LE MIE MEMORIE - Carlo Spagnul

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CARLO SPAGNUL

LE MIE MEMORIE UN FRIULANO DAL BRASILE AL K.U.K. I.R. 97° DÈMOGHELA NEI CARPAZI, IN CINA E IN SIBERIA A CURA DI CARLO BRESSAN PREFAZIONE DI MARINA ROSSI

LE MIE MEMORIE

“ Nel Friuli Orientale esisteva ed esiste ancora il paese di Aiello del Friuli, allora un piccolo villaggio...” , con questa tonalità fiabesca Carlo Spagnul, contadino autodidatta, che sa osservare e descrivere con semplicità e senza vittimismi il mondo che lo circonda, inizia la narrazione della sua esperienza di vita. La prima parte del suo racconto riguarda l'emigrazione in Brasile, dove la famiglia si era trasferita per lavorare nelle piantagioni di caffè. Poi il ritorno ad Aiello, allora territorio austriaco, con l'arruolamento nel K.u.K. I.R. Freiherr von Waldstätten nr 97, il mitico dèmoghela (tagliamo la corda), formato in gran parte da friulani, giuliani e dalmati. Nei primi giorni di guerra le perdite, tra morti feriti e dispersi, superano il 95% degli effettivi; tra i superstiti c'è Spagnul. Non sente sua quella guerra e quella divisa, un giorno getta il fucile, attraversa le linee austro-ungariche e si consegna ai russi. Inizia qui un'altra serie di avventure che lo porteranno in Cina e poi in Siberia, arruolato nella Regia Marina Italiana, contro l'armata rossa. Infine, dopo un lungo viaggio, il ritorno nella casa di Aiello dove riprende il lavoro della terra.

CARLO SPAGNUL

le mie memorie copertina:copertina foto bepi 16/05/11 16.52 Pagina 1

GASPARI

GASPARI


Diari e memorie Della granDe guerra 36


carlo spagnul

LE MIE MEMORIE

a cura di Carlo Bressan

Gaspari

editore



Indice

Prefazione di Marina Rossi 7 le mie memorie di Carlo Spagnul di aiello del Friuli di Carlo Bressan 11 Il 24 maggio 1915 come lo ricorda un ragazzino allora austriaco di Ulderico Bressan 18 Notizie biografiche 22 le mie memorie vissute nel periodo di 60 anni e scritte nell’anno 1953 di Carlo Spagnul In un paese sconosciuto la pianta del caffé Perduti nel bosco Il ritorno in Friuli alla leva nell’esercito austro-ungarico 28 giugno 1914: Carlo va in guerra Carlo, aiutato dal caso, va in licenza in Ungheria Il ritorno al vecchio reggimento Il colera Sue giù per i Carpazi Nuovamente sotto le pallottole: o morire o fuggire Il campo di prigionia di Kirsanov le donne di malaffare e il lavoro Verso la Siberia e la manciuria arruolamento nella Regia marina Italiana Il ritorno ad aiello

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Note

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Cronologia della guerra I prigionieri della grande guerra di Marina Rossi elenco degli abitanti di aiello e Joannis arruolati nell’Imperiale e Regio esercito austro ungarico e nella marina da guerra

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Prefazione

le memorie di Carlo Spagnul, avvincenti e ricchissime di dati, costituiscono un’ulteriore occasione di addentrarsi nei mille risvolti individuali e collettivi di quel grande evento distruttivo quale fu la Iª guerra mondiale, tragico trauma insuperabile per gli ex-sudditi delle province meridionali dell’impero. oggi più che mai il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia evidenzia, nella crisi generale dei valori e nell’assenza della buona politica, la distanza dal progetto unitario in tante altre aree del nostro paese. la memoria della Grande guerra, travolta da fiumi di retorica, si arricchisce di nuovi studi quasi esclusivamente nelle ex terre irredente, Trentino e Venezia Giulia. l’insoddisfazione nei confronti dell’oggi accentua la spinta alla riscoperta di identità perdute o a rischio, soprattutto in ambito culturale. Il fenomeno presente anche in altre parti d’europa emerge con particolare vivezza alla frontiera orientale dove l’interesse per la ricerca, la cura per le fonti della memoria (diari, corrispondenza, fotografie, oggettistica e quant’altro) coinvolge la terza generazione. lo conferma l’amorevole cura di Carlo Bressan per la testimonianza di Carlo Spagnul, da lui conosciuto in tenera età nel corso di magiche serate trascorse in compagnia del babbo, collega del maestro ettore Tramontin. a lui va il merito di aver raccolto e redatto la narrazione di Carlo Spagnul, divenuta un testo di straordinario interesse grazie alla personalità esuberante e positiva dell’autore, dotato, tra l’altro, di grande capacità di osservazione e di autoironia. lo rileviamo sin dalle prime pagine dedicate all’esperienza dell’emigrazione in Brasile, condivisa dalle genti dell’agro monfalconese e di altre regioni del Regno d’Italia. la miseria, le fatiche affrontate dai genitori non offuscano la gioia di vivere di un bambino libero di correre, di giocare insieme ai due fratellini in spazi immensi, di scoprirne le tante meraviglie.


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Nel percorso di guerra, enorme per estensione geografica, emergono tratti comuni e caratteristici per migliaia di coscritti dell’esercito austroungarico, di ogni nazionalità, a partire dalla traumatica partenza per il fronte galiziano, nell’estate del 1914, fino al sospirato ritorno, avvenuto nel febbraio 1920. Colpisce in Carlo Spagnul la totale estraneità alla violenza; la sua guerra è un susseguirsi di tentativi ben riusciti di sottrarsi all’obbligo di rispondere al fuoco nemico o, peggio ancora, di sparare per primo. Il nostro protagonista si difende dall’orrore del sangue e della morte, con cui inevitabilmente viene a contatto, privilegiando la sua attenzione nei confronti dell’ambiente fisico, i rapporti umani con i compagni d’armi, familiarizzando, dove possibile, con il nemico e con la popolazione civile di cui descrive fisionomie, usi, costumi, ambienti. molto godibili le pagine riguardanti alcune serate allietate dalla musica, trascorse in qualche osteria galiziana, che sembrano riportarci alle atmosfere delineate nei racconti di Joseph Roth, come Il peso falso. Tratti significativi del testo autobiografico descrivono comportamenti ed atteggiamenti dei russi di cui rileva la bonarietà e l’attitudine alla baldoria. Non diversamente da quanto riporta nei suoi diari domenico Rizzati, maestro di Fiumicello. Vi troviamo, ad esempio, il caso di un soldato russo che, lungi dal maltrattare domenico, sorpreso in fondo alla trincea (una delle famose “tane di volpe”), lo prende in consegna e gli accarezza il viso; in altra occasione il Rizzati ricorda invece il baccano indiavolato prodotto dalle baldorie notturne di medici e infermiere in un ospedale di NiÏnijNovgorod. Carlo Spagnul trova invece i nemici intenti a consolarsi con un festino in trincea e ci ricorda che la guerra crea disordine, anarchia. Il disintegrarsi di tanti battaglioni può consentire ai pacifisti di svignarsela sia dall’una che dall’altra parte. l’entrata in guerra dell’Italia, divenuta alleata della Russia, attiva, a partire dall’estate del ’15 come fu per altre potenze dell’Intesa, delle missioni militari per favorire la collaborazione dei prigionieri dell’esercito austro-ungarico e germanico di nazionalità diversa da quella tedesca. Nel 1917, anno di due rivoluzioni, il nostro coglie negli appelli rivolti ai prigionieri italiani la possibilità del ritorno a casa. Nell’autunno a Kirsanov Spagnul entra in un contingente di 600 prigionieri italiani e raggiunge Vologda, ultima stazione della


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Russia Settentrionale prima dell’arrivo al porto di arcangelo. ma i ghiacci bloccano quel trasporto. Il tenente Baccich, volontario fiumano, membro della seconda missione militare italiana, riesce a rinsaldare i legami con la patria lontana ed a far accettare agli irredenti l’inoltro a Vladivostok, esasperando con i suoi energici richiami patriottici la dolorosa emozione suscitata dalla disfatta di Caporetto. Il viaggio prosegue allora verso Kharbin, capitale della manciuria e da qui sono smistati a scaglioni nella concessione italiana di Tientsin in Cina, a Pechino presso il distaccamento della Regia marina Italiana ed in altre località circostanti. Nascono così i Battaglioni Neri di Tien-Tsin ed i Battaglioni Rossi di Vladivostok, così denominati a causa dei colori delle rispettive mostrine. I Battaglioni Neri, a partire dal 15 agosto 1918, costituirono il primo nucleo di una formazione antibolscevica, rinforzata e completata poche settimane dopo con l’arrivo in Cina dall’Italia, con il piroscafo Roma, di quattrocento fanti e sezioni sussidiarie d’artiglieria. Con il nome altisonante di Regio Corpo Italiano di Spedizione in estremo oriente si videro affidare l’ingrato compito di sorvegliare un tratto della Transiberiana e di assicurare l’ordine pubblico nella lontana Krasnojarsk. della lunga odissea Spagnul riporta altri inediti e gustosi resoconti di viaggio, accetta, più o meno consapevolmente, gli obiettivi generali della spedizione fino al momento del rimpatrio effettuato attraverso il periplo dell’asia e il Canale di Suez. Sbarcato a Trieste nel febbraio del ’20 percepisce un clima politico che spegne ogni entusiasmo. Nella sua aiello si consola con un bel pacco dono in vestiario che lo induce a sperare nel futuro migliore. ma sappiamo poi com’è andata. Marina Rossi



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Le mie memorie di Carlo SPagnul di aiello del friuli

