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Corriere del Po Anno III - n° 03 - Da 08 Febbraio al 21 Febbraio 2016
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Danza Corpo Vita Il Dott. Roberto Botti, psicologo, psicoterapeuta in formazione (IPSE di Bologna) nella specializzazione di Danza Movimento Terapia organizza seminari di “DanzaCorpoVita”: metodo di Terapia innovativa mediante l’utilizzo della danza e della ritmicitˆ. E’ un metodo di danza terapia che favorisce, in special modo, la funzione creativa della personalitˆ e fa sentire il corpo secondo’ l’incarnazione dell’inconscio e rappresentano il senso del nostro essere. La DanzaCorpoVita aiuta a fidarsi senza timore dei propri istinti con la finalitˆ ultima di scoprire la Vita in tutti i suoi aspetti. Si riferisce ad una ricerca di movimenti la cui spontaneitˆ deriva ’evoluzione psicomotoria, i modelli delle emozioni di base, le forme archetipiche delle immagini, dei sentimenti e comportamenti menti organici naturali. Risveglia le emozioni e svolge un importante ruolo di equilibratore psico-fisico. Sviluppa l’autostima e la consapevolezza di sè e la possibilità di esprimersi danzando in gruppo. Favorisce la comunicazione, la socializza. Date dei seminari 2016 Gruppo 1: Febbraio 13, Marzo 12, Aprile 9, Maggio 7, Giugno 11. Gruppo 2: Febbraio 14, Marzo 13, Aprile 10, Maggio 8, Giugno 19. dalle 9.30 alle 13.30. Iscrizioni: Cell: 3280037812 - e-mail: roberto.botti@libero.it FB: danzacorpovita - web: www.danzacorpovita.it - Luogo dei Seminari: Studio di Chinesiologia “NATURALE” del Prof. Fabio Freddi. Via Cappuccini 41 a/b Guastalla (RE). Terapia innovativa mediante l’utilizzo della Danza e ritmicita tenuta dallo psicologo Dott.Roberto Botti a Guastalla (RE)
E’ diventando un mondo egoista che nessuno si può accontentare come faranno quelli che manca la vista non vedono e non possono camminare e nè fare nessuna conquista solamente che al buio stare non conoscono tesoro e nè sienda ma la luce a loro renda. Casu Antonio Nessuno al mondo ha conoscenza del momento che si è formato sibbene che ci sia tanta intelligenza un pensiero così malefatto tanto di fare la loro presenza di quel modo l’hanno illustrato non c’era inchiostro nè lettura come fare la giusta misura. Casu Antonio
CORRIERE DEL PO
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IL GIORNO DELLA MEMORIA NELLA FOTO DI GIANNI BELLESIA
Il tema ispirante Ogni anno in occasione del Giorno della Memoria che ricorda l'orribile Olocausto del popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale, la mia mente ed il mio ricordo va anche a tutti gli altri morti che le continue guerre hanno provocato anche in anni precedenti e successivi pure in tempi più recenti. Tragedie delle quali in qualche modo sono stato anche testimone con la mia macchina fotografica, come la Guerra del Balcani degli anni novanta del secolo scorso. Se Cristo è in ogni uomo ecco allora che il sangue versato da ogni uomo e simile al Sangue del Redentore. Per questo nella mia ricerca ossessiva di dare un "Volto" al Salvatore, attraverso le "icone" del quotidiano, l'immagine di queste decine di crocefissi scattata come tante altre, sulle bancarelel di mercatini, fra tanti altri oggetti, e rielaborta in bianco e nero, produce un effetto percettivo strano e sinistro, facendo assomigliare questi crocefissi ai corpi scheletrici che decine di volte abbiamo visto nei documentari realizzati da Alfred Hitchcock durante l'apertura dei campi di sterminio nazisti, al termine del conflitto. La stampa fotografica è riportata su tela di lino, tessuto che per mè è il simbolo della sofferenza e della Passione di Cristo, (è il tessuto della Sacra Sindone). Per rafforzare l'impatto emotivo dell'opera, la tela è stata fatta trapassare da un colore rosso sangue, come quello che compare sulle bende delle persone ferite. Una fotografia questa che già da lontano deve far pensare al dolore, attraverso il colore del sangue. deve far pensare ancora ad una ferita lacerante, ancora viva, come vivo è ancora il dolore che ogni anno si rinnova in occasione di questo tragico evento della nostra storia e della nostra memoria.
