Corriere del Po 15 - 2016

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Corriere del Po Anno III - n° 15 - Da 25 Luglio al 7 Agosto 2016

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Il Drago ed il Reporter Esiste un luogo, unico al mondo, ove gli animali vagano liberi e gli uomini sono chiusi dentro un serraglio come allo zoo. E’ l’isola di Komòdo, una delle tante dell’arcipelago indonesiano. Ha peculiarità esclusive, sembra che il tempo sia immobile, fauna e flora sono ferme al mesozoico, l’era dei grandi rettili. Uno è sopravvissuto, il varano, grande come un coccodrillo con squame ossificate dure come roccia, nero come la pece con macchie giallastre e grigie. Era ignoto alla scienza, a scoprirlo fu un naturalista olandese negli anni della prima guerra mondiale, da quel momento iniziò la strage. Erano abbattuti a fucilate, imbalsamati e venduti ai musei di tutto il mondo, uno scoop d’eccezione per i visitatori. A frenare la mattanza, onde evitare l’estinzione, intervenne il governo indonesiano con gravissime sanzioni. Ignoto all’Europa il varano era noto ai cinesi sino dall’antichità. La pelle della testa serviva a confezionare tamburi pregiati dal timbro cupo e vellutato, atto ad evocare sensazioni di patos e di suspense nelle rappresentazioni teatrali. Le squame del dorso, della coda e i denti, macinati, erano materia per unguenti ed altri intrugli afrodisiaci, persino le unghie ad artiglio erano essenza per lussuriose misture. Feroce assassino il varano ha testa d’iguana e lingua bifida, impressionante, che entra ed esce da un orifizio a mo’ di pugnale. La coda prensile è un’arma temibile, in acqua serve da remo. Da buon cannibale non disdegna la carne dei propri simili, predilige le carogne ma ha propensione a cibarsi di carne umana come diversivo al solito puzzolente menù. Ha sembianza identica al drago delle favole, non sputa fuoco ma emette in continuazione una bava fetida, di per sé non velenosa, ma può, se calpestata, produrre gravi orticarie anche al semplice contatto di pelle. E’ talmente intrisa di microbi che se tocca una ferita, l’infetta al punto da provocare cancrena. Un animale anche di grossa taglia che subisce un morso è destinato a morte. Oltre a Komòdo è presente anche in altre isole dell’arcipelago ove deve coesistere con la tigre ed altri predatori, ebbene, anche la regina dei felini preferisce cercare altrove. I cuccioli di tutte le razze, di norma sono graziosi, quelli di varano al contrario sono mostriciattoli, brutti come piccoli diavoli. S’arrampicano sugli alberi come scimmie, al riparo dalle brame assassine dei maschi adulti, per gli scienziati rappresentano una cabala evolutiva, un enigma unico. L’isola è un paradiso naturalistico oltre che turistico, ma il pericolo è incombente, come proteggere gli oltre ottocentomila visitatori che giungono ogni anno? Nulla di più semplice, basta chiuderli in gabbia. Ogni albergo è circondato da un recinto di reti metalliche ad alta resistenza. Gli ospiti, da dentro, guardano i varani mentre prendono a zampate le protezioni e danno segni d’alto gradimento alimentare soprattutto per persone che si avvicinano alle reti in discinti costumi da bagno. I recinti sono ermeticamente chiusi a chiave, ma c’è sempre chi ne inventa una più del diavolo. Un caso recente: un intrepido turista ad elevata propensione per il reportage naturalistico, con lauta mancia ebbe a corrompere un inserviente. Sottratta una scala scavalcò la recinzione, scese allo scoperto armato di cinepresa. Era notte fonda, gli ospiti dell’albergo che avevano pranzato conversando di draghi ed esploratori salirono a dormire. Aveva con sé esche numerose ed abbondanti, le stese ordinatamente sul terreno, indi, piazzata la cinepresa, appollaiato sulla scala, si pose in attesa. La sera precedente aveva confidato ad un commensale d’aver un piano: attirare il varano, lasciarlo mangiare a sazietà, indi avvicinarsi onde essere immortalato accanto a lui dalla cinepresa sul cavalletto, magari mentre gli accarezzava la testa….. La notte è squarciata da lamenti strazianti. Il varano, trascurate le esche, punta dritto il reporter. Prende tra le fauci il piolo più basso della scala, la scuote e la trascina fino a farlo cadere. La mattina compaiono i resti di un orrido banchetto. L’incauto turista sbranato dal mostro…. brandelli di membra disseminati nel raggio d’un chilometro. Successivamente erano sopraggiunti alcuni compagni di merende a completare l’opera. Avevano mordicchiato anche le parti in plastica di cinepresa e cavalletto, della borsa in pelle contenente il materiale da ripresa era rimasta solo la fibbia metallica, delle scarpe avevano mangiato la tomaia, erano avanzate soltanto le suole. Il reportage scientifico comporta seri rischi, a volte esige sacrifici umani, ha bisogno di martiri, soprattutto se dilettanti ed un po’ dabbene, meglio se amanti del “fai da te”. Giorgio Boldrini


