Corriere del Po 07 - 2016

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Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi

Corriere del Po Anno III - n° 07 - Da 04 Aprile al 17 Aprile 2016

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ROMA Campidoglio A Roma il 9 -1- 2013 Marco Cagnolati espone al Campidoglio nella "Sala della Protomoteca" un olio su tela raffigurante Crocitti. Alla prima edizione del "Premio Vincenzo Crocitti" ideato da Francesco Fiumarella è presente anche Moraldo Rossi aiuto regista di Federico Fellini (vedi "Corriere della Sera" del 29 10 2013). Questo premio periodico (che porta il nome di Vincenzo Crocitti, anche nel logo ufficiale realizzato dall'artista prof. Marco Cagnolati) è arrivato quest'anno (21 dicembre 2015) alla terza edizione ed è stato presentato all’Auditorium del “Palazzo delle Federazioni Sportive Coni” di Roma dalla scrittrice e giornalista Carmen Minutoli e dal presidente del "Festival Tricolore reggiano" Odilio Buzzoni. Premiati: Iago Garcia, Nino Benvenuti, Eleonora Vallone, Alessandro Borghi, Monica Ward, Irma Testa, Milena Miconi, Enzo Garramone, Marco Frisna, Federico Campaiola, Matteo Montalto e Alberto Ferrari. Presenti anche Andrea Roncato, Lucrezia Lante della Rovere, Alfonso Celentano e Homar Jafisco. Cantano il tenore Fabrizio Zaniol, Anastasja e la Miss Crina. Foto: Moraldo Rossi, la principessa Nikè Borghese, Marco Cagnolati e Carmen Minutoli.

9-1 2013 Sala della Protomoteca, Moraldo Rossi, Nikè Borghese, Marco Cagnolati e Carmen Minutoli

"C'era una volta il teatro" Successo per la pièce "C'era una volta il teatro", del pegognaghese Fausto Bertolini, rappresentata al Teatro delle Laudi di Firenze dalla compagnia TDA Teatro di Varese. La pièce, un musical cabaret, racconta in modo scanzonato, a tratti poetico, la storia del teatro dagli inizi ai giorni nostri. Bravissimi gli attori. Raffaele Spina, Roberti Ajelli, Laura Rioda, Maurizio Dosi, autore delle bellissime musiche di scena. Efficace la scenografia di Massimo Barili. Suggestive le luci di Davide Umiliata. Roma sarà la prossima tappa della tournée. F.B.

“Quasi per ripicca” Quasi per ripicca Stasera ansia, ghiaccio dentro giacca verde. Mi arrendo. Però pretendo d’esser scioccamente chiuso come paio di pantofole rosso catastrofe nella tua bianca, pratica scapiera. Così mi sarete arduo scappare da te. Emanuele Marazzini


Terapia innovativa mediante l’utilizzo della Danza e ritmicita tenuta dallo psicologo Dott. Roberto Botti a Guastalla (RE)

Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi Editore: Carlodaniele Caramaschi D.I. Stampa: Stamperia S.c.r.l. Parma Sede: Via D . Corbari, 1 Buzzoletto di Viadana (MN) Reg. Trib. MN - 1/2014 345.0633342 Carlo 327.2564168 Katia 345.4185917 Oriella

Collaboratori e Amici: Marco Cagnolati, Giorgio Boldrini, Luigi Mignoli, Attilio Pignata, Gianni Bellesia, Vanna Bozzolini, Marina Lombardi, Mariangela Corradini, Emanuele Marazzini, e tutti coloro che ci inviano articoli e/o Poesie da pubblicare, GRAZIE!!! Distribuzione: Casalmaggiore (Casalbellotto, Roncadello, Valle e Vicomoscano); Borgoforte; Campitello, Canicossa e Cesole di Marcaria; Commessaggio; Dosolo (Correggioverde e Villastrada); Gazzuolo; Gonzaga (Bondeno e Palidano); Moglia; Motteggiana (Sailetto e Villa Saviola); Pegognaga; Pomponesco; Sabbioneta (Breda Cisoni e Villa Pasquali); San Benedetto Po (Portiolo); Suzzara (Sailetto e San Prospero), Viadana (Banzuolo, Bellaguarda, Buzzoletto, Casaletto, Cavallara, Cicognara, Cizzolo, Cogozzo, Salina, San Matteo e Squarzanella); Boretto (Santa Croce); Brescello; Gualtieri (Pieve Saliceto); Guastalla (Pieve, San Giacomo, San Martino e Tagliata); Luzzara (Casoni, Codisotto e Villarotta); Poviglio; Reggiolo (Brugneto, Villanova). Avvertenza Legale: Tutte le pubblicità prodotte da Carlodaniele Caramaschi D.I. per il Corriere del Po sono di proprietà esclusiva dello stesso, pertanto è assoultamente vietata la riproduzione aanche parziale senza preventivo consenso. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.