Proteggi i bambini, costruisci il futuro Con questo invito la Croce Rossa Comitato Locale di Suzzara sta organizzando diverse lezioni informative curate dagli istruttori CRI su: “Manovre di disostruzione pediatriche e sonno sicuro". I genitori dei bambini che frequentano il Nido Famiglia “Hakuna Matata” (Riva di Suzzara) hanno risposto numerosi all’invito di poter imparare come comportarsi nei momenti in cui il bambino ha bisogno di te. Grazie all’esperienza e professionalità dell’istruttrice Sabina Lasagna, la lezione ha riscosso un successo di adesioni. Ai presenti è stato consegnato un attestato di partecipazione. Per info: 340-0532742 mail: msvp.crisuzzara@gmail.com Attilio Pignata
A peso d’oro
Anni cinquanta, all’epoca, L’Aga Kan, capo degli Ismaeliti, aveva fama d’esser l’uomo più ricco del mondo. Ad ogni compleanno saliva sul piatto di una grande bilancia, sull’altro piatto veniva accomunato tanto oro quanto ne serviva a riportarla in equilibrio. Una leggenda? Forse no! Di certo si sa che convolò a giuste nozze con Rita Haewort, grande attrice, era considerata la donna più bella del mondo. Nel film Salomè, la diva, si prodigava in una sorta di spogliarello arcaico in cui, uno dopo l’altro, si toglieva sette veli, sino ad esser nuda. La sequenza finale, tuttora pezzo di pregio delle cineteche, fu tagliata per il grande pubblico dalla censura, tuttavia restò in memoria come porno scena d’arte senza precedenti. Evidentemente anche l’Aga Kan ne fu colpito, decise che la voleva per sé. Era anziano, basso di statura con corpo a forma di barile, con viso che dava vaga idea di mastino.... nonostante…. Rita Haewort pensò bene di accettare. Lasciò Hollywood ed il mondo della celluloide per vivere da moglie in una reggia. Quanto ebbe a costare all’Aga Kan? Probabilmente qualche dollaro in più di quanto spese Onassis per Jaquelyne Kennedy. A peso d’oro dunque! Esiste un record in materia? Certamente! Atahualpa, re Inca, fu catturato da Pizzarro al tempo della conquista del Perù. El Conquistador, come riscatto chiese cinquanta tonnellate d’oro, le ebbe ma non restituì il prigioniero, rese soltanto la salma…. onde avesse una sepoltura degna del suo rango…. Tempi antichi…. Giasone e il vello d’oro! E’ la storia di un fanciullo, figlio di re, espropriato del trono, posto in salvo da un servo, fu transfuga in un paese lontano ed affidato al Centauro Chirone, universalmente considerato uno dei sette saggi dell’antichità, aveva in sé la sapienza dell’uomo ed il vigore del cavallo, era filosofo ed arciere prodigioso, veloce come il vento. Giasone cresceva da guerriero, come gli fu nota la sua storia, decise di ritornare in patria a far vendetta. Al termine di una giornata di viaggio, deposte le armi e toltisi i calzari, si addormentò in un bosco. Si destò all’alba e s’avvide che uno dei sandali mancava. Possibile? Qualcuno durante il sonno l’aveva derubato? Di una sola calzatura? Udì il verso di un uccello, guardò in alto, meraviglia…. eccolo il suo calzare, in cima ad un albero, una gazza vi aveva fatto il nido, al sicuro, col suo verso sgraziato sembrava volerlo beffare. Giasone entrò in città, era il giorno della festa, arco a tracolla e lancia nella destra. Molte erano le persone armate ma fu notato…. aveva un solo calzare.... ed un piede nudo. Qualcuno, quasi per celia, riferì a re Pelia…. s’allarmò, un indovino gli aveva narrato d’uno strano presagio, doveva tenersi in guardia allorché fosse giunto uno straniero con un solo calzare ed il piede sinistro scalzo. Catturalo? Metterlo a morte? Ebbe un’altra pensata. Lo convocò a corte, così l’interpello: “Sei figlio di re? Invero sei uno sconosciuto, devi darne prova…. Il vello d’oro! “Sai bene che chiunque n’entra in possesso ha un regno in