Corriere del Po 02 - 2016

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Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi

Corriere del Po Anno III - n° 02 - Dal 25 Gennaio al 08 Febbraio 2016

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Eventi Artistici/Culturali della bassa

Mercoledì 13 Gennaio 2015 presso il lounge “Sweet & Sour “ di Guastalla, locale che spesso al suo interno propone non solo eventi musicali dal vivo ma anche iniziative artistico-culturali ha trovato adeguata collocazione a parete l’opera dell’artista Reggiolese Giuseppe Martucci. L’opera dal titolo "Adone la bellezza della dea Madre” realizzata su una tela di metri 1,10 x 2,20, rappresenta un concetto di pittura fondamentalmente contemporanea con un forte sapore del passato 900. L’elaborato pittorico è stato definito un’opera rivoluzionaria. All’installazione e alla presentazione del quadro erano presenti un numero cospicuo di partecipanti, appassionati ed esperti d’arte, tra questi segnaliamo la presenza del critico d’arte e responsabile artistico della Galleria Ducale della Pro Loco di Guastalla Sergio Zanichelli, il docente d’arte visiva e artista prof. Marco Cagnolati, il pittore Guastallese Vittorio Zanichelli e il referente artistico dello spazio espositivo "Nuova Primavera" di Reggiolo Ivo Bernardelli . L’artista Martucci all’attivo può vantare diverse partecipazioni artistiche e conferma che per l’anno 2016 sono in cantiere importanti esposizioni artistiche che lo vedranno protagonista non solo nel territorio Italiano. Nella foto - da sx: Marco Cagnolati, Giuseppe Martucci, Ivo Bernardelli e Sergio Zanichelli. M.C.

CORRIERE DEL PO

Free Press: Distribuzione Gratuita Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi Editore: Carlodaniele Caramaschi D.I. Stampa: Stamperia S.c.r.l. Parma Regist. Trib. MN - 01/2014

Sede: Via D . Corbari, 1 - Buzzoletto di Viadana (MN) AAAContatti: 345.0633342 Carlo 327.2564168 Katia - 345.4185917 Oriella

Collaboratori e Amici: Marco Cagnolati, Giorgio Boldrini, Luigi Mignoli, Attilio Pignata, Gianni Bellesia, Vanna Bozzolini, Marina Lombardi, Mariangela Corradini, Emanuele Marazzini, e tutti coloro che ci inviano articoli e/o Poesie da pubblicare, GRAZIE!!! Distribuzione: Casalmaggiore (Casalbellotto, Roncadello, Valle e Vicomoscano); Borgoforte; Campitello, Canicossa e Cesole di Marcaria; Commessaggio; Dosolo (Correggioverde e Villastrada); Gazzuolo; Gonzaga (Bondeno e Palidano); Moglia; Motteggiana (Sailetto e Villa Saviola); Pegognaga; Pomponesco; Sabbioneta (Breda Cisoni e Villa Pasquali); San Benedetto Po (Portiolo); Suzzara (Sailetto e San Prospero), Viadana (Banzuolo, Bellaguarda, Buzzoletto, Casaletto, Cavallara, Cicognara, Cizzolo, Cogozzo, Salina, San Matteo e Squarzanella); Boretto (Santa Croce); Brescello; Gualtieri (Pieve Saliceto); Guastalla (Pieve, San Giacomo, San Martino e Tagliata); Luzzara (Casoni, Codisotto e Villarotta); Poviglio; Reggiolo (Brugneto, Villanova). Avvertenza Legale: Tutte le pubblicità prodotte da Carlodaniele Caramaschi D.I. per il Corriere del Po sono di proprietà esclusiva dello stesso, pertanto è assoultamente vietata la riproduzione aanche parziale senza preventivo consenso. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. SE ANCHE TU VUOI MANDARCI QUALCOSA o PUBBLICIZZARE LA TUA ATTIVITA’ SULLE NS PAGINE corrieredelpo@gmail.com


IL BACIO DI GIOTTO NELLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI A PADOVA IL PRIMO BACIO NELL'ARTE ITALIANA: L'INCONTRO DI GIOACCHINO ED ANNA ALLA PORTA D'ORO