Tanta gente alla Rievocazione Storica Il silenzio e il fascino di un monastero, in un bellissima serata d’estate, nel chiostro di San Simeone, nel millenario della morte con la musica medievale, un giardino illuminato, le candele, figuranti, musicisti, ballerine e tanti volontari ma soprattutto il silenzio, il contesto di un luogo straordinario per la bellezza che si sente, si respira, un luogo per aprire gli occhi, il cuore e caricare l’anima per far entrare la bellezza. Tutto questo e tanto altro in occasione della rievocazione storica di San Simeone, pellegrino misericordioso a Polirone. Un plauso alla Parrocchia e al comune di San Benedetto Po e a tutti i bravissimi volontari che hanno lavorato tanto per far sognare il numeroso pubblico: la regia di Giorgio Pavesi e Gabriele Bussolotti, la collaborazione della scuola di danza Step by Step diretta da Vanna Mantovani, la partecipazione di docenti e allievi della locale Scuola di Musica e del Coro Polifonico della Basilica polironiana e anche… la luna in una piacevole serata d’estate. Attilio Pignata

A Laura

Ti dedico questi quattro versi... in questi giorni perversi i cieli non son tersi ed i sentimenti contrastanti, diversi. Sfiorando i riccioli tuoi veri stormi di corvi neri volteggiano leggeri nei tuoi tristi pensieri. Tra la pace degli ulivi senza brezza né carezza, senza amore né bellezza, col dolore e la tristezza, senza ebbrezza, con dolcezza, attenderò i giorni tuoi giulivi. Passata la burrasca passeggera torna desiata la primavera. Il cielo si fa limpido e stellato, splende il sole nel Creato. In un sol momento svanisce ogni turbamento. Nello sguardo del tuo volto s’accende il mio conforto. Adorato mio fiore, mia linfa, mio vigore, mia stella, mio fulgore, nel travaglio del dolore, nell’angoscia del terrore, nella gogna del rancore, con l’affetto del tuo cuore spegni questo mesto languore, pasci questo unico amore! Donatelli Roberto


Ad Incisa Scapaccino, borgo incastonato tra le colline dell'astigiano, si è tenuto il convegno “Dalla memoria storica al futuro: il recupe-

ro dei rapporti tra Incisa e il mantovano nel segno dell'UNESCO”. Gli organizzatori hanno voluto dare particolare risalto ai rapporti tra il

territorio di Incisa e quello dell’Oglio-Po mantovano invitando i cultori di storia locale Giuseppe Valentini, per Bozzolo, e Alberto Sarzi Madidini per Sabbioneta. Matteo Massimelli, sindaco di Incisa, e Roberto Maestri, presidente del Circolo Culturale "I Marchesi del Monferrato", facendo gli onori di casa, hanno sottolineato che, partendo dalla storia, si può costruire un futuro di rapporti tra i nostri territori fondato sul comune passato gonzaghesco, sull’enogastronomia e sulla creazione di percorsi aventi come riferimento l'asse del fiume Po. Opportunità di sviluppo culturale e turistico forse facilitato dal fatto che, sia sul versante piemontese che da quello mantovano, sono coinvolti Relatori, autorità e figuranti del Gruppo Storico piccoli centri e non grandi città. Giuseppe Valentini ha illustrato la di Sabbioneta al convegno di Incisa storia di Bozzolo e i legami tra i signori della località mantovana e Incisa. Ha chiuso gli interventi Alberto Sarzi Madidini che ha ripercorso i legami storici e le personalità che, nel corso dei secoli, hanno collegato il Monferrato e la Città Ideale, ha illustrato le attrattive monumentali della capitale di Vespasiano e del suo territorio e ha informato i numerosi presenti a proposito dell'ottima struttura organizzativa dell'accoglienza turistica curata dalla Pro Loco. In serata, dopo il convegno si è tenuta la X edizione della rievocazione storica “Incisa 1514 - l’assedio del marchesato d’Incisa ad opera di Guglielmo IX marchese di Monferrato”; nel borgo, affollato da migliaia di persone, si sono alternate le sfilate dei Gruppi Storici delle città del Monferrato, l’apertura delle osterie, gli stand con antichi prodotti, la ricostruzione dell’assedio al Castello, la rievocazione della battaglia a difesa delle mura. La lunga giornata rievocativa è terminata con la ricostruzione del duello finale tra assediati ed assedianti avvenuto nel 1514. Invitato d'onore è stato il Gruppo Storico "Città di Sabbioneta" che ha sfilato per le vie del borgo ed è stato ammirato soprattutto per la qualità e la coerenza storica dei suoi splendidi costumi cinquecenteschi. Convegno e rievocazione sono state l’occasione per porre le basi per una collaborazione in ambito turistico, storico e culturale che può portare alla valorizzazione dei due territori accomunati anche dall’essere inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità; Incisa ed i comuni limitrofi dell’astigiano infatti fanno parte del sito UNESCO dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato.

