n.2
Febbraio 2020
Foto di Llanydd Lloyd su Unsplash
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n. 2 -2-
Le Rubriche Scienza Salute Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare “Amoglianimali” Disabilità in pillole In forma Stile over In movimento Volontariato & Associazioni Di tutto e niente Lavori in Corso Il Personaggio Le ultime Glamour Digital4Senior Generazioni Connesse
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Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria Michela Romano DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60
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Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo
Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).
Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.
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At the desK DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.
DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.
PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).
DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, au- tore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.
ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-
ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.
ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.
PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.
DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.
MICHELA ROMANO nata a Como nel ‘73, una laurea in Comunicazione e poi via verso il mondo. Esteta di natura, con una grande attrazione verso il bello in tutte le forme. Ama costruire relazioni d’affetto, d’affari, di cuore e di stile. Osservatrice ossessiva ed un po’ Sibilla nel leggere le tendenze ed interpretarle. Il colore viola e’ la sua passione.
MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.
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Generazione F IN PROSPETTIVA Tutti, anche nelle
rafforza ancora più quando è il fil rouge che
più strampalate
lega persone che si conoscono da decenni,
famiglie, abbiamo
esattamente come molti di noi Over 60.
delle parole che ci accomunano, che ci
fanno
riconoscere un’appartenenza, che lo vogliamo o no. Nessuno meglio di Natalia Ginzburg in Lessico famigliare (libro che le valse il Premio Strega) ce lo spiega. “Noi siamo cinque fratelli.Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia.Ci basta dire “Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna” o “De cosa spussa l’acido solfidrico”, ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole”. Ma oltre al lessico delle famiglie, c’è quello “amicale”, che si
Chi, come la sottoscritta, ha l’immensa fortuna di contare tanti e tanti amici lo sa bene. Ci sono frasi, o parole,
anche semplici
che per i motivi più disparati,
scatenano irrefrenabili scatti d’ilarità o rabbia, di impotenza o tristezza … In prospettiva, andando a ritroso nel tempo, c’è per esempio il termine pizzulino. Nacque per caso un pomeriggio di circa 55 anni fa, quando le tredicenni Minnie e Ketty (che l’anno successivo sarebbero andate ad ascoltare i Beatles al Vigorelli di Milano) stavano aggiornando gli album dedicati ai loro miti. Non esisteva internet e recuperare foto di John, Paul, George e Ringo non era per nulla facile. Ancora inspiegabilmente sottovalutati in Italia, comparivano di rado sulle riviste dell’epoca e comunque per noi era sempre una spesa eccessiva l’acquisto di un magazine dove sapevamo esserci qualche scatto e info che li riguardava. Per questo, con grande dispendio di denaro e di tempo(sottratto volentieri allo studio),
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Generazione F munite di colla, attaccavamo le immagini dei
E da allora non potevamo pronunciare
nostri beniamini con tanto di commenti
quest’espressione senza farci venire le
scritti a mano a fianco di ciascuna. Un
lacrime agli occhi per il ridere. Oggi Sandra
giorno ci accorgemmo che un angolino
non c’è più e quando mi sale e monta e
dell’ultima immagine incollata con tanta
sembra non riesca ad aver fine la rabbia per
fatica sbordava dall’album: pensare di
l’ingiustizia della sua perdita, pronuncio ad
staccarla ci pareva troppo pericoloso … la
alta voce sacchi spazzatura. È una sorta di
sottile pagina del giornale si sarebbe potuta
mantra che mi riporta subito il buonumore.
rompere … né pensammo a ritagliare il
“Ma oltre al lessico delle famiglie, c’è quello “amicale”, che si rafforza ancora più quando è il fil rouge che lega persone che si conoscono da decenni, esattamente come molti di noi Over 60.”
pezzetto che avanzava. Sarebbe stato un sacrilegio mutilare un’immagine dei Fab Four. A quel punto io gridai: “E pieghiamolo allora questo pizzulino!”. (in pratica è quello che fanno oggi anche importanti quotidiani quando una pagina non risulta tagliata a dovere: si ripiega l’angolino del bordo destro inferiore). In prospettiva poi, una dozzina d’anni fa, è d’obbligo ricordare
un insieme di poche
parole - sacchi neri della spazzatura- che
Ma ciò che è meraviglioso è aver scoperto
per me e Sandra racchiudevano un intero
che Sara, la splendida sorella di Sandra, ride
universo di frasi e commenti e improperi
a crepapelle al suono della frase: non sa di
rivolti al mio compagno al termine di circa
preciso a che cosa si riferisca, ma rammenta
tre anni di convivenza alquanto disastrosa.
alla perfezione tutte le volte in cui la nostra
L’episodio era stato a suo modo
Sandra cercava di spiegarle l’episodio che mi
drammatico, ma già raccontandolo la prima
aveva fatto tanto perdere le staffe, ma senza
volta alla mia amica, mi accorsi che aveva
mai riuscirci perché interrotta dalle sue
un effetto comico.
stesse risate.
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Generazione F In prospettiva c’è una frase molto più antica
Come sempre mi capita, da un’incazzatura
che Michele ed io ricordiamo con complicità.
riesco a riprendermi meglio se ne parlo a
I nostri nonni furono per tutta la vita i
caldo con un amico. In questo caso è toccato
migliori amici. Zio Alfredo (come lo chiamavo
a Paola e a distanza di pochi giorni riesco già
io, essendo praticamente la nostra una
a riderne anche perché “ in prospettiva” è
famiglia allargata, come si direbbe ora) era il
veramente una frase da lessico amicale che
nonno di Micky ed era molto più collerico e
mi mancava.
fumantino di mio nonno Antonio, conciliante e sempre adattabile alle situazioni.
Vero che anche voi lettori Over possedete un
Praticamente ogni domenica (e ogni festa
qualcuno tra chi amiamo che le
elenco infinito di queste frasi? E finché ci sarà
comandata o no) ci riunivamo per tavolate
comprenderà e le farà sue assieme a noi,
immense, alle quali partecipava spesso
possiamo ancora sperare di
un’amica comune delle nostre nonne. Zio
salvare il
mondo con l’amicizia, se non ci siamo riusciti
Alfredo un giorno, per opporsi ad invitarla,
con la bellezza, come pensavamo un tempo.
non avendo argomenti plausibili, se ne uscì
Chissà.
con uno per lui inconfutabile: “Non si può.
P.S. Per essere coerente con il titolo di questo
Perché? Perché c’è un limite anche alla
bizzarro editoriale, in copertina ho voluto
bruttezza umana”. E da allora basta che
mostrare tre mie foto … in prospettiva
Michele ed io osserviamo qualcuno che non
cronologica l’una dall’altra di una ventina
sia proprio un Adone, per guardarci e
d’anni (19, per essere pignoli). Infatti, nella
limitarci a bisbigliare ridendo “ C’è un limite”.
prima avevo una trentina d’anni; la seconda risale al 1999 (48 anni) e l’ultima è del 2018, 67
In prospettiva di 5 anni (questa è la frase
anni. Orgogliosamente Over. E dannatamente
completa) è una new entry, ma ormai è già
felice di accumulare parole che, come
un cult nelle conversazioni fra me e Paola. È
grimaldelli, forzano sensazioni spiacevoli,
stata una frase oltremodo indelicata e
rendendole subito più lievi grazie a quel dono
assurda, che al momento mi ha lasciato
splendido rappresentato dalla complicità e
ferita, incredula e soprattutto delusa, per poi
dalla confidenza amicale.
esplodere in un fiume in piena di riflessioni amare fra me e me.