Molteplici sono le fonti della storia dell'incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta d'Oro a Gerusalemme. Fra queste la più celebre è certamente la "Leggenda aurea" di Jacopo da Varazze. Giotto illustra nella Cappella degli Scrovegni questo momento dell'incontro alla Porta d'oro di Anna e Gioacchino dopo la loro non breve separazione. Gran parte della parete di sinistra e di destra illustra in diversi riquadri questo momento della vita dei due personaggi biblici. Gioacchino, come racconta la 'leggenda di Jacopo' da Varazze, viene allontanato dal Tempio dal gran Sacerdote, perché dopo anni di matrimonio non aveva avuto ancora figli. Segno certamente della maledizione divina. Egli pensa di coprire questa vergogna ritirandosi in segregazione fra i pastori, nelle grotte delle montagne vicine alla città. Un angelo lo avvisa in sogno di una volontà superiore che vuole che si rincontri con l'amata sposa, Anna, presso la Porta d'Oro di Gerusalemme. Anche per Anna lo stesso sogno, nello stesso luogo, nello stesso momento: una rivelazione dall'alto !!! I due corrono per potersi rivedere dopo lunga sofferenza e finalmente alla porta d'oro possono riabbracciarsi. Il bacio che Giotto sa rappresentare nei suoi meravigliosi colori naturali, dimostra tutto l'affetto e la passione dei due sposi: vi è tutto un fremito nell'accostamento delle labbra, un vero turbamento nell'accostamento dei due. Da sinistra proviene infatti Gioacchino, seguito da un pastore, e da destra Anna, seguita da un gruppo di donne diversificate per classe sociale, studiate accuratamente nelle acconciature e negli abiti. I due consorti vanno incontro l'uno all'altro e, subito fuori dalla porta, su un ponticello, si scambiano un affettuoso bacio, che allude alla procreazione (senza macchia): infatti Anna rimase subito dopo incinta di Maria. Anna con una mano accarezza il volto di Gioacchino, mentre lui, lo sposo le posa la mano sulla spalla sinistra. Una scena che rivela una grande tenerezza e mostra tutto l'affetto sentito e vissuto dopo la grande sofferenza dell'ultimo distacco. E' infatti con Giotto che le figure cominciano ad acquistare una loro individualità e ad esprimere in modo evidente le loro emozioni e le loro passioni. Si è di fronte ad un bacio appassionato: si notano ad esempio le dita di Anna che accarezzano e passano attraverso i capelli e la barba dell'uomo. Un altro aspetto innovativo è dato dalla stabilità e compattezza dei corpi, frutto di un lungo studio dal vero, così come anche la rappresentazione del paesaggio mostra una certa attenzione all'osservazione della natura, anche se poi le proporzioni non hanno le dovute distanze, dimostrando come la pittura giottesca sia ancora legata ai canoni compositivi medievali. L'architettura della 'porta d'oro' ricorda l'arco di Augusto di Rimini ed è uno degli indizi che collocano il soggiorno del pittore nella città romagnola prima di arrivare a Padova. La Cappella degli Scrovegni a Padova è certamente l'apice pittorico di Giotto. Egli rimane il pittore grande del Medioevo, colui che seppe rompere la staticità e la fissità della icona bizantina fino ad allora dominante nell'arte figurativa, e rende viva e vivente la figura umana e la stessa pittura. La data degli affreschi sono del 1303 - 1305 circa. Una curiosità: nella scena “dell'Incontro alla Porta d'Oro” tra Gioacchino ed Anna, Giotto rappresentò il primo bacio dell'arte italiana. Luigi Mignoli

Le vostre Poesie... Ad Ostia antica

Mi urta che queste lente comete d'acciaio -verso Fiumicino? O Ciampino?- perdano quota sbuffando forte ogni cinque minuti minimo: così svanisce ogni magia. Qui tuttavia mi sento a casa. Qui qualcosa di sacro m'intenerisce e mi tenta. Eseguo un gesto segreto, liberatorio: solo sorrido tra i ruderi e i pensieri. Breve brusio: risponde il passato? No, sul decumano in basalto c'è un gitante sbrancato. Emanuele Marazzini