Una sera del 1954 mio padre, maestro elementare ad aiello, tornò a casa con un grande quaderno a righe, foderato con carta da pacco marrone e riempito con una grafia fitta e ordinata, perfetta, che oggi pochi sono in grado di ripetere. la lettura iniziò la sera stessa. Il quaderno era stato compilato da ettore Tramontin, mio maestro in quarta elementare. Il protagonista era Carlo Spagnul, un compaesano che gli aveva dettato le memorie della sua vita. entrambi avevano partecipato alla Grande Guerra nelle file dell’esercito austroungarico. la lettura proseguì per alcune sere, non c’erano distrazioni televisive negli anni cinquanta. Il racconto ovviamente affascinò tutta la famiglia e per me, bambino di otto anni, fu un forte stimolo a conoscere altre vite, altri mondi, attraverso la lettura. Riproporlo oggi rappresenta più che un significato storico, in quanto storico non lo sono, un valore affettivo verso quel mondo e quelle persone che ho conosciuto da giovane. Spagnul era nato in Brasile il primo aprile del 1891. I genitori, maria Tempo e Francesco Spagnul, erano emigrati da aiello verso Sud america nel 1888. Volevano mettere da parte un gruzzolo per sanare i debiti e proseguire l’attività agricola nel loro paese di origine. alla fine dell’ottocento migliaia di famiglie sceglievano la via dell’emigrazione per sottrarsi ad una miseria senza fine. avevano scarse informazioni sulla loro destinazione verso il Sud america, ma la speranza era già qualcosa rispetto alla certezza della fame. l’austria sarà pur stato un “paese ordinato”, ma di certo vi erano poche opportunità di lavoro come in Italia, scarso cibo e poca mobilità sociale. In Brasile pochi fecero fortuna, perché il lavoro che andavano a fare era scarsamente remunerato. Il 13 maggio del 1888 donna Isabella leopoldina, in qualità di reggente al trono brasiliano, aveva sanzionato l’abolizione della schiavitù nonostante l’opposizione delle famiglie dei latifondisti. le grandi tenute agricole, che avevano necessità di manodopera a basso costo, promossero allora, con il contributo del Governo brasiliano, un flusso migrato-


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rio dall’europa allora attraversata da una profonda crisi economica e sociale. I viaggi degli emigranti, non favoriti dall’Impero austroungarico, erano pagati dal Brasile che aveva necessità di nuove braccia. Carlo racconta con semplicità e freschezza i suoi anni in Brasile nell’azienda per la coltivazione del caffè. Nel 1908 la famiglia ritorna ad aiello, allora territorio austriaco e con i risparmi compera una casa, una stalla e pochi appezzamenti di terreno. Il giovane frequenta una scuola a Gorizia e nel 1912 viene arruolato nell’esercito austriaco. allo scoppiare della Grande Guerra viene inviato al fronte, sui Carpazi. Il diario descrive la vita di un fante adibito ai lavori più duri nelle trincee, sotto una pioggia di fuoco. ma il tormento maggiore, che lo perseguita nel suo peregrinare dal Brasile ai Carpazi, alla Siberia, sono i nugoli di insetti, che definire fastidiosi è un eufemismo. Viene colpito dal colera, ma si salva. Ritorna al fronte ove le privazioni della guerra si fanno più intense e insopportabili, condite dal sibilare continuo delle pallottole. Non sente sua quella guerra e quella divisa e un giorno getta il fucile, attraversa le linee austro-ungariche e si consegna ai russi come del resto fecero centinaia di migliaia di suoi commilitoni per salvarsi da morte certa.. Come prigioniero Carlo è avviato alla delegazione italiana, alleata della Russia e vive in semilibertà. lavora, assieme ai commilitoni, in aziende agricole e in famiglie ormai prive di uomini. Spera solo di ritornare a casa, ma la rotta attraverso il mare del Nord è preclusa dai ghiacci. Solamente alcune migliaia di suoi commilitoni “irredenti” riescono a imbarcarsi sulla nave Barone Kôrber per ritornare in Italia. Una lunga tradotta lo porta invece verso oriente, verso la Cina; il ritorno è ancora lontano. Belle sono le pagine del diario di Tivadan Soros, padre del finanziere ungherese George Soros, edite da Gaspari nel 2010, che ripercorrono come Spagnul alcuni tratti del viaggio dai Carpazi alla Siberia. In Cina Carlo, per accelerare il ritorno a casa, è costretto ad arruolarsi come volontario nella Regia marina Italiana. le truppe sono inviate in Siberia assieme ai contingenti americani, tedeschi, francesi, inglesi e giapponesi. le potenze che avevano on precedenza occupato Pechino, ciascuna con obiettivi diversi, supportavano la


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guerra dell’armata bianca contro l’armata rossa per la spartizione della Siberia. Spagnul sopravvive anche a questo conflitto e, dopo quasi nove anni di lontananza, viene imbarcato finalmente sul piroscafo Nippon che attraverso Suez lo riporta in Friuli. Il diario assume valore di testimonianza. Colpisce lo sguardo acuto di Carlo Spagnul, contadino autodidatta, che sa osservare e descrivere con semplicità e senza vittimismi il mondo duro che lo circonda. Paradossalmente nella sua vita ciò che lo tormenta di più non è la mancanza di cibo, come in un primo tempo verrebbe da pensare, ma sono le zanzare, le cimici e le pulci che lo assalgono a ogni latitudine, ad ogni ora del giorno e della notte. È un veleno come il ddT, oggi vietato, che ci porterà fuori da quell’incubo solamente dopo la II Guerra mondiale. Nelle sue descrizioni c’è sempre un “sopra” e un “sotto” molto ben definiti, dove c’è posto solo per l’ubbidienza. Il padrone, come viene chiamato, o l’ufficiale di turno, può essere giusto e applicare regole chiare: in tal caso è accettato e rispettato. Se l’ufficiale è un ubriacone, come il capitano che lo colpisce senza ragione con il piatto della sciabola, Carlo Spagnul non ne subisce la prepotenza in silenzio. Si mette a rapporto e ottiene giustizia dal comandante, in un mondo dove le regole avevano ancora valore. Ciò non toglie che nei giorni successivi Carlo venga mandato in battaglia, ma questo fa parte dei “doveri” che vengono accettati senza discussione. Il primo scontro alla fine del mese di agosto del 1914, descritto in poche pagine, è una vera ecatombe per il reggimento 97°, quel famoso reggimento chiamato “demoghèla” (tagliamo la corda), formato in gran parte da friulani, giuliani, dalmati e croati. In breve tempo le perdite, tra morti, feriti e dispersi, superano il 95% degli effettivi e ben pochi dei superstiti del 97° potranno mettersi in salvo come Spagnul. Quando le condizioni di vita diventano insopportabili, sia per la scarsa alimentazione, che per i continui rischi, si fa forte il desiderio di ritornare a casa. Carlo decide di attraversare la linea di combattimento con le pallottole che fischiano sulla sua testa: ha inizio così il suo lungo viaggio attraverso l’asia. Gli ci vorranno ancora molti anni per ritornare a casa dai familiari nel febbraio del 1920. Tra i tanti diari di soldati della prima guerra mondiale questo è


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uno dei pochi scritti, o meglio dettati, da un contadino e non da un ufficiale. Copre l’intero arco del conflitto ma attraversa il mondo, passando dall’emigrazione in Brasile, al servizio nell’esercito austro-ungarico e quindi nella Regia marina Italiana. l’apertura dei confini negli anni 2000 con austria e Slovenia non ha generato in me solo piacere e speranza per un’europa avviata a superare contrapposizioni storiche. l’attraversamento del confine, senza la presentazione dei documenti, ha prodotto un senso di vuoto, di incredulo sgomento. due guerre, due macelli con milioni di morti e patimenti senza fine e improvvisamente i confini spariscono. I negoziati per la costruzione dell’europa unita sono proseguiti per decenni, ma la barra di confine è scomparsa da un giorno all’altro, improvvisamente. In molti abitanti delle nostre terre questo fatto ha prodotto un senso di smarrimento. eravamo abituati ai confini. erano confini aperti, transitabili, ma pur sempre c’era un termine, una sbarra, posta con la forza dopo il 4 novembre del 1918. dopo secoli, durante i quali viaggiare verso i paesi del nord e dell’est non era un problema, le popolazioni delle terre orientali del Friuli furono rinchiuse dal muro degli Stati nati dal trattato di pace di Parigi. In ottant’anni i nostri confini sono stati spostati, anche di pochi chilometri, ma sempre con violenza, più e più volte: aiello, con Visco “nostro”, faceva parte fino al 1915 dell’impero austro-ungarico. Nel maggio del 1915 entrarono i liberatori italiani. Su questo episodio, in appendice, ho inserito un breve racconto/testimonianza di mio padre che allora aveva otto anni ed era nato in una famiglia di sentimenti austriaci. Sentimenti che traspaiono tutti nei suoi ricordi di bambino. Nell’ottobre del 1917, dopo la ritirata di Caporetto, ritornarono gli austriaci. Su quel periodo mia madre, di famiglia malacrea, ha inondato l’infanzia con fiumi di racconti sulla fuga davanti all’avanzata delle truppe austro-ungariche e sulla vita della famiglia sfollata a montecatini. Nei suoi racconti il passaggio mai dimenticato, meno che mai dopo i settant’anni, era la perdita di un mitico “corredo” rimasto negli ultimi vagoni del treno a causa dell’esplosione del ponte sul Tagliamento a latisana. da allora il quattro novembre ad aiello si festeggia la Vittoria e si ricordano i caduti nella Grande Guerra, un tempo presso il cimitero


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e dagli anni settanta presso il parco della Rimembranza. Vi sono quaranta piccole lapidi in ricordo ai caduti, ma per diversi anni non si è fatto caso che trentasei giovani aiellesi sono morti con la divisa austriaca e quattro con quella italiana. lo scrive Stefano Perini in Daèl e ne troviamo testimonianza anche nei lavori di Roberto Todero, marina Rossi e Giorgio milocco. Per avere un quadro completo di quale sia stato il contributo fornito all’esercito austro-ungarico dalle popolazioni del Friuli orientale bisogna però attendere il 2010, con la pubblicazione della documentatissima ricerca di Giorgio milocco Tutti gli uomini dell’Imperatore. emergono dal lavoro di milocco migliaia di nomi di giovani spariti per novant’anni anche dal semplice ricordo, in quanto soldati di uno stato nemico. Solamente ad aiello ne furono arruolati 337 e a Joannis, allora Comune a sé, altri 139. Il motivo della loro scomparsa da ogni commemorazione o ricordo è ben sviscerato e argomentato da livio Sirovich in Cime irredente. livio Sirovich, triestino puro sangue, come lo è la maggior parte di quelli come noi nati a cavallo del mondo latino, tedesco e slavo, è di madre ebrea lituana e padre dalmata. Negli anni Trenta il suo cognome era stato modificato in Siro, e così l’ho conosciuto negli anni dell’università, poi decise di ritornare Sirovich. Questa vicenda familiare, assieme a quella di altre novantamila famiglie che erano state indotte a modificare il cognome, gli aveva fatto comprendere, meglio che ad altri, come nel dopoguerra del 1918 si fosse operato sulla popolazione delle nostre terre un forzato trapianto di cuore e cervello. dopo il ’18 da noi fu Italia, con non pochi problemi di adattamento al nuovo Stato, alla nuova mentalità sabauda, ai nuovi confini, anche da parte delle famiglie, come quella di mia madre malacrea, che erano da sempre di “sentimenti” italiani. Ciò che segnò fortemente il cambiamento di quegli anni fu la perdita delle lingue, tedesca, slovena e serbo-croata, che venivano parlate da vasti strati della popolazione, non solo dalle classi dirigenti. Nell’ottobre del 1943 il Friuli, Trieste e l’Istria furono ceduti dalla Repubblica Sociale al III Reich: queste terre vennero chiamate Kustenland. I giovani dovevano prestare servizio con la divisa della Wehrmacht, ma spesso anche con quella delle SS o comunque a giurando fedeltà al Führer. In alternativa potevano nascondersi.


