N3 Anno2 Generazione Over60

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n.3


Marzo 2020

Foto di Doris Zaccaria

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n. 3 -2-


Le Rubriche Scienza Salute Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare “Amoglianimali” Disabilità in pillole In forma Stile over In movimento Volontariato & Associazioni Di tutto e niente Lavori in Corso Il Personaggio Le ultime Digital4Senior Generazioni Connesse

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Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60

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Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo

Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).

Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.

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At the desK DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.

DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.

PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, au- tore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.

ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-


DOTTOR ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.

ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.

PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.

DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.

MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.

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Generazione F Ho fatto un sogno a di poco bizzarro Non serve aver seguito corsi di meditazione

mattina ad espletare le prime necessità

per sapere che la mente si può comandare.

fisiologiche, così da girarsi dall’altra parte del

Almeno ciò

è quanto ci viene detto. Con

letto e prolungare il sonno. Macché, la

difficoltà ed impegno ci si può anche riuscire.

vescica di Holly giustamente reclamava mi

Almeno durante il giorno, quando siamo

dessi una mossa e così, lavati velocemente i

svegli e concentrati. Ma la notte è possibile

denti e data una sciacquata alla faccia,

tenere a bada i sogni? La mia esperienza dice

aprivo la porta di casa, ripromettendomi di

che no, a meno che prima di addormentarsi

dedicarmi alla doccia al ritorno. Prima

si faccia un preciso e costante esercizio

improrogabile sosta al bar di fianco al mio

propedeutico per indirizzare i nostri pensieri.

appartamento (condividiamo le stesse mura

Ma questo è un discorso che ci porterebbe

e purtroppo anche lo stesso profumo di una

fuori dal seminato.

quantità industriale di frittate che lo chef si

Per la sottoscritta, e credo per la maggioranza delle persone, dormendo la

porta avanti a cucinare appena arrivato in negozio, alle otto del mattino).

mente vaga e va dove vuole. A questo proposito mi ha colpito un sogno davvero bizzarro fatto poche notti fa. Ho anche un po’ di pudore a raccontarlo, perché potrei essere presa per matta. Premesso che non mi ero fatta di nulla (sostanze, alcol o altro), raccolgo tutto il mio coraggio e vado ad esporlo. Ho sognato dunque che mi svegliavo a fatica e pur amando a dismisura la mia Holly, invidiavo chi si può permettere di delegare qualcuno a portar fuori il proprio cane la

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Generazione F Qui solita bolgia di impiegati, avvocati del

Entrati nel bar Paola, Paolo e Rosanna, soliti

vicino Tribunale, commesse, studenti … tutti

baci e abbracci e poi giù con parole e

ammassati al bancone senza quasi

polemiche (per lo più provocate ad arte da

permettermi di raggiungere il tavolino

Paolo) e innocui pettegolezzi …

preferito: l’ultimo d’angolo, con le spalle al muro, da cui posso permettermi di ottenere qualche centimetro di lontananza dalla gente e da cui, attraverso la vetrata, posso anche dare un’occhiata alla marea di

Diamo un’occhiata all’orologio e ci accorgiamo di quanto sia tardi: lavoro e commissioni non possono aspettare. Paolo riprende la bicicletta o l’auto (dipende dal tempo), noi

tutte le persone che si affrettano a

femminucce ci avviamo

raggiungere il posto di lavoro.

veloci a piedi, spesso a

Assieme a biciclette, monopattini,

braccetto,

ragazzi con zaini in spalla, runners.

a fare la spesa.

Dio mio, ma quanti clienti ci

Tutti indistintamente a fare slalom

sono oggi al supermercato?

sul marciapiede, incuranti dei vari improperi dei pedoni che

Appiccicati l’uno all’altro in

vorrebbero camminare senza

coda alle casse, sbuffo

guardarsi di continuo alle spalle

infastidita per tutta questa

per preservare la propria

umanità che mi alita sul

incolumità.

collo. Lasciata a casa Holly, riesco

Mentre il mio sguardo si posa sul

a prendere al volo il mezzo

ragazzo di fronte che chiede

che mi permetterà di

l’elemosina - stessa postazione, stessi orari da mesi e mesi - al di là del fiume

raggiungere la persona che devo

di auto e bus in coda che assordano con inutili

intervistare. Nonostante non sia ora di

clacson per far accelerare il veicolo davanti,

punta, la 94 è zeppa come di consueto e

vedo che faticosamente stanno facendosi

sperare di trovare un posto a sedere è

largo, camminando sulle strisce pedonali

un’utopia. A malapena scendo alla mia

(ignorate dai più), gli amici che spesso si

fermata, come sempre travolta dai tanti che

uniscono a me per il caffè e soprattutto per

ancora non hanno capito che bisogna dare

scambiare due chiacchiere.

la precedenza ai passeggeri che scendono, prima di salire a loro volta. -9-


Generazione F Dopo l’appuntamento di lavoro torno a casa di corsa, recupero Holly e con lei vado a fare la

pausa, ma non posso sottrarmi a socializzare, e pertanto faccio buon viso a cattivo gioco e mi

tinta dal mio parrucchiere di una vita, Osvaldo.

unisco ai numerosi padroni di pelosi che fanno

Per fortuna ho solo un paio di persone prima

capannello.

di me; quindi ne approfitto per andare a mangiare qualcosa in uno dei bar vicini. C’è solo l’imbarazzo

E adesso un aperitivo organizzato al volo con tre amiche, Paola, Monica e Antonella: baci e abbracci come se non ci

della scelta, tanti ce

vedessimo da una vita

ne sono in zona.

(ma io sono una “fisica” e

Scelgo quello meno

non rinuncerei per nulla

affollato e poi torno

al mondo alle effusioni

da Osvaldo per

con amici e amiche).E

coprire

la

prima di salutarci, strette

spropositata

al massimo per rientrare

ricrescita di capelli

nell’inquadratura, il selfie

bianchi (come si

di rito.

farebbe senza

Ora il senso del dovere

parrucchieri? Non

mi suggerirebbe di

oso

mettermi al computer a

neppure

scrivere l’editoriale della

pensarci.)

mia rivista Generazione

A questo punto

Over 60, ma ho una cena

porto al parco a

fissata da tempo. A dir la

correre Holly, felice come sempre

verità preferirei passare

di

la serata sdraiata sul

scorrazzare con i suoi simili, piccoli o grandi

divano a godermi la Tv, ma non posso proprio

che siano. Io mi soffermo a far le solite

dare buca. Insperatamente suona il cellulare e

chiacchiere e rispondere alle inevitabili

vengo a sapere che la cena è rimandata alla

domande di altri proprietari di cani (Come si

prossima settimana.

chiama il suo? Quanti anni ha?). A dir la verità

Sorridendo sollevata fra me e me, commento:

vorrei godermi in pace e in solitudine questa

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““Ma sì: un giorno vale l’altro. Possiamo fare quando vogliamo. Abbiamo davanti tutto il


Generazione F tempo che desideriamo”

mascherina e i guanti d’ordinanza, pronta a

Bene. Riapro l’uscio di casa e mi sento

percorrere con Holly quei duecento metri

felicemente stanca, dopo tutti i chilometri

scarsi consentiti sul marciapiede davanti a

fatti durante la giornata per rispettare i vari

casa. E intanto ripenso alle stranezze della

impegni. Sai che faccio, anzi? Spengo il

mente e all’assurdità di certi sogni. Ma da che

cellulare. Ho bisogno di restare in casa, in

cosa mai scaturiranno vagheggiamenti di

piena solitudine, a gustarmi per l’ennesima

questo tipo? Certo, se avessi bisogno della

volta il film “Chicago”, ricordando il mio

trama per scrivere un libro di fantascienza

ultimo viaggio un anno fa a New York,

l’avrei già bell’e pronta …

quando a Broadway ero andata ad ascoltare

Ma alcune foto scattate col cellulare mi

l’omonimo musical. Non

riportano subito alla realtà: il

vedo l’ora di prendere un

mendicante

aereo, se non per NY, per qualsiasi

con

la

mascherina(prontamente invitato dalle

altra

forze dell’ordine ad allontanarsi), i

destinazione: la mia

cartelli posti all’ingresso dei pochissimi

passione per i viaggi è

negozi aperti, l’immagine del viale

un’esigenza connaturata

deserto che conduce alla Stazione

e mai soddisfatta a

Centrale.

sufficienza. Domani mi piacerebbe

A questo punto, approfitto per

tanto restare a casa

immortalare Holly che con me sul

senza dover uscire per

divano, come sempre, trascorre

almeno 24 ore, ma ho un

praticamente tutta la giornata. E

treno da prendere per

mentre inizia la mia serie Tv preferita,

Brescia e per evitare di

sorrido ancora ripensando allo strano

puntare la sveglia alle sei

sogno. Chissà se avrà un sequel

ci vorrebbe un’epidemia o qualcosa di simile.

in questa

notte che mi aspetta. Forse potrei immaginare

Sorrido a tal punto nel sogno per quest’idea

di andare al ristorante e poi addirittura al

stravagante, tanto da svegliarmi.

cinema … Oddio, che la demenza senile inizi così?