6 Agosto 2016

Martina Spaggiari

Per i tuoi meravigliosi 6 anni, ti giungano infiniti Auguri di Buon Compleanno da nonna Renata, mamma, papà, Davide e Andrea!!!

Alberto Sarzi Madidini Coordinatore Pro Loco bacino Oglio Po

CORRIERE DEL PO Free Press: Distribuzione Gratuita

Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi Editore: Carlodaniele Caramaschi D.I. Stampa: Stamperia S.c.r.l. Parma Sede: Via D . Corbari, 1 - Buzzoletto di Viadana (MN) Reg. Trib. MN - 1/2014 345.0633342 Carlo - 327.2564168 Katia - 345.4185917 Oriella Collaboratori e Amici: Marco Cagnolati, Giorgio Boldrini, Luigi Mignoli, Attilio Pignata, Gianni Bellesia, Vanna Bozzolini, Marina Lombardi, Mariangela Corradini, Emanuele Marazzini, e tutti coloro che ci inviano articoli e/o Poesie da pubblicare, GRAZIE!!! Distribuzione: Casalmaggiore (Casalbellotto, Roncadello, Valle e Vicomoscano); Borgoforte; Campitello, Canicossa e Cesole di Marcaria; Commessaggio; Dosolo (Correggioverde e Villastrada); Gazzuolo; Gonzaga (Bondeno e Palidano); Moglia; Motteggiana (Sailetto e Villa Saviola); Pegognaga; Pomponesco; Sabbioneta (Breda Cisoni e Villa Pasquali); San Benedetto Po (Portiolo); Suzzara (Sailetto e San Prospero), Viadana (Banzuolo, Bellaguarda, Buzzoletto, Casaletto, Cavallara, Cicognara, Cizzolo, Cogozzo, Salina, San Matteo e Squarzanella); Boretto (Santa Croce); Brescello; Gualtieri (Pieve Saliceto); Guastalla (Pieve, San Giacomo, San Martino e Tagliata); Luzzara (Casoni, Codisotto e Villarotta); Poviglio; Reggiolo (Brugneto, Villanova). Avvertenza Legale: Tutte le pubblicità prodotte da Carlodaniele Caramaschi D.I. per il Corriere del Po sono di proprietà esclusiva dello stesso, pertanto è assoultamente vietata la riproduzione aanche parziale senza preventivo consenso. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.