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alcuni salirono in montagna con i partigiani. Per nessuno fu facile, spesso la scelta fu casuale, ma per qualcuno come Goffredo degenhardt, salito sotto il Canin a 16 anni per costruire un Paese migliore, fu anche necessaria perché di famiglia ebrea. alla liberazione, nell’aprile del 1945, ritornò l’Italia e, per la prima volta nella storia delle nostre terre, alla fine del secolo, la sbarra dei confini fu tolta senza mandare al fronte giovani, come Carlo Spagnul, a scannarsi con altri giovani. Non è un piccolo dettaglio e forse da ciò è derivata la mia/la nostra incredulità positiva. a cavallo dei confini tra Italia, austria e Jugoslavia, in ogni famiglia si evocano storie che in altre regioni non sono immaginabili: oltre all’emigrazione, comune a tutto il Paese, sono presenti storie di guerre, ma anche di contatto con altre nazionalità, altre culture e altre lingue. Purtroppo, mentre alla fine del XX secolo stava terminando la costruzione dell’europa, sulla porta di casa nostra, dimentichi della nostra stessa storia recente, non siamo riusciti ad operare per far comporre in modo civile i contrasti nella Repubblica Jugoslava. la divisione dello Stato federale è avvenuta ancora una volta non solo con spargimento di sangue, ma con tale crudeltà che l’odio è stato proiettato nei decenni futuri. Carlo Spagnul, nonostante le peripezie, ha avuto la fortuna di ritornare, mentre milioni di altri giovani hanno terminato la loro vita nelle pietraie del Carso o nel fango dei Carpazi. Carlo ha saputo tramandarci, con il suo racconto, uno spicchio di quel mondo antico del quale in questa parte d’Italia siamo impregnati. la convivenza civile tra persone di nazionalità diverse, nonostante la guerra, traspare in ogni pagina del suo racconto. I nazionalismi, anche nostrani, hanno distrutto quel mondo mitteleuropeo che ha contribuito non poco alle idee di un’europa unita e alla moderna concezione dello stato sociale che si ritrova sia nel movimento dei popolari cattolici che dei socialisti nell’Impero austro-ungarico. Fatalmente negli anni della guerra civile in Jugoslavia ho riletto il manoscritto di Carlo Spagnul, ed è riemersa l’idea di pubblicarlo. Si tratta di una testimonianza che non ha perso valore perché parla all’animo delle persone senza alcun rancore. Sono trascorsi quasi vent’anni da quella prima idea e quasi sessanta dalla stesura dei diari ma, come quando si ritrova un pregiato reperto antico, temevo


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di danneggiarlo portandolo a giorno, proponendolo al pubblico. dopo averlo fatto leggere a diversi amici che l’hanno apprezzato, ho superato la paura. Ringrazio gli eredi di Carlo Spagnul e maurilio Tramontini per aver permesso la pubblicazione del diario. Il lavoro di redazione è stato possibile solamente grazie alle ricerche condotte da Gianpaolo Spagnul, pronipote di Carlo. Un ringraziamento per la documentazione e l'aiuto fornitomi a mara Chaves altan, Rachele Pitton, Giacomo Pantanali, Bianca Peloi e daniele Boschi.

Udine, 18 ottobre 2010 Carlo Bressan

Per mantenere la freschezza del racconto il testo è stato proposto senza alcuna modifica, salvo l'inserimento dei titoli dei capitoli.

Bibliografia essenziale Roberto Todero, Dalla Galizai all’Isonzo, Storia e storie dei soldati triestini nella Grande Guerra, Gaspari, Udine 2006. marina Rossi, Sotto un cielo lontano, “Storia e dossier”, n. 46, dicembre 1990. Giorgio milocco, Tutti gli uomini dell’Imperatore, edizioni della laguna 2010.


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il 24 maggio 1915 Come lo riCorda un ragazzino allora auStriaCo

Sessant’anni: la memoria tende ad assopirsi in una quiete sonnolenza, mentre il passato riemerge insistente, nitido in tutti i particolari, come un fotogramma messo a fuoco. Tra i ricordi più lontani, quello che mi si presenta più spesso alla mente con incredibile chiarezza, è il primo giorno della Grande Guerra. In austria a quei tempi si cominciava la scuola a sette anni e io frequentavo la prima elementare. era di maggio e noi alunni nel tempo libero si andava lungo le siepi a raccogliere foglie tenere di rovo. “Servono per i nostri soldati feriti” ci avevano detto a scuola. e ci fu una gara a che ne raccoglieva di più; le cattedre si coprirono di scatole da scarpe colme di germogli. Più tardi venni a sapere che servivano a fare decotti contro la dissenteria che aveva colpito le truppe austriache sul fronte serbo. Verso l’imbrunire di una giornata in cui non era stata scuola la mamma disse: “Questa sera dormiamo dalla zia Giovanna.” Cenammo presto e ci avviammo. la mamma aveva in braccio mio fratello di due anni e per mano mia sorella di quattro. Il babbo era morto da oltre un anno [Noè Bressan, che aveva lavorato come enologo in una azienda di spumanti presso Fiume, era deceduto a causa della tubercolosi]. abitava la zia a meno di cento metri dalla nostra casa che era l’ultima del paese, isolata, in mezzo ai campi. Viveva con la numerosa famiglia dei suoceri [la famiglia Peloi] che facevano gli agricoltori; il marito era gendarme e prestava servizio ad aiello, nel vecchio castello. Trovammo gli anziani seduti sulle alte scranne attorno al focolare; erano seri e parlavano di guerra. la zia era più seria di tutti. Noi bambini andammo a letto presto, assieme ai cuginetti, e ci divertimmo solo un po’ a saltare sugli alti letti dei rumorosi sacconi di cartocci di granoturco. Ci addormentammo quasi subito, stanchi dei giochi.


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Un sole luminoso, che entrava prepotente dalle finestre spalancate, mi svegliò molto presto l’indomani. “È partito?” sentii chiedere da mia madre. “Sì, in bicicletta, mezz’ora fa, assieme a tutti gli altri” rispose la zia piangendo. a casa trovammo la porta aperta. Qualcuno era entrato, ma non aveva rubato nulla. del resto sarebbe stato difficile rubare la miseria e noi ne avevamo in abbondanza. mi attardai a giocare in cortile quando vidi entrare tre soldati a cavallo. mi sembravano dei giganti con i loro elmi ricurvi e le lance con la bandierina blu. Uscì la mamma con ancora in braccio mio fratello e attaccata alla gonna mia sorella, arrivarono alcune donne del vicinato. “avete visto passare dei gendarmi?” le donne non sapevano cosa rispondere, tacevano. Un soldato chiese da bere. “Vai in cucina e prendi un cialdir e al cop” mi disse mia madre. andai di corsa e uscii con un certo orgoglio con i due oggetti di rame: li avevo lucidati io stesso il giorno prima con aceto e farina, cenere e sabbia e ora scintillavano al sole come fossero d’oro; all’interno brillava la stagnatura nuova. “Pompa fuori che venga fresca” gridò mia madre da lontano. arrivai faticando alquanto col secchio pieno a metà e porsi il mestolo al soldato. “Bevete prima voi!” ordinò con voce alquanto dura. Rimasi male per l’accoglienza, ma poi, ricordo benissimo, mi venne da ridere. Bevvi io per primo, di gusto, e l’acqua mi sembrò persino saporita. le facce dei soldati si distesero; poi con un tono cortese chiesero acqua anche per i cavalli. Felice, feci tre volte la spola tra la pompa e i cavalli, divertendomi un mondo. dopo aver un po’ esitato, i tre cavalleggeri ripresero lentamente la strada attraverso i campi. Si erano appena allontanati che si udirono alcune fucilate dalla parte di Versa e di Ruda. “Si battono sul Torre” disse qualcuno. “Poveretti” mormorò zia Giovanna e corse via. Il marito era certamente laggiù sul Torre. apparve in cielo un aeroplano. Ne avevo visto uno qualche mese


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prima volare basso e atterrare sui prati; era scuro, quasi nero. “la poiana, la poiana” aveva gridato allora una vecchissima zia di mio padre. Portate dentro i pulcini”. a quel tempo le poiane, dalle nostre parti, erano molto numerose e i pulcini al pascolo erano in continuo pericolo. l’aeroplano che quel giorno volava alto nel sole verso i monti era invece bellissimo nei suoi tre colori luminosi: verde, bianco e rosso. “È italiano” disse una vecchia, “attenti bambini, che butta bomboni avvelenati!” di colpo l’aeroplano non mi sembrò più così bello. “Il veleno deve essere nel verde” pensai. le nostre bandiere sono gialle e nere o bianche e rosse, e in quei colori non c’è veleno: deve dunque trovarsi nel verde”. e per molto tempo gli oggetti di color verde, che non fossero prati o alberi, mi facevano paura. Verso sera venne un mio compagno di scuola. “Per la piazza passano tanti soldati. andiamo a vederli?” di corsa, scalzo come lo erano tutti i bambini, senza chiedere permesso e senza avvertire, corsi via e arrivai in piazza. C’era molto gente silenziosa ai lati della strada dove passavano tanti soldati, allineati per quattro, con gran peso sulle spalle; sulle giacche, all’attaccatura delle maniche notai due cuscinetti rigonfi che a me parevano salsicce; le gambe dei soldati erano ingrossate da strane fasciature. Stanchi, sudati, impolverati, camminavano in silenzio, in mezzo al silenzio della popolazione, che pensava ai suoi che erano dall’altra parte1. Non si sentiva che il passo strascicato, che metteva tanta malinconia. Tra il passaggio di un reparto e l’altro attraversai la strada e mi trovai sotto il municipio. Cominciarono a sfilare reparti a cavallo con carri e cannoni. Intanto senza che me ne fossi accorto, si era fatto scuro e pensai che era l’ora di rincasare. Impossibile attraversare la strada. Tentai più volte a rischio di farmi calpestare dai cavalli: il tempo passava e tutt’intorno le cose si facevano sempre più scure. Fui preso dalla paura, dall’angoscia e mi misi a piangere. Finalmente qualcuno mi portò di là della strada e potei correre verso casa. Per giungervi dovevo passare per una strada stretta e buia dietro la sconsacrata chiesa dei frati e per il ponte di Ulian. “Sol dal puìnt di Ulìan alè al tira corean” [Sotto il ponte di Ulian


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c'è il “tira cuoio”] dicevano i grandi per far paura ai piccoli. Che cosa fosse “al tira corean” non l’ho mai saputo, ma era per me qualcosa di molto più terribile dell’orco delle favole. Col cuore in gola, piangendo, con lo sguardo fisso in avanti, attraversai in corsa disperata il ponte e arrivai a casa stremato. Quella sera fui mandato a letto senza cena. Riandando agli avvenimenti di quella movimentata giornata, rivedevo sul soffitto della camera le ombre dei cavalleggeri, dei fanti, dei carri e dei cannoni e mi pareva che tutto fosse un gioco divertente. Non passò molto tempo però che ebbi modo di vedere e di comprendere, benché ancora ragazzino, quanto dolorosa e crudele fosse la guerra2, il terribile gioco dei grandi. aiello del Friuli, luglio 1968 Ulderico Bressan

1. Un decennio dopo il paese divenne italianissimo, ma durante il periodo fascista vi furono moltissime informative dei carabinieri alla Prefettura riguardo il pericolo rappresentato ancora dai sentimenti filo austriaci. 2. Tra i ricordi di mio padre vi è quello di due colonnelli dell'esercito italiano acquartierati presso la sua abitazione ai quali portava ogni giorno il giornale. Nel ‘17 erano stati messi in consegna per aver criticato la strategia di guerra dopo aver comandato sette assalti suicidi sul San michele. Non ha avuto notizie sulla loro sorte.