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Quando si riempivano di paglia i pantaloni vecchi e si sedevano dentro i bimbi, lasciati soli sull'aia

e…con in mano un pezzetto di pane, stavano lì fin che le mamme non ritornavano dai campi. Grazie alla suzzarese Maria Grazia Gioachin abbiamo ascoltato una storia di vita del passato molto interessante quanto vera, da raccontare: “I miei genitori, provenienti dalla provincia di Padova, sono venuti nel mantovano nel 1950, quando io avevo solo un anno. Poi, nel 1959, i miei genitori, insieme ai nonni, ai fratelli di mio padre e le loro rispettive famiglie, decisero di trasferirsi a Sailetto, un piccolo paese nel comune di Suzzara, in una cascina sperduta, chiamata “Nuovo Buttacone”, ma che a me sembrava una casa tanto vecchia!!! Il nonno, la nonna, il papà, la mamma, i fratelli del papà con le mogli, coltivavano la terra tutti assieme. Ricordo che la mamma e le zie andavano molto d'accordo fra loro, tanto da sembrare sorelle, non cognate ed insieme, andavano a zappare i campi di barbabietole e granoturco, andavano a vangare i filari delle vigne e a falciare l'erba sotto queste: facevano lavori da uomini, quanta fatica! Noi bambini eravamo in dieci, restavamo a casa con la nonna e sapete cosa facevamo? La mamma e le zie, prima di andare nei campi, riempivano di paglia dei vecchi pantaloni dentro i quali sedevano noi bimbi, adagiandoci poi sull'aia con in mano un pezzetto di pane e stavamo lì, finché le mamme non ritornavano dai campi. Ricordo che mio fratello Fidenzio stava seduto in mezzo ai pantaloni con il cornetto di pane in mano, le galline attorno beccavano il pane e lui raccoglieva le briciole: era tanto buono Fidenzio, non piangeva mai, sembrava “cicciobello”, era proprio buono come il pane! I miei cuginetti invece, si stancavano e piangevano, ma la nonna non aveva tempo di prenderli in braccio perchè doveva preparare da mangiare per tutti e a quei tempi, non c'era il passeggino e neppure il box. La casa in cui abitavamo, era una casa di campagna senza luce così, alla sera usavamo le candele e le lucerne a petrolio per illuminare, ma ricordo quanto fosse triste la lucerna in cucina. Era una corte agricola la nostra e lo stradello per arrivare da noi aveva tante buche e tanto fango: una desolazione, ma la nostra grande famiglia era proprio una famiglia "di una volta", dove ci volevamo tutti tanto bene. Alla sera la nonna accendeva la lucerna poi, ci dava la cena. Allora il companatico era poco ed il menù sempre lo stesso (se possiamo chiamarlo menù...): pane e latte, un quarto di uovo sodo o una gamba di gallina con poche patate a pucin! Ma tutto questo non c'era ogni sera! Una "pietanza" per sera… senza scelta! Inoltre, al pomeriggio, noi bambini non potevamo fare merenda perchè la nonna appendeva la borsa del pane (sportin) al soffitto, in modo che noi bambini non arrivassimo a prenderla sebbene avessimo fame! Il motivo? Noi eravamo in tanti, ma il pane era poco e doveva bastare per la sera. Finita la cena, la nonna ci portava a letto poichè dovevamo lasciare la tavola ai grandi che dovevano dividersi anche loro il companatico, perchè quello era. Dopo cena gli uomini