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Il Dott. Roberto Botti, psicologo, psicoterapeuta in formazione (IPSE di Bologna) nella specializzazione di Danza Movimento Terapia organizza seminari di “DanzaCorpoVita”: metodo di Terapia innovativa mediante l’utilizzo della danza e della ritmicità. E’ un metodo di danza terapia che favorisce, in special modo, la funzione creativa della personalità e fa sentire il corpo secondo’ l’incarnazione dell’inconscio e rappresentano il senso del nostro essere. La DanzaCorpoVita aiuta a fidarsi senza timore dei propri istinti con la finalità ultima di scoprire la Vita in tutti i suoi aspetti. Si riferisce ad una ricerca di movimenti la cui spontaneità deriva ’evoluzione psicomotoria, i modelli delle emozioni di base, le forme archetipiche delle immagini, dei sentimenti e comportamenti menti organici naturali. Risveglia le emozioni e svolge un importante ruolo di equilibratore psico-fisico. Sviluppa l’autostima e la consapevolezza di sè e la possibilità di esprimersi danzando in gruppo. Favorisce la comunicazione, la socializza. Date dei seminari 2016 Gruppo 1: Aprile 9, Maggio 7, Giugno 11. Gruppo 2: Aprile 10, Maggio 8, Giugno 19. dalle 9.30 alle 13.30. Iscrizioni: Cell: 3280037812 - e-mail: roberto.botti@libero.it FB: danzacorpovita - web: www.danzacorpovita.it Luogo dei Seminari: Studio di Chinesiologia “NATURALE” del Prof. Fabio Freddi. Via Cappuccini 41 a/b Guastalla (RE).

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Danza Corpo Vita


In un libro la storia di una chiesa Si intitola “50° anniversario della Parrocchia Sacra Famiglia di Suzzara”, Parroco Mons. Egidio Faglioni, collaboratori: Don Massimo Mattioli, Don Mauro Zenezini e Don Nicola Catterin. La chiesa si trova in Via Papa Giovanni XXIII, 2. Si tratta di un libro di 162 pagine, 115 foto e documenti d’archivio, stampato da Tipo Litografia Bottazzi Grafica, Gualtieri RE. La prefazione è a cura del Parroco Mons. Egidio Faglioni dove a pag. 6 scrive: “Vogliamo ringraziare Dio perché ha seminato in questi 50 anni nel cuore della nostra parrocchia della Sacra Famiglia, il desiderio di diffondere e dare a piene mani la bella notizia del Vangelo: il crocefisso del Venerdì Santo è Risorto e resta sempre con noi. Ciò è il frutto di un lungo cammino iniziato 50 anni fa con l’indimenticabile Don Beniamino Menini e portato avanti successivamente dal carissimo Don Renato Menegazzo su “Come essere Chiesa a Suzzara”. L’anniversario che vogliamo celebrare è un nuovo richiamo per approfondire nella nostra vita questa fede ricevuta”. Ma perché una pubblicazione? Perché la storia di una Chiesa? Il motivo è semplice: sono passati 50 anni ed è bello ricordare da dove siamo partiti. E’ bello ricordare che quello che è accaduto è frutto della volontà di persone che hanno creduto in un progetto: testimoniare la propria fede sull’insegnamento del Signore “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15) cominciando dai nostri ambienti, dal nostro territorio “Suzzara”. Nel libro ci sono documenti d’archivio del 1963, mappe, il decreto dell’erezione della parrocchia, la nomina del parroco Don Beniamino firmata dal Vescovo Mons. Antonio Poma, le foto delle fondamenta, il primo battesimo, matrimonio e funerale che sono stati tenuti nel Salone (attuale oratorio). Poi le immagini dell’inizio lavori della costruzione della Chiesa e la cronaca dettagliata della nascita della Chiesa, le foto dei parroci succedutesi. Vediamoli: Mons. Luigi Cavagnari scomparso nel 1970, Don Beniamino attualmente ospite presso la casa di riposo a Solferino, Don Renato ora parroco a Revere, Borgofranco Po, Bonizzo e Mons. Faglioni. I vescovi: Mons. Poma, Mons. Ferrari, Mons. Caporello, Mons. Busti. Seguono 21 pagine con foto dedicate alle testimonianze dei sacerdoti. Ci sono poi 33 pagine di testimonianze di laici e 22 pagine di avvenimenti importanti. Le ultime pagine sono dedicate alla festa del 27 dicembre 2015 con numerose foto e interventi. La pubblicazione è stata curata dal Comitato Parrocchiale formato da: Bruno Staffoli, Alida Garuti, Enrico Guida, Dino Truzzi, Fausto Passerini, Emanuele Zonta, Enrica Lazzarini, Lorenza Gardini, Manuela Copelli, Don Mauro Zenezini, Don Massimo Mattioli. Un libro che a Suzzara mancava e che entrerà nelle case a ricordo di una parte di Suzzara non conosciuta. Attilio Pignata

