratti, 69 LIVERANI
IN UNA FASE DI STANCA SERVIVA UNO COSÌ, DI GRANDE QUALITÀ E CHE CONOSCE L’AMBIENTE MASSIMO MORATTI EX PATRON INTER
poi può anche succedere. Il calcio ti dà tutto». Ma lui non dà una risposta quando gli si chiede del perdono invocato da Andrea Agnelli per Luciano Moggi: «Non ho intenzione di parlarne» replica secco. INCONTRO E RITORNO Moratti – che nei prossimi giorni potrebbe incontrare Mancini, visto che i due dopo il cambio di panchina non si sono ancora salutati di persona – guarda in casa propria e si prepara al ritorno a San Siro. A meno di ri-
TI ARRABBI?
Il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza patologica.
pensamenti, giovedì per InterDnipro riapparirà in tribuna per la prima volta dopo le dimissioni da presidente onorario (23 ottobre). L’ultima sfida live era stata Inter-Napoli del 19 ottobre, con abbraccio ad Erick Thohir sul pareggio di Hernanes in pieno recupero. Ora col socio scatta una sorta di staffetta, visto che ET ieri mattina ha lasciato Milano e, salvo sorprese natalizie, tornerà soltanto a gennaio. A GENNAIO PER LO STADIO... Il
...E 40 MILIONI A inizio anno però il vero nodo sarà economico. Il club infatti deve reperire 40 milioni e va deciso se procedere con un aumento di capitale o con un’operazione mista che comporti anche l’emissione di un bond rivolto, presumibilmente, ai due grandi soci (a International Sport Capital di Thohir e la Internazionale holding dei Moratti) o a investitori istituzionali, forse indonesiani. A questo sta già lavorando la banca d’affari Lynx Capital, già consulente di Thohir. L’operazione dovrebbe essere lanciata entro gennaio, anche in vista della finestra di mercato. ET infatti vuol lottare da subito per la Champions, la competizione che rappresenta l’unico vero volano dei ricavi. NOVITÀ COMUNICAZIONE Intanto da lunedì entrerà nel settore comunicazione nerazzurro Pietro Pisano, proveniente dal Genoa, con il ruolo di Media officer.
PELLEGRINI
«Mai pensato di affiancare ET nell’Inter»
Ernesto Pellegrini FOTOGRAMMA ● PARMA (a.t.) «Thohir mi è simpatico, è preparato ma non ho mai pensato di affiancarlo nell’Inter. Col calcio ho già dato, ora mi occupo di altri progetti - ha detto ieri Ernesto Pellegrini, premiato a Parma dall’Unione veterani dello Sport della città ducale -. Ho visto il derby, un pareggio giusto tra due squadre che hanno sprecato un’occasione importante a testa per vincere e che adesso sono molto distanti da Juve e Roma. Ma sono convinto che piano piano Thohir rifarà grande l’Inter, il ritorno in panchina di Mancini è il segnale che il presidente ha grandi ambizioni per il futuro. Invece per il presente sarebbe un bel risultato centrare il terzo posto, da tifoso ci spero».
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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fIL TIFOSO PARTICOLARE
fIL DELUSO
FEDELE CONFALONIERI
STEPHAN EL SHAARAWY
Fedele Confalonieri perplesso a San Siro una fila sopra Barbara Berlusconi, Silvio e Adriano Galliani FORTE
«Noi e l’Inter che poveretti Milan, è dura tornare in alto» 1Il presidente Mediaset: «Squadre senza
colpi. C’è da investire. E la cessione di Pirlo...»
Marco Pasotto Andrea Tosi
D
iciamo che per essere il suo amico di sempre – sebbene abbia usato toni ironici –, non ci è andato giù molto leggero. O forse è proprio per questo: quando il rapporto è solido e radicato nel tempo, la schiettezza è d’obbligo e comunque resta una delle qualità migliori. Stiamo parlando di Fedele Confalonieri e Silvio Berlusconi. Più precisamente: di Confalonieri e del Milan, che di Berlusconi è l’emanazione. Ieri il presidente di Mediaset Spa è stato premiato al Teatro Regio di Parma nell’ambito del 38° Premio Sport e Civiltà per la categoria «Sport e Lavoro». E a margine dell’evento ha detto la sua sul derby, sul futuro del Milan e su quello del calcio italiano. «Ho visto un derby da poveretti tra due squadre non eccezionali. A tratti mi sono diverti-
INZAGHI MI PIACE, È UN FANATICO COME SACCHI E MOURINHO. PUÒ DIVENTARE UN GRANDE ALLENATORE FEDELE CONFALONIERI PRESIDENTE MEDIASET SPA
to, ma anche alle partite di calcio oratoriale ci si diverte... Non ho visto un lancio degno di nota, un’invenzione, un colpo da campione», è stato l’esordio. SULLE NAVI Stracittadina bocciata su tutta la linea, dunque. Senza mezzi termini e soprattutto senza far alcun tipo di sconto ai rossoneri. «La cessione di Pirlo ce l’ho ancora qui, abbiamo dato alla Juve l’architetto per costruire i suoi successi. Adesso è dura tornare ai vertici, bisogna investire tanti soldi». E’ presumibile che Confalo-
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nieri abbia espresso concetti già illustrati privatamente a Silvio. Di certo ha parlato chiaro anche in pubblico, e comunque con Silvio c’è sufficiente confidenza: i due, che sono quasi coetanei si conoscono fin da ragazzi. Un amicizia proseguita al liceo e all’università, passando dalle navi da crociera sulle quali Fedele si esibiva al pianoforte mentre Silvio cantava. «Io suonavo il piano, quello che cantava l’ho licenziato perché scendeva giù a ballare», raccontò divertito Confalonieri un paio d’anni fa a una platea di universitari della Luiss di Roma. UNO DI FAMIGLIA I loro destini sono poi rimasti indissolubilmente uniti nel lavoro e tutt’ora il presidente di Mediaset Spa partecipa alle consuete riunioni di famiglia che si tengono ad Arcore il lunedì e, in tempi recenti, ha preso parte anche ad alcuni vertici di mercato con Berlusconi e Galliani. Solo Inzaghi riesce a strappargli un sorriso vero: «Mi piace, è fanatico come Sacchi e Mourinho. Ha un’attenzione maniacale per i dettagli, parla molto coi giocatori e sa farsi ascoltare. Può diventare un grande allenatore». Esaurito l’argomento Milan, Confalonieri ha allargato l’orizzonte: «Questo derby è lo specchio del nostro calcio, con solo quattro italiani in campo. Una volta si vedevano tanti ragazzini giocare per strada, ora non si vede più nessuno. Significa che la passione si sta affievolendo e in questo modo anche i vivai ne risentono. Non sono ottimista per il futuro. Da amante del calcio non vedo nel panorama italiano un Mozart o uno Chopin». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’errore di Stephan El Shaarawy davanti ad Handanovic nel finale del derby contro l’Inter BOZZANI
Il day after del Faraone Casa e sms di consolazione 1Stephan e il match ball fallito nel derby:
anche la curva gli ha detto di non pensarci
G.B. Olivero MILANO
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n attimo. È bastato un attimo. Perché in quell’attimo Stephan El Shaarawy ha fatto ciò che in certi casi è meglio non fare: pensare. L’istinto gli suggeriva una cosa, la ragione gliene ha suggerito un’altra. Sbagliata. Il campo all’improvviso sembrava in discesa, come nei cartoni animati giapponesi in cui un’azione dura tre puntate e poi, però, il campo torna a essere in piano al momento del tiro decisivo e del gol imparabile. Quando il prato di San Siro ha smesso di essere in discesa e lui ha dovuto calciare, il Faraone ha avuto un dubbio e ha pensato a cosa fare. Stephan ha raccontato così al fratello Manuel e agli amici più cari l’attimo in cui è cambiato il destino del der-
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● il gol di El Shaarawy in questo campionato: ha sbloccato la gara di Genova contro la Sampdoria, finita poi con un pareggio per 2-2
by e anche il suo: da eroe a reprobo il passo è fin troppo breve. Tutti si aspettavano il classico diagonale rasoterra e lo stesso El Shaarawy aveva deciso di seguire l’istinto e di giustiziare in quel modo Handanovic. Poi però ha pensato che il portiere dell’Inter si sarebbe atteso proprio quel tiro e alto com’è magari ci sarebbe arrivato col piede, come accaduto nel primo tempo a Diego Lopez con Icardi. E ha deciso di alzare la palla. L’ha alzata un po’ troppo: «Gli è rimbalzata male» ha detto Inzaghi e un po’ è vero, ma Stephan sa che non è nemmeno il caso di
parlarne. È un errore grave e come tale va metabolizzato. CHIUSO IN CASA Dopo il derby Stephan è andato direttamente a casa: meno di un chilometro di strada percorsa in silenzio assoluto. A letto senza cena, come gli studenti di una volta quando non avevano fatto i compiti. Lo sguardo era triste anche stamattina nonostante il cellulare mostrasse i tanti messaggi di amici e tifosi che volevano rincuorarlo. I ragazzi della curva gli sono stati molto vicini, gli hanno detto di non pensarci più, di concentrarsi sulla prossima partita contro l’Udinese, di continuare a fare il massimo per la maglia del Milan. Il sorriso tornerà tra un po’, ma la determinazione del Faraone (che ieri ha passato la giornata di riposo chiuso in casa) è totale: non vede l’ora di tornare in campo e forse questa sarà davvero l’unica medicina. El Shaarawy ha voglia di giocare, di correre e di segnare. Quello contro l’Inter sarebbe stato un gol importantissimo, adesso Stephan deve saper reagire e mettersi alle spalle la delusione forse più cocente della sua carriera. All’altalena ormai il Faraone si è abituato e una volta smaltita l’amarezza post-derby è probabile che non si farà condizionare dall’errore. Non ha senso pensare a quello che sarebbe cambiato con il gol all’Inter, per la squadra e per il giocatore stesso. Meglio ritrovare in fretta quella freddezza sotto porta che può fare la differenza. Perché una palla come quella del derby prima o poi ricapiterà. E Stephan non dovrà pensare: solo calciare e segnare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CASO NAZIONALE
Conte: «Balo? Dio vede e provvede» E Raiola: «Non lo rivedremo in Italia» 1Mario replica
dall’Inghilterra alle accuse dei tabloid: «Quante stupidate leggo su di me»
L
a parola chiave è ancora «Balotelli». Che si parli di lui in chiave azzurra, o come possibile futuro uomo mercato. E in mezzo si infila lo stesso SuperMario, stavolta in guerra con i tabloid inglesi. A riavviare il tormentone, stuzzicato dalle domande di «Striscia la notizia» è Antonio Conte (dopo aver ricevuto il Tapiro d’oro per lo sfogo «mi giro e vedo che
sono solo» del dopo Italia-Albania). Qui il c.t. aggiunge: «Con i club cercheremo di costruire insieme qualcosa di importante». E riguardo a una futura riconvocazione «nazionale» di Balotelli, dribbla: «Mario? Dio vede e provvede...». «NON TORNA IN ITALIA» Non si avvicinerà all’azzurro nemmeno in senso geografico, se intervistato da «La Politica nel Pallone», Mino Raiola, agente di Balo, esclude la possibilità di rimpatrio: «Un ritorno di Mario all’Inter? Impossibile. Non per Mancini ma per altre ragioni di cui non vale la pena parlare. Nemmeno Napoli. Mario non torna in Italia. Il suo futuro è in Premier anche se ora gli manca-
no i gol: è un momento particolare per tutta la squadra e per lui, che ha questo problema legato alla pubalgia. E in Nazionale non c’è alcun problema, i rapporti con Conte sono ottimi, non è vero che Mario ha finto un infortunio nell’ultimo raduno azzurro, di lui si parla sempre tanto per creare scandali dove non esistono». PARLA MARIO Dall’Inghilterra ecco poi la voce del centravanti. Dopo la difesa d’ufficio del manager, Mario vuol ribadire la sua. Tema: la replica alla stampa britannica che lo accusa di essere un soggetto isolato all’interno dello spogliatoio del Liverpool. Domenica scorsa Balo non è sceso in campo nella
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● Le presenze in Nazionale di Mario Balotelli, che ha esordito il 10 agosto 2010: amichevole Italia-Costa d’Avorio 0-1
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● I gol in maglia azzurra dell’attaccante del Liverpool, che non gioca con la Nazionale dalla sconfitta con l’Uruguay al Mondiale
Mario Balotelli, 24 anni, con Antonio Conte, 45, a Coverciano ANSA
sconfitta sul campo del Crystal Palace, assenza che non è passata inosservata. Palla a Mario: «Lo so che posso piacere o non piacere, ma poi la gente legge quello che i giornali scrivono su di me – le parole a BeIN Sports –. I giornali sono fatti per essere venduti e devono scrivere storie divertenti o stupide. La gente non vuole leggere che Mario è a casa con sua figlia. Preferiscono
leggere che Mario ha distrutto l’auto. Così i giornalisti mentono e scrivono storie stupide perché la gente le legga. So perfettamente che segnare è molto importante per un attaccante. Oggi gioco, non segno, eppure i tifosi mi amano ancora: a quelli del Liverpool sono grato, hanno sempre creduto in me». a.g. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Serie A R Il posticipo della 12a giornata
LE PAGELLE di Alessio Da Ronch
FANTASIA PEROTTI MATRI SVOGLIATO GONZALEZ SUPER MALE MORGANELLA GENOA
6,5 IL MIGLIORE
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Dybala e Perin, che prodezze Genoa-Palermo è un pari show
1La squadra di Iachini va avanti con il giovane argentino 1I rossoblù ringraziano
le paratone del portiere e rimontano con Antonelli: sfuma l’aggancio al terzo posto
MATTIA PERIN
Filippo Grimaldi
7,5
GENOVA
Chi lo aspettava al varco dopo la patente ritirata è rimasto a bocca aperta: 4 parate, 2 super. I tifosi lo salutano con uno striscione: Cin cin Perin, la Nord è con te. Grande. RONCAGLIA 6,5 Grinta e velocità, non vacilla neppure di fronte a un Dybala in versione super. BURDISSO 5,5 Dybala lo fa impazzire, lui con esperienza limita i danni. MARCHESE 6 Attento in difesa, presente in avanti, stavolta meno preciso al cross, la sua specialità. EDENILSON 5,5 Scivola spesso e forse perde sicurezza. Non comanda la fascia come fa di solito. Si esalta solo nel finale. GRECO 6 Difende e imposta senza momenti di pausa. BERTOLACCI 6,5 Incursore di talento, finalmente con grande intensità. KUCKA 6 Determinato in un finale arrembante. ANTONELLI 7 Fondamentale, spinge con grande foga e sfrutta ogni pertugio per creare guai. E la sua deviazione su tiro di Bertolacci vale il pari. IAGO 6 Meglio da seconda punta che da ala, inventa un assist per Antonelli prodigioso. PINILLA 5 Due occasioni per lui facili, zero gol. Non era serata. MATRI 5,5 Un gol lo fa, e bello. Peccato che la palla fosse uscita sul fondo. Non trova altri spunti. FETFATZIDIS 6,5 Sbaglia parecchio, ma quante ne inventa? PEROTTI 7 Altro protagonista, soprattutto da fantasista. ALL. GASPERINI 6,5 Rapido a rivedere il suo Genoa e a rilanciarlo.
PALERMO
6,5 IL MIGLIORE PAULO DYBALA
7,5 Il gol è pazzesco, la giocata su Burdisso che lo lancia verso il possibile raddoppio è da fuoriclasse. Giocatore completo, con forza e fantasia. SORRENTINO 6,5 Attento e freddo su Antonelli, può far poco sul pareggio genoano. MUNOZ 6 Solido, va in affanno solo quando dalla sua parte gli avversari si triplicano. G. GONZALEZ 7 Lui non va in affanno mai. ANDELKOVIC 6,5 Forza fisica e posizione, non lascia varchi e nel finale salva un’occasione importante stoppando Kucka. MORGANELLA 5 Antonelli gli sfreccia davanti come un treno, lui fa poco per fermarlo. BARRETO 6 Soffre il movimento di Bertolacci, ma alla lunga riemerge. MARESCA 5,5 Parte alla grande, poi perde qualche colpo: uno in occasione del pari. (Ngoyi s.v.) CHOCHEV 6 Quantità senza grande qualità, fa match pari con Greco sul lato sinistro del centrocampo. QUAISON 6 Subito in partita e con pericolosità. LAZAAR 6 Produce poco, ma chiude quasi tutto lasciando qualche varco solo nel finale di fronte a Fetfatzidis. VAZQUEZ 5,5 Cerca la giocata a sorpresa ma finisce per lasciare troppo solo Dybala in avanti e spreca una buona occasione. (Belotti s.v.) ALL. IACHINI 6,5 Il suo Palermo è elastico e veloce, si chiude bene e riparte spesso. Un gioco che esalta soprattutto Dybala. FABBRI Sbaglia nel finale quando non vede il rigore su Pinilla. Prima dell’episodio chiave, aveva diretto la partita senza particolari problemi. PETRELLA 6-VIVENZI 6 ORSATO 6-NASCA 6.
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IL GIOIELLO DI PAULO È IL QUINTO GOL STAGIONALE
C
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aro nemico ti sfido e poi provo a batterti un po’. Messaggio per Iachini: non se la prenda: rimarrà per sempre un boccone indigesto agli occhi dei genoani (non ci faccia caso: ognuno ha i propri incubi), però torna a casa con un punto pesantissimo (otto nelle ultime quattro gare: Palermo ufficialmente in rampa di lancio) e con la fortuna di chi può godersi – almeno ancora quest’anno - il talento di Dybala. È solo questione di tempo, poi l’argentino è destinato a diventare grande per davvero. Pure il Gasp, però, non se la passa male. Napoli e Samp restano davanti, ma il
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● le vittorie in casa nel 12° turno (5 successi esterni e 5 pari): è la terza volta che succede nella A a girone unico con 20 e 21 squadre
quinto posto è consolidato, e alzi la mano il genoano che avrebbe immaginato una situazione del genere dopo quasi un terzo del torneo. ASTRO DYBALA Ieri sera, dunque, hanno fatto festa in due. Il Genoa s’è tenuto saldamente aggrappato alla zona nobile della classifica, il Palermo ha allungato la striscia positiva, dando l’impressione all’inizio di voler ripetere la gara di San Siro con il Milan (primo comandamento: un pressing forsennato), ma gli è mancata la continuità. S’è spento troppo presto, peccato. Al Ferraris, però, s’è vista una partita normale con un solo protagonista che camminava in un’altra dimensione, classe allo stato puro. Il gol del vantaggio siciliano non nasce per caso, controllo di destro e sinistro a girare, Burdisso pare una statua, un pallone telecomandato. Il Ferraris ha impiegato qualche secondo prima di capire, Perin è rimasto a guardare. Astro Dybala, i superpoteri nel pallone. Il monologo argentino non si ferma qui.
● La magia di Paulo Dybala, 21 anni: 1 L’argentino punta Burdisso, rientra sul sinistro e spara sul secondo palo 2 Il tiro a giro dell’attaccante finisce sotto l’incrocio dei pali e batte Perin, regalando il vantaggio al Palermo 3 I giocatori rosanero festeggiano Dybala LAPRESSE/ANSA
GENOA
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PALERMO
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PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Dybala (P) al 7’, Antonelli (G) al 30’ p.t. GENOA (3-4-3) Perin; Roncaglia, Burdisso, Marchese; Edenilson, Greco, Bertolacci (dal 33’ s.t. Kucka), Antonelli; Iago (dal 1’ s.t. Pinilla), Matri (dal 15’ s.t. Fetfatzidis), Perotti (Lamanna, Sommariva, Antonini, Izzo, Lestienne, Mandragora, Rosi, Mussis). All. Gasperini. AMMONITI Roncaglia e Greco per g.s. PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Munoz, G. Gonzalez, Andelkovic; Morganella, Barreto, Maresca (dal 45’ s.t. Ngoyi), Chochev (dal 21’ s.t. Quaison), Lazaar; Vazquez (dal 39’ s.t. Belotti), Dybala (Ujkani, Vitiello, Pisano, Joao Silva, Emerson, Della Rocca, Terzi, Quaison, Feddal, Daprelà). All. Iachini. AMMONITI nessuno. ARBITRO Fabbri di Ravenna. NOTE paganti 2.175, incasso di 42.467, abbonati 16.413, quota di 169.878 Tiri in porta 5-6 (con un palo). Tiri fuori 3-4. In fuorigioco 11. Angoli 1-3. Recuperi p.t. 0’, s.t. 5’.
Paulo galleggia per il campo, e quando il Genoa decide che è finalmente l’ora di tornare in partita, e il Palermo (peccato mortale) si chiude, lui è sempre là, pronto a sfruttare la sua straordinaria capacità di ripartire in velocità. L’uno contro uno, ancora con il povero Burdisso, e poi con Marchese, racconta di una sfida impari. Lì entra in gioco Perin, che per due volte lo ipnotizza e il Genoa respira. Se i rossoblù restano in partita, devono ringraziare il portiere. LA SCOSSA… E lì è girata la partita. Il Genoa che sino a quel momento aveva pagato certi errori dei singoli, in una mediana dove pesava l’assenza di Sturaro e Rincon, ha la forza di rialzarsi. Grifone tutto mancino, a sinistra spinge e sfonda, mentre Gasperini, capito l’inganno, piazza Perotti su Maresca e anestetizza la regia del Palermo, con la squadra che vira sul 3-41-2. Se c’era un limite su cui Iachini deve ancora lavorare, ma siamo veramente ai dettagli, è la tenuta della difesa, solidissima, ma in difficoltà sugli spazi
NEGLI SPOGLIATOI
Il coro di Gasperini e Iachini «Quante occasioni sciupate» 1Il tecnico del Genoa attacca l’arbitro: «Su Pinilla era rigore netto». Bertolacci: «Il gol era mio»
GENOVA
N
iente delusione, ma un pizzico di rabbia sì. Gian Piero Gasperini torna a casa con negli occhi l’ultimo flash della sfida: «Il fallo su Pinilla è netto, Munoz è andato a placcarlo, e i
rigori si fischiano anche all’ultimo minuto. Dalla panchina non si vedeva benissimo, ma dalle immagini è evidente. Peccato perché meritavamo di più per come è andata la partita. Purtroppo non siamo riusciti a sfruttare le tante occasioni create. In ogni caso la prestazione ci lascia soddisfatti. Mi resta un po’ di rammarico, avrei voluto vedere come andava se fossimo andati in vantaggio». Il tecnico del Genoa affronta senza troppa convinzione l’argomento Perin, per lui era già dimenticato, anzi non è mai esistito: «Quanto accaduto non meritava tanta attenzione. Lui ha fatto un’ottima
partita». Bertolacci è stato protagonista nell’azione del gol dell’1-1, tra l’altro con un tiro di destro, inusuale per un mancino come lui: «Bello, in allenamento lavoro molto nel tirare con entrambi i piedi. Il gol era mio, la prossima volta dirò ad Antonelli di togliersi». ELOGI Iachini pensa a Dybala. «È cresciuto nello smarcamento e in tante altre cose. Ha 21 anni e ha altri margini di miglioramento. Siamo arretrati troppo dopo il vantaggio. Abbiamo sciupato troppo». a.d.r. © RIPRODUZIONE RISERVATA
stretti quando l’avversario la schiaccia con il pallone a terra. E lì colpisce il Genoa: sette minuti esatti di assedio portano al gol di Bertolacci, che sfrutta il pasticcio di Maresca e supera Sorrentino con la deviazione di Antonelli. ...E LA RISCOSSA Chi si aspetta il colpo del k.o. resta deluso. Il Genoa ci prova, ma questo Palermo fa sempre paura, frena e riparte, con il solito Dybala mina vagante. Succede nella ripresa, perché Iachini cerca il colpaccio (mai vittorioso a Genova contro i rossoblù) e riesce a spaventare il Grifone. Il palo salva i rossoblù sulla botta di Vazquez, è questo è un avvertimento da tenere bene a mente. Partita ingarbugliata, pure l’astro dell’argentino a quel punto si spegne. Gasp gioca la carta-Kucka. Mediana pesante, ma manca ancora qualcosa. Nel finale c’è spazio per le proteste, per il fallo di Munoz su Pinilla. Mentre Iachini festeggia: è fuori dai guai, lo certifica la classifica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
JUVENTUS ROMA NAPOLI SAMPDORIA GENOA LAZIO MILAN UDINESE INTER FIORENTINA SASSUOLO VERONA PALERMO EMPOLI TORINO CAGLIARI ATALANTA CHIEVO CESENA PARMA
PT
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MUÑOZ SU PINILLA AL GENOA MANCA UN RIGORE AL 95’ Gara combattuta e brividi nel finale per l’arbitro Fabbri. Al 20’ del primo tempo inutile prodezza di Matri che gira in gol di tacco un pallone di Edenilson, ma prima del cross il pallone aveva superato la linea di fondo. Al 32’ giusto il giallo a Roncaglia che ferma la corsa di Vazquez. Il difensore genoano rischia però la seconda ammonizione al 15’ della ripresa perché allarga le braccia in un contrasto con Dybala. All’ultimo minuto di recupero Pinilla protesta per una trattenuta in area di Muñoz. L’attaccante ha ragione: è rigore.
PROSSIMO TURNO
CLASSIFICA SQUADRE
LA MOVIOLA di GUGLIELMO LONGHI
PARTITE
RETI
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F
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12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 12
10 9 6 5 5 6 4 5 4 4 3 3 3 3 3 2 2 2 1 2
1 1 4 6 5 1 6 3 5 4 6 5 5 4 3 5 4 3 5 0
1 2 2 1 2 5 2 4 3 4 3 4 4 5 6 5 6 7 6 10
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4 7 15 9 12 16 17 15 15 11 15 20 19 19 13 20 13 17 19 30
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
SABATO 29 NOVEMBRE SASSUOLO-VERONA (ore 18) CHIEVO-LAZIO (ore 20.45) DOMENICA 30 NOVEMBRE (ore 15) CAGLIARI-FIORENTINA CESENA-GENOA EMPOLI-ATALANTA MILAN-UDINESE PALERMO-PARMA JUVENTUS-TORINO (ore 18) ROMA-INTER (ore 20.45) LUNEDÌ 1 DICEMBRE SAMPDORIA-NAPOLI (ore 21)
MARCATORI 9 RETI Tevez (2, Juventus). 8 RETI Callejon (Napoli). 7 RETI Icardi (2, Inter); Higuain (1, Napoli); Di Natale (Udinese). 6 RETI Djordjevic (Lazio); Honda (Milan). 5 RETI Matri (Genoa); Menez (3, Milan); Dybala (1, Palermo); Cassano (1, Parma). 4 RETI Ekdal e Sau (Cagliari); Babacar (Fiorentina); Osvaldo (Inter); Morata (Juventus); Destro e Ljajic (Roma); Gabbiadini (Sampdoria); Quagliarella (Torino); Thereau (Udinese); Nico Lopez (Verona).
Serie A R
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I MAGHI DEL GOL
1274 GOL RECORD DI PIOLA
Piola è il bomber di sempre nella A a girone unico: Di Natale è il 7°
Di Natale
LA LETTERA di ANTONIO DI NATALE
«QUEL GOL UNA VERA LIBERAZIONE»
Questo è il bello del calcio. Alla fine, felice per l’impresa, deluso per il pari, ho scambiato la maglia con Dainelli, uno che ho visto crescere a Empoli, una gran persona. Come ho festeggiato domenica sera? Semplicemente con una torta da Vincenzo e Maria Pisacane, al mio ristorante di riferimento, con la famiglia. Ieri era già un altro giorno e avevo preso un impegno importante con Luciano Spalletti. Avevo promesso di presenziare a San Gimignano a un evento per ricordare i ragazzi della Juve scomparsi a Vinovo. Una faticaccia, ma sono felice di averlo fatto. Ho ricevuto tanti messaggi e telefonate, ma quella che più mi ha colpito è la chiamata del presidente del Coni Malagò. Una cosa che proprio non immaginavo. Stupendo. Oggi torno a Udine, riprendo ad allenarmi. Perché non bisogna mai scordare che si ricomincia sempre da zero.
CONTENUTO PREMIUM IL BILANCIO GOL TIRI NELLO SPECCHIO PARATI TIRI FUORI DALLO SPECCHIO LEGNI COLPITI
Dati riferiti alla stagione in corso
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rima di entrare in campo avevo un po’ di timore. Ero emozionato nel tunnel, anzi emozionatissimo. Ma volevo farlo a tutti i costi. Che giornata: 400 partite in Serie A e la possibilità di fare 200 gol in A. Mica una roba per tutti. Quando è cominciata la sfida col Chievo il pallone non pesava più. Era come sempre. Sono anni che gioco a certi livelli e l’abitudine c’è. Appena ho potuto ci ho provato, ho calciato a giro, ma Bizzarri è stato bravo. Quando mi è arrivata la palla a fine primo tempo l’ho stoppata col destro e colpita col sinistro. Non era facile, eh. Ma è entrata. Una liberazione. Il primo pensiero è andato a mia mamma Giovanna che è mancata un paio d’anni fa e a papà Salvatore che è scomparso da pochissimo. Loro sono lassù. Poi mia moglie Ilenia, i miei figli Diletta e Filippo, il mio amico Simone, le persone più care. Ho pensato a quel primo gol di Como nel 2002, con la maglia dell’Empoli, segnato a Brunner che ora allena i nostri portieri. Sono corso ad abbracciare Tades che mi aveva confezionato la maglia dei 200. Tades è un magazziniere che sta da tanti anni all’Udinese, gli voglio bene. Accanto a lui c’era, felice, Paolo Artico, il mio preparatore da anni. Poi Andrea Carnevale, tutti gli altri, i compagni a cui devo tanto, il mister Stramaccioni. È stato bellissimo. Mi ha fatto i complimenti l’arbitro Cervellera, me li hanno fatti i guardalinee e pure gli avversati del Chievo.
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CON L’UDINESE STAGIONE GOL 2014/15
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2013/14
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2012/13
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2011/12
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2010/11
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2008/09
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2007/08
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2006/07
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7 CON L’EMPOLI
Antonio Di Natale, 37 anni, ha realizzato domenica al Chievo il 200esimo gol in A: debuttò, segnando, il 14-9-2002 in Como-Empoli 0-2 GETTY
SOLO A UDINE TOTÒ POTEVA ARRAMPICARSI A QUOTA 200 IL RACCONTO di ALEX FROSIO
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l numero è grande, enorme, e dà diritto a un posto nella storia. Duecento gol in Serie A significano che Antonio Di Natale è il settimo marcatore assoluto nel campionato italiano. Da quando ha iniziato a giocare in A, nei 5 maggiori campionati d’Europa solo Ronaldo e Messi hanno segnato di più. Pure Ibrahimovic, da domenica, è rimasto dietro. In A, più su ci sono soltanto i grandissimi. Piola e Totti e Nordahl, Altafini e Meazza, e poi Roberto Baggio. E l’ex Codino - che segnò 67 dei suoi 205 gol in provincia, come Totò, tra Bologna e Brescia - è nel mirino. Quota 200. Il numero è grande, enorme, e forse servirà guardarlo in prospettiva, un po’ più in là nel tempo, per capirne la reale portata. Per capire quanto sia veramente forte Totò, e anche se poteva diventare qualcosa in più. Baggio, proprio lui, un giorno lo guardò negli occhi: «Sei come me», gli disse. Perché, è vero, la dolcezza del piede è la stessa. Il palmares è giusto un po’ diverso. E qui c’entrano le scelte di Totò. Anzi, LA scelta. L’Udinese. Udine. Per sempre.
FEDELE COME TOTTI E RIVA MA SENZA SUCCESSI LE SUE QUALITÀ ESALTATE DALLA PROVINCIA PRIVA DI PRESSIONI TOTÒ BARTLEBY L’atipicità di Totò è definita proprio dal suo percorso: dove si è mai visto un napoletano che si sente a casa in Friuli? A Udine Di Natale ha costruito il proprio castello di gol e ci ha messo dentro famiglia e affari. Come Totti a Roma. O Gigi Riva a Cagliari. Ma il romanista e Rombo di Tuono hanno portato le loro squadre nella storia, non ci sono andati da soli. Proprio Riva, però, ai tempi del rifiuto alla Juve, estate 2010, applaudì la scelta: «Oltre al calcio di Ibra, esiste ancora un calcio di sentimenti, grazie a Dio». E Di Natale è diventato il Bartleby del pallone. Quando le grandi chiamavano, lui cortesemente rispondeva: «Preferirei di no», come lo scrivano di Melville, quello che lavorava all’ufficio lettere smarrite. Timido e conservativo, tutto il contrario di com’è in campo, dove osa spesso l’inimmaginabile. In car-
CHE FESTA IN FAMIGLIA ● Totò ha festeggiato quota 200 con la moglie Ilenia e i due figli Filippo e Diletta
riera forse ci ha rimesso qualche scudetto e magari anche un grande percorso in Nazionale. Totò, a domanda, ha risposto poco convinto: «Non è vero che in azzurro non ha funzionato, ho giocato 42 partite e segnato 11 gol». All’Europeo 2012 fu l’unico a segnare su azione alla Spagna pigliatutto di quegli anni. Ma qualche rimpianto resta, come per un altro grande numero 10, Roberto Mancini. ALLA MARADONA Cosa ci ha guadagnato, invece, Totò dal lungo matrimonio con l’Udinese? Forse proprio i numeri da record. In Friuli, Di Natale ha cancellato le pressioni. Se non segni per tre gare di fila, in una grande piazza magari ti tocca la panchina. Non se sei Di Natale nell’Udinese. A lui è capitata di rado, l’astinenza. Ma quando è successo, 9 partite l’anno scorso, Totò se ne uscì con il botto: «Basta, a fine stagione smetto». Significativo, no? Come piedi, invece, è secondo a pochi: tecnica, dribbling secco, rapidità di esecuzione. Rivedere, al proposito, un paio di gol: pallonetto dalla linea di fondo con la Reggina nel 2007, roba da Maradona; oppure aggancio e pallonetto al Palermo un anno dopo. SEMPRE PIÙ 9 Con il tempo, ha affinato il modo di giocare. Da attaccante esterno con una punta di riferimento al centro faceva già magie ma segnava poco. Pian piano ha accentrato e avanzato la propria posizione, accorciando il raggio d’azione (ma sempre cercando spazi da sinistra verso il centro, la traiettoria preferita). Fino a diventare il terminale della squadra: palla a Totò, ci pensa lui. In stagione ha una media di appena 12 passaggi a partita. Ma è cresciuta la precisione in fase conclusiva: 7 gol su 23 tiri totali, percentuale realizzativa che supera il 30 per cento. Mai stata così alta. E allora che importa la maglia che porta? Che il campionato ce lo conservi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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13 GDS
Meglio di lui solo CR7 e Leo
CRISTIANO RONALDO ● 281 GOL Dal 2002-03, stagione in cui Di Natale debuttò in A, CR7 è quello che ha segnato più gol nei 5 maggiori tornei europei: 281 gol con United e Real
LIONEL MESSI ● 253 GOL Il più grande marcatore della storia della Liga ha esordito nel 2004: da allora sono arrivati 253 gol, tutti con la maglia del Barcellona.