dote, stendilo qui ai miei piedi e sarai re”. Pelia era una volpe, era impresa impossibile, lo mandava in cerca di un sogno, di una leggenda, in mezzo a mille pericoli….. si sa mai…. un mito fumogeno quanto un sogno che si dilegua al chiaro del mattino…. L’eroe accettò la sfida! Armò una nave e con una ciurma d’argonauti partì. Sconfisse nemici, domò tori furenti, uccise serpenti…. grandi quanto il mitico Pitone, trafisse draghi che sputavano fuoco.... infine, approdò alla corte di re Eete. Il sovrano gli negò il vello d’oro ma Giasone, con l’aiuto della figlia Medea, lo sottrasse con l’inganno, la fanciulla partì con lui, era esperta in arti magiche. Tornarono insieme da re Pelia, il vello era là, steso ai suoi piedi, tuttavia…. era ben lontano dall’idea di lasciare il trono su cui stava seduto. Medea, guardando nella sfera di cristallo, se n’avvide, altro che trono…. ebbe certezza che stava tramando per far assassinare Giasone. Occorreva agire, senza nulla dire, con un sortilegio, legato Pelia nel sonno mani e piedi, lo fece precipitare in una grande caldera di rame, col fuoco attizzato sotto, serviva a cuocere vitelli, montoni e cinghiali interi per le feste di corte. Pelia, si profuse in urla e lamenti ma nessuno udì, o intervenne.... Medea vedeva appagata la smania d’esser regina.... ma in seguito Giasone la tradì! Cadde nelle trame di Creusa, un’altra giovane figlia di re, stava convolando a nuove nozze. Medea entrò di soppiatto nell’atelier della sarta che stava confezionando l’abito da sposa, lo toccò con la bacchetta magica, restò immutato ma divenne di un tessuto altamente infiammabile. Creusa, indossatolo, si pavoneggiava nel salone, ma lo strascico ebbe a sfiorare un lume ad olio acceso di proposito da Medea, il vestito s’incendiò d’un tratto e la sposa novella arse in un rogo tra urla “Astrolabio” strazianti. Ecco il sistema, bruciare le rivali.... Giasone, ignaro e sconsolato, dopo breve, tornò da lei, convinto che Fiorino d’Argento con esposizione a il nome di Medea era scritto nel libro del destino divenne re al posto di Giasone ma, dopo breve, entrambi Palazzo Vecchio lasciarono il regno in cerca di nuove avventure, in cui, come dai primordi, l’oro è movente e grande protagonista. Firenze. Patrocinio Comune Provincia Regione. Giorgio Boldrini
Mantova capitale italiana della cultura 2016
Superate in finale le città di Aquileia, Como, Ercolano, Terni, Spoleto, Parma, Pisa, Pistoia L'iniziativa «Capitale italiana della cultura» è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della cultura per la coesione sociale, l'integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l'innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. Quest'anno Mantova manterrà la carica per tutto l'anno. A prendere la decisione è stata la commissione giudicante, presieduta da Marco Cammelli, professore dell'Università di Bologna. «Siccome la capitale europea della cultura spetta ad ogni paese membro dell'Ue ogni quattordici anni - ha spiegato l'onorevole Franceschini, abbiamo immaginato di introdurre nel nostro ordinamento una capitale italiana della cultura, seguendo il percorso previsto per la capitale europea. Ogni anno ci sarà quindi la capitale italiana della cultura, questo è il primo anno in cui ne abbiamo una sola dato che l'anno scorso ne abbiamo avute quattro perché non ci sarebbero stati i tempi per organizzare la gara». Al momento dell'annuncio, è scattato un lungo applauso e il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, ha preso la parola promettendo che l'amministrazione comunale farà del proprio meglio per dimostrare di aver meritato il riconoscimento. «Siamo felicissimi, è una bella notizia, un risultato nel quale la città sperava, frutto del lavoro intenso