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Sentirsi bene I FERMENTI LATTICI SONO TUTTI PROBIOTICI? Come saperne di più e scegliere consapevolmente Redazione Generazione Over60 Fermenti lattici e probiotici sono termini
A proposito di tale quantità, il Ministero della
usati spesso come sinonimi, anche se in
Salute italiano stabilisce che “la porzione di
realtà non lo sono: le caratteristiche
prodotto raccomandata per il consumo
generali dei fermenti lattici non
giornaliero deve contenere una quantità
comprendono infatti le proprietà
pari a un miliardo di cellule vive per
probiotiche, presenti solo in alcuni casi.
almeno uno dei ceppi presenti”.
Ma cosa vuol dire questo per la nostra salute? Iniziamo dalle basi. I fermenti lattici sono quei batteri in grado di fermentare gli zuccheri producendo acido lattico e altre sostanze, presenti tuttavia in misura inferiore. Si tratta di un gruppo di microrganismi assai variegato, che comprende molti dei batteri utilizzati – da soli o in combinazione con altri batteri,
Quindi, attenzione: quando parliamo di
lieviti o muffe – per produrre alimenti come
fermenti lattici parliamo di qualcosa che
formaggi, burro, affettati e anche alcuni vini,
questi batteri sono in grado di fare
tra cui molti champagne.
nell’alimento in cui si trovano (trasformare
I probiotici sono invece microrganismi vivi presenti negli alimenti o aggiunti ad essi che, secondo la definizione ufficiale di FAO e OMS, apportano un beneficio alla salute dell’ospite quando somministrati in
gli zuccheri in acido lattico), mentre quando parliamo di probiotici parliamo di qualcosa che essi fanno all’interno del nostro organismo, dove favoriscono l’equilibrio della flora intestinale.
quantità adeguata.
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Sentirsi bene Un fermento lattico può quindi avere o non avere proprietà probiotiche, a seconda che – dopo aver fermentato gli zuccheri e prodotto acido lattico – sia o meno in grado di essere attivo a livello intestinale.
N e è u n e s e m p i o i l L a c t o b a c i l l u s c a s e i S h i r o t a , d e l l o s t e s s o g e n e r e del bulgaricus che abbiamo citato sopra, da cui tuttavia differisce per questa importante caratteristica.
Un esempio di questa differenza ci è offerto da alimenti molto famigliari e tra di loro analoghi: lo yogurt e i latti fermentati con probiotici. Vediamo come: – i batteri che trasformano il latte in yogurt, sono infatti senza dubbio fermenti lattici – poiché di fatto trasformano parte del lattosio di partenza in acido lattico – ma non sempre sono probiotici, in quanto non sufficientemente in grado di sopravvivere ai succhi digestivi nella loro via verso l’intestino.
“Un fermento lattico può quindi avere o non avere proprietà probiotiche, a seconda che – dopo aver fermentato gli zuccheri e prodotto acido lattico – sia o meno in grado di essere attivo a livello intestinale”
– alcuni latti fermentati specifici sono invece
Per maggiori informazioni su come i
prodotti, sempre a partire dal latte, da
probiotici possono aiutarci a mantenere
fermenti lattici che possono definirsi
l’equilibrio della flora intestinale, visitate
anche probiotici, in quanto le loro
www.yakult.it
caratteristiche corrispondono a quelle richieste a questo proposito dal Ministero della Salute.
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Stile Over ETERNA VALENTINA La signora del fumetto italiano non ha paura di invecchiare Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica Il nome che le aveva dato il suo creatore è
d’arte e investigatore. Insieme i due vivono
Valentina Rosselli. Ma per tutti è stata, da
avventure misteriose e inquietanti che
subito, solo Valentina, o al massimo”
mescolano storia, paranormale, erotismo e
Valentina di Crepax”, tanto per capirsi.
psicanalisi: l’aggettivo più spesso usato per
Stiamo parlando, ovviamente, del
descriverle è” oniriche”. Le storie, che
personaggio creato negli anni ’60 del secolo
appaiono su una rivista colta e intrigante
scorso dal disegnatore milanese. E ancora oggi amatissimo, tanto che da poco le è stato dedicato un documentario, Cercando Valentina di Giancarlo Soldi, in questi giorni nelle sale (a Milano, al cinema Anteo dove è in corso anche una mostra). Un’occasione per scoprire o riscoprire quella che è probabilmente il personaggio più celebre del fumetto italiano, oltre ad essere responsabile del gran numero di Valentine cui in quegli anni è stato imposto il suo nome. Ma ce ne sono altre, dalle mostre che le sono periodicamente dedicate, ai siti e alle pagine Facebook (come fb.com/
come Linus, hanno successo, ma Valentina si impone, presto diventa lei la vera protagonista, impariamo a conoscere i suoi problemi di anoressia, i suoi incubi e le sue
valentinarossellidiguidocrepax/).
passioni. E finalmente esce dal fumetto, per
Giovanissima e fascinosa fotografa,
del 1973: il ruolo della protagonista
Valentina appare la prima volta nel 1965, in
dovrebbe andare a Stefania Casini, alla fine
una storia intitolata La curva di Lesmo: il
viene scelta
vero protagonista del fumetto sarebbe il
soprattutto perché nipote del celebre comico
suo compagno Philip Rembrandt, critico
francese.
essere protagonista di un film, Baba Yaga
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Isabelle de Funès, nota
Stile over Prevedibilmente il film
inciampa nella
Dal canto mio, trovavo fascinose quanto
riproporre in carne e ossa le
inquietanti quelle storie intricate, non
immagini conturbanti disegnate da Crepax
rinunciavo a sfogliarle ma mi trovavo assai
in quegli anni sembra un’avventura
più a mio agio con i Peanuts.
censura:
impossibile e la pellicola - di cui su You tube
Avrei conosciuto e apprezzato meglio il
è disponibile il trailer www.youtube.com/
lavoro di Guido
watch?v=4ETJsmKvaNo – resta un oggetto di
tradisce l'origine veneta dell'autore, la X era
culto. Anche più della serie televisiva
un vezzo da artista -
trasmessa da Italia 1 alla fine degli anni ’80 -
le copertine e certi casi clinici che sembrano
anni - in cui la celebre fotografa
anticipare le storie del dottor House.
investigatrice è interpretata dall’attrice e modella americana Demetra Hampton, bellissima ma assai meno intrigante dell’originale. Per quanto mi riguarda, ricordo di aver incontrato Valentina nella casa di campagna di mia nonna, dove, poco più che decenne, avevo libero accesso alla rivista preferita della mia giovane zia: quello era il regno della libertà, e nessuno si chiese mai se quelle tavole fossero una lettura adatta una
come illustratore su
Tempo Medico, di cui fino agli anni ’80 curò
la prima serie a essere vietata ai minori di 14
per
Crepas - un nome che
bambina
impressionabile.
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Stile over Quanto a Valentina, l’autore disse di averla creata ispirandosi alla moglie Luisa, ma a renderla indimenticabile è la somiglianza con la diva del muto Louise Brooks, di cui riprende le fattezze e soprattutto il taglio di capelli - lo stesso che da sempre sfoggia con grinta il nostro direttore - che da quel momento si chiamerà per sempre “alla Valentina”. Ma Valentina resta unica: perché è bellissima e spesso nuda - anche in circostanze diciamo improbabili - tanto da far arrabbiare le femministe che all’epoca provavano ad attirare l’attenzione sullo sfruttamento del corpo femminile. Ma non ha niente da spartire con le eroine dei fumetti sexy:
è una signora milanese, e
soprattutto una donna determinata, modernissima nella sua autonomia anche quando sembra scegliere - cavandosela sempre all’ultimo momento - un ruolo di vittima. E per lei, caso raro se non unico nel
E col passare degli anni - le ultime storie di
mondo dei fumetti i cui protagonisti sono
Valentina sono del 1995 - ne modifica
in genere congelati in un’eterna
leggermente l’aspetto per segnalare con
giovinezza, gli anni passano: Crepax la
garbo il passare degli anni, senza
fornisce di una carta di identità sulla quale,
scalfirne la bellezza. Un altro dato che
oltre a un bell’indirizzo milanese, spicca una
conferma la modernità di un personaggio
data di nascita, 25 dicembre 1942.
che è bello riscoprire.