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notizie biografiche Carlo Spagnul nacque il 1° aprile.1891 a Sao Carlos do Pignal nello Stato di San Paolo in Brasile, da Francesco, nato a Tapogliano il 24 maggio 1857 e da maria Tempo nata a Strassoldo 15 luglio 1865. della dozzina di figli che ebbero in Brasile solo quattro sopravvissero, date le durissime condizioni di vita. Per quanto riguarda l’emigrazione in Brasile non vi sono dati certi, ma sicuramente avvenne fra il 1880 e il 1885. Il ritorno in Italia di Carlo Spagnul si può datare fra il 1908 e il 1909. la sosta a Strassoldo avvenne dalla sorella della mamma; poi la famiglia comprò casa ad aiello in una zona prossima o identica al posto attuale. I primi atti di compravendita di terreni sono del 1909. Fra il 1910 e il 1912 Carlo frequenta nei mesi invernali una scuola a Gorizia. La Guerra -1912: arruolato nell’esercito austroungarico. 12a compagnia, 97° reggimento, arsenale d’artiglieria di stanza a Basovizza Trieste. -1913, febbraio 15a compagnia, 4° battaglione, 97° regg. di stanza a Karlstatd ( attuale Karlovac, Croazia) -1914, 18 giugno, licenza di 20gg per la fienagione -1914, 28 giugno, fine licenza per l’attentato di Sarajevo. -1914, metà agosto, partenza in treno per la Galizia -1914, dal 26 agosto ai primi di settembre battaglia di leopoli -1914, ottobre ritirata sui Carpazi. -1915, dicembre, attendente di un capitano ungherese. In licenza con lui a marmaros Sziget in Ungheria (attuale Sighetul marmaors Romania) -1916, settembre, offensiva russa a Przamysl, si trasferisce nella 4a compagnia del 97 reggimento; inizio della ritirata delle truppe austro-ungariche. ammalato di dissenteria o colera viene ricoverato in ospedale e riesce a superare al crisi. -1916, convalescenza di lavoro a Krems -1917, treno per osjek in Serbia (attuale Croazia) e quindi a Szeghet in Ungheria -1917, su e giù tra l’austria, i Carpazi e la Romania


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Carlo Spagnul ad Aiello

-1917, 17 luglio, diserzione dall’esercito austroungarico. Prigionia presso il campo di Colomea (Kolomya) poi via verso Kiev e quindi verso Kirsanov presso la missione italiana e il campo di prigionia. -1917, ottobre, rivoluzione sovietica; durante l’ inverno lavora nei pressi della città di Kirsanov -1918, estate, trasferimento in Siberia. -1918, 1° agosto arruolato nella Regia marina Italiana. Inviato sul fronte siberiano per operazioni di presidio con le truppe interalleate. -1919, dicembre, preparativi per la partenza verso l’Italia -1920, sbarco a Trieste il 2 febbraio e ritorno ad aiello del Friuli. -1920, 25 febbraio congedato e autorizzato a fregiarsi della medaglia istituita a ricordo della guerra -1922, 6 aprile, concessione n. 67753 a fregiarsi della medaglia Interalleata della Vittoria. -1953, scrive le sue memorie -1974, 5 giugno, muore a Palmanova ed è sepolto ad aiello.



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i Prigionieri della grande guerra di Marina Rossi

Sull’esperienza della guerra sul fronte orientale e della prigionia dei soldati del litorale si vedano: G. medeot, Friulani in Russia e in Siberia, Gorizia, 1979; l. Peteani, Un episodio dell’odissea degli irredenti prigionieri in Russia. La condanna di Riccardo Zanella per alto tradimento, in “Fiume”, n.s., 1987, n. 13; m. Rossi, S. Ranchi, Lontano da dove… Proletari italiani e sloveni del Litorale nei vortici della guerra imperialista, in “Qualestoria”, a. 14 (1986), n. 1-2; m. Rossi, S. Ranchi, Proletari del Litorale tra lotte e speranze rivoluzionarie (marzo 1917-novembre 1918), in “Qualestoria”, a. 16 (1988), n. 3; m. Rossi, S. Ranchi, Dalla Galizia alla Siberia: esperienze e testimonianze delle genti del Litorale, Quaderno n. 2 dell’associazione Italia-URSS, Trieste 1989; Lettere di guerra e d’amore, a cura di m. Rossi, S. Ranchi, Udine 1989. da segnalare anche i saggi contenuti nel numero monografico Lontano dalla patria, ai confini del mondo. Diari, memorie, testimonianze di internati militari e civili nella grande guerra, a cura di m. Rossi, “Qualestoria”, a. 20 (1992), n. 3, nonché il recente studio complessivo di m. Rossi, Prigionieri dello Zar. Soldati italiani dell’esercito austro-ungarico nei lager della Russia (1914-1918), mursia, milano 1997; il saggio di m. Rossi, La prigionia in Russia, in Friuli e Venezia Giulia. Storia del ‘900, libreria editrice Goriziana, Gorizia 1997, a cura dell’Istituto Regionale per la Storia del movimento di liberazione. Sull’identità culturale, nazionale, politica e psicologica, il lavoro delle missioni militari nei campi di prigionia in Russia e il problema del rimpatrio vedi il volume di m. Rossi, Irredenti giuliani al fronte russo. Storie di ordinaria diserzione di lunghe prigionie e di sospirati rimpatri (1914-1920), del Bianco, Udine 1998. Per quanto riguarda gli studi condotti nell’area trentina, indichiamo i lavori di G. Fait, d. leoni, F. Rasera, C. Zadra, Soldati, mori, 1986; di G. Fait, d. leoni, F. Rasera, C. Zadra, La scrittura popolare della guerra. Diari di combattenti trentini, in La Grande Guerra, espe-


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rienze, memoria immagini, a cura di d. leoni – C. Zadra, Bologna, 1986; a. antonelli, Storie da quattro soldi. Canzonieri popolari trentini, Trento, 1988; R. Francescotti, Italianski. L’epopea degli italiani dell’esercito austroungarico prigionieri in Russia nella Grande Guerra (1914-1918), Valdagno, 1994; l. Palla, Esperienze di prigionia in Russia, in Sui campi di Galizia (1914-1917). Gli Italiani d’Austria e il fronte orientale: uomini popoli culture nella guerra europea, a cura di Gianluigi Fait, materiali di lavoro - museo storico Italiano della Guerra, Rovereto 1997, catalogo della mostra internazionale promossa dal museo Storico Italiano della Guerra a Rovereto nell’estate 1995, che comprende studi inediti sulla guerra ad oriente. Sempre per l’area trentina, vanno segnalati i primi tre volumi della collana edita dai musei storici di Trento e Rovereto, che raccoglie testi autobiografici di soldati e non: Scritture di guerra, nn. 1-3, Trento-Rovereto, 1994-1995. Sulle vicende dei prigionieri italiani del Regio esercito italiano si veda il volume di G. Procacci, Soldati e prigionieri italiani nella Grande Guerra, editori Riuniti, Roma 1993; C. Pavan, I prigionieri italiani dopo Caporetto, Pavan, Treviso 2001. Sull’utilizzo militare dei prigionieri austroungarici di nazionalità ceca e croata vedi l. Valliani, La dissoluzione dell’AustriaUngheria, Il Saggiatore, milano 1966; e. Bucciol, Dalla Moldava al Piave. I legionari cecoslovacchi sul fronte italiano nella Grande Guerra, Nuova dimensione, ediciclo, Padova 1999. Sulle vicende dei prigionieri dell’esercito serbo e degli austroungarici al fronte balcanico vedi e. Bucciol, L’Albania nella Grande Guerra. Un fronte dimenticato, con un saggio di m. Rossi, introduzione di F. leoncini, Nuova dimensione, Padova 2001. Sulla propaganda fotografica e cinematografica dell’esercito zarista si veda il saggio di m. Rossi, La guerra ad oriente nell’obiettivo dell’esercito zarista, in Sui campi di Galizia (1914-1917). Gli Italiani d’Austria e il fronte orientale: uomini popoli culture nella guerra europea, a cura di Gianluigi Fait, Rovereto, materiali di lavoro, museo storico Italiano della Guerra, Rovereto 1997; e il film video di I. Gianichian, a. Ricci, Prigionieri della guerra, Rossato, 1995, con ricerche documentaristiche svolte da m. Rossi negli archivi russi.