Ma che razza di sogno bizzarro ho mai fatto? Metto su la moka, mi lavo accuratamente, specie le mani, mi bardo con la consueta

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Salute IL GENERALE E IL PANGOLINO La strategia “militare” del nuovo virus capace di sconvolgere i nostri sistemi sanitari Dott. Enzo Primerano - medico rianimatore Era il 1957 e il mondo venne colpito dalla grave pandemia che ricordiamo con il nome di Influenza Asiatica. Tanta la paura tra la gente che appena uscita da poco più di un decennio dalle brutture della guerra e che si trovava a cimentarsi con un nuovo ed invisibile nemico. L’altro pericoloso nemico di quegli anni, la Poliomielite, era stato addomesticato dai vaccini di Salk e successivamente Sabin. 
 Erano gli anni dei primi esperimenti nucleari e della conquista dello spazio e di Elvis Presley e da li a poco John F. Kennedy sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti.

Qualche mese dopo ad epidemia conclamata si diede il nome di COVID-19 acronimo dell'inglese COronaVIrus Disease 19, una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus. Il virus è di origini ignote; un’ipotesi prevede

Lo sgomento era grande anche in mia

che abbia subito una mutazione trovando

madre che mi portava in grembo. Nei suoi

habitat in un animale ospite che poi

racconti che mi faceva da piccolo si leggeva

trasmette il virus all’uomo.

ancora la paura di quei momenti. Sessanta anni dopo eccoci ancora a combattere un

Una persona infetta può presentare sintomi

nemico invisibile. Alla fine dello scorso anno

dopo un periodo di incubazione che può

dalla Cina giungono, dapprima sporadiche

variare tra 2 e 14 giorni circa (o raramente ci

poi sempre più frequenti, notizie di un virus

sono stati casi di 29 giorni), durante i quali

mutato ed ad alta virulenza e contagiosità.

può comunque essere contagiosa.

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Salute Per limitarne la trasmissione devono essere

Il nuovo Coronavirus sembra infatti

prese precauzioni, come adottare

comportarsi come un mirabile stratega

un'accurata igiene personale, lavarsi

militare che usa l’arte marziale del Ju-

frequentemente le mani e indossare

jutsu utilizzando cioè il Paradosso e la

mascherine con filtro. Coloro che ritengono

Sorpresa.

di essere contagiati devono indossare una mascherina chirurgica e chiamare immediatamente un medico al fine di ricevere appropriate indicazioni. Il coronavirus colpisce principalmente il tratto respiratorio inferiore e provoca una serie di sintomi descritti come similinfluenzali, tra cui febbre, tosse, respiro corto, dolore ai muscoli e stanchezza; nei casi più gravi può verificarsi una polmonite, una sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi e shock settico, fino ad arrivare al E come il Generale Annibale usò gli elefanti

decesso del paziente.

che irruppero nella battaglia di Canne il neo

Il trattamento della malattia consiste in

promosso Generale Covìd ha usato il

genere nel gestire i sintomi clinici poiché ad

pangolino per far fare quel salto di specie

oggi non è stato trovato alcun rimedio

ad un virus che da banale diventa

efficace; tuttavia, sono allo studio alcuni

improvvisamente arma in grado di mettere

farmaci, tra cui alcuni antivirali, già impiegati

in ginocchio il mondo.

con altri agenti patogeni.

Quando in battaglia non si trova soluzione

Ma aldilà delle considerazioni prettamente

usare la tecnica del Paradosso e Sorpresa:

mediche questo virus Covìd sta riuscendo a

qualcosa che nessuno pensava e che

sfasciare tutta l’organizzazione globale del

avviene all’improvviso.

mondo mettendola in discussione

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Salute Per chi si occupa di Problem Solving quando

Altri esempi di paradosso e sorpresa sono il

ha di fronte un problema piccolo o grande

vento Kamikaze che permise al Giappone di

che non si riesce a risolvere prima fa brain

battere la Cina o la tempesta di mare che

storming, poi si cambia il solutore, ma se la

distrusse l’Invicibile Armada la flotta

soluzione tarda a venire si usa la tecnica del

spagnola alla conquista dell’Inghilterra.

Ju-jitsu. Ma l’altra grande mossa del

Ed il nostro Generale Covid sembra eseguire

Generale Coronavirus sta proprio nella

gli ordini che gli impartisce la Natura.

conoscenza dei suoi avversari

Natura che come un grande regista con le

Popoli che liberato il campo dai valori che

sue telecamere ed

mantenevano

una serie di piccoli

coesi i gruppi

indicatori e spie che

sociali sono ormai

percepisce ciò che

servilmente

non

appesi alla logica

va

per

c o r r e g g e

del profitto.

tempestivamente

Popoli comandati

tutte le

da esecutivi eletti

che

che di fronte ad

variazioni possono

nuocerle.

un’emergenza non faranno ciò che è giusto nel bene di tutta la comunità ma ciò che più

Il Generale Covìd ci sorprende giorno per

conviene a se stessi. Tutti coloro che ormai

giorno e sta diventando una fonte

da troppo tempo emettono giudizi ed

inesauribile di insegnamenti e riflessioni

opinioni per compiacere servilmente chi li

sulla meschinità e provvisorietà dei giorni

paga.

nostri. In un weekend ci ha insegnato su grandi numeri ciò che ha stento e con goffa

Le guerre non si combattono solo con le

difficoltà stiamo dimostrando con la pratica

armi ed i grandi generali della storia lo

clinica di tutti i giorni su piccoli numeri. Il

sapevano bene. Napoleone chiamò

generale ha dimostrato come la

Generale Inverno la rigida stagione che gli

Comunicazione Efficace ed Autorevole sia

impedì di conquistare la Russia e che poi

uno degli elementi più importanti della cura.

fece lo stesso con Hitler.

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Salute Le parole pesano come macigni ed è

polmoniti (20%) e dei decessi (1%). Fare i

compito dell’oratore saperle usare come

conti con 1000 infetti vuol dire avere 200

strumento di costruzione piuttosto che di

polmoniti e 10 morti ma se gli infetti fossero

distruzione. Le autorità che hanno gestito la

100.000 avremmo 20.000 polmoniti e 1000

Comunicazione hanno chiesto ai cittadini

decessi: quindi la terapia più rapida e sicura

lombardi un grande sacrificio per fare

è non far entrare in contatto tra di loro

l’unica cosa efficace in questo caso: ridurre il

infetti e sani. Senza dimenticare che se

numero totale di infetti. E la gente ha

dovessimo lavorare su scenari a numeri così

risposto civilmente a queste disposizioni

elevati persino la virtuosa sanità lombarda

comprendendo bene come ogni singolo

sarebbe messa in ginocchio per questa

cittadino possa contribuire con il suo piccolo

epidemia e per l’impatto sull’attività

contributo al bene comune della salute

d’emergenza stagionale e di routine in

pubblica. Hanno capito bene che isolare

termini di risorse. E pian piano nella nostra

tutti avrebbe permesso di abbattere i

stupidità ci siamo arrivati riempiendo in

numeri finali degli infetti delle potenziali

poche settimane tutti gli Ospedali e le

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Salute Ormai ti riconosco sai, quando ti vedo specchiato negli occhi terrorizzati e scintillanti di chi chiede aiuto perché gli manca il fiato.