Nelle foto la copertina del libro e alcuni dei volontari del comitato parrocchiale che hanno curato la stesura del libro con anche Alberto Gardini e il grafico Giulio Carra.

Un pranzo da principi

Loro, i principi nel passato, quando si sedevano a tavola dovevano godere i cibi con la bocca, sentire il piacere e il gusto del cibo, in particolare la selvaggina da loro stessi catturata. Dopo secoli e secoli la stessa cosa è stata fatta a Bondeno di Gonzaga presso Corte Matilde, organizzata dall’Associazione “Bunden in Piasa”. Solo che al posto dei principi c’erano persone comuni e professionisti, autorità locali e provinciali e poi tanti volontari, fra cui dei bravissimi giovani. Si è svolta con una grande partecipazione di cittadini, la sesta edizione dell’evento gastronomico “A Tavola con…sapevoli, ovvero un viaggio nella tradizione e nei rituali della mensa. Un pranzo speciale con menù preparato e ricavato da ricette dei tempi dei Gonzaga ma anche secoli indietro. Nel corso del pranzo è stato servito un assaggio a sorpresa di antichissima origine, particolarmente gustoso, raffinato e…regale: l’oca. Prima del pranzo i saluti del presidente Vanni Bosi che ha spiegato l’importanza del recupero dei piatti perduti e il valore di avere, oggi, anche dei giovani volontari che hanno permesso di realizzare l’evento, ha dato la parola ai pionieri e promotori i due illustri studiosi locali: il Prof. Carlo Prandi e Giancarlo Malacarne. Molto bello vedere i volontari camerieri portare tutti insieme i piatti con professionalità, compostezza ma anche con sorriso al gentile e numeroso pubblico presente. Attilio Pignata Nella foto: Carlo Zanetti presidente della Camera di Commercio di Mantova e Vanni Bosi , presidente dell’Associazione “Bunden in Piasa” e i volontari della ristorazione.


L’odore del passato Vien la sera sul lago

La Nebbia, la sera di Gennaio, in “Acquario” si specchia. Strade umide, fredde e smarrite segnate da ragnatele bianche intorno, Impalpabili sono i gesti e le parole oltre le finestre.

Il sole si nasconde sui monti giunge la sera è la tristezza per tanti, una miriade di luci s’incrociano illuminando il buio rispecchiano sul lago e si amano, all’orizzonte la luce rossa del pescatore che rientra dopo una pesca di ore, stende le sue reti e svuota nelle casse i pesci ormai quieti. In una sperduta casetta in cima alla montagna, vive una dolce vecchietta vicino ad una graziosa chiesetta, sola, con la lanterna fuori dalla finestra s’illumina e cena in taverna poi saluta la luna, chiude l’imposta, accende una candela e lentamente sale le scale per andare a dormire e sognar fortuna.