110 elenco degli abitanti di aiello e Joannis arruolati nell’imperiale e regio esercito austro ungarico e nella marina da guerra I nominativi, con la sola indicazione della classe, la prigionia, il decesso in guerra o l’invalidità contratta al fronte, sono stati estratti dalla pubblicazione di Giorgio milocco, Tutti gli uomini dell’Imperatore, edizioni della laguna, al quale rinvio per notizie più approfondite sulle singole persone. Per alcuni ho rintracciato solamente il nome. Non c’è praticamente famiglia di aiello che nella lista dei soldati dell’esercito austro-ungarico non possa ritrovare un parente. al ritorno dalla prigionia ci furono diversi internamenti nei campi di concentramento italiano, sia per motivi politici, sopratutto socialisti e bolscevichi, sia per quanti erano sospettati di aver sostenuto più apertamente l’Impero. Ho segnalato anche questi casi. ad aiello nel 1914 erano stati censiti 1.756 abitanti, arruolati 337, deceduti 36. andrian antonio, classe 1894. Prigioniero in Russia ad orlov. Torna da arcangelo nel 1916. Falegname. andrian Giuseppe. andrian ottavio, classe 1883. Prigioniero in Russia nel campo di Kirsanow attems arbeno, Cilli 1898-aiello 1968. attems Walter, landsberg 18931954 avian antonio di Giovanni, cl. 1872. Prigioniero in Russia ad orlow. avian Bruno di Fioravante, 18911977 avian enrico avian ernesto di Francesco cl.1888. deceduto a Blazewgorny il 19.10.1914. avian Fiore di lino cl. 1900 avian Giovanni Battista, invalido. avian Giovanni cl. 1887.

avian antonio di Giovanni, invalido. avian Graziano cl. 1892. avian lino di Giovanni Battista Francesco, cl. 1870. avian Roberto, cl. 1870, invalido. avian Sigismondo di Giovan Battista Francesco, cl. 1867-1951 avian Valmore. Bais Pietro. Bais Silvio. Barnaba Silvio. Bearz Francesco di Giacomo (Checo). Berka Ignazio di angelo. Bertossi Pietro di Giovanni Battista, cl. 1891. Biasiol Giuseppe. Bohener Francesco. Prigioniero in Italia. Bois alfonso di alfonso, cl. 1891. Bois Pietro di Giacomo (Pieri), 1890-1950. Prigioniero in Russia, ritorna nel 1916 dal porto di


111 arcangelo Bois Valnero, cl. 1893. Bon Pietro. Boz angelo di angelo (angelin), 1885-1970. Boz enrico (Rico) Braida antonio di antonio Brandolin Giusppe di Giacomo (Pepi), 188471948. Prigioniero in Russi, ritornato da odessa. Brandolin michele Brandolin Redento di Giacomo. Invalido. Brandolin Santo. deceduto. Bressan antonio. Bressan augusto di antonio. Bressan Giovanni di Giacomo, 18821969. Bressan Noè. Il figlio Ulderico ricorda il 24 maggio 1915 ad aiello. Bressan Stefano di Uldarico. Invalido. Bugatto Francesco (Bugatin), cl. 1894 Bugatto Francesco di angelo (Bugatin), cl. 1867. Bugatto Giusto di Giuseppe, cl 1883. Buiat adolfo di Valentino, cl. 1892. Buiat antonio di augusto, cl. 1886. Buiat antonio di Pietro (Toni), cl. 1892.Prigioniero in Russia. Invalido. Buiat eugenio, cl. 1892. Buiat eugenio di Pietro, cl. 1894. Ferito nella battaglia di TereschenyBukowina (9.8 - 11.8.1917) Buiat Gerardo. Buiat Giovanni di antonio, cl. 1889. Invalido. Buiat Giuseppe di agostino, 18761935. Invalido. Buiat mario di Valentino, cl. 1886, nato a S. Paolo in Brasile. Buiat mariodi Pietro e Florinda

Vrech, cl. 1896. Prigioniero in Galizia. Ritorna da Vladivostok. Buiat Rodolfo (dolfo), cl. 1892. Buset Gabriele di domenico, 18861973. Prigioniero in Russia. Ritorna da arcangelo nel 1916. Cantarin Francesco di Giacomo. Cantarin Giacomo. deceduto Cantarin luigi. Carlet Ruggero di Giuseppe, cl. 1888. Prigioniero in Russia. Ritorna da Vladivostok nel 1920. Carmusciano alberto. Cagnon Giovanni. Cargnelutti Carlo di domenico. Cargnelut domenico di Carlo. Causer domenico di antonio, cl. 1890. Ceccot Guerrino. Ceppellot luigi, cl. 1878. Colautti Giusto di Giuseppe. Colussi Giovanni di leonardo, cl. 1885. morto di scarlattina il 4.3.1915. Comar antonio. Comar augusto (barba di Beno). Comar egidio. morto sul campo di battaglia il 26.1.1915. Comar eugenio. Comar mario di Valentino. deceduto. Comar Valentino. Cragnolin Giacomo di Vincenzo, 1869-1942. Invalido. Cucit Carlo. decorti Giuseppe di Guglielmo degiorgio marco di Valentino. del Col Giuseppe. del Fabbro Giorgio di Francesco. del Frate Cesare. de luisa leonardo. de marchi antonio di Giovanni. diana antonio, cl 1885. Prigioniero


112 in Russia a Tambow. diana domenico di Giuseppe, 18801948. diana Giuseppe di Giuseppe, cl. 1887. dipiazza Giovanni Battista (Barba Zaneto). dipiazza Giuseppe. dipiazza Giudo di Giovanni Battista, 1898-1979. dose antonio di luigi. dose antonio di Giacomo. dose Giovanni, cl. 1888. Fattor Giuseppe. Felcher antonio di luigi. Felche domenico. deceduto. Felche luigi. Feliciani Cesare. Fieghel antonio. Folla Celeste. deceduto. Folla Policarpo. Fort Giacomo di domenico, cl. 1873 Fort Giovanni di andrea, cl. 1883. Fort Guglielmo di Gregorio, cl. 1891. Prigioniero in Russia dal 1-6 al 10-7-1916. Fort miche di Giacomo, cl. 1872 Fumo Giuseppe di Francesco. Gabas Giacomo di Giuseppe. Gallopin luigi. Geotti angelo di antonio, cl.1900 Geotti antonio. Geotti Giovanni di antonio, 18861943 Geotti ottaviano di Giovanni, 18701951. Invalido. Geotti Ugo, 1899-1951. Gerbin Basilio. Gobbo Giuseppe, 1868-1924. Grassetti antonio, cl. 1897. Grion antonio, deceduto. Grion egidio di Giuseppe. Grion Francesco, (Zef).

Grion leone. Grion Pietro, cl. 1876 Grion Raffaele. Gusmei Giuseppe, 1870-1915, (Jozef). Jacuz augusto. Justulin Casimiro di Giovanni, 18751950. Invalido. Justulin Giovanni, Invalido. levacovic luigi. lorenzon domenico di Francesco, cl. 1887. Prigioniero in Russia. lorenzut Giuseppe di agostino. luca antonio di G. Battista. Internato dagli italiani fino al 1919 perchĂŠ di sentimenti austriacanti. luca dorino. luca desman, cl. 1892. Prigioniero in Russia, ritorna nel 1920 da Vladivostok. macor luigi. macor Pietro di luigi, cl. 1887. magnan augusto. magrin alberto, 1886-1954. magrin arturo di Riccardo. Invalido. malacrea antonio, cl. 1879, Titassa. malacrea enrico. malacrea Giovanni. malacrea Romeo di Giovanni Battista. Prigioniero in Russia. malacrea Ruggero, cl. 1887. marcuzzi domenico. marcuzzi Giovanni di Giovanni. marcuzzi Giovanni Battista di di Giuseppe, cl. 1883. marcuzzi Giuseppe, 1885-1967, (Zef). marcuzzi luigi. mazzuchin Vincenzo. mian augusto. deceduto miani mario, cl 1883. Prigioniero in Russia. miceu Guido di Giovanni, cl. 1896.


113 miceu Santo di Giovanni, 18911957. michelutti Canciano. Fugge in Italia, disertore. miloch antonio di Giovan Battista, 1876-1951. miloch Giovanni di Giuseppe. deceduto. miloc luigi. Prigioniero in Serbia. deceduto. milloch michele. miloch Valentino, cl. 1898. modonut Carlo di Pietro, 1893-1971. moret Giovanni Battista, (Tita moret). moretti Pietro di Giobatta,. deceduto. mucchiut antonio di Giovanni, 1891-1954 mucchiut antonio di Giuseppe. mucchiut Giovanni di Giuseppe. mucchiut Giovanni di Battista. deceduto. Nadalini augusto, 1888-1966. medico, prigioniero in Russia, ritorna da arcangelo. Curò per anni generazioni di aiellesi. Nadalini Guido, cl. 1887. Prigioniero in Russia, Kirsanow Nardin Barbaro di antonio, cl. 1882. Nardin Nicola di Bortolo, cl. 1892. Nardon luigi, cl. 1889. Prigioniero in Russia. Novachig antonio. Novachig Giacomo. Novel Giacomo di Giovanni, 18751934. Novel Giovanni di Giuseppe. deceduto Novel Giuseppe di Giovanni, 18681939. Novel Paolo. Pascolat augusto Giovanni di

Giacomo, cl. 1885. Insignito della medaglia Karl Truppenkreuz. Pascolat eugenio di Giuseppe, cl. 1890. Pellegrini Francesco, cl. 1893. Pellegrini Gabriele di luigi, cl. 1896. Pellegrini Remigio, cl. 1871. Peloi angelo di antonio, cl. 1870. Parco angelo. Parco Giuseppe. Perini Giuseppe di liberale, 18911963 (Pepi libar). Perini Pietro di liberale, cl. 1884. Prigioniero in Russia a Sawod. Ritorna via arcangelo nel 1916 con la nave Körber. Pilot Giuseppe. Pinat domenico di Giovanni maria, cl. 1890 (meni). Ufficiale decorato con due medaglie al valore. Pinat Francesco di Giovanni maria, cl. 1891. Pinat Giovanni di Giovanni, cl. 1899. Pinat Graziano cl. 1877 (Grazian). Pinat luigi di Giacomo, cl. 1883. Pinat mario di Giovanni maria, cl. 1894. Pitteri antonio, cl. 1891. Pitteri antonio di Giacomo, cl. 1894. Prigioniero in Russia e dato per disperso. Pitteri Francesco Giuseppe di Giacomo, 1892-1971 (Checo Secco). medaglia Karl Truppenkreuz. Pitteri domenico di angelo, cl. 1899 (meni pûr). Pitton Pietro di domenico, 18801962 (Pieri Ciosa). Prigioniero in Russia e ritorno via Transiberiana. Piva ermanno di Gioacchino, 18931969. Invalido.