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Di tutto e niente UROBORO1 Strategie di sopravvivenza contro il tempo che passa Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico “Non sono forse un falso accordo nella divina sinfonia, grazie all'edace Ironia che mi scuote e mi morde? Tutto il mio sangue, tutto, è questo nero veleno; ed io non sono che lo specchio in cui si guarda la strega.” Charles Baudelaire
Emiliano non sapeva mai con certezza a che ora si sarebbe svegliato la mattina dopo. Era sicuro di sapere a che ora avrebbe voluto, ma non se ci sarebbe poi riuscito. La sera, sul tardi, dopo aver rinviato per sopraggiunte sequenze di curiosità l’andata a letto – ad esempio trafficando tra le sue carte, ricordandosi di un brano in un certo volume che però non riusciva a rintracciare, incerto su dove l’avesse collocato nel caos della sua piccola casa; oppure cercando in internet il nesso –di cui aveva traccia mnemonica, ma non supporto cartaceo - tra autori diversi
estro o necessità, Emiliano restava seduto alla scrivania o si alzava e cercava tracce dentro la sua casa, che era piccola. Viveva in due stanze che avevano in tutto soltanto una parete con i quadri appesi e per il resto, appoggiate ai restanti muri, scaffalature di legno con libri e carte che occupavano anche le sedie, i tavoli e il divano. Pure l’unica poltrona di casa ne era ingombra e i volumi, rilegati o in fotocopia, invadevano per di più la cucina, disposti in ripiani fissati al muro su tre file parallele sopra i pensili, fino al soffitto. Più o meno consapevolmente, a seconda dei momenti, Emiliano conduceva non solo una impari lotta dentro il tempo, ma anche con lo spazio e l’ordine. Lui diceva che la sua casa era viva e vissuta, ma non c’era spazio se non per le parole scritte – infatti ci viveva da solo e in silenzio.
secondo una lettura orizzontale di certe tematiche che gli sembrava poter esser importante- con motivazioni sempre diverse, Emiliano ritardava di momento in momento la conclusione della giornata, che ormai era virata in notte fonda. Ogni volta sull’usta di cose diverse suggerite da
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Di tutto e niente Comunque il tempo era passato e
Forse anche lui ne era affetto, si diceva
continuava a trascorrere, le curiosità si
Emiliano, un minimo orgoglioso
assommavano – le appagate e le
dell’autodiagnosi di una malattia così
insoddisfatte- mentre lui ancora stava in
esotica, letteraria, connessa al fantastico,
piedi. Sentiva che il tempo residuo della
alle parole e alla narrazione. Chissà come
notte, così come quello della vita che lo
deve esser viver da malati nell’inganno della
conteneva insieme alle cose che gli
malattia –si chiedeva- e chissà se sia davvero
restavano da fare, si assottigliava.
così diverso dal vivere nell’autoinganno della
Impegnato nella lotta contro l’erosione di sé
salute.
e del tempo- della propria durata- a volte riteneva che perder tempo fosse come volerlo far durare di più e poter vivere così più a lungo, quasi una strategia di sopravvivenza. Poi però giungeva, implacabile, la percezione del tardi che innescava l’ingegneria costruttivista del giorno dopo, l’inno tardivo al buon senso cui Emiliano si dedicava con ansia e lucida accuratezza.
Ora mai il tempo serale era scorso, inconsistente e frammentario, ma era
A ripensarci al mattino –in genere a metà
passato. “Occorrerà recuperare sia il tempo
mattina viveva la prima lancinante
perso sia le energie”, si diceva, e l’avvio delle
percezione che si stava facendo tardi per
buone
tutto- non si capacitava della propria abilità
intenzioni
coincideva
necessariamente con l’inizio dei progetti
di autoinganno. In uno dei suoi fuoripista
notturni di Emiliano. Al solito mormorava
libreschi gli era capitato di leggere della
convinto, guardando l’orologio: “Saranno
sindrome di Korsakov, patologia che induce
sufficienti 4, al massimo 5 ore di sonno”.
confabulazione, ricordi falsi e produzioni
Devono esser sufficienti, anche perché sono
fantastiche per colmare i vuoti di memoria
tante le cose da fare –tra le nuove e le
in abbondanza tale che lo stesso soggetto
accumulate e le velleitarie che ingrossavano
finisce per credere nelle storie che (inventa
la sua lista d’attesa.
e) racconta. - 17 -
Di tutto e niente Attorno all’una di notte Emiliano era sempre
Pedante turbativa, andava interrotta e
animato da certezze granitiche e limpide
tacitata per impedire che arrecasse troppo
buone intenzioni per il giorno dopo: la
disturbo. Tutto ciò avveniva in uno stato di
sveglia sarebbe suonata alle 5 in punto.
pre-coscienza, che però riusciva a rendere
Cosa che corrispondeva alla sua assoluta
efficienti i processi di moderata meraviglia
volontà di alzarsi –purché, nell’ordine,
che si associavano alla percezione
avesse sentito la sveglia, l’avesse
dell’insorgere del suono, di spegnimento e
riconosciuta come tale, avesse attribuito al
conseguente immediato narcotico
suono della sveglia il significato e, ancor più,
assopimento della coscienza, e delle sue
il corretto senso implicito della sgradevole
virtuose intenzioni. Più che di una sveglia
interruzione del silenzio pacioso che quel
aveva bisogno di esser decurarizzato, come
rumore più volte ripetuto stava a voler
l’anestesista rianimatore fa a intervento
testimoniare. Noia e fastidio e insofferenza.
operatorio ultimato per consentire il risveglio del paziente. Emiliano sapeva di non avere un medico a disposizione e sapeva che era una eventualità concreta il fatto che la sveglia avrebbe suonato nel nulla. Per cui –inutilmente previdente- era solito articolare una sequenza di sveglie, a orari suoni diversi e a differente reiterazione, che programmava nel suo telefono posizionandolo poi fisicamente lontano dal letto –necessario quanto inutile eccesso di cautela che era solito osservare. In genere il posto prescelto era il comò ai piedi del letto o un ripiano alto della libreria sulla parete di fronte. Lo scaffale che stava alla destra del
Con ogni probabilità sarebbe accaduto che
letto lo riteneva eccessivamente vicino, e
al mattino il suono della sveglia palesasse
comunque era troppo ingombro di libri
un’aporia irrisolvibile tra le buone intenzioni
anche per ospitare lo strumento cui Emiliano
di Emiliano e la realtà, sembrandogli
si affidava per il risveglio.
puntualmente inatteso e non voluto.
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Di tutto e niente Nei casi più disperati, includeva nella sua
hai svegliato stanotte con il tuo sms di sos-
inutile tattica l’attivazione di una sveglia
sveglia e io ti ho chiamato e richiamato ma
meccanica a “ring” violento e irritante, come
tu…”. Emiliano non si era svegliato, o più
un vecchio scampanellio prolungato e
correttamente non si era alzato. Ogni volta,
monotono. Eppoi, quando in assoluta
un micro risveglio si era succeduto all’altro
emergenza, Emiliano metteva in preallarme
senza produrre né l’effetto atteso, né
anche amici e parenti con sms del tipo: “se
conseguenze di rilievo.
quando leggi sono passate le 5 chiamami che mi debbo svegliare”. A questo punto, riappoggiati gli occhiali sul naso, dentro al letto con il secondo cuscino ripiegato sotto la testa per continuare a leggere, di lì a poco avrebbe preso sonno –confortato dall’aver fatto tutto il possibile necessario per svegliarsi dall’incipiente sonno del giusto. Dei sogni , solitamente, Emiliano ricordava poco. Gli restavano sotto le palpebre solo le emozioni da essi prodotte, persistenti nel modificare la percezione diurna delle cose e dei fatti. Non era il fastidio delle sveglie che inefficaci si erano succedute inutilmente, né l’evidente volatilità degli alibi che
A dire il vero non sapeva o ricordava cosa
nell’incoscienza temporanea del superficiale
fosse stato a farlo alzare.