Rianimazioni della Lombardia che è il più grande erogatore di salute del paese. In poco tempo gli ospedali sono diventati trincee dove si combatte il nemico in ogni reparto. Ed anche oggi ci siamo guardati in faccia Generale Covìd. Ormai ti riconosco sai, quando ti vedo specchiato negli occhi terrorizzati e scintillanti di chi chiede aiuto perché gli manca il fiato.

E grazie anche a te Pangolino che con le tue

Il resto, come un rituale da combattimento,

strane fattezze ci ricordi sempre come sia

avviene automaticamente con gesti

difficile per un umano riconoscere un

sottocorticali di rapida calma. Io non conosco

angelo da un diavolo.

ancora se hai altre armi segrete ma neanche

…. Segue seconda puntata

tu sai ancora quali io userò. Fuori dall'ospedale riecheggiano numeri, percentuali, congetture e vani chiacchiericci ma dentro l'astronave della Terapia Intensiva si chiamano Antonio, Eleonora Giovanni o Francesca e non hanno più percentuali o punteggi di gravità: o si vince o si perde in queste partite non ci sono pareggi. Grazie Milano che non sei città piagnucolona dal bicchiere mezzo vuoto ma che piuttosto che ci hai insegnato a riempilo quel bicchiere. Grazie Generale per avere, con la tua irruzione, smascherato tutte quelle ipocrisie ideologiche che fanno sembrar buone le

Dott. Enzo Primerano

nefandezze e viceversa.

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Biologia COVID-19 Diktat del caos Di Giovanni Paolo Magistri - biologo Sono anni che quantomeno nei paesi

nostro cervello non è più considerato

cosiddetti civilizzati l’attenzione al tema

“elaboratore e archivio di dati” ma

“morte dell’individuo” viene taciuta,

preferibilmente solo “elaboratore”,

trascurata.

l’”archivio” lo stiamo trasferendo

Dall’inizio del secolo scorso sino alla fine

esternamente ad esso.

della seconda guerra mondiale, le famiglie

L’indolenza scolastica delle nuove

erano composte da un numero di individui

generazioni è la risposta verso una didattica

maggiore delle attuali: la scomparsa di figli

non più motivante, spesso ancorata al

in età prematura era messa in conto ancor

nozionismo: quando è nato Cristoforo

prima della loro nascita e la consapevolezza

Colombo per intenderci.

che qualcuno dei membri della famiglia potesse abbandonare prematuramente il viaggio della vita era considerata possibile nella quotidianità del divenire. Anche al consumo del cibo veniva attribuito

Provate a porre questa domanda a chicchessia: “immagina il quadrante di un orologio e poni al primo minuto il verificarsi del big-ben; a quale minuto attribuiresti la comparsa della vita sulla terra?”

un valore differente da quello di oggigiorno; un unico menù per tutti i membri della famiglia, piacesse o non piacesse; oggi, sempre più frequentemente, assistiamo a una differenziazione della sua proposta. Non si tratta di stabilire quali degli atteggiamenti sia il migliore da adottare ma unicamente, per il momento, prenderne semplicemente atto. L’evolversi dei mezzi di Foto di Joel Filipe su Unsplash

comunicazione sta modificando - 17 -


Biologia Se siete fortunati su dieci individui

Da studente adulto ricordo una lezione di

interpellati uno vi risponderà quasi

microbiologia in cui l’insegnante ipotizzava,

correttamente, ovvero all’interno degli ultimi

con lo stupore di tutti, che il futuro della vita

cinque minuti.

conosciuta sarebbe stata a favore dei microrganismi; Watson e Crick avevano

Conoscere la data di nascita di Colombo è

appena decodificato la catena del DNA. Alla

inutile se non si ha la consapevolezza del

competizione tra mondo dell’unicellulare, che

“tempo storico” è come recitare l’Infinito di

propone l’unificazione delle funzioni vitali in

Leopardi avendo sempre vissuto su una

un unico organismo e organismi

barca in mezzo al mare; a sostegno di ciò

pluricellulari, che contrappongono la

ricordo un film “Il pianista sull’oceano” ove il

suddivisione in reparti delle funzioni vitali si

protagonista avendo sempre vissuto su una

uniscono i virus che sfruttano per la loro

nave non ha il coraggio di scendere al

affermazione le risorse altrui: uno dei capitoli

momento del suo disarmo.

più affascinanti della biologia.

Alcuni miei compagni di scuola hanno contratto il virus della poliomielite e ancora oggi ho ben stampato nella mente la zolletta di zucchero datami; come la vaccinazione contro il vaiolo, una piccola incisione sul braccio praticata con il bisturi; l’essere stato a letto in quarantena con febbre alta per aver avuto il morbillo.

Foto di CDC su Unsplash - 18 -


Biologia Virologi ed epidemiologi hanno ben presente

Trovo consolazione nel pensiero di Ilya Prigogine, uno dei più importanti scienziati del nostro tempo che affermava come l’universo fosse da considerare “un sistema dinamico aperto irreversibile e governato dal caos”.

queste condizioni e l’aver visto negli anni la gestione sociale disinteressarsene credo abbia creato in loro non poco stupore; loro lo sapevano e l’avevano detto. Sono tra coloro i quali credono che una volta passata “ ’a nuttata ” molto cambierà riguardo la vita sociale: gestione preventiva delle epidemie accompagnata dalla consapevolezza che domani ne potrebbe insorgere un’altra; dotarsi di regole comuni, coordinate e conosciute da tutti, così come usiamo fare con il codice della strada, saranno tenute in maggior considerazione.

Già, i microrganismi, capaci di duplicarsi in

Trovo consolazione nel pensiero di Ilya

condizioni favorevoli ogni poche decine di

Prigogine, uno dei più importanti scienziati

minuti e pertanto in grado di portare al

del nostro tempo che affermava come

vaglio dell’ambiente una miriade di proposte

l’universo fosse da considerare “un sistema

enormemente superiore a quelle dell’uomo.

dinamico aperto irreversibile e governato dal caos”. In questo modo aumenteremo il caos e forse la probabilità di sopravvivere.

Foto di Mauro Mora su Unsplash

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Pagine di storia e attualità LA PESTE DI MILANO Un viaggio nel passato, per capire meglio il presente Di Giovanni Paolo Magistri - biologo Premetto che peste e covid-19 nulla hanno a che vedere tra loro: una è di origine batterica l’altra di matrice virale. Lo Stato di Milano, nel 1628,

A Milano, i primi casi di infezione sembra

conseguentemente a raccolti insufficienti fu

siano avvenuti nell’ottobre del 1629 e A.

colpito da una carestia che provocò il

Tadino e L. Settala, medici milanesi, furono

peggioramento delle sue finanze e delle

inascoltati quando insistettero nel proporre

condizioni igieniche tanto da indurre, la

ad Antonio Ferrer, governatore di Milano,

vigilia di S. Martino (11 novembre), una

l’urgente necessità d’isolare gli ammalati. La

rivolta popolare definita storicamente

ricostruzione storica ipotizza che Ferrer fu

“assalto al forno delle Grucce”.

Quasi

portato all’errore da chi aveva interesse

sicuramente al facile diffondersi della peste

d’impedire le misure restrittive (mi viene in

contribuirono anche le già infette

mente lo slogan “Milano non si ferma” di

soldatesche

q u e s t i

alemanne che

giorni) e dal

transitavano

parere di

nel territorio

altri medici

dello Stato per

che

andare alla

credevano

conquista di

che il male

Mantova.

f o s s e

non

contagioso.