ZLATAN IBRAHIMOVIC ● 199 GOL Totò meglio di Ibra. Lo svedese è fermo a quota 199 reti, segnate con Juve, Inter, Barça, Milan e Psg (non sono contati i gol con l’Ajax).
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Calcio R
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL BLOG DELLA SERIE A
1Torino: Masiello k.o. Dopo la sconfitta interna contro il Sassuolo, brutta notizia per il Torino in vista dell’impegno di Europa League e del derby di domenica con la Juve: il difensore Salvatore Masiello starà fermo per tre settimane per una lesione al bicipite femorale destro
IE ORA HIGUAINI I CON DE GUZMANI I PUNTA AL TRONOI IDEI BOMBERI
1 Per il Pipita sette
reti nelle ultime cinque partite e anche una grande intesa con l’olandese NAPOLI
Gianluca Monti NAPOLI
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L’attaccante del Napoli e della nazionale argentina Gonzalo Higuain, 26, vicecampione del mondo LAPRESSE
IMANDORLINI: «BASTAI IPENSARE AL PASSATOI IIL NOSTRO OBIETTIVO I IRIMANE LA SALVEZZA»I VERONA
ISQUADRA IN RITIROI ICARICA LEONARDII I«RESTARE IN AI ICON DONADONI»I
gol che non ti aspetti non sono soltanto i 15 subiti dal Napoli in 12 giornate (dieci dei quali al San Paolo, peggio ha fatto solo il Parma al Tardini con 12 reti al passivo). Sono anche quelli di Jonathan De Guzman, l’uomo nuovo della squadra azzurra, tra i pochi a salvarsi nella partita contro il Cagliari. Fortemente voluto da Benitez (a proposito, ieri Rafa ha donato attrezzature mediche all’associazione Open del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale
Pausillipon), l’ex dello Swansea era il più atteso contro il Cagliari. Doveva sostituire in un colpo solo Mertens ed Insigne (che oggi sarà a Villa Stuart per togliere i punti dopo l’operazione al crociato anteriore del ginocchio destro), ci è riuscito impreziosendo la sua prestazione positiva con la seconda rete in campionato, che avrebbe garantito al Napoli il successo se non fosse arrivato l’ennesimo errore difensivo. SCAMBI STRETTI De Guzman si è così meritato un’altra chance nel match di giovedì contro lo Sparta Praga. Del resto, in Europa League è già stato protagonista, avendo firmato con una tripletta allo Young Boys. E poi non è che Benitez abbia tante altre soluzioni in quella zona di campo, visto anche il momento poco felice di Hamsik. Proprio nella posizione di trequartista nella quale lo slovacco fa tanta fatica, De Guzman sembra invece trovarsi a suo agio. Gli piacciono gli scambi stretti con Higuain quando il Pipita esce dal-
l’area di rigore avversaria e poi l’olandese riesce ad inserirsi bene negli spazi lasciati dall’argentino (come nell’ultimo match, in occasione del gol di Inler, nato proprio da una conclusione ravvicinata di De Guzman). PIPITA D’ORO Insomma, l’accoppiata De Guzman-Higuain funziona. Contro il Cagliari, il centravanti del Napoli ha segnato il settimo gol nelle ultime cinque partite di campionato. La rincorsa al titolo di capocannoniere è ormai lanciata, dopo uno stentato avvio di stagione. Higuain vive un momento di forma eccezionale, ma bisognerà vedere cosa Benitez deciderà di fare a Praga. Di sicuro, ci sarà tanto turnover con Mesto, Britos, Albiol, Jorginho e Lopez che dovrebbero partire titolari. Rinunciare ad Higuain in questo momento è difficile anche perché l’unica alternativa resta Zapata, visto che Michu è in condizioni precarie (motivo per cui si è reso necessario un consulto specialistico in Portogallo). © RIPRODUZIONE RISERVATA
HANNO DETTO
PARMA
BRAVI A NAPOLI MA ZEMAN HA TANTO LAVORO DA FARE TOMMASO GIULINI PRESIDENTE CAGLIARI
Andrea Mandorlini, 54 anni, romagnolo LAPRESSE
Roberto Donadoni, 51 anni, bergamasco ANSA
Francesco Velluzzi
Sandro Piovani
INVIATO A VICENZA
PARMA
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«S
e l’è meritato. Andrea Mandorlini sale sul palco del Teatro Comunale e riceve il premio al Gala del Calcio Triveneto, organizzato dall’Aic con l’Ussi Veneto. Lo applaudono Tommasi, Campana, Grazioli e 330 studenti delle scuole secondarie. Gli consegna il riconoscimento Gigi Di Biagio, c.t. dell’Under 21 e padrino dell’evento. E’ un premio allo stupendo torneo passato del Verona, ma quello attuale non gli sta riservando le stesse soddisfazioni. Dopo la sconfitta con la Fiorentina in casa l’umore del tecnico è nero. Venti gol subiti, una difesa fragile, qualche dubbio sul totem Marquez... «E’ forte, ma lui non può fare reparto da solo. Dobbiamo concentrarci di più, prendere meno gol ed essere più solidi». Mandorlini non cerca scuse, anche se gli infortuni (l’ultimo quello di Obbadi, il secondo. Radio mercato dice che per gennaio è in arrivo Crimi dal Latina) non lo aiutano: «Per noi è sempre stato quello della salvezza e a Sassuolo sarà uno scontro importante. Bisogna guardare al presente e non al passato».
alvare il Parma sarebbe la mia più grande impresa in 23 anni di calcio»: l’a.d. Pietro Leonardi parla della salvezza, del mantenere la A che agli emiliani sembra quasi sfuggita dopo la vittoria dell’Empoli al Tardini. Ne parla in una conferenza stampa indetta a sorpresa, come a sorpresa è stato annunciato il ritiro della squadra a Roma in vista del Palermo. Leonardi, in quasi 30 minuti, ha mandato sempre lo stesso messaggio: «Sono qui con il compito di dare ancora speranza e forza alla squadra, abbiamo 26 partite a disposizione, mi auguro ci sia un discorso nuovo».
LOPEZ La nota lieta è l’attacco: «Lopez sta trovando continuità, sono contento». Saviola esce dal guscio: «Lui vorrebbe giocare di più, è normale, ma io faccio giocare chi dà più equilibrio». Mandorlini non parla di rinnovo di contratto: «Sto benissimo, Verona è casa mia. Ma a questo penserà la società, io devo allenare bene la squadra per la prossima partita». Della crisetta del Verona ha parlato ieri anche il d.g. Gardini: «Dobbiamo imparare dalle sconfitte. Avere equilibrio e capire gli errori».
VOGLIA DI RISALIRE «Il messaggio è quello di ripartire, 78 punti in palio sono tanti, ma se continuiamo con questo trend sono pochi». Situazione difficile da gestire, anche per un dirigente esperto come lui. Ha cercato di superare i problemi emersi negli ultimi giorni dopo il mancato pagamento di 2 mensilità ai giocatori e la penalizzazione in arrivo. Il club deve ancora approvare il bilancio («lo farà entro poche settimane») e poi dovrà prepararsi all’altra scadenza trimestrale per il pagamento degli stipendi («Diamo fiducia al presidente ma sono convinto che la chiave di tutto questo sia il campo»). Su Donadoni: «Quando ci sono risultati è merito di tutti, quando ci sono pessimi risultati il demerito è di tutti. Colpevolizzare uno solo sarebbe da vigliacchi». Sulle questioni economiche Leonardi rimanda alla proprietà. Ma risalire in campionato rilancerebbe anche l’eventuale cessione del club. «E’ una sfida che devo e voglio vincere».
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LE SECONDE SQUADRE SAREBBERO UTILI AL NOSTRO CALCIO DAMIANO TOMMASI PRESIDENTE AIC
ARBITRARE IN ITALIA È PIÙ DIFFICILE CHE ALL’ESTERO
IROSSI RIPARTE:I IPER UN MESEI ILAVORO DUROI IIN PALESTRAI Giuseppe Rossi, 27 anni, attaccante della Fiorentina PEGASO
1Bernardeschi
oggi toglie i punti al malleolo. Per Pasqual niente lesioni al tendine FIORENTINA
Giovanni Sardelli FIRENZE
NICOLA RIZZOLI ARBITRO
P
alestra a noi due. Riparte oggi la rincorsa di Giuseppe Rossi: l’obiettivo è il solito, ovvero tornare a giocare come e meglio di prima. Dopo l’operazione al menisco del ginocchio destro dello scorso 5 settembre, Pepito è tornato in Italia due giorni fa. Viaggio lungo, da New York a Milano, fino a raggiungere la squadra a Verona per la sfida vinta contro Toni e compagni. Infine il rientro a Firenze. Per questo ieri il calciatore è rimasto tranquillo: ma da oggi il lavoro sarà durissimo.
NIENTE CAMPO Rossi, accompagnato dal fisioterapista-amico Luke Bongiorno, tornerà quindi in giornata a faticare al centro sportivo viola. Il menù è stato stilato dettagliatamente dai medici viola. Un mese di la-
voro in palestra senza carichi eccessivi per ritrovare tono muscolare. Pallone? Mai, come niente corsa sul campo. Durante la sosta natalizia, un nuovo e decisivo controllo a Vail, in Colorado, dirà se i tempi sono maturi per iniziare gradualmente anche il lavoro sul terreno di gioco. Impossibile ipotizzare con precisione eventuali tempi di recupero: se ne riparlerà dall’ultima settimana di febbraio in poi. BERNA AND CO. Rossi, purtroppo per la Fiorentina, non è l’unico ad occupare il settore infortunati. Bernardeschi ad esempio, dopo l’intervento chirurgico (frattura al malleolo, ndr) toglierà oggi i punti di sutura. Potendo iniziare così il lungo percorso riabilitativo (tra palestra e piscina), che lo riporterà in campo nel 2015. Difficile che possa giocare prima della seconda metà di marzo. «Lavoro per tornare il prima possibile – ha detto a Sky –, per dare una mano alla mia squadra e giocare l’Europeo Under 21». Gli esami strumentali di ieri hanno confermato il problema muscolare (secondo grado) di Pasqual: senza però lesioni al tendine. Tra quindici giorni, nuovo controllo e rientro previsto per metà dicembre. Recuperare posizioni in classifica e giocatori. L’obiettivo viola è tracciato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Serie A R La provincia felice
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fEMPOLI
fSASSUOLO
LA SCOPERTA
LA RIVELAZIONE
Polmoni e gol Così Vecino ha conquistato anche Sarri 1L’uruguaiano, arrivato d’estate, è l’uomo
in più: il tecnico non lo conosceva nemmeno Giacomo Cioni EMPOLI (FI)
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Matias Vecino, 23 anni, uruguaiano, esulta dopo il gol segnato al Parma ANSA
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olo due giocatori nell’Empoli sono riusciti a togliere il posto ai titolari dello scorso anno.Il primo è Daniele Sepe, il portiere ex Lanciano che ha conquistato l’allenatore subito. L’altro è il centrocampista uruguaiano Matias Vecino, arrivato in prestito dalla Fiorentina. Il tecnico Maurizio Sarri di solito non le manda a dire e d’estate, quando sembrava ormai imminente l’ingaggio del giocatore, si lasciò scappare un sincero «Non lo conosco». Merito di Vecino quindi essersi guadagnato non solo la fiducia di Sarri, ma anche la maglia da titolare, peraltro scalzando nomi pesanti come quelli del capitano Davide Moro e dell’altro sudamericano della mediana empolese, Franco Signorelli, nazionale venezuelano, prodotto del vivaio. Se Vecino va in campo un
motivo ci sarà e contro il Parma al Tardini, nella prima vittoria in trasferta dell’Empoli in questo campionato, ha dato un saggio delle sua qualità. Le stesse che tanto piacciono a Sarri: corsa, dinamismo, potenza, fisicità e, come hanno dimostrato il suo gol e l’assist per Tavano contro i ducali, anche tanti piedi buoni. CASA MADRE A Firenze guardano alla stagione di Vecino con la maglia dei «cuginetti» azzurri con un certo interesse. E le sue presenze da titolare (12, per un totale di 985 minuti) in una squadra in cui gli altri arrivi estivi hanno trovato poche occasioni per mettersi in luce, hanno favorevolmente impressionato Montella, soddisfatto dei progressi di Matias, considerato tra gli stakanovisti dell’Empoli. Il ragazzo ha già le idee chiare: «Arriverà il momento per dimostrare il mio valore anche a Firenze. Il futuro? La A mi piace, ma anche la Premier League mi affascina», ha detto qualche tempo fa. Aveva anche spiegato che gli mancava solo il gol, adesso che anche la rete è arrivata, in una gara che ha regalato 3 punti pesanti nella lotta per non retrocedere, Vecino sembra davvero nel momento migliore della sua seconda esperienza toscana. «Qui sono a mio agio, mi sento importante. Sono contento», ha detto. Ad Empoli ha trovato un gruppo che lo ha accolto senza problemi, stanno arrivando i risultati, lui sta giocando e la squadra è unita. Insomma un rinforzo indovinato e con ancora grandi potenzialità considerando i suoi 23 anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Non solo difesa Se c’è Vrsaljko Di Francesco non perde mai 1Il laterale croato è in rampa di lancio: fa anche l’assistman e le big lo cercano Stefano Fogliani SASSUOLO (MO)
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ochi, ma buoni». Nel Sassuolo molto italiano che si affaccia, sulla scorta di sei risultati utili consecutivi, alla metà della classifica dopo un inizio difficile, il detto si attaglia alla perfezione a Sime Vrsaljko, laterale croato classe 1992, uno dei tre stranieri della squadra, arrivato questa estate dal Genoa. «È un nostro obiettivo», aveva ammesso Eusebio Di Francesco a metà luglio, salvo poi ritrovarselo in ritiro pochi giorni dopo, acquistato dal Sassuolo a titolo definitivo per 3,5 milioni e la promessa di versare ai rossoblù genovesi il 40% dei proventi di una futura cessione, magari alla Juve che pare avrebbe già messo gli occhi sul croato. Sime Vrsaljko, 22 anni, ha debuttato in A col Genoa nella scorsa stagione ANSA
OBIETTIVO PREGIATO Nell’occasione il Sassuolo superò la
concorrenza di Milan e Fiorentina convincendo Preziosi e soprattutto il giocatore, sotto contratto fino al 2019 ma già messo sotto osservazione da diversi top club. Vedremo: il presente di Vrsaljko è quello di straniero top in una squadra italianissima nella quale il laterale croato, smaltite le tossine del Mondiale brasiliano, si è inserito subito. «My first option», disse del Sassuolo quando venne presentato, rispondendo (in lingua inglese) alle domande della stampa. UOMO DECISIVO Era il 22 luglio. Quattro mesi dopo, cioè oggi, Vrsaljko è uno degli uomini in più del Sassuolo – che ha ben 5 punti in più rispetto alla dodicesima giornata dello scorso torneo, il primo in Serie A – a suo agio in una difesa a quattro che non gli preclude quella fase offensiva che il laterale interpreta molto bene, al di là di quella difensiva. La prova nell’assist con il quale domenica all’ora di pranzo ha fornito a Floro Flores il pallone che ha deciso Torino-Sassuolo, ma soprattutto nell’assidua presenza del laterale croato nel 4-3-3 disegnato da di Di Francesco. «È uno giusto», dice di lui la vecchia guardia del Sassuolo, cui Vrsaljko porta pure fortuna: ha infatti giocato per intero sette partite (contro Sampdoria, Fiorentina, Juventus, Parma, Atalanta, Chievo e Torino) e non ce n’è una che il Sassuolo abbia perso. Ne ha pareggiate cinque e vinte due, quella a Parma e l’ultima appunto domenica scorsa. E sabato arriva il Verona, per avvicinare ulteriormente l’obiettivo della salvezza. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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OPINIONI
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di Valerio Marini
di Roberto Pelucchi
f LA FERRARI CAMBIA STRATEGIA: LA GESTIONE SPORTIVA PASSA DA INCROCIAMOLEDITA AD ARRIVABENE.
GIGI DATOME Cestista Nba con Detroit ● Partita l’asta delle mie scarpe autografate per gli alluvionati di Genova! @GigiDatome
IN CONTROPIEDE di DAN PETERSON
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opo due giornate del campionato di Serie A, ho scritto in questa rubrica che Gianmarco Pozzecco - fino a quel momento in testa alla classifica con due vittorie - stava facendo un egregio lavoro con la sua Varese. Anzi, aveva dato (secondo me) la giusta identità alla squadra, quella di correre e tirare, sfruttando al meglio le caratteristiche tecniche dei suoi giocatori. Per di più, trasferendo alla squadra una grande carica agonistica. Fin qui, nulla da dire. Ovvio, ho messo però anche le mani avanti scrivendo: «Ma se, tra qualche tempo, col passare delle giornate di campionato, Varese andasse in difficoltà?» Ecco, quel momento mi pare proprio sia arrivato. Infatti, oggi la squadra non è più 2-
0, bensì 2-5, con (ovvio) cinque sconfitte di fila sulla testa. Alcune sconfitte bruciano di più perché la squadra aveva buone possibilità di vincere quelle gare, un paio perse ai supplementari e anche malamente. Ma è stato l’ultimo di questi cinque k.o. a fare più scalpore e coinvolgere in prima persona proprio l’allenatore Gianmarco Pozzecco: proteste con gli arbitri sin dall’inizio; fallo tecnico subito; cravatta tolta; altre proteste; giacca tolta; altro tecnico; espulsione; camicia strappata; postpartita da cinema. Premeditato? Qualcuno dice di sì. In ogni caso questo nervosismo non è altro che la strada giusta verso il disastro. Qualcuno può dire: «Peterson, proprio lei parla, lei che in carriera ha preso dei tecnici?». Vero, è accaduto, ma non durante i miei primi cinque anni in Italia, solo alla fine del primo anno a Milano, finalescudetto, Gara-1. Possono anche dire: «Peterson, lei è stato pure espulso». Verissimo, ma solo dopo nove anni di panchina in Serie A.
Possono pure aggiungere: «Ma lei ha fatto pure il gradasso, dicendo che la sua squadra era la ventiquattresima dell’NBA». Vero pure questo, non rinnego nulla, ma nel 1984-85, al mio 12° anno in Serie A. Sto dicendo ciò per far capire che uno deve fare «marciapiede» prima di poter agire come Rubini, Gamba o Bianchini. Quindi ecco delle istruzioni per l’uso: a) niente più spogliarelli; giacca e cravatta addosso; b) niente più proteste o falli tecnici perché agli arbitri non piacciono queste cose e ti hanno già preso la «targa» per eccesso di velocità; c) niente più scene perché, se alleni in Serie A, hai un’immagine professionale da difendere; d) niente più spettacoli come quello di domenica perché ai colleghi non va giù e caricano la loro squadra contro la tua ancora di più. Meglio pensare a guidare la squadra in acque torbide, piene di squali ... e tempi supplementari, dove ci vuole la mente fredda e non calda. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Mito
QUANDO VIDI DIMAGGIO IN QUEL BISTRÒ IL RICORDO di MASSIMO LOPES PEGNA Su www.gazzetta.it
avevo incontrato due anni prima che morisse, nel 1997, in un ristorante trendy di Soho a Manhattan, il Balthazar. L’amico cameriere mi aveva indicato il tavolo più riservato dell’intero bistrò e sussurrato: «Stasera a cena c’è Joe DiMaggio». Non lo avevo mai fatto: come un fan qualunque, avevo percorso la lunghezza della sala e gli ero passato davanti. Solo per vederlo di persona, almeno una volta. Era in compagnia di un amico, aveva i capelli bianchissimi e il viso affilato. Esattamente come lo avevo visto in decine di foto. Non avevo osato disturbarlo. Non sarebbe servito: mi avrebbe congedato con ferma gentilezza. Non amava le chiacchiere e neppure i giornalisti. Introverso, timido, schivo. Sinonimi che calzavano alla perfezione il suo personaggio. Joe DiMaggio era un
Mito. Anche il mio, pur non essendo mai stato un grande amante del baseball. Il suo nome lo avevo sentito tante volte nel corso di conversazioni nel salotto di casa, nonostante mazza e guantoni fossero considerati oggetti strambi. Chiaro che la relazione da rotocalco con Marilyn Monroe avevano contribuito a costruire la leggenda. Ma Joe era soprattutto il figlio di emigranti che ce l’aveva fatta. Quello diventato famoso globalmente senza il supporto di YouTube e dell’era Internet: un’impresa straordinaria. Gli emigranti di allora erano i nostri connazionali approdati a Ellis Island con le valigie di cartone e i bastimenti, insomma i barconi di quei tempi. Suo padre Giuseppe era sergente nell’esercito italiano in Abissinia, la spedizione del Governo Crispi del 1896, finita malissimo. Era arrivato a San Francisco dalla Sicilia prima della Grande Guerra, per fare il pescatore: poverissimo e in cerca di un futuro migliore. Erano gli anni in cui nel Paese delle opportunità gli italiani erano solo «Dago» e «Wop», non parole gentili. Nella scala sociale
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti gvalenti@gazzetta.it VICEDIRETTORI Pier Bergonzi pbergonzi@gazzetta.it Stefano Cazzetta scazzetta@gazzetta.it Andrea Di Caro adicaro@gazzetta.it Umberto Zapelloni uzapelloni@gazzetta.it Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2014
MAURO BERGAMASCO Azzurro di rugby ● Puoi anche ADERIRE online : BabbyBike http://www.babbybike.org @MauroBergamasco
Lettere alla Gazzetta
POZZECCO CHE SCENATA, HAI SBAGLIATO
DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI andrea.monti@gazzetta.it
ROBERTA VINCI Campionessa di tennis ● Stamattina sono andata a trovare Santa Rosalia... preghierineanchexvoi @roberta_vinci
RAFA NADAL Campione di tennis ● Sorpreso per l’attenzione dei media data alla #RafaNadalAcademy @RafaelNadal
Basket nervoso
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PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
ce la giocavamo con gli irlandesi per evitare il fondo di una classifica dove i fanalini di coda erano inesorabilmente i neri. Giuseppe e Rosalia DiMaggio non si erano mai preoccupati di prendere la cittadinanza americana, così quando nel 1941 il Giappone bombardò Pearl Harbor e gli Usa entrarono in guerra, gli italiani (come giapponesi e tedeschi) diventarono «Enemy Aliens», nemici della Patria. Mentre a New York Joe era l’American Hero, quello che aveva conquistato il quinto dei suoi nove campionati con gli Yankees e aveva appena sbriciolato il record di battute valide consecutive, i suoi genitori erano costretti a non allontanarsi a più di 10 km da casa senza permessi. Quando nel 1999 Joe DiMaggio morì, il Presidente Clinton disse: «Se n’è andato uno dei più amati eroi del nostro tempo. Questo figlio di emigranti ha dato a ogni americano qualcosa in cui credere». Era stato un rivoluzionario, forse senza rendersene conto. Uno triste e solitario, il meglio di quella gioventù.
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MILAN E INTER VIETATO ILLUDERSI TEMPI RI SUPPLEMENTARI RRUTI di ALBERTO CERRUTI Sono una grande tifosa del Napoli e dopo aver assistito alla rimonta del Cagliari temevo che il nostro terzo posto fosse insidiato dalla rincorsa del Milan o dell’Inter, che avevano l’occasione per avvicinarsi. Invece il derby mi ha rincuorato, perché ho visto due squadre modeste, senza campioni. Uno spettacolo davvero deprimente, ricordando il passato. Il Milan ha soltanto El Shaarawy anche se ha sbagliato il gol della vittoria, Menez ha segnato una rete splendida ma poi è sparito, mentre l’Inter ha soltanto l’eleganza di Mancini. E così alla fine mi sono convinta che se queste sono le grandi squadre di Milano, il Napoli come minimo è ancora da terzo posto.
T
Serena Iaccarino, Napoli
ra milanisti e interisti, ugualmente e giustamente delusi, per non fare torto a nessuno spazio a una voce neutrale, anche se interessata al terzo posto, come tifosa del Napoli. In effetti i rimpianti di Higuain e compagni per il successo sfumato contro il Cagliari, dopo essere stati due volte in vantaggio, sembrano pagliuzze di fronte alla traversa di El Shaarawy, sigla finale di una partita da dimenticare per concorso di colpe tecniche. Più che un derby della Madonnina, pensando ai colori delle squadre, sembrava un derby toscano Lucchese-Pisa. Ma al di là delle battute che si sono scatenate nei bar e nei social, il gioco, o peggio il non gioco, delle due squadre è il triste e fedele specchio delle rispettive difficoltà, a prescindere dalle responsabilità dei due allenatori che non possono fare miracoli con i giocatori a disposizione. A quasi un terzo del campionato, la classifica inganna sempre di meno
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e dice che oggi il Milan, al settimo posto, e l’Inter al nono, sarebbero fuori dall’Europa, con una somma di punti (35) quasi pari a quelli della Juventus (31) capolista. Nessuno a Milanello e Appiano Gentile sognava lo scudetto all’inizio della stagione, ma il terzo posto sembrava un obiettivo possibile, anche se non scontato. Invece, per motivi diversi, Milan e Inter ci sembrano in concorrenza soltanto per un posto in Europa League, per evidenti limiti d’organico. Quello dell’Inter è stato sopravvalutato da tutti, scambiando un mercato in pareggio di bilancio con un potenziamento tecnico. Il bluff, coperto a lungo dall’odiato Mazzarri, è stato subito smascherato dall’osannato Mancini, che alla sua prima partita ha preferito Kuzmanovic a M’Vila per sostituire lo squalificato Medel, lasciando in panchina Osvaldo e soprattutto Vidic, malgrado il ritorno alla difesa a quattro. Ma anche Inzaghi ha indirettamente fatto capire che i vari Armero e Van Ginkel sono stati regali inutili, per non parlare di Torres, sostituito da Honda invece che da Pazzini, come avrebbe preferito Berlusconi deluso dalla prova dei rossoneri. Inzaghi ovviamente non è in discussione, ma conoscendo il suo perfezionismo è il primo a capire che malgrado i rimescolamenti nella formazione il Milan incassa troppi gol, perché soltanto una volta su dodici (nel 2-0 in casa contro il Chievo) Lopez e Abbiati hanno mantenuto la propria porta imbattuta. E più in generale fa riflettere l’andamento lento dei rossoneri, che dopo il 3-1 sul campo del Verona hanno ottenuto soltanto quattro pareggi (Fiorentina, Cagliari, Sampdoria, Inter) e una sconfitta (Palermo) mentre i nerazzurri non sono riusciti a sfruttare l’effetto «entusiasmo» del cambio di panchina, tanto temuto da Galliani. Il tempo per recuperare c’è, ma senza regalare false illusioni a nessuno. Perché Inzaghi e Mancini non giocano più. Purtroppo.
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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R L’intervista
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Farina difende gli arbitri «Troppo gioco violento Ci aiutino gli allenatori» 1Il designatore: «Ultimo turno negativo, ma io sono soddisfatto
Noi applichiamo le regole, i giocatori devono darsi una calmata» I NUMERI
94
● Le espulsioni in 15 giornate: il Pescara ne ha avute 8, più di tutti, il Modena 7 con una gara in meno. Per lo Spezia solo una
77
● I rigori: il Catania ne ha avuti 8, Entella e Ternana 0. Invece Bari, Carpi, Varese, Brescia e lo stesso Catania ne hanno avuti 6 contro
26
● Gli arbitri della Can B: i più impiegati sono Minelli, Pairetto (foto) e Pezzuto con 8 gare, invece Ripa ne ha dirette soltanto 3
Nicola Binda
S
Sorprende la diversità nel metro di giudizio sui rigori. Anche qui siamo da record: già 77, negli ultimi 10 anni al massimo 72. «Nessuna disposizione da parte nostra diversa da quelle classiche: punite i falli e le trattenute, non i normali contrasti di gioco. Qualche rigore sabato è stato valutato male perché normali contatti sono stati tramutati in falli: errore nostro». Qui è in gioco il futuro della A. «Garantisco che possiamo stare tranquilli per il futuro. Ci sono elementi giovani e forti. Non bisogna avere fretta, l’arbitraggio non è matematica, è frutto di maturazione». Crede ancora che bisogna tornare all’interscambio tra A e B? «Ci sono altre persone preposte a questo tipo di valutazione. Noi dobbiamo allenare le squadre ad andare in Europa: chi guarda le nostre partite da fuori vede tanti interventi scomposti. Se un giocatore va con la gamba tesa o con un braccio verso la faccia, deve porsi il problema di quello che può combinare».
cende in campo Stefano Farina, designatore della B, dopo la giornata nera (e non solo...) degli arbitri. Farina, cosa sta succedendo? «Noi stiamo facendo quello che abbiamo detto a capitani e allenatori l’8 settembre a Coverciano: devono ascoltare le nostre indicazioni, che sono quelle di Fifa e Uefa, condivise con Settore Tecnico e Aia. E invece non collaborano. Con le proteste sì, andiamo meglio e i cartellini sono calati. Ma sulla violenza no e noi non molliamo di un centimetro. Se giocano a calci e non a calcio li faremo giocare 7 contro 7». Di chi è la colpa? «Gli allenatori devono far capire ai calciatori che non possiamo abbassare il livello di guardia rispetto alla violenza. Non vogliamo altri casi Baldanzeddu: il fallaccio che gli è costato la stagione non è stato sanzionato ed è stato un nostro errore. Ci sono troppi giocatori aggressivi, e giocatori che ingannano come quello che s’è tolto la scarpa da solo e l’ha buttata in area chiedendo il rigore…».
dotta violenta no. La domanda non è “perchè tanti espulsi” ma “perché si picchiano così?”».
SE GIOCANO A CALCI E NON A CALCIO FAREMO FINIRE LE PARTITE SETTE CONTRO SETTE L’arbitro Nasca espelle Lambrughi durante Frosinone-Livorno LAPRESSE
«Il nostro è un mix e gli esperti devono dare di più, mi aspetto che siano trainanti».
Ma oltre alla violenza, ci sono anche vostre sviste clamorose. «Questi arbitri sono giovani e forti, ma in maturazione. Cercano di salvaguardare l’incolumità dei calciatori, applicano le regole e devono essere uniformi. E’ chiaro che non sono soddisfatto dell’ultimo turno, ma non è una giornata a inficiare sul lavoro delle prime 14, nelle quali ci sono stati errori fisiologici. Sono soddisfatto».
Forse non tutti hanno un carattere forte e, cercando di diventare autoritari, ottengono il risultato contrario. «Ho chiesto ai ragazzi coraggio e autorevolezza: stanno dimostrando grande coraggio in un torneo difficile ed equilibrato. La forza di questi ragazzi è che applicano le regole, ma essendo in maturazione a volte commettono peccati di gioventù. Confido negli allenatori».
Più che i giovani, sono quelli più navigati a deludere.
Dovrebbero fare tutti come Boscaglia del Trapani, che sabato
dopo due gol annullati ha assolto l’arbitro in sala stampa? «Gli allenatori dovrebbero farlo anche prima e durante la gara. Comunque sono quei comportamenti positivi che servono. Alcuni allenatori aiutano, altri no, come chi prepara le partite dicendo che in campo vuole 11 animali...». I numeri sono inquietanti. Già 94 espulsi: negli ultimi 10 anni al massimo ce ne sono stati 86. «Siamo partiti sopra le righe e l’abbiamo detto l’8 settembre, non ci hanno ascoltato e noi siamo andati avanti. Le proteste (11 espulsi) sono diminuite perché c’è dialogo, ma la con-
STEFANO FARINA DESIGNATORE SERIE B
Pretendere un po’ di buon senso è troppo per evitare che l’arbitro diventi il protagonista? «L’arbitro non vorrebbe mai essere il protagonista, ma quando prende decisioni difficili o impopolari lo diventa per forza. Il buon senso non può essere applicato se danneggia una squadra. Se un giocatore dopo un gol si arrampica sulla rete, sa che viene ammonito e che se è già ammonito viene espulso: se non lo sanzioni l’altra squadra avrebbe ragione a lamentarsi. Certo andava ammonito anche chi ha esultato provocando. Sono i giocatori che devono darsi una regolata».