risveglio erano serviti, reiterati e rinnovati a
Mentre preparava la moca, attendendo che il
ogni nuovo suono, da “solida” base per i
caffè salisse e lavando i piatti, non se ne
successivi 15 minuti di sonno aggiuntivo che
capacitava – ogni mattina. Un tempo gli
Emiliano sbocconcellava barando con se
bastava molto meno sonno. Un tempo aveva
stesso, ritenendoli necessari per poter poi,
più tempo e più voglie. Ora, superati i 50, le
ben risposato, fare di più nel giorno che
cose erano tutte diverse – con un ordine
avrebbe avuto dinnanzi. Né il senso di colpa
differente.
lieve che derivava dal sentire al telefono “mi
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Di tutto e niente Il caffè bollente nel bricco, il pc acceso, la
Ci aveva messo mesi a capire cosa generasse
finestra aperta. Il letto l’aveva rifatto, per
quel suono circolare e reiterato.“O fa sempre
evitare di esser infastidito dalla sciatteria
lavatrici o mi sveglio solo al momento della
delle lenzuola disfatte –unico vezzo di
centrifuga, perché sennò non me lo spiego”,
ordine che riteneva necessario per non farsi
osservava Emiliano, patendo questa
turbare dal residuo caos pervasivo che
coincidenza perché sottolineava un’operosità
innervava casa. A questo punto, in genere,
di cui lui non era dotato, sebbene non gliene
giungeva il momento giusto della corretta
sfuggisse l’utilità. “Facile per una lavatrice, c’è
temperatura del caffè in tazza. Restava da
chi ti carica, ti programma e poi preme il
berlo guardandosi intorno, riconciliandosi.
tasto d’accensione”, si diceva,
Così le routine si interrompevano, anche
sorprendendosi di trovare un sentore di
quelle del risveglio. Restavano, a occupare il
accidia in sé, ma assolvendosi con il beneficio
silenzio, il cinguettio che da fuori entrava
del dubbio. Secondo taluni la diffusione delle
attraverso finestra aperta insieme all’aria
lavatrici è stato il vero fatto che ha prodotto
fresca, una sorda lieve eco di città lontana,
concreti passi verso la liberazione della
molto lontana, e - misterioso fatto tipico e
condizione della donna. Una rivoluzione
periodico di ogni mattino - il ripetitivo tic tic
candida, che più bianca non si può. Ma a lui,
della centrifuga della lavatrice del balcone al
maschietto, chi lo avrebbe liberato?
secondo piano del palazzo di fronte.
- 20 -
Di tutto e niente L’inizio. L’inizio della giornata, e non solo del
cerimonia zen connessa al risveglio in attesa
giorno. Ecco cosa cercava, Emiliano. La sera
del satori. Il defluire dell’acqua, insieme alla
stentava a individuare la conclusione, a
schiuma e ai frammenti neri di barba e
metter la parola fine alla giornata. Al
capelli recisi, gli appariva ogni giorno come il
mattino invece era l’incipit da metter su
tempo inghiottito dal buco nero che risucchia
carta a esser irreperibile - carta bianca come
la vita. Soddisfatto –una buona rasatura
il bucato della lavatrice che di fronte, sul filo
induce orgoglio, appagamento ed
teso parallelamente alla ringhiera del
entusiasmo infantile- ora si sarebbe vestito e
balcone del secondo piano veniva
avrebbe iniziato, finalmente. Perché forse la
puntualmente steso, carta metaforica su cui
rasatura, forse il sonno sbocconcellato ma
non riusciva a metter in forma una qualche
sufficiente, forse il caffè, ma un’idea ora ce
biografia, una qualche sua traccia che pure
l’aveva. Magari avrebbe potuto scrivere
ambiva a lasciare. Solo vertigini, in attesa
iniziando dalla fine, rovesciando la
che un imprevisto accendesse la fantasia, la
prospettiva e facendola coincidere con il
curiosità, il difforme rispetto l’atteso.
principio, prendendo le mosse da ciò che era successo ieri e dal proprio imbarazzo. Sì,
Nel dubbio e nell’attesa –di nulla e di tutto, quindi inutile - la cosa cui si dedicava e che
avrebbe fatto così.
gli riusciva bene era radersi volto e testa. La
Quella mattina aveva trovato il suo inizio e fu
cura profusa in una sorta di atto di
così che cominciò a scrivere: “Emiliano non
giardinaggio della propria forma – il sapone
sapeva mai con certezza a che ora si sarebbe
con il pennello e l’acqua calda montato in
svegliato la mattina dopo. In realtà era sicuro
schiuma densa ma liquida, il movimento
di sapere a che ora avrebbe voluto, ma non
circolare con la punta del pennello a
se ci sarebbe poi riuscito. La sera, sul tardi,
sollecitare la pelle, ammorbidendola e
dopo aver rinviato per sopraggiunte
lubrificandola per rendere i peli della barba
sequenze di curiosità l’andata a letto ….”
e dei capelli più facile preda della lama, la lametta del rasoio di sicurezza che canta recidendo l’invadente ricrescita pilifera
1.Uroboro è il serpente che si morde la coda e simboleggia,
lasciando la pelle morbida, decongestionata
attraverso il cerchio con cui è raffigurato, la ri-creazione continua.
dal successivo passaggio appena bruciante
È antichissimo simbolo gnostico ed ermetico per rappresentare la natura ciclica delle cose che ricomincia dall'inizio, dopo aver
dell’allume di rocca- questa era come una
raggiunto la propria fine.
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Sessualità PERCHÉ SIA SAN VALENTINO TUTTI I GIORNI Esistono davvero i cibi afrodisiaci? Dott. Marco Rossi - sessuologo e psichiatra - www.marcorossi.it Quella dei cibi afrodisiaci è una fake che si
I 5 cibi afrodisiaci per eccellenza
tramanda da tempo immemorabile, oppure
E se le ostriche, e più in generale i frutti di
ci sono alcuni elementi che si possono
mare, con la loro forte carica simbolica,
definire tali? In una recente intervista
riescono ad avere il potere di scatenare
rilasciata dal nostro sessuologo a un noto
fantasie e animare cene a lume di candela, ci
settimanale*, si fa chiarezza sull’argomento
sono anche 5 alimenti speciali che, grazie alle
“ In realtà non esiste un vero e
p r o p r i e t à
proprio alimento che rispecchi da
c h i m i c h e ,
solo il senso pieno del termine. Ma ce
costituiscono a
ne sono diversi che hanno delle
tutti gli effetti
particolari caratteristiche tali da
degli afrodisiaci:
renderli appunto afrodisiaci. Molto
“Al primo posto c’è
spesso oltre le caratteristiche
il peperoncino : è
chimiche è anche la simbologia o il
un vasodilatatore
modo in cui questi vengono mangiati
e per questo ha
a innescare delle reazioni: Pensiamo
un vero potere sia
alle ostriche: la forma, il fatto che
sull’uomo che
siano umide, la necessità di doverle
sulla donna. Certo
mangiare con le mani, sono tutte
è che per avere un
caratteristiche che rimandano a delle
e
allusioni. È un piatto afrodisiaco per
aumentare il livello di testosterone)". *Donna Moderna
ff
e
t
t
o
significativo
la situazione che crea (e poi contiene anche zinco che è in grado di
loro
bisognerebbe mangiarne in una quantità piuttosto abbondante, cosa che non è sempre possibile.