Volti e figure umane si consumano tra le osterie abbandonate nelle nebbie della vita. Passo dopo passo quei volti persi, senza spazio, ritornano e si delineano alle vere emozioni... E fuori è nebbia e inverno decadente e scialbo... E noi qui: con l’oste dalle grandi orecchie, al caldo di una stufa d’osteria, sotto luci fioche, tra giocatori di carte dal cappello in testa; a sentir i profumi d’altri tempi: aromi di stracotti e vecchi fumatori di toscano a ricordar le brine del passato....

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Il Profumo della Natura

Nel campo dove giocavi eri come uno scoiattolo. Con gli altri eri un fiore in mezzo a un campo di grano. Eri tu. Forse per un fato non ho colto il tuo cuore. Ora che non sei più, il mio paese anche se non ti ha conosciuta parla di te. Con i tuoi capelli al vento e il tuo corpo slanciato correvi spensierata in un campo di grano e ti buttavi apposta per terra per annusare il profumo della natura. E tu fanciulla lo annusasti forte per paura di non sentirlo più

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Dott. Paolo Mantovani

Mariangela Corradini

Mio Corpo

Corpo che di terra ti nutri, che di odio ti sazi, d’amore perisci e con disgrazia nasci. Oh corpo che il sé contieni, delinei e trattieni come sabbia che nella sua fuga forma la spiaggia, come l’acqua che modella il mondo ed il cielo che le fa sfondo. Quasi con paura tu vivi, oh mio corpo per amore in brandelli ti vidi! Ma poi rinasci, non t’arrendi. Eppure dovresti in memoria di carne di fango e ceneri ardenti. Carlo Cassiani Roberta Soncini di Viadana

Gustavo

Gustavo un'umilissima persona, nessuna amicizia, solo ed abbandonato da tutti, quando la tristezza bussa alle porte del suo cuore opprimendolo sino ad annullarlo, si rinchiude nella sua grigia stanza completamente disadorna, solo un grande specchio appoggiato al muro, ed un piccolo piattino deposto sul pavimento sul quale arde una candela, conficcato al muro un grosso chiodo sul quale appende un logorato camice impregnato di colore, in un angolo della stanza uno sgabello. Gustavo è un caro pittore mancato, ma che non ha mai abbandonato la sua passione, nessuna mostra per lui, nessun aiuto, ma il suo pennello e la sua tavolozza restano sempre attivi. Vuole dare luce a quella stanza così tetra, renderla luminosa, calda, mettendosi in competizione con sé stesso, dimostrandosi tutto quello che è ancora capace di fare, di creare. Intraprende l'iniziativa per un lavoro che gli costa tanta fatica e sacrificio, ma portato a termine con grande maestria, il soggetto rappresentante è quello di un caratteristico focolare, i tizzoni impressi sulla tela sembrano ardere fiamme così vere dà trasmettere calore. Soddisfatto dell'opera la contempla, seduto innanzi a lei, sullo sgabello s'accosta alle fiamme, socchiudendo gli occhi e portando le mani spalancate in avanti, riesce a percepire il loro ipotetico calore. Tavolozza e pennello ora a riposo, quel ceppo acceso va a rispecchiarsi nel largo specchio espandendo la luce che mancava nella stanza, quella luce che gli riscalda anche il cuore, tingendo di colore le grigiastre pareti. Vanna Bozzolini


Ormai Pasqua è passata,

Ecco alcuni consigli su come riciclare tutte le vostre uova avanzate!!!

LA CIOCCOCOCCO, CROSTATA CIOCCOLATO E COCCO PREPARAZIONE Prima di tutto bisogna preparare la base di pasta frolla; se come me la preparate usando il mixer, basterà mettere la farina, lo zucchero, il pizzico di sale e di lievito nel boccale, aggiungere il burro freddo a dadini e azionare la macchina alla massima velocità giusto il tempo di fare “polverizzare” il burro. Una volta fatto questo si aggiungono i tuorli d’uovo e si rimette in azione la macchina sempre velocemente e per il tempo bastante di fare amalgamare i tuorli al resto. Non lavorare eccessivamente la frolla altrimenti si rischia di ottenere un impasto gommoso. Mettere la frolla in frigo a riposare per almeno un’oretta.