stavano un po’ in compagnia a parlare del loro lavoro nella stalla e nei campi, mentre la mamma e le zie ordinavano la cucina, lavavano i piatti e poi tutti a letto perchè al mattino dovevano alzarsi presto. Non l’ho già detto? Eravamo in tutto diciotto (tra adulti e bambini), con solo tre stanze. Attilio Pignata Cari lettori,Solitamente non mi rivolgo direttamente a voi. Solitamente scrivo articoli più o meno seri sperando che essi possano offrire due minuti di svago (o di riflessione) a chi segue il giornale. L'ultima volta ho pensato di “osare” qualcosa di più e “denunciare” con ironia le difficoltà a cui va incontro una giovane madre inesperta nello scontrarsi con strutture non attrezzate. Sottolineo la parola ironia con foga perché sono molte le lettere di risposa giunte alla redazione (ndr). Moldai nonni te di queste lettere hanno toni duri, quasi di accusa e parole altrettanto dure. Perciò ho deciso di di Fornovo pubblicare questo scritto. Si è vero, sono giovane. E si, è vero, sono inesperta. Sbaglierò, mae dai parenti gari in un futuro nemmeno tanto lontano, come sbagliano tutti i genitori. A volte dirò la cosa sbadi Dosolo gliata o lascerò che guardi troppa tv. Ma una cosa è certa: Amo e amerò per sempre, nel modo più profondo e assoluto mia figlia. Sempre. Non è un peso, non è una continua rinuncia, è il fiore che ho deciso di portare in grembo e di far sbocciare in questo mondo. E' la prima persona su Camminata 31 Gennaio 2016 cui poso lo sguardo la mattina e l'ultima che accarezzo la sera. Ma essere madre non significa chiudersi in casa a cambiare pannolini tutto il tempo. Come si è madri, si è donne. E si è, soprattutto, persone. Ed una persona ha il sacrosanto diritto di esprimere la sua opinione in merito a difficoltà che non aveva mai affrontato prima senza per questo essere accusata di essere una Pensavi di non festeggiare? Ci sono le amiche di Ponteterra pessima madre. O addirittura una madre che avrebbe fatto meglio a non mettere al mondo sua che ti fanno ricordare questo figlia. E' la mia prima bambina quindi si, lo ammetto, è difficile agganciare il seggiolino in macchigiorno e ti fanno tanti auguri di Buon Compleanno HA! Vogliamo na, è difficile trascinare il passeggino su per le scale, è difficile riuscire a cambiarle il pannolino in posti improbabili quando (non sempre ma spesso) ne ristoranti ne centri commerciali sono adeessere buone riesci a spegnere tutte le candeline? guatamente attrezzati. Era questo il pensiero che volevo esprimere nel mio precedente articolo. E se il mio tono sarcastico non è stato capito, se il mio scherzare su essere madri alle “prime armi” non è stato compreso be'....mi dispiace. Non mi prolungherò oltre perché non ho intenzione di giustifiGattino, Bello e Simpatico, Incrocio di carmi, soprattutto nei confronti di chi ha deciso di replicare al mio articolo, restando nell'anonimato, Norvegese, di circa 4 mesi, pelo a differenza della sottoscritta che ha deciso nel bene e nel male di metterci la “faccia”. Perché esprisemilungo cedo, con offerta simbolica. mere la propria opinione e legittimo, a volte doveroso, ma occorre scegliere il giusto modo per farlo. Auguri ai nipoti