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TACCUINO BOLOGNA
Tensione Tacopina Ora Lopez rischia ● BOLOGNA (a.to) Tensione al Bologna. Joe Tacopina ha lasciato La Spezia deluso e nervoso per tornare negli Usa. Il presidente non ha gradito il pari e ha in agenda un incontro con Saputo per risolvere la questione del d.s. e sanare la mancata fidejussione che ha innescato la reazione dei soci uscenti. Guaraldi ha inviato una lettera di messa in mora: è il primo atto di una possibile causa civile ma anche un atto dovuto per evitare la prescrizione della (presunta) inadempienza contrattuale. Tacopina rientra intorno al 10 poiché il 15 scade il termine per versamento degli ultimi 6 milioni. Intanto i due punti in 4 gare mettono in discussione Lopez: col Bari si gioca molto.
B ITALIA
Ecco i 20 convocati per sfidare la Russia ● Domani alle 12 a Vercelli (ingresso libero) la B Italia sfida la Fnl Russia. Il c.t. Piscedda ha convocato 20 giocatori. Portieri: Minelli e Pigliacelli. Difensori: Chiosa, Barreca, Bittante, Fiamozzi, Bani, Ferrari. Centrocampisti: Acampora, Busellato, Emmanuello, Ricci, Gagliardini e Schiavone. Attaccanti: Belloni, Beltrame, Castrovilli, Paganini, Forte e Valotti.
LA SITUAZIONE
Sabato grande sfida tra Carpi e Frosinone ● La classifica dopo 15 giornate: Carpi p. 29; Frosinone 28; Spezia 25; Livorno e Avellino 24; Lanciano e Bologna 23; Perugia e Trapani 22; Pro Vercelli 20; Catania e Bari 19; Modena* e Brescia 18; Varese (-1) e Vicenza 17; Pescara e Ternana 16; Entella* 15; Crotone 14; Cittadella e Latina 13. (* una in meno). Venerdì (20.45): Pescara-Lanciano. Sabato (15): Carpi-Frosinone; CittadellaBrescia; Crotone-Modena; Entella-Avellino; Latina-Pro Vercelli; Livorno-Perugia; Ternana-Catania; TrapaniSpezia; Varese-Vicenza. Domenica (ore 12.30): Bologna-Bari.
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Lega Pro R Girone A: il posticipo della 14a giornata
Il Bassano bello di notte Ritorno in vetta con Nolè Como in nove: altro k.o. Vincenzo Pittureri BASSANO (VICENZA)
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a suggestione delle notturne lancia il Bassano nuovamente in vetta: nelle serali non stecca mai, solo vittorie sotto i riflettori. Un rigore di Nolè, alla settima marcatura personale, fa felice Asta anche se il Como deve guardarsi dentro: il secondo k.o. di fila contro una formazione di vertice dopo la sbandata di Novara fa pensare per i lariani, che non minacciano mai seriamente la porta di Rossi lungo tutti i 90’ e possono solo recriminare su un contatto sospetto in area su Le Noci nel primo tempo e su un fallo in pieno recupero di Priola che ferma con le cattive lo stesso Le Noci sulla trequarti.
monito, si becca anche il secondo giallo che lo toglie dai giochi. Bassano galvanizzato alza i giri e Nolè in serpentina va a prendersi il rigore che spacca il match e che lui trasforma di giustezza al 22’. Gli ospiti provano a reagire ma non c’è nè brio nè lucidità e il terzo rosso della serata a Marchi mette all’angolo un Como sbiadito.
Angelo Nolè, 30 anni LAPRESSE
ASTA VINCENTE Bassano più produttivo e manovriero. Funziona il piano di Asta che attacca con successo sugli esterni poggiando sulla verve di Furlan e Iocolano. Eppure allo scadere del primo tempo Pietribiasi colpisce Fautario e si becca il rosso. Il Como non sa sfruttare la superiorità nei primi 20’ della ripresa finchè Cristofori, già am-
BASSANO-COMO 1-0 MARCATORE Nolè su rigore al 22’ s.t. BASSANO (4-2-3-1) Rossi 6; Toninelli 6,5, Priola 6,5, Bizzotto 6,5, Semenzato 6,5; Cenetti 6,5, Proietti 6,5; Furlan 7 (dal 33’ s.t. Maistrello s.v.), Nolè 6,5 (28’ s.t. Ingegneri 6), Iocolano 6,5 (44’ s.t. Cortesi s.v.); Pietribiasi 5.(Grandi, Stevanin, Tonon, Munarini). All. Asta 6,5. COMO (3-5-2) Crispino 6; Ambrosini 6,5, Giosa 6,5, Marchi 5; Casoli 6, Corticchia 6, Cristiani 5,5 (dal 25’ p.t. Cristofori 5), Le Noci 5,5, Fautario 6; De Sousa 5,5 (27’ s.t. Defendi 6), Ganz 5,5 (11’ s.t. Scapuzzi 5,5). (Falcone, Lebran, Rolando, Rinaldi). All. Colella 5,5. ARBITRO Pagliardini di Arezzo 6. NOTE spettatori 1.300 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Espulsi Pietribiasi al 46’ p.t., Cristofori al 18’ s.t. e Marchi al 40’ s.t.; ammoniti Bizzotto, Nolè, Rossi, Giosa, Cristiani e Corticchia. Angoli 4-3.
Svolta a Caserta Salta Gregucci c’è Campilongo ● CASERTA (l.b.) Sasà Campilongo è il nuovo tecnico della Casertana. Subentra a Gregucci, al quale non sono bastati i 24 punti ed il quarto posto nel girone C: fatale la sconfitta subita a Melfi. Campilongo torna a Caserta per la terza volta. La prima da calciatore dal 1989 al 1992, quando con 41 gol portò la Casertana in Serie B. La seconda nel 2002-03 in Serie D, con il doppio ruolo prima come direttore sportivo e poi (a novembre) diventando allenatore, iniziando così la sua carriera. ● MONZA, VIA IL D.G. (m.d.) Mauro Ulizio, direttore generale del Monza, si è dimesso. E’ l’ennesima puntata di una telenovela societaria che ormai è destinata al fallimento.
LA 15a GIORNATA Domani recupero Savona-S. Marino Così nel weekend Domani nel girone B si recupera Savona-San Marino (ore 14.30). Questo invece il prossimo turno nei tre gironi, arrivati alla 15a giornata. VENERDI’ ORE 19.30 Novara-Mantova (A). ORE 20.45 Spal-Pisa (B). SABATO ORE 14.30 Cremonese-Arezzo (A); Santarcangelo-Pro Piacenza (B); Messina-Catanzaro (C). ORE 15 Südtirol-Pordenone (A); Lucchese-Teramo e Prato-Ancona (B); Casertana-Foggia (C). ORE 16 Como-Lumezzane (A); Paganese-Vigor Lamezia (C). ORE 17 Monza-Alessandria (A); Pontedera-Forlì (B); RegginaBenevento (C). ORE 19.30 Ascoli-Grosseto (B); Lecce-Melfi (C). DOMENICA ORE 11 Savona-Tuttocuoio (B) ORE 12.30 AlbinoLeffe-Giana (A); Juve Stabia-Savoia (C). ORE 14.30 Real Vicenza-Torres (A); Carrarese-Reggiana e L’Aquila-
Pistoiese (B); Lupa Roma-Salernitana (C). ORE 16 Feralpi Salò-Pro Patria (A); Gubbio-San Marino (B); BarlettaAversa Normanna (C). ORE 18 Renate-Pavia e VeneziaBassano (A); Cosenza-Ischia (C). LUNEDI’ ORE 20.45 Matera-Martina (C). LE CLASSIFICHE GIRONE A Bassano* p. 28; Pavia 27; Real Vicenza 26; Novara 25; Como*, Alessandria*, Monza* e Feralpi Salò 23; Arezzo 22; Venezia e Südtirol 19; Mantova 17; Torres*, Giana e Renate 16; Cremonese* e Lumezzane 13; Pro Patria 11; AlbinoLeffe 10; Pordenone 5. (* una gara in meno). GIRONE B Ascoli p. 29; L’Aquila 24; Pisa 23; Reggiana, Pistoiese e Teramo 22; Pontedera e Spal 21; Grosseto e Tuttocuoio 20; Gubbio 19; Carrarese, Ancona e Forlì 18; Prato 16; Savona* e Lucchese 15; Santarcangelo 9; San Marino* 8; Pro Piacenza (-8) 3. (* una gara in meno). GIRONE C Salernitana p. 31; Benevento e Juve Stabia 29; Lecce 28; Casertana 24; Catanzaro 23; Matera, Foggia (-1) e Vigor Lamezia 22; Lupa Roma 21; Melfi e Paganese 16; Messina 14; Martina 13; Barletta e Cosenza 12; Ischia 10; Savoia 9; Reggina (-4) e Aversa Normanna 6.
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Formula 1 R Dopo il GP Abu Dhabi
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
«Un leader che sa di F.1»
1Marchionne spiega la scelta Arrivabene come team principal: «Abbiamo la stessa visione su cosa la Ferrari può e deve essere» 1Oggi debutto in tandem alla F.1 Commission Sette mesi di addii
14 APRILE DOMENICALI Stefano Domenicali si dimette da capo della Ges. Al suo posto arriva Marco Mattiacci
10 SETTEMBRE MONTEZEMOLO Luca di Montezemolo lascia la presidenza. Dal 13 ottobre gli subentra Sergio Marchionne
20 NOVEMBRE ALONSO Fernando Alonso lascia la Ferrari dopo 5 stagioni. Al suo posto Sebastian Vettel
24 NOVEMBRE MATTIACCI Dopo 7 mesi, via anche Marco Mattiacci. Il nuovo capo della Ges è Maurizio Arrivabene
Andrea Cremonesi
L
a prima uscita insieme è prevista oggi a Ginevra dove è in programma prima una riunione del gruppo strategico di lavoro dei protagonisti dei gran premi e poi quella della Commissione F.1: alla prima, in via del tutto eccezionale parteciperà Sergio Marchionne, alla seconda, ancora in rappresentanza degli sponsor, pure Maurizio Arrivabene. A sole 48 ore dalla fine del Mondiale intorno allo stesso tavolo il presidente della Ferrari e l’ultimo prodotto della sua rivoluzione: il manager bresciano, appena rientrato dall’ultima tappa del Mondiale, nominato ieri direttore generale della Gestione Sportiva e team principal anche se prenderà realmente possesso della (scottante, visti i tempi) scrivania di via Alberto Ascari soltanto lunedì, alla vigilia di due importanti appuntamenti: il Consiglio Mondiale della Fia fissato per il 3 a Doha (dove ci sarà sicuramente) e subito dopo le Finali Ferrari proprio ad Abu Dhabi dal 4 al 6 (qui la partecipazione è tutta da confermare). Dopo la meteora Mattiacci (7 mesi alla guida del team) tocca dunque ad Arrivabene provare a rimettere in sesto una Ferrari uscita malconcia da una stagione balorda. BILANCIO Zero vittorie, come non accadeva da 21 anni, zero pole, due miseri podi firmati da Alonso che se l’è data a gambe per nulla convinto dei piani di rilancio; Raikkonen che ha conGIORNATA CHIAVE cluso la stagione Poche righe dedicate a come l’aveva iniziata, cioè male, Mattiacci: «Grazie per e il neoingaggia- i 15 anni di lavoro e to Vettel che as- auguri per il futuro» siste stranito a questo vorticoso Badoer, collaudatore giro di valzer. Perché l’uomo nell’era Schumi: con il quale ave- «Maurizio? va firmato per Ha una faccia sola» vestirsi di rosso nel 2015 e che solo giovedì scorso ad Abu Dhabi lo aveva accolto con parole dolci non c’è già più. Congedato con appena tre righe da Marchionne nel comunicato che ha sancito l’ennesimo ribaltone: «Vogliamo ringraziare Marco Mattiacci per il suo contributo alla Ferrari negli ultimi 15 anni e gli auguriamo il meglio per le sue sfide future». Stop. Che cosa avrà combinato il manager romano per meritarsi un simile trattamento resta un mistero che apre i più disparati scenari. LETTERA Ma lo smarrimento deve essere palpabile anche a Maranello se Marchionne, che ieri era proprio al quartier generale del Cavallino, si è sentito in dovere di spedire ai dipendenti della Gestione Sportiva una lunga lettera (5 pagine) per spiegare il senso di quello che sta succedendo. Dal cambiamento dei piloti («abbiamo scelto Vettel un grande pilota che ha già collezionato una serie impressionante di record e ha la vo-
glia e la capacità per continuare a dimostrare quello che vale...oltre ad essere campioni del mondo Sebastian e Kimi sono stati uniti anche da una grande amicizia») all’avvicendamento al vertice della Ges, giustificato dall’esperienza accumulata da Arrivabene nella sua ultraventennale presenza nel paddock. «Maurizio ha un patrimonio di conoscenze unico perché non solo è da anni vicino alla nostra squadra ma come membro della F1 Commission, ha ben chiare le sfide che ci attendono... Ed è stato una fonte costante di idee innovative volte al rinnovamento della F.1. Estremamente importante l’esperienza manageriale che ha maturato sino ad oggi e che lo aiuterà a gestire e motivare la squadra». Insomma l’uomo giusto per restituire alla Ferrari un ruolo centrale nel dibattito sul futuro della F.1 (magari senza le spigolature di Mattiacci) ma anche il timoniere ideale per dare una strambata alla nave della Ferrari riportandola sulla rotta del successo. «In lui — ha scritto ai dipendenti — riconosco le qualità di vero leader, una di quelle persone che si seguono per l’esempio che dà, per la serietà e l’integrità delle sue scelte, per il modello di uomo che rappresenta. Maurizio gode del mio pieno supporto perché condividiamo la stessa visione di che cosa la Scuderia Ferrari può e deve essere...Il nostro obiettivo è molto semplice: conquistare il posto che ci spetta sia nel campionato Piloti sia in quello Costruttori. Non possiamo accontentarci di niente di meno».
La F14 T di Raikkonen, e dietro, quella di Alonso LAPRESSE
GIUDIZIO Luca Badoer, terzo pilota dell’era Schumi, conosce bene il nuovo capo: «Maurizio ha carattere, è pratico, si mostra con una faccia sola. In parole povere uno con le... contropalle. Non potevano fare scelta migliore». Chi ci ha lavorato gomito a gomito in questi anni lo descrive un tipo creativo, che riesce sempre a sorprenderti con una trovata impensabile, perseverante (non molla mai la presa), duro se serve ma con il solo scopo di tirar fuori il meglio dai propri collaboratori. E che se deve fare dei rimproveri non va tanto per il sottile. Non ha un palmares da pilota o specifiche capacità tecniche, ma sa delegare. A chi? Ross Brawn probabilmente non tornerà ma le posizioni di Nick Tombazis (lascerà entro l’estate?) e James Allison (contrariato, pare, per i contatti con Ross) paiono sempre più in bilico. D’altronde chi si sente più al sicuro ora? Il destino di Mattiacci lo dimostra. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Maurizio Arrivabene, 57 anni, ex top manager Philip Morris AP
Test, il giorno della Honda ● ABU DHABI – (lu.pe.) Oggi è il giorno del grande ritorno in Formula 1 della Honda, che farà debuttare la sua attesissima power unit su una McLaren ibrida battezzata MP4-29H/1X1. Alla guida il collaudatore belga Stoffel Vandoorne, 22 anni, che proseguirà i test anche domani. La Ferrari gira con Kimi Raikkonen. Domani toccherà a Raffaele Marciello, 19 anni, pilota della Academy di Maranello, al debutto sulla rossa dopo F.3 e GP2. Al
muretto si vedranno Riccardo Adami, prossimo ingegnere di pista di Sebastian Vettel, e Dave Greenwood, allievo di Pat Symonds in Renault, arrivato dalla Marussia. La Red Bull farà provare Carlos Sainz jr, mentre la Toro Rosso svezzerà l’altro figlio d’arte Max Verstappen. La Pirelli porta gomme 2015 medie, soft e supersoft. Quelle posteriori sono state migliorate per abbassare le temperature del battistrada. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA LETTERA AL TEAM
«Non temete il cambiamento, ma cavalcatelo» «C
ari Colleghi, ho voluto scrivervi direttamente perché so che nessuno più di voi vuole vedere la Ferrari sul podio. Voi vivete di Ferrari almeno quanto la Ferrari vive di voi». Inizia così la lettera che Sergio Marchionne ha indirizzato ai dipendenti della Gestione Sportiva per spiegare il nuovo corso. Cinque pagine in cui ha argomentato la scelta di puntare sull’accoppiata VettelRaikkonen, legati tra l’altro da amicizia: «E tutti noi sappiamo quanto sia importante in questo momento un sano spirito di squadra, uno spirito che nasce da
e coraggio per cambiare il nostro destino».
ECCO LE 5 PAGINE FIRMATE DAL PRESIDENTE
STIMOLO E dopo aver spiegato la decisione di scommettere su Arrivabene, ha fatto riferimento al compito che spetterà a ciascun dipendente, con toni vagamente kennediani. «So bene che il vostro impegno non è mai venuto meno. Vi chiedo di continuare a tener vivo quello spirito; di non temere il cambiamento ma di cavalcarlo; di non aspettare che sia qualcun altro a dirvi cosa fare, ma di prendere voi l’iniziativa; di condividere nuove idee e consigli con la squadra. Il mondo non progredisce, ripetendo all’infinito le stesse cose. Progredisce perché c’è qualcuno che decide di spezzare la catena dell’abitudine e dell’inerzia...Ed io metterò il massimo impegno per affermare il ruolo della Ferrari anche nelle sedi istituzionali internazionali della F.1. Nessuno più di voi merita di tornare a vincere».
persone che credono fortemente in un progetto e ne vogliono condividere impegno, risultati e sacrifici». Parole forse indirizzate ad Alonso che a quel progetto non credeva più.
RISCATTO Marchionne, che ieri a Maranello ha incontrato i dirigenti di primo e secondo livello, si appella alla volontà di riscatto dei dipendenti: «Capisco la vostra delusione alla fine di una stagione da dimenticare, ma sono proprio i momenti bui quelli che ci spingono verso una fase di rinnovamento e di rinascita perché ci costringono a trovare forza
La lettera che il presidente Sergio Marchionne ha scritto agli uomini della Gestione Sportiva promettendo il ritorno di una Ferrari vincente RCS
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L'IDENTIKIT LEWIS HAMILTON
UN PUZZLE DI MITI E UNA TESTA NUOVA
NATO IL 7 GENNAIO 1985 A STEVENAGE (GRAN BRETAGNA) RUOLO PILOTA DI F.1 CON LA MERCEDES
Si mette in luce sin da bambino, vincendo diversi campionati di kart. Tant’è che Ron Dennis lo mette sotto contratto con la McLaren dall’età di 12 anni. GLI INIZI Nel 2001 esordisce in Formula Renault. Nel 2003 conquista il titolo in questa categoria, con 10 successi in 15 gare. Diventa campione nella classe Euro Series F.3 due anni più tardi, anche in questo caso dominando la stagione con 15 primi posti in 20 corse.
L’INGLESE DIVIDE PER LOOK E COMUNICAZIONE MA GUIDA E NERVI ORA SONO DA GRANDISSIMO Ha «rubato» a questi 5
MONDANITÀ HUNT Come l’iridato ‘76, anche Hamilton adora i party raffinati, l’eleganza, il glamour
QUALIFICA LAUDA Hamilton spesso ha perso da Rosberg in qualifica, come Lauda con Prost. Però poi...
ATTACCO MANSELL Hamilton sa eccitare le folle come Nigel. In comune tra i due pure il carattere instabile
PINO ALLIEVI ABU DHABI
È
un pilota che divide. Piace o non piace, come sempre i campioni. Non parliamo di stile di guida, bensì del modo in cui Lewis Hamilton si propone, tra orecchini che mandano lampi nella sala in cui racconta il Mondiale, tatuaggi, il modo piatto di raccontarsi quasi leggesse, quando invece a poter scavare uscirebbe un ragazzo più sveglio e intelligente di quanto mostri. Ma quella di domenica è stata una impresa. Bella, agognata, per un pilota che pareva aver smarrito la strada dell’iride, 6 anni dopo la prima volta un po’ fortunosa con la McLaren. La Mercedes lo ha rilanciato. Lui continua a parlare di «maturazione» quando invece basterebbe riferirsi alla moderazione con cui si è mosso. Niente più gli errori di una volta, nessun crollo psicologico quando ha dovuto rimontare da fondo griglia (20° in Germania, 21° in Ungheria: alla fine sempre 3O), 3 ritiri in Australia, Canada e Belgio dove era 1o o 2o . E poi ancora 6 vittorie dalla pole e 5 successi partendo con Rosberg davanti. Cifre che indicano come Hamilton sia stato capace di controllare l’impeto senza rinunciare alle prestazioni. E come non si sia innervosito quando era in scia al compagno , più veloce di lui in prova. Poiché il Mondiale è stato un confronto a due è nei dettagli che si sono viste le stimmate di un campione che non ha nulla in comune con Juan Manuel
Fangio, l’asso argentino che diede il 1o Mondiale alla Mercedes nel 1954. Fangio ha saputo portare a casa 5 Mondiali in anni in cui sulle piste si moriva. Hamilton appartiene a un altro automobilismo: è possibile azzardare qualche paragone solo con i piloti dell’era moderna.
CAMPIONE GP2 Nel 2006 corre la GP2 con la Art, sostituendo il campione uscente Nico Rosberg. Ed è subito trionfo. GLI ANNI IN MCLAREN Nel 2007 debutta in F.1 con la McLaren, scuderia per la quale correrà fino al 2012. Già l’anno dell’esordio è fenomenale: vince 4 gare e chiude 2° nel Mondiale. Il titolo arriverà la stagione seguente: è il primo iridato di colore.
CONTRATTO Intanto, ieri Hamilton ha parlato del rinnovo del contratto affermando a Sky «di non aver mai avuto dubbi». E sul numero di gara Toto Wolff team principal della Mercedes, ha detto che rinuncerà all’1 e conserverà il 44. Ma vediamo i paragoni.
LO SBARCO IN MERCEDES Dal 2013 corre per la Mercedes. Domenica ad Abu Dhabi ha conquistato il suo secondo Mondiale.
GLAMOUR James Hunt adorava i party e consumava volentieri champagne. Frequentava feste e meeting con un obbiettivo: le donne. Hamilton è monogamo, con la solita Nicole. Però adora gli stessi ambienti lussuosi, i party raffinati con personaggi famosi, l’eleganza, il glamour… IL SABATO Quando ha corso con Alain Prost, spesso Niki Lauda ha dovuto subire la prevalenza del francese in qualifica, salvo poi avere la meglio in gara. E’ così che ha conquistato l’ultimo Mondiale del 1984. Senza mai innervosirsi se, all’inizio, aveva il compagno davanti. Come Hamilton con Nico Rosberg. GRINTA Hamilton è un pilota esaltante quando deve attaccare o recuperare. Sa eccitare le folle come il suo connazionale Nigel Mansell sapeva fare. In
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PALMARES Ha corso finora 148 GP in F.1, vincendone 33 (recordman tra i piloti britannici). Ha ottenuto complessivamente 70 podi, 1.486 punti, 38 pole e 19 giri veloci. VITA PRIVATA È fidanzato con la cantante Nicole Scherzinger.
comune tra i due anche l’instabilità di carattere. RAPIDO Lewis ricorda tanto Ayrton Senna nella guida. La somiglianza è stata subito evidente. Un trascinatore difficile da contenere, difficilissimo da superare.
COSTANZA Il ritmo di gara di Hamilton è impressionante. Impossibile prenderlo quando è al comando. E quando forza per tanti giri di seguito, ricorda il grande Michael Schumacher per incisività e costanza. UNICO? Queste sono le somi-
glianze — peraltro opinabilissime — che abbiamo riscontrato fra Hamilton e qualche grande del passato. Il resto è solo Hamilton, perché non c’è campione uguale a un altro e Lewis è ben lontano da una omologazione generalizzata… © RIPRODUZIONE RISERVATA
f IL LEWIS PENSIERO OLTRE IL MONDIALE VINTO
«Dio, papà Anthony e Ayrton i pilastri della mia vita» Luigi Perna INVIATO AD ABU DHABI
VELOCITÀ SENNA Lewis ricorda tanto Ayrton nella guida. Un trascinatore difficilissimo da contenere
RITMO SCHUMACHER Quando Lewis ha forzato per tanti giri di seguito, ha fatto venire in mente Schumi
«L
a piccola pista di Rye House, nell’Hertfordshire. Tutto è cominciato lì, ero un bimbo. Mio padre mi aveva comprato un kart di seconda mano, passando giornate a sistemarlo in giardino. Lo provavo anche in strada, a 50 all’ora, con le auto che mi superavano a tutta velocità e ogni volta era uno spavento. Ma quanto mi sono divertito quegli anni». Lewis Hamilton è rimasto un puro. Anche se è ricchissimo e famoso. Anche se è il personaggio più glamour della F.1 e ha per fidanzata una cantante da sballo. Anche se va in giro con catene d’oro e orecchini di diamanti. È legato alle radici della sua passione per i
motori, alla famiglia. Col secondo Mondiale è già tra i grandi. Ma non si ferma: «Mi sento giovane, posso migliorare. Da domani sarò in fabbrica a lavorare sulla vettura del 2015. Non è finita qui».
soluto. Ho avuto alti e bassi, ma ho saputo dominare meglio certe tensioni. Il contatto di Spa (causato da Rosberg, n.d.r.) è stato il momento peggiore, da lì sono risalito e vincere a Monza mi ha ricaricato».
I TITOLI «Il primo Mondiale è stato speciale, la realizzazione di un sogno. Ma non ero consapevole come oggi. Questo secondo, sei anni dopo, ha dentro più coinvolgimento, più comunanza con gli sforzi della squadra e cade in un momento differente della mia vita. Era un’occasione unica. Perciò è il più dolce».
LA FAMIGLIA «Ringrazio mio padre Anthony, che mi ha aiutato nei primi anni. Per un periodo ci sono state incomprensioni, ma ci siamo ritrovati. Domenica, a cena con lui, mio fratello, mia madre e la mia ragazza, abbiamo ripercorso come un film la stagione, tanti momenti dei miei 21 anni di carriera, e tutte le preoccupazioni sono svanite. Mi sono risvegliato fresco, dopo un bel sogno. Ho sentito di essere benedetto da Dio».
LE BATTAGLIE «Quella con Alonso nel 2007 è stata dura, anche perché ero un debuttante. Quella di quest’anno, però, è stata la più combattuta in as-
LA FEDE «È qualcosa con cui so-
no cresciuto, fa parte dei valori con cui sono stato educato ed è una parte importante della mia vita (sulla schiena si è tatuato una grande croce con ali d’angelo e la scritta: “Risorgo ancora”; n.d.r.). Non mi piace parlarne troppo, in passato ci ho provato e sono stato spesso contrariato da chi mi stava attorno, ma sento che ora posso essere più aperto. Sono più adulto e più maturo». L’IDOLO «Senna è stato il mio eroe. Avevo 4-5 anni, quando ho cominciato a guardare i GP in tv, e tutta l’attenzione era per i suoi duelli con Prost. Mi piacevano i colori della McLaren e del suo casco. Era carismatico. Mi impressionava la sua dedizione. Soprattutto era un vero pilota, un combattente, come mi sento io. Vedevo come
correva e pensavo: “Voglio essere così”. Poi andavo in pista e cercavo di imitarlo. Ha ispirato tutto il mio stile di guida». CARATTERE «Dicono che sia troppo aggressivo. Anche quest’anno circolavano le stesse voci: “Lewis è agitato, prima o poi farà degli errori…”. Invece ho dimostrato di essere cresciuto, di saper gestire al meglio macchina e gomme. Per quello che ricordo, non c’è stata una sola occasione in cui non abbia ottenuto il massimo risultato in gara, nonostante Rosberg sia stato un grande antagonista. Le corse sono state dure il doppio, per il fatto di partire spesso dietro di lui in qualifica, ma l’anno prossimo cercherò di migliorare su questo e son sicuro che ci riuscirò». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ciclismo R La novità
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Da Sky alla Lampre Undici team guidano la rivoluzione 2.0
IL DIRETTORE DEL GIRO
Vegni: «Così aumenta il valore del ciclismo»
M
1Le migliori squadre (non c’è l’Astana) unite nella società
«Velon»: per vendere meglio marketing, tecnologia e diritti tv LUCA GIALANELLA
S
i chiama Velon: l’unione di «Velo», in francese bicicletta, e «on», che in inglese esprime l’andare avanti. Velon è la bicicletta che pedala verso il futuro. E’ il nome della nuova società che raggruppa 11 formazioni World Tour, da Sky a Bmc, dalla Lampre all’Omega. Per la prima volta, i team si uniscono per portare avanti una piattaforma comune nei confronti di Uci (la federciclo mondiale) e organizzatori. Si parte da argomenti commerciali e di marketing; in futuro si parlerà forse di partecipazione alle corse e di calendario. Il ciclismo è lo sport in cui tradizione e diritti acquisiti sono fortissimi. Parecchi i tentativi di svecchiare il movimento e renderlo più attraente, con format più moderni. Due anni fa, il magnate ceco Bakala, proprietario dell’Omega-Quick Step, aveva lanciato l’idea di un ciclismo stile Champions League. E anche Oleg Tinkoff, con il milione di euro in palio per chi, tra Nibali, Contador, Quintana e Froome, avrebbe corso nel 2015 i tre grandi giri, guarda all’uno-contro-uno nelle corse
11
● I team di Velon: Belkin, Bmc, Cannondale-Garmin, Lampre-Merida, Lotto, Omega -Quick Step, Orica, Giant, Team Sky, Tinkoff-Saxo, Trek
che contano. Adesso le squadre hanno deciso di fare il passo: le rappresenta il manager inglese Graham Bartlett, già al lavoro con l’Uefa e la Nike. PIU’ ATTRAENTE «Noi vogliamo portare più interesse per questo sport, e renderlo più attraente per i tifosi. L’obiettivo è aggiungere valore al ciclismo — spiega —. Abbiamo già iniziato quest’anno con le telecamere sulle biciclette al Giro di Svizzera e al Tour, ma ci sono tecnologie avanzatissime che possono veramente diventare molto interessanti per chi guarda la tv. I pilastri sono tre: a) uno sport più eccitante; b) l’introduzione di nuove tecnologie, che portino il tifoso “dentro” la corsa, a contatto diretto del campione; c) un solido modello economico delle squadre, con pianificazione a lungo termine. Attualmente il budget
DOPING
Inchiesta di Torino Due cicloamatori squalificati 20 anni 1Farmaci come l’Epo
sottratti all’ospedale e rivenduti: un giro da 300 mila euro. Dodici arresti nel 2011
«P
er quanto riguarda il doping, nel mondo dei professionisti siamo messi abbastanza bene, anche se qualche mela marcia c’è stata. Nel mondo degli amatori so che invece c’è un dilagare molto preoccupante. È quindi indispensabile la collaborazione con i Nas e c’è anche il tema dell’educare la gente alla cultura sportiva. Questa è una mia grande battaglia». Le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, hanno preceduto di poche ore la maxisqualifica inflitta dal Tribunale nazionale antidoping del Coni a due cicloamatori torinesi, Marco Ceresa, 51 anni, e Angelo Papa, 29 anni: fermati per vent’anni, fino al 23 novembre 2034. SQUALLIDO E’ l’atto sportivo dell’inchiesta penale della Procura di Torino, guidata dal procuratore aggiunto Guariniello e dal pm Colace, che nel settembre 2011 smantellò un traffico di doping nel mondo del culturismo e del ciclismo amatoriale. Arrestate 12 persone, tra cui il preparatore Posca, emessi 102 avvisi di garanzia, sequestrate 6mila fiale di so-
stanze illegali per un valore stimato di 300 mila euro. Al centro dell’inchiesta «Little Dog» c’erano la Miccoli Sport (una formazione amatoriale del Torinese), istruttori di palestre e infermieri. Le intercettazioni del Nas avevano fatto emergere un quadro squallido del «doping fai da te», con farmaci (come l’Epo) destinati ai pazienti oncologici dell’ospedale Mauriziano di Torino e rivenduti, da infermieri senza scrupoli, agli sportivi. «Portami la frutta», era l’ordine. I farmaci dopanti erano «scarpe», «banane» e «fruttini»: dall’ormone della crescita al nandrolone (anabolizzante) all’Epo, molti acquistati via internet in Cina, Grecia, Serbia, Polonia, Romania. I corridori si sottoponevano a cicli di eritropoietina, ognuno dei quali costava fino a 600 euro, ma c’era chi era disposto a spendere 3000 euro per trattamenti più frequenti. Dal punto di vista penale, i sei cicloamatori coinvolti hanno patteggiato un anno e mezzo di reclusione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
È mancato
Vittorino Polegato fondatore di Astoria Vini.- Ne danno il triste annuncio la moglie Mina, i figli Antonella, Paolo e Giorgio. - Crocetta del Montello, 25 novembre 2014. Partecipano al lutto: I collaboratori Astoria. RCS Sport e gli amici del Giro d Italia si uniscono al dolore della famiglia Polegato per la scomparsa di
Vittorino - Milano, 24 novembre 2014.
dei team è legato al 95% agli sponsor: non è sostenibile». Il movimento Velon è di matrice britannica, e non può non essere visto di buon occhio dal presidente Uci, Cookson, che al vertice della federciclo britannica lanciò l’operazione Sky. «Condividiamo gli stessi obiettivi — riprende Bartlett —, abbiamo parlato con Cookson e con gli organizzatori. Il nostro obiettivo era iniziare con una massa critica di squadre, ma siamo un sistema aperto. Non c’è l’Astana? Noi abbiamo parlato con tutti». I campi di azione di Velon? Per esempio, le immagini dalle biciclette potranno essere vendute alle televisioni, e parte dei diritti ridistribuiti alle squadre; da tempo è aperto il discorsotelemetria, per portare i dati dei corridori sulla tv e far sentire le comunicazioni radio con le ammiraglie. Ci si confronterà con gli organizzatori, che detengono i diritti. Ma è chiaro che con 11 team, che hanno big come Froome, Contador e Wiggins, Boonen e Cavendish, Kittel e l’iridato Kwiatkowski, si parte dall’aspetto commerciale e si arriva alla partecipazione alle corse. E qui il ciclismo deve ancora fare tanta strada. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giro 2014, tifosi a Belfast: la corsa rosa «chiama» 11 milioni di fan BETTINI
NIBALI E’ SUO IL GIGLIO D’ORO ● Vincenzo Nibali, re del Tour, ha ricevuto a Calenzano (Fi) il 41° Giglio d’Oro: «Mi manca la voce di Alfredo Martini. E su Pantani la famiglia ha diritto di sapere la verità» LAPRESSE
auro Vegni, direttore del Giro d’Italia, fa parte della commissione sulla riforma del ciclismo, che entrerà in vigore nel 2017. Conosce tutto, e quindi sa valutare in maniera obiettiva la nascita della nuova società Velon che raggruppa 11 squadre World Tour: «La loro è un’azione commerciale di marketing, e può essere utile al nostro sport perché, se fatta con passione ed equilibrio, con una regia personalizzata, aumenta il valore del movimento e migliora il prodotto. Ormai sta cambiando il modo di vivere lo sport, la gente vuole vedere quello che c’è dietro, vuole salire sul pullman del campione e vedere la corsa anche dalla bicicletta. E Velon parte con l’obiettivo di raccontare il ciclismo in maniera diversa, mettendo sul piatto quello che le squadre hanno: cioè i corridori. Si affianca all’Aigcp, l’associazione delle squadre che dal punto di vista sportivo discute invece di calendari, regolamenti e titolarità dei diritti». Per quanto riguarda la riforma, Vegni aggiunge: «Due settimane fa, l’Uci ci ha comunicato ufficialmente la volontà di riformare il calendario. Ci sarà una riduzione dei giorni di gara, mai di togliere giorni ai grandi giri». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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basket R Serie A
BRAVI&CATTIVI di LUCA CHIABOTTI TRENTO DAVIDE PASCOLO 23 ANNI
5.5
??