INGREDIENTI per la pasta frolla 300 g di farina 150 g di zucchero 150 di burro 3 tuorli d’uovo un pizzico di sale una puntina di lievito (giusto una puntina di cucchiaino)

Per preparare il ripieno della cioccococco mettere gli albumi, lo zucchero e il sale in un pentolino e, tenendoli a ba- PER IL RIPIENO della crostata cioccolato e cocco gnomaria, far sciogliere lo zucchero. 3 albumi gr 150 di zucchero Una volta sciolto lo zucchegr 150 di cocco grattugiato ro, togliere il pentolino dal fuoco e aggiungere la un pizzico di sale noce di cocco. Mescolare bene e lasciare a riposo. Accendere il forno a 180°. Foderare una tortiera da crostate (ottima quella con il fondo amovibile) diametro cm 24 con la pasta frolla.

PER LA COPERTURA: 200 g di cioccolato fondente 100 ml ca. di latte intero

Riempire con il composto di cocco e mettere in forno per una mezz’oretta. Preparare la copertura di cioccolato; sempre a bagnomaria sciogliere il cioccolato fondente con il latte e mescolare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Versare la copertura sulla crostata già cotta e tenerla in fresco fino al momento del consumo; va benissimo in frigo ma se la copertura dovesse indurire troppo toglietela un quarto d’ora prima di portarla a tavola.

La vostra crostata cioccolato e cocco è pronta.

NONNA PIA

di Vanna Bozzolini Pia, nonnetta alquanto arzilla ultra ottantenne aveva mantenuto vecchie abitudini, una in particolar modo, nulla doveva essere gettato se ancora poteva essere usufruibile, come abbigliamento e biancheria. Ad un vecchio pleiade dai grandi rombi, nonna Pia era affezionatissima seduta di fianco al camino che pian piano consumava grossi ceppi di legna, fazzoletti in testa, e scialletto sulle spalle, munita di simpatici occhiali, si accingeva con precisione a rammendare i dispettosi buchetta che man mano si formavano su di esso, ormai non ne poteva più, ma era un vero toccasana per lei, per le sue ginocchia. Di fianco ad essa, uno sgabello su cui deponeva un piccolo cesto contenente i tanti rocchetti in legno che servivano per le sue lavorazioni, davanti un secondo, nel quale deponeva il lavoro ultimato. In un cantuccio della piccola stanza, teneva sempre un tavolinetto coperto dà una graziosa tovaglia, su cui lasciava capovolte due grandi tazzine per il caffellatte, che di tanto in tanto sorseggiava. Inseriti al caminetto due muretti che rimanevano sempre caldi teneva appoggiate brocche in rame colme di acqua, che intiepidita, occorreva per il suo fabbisogno personale. Pia non amava solo l'arte del rammendo, ma proprio come fosse un figlio, adorava il suo ricetto Briciola, che in sua compagnia davanti al camino, sul tappeto di lana che teneva sempre disteso si coricava l'osservava dandole gran importanza, ma nello stesso tempo non tralasciava di sbirciare dà secondo padrone di casa, di qua e di là, per poter avvistare la presenza di qualche antipatico sorcetto, beccarlo prendendone poi le lodi. I buchi venivano rammendati anche sul caldo tappeto su cui riposa per questo lui contribuiva come poteva, furbetto Briciola,