Assalto al forno delle Grucce: attuale largo Corsia dei Servi - 20 -


Pagine di storia e attualità A Milano, i primi casi di infezione sembra

La credenza si trattasse di una febbre dovuta

siano avvenuti nell’ottobre del 1629 e A.

a carenze nutrizionali attribuibili agli anni di

Tadino e L. Settala, medici milanesi, furono

carestia era talmente diffusa nella

inascoltati quando insistettero nel proporre

popolazione che Tadino e Settala furono

ad Antonio Ferrer, governatore di Milano,

ingiuriati e percossi sulla pubblica via.

l’urgente necessità d’isolare gli ammalati. La

A volte l’immaginazione popolare attribuisce

ricostruzione storica ipotizza che Ferrer fu

ai “fatti misteriosi”, così come nel caso della

portato all’errore da chi aveva interesse

peste di allora, influssi dovuti a coincidenze

d’impedire le misure restrittive (mi viene in

astrali, come le due comete apparse nel 1628

mente lo slogan “Milano non si ferma” di

e 1630; oggi l’asteroide 2020 EF e 2020 DP4.

questi giorni) e dal parere di altri medici che non credevano che il male fosse contagioso. Solo nel marzo del 1630 i reggenti la Sanità pubblicarono la grida sulle norme riguardanti le “Bollette di Sanità”, o passaporti di libera-pratica che comprendevano anche a chi le falsificasse o tentasse di entrare furtivamente in città.

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Pagine di storia e attualità Sullo sfondo della stampa di Melchiorre

popolari, Brunetti non cura la coesione delle

Gherardini, incisore Milanese, si scorgono i

varie parti ma annota tutti i particolari che si

Portoni di Porta Orientale, oggi Porta

svolgevano all’interno del recinto: una

Venezia; a destra la chiesa di S. Marta e S.

cronaca contemporanea.

Babila con davanti le colonne del Leone e di

Seguendo la legenda riportata in alto a

S. Mona; sul lato sinistro una casa con

sinistra si potranno identificare i monatti che

l’insegna di un’osteria e nel campo delimitato

conducono i carri degli infetti, le cucine, i

dagli edifici la scena della peste: una donna

pozzi dell’acqua, gli alloggi degli infetti, la

portata su una seggiola, un uomo

legnaia, l’osteria, la distribuzione dei viveri,

agonizzante davanti la chiesa, fedeli

l’opera dei barbieri e i frati Cappuccini nelle

inginocchiati ai piedi della colonna di S.

varie funzioni religiose.

Mona, carri sui quali si ammontano i cadaveri degli appestati.

Un’altra testimonianza emblematica del tempo è un’incisione di G. B. Brunetti, che può essere discussa in rapporto alle

Iconografia tratta da: A Bertarelli, A. Monti “TRE SECOLI DI VITA MILANESE” ed. HOEPLI MILANO 1927

proporzioni o altri elementi di tecnica topografica ma, al pari di tanti incisori

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Stile Over Vojo vede come va a finì.. Emergenze di ieri e di oggi: tra fatalismo e paure Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica In questi giorni sto pensando spesso al

Oggi che ci troviamo costretti a modificare,

maggiore Trettene. Non sono sicura che il

pur senza troppi sacrifici, il nostro stile di

nome fosse proprio questo, e neanche che

vita, mi piacerebbe ritrovare un po’

fosse davvero un maggiore: sicuramente è

dell’imperturbabilità di quell’ufficiale. La

uno dei protagonisti dei “racconti della

stessa che ho sentito in altri racconti dei

prigionia” che devo a mio padre. Racconti

tempi di guerra dei nostri genitori e nonni,

non troppo drammatici, adatti a una

che ricordavano

con sorridente

bambina, in cui situazioni che

imperturbabilità

oggi ci sembrano inaccettabili,

situazioni drammatiche, come

nel caso specifico la vita in un

la discesa in un rifugio durante

campo di prigionia in

i bombardamenti,

Nordafrica, facevano da sfondo

annonarie o le imprese per

a storie curiose. Come quella

procurarsi cibo alla borsa nera.

dell’ufficiale romano che,

Un atteggiamento che ritrovo

mentre i suoi compagni di

oggi nel fatalismo gentile di

prigionia si affannavano a

alcuni anziani, che rispondono

studiare improbabili progetti di fuga, si sdraiò sulla branda

L’autrice dell’articolo in una foto d’epoca

altre

le tessere

a chi invoca la prudenza contro un‘infezione pericolosa,

deciso a non muoversi dichiarando a gran

che andrà come deve andare, e che di

voce, “vojo vede come va a finì “. Finì

qualcosa si deve pur morire. E mi sembra di

ragionevolmente bene, nel senso che la

vederli più forti, forse più consapevoli

liberazione li trovò provati e certamente più

rispetto a chi come me non ha vissuto la

fragili, ma vivi: ed è probabile che

guerra e osserva quanto avviene con un

l’approccio filosofico del maggiore Trettene

senso di sperdimento.

gli abbia risparmiato un po’ dello stress che

Eppure momenti drammatici ne abbiamo

segnò indelebilmente altri, tra cui mio padre, che fece molta fatica a ritrovare una sua serenità.

passati: nessuno di noi ha dimenticato l’11 settembre, chi è più avanti con gli anni ha vissuto gli anni di piombo. - 23 -


Stile over Personalmente, rammento con particolare

Policlinico di Roma. Ricordi appannati dagli anni, e anche dalla condizione in cui mi trovavo, visto che la paziente ero io. Ma sono ragionevolmente sicura che non esistessero tute e mascherine, rivedo i camici svolazzanti dei medici che cercavano di combattere quell‘epidemia di meningite, i familiari in ansia seduti accanto ai piccoli ricoverati. Ho avuto paura? Non ricordo, o forse gli anni hanno allontanato l’emozione, perché sono certa di avere visto un pediatra, il più gentile e il mio preferito, allontanarsi con le lacrime agli occhi dal capezzale di un bambino che non era riuscito a salvare.

chiarezza la crisi dei missili libici a Lampedusa che per un attimo, nell’aprile 1986, ci fece temere una guerra: all’epoca lavoravo in una radio privata, e ricordo ancora come quella sera tornando a casa dopo una diretta infinita, ci

sembrò

confortante darci appuntamento per una pizza la sera successiva, quasi a volerci assicurare scaramanticamente che ci sarebbe stata una sera dopo, e la possibilità di mangiare una pizza. Ma la malattia è cosa diversa da guerra e terrorismo, evoca fantasmi lontani e

ci

mette in contatto con la nostra fragilità

Sono ricordi che nascono da questo tempo sospeso che il Coronavirus ci impone, e forse ci regala. Un tempo da vivere con prudenza, e sforzandosi di rimanere umani, ma che forse ci peserebbe meno se riuscissimo a viverla con un pizzico di filosofia. Come il maggiore Trettene.

biologica. E la nostra paura non segue quasi mai percorsi razionali e poco si intende di statistica: è per questo che tanti temono l’aereo e salgono felicemente in macchina o magari anche in motocicletta. Sempre per questo i rischi più che concreti dell’emergenza climatica – o della diffusione di batteri resistenti agli antibiotici, per citare un problema

italiano- fanno meno paura

dell’epidemia che viene da lontano. E i progressi della medicina che permettono di salvare tante vite creano

anche nuove,

legittime aspettative. Vedendo la macchina angosciosa, ma anche salvifica, delle moderne rianimazioni mi torna alla mente la mia esperienza in un reparto di malattie infettive, più di mezzo secolo fa, al

L’autrice dell’articolo in una foto d’epoca - 24 -


Disabilità in pillole LE PERSONE DISABILI HANNO PAURA? I disabili sembrano coraggiosi, forse nascondono un segreto Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger Le persone disabili ci appaiono diverse e

È un atto di fronte al quale non si può far

alcune volte giustappunto coraggiose. Ci

altro che compierlo. Se uscire di casa,

mettiamo al loro posto e ci chiediamo come

affrontando la selva delle barriere al di fuori

avremmo reagito noi. Ci sembra quasi

delle proprie mura domestiche,

impossibile che riescano a fare certe cose e,

effettivamente è un atto eroico ancora in

senza escludere che lo facciamo per

troppe città, se si vuol continuare a vivere

esorcizzare le nostre paure, le consideriamo

non si può far altro che compierlo.

dotate di qualità superiori. Ci sembrano munite di doti che permettono loro di fare cose straordinarie senza esitazioni. E quando ne ascoltiamo ammirati le testimonianze rimaniamo attoniti sentendo che hanno momenti di debolezza, talora di ribellione. I disabili, quando non ci sembrano relitti umani, ci sembrano eroi. Il

Foto di Ariel Pilotto su Unsplash

punto di vista cambia a seconda della nostra convenienza e oltre alla coerenza è

In spregio alla paura, che pure esiste. Le

necessario un appello all’obiettività. Le

persone con disabilità, dunque, hanno paura

persone disabili hanno paura, come tutti.

in quanto esseri umani. Fanno cose

Potessero non essere disabili nella gran

incredibili, come buttarsi col paracadute o

parte dei casi sceglierebbero di non esserlo.

andare a fare la spesa senza vedere, perché

Sono persone, costituite esattamente come

esseri umani. Possono anche essere

tutti. L’affrontare con coraggio la realtà che

coraggiose, ma questo non esclude che

vivono non è una scelta spassionata come

abbiano paura. Essere esseri umani non

comprare un biglietto per le montagne

vuol dire non aver paura, bensì

russe. Quello che appare come un atto di

affrontarla. E qualche volta questo non

coraggio forse lo è, ma nella sua natura più

comporta altro che superarla per forza

autentica è solo un atto dovuto.

d’inerzia, perché non c’è altro da fare.