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Sessualità Poi ci sono i pomodori, a cui nessuno
Infine abbiamo il cioccolato fondente che
attribuirebbe la caratteristica di afrodisiaco,
contiene flavonoidi, previene i problemi
e invece sono molto utili per la circolazione.
legati alla disfunzione erettile, combatte la
Poi c’è l’anguria.
pressione alta e il colesterolo e dà un certo
Anche questa ha un potere vasodilatatore, simile alle pastiglie che aiutano il sesso (le proprietà dell’anguria sono anche simili a quelle del pompelmo rosa, ma attenzione se si assumono farmaci perché il pompelmo può interferire con il loro effetto). Poi c’è la frutta secca, in particolare i pistacchi, ricca
appagamento psicologico grazie al fatto che contribuisce alla produzione di serotonina (per questo lo consuma anche chi soffre d'amore). Inoltre, alcuni di questi, come i pomodori e la frutta secca, sono anche in grado di prevenire il cancro alla prostata.
di arginina, che favorisce l’erezione.
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Glamour ROSSO FEBBRAIO Il mese di Febbraio ispira il color rosso Di Michela Romano
Se volessimo
Il rosso è anche l’eleganza e la regalità, è il
dare un colore
colore delle passatoie per i grandi eventi
ad ogni mese
perché il rosso è celebrativo.
dell’anno, febbraio fa pensare al rosso.
romanità e da questa tradizione c’è una specifica codifica di rosso che è il “Rosso Pompei”.
Rosso è cuore, è passione, è San Valentino. Rosso
Rosso è il colore dei grandi edifici della
è
sicuramente osare, è il colore della scommessa. E’ il colore della più ambita auto sportiva, da sempre una costante ed un’associazione talmente forte che è la codifica di una sfumatura di colore: il rosso Ferrari. Lo si dice per dare un’idea di un rosso che più rosso non può essere. Rosse, di un rosso diverso però, sono le fragole. Un’altra presenza che insieme a rose rosse, cioccolatini e champagne non possono mancare per una serata romantica.
Il rosso è il colore degli aperitivi che derivano dai vermouth, la bevanda nata a metà Ottocento a Torino che serviva a stimolare l’appetito e in qualche modo a creare lo stato di leggerezza e di apertura alla serata. Seguendo questo filone si è arrivati ad uno dei più fortunati slogan: “Red Passion”. Ed il rosso non poteva mancare nell’ultima opera mediatica dello street artist Banksy. Una rappresentazione con due soli elementi: l’azione della bambina, in basso a destra, spinge verso l’esplosione di petali rossi, probabilmente esplosi da un cuore infranto. E mi piace pensare a questa esplosione di rosso creata in modo enigmatico dall’artista
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Glamour come invito a farsi contaminare dal rosso,
“E mi piace pensare a questa esplosione di rosso creata in modo enigmatico dall’artista come invito a farsi contaminare dal rosso, dalla passione”
dalla passione, immergersi e dare un tocco di rosso al nostro abbigliamento, al nostro make up, agli accessori di uso quotidiano, al portachiavi. Segni piccoli ed effimeri come messaggio di energia e forza di rinnovamento. Il rosso è una costante dell’esistenza che crea un grande risalto ed enfasi, e diversamente può essere un legame impercettibile ma indissolubile, il “fil rouge”, per dirla tutta, di una sottile trama di continuità che collega storie, passioni e vite.
Bansky, il murale di Bristol per San Valentino
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Digital4Senior ESISTE ANCORA IL DIGITAL DIVIDE? Sempre più connessi, agli over 60 vengono dedicate app specifiche Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice Ricordo bene i primi tempi in cui ho iniziato
Ne ebbi la prova seguendo l’evoluzione di
a occuparmi di digitale.
mio padre, ex operaio metalmeccanico, che
Sembrano passati secoli, eppure appena 10 anni fa, nella moderna Milano, l’azienda nella quale lavoravo (nel settore del commercio elettronico) doveva fare i conti con un Paese poco connesso rispetto alla
abbandonata la saldatrice si ritrovò in pensione senza aver mai utilizzato un computer. Provai a lasciargli in dote il mio vecchio portatile, spiegandogli i primi rudimenti.
media europea. L’Italia era percorsa da una frattura profonda, quel “digital divide” che separava una minoranza in grado di muoversi disinvoltamente online e una maggioranza lontana anni luce dalle novità tecnologiche. Pochi acquisti online, tanta diffidenza. E una parte considerevole di “over” che sembrava in difficoltà nell’utilizzare la rete.
Niente da fare. Ne era incuriosito quanto
A ben vedere, però, si trattava soprattutto di
intimorito. Decisi di tentare il tutto per tutto
coloro che non avevano mai lavorato con un
regalandogli un piccolo tablet. E capii che era
computer. Impiegati, ricercatori, avvocati,
l’impiccio della tastiera a bloccarlo: con lo
giornalisti…queste categorie avevano già
schermo touch tutto diventava più semplice
visto cambiare radicalmente il proprio
e immediato. Apprese rapidamente, con gli
lavoro a contatto con le nuove tecnologie.
anni iniziò anche a usare uno smartphone e
Ma per chi aveva svolto lavori manuali il digitale restava un orizzonte remoto.
oggi riusciamo a chattare su Whatsapp e farci chiamate video senza problemi.
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Digital4Senior Il mobile, insomma, è diventato la grande
È il caso dell’e-commerce cinese Taobao,
porta di ingresso sul web di una parte
che si è dotato di una “versione per senior”.
consistente di popolazione che non aveva
Altre app si rivolgono agli over affrontando
potuto accedere, fino a quel momento, alle
alcune tematiche particolarmente care a
opportunità del digitale.
questa fascia di età, a partire dal benessere e dalla forma fisicaCercate sul vostro smartphone o tablet e sarete sorpresi dalla profferta di app per monitorare l’alimentazione, per promuovere uno stile di vita più attivo o per perdere qualche chilo. E per chi, con gli anni, sente affievolirsi la memoria, ecco le app per ricordare gli appuntamenti (dal medico, ma non solo) e persino dove si è parcheggiato l’auto.
Ed è proprio il mobile lo strumento di
Insomma, forse è davvero passata un’era da
navigazione preferito dagli italiani, over e
quel lontano 2010 di cui vi parlavo all’inizio.
under senza distinzione, che dalle ultime
E sicuramente oggi gli over 60 sono più
rilevazioni Audiweb passano online circa 4
partecipi e coinvolti in un attivo utilizzo dei
ore al giorno. Certo, molti over confessano
media digitali.
di non avere le stesse capacità e la stessa
“Il mobile è diventato la grande porta di ingresso sul web di una parte consistente di popolazione che non aveva potuto accedere, fino a quel momento, alle opportunità del digitale”
dimestichezza dei nativi digitali. Ed è per questo che stanno nascendo iniziative dedicate proprio a questo target (che, va detto, è anche interessante dal punto di vista economico). Secondo i principi della user experience, le app destinate agli over hanno un layout particolarmente intuitivo e presentano una navigazione semplificata.
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Disabilità in pillole LE PERSONE DISABILI HANNO PIÙ DIRITTI? Ecco perché ci passano davanti nella fila del supermercato Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger Abbiamo spesso parlato di convenzione
l’umanità a essere quasi universalmente
Onu sui diritti delle persone con disabilità,
consapevole di quale sia il valore della
che è quel documento che mette in
persona e l’intrinseca dignità non negoziabile
evidenza di quali diritti debbano godere le
dell’uomo. Non tutte le società planetarie
persone con disabilità. Tratta di
sono concordi sul riconoscimento di pari
accessibilità, di salute, di tempo libero e via
dignità fra gli esseri umani ma la radice più
dicendo. Tuttavia non sancisce diritti diversi
nobile, e onesta, dell’umano pensare
da quelli di cui beneficiano le persone senza
riconosce all’uomo una sua dignità
disabilità, perché in linea di principio a tutti è concesso godere al meglio del proprio tempo libero, curarsi e muoversi senza barriere. Per le strade vediamo spesso parcheggi riservati alle persone con disabilità. Alle code nei supermercati vediamo corsie d’accesso preferenziali. Nei musei o nei cinema sappiamo che le persone con disabilità entrano con lo sconto. L’impressione è che le persone con disabilità godano di benefici di cui gli altri non possono giovarsi. È allora logico chiedersi se esistano dei privilegi e, nel caso, perché. Le persone con disabilità non godono di maggiori diritti degli altri. Questo deve essere chiaro. I diritti sono identici e provengono dalle varie dichiarazioni di diritti umani e civili succedutesi nel tempo, ovvero dal retaggio culturale che ha portato
inviolabile. È noto che la dichiarazione universale
dei
diritti
umani
dell’Organizzazione delle nazioni unite del 1948 ha evidenziato 30 diritti inalienabili fra cui emerge lampante il diritto all’uguaglianza. Questo basta a comprendere che le persone con disabilità non godono di privilegi, bensì degli stessi diritti degli altri, come detto.