114 Piva Giovanni, cl. 1892. disperso. Piva mario. Plett antonio di antonio, 1879-1952 (Barbot). Plet Benvenuto di Giovanni, cl. 1891. Ferito. Plet dante, 1888-1950. Plet Giosuè 1892-1971. Plet Giovanni di luigi. Plet Guido di Giovanni Battista. Plet lino, 1879-1948. Plet longino di ottaviano, 18901958. Prigioniero in Russia, aderisce al Corpo di spedizione italiano CIeo e ritorna da Vladivostok nel 1920. Plet Roberto di ottaviano, cl. 1894 (Berto). Prigioniero in Russia nel giugno del 1916. aderisce al CIeo e ritorna nel 1920 come Spagnul. Plet Sergio di angelo, cl. 1890. Prigioniero in Russi. Ritorna da arcangelo con il primo convoglio della Körber. Pontel antonio, cl. 1896. Prigioniero in Russia, ritorna da arcangelo con la il secondo convoglio della Körber. Pontel Basilio di Gioacchino. Prigioniero in Russia ritorna nel giugno 1919. Pontel Celeste di Celeste. Pontel domenico di Giuseppe, 18881973. Invalido. pontel domenico, cl. 1890. deceduto nel dicembre 1914. Pontel eligio di antonio, cl. 1892. Prigioniero in Russia ritorna da arcangelo con il secondo convoglio della Körber. Pontel ermenegildo. Pontel Giacomo di Giuseppe, cl. 1875. Pontel Giacomo di Giuseppe, cl. 1885. deceduto a leopoli il 28-8-

1914. Pontel Giovanni. deceduto. Pontel Giuseppe marco di Giovanni Battista (1892-1971. Pontel luigi di Giuseppe, 18871967. Pontel Pietro di leonardo, 18961977. Prigioniero in Russi ritorna da arcangelo con la Körber. Ponton alfredo di davide, cl, 1883. Ponton Francesco, cl. 1874 (Checho min pursitâr). Prigioniero in Russia ritorna da arcangelo. Ponton Giacomo di ottaviano, cl. 1885 deceduto a loepoli il 28-81914. Ponton Giovanni. Ponton massimiliano di Giuseppe, cl. 1878. Internato in Italia. Ponton mattia di Giuseppe. Ponton olivo di Giuseppe, cl. 1875. deputato provinciale con incarichi dirigenti nel campo di concentramento per iternati a Wagna. Pozzar loeonardo (Nardin). Ranut albino di Giuseppe, cl. 1894. Prigioniero in Russia, aderisce al CIeo e ritorna da Vladivostok. Ranut augusto di Giuseppe, 18951973. Prigioniero in Russia come il fratello albino, aderisce al CIeo e ritorna da Vladivostok. Rizzatti Pietro. Rigotti Pietro, 1868-1955 (Pieri). Sandrin Giovanni Battista di Giuseppe, 1874-1947. Sardon lino, cl. 1870. Scarpa Guglielmo. Scochet Giacomo di Celeste. Scochet Giovanni. Scolobig enrico di Giacomo annibale, 1894-1964 (Rico). Prigioniero in Russia, aderisce al


115 CIeo e ritorna a Napoli con il piroscafo Glablonz. Sillig Federico di Valentino. Sinig Francesco. Soranz antonio. Spagnul Carlo di Francesco, 18911974. È l’autore delle memorie trascritte da ettore Tramontin e qui pubblicate. Spessot luigi di Giovanni, 1896. Prigioniero in Russia, ritorna da arcangelo con il primo convoglio Spessot Giuseppe di Battista, cl. 1879. Prigioniero in Russia, ritorna in Italia nel 1916. Sverzut alfredo. Sverzut edoardo di Giuseppe, 18701944. Invalido. Sverzut Giacomo di Giovanni, cl. 1894. Sverzut leonardo 1870. Tentor antonio, Prigioniero in Russia a Krapiwna. Tiberio emilio di Giovanni, cl. 1876. Tiberio Francesco di Santo, cl. 1870 (Checco). Tiberio Giovanni di michele. Tiberio Giovanni Battista di Giacomo, 1896-1983 (Tita). Tiberio Giuseppe di antonio, cl. 1894. Tiberio michele di Giovanni, cl. 1894. Tiberio Pietro di michele, 18781965. Tofful Giacomo. Tomasin antonio di lucio, cl. 1885. Segnalato come disertore nel 1914. Tomasin Giuseppe. Tonel Valentino, cl. 1872. Tosorat antonio di Giovanni Battista. Tosorat eligio di giuseppe. Tramontin antonio di Valentino, cl

1893 (Tonin). deceduto per malattia il 5.5.1915 Tramontin ettore di Valentino, cl. 1894. Fatto prigioniero a fine guerra nel Trentino ritorna a casa nei primi mesi del 1919. È il maestro che ha trascritto i diari di Carlo Spagnul. Tramontin marino di egidio, cl. 1888. Trevisan Giusto. Ulian Celeste, cl. 1890 (Celestino). Ferito. Ulian Giovanni di Nicolò, 18821949. Invalido. Urizzi antonio. Urizzi eugenio, cl. 1888. Prigioniero in Russia. Urizzi Giacomo, cl. 1875. Prigioniero in Russia. Urizzi Giuseppe di Giovanni. Valent Giovanni, 1895. Prigioniero in Russia. Valent Pietro. Valle alberto. Vecchiet angelo. deceduto. Vecchiet Carlo, cl. 1889. prigioniero in Russia. Ferito. Vecchiet ermenegildo di antonio, cl. 1894. Vecchiet Giuseppe. deceduto. Venturini edo. Venier Cornelio di Uldarico, cl. 1890. Venier Giuseppe, cl. 1867. Prigioniero in Russia. Venier Giuseppe di Camillo, cl. 1896. Venier Giuseppe di Giovan Battista, cl. 1896. Venier Graziadio di Uldarico, cl. 1893 (Ciôla). Prigioniero in Russia, ritorna da arcangelo. Verzegnassi Giuseppe.


116 Visintin antonio.Visintin Giovanni. Visisntin Giuseppe di luigi. Visintin Romano. Vittor augusto Giovanni di Francesco, cl. 1896. Vittor Francesco Giorgio di Francesco, cl. 1897. Vittor Giovanni Battista. disertore nel 1915. Vittor michele di Francesco, cl. 1898. Vrech antonio deceduto. Vrech domenico di Giuseppe, 18971980 (meni). Prigioniero in Russia. Ferito. Vrech eugenio, cl. 1895. Invalido. Vrech Giacomo di Giuseppe. Invalido. Vrech Giovanni di antonio, cl. 1893. Invalido. Vrech Narciso di domenico, cl. 1882 (Ciso). Vrech Valentino. deceduto. Weter Vladislao. Zamar mario (mucĂšl). Zamar ettore. Zandegiacomo Ferruccio di erminio, 1895-1964. disertore e quindi ufficiale degli alpini. Zandomeni Fioravante di Paolo, 1888-1915. deceduto. Zandomeni Fiore. deceduto. Zanel Carlo di michele, cl. 1884. deceduto nel 1914. Zanel Innocente. Zanolla Francesco di Giacomo. Zanetti luciano di antonio (luzianin). Zanetti Pietro, 1869-1960 (Pieri fari). Zanutel augusto, 1891-1970. Prigioniero in Russia nel campo di Birjutsch. Rimpatria da arcangelo.

Zanutel ermenegildo di Giovanni, cl 1895. disperso. Zonch angelo di domenico. Zonch emilio. disperso. Zonch ermenegildo, 1879-1951 (Gildo). Zorzin Valentino. Zulian eugenio Tomaso di Giovanni maria, cl. 1885. deceduto. Zuttion antonio. deceduto. Zuttion Francesco. Vedove di guerra censite Nr. 15: Bazeo anna nata mauro, Bon Giovanna n. Canciani, Colussi Caterinan. Cantarin, Comar marina n. Baldassi, de Corti maria n. Chiaselotti, Feliciani Irma n. avian, Fieghel luigia ved. delfrate., Folla Giovanna n. Grion, milloch Teresa n. Colussi, Pinat vincenza n. Ross, Pontel lucia n. Bearzotti, Vecchiet domenica, Vechiet Regina n. Gerion, Vrech antonia, Zandomeni Teresa n. Cantarin.

a Joannis, comune a sĂŠ nel 1914, erano stati censiti 746 abitanti, arruolati 139, deceduti 24. aiza aldo di Francesco. aizza domenico di Giovan Battista, 1875-1920 (meni). Invalido. aizza Giustino, cl. 1889. avian alberto di domenico. avian aldo Giuseppe di Francesco, cl. 1893. Prigioniero in Russia, ritorna da arcangelo nel 1916. avian Francesco. avian Giovanni, cl. 1872. avian lino, 1884-1953. avian luigi, cl. 1878.


117 Badin Giuseppe di leopoldo. Bais albino di Giuseppe, cl. 1896. deceduto nel 1918. Bas Fabio, 1879-1952. Fratello di albino. Bais Giulio. Fratello di albino. Bais Giuseppe, 1869-1931. Fratello di albino. Bais Giuseppe, cl. 1876. Bais lino, cl. 1893. Bais luigi. Baldas Giuseppe, cl. 1873. deceduto. Baldas Saturnino Bazzeo Tommaso di Fidenzio, cl. 1881. Invalido. Bearz Valentino di Giordano, 18721952 (Tin Tirel). Bearzot emilio, cl. 1890. Biasioli egone. diserta prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Bignulin antonio, 1879-1934 (Toni Bovar). Bignulin Giovanni, 1886-1959. Bignulinleonardo, 1896-1923 (Nardin). Ricoverato a Vienna, muore a casa per postumi. Bignulin luigi (Vigi). Bignulin Patrizio, 1871-1953. Bignulin Valentino di Patrizio, 18961970. Prigioniero in Russia e quindi a Bagnaria arsa nel 1919. Blanch albino di Paolo, 1894-1975 (albin). Blanch antonio di luigi. disperso dal 1915. Blanch antonio, cl. 1888. Blanch domenico di Paolo, 18901968 (meni). Blanch ermenegildo di Giuseppe, cl. 1892. Prigioniero in Russia ove avviene il decesso. Blanch Giulio.

Blanch luigi di luigi, 1894-1967 (Vigi). Prigioniero nell’ottobre 1918 sul Piave, inviato ad Isernia. Ivalido. Blanch Valentino di Paolo, 18921980 (Tin). Internato nei campi italiani di opera Valenza fino al 3.3.1919. Blanch Vulmauro (Barba maro). Bratuz Romano, 1875-1960. Cappellano militare. Broschina Giovanni. Buldrin Fabio. Buldrin Giovanni, 1874-1961 (Giovanin). Bulzich antonio, 1871-1953 (Toni). Bulzich (Bolzicco) Girardo. Prigioniero in Russia al rientro internato nel campo di Servigliano. Carlin Giovanni, cl. 1876 (Barba Giovanin). Cidin Giacomo, 1896-1982. Prigioniero in Russia. Cidin Guerrino di Francesco. deceduto. Cidin Valentino, 1892-1970. Prigioniero in Russia. Ferito. Colussi alfredo, cl. 1895. Colussi Giovanni. deceduto. decorte edoardo. Prigioniero in Russia al ritorno internato a Servigliano fino al 1919. deuri Giacomo di luigi. del monaco antonio, cl. 1893. Prigioniero in Russia. Rientra da arcangelo nel 1916. deluisa angelo, cl. 1874. deluisa augusto, 1879 (Gusto). dipiazza Giuseppe di Giuseppe. dose Giovanni, 1888. Prigioniero in Russia. Rientra da arcangelo nel 1916. dreossi desiderio. Franzolin angelo.