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Sessualità SESSO ORA? No, se ci vogliamo bene… Dott. Marco Rossi - sessuologo e psichiatra - www.marcorossi.it Il nostro Marco Rossi ha dedicato uno dei

Per vedere il video:

suoi noti e fortunati video settimanali

https://bit.ly/marcorossi-sessualità

(realizzati assieme a Marco Del Corno) - dal titolo "Scusa ma... tu che sei sessuologo"- rispondendo ad una domanda che molti non hanno il coraggio di porre: "Ma se per la strada dobbiamo stare ad almeno un metro di distanza l'uno dall'altro, in casa come bisogna comportarci circa la sessualità al tempo del Coronavirus?”. Semplice: è necessario cambiare l'ottica e rinunciare al contatto fisico per sostituirlo in altro modo: ricordarsi, cioè, che ci si può toccare e accarezzare con le parole e con i sorrisi. E ciò vale per tutti, da noi Over ai più giovani. Senza alcuna eccezione.

Foto di Velizar Ivanov su Unsplash - 26 -


Di tutto e niente LA FLEBO DEL POMERIGGIO Nella stanza con mamma: i giorni dell’attesa Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico Ha suonato alle 15.30, puntuale. Che fosse

La flebo la staccherò io, come sempre.

già ora non me ne ero reso conto -

La flebo goccia, ogni tanto vado a controllare

immerso nella lettura e nelle distrazioni

se è da regolare il diffusore.

che quelle pagine mi stavano suggerendo

non mi ero accorto che fosse già ora. Ho

Mamma sonnecchia in poltrona, la tivù

aperto all’infermiere, spostato la poltrona,

accesa, vicino ha tutto quello che serve e tra

avvicinato le cose che potrebbero esser

un po’ le porterò un tentativo per far

utili all’anziana genitrice il tempo della

merenda, ammesso che riesca. A pranzo le

flebo. L’infermiere dopo essersi lavato le

ho proposto polenta con formaggio e un

mani ha verificato l’ago, ha messo

pochino è andata giù. Piccoli successi -o

l’ampolla di fisiologica regolandone il

almeno non sono complete disfatte, ma

flusso, misurato pressione e ossigenazione

siamo lontani dal sufficiente.

-entrambe soddisfacenti.
 
 “Come si sente signora?” E lei rispondendo continua a fare il paragone con quanto ricorda di aver vissuto 7 anni fa. Il ricordo mi tocca a volte correggerne la forma, ma non il significato. A me resta forte la sensazione che allora ci siamo impegnati tanto e ne siamo usciti, ma non sapendo come oggi permangono timori e pensieri cupi, che ci comunque ci dissimuliamo a vicenda. L’infermiere è stato il tempo necessario e lo rivedremo domani.

Foto di insung yoon su Unsplash

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Di tutto e niente Leggo e rileggo cose su Covid-19. Lo faccio

Non è questione di indulgere al pessimismo

nella stanza in cui studio e scrivo, dove i

o di voler esser ottimisti o -ironia del

segni del terremoto sono visibili, di intralcio

termine- di pensare “positivo” per

al movimento e forse anche alla serenità:

“tamponare” la situazione. Il realismo è in questa stagione necessariamente amaro. I

solo qui sono 8 cristi - puntelli a croce - cui è

pensieri son cupi e la preoccupazione

affidata la mitigazione degli eventuali effetti di un’altra scossa sismica.

guadagna spazio dentro e fuori casa. Io, qui

Come se la ripresa del blocco di liquidi e

aver spazi né tempi sicuri...

solidi nella deglutizione dell’anziana

genitrice non sia una scossa.

I pensieri. A volte diventa faticoso anche

con l’anziana genitrice, siamo soli e senza

fissarli. Con tutte queste incertezze è più facile distrarsi, assentarsi dal foglio bianco, dallo schermo dell’IPad, dalla pagina di giornale, dal margine del libro su cui a matita ho appuntato qualcosa che con il testo ha un nesso, ma che poi mi ha fatto estraniare da qui e da ora. Cuore gonfio contrasta efficacemente i residui di lucidità e sollecita l’assopimento della coscienza, come un’anestesia per legittima difesa. Serve fantasia, immaginazione. A cosa m‘appoggio? Sono anche a dieta e non voglio placarmi con sapori e odori sprecando i risultati conseguiti. Anche su

Come se Covid-19 non fosse una scossa

questo faccio inutile esercizio di disciplina.

anch’esso. Le cose normali e consuete - ad

Però, anche se marginale, qualcosa che

esempio la sequenza abituale con cui i

funziona devo pur poterla metter a bilancio.

muscoli si muovono per ingoiare

diventano diverse, differentemente

A volte accade che una sensazione, un fatto,

praticabili, a volte impossibili, altre da

un suono nel caso specifico, lo accogli e lo

evitare.Come i luoghi affollati, o andare al

riconosci solo dopo un po’ che si verifica.

cinema o in biblioteca.

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Di tutto e niente Forse non era continuo, ma di certo a un certo punto ha intensificato il canto. Appena l’ho riconosciuto, in un attimo dalla mia assenza mi ha distratto e riportato qui alla scrivania. Un usignolo. L’usignolo quando canta, lo fa con tutto il corpo. Un suono fisico, nel senso che lo impegna del tutto e lo scuote. Bello.
 
 Mario Luigi sapeva rifare parecchi “fischi”,

Ho spostato le tendine con delicatezza, ma

richiami. Io invece nessuno, ma siccome

forse non sufficiente perché l’usignolo non

andando per boschi lui li faceva e i volatili gli

c’era più. Sul nudo noce sotto il giardino un

rispondevano - la cosa quanto ci

paio di passeri, uno stornello, due merli e

soddisfaceva- un po’ li so riconoscere.

qualche cornacchia silenziosa, ma irrequieta.

I ricordi di quelle passeggiate sono vivissimi,

Solo i merli han continuato a fischiare, senza

sebbene tanto, tanto tempo è passato. Per

avvedersi né allarmarsi della mia curiosità

un attimo sono stato nei boschi con mio

tardiva. Resto con la tendina in mano a

padre, che non c’è più. Poi mi sono alzato

guardare fuori.

dalla scrivania e, con fare silenzioso e

prudente, sono andato verso la finestra per

Manca poco all’imbrunire e anche alla fine

cercare con lo sguardo l’usignolo e vederlo

della flebo. Da dietro i vetri alzo lo sguardo,

mentre cantava. Doveva esser là fuori già da

lo sposto verso il monte e poi più su. Il cielo

un po’. Alla fine, quando ti accorgi di

è basso e al giorno non manca poi molto per

qualcosa che hai la sensazione sia

volgere a conclusione. Tra poco farà buio.

“presente” non solo da ora, è come se

Sono i momenti in cui della sabbia della

tentassi di riavvolgere il nastro delle

giornata che al mattino tenevi in mano, ora ti

sensazioni immaginando l’inizio, provando a

accorgi non esserne restata che qualche

richiamare la durata di quanto hai colto

granello - momenti di rammarico o di

soltanto adesso, che forse sta per

soddisfazione, comunque di bilancio che

concludersi.

nella fase attuale non è proprio sereno come il cielo, che è velato.