La scomparsa di Giuseppe Bombetti, un amico impegnato per la comunità

Alla sua memoria è stata intitolata la Sala Civica E’ stato il presidente della Proloco Flexum di Pegognaga ed era in pensione dopo una lodevole carriera come dipendente comunale sempre pronto ad aiutare le persone. Giuseppe era discreto, silenzioso, stava dietro le quinte ma c’era sempre, disponibile, coinvolgente, attento a tutto. Una cosa è certa, purtroppo: nessuno sarà capace di sostituire Giuseppe Bombetti. Ha collaborato con quattro sindaci. Ecco le loro testimonianze: Pietro Truzzi: “La notizia della scomparsa di Giuseppe Bombetti ci rattrista profondamente: non solo perché abbiamo lavorato insieme, ma soprattutto perché era un cittadino esemplare che ha saputo occuparsi proficuamente dei problemi della comunità. Con lui presidente, la Pro-loco ha saputo prendere tante e svariate iniziative a favore della cittadinanza. Pegognaga di ieri e di oggi gli sarà riconoscente”. Gianni Semeghini: “Bombetti Giuseppe è uno dei pochi dipendenti che aveva capito quale deve essere il rapporto del dipendente al servizio del cittadino. Giuseppe nel sociale ha dato tutto quello che poteva dare al servizio del bene del paese. Una persona di una limpidezza unica” Marco Carra: “Pegognaga ha perso uno dei suoi figli migliori: Giuseppe Bombetti è stato un uomo mite, educato, gentile e generoso. Caratteristiche che, dal mio punto di vista, hanno fatto di Giuseppe un grande uomo. Ha dato molto alla sua comunità, ai suoi concittadini. L’ha dato sia da rigoroso e disponibile funzionario della pubblica amministrazione sia, soprattutto, da straordinario e dirompente presidente della nostra Pro Loco. Un vulcano di idee, un dinamismo ed un entusiasmo al servizio degli altri tali da rendere Pegognaga una tra le cittadine più invidiate per le tante belle iniziative messe in campo. Insomma, potremmo dire con una frase d’altri tempi, ha coltivato un amore smisurato per la sua Pegognaga. Per la nostra Pegognaga. Giuseppe, è stato benvoluto e stimato da tutti. Il modo migliore per onorarne la memoria sarà quello di continuare con passione e con impegno la strada che Giuseppe ha tracciato”. Dimitri Melli: “La scomparsa di Giuseppe è un duro colpo per Pegognaga. La sua straordinaria umiltà e il suo costante impegno per la comunità sono un’esempio da seguire per tutti noi. Il suo amore per Pegognaga e per i suoi cittadini sarà quello che ci mancherà. Ciao Giuseppe”. Attilio Pignata NDR: Le più sentite condoglianze a tutta la famiglia anche da parte delle redazioni de “La Gazzetta del Po” e “Corriere del Po”.

"Frontiere" Il fuoristrada procede lento in mezzo al nulla. A fatica e spesso tirando a indovinare cerchiamo quella che dovrebbe essere la "strada" verso il confine. Dopo tanto girovagare, scorgiamo sulla nostra destra, una costruzione in muratura con di fianco una lunga asta metallica. Supponiamo sia un posto di controllo dove dovrebbe esserci anche una bandiera. All'ombra dell'unico albero, notiamo un poliziotto addormentato su una stuoia. Svegliato improvvisamente dal rumore della macchina e trovatosi quattro uomini bianchi davanti, cosa insolita da queste parti, il militare non nasconde la propria sorpresa. Si sistema al meglio, raccoglie il fucile per terra e con un cenno del capo ci fa entrare nella disadorna casermetta per sbrigare le noiose pratiche doganali. Ci accingiamo ad attraversare la frontiera più desolata al mondo. Siamo nel deserto, sul confine tra Mauritania e Mali. Valentino Berni

"Un ricordo, una canzone (pensiero)" Quanti ricordi, che emozione! Al suono di quella canzone, batteva forte il cuore: eran veri attimi d'amore, passa il tempo, ma non il sentimento per quei bei ricordi in ogni momento, bastan due note di sta canzone per rivivere quell'emozione: sguardi teneri e innocenti di quei tempi frementi! Mariangela Corradini


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Quattro EX Presidi e circa 200 studenti si ritrovano dopo mezzo secolo

Il ritrovo organizzato dal Prof. Mario Cominotti ha riscosso un grosso successo di partecipazione e risvegliato i bei ricordi della scuola. Si sono rivisti così gli ex studenti della Scuola di Frutticoltura, le studentesse del corso di Segretarie d’Azienda poi gli Agrotecnici che hanno frequentato gli anni scolastici dal 1960 al 2010. Mezzo secolo di storia dove la scuola stessa ha cambiato dicitura per seguire i mutamenti sociali avvenuti. La cerimonia è iniziata nella Sala Consigliare di San Benedetto Po gremita, dove il prof. Mario Cominotti ha aperto i lavori, portando i saluti, ricordati gli scomparsi e ringraziato chi ha collaborato e partecipato. Poi la parola al Dott. Franco Bertellini, presente assieme alla moglie Prof. Miriam che ha fatto un excursus sulle origini, povere e coraggiose, di una scuola di vita, dove insegnanti e studenti hanno vissuto una esperienza forte e utile come essere in una famiglia. E’ intervenuto il Prof. Ennio Tagliati che ha parlato dei cambiamenti avvenuti e ringraziato per l’occasione di ritrovarsi dopo tanti anni con gli studenti. Anche il prof. Armando Benfatti ha risvegliato i bei rapporti di amicizia e le emozioni che ha vissuto con gli studenti. E’ intervenuto anche Gianni Bellesia, ex studente che ha parlato dell’importanza dei valori radicati fra l’uomo e la natura mentre Attilio Pignata anch’egli ex studente ha elogiato Mario Cominotti per l’impegno e la dedizione che ha dato per la buon riuscita del ritrovo scolastico. Sono stati consegnati degli attestati agli ex Presidi con questa motivazione “solo vivendo a lungo si comprende il valore delle cose fatte all’inizio” , poi Cominotti ha consegnato ai primi sette iscritti dell’anno scolastico 1960 un attestato con questa motivazione “A quei ragazzi che capirono il valore della conoscenza che ha permesso loro di essere cittadini migliori e ai genitori che hanno approvato e ammirato quella scelta”. Poi una targa di merito e un attestato anche a Cominotti e l’arrivo del sindaco Dott. Roberto Lasagna che ha elogiato la presenza di questa importante scuola nel comune di San Benedetto Po. Dopo la foto di gruppo tutti a condividere un buffet e fra una foto e strette di mano, il ritrovo è terminato lasciando in tutti un sereno e piacevole ricordo con la promessa di rivedersi ancora. Attilio Pignata