La Boccia di Madre Perla Gaetano Sgarbozza, naturalizzato milanese, giocatore di bocce noto a tutto il paese, Jek si faceva chiamare, era punta emergente del Bowls Center club di Cernusco sul Naviglio, gemellato con Vaca Tìnta, una cittadina messicana sulla sponda dell’oceano. Sempre in giro per tornei, Jek, in corrispondenza telefonica col paese amico, chiese se anche là giocassero a bocce. Bochas? “Como no”! Despues de calcio y de corrida…. està sport primero nacional”! Fu organizzato un viaggio d’interscambio, partirono in otto da Cernusco con relative signore. Fu organizzato una gara in forma privata, presenti soltanto membri del club ed inservienti. I peones bochaderos di Vaca Tìnta gliele suonarono di santa ragione, otto partite sei sconfitte e due vittorie, sia in individuale sia a coppie, fu una cocente delusione. Jek e compagni davano colpa alla sponda con troppo rimbalzo, al fondo troppo lento, al pallino troppo piccolo, alla temperatura troppo elevata, all’altitudine…. pur consci che erano querule panzane. Restavano altri sei giorni di permanenza, che fare? Presero a girare per il paese a mo’ di turisti. Le signore si divertivano, tra spiaggia, souvenir e canzoni strappacore messicane, per loro, al contrario, il tempo non passava mai, sembrava tutto brutto, la sconfitta li mortificava. Occorreva salvare l’onore, urgeva una rivincita. Ci fu! La domenica, alle cinque del pomeriggio, la stessa ora in cui il torero entra nell’arena, Sgarbozza e compagni entravano per la disfida. La notizia aveva fatto scalpore, la corrida andò deserta, tutta quanta Vaca Tìnta s’affollava al bocciodromo, compresi vecchi, bambini ed autorità. L’epilogo? Otto a zero, un verdetto tombale…. che fare? Porre termine al disastroso viaggio? Le loro facce ormai erano note a tutti, era un problema persino andare a spasso per il paese. I bambini si fermavano, si davano voce: “A la venida muchachos, estan a transitar los bochadores de manzanas de tierra”! Nel dialetto nostro: “Ragas, gni che, a pasa i buciadur da POM DA TERA”, come dire: “andate a giocare con le patate, al posto delle bocce”! “Manzanas de tierra”! Fu come una lama nel cuore! Tornare prima? Le signore non sentirono ragioni, del resto il viaggio di ritorno in aereo era prenotato e non prevedeva rientri anticipati. Furono giorni amari…. ma Sgarbozza ebbe la sua consolazione…. Occorreva cambiar aria, Jek e compagni optarono per una gita in pulman ad Acapulco. Entrati in un negozio d’oggetti d’arte d’alta griffe videro una meraviglia. In una valigetta in pelle di coccodrillo vero, là ne hanno tanti, li ammazzano ancora per far borsette, videro un set di bocce, incantevoli, splendenti, una meraviglia…. di quale materiale? “Madreperla de Reunion, pescada en apnea da hombres rana subaqueros”! Jek era avvezzo a resistere a tutto tranne, alle tentazioni! Trattandosi di bocce poi…. in qualche modo doveva pure ripagarsi per quel viaggio infelice di cui era organizzatore. Perplesso, chiese se fossero usufruibili per il gioco standard”. “De cierto hombre, bochas de primado - fu la risposta - estan segure, cinco agnos de garantìa, a firma de Paco Ramirez, campeon national”! Il prezzo? L’equivalente di 3000 €! Non li aveva! Li ebbe in prestito dagli amici con promessa di segreto di tomba. La moglie? Qualcosa occorreva pur dirle…. presto fatto, disse 300 euro, quanto spendeva lei in sottane, borsette di paglia, foulard messicani e tortillas pepate a tutte l’ore; aveva comprato un poncho nero con trinoline pendenti e borchie argentate, grande quanto un ombrello, ne andava orgogliosa, ebbene, sembrava una giostra. Sgarbozza tornò ebbro di gioia. La valigetta aperta, restò esposta per mesi al bocciodromo tra l’invidia di tutti, indi, sul tavolo del salotto buono. Le bocce, quando filtrava un raggio di sole, mandavano riflessi opalescenti con sfumature rosa ed azzurrine, s’illuminavano a mo’ di firmamento, erano l’attrazione di casa. Provarle? Mai! Si sarebbero sporcate! Restarono sul tavolo per anni. Un giorno il figlio Tommasino, aspirante bocciofilo, chiese di poterle utilizzare…. Va là…. per una volta…. a malincuore…. permesso accordato! Il ragazzo tornò dopo un’ora con la valigetta nella sinistra ed una boccia spaccata in due in un sacchetto di plastica. Era furente, tanto le aveva decantate…. ed alla prima bocciata…. s’era aperta come un cocomero, i compagni lo sbeffeggiavano…. lo chiamavano Bociacrepa o bociapersa, a seconda del tono del discorso. Per Jek fu un colpo durissimo. Trasse dalla valigetta le istruzioni d’uso, ecco la garanzia! Si rasserenò, ma la gioia fu breve, controllò la data d’acquisto, troppo tardi, sette anni erano passati. “Per fortuna - disse la moglie - altrimenti? Torni indietro in Messico?” Il trucco dove sta? Nessuno, di fatto, è così dabbene da acquistare bocce di madreperla da 3000 € per poi andarle a cozzare in un bocciodromo ed a sporcarle di terra. La boccia, rabberciata con attak trasparente da un vetraio, era tornata quasi come nuova, tuttavia…. la valigetta, tolta dal tavolo del salotto, finì nel guardaroba, sopra l’armadio delle lenzuola e mai più ridiscese. Rotta la boccia s’era rotto l’incantesimo! Era crollato un mito…. e Tommasino? Continuavano a chiamarlo Bociapersa! Giorgio Boldrini