Morgana e Enea

Lodi Pasini Rosa

333.5221975 / 333.3658305

NDR: Se le lettere ricevute non sono state pubblicate, è perché mancavano in allegato alle lettere, le dovute autorizzazioni.

Katia Cau


Un Mito senza Tramonto

2° ed ultima puntat

Marilyn! Dimenticati i due mariti, Joe Di Maggio, campione di baseball e Artur Miller, grande commediografo, era stata amante di John Kennedy, già presidente, indi di suo fratello Bob. Aveva trentacinque anni, pur famosa nel mondo, si sentiva sola, nulla di meglio di un viaggio turistico in Messico. Incontrò Josè Bolano, un play boy di lungo corso, s’innamorò, ma il bel Josè aveva un mandato: introdurla alla corte di Frederik Vanderbilt, un miliardario, capo d’una rete di grandi industrie. “I diamanti sono i migliori amici delle donne…..”, era la canzone di Marilyn…. Frederik in tal senso l’appagava, le regalava solitari grandi quanto nocciole…. Insomma, a suon di dollari, emanava un fascino tale da eclissare il bel play boy. Si sentiva protetta, capita, considerata, il nuovo amante le apriva il cuore a mille reciproche confidenze, anche le più secrete.... ma Vanderbilt…. altro che amore…. era una spia sovietica e lei, tramite i Kennedy, era a conoscenza di questioni top secret della Casa Bianca…. in contemporanea, della mafia, tramite il clan di Frank Sinatra! Fu l’inizio della fine! Compiva trentasei anni Marilyn, fu invitata a festeggiare proprio alla corte di Frank. Chi c’era alla festa? Padrini mafiosi, l’attrice Shirley MacLein, il cantante Sammy Davis Iunior, Dean Martin, tanti altri attori della creme di Hollywood e del clan dei Kennedy. Subito s’avvertì sentore di tragedia. Marilyn fu drogata di cocaina, indi riportata nella sua villa e posta nel suo letto, l’intera stanza fu messa a soqquadro. L’intento? Mascherare una rapina ed un’aggressione. In capo a sei ore aveva da morire per over dose ma…. sopravvisse. Chiamare un medico? Impossibile, avrebbe dovuto spiegare troppe cose, la polizia? Tanto meno. Ebbe la forza di telefonare ad un giornale e chiedere una conferenza stampa per il giorno successivo, era un venerdì…. ma il week end non giunse mai. Fu trovata morta nel suo letto! Rea di cosa? Avrebbe spiattellato al giornale, segreti di mafia…. e segreti di stato tali…. da passare la cortina di ferro. Versione ufficiale? Suicidio!!! Aveva alternativa all’intervista? Tentare di fuggire? Impossibile, si sarebbe ritrovata alle calcagna un killer con licenza d’uccidere sino in capo al mondo. In tale situazione, due sono le ipotesi: ha preso da sé la nuova overdose per farla finita, oppure un killer è penetrato nella villa ed ha portato a termine l’opera della notte precedente. Sale un dubbio! Marilyn non era sola, dormiva con lei una governante, la seguiva ovunque…. ebbene, di fronte ad un sicario della mafia, cosa avrebbe dovuto fare? Non tutti hanno l’indole del martire, ha aperto la porta ed ha finto di nulla. In America s’era compattato un vero e proprio asse d’acciaio. Mafia e petrolieri avevano finanziato e manovrato l’ascesa al vertice di Kennedy, in più emergeva una nuova lobby straricca e potente, quella degli esuli cubani costretti ad espatriare…. l’asse d’acciaio tuttavia, di colpo s’incrinò. Fu progettato uno sbarco di “volontari”, a Cuba, invero, erano mercenari provenienti da ogni dove, ex combattenti di Corea, fuorusciti della Legione Straniera desperados sudamericani pronti a tutto. Obiettivo? Detronizzare Castro! Erano pagati ed armati dalla Casa Bianca, dalla Cia, dalla mafia e dai petrolieri del Texas, avevano mezzi ed organizzazione d’avanguardia. Speravano, una volta sbarcati nella Baia dei Porci, di abbattere in breve lo scombinato esercito cubano ma soprattutto, contavano sulla spontanea ribellione di una popolazione che da anni subiva una dittatura tra stenti e sofferenze da deficit alimentari. Forse in seguito ad una fuga di notizie, venne a mancare l’effetto sorpresa, l’insurrezione popolare non ci fu, gli invasori si trovarono circondati dall’esercito regolare di Fidel Castro. Uno sbarco di Marines avrebbe rotto l’accerchiamento ma Kennedy non mosse un dito, ovviamente per timore della Russia che sostentava Cuba. Ne sarebbe uscita una questione di stato; anche la mafia iniziò a prendere le distanze da Kennedy, era salito al potere grazie a cosa nostra ed ora cercava di scaricarla…. ma Kennedy era un duro, una volta consolidato presidente, decretò che era ora, per i petrolieri, di pagare le tasse come gli altri, fece pertanto una legge che aboliva le esenzioni fiscali di cui godevano. Fu uno sgarro anche più potente! Occorre tener conto che Lyndon Johnson, il suo vicepresidente, era petroliere, gli era stato messo a fianco di proposito dall’organizzazione. La trama era completa! A Dallas quel giorno spararono tre killer da tre postazioni differenti, ogni clan aveva mandato il suo. Fu catturato soltanto Oswald, un ex reduce del Vietnam con precedenti di ricoveri in cliniche psichiatriche…. fu in sintesi una sceneggiata. L’assassinio doveva passare per il gesto di uno sconsiderato, un reduce di guerra, frustrato e colmo d’odio come tanti. Fu così che Lyndon Johnson salì alla casa Bianca al posto di Kennedy, con un doppio risultato, mantenne i privilegi di petroliere e divenne capo dello stato più potente del mondo…. come dire: raramente un omicidio ha dato tanto frutto. Giorgio Boldrini

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