“SPLENDIDA MINIMA”

UNA MOSTRA DI PICCOLE SCULTURE A PALAZZO PITTI FINO AL 2 NOVEMBRE Piccole Sculture a tutto tondo in Pietre Preziose per Secoli al centro dell’interesse collezionistico dei Medici Spettacolare rassegna nel Museo degli Argenti di sculture antiche di piccole dimensioni, collezionate con bramosia e avidità dalla casata fiorentina de’ Medici. Preziose meraviglie in miniatura, dalla Tribuna di Francesco I de’ Medici al Tesoro Granducale: dei e imperatori alti dieci centimetri, pezzi piccoli, ma di grande indagine e osservazione. La mostra, la prima dedicata a questa particolare produzione artistica, riunirà tutte le microsculture della collezione medicea, affiancandole ad altri esempi di plastica in materiali preziosi, in modo da ottenere significativi raffronti che esaltino le peculiari caratteristiche tecniche e stilistiche di questi oggetti. Tra i pezzi esposti più significativi la testa di Augusto ricavata da un unico pezzo di turchese fatto montare dal Ferdinando I a Roma dall’orafo Antonio Gentili da Faenza e la mano in calcedonio. Particolare interesse suscita, poi, la ricostruzione della disposizione della collezione nella Tribuna della Galleria degli Uffizi, sua sede originaria. Una grande passione per questo genere di “sculturine” in pietre dure, fu propria di Francesco I de’ Medici, che ne possedeva una nutrita collezione e si impegnava ad incrementarla commissionando la ricerca a Roma di marmi e pietre adatti alla creazione di busti. Teste antiche in pietre dure furono così assemblate su busti in alabastro orientale, scolpiti nelle botteghe di corte e impreziositi da panneggi e acconciature d’argento dorato. Nel corso del Seicento e del Settecento altri illustri esponenti della dinastia medicea raccolsero e coltivarono il gusto di raccogliere questi particolari oggetti preziosi, alcuni di questi poco più grandi di un’unghia, eppure di alta lavorazione delicata, così da presupporre l’uso di lenti e di attrezzature sofisticate durante la lavorazione dei maestri artigiani. Illuminati con gusto ed efficacia nelle varie vetrine, i busti e le statuine levitano e sembrano alzarsi in un vuoto che consente di apprezzare la loro fattura da ogni lato: pietre dai colori tenui, o molto intensi - turchese, granato, giacinto, lapislazzuli -, la pura trasparenza del cristallo di rocca e lo splendore inalterato dello stesso oro. E’ probabile che queste opere, circa 480, piccoli busti di autocrati e regine, fossero lavorati per essere posti come decorazioni di corone, indossate da sacerdoti del culto, o come elementi centrali di coppe o recipienti in metallo prezioso per essere strettamente legati a rituali di corte. Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, afferma riguardo l’esposizione Splendida Minima: “Rivela essa, al pari di una lente metaforica, un universo di piccole magnificenze (...). Eppure, sfogliando il catalogo, non di rado l’occhio si arresta su un’immagine, che a prima vista sembra illustrare una scultura di dimensioni magnifiche, se non addirittura un colosso. Sono effetti ingannevoli: e perciò un ritratto imperiale che appare enorme, ma che in verità misura solo pochi centimetri, fa capire come il grandioso non debba essere necessariamente grande e come la monumentalità non sia sempre legata all’effettivo formato di un’opera. La mostra è curata da Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Fabrizio Paolucci, e promossa dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei. Il catalogo è edito da Sillabe. (Tratto Rubrica - Mostre “Splendida Minima nei Tesori dei Granduchi”). Luigi Mignoli



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