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Di tutto e niente Tutt’oggi il sole è stato incerto. Mi sarebbe

senza esser fanatica dei proverbi. Qui a casa

piaciuto mettermi a studiare al sole, mi ero

fa freddino a star fermi alla scrivania, ancor

fatto l’idea che mi avrebbe giovato e per

più vicino alla finestra indugiando in piedi

questo ero andato al giro della Rocca, dove

dietro ai vetri.

un paio di panchine mi avrebbero permesso

Quando la malinconia coopera, ci vuole poco

di caricarmi e scaldarmi, nonostante la

ad allontanarsi dal reale, a giocare con

temperatura dell’aria rigida. C’è un tratto di

desideri che affiorano immotivati e brillanti

quella passeggiata che s’affaccia su uno

perché assumono inusitate ed eleganti

scosceso pendio. Lì cui cresce un magnifico

forme di reale inutilità che li rende simili al

albero di giuda. Quando fiorisce è il colore

lusso.

della primavera.

“Sai cosa mi piacerebbe avere? - mi ha detto poco fa mamma scuotendosi dal torpore della poltrona, mentre le controllavo se l’ago stesse in vena e la fisiologica gocciasse come deve- mi piacerebbe avere un campo di lavanda”. Il colore e il profumo dello spigo sono i preferiti, per me. La primavera, la freschezza, l’inizio del ciclo che riprende. Quel campo desiderato lo immagino nel grigio del giorno che volge al termine, giorno in cui se si riesce a mantenere la posizione è legittimo esser quasi contenti. Lo immagino e lo desidero - la ripresa, la primavera, il

Il fucsia intenso dei fiori piccoli e polposi, il

ritorno - sempre in piedi, da dietro i vetri

verde tenero delle foglie più piccole. Oggi

guardando fuori.

ho controllato. I rami sono pregni di gemme, ma ancora primavera non è. Il noce che guardo da dietro i vetri infatti è ancora

E’ un attimo e prima uno e poi l’altro e dopo

svestito, come anche il fico che gli sta

altri tre in volo planano davanti al balcone.

accanto.

Volano poco più bassi di dove sto io. Il candore sulla schiena è visibilissimo e

“Finché il fico non si infoglia, non c’è sciocco

inconfondibile. Balestrucci. Sono loro, sono

che si spoglia”, dice l’anziana genitrice,

tornati. - 30 -


Di tutto e niente Sono tornate le rondini. Fa ancora freddo, il

“Manca molto?”, chiede riferendosi alla flebo.

verde non è ancora quello esultante, ma ci

No, non molto.

sono e volano nel cielo. Ancora non li ho

“Mi sistemi il cuscino dietro la testa?”. Certo.

sentiti garrire, ma di nuovo i balestrucci ci

Così va bene.

sono e oggi li ho visti.

“Mi dai lo scaldino? Fa freddo, vero?”. Ora sì,

Così è scemato il freddo e s’è attenuata la

ma poi il tepore s’allarga e ci prende le mani,

malinconia.

anche quella con infisso l’ago cannula che

“Sai, son tornate le rondini”.

domani immagino vada sostituito. Ma

Quel sorriso che mi fa annuendo sembra

domani, si sa, è un altro giorno.

dire che sì, so quello che hai pensato, quello che hai visto, che sei stato nel bosco sacro con papà e sei tornato qui attraversando quel campo di lavanda, e io ora con te sto sentendo lo stesso profumo.

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Digital4Senior FEAR OF MISSING OUT (FOMO): UNA PAURA MODERNA Come riconoscere e contrastare l’ansia sociale Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice Guardate il feed di notizie dei vostri canali

Inizialmente, ci si è concentrati soprattutto

social. Commentate lo status dei vostri

sull’effetto che questa nuova paura stava

contatti. Poi passate a Whatsapp, ci saranno

avendo sui più giovani: gli adolescenti, con la

notifiche? E poi di nuovo la mail, i social, le

loro voglia di essere accettati e popolari, erano

chat. Le ore passano rapidamente e senza

infatti i più propensi a cadere nella trappola.

soluzione di continuità.

Vari studi hanno poi dimostrato che la FOMO è

In questo periodo poi, i social diventano

strettamente collegata alla dipendenza da

quasi una coperta di Linus: un rito rassicurante per vedere che cosa fanno gli altri, in che modo affrontano l’isolamento e la paura. Solo che questo rito ingoia tutto il resto: vi ritrovate, a fine giornata, ad aver fatto poco o niente. Se vi siete riconosciuti in questa descrizione, c’è la possibilità che siate vittima di FOMO (Fear Of Missing Out). Questo acronimo, utilizzato per la prima volta dal ricercatore Andrew Przybylski nel 2013, definisce “uno stato di ansia sociale, dato dal bisogno di essere sempre informati su tutto ciò che stanno facendo gli altri e dalla preoccupazione eccessiva e ossessiva che gli altri facciano esperienze gratificanti nelle quali non si è presenti o coinvolti direttamente”.

smartphone. È infatti grazie alle nuove tecnologie che si realizza la possibilità di avere sempre con noi social, chat e siti di informazione.

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Digital4Senior Ormai la paura di perdersi qualcosa non

notizie, tanto più se negative, può essere

risparmia nessuno, dai giovanissimi ai più

una minaccia reale per la nostra psiche.

maturi, trasversalmente in tutte le classi

Soprattutto se ci troviamo isolati e soli,

sociali.

come spesso avviene in questi giorni. Il consiglio, dunque, è cercare di moderare

E a proposito dei tempi complicati che

l’accesso alle piattaforme social e ai siti

stiamo attraversando, oggi la FOMO si

di informazione. Proviamo a mettere da

intreccia con l’infodemia, ovvero la

parte per qualche ora al giorno tutti i nostri

circolazione eccessiva di notizie non vagliate

dispositivi elettronici, dalla tv al computer,

con accuratezza che rendono difficile

dalla radio allo smartphone. Visto che passiamo tante ore in casa, riscopriamo piaceri “analogici” come la lettura, la meditazione, la cucina o - per chi ha il pollice verde - la cura delle piante. Personalmente mi sono data un piccolo rituale sul finire della giornata. Passeggiata in giardino con telefonata ai miei genitori, che ormai dicono “È arrivato il primo bollettino della giornata!”, perché li chiamo sempre un po’ prima del bollettino della Protezione Civile. In giardino c’è anche il mio micio, da sempre antidoto naturale a tutti i mood negativi: mi basta vedere la sua calma indolente per tranquillizzarmi. Poi, spenti tutti

orientarsi e creano ansia ed allarmismi. Fra i messaggi vocali non verificati che corrono

i dispositivi, mi concedo una buona mezz’ora

sulle chat di whatsapp, i media che spesso

sul tappetino per qualche esercizio a corpo libero. E infine, prima di andare a letto,

abdicano alla deontologia in nome del sensazionalismo, i dati allarmanti che

qualche riga di diario e la lettura di un buon

vediamo e commentiamo ogni giorno,

libro. Non sarà una formula particolarmente originale, ma mi permette di allontanarmi

rischiamo di essere letteralmente travolti. Che fare dunque per non soccombere? In

almeno per un po’ dal succedersi incessante

questi giorni molti psicologi hanno

delle notizie. E, in questi giorni, è già una bella

affermato che l’esposizione eccessiva alle

conquista. - 33 -


Generazioni connesse GENERAZIONI SOLIDALI? LA PROVA DEL VIRUS Il Coronavirus ha messo a nudo qualche egoismo ma anche molte iniziative di mutuo aiuto Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice La mia riflessione inizia con un fatto

tanti anni davanti. Quelli per cui mia nonna

personale accaduto ormai un mese fa.

avrebbe dato volentieri la sua, di vita.

L’emergenza non era ancora esplosa nei numeri e nel territorio. Mi trovavo a Ravenna, dalla mia famiglia, per celebrare un’occasione e per fare qualche visita.