Davide fotografa Trento rivelazione del campionato: è un rookie per la serie A ma si sta rivelando uno dei giocatori più solidi. Ha segnato 26 punti nel triplo overtime con Cremona mettendo a segno la seconda doppia doppia stagionale: 2.03, le braccia lunghissime lo rendono efficace anche in difesa. Trento con Cremona è stata fortunata ma ora sarebbe ai playoff. Con 3000 spettatori di media.
DIENER Dopo 50 giorni di stop, il top scorer e mvp dell’anno scorso fa un rientro sontuoso segnando 9 punti senza errori al tiro con la tripla decisiva nell’ultimo quarto contro Roma. Reggio Emilia era prima senza di lui: se la regina degli italiani tiene 7 stranieri, dove arriverà?
7.5
GIOVANI VIRTUS Fontecchio (foto) e Imbrò sono stati insufficienti a Brindisi: zero punti in coppia al posto dei soliti 15. Sono colpevoli ma bisogna ascoltare anche Valli quando dice che in Italia vengono premiati furbi e esperti. Siamo d’accordo: i giovani non sono protetti. E devono svegliarsi in fretta...
MELLI Nicolò è sempre utile e c’è sempre nei migliori quintetti difensivi di Milano. Ma se è aggressivo anche in attacco diventa superlativo: solo Djordjevic e Portaluppi nella storia Olimpia hanno fatto meglio del suo 5/5 da 3 con Varese. A Barcellona venerdì? Chi lo sa
DIFESA VARESE E’ la squadra (foto Robinson) che segna più punti di tutti ma è anche quella che ne subisce di più, soprattutto nati da tiri da tre. Se per ammissione di Poz, in attacco i giocatori sono liberi di fare quello che vogliono, ma in difesa devono fare quello che decide il coach, qualcosa non va
GAZZOTTI Povero Giulio, sono cose che succedono anche ai migliori: con Cremona gioca la miglior partita in A, poi liberissimo su un clamoroso errore difensivo di Trento, sbaglia a -76/100 il tiro del 4o overtime da sotto. E’ c’è pure la mascotte di Trento che va e lo prende in giro. Giornata no
ROSS Non diamo giudizi sulla vicenda, la raccontiamo: Ross passa la notte della vigilia della partita dai Carabinieri. Poi viene rilasciato, torna a casa e il pomeriggio gioca 30’, fa 21 punti compreso il tiro decisivo. Ma gli atleti non devono andare in ritiro per giocare bene?
● PUNTI 26 ● AL TIRO 9/20 ● RIMBALZI 12
● PUNTI 13 ● MINUTI 21 ● ASSIST 3
● PUNTI 0 IN DUE ● TIRI 0/6 ● PERSE 3
● PUNTI 17 ● % DA 3 100% ● MINUTI 36
● PUNTI FATTI 91 ● P.TI SUBITI 93 ● BILANCIO 2-5
● TIRI 7 ● RIMBALZI 4 ● ERRORI TIRO 2
● PUNTI 21 ● RIMBALZI 8 ● MINUTI 30
8 Trento rivelazione
5
8
5
Logan: Sassari resta in vetta
1Avellino conduce a lungo, la sfida si decide in volata. Sacchetti: «Noi siamo stati poco lucidi
e reattivi. Ci hanno creato molti problemi». Vitucci: «Abbiamo sciupato nei momenti chiave» SASSARI
81
AVELLINO
75
Giovanni Dessole SASSARI
(23-27, 45-44; 58-63) BANCO SARDEGNA SASSARI: Sosa 14 (4/5, 1/5), Logan 20 (2/8, 5/8), Sanders 16 (4/8, 2/4), Brooks 2 (1/3, 0/1), Lawal 13 (6/6); Devecchi (0/1 da tre), Dyson 10 (3/5, 0/2), B.Sacchetti (0/2), Todic 6 (3/6, 0/2). N.e.: Formenti , Chessa e Vanuzzo. All. R.Sacchetti. SIDIGAS AVELLINO: Gaines 13 (4/5, 0/4), Banks 4 (1/2, 0/1), Hanga 4 (2/5, 0/3), Harper 23 (6/10, 3/5), Anosike 13 (6/9); Cadougan 5 (1/2, 1/1), Cavaliero 3 (0/1, 0/4), Cortese 5 (1/1, 1/2), Trasolini 5 (2/3), Lechtaler (0/1). N.e.:, Gioia e Severini. All. Vitucci. ARBITRI: Mazzoni, Chiari e Attard. NOTE - T.l.: Sas 11/22, Ave 11/13. Rimb.: Sas 30 (Sanders e Lawal 5), Ave 39 (Anosike 13). Ass.: Sas 15 (Sanders 5), Ave 19 (Hanga e Banks 4). Progr.: 5’ 11-15, 15’ 30-37, 25’ 54-56, 35’ 68-65. Spett. 4599 per 77.408 euro. ●
CLASSIFICA DELLA SERIE A (dopo 7 giornate): Reggio Emilia, Venezia Sassari 12 punti; Milano 10; Cantù, Trento, Cremona 8; Brindisi, Avellino, Roma 6; Varese, Pistoia, Bologna*, Capo d’Orlando, Pesaro 4; Caserta 0. * pen. -2. Prossimo turno (30/11): CantùBrindisi (29 /11), Pistoia-Roma, Cremona-Varese, Bologna-Reggio Emilia, Milano-Pesaro, AvellinoTrento, Venezia-Caserta, Capo d’Orlando-Sassari (1/12)
A
ll’ultimo giro di lancette è la Dinamo Sassari a spuntarla su Avellino che a lunghi tratti ha fatto paura alla capolista dimostrandosi di una mina vagante. I ragazzi di Meo Sacchetti hanno mandato a referto il sesto successo della loro stagione con una novità: c’è Sosa in quintetto per Dyson. Nel primo tempo i lunghi biancoverdi hanno fatto sentire la loro presenza al cospetto di una Sassari distratta e poco reattiva. Harper realizza 14 dei suoi 23 punti nel solo primo quarto, ma negli ultimi secondi di gioco braccato da Lawal perde una palla pesante nell’economia del match.
DIFESA La lunetta è stata isola infelice per i sassaresi (50% con 11/22) che però hanno trovato nella difesa la chiave di volta per vincere la partita. Le 26 palle perse dalla Sidigas hanno permesso ai padroni di casa di gestire possessi, con Logan che ha preso per mano la squadra nei momenti difficile ed un Devecchi efficace arma difensiva. Alla terza sirena la Sidigas è ancora avanti 58-63. Parziale biancoblu da 8-0 (6663) con Avellino che resta a secco per 4’28” prima che Gaines spezzi il digiuno. L’ultimo minuto è senza tregua: si parte dal 75-72 fir-
mato Sanders dall’arco, Gaines è iceman in lunetta, poi la difesa di Lawal su Harper permette a Dyson di sigillare il successo.
Pozzecco espulso Due giornate di squalifica
ALLENATORI «Sapevo che era una partita difficile e faccio i complimenti ad Avellino che è squadra tosta,. Ci hanno creato tanti problemi — spiega Meo Sacchetti —-. Noi siamo stati poco lucidi e poco reattivi. Un appunto: a due minuti dalla fine di una gara così tosta non posso tollerare il rumoreggiare di una par-
● La protesta dopo l’espulsione con tanto di camicia strappata costa due giornate di squalifica a Gianmarco Pozzecco. Ora il ricorso alla Giudicante: sono nel caso di riduzione a una giornata, Poz potrà pagare la multa.
IN UNA GARA COSÌ NON POSSO TOLLERARE CHE LA TRIBUNA RUMOREGGI A 2’ DALLA FINE ROMEO SACCHETTI ALLENATORE SASSARI
te del pubblico». Frank Vitucci regala un «Commento amaro al risultato, sino alle battute finali eravamo in corsa. Sapevamo sarebbe stato difficile, per la qualità della Dinamo e perché veniva dalla sconfitta di venerdì in Eurolega. Ancora una volta nei momenti cruciali abbiamo sciupato qualcosa. Complessivamente buona gara, raccoglieremo i risultati del nostro lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
David Logan, 31 anni, ha chiuso con 20 punti. Con 18.7 di media, dopo sette giornate è il quinto realizzatore della serie A CIAMILLO
● (cam.ca) LaQuinton Ross (Pesaro) è stato accusato da una giovane marocchina, con cui avrebbe una relazione da un paio di mesi, di aggressione sessuale. E’ stato denunciato sabato notte ai Carabinieri che si sono recati all’alloggio di Ross trattenendolo poi in Caserma per alcune ore alla vigilia del match con Capo d’Orlando: la ragazza, dopo un rapporto sessuale avrebbe voluto passare la notte col giocatore che si è opposto. ● Oggi gare decisive di Eurocup per Reggio Emilia e Cantù ultime in classifica nei rispettivi girone: la Grissin Bon ospita il Paris Levallois (20.45, Eurosport 2), Cantù è in Germania con gli Artland Dragons (19.30, SportItalia).
Basket R Il personaggio
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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Brooks, da «caso» a star Così si è preso Milano
1L’avvio difficile, in bilico dopo il k.o. di Reggio, poi l’exploit nel
derby con Varese: «Se ho spazio, produco. Succederà anche qui»
14.6
Vincenzo Di Schiavi
I
n due hanno provato a fare i supereroi: Gianmarco Pozzecco, stracciandosi la camicia come il mitico Hulk, e MarShon Brooks. La guardia di Milano ha timbrato il derby con Varese offrendo una performance al caviale: non solo punti (37), frutto di uno contro uno (9 falli subiti) e bordate di puro talento, ma anche rimbalzi, assist e 3 stoppate di cui una a Diawara da urlo. Nella ripresa Varese non lo ha più visto: 27 punti di cui 16 nel terzo quarto nel quale come dice un gongolante Banchi: «Ha trovato il feeling col canestro, producendo una prestazione di straordinaria efficacia. Ha capito che doveva sfruttare la serata particolare e lo ha fatto». Aperto lo scrigno è venuto fuori di tutto in un derby, per la verità, giocato molto sul corri e tira (133 quelli tentati dalle due squadre) con gli attacchi debordanti sulle difese. La dimensione ideale per un animale da canestro come MarShon che ha giocato il doppio dei minuti (viaggiava a 21 di media) e tentato il triplo dei tiri rispetto a quelli che prende di solito (8). Da quando segnò 52 punti al college con la maglia di Providence, il 25enne ex Lakers ha un suo mantra: «Se ho tempo per stare in campo finisco per produrre. È successo a tutti i livelli, Nba inclusa. L’aggiustamento non sarà facile ma succederà anche qui». Di certo, con Hackett e Gentile in campo, minutaggio e tiri presi nel derby non sono riproducibili. Così come il gioco in campo aperto dove MarShon è travolgente. In Italia solo Varese e pochi altri te lo concedono. In Eurolega è pura utopia. RIPRESONA Fatto sta che Milano si gode il risveglio del suo puntero, invocato a gran voce dalla piazza e dallo stesso Banchi, dopo il filotto di sconfitte con Avellino, Panathinaikos, Reggio Emilia. «Voglio risposte» aveva tuonato il coach biancorosso, riferendosi soprattutto ai cinque nuovi innesti. Da Brooks (ma anche da Raglang) sono arrivate. Specie negli ultimi due quarti, quando la guardia EA7 ha saputo essere decisiva: una sua tripla ha rotto l’equilibrio contro il Turow, alcune inven-
● I punti di media in Serie A in 7 partite. Brooks tira col 51.6 da 3 (16/31). In Eurolega la guardia Usa viaggia a 9 punti di media in 6 gare
11
● Anni fa una prestazione migliore in maglia Olimpia. Nella stagione 2002-’03 il macedone Petar Naumoski (foto Ciam) segnò 48 punti
164
● Le partite giocate in Nba da MarShon. Scelto al 1° giro da Boston nel 2011 che poi lo gira ai Nets: il suo high sono 27 punti contro Cleveland
MarShon Brooks, 25 anni: prima stagione a Milano e in Europa. In Nba ha giocato con Nets, Celtics, Warriors e Lakers CIAMILLO/CASTORIA
MARSHON N.1 MIGLIORI PUNTEGGI IN UNA GARA MarShon Brooks (Milano)
37 vs Var
Kenny Haynes (Cremona)*
34 vs Tre
Sam Young (Caserta)
33 vs Bol
A. Della Valle (Reggio E.)*
32 vs Var
Marcus Denmon (Brindisi)
30 vs Cre
Yakhouba Diawara (Varese) 28 vs Can Austin Freeman (CdO)
27 vs Bol
Yakhouba Diawara (Varese)* 27 vs RE David Logan (Sassari)
27 vs Bri
Austin Freeman (CdO)
27 vs Cas
Rakim Sanders (Sas)
27 vs Pes
* partite ai supplementari MIGLIORI PUNTEGGI DI MILANO MarShon Brooks
37 vs Var
Alessandro Gentile
23 vs RE
Samardo Samuels
22 vs Cre
Alessandro Gentile
21 vs Ave
Linas Kleiza
18 vs Can
Linas Kleiza
18 vs Tre
Joe Ragland
17 vs Can
Samardo Samuels
17 vs Ven
zioni hanno segnato il derby con Cantù, poi gli exploit contro Fenerbahce (17 punti) e Varese (27), a suggellare la vena ritrovata e uno scatto evolutivo nella comprensione del basket giocato in questa sponda dell’oceano dopo le frustrazioni iniziali accompagnate pure da qualche plateale mugugno (vedi la gara contro il Barcellona). CONFRONTI A Milano è arrivato con le stimmate del top player e una pesante eredità sulla schiena, quella di Keith Langford. «L’Eurolega ci dirà se è un fuoriclasse», l’incipit estivo di Banchi che lo ha fortemente voluto, ma proprio l’Europa ne ha subito messo a nudo i limiti di un gioco ancora troppo americanizzato. Da novello profeta, a mistero fino a «caso» conclamato: il passo è stato breve nella piazza scudettata che tutto esalta e brucia in un battito di ciglia.
Il punto di non ritorno MarShon lo ha toccato con i soli 5 minuti in campo nel k.o. di Reggio Emilia e il nome di Will Bynum, ex Maccabi e Detroit, già sul tavolo di Banchi e Portaluppi. Fu più di una tentazione poi però si preferì aspettare invece di sparigliare. E ora Milano può andare all’incasso dalla sua talentuosa guardia sempre più a proprio agio all’ombra del Duomo. Ragland è l’amico di zingarate, con Gentile condivide la passione per i videogame e per le scarpe da basket (gioca con una limited edition della Nike dedicata alla Ferrari), mentre sul proprio sito l’Olimpia scomoda i grandi del passato per celebrare il partitone nel derby. Per trovare di meglio bisogna risalire ai 48 di Naumoski 11 anni fa. Prima i 49 di Riva, i 43 di Djordjevic e McAdoo e i 39 di Premier. Può bastare?
NBA: GALLINARI STA TORNANDO KOBE IL PIU’ VECCHIO TOP SCORER ● Danilo Gallinari, nella foto mentre Hill e Johnson abboccano alla sua finta, sta rimettendosi in pista. Contro i Lakers ha giocato 31’ segnando 10 punti, compresa una tripla a 1’28” alla fine del supplementare, per il +4 dei Nuggets. Ha confermato la buona prova di venerdì contro New Orleans (17 punti) e adesso Denver è in striscia positiva da 4 partite. Kobe Bryant, che ha realizzato 27 punti, è il miglior realizzatore della Nba: se riuscisse a mantenere questo ritmo fino alla fine, a 36 anni già compiuti, diventerebbe il più vecchio a vincere la classifica dei realizzatoria battendo
Michael Jordan che fu n.1 a 35 anni e 61 giorni. Con i 30 punti di Marc Gasol, che conferma i 32 di due giorni prima con Boston, i Memphis Grizzlies sono la miglior squadra della Nba davanti a Toronto, Golden Stare, Portland e Washington. I tempi stanno cambiando... ● Risultati: Memphis-LA Clippers 107-91 (M.Gasol 30; Paul 22), Boston-Portland 8894 (Sullinger, Green 19; Aldridge 20), Miami-Charlotte 94-93 (Deng 26; A.Jefferson 22), Oklahoma City-Golden State 86-91 (Jackson 22; Speights 28), LA LakersDenver 94-101 (Bryant 27; Chandler 19).
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Nuoto R Casa Gazzetta
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Pallanuoto R
Paltrinieri lanciato Il re dei 1500 tra ori e premi
World League Il Setterosa ha un tabù da spezzare
1Gregorio s’ispira a Pietri e Mangiarotti verso i
Mondiali di Doha: «E Melbourne mi ha cambiato» LA SUA CUFFIA CON IL GIORNALE ● La cuffia autografata di Gregorio Paltrinieri sarà in vendita con la Gazzetta dello Sport a 8.99 euro oltre al prezzo del quotidiano a partire da sabato 29 novembre e fino al 31 marzo 2015. Un’idea nata dal grande successo riscontrato dopo gli Europei di Berlino dal mezzofondista bicampione degli 800 e 1500 sl (pure primatista) nonché bronzo mondiale che ha chiuso in testa al ranking mondiale la scorsa stagione nella prova più lunga in piscina in 14’39”93. La cuffia potrà essere acquistata anche su Gazzettastore.it. «Sono molto contento di essere stato scelto come rappresentante del nuoto per questa iniziativa».
Stefano Arcobelli
U
n premio prestigioso da ritirare: intitolato ad un grandissimo della scherma come Edoardo Mangiarotti. Una cuffia autografata da lanciare con la Gazzetta. E uno sguardo alla storia per ripensare ai Giochi di Londra davanti a un gigante dello sport: Dorando Pietri, oro mancato della maratona nel 1908. Gregorio Paltrinieri a Milano si gode il suo 2014 vincente e non ancora concluso. Un campione in continua ascesa, che guarda il mondo dall’alto (chiuderà 1° il ranking mondiale nei 1500) come il suo Carpi nel calcio: «Sono un suo portafortuna — fa — quando sono andato a vederlo ha vinto 4-2 col Varese. E’ il nostro momento». Quando a Carpi, hanno inaugurato la statua in omaggio al centenario di Pietri, lui era una nuotatore conosciuto solo nei dintorni: «Che bello essere ora accostati ad un mito, ce ne parlavano sin dalla scuola elementare. Io spero davvero di dare il meglio di me ai Giochi di Rio». Nel 2016, Greg probabilmente cambierà: non ha paura di mettersi in discussione, di provare altri metodi di lavoro, altre esperienze di vita. Non rinnega nulla, non tradisce Stefano Morini («adesso mi sentirei in colpa») ma dopo l’Olimpiade brasiliana chissà che non tornerà (con fidanzata) in Australia, magari per rimanerci più di un mese come ha fatto in questo mese Melbourne. «E poi non voglio fare solo nuoto e nuoto, sì Ostia mi sta stretta». CHILOMETRI Ripensa agli allenamenti «bellissimi, diversissimi, facilissimi se penso ai volumi che svolgo in Italia» e quasi le verrebbe voglia di tornarci subito: «Ho fatto tutto quello che mi chiedevano, sì anche la yoga, allenamenti di boxe, e senza stress. Con Horton ci siamo migliorati a vicenda: nelle lunghe distanze lo battevo, nei passi brevi al contrario: ma ci siamo divertiti da matti». Forse
Il c.t. Conti ed Emmolo INSIDE
Franco Carrella
U
«DORANDO PIETRI: CHE ONORE PER NOI DI CARPI. E ANCHE IL CALCIO ORA VINCE COME ME» GREGORIO PALTRINIERI 2 ORI E RECORD EUROPEO
non ha apprezzato solo il fatto che il diciottenne australiano dorma in una camera ipobarica: «In pratica tutto l’anno, mentre noi dobbiamo andare a 2300 metri solo per tre settimane, ma in Italia è bandita». VERSO DOHA Niente cattivi pensieri per questo Greg che non sta nella pelle anche se non sa «davvero quanto posso valere adesso dopo la parentesi australiana, non ne ho per la prima volta la percezione vera. Andrò a Doha la prossima settimana per far bene, sto facendo pi allenamenti di mantenimento della condizione che uno scarico vero e proprio. Ai Mondiali in vasca corta serve un 14’27” per andare a medaglia. Vincere? Ci proverò, ma ciò che conta sarà l’estate, il progresso cronometrico ai Mondiali in vasca lunga di Kazan». Adesso questo Paltrinieri emozionato mentre riceve il premio Mangiarotti: «L’ho saputo a Melbourne, sono contento in questo grande anno. Ho vinto, sono riuscito a staccare, ho ricominciato a nuotare forte». E s’è cresciuto la barba: «Cambiare è una cosa che mi motiva e diverte, quest’anno ho capito molte cose del nuoto e di me. Non ho la percezione di come possa andare adesso, ma mi sento cambiato, migliore. E se penso a Rio, aumenta la carica».
Gregorio Paltrinieri, 20 anni di Carpi, si allena a Ostia con Stefano Morini IPP
GLI APPLAUSI AL MANGIAROTTI «RICEVERLO E’ UN GRANDE ONORE»
● «Infinitamente onorato», il commento di Gregorio Paltrinieri nel ricevere il premio Mangiarotti alla Fondazione Cariplo dalle mani della moglie di Edo, Camilla, che gli ha augurato di vincere in carriera più medaglie del marito: «Questo sarà impossibile» ha riso l’azzurro. Nella foto IPP, Paltrinieri è al centro, attorniato dalle menzioni d’onore, da sinistra: Nicole Orlando (20 anni,
campionessa europea FisDir dei 100, lungo e 4x100 ma anche italiana dei 50 dorso), Giusy Maria Faro (25 anni, insegna danza e teatro gratuitamente ai bambini di Librino, quartiere problematico di Catania), Andrii Govorov (22 anni, bronzo europeo nei 50 farfalla e il sogno di vincere per un’Ucraina in pace), Martina Batini (25 anni, oro a squadre e argento individuale nel fioretto a Europei e Mondiali).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RIVALE DELL’AZZURRO
Clamoroso: Sun Yang positivo e graziato 1Il cinese ha già scontato 3 mesi per
una sostanza diventata proibita a gennaio. Paltrinieri stupito: «Che strano»
S
un Yang nella polvere. Ma salvato, giustificato, riabilitato. Stavolta la Cina è sospesa tra l’imbarazzo di aver scoperto positivo il suo fenomeno del nuoto (imbattuto nei 1500, 4 medaglie ai Giochi di Londra ed una doppietta realizzata come Salnikov) e la necessità di non mandarlo all’inferno per sempre. Tre mesi di squalifica già scontati per la positività riscontrata alla trimetazidina, uno stimolante che serve per aumentare la riserva del flusso coronarico ed è stata aggiunta alla lista dei prodotti proibiti della Wada dal gennaio scorso. Perché lo rivela soltanto adesso la Chinada? Il mezzofondista è risultato positivo in un test
del 17 maggio durante i campionati nazionali: Sun ha avuto la possibilità dell’esame del campione B e si è difeso in una udienza a luglio quando i dirigenti cinesi hanno deciso di squalificarlo per tre mesi. Il campione ha detto di aver utilizzato il farmaco per ragioni mediche e che lo utilizzava dal 2008, dunque da sempre. LENTO IN COREA Scontata in gran silenzio la lieve sanzione, ha potuto partecipare e vincere ai Giochi di Incheon di settembre in Corea del Sud dove ha tentato di riprendersi la leadership mondiale nei 1500 non andando però oltre un 14’49”85 (lui che è primatista mondiale in 14’31”02) quarto
in stagione e a 10 secondi dal crono europeo di Paltrinieri. «Forse era devastato da questo — commenta Gregorio — ci sono rimasto proprio male con questa notizia. Da Sun Yang, proprio non me l’aspettavo. Che motivo aveva di doparsi uno che vinceva così facile ed era così forte? No, non mi è piaciuta questa notizia resa pubblica a cose fatte: non è bello, è tutto troppo strano anche se parliamo di Cina. Psicologicamente sarà distrutto? Non l’ho ancora affrontato, e non so se adesso sarò avvantaggiato: di sicuro dopo aver perso l’oro mondiale in vasca corta dal danese Glaesner, poi positivo, ora apprendo quest’altra storia. Sun Yang mi sembrava un ragazzo tranquillo e fortissimo, certo queste storia dell’arresto e delle punizioni probabilmente lo hanno destabilizzato. Ma ora s’è rovinato l’immagine: e quando succedono queste cose bisogna
pagare. Non dico con la radiazione, però tutto dev’essere trasparente e chiaro. Non come in questo caso, certo bisogna capire se lo ha fatto volontariamente, e per questo gli darei una seconda chance: ma che torni pulito, e che si sappia e si dica tutto. Serve chiarezza, nel mezzofondo ci sono stati troppi casi in questi anni». DIFESA Il cinese, al quale hanno tolto il titolo nazionale in occasione della positività comminato una multa di 816 dollari, s’è difeso così: «Sono stato testato innumerevoli volte nel corso di questi anni di allenamenti e competizioni e non ne ho mai fallito uno». Il cinese ha vinto l’oro olimpico con più di 8”, ha stracciato il record di Hacketti di 10”. Ora è nella bufera. Una leggerezza pagata pochissimo, anzi nulla. s.a. RIPRODUZIONE RISERVATA
n debutto morbido, prima degli esami terribili. La World League del Setterosa comincia a Frosinone contro la Francia, stessa avversaria dell’esordio europeo di quattro mesi fa. Finì 14-4, ed è facile prevedere che lo scarto odierno sia altrettanto vistoso: «Ma solo se avremo il giusto approccio alla partita. Chiedo ritmo e intensità» esorta Fabio Conti, il c.t. di un gruppo che intende dimenticare l’amarezza per il beffardo epilogo di Budapest: dalla semifinale persa ai rigori con l’Olanda (Frassinetti rientrata in campo senza accorgersi di essere espulsa, a gara ormai vinta) alla sconfitta di misura nella finalina con le ungheresi. Se le scorie saranno definitivamente alle spalle, lo diranno soprattutto i successivi impegni con la stessa Ungheria e con la Russia, le altre squadre inserite in un girone tostissimo. LE NOVITÀ Scatta dunque la stagione che porta ai Mondiali di Kazan. A differenza della World League maschile, non ci sono posti in palio per l’Olimpiade di Rio. Ieri, Conti ha comunicato le 13 che giocheranno stasera: rispetto agli Europei, le novità sono Galardi e Chiara Tabani al posto di Palmieri (reduce da un infortunio) e Di Mario. Quest’ultima, che lascia i gradi di capitano a Frassinetti, salterà almeno i primi tre match per motivi di studio: fino a gennaio sarà impegnata in un master in Diritto e Management dello sport. «Poi ci confronteremo per valutare la sua disponibilità» spiega il tecnico, che assieme al vice Zizza ha testato nell’ultimo collegiale allargato (22 convocate) anche alcune giovani che in agosto prenderanno parte al Mondiale juniores di Guadalajara, in Messico. «Galardi è un centroboa di talento che deve crescere atleticamente, Tabani un difensore dal discreto tiro». La World League è l’unico titolo sfuggito al Setterosa: nella scorsa edizione (finali disputate a Kunshan, in Cina) è arrivata una splendida medaglia d’argento dietro agli Stati Uniti. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sun Yang, 23 anni cinese EPA
Il programma Italia-Francia si gioca alle 20.30 a Frosinone (dir. RaiSport 2). L’altra sfida del girone A è Russia-Ungheria. Nel girone B ci sono Olanda, Spagna, Grecia e Germania. Dalla zona europea si qualificano le capolista dei due gironi e la migliore seconda, dagli altri continenti verranno fuori le altre cinque partecipanti alle finali del 9-14 giugno (forse a Pechino). Le azzurre Gorlero, Teani, Queirolo, Aiello, Radicchi, Garibotti, Cotti, Bianconi, Frassinetti, Motta, Emmolo, C.Tabani, Galardi.
Baseball R L’anniversario
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LEGGENDE DELLO SPORT
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CONTENUTO PREMIUM
L'IDENTIKIT JOSEPH PAUL DIMAGGIO NATO: 25 NOVEMBRE 1914 A: MARTINEZ, CALIFORNIA MORTO: 8 MARZO 1999 A: HOLLYWOOD, FLORIDA
Sopra Di Maggio col presidente Dwight Eisenhower e il pugile Rocky Marciano. In basso con Dom, uno dei due fratelli, 7 volte All Star; 2 volte l’altro fratello, Vince UPP-AP
I SUCCESSI 9 WORLD SERIES VINTE Esterno centro dei New York Yankees dal 1936 al 1951, sua unica squadra in Mlb, è stato 13 volte All Star e 3 volte mvp. In 15 anni di carriera in Mlb ha vinto 9 volte le World Series. LA STRISCIA RECORD VALIDE IN 56 GARE DI FILA Dal 15 maggio al 17 luglio 1941 ha infilato 56 partite di fila con almeno una battuta valida. Il precedente record era 45. Il New York Times lo ha definito «il record destinato a durare di più nella storia dello sport». E, infatti, è ancora primato. VITA PRIVATA INSIEME A MARILYN Dopo il matrimonio dal 1937 al 1944 con l’attrice Dorothy Arnold, ha sposato nel 1954 Marilyn Monroe. Separatisi dopo meno di un anno, sono sempre rimasti legati.