LA PRIMAVERA È ARRIVATA!!!

Ecco alcune foto scattate a Suzzara

A. P.


Aprile 1816 Maria Luigia d'Austria arriva a Parma

Dopo il congresso di Vienna la moglie di Napoleone riceve il Ducato di Parma Piacenza Guastalla Un lungo programma per celebrare i 200 anni dell'arrivo della duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla carico di iniziative, a partire dal marzo 2016 fino all'inizio del 2017, allacciandosi così alle celebrazioni per i 2200 anni dalla fondazione "romana" della stessa città di Parma. Sedici esposizioni, 16 itinerari in "luoghi luigini" e altrettante manifestazioni che coinvolgono l’intero territorio. Il progetto dedicato a "Maria Luigia 2016" ha coinvolto le principali realtà culturali, sia pubbliche che private di tutto il territorio con lo scopo di far risaltare al meglio la figura della Duchessa. Il progetto che ha coinvolto le istituzioni della cultura parmense, vedrà ben 16 esposizioni, iniziando da aprile con una mostra molto importante al Museo Glauco Lombardi dal titolo"Parma 1816. Dal ministro Magawly alla duchessa Maria Luigia" (dal 16 aprile al 25 settembre). Alla Rocca di Sala Baganza dal 17 aprile al 22 maggio verrà presentata una ulteriore esposizione "Maria Luigia a Sala Baganza". Proseguendo poi per il Teatro Regio di Parma con "Il nuovo Teatro Ducale al tempo di Maria Luigia, un percorso evocativo", dal 19 aprile al 13 maggio. Dal 2 al 30 maggio alla Biblioteca Palatina “I libri e le sale. L’impegno di Maria Luigia per la Biblioteca Parmense”. Tornando in seguito verso la provincia con “Albertina, la figlia della Duchessa al castello”, nella Rocca Sanvitale di Fontanellato (otto settembre - 31 dicembre). Anche nella Reggia di Colorno tra settembre e dicembre, "La prima reggia della Duchessa. Una rievocazione dell'allestimento luigino". Chiuderà l’Archivio di Stato: “Dallo sfarzo della diplomazia alla situazione economica e sociale del Ducato”, tra il novembre 2016 il gennaio 2017. All'abdicazione di Napoleone si recò col figlio, il piccolo Re di Roma, a Vienna alla corte del padre, e li restò fino a quando il congresso di Vienna del 1815 le assegnò il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Entrò nel Ducato il 19 aprile 1816 attraversando il confine sul fiume Po per incontrarsi con i rappresentanti del suo nuovo Stato. Nel Palazzo Ducale di Colorno trascorse la sua prima notte parmense e tanto il ricordo dovette esserle caro che quando doveva mettersi in incognito assumeva il titolo di "Contessa di Colorno". Governò con saggezza ed umanità, amata dai suoi sudditi. Dopo la morte di Napoleone sposò il Conte Adam di Neipperg e, rimasta vedova dopo poco, trascorse gli ultimi anni con il Conte di Bombelles, che aveva sposato nel 1834. La Duchessa si spense il 17 dicembre 1847 e volle essere sepolta a Vienna nella cripta dei Cappuccini, dove ancora oggi i suoi "sudditi" portano quelle profumate violette di Parma da Lei tanto amate e alle quali ha legato il Suo nome. A distanza di quasi due secoli la stella di Maria Luigia risplende ancora su Parma: la nobile città ducale fu trasformata in una seconda Vienna in miniatura !!! (Tratto da Enciclopedia libera) Luigi Mignoli



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