fatto dalle istituzioni territoriali. Mantova merita questo titolo». Una competizione «serrata e molto bella», che «fa benissimo al Paese», ha dichiarato Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle attività culturali. Il titolo è stato istituito con la legge 'Art bonus', in seguito alla forte partecipazione di molte città italiane al processo di selezione per la Capitale europea della Cultura 2019. Mantova riceverà un milione di euro come premio e le spese per gli investimenti necessari per realizzare i progetti. «No, non me l'aspettavo. Nessuno di noi, in verità, ma ero consapevole del ruolo e della bellezza di Mantova», ha detto Mattia Palazzi, sindaco eletto da appena 4 mesi. «Non è solo un milione di euro che ci arriverà - ha continuato- che naturalmente in questi tempi non fa male. È il riconoscimento di una città straordinaria, unica, una piccola città ma che ha una vocazione internazionale, un patrimonio straordinario. Stiamo cercando di aprirla al mondo, molto di più. Stiamo investendo sul restauro e sul recupero del patrimonio culturale, sulla rigenerazione urbana, sul ricucire elementi di degrado con la parte storica, sulla fiducia di una città che ha voglia di esserci, di crederci e di contare molto di più nel paese e in Europa». A determinare questa scelta è stata forse l'esperienza già vissuta nella corsa al titolo di "Capitale europea della cultura 2019". Il 2016 sarà anche il 150 anniversario di Mantova italiana: tra novembre e dicembre verranno allestite iniziative che ricorderanno lo spirito risorgimentale della città nei giorni in cui si celebra il sacrificio del Martiri di Belfiore. La manifestazione di chiusura sarà una mostra sull'arte rinascimentale. (Tratto da 'Il Sole 24 ore - Italia). Luigi Mignoli
Gustavo Gustavo un'umilissima persona, nessuna amicizia, solo ed abbandonato da tutti, quando la tristezza bussa alle porte del suo cuore opprimendolo sino ad annullarlo, si rinchiude nella sua grigia stanza completamente disadorna, solo un grande specchio appoggiato al muro, ed un piccolo piattino deposto sul pavimento sul quale arde una candela, conficcato al muro un grosso chiodo sul quale appende un logorato camice impregnato di colore, in un angolo della stanza uno sgabello. Gustavo è un caro pittore mancato, ma che non ha mai abbandonato la sua passione, nessuna mostra per lui, nessun aiuto, ma il suo pennello e la sua tavolozza restano sempre attivi. Vuole dare luce a quella stanza così tetra, renderla luminosa, calda, mettendosi in competizione con sé stesso, dimostrandosi tutto quello che è ancora capace di fare, di creare. Intraprende l'iniziativa per un lavoro che gli costa tanta fatica e sacrificio, ma portato a termine con grande maestria, il soggetto rappresentante è quello di un caratteristico focolare, i tizzoni impressi sulla tela sembrano ardere fiamme così vere dà trasmettere calore. Soddisfatto dell'opera la contempla, seduto innanzi a lei, sullo sgabello s'accosta alle fiamme, socchiudendo gli occhi e portando le mani spalancate in avanti, riesce a percepire il loro ipotetico calore. Tavolozza e pennello ora a riposo, quel ceppo acceso va a rispecchiarsi nel largo specchio espandendo la luce che mancava nella stanza, quella luce che gli riscalda anche il cuore, tingendo di colore le grigiastre pareti. Vanna Bozzolini
Bagliori di felicità
Il tepore delle notti di maggio che avvolge la pelle con profumi d’oriente. Provare ad inventarsi il coraggio di amare in grande e per sempre.
La preda del Cormorano S'innalza verso il cielo per meglio scrutar spiega le ali e scende come un velo, poi in velocità spicca sulla misera preda che coi suoi artigli impicca, il cormorano non lascia scampo sul lago piatto e trasparente la piglia in un lampo.