Abbiamo visto tutti come, inizialmente, ci sia stata una sottovalutazione dell’enorme impatto di questo virus. In effetti si cerca sempre di minimizzare, di rifugiarsi nelle

Ci tenevo particolarmente a vedere mia

proprie sicurezze, allontanando tutto ciò che

nonna paterna, classe 1927, una persona

è scomodo e pauroso.

importantissima per la mia vita. Da qualche mese la sua situazione di salute è peggiorata ma, nella sua lucidità e con la generosità che l’ha sempre contraddistinta, ha esclamato: “Magari potessi prendermela io, questa brutta malattia, per salvare qualcuno di più giovane!” E così ho pensato a quello che ci veniva raccontato: che il Coronavirus, dopotutto, si portava via solo gli anziani, o le persone già malate…

Ma, a mano a mano che i numeri crescevano, la consapevolezza si è fatta strada. Anche i più smargiassi hanno iniziato a capire che il virus aveva sì una predilezione per i fisici debilitati, ma non disdegnava neppure le persone in buona salute. E poi tutti, o quasi, abbiamo iniziato a pensare ai nostri genitori, ai nostri nonni, ai nostri amici, compagni, insomma a tutti quelli che agendo con leggerezza avremo potuto

Queste affermazioni - che sarebbero poi

perdere. Una presa di coscienza collettiva

state almeno in parte smentite nelle

che, quando è arrivata, ha consentito al

settimane successive - avevano suscitato

nostro popolo solitamente anarchico di

una sorta di sospiro di sollievo collettivo da

adeguarsi con velocità alle nuove

parte di chi superficialmente si sentiva al

restrizioni imposte dalla necessità di

sicuro. Quelli giovani, quelli sani, quelli con

contenere il virus. - 34 -


Generazioni connesse E intanto si sono fatte strada - organizzate

Chi rimane da solo a casa, lontano dai

da sindaci, associazioni o semplici cittadini -

propri legami (che si tratti della famiglia o

molte iniziative di aiuto reciproco. C’è chi si

delle amicizie) rischia di ammalarsi di un

offre di portare la spesa a casa e chi mette a

male insidioso, quello della solitudine. Molti privati cittadini aderiscono a iniziative per

disposizione il proprio tempo per

stemperare l’isolamento mettendosi a

condividere ciò che sa fare, magari

disposizione dei propri condomini, di cui

utilizzando gruppi Facebook o altri canali

magari fino a poco tempo fa non si

digitali.

conosceva neppure il nome. Anche l’ordine

Finalmente chi è meno vulnerabile cerca

degli Psicologi della Lombardia ha lanciato

di prodigarsi per le categorie più a rischio

un importante servizio di assistenza

e tutti ci guardiamo intorno con un po’

psicologica. Un fiorire di iniziative che sembra indicare una rinnovata attenzione

più di attenzione, perché è in questi

verso l’altro, e una maggiore

momenti che un piccolo aiuto può fare

consapevolezza che oggi come non mai

davvero la differenza. Forse, però, di un

siamo tutti connessi, over e under, in

aspetto dovremo occuparci ancora di più

una battaglia difficile che si vince solo

nelle prossime settimane.

lottando insieme.

Foto di Nick Karvounis su Unsplash - 35 -


Bellezza PRIMA BARRIERA AL CORONAVIRUS: LAVARSI LE MANI E quando abbiamo mani screpolate, quali creme applicare? Prof. Antonino Di Pietro - dermatologo plastico - https://dermoclinico.com/ Proprio in questi giorni in cui è opportuno lavarsi spesso e bene le mani

▶ In questo delicato momento in cui tra le raccomandazioni per arginare il Coronavirus al

non bisogna dimenticare di idratarle

primo posto c’è quello di lavare bene e spesso

accuratamente. Anche l'utilizzo di saponi

le mani, è bene ricordare che

igienizzanti a base alcolica senza acqua può

screpolate sono un tormento che colpisce

le mani

favorire a lungo andare

donne e uomini soprattutto

la disidratazione della

in inverno. Vento, freddo e inquinamento sono tra le

cute più delicata e sottile

principali cause che

delle mani.

rendono la pelle delle mani

Tre i consigli principali:

arida e arrossata. Per

1) Utilizzare acqua

individuare la crema mani

tiepida per lavarsi le

per pelli secche, si

mani.

possono trovare preziosi

2) Assicurarsi di

consigli sul portale di

asciugarle bene con l'aiuto

di

benessere Sanihelp.it, con

un

le risposte a quelle che

asciugamano di cotone

sono le più domande più

morbido, senza sfregare

frequenti:

eccessivamente.
 3) Applicare almeno due volte al giorno una buona crema mani con

Perché le mani si seccano così spesso in

fospdina, acido ialuronico, burro di karitè e

inverno?

altri attivi emollienti. Ottime anche le

Le mani secche dipendono soprattutto dagli

formulazioni riparatrici con cheratina e

sbalzi di temperatura che favoriscono la

vitamina B3 raccomandate per chi presenta

disidratazione e la perdita di liquidi a livello

mani secche e screpolate con inestetismi

transepidermico, incentivando la comparsa di

profondi come spaccature, rossori e lesioni.

arrossamenti e screpolature.

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Bellezza Una crema mani con un buon INCI diventa

come spaccature, rossori e lesioni. In questi

allora l’alleato must have nella skincare

casi è necessario anche il consulto di uno

quotidiana quando fa freddo, ma è

specialista per escludere che si tratti

importante scegliere principi attivi che

di dermatite. Una buona crema mani bio avrà invece una texture emolliente ricca

idratino in profondità per mantenere la

di oli vegetali, ceramidi e butto di karité.

barriera idrolipidica in equilibrio e più

Attenzione però alla pelle sensibile, poiché

resistente agli attacchi degli agenti esterni.

alcuni estratti naturali possono avere proprietà potenzialmente allergizzanti. Qual è il modo giusto di utilizzare una crema mani? Per prevenire mani secche e screpolate è consigliabile applicare la crema mani idratante almeno 5 volte al giorno. Dopo aver lavato le mani è fondamentale asciugare molto bene la pelle con un asciugamano morbido e applicare la crema

Quali principali attivi dovrebbe avere una crema protettiva per le mani?

mani riparatrice con un veloce massaggio. A

In farmacia bisogna chiedere una crema per

effettuare invece un massaggio più lento e

mani

profondo.

s c r e p o l a t e

con

casa, prima di andare a letto, è possibile attivi

dermatologicamente testati per rispettare il pH epidermico. L’acido ialuronico è l’ingrediente più diffuso quando si tratta di idratazione, ma se si desidera una rigenerazione più profonda è ideale ricercare una crema mani idratante con fosfolipidi e glucosamina. Una crema mani riparatrice con cheratina e vitamina B3 è invece consigliata per chi presenta mani secche e screpolate con inestetismi profondi

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Bellezza Si parte dal palmo della mano, spalmando

Solitamente i prodotti per l’idratazione delle

con movimenti circolari la crema mani

mani presentano nella loro formulazione

idratante con movimenti circolari che

profumi avvolgenti e dolci che danno una

partono dal centro e si spostano verso le

piacevole sensazione durante l’applicazione.

dita. Ripetere la stessa cosa sul dorso della

Ma quando le mani sono molto secche

mano, partendo dal polso e arrivando alla

e presentano lesioni o spaccature a livello

punta delle dita. Applicare la crema mani

epidermico, è più indicata una crema mani

per pelli screpolate con un leggero

senza profumo.

massaggio è un’ottima pratica che stimola il

La texture di una crema mani profumata

microcircolo e aiuta a distendere la tensione

può infatti infilarsi nelle lesioni della pelle,

accumulata nella mano dopo tante ore di

creando irritazioni e reazioni allergiche. I

scrittura al PC.

profumi purtroppo in molti casi hanno delle

Esistono creme mani profumate non

proprietà che possono alterare il normale

aggressive sulla pelle?

equilibrio cutaneo.

Peculiarità della crema per mani screpolate è il profumo.