Joe DiMaggio
YANKEES E MARILYN CENTO ANNI DA MITO World Series di lui (10 contro 9), riassunse: «Abbiamo giocato insieme per 6 anni, non gli ho mai visto fare nulla di sbagliato». Probabilmente non era così ai tempi della scuola, visto che a 15 anni oe è ancora qui, non è andato da nessuna Joe passava le giornate sui diamanti di San Franciparte. L’America continua a girarsi indietro sco. Per la disperazione di papà Giuseppe, emigrae a cercarlo con occhi desolati, come nella to nel 1898 da Isola delle Femmine, Palermo. E di canzone di Paul Simon. Nella speranza di ritrovar- mamma Rosalia che lo ha raggiunto nel 1902, si più giovane e pura anche solo guardando la sua senza tuttavia mai imparare l’inglese. Avrebbero eleganza. E magari l’Italia dovrebbe fare lo stesso. voluto che i figli dessero una mano in barca. GiuPerché in pochi, forse nessuno, seppe e i maggiori, Tom e Mihanno fatto tanto come lui per chael, lavoravano a giornata. migliorare - in certi anni persino Era il solo italiano Solo che al Fisherman’s Wharf per riscattare - la nostra immadi San Francisco comandavano i sui giornali oltre gine negli Stati Uniti. E se è diffigenovesi, e solo se tutti i liguri cile definire quanto Joe si sia erano a bordo usciva qualche a Mussolini. mai veramente sentito italiano, per i siciliani. Meno male Sedusse la Monroe posto è invece facilissimo capire quanche prima di Joe era venuto Vinto gli americani lo abbiano perce, uno dei fratelli maggiori, e gli Stati Uniti cepito come tale. Non solo alchiamato dai San Francisco Sel’inizio, quando i cronisti lamenals. Papà Giuseppe aveva rifiuPer la Camera dei tato di firmare il contratto. Ma tavano che quel cognome - DiMaggio - fosse così difficile da nel 1932, Vince mise Rappresentanti «ha quando, pronunciare, ma persino duransul tavolo 1500 dollari in contrasceso il baseball tanti, in casa il giudizio sul basete e immediatamente dopo una carriera straordinaria. «Figlio di ball mutò in un attimo. E per Joe per diventare immigrati italiani», «Figlio di fu tutto più facile. Così che nella un simbolo» pescatori siciliani», gli incisi nestessa stagione 1932, a 17 anni, gli articoli che ne hanno costruianche lui era ai Seals, nella Pacito la leggenda non sono cambiafic Coast League. ti mai, se non forse alla fine, quando l’atleta «ha trasceso il baseball per diventare un simbolo», co- L’ESORDIO Nel 1934, Joe aveva 19 anni, per poco me è scritto nella risoluzione della Camera dei non finì tutto prima ancora di cominciare per via Rappresentanti del 16 marzo 1999, il giorno della di un infortunio a un ginocchio. Gli scout della sua morte. Per questo è bello e giusto raccontare MLB tirarono una riga sul suo nome. Tutti meno Joe DiMaggio oggi, nel giorno in cui avrebbe com- uno, Bill Essick degli Yankees: «Tu firmi, ma il contratto vale solo dal 1936 e se nel ‘35 avrai giocato piuto 100 anni. decentemente ai Seals». Joe fece un ‘35 da fenoA SAN FRANCISCO DiMaggio non era bello, era elegantissimo. Aveva un fisico eccezionale, questo sì. Il suo metro e ottantasette e le sua risata cavallina avrebbero potuto essere portati sugli schermi da Fernandel. Ma non era solo questione di portamento e di stile, ovviamente, c’era anche tanta sostanza. Yogi Berra, l’unico uomo ad aver vinto più
LA STORIA di MARIO SALVINI
J
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Joe DiMaggio con Marilyn Monroe: sposi per un anno, nel 1954. Fu lui a organizzarne i funerali REUTERS
meno e nel ‘36 era uno Yankee. A metà stagione tutti parlavano di lui. Life si stupì: «Parla inglese senza accento». Gli Yankees vinsero le World Series, Joe era già una star, anche se gli avversari lo chiamavano «Macaroni», «Dago», «Wop». THE STREAK Quello che resterà per sempre, DiMaggio lo ha scolpito tra il 15 maggio e il 17 luglio del 1941. Cinquantasei partite tutte con almeno una valida. Considerando che uno bravo batte valido una volta su 10 e in una partita si va alla battuta mediamente 4 volte, è un non senso. Man mano che i giorni e le partite passavano, e ogni volta DiMaggio sparava almeno una valida, la frenesia
cresceva. I giornali titolavano: «Ce la farà oggi Joe?». Le radio interrompevano le trasmissioni: «La valida è arrivata anche stavolta». Il 1° luglio eguagliò il record precedente, di 45 partite, a Boston, con una battuta atterrata ai piedi di Dom Dimaggio, suo fratello. «Questo grande italiano del Fisherman’s Wharf di San Francisco – scrisse Time – ha cancellato Ty Cobb e Babe Ruth». Il tutto mentre il solo altro italiano sui giornali era Mussolini. Mancavano 5 mesi a Pearl Harbor. L’anno successivo a papà Giuseppe sarebbe stato vietato di andare al Dimaggio’s Grotto, il ristorante che Joe aveva comprato al Fisherman’s Wharf. In quanto cittadino italiano era «un nemico interno», e come tale soggetto a restrizioni della libertà. LE SOMME Quando, nel dicembre del 1951, Joe disse «Se non posso farlo nel modo migliore, allora non voglio più giocare», veniva da 13 stagioni in MLB, sempre e solo ai New York Yankees. Con cui ha vinto 9 World Series. Con 325 di media battuta e 361 fuoricampo. Nel 1949 era diventato il primo a superare i 100.000 dollari all’anno, e il NY Times, al solito, aveva salmodiato: «Il figlio di pescatori italiani immigrati che da ragazzino vendeva giornali per strada per un dollaro e mezzo al giorno oggi è l’uomo più pagato nel baseball». MARILYN Poi è stato come se tutto il resto della vita di Joe fosse rimasto racchiuso in quei soli nove mesi del 1954. La durata del matrimonio con Marilyn. La fiaba che lo ha reso famoso anche dove non distinguono un ball da uno strike. Quando lei non c’era già più, forse per distrarlo, gli chiesero di allenare, lui rispose: «Ho già abbastanza problemi ad occuparmi di me stesso». Ha seppellito la sua Marilyn, alla quale secondo certe leggende avrebbe chiesto di risposarlo appena pochi giorni prima del suicidio. Prima di chiuderla nella bara le avrebbe sussurrato per tre volte «Ti amo». E poi per 37 anni, due volte a settimana, ha fatto recapitare sulla sua tomba una mezza dozzina di rose rosse (farebbero 23.400 rose, all’incirca). Nel frattempo ha interpretato se stesso: abiti di sartoria, scarpe lucide e pettinatura con la riga drittissima, in centinaia di manifestazioni ed eventi in cui ha illuso una certa America, e forse se stesso, che il tempo non fosse passato. Fino al 1999, quando si dice che abbia sussurrato «Finalmente rivedrò Marilyn». Con l’epitaffio della nipote Emily, figlia di Dom: «E’ morto mio zio, un eroe solitario». © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL COMMENTO di MASSIMO LOPES PEGNA nella pagina delle opinioni
«MI PIACEREBBE PORTARE A PESCA IL GRANDE DIMAGGIO», DISSE IL VECCHIO. «DICONO CHE SUO PADRE ERA UN PESCATORE. FORSE ERA POVERO COME NOI E POTREBBE CAPIRE» - ERNEST HEMINGWAY, IL VECCHIO E IL MARE
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Pallavolo R La storia
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Tra moglie e marito metti il... muro
1A Casalmaggiore lui (Mazzanti) allena lei (Ortolani): schiacciate con una figlia e giochi di società Giovanni Gardani CASALMAGGIORE (CREMONA)
F
amiglia Mazzanti-Ortolani. L’unica coppia del volley italiano di serie A benedetta dal matrimonio e unita dalla stessa maglia di club abita a Casalmaggiore e sta trascinando la Pomì, al suo secondo anno in massima serie e in rampa di lancio verso l’obiettivo Europa. Quattro successi consecutivi, l’ultimo a Forlì, a mezz’ora di auto da Cervia, dove la coppia Davide MazzantiSerena Ortolani ha preso casa dopo le nozze. MILA E SHIRO NOSTRANI Allenatore lui, giocatrice di punta (ed ex azzurra) lei. Non come Mila e Shiro del manga giapponese, ma qualcosa di molto simile. Con tutte le implicazioni
Davide Mazzanti, 38 anni , e Serena Ortolani, 27, con in braccio la figlia Gaia
del caso. «Sono una professionista, ma non nascondo – spiega Serena – che la presenza di mio marito come coach mi ha aiutato a scegliere Casalmaggiore questa estate. L’idea di vedere crescere Gaia sotto lo stesso tetto era stimolante». Già, Gaia: tra otto mesi compirà due anni, ma il “due” incorniciato in un cuore sul tavolo di casa rappresenta gli anni di matrimonio della coppia, che sul parquet s’era già incontrata a Bergamo nel 2008. «All’epoca nemmeno un flirt – confessa Mazzanti – anche se le malelingue si sprecavano». Ora che l’unione è diventata ufficiale, si rischia di essere nell’occhio del ciclone per ogni decisione. «Non mi sono mai posto il problema – racconta Mazzanti – e riusciamo a scindere bene la vita privata da quella vita professionale. Siamo marito e mo-
clic I SUOCERI ALLENANO E CHIEDONO PARERI AL GENERO ● (g.gar.) E poi dicono che con i suoceri non si va d’accordo… Sabrina e Marco, genitori di Serena, hanno iniziato ad allenare 2 anni fa nel settore giovanile del Reda, la società faentina, dove è cresciuta Ortolani. Un capovolgimento di prospettive: i genitori che apprendono dalla figlia. E dal genero. «Mi chiedono consigli - rivela Mazzanti – del resto, è la nostra passione».
glie finché restiamo in casa, poi quando saliamo in auto per andare in palestra, siamo l’allenatore e la giocatrice. Peraltro, nel primo match con Novara ho sostituito Serena, mentre a Bergamo lei era a mezzo servizio e abbiamo vinto comunque: ho dimostrato di non fare favoritismi rispetto alle altre compagne di squadra». CASA E UFFICIO La soluzione escogitata dalla coppia è strutturale. «Abbiamo diviso la casa su due piani – spiega Serena - . Il piano, di sotto, è quello di Gaia, dunque quello della famiglia, quello di sopra è l’ufficio di Davide, dove guarda le partite delle squadre avversarie e studia le tattiche». Casalmaggiore aiuta a conciliare due esistenze così diverse. «Ho sempre giocato in grandi città – ricorda Serena - . A Bergamo viene prima l’Atalanta, a Busto, per vicinanza, il Milan o l’Inter. Qui la Pomì è la vera eccellenza, la gente ti ferma al supermercato, ma senza ossessioni, si vive in una grande famiglia: essere normali è più semplice». «Io sono nato a Marotta, vicino a Fano – conferma Mazzanti – in una realtà piccola e uno dei miei migliori anni fu a Santeramo, un grande paese che ricorda Casalmaggiore. E poi a Cervia viviamo sul mare, qui invece sul fiume Po: dettagli che aiutano a sentirsi a casa». SPOGLIATOIO E nello spogliatoio della Pomì il clima ne risente? «C’è rispetto per Serena – racconta ancora Mazzanti – per carriera e carisma. Da fuori non è semplice comprendere una situazione così insolita, ma avendo a che fare con atlete di esperienza non c’è bisogno di dare troppe spiegazioni. Non solo, quando possiamo invitiamo la squadra a casa nostra per staccare un po’ la spina e fare quattro chiacchere». «A proposito – sorride Serena – gli scarabocchi che vedete appesi alla parete non sono quelli di Gaia: sono i disegni delle mie compagne che giocavano a Pictionary (un gioco da tavolo che consiste nell’indovinare una parola o una frase attraverso un disegno, ndr)». Tutto incredibilmente normale: come due genitori che, dopo il matrimonio civile, si sposeranno pure in chiesa. «Stiamo frequentando il corso pre-matrimoniale a Viadana, a pochi passi da dove gioca la Pomì». Vita privata e campo: mondi lontani, eppure così vicini. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Piacenza donne trova il Cannes ● (a.a.) La 2a giornata della Champions donne si apre con la Normeccanica Piacenza che alle 19 (Laola.tv) ospita il Cannes. In campo anche l’Eczacibasi di Giovanni Caprara in casa del Wroclaw. In Coppa Cev l’Igor Gorgonzola Novara è attesa dalle russe del Krasnodar per passare il turno deve vincere da 3 punti e poi aggiudicarsi il golden set. A RAVENNA (s.cam) In una conferenza-stampa convocata ieri il d.g della Cmc Cormio ha spiegato «la necessaria cessione di Toniutti per motivi di bilancio». Da oggi alla corte di Kantor c’è Riley McKibbin, Usa, già a San Giustino dal 2011 al 2013 e proveniente dal Kifisias (Gre).
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TUTTENOTIZIE
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1GIORNATA DELLE DONNE Le tre pugilesse azzurre hanno dedicato i podi iridati all’odierna Giornata
Mondiale contro la violenza sulle Donne, anche alla luce del progetto sociale avviato con l’Associazione Salvamamme e dello spot presentato nel giugno scorso in Parlamento con la Gordini protagonista.
TENNIS
BOXE
Starace e le scommesse Davide mamma coraggio Sospetti pure su Barcellona Una rivincita d’argento 1Nell’inchiesta
di Cremona finisce una partita persa in Spagna nel 2011
Francesco Ceniti INVIATO A CREMONA
C
ompagni di doppio e anche d’inchiesta. Il destino di Daniele Bracciali e Potito Starace sembra legato pure nelle indagini condotte dalla Procura di Cremona: ieri altro giro d’interrogatori per Roberto Goretti, attuale d.s. del Perugia. Il pm Roberto di Martino è convinto di avere in mano prove più che sufficienti per dimostrare l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. In altre parole: partite di tennis vendute a un tariffario stabilito per favorire scommesse a colpo sicuro. Goretti, nella visione del pubblico ministero, è parte attiva almeno quanto Manlio Bruni e Francesco Giannone, i due ex commercialisti di Signori che per gli inquirenti fanno
IPPICA
Potito Starace, 33 anni REUTERS
parte del cosiddetto clan dei bolognesi. Sia Goretti, sia Bruni sono stati abbastanza collaborativi nel corso degli interrogatori, ma secondo di Martino hanno cercato di scaricare il più possibile sugli altri il peso dei tarocchi. Per questo non è escluso un confronto all’americana: un modo per «pesare» le dichiarazioni messe a verbale (e secretate). In ogni caso l’inchiesta è in discesa: sarebbero almeno 7 i soggetti nel mirino del pm. Entro pochi mesi potrebbero arrivare le richieste di rinvio a giudizio, anche per Bracciali e Starace. BARCELLONA Su Bracciali, già
OLIMPIADI
interrogato nelle scorse settimane, gli inquirenti non avrebbero dubbi: le chat, le parole di Bruni, gli altri elementi raccolti vanno nella stessa direzione. In sostanza il tennista aretino avrebbe negli anni stabilito un contatto chiaro e ben preciso per orientare partite e scommesse. Un discorso che con aspetti diversi vale anche per Starace. A differenza di Bracciali non è finito nella rete delle intercettazioni, ma contro di lui pesano le testimonianze di Goretti e Bruni. Non solo: chat, sms e altro materiale in mano a chi indaga sarebbero schiaccianti nei confronti del campano. Dopo una combine nel 2009 (rivelata da Goretti) e la finale di Casablanca (con chat e messaggi tra Bruni e Bracciali) adesso spunta anche il torneo di Barcellona, poche settimane dopo la sconfitta in Marocco. In mano al pm ci sarebbero carte inequivocabili (compresi i soldi versati, circa 60 mila euro) che dimostrerebbero la truffa in nome delle scommesse. Giusto per la cronaca: Starace uscì da quel torneo al primo turno, perdendo in modo particolare contro lo spagnolo Gimeno Traver: vittoria 6-4 al primo set, poi 1-6 e il ritiro quando era sotto 2-0 nel terzo. Per la Procura dietro al forfait c’era l’ennesima combine. © RIPRODUZIONE RISERVATA
1Dopo i bronzi di
Gordini e Mesiano ai Mondiali femminili spicca l’esclusa olimpica
Fausto Narducci
L
a rivincita non le è riuscita fino in fondo perché sul filo di lana le è rimasto solo l’argento (sconfitta in finale dalla bulgara Petrova per split decision: 39-37, 3937, 38-38) ma è certo che Marzia Davide si è presa ai Mondiali di Jeju in Corea del Sud la sua grande rivincita. La storia della trentaquattrenne pioniera del ring di Pontecagnano (Salerno) è in effetti emblematica di come sia difficile fare sport soprattutto per una mamma. La boxe femminile in Italia era nata appena da un anno quando il papà allenatore Pasquale avviò Marzia sulla strada del ring portandola a vincere quasi tutto, compresi due titoli europei (20032004) e un argento mondiale (2002). Ma la Davide divenne un caso quando, per accudire
TENNIS ATLETICA
Sugar Rey Il re del Derby verso Trieste
Sugar Rey vince il Derby PERRUCCI ● Domenica a Trieste, nel Premio Regione Autonoma, torna in pista Sugar Rey, il sorprendente vincitore del Derby del 5 ottobre scorso, in coppia con Giampaolo Minnucci che lo aveva già vinto con Varenne nel 1998. Stavolta invece, in sulky al figlio di Look de Star ci sarà l’allenatore Paolo Romanelli. Dopo il Derby, Sugar Rey è stato ritirato sul campo nel Mangelli di Torino vinto dal finlandese Jonnte Boy. A Trieste ritroverà Sansone Bar, finito secondo sia nel Derby sia nel Mangelli e affidato a Enrico Bellei dopo essere stato guidato da Bjorn Goop nel Nastro Azzurro romano e da Pietro Gubellini nella classica milanese emigrata a Stupinigi. Il doppio Derby -Regione Autonoma è molto raro. L’ultimo autore è Concord Jet nel 2002 (Roberto Andreghetti), mentre ancora più a ritroso si deve arrivare addirittura al 1988, quando vinse Indro Park (Lorenzo Baldi) per il suo proprietario triestino Marcello Skoric.
Rio, le mascotte Adesso i nomi scelti in rete ● (ma.can.) Il Brasile quest’anno ha già eletto presidente, governatori di stato, deputati, senatori e ora si appresta a scegliere pure le mascotte per l’Olimpiade estiva di Rio 2016. Si vota sul sito www.rio2016/mascotes/ e su Twitter @Rio2016 fino al 14 dicembre. I personaggi in realtà sono già noti, bisogna solo assegnare i nomi. Tre coppie inseparabili sono candidate rispettivamente a mascotte dei Giochi Olimpici e Paralimpici: Oba e Eba; Tiba Tuque ed Esquindim; Vinícius e Tom. I nomi delle prime due sono più goliardici mentre gli altri sono un omaggio a due leggende della musica brasiliana: Vinícius de Moraes e Tom Jobim. La mascotte olimpica richiama la diversità della fauna brasiliana: rappresenta l’agilità dei felini, la destrezza delle scimmie e la leggerezza dei volatili. Quella della Paralimpiade, invece, ricorda la flora di un Paese che sta crescendo e superando ostacoli, spiega Beth Lula, direttrice marketing del Comitato Rio 2016.
Le mascotte brasiliane REUTERS
Nadal inaugura la sua Accademia Partirà nel 2016
● MEZZE ITALIA (m.m.) Così a Jesi nella Vallesina Half Marathon: Falasca 1h07’44”; Strappato 1h08’05”, Caimmi 1h08’49”. Donne: Carlini 1h23’00”. Nella 18a Maratonina Città di Uta (Ca): Merenda 1h10’29”. Nella 1a mezza Reggia-Reggia a Caserta: Sugut (Ken) 1h04’53”; J.Rono (Ken) 1h05’02”. Donne: Laaraichi (Mar) 1h22’13”. Nel 41° «In gir a la cava» a Peschiera Borromeo (Mi) sui 10 km: Aouani (Mar) 31’19”; Gambino 32’13”; Polli 32’25”. Donne: Dossena 34’12”; Marin 36’41”; Petter 36’51”. GREAT RUN (d.m.) Azmeraw Bekele (30’12”) e Wude Ayale (34’04”) hanno vinto la Great Ethiopian Run (10 km) a Addis Abeba.
BOXE Lo spagnolo Rafael Nadal, 28 AP ● Rafael Nadal, vincitore di 14 Slam e attuale numero 3 del mondo, ha posato ieri la prima pietra dell’Accademia che porterà il suo nome nella città natale, Manacor, a Maiorca. Rafa, insieme alla famiglia, ha presentato il progetto in prima persona, dicendosi speranzoso nel completamento entro l’estate del 2016, e ha rivelato che l’Accademia sarà la parte fondamentale della sua attività dopo che si sarà ritirato dallo sport attivo. «La mia vita è sempre stata legata a Manacor. Non dico che in futuro non ci saranno altre accademie come questa in altri luoghi, ma non aveva senso per me realizzarla altrove se non qui», ha spiegato Nadal, che aveva ricevuto offerte per costruire il complesso in altre città. Le strutture del centro comprenderanno 17 campi da tennis, un campo da calcio a sette, una piscina esterna e una al coperto, 70 camere doppie per gli atleti, uno spazio didattico formato da otto aule e un centro medico.
●
MASSIMI WBC (r.g.) Raggiunto l’accordo per la prima difesa dell’haitiano Bermane Stiverne (24-1-1), titolare massimi Wbc, e lo sfidante Deontay Wilder (Usa, 32). L’incontro fissato a Las Vegas il 17 gennaio 2015. ● PICCOLI TRICOLORI (i.m.) A Trevi (Pg) tricolori youth (u.18), Lazio dominatore con 3 titoli: 49 Zara (Sa), 52 Amoroso (Ab), 56 Di Serio (Cp), 60 Sito (Lb), 64 Magri (Pl), 69 Gargallo (Lz), 75 Sarchioto (Lz), 81 Di Napoli (Lz), 91 Moccia (Cp), +91 Ferrante (Sc).
FOOTBALL ●
COSI’ IN NFL I risultati della 12a giornata: Oakland (1-10)-Kansas City (7-4) 24-20; Atlanta (4-7)-Cleveland (74) 24-26; Philadelphia (8-3)-Tennessee (2-9) 43-24; New England (9-2)-Detroit (7-4) 34-9; Minnesota (4-7)-Green Bay (8-3) 21-24; Indianapolis (7-4)Jacksonville (1-10) 23-3; Houston (5-6)Cincinnati (7-3) 13-22; Chicago (5-6)Tampa Bay (2-9) 21-13; Seattle (7-4)Arizona (9-2) 19-3; San Diego (7-4)Saint Louis (4-7) 27-24; San Francisco (7-4)-Washington (3-8) 17-13; Denver (8-3)-Miami (6-5) 39-36; NY Giants (38)-Dallas (8-3) 28-31.
Le tre medagliate azzurre ai Mondiali: nella foto grande Marzia Davide, sopra a destra Terry Gordini e sotto Alessia Mesiano
il figlio Giovanni Federico di 5 anni, nella stagione preolimpica chiese di svolgere la preparazione a casa, lontano da Assisi. Niente da fare: la Fpi le offrì invano di ospitarla in un appartamento vicino al centro federale e quindi per le selezioni olimpiche le preferì la più inesperta Romina Marenda che non si qualificò. Fra polemiche e lettere al vetriolo poteva finire lì, ma Marzia non si è mai arresa anche se il suo peso naturale dei 54 kg è a metà fra quelle dei 51 e 60 ammesse ai Giochi. Grazie al feeling col nuovo c.t. Renzini, l’azzurra ha conquistato quest’anno un terzo oro europeo e punterà a combattere a
gli Usa nel 1980, il famoso «Miracle on Ice». ● EBEL (m.l.) Oggi per il 21° turno di Ebel il Bolzano in crisi di risultati riceve al Palaonda (19.45) il Lubiana fanalino di coda. Classifica (dopo 20 giornate): Vienna** 32; Salisburgo 31; Graz 28; Znojmo 26; Linz* 24; Fehervar 23; Villach** 19; Innsbruck** 18; Bolzano 17; Dornbirner** 16; Klagenfurt* 15; Lubiana 11. (* una in meno, ** una in più)
IPPICA ●
IERI 3-5-12-9-13 Ad Albenga (m 1600): 1 Pontida (A. Guzzinati) 1.13.9; 2 Opinion Roc; 3 Negresco Milar; 4 Olmo del Sauro; 5 Peppe della Corte; Tot.: 1,77; 1,26, 1,86, 2,36 (11,50). Quinté: 182,22. Quarté: 97,14. Tris: 41,31. ● OGGI QUINTÉ A NAPOLI Ad Agnano (inizio convegno alle 15.30) scegliamo Passione d’Ete (13), Pulcinella Jet (12), Petra Bi (6), Pathway Wise (4), Nefer Team (11) e Paris Rum (3). ● SI CORRE ANCHE Trotto: Trieste (15.20). Galoppo: Roma (14.10).
NUOTO BIEDERMANN E AGNEL SALTANO DOHA (al.f.) Paul Biedermann, che avrebbe guidato la 4x200 sl tedesca, ha preferito rinunciare ai Mondiali in corta di Doha per continuare la preparazione in vista della stagione estiva. Non gareggerà nella vasca iridata nemmeno il francese Yannick Agnel, che non si sente pronto tecnicamente e fisicamente. In Qatar non ci sarà nemmeno la danese Lotte Friis. ● DI LIDDO (al.f.) A Modugno (Ba), Elena Di Liddo nuota i 100 farfalla in 58”05. Donne: 200 fa, 400 mx Martiradonna 2’15”28, 4’54”69. A Verona (25 m). Donne: 100 sl Biondani 56”20. ● HEEMSKERK RAPIDA (al.f.) A Copenhagen (Dan, 25 m) Femke Heemskerk (Ola) domina i 200 sl toccando in 1’51”96 (54”50 ai 100, 38/100 sotto il passaggio del record mondiale della Pellegrini); alle sue spalle la connazionale Kromowidjojo (1’56”18). Donne: 100 fa Ottesen 56”34 (5° t. stag.).
PALLAMANO HOCKEY GHIACCIO ●
ADDIO TIKHONOV E’ morto a 84 anni dopo una lunga malattia Viktor Thikonov, coach della formidabile Unione Sovietica (Big Red Machine) che vinse tre Olimpiadi e 8 Mondiali. Nonostante il palmarès, il suo nome resta però legato alla sconfitta contro
●
AMICHEVOLE (an.gal.) A Ismailia (Egi) l’Italia maschile sconfitta 27-26 (11-13) in amichevole dal quotato Egitto che prepara i Mondiali di Qatar 2015 e vanta un buon ranking (15 contro il 35 azzurro). Azzurri (Radovcic 7, buon esordio di Moretti, 2) sempre in partita, al 27’ vanno anche sul +4 (7-11) ma nel finale subiscono la rete della sconfitta. Oggi si replica alle 17.
Rio nei 51 kg quando avrà 36 anni e un figlio di 10 a cui dedicare la medaglia olimpica. BRONZI La vitalità della boxe femminile è testimoniata dalle altre due medaglie di Jeju: i bronzi della 35enne ravennate Terry Gordini (51) e della 23enne laziale Alessia Mesiano (57) che potevano valere di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincitrici (r.g.) 48: Kyzaibay (Kaz); 51: Esparza (Usa), 54: Petrova (Bul); 57: Dobrynina (Rus); 60: Taylor (Irl); 64: Beliakova (Rus); 69: Bylon (Pan); 75: Shields (Usa); 81: Yang (Cin); +81: Medalyeva (Rus).
● AZZURRE (an.gal.) I tecnici Trespidi e Hrupec hanno diramato la lista delle convocate per Italia-Islanda (27/11 a Chieti) valida per la terza del gruppo C di qualificazione ai Mondiali femminili 2015: Trombetta, Gheorghe, Dalla Costa, Rotondo, Del Balzo, Di Lisciandro, Cappellaro, Prunster, Costa, Niederwieser, Zanotto, Ettaqi, Napoletano, Fanton, Zuin, Landri.
PALLAVOLO ●
TROFEO GAZZETTA (c.g.) Uomini (7a) 29: Bruno, 28: Lanza, 25: Giannotti, 24: Atanasijevic, 21: De Cecco, Baranowicz, Ngapeth, 20: Solè, Le Roux, Renan, Cebulj, 18: Sottile, 17: Parodi, Mengozzi, Sabbi, Zingel. Donne (5a) 25: Klinemann, 21: Loda, 20: Van Hecke, 19: Plak, Tirozzi, Barun, 18: Nikolova, 17: Stevanovic, 15: Piccinini, Koleva.
TENNIS ●
CLASSIFICHE La semifinale nel Masters dei Challenger permette a Bolelli di salire di 5 posizioni. Uomini: 1. Djokovic (Ser) 11.360; 2. Federer (Svi) 9.775; 3. Nadal (Spa) 6.835; 4. Wawrinka (Svi) 5.370; 5. Nishikori (Giap) 5.025; 6. Murray (Gb) 4675; 7. Berdych (Cec) 4600; 8. Raonic (Can) 4440; 9. Cilic (Cro) 4150; 10. Ferrer (Spa) 4045. Italiani: 20. Fognini 1790; 45. Seppi 870; 55. (60) Bolelli 810; 64. Lorenzi 759. Donne: 1. S. Williams (Usa) 8.485; 2. Sharapova (Rus) 7.050; 3. Halep (Rom) 6.292; 4. Kvitova (Cec) 5.966; 5. Ivanovic (Ser) 4820; 6. A. Radwanska (Pol) 4810; 7.Bouchard (Can) 4715; 8. Wozniacki (Dan) 4625; 9. Kerber (Ger) 3480; 10. Cibulkova (Slk) 3052. Italiane: 12. Pennetta 2861; 14. Errani 2775; 34. Giorgi 1355; 47. Vinci 1107; 54. Knapp 985; 79. (80) Schiavone 692.
VELA ●
COPPA DEL MONDO (r.ra) Sono arrivati a Abu Dhabi i 37 velisti italiani che da domani parteciperanno alla Final World Cip riservata ai migliori 20 equipaggi delle 10 classi olimpiche e del kite surf. 389 gli atleti in gara in rappresentanza di 39 nazioni ● VOLVO RACE (r.ra.) Gli equipaggi della Volvo Ocean Race sono in una zona di vento leggero e il gruppo si è compattato tra il primo Team Brunel e l ultimo Team Sca ci sono 23 miglia. Decisive le prossime ore perché le barche devono scegliere se andare a est o a ovest per trovare piu vento.
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AltriMondi R
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL FATTO DEL GIORNO IL TEST ELETTORALE
BONACCINI E OLIVERIO PRESIDENTI EMILIA ROMAGNA
49% 29,9% ALAN FABBRI Centrodestra
STEFANO BONACCINI Centrosinistra CALABRIA
13,3% GIULIA GIBERTONI M5S
61,4% 23,6% WANDA FERRO Centrodestra
MARIO OLIVERIO Centrosinistra AFFLUENZA ALLE REGIONALI
79,72% 64,64% 2000
76,67%
64,39% 2005
8,7% NICO D'ASCOLA Centro
68,07% 59,27% 2010
44,08% 37,70% 2014
A SINISTRA, IL NEO PRESIDENTE EMILIANO STEFANO BONACCINI - GDS
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In Calabria? In Calabria è andato a votare il 43,8 degli aventi diritto, con una perdita, sulla tornata elettorale precedente, di 15 punti. In ogni caso, abbiamo due regioni in cui la maggioranza assoluta degli elettori ha preferito restarsene a casa. E a questo punto ci sono due domande di natura generale: l’alta astensione è una ferita per la democrazia? E, seconda domanda: con una partecipazione più massiccia il risultato sarebbe stato diverso? Rispondo di no tutt’e due le volte. La scelta di non presentarsi al seggio è stata liberamente fatta da centinaia di migliaia di elettori. Finché si tratta di una scelta libera, la democrazia è salva. Sostengo anche che il risultato non sarebbe cambiato: un sondaggista che potesse contare su un campione del 30 o del 40% del suo universo di riferimento, giurerebbe sull’esattezza del risultato.
Renzi ha stravinto alle Regionali o l’astensione deve allarmarlo? 4
1S’impone in Emilia e in Calabria con percentuali altissime, ma l’affluenza è stata sotto il 40%: nella storica regione rossa è il segnale che la sinistra Pd resta forte di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it
Come il lettore sa, domenica s’è votato per la Regione in Calabria e in Emilia Romagna. I risultati sono i seguenti. Calabria: ha vinto l’alleanza di centrosinistra costruita intorno al Pd e al suo candidato Gerardo Mario Oliverio, che ha avuto il 61,40%. Al centrodestra (Forza Italia - Casa delle libertà - Fratelli d’Italia) il 23,60%. L’M5S ha raccolto il 4,96. Fino a questo momento la Regione era governata dal centrodestra. Emilia: ha vinto, con il 49, l’alleanza di centrosinistra imperniata intorno al Pd e a Sel e al candidato del Partito democratico Stefano Bonaccini. Al centrodestra è andato il 29,9 per cento. I grillini hanno ottenuto il 13,3%. La Regione era già governata dal centro-sinistra.
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Lei la fa troppo facile e ho abbastanza notizie anch’io. Intanto l’affluenza alle urne è stata molto scarsa.
Sì, è clamoroso soprattutto il dato dell’Emilia Romagna: 37,7 per cento dei votanti, contro il 68,07% delle Regionali precedenti e il 70% delle Europee di appena sei mesi fa. Trenta punti in meno, e lo stesso Renzi, se si accredita dell’intero 41% dello scorso maggio, deve ammettere che la perdita di trenta punti non può non coincidere con una caduta della simpatia nei suoi confronti. Questo vuol dire che i trenta punti mancanti vanno attribuiti alla sua minoranza interna, e cioè che, almeno nella regione rossa per antonomasia, i bersaniani, i civatiani, i dalemiani godono di un pacchetto enorme di consensi, tale da poter mettere in seria difficoltà il segretario dei democratici? Chi sostiene questa tesi fa notare che in Emilia la Cgil, forte di un’organizzazione territoriale ancora abbastanza efficiente, ha remato contro, invitando i suoi a disertare le urne. La manovra è stata resa possibile dalla sicurezza assoluta che il Pd avrebbe comunque vinto. E perciò: il Pd di Renzi ha vinto,
NOTIZIE TASCABILI OGGI IL VOTO FINALE: EVITATA LA FIDUCIA
ma ha vinto, secondo questa tesi, anche la sua minoranza interna, che certo tenterà di riscuotere un qualche premio da questo risultato. Si capisce anche dalle dichiarazioni di ieri come quella di Fassina: «Larga parte del Pd che non è andata a votare non condivide le misure del governo sul lavoro».