Penetrare le note di una musica avvolgendosi nella spirale ascendente di una ritmica nuova e unica che fa danzare, inconsapevolmente. Quando i giorni dell’amore aprono la via a una dimensione nuova e stordiscono di ansie e di magia la vita che si rinnova. Assaggiare il presente a piccoli morsi, gustandoli , bevendoli, godendoli, senza rimpianti o rimorsi ma, come esseri inconsapevoli della storia umana, intrisa di dolore, vivere la vita, accarezzandone ogni colore ! Ce la puoi fare ad essere felice, allora: non sempre… forse, qualche volta… forse, ma provaci ancora, ancora e …ancora! Marina Lombardi
tratto da "Brevi racconti in Rima" di Mariangela Corradini.
Ragazza 23enne si propone per fare pulizie, commessa, cameriera e barista. Cell 346.6755225
Il Vuoto
Il Tempo
Quando sono sola sento ancora di più il vuoto che mi prende con forza dritto allo stomaco e non ho più voglia di mettermi in gioco poi... quando mi guardo indietro vedo altri al mio stesso posto è triste mi consolo certo è forte il vuoto.
Avere il tempo dei giochi dei fanciulli di dare alla realtà una briciola di luce radiosa. Alla vita la volontà di pensare, di agire con umanità. Cinguetta il passero nel gelo del mattino, avere il tempo di sfamarlo, di coprire la sua fragilità, di scaldarlo. Con le ali della mia stupida ingenuità. Pensieri acuti emergono dalla mia psiche, mi illudo di avere il tempo afono, di ascoltare la mia voce, nella pazzia e nella collera dell'ignoto sentiero del mio cammino. E il tempo guizza veloce, rincorre la furia del vento, l'ambiguità del mistero. Corre come l'amore, come la nascita... E quando si ferma siamo incanutiti di vecchiaia.
tratto da "Ricordando Elena" in memoria di Elena Parenti Reggiolo
tratto da "Poesie sulla punta della lama" di Onelia Maccari
La Scelta
La vita è un viaggio. Non ce ne sarà un altro. A tutti noi è precluso sapere come sarà il mondo fra cinquecento o mille anni. Così come i contemporanei di Giulio Cesare non sapranno mai che dopo di loro c'è stato il Medioevo, il Rinascimento, l'Era Moderna, così noi non sapremo mai come sarà la società del futuro, ne potremo conoscere qualcuno dei suoi componenti. Una sola e unica opportunità da vivere in un limitato periodo storico è tutto quanto ci è concesso- Una carità A queste condizioni, avrebbero almeno dovuto chiedermi se accettavo di partecipare! Valentino Berni
Calendario
Ecco. L'io scompare. Sovvien l'animo inquieto di viandante. La vita ha scalfito la rocca. Baluardo di certezze crollate. Non calce ma giorni. Non pietre ma sogni, L'implacabile avanzata della vita l'animo usurpa. Breccia vi fu. Mano d'uomo come scudo incapace giunge al volto mesto. Sorgente d'eterno lagrimar d'emozioni stinte.
Occhi attenti a quel muro appeso ad un chiodo un ultimo foglio attende d'esser rimosso. Scritte nere o rosse, numeri progressivi nomi ormai da tutti conosciuti. Su quei fogli che se ne sono andati tanta storia del passato remoto, del nostro recente ne è rimasto uno a testimoniare il presente. Ad un futuro con dodici fogli nuovi stanno le nostre speranze. Aleggiano nell'aria parole d'auguri, ogni di pace e serenità. Fuori per le strade e nelle piazze
tratto da "Perché no?" del Dott. Dario Anzola.
Viadana 21 gennaio
Cicognara 10 febbraio
Abo Elkhibous Festeggia le
Bertoli Paolina
sue 23 primavere con l’affetto dei suoi cari, della fidanzata Giada e degli amici: Laura, Roberto, Oriella, e da tutta la redazione del Corriere del Po. AUGURI!!!!