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Disabilità in pillole Documenti come la convenzione Onu sui
di portare a termine l’accesso a causa della
diritti delle persone con disabilità sono
sua condizione. Le persone con disabilità hanno medesimi diritti degli altri, non
serviti e servono, comunque, proprio ad
privilegi. Le persone con disabilità godono
evidenziare che i disabili devono poter
degli stessi diritti di tutti cui rispondere con modalità personalizzate, tutto qui.
esercitare i propri diritti, contrariamente a quanto troppo spesso non è consentito loro di fare. I diritti esistono e sono uguali per tutti; ciò che cambia è la possibilità di esercitarli.
I diritti sono identici e provengono dalle varie dichiarazioni di diritti umani e civili succedutesi nel tempo, ovvero dal retaggio culturale che ha portato l’umanità a essere quasi universalmente consapevole di quale sia il valore della persona e l’intrinseca dignità non negoziabile dell’uomo.
Alle persone con disabilità spesso è negato l’esercizio di alcuni diritti, come il muoversi liberamente, l’essere curati alla pari, il non subire discriminazioni per via della propria disabilità e affini. Per questo è necessario che i diritti di cui tutti fruiscono per le persone con disabilità vengano segnalati particolarmente. Per esercitare tali diritti le persone con disabilità hanno talvolta bisogno di modalità specifiche. Ecco, dunque, che è necessario creare parcheggi riservati, cioè per favorire quella mobilità che la disabilità altera. Il tagliare la fila, per esempio, non è un contentino per ripulire le coscienze dai soprusi perpetrati contro le persone disabili ma è una risposta all’esigenza di entrare in un luogo senza che la stanchezza o l’impazienza legate alla disabilità impediscano alla persona disabile
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Generazioni connesse IL RACCONTO COME PONTE FRA GENERAZIONI Nasce a Ravenna l’iniziativa “Io ci sono” per raccogliere e scrivere le storie dei senior Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice Quante volte lo sentiamo dire: che bello sarebbe se le nuove generazioni ne sapessero di più sulle vite di chi è più grande, magari partendo dai propri nonni o bisnonni. Se ascoltassero attentamente le esperienze di chi ha attraversato il Novecento, di chi magari ha visto coi propri occhi la guerra e la ricostruzione, gli anni della contestazione e quelli delle stragi… Ora, finalmente, anche la politica sembra aver capito l’importanza di trasmettere la memoria. Non quella ufficiale e istituzionale (che per carità va benissimo, tanto più in questi tempi ballerini) ma quella costituita dai personalissimi racconti dei
Noi “giovani” lo diciamo spesso, alzando gli occhi al cielo: quanto piace agli “over”
senior.
raccontarsi!
Il percorso partecipativo “Io ci sono”
cresciamo, ci rendiamo conto in prima
promosso dal Comune di Ravenna con il sostegno della Regione Emilia-Romagna si pone proprio questo obiettivo. Con un valore in più: combattere la solitudine che spesso colpisce gli anziani. Che invece avrebbero tanta voglia di condividere il proprio vissuto.
Ma a ben vedere, a mano a mano che persona di come ogni esperienza possa arricchire la nostra visione del mondo e trasmettere qualcosa a chi è più giovane di noi. Una bellissima catena di conoscenza e vita vissuta che, se coltivata, diventa memoria collettiva, vero e proprio collante sociale. - 30 -
Generazioni connesse Ora, si dà il caso che a Ravenna la ricerca di
La seconda: chi può, senza aspettare,
volontari desiderosi di raccogliere le
coltivi un po’ di sana amicizia
esperienze dei senior sia andata oltre le più
intergenerazionale. Ho avuto la fortuna,
rosee aspettative.
fin da quando ancora frequentavo le superiori, di conoscere e frequentare
Il percorso sta per partire e l’esito finale sarà
persone più grandi. Ascoltare le loro
una raccolta di testimonianze. Ma il bello
esperienze, rivivere attraverso i loro occhi
sarà la strada da fare insieme, giovani e
eventi e luoghi, è stata una esperienza che
meno giovani, per conoscersi e capirsi di
ha segnato in positivo la mia crescita.
più.
Anche oggi, mi sento privilegiata ad avere amici di tutte le età che mi aiutano a
A leggere di questa iniziativa, vengono subito in mente due considerazioni.
vedere molte cose in maniera diversa,
La prima: speriamo che molte altre
spero di portare loro una ventata di
spesso più articolata. Io, dal canto mio,
Amministrazioni decidano di seguire
freschezza e quella piccola dose di
questo esempio e costruiscano ponti fra
incoscienza, che tutto sommato fa bene a
generazioni. Ce n’è davvero bisogno.
tutte le età.
- 31 -
Bellezza CAPELLI LISCI A QUALSIASI ETÀ Ma piastra sì o no? Prof. Antonino Di Pietro - dermatologo plastico - https://dermoclinico.com/ Sono passati i tempi in cui si diceva che,
lavaggio dei capelli con acqua troppo calda.
superati i 40 anni, per le donne non era
Il calore, oltre a danneggiare le proteine
opportuno portare capelli troppo lunghi …
fondamentali del capello (la cheratina è la più
tanto da arrivare alle spalle! Ora, con molto
conosciuta), indebolisce anche il microcircolo
buon senso, si è capito che, come ad una
che
under 40 dona di più un taglio corto, così
a garantire l’apporto di vitamine e minerali agli
capelli lisci come spaghetti possono star
annessi cutanei periferici come unghie e
bene anche a noi Over. Tutto dipende dalla
capelli. Il discorso vale anche per le spazzole
forma del viso e dal tipo di capelli.
liscianti per capelli: il calore emesso da questi
Ciò ha portato ad un aumento di piastre liscianti per capelli e trattamenti alla
se
affaticato
non
riesce
dispositivi e rilasciato direttamente sul fusto del capello ne comporta il danneggiamento.
cheratina che promettono di regalare una chioma più ordinata e lucente. Ma queste abitudini sono positive per la salute del capello? Scopriamolo insieme. Perché bisognerebbe evitare la piastra per i capelli? Il calore esercitato dalla piastra per capelli crea un shock termico che distrugge le principali proteine costituenti il capello. Questo si traduce in una chioma più secca, spenta a causa della perdita dei suoi nutrienti fondamentali. All’utilizzo della piastra per capelli può sommarsi anche il calore eccessivo del phon oppure un - 32 -
Bellezza Ci sono differenze fra piastre
Anche in questo caso, l’efficacia di questi
professionali e piastre comuni?
prodotti non è sempre comprovata. Ecco perché è sempre bene verificare assieme al
Le ultime tecnologie hanno permesso la
parrucchiere il trattamento più adatto al
produzione di piastre per capelli più evolute
proprio tipo di capelli. Quando
e sicure, ma gli effetti collaterali sono
geneticamente si possiede un capello più
sempre presenti. Non sottovalutare anche
grosso e robusto, è possibile osare un po’ di
gli strumenti utilizzati dal parrucchiere: non
più, ma senza esagerare.