118 Galupin Giuseppe. Geotti antonio Pietro di Germano, 1881-1960 (Giaiot). Gregorat domenico, 1873-1950. Gregorat duilio. Gregorat lino. Gregorat luigi di antonio, 18911959. Gregorat Nicolò di antonio. deceduto. Gregorat Valentino. lorenzon domenico. macoratti egidio. deceduto. macoratti leoplodo, 1885-1958 (Poldo). marega Pietro. martin Nicolò. mattiazzi Riccardo, cl. 1886. Prigioniero in Russia. Rientra da arcangelo nel 1916. mezzorana antonio. mian ermenegildo di Francesco, 1884-1955. Prigioniero in Russia al ritorno internato all’asinara fino al 1919. mian Giovanni. Fratello di ermenegildo. mian Pietro di Francesco, 18891958. Fratello di ermenegildo. mian luigi, cl. 1873. mocenigo alfredo di aristide, 18961968. Prigioniero in Russia al ritorno internato a muggia. mocenigo Guido. Pascolat antonio, cl. 1874. Prigioniero in Russia. Pellegrini Giovanni, 1884-1960. Pellegrini Pio Romano di Francesco, 1887-1920. Perusin antonio, cl. 1888. Perusin domenico (Baba meni). Perusin Gelindo, cl. 1896. deceduto in Galizia.

Perusin Giacomo di domenico. deceduto. Perusin Giuseppe, cl. 1896. Prigioniero in Russia, al ritorno nel 1919 viene internato a Servigliano Pilot antonio di Valentino, cl. 1886. Pilot domenico. deceduto. Pilot domenico, cl. 1895. deceduto in Galizia. Pilot domenico, cl. 1887. Pilot Giacomo, 1875-1969 (Pilot dal Bosc). Pilot Gino. Invalido. Pilot lino, cl. 1885. Prigioniero in Russia. deceduto poco dopo il ritorno a casa. Pilot Giovanni Battista di luigi, 1878-1962. Pilot Virginio di Giovanni Battista, cl. 1896. Prigioniero in Russia. Rientra da arcangelo nel 1916. Pinat domenico. deceduto. Pinat ermenegildo. disperso dal 1915. Pinat Francesco di luigi, 18851967. Premiato con la medaglia Karl Truppenkreuz. Pinat Giovanni, cl. 1891. Invalido. Pinat Giulio di Umberto. deceduto. Pinat luigi (Vigi). Pinat Nicolò, 1882-11915 (Coleto). deceduto a casa per postumi della guerra. Pinchiarul antonio. deceduto. Pinchiarul agostino di agostino, 1867-1932. deceduto. Pinchiarul Giacomo di agostino. Rosin Giuseppe di luigi, cl. 1899. Prigioniero in Russia, al ritorno viene internato a Isernia. Rosin luigi di Giuseppe, 1869-1950 (Vigi). Rosin Valentino, cl. 1875.


119 Rosolon Pietro. Scarabelli agostino. deceduto. Scarbelli Casimiro, cl. 1890. Scarabelli luigi di Giovbattista, cl. 1882. Scuss Teodosio. Silvestri antonio. deceduto. Sgorbissa Giuseppe. Spazzapan mario di Francesco, cl. 1889. Sualdin domenico, 1883-1966. Tin Giovanni Battista di Giuseppe. Tosolini Vittorio di Giosu猫, 18841970. Trevisan Giacomo. Visintin Giovanni. Visintin Giuseppe. Vrech antonio. deceduto in Galizia. Vrech augusto, 1874-1967. Prigioniero in Russia. Vrech edoardo di domenico, 18911979. Fratello di augusto. Vrech eugenio, 1896-1953 (Genio). Prigioniero in Russia. Vrech Giacomo, 1885-1968. Fratello di augusto. Vrech Giovanni, cl. 1889. Ferito nel 1915. deceduto nel 1916. Vrech Giuseppe di Giulio, cl. 1876 (Barba Zez Nadalut). Fratello di eugenio. Prigioniero in Russia. Parte da arcangelo sul K么rber nel 1916 con destinazione Inghilterra. Vrech massimiliano. Zamar luigi. Zuttion albino, cl. 1868. Zuttion antonio, cl. 1894. deceduto. Zuttion domenico (Zef). Zuttion luigi, cl. 1875. Zuttioni Raimondo, cl. 1896. Vedove di guerra censite Nr. 5:

andrian maria Vedova Silvestri., Colussi allegra vedova Colussi, Pilot Teresa vedova Vrech, Vrech attilia vedova Baldassi, Vrech mari vedova Zuttion.



Gaspari editore Via Vittorio Veneto 49 - 33100 Udine 0432 512.567 • tel./fax. 0432 505.907 www.gasparieditore.it e-mail: info@gasparieditore.it

DIARI E MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA Ettore Viola VITA DI GUERRA Le straordinarie avventure dell’Ardito del Grappa A cura di Antonino Zarcone Paolo Gaspari e Ruggero Dal Molin ISBN 88-7541-121-2; 60 ill., pp.204, ? 14,80 Hans Mend L’ALTRA GUERRA DEL FÜHRER Il portaordini Adolf Hitler nelle trincee del fronte occidentale 1914-1918 A cura di Paolo Pozzato ISBN 88-7541-058-5; 60 illustrazioni, pp.200, ? 17,50

Enea De Alberti Giuliana Fortin SULLE TRACCE DELL’ARDITO Prefazione di Corrado Perona ISBN 88-7541-137-9; 60 ill., pp.180, ? 10,00 Michele Gabrielli RICORDI DI GUERRA L’attacco con i gas sul San Michele e la riconquista delle trincee Prefazione di Nicola Persegati ISBN 88-7541-053-4; 30 ill., pp.128, ? 14,00 Augusto Baccon Celso Trevisan COSA ACCADDE AL SASSO MISTERIOSO IN VAL TRAVENANZES LA NOTTE DEL 30 LUGLIO 1916? A cura di Paolo Gaspari ISBN 88-7541-127-1; 60 ill., pp.160, ? 12,50 DIARI DI GUERRA SULLA MARMOLADA E SUL COL DI LANA A cura di Mario Bertelli, Mario Fornaro e Dario Fontanive Prefazione di Marco Balbi ISBN 88-7541-006-2; 52 ill, pp.100, ? 12,00

Alfredo Ortali DALLA ROMAGNA ALLA MARMOLADA PER UN IDEALE REPUBBLICANO A cura di Andrea De Bernardin ISBN 88-7541-119-0; 14X21 cm. 60 ill., pp.120, ? 12,80 Paolo Giacomel AVANTI SAVOIA! ISBN 88-86338-88-0; pp.126, 70 ill., ? 12,00

Paolo Giacomel TU COL CANNONE, IO COL FUCILE Alessandro Suckert e Curzio Malaparte nella Grande Guerra Prefazione di Alberto Monticone, con un saggio di Paolo Gaspari


ISBN 88-86338-85-6; pp.160, 80 foto, ? 12,00

Aurelio Baruzzi QUEL GIORNO A GORIZIA vol. I. DALL’INIZIO DELLA GUERRA ALLA BATTAGLIA DI GORIZIA A cura di Ivo Tampieri, Presentazione di Giovanni Spadolini ISBN 88-86338-32-5; pp. 244; cartine 20; foto 49. ? 14,50

Aurelio Baruzzi QUEL GIORNO A GORIZIA vol. II. SULL’ALTIPIANO DI ASIAGO, SUL PIAVE, LA PRIGIONIA E LA FUGA ISBN 88-86338-97-X; pp. 192, 56 foto, 6 piante topogr., ? 15,00

Ivano Urli BAMBINI NELLA GRANDE GUERRA Prefazione di Giacomo Viola ISBN 88-86338-81-3; 76 ill., pp.196, ? 12,00

Antonio Roja MA I GENERALI DORMIVANO...? Il marmocchiume s’é messo a giocare alla guerra ISBN 88-86338-77-5; pp. 104, 50 foto, ? 12,00

Giuseppe Magrin Federico Fiorin IL CAPPELLANO DEL CADORE Diario di guerra di don Emilio Campi, cappellano del battaglione Pieve di Cadore ISBN 88-86338-54-4; pp. 152; cartine 3, foto 48. ? 13,43

Armando Lodolini QUATTRO ANNI SENZA DIO. Vol. I. Il diario di un mazziniano dalle trincee del Carso alle Giudicarie Prefazione di Luigi Emilio Longo ISBN 88-86338-85-1; pp.160, 44 foto, ? 14,50

Armando Lodolini QUATTRO ANNI SENZA DIO Vol. II. Un mazziniano nello Stato Maggiore. Le Giudicarie, il Piave e la Val Sugana ISBN 88-7541-024-0; pp. 224, 38 ill., ? 15,00

Enrico Costantini DALLE DOLOMITI A BLIGNY Diario di un fante 1915-1919 ISBN 88-7541-203-0; pp. 112; 69 foto e cartine ? 12,00

ATTUALITÀ DELLA GRANDE GUERRA Conversazioni di Mimmo Sacco con Alberto Monticone e Mario Rigoni Stern ISBN 88-7541-038-0; 30 illustrazioni, pp.120, ? 14,00

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Nicola Ragucci L’OSPEDALE DA CAMPO 040 DI CORTINA A cura di Paolo Giacomel ISBN 88-7541-208-1; pp. 320; 65 ill., ? 18,00

Augusto Soramel DUE ANNI DI GUERRA A cura di Gianluca Volpi


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Tivadar Soros ROBINSON IN SIBERIA La fuga di un ufficiale ungherese nella Russia della rivoluzione Prefazioni di George e Paul Soros, introduzione di Humprey Tonkin A cura di Margherita Bracci Testasecca ISBN 88-7541-202-2 ; pp. 128; illustrato con 5 piante, ? 12,00

Aurelio Vesci TRA LE PIETRAIE DEL CARSO Le avventure di un avo dimenticato ISBN 88-7541-216-2 ; pp. 168; illustrato con 60 immagini, ? 14,50