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Le sembra un’interpretazione forzata? Chi non crede a questa lettura fa notare che gli scan-
LA CHIAVE
Il premier non potrà ignorare il ruolo della Cgil nella “fuga dalle urne” degli emiliani Il successo della Lega conferma l’ascesa di Salvini e la crisi ormai manifesta di Forza Italia
dali hanno certamente tolto la voglia di andare a votare, che non c’erano contrapposizioni forti tra i partiti in gara - mancava cioè un Berlusconi capace di accendere gli animi di questi e di quelli - e infine che le democrazie occidentali hanno un’affluenza alle urne piuttosto bassa: il dato emiliano e quello calabrese, in questo senso, ci rendono più moderni. Anche ammettendo che l’astensione vada attribuita alla sinistra che si oppone alla svolta di Renzi, non si capisce comunque come questo gruppo di uomini e donne potrà incassare il beneficio di una simile vittoria, del resto tutta ipotetica. Renzi sostiene di aver vinto due a zero, e basta. E che i suoi avversari interni non hanno portato a casa un bel niente: «La non grande affluenza è un elemento che deve preoccupare ma che è secondario. Checchè se ne dica non tutti hanno perso: chi ha contestato le riforme può valutare il suo risultato. Il mio interesse è affrontare i problemi», ha detto.
C’è l’altro elemento, e cioè il fatto che in Emilia la Lega ha preso il doppio dei voti di Silvio Berlusconi. Sì, Matteo Salvini ha ottenuto il 19,42% e Forza Italia solo l’8,36. È un risultato enorme e dalle conseguenze politiche imprevedibili. Salvini si candida seriamente a punto di riferimento del centrodestra. «Siamo la vera alternativa al Pd. Renzi dovrebbe preoccuparsi, stiamo arrivando», è stata ieri la sua dichiarazione di sfida. Certo, Salvini cresce con un partito completamente diverso da quello che fu di Umberto Bossi. Il problema, in quell’area, è che la dissoluzione del berlusconismo si porta dietro un sacco di scorie, una pletora di piccoli leader ansiosi di far carriera, i Fitto, gli Alfano, per non dire dello stesso Berlusconi, mai rassegnato a farsi da parte.
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Ha qualche chance? Mi pare che il conflitto d’interessi stia agendo adesso all’incontrario. Berlusconi ha a cuore le aziende e come qualunque imprenditore non può essere davvero anti-governativo. Ha promesso opposizione dura in Parlamento, ma non avrà la forza per farla. Sta ai suoi decidere quanto vale ancora, in termini di consenso, il suo brand. © RIPRODUZIONE RISERVATa
● La delega sul lavoro sarà approvata oggi alla Camera senza fiducia, in anticipo sui tempi. Ieri, nonostante la bagarre dei 5 Stelle (due espulsi perché fotografavano e non consentivano di intervenire a Cesare Damiano) sono stati votati tutti gli emendamenti, tranne uno: «Sono soddisfatto», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Il Pd ha votato unito, anche se, sull’articolo 18, 17 deputati della minoranza hanno votato con l’opposizione. L’obiettivo è l’ok al Jobs Act al Senato entro il 9 dicembre.
Un corteo a Napoli della Fiom ANSA
Lo sciopero generale del 12 dicembre, quello contro le politiche del governo di Matteo Renzi proclamato dalla Cgil, dalla Uil e dall’Ugl ma senza l’appoggio della Cisl, non potrà riguardare i settori del trasporto aereo, ferroviario, a livello nazionale, e del trasporto pubblico locale, a livello territoriale. Questa importante limitazione è stata decisa ieri dall’Autorità di Garanzia, che ha evidenziato l’irregolarità formale della stessa proclamazione dello sciopero generale. Entrando più nel dettaglio, bisogna fare riferimento alla legge 146 del 1990 e alle specifiche norme di settore: per questo, la Commissione in una nota ha affermato che «come già evidenziato nel trasporto ferroviario non verrebbe rispettata la regola dell’intervallo minimo di dieci giorni tra scioperi nello stesso settore, a causa di una precedentemente proclamazione per il 13 e 14 dicembre». Discorso simile anche in merito al trasporto aereo: era stata precedentemente comunicato uno sciopero del personale Enav per il 15 dicembre nell’aeroporto di Fiumicino, a Roma, che diventa per questo «preclusivo di altri scioperi ad un intervallo inferiore a dieci giorni». Devono essere escluse, per le stesse ragioni, dallo sciopero generale anche alcune aziende che operano nel settore del trasporto pubblico locale e dove ci si è già astenuti dal lavoro (Cotral del Lazio, Ataf di Firenze, F.lli Romano di Crotone, Cotrab di Potenza, Ast della Sicilia, Trentino Trasporti di Trento).
S’impiglia al bus Neonata in un cassonetto a Palermo dell’università muore poco dopo il ritrovamento È durata una manciata cardiorespiratoria. La procura Travolta e uccisa ●di minuti la speranza di salvare di Palermo ha aperto un’inchiesta la neonata ritrovata ieri mattina in un cassonetto in via Di Giorgi a Palermo. Dopo l’allarme dato da alcuni passanti che l’avevano sentita piangere, la piccola che aveva ancora il cordone ombelicale attaccato - era stata portata d’urgenza all’Ospedale Civico, ma è morta poco dopo per una insufficienza
e i carabinieri, che stanno visionando le telecamere della zona, hanno lanciato un appello «a tutta la cittadinanza a collaborare alle indagini». Il sindaco Leoluca Orlando ha voluto ricordare che «all’ospedale Civico le mamme possono lasciare i figli non riconosciuti, in assoluto anonimato».
PARLA IL BOSS PENTITO VERTICE DEL GRUPPO 5+1 A VIENNA
Camera verso sì al Jobs Act Ma è bagarre M5S: 2 espulsi
Alt del Garante «Lo sciopero non riguardi i trasporti»
STUDENTESSA A SALERNO LA PROCURA AVVIA UN’INCHIESTA
● Una studentessa di 23 anni di Giffoni Valle Piana, Francesca Bilotti, è stata uccisa da un bus all’interno del campus universitario di Fisciano, nel Salernitano. La ragazza sarebbe caduta dopo essere rimasta impigliata con la borsa allo sportello: l’autista, ora indagato, non se n‘è accorto ed è ripartito travolgendola.
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, ieri durante l’esame del Jobs Act
PREVISTO IL 12 DICEMBRE
Il cassonetto di via De Giorgi ANSA
L’AUTHORITY APPROVA
Brusca su Capaci Nucleare Iran: negoziati rinviati Acqua, cresce «Quinto tentativo Ma Rohani: «Presto l’intesa finale» ancora la bolletta anno. Il presidente ha definito Nessun accordo ma contro Falcone» ●importanti Nel 2014 +3,9% l’incontro «un successo per passi avanti ieri a ● «Nessun soggetto estraneo a Cosa Nostra è mai intervenuto nella fase esecutiva della strage. Cosa Nostra decise e Cosa Nostra fece». Questo ha detto il collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca ai pm di Caltanissetta in un’udienza del processo Capaci Bis in cui morì Falcone, «dopo altri 4 progetti per ucciderlo».
Vienna nei negoziati con l’Iran sul nucleare. In un discorso televisivo al termine dell’incontro con le potenze del gruppo 5+1, il presidente iraniano Hassan Rohani ha dichiarato: «La maggior parte delle divergenze sono state ricomposte. Questo cammino si concluderà con un accordo definitivo» il prossimo
l’Iran», sottolineando che «nessuno dubita che l’Iran debba possedere una tecnologia nucleare e che le sanzioni devono essere eliminate». Più cauto l’Alto rappresentate per la Politica estera Ue, Federica Mogherini: «C’è un po’ di delusione per il rinvio, ma l’atmosfera è incoraggiante».
● Novità nella bolletta dell’acqua per circa 40 milioni di utenti. Con un metodo omogeneo in tutta Italia, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha deciso un aumento medio rispetto 2013 del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015. Grazie ai rincari si potranno attivare 4,5 miliardi di euro di investimenti.
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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ebola, primo caso italiano È un medico di Emergency
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OBAMA IRREQUIETO
1Contagiato in Sierra Leone, oggi arriverà allo Spallanzani di Roma Il ministro Lorenzin: «Non ha sintomi, il livello d’allarme è invariato»
In Sierra Leone l’epidemia non sembra rallentare: qui si contano infatti cento nuovi casi al giorno EPA
Elisabetta Esposito ROMA
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avorava nel centro che Emergency ha aperto lo scorso settembre a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale del Sierra Leone. Nel cuore dell’epidemia. Adesso tornerà in Italia, perché qualcun altro faccia a lui quello che lui ha fatto per mesi ad altri. Curare l’Ebola. Il medico dell’organizzazione di Gino Strada è il primo italiano contagiato dal virus che negli ultimi nove mesi ha fatto, secondo l’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità), 5.459 morti e che proprio in Sierra Leone conta cento nuovi casi al giorno. Tutte le 110 persone che vi lavoravano nel suo stesso centro — tra cui 26 medici italiani — avevano seguito una formazione specifica sui protocolli di protezione. «Ma c’è una componente di rischio non eliminabile — spiega Cecilia Strada, presidente di Emergency —. In questo momento comunque non ci sono altre persone che consideriamo a rischio, il centro resterà aperto (e ne verrà aperto un altro a dicembre, ndr). Il medico conta-
giato sta bene, ha passato una buona notte e ha fatto colazione regolarmente». Lo conferma anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Non ha febbre e non presenta sintomi». Poi sottolinea: «Il livello di allarme sull’ebola in Italia non è assolutamente aumentato». IL RIENTRO L’operatore di Emergency questa mattina atterrerà all’aereoporto militare di Pratica di Mare. È stato prelevato ieri in Sierra Leone da un aereo Kc 767 dell’Aeronautica
5.459 ● Secondo i dati dell’Oms, negli ultimi nove mesi sono 5.459 le persone uccise dal virus ebola, mentre i contagiati sono 15.351
dotato di una speciale barella chiusa — chiamata Aircraft Transit Isolator — studiata appunto per il trasporto dei pazienti colpiti da patologie infettive. A bordo anche un team composto da ufficiali medici e infermieri addestrati per questo tipo di emergenze. Ad attenderlo all’aeroporto un’ambulanza ad alto isolamento che lo porterà all’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, uno dei due centri italiani di riferimento per casi del genere insieme al Sacco di Milano. «Siamo pronti ad accogliere il medico contagiato — hanno fatto sapere dall’ospedale della Capitale — è stata predisposta una task forza di una ventina di persone tra medici e infermieri che si occuperanno di trasporto e assistenza». Anche se il sindacato infermieri dello Spallanzani ha già mostrato forti preoccupazioni per «la carenza di personale». Il primo caso italiano è il 21° paziente che verrà trattato lontano dall’Africa. «Questo medico — ha commentato Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione Sanità della Camera — è uno dei tanti eroi senza volto che stanno combattendo contro il virus in Africa. L’Italia tutta deve sostenerlo con ogni sforzo». © RIPRODUZIONE RISERVATA
SAMANTHA GIÀ NELLO SPAZIO «È BELLISSIMO» ● Nel suo primo collegamento dalla Stazione spaziale internazionale (Iss), Samantha Cristoforetti (nella foto), la prima astronauta italiana ha salutato la madre: «È andato tutto benissimo, abbiamo visto immagini spettacolari, la prima alba e le stelle. Qui è tutto bellissimo».
Garlasco, appello bis Yara, Bossetti tace «Uccise con crudeltà La difesa: «Pressato Date 30 anni a Stasi» per farlo cedere»
Alberto Stasi, 31 anni ANSA
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eri il sostituto procuratore generale milanese Laura Barbaini ha chiesto trent’anni di carcere per Alberto Stasi, accusato dell’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi a Garlasco (Pavia), con l’aggravante della crudeltà. Stasi è imputato nel processo d’appello bis che si sta celebrando con rito abbreviato: durante la requisitoria, l’ex bocconiano avrebbe «sistematicamente» cercato di ostacolare le indagini con omis-
sioni al di là del diritto di difesa. La stessa richiesta di condanna per Stasi, oggi 31enne, era stata chiesta anche nei processi di primo e secondo grado, conclusi con l’assoluzione. In ogni caso, il sostituto pg ha rimarcato come «in tanti anni di attività non si era mai verificato che due sentenze avessero escluso» un accertamento «così importante» come quello relativo alla camminata di Stasi sui due gradini della scala della villetta dei Poggi, sulla quale il giovane trovò il corpo senza vita il 13 agosto 2007. I nuovi esami, disposti dalla Corte d’assise d’appello nell’ambito della rinnovazione parziale del dibattimento, hanno invece compreso anche i due gradini e hanno stabilito l’impossibilità che Alberto non si fosse sporcato di sangue le suole delle scarpe. Bisognerà capire come questo elemento, in un quadro di insieme, influenzerà la sentenza del 17 dicembre.
Massimo Bossetti, 43 anni
S
u Massimo Bossetti sarebbero state fatte «inaccettabili pressioni» per spingerlo a confessare «anche da coloro a cui è affidata la sua custodia e perfino dal cappellano del carcere». Lo hanno denunciato ieri gli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti, difensori del muratore arrestato per l’omicidio di Yara Gambirasio spiegando pure le ragioni per le quali l’uomo
si è avvalso della facoltà di non rispondere: «A fronte di un atteggiamento inaccettabile dalla Procura – hanno spiegato i suoi legali al termine dell’interrogatorio col pm Letizia Ruggeri –: al signor Bossetti è stato rifiutato di vedere il suo consulente criminologo Ezio Denti e i permessi per due incontri con la famiglia». «Garantisco la correttezza e l’operato della Procura», ha tagliato corto il procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori. Che ha aggiunto: «Cerchiamo riscontri alle indagini e non sottovalutiamo elementi a favore dell’indagato». In ogni caso, è verosimile che il pm Ruggeri gli abbia sottoposto le novità delle ultime settimane, con il racconto di una donna che dice di averlo riconosciuto come uno dei due uomini che la sera della sparizione della 13enne di Brembate vide nascosti in una siepe vicino al luogo del rapimento.
Il ministro della Difesa Chuck Hagel con il presidente Obama AP
Dissidi sulla lotta all’Isis: va via il capo Pentagono 1La Casa Bianca fa fuori Hagel, ministro della Difesa ed ex eroe del Vietnam. A sostituirlo potrebbe essere una donna
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ull’altare della lotta all’Isis, cade una testa pesante nell’amministrazione Obama: Chuck Hagel, repubblicano, eroe di guerra e per poche settimane ormai capo del Pentagono. Già venerdì il presidente avrebbe chiesto al suo 68enne ministro della Difesa di dimettersi per dissidi con lo staff della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca: pare mancasse accordo soprattutto sulla strategia di contrasto al Califfato islamico. Poi, ieri, le parole chiare di Obama durante una conferenza stampa: «È arrivato il tempo perché Hagel lasci la guida del Pentagono: è stato esemplare. Grazie a lui i nostri soldati sono più forti». Il presidente Usa, che si è assunto la responsabilità della scelta, ha ricordato la sua personale amicizia con l’ex senatore che ha dedicato «la vita alla sicurezza nazionale» e pure il segretario d Stato, John Kerry, si è detto «molto triste». Ma a sentire indiscrezioni del New
York Times, il capo del Pentagono sarebbe stato usato dalla Casa Bianca come capro espiatorio per le recenti crisi che hanno punto Obama, dalla risposta troppa lenta all’epidemia di ebola alla minaccia degli jihadisti dell’Isis. Hagel, reduce della guerra in Vietnam e repubblicano scettico sul conflitto in Iraq, in quasi due anni di incarico ha gestito il parziale ritiro delle truppe dall’Afghanistan e i tagli alla Difesa. Per la sua successione, che sarà annunciata all’inizio del prossimo anno, si fa strada veloce un nome inatteso: Michele Flournoy, 53 anni, ex sottosegretario alla Difesa sotto Robert Gates e Leon Panetta dal 2009 al 2012. Potrebbe essere la prima donna della storia americana numero uno del Pentagono, lei che è già stata la donna più alta in grado nella storia del Dipartimento. E sarebbe una conferma del modo in cui Obama ha scelto di rispondere al k.o. elettorale di mid term: stringersi ancora di più attorno a fidati consiglieri, un «cerchio magico» in cui Hagel non è mai entrato davvero.
DIVERSAMENTE AFFABILE di FIAMMA SATTA
L’INFERMIERA SHOCK DI LUGO: IL LATO PEGGIORE DELL’UMANITÀ
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e avete viste le foto di Daniela Poggiali, l’infermiera dell’ospedale di Lugo (Ra) che si era fatta immortalare da una collega mentre sghignazza schernendo un’anziana degente probabilmente morta? Sono oscene. La Poggiali (in carcere accusata dell’omicidio di un’altra degente e indagata per altre 28 morti sospette) mi ha ricordato la soldatessa americana di Guantanamo fotografata mentre se la rideva portando un prigioniero al guinzaglio. Secondo me Dante le avrebbe messe insieme e vicino a Lucifero nell’ultimo cerchio, il grande lago ghiacciato dove erano i traditori di chi si era fidato di loro. La signora della foto, morta o viva che fosse al momento degli scatti
infernali, non si era forse fidata di chi avrebbe dovuto aver cura di lei, offrirle sostegno affettivo, psicologico e fisico, accompagnarla verso una fine il più possibile serena e dignitosa, rimanendole accanto e facendola sentire persona amata e rispettata? Anche se la Poggiali dovesse essere prosciolta dalle accuse, queste sue foto testimonieranno in eterno che il lato il lato peggiore dell’umanità si manifesta anche accanto a malati o moribondi, dove dovrebbe regnare il calore della vicinanza e della solidarietà.
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MARTEDĂŒ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ecco la favola di Ferro: La verità ? Sono in crisi, ma ripartirò
LE ACCUSE DI UN EX DIPENDENTE DELLA NBC
Ancora guai per Cosby ÂŤPagavo le donne per luiÂť
1Esce oggi il best del cantautore Nel disco c’è tutta la mia storia TZN CON 13 DUETTI
TZN - The Best of Tiziano Ferro è in 4 edizioni. Standard (2 cd), Deluxe (4 cd, con i 13 duetti - Mina, Dean Martin, Pausini, Battiato, John Legend, Kelly Rowland, Antonacci), Special Fan e Lp limited
Erika Riggi MILANO
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n ragazzo d’altri tempi, in camicia bianca e basso profilo. CosÏ si presenta Tiziano Ferro, al lancio di Tzn The Best of Tiziano: la sua prima raccolta, di successi e non solo. Nella versione standard (2cd) e nella deluxe (4cd) ci sono rispettivamente 8 e 16 inediti: brani che aiutano a ripercorrere la storia del cantante di Latina, 35 anni a febbraio. Non è troppo presto: da quando ho iniziato è cambiato tanto nel modo in cui si fa musica, e io, da catalogatore quale sono, devo ordinare, tracciare curve, capire. L’inizio della favola non è nel
2001, con Xdono e il successo, ma nel ’96, ÂŤun’epoca in cui fare dischi era un mestiere faticoso, e i brani non si caricavano su YouTubeÂť. L’inizio è l’esperienza da corista con gli A.T.P.C., gruppo rap di Torino, e i Sottotono. Ăˆ Quando ritornerai, brano portato alle selezioni dell’Accademia di Sanremo e oggi tra gli inediti della raccolta. ÂŤNel cantarla ho rivissuto le insicurezze di allora, sbagliavo negli stessi puntiÂť. Per uno che ÂŤquando qualcosa di me mi urta vuole dire che devo guardarla meglio in facciaÂť, un buon segno. Non solo Rosso relativo e Sere nere, quindi, ÂŤnon solo il meglioÂť, dice Tiziano, in questo The Best of: ma anche raritĂ , come la versione spagnola di (Tanto)3, con Jovanotti, e duetti, con Dean Martin, Battiato e con la protetta di Ferro, Baby K. E poi chicche, come la cover Angelo mio (ÂŤche avevo messo in un demo e cantavo nei club di Latina in cui mi esibivo. PerchĂŠ quello facevoÂť) e Se il mondo si fermasse, ovvero quel che resta di un disco – swing – mai nato. In sintesi, è la scatola della mia memoria, tuttaÂť, dice. ÂŤFuori non c'è quasi nullaÂť.
Tiziano Ferro, 34 anni, di Latina: ha pubblicato il primo disco nel 2001
QUANDO HO INIZIATO FARE DISCHI ERA FATICOSO E I BRANI NON SI CARICAVANO SU YOUTUBE LA RETE Ăˆ COMODA PER I PIGRI: DI FABRI FIBRA IO NON NE HO PIĂ™ SENTITI...
PUNTO E A CAPO La verità è che sono in crisi, ammette Ferro, ma è in momenti come questi che si riparte. Tra i fattori che l'hanno generata, internet e la musica in streaming. La Rete è un territorio di comodo per
CONSIGLI
21/3 - 20/4 ARIETE
21/4 - 20/5 TORO
21/5 - 21/6 GEMELLI
22/6 - 22/7 CANCRO
23/7 - 23/8 LEONE
24/8 - 22/9 VERGINE
6-
8
6-
5,5
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7+
L’intasamento degli impegni rende la giornata faticosina. E forse qualcosa resta indietro. L’amor risarcisce, ma la fornicazione è colonstimolante.
IL MIGLIORE. Nel lavoro, in amore e in fatto di soldi oggi la spunterete su tutto e su tutti. E il suino in voi si mostra aperto a ogni evenienza. Bravi.
Le paranoie non aiutano. E una noia di soldi ingrigisce e fa caracollare gli zebedei. State su. Anche se amor e fornicazion procurano qualche conato.
Il lavoro funzionerebbe, ma la motivazione crolla. E certa gente pesa come una monovolume appesa agli zebedei. C’è pure deserto suino. Ma per poco.
La fiducia latita, il lavoro vi lega mani, piedi e zebedei. Concentratevi, pazientate, curate la forma fisica. CosĂŹ magari fornicate pure: vi ci vuole.
MartedĂŹ di recuperi, grazie alla Luna che spiana la strada a p.r. utili e colloqui fruttuosi e fornicazione creativa. Siete pure meno noiosi. Bene.
23/9 - 22/10 BILANCIA
23/10 - 22/11 SCORPIONE
23/11 - 21/12 SAGITTARIO
22/12 - 20/1 CAPRICORNO
21/1 - 19/2 ACQUARIO
20/2 - 20/3 PESCI
6-
7+
7
7,5
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Non scalpitate, concentratevi sugli impegni, curate i dettagli. E date aria al sudombelico. CosĂŹ (forse) la giornata andrĂ bene. Recuperi finanziari.
Input in linea con le vostre corde animano il lavoro. Che magari arriva o migliora. L’amor rinfranca, la fornicazione è ripetuta e un po’ cerebral.
Il fronte finanziario porta buone nuove. Ma amministratevi comunque con rigore e fate i passi secondo la gamba. Il sudombelico pilucca volentieri.
La Luna è lo sponsor ideale per lavoro, amore e soldi. Il vostro fascino spicca e la camera da letto diventa il luogo piÚ vissuto della casa. Che suini.
Dovrete probabilmente farvi il sedere ottagonale, come un panforte, per la fatica. Ma verrete premiati, a tutto tondo. La fornicazione esige fantasia.
Ottima per realizzare progetti e ottenere credito, in senso lato, la Luna accresce anche il vostro charme. E opulenze sudombelicali saziano. Gnam.
davanti al piÚ grande stupratore seriale degli Stati Uniti che è riuscito a cavarsela per il piÚ lungo periodo di tempo. La reazione degli americani è fortissima e molti degli show di Cosby stanno saltando: dopo i forfait di Oklahoma, Nevada, Illinois, Arizona, South Carolina, ieri il Foxwoods Resort Casino in Connecticut ha deciso di rinviare lo spettacolo, mentre il Capitol Theatre di Yakima, nello Stato di Washington, lo ha annullato. Lui resta in silenzio. Finora ha lasciato trapelare solo una frase: Una persona non deve rispondere alle insinuazioni.
JLO E AZALEA: SEXY SHOW AGLI AMA � Lei non ha portato a casa nemmeno una statuetta, ma di sicuro Jennifer Lopez è stata la star incontrastata degli American Music Awards, domenica sera a Los Angeles. L’esibizione di JLo in coppia con Iggy Azalea (foto LaPresse), sulle note di Booty, l’ultimo successo della cantante originaria del Bronx, ha oscurato le colleghe. Ma i grandi protagonisti degli Oscar della musica americana sono stati gli One Direction: il gruppo inglese ha infatti portato a casa tre trofei.
Š RIPRODUZIONE RISERVATA
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
Bill Cosby, 77 anni, è stato accusato di molestie sessuali da otto donne, tra cui l’ex top model Janice Dickinson AP
chi è pigro, dice, con riferimento a quanti, come lui agli inizi, fanno rap. C’è una selezione naturale, è vero. Ma‌ io di Fabri Fibra non ne ho piÚ sentiti. Anche nei gusti musicali il ragazzo si professa vintage: I miei idoli tendono a essere tutti morti, scherza: Whitney Houston, Amy Winehouse (di cui ero fan in modo adolescenziale), e poi Battisti, Gabriella Ferri, Califano. Tra i‌vivi, Kayne West, Pharrell e Ed Sheeran, il crossover oggi è lui. PRESTAZIONI Tiziano tornerà sul palco a giugno per Lo stadio: grandioso tour in sei tappe, tra cui San Siro e l’Olimpico, anticipato da un singolo omonimo (la traccia numero uno). Nel 2012 "lo stadio" non sapevo farlo, sorride, Ma negli anni ho studiato, e spiato. Su tutti, Ligabue e Jovanotti: Il primo, quasi immobile. Il secondo, mai fermo. Io? Farò a modo mio. Niente panico, sarà il mio concerto.
TIZIANO FERRO CANTAUTORE
� Ancora un’accusa contro Bill Cosby. Dopo quelle di abusi sessuali arrivate da diverse donne, compresa la moglie dell’Incredibile Hulk, Lou Ferrigno, adesso il papà dei Robinson è finito nel mirino di un ex dipendente della Nbc, Frank Scotti. L’uomo sostiene infatti di aver consegnato somme di denaro a nome di Cosby ad almeno otto donne diverse tra il 1989 e il 1990, per un totale di circa duemila dollari al mese. Scotti, intervistato dal Daily News, ha rivelato che la star gli dava borse piene di soldi in biglietti da cento dollari e che aveva un accordo con un’agenzia di modelle di Manhattan che gli portava giovani donne in camerino. Aveva ingannato tutti, nessuno sospettava di lui, commenta. Scotti ha detto di poter provare tutto perchÊ sarebbe ancora in possesso delle ricevute dei versamenti a quattro donne. Il tutto mentre l’ex modella Jewel Allison, che ha accusato Cosby di averla pesantemente molestata verso la fine degli anni Ottanta, rilascia dichiarazioni dure come la seguente: Potremmo essere
LO SPORT IN TV
UNA GIORNATA SPECIALE
DOC E CORTI IN DIFESA DELLE DONNE Tante iniziative in tv per ricordare la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La5 alle 21.10 trasmette ÂŤAmore NeroÂť, corto scritto e diretto da Raoul Bova con Michelle Hunziker che ha ricevuto una targa di riconoscimento dal Capo di Stato. Su Giallo alle 21 ÂŤDeadline: dentro il crimineÂť, reportage della giornalista Tamron Hall. Su Real Time alle 23.05 ÂŤStorie di violenza domesticaÂť, documentario a cura di Davide Scalenghe.
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GAZZA SPECIALI
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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1Otto anni, dal 1962 al 1970, ma intensi: i Beatles restano in assoluto il gruppo
musicale di maggior successo al mondo, hanno segnato un’epoca e venduto un milione tra dischi e musicassette. La collana «The Beatles» ripubblica tutte le loro canzoni
NUMERI
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Sono ventidue le uscite, da oggi sino al 21 aprile: il cofanetto contiene 4 dvd e 21 cd
Ecco chi erano i Beatles
1Da Love Me Do a Let it be: per la prima volta in un’unica collana tutta la discografia e i live dei mitici quattro che hanno rivoluzionato il rock. Con Gazzetta e Corriere
FAUSTO NARDUCCI
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ohn Lennon forse aveva un po’ esagerato quando nel 1966 in un’intervista all’Evening Standard si espresse nella dichiarazione più blasfema della storia del rock: «Ora i Beatles sono più famosi di Gesù». Ma è un dato di fatto che quasi tutte le metodologie con cui viene fatta la musica oggi derivano in qualche modo da una particolare innovazione contenuta in una delle John Lennon, Paul canzoni di quel quartetto McCartney, George che in soli 7-8 anni di regiHarrison, Ringo strazioni discografiche ufficiali (dal ’62 del singolo LoStarr più il quinto ve Me Do al ’69 dell’album George Martin Abbey Road; Let it be nel ’70 fu realizzato dal produttore Phil Spector sovrapponendo la batteria di Ringo Starr In 8 anni di incisioni a incisioni precedenti) ha costruirono un sconvolto la storia del rock. fenomeno Nel ripercorrere questa rivoluzione attraverso il priuniversale: la mo cofanetto che contiene Beatlesmania l’intera produzione dei Beatles, si può capire perché nella moderna struttura commerciale della musica non sarà mai più possibile che un simile fenomeno di urgenza e vitalità compositiva possa ripetersi. John George Harrison, John Lennon, Ringo Starr e Paul McCartney nel 1964 Lennon e Paul McCartney restano la migliore negli Usa. Accanto McCartney e Lennon a Roma un anno dopo AP ANSA coppia di autori della storia del rock, sostenuti in modo crescente da George Harrison dopo Revolver (1966) e — più che dal batte- ni-sciarada di Lennon-McCartney c’era anche no di più per conquistare l’America: quando il 7 rista-bohemian Ringo Starr — dal cosiddetto qualcos’altro ma il popolo dei fan (e non solo) febbraio 1964 scesero dalla scaletta dell’aeroquinto Beatles George Martin che con i suoi colse soprattutto il potere unificante delle armo- porto Kennedy 10.000 fans in delirio decretaroarrangiamenti innovativi spalancò possibili- nie vocali e quel dialogo verbale che i Beatles, no anche lì l’inizio della Beatlesmania. Inutile dità praticamente illimitate per la musica. soprattutto agli inizi, instaurarono col pubblico. re che non si trattò solo di musica: dalle celebri Partiti dal ’57 col primo incontro fra Lennon e acconciature con frangia alle strette giacca a coDi fatto gli anni Sessanta furono il decennio McCartney, i Beatles — dopo il primo concerto da al modo di gestire e di pensare, il mondo dei dei Beatles, aperto e chiuso dal senso di otti- del ’61 e l’ingresso di Ringo Starr nel ’62 — giovani si uniformò a quella moda dominante. E mismo, dall’esuberanza e dall’energia di esplosero nel 1963 già al secondo singolo (Plea- se pensiamo che lo scioglimento ufficiale arrivò quattro ragazzi di Liverpool che offrivano se Please Me) in Inghilterra dove sostituirono già nell’aprile ’70 in coincidenza con l’ultimo aluna personalissima soluzione ai problemi del Dio e Sua Maestà nella Scala dei valori esisten- bum Let It Be si può ritenere che si trattò della mondo: non prendere niente seriamente, ziali (quest’ultima anche negli ascolti televisi- rivoluzione culturale più veloce della storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA giocare e divertirsi. Poi in realtà nelle canzo- vi). I quattro baronetti impiegarono solo un an-
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LA GUIDA Oggi in edicola «Abbey Road» a soli 9,90 euro Si intitola «The Beatles» e raccoglie la discografia completa della famosa band inglese, in 22 numeri: 13 cd, 4 doppi cd e 5 dvd. La collezione in vendita con Gazzetta e Corriere parte oggi: in edicola la prima uscita «Abbey Road» al prezzo di 9,90€. I doppi cd e i dvd saranno acquistabili a 12,90€. DUE LIVE, LOVE E ANTHOLOGY LA RACCOLTA PIÙ COMPLETA Per la prima volta nello stesso cofanetto tutti i dischi dei Beatles compresi i due Live at the BBC, il disco «Love» e i dvd «Anthology» (pubblicati in edizione digipack). LE USCITE LA PROSSIMA IL 2 DICEMBRE Il cd «Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band» sarà in edicola a 9,90€ il 2 dicembre. Il 9 tocca a «Let it Be», poi il 16 il doppio cd «The Beatles (The White Album)» a 12,90€. Le ultime di dicembre, il 23 e il 30, «Help» e «Yellow Submarine». A gennaio: il 6 «Rubber Soul» , il 13 «Revolver», il 20 «Please please Me» , il 27 «A Hard Day’s Night». A febbraio un altro doppio «Past Masters» a 12,90€, poi il 10 «Magical Mistery Tour», il 17 «Beatles for Sale» e il 24 «With The Beatles» . Il 3 marzo «Live at the BBC» vol. 1 (doppio), il 10 «On Air Live at the BBC» vol.2 (doppio), infine il 17 «Love». Poi dal 24 marzo sino al 21 aprile, ogni martedì, i 5 dvd «Anthology».