Tantissimi auguri Per le tue 95 candeline. La tua famiglia in particolare modo dalle Tue pronipoti Sara, Chiara, Anna e Irene.
luci multicolori e intermittenti. Gli esercenti sono pronti e attenti per darti rinomate cibarie pacchi dono per amici, parenti e innamorati chiedendoti in cambio tutti i tuoi averi. I pensieri che quel muro numererà continueranno nella vita di tutti quanti tra speranze e illusioni e la promessa d'essere in futuro più buoni.
Camminata 10 febbraio
Luciano Decò e Rosa LodiPasini
Sempre felici e uniti dal "Grande Amore" gli auguri vi arrivano dalle "Favolose amiche di Ponteterra", dai figli Fabio, Paola, Papà Arturo, la sorella Ilide, il grande cognato Roberto e la nipote Elena. Buon Anniversario
tratto da "Canto quotidiano" di Bruno Mazzacani
Ponteterra 18 febbraio
Arturo LodiPasini
Ehilà!!! 93 primavere scoccano piene di bei ricordi circondate dall'amore delle figlie Rosa, Ilide, i generi Luciano, Roberto, gli amati nipoti Fabio, Paola, Elena e ci uniamo anche noi agli auguri, le solite ponterresi.
Buon Compleanno.
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- Misto freddo della Casa
(Piovra Salsa Verde, Insalata di Mare, Carpaccio di Spada, Gamberetti Salsa Rosa, Cozze Marinate)
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Biscotti degli Innamorati
INGREDIENTI PER L'IMPASTO Farina 280 g Burro 130 g Zucchero 100 g Limoni la buccia grattugiata di 1 Sale 1 pizzico Lievito chimico in polvere 1/2 bustina (8 gr) Uova (medie) 1 intero più un tuorlo INGREDIENTI PER LA COPERTURA Zucchero a velo q.b. Marmellata di fragole q.b. Coloranti alimentari rosso q.b. Cioccolato fondente (per le scritte) q.b. Riducete il burro a cubetti e, servendovi delle fruste di uno sbattitore o di un robot, mischiatelo con lo zucchero e la scorza grattugiata del limone, fino ad ottenere una bella crema liscia. Aggiungete alla crema le uova (1 intero + 1 tuorlo), una alla volta e, senza sbattere troppo, unite il sale e in ultimo la farina setacciata col lievito. Amalgamate per bene e trasferite l’impasto sulla spianatoia , dove lo lavorerete fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Chiudete l’impasto nella pellicola trasparente e collocatelo in frigorifero per mezz’ora. Trascorso il tempo necessario, prendete l’impasto, stendetelo col matterello sulla spianatoia infarinata fino a formare una sfoglia alta 4 mm circa ; con gli stampini ricavate le lettere dell’alfabeto che formano le parole “ti amo”, ma anche “San Valentino”, “amore” e tutte le parole che vi vengono in mente e che potrebbero essere adatte all'occasione, come il nome del vostro partner. Con degli stampini a forma di cuore invece, ritagliate dalla sfoglia sia i classici biscotti che quelli da infilare sui bordi delle tazze; se non avete lo stampo adatto, asportate voi stessi con un coltellino dalla lama liscia un rettangolino di pasta come da fotografia. Foderate più teglie con carta forno e disponetevi sopra i biscotti distanziandoli qualche cm uno dall’altro. Infornate in forno già caldo a 170° per circa 15 minuti. Una volta sfornati, spolverizzate le lettere con lo zucchero a velo e preparate la glassa colorata per ricoprire i cuoricini con zucchero a velo, colorante e acqua calda . Mischiate bene il tutto con un cucchiaio. Per stendere la glassa che, per intenderci, deve essere liscia e densa come la colla vinilica, aiutatevi con un pennellino o un cucchiaino. Volendo, potete preparare anche della glassa bianca con la quale creare delle scritte o dei contrasti di colore. Un'altra idea potrebbe essere quella di riempire due sagome a forma di cuore con della marmellata di fragole. Prendete la sagoma intera e spalmatela con la marmellata , ricopritela con l'altra sagoma e poi riempite il foro centrale con dell'altra marmellata.
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