DIARI E MEMORIE DELLA STORIA ITALIANA Luigi Venturini LA FAME DEI VINTI Diario di prigionia in Russia di un sergente della Julia Prefazione di Giorgio Rochat, Presentazione di Pietro Nonis ISBN 88-86338-93-7; 20 illustrazioni, pp. 182, 2a ed., ? 14,50

Giuseppe Rigato DORTMUND LAGER 1242 L’inferno della Tremonia Prefazione di Frediano Sessi ISBN 88-7541-023-2, pp. 120, ? 8,50

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Patrizia Deotto STANITSA TÈRSKAJA L’illusione cosacca di una terra Prefazione di Marcello Flores ISBN 88-7541-025-9, 28 ill., pp.116, 2a ? 12,80

Fausta Finzi A RIVEDER LE STELLE La lunga marcia di un gruppo di donne dal lager di Ravensbrück a Lubecca A cura di Federico Bario e Marilinda Rocca Prefazione di Frediano Sessi ISBN 88-7541-093-3, ill., pp. 144, ? 10,00

Guido Visendaz LA LUNGA FUGA Prefazione di Giorgio Rochat, A cura di Andrea Ungari ISBN 88-7541-016-X, llustrato, pp.150, ? 12,50

Enrico Rocca DIARIO DEGLI ANNI BUI 1939-1943 A cura di Sergio Raffaelli, Introduzione di Mario Isnenghi


ISBN 88-7541-029-1, 17x24, llustrato, pp.288, ? 12,80

Giuseppe Garibaldi MEMORIE A cura di Alberto Burgos, Presentazione di Anita Garibaldi ISBN 88-86338-78-3; 120 illustrazioni, pp. 272, ? 14,80

Luigi Pastro RICORDI DI PRIGIONE Dell’unico superstite dei condannati di Mantova un capitolo sconosciuto della storia veneta e lombarda A cura di Enzo Raffaelli ISBN 88-7541-147-6, pp. 240, ill., a col e bn, ? 14,50

Mario Alfredo Petrucco UN BIONDO GARIBALDINO Dal racconto familiare alla grande storia ISBN 88-7541-117-4; 20 ill., a col e bn, pp. 144, ? 12,50

RILEGGIAMO LA GRANDE GUERRA L’AMICO DEL RE Il diario di guerra inedito di Francesco Azzoni Avogadro, aiutante di campo del Re. Vol 1° Prefazione di Gherardo degli Azzoni Avogadro Malvasia ISBN 88-7541-177-8; illustrato con 98 foto, pp. 208, ? 14,50

Franco Favre LA MARINA NELLA GRANDE GUERRA Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico ISBN 88-7541-135-2; 20 illustrato con 175 foto e cartine, pp. 264, ? 14,80

LE CROCEROSSINE NELLA GRANDE GUERRA Aristocratiche e borghesi nei diari e negli ospedali militari. Una via all’emancipazione femminile ISBN 88-7541-134-4; 20 illustrato con 186 foto, pp. 320, ? 18,00

ESERCITO E POPOLAZIONI NELLA GRANDE GUERRA A cura di Alberto monticone e Paolo Scandaletti ISBN 88-7541-131-X; 20 ill, pp. 208, ? 12,00

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SUI CAMPI DI BATTAGLIA PER CAPIRE LA STORIA A cura di Alberto monticone e Paolo Scandaletti ISBN 88-7541-186-7; ill, pp. 246, ? 14,50


COLLANA STORICA Giorgio Rochat LE GUERRE ITALIANE IN LIBIA E IN ETIOPIA DAL 1896 AL 1939 Apparato iconografico di L. Martinis ISBN 88-7541-159-X; illustrato con 80 foto, pp. 240, ? 14,80

Luigi Emilio Longo IL GENIO DELLA VITTORIA Giovanni Battista Marieni comandante dell’Aeronautica e del Genio dopo Caporetto ISBN 88-7541-139-5; 20 illustrato con 180 foto e 60 carte inedite dell’Arch. Marieni, pp. 304, ? 22,00

F. Cappellano, B. Di Martino UN ESERCITO FORGIATO NELLE TRINCEE L’evoluzione tattica dell’Esercito italiano nella Grande Guerra ISBN 88-7541-083-6; 20 illustrato con 120 foto, pp. 280, ? 18,00

Paolo Volpato L’ORTIGARA IL 25 GIUGNO 1917 Nel racconto degli ufficiali di Prima linea ISBN 88-7541-078-X; 80 ill, pp. 460, ? 14,50

Guido Alliney MRZLI, LA BATTAGLIA DIMENTICATA Il massacro dei fanti siciliani nell’agosto del 1917 ISBN 88-7541-145-X; 128 illustrazioni a col e bn; pp. 232, ? 14,80

M. Pluviano, Irene Guerrini FUCILATE I FANTI DELLA CATANZARO La fine della leggenda delle decimazioni italiane ISBN 88-7541-106-9; illustrato con 50 rare foto, pp. 128, ? 14,50

M. Pluviano, Irene Guerrini LE FUCILAZIONI SOMMARIE NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE Prefazione di Giorgio Rochat ISBN 88-7541-010-0; illustrato con foto inedite, pp. 100, ? 15,00

G. Viola M. Zenatelli UNA GUERRA DA RE ISBN 88-7541-113-1; illustrato con 80 foto rare, pp. 100, ? 12,80

Oreste Bruno Ongaro ANTONIO CANTORE Da Assaba alle Tofane il mito del generale alpino Prefazione di Paolo Pozzato ISBN 88-7541-081-X; 80 ill. a col e bn, pp. 100, ? 14,50

Flavio Vizzutti MADAME MÈRE LETIZIA BONAPARTE E LA SUA FAMIGLIA Prefazione del principe Charles Napoléon ISBN 88-7541-132-5; 80 ill. a col e bn, pp. 224, ? 14,80

Paolo Scandaletti GALILEO PRIVATO Prefazione di Margherita Hack ISBN 88-7541-169-7; pp. 212, ? 14,80

MALATTIA E MEDICINA DI GUERRA NEL VENETO ALLA FINE DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE Postfazione di Lorenzo Cadeddu ISBN 88-7541-176-X; 80 ill., pp. 96, ? 14,80


IL CONTRORISORGIMENTO. GLI ITALIANI AL SERVIZIO IMPERIALE I lombardi, veneti e friulani nell’imperial Regia Armata 1814-1866 Pstfazione di Piero Del Negro ISBN 88-7541-107-7; illustrato a col e bn., pp. 256, ? 14,80

Mario Maffi L’ONORE DI BASSIGNANO Il maggiore che non volle fucilare gli alpini del Val d’adige Prefazione di Giorgio Rochat ISBN 88-7541-178-6; illustrato a col e bn., pp. 208, ? 14,80

A. L. Rossi G. Artesi COMBATTERE NELLE LAGUNE DI VENEZIA La Grande Guerra a Eraclea, Jesolo e Cavallino-Treporti, la storia dei primi marines italiani ISBN 88-7541-118-2; illustrato con 138 foto e cartine, pp. 256, ? 14,80

Nicola Persegati LA GRANDE GUERRA DI SPALDO Il diario di Aldo Spallicci, medico, repubblicano e poeta di romagna ISBN 88-7541-039-9; illustrato con 128 foto, pp. 200, ? 14,80

Fabio Todero MORIRE PER LA PATRIA I volontari del “Litorale austriaco” nella Grande Guerra Prefazione di Marina Rossi ISBN 88-7541-027-5; illustrato con 50 foto, pp. 208, ? 14,50

Silvio Ficini LA GRANDE GUERRA DEL NAZIONALISTA GUALTIERO CASTELLINI Dalle Dolomiti all’Adamello e dall’Isonzo al Grappa Prefazione di A. Monticone ISBN 88-7541-112-3 pp.228; ill. ? 14,80

Lorenzo Cadeddu LA LEGGENDA DEL SOLDATO SCONOSCIUTO ALL’ALTARE DELLA PATRIA Con il saggio di Roberto Cartocci Il patriottismo difficile degli italiani ISBN 88-86338-46-5; 17x24, pp. 184; foto 52, ? 15,00

Carlo Vicentini IL SACRIFICIO DELLA JULIA IN RUSSIA Prefazione di G. Rochat ISBN 88-7541-071-2; pp. 160, ? 14,50

Massimo Marocchi IL RACCONTO DELLA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA Prefazione di Fausto Fondrieschi ISBN 88-7541-079-8; pp. 400, ill. a colori e bn.; ? 24,80

A. Dal Fabbro I. Dal Fabbro L’ULTIMA RIVOLTA DEI MAZZINIANI L’insurrezione del 1864 nel Bellunese e in Friuli Prefazione di Paolo Pisani Con un saggio di Lothar Höbelt ISBN 88-7541-027-5, 50 illustrazioni, pp.156, ? 12,80

Enrico Cernigoi SCELTE POLITICHE E IDENTITÀ NAZIONALE Ai confini orientali d’Italia dalla Resistenza alla Guerra Fredda


14,00

CARLO SPAGNUL

LE MIE MEMORIE UN FRIULANO DAL BRASILE AL K.U.K. I.R. 97° DÈMOGHELA NEI CARPAZI, IN CINA E IN SIBERIA A CURA DI CARLO BRESSAN PREFAZIONE DI MARINA ROSSI

LE MIE MEMORIE

“ Nel Friuli Orientale esisteva ed esiste ancora il paese di Aiello del Friuli, allora un piccolo villaggio...” , con questa tonalità fiabesca Carlo Spagnul, contadino autodidatta, che sa osservare e descrivere con semplicità e senza vittimismi il mondo che lo circonda, inizia la narrazione della sua esperienza di vita. La prima parte del suo racconto riguarda l'emigrazione in Brasile, dove la famiglia si era trasferita per lavorare nelle piantagioni di caffè. Poi il ritorno ad Aiello, allora territorio austriaco, con l'arruolamento nel K.u.K. I.R. Freiherr von Waldstätten nr 97, il mitico dèmoghela (tagliamo la corda), formato in gran parte da friulani, giuliani e dalmati. Nei primi giorni di guerra le perdite, tra morti feriti e dispersi, superano il 95% degli effettivi; tra i superstiti c'è Spagnul. Non sente sua quella guerra e quella divisa, un giorno getta il fucile, attraversa le linee austro-ungariche e si consegna ai russi. Inizia qui un'altra serie di avventure che lo porteranno in Cina e poi in Siberia, arruolato nella Regia Marina Italiana, contro l'armata rossa. Infine, dopo un lungo viaggio, il ritorno nella casa di Aiello dove riprende il lavoro della terra.

CARLO SPAGNUL

le mie memorie copertina:copertina foto bepi 16/05/11 16.52 Pagina 1

GASPARI

GASPARI


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