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MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 2014 LA GAZZETTA DELLO SPORT
200 VOLTE TOTÒ
ANTONIO DI NATALE 200 GOAL IN SERIE A
ASICS DA SEMPRE AI PIEDI DI TOTÒ CON LA LETHAL TIGREOR 7
SOMMARIO
E X T R A T I M E @ GA ZZE TTA . IT - @ E TG A Z ZET T A S E T T I M A N A LE D I C A LC IO INTE RNA ZI ON AL E M A R T E D Ì 2 5 NO VE MBRE 2 0 1 4 - N. 1 5 6
PRIMO PIANO
EUROPA
MONDO
INGHILTERRA
INGHILTERRA
BRASILE
SOL CAMPBELL: «LA MIA LOTTA CONTRO IL RAZZISMO»
IL SOUTHAMPTON SI SALVA CON CLYNE CHELSEA IN FUGA
CRUZEIRO FA FESTA IL CIELO È SEMPRE E ANCORA PIÙ BLU
STEFANO BOLDRINI a pag. 4
STEFANO BOLDRINI a pag. 5
MAURICIO CANNONE a pag. 7
FRANCIA
ISRAELE
ARGENTINA
AL WALID, UN EMIRO SAUDITA PER IL MARSIGLIA
BNEI-BEITAR: QUALCOSA DI NUOVO SUL FRONTE ORIENTALE
IL RACING DI MILITO FA FUORI IL RIVER E BALZA IN TESTA
ALESSANDRO GRANDESSO a pag. 4
ANDREA LUCHETTA a pag. 6
MARTIN MAZUR a pag. 7
RIBERY
«IO E GUARDIOLA LIBERI DI CREARE» INTERVISTA ESCLUSIVA AL FRANCESE DEL BAYERN: «MI VOLEVA AL BARÇA CON LUI NON C’È UN SISTEMA FISSO, MA TANTA FANTASIA NELLE REGOLE» di PIERFRANCESCO ARCHETTI alle pagine 2-3
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PRIMO PIANO
EXTRATIME - 25 NOVEMBRE 2014
«IO E PEP R A MONACO» d
DAL NOSTRO INVIATO A MONACO
PIERFRANCESCO ARCHETTI
I Senatori
«CHE LIBERTÀ NELLE REGOLE» Intervista esclusiva al francese del Bayern: «Guardiola ci dà responsabilità. Ma ci lascia liberi. E che bravo a comprendere ogni situazione subito e a cambiare sistema». Sul match di oggi con il City: «Roma non aver paura: saremo il solito team»
Philipp Lahm CAPITANO, 31 ANNI, AL BAYERN DAL VIVAIO, MA IN PRIMA SQUADRA DAL 2005 (2 GARE NEL 2002).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
icordare sempre le proprie origini porta a un’equilibrata convivenza con il successo. Quando Franck Ribery, 31 anni e 15 titoli in carriera, si imbatte negli operai che lavorano le strade, pensa sempre a quando quel compito era affidato a lui, un ragazzo che voleva aiutare la sua famiglia: «Li guardo, sì, penso quanto sia duro quel lavoro, quanto coraggio hanno a stare così tanto tempo sulla strada. Io non avrei resistito tutta la vita, per fortuna ho sfondato nel calcio». È arrivato talmente in alto che un anno fa lei era il favorito per il Pallone d’oro, andato poi a Ronaldo. Adesso non è nemmeno nei 23 dove ci sono sei del Bayern. Le sembra giusto? «Questa scelta è giusta, quella dell’edizione scorsa invece è stata una grande delusione. Poi nel 2014 ho giocato poco, ho avuto un infortunio che mi ha tenuto a lungo fuori, è stato un anno bizzarro». Può darsi che la delusione per la mancata vittoria a gennaio abbia avuto riflessi a livello fisico e mentale, su di lei? «Può essere, ci sono rimasto veramente male, avevo fatto una grandissima annata, a differenza dei mesi successivi».
Il Bayern comunque viaggia sempre spedito. Ma perché dovrebbe impegnarsi a fondo stasera a Manchester, visto che è già qualificato e primo? «Qualificarsi in anticipo è stata una bella impresa, perché questo è un gruppo per niente facile, con rivali forti. Ma la Roma non deve avere timori: giocheremo al cento per cento perché facciamo sempre così, abbiamo un’immagine, un nome, un prestigio da rappresentare, per il club e per noi. Faremo la nostra partita fino in fondo».
Bastian Schweinsteiger ANCHE LUI, 30 ANNI, IN PRIMA SQUADRA DA FINE 2002. PIÙ DI 470 GARE A MONACO
Il livello della Serie A è così basso come i sette gol rifilati alla Roma hanno mostrato? «Una volta la vostra lega era più attraente, tutti la guardavano. Adesso ci sono club storici come Franck Ribery AL BAYERN DAL 2007 PER 25 MILIONI DI EURO, ORMAI È IL NUMERO 3 PER ANZIANITÀ
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Thomas Müller HA SOLTANTO 25 ANNI, MA È QUI DA SEMPRE: DAL 15 AGOSTO 2008 CON I GRANDI
Arjen Robben L’OLANDESE, 30 ANNI, È ARRIVATO DAL REAL NEL 2009. COME LUI HOLGER BADSTUBER.
identikit A MONACO 14 TITOLI FINALE MONDIALE CON LA FRANCIA
DALLA GAVETTA ALLA TURCHIA Franck Ribéry è nato a Boulogne-sur-Mer il 7-41983. A 2 anni in un incidente d’auto resta ferito al volto. A 6 è nel Conti Boulogne, a 13 a Lilla; è cacciato per «negligenza». Torna all’US Boulogne (4ª serie), nel 2002 va all’Alès (serie C) e poi al Brest (promosso in Ligue 2). Nel 2004 è al Metz; gennaio 2005, in prestito al Galatasaray dove vince la coppa di Turchia (con gol in finale).
A MARSIGLIA, 2 FINALI PERSE Nell’estate 2005 Ribery torna in Francia al Marsiglia, dove ottiene un quinto e un secondo posto, disputa 2 finali di coppa nazionale (perse con Psg e Sochaux), è in squadra con Cana, Nasri e Djibril Cissé. In Ligue 1 in 60 match segna 11 gol, 1 rete in coppa Uefa (su 11 gare) e 2 (in 5 match) di Intertoto, di cui una alla Lazio. In coppa di Francia 11 e 4, in quella di Lega 2 presenze.
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Quando è arrivato Guardiola lei era tra gli scettici o tra gli ottimisti? «Ero contento, perché sapevo che tipo di allenatore si presentava. Mi stimava, mi voleva portare già a Barcellona, dopo avevo parlato anche con Abidal ed ero sicuro che arrivasse un grande tecnico che capiva il calcio, che poteva migliorare ciascun giocatore e il Bayern. Non mi sono sbagliato». Ma lei, dal campo, riesce a capire sempre quale sistema usa l’allenatore? «Guardiola ha una facilità estrema di comprendere immediatamente qualsiasi situazione di gioco, offensiva e difensiva. Riesce a cambiare totalmente l’impostazione della squadra dopo 45 minuti, ma spesso anche in tempi più brevi. Ha l’intelligenza di vedere alcune situazioni che non tutti percepiscono».
Sulla Serie A «Che tristezza vedere Inter e Milan così in basso. Adesso il torneo si identifica in Juve e Roma» Su Guardiola «Con lui non c’è sistema fisso, ma tante persone in movimento che si modellano sull’avversario» Sul fisioterapista «Prima e dopo ogni allenamento Gianni mi tasta, un check up quotidiano, per capire il mio corpo: funziona»
Leggere le partite, si dice in italiano «Sì, ma non soltanto leggere, bensì agire o reagire rapidamente in qualsiasi momento. Capisce come mettere in difficoltà l’avversario, e ci sposta, ci cambia, ci modifica. Non c’è un sistema fisso, a due, a tre, a quattro, a sei. Ma tante persone in movimento che si modellano sull’avversario». Per voi è dura seguirlo? «È importante per noi capire subito ciò che vuole. E ci riusciamo, formando una certa complicità con l’allenatore. Non sono cose difficile da capire, sono semplici ma vanno provate e riprovate in allenamento.
Lui ci parla molto, spiega il minimo dettaglio, devi comprendere quello che vuole e che ciascuno ha la sua funzione. Se intendi questo, il resto va da solo». Ci sono più regole o libertà? «Ci sono delle responsabilità, affinché tutto funzioni, ma ti lascia libero di seguire te stesso. Capirci è semplice: libertà dentro le regole. Per me è fondamentale». Quale è il suo rapporto con il pallone? «Ne ho sempre uno a casa, e ne ho sempre avuti. Ci gioco con mio figlio, non lo considero una parte del lavoro, ma una parte della mia vita. Un rapporto che dura da sempre». E quello con il suo corpo? È vero che prima e dopo ogni allenamento si fa controllare ogni muscolo? «Sì, sempre. Finora non ho avuto infortuni muscolari; Gianni Bianchi, il nostro fisioterapista (qui dai tempi di Luca Toni, ndr), mi tasta, mi conosce bene; so di cosa ho bisogno o meno, un check-up quotidiano per capire il mio corpo. Funziona». Si sente anziano? «Non ancora, però è vero che vado per i 32 anni e che tutto serve sempre di più». Sente di avere qualcosa di tedesco? (Suo cugino, che assiste all’intervista, muove la testa in segno affermativo). «Mah, sono francese e non tedesco, ma questa loro maniera di vivere, qui a Monaco, il rispetto, la mentalità, mi ha un po’ preso. Ci sono cose che ho cambiato, viene automatico, soprattutto se la gente mostra di volerti bene». E che può dare da francese? «Il sorriso e la mia gioia di vivere». Ha anche qualcosa d’italiano? (Il cugino fa di nuovo segno di sì) «Mi piace la lingua, provo a parlarla. Prima c’era Luca Toni, con me ora c’è spesso Gianni, so qualcosa d’italiano, mi attira». Tra lei e Lahm, chi tornerà prima in nazionale? «Lahm non so, ora è anche infortunato. Ma io non torno».
FRANCK RIBERY
l’Inter e il Milan che hanno delle difficoltà, il campionato si identifica di più con Juve e Roma, squadre molto forti. È triste vedere le milanesi così in basso, fuori dall’Europa, in una situazione del genere. È triste per la gente, per il campionato, per lo storia stessa dei club. Sul nostro confronto con la Roma, posso dire che loro hanno una bella squadra ma noi siamo più forti con giocatori con esperienza internazionale di Champions. E poi bisogna riconoscere che tutte le occasioni che abbiamo avuto siamo riusciti a segnare, non capita sempre».
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Da sinistra in basso IL GOL ALLA ROMA IL 5 NOVEMBRE NEL MATCH DI RITORNO. CON SHAQIRI IN UNA PAUSA DELLE FOTO UFFICIALI. CON ALABA FESTEGGIA L’ULTIMO TROFEO: LA COPPA DI GERMANIA 2013-14. ABBRACCIO COL SUO SOCIO ROBBEN. LA STATUA CHE NEL ’10 GLI AVEVA FATTO ERIGERE LA NIKE A MONACO IN MARIENPLA TZ
GERMANIA: A UN GOL DAI CENTO Al Bayern dal 2007. Ha vinto 4 campionati, 4 coppe di Germania e 1 di Lega, 2 supercoppe. La Champions, la Supercoppa Uefa (1 gol) e il Mondiale per club 2013 (1 rete). Vicecampione europeo nel 2010 (ma con l’Inter in finale non c’era) e nel 2012. In Bundes: 184 match, con 64 gol. In Champions 57 partite e 16 reti. In Uefa 11 gare e 3 centri. In totale 285 partite e 99 gol.
FRANCIA E FAMIGLIA In nazionale debutta il 27-5-2006 con il Messico (1-0), la sua prima rete in Bleu arriva il 27-6-06 con la Spagna al Mondiale: finora 81 presenze e 16 gol. È stato finalista al Mondiale 2006; era alla coppa del Mondo del 2010, non a quella del 2014 per infortunio. Ha preso parte agli Europei 2008 e 2012. È sposato e padre di 3 figli. Il fratello Steven, 19 anni, gioca nel Bayern 2 (quarta serie).
CON LA MOGLIE WAHIBA E LE LORO 2 FIGLIE: HIZIYA (8 ANNI), SHAHINEZ (6). HANNO PURE UN MASCHIO DI 2 ANNI, SEÏF EL ISLAM (IPP, AFP, REUTERS)
ULI SI RENDE (SOCIALMENTE) UTILE
A GENNAIO IL CLUB «LIBERA» HOENESS L’ex presidente nel 2015 potrebbe uscire di galera in semilibertà per lavorare con le giovanili del Monaco
RIBERY CON ULI HOENESS, 62 ANNI, EX PRESIDENTE (AFP)
li Hoeness ha perso venti chili in carcere, U quindi alla terza uscita per mezza giornata è passato dal miglior ristorante di Monaco, il primo sabato di novembre, e ha iniziato il recupero. L’ex presidente del Bayern, in prigione dal due giugno per frode fiscale, sta tornando, almeno di giorno. A inizio dell’anno dovrebbe godere della semilibertà se abbinata a un lavoro socialmente utile. E chi fornirà questa assunzione al dirigente più potente di Germania? Il Bayern. Come già fece con Breno, condannato per l’incendio volontario della sua villa, il club offrirà un impiego nelle giovanili: «È già programmato che rientrerà in società. A lungo termine con una carica del suo rango, ma a breve con un lavoro con i ragazzi», ha confermato Karl Hopfner, il suo successore alla presidenza. Secondo la legge regionale bavarese, Hoeness, condannato a tre anni e sei mesi di carcere, può ottenere a gennaio la semilibertà per buona condotta e con un contratto di lavoro. La giornata a piede libero inizia alle 6 e termina alle 18. Già a Natale il presidente condannato potrebbe ottenere un permesso speciale anche per passare una notte a casa. Il club famiglia Venerdì si terrà l’assemblea dei soci del club, la prima dopo 35 anni senza Hoeness. Karl-Heinz Rummenigge non si limiterà ad ufficializzare il fatturato monstre di 528 milioni ma darà buone notizie pure sull’amico Uli. La società ha anche spedito una lettera a tutti i soci - quasi 300 mila e il numero è in continua evoluzione - per chiedere l’approvazione su una modifica di un paragrafo. Quello che dice che gli associati devono essere incensurati per venire accettati. Da ora in poi basterà essere una persona che «sostenga gli obbiettivi del club». Hopfner ha smentito a Sport Bild che sia un cambio dovuto alla situazione di Hoeness, che è già socio, però potrebbe essere una salvaguardia verso alcune ipotetiche contestazioni.
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Prima i soci dovevano essere incensurati, ora si cambia lo statuto La visita Anche Ribery, come Pep Guardiola e Franz Beckenbauer, è andato in estate nel penitenziario di Landsberg a trovare una persona che lo aveva aiutato molto: «Era il minimo», ha detto il francese al Kicker. «Ha fatto tantissimo per me, non lo dimenticherò mai, è un uomo che ha il mio rispetto. Era importante per me vederlo di persona, ma mi ha fatto una buona impressione. Sono triste per lui ma spero che torni presto tra di noi». Anche l’ex presidente è stato cordiale con Franck: «Ricordati che sei un giocatore importante, uno che ha forgiato questa squadra», gli ha detto. Hoeness compirà 63 anni il cinque gennaio, la speranza del Bayern è di festeggiare insieme a lui il compleanno. Nella sede di Saebenerstrasse e non nel carcere di Landsberg, dove passò anche Adolf Hitler. P.F.A.
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PRIMO PIANO
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Primo amore Campbell in maglia Tottenham dove è cresciuto: ha debuttato il 512-92 contro il Chelsea (1-2), segnando. Qui contro Di Matteo nel 2000: 1-0 gol di Weah. (REUTERS)
Le reti internazionali di Campbell: a parte quella con la nazionale (sotto), 2 con l’Arsenal in Champions.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A LONDRA
STEFANO BOLDRINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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uoi incontrarlo di buon mattino al Battersea Park nella sua mezz’ora di jogging, o in un poligono per coltivare la passione per il tiro, in un salotto tv a commentare il calcio, nella sua fondazione a Wimbledon o al ristorante di Michele Damiano, italiano trapiantato a Londra da 3 decenni. Sol Campbell conduce molte vite dopo quella di giocatore, ma sta ancora cercando quella del futuro. Ex difensore, 73 volte nazionale. Ha segnato il gol dell’Arsenal in finale Champions col Barcellona nel 2006. Si è ritirato nel 2012. Negli ultimi mesi si è occupato di razzismo e politica. «Se fossi stato bianco, sarei stato capitano della nazionale per 10 anni», ha detto a marzo. A ottobre ha invece attaccato il partito laburista per la proposta elettorale di tassare in modo pesante le case con valore superiore ai 2 milioni di sterline. Per protesta, ha messo la sua villa di Chelsea in vendita a 25 milioni, annunciando di sostenere il partito conservatore «dove potrei svolgere un ruolo importante per attrarre il voto nero». Questione razzismo: la situazione in Inghilterra? «Negli ultimi trent’anni ci sono stati enormi progressi. La Gran Bretagna si sta impegnando molto, ma il problema rimane. Ad esempio, per un nero allenare è molto difficile: quanti ne vede in circolazione? Il razzismo è una piaga mondiale. Mi piace pensare che un giorno sarà sconfitto, ma questo giorno ora mi sembra lontano». Ribadisce il concetto che se fosse stato bianco sarebbe stato il capitano della nazionale per 10 anni? «Ho indossato quella maglia 73 volte. Ho partecipato a Mondiali ed Europei. Ho visto passare davanti gente che aveva meno titoli di me».
In Champions Uno dei due gol di Sol in Europa con l’Arsenal: questo al Barcellona nella finale di Champions 2006, vinta dai catalani 2-1. L’altra rete di Campbell il 17-22010 al Porto. (AFP)
SOL CAMPBELL «QUANTI NERI OGGI VEDI ALLENARE?» L’ex difensore di Tottenham e Arsenal: «Il razzismo è ancora un problema serio». Su Balotelli: «L’Italia ha bisogno di lui». Su Ancelotti: «È il miglior tecnico, non perde mai la testa»
Quarta coppa Da capitano del Portsmouth vince la coppa d’Inghilterra 2008 (la sua quarta): 1- 0 al Cardiff. Qui, nella foto, col portiere David James. (REUTERS)
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identikit NASCE CON IL TOTTEMNHAM VINCE CON L’ARSENAL, TRE EUROPEI E TRE MONDIALI Sulzeer Jeremiah Campbell detto Sol è nato a Plaistow (Londra) il 18-9-74 da famiglia giamaicana. Dopo una stagione da punta a 14 anni nel West Ham, entra nel Tottenham. Vi debutta il 5-12-92 col Chelsea, segnando. Lì fino al 2001: 255 gare di Premier e 11 reti (6 nel ’98-99). Vince la coppa di Lega nel ’98-99. CLUB E TRE LEONI Passa all’Arsenal nel 2001: in Premier 135 gare (e 8 reti), in Champions 39 match e 1 gol (nella finale persa col Barcelona nel 2006). Vince 2 campionati, 3 FA Cup e 2 supercoppe. Nel 2006 passa al Portsmouth: in 3 stagioni 95 match e 2 gol in Premier: vince da capitano la coppa d’Inghilterra 2008. Poi 2 mesi al Notts County, torna all’Arsenal (11 match+2 Champions e 1 gol) e chiude al Newcastle (7 gare) nel 2011. In Nazionale 73 gare e 1 rete, dal 18-5-1996 al 21-11-2007. Ha preso parte a 3 Europei e a 3 Mondiali.
IL GOL DI SOL CAMPBELL ALLA SVEZIA (1-1) AL MONDIALE IN GIAPPONE A SAITAMA IL 2 GIUGNO 2002, A 27 ANNI (REUTERS)
Però lei ama il suo Paese. «Non potrei vivere in un altro posto diverso da Londra. Questa città è straordinaria: multietnica, ha mentalità aperta, offre opportunità a tutti».
i conservatori che vogliono porre limiti all’ingresso degli stranieri e hanno un’anima antieuropeista. «Il Regno Unito vuole recuperare alcuni poteri e penso che non sia una richiesta priva di ragioni. In Europa comanda la Germania. È la Merkel che impone le direttive. Io penso che si debba trovare un compromesso, altrimenti l’Unione rischierà di saltare. L’economia nel Regno Unito viaggia a ritmi più elevati rispetto anche alla Germania, ma ci chiedono ulteriori sacrifici. I burocrati europei lo capiscono che questi discorsi sono incomprensibili per un cittadino britannico?». Se potesse parlare con Balotelli che cosa gli direbbe? «Gli farei notare che nel calcio il successo è un fenomeno diffi-
Ma lei è pronto a sostenere
cile da gestire e bisogna usare la testa. Ha talento, ma questo non basta. E aggiungerei: l’Italia ha bisogno di te». Il suo calcio preferito? «Quello spagnolo. Cerca sempre la strada del bel gioco». Quello inglese? «Negli ultimi anni la Premier è cambiata. C’è stata un’evoluzione positiva. Quello italiano invece è conservatore e tattico, con 2 eccezioni: Juve e Roma». Il miglior giocatore oggi? «Ronaldo. Due anni fa era Messi. Il più importante della Premier è Fabregas. Se parliamo degli inglesi, Gary Cahill». Il miglior allenatore? «Carlo Ancelotti. Ha tante doti, una su tutte: l’equilibrio. Non
perde mai la testa». Mourinho? «Un enigma. Il suo calcio non ruba mai l’occhio, ma vince sempre e dappertutto. Trionferà anche quest’anno. Ha una personalità unica». Wenger è in crisi. «La capacità di Wenger di individuare i nuovi talenti resta straordinaria: ha avviato il cambiamento nel calcio qui». Il suo futuro? «Mi piace la moda, ma vorrei avere una possibilità di allenare una squadra. In Olanda o Belgio, dove sono più aperti di mentalità, questa possibilità mi sarebbe offerta». Sempre il razzismo. «Che cosa le dicevo?».
FRANCIA SULL’OM L’INTERESSE DEL 35° UOMO PIÙ RICCO AL MONDO
AL WALID, UN EMIRO SAUDITA PER IL MARSIGLIA sarebbe una nuova svolta per il calcio francese alle prese con lo smantellamento del Monaco del magnate russo Rybolovlev che dopo aver ceduto Rodriguez e Falcao preparerebbe la vendita di Moutinho.
DA PARIGI
ALESSANDRO GRANDESSO © RIPRODUZIONE RISERVATA
effetto Bielsa non è solo contabile ed estetico, con una squadra di nuovo leader in clasL’ sifica, a +1 sul Psg, seducente con un bomber ritrovato come Gignac, corteggiato da squadre straniere, tra cui l’Inter. La filosofia di gioco del tecnico argentino ha fatto salire le quotazioni dell’intero club, nonostante l’ennesimo scandalo con sospetti di infiltrazioni mafiose nella gestione del mercato. A interessarsi ai primi della classe di Ligue 1 sarebbe un miliardario che non arriva dal Qatar, ma dall’Arabia Saudita e che potrebbe rilevare la proprietà alla miliardaria, ma sparagnina, Margarita Louis-Dreyfus. Lo anticipa l’Equipe e
L’EMIRO AL WALID BIN TALAL, 59 ANNI, CON SARKOZY (AFP)
Ben 18 miliardi di euro di patrimonio A Marsiglia invece potrebbe sbarcare Al Walid bin Talal bin Abdelaziz Al Saud, principe saudita, habitué della Costa Azzurra che frequenta col suo yacht da 86 metri, status symbol di un patrimonio valutato a quasi 18 miliardi di euro e al 35° posto mondiale da Forbes. Che però è stata querelata per averne sottovalutato gli averi a soli 13 miliardi nel 2013. Al Saud, 59 anni, è poi affezionato a Marsiglia dove nel 1993 fu ricoverato il figlio dopo un incidente in jet-ski che evitò così la paralisi. L’acquisto del club, stimato 150 milioni,
garantirebbe alla squadra del Loco un futuro roseo, da sfidante del Psg dell’emiro di Doha. Al Saud non si accontenterebbe di amministrare al ribasso, come fa la Louis-Dreyfus. Il principe è uomo d’affari ambizioso. Suo il progetto della Kingdom Tower da 1001 metri, in riva al Mar Rosso, che diventerà il grattacielo più alto al mondo, per un investimento da 970 milioni di euro. Simbolo delle ambizioni di un personaggio che Forbes considera «uno dei più importanti investitori al mondo». Le sue partecipazioni vanno da Eurodisney a Apple, dal gruppo mediatico Newscorp alla Citigroup, passando per società di gestione e la proprietà di hotel di lusso, come il George V di Parigi. Senza dimenticare il miliardo di dollari stimato in azioni di Twitter. Dove Al Saud è seguito da 2,5 milioni di follower. Cui potrebbero presto accodarsi i marsigliesi, sognando stelle alla Ibra.
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EUROPA
EXTRATIME - 25 NOVEMBRE 2014
ASTON VILLA
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SOUTHAMPTON
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Contropotere DI FABIO LICARI © RIPRODUZIONE RISERVATA
Marcatori Agbonlahor (AV) al 29’ p.t.; Clyne (S) al 36’ s.t. Aston Villa (4-3-2-1) Guzan 7; Hutton 6, Okore 6,5, Clark 7, Cissokho 6; Sanchez 6 (dal 29’ s.t. Bent 5,5), Westwood 6, Cleverley 6; Weimann 5,5, N’Zogbia 5,5 (dal 19’ s.t. Richardson 6); Agbonlahor 7 Allenatore Lambert 6 Panchina Given, Lowton, Bacuna, Grealish, Cole Southampton (4-2-3-1) Forster 5; Clyne 7, Fonte 6,5, Alderweireld 5,5, Bertrand 6; Schneiderlin 6, Wanyama 6,5; Tadic 6, Long 6,5 (dal 44’ s.t. Cork s.v.), Mané 5,5 (dal 24’ s.t. Mayuka s.v.); Pellé 5,5. Allenatore Koeman 6 Panchina K. Davis, Gardos, Targett, Reed, Yoshida
SE IL CALCIO DEV’ESSERE SALVATO DAGLI SPONSOR... I grandi contribuenti Fifa sono furiosi per il rapporto Garcia e minacciano reazioni
Arbitro Dowd 6 Ammoniti Clyne, Wanyama (S), Okore; spettatori: 25.311
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A LONDRA
●● Ma tu pensa: saranno
STEFANO BOLDRINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ei o sette punti di distacco sul Chelsea non fanno una grande differenza, ma il pareggio conquistato all’81’ dal Southampton con il gol di Clyne, dopo un lungo inseguimento, ha un valore importante dal punto di vista psicologico per la squadra di Koeman e tiene in vita la Premier. Domenica prossima la sfida dei Saints in casa con il Manchester City reggerà ancora il cartellone, sebbene un colpaccio a Birmingham sul campo dell’Aston Villa avrebbe dato al duello tra la seconda e la terza un peso decisamente diverso. Dalla Germania, dove stasera il suo Chelsea affronterà lo Schalke 04, José Mourinho ringrazia. Non è da tutti vincere da lontano, persino da un altro Paese: il portoghese è speciale anche in questo. Tanti rimpianti Alla fine nel Southampton prevalgono i rimpianti, perché l’1-0 di Agbonlahor è un regalo del portiere Forster, bravissimo in nazionale contro la Scozia e disastroso con il Villa. Il fattaccio si consuma al 29’, con l’Aston Villa messo alle corde dal primo secondo dai Saints. Un rilancio di Clark fa scattare l’attaccante inglese, inseguito da Alderweireld. Foster abbozza l’uscita. Ci ripensa, poi finalmente parte. Ma l’esitazione ha fatto perdere secondi preziosi e Agbonlahor, velocissimo, firma l’1-0, interrompendo l’imbattibilità in Premier dei Saints: 439 minuti.
NATHANIEL CLYNE, 23 ANNI, CON UN GRAN TIRO DI DESTRO FIRMA IL PAREGGIO DEL SOUTHAMPTON SUL CAMPO DELL’ASTON VILLA (ACTION IMAGES)
INGHILTERRA
CLYNE, IL GOL TIENE IN VITA I SAINTS E IL CAMPIONATO Pari a Birmingham con l’Aston Villa grazie al gol del terzino destro Southampton a -6 dal Chelsea e ora la sfida al City vale il secondo posto L’Aston Villa, che non vince dal 13 settembre (1-0 a Liverpool, sempre con Agbonlahor in rete) gioca con orgoglio. È un giorno speciale per il club di Birmingham. Si celebrano i 140 anni. Si ricordano, con un lungo applauso al 21’, le ventuno vittime degli attentati del 21 novembre 1974, quando il governo centrale era in guerra contro l’Ira. Non solo: i giocatori indossano la fascia nera al braccio per ricordare Sir William Dugdale, il presidente della Coppa dei Campioni vinta nel 1982, scomparso il 13 novembre all’età di 92 anni. Era lo zio dell’attuale premier britannico, il conservatore David Cameron, grande fan del Villa. In quest’at-
mosfera, e col tecnico Paul Lambert che festeggia le 100 gare sulla panchina della squadra di Birmingham, il Southampton fatica a rialzare la testa dopo lo svantaggio. Possesso sterile Il gioco si inceppa. Il senegalese ex Salisburgo Mané non è in serata e Pellé, partito benissimo, si blocca. L’Aston Villa, ormeggiato nei bassifondi della classifica, è tenuto a galla dal portiere Guzan – splendido su Mané -, dalla forza fisica di Clark e dall’orgoglio generale. Il possesso palla è nettamente a favore dei Saints: alla fine sarà 64% a 36%. Ma se non fai gol, è un numero sterile. Serve il guizzo e il
LA CLASSIFICA
VILLA SALE UN POSTO Ecco la classifica della Premier League dopo il posticipo del 12° turno. Chelsea 32, Southampton 26, Manchester City 24, Manchester United e Newcastle 19, West Ham e Swansea 18; Arsenal, Everton e Tottenham 17; Stoke 15; Liverpool 14; Wba e Sunderland 13; Crystal Palace e Aston Villa 12; Hull 11; Leicester e Burnley 10; Qpr 8.
terzino destro Clyne, sorpresa stagionale del calcio inglese, piazza la botta dell’1-1 su cross dell’ex Chelsea Bertrand, qui a Birmingham l’anno scorso. Ronald Koeman rinforza l’attacco con lo zambiano Mayuka (campione d’Africa nel 2013), ma è troppo tardi. Clyne, il migliore dei suoi, ala fine descrive con onestà l’umore, nero, dei Saints: «Siamo tutti molto delusi. Eravamo venuti qui a Birmingham per vincere, ma abbiamo regalato il vantaggio è dopo è stato tutto più difficile». Il Southampton frena dopo quattro successi di fila, cinque compresa la coppa di Lega. Mourinho, in Germania, sorride largo.