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Amoglianimali FAKE NEWS SU CORONAVIRUS E PET I nostri animali domestici non trasmettono alcun contagio Dottor MAURO CERVIA – medico veterinario E ci mancava anche questa: chi possiede cani o gatti sarebbe a maggior rischio di contagio. Assolutamente no, come sottolinea l’autorevole World Small Animal Veterinary Association (WSAVA)

in un

comunicato: “Non ci sono prove che gli animali domestici possano essere infettati da questo nuovo coronavirus”. Né possono essere veicolo di contagi o fungere da portatori sani, aggiungono Enti ufficiali come il Ministero della Salute e l’Istituto superiore della Sanità. Nel vademecum da loro redatto, in particolare, si legge chiaramente: “Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”. È importante sottolineare che i nostri animali da compagnia non sono degli “untori”, e ciò anche al fine di evitare abbandoni o violenze per disinformazione.

Facebook

degli animali non manifesta nessuna patologia (vedi peritonite infettiva del gatto). Noi Medici Veterinari curiamo senza prendere alcuna precauzione queste malattie e nessuno di noi si è mai ammalato.
 La colpa di questa situazione di panico è di alcuni

giornalisti ignoranti

(nel senso

etimologico “che ignorano”, ndr) che, pur di aumentare gli ascolti, diffondono notizie sbagliate, mentre il loro dovere sarebbe quello di informare in modo corretto.
 Da Medico Veterinario e giornalista scientifico mi sento il dovere di tranquillizzare tutti coloro che hanno un cane o un gatto: non esiste nessun rischio di trasmissione.
 Spero solo che da questa situazione ne traggano vantaggio i cani cinesi che non

Il nostro Dottor Mauro Cervia in un recente post sulla sua pagina

SONO TRASMISSIBILI ALL’UOMO e il 90%

verranno più mangiati…”

ha

commentato con veemenza alla (falsa) notizia che in Cina ci fosse un cane positivo al Coronavirus: “Terrorismo e panico puro. Per la cronaca cani e gatti hanno patologia causate da virus appartenenti alla famiglia dei coronavirus MA NON - 39 -


Volontariato e Associazioni NEPAL, EREC-P: UNO STRAORDINARIO PROGRAMMA PER LA SALUTE DELLA VISTA Quando una cura può cambiare una vita In Nepal CBM sostiene un grande programma oculistico, l’Eastern Regional Eye Care Programme (EREC-P). L’EREC-P, con i suoi due grandi ospedali e i suoi centri satellite, è un punto di riferimento sia per la qualità e la varietà dei servizi offerti, sia per la quantità di pazienti visitati e curati.

L’obiettivo di questo grande progetto è rendere le cure accessibili e disponibili a tutti, anche alla popolazione che vive nelle aree più povere e isolate, non solo del Nepal ma anche della vicina India. In Nepal i centri sanitari sono concentrati nelle zone urbane e raggiungono solo una piccola parte della popolazione bisognosa di

Molte persone arrivano anche da altre

cure oculistiche. Per questo ogni giorno sono

regioni, per ricevere cure che possano

tantissime le persone che si mettono in

cambiare concretamente la loro vita. Sono

viaggio per raggiungere i due più grandi

tante le malattie che qui vengono

ospedali del progetto a Lahan e

trattate: cataratta, glaucoma, patologie della

Biratnagar, spesso anche con mezzi di

retina e della cornea, ma anche difetti

fortuna, autobus, piccole moto, risciò, alcuni

refrattivi e ipovisione.

anche a piedi.

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Volontariato e Associazioni

Le code e le file d’attesa che si formano

“I due ospedali di Lahan e Biratnagar seguono

prima dell’apertura dell’ospedale sono

gli standard dell’Organizzazione Mondiale

davvero impressionanti. Nella riduzione

della Sanità e che rendono accessibili a tutti le

della prevalenza di cecità, l’EREC-P con i suoi

cure, anche a quanti vengono da Paesi vicini

due grandi ospedali e i 24 centri satellite ha

come l’India. Il progetto è inoltre child friendly,

svolto un ruolo significativo.

ovvero attrezzato per operare i bambini” ha dichiarato Suraji Sidgel, Country Director di

Nell’ultimo anno, nei due ospedali sono state

visitate

CBM in Nepal.

506.814

La storia di Chandkari

persone e realizzate 124.116 chirurgie di cataratta e altre patologie. La quantità di

Chandkari indossa un sari rosso e ha 60

operazioni che vengono effettuate ogni

anni. Insieme al fratello Bindu, che l’ha

giorno è resa ancora più efficace ed

accompagnata, siede nella sala d’aspetto

efficiente grazie all’utilizzo di macchinari e

dell’ospedale di Biratnagar, dove attende di

tecnologie avanzate, uguali a quelle che

essere visitata agli occhi. Vive in un remoto

vengono utilizzate in Italia per la cura dei

villaggio del distretto nel Nord dell’India. Ha

difetti della vista. Uno su tutti è il

perso suo marito e da cinque anni ha perso

facoemulsificatore che viene utilizzato per la

anche la vista, per una cataratta a entrambi

rimozione della cataratta.

gli occhi. Insieme a suo fratello ha affrontato

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Volontariato e Associazioni un lungo viaggio per arrivare all’ospedale: le

Quando, la mattina dopo, le è stata tolta la

hanno detto che qui troverà dottori in grado

benda il velo bianco che offuscava i suoi

di farle riacquistare la vista.

occhi era sparito. L’operazione è andata bene e Chandkari sarebbe tornata presto a

Dopo aver viaggiato per 14 ore, Chandkari e

vedere il mondo con i suoi colori.

Bindu sono arrivati finalmente a Jogbani – una cittadina lungo il confine indo-nepalese.

Come Chandkari sono tantissime, migliaia,

Da lì hanno preso un risciò per l’ospedale di

le persone che affollano le sale

Biratnagar, situato a soli tre chilometri dal

dell’ospedale di Biratnagar. La maggior

confine. Qui Chandkari è stata accolta dai

parte di loro necessita di un’operazione di

medici e dagli infermieri, sottoposta a tutte

cataratta, che in Nepal è la prima causa di

le visite di controllo e operata finalmente di

cecità.

cataratta.

Come sostenere le attività dell’EREC-P. • 35 euro trasporti in ospedale un bambino cieco • 75 euro sostieni i costi dell’anestesia generale necessaria per operare un bimbo cieco • 125 euro copri i costi dell’operazione di cataratta per un bambino cieco DONA ORA - https://www.cbmitalia.org/un-grande-programma-in-nepal/ - 42 -


SOMMARIO -8Generazione F Ho fatto un sogno a dir poco bizzarro

- 27 Di tutto e niente La flebo del pomeriggio

- 12 Salute Il generale e il pangolino

- 32 Digital4Senior FOMO: una paura moderna

- 17 Biologia Diktat dal caos

- 34 Generazioni connesse La prova del virus

- 20 Pagine di storia e attualità La peste di Milano

- 36 Bellezza Prima barriera al coronavirus: lavarsi le mani

- 23 Stile over Vojo vede come va a finì…

- 39 Amoglianimali Fake news su coronavirus e pet

- 25 Disabilità in pillole Le persone disabili hanno paura?

- 40 Volontariato & Associazioni Nepal, EREC-P: uno straordinario programma per la salute della vista

- 26 Sessualità Sesso ora?

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Ringraziamenti

www.cbmitalia.org

www.yakult.it

Immagini e fotografie Dove non espressamente indicato le foto o le immagini presenti nella rivista sono situate su internet e costituiscono materiale largamente diffuso e ritenuto di pubblico dominio. Su tali foto ed immagini la rivista non detiene, quindi, alcun diritto d’autore e non è intenzione dell’autore della rivista di appropriarsi indebitamente di immagini di proprietà altrui. Pertanto, se detenete il copyright di qualsiasi foto, immagine o oggetto presente, oggi ed in futuro, su questa rivista, o per qualsiasi problema riguardante il diritto d’autore, inviate subito una mail all’indirizzo generazioneover60@gmail.com indicando i vostri dati e le immagini in oggetto. Tramite l’inserimento permanente del nome dell’autore delle fotografie, la rimozione delle stesse o altra soluzione, siamo certi di risolvere il problema ed iniziare una fruttuosa collaborazione.

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ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI


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