è detto che nei migliori saloni si utilizzino piastre di ultima generazione.
Quali altre abitudini possono peggiorare la salute dei capelli? Asciugare i capelli con aria troppo calda e ravvicinata al cuoio capelluto può danneggiare il benessere generale dalle radici alle punte. Il consiglio è usare aria tiepida, soprattutto in caso di capelli fini e sottili. In estate, invece, è preferibile lasciare che le lunghezze si asciughino naturalmente. Bisognerebbe evitare anche acconciature troppo strette che tirano il capello, limitare i trattamenti chimici come decolorazione e tinte troppo aggressive e spazzolare i capelli bagnati, un’altra operazione che può minare la salute della chioma. Attenzione anche quando si passa la spazzola lisciante per
Gli hairstylist più esperti applicano
capelli: la chioma deve essere ben asciutta:
solitamente, prima della piastra per capelli,
sui capelli bagnati gli effetti collaterali del
alcuni prodotti per lisciare e proteggere i
calore su cheratina e proteine del capello
capelli dal calore.
sono ancora più aggressivi.
- 33 -
Bellezza Trattamenti liscianti per capelli dal
Suggerisco quindi di verificare sempre
parrucchiere: quali vanno bene?
assieme al parrucchiere quali prodotti vengono applicati sulla chioma per il
Il trattamento alla cheratina per capelli
trattamento lisciante alla cheratina.
lisci praticato ormai in molti centri di h a i r c a r e s p e c i a l i z z a t i n o n s i l i m i t a
Un consiglio spassionato è quello di ridurre
a regalare capelli lisci senza piastra, ma
trattamenti chimici per lisciare i capelli e
anche a restituire alle lunghezze nutrimento
trovare delle alternative più naturali che
e benessere. Il risultato è una chioma più
possono aiutare il capello a ritrovare il
luminosa e meno crespa. Tutto ciò se il
proprio equilibrio. Esistono ad esempio
trattamento lisciante alla cheratina viene
shampoo rinforzanti e volumizzanti con
eseguito in sicurezza. Questi prodotti per
Glixina che aiutano a mantenere una
lisciare i capelli non contengono solo
chioma più sana e resistente e rendono
cheratina idrolizzata, ma anche altre
i capelli più lisci senza usare il calore. A
sostanze come la formaldeide. Questo
questo si può associare un integratore per
elemento è un fissante e conservante che
capelli con zinco, biotina, rame, silicio e
all’inizio regala alla chioma un aspetto più
selenio.
sano e luminoso, ma a lungo andare genere effetti collaterali.
- 34 -
Salute IL MIO MESTIERE È VIVERE LA VITA Quando i ricordi su Salute e Musica di un importante momento storico si intrecciano Prof. Enzo Primerano - medico rianimatore 1978 -L’anno della svolta della Sanità Italiana Avevo 20 anni e quel ritornello di una canzone appena uscita di Lucio Battisti continuava a tornarmi in testa. Un vecchio stornello romano, rivisto musicalmente da Battisti e con un testo straordinario, dolce e rispettoso che Mogol rivolgeva ad una sua carissima amica descrivendo i tratti del rapporto amichevole tra uomo e donna. Ma quel ragazzotto aveva quel qualcosa in più di inspiegabile. Tutto era genuino nelle sue canzoni: la voce, i testi la musica e forse era questo il segreto del suo successo (qui il video della canzone su Youtube)
Era entrato nella testa di tutti i giovani di allora Lucio Battisti con le sue musiche orecchiabili ma dai testi saggi e sibillini di Mogol, autore di lusso delle grandi voci italiane come Mina e Caterina Caselli (Perdono, Sono bugiarda) i DikDik (Sognando la California, Il primo giorno di primavera), l'Equipe 84 (Io ho in mente te, Un angelo blu), Fausto Leali (A chi), The Rokes (Che colpa abbiamo noi, È la pioggia che va), Bobby Solo (Se piangi, se ridi, Una lacrima sul viso), Little Tony (La spada nel cuore, Riderà), Riccardo Cocciante (Se stiamo insieme). Presto le canzoni di Lucio Battisti divennero le canzoni di tutti noi da cantare in compagnia; bastava una chitarra e due assoli ed il resto eravamo noi: giovani con la voglia di costruire un futuro migliore per tutti. https://www.youtube.com/watch? v=r_MZMPncPL8 - 35 -
Salute Ancora adesso le canzoni di Battisti sono
Il 23 dicembre 1978 venne approvata la L.
per un sessantenne patrimonio inviolabile e
833/78 che istituiva il Servizio Sanitario
manifesto dei propri vent’anni. Ed
Nazionale basato sulla visione solidaristica
esattamente vent’anni dopo Lucio ci lasciò e
nell’erogazione delle prestazioni in cui la
con lui un pezzo d’angolo di storia della
copertura sanitaria veniva estesa a tutti e
musica italiana se ne andò per sempre. Ma
non più limitata a talune categorie
quel 1978 fu un anno che sarebbe stato una
(lavoratori, pensionati, loro familiari e
svolta in tanti campi e per la salute
soggetti particolarmente bisognosi privi di
l’apertura di una stagione di riforme che
tutela assicurativa obbligatoria).
avrebbe radicalmente cambiato la sanità italiana ed il modo di curare i malati. In anni di dure lotte sociali e del periodo della strategia della tensione, una nuova sanità vedeva la luce con grandi riforme come la Legge180 del 13 maggio 1978 (cosiddetta legge Basaglia) e la legge 194
In questa nuova organizzazione il
sull’Aborto del 22 maggio 1978 che
finanziamento del sistema era basato sulla
contribuirono a definire le tappe di un
fiscalità generale. Fino ad allora tutti
percorso moderno e lungimirante che
avevano l’assistenza sanitaria attraverso le
voleva darsi l’organizzazione della salute in
cosiddette casse mutue che permettevano,
Italia.
a fronte di un contributo versato,
Infatti, alla fine del 1978, viene varata la
l’erogazione di assistenza sanitaria indiretta
Riforma sanitaria n. 833 con cui si
a tutti. Gli Ospedali, allora erano enti
rivoluzionava radicalmente l’organizzazione
autonomi, spesso gestiti da organizzazioni
della salute con particolare riguardo alla
religiose: il malato pagava l’ospedale e poi si
medicina preventiva ed alla salvaguardia
faceva rimborsare le spese sostenute dalla
delle fasce più deboli della società.
propria cassa mutua.
- 36 -
Salute Paradossalmente però, se per chi aveva un
della 833 e molti altri Paesi moderni come
lavoro non c’erano problemi ad avere una
gli Usa, ancora oggi non riescono, a causa
cassa malattia, qualche difficoltà c’era
degli elevati costi un siffatto sistema.
proprio per gli strati più deboli della società.
Comunque, a soli tre mesi dalla sua
A dire il vero per gli ospedali non vi era
emanazione, vennero introdotti i “ticket” sui
grande preoccupazione perché le spese per
farmaci e sulle prestazioni sanitarie, una
i meno abbienti erano coperte dalle casse
vera e propria “tassa sulla malattia” che,
dell’Ente ospedaliero a cui afferivano molti
prevedendo
lasciti, donazioni ed eredità. La sussidiarietà
compartecipazione diretta dei cittadini alla
nelle cure era ancora lasciata alla solidarietà
spesa sanitaria, incrinava il principio della
e l’aiuto delle componenti più generose
gratuità dell’accesso al sistema. Inoltre il
della società proprio per l’impronta
sistema dei partiti e importanti lobby
religiosa, basata sulla solidarietà cristiana,
economiche erano già in agguato, pronti a
che gli ospedali storicamente avevano
mettere le mani sul nuovo SSN.
una
forma
di
ereditato. Invece, mentre con il rimborso indiretto il cittadino sceglieva dove curarsi e la cassa mutua lo rimborsava (o indicava strutture, medici o specialisti convenzionati), con la nuova Riforma Sanitaria lo stato si fa garante direttamente delle cure di tutti. Si passava ad un welfare di stato garante terzo: ci si fa curare e lo stato paga. In Italia invece quel sistema, già solo dopo
Era una grande sfida in termini di
15 anni, mise in evidenza tutte le
welfare.Solo un Paese che usciva a testa alta
contraddizioni della società italiana, tanto
dalle sfide sociali dopo il boom economico
da dover ricorrere a successivi e molteplici
poteva permetterselo. Ancora oggi questo
correttivi. Queste tre riforme avevano un
sistema rappresenta la forma più alta di
comune denominatore: trasformare
tutela della salute e non a caso molti stati
radicalmente l’offerta di salute che lo stato
scandinavi, che vantano alti livelli di welfare,
erogava con particolare riguardo alle fasce
hanno ricalcato il modello legislativo della
più fragili della popolazione.