SPAGNA
C’ERA UNA VOLTA ZARRA, MESSI DEL ’50 Prima di Leo, il primato di gol (251) in Liga era di un basco dell’Athletic degli Anni 40-50, settimo di 10 figli (di cui quattro calciatori), 6 volte Pichichi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A MADRID
FILIPPO MARIA RICCI © RIPRODUZIONE RISERVATA
L
eo Messi è arrivato al Barcellona all’alba del nuovo secolo, Telmo Zarra (19212006) all’Athletic alla fine della guerra civile, oltre 60 anni prima. I Messi sono 4 fratelli, gli Zarraonandia erano 10, 5 femmine e 5 maschi, di cui 4 calciatori. Dei 253 gol in Liga di Leo 252 sono sicuri per tutti, AS, dopo accuratissimo studio
su non meno di 9 fonti cartacee e visuali, sostiene che per Zarra si viaggia tra 242 reti, sicurissime, e 265, con non meno di 23 gol ballerini. Sempre per As però sono 253, gli stessi di Messi, per la storia sono 251. Ci sono tanti dubbi perché la Liga impose il numero di maglia solo nel 1948, quando Zarra aveva già disputato 8 stagioni con l’Athletic, al tempo non c’era uniformità di giudizio nell’attribuzione di gol e autogol. Leo e Telmo appartengono a epoche diverse, e opposto è lo stile: il basco era un 9, letale in area, forte, rapinoso e potente. Famiglia futbolera Aveva iniziato a giocare nell’Erandio, Grande Bilbao, e il 2 giugno 1940 a San Mames organizzarono un’amichevole tra province, Bizkaya contro Gipuzkoa: i bilbaini s’imposero 9-1, lo sconosciuto Zarraonan-
TELMO ZARRA, 1921-2006, 251 GOL IN PRIMERA DIVISION CON L’ATHLETIC BILBAO
dia fece 7 gol e fu preso dall’Athletic per 4.000 pesetas. Nel 1954 ne rifiutò 1,7 milioni dall’Atletico e disputò la 15ª e ultima stagione a San Mames. Poi scese di categoria con l’Indautxu e il Barakaldo. Era il 7° figlio e nacque nella stazione di Asua (Erandio) dove il padre, ingegnere, lavorava come
capo. Tomas, 9 anni più di Telmo, era il primogenito e giocava in porta. Disputò la Liga per 6 anni e nel ’30-31 con l’Arenas Getxo fu il portiere meno battuto del torneo, cosa che oggi vale il premio Zamora. Telmo è stato 6 volte capocannoniere (record) e nel 1953 ha vinto la prima edizione del Pichichi de-
dicato a un altro grande basco: nessuna famiglia ha in casa i due trofei. Degli altri fratelli anche Cecilio era portiere ma si fermò all’Erandio, Domingo giocò una stagione in Primera con l’Arenas e morì nella guerra civile. Di Zarra si ricordano i gol (20 in 20 gare con la Spagna, 4 al Mondiale 1950; 81, altro record, nella Copa del Generalisimo, oggi Copa del Rey, vinta 5 volte), la Liga vinta nel ’43 e la sportività: fu premiato da Malaga e Deportivo per aver buttato fuori la palla invece di far gol per soccorrere rivali a terra. Deteneva il record di reti nella Liga, strappato a Mundo del Valencia, dal 15-10-1950. 64 anni dopo è stato superato da Messi: «Impossibile fare un paragone tra i due – ha detto sua figlia Carmen – però sono sicura che mio padre sarebbe stato contento che a superarlo fosse Messi, per la sua nobiltà».
gli sponsor a salvare il calcio? O almeno a renderlo più pulito? Comunque sia, quello che succede alla Fifa in queste ore, soprattutto l’ultimo inaccettabile balletto sul rapporto Garcia relativo a Russia 2018 e Qatar 2022, ha fatto storcere il naso ai più importanti contribuenti del Mondiale (e quindi del calcio, e quindi della Fifa, e quindi di Blatter): Coca-Cola, Adidas, McDonalds, più Emirates e Sony. Le bollicine di Atlanta valgono quasi 400 milioni di euro. Ai piani alti, le investigazioni interne sui Mondiali 2018 e 2022 sono state giudicate «deludenti». E un portavoce ha detto al Sunday Times: «Ci preoccupa tutto ciò che allontana dalla missione e dagli ideali della Coppa del Mondo». Anche perché, ideali a parte, i soldi in ballo sono tanti che neanche si possono contare. Gli hamburger più famosi del mondo hanno avvisato la Fifa attraverso una sorta di messaggio cifrato al Daily Mail: «Stiamo monitorando la situazione». I produttori dei palloni mondiali vogliono discutere del rapporto faccia a faccia con la Fifa (cioè Blatter). E ancora: la compagnia aerea di Dubai ha confermato di non voler sponsorizzare più la Fifa, mentre il gigante giapponese dell’elettronica sembra indirizzato verso la stessa scelta. Se a Zurigo, purtroppo ormai è chiaro, la questione morale non esiste — troppo presi dal difendere un bunker nel quale tutto «si tiene», troppo intenti a spartirsi un potere mentre il cielo gli sta crollando attorno —, non è detto che la questione economica susciti altrettanta indifferenza. Sponsor e tv sono i capisaldi del potere Fifa e hanno bisogno l’uno dell’altro. Senza, addio al sistema. Aspettando risposte, noi siamo sempre in attesa della pubblicazione del rapporto Garcia. Davvero era «tutto a posto salvo qualche irregolarità», come affermato dal comitato etico? Uno con il curriculum dello stesso Garcia avrebbe mai fatto appello senza prove in mano? Vorremmo solo capire, solo renderci conto se l’investigatore è un mitomane oppure se il presidente del comitato etico, tale Eckert, è un insabbiatore di professione. La Fifa deve questo atto di trasparenza al mondo. Nel frattempo dobbiamo fare il tifo per gli sponsor. Dio, non avremmo mai creduto di cadere così in basso.
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EUROPA
EXTRATIME - 25 NOVEMBRE 2014
nese, per vendicare la morte di tre ragazzi ebrei.
TIFOSI DEL BNEI SAKHNIN, UNICO CLUB ARABO-ISRAELIANO IN SERIE A, CONTROLLATI DALLA POLIZIA (AFP)
TURCHIA/SPAGNA
FENER FA 1-1, IL GRANADA NON VINCE ●● Nei posticipi di ieri il Fenerbahçe ha fatto 1-1 fuori casa contro il Bursaspor (Sen e Kuyt in rete). Adesso i gialloneri di Istanbul sono in testa col Besiktas a 20 punti, e il Galatasaray di Prandelli è a 19. In Spagna davanti a 16.500 spettatori al Nuevo Los Cármenes, Granada e Almeria chiudono 0-0; espulso Azeez degli ospiti. In classifica Almeria a 10 (penultimo) e Granada a 11.
ISRAELE
RUSSIA
ENTRO UN MESE STIPENDIO A CAPELLO
C’È QUALCOSA DI NUOVO SUL FRONTE ORIENTALE ANDREA LUCHETTA © RIPRODUZIONE RISERVATA
FABIO CAPELLO, 68 ANNI (AFP)
●● L’ispettorato per il lavoro ha intimato all’Unione calcistica russa, dopo un’ispezione, di pagare entro un mese stipendi arretrati per oltre 3,2 milioni di euro ad alcune persone non meglio precisate che però, per Sport Express, sono da identificare nel c.t. della nazionale Fabio Capello, e nel suo braccio destro, Oreste Cinquini. Il capo dell’Unione, Nikolai Tolstikh, rischia di essere sospeso per 3 anni.
SPAGNA
SERGIO RAMOS FINALMENTE SI DIPLOMA ●● (adaglio) I media spagnoli hanno celebrato come un trofeo il fatto che il difensore del Real Madrid e della Roja Sergio Ramos ha finalmente preso, a 28 anni, il diploma della scuola dell’obbligo secondaria. Nel meccanismo scolastico iberico gli rimanevano da superare gli scrutini di biologia ed ecologia. Ramos aveva studiato fino al 2° anno, e poi in questi anni ha dato gli esami mancanti.
GERMANIA
VEH LASCIA LO STOCCARDA «COLPA MIA» ●● (adaglio) Armin Veh, tecnico dello Stoccarda ha dato le dimissioni. «Se siamo ultimi è colpa mia». Lascia dopo sei mesi. Il 53enne, ex Wolfsburg, Amburgo ed Eintracht paga il disastroso inizio di campionato culminato domenica nel k.o. per 1-0 con l’Augsburg che lo relega all’ultimo posto in Bundes, con 9 punti in 12 giornate. La squadra è stata affidata ai due vice, Armin Reutershahn e Reiner Geyer.
L
e risse si accendono quasi solo in campo, e in fin dei conti la vera notizia è questa (e meno male...). Il diagonale mancino di Ismail Raiyan vale l’1-0 per il Bnei Sakhnin, domenica sera, nella partita più simbolica del Medio Oriente: da una parte il Bnei, unica squadra del campionato israeliano a maggioranza palestinese; dall’altra il Beitar Gerusalemme, club che si fa vanto di non aver mai schierato un giocatore di origine araba, entrambi team a metà classifica. Se è vero che il calcio è una guerra senza spari - come disse George Orwell - pochi match riescono a rendere altrettanto labile il confine tra rappresentazione e realtà. A far da cornice all’incontro «la sensazione di caduta libera» (Jerusalem Post) che si respira nel Paese: dopo la guerra estiva a Gaza, è la volta degli attentati a Gerusalemme, che per
alcuni analisti potrebbe segnare l’avvio di una terza Intifada. Viste le premesse, giovedì scorso la polizia aveva deciso di vietare la sfida. Poi la retromarcia: sì all’incontro, ma con 900 poliziotti per 5.000 spettatori, 600 dei quali ospiti. Durante la gara consueto scambio di cori («Morte agli arabi», «Riconquisteremo Al Aqsa») e opposto sventolio di bandiere. Sono anni che Bnei-Beitar è un caso politico. La hit nella curva del Beitar è «Maometto è morto»; i suoi tifosi nel 2013 hanno incendiato gli uffici del club, reo di aver scelto due giocatori musulmani (ceceni). L’anno precedente hanno preso d’assalto un centro commerciale di Gerusalemme, picchiando i lavoratori arabi e sputando addosso alle donne. E il nome della Familia il gruppo ultrà più temuto - è finito per ricorrere anche nell’ultima guerra di Gaza: pochi giorni prima che cominciassero i bombardamenti, alcuni individui vicini alla curva hanno bruciato vivo un ragazzino palesti-
Centinaia di tifosi del Beitar, il club più oltranzista, si sono staccati, fondando una nuova società. Ma quelli arabi del Bnei ora inneggiano a Hezbollah
QUELLI DEL BEITAR GERUSALEMME, TEAM EBREO ULTRAORTODOSSO (REUTERS)
La cattiva Familia Nauseati dal razzismo della Familia e dalla compiacenza del club, in estate decine di supporter hanno dato vita a una nuova squadra, il Beitar Nordia, che milita in ultima divisione. Reuven Rivlin, presidente della Repubblica e tifoso in imbarazzo del Beitar, ha inviato i suoi auguri. «Il club è di proprietà dei soci: oggi siamo 200, alle partite viene una media di 500 spettatori» racconta a ET David Emmanuel Uzan, uno dei fondatori. «In squadra giocano 2 arabiisraeliani e non c’è nessun problema». Il Bnei Sakhnin è finito nella tempesta a ottobre per una cerimonia di ringraziamento ad Azmi Bishara, controverso ex deputato arabo-israeliano. Bishara è scappato in Qatar nel 2007, fuggendo dall’accusa di aver venduto a Hezbollah una lista di obiettivi militari. In Qatar l’ex parlamentare ha esercitato la sua influenza sull’emiro per scongiurare il fallimento del Bnei, ottenendo una donazione milionaria - non a caso il club ha battezzato il suo impianto Doha Stadium. Durante la cerimonia, gli ultrà del Bnei hanno sventolato una gigantografia della moschea di Al Aqsa, il terzo luogo più sacro dell’islam, accompagnata dalla scritta «Gerusalemme è nostra». La coppa del 2004 Ovvi gli strali della destra israeliana, con tanto di richiesta di espulsione dal torneo sostenuta dal ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. In questa radicalizzazione identitaria del Bnei - o perlomeno nel modo in cui viene rappresentata - è possibile misurare il fallimento del processo di pace. Il club nasce nel 1991 – l’anno della Conferenza di pace di Madrid -, nelnord del Paese, con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei cittadini di origine palestinese, il 20%. Nel 2004, da sorpresa, il Bnei conquista la coppa nazionale, venendo celebrato come simbolo di unità destinato a ispirare il Paese. Non tutti sono d’accordo: gli ultrà del Beitar salutano la vittoria dei nemici con un necrologio sui giornali per piangere «la morte del calcio israeliano». Nove anni dopo la pace non è mai sembrata così lontana, mentre i cittadini arabi d’Israele si trovano sospesi nel limbo fra integrazione incompiuta e indipendenza impossibile. La virata identitaria del Bnei è solo una delle mille spie che ne segnalano la rabbia.
BELGIO
TALENTO CONTRO LATINOS: CHI VINCE? L’Anderlecht ha il vivaio migliore del Paese. Il Bruges un quartetto sudamericano-spagnolo molto ben organizzato. Domenica il big match ALEC CORDOLCINI © RIPRODUZIONE RISERVATA
rima che in campo, Anderlecht-Club Bruges è P iniziata in tribunale. La scorsa settimana i bianco-malva sono finiti sulle prime pagine dei quotidiani belgi per aver citato in giudizio il 16enne Jason Eyanga-Lokilo, giovane del vivaio che ha rifiutato di firmare un contratto pro col club di Bruxelles. L’Anderlecht sostiene l’esistenza di un accordo vincolante tra il club e i genitori, siglato 4 anni fa al momen-
to dell’ingresso del ragazzo nelle giovanili: se a 16 anni Jason non avesse sottoscritto il contratto propostogli, avrebbe dovuto pagare una penale di 450 mila euro. Ma il voler trascinare un minorenne davanti al giudice ha scatenato un polverone attorno al club. Valore boom E il Bruges cosa c’entra? Sembra proprio che Eyanga-Lokilo, uno dei giovani più promettenti qui, sia vicino alla firma con i fiamminghi. Uno smacco enorme per l’Anderlecht, che nelle ultime stagioni ha fatto della produzione di talenti il proprio fiore all’occhiello. Per Het Nieuwsblad mai prima d’ora la selezione bianco-malva aveva raggiunto un valore di mercato (73 milioni di euro) tanto elevato; merito di prodotti fatta in casa come Youri Tielemans (il più giovane, 17 anni, ma an-
che il più quotato, 12 milioni), Dennis Praet, Chanchel Mbemba e, ultimo arrivato, Leander Dendoncker, 19 anni. Nessuno nella Jupiler Pro League può vantare una tale qualità, e questa concentrazione di talento permette alla squadra di rimanere ai vertici (2° posto) a dispetto di un gioco non scintillante. Era così con Van den Brom (titolo nel 2012-13) e la musica non è cambiata con Hasi (campione 201314). Scuola Barça Il Bruges di Preud’Homme è l’esatto opposto. Meno qualità ma più coesione per una squadra molto meno dipendente dalle giocate dei singoli, a eccezione dell’ex canterano del Barcellona (3 presenze tra Rijkaard e Guardiola)
NICOLAS CASTILLO, 21 ANNI, CILENO DEL BRUGES: 11 GOL IN STAGIONE, DEI QUALI 8 IN CAMPIONATO (AFP)
Victor Vazquez, un craque assoluto per il torneo belga. Arrivato a Bruges 3 anni fa, una serie infinita di problemi fisici gli ha impedito di spiccare il volo, finora. Vazquez è il simbolo dell’anima latina del Bruges: le sue giocate sono inviti a nozze per il cileno Castillo e il brasiliano Gedoz, spesso aiutati a gara in corso dal colombiano Izquierdo Mena, arrivato in estate per sostituire il neo-genoano Lestienne. Un quartetto che in stagione ha già prodotto 23 reti (11 il solo Castillo) e 16 assist. Detto che il miglior belga di Preud’Homme è il veterano Simons, appare evidente la diversità di filosofia tra Bruges e Anderlecht. Organizzazione e fame i primi, che non vincono un torneo dal 2005; talento e linea verde i secondi, che invece festeggiano titoli anche quando i pronostici li danno per spacciati.
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MONDO
EXTRATIME - 25 NOVEMBRE 2014
BRASILE
BRASILE
CRUZEIRO IL CIELO È SEMPRE BLU Il club di Belo Horizonte rivince il Brasileirão, dopo quello del 2013, con 2 turni d’anticipo e 33 giornate in testa. La firma è quella dei suoi gioielli: Everton Ribeiro e Ricardo Goulart
Willian-Marcelo Moreno. Una formazione tipo 4-2-2-2 e l’attacco più prolifico del campionato con 64 reti in 36 gare.
DA RIO DE JANEIRO
MAURICIO CANNONE © RIPRODUZIONE RISERVATA
«E
siste un grande club nella città», dice il primo verso dell’inno del Cruzeiro, nuovo e vecchio campione brasiliano. Un club fondato a Belo Horizonte, capoluogo del Minas Gerais nel 1921 come Palestra Italia. Club allora di immigrati e discendenti di italiani, di lavoratori dei ceti meno abbienti, nel 1942 costretto a cambiare nome: il Brasile si schierava contro l’Asse nella Seconda Guerra Mondiale, nessun riferimento ai nemici italiani. Cruzeiro vincitore della Taça Brasil 1966, coppa poi riconosciuta come scudetto, spronato dal fuoriclasse Tostão contro il Santos di Pelé. Cruzeiro che ha fatto diventare Ronaldo professionista, vincendo lo Statale di Minas 1994, prima di andarsene al Psv. Cruzeiro campione brasiliano 2003, quando fu adottata la formula classica senza playoff. Cruzeiro campione brasiliano pure nel 2013 con 4 giornate d’anticipo. E infine campione del Brasileirão 2014, a 2 turni dalla fine: quarto titolo. E per il 2015 si pone un’altra sfida: riconquistare la Libertadores nella quale il Cruzeiro, come le altre brasiliane, è stato un disastro nel 2014, fermandosi ai quarti contro gli argentini del San Lorenzo, poi campioni di quella coppa che è stata dell’azzurro di Belo Horizonte nel 1976 e nel 1997. Un anno di delusioni per il calcio brasiliano questo 2014. A cominciare dal Mondiale, con il 7-1 preso contro la Germania proprio al Mineirão, stadio in cui il Cruzeiro gioca davanti ai suoi tifosi. Fabio eterno Lasciamo perdere il passato. Cruzeiro indiscutibile, in testa fin dalla sesta giornata. Alla fine saranno 33 turni di fila al vertice, record nei campionati a 20 squadre. E con la base della squadra 2013. Il portiere e capitano 34enne Fabio, oltre
Moreno, straniero n.1 Bocciato da ragazzino nei provini del San Paolo, perché grassoccio, proprio la squadra che il Cruzeiro ha superato ora nella volata scudetto, Goulart comanda la classifica cannonieri col nazionale Fred (Fluminense) ed Henrique (Palmeiras), mentre il compagno Marcelo Moreno, 27 anni, cresciuto e maturato allo Shakhtar di Lucescu (2008-2011), boliviano da 14 gol, è stato il miglior straniero del torneo. Ha raccontato Goulart: «Da piccolo al Moreira per ogni gol mi premiavano con un panino. Per questo sono ingrassato...». Tra i panchinari del Cruzeiro, l’ex romanista Julio Baptista, opzione per centrocampo e attacco, e la mezzapunta Alisson, 21 anni, candidato a rivelazione del campionato.
TUTTI INTORNO A GOULART, 23 ANNI, IN GOL ANCHE DOMENICA COL GOIAS NEL 2-1 CHE HA DATO IL TITOLO. A DESTRA, FABIO, 34 ANNI (ACTION IM.)
500 gare col club, è già un patrimonio qui: compirà 10 anni di fila nel club mineiro a gennaio. Perché ha avuto poche chance in nazionale (solo panchine)? «Forse dovevo piantare più grane e cambiare più squadre», scherza. A destra il 22enne Mayke, re nei cross. Al centro Dedé, in nazionale fino al 2013, a corrente alternata, fa coppia con Léo. Egidio completa la difesa sulla sinistra. Non è la miglior retroguardia del campionato (è la terza) ma
trasmette sicurezza. Centrocampo più difensivo con Henrique, bravo a marcare, e Lucas Silva, promettente 21enne. Reparto fantasia del settore: Everton Ribeiro, 25 anni, fuoriclasse del torneo 2013, cervello della squadra che concorre ora per un nuovo premio di mvp col compagno Ricardo Goulart, 23 anni e 15 gol, che giostra dietro al tandem di punta
Domani finale di coppa Il timoniere della barca azzurra è Marcelo Oliveira, un ex idolo dell’arcinemico cittadino Atletico Mineiro (12 anni in campo), contro cui domani si gioca la finale di coppa del Brasile (2-0 per l’Atletico all’andata). «All’inizio c’era una diffidenza naturale, ma poi i tifosi hanno capito da che parte sono», dice l’allenatore, 59 anni, da un paio di stagioni al Cruzeiro, impresa difficilissima in Brasile, campione di esoneri di tecnici. Due dei quattro scudetti nazionali della storia della società portano adesso la sua firma. Un allenatore che conosce il linguaggio dei giocatori, è sempre sereno, non ama le provocazioni e soprattutto, da buon mineiro, sa lavorare in silenzio.
ARGENTINA
IL RACING DI MILITO FA FUORI IL RIVER: È 1° Nel big match il team dell’ex interista (che causa l’autorete di Funes Mori) sconfigge 1-0 i Millonarios. E adesso è in testa, a due giornate dalla fine DA BUENOS AIRES
MARTIN MAZUR © RIPRODUZIONE RISERVATA
on Diego Milito capitano, leader e simbolo, il Racing C bussa alle porte del paradiso. Dopo l’1-0 col River nel Cilindro di Avellaneda, la squadra di Milito ora dipende da se per vincere l’Inicial: con 2 vittorie sarà campione; con 4 punti va almeno allo spareggio. «Vedo lo stadio e m’emoziono. Il Racing è la mia vita, sono tornato qui per questo, per vedere la gente felice. Non posso chiedere niente di più», ha detto l’ex punta dell’Inter, che col River ha causato
il gol più importante degli ultimi 13 anni: tiro parato da Barovero, rimbalzo deviato da Funes Mori per l’autogol che fa sognare un popolo in eterna sofferenza. L’ultimo trionfo è arrivato nel 2001, con Milito in campo e il match-clou col River, a 4 giornate dalla fine, finito 1-1, col Racing virtuale campione. Il colombiano Bedoya, autore della rete 13 anni fa, domenica ha assistito alla gara col River, dopo migliaia di richieste scaramantiche ricevute su twitter. Come nel 2001 Le somiglianze con quella stagione sono tante. L’allenatore è l’appena arrivato Diego Cocca
(42), inizi nel River del tecnico Passarella, e senza storia come calciatore nell’Accademia. Come Mostaza Merlo, il tecnico che oggi ha una statua nello stadio, 15 anni al River in campo e appena arrivato nel 2001. Il primo mese Cocca è stato contestato: i tifosi volevano la sua testa. L’accusavano di aver portato 14 rinforzi, di cui 6 tramite il suo procuratore, Christian Bragarnik. «Sono voci malevole, io cerco caratteristiche, non do retta ai procuratori. E Bragarnik rappresentava alcuni calciatori interessanti e basta», dice Cocca. Prima del derby con l’Independiente, una frase sciocca l’ambiente: «Preferisco vincere
il campionato invece che questa partita». Ma il Racing, già eliminato della Copa Argentina, cade 2-1 nel clasico di Avellaneda e la curva esplode: «Cocca, preferiamo che tu vada via invece che lottare per il campionato». Si salva alla Bombonera, grazie a Gustavo Bou, che fa una doppietta e il Racing inizia la risalita: 7 vittorie nelle ultime 9 gare e quattro 1-0 di fila. Mancano 2 finali, col Rosario e il Godoy. Semifinale giovedì Il River, invece, ha 2 partite più semplici, Banfield e Quilmes, ma prima deve affrontare il ritorno col Boca, nella semifinale della Sudamericana. Il cannoniere Bou (10 gol), arrivato a parametro zero dal River, è diventato il socio perfetto di Milito. A centrocampo Videla ruggisce come un leone e Lollo è diventato leader della difesa, che ha l’inesauribile Saja (35 anni) come garanzia in porta. Così il Racing sogna il 2° titolo dal 1966. E gli striscioni di «Perdón Cocca» si preparano alla stessa velocità con cui sorgono i sogni.
AL CRICIUMA VIA IL TECNICO E 12 GIOCATORI ●● (s.s.) Ultimo in classifica in serie A brasiliana e ormai retrocesso, giovedì scorso il Criciuma ha cacciato il tecnico Toninho Cecilio, 47 anni, lì da sole 4 partite, e ben 12 giocatori della prima squadra. Con il nuovo allenatore Luizinho Vieira, 42 anni, alla prima esperienza, e otto volti nuovi (soprattutto Under 20), il Criciuma nel weekend ha pareggiato fuori casa col Flamengo, dopo 7 sconfitte consecutive.
PARAGUAY
RAMON DIAZ IN NAZIONALE AD ASUNCION? ●● (seu) Negli ultimi giorni la panchina di Victor Genes, 53 anni, c.t. del Paraguay traballa. Perché si è candidato a tecnico della nazionale di Asuncion Ramon Diaz, 55 anni, fino a maggio allenatore del River, campione argentino del Torneo Final 2013-14. L’agente internazionale Miguel González Zelada ha dichiarato che è già la seconda volta che Diaz si propone. Se ne saprà di più a giorni.
COLOMBIA
PER GLI USA L’ENVIGADO È DEI NARCOS ●● (seu) Il Dipartimento del Tesoro Usa ha inserito l’Envigado (A colombiana, ex club di James Rodriguez) nella Lista Clinton, dove figurano le organizzazioni legate al narcotraffico. Per il Dipartimento, l’attuale socio di maggioranza del club, Juan Pablo Upegui, è accusato di aver usato le casse societarie per distrarre ingenti fondi destinati a finanziare «La Oficina», l’organizzazione criminale nata dalle ceneri dell’impero di Pablo Escobar.
BRASILE
LA PENALTY: CENI SI RITIRA, NON È VERO ●● (m.can.) L’azienda di abbigliamento sportivo Penalty mette Rogerio Ceni in pensione prima del tempo e il portiere del San Paolo, 41 anni, si arrabbia. La Penalty ha invitato a un evento Ceni, annunciando poi per fine stagione l’addio al calcio del portiere, all’insaputa di Ceni e del San Paolo. Che ora minaccia di querelare la Penalty. E Ceni ha sparato a zero contro l’azienda, dicendo che potrebbe giocare pure nel 2015.
STATI UNITI
NEW ENGLAND E LOS ANGELES IN VANTAGGIO
DIEGO MILITO, 35 ANNI, ATTACCANTE DEL RACING: 4 GOL E 15 PARTITE IN QUESTO TORNEO INICIAL. HA GIOCATO ALL’INTER DAL 2009 AL 2014 (PHOTOGAMMA)
●● (seu) Andata di finale di Conference, e semifinali per il titolo Mls. New England vince a New York 2-1, con reti di Bunbury e Jermaine Jones (per i padroni di casa Bradley Wright-Phillips, re dei cannonieri della stagione regolare con 27 centri); ritorno sabato. Nell’altra Conference Los Angeles supera i Seattle Sounders (primi in regular season) 1-0 con gol di Sarvas; ritorno domenica prossima.
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EXTRA FUN
SPAGNA
IKER CASILLAS COMPRA CASA DA 2,5 MILIONI
AHI GEMMA DOPPIO TIFO, DOPPIE MAZZATE �� Nella vita in generale tocca scegliere, poi c’è chi non lo fa e finisce per pagarne le conseguenze. Se non scegli una squadra e ti barcameni tra due, per esempio, se vanno entrambe a carte quarantotto ti ritrovi due scimmie sulle spalle invece di una. Eppure per Gemma Merna, per esempio, attrice e modella di intimo cresciuta a Manchester (quartiere Worsley, dove abitava anche Giggs) il fatto che simpatizzi per lo United te lo aspetti, il Liverpool invece proprio no. L’ha detto in tv prima di cimentarsi in una gara di tuffi con un signor bikini arancione. Il problema è che sia i Red Devils di Van Gaal che i Reds e basta di Rodgers quest’anno fanno acqua. Consigliato altro tuffo, per lavarsi via la delusione doppia.
�� (s.s.) Regalo di Natale anticipato di Iker Casillas, 33 anni, portiere del Real, alla moglie la giornalista Sara Carbonero. Ha comprato una casa di 750 metri quadrati dal valore di 2,5 milioni di euro, nella zona vip fuori Madrid a La Finca (Pozuelo de Alarcón), ex proprietà dell’attrice Lydia Bosch. Cinque stanze da letto, 6 bagni, 2 saloni e 2 cucine su 4 piani e in giardino la piscina.
FOLLIA FRA MINORI In Inghilterra in un match Under 12 tra Chester-leStreet Town e il Coxhade, l’11enne Connor Minto mentre stava per entrare in campo è stato colpito da un piombino sparato da un fucile ad aria compressa; i colpevoli: 3 ragazzini 14enni. Se l’è cavata con alcuni punti.
�� (s.s.) Calcio e miss accoppiata vincente. Ma stavolta è per beneficenza. Quelli dell’Anderlecht (nella foto Defour), in testa in Belgio, e le ragazze della finale di Miss Belgio 2015 (a metà gennaio) hanno partecipato a un galà benefico Fashion and Sport a Charleroi con l’obiettivo di raccogliere fondi per la Constant Vanden Stock foundation e la Justine 4 Kids (l’associazione della ex tennista Henin). Il piÚ generoso fra i donatori (1.850 euro) ha vinto una cena con la futura Miss Belgio.
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NO PENSIONE Il 66enne SvenGÜran Eriksson ha firmato un contratto da 5 milioni di euro all’anno col club cinese Shanghai East Asia, 5° quest’anno. Lo svedese guidava il Guangzhou R&F.
SPAGNA
REAL MADRID PARTNER DI MICROSOFT E SCEICCHI �� Il Real Madrid ha siglato un accordo con Microsoft col quale l’azienda Usa diventerà partner e offrirà soluzioni digitali accessibili ovunque, in qualsiasi momento e su piÚ dispositivi, dai PC, tablet, smartphone e wearable. Intanto il presidente Perez si è fatto scappare che lo stadio in futuro si chiamerà IPIC Bernabeu o Cepsa Bernabeu, dal nome dei fondi di Abu Dhabi che finanzieranno parzialmente la ristrutturazione dell’impianto madrileno.
BELGIO
DE BRUYNE-COURTOIS CHI LA FA L’ASPETTI...
S COLOMBIA
LA BANDIERA PIĂ™ GRANDE DEL MONDO â—?â—? (seu) Un drappo di 32 mila metri quadrati che abbraccia l’intero stadio. Ăˆ il nuovo primato stabilito dai tifosi dell’Independiente Medellin (5 titoli in bacheca), impegnato nei playoff del Clausura, che hanno speso oltre 200 milioni di pesos (circa 75 mila euro) per realizzare l’enorme bandiera (foto a destra). Ci sono voluti 700 persone per trasportarla. Battuto il precedente record stabilito l’anno scorso dai tifosi del Nacional Montevideo (in Uruguay) con un bandiera di 30 mila metri quadri.
�� (s.s.) Mi tradisci con la mia migliore amica? Io lo faccio con un tuo amico. CosÏ Caroline Lijnen ha spiegato le corna fatte a Kevin De Bruyne, 23 anni, Wolfsburg ex Chelsea, con uno dei suoi migliori amici, Thibaut Courtois, 22 anni, portiere del Chelsea. La bomba da soap era scoppiata in Belgio l’anno scorso. Ora Caroline ha chiarito: Kevin mi ha tradito con la mia ex migliore amica. E allora io ho pensato: perchÊ non dovrei fargli quello che lui ha fatto a me? Detto, fatto.
LI CACCIO TUTTI Nelle ultime 9 gare il Grenchen (quarta serie svizzera) ha preso 66 gol e le ha perse tutte. Dopo l’ultimo 0-10 in casa il d.s. Renato Brun ha licenziato gli 11 titolari in campo, salvando per una volta il tecnico, Patrick Boesch.
GERMANIA
MAX KRUSE CHIEDE AIUTO AI FAN SULLE ESULTANZE
S
JONES CONTRO LA VIOLENZA Dopo che nella natia Trinidad e Tobago gli hanno ammazzato due cugini la punta del Cardiff Kenwyne Jones, 30 anni, scende in campo contro la violenza che flagella il suo Paese d’origine: al via una serie d’iniziative sociali.
�� (s.m.) Voleva imitare Sergio Aguero e Gareth Bale almeno nel taglio di capelli, con quel ciuffo in testa e leggermente spostato di lato, ma alla St. Ambrose Barlow High School di Salford certe acconciature non sono ammesse. E cosÏ il 13enne Lewis Kenny è stato sospeso dalle lezioni per un giorno ed invitato a tagliarsi i capelli come impone il regolamento scolastico. In caso contrario, non verrà riammesso alle lezioni, come scritto sulla lettera inviata ai genitori, che hanno difeso il figlio, fan del Liverpool, spiegando che il suo è un taglio moderno.
�� (el.mar.) Dopo i gol festeggia in modo banale e allora chiede aiuto ai fan per trovare un’esultanza originale. Max Kruse, 26 anni, attaccante del Borussia MÜnchengladbach e della nazionale, ha indetto un concorso: fino al 1° dicembre è possibile caricare sulla sua pagina facebook dei video con delle esultanze singolari (individuali o di gruppo), fra le quali Max sceglierà la sua nuova esultanza simbolo. Al vincitore andranno due biglietti per Borussia MÜnchengladbach-Hertha del 6 dicembre
La frase
RUSSIA
GRAZIANO PELLÉ ATTACCANTE DEL SOUTHAMPTON
KIRILL KOMBAROV AFFITTA UN ORSO PER IL FIGLIOLETTO
l
VIA DA SCUOLA PER TAGLIO ALLA AGUERO
S
QUANTE SCUSE Il finlandese Mikael Forssell, 33 anni, ora al Bochum ex Chelsea, ha twittato di non potere andare all’allenamento perchÊ un gatto si è strusciato contro la sua Bmw. E lui è allergico...
ADEBAYOR: ÂŤNON SEGNO? COLPA DI MIA MAMMAÂť
INGHILTERRA
ANDERLECHT E MISS MA PER BENEFICENZA
S
TRINIDAD E TOBAGO
�� Per l’attaccante togolese del Tottenham Emmanuel Adebayor, 30 anni, è della madre la colpa della sua scarsa vena sotto porta (solo 2 gol in 10 gare). La sorella di Manu l’ha accusato di aver abbandonato la madre, cacciandola di casa e tagliando ogni rapporto con lei. Adebayor, però, nega tutto, e aggiunge: Come posso restare in contatto con mia madre se dice che non andrò avanti nel mio lavoro? E con le mie sorelle tramano juju verso di me. Juju? Sarebbe un incantesimo e la mamma una strega...
BELGIO
sms
Gemma
EXTRATIME - 25 NOVEMBRE 2014
(s.m.) Dopo averlo visto in tv Kirill Kombarov, 27enne della Torpedo Mosca, ha pensato che quell’orso bruno fosse perfetto per il compleanno del figlio Timofei e cosÏ l’ha affittato dal circo Nikulin e reso l’attrazione della festa. Ma la foto dell’animale con bimbo in groppa ha scatenato commenti contro Kirill: un idiota per i follower, per aver piazzato una bestia feroce in mezzo ai bambini.
Sono piĂš bello di Ronaldo e in un film affiderei la mia parte a Clooney
Mondovisione LE PARTITE DA NON PERDERE NEI PROSSIMI GIORNI IN TV
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