- 37 -
Salute Altri due capisaldi legislativi videro la luce
Ed in quella ventata di primavera sociale
nel 1978. La L.180 del 13 maggio 1978
una settimana dopo veniva approvata il 22
(cosiddetta Legge Basaglia), riguardante gli
maggio “Norme per la tutela sociale della
accertamenti e trattamenti sanitari volontari
maternità e sull'interruzione volontaria della
ed obbligatori, contribuì poi a porre le basi
gravidanza” che regola l’interruzione
del nuovo sistema sanitario in quanto
volontaria di gravidanza.
cambiava
complessivamente
Insieme con l’abolizione della norma che
l’atteggiamento verso il tema della salute
proibiva la pubblicità e la vendita di
mentale e definiva l’importanza assoluta
contraccettivi nel nostro Paese (1971),
dell’azione a livello preventivo piuttosto che
l’approvazione della legge sull’istituzione dei
curativo.
consultori familiari (1975), la legge 194 ha
La portata della legge non è ben compresa
rappresentato un importante cambiamento
dai non addetti ai lavori, ma la rivoluzione
per la salute riproduttiva delle donne
che fece quella legge è uno dei capisaldi
italiane e il riconoscimento dei diritti delle
della inclusione sociale della malattia
persone in questo ambito.
mentale, come determinante conquista sociale.
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Salute Perché, come dice Mogol, il miglior mestiere è quello di vivere la propria vita con libertà, passione e aiutando gli altri con un sorriso.
In questi 40 anni tante cose sono cambiate. L’interruzione volontaria di gravidanza è diminuita notevolmente (probabilmente uno dei più grandi successi in sanità pubblica), dal picco di 235.000 casi nel 1982-83 alle 85.000 interruzioni volontarie di gravidanza nel 2016, e le donne e le coppie italiane hanno ampio accesso alla contraccezione e a questo intervento. Ed anche se spesso qualcuno torna sulla liceità dell’interruzione di una possibile vita non si può negare che questa legge sia una delle conquiste sociali più elevate per l’emancipazione della donna a cui la legge è rivolta per tutelarne diritti e dignità. Anche le metodiche con cui viene effettuato l’intervento sono cambiate e le complicanze e le morti associate sono rarissime. L’Istituto Superiore di Sanità attivo ha permesso in questi anni di conoscere bene il fenomeno, di sviluppare azioni di prevenzione e di migliorare la qualità dell’assistenza. Scrivere di questi ricordi mi fa un certo piacere perché riaccende in me il ricordo di quegli anni di dibattiti e lotte si ideali ma pragmatiche e mai utopiche.
Battisti e Mogol
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Volontariato e Associazioni RETINOBLASTOMA: QUANDO GUARIRE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO DIVENTA DIFFICILE. L’impegno di CBM in Uganda Nel mondo, ogni anno, si registrano 9.000 nuovi casi di retinoblastoma, il tumore dell’occhio. Frequente soprattutto nei bambini dai 2 ai 3 anni può colpire uno o entrambi gli occhi. Se diagnosticato agli stadi iniziali, il 96% dei casi si risolve con successo. La parola d’ordine è però tempestività, come ci spiega la dottoressa Martina Angi oncologo oculare dell’Istituto N a z i o n a l e T u m o r i d i M i l a n o : “ I l retinoblastoma è un tumore importante da riconoscere perché se non curato in tempo esce dall’occhio, colpisce gli altri organi e può portare alla morte dei bambini. Il trattamento è complesso: lo scopo fondamentale è salvare la vita del paziente, poi conservare l’occhio e se possibile la vista”.
“Se salvare la vita del paziente resta l’obiettivo principale esiste però una discrepanza di numeri: mentre nei Paesi ad alto reddito oltre il 90% dei bambini affetti da retinoblastoma sopravvive, nei Paesi in via di sviluppo il 70% muore. Se salvare la vita del paziente resta l’obiettivo principale esiste però una discrepanza di numeri: mentre nei Paesi ad alto reddito oltre il 90% dei bambini affetti da retinoblastoma sopravvive, nei Paesi in via di sviluppo il 70% muore. “Nei Paesi del Sud del mondo i bambini giungono molto tardi all’attenzione dei medici, quando la malattia oculare diventa evidente. Questo perché non c’è la consapevolezza dei segni precoci. Questa condizione associata alla limitatezza delle cure offerte in certi Centri ha delle grosse implicazioni sulla sopravvivenza del paziente” ha concluso la dottoressa Angi.
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Volontariato e Associazioni Per questo in Uganda, dove il 72% della
malati di retinoblastoma un trattamento
popolazione vive nelle zone rurali più
completo: dall’identificazione al trattamento
povere e isolate e dove non ci sono
con chemioterapia o chirurgia; dalla
ospedali, CBM sostiene dal 2006 l’unico
riabilitazione con protesi oculari ai controlli
programma nazionale di prevenzione e cura
di breve e lungo termine. Così come ci
del retinoblastoma presso l’Ospedale
racconta Calist Bidwel, infermiere presso
Ruharo. “In Uganda, il nostro obiettivo
l’Ospedale Ruharo: “Lavorare con i bambini
prioritario è ridurre la mortalità dei bambini
malati di retinoblastoma è una grande sfida:
colpiti da retinoblastoma salvando la loro vista
da una parte c’è la loro sofferenza e la paura
e la loro vita. Non è facile, la tempestività in
dei genitori di perderli; dall’altra la speranza
questi casi è fondamentale per evitare che la
che se diagnosticato in tempo il tumore è
malattia si diffonda ulteriormente” dichiara
curabile. Le protesi utilizzate per coloro che
Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia
subiscono l’enucleazione dell’occhio sono
Onlus.
fondamentali, così come la giusta prognosi, ma ancora di più lo è la possibilità di andare a
Il programma, attivo presso il Ruharo Eye
scuola e di poter studiare senza essere
Centre a Mbarara, nella parte sud
discriminati o derisi”.
occidentale dell’Uganda, fornisce ai bambini
Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=D2OQuAWyONQ Per dare sostegno alla campagna: https://www.cbmitalia.org/news/lotta-al-retinoblastoma
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SOMMARIO -8Generazione F In Prospettiva
- 26 Digital4Senior Esiste ancora il digital divide?
- 11 Sentirsi Bene I fermenti lattici sono tutti probiotici?
- 28 Disabilità in pillole Le persone disabili hanno più diritti?
- 13 Stile Over Eterna Valentina
- 30 Generazioni Connesse Il racconto come ponte fra generazioni
- 16 Di tutto e niente Uroboro
- 32 Bellezza Capelli lisci a qualsiasi età
- 22 Sessualità Perché sia San Valentino tutti i giorni
- 35 Salute Il mio mestiere è vivere la vita
- 24 Glamour Rosso Febbraio
- 40 Volontariato e Associazioni Retinoblastoma: quando guarire nei Paesi in via di sviluppo diventa difficile
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Ringraziamenti
www.cbmitalia.org
www.yakult.it
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ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI